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Direttore: Marcello Storgato
Redazione: Diego Piovani
Direttore responsabile: Marcello Storgato
Regist. Trib. di PR 07-03-1967 - n. 400
Fruisce di contributi statali (legge 270/1990)
In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio P. T. Brescia C.M.P.,
detentore conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa
2012 NOVEMBRE n. 9
Il nostro “anno della fede”
Una porta da tenere sempre aperta per tutti
p
apa Benedetto ha inaugu­
rato l’anno della fede nel
contesto del sinodo dei vescovi
sulla “nuo­
va evange­
lizzazione”
e in coinci­
denza con il
50.mo an­
niversario
dell’inizio
del concilio
Vaticano II.
Quel gior­
no (11 ot­
tobre 1962)
Giovanni
XXIII ave­
va detto
ai padri
conciliari
che lo at­
torniavano
numerosi
come mai accaduto prima:
“È solo l’aurora, e già i primi
raggi del sole nascente come so­
avemente carezzano l’animo no­
stro! L’aria è santa qui, percorsa
da brividi di letizia. Prende vita
sotto i nostri sguardi la visio­
ne dell’apostolo Giovanni (cf
Ap 1,20): voi siete come stelle
luminose nella maestà di que­
sto tempio e della vostra luce si
adornano le chiese a voi affidate,
che splendono come candelabri
attorno al sepolcro del principe
degli apostoli”.
La chiesa e il mondo
Sono passati cinquant’anni e
l’«aurora» di cui parlava Gio­
vanni XXIII si è forse un poco
schiarita, ma la luce del conci­
lio non è ancora arrivata a spri­
gionare tutto il suo splendore.
Cinquant’anni sono tanti, ma
in realtà sono anche molto po­
chi per tradurre nella realtà la
formidabile intuizione di papa
Giovanni.
Egli mirava a ridare splendore
e attualità al mistero della chie­
sa, per aprirla al mondo e per il
mondo, e farne una chiesa che
non considera più il mondo co­
me un estraneo da guardare da
lontano o come un servitore da
comandare e bacchettare, perché
sia come essa lo vuole.
La chiesa è entrata in dialogo
con questo mondo, che la chie­
sa vuole amare come Dio lo
ama (cf Gv 3,16), anche se non
è sempre aperto alla parola del
vangelo, anche se spesso e vo­
lentieri rimane indifferente alle
PER VIVERE LA FEDE OGNI GIORNO
Con la guida spirituale di san Guido Conforti
p. MARCELLO STORGATO, sx
L
unedì 8 ottobre 2012,
all’inizio del sinodo dei
vescovi per la nuova evangelizzazione, papa Benedetto XVI
ha giustamente affermato:
“Vangelo vuol dire che Dio ha
rotto il silenzio; Dio ha parlato; Dio c’è; Dio ci conosce, Dio
ci ama, è entrato nella storia.
Gesù è la sua Parola, il Dio con
noi, il Dio che ci mostra che ci
ama, che soffre con noi fino alla morte e risorge”.
Ma come far arrivare questo “vangelo - buona notizia”
agli uomini di oggi? È questa la
grande sfida. Le “notizie” che
oggi circolano in tutti i canali tradizionali e tecnologici - sono davvero tante, e il rischio di
disperdersi è altissimo. Non basta, quindi, mettere in onda - o
in banda, si direbbe oggi - la
“buona notizia”. C’è bisogno
ancora dei famosi missionari
del vangelo, che annunciano il
canale giusto, che propongono la banda giusta per entrare
nella “buona notizia”.
Lo ha detto chiaramente il
cardinale Donald William, di
Washington, nella sua relazione introduttiva al sinodo: “Coloro che hanno bisogno di sentir parlare di Cristo sono vicini a
noi, nei nostri quartieri e nelle
parrocchie, anche se i loro cuori e le loro menti sono lontani
da noi. I missionari hanno coperto immense distanze geografiche per portare la Buona
Novella. Noi, missionari della
nuova evangelizzazione, dobbiamo superare distanze ideologiche altrettanto immense,
spesso prima ancora che usciamo fuori del nostro quartiere o
della nostra famiglia”.
Il calendario della fede che
trovate in questo numero, l’abbiamo pensato proprio per essere un piccolo aiuto a vivere bene questo “anno della fede”. Infatti, è tutto impostato su questa grande e fondamentale virtù, che è prima di tutto dono di
Dio a noi (per questo si chiama
virtù “teologale”). Un dono da
accogliere nella preghiera e nella meditazione quotidiana.
Lo facciamo con la guida spirituale di san Guido Conforti,
padre di missionari e grande
animatore della chiesa italiana;
un pastore che per la fede cristiana ha donato tutto se stesso, amando tutti in Cristo, senza sconti e senza risparmi, consapevole del fatto che “i più
poveri del mondo sono coloro
che non hanno la fede”.
Ogni mese, ogni giorno, tro-
verete una frase su cui riflettere, una parola da meditare,
un invito a vivere con coraggio
la fede in tutte le sue esigenze, umane e spirituali. La fede
tra gli uomini e la fede in Dio.
Perché non può credere in Dio
e alla sua Parola chi non crede
nell’uomo e alla parola umana.
Ecco un’anticipazione di come
san Guido viveva la fede umana e la fede cristiana:
“La fede umana, figlia della
parola dell’uomo, è indispensabile, perché è il vincolo delle
nostre relazioni sociali; è il fondamento della vita domestica e
sociale. Banditela dal mondo, e
subito la società si divide, la famiglia si separa, l’individuo si
discioglie”. E per la fede cristiana? “Se volete credere molto,
amate molto... Voi che cercate la fede, scendete nell’intimo
del vostro cuore; e là troverete l’amore che ve ne farà dono.
Sì, se voi volete credere molto,
amate molto”.
Cari amici, con gioia i Missionari Saveriani vi fanno dono del “calendario della fede”.
Accoglietelo e tenetelo bene...
a vista! E permettete un’ultima
parola sincera, valida per dodici mesi e oltre: auguri per...
un buon anno della fede!
Stampa: Tipografia Camuna S.p.A. - Brescia
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p. GABRIELE FERRARI, sx
proposte della chiesa, o è addi­
rittura ostile alla sua azione. Ma
la chiesa non dimentica il desi­
derio del cuore del suo Signore,
che ha voluto fare della chiesa il
cuore del mondo, allo scopo di
farlo diventare una sola famiglia
di fratelli e sorelle, figli e figlie
dell’unico Padre Celeste.
Un anno di conversione
Per questo la chiesa deve vive­
re questo «anno delle fede» come
un anno di conversione all’iden­
tità delineata dal concilio: essere
popolo di Dio, corpo di Cristo e
tempio dello Spirito, sacramen­
to universale di salvezza, spazio
d’incontro con Dio per tutti gli
uomini di buona volontà. Ma de­
ve essere anche anno di conver­
sione e di attenzione al mondo,
affinché incontri il regno di Dio,
luogo di convivialità per “tutti i
figli di Dio dispersi” (Gv 11,52).
Per realizzare questo progetto
di unità Gesù ha “consacrato se
stesso” (Gv 17,19), ha dato cioè
la sua vita sulla croce, affinché
tutti si sentano cercati e amati
dal Padre, perché lo possano in­
contrare e credere al suo amore.
Far crescere la fede e offrirne a
tutti la possibilità, ecco l’obietti­
vo di questo «anno della fede».
Nella lettera La porta della fede, con cui ha annunciato
quest’anno speciale, il Papa ci
ricorda che questa “porta” è
sempre aperta: è stata aperta dal
Figlio di Dio, ma tocca a noi
tenerla aperta per tutti, perché
tutti possano passarvi e trovare
la salvezza.
Testimoniare la nostra fede
Compito di quest’anno sarà di
far crescere la nostra fede attra­
verso una maggiore intimità con
Gesù, una migliore celebrazione
della liturgia; ma anche attra­
verso un rinnovato impegno per
trasmettere la nostra fede a colo­
ro che non hanno mai sentita la
“Parola della verità” o a coloro
che, pur avendola sentita, non ne
sentono più il fascino.
Il mondo sembra far a meno
di Dio, ma in realtà ne ha una
grande nostalgia. Quando cerca
pace, giustizia, verità, onestà,
solidarietà, in realtà cerca incon­
sciamente Dio, che è la sorgente
della vita e di tutti quei valori
che la rendono buona e bella
e che permettono di viverla in
pienezza anche in questo tempo
difficile che è il nostro.
A coloro che attendono una
Parola che colmi i loro desideri,
noi discepoli di Gesù dobbiamo
la testimonianza di una vita che
mostri che crediamo in Uno che
è in grado di riempire il nostro
cuore di speranza, di gioia e di
pace. Condividiamo con loro le
stesse speranze e le stesse pau­
re, ma abbiamo incontrato Co­
lui che “ha le parole della vita
eterna” (Gv 6,68) e per questo
crediamo in Lui, anche se non lo
vediamo.
Rimaniamo quindi sulla “porta
della fede” per invitare tutti a en­
trare con noi, ospiti e commensa­
li, nella casa del Padre. Questa è
la missione della chiesa, la “lieta
notizia” che vogliamo far cono­
scere a tutti.
■
Nel disegno di Umberto
Gamba, il simbolo della porta aperta: tutti possono entrare, benvenuti alla scoperta della fede!
9
2012 novembre n.
ANNO 65°
33 anni di missione per tre
San Guido Conforti: un anno dopo
I laici sono davvero importanti
Per vivere l’Avvento e il Natale missionario
Dalle comunità saveriane d’Italia
Testimonianze, interviste e proposte
Il calendario 2013
Per vivere con i saveriani l’anno della fede
2
3
4
2012 NOVEMBRE
VITA SAVERIANA
Trentatre anni di missione per tre
Giuseppe, Marcello e Renato in Amazzonia
A
Belém c’è una casa - chiamata con la parola latina
“domus” - dove tutti i saveriani
in Amazzonia possono trovare un
posto per passare qualche giorno
o qualche ora di riposo e di preghiera. Serve anche per incontri
di zona o per celebrare una felice
ricorrenza... Come quella del 3
agosto scorso, quando i tre saveriani Giuseppe Borghesi, Renato
Trevisan e Marcello Zurlo, si sono
dati appuntamento per celebrare i
trentatre anni di vita missionaria
in Amazzonia (1979-2012).
Inginocchiati a Guadalupe
Tanti anni fa ci siamo trovati
insieme all’aeroporto di Linate,
ansiosi di realizzare il nostro
sogno: donare la vita per le missioni. Era la sera del 7 settembre
1979. Il viaggio aveva una tappa
importante: consacrarci alla Madonna di Guadalupe in Messico.
A Città del Messico ci ha accolto
p. Tiberio Munari (oggi ancora
attivo alla bella età di 93 anni).
Siamo stati festeggiati da tutte le
comunità saveriane con il fervore tipico dei messicani...
Ci siamo inginocchiati davanti
all’immagine della Madonna di
Guadalupe, per il nostro gesto
d’amore e di donazione a lei
del nostro futuro lavoro missionario in Amazzonia. E poi, di
nuovo in viaggio. All’alba del
16 settembre 1979, baciavamo
la terra santa in Belém, capitale
dell’Amazzonia.
Missionari felici!
Dopo tre mesi di studio della
lingua alla periferia di Belém,
abbiamo preso vie diverse: p.
Renato è stato destinato a vivere
con i popoli indigeni kayapó; p.
Giuseppe si è identificato con
la gente delle isole sparse tra i
meandri del Rio delle Amazzoni, in diocesi di Abaetetuba; p.
Marcello è finito in un villaggio
del comune di Bujaru, chiamato
“Vila Concórdia”, a circa sette
ore di viaggio da Belém.
Eravamo felici di sentirci missionari e di poter annunciare il
regno di Dio e viverlo con la
gente. Tutto il nostro bagaglio
intellettuale e teologico si è lentamente spento e... siamo rimasti
convertiti dalla fede del popolo
semplice dell’Amazzonia e dal
loro modo di viverla; siamo stati ri-battezzati nelle acque degli
immensi fiumi dell’Amazzonia.
Il regno di Dio era arrivato pri-
p. MARCELLO ZURLO, sx
ma di noi, anche senza di noi!
Tre vite, una missione
Da allora, padre Renato (eccetto un periodo di servizio nella
direzione generale dell’istituto)
è vissuto tutto il tempo tra gli
indio kayapó. La sua esperienza
è il punto di riferimento per tutti
coloro che vogliono conoscere
la vita e lo spirito di questo popolo.
Padre Giuseppe, dopo 14 anni
vissuti tra le isole di Abaetetuba, sempre in barca, è stato per
tre anni rettore del seminario di
Abaetetuba. Infine, è stato destinato ad Altamira, la più grande
prelatura del mondo, sul grande
fiume Xingu. Oggi lavora a São
Felix do Xingu, distante più di
mille chilometri da Belém.
Padre Marcello, dopo tre anni
a Vila Concórdia, è vissuto undici anni in Abaetetuba, come rettore del seminario ed economo
della diocesi, con mons. Angelo
Frosi di santa memoria. È poi
passato per Barcarena, Vila dos
Cabanos, Ananindeua e Belém,
nella parrocchia San Francisco
Saverio; a ottant’anni è infine
Da sinistra, p. Marcello Zurlo, p. Renato Trevisan e p. Giuseppe Borghesi
celebrano il loro 33° anno di missione in Amazzonia
approdato alla “domus” saveriana di Belém.
Il nostro “Magnificat”
I “tre” non potevano lasciar
passare la ricorrenza dei 33 anni di vita missionaria senza festeggiare in fraternità. Ci siamo
convocati e cosa abbiamo fatto?
Nella santa Messa, presieduta dal
più giovane p. Renato, abbiamo
cantato il Magnificat, il canto
della Madonna, ringraziando il
Signore per tutto quello che egli
ha operato attraverso di noi. E ci
siamo impegnati a vivere la nostra missione, come Cristo nella
sua passione e resurrezione, dopo i 33 anni di vita.
A mezzogiorno, ci siamo riuniti con tutti i confratelli della
zona attorno alla tavola della fraternità, con tanto di torta e “tanti auguri a voi”. Nessuno ha osato augurarci: “per altri 33 anni!”.
Sarà per quanto Dio vorrà. ■
ICONA
San Guido Conforti: un anno dopo
Lettera del superiore generale per ricordare
2
Carissimi, il 23 ottobre è il primo anniversario della canonizzazione di mons. Guido Conforti. È un momento utile per
guardare all’anno trascorso e per domandarci se lo abbiamo
“fatto fruttare” nella nostra vita quotidiana. In merito, desidero proporre tre livelli di riflessione e di impegno.
Il primo si riferisce alla dimensione “umana” di mons. Conforti, alla sua storia, al suo contesto, alle sue scelte. La canonizzazione è stata un grande momento di approfondimento.
Sta a noi continuare a studiare, leggere, conoscere, parlarne.
Il secondo ci interpella sulla dimensione “carismatica” e in
particolare sul nostro essere totalmente dediti all’annuncio
del vangelo a coloro che ancora non lo conoscono. Celebrare
la sua festa - il 5 novembre - è autentico se ravviva in ciascuno di noi lo slancio missionario.
Il terzo, quello più fruttuoso, è la dimensione “divina”. L’autore dell’icona di san Guido vescovo e missionario (venerata
nel santuario a lui dedicato a Parma), spiega con queste parole: “Figure ed edifici non producono nessuna ombra, perché
appartengono a una realtà trasfigurata, che non riceve luce
dall’esterno, perché contiene in se stessa la sorgente della luce… Venerando il santo, ci si eleva dal visibile al desiderio e
all’amore dell’invisibile, del divino… e la grazia discende su di
noi per mezzo di questa immagine”. E aggiunge: “Le icone non
sono firmate, perché l’autore è Dio stesso”. (Carlo Richiedei)
Capiamo bene che l’artista non si riferisce prima di tutto
all’icona come quadro, ma a colui che l’icona rappresenta. Il
santo è “capolavoro” di Dio, unico e irripetibile, ma anche icona dell’azione di Dio. Rapportarsi a lui vuol dire scoprire come e a quali condizioni Dio opera nella vita di una persona, e
quindi, anche nella nostra, rispettando l’unicità di ciascuno.
In questo primo anniversario della canonizzazione di mons.
Conforti, mentre noi saveriani ci prepariamo al XVI capitolo generale, nella chiesa si è concluso il sinodo sulla nuova evangelizzazione ed è iniziato l’anno
della fede, “regola indeclinabile della nostra condotta” come afferma san Guido.
A partire dalla sensibilità
ecclesiale di mons. Conforti e dal suo amore per la famiglia saveriana, credo che
egli ci inviti a coinvolgerci
pienamente in questi eventi. È anche un bel modo per
vivere questo primo anniversario. Affido ciascuno di voi
all’amore e all’intercessione
del nostro santo.
p. Rino Benzoni, sx
GALLI PADRE MICHELE:
SAVERIANO BEN RIUSCITO
Così l’ha
definito
il parroco di Ranica (BG)
nell’omelia durante la Messa di suffragio:
“un saveriano ben
riuscito,
che ha vissuto i valori nei quali ha creduto, con modestia e umiltà”.
Padre Michele Galli si è spento in Indonesia il 24 settembre,
all’età di 84 anni, mentre era in
ospedale per essere operato alla cataratta.
Dopo le elementari aveva lavorato nelle fornaci per aiutare
la mamma, rimasta vedova con
quattro figli. A 15 anni decide
di diventare missionario, contro
la volontà del padrone che non
voleva lasciarlo andare... Ha vissuto tutta la sua vita missionaria - 55 anni - in Indonesia, sempre disponibile, anche in incarichi importanti nella diocesi. È
sepolto nel piccolo cimitero saveriano a Padang.
■
COSIMO P. CORIGLIANO:
SAVERIANO MURATORE
Da sei anni viveva in famiglia, a Fragagnano, non lontano da Taranto. Padre Cosimo Corigliano ha terminato la vita terrena il 28 settembre, per complicazioni improv-
vise, all’età di 79 anni. Era entrato tra i saveriani a 24 anni,
già esperto muratore. Ordinato sacerdote nel 1965, era stato
destinato al Brasile, dove aveva
lavorato fino al 2006, costretto a lasciare la missione per il
morbo di Alzheimer.
Padre Cosimo ha aiutato i poveri a migliorare la loro situazione e a vivere una vita più dignitosa. Costruire case era per
lui un modo per annunciare il
vangelo delle beatitudini: “beati i senza
tetto, perché avranno una casa!”. Migliaia di
famiglie
povere
stanno vivendo nelle casette
da lui progettate su
piccoli lotti di terra,
alle periferie delle grandi città
brasiliane.
■
MANTENERE VIVA
LA MEMORIA
Vavassori: “Una vita per gli altri”
Il saveriano congolese p.
Paulin Batairwa ha raccolto le
testimonianze di molte persone che hanno conosciuto p.
Simone Vavassori e ha scritto
una biografia del missionario,
deceduto per infarto otto anni fa a Bukavu. Un bel volume
di 230 pagine, con immagini
e documentazione, in lingua
francese, stampato dalla tipo-
grafia Lavigerie. Sarà un ottimo strumento di animazione
missionaria tra i giovani congolesi. Speriamo di avere presto
anche un’edizione italiana.
Medici: “Un uomo felice”
Il 14 ottobre, nella parrocchia di Santa Mariana in Brasile, è stato lanciato il libro “Diario di un uomo felice”. Si tratta di una piccola parte del diario che p. Luigi Medici, saveriano modenese scomparso due
anni fa, ha scritto per quasi 70
anni, con una costanza impressionante.
Hanno curato l’edizione il
confratello p. Giovanni Murazzo e l’amico Claudinei Pollesel,
con la traduzione dall’originale italiano di Marcia Forti. Sono 173 pagine illustrate, con la
presentazione del vescovo ausiliare di Rio de Janeiro.
■
LA SFIDA DEI MARTIRI
Il 29 settembre, nel 17.mo
anniversario dell’uccisione di p.
Ottorino Maule, p. Aldo Marchiol e Catina Gubert, il vescovo di Bururi ha celebrato a Buyengero - presso la tomba dei
martiri - una Messa solenne
con la partecipazione di molti saveriani, sacerdoti e fedeli
della diocesi. La data sta ormai
diventando un appuntamento
annuale per la “festa della riconciliazione e del perdono”.
I nostri martiri, insieme a una
moltitudine di altri martiri burundesi, incoraggiano a scoprire la fraternità tra i popoli e le
etnie, nella giustizia e nel perdono. Una grande sfida umana
e cristiana!
■
2012 NOVEMBRE
DIALOGO E SOLIDARIETÀ
LETTERA DAL DIRETTORE
p. Marcello Storgato
MISSIONARI SAVERIANI
Via Piamarta 9 - 25121 Brescia
E-Mail: [email protected]
Pagina web: saveriani.bs.it/missionari_giornale
MA I VESCOVI CREDONO NEI LAICI?
Caro direttore,
ho letto con gioia l’articolo di p. Gabriele Ferrari su “la nuova evangelizzazione” (editoriale del n. 7/2012). Ha centrato il problema. La
chiesa ha bisogno di essere ri-evangelizzata: il fossato fra quello che
dice e quello che fa si allarga, con il rischio di non essere più credibile. La gerarchia confida nell’impegno del laicato. Ma non si è ancora
capito, chi sono oggi i laici? Basta leggere qualche articolo e seguire
qualche conferenza per capire che noi laici siamo ben poca cosa.
L’articolo di p. Gabriele mi ha confortato. Possibile che la gerarchia non sappia liberarsi dai suoi pregiudizi? Possiamo sperare che
nel sinodo dei vescovi qualcuno si ricordi delle parole del cardinal
Martini, che “la chiesa è in ritardo di 200 anni”?
A volte mi chiedo dove vivano i nostri vescovi. In famiglia per educare bene i figli servono genitori che diano l’esempio. La povertà bisogna viverla e amarla, non solo predicarla per gli altri. Sto dicendo cose grosse, ma sono le conversazioni che girano tra noi fedeli. Cordiali
saluti,
Lucchi Ernesto, via e-mail
Caro direttore,
da molti anni ricevo “Missionari Saveriani”. Sono emozionata mentre
scrivo: grazie per l’attenzione che rivolgete a noi tutti. Ogni tanto, nelle difficoltà della vita, vado in crisi e diminuisce la fiducia. Ma l’esperienza e il coraggio missionario di “Ale & Ale” - che hanno scritto a
pagina 2 - mi hanno trasmesso ancora più fiducia nel Signore.
Voglio unirmi a voi in preghiera per la mia famiglia (per il figlio di
15 anni) e soprattutto per le tante persone di ogni nazionalità ed esperienza di vita che incontro al centro di ascolto di Giussano, bisognose
di conforto e di lavoro. Chiedo che i miei cari genitori vengano iscritti
nella “Santa Messa Perpetua”, con la pagellina di conferma. Un saluto cordiale a tutti i missionari, Antonella Molteni, Carugo - Como
Carissimi,
grazie per queste vostre belle lettere, che ci danno coraggio e anche
soddisfazione: i nostri lettori sono persone meravigliose! L’editoriale
mensile di p. Gabriele richiede una certa attenzione; il nostro Ernesto,
ha anche la capacità di mettere “nero su bianco” emozioni e convinzioni, facendosi voce anche di tanti altri “laici”, che giustamente chiedono
più “fiducia” nella chiesa “popolo di Dio”. Meno male che tanti laici
e laiche continuano a impegnarsi con l’esempio in famiglia e nella
società, come autentici missionari di Cristo!
Grazie anche a tutti coloro che, come Antonella, hanno gustato i
racconti di Ale & Ale dal Brasile. E sono tanti! Pensate che p. Girola,
da Roma è andato fino a Offagna (Ancona), per soddisfare alla voglia
di passare una giornata con gli Andreoli e figli Miriam e Francy.
Restiamo uniti nella preghiera e nella testimonianza, per confermarci nella fiducia, espressione della fede genuina, perché “sia
da tutti conosciuto e amato nostro Signore Gesù Cristo!”.
Vostro,
p. Marcello, sx
STRUMENTI D'ANIMAZIONE
AVVENTO E NATALE MISSIONARIO
Per vivere l’Avvento e il Natale con stile missionario,
giorno per giorno, proponiamo il libretto: Entrati nel-
la casa credettero. Cammino liturgico-missionario
nell’anno della fede, a cura di autori vari, pagine 96,
€ 3,50 per copia.
È un sussidio per vivere l’Avvento e il Natale, in una
dimensione familiare, di gruppo, o personale. Propone
un cammino quotidiano articolato in tre parti: letture
liturgiche del giorno, breve commento alla luce del
tema della fede, e brano del Catechismo della chiesa cattolica o della lettera di Benedetto XVI La porta
della fede.
Per i bambini e i ragazzi: Diario di un asino. Cammino verso Betlemme, sulla scia della stella, a cura
di Pablo Sartori, pagine 16, € 1,50.
È la storia della nascita di Gesù dal punto
di vista di Chamor, un asinello di Betlemme. Vengono proposte riflessioni e attività
simboleggiate dalle parti del corpo dell’asinello: le orecchie=ascolto (il vangelo), la
bocca=parola di… (buone notizie dai testimoni), la groppa=umiltà (piccoli protagonisti), le zampe=lavoro (prendi un impegno).
Sconto del 30% per acquisti di almeno 10 copie.
Richiedere a:
• Libreria dei popoli, Brescia Tel. 030 3772780 int. 2;
Fax 030 3772781; E-mail: [email protected]
I MISSIONARI SCRIVONO
Ladibamba: il “Molokay” di Douala, in Camerun
A Douala, in Camerun, nella parrocchia “Gesù Buon Pastore”, tra i mille problemi, quello sanitario è vitale. In citPadre Paolo Maran, missionatà c’è un centro di assistenza chiamato “Ladibamba”, terio-infermiere, tra i lebbrosi
nuto dalle carmelitane missionarie, che curano i lebbrosi e
e malati a Douala
ogni sorta di piaga tropicale. Cinquant’anni fa a Ladibamba si “scaricavano” i lebbrosi, come a Molokay al tempo di
padre Damiano.
Con alcune mamme, ogni settimana mi reco a Ladibamba: le mamme fanno la pulizia delle camerette dei lebbrosi
e malati; io sono “aiuto infermiere”. Credetemi, non avevo
mai visto la distruzione di piedi, gambe e mani che possono fare le piaghe tropicali: è impressionante! La piaga inizia
con una ferita, un taglio, una scottatura, un bubbone non
curato, un’iniezione mal fatta... E poi la devastazione: la cancrena si dilata.
Come “missionario - infermiere”, più che curare direttamente, cerco di rincuorare i malati, soprattutto i ragazzi e le ragazze che intravedono
un triste futuro per la loro vita. Quando rientriamo in parrocchia, in macchina nessuno ha voglia
di parlare; il nostro silenzio parla da sé e i nostri pensieri si caricano di tante domande, che vi
lascio immaginare... Un riconoscente saluto a tutti,
p. Paolo Maran, sx - Douala, Camerun ([email protected])
Grazie per l’aiuto solidale dall’Amazzonia
Desidero ringraziare di cuore gli amici benefattori, che ci aiutano molto con le loro offerte, che abbiamo
utilizzato per migliorare chiesa e sala della comunità nella missione “Santa Rita”, e anche con le loro preghiere, molto importanti affinché noi possiamo continuare ad annunciare il regno Dio in Amazzonia.
Ringrazio il Signore perché sto vivendo una grande esperienza di fede in mezzo a questo popolo, dal quale ricevo più di quello che posso dare.
p. José Martin Mejía, sx - Ourilândia, Brasile ([email protected])
Quella dispettosa “torta della luna”, alla cinese
Sto mettendo in ordine “Missionari Saveriani” degli anni passati, per conservarli nei nostri scaffali, perché sono interessanti non solo per noi italiani, ma
anche per i confratelli di altre nazionalità, che li sfogliano volentieri.
Qui a Taipei il 30 settembre è ufficialmente iniziato l’autunno con i vari bbq
e le moon cakes. Il “bibiqu” è la grigliata all’aperto, che sta andando molto di
moda, tanto che il governo ha proibito la grigliata nei parchi dove bambini e
giovani vengono per giocare. Così le grigliate i cinesi le hanno fatte sui marciapiedi (peggio ancora) !
La “moon cake” (nella foto) è un dolce antico. L’origine risale ai tempi mitologici,
quando l’imperatore, per ingraziarsi il cielo, doveva offrire un sacrificio al dio sole all’inizio della primavera e uno alla luna all’inizio dell’autunno. Ma le “moon cakes” sono a sorpresa. Infatti sono nate per nascondere nel “dolce” un messaggio rivoluzionario per far saltare la dinastia Mongola (Ming).
La creatività dei cinesi è davvero grande! E così, all’interno della “moon cake” ci mettono il tuorlo d’uovo oppure una pallina di pesce o di marmellata di fagioli rossi (che a me piace tanto!)... Il tondo non ha spigoli ed è simbolo d’armonia e di buon auspicio per la famiglia... Ma è solo quando ce l’hai in bocca che
puoi sapere cosa c’è dentro al dolcetto: lo si capisce dall’espressione di disappunto o, se la boccata è stata buona, di sollievo. Spero di aver soddisfatto la vostra curiosità e di avervi divertito un po’ con
questi... misteri cinesi!
p. Edi Foschiatto, sx - Taipei, Taiwan ([email protected])
SOLIDARIETÀ
MENTAWAI: RADIO PER LE ISOLE
L’assemblaggio manuale dell’antenna
della radio di Siberut
A Muara Siberut, nelle
isole Mentawai (Indonesia), il lavoro
pastorale prevede visite ai
villaggi almeno ogni due
mesi. Ci muoviamo via acqua, con la
difficoltà del
mare mosso
o della siccità
dei fiumi.
Nel 2010
abbiamo pensato a montare una stazione radio, in modo da rendere più efficace la diffusione dell’annuncio
del vangelo. Abbiamo cominciato con una radio FM trasmittente 85 watt, che ha un raggio di soli sette chilometri e la cui ricezione non è molto chiara. Lavoriamo
in un piccolo ripostiglio della missione, insieme ad alcuni volontari.
Gli utenti della nostra radio sono molto entusiasti, ma
questa dovrebbe diventare la stazione radio di riferimento per tutto l’arcipelago di Mentawai. La gente che
vive nei villaggi lontani chiede e spera di poter ascoltare
le trasmissioni, allo stesso modo di chi abita vicino al nostro centro. Per questo è necessario potenziare la radio
portandola almeno a 2.500 watt.
La spesa prevista è di circa 15.000 euro. E per questo
chiediamo l’aiuto dei lettori di “Missionari Saveriani”.
Grazie a chi decide di collaborare a questo bel progetto
per annunciare il vangelo del regno di Dio.
p. Vicidius Hebry Walian, sx
PICCOLI PROGETTI
9/2012 - INDONESIA
A Siberut, radio per le isole
A Siberut nelle Mentawai (Indonesia), i saveriani hanno installato una stazione radio, a
raggio limitato (soli sette chilometri). Per raggiungere tutti gli abitanti delle isole, occorre
potenziarla a 2.500 watt. Si chiede un aiuto
per l’investimento previsto di 15.000 euro.
• Responsabile del progetto è il saveriano
p. Vicidius Walian.
8/2012 - CAMERUN
Adotta uno studente saveriano
Quindici studenti saveriani di Camerun e
Ciad studiano filosofia al seminario di Bafoussam. Tra tasse scolastiche, trasporto e materiali, le spese annue per ognuno ammontano
a 900 euro. I saveriani chiedono di adottare
uno studente con un’offerta libera annuale
o mensile.
• Responsabili del progetto sono p. Fernando e p. Pierre.
Chi desidera partecipare alla realizzazione di
questi progetti, può utilizzare l’accluso Conto corrente postale, oppure può inviare l’offerta su C/c.p.
o bonifico direttamente a:
“Associazione Missionari Saveriani Onlus”
Viale S. Martino 8 - 43123 PARMA
C/c 1004361281 (Cod. fiscale 92166010345)
IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281
Si prega di specificare l’intenzione e il numero di Progetto. Grazie.
2012 NOVEMBRE
ALZANO
24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4
Tel. 035 513343 - Fax 035 511210
E-mail: [email protected] - C/c. postale 233247
Dal seme alla pianta con tanti frutti
I saveriani nel Bergamasco da quasi 70 anni
L
a presenza saveriana nel
Bergamasco risale al periodo bellico (1943-1945),
quando un gruppo di missionari e “apostolini” (così allora erano chiamati i giovani aspiranti missionari delle scuole medie) si trasferirono dalla scuola
apostolica di Grumone (CR) a
Gromo San Marino, in Alta Val
Seriana, in cerca di un luogo meno esposto ai pericoli della guerra in corso.
Da Pedrengo ad Alzano
Terminato il conflitto, una
residenza ancora provvisoria
ma più conveniente, fu trovata
nella villa Sottocasa di Pedrengo (sgomberata dai soldati tedeschi che l’avevano occupata),
gentilmente prestata dai proprietari. Qui la “scuola apostolica”
dei saveriani iniziò la sua attività
nell’agosto 1945 e continuò fino
al 1948, quando la comunità degli “apostolini” e dei loro formatori si trasferì a Zelarino (VE),
dove l’anno precedente era stata
aperta una nuova scuola.
Negli anni successivi, per un
certo periodo di tempo, la villa
p. MARIO GIAVARINI, sx
Sottocasa di Pedrengo fu adibita
a casa di formazione per gli aspiranti missionari di età adulta. Fu
solo nel 1955, esattamente il 7 ottobre, che una scuola apostolica
saveriana fu aperta in modo stabile nella diocesi di Bergamo. La
nuova sede fu la villa Santa Maria di Alzano Lombardo, conosciuta in diocesi come la casa di
ritiri e incontri dell’azione cattolica femminile. Gli edifici, adattati a più riprese, servirono alla
formazione di aspiranti missionari delle scuole medie, fino alla
chiusura della casa nel 1995.
Ci presentiamo a tutti i lettori
La comunità saveriana di Alzano 2012-2013
un po’ di storia, ora vi
D opo
presentiamo uno per uno i
saveriani che attualmente vivono
nella comunità di Alzano.
Due bergamaschi
e un musicista
Padre Giuseppe Zanchi, nativo di Ranica, è
il saveriano più
conosciuto nella
zona ed è anche
il più anziano.
Ha lavorato per
molti anni come
missionario in
Brasile. Ora è
addetto all’accoglienza nella
nostra casa, servizio che svolge
con molta simP. Giuseppe Zanchi
patia e giovialità. È tifosissimo
dell’Atalanta, ma è pur sempre
disponibile per le confessioni o
consigli spirituali.
Padre Giuseppe Rinaldi è l’altro bergamasco. Da anni presta
molti servizi nelle parrocchie
della zona; accompagna vari
pellegrinaggi in Terrasanta, a
Lourdes, Fatima e Medjugorje.
4
P. Mario Giavarini
Ha animato vari
corsi per
fidanzati ed è
assiduo
collaboratore
del centro missionario
diocesano. Ora,
P. Giuseppe Rinaldi
pur continuando queste attività, tornerà
a risiedere nella sede dei saveriani ad Alzano, facendo così parte
della nostra comunità.
Padre Mario Curione, originario di Fardella in Basilicata, è
stato missionario in Giappone per
vari anni. Rinomato compositore
di musica liturgica, p. Mario è
richiesto spesso per il ministero
della riconciliazione (confessioni) e della direzione spirituale
(visite ai malati), attività per le
quali è sempre disponibile pur
nei limiti della sua salute.
Economo,
animatore, rettore
Padre Antonio Benetti è l’eco-
P. Antonio Benetti
p. MARIO GIAVARINI, sx
nomo della comunità, servizio a
cui si dedica con molta generosità ed esperienza. Ha lavorato
come missionario per diversi
anni in Amazzonia; è sempre disponibile per ogni necessità dei
singoli confratelli e della casa,
come pure per il ministero sacerdotale
Padre Stefano Berton, veneto
di origine, è stato missionario
“girovago”: in Sierra Leone, in
Colombia, negli Stati Uniti…
Ha altri due fratelli sacerdoti:
uno lavora in diocesi a Vicenza, l’altro, saveriano, è in Sierra
Leone, dedito al recupero dei
bambini soldato. Padre Stefano
è animatore missionario nei seminari d’Italia; organizza anche
brevi esperienze di missione per
seminaristi, sacerdoti e vescovi.
Padre Mario Giavarini sono
io: da circa un anno sono rettore della comunità. Di origine
emiliana, ho lavorato per quasi vent’anni in Congo. Di ritorno dalla missione ho servito come rettore in varie comunità saveriane: Zelarino (VE), Desio
(MB), Parma, Vicenza, e ora Alzano.
■
(continua nel riquadro)
P. Stefano Berton
P. Mario Curione
Uno scorcio della casa dei saveriani di Alzano Lombardo, in via Ponchielli 4,
con il giardino e la statua della Madonna
Terra ricca
di vocazioni saveriane
Gli anni della “scuola apostolica” furono vivaci e fecondi di tante vocazioni missionarie. Animatori vocazionali fervidi ed entusiasti hanno trasmesso la loro passione missionaria a
tanti ragazzi. Padre Pacifico Fellini e p. Lorenzo Lini negli anni ‘40, e poi altri come p. Gianfranco Cruder negli anni ‘60 e
‘70, sparsero con gioia contagiosa il seme della vocazione
missionaria nei paesi bergamaschi. Grazie alla collaborazione
generosa del clero e della popolazione della diocesi di Bergamo, la messe fu rigogliosa.
Molti dei 93 missionari saveriani bergamaschi (di cui 59 viventi) provengono dalla “scuola apostolica” di Pedrengo o
di Alzano Lombardo di quegli
anni. Ora lavorano per portare la grazia e la gioia della fede in Cristo in tutte le venti mazioni dove i saveriani sono presenti: dal Giappone all’Amazzonia, dalle Filippine al Mozambico, dalla Cina all’Indonesia, dalla Colombia al Bangladesh, dal
Congo al Burundi, al Ciad, alla
Sierra Leone...
Insieme alla diocesi di Vicenza, dove san Guido Conforti
aprì la prima “scuola apostolica”
nel 1919, Bergamo è stata la diocesi che ha dato il maggior numero di missionari saveriani. E
non poche sono anche le missionarie di Maria - saveriane.
Una nuova presenza
Ora la situazione è cambiata.
Dal 1995, la casa saveriana di
Alzano Lombardo è stata trasferita nella nuova sede in via Ponchielli 4, diventando un “centro di animazione vocazionale e missionaria”. Non accoglie
più ragazzi giovanissimi (delle
scuole medie) come un tempo,
ma opera in collaborazione con
il centro missionario diocesano.
È una casa aperta ad accogliere parrocchie e gruppi in cerca
di un posto tranquillo per meditare e pregare, alimentando con
varie iniziative la coscienza missionaria della chiesa locale e sostenendo l’opera dei missionari
saveriani bergamaschi nel mondo intero.
■
SEMPRE E TUTTI PER LA MISSIONE
p. MARIO GIAVARINI, sx
I saveriani nella comunità di Alzano attualmente sono sei. Ci dedichiamo all’animazione missionaria e vocazionale sul territorio, grati e riconoscenti per la stima che la popolazione mostra nei nostri confronti.
Come sacerdoti siamo disponibili per attività pastorali nelle parrocchie della zona: celebrazioni Eucaristiche, confessioni, incontri vari.
Non poche persone vengono direttamente in via Ponchielli per confessarsi, o per chiedere consiglio o per avere una direzione spirituale.
Noi siamo lieti di accogliere e di poter offrire questi servizi propri della nostra condizione sacerdotale.
Come missionari, vogliamo essere testimoni di universalità e di apertura a tutti i popoli e a tutte le culture, seguendo il motto
del nostro santo fondatore: “Fare del mondo una sola
famiglia cristiana”. Per questo ci rendiamo disponibili per le giornate missionarie, per gli incontri con gruppi missionari e per qualsiasi forma di
sensibilizzazione alla missione.
E poiché ormai si parla di “terra di missione” anche nel nostro territorio, per la presenza di tanti immigrati non cristiani e per il continuo aumento del numero di non credenti, vogliamo impegnarci per una presenza in
questi ambienti, in fedeltà al nostro carisma,
tutto teso all’annuncio di Gesù. Annunciare e
far conoscere Gesù è la prima finalità di noi
saveriani, finalità che noi vogliamo vivere non
solo attraverso i contatti con la gente, ma anche con qualche servizio concreto che il vicariato o la diocesi vorranno affidarci.
2012 NOVEMBRE
BRESCIA
25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9
Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781
E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259
La squadra dello Csam
La comunità saveriana di Brescia
antichi chiostri di San
N egli
Cristo vive la comunità dei
saveriani, aperta al mondo con
stile missionario. La comunità
di Brescia gestisce lo Csam, il
centro saveriano di animazione
missionaria. Qui vengono elaborate le nostre riviste mensili, che
molti di voi conoscono:
• Cem Mondialità, la rivista italiana di educazione ai valori
mondiali e all’intercultura;
• Missionari Saveriani, che
porta nelle case notizie, testimonianze e proposte missionarie;
• Missione Oggi, la rivista saveriana più antica che aiuta
a riflettere e approfondire le
tematiche della missione universale.
Ci sono anche lo studio Videomission che si occupa dei nuovi
mezzi di evangelizzazione, e la
p. GESUINO PIREDDA, sx
Libreria dei popoli che, attraverso libri e audiovisivi, offre una
migliore conoscenza delle culture e dei problemi dei popoli del
mondo.
Ecco ora una presentazione
dei saveriani che compongono
la comunità.
Mario, il superiore teologo
Padre Mario Menin è il rettore della comunità e direttore
La comunità saveriana di Brescia durante la programmazine 2012, nella casa delle comboniane a S. Felice del Benaco:
(da sinistra) p. Fiorenzo, p. Gianni, p. Gesuino, p. Marco, p. Marcello, p. Giusppe, p. Mario, con p. Ulisse e p. Rosario
La squadra dello Csam / 2
La comunità saveriana di Brescia... continua
C
ontinuiamo la presentazione dei saveriani che compongono la comunità di Brescia.
4
acquarello di p. Angelo Costalonga
Fiorenzo, il regista
Padre Fiorenzo Raffaini, bergamasco, è sacerdote nel 1978 e
la sua prima esperienza si svolge
a Udine, dove si dedica all’animazione vocazionale dei ragazzi. Dopo dieci anni di vita missionaria in Congo, a Parigi consegue la licenza in pastorale e
catechetica.
Ricevuto l’invito a prepararsi per il settore audiovisivo, frequenta un corso biennale diplomandosi in pastorale della comunicazione sociale. Dal luglio del
1998 è direttore dello studio “Videomission”, producendo molti
video interessanti sui temi e gli
interpreti della missione. Gli ultimi suoi lavori sono concentrati
su san Guido Conforti: la vita, la
spiritualità, il carisma.
Gianni, immerso tra i libri
Padre Gianni Zampini è di origine veronese. Ordinato sacerdote nel 1973, inizia la sua missione allo Csam, dove esprime
doti organizzative e capacità di
lavoro indefesso. La sua anima
viaggiatrice lo porta in ogni parte d’Italia a diffondere la stampa
missionaria.
Viene inviato missionario in
p. G. PIREDDA, sx
Colombia e stabilisce subito con
la gente un rapporto di profonda simpatia, che continua ancora oggi con iniziative di preghiera
e di sostegno ai più bisognosi. A
Brescia si occupa della “Libreria
dei Popoli”, un lavoro impegnativo che richiede energia e tempo.
Lo si vede spesso, a notte fonda,
tra gli scaffali, intento a ordinare
e classificare i tanti volumi della nostra bella libreria, o davanti
al computer per rispondere alle email di richieste e ordinazioni.
Marco, l’amministratore
Padre Marco Vigolo è vicentino. Ordinato sacerdote a Parma, dopo otto mesi a Londra per
lo studio dell’inglese, a settembre del 1984 parte per il Giappone, dove rimane per ben 25 anni. Ricopre diversi incarichi: direttore di scuole materne, economo, parroco, consigliere...
Avrebbe voluto restare sempre
in Giappone, ma il sogno svanisce. Una telefonata lo fa tornare in Italia. Misurato e generoso,
accoglie l’invito di venire a Brescia come “amministratore” dello Csam ed economo della comunità. È anche incaricato per
le mostre annuali e per accogliere gruppi ed enti che desiderano
utilizzare gli ampi spazi di cui disponiamo a San Cristo.
■
della rivista “Missione Oggi”.
Proviene dalla terra veneta e ha
un carattere che denota nei modi
garbati e gentili una certa aristocrazia, che infonde serenità. È
“dottore” in Missiologia e già
dagli anni ’70 insegna teologia
dogmatica (prima a Parma e ora
a Reggio Emilia).
Dopo 12 anni di missione in
Brasile, viene richiamato a Parma come insegnante e formatore dei teologi saveriani. Vive a
Brescia dal 2008, ed è anche direttore di “Ad gentes”, la rivista
teologica degli istituti missionari
italiani.
Marcello,
direttore-contadino
Padre Marcello Storgato è direttore di “Missionari Saveriani”. È nato a Roma, ma i genitori
sono emigrati da Treviso. Ordinato sacerdote, viene inviato in
Bangladesh, dove rimane per 21
anni, lavorando in una missione
rurale e al centro nazionale per
la formazione di catechisti, insegnanti e leader sociali.
A Brescia dal gennaio 1994,
collabora alla redazione di
“Missione Oggi”. Dal settembre
del 2002 dirige il mensile “Missionari Saveriani”. È iscritto
all’albo dei giornalisti, ma non
dimentica la sua “vocazione”
di contadino: segue l’orto come
un’opera d’arte, per la gioia conviviale della comunità.
Giuseppe, lo storico
Padre Giuseppe Tanfoglio è
bresciano doc. Diplomato in
economia, entra tra i saveriani
giovane di 21 anni. È addetto
all’amministrazione generale,
prima di partire per la missione
in Congo, dove rimane otto anni.
Da allora si dedica allo Csam,
prima a Parma e poi a Brescia;
si prende cura dell’indirizzario
dei numerosi abbonati al mensile “Missionari Saveriani”.
Ordinato, metodico nel suo lavoro, sorprende la sua ampia conoscenza del mondo dell’arte,
della storia e della teologia. A lui
si deve il libro su “San Cristo”,
con la collaborazione fotografica
di p. Fiorenzo. È il nostro wikipedia storico - artistico.
■
I missionari saveriani
vi aspettano in via
Piamarta 9...
Non potete sbagliare:
salite senza paura
(da piazza Brusato)
perché non
prenderete la multa.
La “Libreria dei popoli” sarà in grado di
soddisfare ogni
vostra richiesta.
LA SQUADRA DELLO CSAM / 3
La comunità saveriana di Brescia... fine
p. GESUINO PIREDDA, sx
Concludiamo la presentazione della “squadra”
dei saveriani che vivono e lavorano a Brescia.
Romano, il decano
Padre Romano Didonè è il decano della casa
e un lavoratore instancabile. È padovano, ma
ha anche ascendenze teutoniche da parte di
madre, circostanza che non manca di sottolineare, se si presenta l’occasione. È stato missionario in Burundi, ma ha trascorso la maggior
parte dei suoi anni in Italia, con vari incarichi:
insegnante a Vicenza, formatore ad Alzano
Lombardo, economo a Parma.
Da Parma arriva a Brescia nel 1992, insieme a
tutta la comunità dello Csam. Qui svolge il ruoPadre Romano Didonè,
lo di economo e di coordinatore del ministero,
decano della comunità
mantenendo i contatti con i sacerdoti delle diosaveriana di Brescia
cesi di Brescia, Piacenza e Novara. Accompagna
i confratelli alle visite mediche, quando c’è bisogno, e accoglie i poveri
che chiedono cibo e assistenza.
Gesuino, il professore
Padre Gesuino Piredda è sostituto del rettore. Incaricato del Gams
(Gruppo amici dei missionari saveriani), si dedica al ministero e alle
giornate missionarie. Pluri laureato (in teologia dogmatica, lettere e
filosofia), ha insegnato per molti anni al ginnasio e all’istituto magistrale di Cremona, diventandone preside incaricato.
La sua esperienza è prevalentemente italiana, tranne qualche breve
parentesi a Londra, in Indonesia e in Brasile, dove tiene i contatti con
l’associazione “Pro meniños de rua”. È il nostro “pensionato d’oro”
e si reca ogni tanto nella sua Sardegna e in Germania a visitare gli
amici benefattori.
2012 NOVEMBRE
CAGLIARI
08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9
Tel. 340 0840200
E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084
Il quadernetto delle Messe
Padre Ildo Chiari e la missione in Sardegna
I
l saveriano emiliano padre
Ildo Chiari, 91 anni, originario di Brescello, è stato ordinato
sacerdote da mons. Evasio Colli il
23 febbraio 1947 al “Tempio” del
Sacro Cuore di Parma. L’anno dopo è stato inviato in Sardegna come animatore missionario e come
guida spirituale degli “apostolini”
nel seminario di Tortolì, dove p.
Virgilio Mirto aveva fondato il
“seminario sardo per le missioni
estere”.
Dal seminario alle casermette
La tragica e generosa morte di
p. Mirto, il 15 luglio del 1947, offrì la possibilità di aprire la prima
casa apostolica dei missionari
saveriani in Sardegna, il 1° settembre del 1947. Tre anni dopo
- il 10 luglio 1950 - gli “apostolini”, furono trasferiti presso le
Casermette di Macomer. Li accompagnava p. Ildo Chiari.
Infatti, dal “registro delle Mes-
se” risulta che p. Chiari celebra
la Messa a Macomer l’11 luglio
nella stanza adattata a cappella,
pulita con “olio di gomito”, come raccontava p. Bruno Orrù.
Possiamo dire che il desiderio di
p. Mirto di un seminario missionario in Sardegna è stato portato
avanti dai saveriani prima a Tortolì, poi a Macomer e a Cagliari.
I primi alunni del seminario sardo per le missioni estere - p. Luigi
Caria in Sierra Leone e p. Alessio
Cabras in Brasile - hanno imparato lo spirito missionario prima
da p. Virgilio Mirto e poi dalla
spiritualità di san Guido Conforti,
trasmessa loro dai saveriani.
Film missionari nelle piazze
Padre Ildo è stato per cinque
anni animatore missionario in
Sardegna. La sua presenza e attività sono documentate dal “registro delle intenzioni di Messe”
che, a 91 anni, egli conserva
p. DINO MARCONI, sx
ancora con cura e attenzione.
Gli ho chiesto il favore di farmi leggere i due “registri” della
Sardegna, per vedere i paesi che
aveva visitato per fare l’animazione missionaria. Il periodo va
dal 28 agosto del 1948 al 17 luglio del 1953.
Svolgeva la sua attività tra la
gente nelle piazze di quei tempi.
Partiva da Tortolì su strade polverose per stringere rapporti di
amicizia con la popolazione attraverso le feste missionarie. Nei
paesi, proiettavano sulle piazze,
davanti la chiesa, le diapositive
missionarie e i film, oscurando
i lampioni con qualche straccio.
Non c’era ancora la televisione
e la proiezione in piazza dei film
era una vera festa di paese!
Da nord a sud dell’isola
Dopo lo sbarco a Olbia, p. Ildo
celebra la prima Messa “sarda”
a Nuoro, presso le suore di San
Aneddoti su san Guido Conforti
Il ragazzo birichino e il vescovo buono
in cui si celebra la
N elfestameseliturgica
di san Guido
Conforti (5 novembre), mi piace
ricordare alcuni aneddoti che lo
riguardano fin da bambino e che
mi sono sempre piaciuti: cose
che capitano a tutti i bambini...
Il nido e il secchio d’acqua
Durante una passeggiata nei
campi paterni, il piccolo Guido,
salendo su un pioppo per vedere
un nido di uccelli, cade a terra.
Picchia la testa sul terreno, o su
un ramo, e forse questa è la causa
delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno
provocato problemi di salute.
C’è anche un altro episodio
curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel
fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di
paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una
sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più
brutta della sua vita da bambino.
4
Le cadute da cavallo
Da vescovo, invece, è vittima
di due cadute nei fossi. Mons.
Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli
per andare a Coccanile, un paese
della diocesi di Ravenna. La strada fiancheggiava un canale pieno
d’acqua. A un tratto, in località
“Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi
al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce
a trattenerli e la carrozza finisce
nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo
l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non
si asciugano quelli molli d’acqua.
Anche a Parma, andando verso
Caneto, lungo il torrente Cedra,
Conforti cade da cavallo. Tutto
bagnato prosegue a piedi, fino
alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al
parroco sorpreso di vedere il suo
vescovo in quelle condizioni, il
Conforti dice confuso: “Anche il
vescovo cade da cavallo! Posso
Mons. Conforti a cavallo durante
una visita pastorale sull’Appennino
p. DINO MARCONI, sx
cambiare gli abiti?”.
Il birocciaio e il carrettiere
La sera del 18 luglio 1904 il
birocciaio Giovanni Zerbini si
prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire
l’anarchico Francesco Melandri,
colpevole d’aver sparato a don
Sebastiano Malucelli, di Sant’Alberto, mentre recitava il rosario
in chiesa. I due feriti vengono trasportati all’ospedale di Ravenna,
dove ricevono anche la visita di
mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna a casa, mentre
don Sebastiano muore il 23 luglio,
perdonando il suo uccisore.
Il fattaccio provoca in mons.
Guido una grave crisi emotiva e
il risveglio della tisi polmonare.
La notte tra il 22 e il 23 luglio,
Conforti ha un primo violento
sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a
Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna.
Una sera del 1921 a Parma,
tornando da una visita pastorale,
in via San Secondo il vescovo,
tra la gente impotente, scende da
carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto,
trasportatore di ghiaia, bastonato
a sangue dagli squadristi. Porta
il malcapitato fino all’ospedale
dove, purtroppo, muore.
Il Buon Samaritano non passa
mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre.
■
Vincenzo; la seconda, presso la colonia di Arbatax; la
terza, nella cappella del seminario di Tortolì, oggi biblioteca comunale. Il primo
paese visitato della Sardegna
è Talana, con 10 confessioni
e 50 comunioni. Predica poi
gli esercizi spirituali ai seminaristi di Lanusei e anima
le parrocchie di Barisardo,
Baunei e Arbatax per il ritiro
missionario.
In Sardegna p. Ildo organizza 196 feste missionarie
in molti paesi, dai quali provengono ancora molti abbonati e alcuni missionari. Il 28
e 29 novembre 1948 per la
festa missionaria nel seminario regionale di Cuglieri,
distribuisce 120 comunioni
ai teologi. Egli visita tanti
paesi di varie diocesi sarde, da nord a sud dell’isola:
Padre Ildo Chiari, 91enne saveriano emiliano,
Nuoro, Oristano, Cagliari, grande
devoto della Madonna e del Conforti,
Sassari, Ozieri, Tempio Pauè stato animatore missionario in Sardegna
sania, Alghero, Bosa, Igledal 1947 al 1952
sias, Ales. A Bonorva predica
il “triduo” per preparare all’orditificato” del superiore generale
nazione di p. Giovanni Angius...
p. Giovanni Gazza, con tanto di
Alla fine dell’anno 1948 annota:
timbro dell’istituto Saveriano.
“Confessioni 2.536, Comunioni
Tutta speciale è l’attenzione di
2.775, Messe 372”.
p. Ildo verso l’immagine della
“Madonna della fede”, collocata
Il timbro dell’istituto
sulle scale della casa saveriana a
Con il trasferimento a MacoSan Pietro in Vincoli, dove tuttora
mer dell’11 luglio 1950, la sua
egli risiede. Padre Ildo vuole che
attività si sposta verso i paesi
la lampada votiva resti sempre acdel nordest della Sardegna e del
cesa. La statua era originariamenCagliaritano, dove inizia anche
te nel pianerottolo della casa mala predicazione delle “Quarantodre di Parma, sostituita durante
re”. Il 21 maggio 1951 il registro
la guerra con l’immagine di san
delle intenzioni delle Messe ha
Giuseppe, per voto di protezione
il “vidi e recognovi - visto e cercontro i bombardamenti.
■
OTTO DIES A SAS ANIMAS
Dice Gesù: “lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche
se muore, vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno.
Credi tu questo?” (Gv 11,25).
I missionari saveriani della Sardegna, celebrano l’ottavario di preghiere per i defunti intorno all’altare del Signore con la pratica degli
“Otto dies a sas Animas”:
• a Macomer nella chiesa dell’istituto, in via Toscana 9, da domenica
11 a domenica 18 novembre alle ore 19;
• a Cagliari nella chiesa dell’istituto, in via Sulcis, da domenica 18 a domenica 25 novembre alle ore 18,30.
Chi desidera unirsi alla nostra preghiera di suffragio per i propri cari
defunti può farci conoscere i loro nomi attraverso:
- il nostro C.C.P. n. 207084
accluso al giornale;
- con lettera da inviare
a: Missionari Saveriani,
via Toscana 9, 08015
Macomer (NU);
- consegnando le intenzioni alla delegata missionaria.
Le offerte che ci pervengono a suffragio dei
cari defunti sono un gesto di collaborazione
all’attività missionaria
dei saveriani nel mondo.
i Saveriani
della Sardegna
2012 NOVEMBRE
CREMONA
26100 CREMONA CR - Via Bonomelli, 81
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Andrea Facchetti è sacerdote!
Ordinazione a Parma, prima Messa a Viadana
Lafranconi, vescovo
M ons.
di Cremona, ha rivolto
questo augurio a p. Andrea Facchetti, missionario saveriano
di Viadana ordinato sacerdote
sabato 30 giugno nel santuario
San Guido Conforti a Parma:
“Parti per il Mozambico con la
certezza che Dio è con te, e che
lo è sempre stato fin dal momento in cui sei stato concepito nel
grembo materno. Sarà lui a darti
la forza di dire le parole radicali
e difficili del vangelo”.
Hanno concelebrato mons.
Biguzzi, vescovo emerito di
Makeni, il superiore per l’Italia
p. Rosario e il rettore p. Ulisse,
l’arciprete di Viadana mons. Floriano Danini e una sessantina tra
saveriani e sacerdoti diocesani di
Parma e Cremona.
Una festa
davvero mondiale…
La liturgia di ordinazione del
giovane viadanese è stata una vera festa che ha coinvolto il mon-
CLAUDIO RASOLI
Il saveriano di Viadana, Andrea Facchetti è stato ordinato sacerdote sabato 30 giugno. Pubblicare il racconto a novembre
non si tratta di un colpevole ritardo, ma di una scelta. Pensiamo, infatti, che p. Andrea meriti di essere ben visibile per tutto
il 2013, insieme al calendario che trovate con questo numero.
È un invito per i giovani cremonesi e viadanesi a leggere la sua
storia e, perché no, a seguire le orme di questo missionario, già
partito per il Mozambico.
p. Sandro Parmiggiani, sx
do: dai canti in diverse lingue e
ritmati dai tamburi, ai compagni
di studio provenienti da sei nazioni (Congo, Sierra Leone, Brasile,
Messico, Burundi, Indonesia)
e vestiti nei loro abiti colorati,
all’assemblea dove, accanto ai fedeli di Viadana, hanno preso posto gli amici del campo nomadi.
La celebrazione è iniziata alle
18: padre Andrea era insieme ai
genitori Lorenzo e Carla e alla
sorella Valeria. Dietro di loro
c’erano centinaia di amici: gli
scout di Viadana 1, i parrocchiani dell’Immacolata di Parma e
Torrile, i ragazzi della comunità
“Il focolare” di Ancona...
“Costruisci la comunione”
Padre Rosario ha ringraziato mons. Lafranconi per la sua
presenza e ha ricordato la grande tradizione missionaria della
chiesa cremonese. Dopo la proclamazione del vangelo è avvenuta la chiamata: suggestivo il
gesto di padre Andrea che prima
di rispondere “Eccomi!”, ha abbracciato la mamma e il papà.
Nell’omelia il vescovo ha
ricordato che per custodire la
propria vocazione è necessario
godere della compagnia di Dio
e di quella degli uomini. “La vita di comunità, sia religiosa che
missionaria, ti aiuterà a formare
La festa dei famigliari 2012
Genitori, zii e nipoti sono i primi benefattori
30 settembre un
D omenica
centinaio di famigliari dei
saveriani cremonesi hanno risposto ai nostri inviti per ascoltare p.
Guglielmo Camera, postulatore
della causa di canonizzazione di
san Guido Conforti. Il fondatore
dei saveriani è proclamato “santo” da un anno. Le sue spoglie
mortali sono nel presbiterio del
santuario della casa madre, a
Parma, meta continua di pellegrini che lo venerano e invocano.
San Guido, un anno dopo
Padre Guglielmo ha parlato con
molta semplicità della vita del nostro santo, dalla nascita alla morte,
della sua spiritualità missionaria,
della sua santità, del suo apostolato, del suo viaggio in Cina, del
suo funerale, a cui ha partecipato
una folla innumerevole e un gran
numero di sacerdoti e vescovi. In
quell’occasione aveva predicato
l’arcivescovo di Cremona mons.
Cazzani, che conosceva molto
bene mons. Conforti da circa
trent’anni e già allora aveva parlato di lui come di un “santo”.
Dopo la conferenza, p. Camera ha presieduto la santa Messa,
celebrata con altri saveriani che a
Cremona hanno lavorato per molti anni: p. Sergio Cambiganu, ora
rettore della comunità di Udine, p.
Mario Diotto, ora a Zelarino, e p.
Alfonso Oprandi, missionario in
Bangladesh. Era presente con il
suo gruppo di cantori il maestro
Piero Barbieri, nostro affezionato
benefattore di Corte de’ Frati.
p. S. PARMIGGIANI, sx
Un “grazie” infinito!
Dopo la Messa, quasi tutti i
presenti si sono fermati per il
pranzo, preparato con molta perizia dalla nostra cuoca Anna,
aiutata da altri collaboratori. È
stata davvero una bella festa!
Alle 15, tutti sono partiti ringraziando e ripromettendosi di tornare ancora a trovarci.
Molti di loro hanno voluto lasciare un’offerta come contributo, dando prova della loro generosità e della verità scritta anche
nella nostre regole: “I genitori e i
parenti dei missionari sono i nostri primi benefattori “. Ci hanno
dato quello che è più prezioso: i
loro figli e fratelli!”. E noi non
finiremo mai di ringraziarli e di
■
pregare per tutti loro.
Padre Mario
Diotto ha animato da par suo
il pranzo dei
famigliari con
l’immancabile fisarmonica… E la
sala da pranzo
si è trasformata
in un karaoke
4
La Messa per la festa dei famigliari di domenica 30 settembre è stata presieduta
da p. Guglielmo Camera; con lui p. Sandro e altri saveriani
che a Cremona tornano sempre volentieri
Il saveriano di Viadana, Andrea Facchetti, con famigliari e saveriani
dopo l’ordinazione sacerdotale ricevuta il 30 giugno da mons. Lafranconi,
vescovo di Cremona, nel santuario “Conforti” di Parma
la tua identità di presbitero. Non
smettere mai di essere costruttore di comunione”.
È quindi iniziata la liturgia di
ordinazione, con l’assunzione da
parte del giovane Andrea degli
impegni sacerdotali, il canto delle litanie dei santi, l’imposizione
delle mani da parte del vescovo
e di tutti i preti presenti e infine
la preghiera di ordinazione.
In ginocchio, l’ordinando ha
seguito con grande intensità
tutte le fasi del rito. Quando si
è alzato, era finalmente sacerdote! Così ha potuto vestirsi con la
stola e la casula, è stato unto con
il sacro Crisma e gli è stato consegnato il pane e il vino per la
celebrazione Eucaristica. Infine
la tensione si è sciolta con il lungo abbraccio di pace tra il neo
sacerdote e tutti i celebranti.
“In Mozambico ti aspettano”
Prima della benedizione finale,
ha preso la parola p. Carlo Giro-
la, appena tornato da una visita in
Mozambico: “Ti stanno aspettando, caro Andrea, e ti vogliono già
bene. Sarai nella missione di p.
Bruno Boschetti, morto proprio
il giorno della tua professione
religiosa. Da parte del consiglio
pastorale di Dondo, offro a tua
mamma una stoffa colorata che
solitamente le donne usano come vestito. A tuo padre volevano
regalare un capretto, ma sarebbe
stato difficile portarlo in Italia...”.
Padre Andrea ha ringraziato i
suoi amici non credenti: “la vostra presenza ci impone una testimonianza più verace”. Parole d’affetto le ha rivolte alla sua
famiglia, a mons. Biguzzi e al
vescovo Lafranconi: “l’imposizione delle tue mani mi legherà
per sempre alla chiesa cremonese”. “Ringrazio il popolo del
Mozambico - ha concluso - che
mi ha già accolto con affetto;
prego Dio che mi tenga sempre
umile”.
■
IMMAGINI DI UNA BELLA GIORNATA
Uno scorcio dei parenti,
quasi un centinaio, che
hanno riempito la chiesa
dei saveriani di Cremona;
in prima fila, la mamma
di p. Claudio Marinoni: la
signora Lina, 89 anni, non
ha voluto mancare a questo bell’appuntamento.
Padre Sandro Parmiggiani
e p. Pilade Rossini sono i
“superstiti” della comunità saveriana di Cremona,
che dopo l’estate ha avuto più partenze che arrivi.
2012 NOVEMBRE
DESIO
20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2
Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274
E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200
Saluto e ringrazio tutti, pronto a ripartire
nove anni in Italia ho
D opo
di nuovo la gioia di ripren-
dere l’esperienza della missione
in Camerun-Ciad, dove ho già
trascorso 21 anni di vita. Qualcuno mi ha domandato se a 63
anni è ancora tempo di partire. È
sempre il tempo della missione,
cioè di annuncio del vangelo là
dove non è ancora conosciuto.
Questo vale per la “missione
qui tra noi”, perché è crescente il
bisogno di annuncio ed è grande
la sete di Dio anche in Italia e in
Brianza, dove il calo della pratica religiosa e della fede vissuta ci
fa sperimentare un grave vuoto.
Ma è tanto più grande il bisogno
dell’annuncio dove la presenza
della chiesa è ancora più debole,
perché l’annuncio non è giunto o
non è mai penetrato.
Il missionario cresce
Devo inoltre riconoscere che
l’esperienza nelle “giovani chiese” mi ha arricchito enormemente. Il missionario che parte non è
lo stesso quando torna. E io mi
sono sentito cresciuto umanamente e spiritualmente dalla testimonianza di tanti fratelli che
mi sono rimasti nel cuore.
Augustin Rouamou, in carrozzella da 20 anni e catechista della sua comunità; Gabriel Matna,
sempre sorridente e interessato
alla scuola, anche se analfabeta; Maman Susanne, una donna
responsabile della sua comunità;
Mathieu, il catechista cieco che
conosceva a memoria il vangelo
e lo proclamava nelle celebrazioni cantandolo; Michel Furisou, che percorreva due volte la
settimana una lunga distanza in
bicicletta per aiutare una comunità che stava nascendo… E tanti altri che erano in realtà i veri
evangelizzatori della loro gente.
p. BENIGNO FRANCESCHETTI, sx
In dialogo nella Brianza
Ma ho vissuto bene anche
questi anni in cui mi è stato
chiesto un servizio in Italia per
permettere ad altri di partire per
la missione. Ho trascorso i primi
quattro anni a Desio cercando di
aprire la comunità all’accoglienza e al dialogo interreligioso.
Nella zona di Desio c’è un
folto gruppo di pakistani che ci
ha chiesto lo spazio per pregare, spesso all’aperto, ma a volte
anche in casa. Si è creata una
bella amicizia che continua ancora. Ed è nato anche un cammino con le donne e con i giovani musulmani. Penso che con
la fiducia e l’amicizia si possa
vincere ogni paura e tutti ricevano molto.
Le iniziative a Salerno
L’esperienza a Salerno mi ha
lasciato ammirato e riconoscen-
Aneddoti su san Guido Conforti
Il ragazzo birichino e il vescovo buono
N
el mese in cui si celebra la
festa liturgica di san Guido
Conforti (5 novembre), mi piace
ricordare alcuni aneddoti che lo
riguardano fin da bambino e che
mi sono sempre piaciuti: cose
che capitano a tutti i bambini...
Il nido e il secchio d’acqua
Durante una passeggiata nei
campi paterni, il piccolo Guido,
salendo su un pioppo per vedere
un nido di uccelli, cade a terra.
Picchia la testa sul terreno, o su
un ramo, e forse questa è la causa
delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno
provocato problemi di salute.
C’è anche un altro episodio
curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel
fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di
paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una
sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più
brutta della sua vita da bambino.
4
Le cadute da cavallo
Da vescovo, invece, è vittima
di due cadute nei fossi. Mons.
Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli
per andare a Coccanile, un paese
della diocesi di Ravenna. La strada fiancheggiava un canale pieno
d’acqua. A un tratto, in località
“Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi
al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce
a trattenerli e la carrozza finisce
nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo
l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non
si asciugano quelli molli d’acqua.
Anche a Parma, andando verso
Caneto, lungo il torrente Cedra,
Conforti cade da cavallo. Tutto
bagnato prosegue a piedi, fino
alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al
parroco sorpreso di vedere il suo
vescovo in quelle condizioni, il
Conforti dice confuso: “Anche il
vescovo cade da cavallo! Posso
Mons. Conforti a cavallo durante
una visita pastorale sull’Appennino
p. DINO MARCONI, sx
cambiare gli abiti?”.
Il birocciaio e il carrettiere
La sera del 18 luglio 1904 il
birocciaio Giovanni Zerbini si
prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire
l’anarchico Francesco Melandri,
colpevole d’aver sparato a don
Sebastiano Malucelli, di Sant’Alberto, mentre recitava il rosario
in chiesa. I due feriti vengono trasportati all’ospedale di Ravenna,
dove ricevono anche la visita di
mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna a casa, mentre
don Sebastiano muore il 23 luglio,
perdonando il suo uccisore.
Il fattaccio provoca in mons.
Guido una grave crisi emotiva e
il risveglio della tisi polmonare.
La notte tra il 22 e il 23 luglio,
Conforti ha un primo violento
sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a
Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna.
Una sera del 1921 a Parma,
tornando da una visita pastorale,
in via San Secondo il vescovo,
tra la gente impotente, scende da
carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto,
trasportatore di ghiaia, bastonato
a sangue dagli squadristi. Porta
il malcapitato fino all’ospedale
dove, purtroppo, muore.
Il Buon Samaritano non passa
mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre.
■
Non sono un... fuggitivo
Riparto quindi da Salerno e
dall’Italia non come un... fuggi-
Padre Benigno Franceschetti, dopo nove
anni come animatore missionario in Italia,
torna in Camerun-Ciad
tivo, ma perché credo che il nostro partire dia coraggio anche a
chi resta.
Dico grazie, dunque, a tutti
coloro che ho conosciuto e con
cui ho lavorato in questi anni,
con l’impegno di restare uniti
e di continuare il cammino con
lo stesso spirito e con la stessa
generosità, anche se vivendo in
“continenti” diversi. Grazie di
cuore a tutti voi! Dio ci benedica
e ci colmi della sua gioia.
■
MISSIONE E PREGHIERA
LA GRAzIA DI UNA BUONA SEMINA
Il campo di Gesù è il nostro cuore
m. ANNA MARIA CANOPI, osb
In questo autunno ricco di grazia, torna alla memoria la parabola di
Gesù sul seminatore che esce di buon mattino per la sua giornata di
lavoro. Quanti semi sono stati gettati con magnanima gratuità!
Noi sappiamo che il campo di Gesù è il mondo intero: è un campo immenso, senza frontiere e senza barricate. Nello stesso tempo, il
campo di Gesù è anche il nostro cuore, che per lui non è troppo stretto, se solo gli permettiamo di dilatarlo sulle dimensioni della sua carità. Come lo abbiamo preparato per accogliere la grazia che nell’ora
presente è riversata in noi davvero con sovrabbondanza?
Forse in noi ci sono tutti i tipi di terreno di cui parla la parabola
evangelica… Il nostro cuore è una strada esposta ai “furti” degli uccelli, quando non custodiamo con amore la Parola, quando non la prendiamo come guida, ma ci lasciamo ammaliare da altre parole più comode e seducenti… Il nostro cuore forse è anche un luogo sassoso.
Sassi sono le nostre ostinazioni e ribellioni, le durezze e chiusure, i nostri pensieri e sentimenti non buoni, non caritatevoli. Nel nostro cuore
non ci possono nemmeno essere zone piene di rovi e spine, che sono
l’invidia, e la rivalità, l’ambizione e la cupidigia…
Ma il Signore ci consola e assicura che c’è anche un po’ di terra buona… Noi siamo facilmente portati al pessimismo vedendo il male dilagare ovunque. Eppure nel cuore di ogni uomo c’è sempre almeno una
zolla buona, dove il seme germoglia e fruttifica. Riprendiamo allora
fiducia e collaboriamo con impegno con Gesù, il divino Agricoltore
che vuol fare della terra arida un campo di biondo grano!
E tutto questo attraverso un semplice sì, una parola che anche un
bambino
sa dire: la
parola che
ha aperto
a Gesù la
strada per
venire sulla terra e
che apre a
noi la strada del cielo, la via
della santità.
Il seminatore al tramonto - V. Van Gogh
è sempre tempo della missione
te. Il gruppo del laicato saveriano
che ho trovato è veramente forte,
generoso, creativo e sta facendo
un cammino di collaborazione
davvero bello e interessante con
la comunità dei saveriani e delle
saveriane.
La proposta di mostre interculturali ha interessato molte
scuole, che ora possiamo raggiungere anche con un allestimento itinerante. È un’opportunità unica in Italia. La festa dei
popoli in piazza, con l’appoggio
anche del comune, sta crescendo
di anno in anno.
Il cammino di numerosi gruppi di giovani ci permette di stare
a contatto con il futuro. La collaborazione con strutture diocesane e con le parrocchie ci fanno
sentire pienamente inseriti nella
chiesa locale.
L’esperienza di accogliere in
casa nel periodo invernale persone “senza fissa dimora” ha
svegliato la sensibilità sociale
nell’ambiente. Tutto questo ha
spesso trasformato la nostra casa saveriana in un “via vai” di
gruppi e persone che, a modo
loro, vogliono sentirsi parte del
nostro slancio missionario.
2012 NOVEMBRE
FRIULI
33100 UDINE UD - Via Monte S. Michele, 70
Tel. 0432 471818 - E-mail: [email protected]
- C/c. postale 210336
La casa e le attività dei saveriani
Giro panoramico virtuale, ma non troppo
S
iamo in via Monte S.
Michele, 70. Entrando
nell’atrio è subito evidente che ci
troviamo in una casa di missionari: campeggia un grande planisfero con le zone dove vivono
i saveriani, sparse nei quattro
continenti (esclusa l’Australia);
ci sono anche sei piccole vetrine con alcuni oggetti, manufatti
dell’artigianato delle missioni
saveriane. Ma lo sguardo è attratto dalla bella immagine di
san Guido, all’ingresso della
chiesa: un ambiente semplice,
ma raccolto, che ha una capienza
per un centinaio di persone.
Pannelli e bandiere
I corridoi che portano alle sale
di riunione sono tappezzati da una
ventina di pannelli con fotografie
e scritte: presentano l’ideale e
l’attività missionaria nei diversi paesi del mondo. Il primo e il
secondo offrono brevi cenni bio-
grafici di san Guido Conforti e di
san Francesco Saverio. I pannelli
successivi presentano il carisma
dei saveriani - il primo annuncio
di Cristo fino agli estremi confini
della terra - e le diverse missioni
in Africa, America e Asia.
Seguono una quindicina di
pannelli che aiutano a riflettere
sulla missione e sulle sue esigenze. Sono anche raffigurati i saveriani friulani nel mondo, vivi e
defunti, con i loro nomi e paesi
di origine, e la missione dove
hanno svolto o svolgono tuttora
il loro apostolato. A questo si aggiunge una piccola esposizione
di riviste e libri missionari e le
bandiere di tutte le nazioni in cui
sono presenti i saveriani.
Sale incontri e biblioteca
Per riunioni e incontri c’è un
salone - teatro con una capienza per più di cento persone, che
si presta anche per proiezioni di
p. CARMELO BOESSO, sx
filmati, e una sala per riunioni
più piccola per una quarantina di
persone. L’ampia sala da pranzo
può comodamente ospitare un
centinaio di ospiti.
C’è anche un ambiente per la
biblioteca multimediale, accessibile anche via internet e collegata
con altre realtà simili presenti in
città, con libri e audiovisivi su tematiche missionarie specifiche.
La casa, anche se può disporre
di alcune stanze con posti letto,
si presta più facilmente per incontri e attività che si svolgano
in una sola giornata.
doti della diocesi.
Ogni mese, nel pomeriggio
della seconda domenica, da ottobre a giugno, c’è un incontro di
preghiera per le vocazioni, con la
recita del rosario e la celebrazione della Messa. Vi partecipano
famigliari e amici dei missionari, ma l’incontro evidentemente
è aperto a tutti.
Nostri ospiti graditi
Ci sono anche tanti gruppi che
richiedono la nostra ospitalità.
Alcuni esempi.
- L’associazione “Dinsi une
man”, che riunisce, ogni quindici giorni circa, un gruppo di
volontari con persone che hanno bisogno di essere seguite
per passare con loro qualche
momento in serenità e gioia.
- L’associazione “Coppie per
Cristo” per la famiglia e la
vita, che riunisce famiglie filippine per la preghiera e la
formazione.
- Riunioni dei sacerdoti del vicariato della città di Udine.
- Ritiri spirituali di bambini della prima confessione e della
prima Comunione con i loro
genitori.
- Qualche incontro organizzato
dal centro missionario della
diocesi.
Queste attività si svolgono periodicamente nella nostra casa.
Ci auguriamo che possano essere incrementate, diventando
anche occasioni di animazione
missionaria e vocazionale. ■
Gli incontri “saveriani”
I saveriani ogni anno organizzano alcune attività: la festa dei
famigliari dei missionari friulani
(ultima domenica di settembre);
la festa di san Guido Conforti (5
novembre); la festa del patrono
san Francesco Saverio (3 dicembre) con l’arcivescovo e i sacer-
Sono di nuovo in Friuli
Come un fratello e compagno di viaggio
C
ari amici, molti di voi forse
non mi conoscono, essendo io friulano… per metà. Sono
arrivato a S. Giorgio di Nogaro
dalla Francia, all’età di tre anni.
I miei genitori si sono incontrati
e conosciuti in un paese vicino a
Marsiglia. Mio padre Giocondo
è friulano di Ariis di Rivignano;
mia madre Emanuela è sarda di
S. Antioco.
Udine - Taranto - Bangladesh
Subito dopo il tragico terremoto del 1976, al termine delle elementari, ho avuto la grazia
di conoscere due saveriani che
hanno conquistato il mio cuore per la missione: p. Giuseppe
Caretta e p. Roberto Dal Forno.
Ricordo il compianto p. Roberto
che si fermava a casa mia con il
suo sorriso e l’entusiasmo per la
4
missione, e mi invitava ad andare “oltre il recinto del nostro cortile”… di casa! E così entrai dai
saveriani di Udine per le scuole medie, accolto da p. Carmelo Boesso.
Il mio percorso di studi si è
concluso con l’ordinazione sacerdotale nel 1990 e la mia prima destinazione è stata Taranto, dove ho lavorato nell’animazione missionaria e vocazionale. Sono stati otto anni bellissimi, che porterò sempre nel cuore. Da lì ho spiccato il volo verso il Bangladesh agli inizi del
2001.
Tre anni in Sardegna
Sono stato in Bangladesh fino
al 2009, coronando quel sogno
tanto desiderato sin dagli inizi
del mio cammino, e dove spero
Il friulan-sardo p. Daniele Targa da settembre è la “new entry”
della comunità saveriana di Udine: è un ritorno... a casa
p. DANIELE TARGA, sx
di tornare al più presto. In questi
ultimi tre anni, mi è stato chiesto
di lavorare in Sardegna.
È stato un periodo molto intenso, durante il quale ho macinato chilometri su e giù dall’isola per suscitare l’amore per la
missione. Ricordo e ringrazio
tutti i gruppi sparsi per la Sardegna, dove ho conosciuto la cultura e il folklore e dove ho sperimentato l’affetto profondo per
la famiglia saveriana.
Vicino ai genitori
Ora sono di nuovo in Friuli.
Dai superiori ho ricevuto il permesso per stare un po’ di tempo
vicino ai miei genitori, soprattutto a mio padre che non gode di
ottima salute. Vorrei essere davvero un vostro fratello e compagno di viaggio.
È appena iniziato l’anno della fede. Noi missionari crediamo fortemente a ciò che Giovanni Paolo II diceva: “la fede si
rafforza donandola”; la fede “ci
spinge a essere missionari”. Sono
contento di condividere con voi
questa nuova avventura. Ringrazio di cuore i saveriani di Udine
che mi hanno accolto con affetto: p. Mario, p. Carlo, p. Lorenzo, p. Romeo e il nuovo superiore p. Antonio. L’amore per Cristo ci spinga a creare del mondo
una sola famiglia. E per questo
preghiamo tutti insieme. Mandi!
■
Uno scorcio dell’atrio della casa dei saveriani di Udine, in via Monte S. Michele
I SAVERIANI DI UDINE 2012 - 2013
La comunità saveriana di Udine è attualmente composta da sei missionari: p. Antonio Guiotto, nuovo rettore ed economo, p. Romeo
Brotto, p. Mario Cruder, p. Lorenzo Mattiussi, p. Carlo Treppo e p.
Daniele Targa. Ognuno ha alle spalle una ricca esperienza missionaria, frutto di un periodo di vita passato in missione o al servizio della congregazione.
Oltre a prestarsi per alcuni incarichi comunitari di accoglienza e di
manutenzione della casa, “i sei” collaborano con il centro missionario diocesano per l’animazione missionaria della pastorale nei suoi diversi settori. Inoltre, sono disponibili ad aiutare i parroci nel ministero pastorale. La celebrazione della Parola e dell’Eucaristia dà l’opportunità di offrire ai fedeli un messaggio missionario, in sintonia con il
nostro carisma.
È una pastorale un po’ itinerante, proprio in stile missionario; in certi periodi è veramente intensa tanto che non sempre possiamo rispondere a tutte le richieste che ci vengono rivolte. In ogni caso diamo la
precedenza ai gruppi che chiedono ospitalità nella nostra casa, prestandoci anche per l’animazione di incontri e ritiri spirituali.
Un bel gruppo di saveriani friulani riuniti fuori dalla casa di Udine
2012 NOVEMBRE
MACOMER
08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9
Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706
E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084
Il quadernetto delle Messe
Padre Ildo Chiari e la missione in Sardegna
I
l saveriano emiliano padre
Ildo Chiari, 91 anni, originario di Brescello, è stato ordinato
sacerdote da mons. Evasio Colli il
23 febbraio 1947 al “Tempio” del
Sacro Cuore di Parma. L’anno dopo è stato inviato in Sardegna come animatore missionario e come
guida spirituale degli “apostolini”
nel seminario di Tortolì, dove p.
Virgilio Mirto aveva fondato il
“seminario sardo per le missioni
estere”.
Dal seminario alle casermette
La tragica e generosa morte di
p. Mirto, il 15 luglio del 1947, offrì la possibilità di aprire la prima
casa apostolica dei missionari
saveriani in Sardegna, il 1° settembre del 1947. Tre anni dopo
- il 10 luglio 1950 - gli “apostolini”, furono trasferiti presso le
Casermette di Macomer. Li accompagnava p. Ildo Chiari.
Infatti, dal “registro delle Mes-
se” risulta che p. Chiari celebra
la Messa a Macomer l’11 luglio
nella stanza adattata a cappella,
pulita con “olio di gomito”, come raccontava p. Bruno Orrù.
Possiamo dire che il desiderio di
p. Mirto di un seminario missionario in Sardegna è stato portato
avanti dai saveriani prima a Tortolì, poi a Macomer e a Cagliari.
I primi alunni del seminario sardo per le missioni estere - p. Luigi
Caria in Sierra Leone e p. Alessio
Cabras in Brasile - hanno imparato lo spirito missionario prima
da p. Virgilio Mirto e poi dalla
spiritualità di san Guido Conforti,
trasmessa loro dai saveriani.
Film missionari nelle piazze
Padre Ildo è stato per cinque
anni animatore missionario in
Sardegna. La sua presenza e attività sono documentate dal “registro delle intenzioni di Messe”
che, a 91 anni, egli conserva
p. DINO MARCONI, sx
ancora con cura e attenzione.
Gli ho chiesto il favore di farmi leggere i due “registri” della
Sardegna, per vedere i paesi che
aveva visitato per fare l’animazione missionaria. Il periodo va
dal 28 agosto del 1948 al 17 luglio del 1953.
Svolgeva la sua attività tra la
gente nelle piazze di quei tempi.
Partiva da Tortolì su strade polverose per stringere rapporti di
amicizia con la popolazione attraverso le feste missionarie. Nei
paesi, proiettavano sulle piazze,
davanti la chiesa, le diapositive
missionarie e i film, oscurando
i lampioni con qualche straccio.
Non c’era ancora la televisione
e la proiezione in piazza dei film
era una vera festa di paese!
Da nord a sud dell’isola
Dopo lo sbarco a Olbia, p. Ildo
celebra la prima Messa “sarda”
a Nuoro, presso le suore di San
Aneddoti su san Guido Conforti
Il ragazzo birichino e il vescovo buono
in cui si celebra la
N elfestameseliturgica
di san Guido
Conforti (5 novembre), mi piace
ricordare alcuni aneddoti che lo
riguardano fin da bambino e che
mi sono sempre piaciuti: cose
che capitano a tutti i bambini...
Il nido e il secchio d’acqua
Durante una passeggiata nei
campi paterni, il piccolo Guido,
salendo su un pioppo per vedere
un nido di uccelli, cade a terra.
Picchia la testa sul terreno, o su
un ramo, e forse questa è la causa
delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno
provocato problemi di salute.
C’è anche un altro episodio
curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel
fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di
paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una
sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più
brutta della sua vita da bambino.
4
Le cadute da cavallo
Da vescovo, invece, è vittima
di due cadute nei fossi. Mons.
Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli
per andare a Coccanile, un paese
della diocesi di Ravenna. La strada fiancheggiava un canale pieno
d’acqua. A un tratto, in località
“Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi
al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce
a trattenerli e la carrozza finisce
nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo
l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non
si asciugano quelli molli d’acqua.
Anche a Parma, andando verso
Caneto, lungo il torrente Cedra,
Conforti cade da cavallo. Tutto
bagnato prosegue a piedi, fino
alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al
parroco sorpreso di vedere il suo
vescovo in quelle condizioni, il
Conforti dice confuso: “Anche il
vescovo cade da cavallo! Posso
Mons. Conforti a cavallo durante
una visita pastorale sull’Appennino
p. DINO MARCONI, sx
cambiare gli abiti?”.
Il birocciaio e il carrettiere
La sera del 18 luglio 1904 il
birocciaio Giovanni Zerbini si
prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire
l’anarchico Francesco Melandri,
colpevole d’aver sparato a don
Sebastiano Malucelli, di Sant’Alberto, mentre recitava il rosario
in chiesa. I due feriti vengono trasportati all’ospedale di Ravenna,
dove ricevono anche la visita di
mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna a casa, mentre
don Sebastiano muore il 23 luglio,
perdonando il suo uccisore.
Il fattaccio provoca in mons.
Guido una grave crisi emotiva e
il risveglio della tisi polmonare.
La notte tra il 22 e il 23 luglio,
Conforti ha un primo violento
sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a
Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna.
Una sera del 1921 a Parma,
tornando da una visita pastorale,
in via San Secondo il vescovo,
tra la gente impotente, scende da
carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto,
trasportatore di ghiaia, bastonato
a sangue dagli squadristi. Porta
il malcapitato fino all’ospedale
dove, purtroppo, muore.
Il Buon Samaritano non passa
mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre.
■
Vincenzo; la seconda, presso la colonia di Arbatax; la
terza, nella cappella del seminario di Tortolì, oggi biblioteca comunale. Il primo
paese visitato della Sardegna
è Talana, con 10 confessioni
e 50 comunioni. Predica poi
gli esercizi spirituali ai seminaristi di Lanusei e anima
le parrocchie di Barisardo,
Baunei e Arbatax per il ritiro
missionario.
In Sardegna p. Ildo organizza 196 feste missionarie
in molti paesi, dai quali provengono ancora molti abbonati e alcuni missionari. Il 28
e 29 novembre 1948 per la
festa missionaria nel seminario regionale di Cuglieri,
distribuisce 120 comunioni
ai teologi. Egli visita tanti
paesi di varie diocesi sarde, da nord a sud dell’isola:
Padre Ildo Chiari, 91enne saveriano emiliano,
Nuoro, Oristano, Cagliari, grande
devoto della Madonna e del Conforti,
Sassari, Ozieri, Tempio Pauè stato animatore missionario in Sardegna
sania, Alghero, Bosa, Igledal 1947 al 1952
sias, Ales. A Bonorva predica
il “triduo” per preparare all’orditificato” del superiore generale
nazione di p. Giovanni Angius...
p. Giovanni Gazza, con tanto di
Alla fine dell’anno 1948 annota:
timbro dell’istituto Saveriano.
“Confessioni 2.536, Comunioni
Tutta speciale è l’attenzione di
2.775, Messe 372”.
p. Ildo verso l’immagine della
“Madonna della fede”, collocata
Il timbro dell’istituto
sulle scale della casa saveriana a
Con il trasferimento a MacoSan Pietro in Vincoli, dove tuttora
mer dell’11 luglio 1950, la sua
egli risiede. Padre Ildo vuole che
attività si sposta verso i paesi
la lampada votiva resti sempre acdel nordest della Sardegna e del
cesa. La statua era originariamenCagliaritano, dove inizia anche
te nel pianerottolo della casa mala predicazione delle “Quarantodre di Parma, sostituita durante
re”. Il 21 maggio 1951 il registro
la guerra con l’immagine di san
delle intenzioni delle Messe ha
Giuseppe, per voto di protezione
il “vidi e recognovi - visto e cercontro i bombardamenti.
■
OTTO DIES A SAS ANIMAS
Dice Gesù: “lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche
se muore, vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno.
Credi tu questo?” (Gv 11,25).
I missionari saveriani della Sardegna, celebrano l’ottavario di preghiere per i defunti intorno all’altare del Signore con la pratica degli
“Otto dies a sas Animas”:
• a Macomer nella chiesa dell’istituto, in via Toscana 9, da domenica
11 a domenica 18 novembre alle ore 19;
• a Cagliari nella chiesa dell’istituto, in via Sulcis, da domenica 18 a domenica 25 novembre alle ore 18,30.
Chi desidera unirsi alla nostra preghiera di suffragio per i propri cari
defunti può farci conoscere i loro nomi attraverso:
- il nostro C.C.P. n. 207084
accluso al giornale;
- con lettera da inviare
a: Missionari Saveriani,
via Toscana 9, 08015
Macomer (NU);
- consegnando le intenzioni alla delegata missionaria.
Le offerte che ci pervengono a suffragio dei
cari defunti sono un gesto di collaborazione
all’attività missionaria
dei saveriani nel mondo.
i Saveriani
della Sardegna
2012 NOVEMBRE
MARCHE
60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40
Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639
E-mail: [email protected] - C/c. postale 330605
DIARIO DELLA COMUNITà
Un bel mosaico variopinto...
La comunità saveriana di Ancona
L
a casa dei saveriani di Ancona è situata nel quartiere Tavernelle, sulla strada che va
verso Portonovo. In questi anni
ha visto passare davvero tan-
p. SERGE TCHATCHE, sx
te persone. Da tanti anni qui si
svolge un’intensa attività di animazione missionaria e giovanile,
che ha portato e continua a portare i suoi frutti. La casa è infatti
un punto di riferimento per molti
gruppi, accompagnati da noi saveriani o da animatori esterni.
La casa di Ancona, oltre ad
essere centro di animazione
missionaria e
vocazionale, è
una casa per la
formazione di
aspiranti saveriani, sede del
postulandato
e noviziato.
Qui i giovani
vengono per la
preparazione
immediata alla
prima professione religiosa
dei voti di povertà, castità,
obbedienza e
Padre Claudio Bratti, a sinistra, con un gruppo della parrocchia Santi Cosma e Damiano,
missione.
dove collabora alle varie attività
Casa di formazione e animazione
La comunità saveriana di Ancona / 2
principale che svolL’ attività
giamo è quella d’accom-
pagnare i vari gruppi di adolescenti e di giovani durante l’anno, oltre a preparare i vari campi
estivi. Attualmente, proponiamo
cammini missionari per i ragazzi dai 13 ai 15 anni, dai 16 ai 18
e dai 18 in su.
Proponiamo anche percorsi di
preparazione a una esperienza
estiva in alcuni paesi dove i saveriani hanno le missioni come
la Colombia, il Brasile, il Bangladesh, le Filippine, il Camerun-Ciad, la repubblica democratica del Congo. Da quest’anno abbiamo iniziato un’esperienza estiva interessante. Si tratta di
un pellegrinaggio che è anche un
campo di spiritualità missionaria
itinerante in collaborazione con i
saveriani che vivono in Spagna.
Il percorso parte da Loyola (città di sant’Ignazio) e finisce a Javier, la città di san Francesco Saverio, patrono dei saveriani.
Nella casa di Ancona avviene
anche l’esperienza del Tabor: un
periodo di discernimento vocazionale a 360 gradi per i giovani
dai 18 ai 30 anni, svolta in collaborazione con le altre comunità
saveriane in Italia. La casa rimane aperta anche ai gruppi bisognosi di un luogo adatto per incontri e ritiri spirituali.
■
4
P. Serge Tchatche e p. Alberto Panichella giovani in mezzo ai… giovani. L’animazione missionaria giovanile è una
caratteristica dei saveriani di Ancona
p. SERGE TCHATCHE, sx
Attualmente in comunità siamo otto confratelli, di varia provenienza.
Enzo, Alberto e Serge
Padre Enzo Tonini, originario di Palmanova nel Friuli, è
responsabile dell’animazione
missionaria e vocazionale. È
arrivato ad Ancona tre anni fa
dalla Colombia, dove ha lavorato intensamente per una decina
d’anni.
Padre Alberto Panichella,
marchigiano di Villa Potenza
(Macerata), è arrivato l’anno
scorso dal Brasile dove ha trascorso 28 anni di attività missionaria. È ora impegnato anche lui
nell’animazione missionaria e
accompagna anche alcune realtà
come la Caritas diocesana.
Padre Serge Tchatche, vengo
dal Camerun e sono in Italia da
ormai otto anni. Ho studiato a
Parma e sono stato ordinato sacerdote due anni fa. Sono stato
inviato ad Ancona come animatore missionario giovanile. L’Italia è per me la prima destinazione alla missione.
Claudio, Giuseppe e Narciso
Padre Claudio Bratti, originario di Apiro, è ad Ancona da circa un anno. Anche lui viene dal
Brasile, dove è stato missionario
per una decina d’anni. Attual-
mente è animatore missionario
e collaboratore nella parrocchia
dei Santi Cosma e Damiano ad
Ancona.
Padre Giuseppe Bardelli è
piacentino. È ad Ancona da cinque anni e fa l’economo della
comunità, oltre ad essere impegnato nell’animazione missionaria nelle parrocchie.
Padre Narciso Passuello, è colui che fra tutti vive ad Ancona
da più tempo, già da quando la
casa saveriana era nella zona Posatora. Continua a fare ministero
e animazione missionaria nelle
varie parrocchie della diocesi.
Piermario il più anziano,
Pietro il più giovane
Padre Piermario Tassi, originario di Poggio S. Marcello,
è nella comunità di Ancona dal
1996. È arrivato dopo avere trascorso una trentina di anni nella
repubblica democratica del Congo. È incaricato di mantenere i
rapporti con i benefattori e svolge il servizio di confessore nelle
parrocchie.
L’ultimo arrivato è Pietro Rossini, un giovane di Salerno di appena 19 anni. Ha iniziato il cammino di formazione per diventare saveriano. È al suo primo
anno ad Ancona e ha iniziato lo
studio della teologia all’istituto
teologico marchigiano.
■
SPAZIO GIOVANI
LA MISSIONE NON è PER POCHI
diac. MARCO CASTELLANI
Il 9 settembre sono stato
ordinato diacono nella diocesi
di Ancona. Ero
appena tornato da un viaggio veramente bello, che ho
vissuto con il saveriano p. Enzo
Tonini e altri tre
giovani: Silvia,
Alice e Daniele. L’esperienza missionaria è
durata quasi un Il diacono Marco di Ancona, in alto a destra, con i suoi compamese, in tre citgni di viaggio in Colombia, guidati da p. Tonini (al centro)
tà della Colombia: Bogotà, Cali e Buenaventura.
Appena arrivato, mi sono dovuto mettere in gioco subito. Infatti,
all’uscita dell’aeroporto si presentava per me un mondo completamente nuovo, fatto di tassisti e venditori di ogni genere. Ragazzi giovani e laureati sono spesso costretti a guidare un’auto tutto il giorno
o comunque a sbarcare il lunario con un lavoro improvvisato. Di fronte a questa realtà mi interrogavo: “Come si può predicare il vangelo
in questa terra? A che serve trasmettere un messaggio di speranza se
prima non c’è il minimo necessario per vivere?”
A queste domande ha risposto un missionario che ho incontrato a
Cali. Mi ha detto che nella sua lunga esperienza di evangelizzazione,
ha costruito solo un muro di mattoni intorno a una chiesa… In quel
momento ho capito che dovevo cambiare mentalità su cos’è la missione e cos’è il vangelo.
Il vangelo non è una questione da salotto, dopo un bel pasto abbondante; la missione non è un impegno solo per pochi sacerdoti e
laici. È quando non ho tutto che ho bisogno del “Tutto!”. Pur essendo diversa la cultura, i problemi sono gli stessi; pur essendo diverso il
modo di vedere le cose, la strada è la stessa; pur essendo diversi i paesi, noi formiamo un’unica famiglia!
2012 NOVEMBRE
PARMA
43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8
Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502
E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437
Una festa per tutta la città
Giornate speciali per p. Carlo Salvadori
S
abato 22 settembre: una
giornata splendida. Già dal
mattino il sole sorgendo illumina
le vetrate del santuario San Guido Conforti, che nel pomeriggio
accoglie la comunità cristiana di
Parma, accanto al giovane Carlo
che viene ordinato presbitero per
le mani del vescovo mons. Enrico Solmi.
Un santuario gremito
Tutti i confratelli saveriani di
Parma - studenti compresi - si
mobilitano per preparare bene la
casa. Tutti al lavoro dal mattino:
le bandiere che rappresentano i
paesi in cui siamo presenti come missionari vengono esposte;
anche i muri sono addobbati,
portando un clima di festa. Che
bell’inizio d’anno per noi!
La celebrazione è alle ore 18:
un appuntamento a cui nessuno
vuole mancare. Già alle 17.30 il
santuario è pieno: ognuno vuole
occupare il posto davanti per vedere bene. Il coro si prepara, tutti
i famigliari sono già presenti, gli
amici… Verso le 18 - incredibi-
le! - il santuario è strapieno: tutti
hanno voluto esserci di persona.
Anche i matronei del santuario sono occupati da fedeli che
dall’alto partecipano alla celebrazione.
Tutti cantano con gioia per il
dono di questo nuovo prete missionario: lo si legge anche sui
volti dei partecipanti. Sono presenti non solo i parmigiani, ma
anche alcuni amici dall’Africa
(Camerun, Congo, Ciad…) e da
altre regioni d’Italia.
Celebrazione commovente
Il canto d’ingresso dà il tono
alla celebrazione: “Lo Spirito
del Signore è su di me, lo Spirito con l’unzione mi ha consacrato, lo Spirito mi ha mandato
ad annunciare ai poveri, un lieto
messaggio di salvezza!”. Sono
le stesse parole che si leggono
sulle labbra di Carlo mentre risponde alle domande del vescovo e quando dice: “Eccomi, sì,
lo voglio”.
Sono tanti i sacerdoti presenti
per accogliere Carlo nel ministe-
BENJAMIN MUGISHO, sx
ro del sacerdozio missionario. È
stata una celebrazione davvero
commovente, vissuta nella sua
profondità, dove tutti hanno riscoperto la bellezza dell’essere
cristiano, di pregare insieme, di
lodare Dio. Nelle parole della
gente dopo la celebrazione, si
leggeva un sentimento di gratitudine al Signore e ai saveriani
“che ci hanno aiutato a vivere
con gioia la celebrazione”.
La veglia e la prima Messa
Il giorno prima, venerdì 21
settembre, abbiamo partecipato alla veglia di preghiera nella
parrocchia di Carlo, “Santa Maria del Rosario”, per prepararci
all’ordinazione. “Pietro vai,
fidati di me. Getta ancora in
acqua le tue reti, prendi il largo…”. Seguendo questo invito
del Signore al discepolo Pietro,
tutta la comunità parrocchiale
ha accompagnato Carlo a gettare
le reti verso i fratelli a cui verrà mandato, testimoniando così
l’amore di Dio.
Il novello prete p. Carlo ha ce-
lebrato la sua prima Messa
il giorno seguente, domenica 23, nella sua parrocchia parmense. Anche là,
nessuno dei parrocchiani
e degli amici vuole mancare. Padre Carlo è accompagnato dal fratello
maggiore don Paolo, dal
superiore dei saveriani p.
Rosario, dal parroco di
Santa Maria del Rosario
e da molti altri confratelli
saveriani. Nella sua omelia, il neo ordinato insiste
sul ruolo del missionario
in mezzo ai fratelli: “è
uno che serve, come ci ha
detto Gesù”.
Sandali, bisaccia
e... la Vergine
Padre Carlo riceve dalla
parrocchia alcuni simboli
significativi per la sua Sabato 22 settembre il saveriano Carlo Salvadori
vita di missione: doven- è ordinato sacerdote dal vescovo mons. Solmi, nel
do mettersi in cammino santuario “Conforti” della casa madre di Parma
verso gli ultimi, riceve i
Possa lo Spirito Santo illumisandali, una bisaccia, la mappa
nare questo nuovo sacerdote nel
del mondo che è chiamato ad absuo cammino missionario. Cabracciare, come Cristo sulla croro Carlo, buona missione. Ogni
ce, l’icona della “Vergine della
tuo passo sia segno della pretenerezza”, in segno dell’attegsenza di Cristo in mezzo alla
giamento con cui va incontro a
gente!
■
fratelli e sorelle.
Le parole del vescovo e di p. Carlo
La coincidenza con l’ordinazione di san Guido p. M. STORGATO, sx
da una famiglia che
V enuto
ha avuto la grazia di sei
figli, tra cui don Paolo, attuale
parroco del “Tempio Sacro Cuore”, Carlo ha sentito la chiamata
missionaria mentre era nel seminario diocesano. Senza invidia,
il vescovo ha assicurato che “la
chiesa di Parma gode nel vedere un suo figlio tra i saveriani,
fondati dal santo vescovo Conforti, proprio nell’anno della sua
canonizzazione”.
Solmi: “Prete per servire”
“Non far mai soffrire nessuno, opera la pace e la giustizia,
sii uomo di pace. Queste virtù
ti accomunino a tutte le persone
di buona volontà”. Con questo
augurio mons. Solmi ha iniziato
4
la sua omelia dopo aver consacrato sacerdote il giovane parmense Carlo Salvadori, in un
santuario gremito da saveriani,
sacerdoti e fedeli della diocesi
di Parma.
Riferendosi al brano di vangelo proclamato (Marco 9,30-37),
il vescovo ha spiegato: “È uno
spaccato della tua futura vita
missionaria: ai discepoli distratti,
che discutono chi sia il più grande tra loro, Gesù prende un bambino e con lui si mette al centro,
per essere il primo che accoglie
e serve. Come prete, lo Spirito
Santo ti consegna all’umanità
per servirla, donandole Cristo.
Tieni presente la tua debolezza,
ma non avere paura: abbi fiducia
nel Signore”.
Nella parrocchia “Santa Maria del Rosario”, domenica 23 settembre
p. Carlo celebra la prima Messa
Carlo: “Ringrazio Conforti”
Al termine della santa Messa,
padre Carlo ha ringraziato una
lunga lista di persone: il vescovo
che lo ha consacrato sacerdote;
papà Claudio e mamma Teresa
che l’hanno messo al mondo,
insieme agli altri figli, amandoli profondamente; i confratelli
saveriani, i sacerdoti, il coro, i
parenti e amici, vicini e lontani,
parmensi e camerunesi...
Ma prima di tutti, p. Carlo ha
ringraziato san Guido Conforti
“per il carisma missionario che
ha donato alla chiesa attraverso
la congregazione dei missionari
saveriani”. Certamente una coincidenza scelta: proprio il 22 settembre del 1888, nella cattedrale
di Parma mons. Miotti ordinava
sacerdote Guido Conforti; e il 23
settembre don Conforti celebrava la sua prima Messa al santuario Mariano di Fontanellato.
Il battimano finale ha sprigionato quella grande gioiosa emozione dell’animo, che si leggeva sul viso di tutti i partecipanti. Papà Guido mi ha confidato:
“Sono davvero felice e ringrazio
il Signore che ha scelto il figlio
Carlo per fare dono - a lui e a noi
tutti - della grande eredità di santità missionaria dell’istituto fondato da san Guido Conforti”. ■
Padre Carlo Salvadori con papà Claudio e mamma Teresa, dopo la prima Messa,
nella parrocchia Santa Maria del Rosario
GLI APPUNTAMENTI GAMS 2012 - 2013
p. ULISSE ZANOLETTI, sx
Gli amici del Gams (Gruppo amici dei missionari saveriani) alla fine
dell’estate hanno ripreso puntuali le loro attività. Il primo incontro si è
svolto il 4 ottobre. Ma c’è ancora tempo per partecipare a queste belle riunioni di preghiera, di festa e solidarietà. Ecco il calendario completo per l’anno 2012 - 2013.
Giovedì 8 novembre,
Giovedì 22 novembre,
Giovedì 13 dicembre,
Giovedì 10 gennaio,
Giovedì 7 febbraio,
Giovedì 7 marzo,
Giovedì 21 marzo,
Giovedì 11 aprile,
Giovedì 2 maggio,
Giovedì 23 maggio:
Giovedì 30 maggio,
Giovedì 6 giugno,
ore 15,30: Castagnata
ore 15,30: Preghiera di Avvento
ore 15,30: Messa del dono
ore 15,30: Celebrazione dei ministeri
ore 15,30: Carnevale con… chiacchiere
ore 15,30: Incontro di Quaresima
ore 10,30: Preparazione alla Pasqua
ore 16,00: Incontro di preghiera
ore 16,00: Incontro di preghiera
Gita annuale
ore 16,00: Assemblea e programmazione
ore 16,00: Messa di ringraziamento
Per informazioni e richieste, rivolgersi alla signora Emilia Bonfanti o
alla signora Paola Curti (e-mail: [email protected]). Tutti sono comunque invitati a unirsi, almeno spiritualmente, in casa o in chiesa, per
pregare per i missionari e per le vocazioni saveriane. Grazie!
2012 NOVEMBRE
PIACENZA
25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9
Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781
E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259
Giornate speciali per p. Carlo Salvadori
S
abato 22 settembre: una
giornata splendida. Già dal
mattino il sole sorgendo illumina
le vetrate del santuario San Guido Conforti, che nel pomeriggio
accoglie la comunità cristiana di
Parma, accanto al giovane Carlo
che viene ordinato presbitero per
le mani del vescovo mons. Enrico Solmi.
Un santuario gremito
Tutti i confratelli saveriani di
Parma - studenti compresi - si
mobilitano per preparare bene la
casa. Tutti al lavoro dal mattino:
le bandiere che rappresentano i
paesi in cui siamo presenti come missionari vengono esposte;
anche i muri sono addobbati,
portando un clima di festa. Che
bell’inizio d’anno per noi!
La celebrazione è alle ore 18:
un appuntamento a cui nessuno
vuole mancare. Già alle 17.30 il
santuario è pieno: ognuno vuole
occupare il posto davanti per vedere bene. Il coro si prepara, tutti
i famigliari sono già presenti, gli
amici… Verso le 18 - incredibile! - il santuario è strapieno: tutti
hanno voluto esserci di persona.
Anche i matronei del santuario sono occupati da fedeli che
dall’alto partecipano alla celebrazione.
Tutti cantano con gioia per il
dono di questo nuovo prete missionario: lo si legge anche sui
volti dei partecipanti. Sono presenti non solo i parmigiani, ma
anche alcuni amici dall’Africa
(Camerun, Congo, Ciad…) e da
altre regioni d’Italia.
Celebrazione commovente
Il canto d’ingresso dà il tono
alla celebrazione: “Lo Spirito del
Signore è su di me, lo Spirito con
l’unzione mi ha consacrato, lo
Spirito mi ha mandato ad annunciare ai poveri, un lieto messag-
BENJAMIN MUGISHO, sx
gio di salvezza!”. Sono le stesse
parole che si leggono sulle labbra di Carlo mentre risponde alle
domande del vescovo e quando
dice: “Eccomi, sì, lo voglio”.
Sono tanti i sacerdoti presenti
per accogliere Carlo nel ministero del sacerdozio missionario. È
stata una celebrazione davvero
commovente, vissuta nella sua
profondità, dove tutti hanno riscoperto la bellezza dell’essere
cristiano, di pregare insieme, di
lodare Dio. Nelle parole della
gente dopo la celebrazione, si
leggeva un sentimento di gratitudine al Signore e ai saveriani
“che ci hanno aiutato a vivere
con gioia la celebrazione”.
La veglia e la prima Messa
Il giorno prima, venerdì 21 settembre, abbiamo partecipato alla
veglia di preghiera nella parrocchia di Carlo, “Santa Maria del
Rosario”, per prepararci all’or-
Aneddoti su san Guido Conforti
Il ragazzo birichino e il vescovo buono
in cui si celebra la
N elfestameseliturgica
di san Guido
Conforti (5 novembre), mi piace
ricordare alcuni aneddoti che lo
riguardano fin da bambino e che
mi sono sempre piaciuti: cose
che capitano a tutti i bambini...
Il nido e il secchio d’acqua
Durante una passeggiata nei
campi paterni, il piccolo Guido,
salendo su un pioppo per vedere
un nido di uccelli, cade a terra.
Picchia la testa sul terreno, o su
un ramo, e forse questa è la causa
delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno
provocato problemi di salute.
C’è anche un altro episodio
curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel
fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di
paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una
sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più
brutta della sua vita da bambino.
4
Le cadute da cavallo
Da vescovo, invece, è vittima
di due cadute nei fossi. Mons.
Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli
per andare a Coccanile, un paese
della diocesi di Ravenna. La strada fiancheggiava un canale pieno
d’acqua. A un tratto, in località
“Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi
al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce
a trattenerli e la carrozza finisce
nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo
l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non si
asciugano quelli molli d’acqua.
Anche a Parma, andando verso
Caneto, lungo il torrente Cedra,
Conforti cade da cavallo. Tutto
bagnato prosegue a piedi, fino
alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al
parroco sorpreso di vedere il suo
vescovo in quelle condizioni, il
Conforti dice confuso: “Anche il
vescovo cade da cavallo! Posso
Mons. Conforti a cavallo durante
una visita pastorale sull’Appennino
p. DINO MARCONI, sx
cambiare gli abiti?”.
Il birocciaio e il carrettiere
La sera del 18 luglio 1904 il
birocciaio Giovanni Zerbini si
prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire
l’anarchico Francesco Melandri,
colpevole d’aver sparato a don
Sebastiano Malucelli, di Sant’Alberto, mentre recitava il rosario
in chiesa. I due feriti vengono trasportati all’ospedale di Ravenna,
dove ricevono anche la visita di
mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna a casa, mentre
don Sebastiano muore il 23 luglio,
perdonando il suo uccisore.
Il fattaccio provoca in mons.
Guido una grave crisi emotiva e
il risveglio della tisi polmonare.
La notte tra il 22 e il 23 luglio,
Conforti ha un primo violento
sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a
Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna.
Una sera del 1921 a Parma,
tornando da una visita pastorale,
in via San Secondo il vescovo,
tra la gente impotente, scende da
carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto,
trasportatore di ghiaia, bastonato
a sangue dagli squadristi. Porta
il malcapitato fino all’ospedale
dove, purtroppo, muore.
Il Buon Samaritano non passa
mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre.
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MISSIONE E PREGHIERA
La grazia di una buona semina
Il campo di Gesù è il nostro cuore
m. ANNA MARIA CANOPI, osb
In questo autunno ricco di grazia, torna alla memoria la parabola di
Gesù sul seminatore che esce di buon mattino per la sua giornata di
lavoro. Quanti semi sono stati gettati con magnanima gratuità!
Noi sappiamo che il campo di Gesù è il mondo intero: è un campo immenso, senza frontiere e senza barricate. Nello stesso tempo, il
campo di Gesù è anche il nostro cuore, che per lui non è troppo stretto, se solo gli permettiamo di dilatarlo sulle dimensioni della sua carità. Come lo abbiamo preparato per accogliere la grazia che nell’ora
presente è riversata in noi davvero con sovrabbondanza?
Forse in noi ci sono tutti i tipi di terreno di cui parla la parabola
evangelica… Il nostro cuore è una strada esposta ai “furti” degli uccelli, quando non custodiamo con amore la Parola, quando non la prendiamo come guida, ma ci lasciamo ammaliare da altre parole più comode e seducenti… Il nostro cuore forse è anche un luogo sassoso.
Sassi sono le nostre ostinazioni e ribellioni, le durezze e chiusure, i nostri pensieri e sentimenti non buoni, non caritatevoli. Nel nostro cuore
non ci possono nemmeno essere zone piene di rovi e spine, che sono
l’invidia, e la rivalità, l’ambizione e la cupidigia…
Ma il Signore ci consola e assicura che c’è anche un po’ di terra buona… Noi siamo facilmente portati al pessimismo vedendo il male dilagare ovunque. Eppure nel cuore di ogni uomo c’è sempre almeno
una zolla buona, dove il seme germoglia e fruttifica. Riprendiamo allora fiducia e collaboriamo con impegno con Gesù, il divino Agricoltore che vuol fare della
terra arida un campo
di biondo grano!
E tutto questo attraverso un semplice sì, una parola che
anche un bambino sa
dire: la parola che ha
aperto a Gesù la strada per venire sulla
terra e che apre a noi
la strada del cielo, la
via della santità.
Il seminatore al tramonto - V. Van Gogh
Una festa per tutta la città
dinazione. “Pietro vai,
fidati di me. Getta ancora
in acqua le tue reti, prendi il largo…”. Seguendo
questo invito del Signore
al discepolo Pietro, tutta
la comunità parrocchiale
ha accompagnato Carlo a
gettare le reti verso i fratelli a cui verrà mandato,
testimoniando così l’amore di Dio.
Il novello prete p. Carlo
ha celebrato la sua prima
Messa il giorno seguente,
domenica 23, nella sua
parrocchia parmense. Anche là, nessuno dei parrocchiani e degli amici vuole
mancare. Padre Carlo è
accompagnato dal fratello
maggiore don Paolo, dal
superiore dei saveriani p.
Rosario, dal parroco di
Santa Maria del Rosario Sabato 22 settembre il saveriano Carlo Salvadori
e da molti altri confratelli è ordinato sacerdote dal vescovo mons. Solmi, nel
saveriani. Nella sua ome- santuario “Conforti” della casa madre di Parma
lia, il neo ordinato insiste
sul ruolo del missionario in mezmondo che è chiamato ad abzo ai fratelli: “è uno che serve,
bracciare, come Cristo sulla crocome ci ha detto Gesù”.
ce, l’icona della “Vergine della
tenerezza”, in segno dell’attegSandali, bisaccia
giamento con cui va incontro a
e... la Vergine
fratelli e sorelle.
Padre Carlo riceve dalla parPossa lo Spirito Santo illumirocchia alcuni simboli significanare questo nuovo sacerdote nel
tivi per la sua vita di missione:
suo cammino missionario. Caro
dovendo mettersi in cammino
Carlo, buona missione. Ogni tuo
verso gli ultimi, riceve i sandapasso sia segno della presenza di
li, una bisaccia, la mappa del
Cristo in mezzo alla gente! ■
2012 NOVEMBRE
PIEMONTE
e lIgurIA
20033 DESIO MI - Via Don Milani, 2
Tel. 0362 630591 - Fax 0362 301980
E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200
Una festa per tutta la città
Giornate speciali per p. Carlo Salvadori
S
abato 22 settembre: una
giornata splendida. Già dal
mattino il sole sorgendo illumina
le vetrate del santuario San Guido Conforti, che nel pomeriggio
accoglie la comunità cristiana di
Parma, accanto al giovane Carlo
che viene ordinato presbitero per
le mani del vescovo mons. Enrico Solmi.
Un santuario gremito
Tutti i confratelli saveriani di
Parma - studenti compresi - si
mobilitano per preparare bene la
casa. Tutti al lavoro dal mattino:
le bandiere che rappresentano i
paesi in cui siamo presenti come missionari vengono esposte;
anche i muri sono addobbati,
portando un clima di festa. Che
bell’inizio d’anno per noi!
La celebrazione è alle ore 18:
un appuntamento a cui nessuno
vuole mancare. Già alle 17.30 il
santuario è pieno: ognuno vuole
occupare il posto davanti per vedere bene. Il coro si prepara, tutti
i famigliari sono già presenti, gli
amici… Verso le 18 - incredibile! - il santuario è strapieno: tutti
hanno voluto esserci di persona.
Anche i matronei del santuario sono occupati da fedeli che
dall’alto partecipano alla celebrazione.
Tutti cantano con gioia per il
dono di questo nuovo prete missionario: lo si legge anche sui
volti dei partecipanti. Sono presenti non solo i parmigiani, ma
anche alcuni amici dall’Africa
(Camerun, Congo, Ciad…) e da
altre regioni d’Italia.
Celebrazione commovente
Il canto d’ingresso dà il tono
alla celebrazione: “Lo Spirito del
Signore è su di me, lo Spirito con
l’unzione mi ha consacrato, lo
Spirito mi ha mandato ad annunciare ai poveri, un lieto messag-
BENJAMIN MUGISHO, sx
gio di salvezza!”. Sono le stesse
parole che si leggono sulle labbra di Carlo mentre risponde alle
domande del vescovo e quando
dice: “Eccomi, sì, lo voglio”.
Sono tanti i sacerdoti presenti
per accogliere Carlo nel ministero del sacerdozio missionario. È
stata una celebrazione davvero
commovente, vissuta nella sua
profondità, dove tutti hanno riscoperto la bellezza dell’essere
cristiano, di pregare insieme, di
lodare Dio. Nelle parole della
gente dopo la celebrazione, si
leggeva un sentimento di gratitudine al Signore e ai saveriani
“che ci hanno aiutato a vivere
con gioia la celebrazione”.
La veglia e la prima Messa
Il giorno prima, venerdì 21 settembre, abbiamo partecipato alla
veglia di preghiera nella parrocchia di Carlo, “Santa Maria del
Rosario”, per prepararci all’or-
MISSIONE E PREGHIERA / 29
La grazia di una buona semina
Il campo di Gesù è il nostro cuore
I
n questo autunno ricco di
grazia, torna alla memoria
la parabola di Gesù sul seminatore che esce di buon mattino per
la sua giornata di lavoro. Quanti
semi sono stati gettati con magnanima gratuità! Il viaggio del
Papa in Libano come pellegrino
di pace, il suo pellegrinaggio a
Loreto, il sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, la
solenne apertura dell’anno della
fede, nel cinquantesimo anniversario dell’inizio del concilio
Vaticano II, e insieme nel ventennio della pubblicazione del
catechismo della chiesa cattolica, cui sempre urge tornare per
custodire salde le fondamenta
dell’edificio spirituale della nostra fede.
4
Il seminatore al tramonto - V. Van Gogh
Siamo pronti
ad accogliere Gesù?
Noi sappiamo che il campo
di Gesù è il mondo intero: è un
campo immenso, senza frontiere e senza barricate. Nello stesso
tempo, il campo di Gesù è anche il nostro cuore, che per lui
non è troppo stretto, se solo gli
permettiamo di dilatarlo sulle dimensioni della sua carità. Come
lo abbiamo preparato per accogliere la grazia che nell’ora presente è riversata in noi davvero
con sovrabbondanza?
Forse in noi ci sono tutti i tipi
di terreno di cui parla la parabola
evangelica… Il nostro cuore è
una strada esposta ai “furti” degli uccelli, quando non custodiamo con amore la Parola, quando
non la prendiamo come guida,
ma ci lasciamo ammaliare da altre parole più comode e seducenti… Il nostro cuore forse è anche
un luogo sassoso. Sassi sono le
nostre ostinazioni e ribellioni, le
durezze e chiusure, i nostri pensieri e sentimenti non buoni, non
caritatevoli. Nel nostro cuore
m. ANNA MARIA CANOPI, osb
[email protected]
non ci possono nemmeno essere
zone piene di rovi e spine, che
sono l’invidia, e la rivalità, l’ambizione e la cupidigia…
Almeno una zolla buona!
Ma il Signore ci consola e assicura che c’è anche un po’ di
terra buona… Noi siamo facilmente portati al pessimismo vedendo il male dilagare ovunque.
Eppure nel cuore di ogni uomo
c’è sempre almeno una zolla
buona, dove il seme germoglia
e fruttifica. Riprendiamo allora fiducia e collaboriamo con
impegno con Gesù, il divino
Agricoltore che vuol fare della
terra arida un campo di biondo
grano!
Il mese di novembre, che invita al raccoglimento e alla preghiera, sia per noi il tempo favorevole per rimanere in ascolto
della Parola, mettendoci - come
ha esortato il Papa a Loreto - “alla scuola di Maria, che ha offerto
la propria carne, ha messo tutta
se stessa a disposizione della volontà di Dio, diventando «luogo»
della sua presenza, casa vivente
del Signore”.
E tutto questo attraverso un
semplice sì, una parola che anche un bambino sa dire: la parola che ha aperto a Gesù la strada
per venire sulla terra e che apre a
noi la strada del cielo, la via della santità.
■
dinazione. “Pietro vai,
fidati di me. Getta ancora
in acqua le tue reti, prendi il largo…”. Seguendo
questo invito del Signore
al discepolo Pietro, tutta
la comunità parrocchiale
ha accompagnato Carlo a
gettare le reti verso i fratelli a cui verrà mandato,
testimoniando così l’amore di Dio.
Il novello prete p. Carlo
ha celebrato la sua prima
Messa il giorno seguente,
domenica 23, nella sua
parrocchia parmense. Anche là, nessuno dei parrocchiani e degli amici vuole
mancare. Padre Carlo è
accompagnato dal fratello
maggiore don Paolo, dal
superiore dei saveriani p.
Rosario, dal parroco di
Santa Maria del Rosario Sabato 22 settembre il saveriano Carlo Salvadori
e da molti altri confratelli è ordinato sacerdote dal vescovo mons. Solmi, nel
saveriani. Nella sua ome- santuario “Conforti” della casa madre di Parma
lia, il neo ordinato insiste
mondo che è chiamato ad absul ruolo del missionario in mezbracciare, come Cristo sulla crozo ai fratelli: “è uno che serve,
ce, l’icona della “Vergine della
come ci ha detto Gesù”.
tenerezza”, in segno dell’atteggiamento con cui va incontro a
Sandali, bisaccia
fratelli e sorelle.
e... la Vergine
Possa lo Spirito Santo illumiPadre Carlo riceve dalla parnare questo nuovo sacerdote nel
rocchia alcuni simboli significasuo cammino missionario. Caro
tivi per la sua vita di missione:
Carlo, buona missione. Ogni tuo
dovendo mettersi in cammino
passo sia segno della presenza di
verso gli ultimi, riceve i sandaCristo in mezzo alla gente! ■
li, una bisaccia, la mappa del
aneddoTi su san guido ConForTi
p. DINO MARCONI, sx
Nel mese in cui si celebra la festa liturgica di san Guido Conforti (5
novembre), mi piace ricordare alcuni aneddoti che lo riguardano fin
da bambino e che mi sono sempre piaciuti: cose che capitano a tutti
i bambini del mondo...
Durante una passeggiata nei campi paterni, il piccolo Guido, salendo su un pioppo per vedere un nido di uccelli, cade a terra. Picchia la
testa sul terreno, o su un ramo, e forse questa è la causa delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno provocato problemi di salute.
C’è anche un altro episodio curioso. Un mendicante girovago la notte
andava a dormire nel fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero
mendicante, che lancia in aria una sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più brutta della sua vita da bambino.
Da vescovo, invece, è vittima di due cadute nei fossi. Mons. Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli per andare a
Coccanile, un paese della diocesi di
Mons. Conforti a cavallo durante
Ravenna. La strada fiancheggiava un
una visita pastorale sull’Appennino
canale pieno d’acqua. A un tratto, in
località “Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi al
vento, s’impennano e indietreggiano.
Il cocchiere non riesce a trattenerli e
la carrozza finisce nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo,
ricevendo l’arcivescovo e il cocchiere,
presta loro i propri abiti, finché non si
asciugano quelli molli d’acqua.
Anche a Parma, andando verso Caneto, lungo il torrente Cedra, Conforti cade da cavallo. Tutto bagnato prosegue a piedi, fino alla porta della canonica di Palanzano. Nel
buio della notte, al parroco sorpreso di vedere il suo vescovo in quelle
condizioni, il Conforti dice confuso:
“Anche il vescovo cade da cavallo!
Posso cambiare gli abiti?”.
2012 NOVEMBRE
PuglIA
74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15
Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558
E-mail: [email protected] - C/c. postale 10423747
Missione in tutte le direzioni
Cristo e il suo vangelo per l’umanità
ottobre 1962, cinquanL’ 11ta anni
fa, papa Giovan-
ni XXIII apriva ufficialmente il
concilio Vaticano II, con la partecipazione dei vescovi di tutto il
mondo. Il concilio, che si è protratto per tre anni, ha aiutato la
chiesa a comprendere la sua missione all’interno della nuova situazione culturale, economica e
politica del mondo, e davanti alle
nuove prospettive, in particolare
nel sud del mondo, legate alla
conclusione dell’era coloniale.
Ascolto, dialogo, annuncio
La chiesa si è messa in ascolto
e in dialogo con il mondo, dando
così un impulso nuovo alla sua
azione e al servizio dell’evangelizzazione. È stato l’inizio di un
percorso che in questi 50 anni ha
permesso alla chiesa di rinnovare e maturare l’idea e la pratica
della missione: sono cambiati i
protagonisti, sono stati rinnovati i modi e i mezzi, è stato riscoperto il centro della missione.
Cristo e il suo vangelo, la sua
Buona Notizia per ogni persona
e per il mondo intero, sono tornati al centro dell’opera di evangelizzazione, accompagnati dai
progetti per uno sviluppo integrale della persona là dove questo è necessario.
Compito di ogni credente
Nel frattempo le chiese locali,
anche quelle “di missione”, hanno preso coscienza che la missione riguarda anche loro e che loro
p. PIERO PIEROBON, sx
stesse sono chiamate a farsi carico della missione della chiesa
universale. Per questo oggi nel
mondo si incontrano dappertutto, anche in Europa, missionarie
e missionari provenienti da tutti i continenti. La direzione della
missione non è più da nord a sud,
ma va in tutte le direzioni. Inoltre, i laici si sentono sempre più
coinvolti e responsabili dell’annuncio del vangelo: la missione
è compito di ogni credente.
La chiesa, da quando è stata
fondata fino ad oggi, a nome di
Gesù e a nome di tutti i cristiani, ha inviato e continua a inviare gli annunciatori, missionari e
missionarie consacrati a tempo
pieno per evangelizzare i popoli
in tutto il mondo.
■
Animazione, accoglienza, servizio
La comunità saveriana che vive a Taranto
L
e persone che vengono
nella nostra casa di Taranto, un po’ alla spicciolata, sono
comunque numerose. La gente
arriva per diversi motivi: per
amicizia, per chiedere un consiglio, per avere un conforto, per
instaurare un dialogo o semplicemente per confessarsi.
Siamo qui per testimoniare
È attraverso queste persone che
noi abbiamo modo di aiutare gli
ospiti che incontriamo a prendere
coscienza che il battesimo ci impegna tutti come chiesa ad essere
cellule vive della missione e ad
aprire gli occhi verso gli orizzonti
della salvezza di tutti gli uomini,
secondo il comando di Gesù.
4
In questo contesto, si inseriscono e vivono i missionari
saveriani, non solo nel servizio
dell’evangelizzazione all’estero, ma anche nella presenza e
nell’animazione missionaria in
Italia. L’età che sale e la diminuzione delle vocazioni ci hanno portato a ripensare la nostra
presenza e le nostre attività,
adattandole alle nostre energie e
alla nuova coscienza missionaria
delle chiese locali.
I giovani e la chiesa locale
La comunità saveriana di Taranto accoglie in casa, ogni anno
a turni, i ragazzi delle sei parrocchie di cui è formata la diaconia
di Lama, con ritiri di preparazio-
La comunità dei saveriani della Puglia; da sinistra: p. Primosig (ora a Vicenza), p. D’Erchie, p. Pozzobon (in visita), p. Berton e p. Pierobon (rettore).
Padre Pietro Pierobon e p. Angelo Berton si occupano
della pagina di “Missionari Saveriani” per la Puglia.
p. P. PIEROBON, sx
ne per la prima Comunione e la
Cresima. Inoltre, accoglie anche
altri gruppi di ragazzi più grandi di altre parrocchie della città,
(come gli scout) durante tutto
l’anno.
Un’attività molto richiesta,
che ci viene offerta per svolgere
attività di animazione missionaria, è la supplenza e il ministero
nelle parrocchie, soprattutto in
città ma anche fuori. Il direttore
del centro missionario diocesano
ha proposto a p. Piero Pierobon
un’incisiva attività di animazione missionaria a livello diocesano, per la programmazione e la
formazione sopratutto dei giovani nelle parrocchie e nella chiesa
locale.
■
Padre Pierobon con un gruppo dell’Azione cattolica, alla fine di un seminario
che si è svolto dai saveriani di Taranto. I saveriani sono disponibili anche
per servizi di ministero nelle parrocchie di città e provincia.
I saveriani di Taranto celebrano la santa Messa insieme
a p. Pozzobon; non si vede p. Pierobon, che ha scattato la foto.
in memoria di P. Cosimo CorigLiano
p. MARCELLO STORGATO, sx
Nel pomeriggio di
Padre Cosimo Covenerdì 28 settembre rigliano, a sinistra,
2012, è spirato il save- con due confratelli
riano di Fragagnano, in Brasile
p. Cosimo Damiano
Corigliano. Era affetto da anni del morbo di Alzheimer e viveva nel paese, assistito amorevolmente
dai famigliari e dagli
amici.
Padre Cosimo è stato missionario in Brasile per oltre quarant’anni, sempre impegnato per
il bene della popolazione più povera. Si è dedicato soprattutto alla costruzione di piccole case, in cui le famiglie potessero vivere in modo
“decente”.
Scriveva in una sua lettera dal Brasile: “Nella parrocchia di Sarutaià,
su 17 ettari di terreno edificabile sono state costruite 300 abitazioni
di 70 metri quadri ciascuna. Queste case sono già abitate, anche se il
manto stradale è sprovvisto di asfalto. Su altri 24 ettari di terra, con
lotti di 1.000 metri quadri, sono già state edificate altre 30 casette,
provviste di acqua e di luce elettrica. Ne verranno edificate altre 50,
complete di illuminazione e impianto idrico. Sono disponibili anche
altri 19 ettari di terreno, con lotti da 490 metri quadri. Qui però non
è stato ancora possibile edificare. Se Dio vorrà, in breve tempo speriamo di poter iniziare i lavori...”
Insomma, sembra la relazione di un impresario edile che pensa solo
alle case degli altri. Terminava la lettera con queste parole: “Ringrazio tutti per la vostra grande benevolenza e auguro una vita serena,
con la grazia del Signore”. E ora noi auguriamo a lui di vivere eternamente nella gioia del cielo.
2012 NOVEMBRE
rEggIO
CAlABrIA
89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze
Santuario Madonna della Grazia
Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 10444891
Una festa per tutta la città
Giornate speciali per p. Carlo Salvadori
S
abato 22 settembre: una
giornata splendida. Già
dal mattino il sole sorgendo illumina le vetrate del santuario
San Guido Conforti, che nel pomeriggio accoglie la comunità
cristiana di Parma, accanto al
giovane Carlo che viene ordinato presbitero per le mani del
vescovo mons. Enrico Solmi.
Un santuario gremito
Tutti i confratelli saveriani di
Parma - studenti compresi - si
mobilitano per preparare bene la
casa. Tutti al lavoro dal mattino:
le bandiere che rappresentano i
paesi in cui siamo presenti come missionari vengono esposte;
anche i muri sono addobbati,
portando un clima di festa. Che
bell’inizio d’anno per noi!
La celebrazione è alle ore 18:
un appuntamento a cui nessuno
vuole mancare. Già alle 17.30 il
santuario è pieno: ognuno vuole
occupare il posto davanti per vedere bene. Il coro si prepara, tutti
i famigliari sono già presenti, gli
amici… Verso le 18 - incredibile!
BENJAMIN MUGISHO, sx
- il santuario è strapieno: tutti hanno voluto esserci di persona. Anche i matronei del santuario sono
occupati da fedeli che dall’alto
partecipano alla celebrazione.
Tutti cantano con gioia per il
dono di questo nuovo prete missionario: lo si legge anche sui
volti dei partecipanti. Sono presenti non solo i parmigiani, ma
anche alcuni amici dall’Africa e
da altre regioni d’Italia.
Celebrazione commovente
Il canto d’ingresso dà il tono
Saveriano va, saveriano viene
Cambia il rettore: salutiamo p. Ezio e p. Pierluigi
S
caduto il secondo mandato triennale come superiore della comunità saveriana di
Gallico, p. Ezio Marangoni ha
lasciato la Calabria. Attualmente, è a Roma per “l’anno sabbatico”, un periodo di riposo e di
studio. Riceverà poi la nuova
destinazione.
Un anno impegnativo
Gli ultimi mesi passati a Gallico sono stati molto intensi per p.
Ezio. Ha seguito la riparazione
urgente e impegnativa del santuario e ha curato la celebrazione dei “Sette Sabati” della Madonna della Grazia, invitando le
parrocchie più vicine al pellegrinaggio il sabato sera. Molto impegnativa è stata la preparazione
e lo svolgimento della festa della
Madonna della Grazia con i relativi spostamenti della venerata immagine a Gallico Marina:
processione alla discesa e processione alla risalita.
Quest’anno, in via eccezionale,
c’è stata anche la salita in forma
privata a Sambatello e Diminiti.
Poi le processioni tradizionali
per le vie di Santa Domenica e
Prioli la domenica, e per le vie di
Gallico Superiore il martedì. Tutti eventi complessi e impegnativi
che p. Ezio ha gestito con la sua
solita passione e grazia.
Saluti commossi
e un bentornato
Le Messe di sabato sera e di
domenica 9-10 settembre sono
p. E. MARCELLI, sx
state occasioni per lui di salutare i
fedeli e gli amici, che a loro volta
gli hanno espresso un commosso
e grato “arrivederci”. Domenica
sera, dopo la Messa, i presenti
sono stati invitati tutti a salutare
p. Ezio in un amichevole rinfresco nella “sala azzurra”. Questa
opportunità è stata molto gradita
e tutto si è svolto in grande allegria, se pur con qualche lacrima.
Padre Pierluigi Felotti, arrivato a fine estate, prende il ruolo
di superiore della comunità e direttore del santuario. Padre Pierluigi era già stato quattro anni a
Gallico, prima che arrivasse p.
Ezio Marangoni. Molti frequentatori del santuario Madonna della Grazia lo ricordano e gli danno il “bentornato”.
■
alla celebrazione: “Lo Spirito del
Signore è su di me, lo Spirito con
l’unzione mi ha consacrato, lo
Spirito mi ha mandato ad annunciare ai poveri, un lieto messaggio di salvezza!”. Sono le stesse
parole che si leggono sulle labbra di Carlo mentre risponde alle
domande del vescovo e quando
dice: “Eccomi, sì, lo voglio”.
Sono tanti i sacerdoti presenti
per accogliere Carlo nel ministero del sacerdozio missionario. È
stata una celebrazione davvero
commovente, vissuta nella sua
profondità, dove tutti hanno riscoperto la bellezza dell’essere
cristiano, di pregare insieme, di
lodare Dio. Nelle parole della
gente dopo la celebrazione, si
leggeva un sentimento di gratitudine al Signore e ai saveriani
“che ci hanno aiutato a vivere
con gioia la celebrazione”.
La veglia e la prima Messa
Il giorno prima, venerdì 21 settembre, abbiamo partecipato alla
veglia di preghiera nella parrocchia di Carlo, “Santa Maria del
Rosario”, per prepararci all’ordinazione. “Pietro vai, fidati di
me. Getta ancora in acqua le tue
reti, prendi il largo…”. Seguendo
questo invito del Signore al discepolo Pietro, tutta la comunità
parrocchiale ha accompagnato
Carlo a gettare le reti verso i fratelli a cui verrà mandato, testimoniando così l’amore di Dio.
Il novello prete p. Carlo ha celebrato la sua prima Messa il giorno
seguente, domenica 23, nella sua
parrocchia parmense. Anche là,
nessuno dei parrocchiani e degli
amici vuole mancare. Padre Carlo
è accompagnato dal fratello maggiore don Paolo, dal superiore dei
saveriani p. Rosario, dal parroco
di Santa Maria del Rosario e da
Sabato 22 settembre il saveriano Carlo
Salvadori è ordinato sacerdote dal vescovo mons. Solmi, nel santuario “Conforti”
della casa madre di Parma
molti altri confratelli saveriani.
Nella sua omelia, il neo ordinato
insiste sul ruolo del missionario
in mezzo ai fratelli: “è uno che
serve, come ci ha detto Gesù”.
Sandali, bisaccia
e... la Vergine
Padre Carlo riceve dalla parrocchia alcuni simboli significativi per la sua vita di missione:
dovendo mettersi in cammino
verso gli ultimi, riceve i sandali, una bisaccia, la mappa del
mondo che è chiamato ad abbracciare, come Cristo sulla croce, l’icona della “Vergine della
tenerezza”, in segno dell’atteggiamento con cui va incontro a
fratelli e sorelle.
Possa lo Spirito Santo illuminare questo nuovo sacerdote nel
suo cammino. Caro Carlo, buona missione. Ogni tuo passo sia
segno della presenza di Cristo in
mezzo alla gente!
■
aneddoTi su san guido ConForTi
p. DINO MARCONI, sx
Nel mese in cui si celebra la festa liturgica di san Guido Conforti (5
novembre), mi piace ricordare alcuni aneddoti che lo riguardano fin
da bambino e che mi sono sempre piaciuti: cose che capitano a tutti
i bambini del mondo...
Durante una passeggiata nei campi paterni, il piccolo Guido, salenGUIDOPicchia
CONFORTI
do su un pioppo per vedere un nido di uccelli, cade san
a terra.
la
testa
sul terreno,
o sul’abito
un ramo,
e forse
questa
la causadel
delle
sue batsucAbbiamo
ricevuto
santo
della fede
nelè giorno
nostro
cessive crisi
epilettiche
hanno ritardato
la sua ordinazione
sacertesimo,
ma questo
abitoche
è necessario
perfezionarlo
con l’esercizio
dedotale
gli hanno
salute. che è, deve diventagli
atti erelativi,
per provocato
cui la fedeproblemi
nostra dadiabituale
ancheinformando
un altro episodio
curioso.tutti
Un mendicante
la notte
reC’è
attuale,
e vivificando
gli atti dellagirovago
nostra vita.
Non
andava
a dormire
nel
fienile
delgiustificati
padre a Casalora.
Guido
scorrerema
sot-è
basta
avere
la fede
per
essere
al cospetto
delfa
Signore;
to il giaciglio
di paglia
un della
secchio
d’acqua,
sonnoopere.
del povero
necessario
vivere
la vita
fede,
che sirovinando
manifestail nelle
mendicante,
chedella
lancia
in aria
sonora
bestemmia.
Conforti
consideVivere la vita
fede
vuoluna
dire
giudicare
ogni cosa
secondo
i suoi
rava questa
birichinata
la più brutta
della
sua
vita da ebambino.
infallibili
comandi,
approvare
ciò che
essa
approva
condannare ciò
Mons.
ConforDaessa
vescovo,
invece,
è vittima
di due cadute
nei fossi.
che
condanna.
Non
basta credere,
ma bisogna
vivere
in conformiti
noleggiato
Ferrara unain
carrozza
due cavalli
per le
andare
a
tàaveva
della propria
fede,ainterrogarla
tutti gli aincontri,
in tutte
continCoccanile,
paese
della diocesi
di Ravenna.
La strada
fiancheggiagenze dellaun
vita
e regolarsi
non secondo
l’andazzo
del tempo,
non seva
un canale
pienodelle
d’acqua.
A un
tratto, inma
località
“Ponte
Corlo”,
condo
le esigenze
passioni
sregolate,
secondo
i suoidiinsegnaimenti,
cavallicon
vedono
un lenzuolo
biancolamuoversi
al praticare
vento, s’impennano
la persuasione
di seguire
verità e di
la giustizia.
e indietreggiano.
Il cocchiere
non riesce ama
trattenerli
la carrozza
fiNon basta credere
speculativamente,
bisognaeanche
credere
nisce
nel
fossato.
Il
parroco
della
vicina
parrocchia
di
Corlo,
ricevenpraticamente, vale a dire senza arrossire di fronte agli scettici e ai mido
l’arcivescovo
e il cocchiere,
presta
loro itutti
propri
abiti, finché
non si
scredenti.
È necessario
che la fede
informi
i pensieri
della nostra
asciugano
quelli
molli del
d’acqua.
mente, tutti
gli affetti
nostro cuore. È necessario che la nostra vita
Anche
a Parma,
andando
lungoNon
il torrente
Cedra,
Cone le
nostre
opere siano
l’ecoverso
dellaCaneto,
nostra fede.
basta che
l’immaforti
cade da cavallo.
Tutto bagnato
prosegue
a piedi,
fino
allaperché
porta
gine adorabile
del Crocifisso
adorni le
pareti delle
nostre
case
della
canonica
di là
Palanzano.
Nel buio
della notte,
al parroco
sorpreso
si possa
dire che
regna Cristo.
È necessario
di più:
che il suo
spirito
di
vedere
il
suo
vescovo
in
quelle
condizioni,
il
Conforti
dice
confuso:
santifichi i membri delle nostre famiglie.
“Anche il vescovo cade da cavallo! Posso cambiare gli abiti?”.
bisogna Credere... PraTiCamenTe!
4
Padre Pierluigi Felotti
è il nuovo rettore della
comunità saveriana di
Gallico; per lui si tratta
di un gradito ritorno.
Padre Ezio saluta le collaboratrici più
strette del santuario “Madonna della
Grazia”, prima di lasciare la Calabria.
Padre Ezio Marangoni stappa una bottiglia e così saluta tutti gli amici di Gallico; ora è a Roma per un anno, in attesa
di una nuova esperienza missionaria.
2012 NOVEMBRE
rOMA
00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287
Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925
E-mail: [email protected] - C/c. postale 45206000
In Burundi, fede da consolidare
Intervista all’abbé amico don Gérard
Gérard Nibigira ha
D ontrascorso
due anni, gra-
dito ospite nella casa saveriana
di via Aurelia. Proviene dalla
diocesi di Muyinga in Burundi.
Ha 59 anni ed è stato ordinato
sacerdote il 3 dicembre 1981, il
giorno della festa di san Francesco Saverio.
Ha lavorato in quattro diverse parrocchie della diocesi, il
vescovo l’ha inviato a Roma
per approfondire gli studi sulla
“teologia spirituale”. Prima di
tornare in Burundi, ha risposto
ad alcune domande, per parlarci
della sua chiesa di origine.
Parlaci della tua diocesi…
La diocesi di Muyinga ha poco
più di un milione di abitanti, dei
quali oltre la metà sono cattolici.
Abbiamo 17 parrocchie, guidate
da una sessantina di sacerdoti.
Negli ultimi due anni abbiamo
avuto 15 nuovi sacerdoti: una
grazia davvero eccezionale!
Come sta la chiesa burundese?
Il Burundi ha una popolazione
di oltre otto milioni di abitanti,
con otto diocesi. La chiesa cattolica è presente da 115 anni. I cattolici sono circa il 60 per cento,
seguiti da anglicani, metodisti,
battisti, evangelisti, pentecostali
e tante altre piccole sette. Ci sono anche i musulmani e coloro
che seguono la tradizione religiosa “naturale”.
Quali sono le maggiori
difficoltà?
La nostra è una chiesa giovane, ma presenta anche diversi
problemi. Pensiamo, per esempio, al raffreddamento della fede
tra i battezzati, la cui pratica religiosa a volte lascia a desiderare.
Anche da noi c’è un crescente
disinteresse e vari fedeli si allontanano dalla comunità cristiana.
Inoltre, l’aumento delle sette
crea confusione tra la gente. An-
a cura di p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx
che il fenomeno del secolarismo
oggi è diffuso.
I nostri giovani soffrono la
mancanza di lavoro e il loro
futuro è incerto. Per molti non
è facile formare una famiglia e
portarla avanti con serenità. In
generale, la situazione sanitaria
e sociale minaccia lo sviluppo
della popolazione.
Qual è la sfida più grande?
Siamo stati evangelizzati da
oltre cento anni e abbiamo avuto dei bei frutti. Per esempio, la
percentuale di cristiani in Burundi è buona. Nonostante questo,
non possiamo sederci ed esaltarci troppo, poiché bisogna ancora
consolidare la fede. Deve diventare una fede viva, che si rifletta
nella pratica e che trasformi ogni
attività e relazione umana.
Facci qualche esempio…
I vari scontri etnici e le guerre
civili, che il nostro paese ha cono-
Immagini da via Aurelia...
Una comunità viva e aperta al mondo
rischiamo di chiuderci
O ggi
ai fratelli bisognosi e pove-
ri, a chi non è dei “nostri”, a chi ha
un’altra fede... San Guido Conforti, in sintonia con il vangelo di Gesù, ci dà un compito: “formare una
p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx
sola, grande famiglia umana”, dove ogni uomo e donna sono fratelli e sorelle, accolti e amati.
■
Nell’atrio, s’incontra subito il busto
di san Guido Conforti, che ha dato la
vita perché il vangelo sia trasmesso a
ogni persona, popolo e cultura.
Abbé Gérard Nibigira, sacerdote burundese, per due anni ospite dei saveriani di
Roma, in via Aurelia; dalla finestra della sua stanza, l’ospedale San Carlo
e uno squarcio del panorama “romano”
sciuto nella sua storia, testimoniano che i valori cristiani sono poco
radicati nel cuore dei battezzati. È
ancora necessario approfondire la
fede e procedere a una nuova e
profonda evangelizzazione.
Come ti sei trovato a Roma?
Questi due anni a Roma sono
stati per me molto ricchi di esperienze, sia spirituali sia intellettuali, dal punto di vista umano,
personale e anche comunitario.
Nell’ambito dell’università, ho
potuto aggiornarmi e fare nuove
conoscenze. Ho potuto anche
seguire l’andamento del mondo
odierno, e questa è sempre una
cosa meravigliosa. Ho imparato tante cose che mi aiuteranno
personalmente nel ministero sacerdotale in parrocchia, e anche
nelle scuole e in tanti altre attività pastorali.
Cosa ti ha arricchito di più?
Il contatto con persone di diverse nazioni e continenti mi ha
arricchito in tanti aspetti. L’incontro con un professore veramente
esperto e preparato mi ha dato
tanto piacere e gusto; mi ha fatto
venire la voglia spingere la ricerca un po’ più avanti, anche attraverso il mio contributo personale.
Purtroppo ho incontrato anche
qualche persona che, invece di
aiutarmi a proseguire il cammino,
mi ha un po’ scoraggiato.
I programmi per il futuro?
Il mio programma futuro lo
disegnerà la Provvidenza. A me
basta rendermi disponibile per
qualsiasi eventualità. Per ora,
pare che debba vivere con i giovani seminaristi della mia diocesi. Quindi sarò educatore, insegnante, direttore spirituale... Un
ministero delicato e impegnativo. Lo accolgo con molta fede
e speranza.
Il Signore saprà donarmi la
grazia necessaria per poter portare avanti questo compito nel modo che a lui piacerà.
■
“Con voi sono sTaTo bene”
Intervista a don Gérard Nibigira / 2
a cura di p. F. ROTA MARTIR, sx
Continua l’intervista con don Gérard, il sacerdote burundese ospite
per due anni dei saveriani di Roma.
Desideri ringraziare qualcuno?
I miei ringraziamenti vanno in primo luogo al mio vescovo, che mi
ha dato l’opportunità di vivere questa esperienza. Desidero ringraziare anche tutti coloro che hanno contribuito al mio soggiorno a Roma:
i saveriani che hanno accettato di accogliermi e ospitarmi. La comunità saveriana del “Collegio Conforti” è stata il mio “paradiso” durante
questi due anni. Mi sono sentito in famiglia, dove le diversità sono al
servizio della fraternità. Sono stato accolto e aiutato con amore e con
premura. Credo che in nessun altro luogo sarei stato meglio.
4
La grotta della Madonna,
nel piccolo cortile della casa
saveriana in via Aurelia. Maria
è la prima e più grande missionaria,
l’ideale da seguire e da invocare.
La comunità saveriana si ritrova... anche davanti
alla televisione, in genere per assistere al telegiornale.
Sentiamo il bisogno di informarci su quello che succede,
nel nostro paese e nel mondo.
Conoscevi già i saveriani?
Conosco i saveriani da tanto tempo. Sono in Burundi e lavorano anche in varie parrocchie della mia diocesi di Muyinga. Abbiamo tante
occasioni di vivere insieme, di conoscerci meglio, di collaborare e aiutarci in vari settori della vita. Anche coloro che vivono nella diocesi di
Bujumbura, quasi tutti hanno esercitato il ministero nella nostra diocesi per qualche tempo: li incontro ogni volta che vado nella capitale.
Questo per dire che l’ambiente saveriano mi è molto familiare.
Tanti auguri!
All’amico don Gérard auguriamo ogni bene nel suo apostolato nella
giovane chiesa in Burundi. L’Eucaristia quotidiana ci mantiene in comunione nella chiesa missionaria.
2012 NOVEMBRE
rOMAgNA
48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7
Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811
E-mail: [email protected] - C/c. postale 13591482
Vogliamo metterci ad ascoltare
Un proposito utile per tutto l’anno
C
ari amici della Romagna,
vogliamo presentarvi la
nostra comunità in questo nuovo anno di lavoro pastorale e di
presenza saveriana tra voi.
Ecco nella foto i saveriani che
la compongono attualmente: p.
Giuseppe Nardo, p. Ildo Chiari,
p. Guglielmo Camera, p. Dino
Marconi, p. Lino Sgarbossa. Ci
siamo riuniti in questi giorni con
p. Ulisse Zanoletti, vice superiore
p. LINO SGARBOSSA, sx
per l’Italia, e abbiamo cercato di
stilare alcune linee programmatiche sul nostro lavoro e sulla presenza missionaria in Romagna.
Condividiamo con voi brevemente queste riflessioni, che
ci aiuteranno a
fare della nostra
presenza qualcosa che riproduca il cammino di Cristo che,
venendo tra noi,
ci ha accolto e
ci ha rivelato il
vero volto del
Padre Celeste.
La comunità saveriana di S. Pietro in Vincoli, versione 2012: (da sinistra) p. Ildo Chiari, p. Dino Marconi,
p. Lino Sgarbossa, p. Giuseppe Nardo e p. Guglielmo Camera
La fretta è...
nemica
Abbiamo parlato della necessità di ascoltare.
Ci siamo propo-
Aneddoti su san Guido Conforti
Il ragazzo birichino e il vescovo buono
L
a “peregrinatio Conforti”
nelle diocesi di Ravenna
e Forlì è stata un successo. Nel
mese in cui si celebra la festa
liturgica di san Guido Conforti
(5 novembre), mi piace ricordare
alcuni aneddoti che lo riguardano fin da bambino e che mi sono
sempre piaciuti: cose che capitano a tutti i bambini del mondo...
Il nido e il secchio d’acqua
Durante una passeggiata nei
campi paterni, il piccolo Guido,
salendo su un pioppo per vedere
un nido di uccelli, cade a terra.
Picchia la testa sul terreno, o su
un ramo, e forse questa è la causa
delle sue successive crisi epilettiche che hanno ritardato la sua ordinazione sacerdotale e gli hanno
provocato problemi di salute.
C’è anche un altro episodio
curioso. Un mendicante girovago la notte andava a dormire nel
fienile del padre a Casalora. Guido fa scorrere sotto il giaciglio di
paglia un secchio d’acqua, rovinando il sonno del povero mendicante, che lancia in aria una
sonora bestemmia. Conforti considerava questa birichinata la più
brutta della sua vita da bambino.
4
Le cadute da cavallo
Da vescovo, invece, è vittima
di due cadute nei fossi. Mons.
Conforti aveva noleggiato a Ferrara una carrozza a due cavalli
per andare a Coccanile, un paese
della diocesi di Ravenna. La stra-
da fiancheggiava un canale pieno
d’acqua. A un tratto, in località
“Ponte di Corlo”, i cavalli vedono un lenzuolo bianco muoversi
al vento, s’impennano e indietreggiano. Il cocchiere non riesce
a trattenerli e la carrozza finisce
nel fossato. Il parroco della vicina parrocchia di Corlo, ricevendo
l’arcivescovo e il cocchiere, presta loro i propri abiti, finché non si
asciugano quelli molli d’acqua.
Anche a Parma, andando verso
Caneto, lungo il torrente Cedra,
Conforti cade da cavallo. Tutto
bagnato prosegue a piedi, fino
alla porta della canonica di Palanzano. Nel buio della notte, al
parroco sorpreso di vedere il suo
vescovo in quelle condizioni, il
Conforti dice confuso: “Anche il
vescovo cade da cavallo! Posso
Mons. Conforti a cavallo durante
una visita pastorale sull’Appennino
p. DINO MARCONI, sx
sti di essere una “comunità che
ascolta” per essere “comunità
missionaria”.
Oggi ci troviamo nell’era delle
grandi comunicazioni di massa e
viviamo ormai sommersi dalle
parole. Basti pensare che in molte case la televisione accesa fa da
costante sottofondo e inonda di
parole la vita domestica. Oppure
pensiamo anche alle nostre vite
frenetiche, spesso piene di comunicazioni frettolose al cellulare.
Ma anche in famiglia e in comunità spesso siamo costretti a
scambiarci tante informazioni
nel poco tempo che abbiamo per
poter stare assieme. Così accade
che i brevi momenti che abbiamo
a disposizione per poter stare un
po’ in comunione vengono subito
riempiti di comunicazioni rapide,
e magari anche di parole pronunciate velocemente senz’avere il
tempo di rifletterle.
La fretta nel parlarci rende le
nostre relazioni sempre più frenetiche e, soprattutto, ci sottrae la
possibilità di stare ad ascoltarci,
perché quando ci si parla frettolosamente, non ci si ascolta davvero: ciascuno di noi finisce con
il concentrarsi non sulle cose che
ascolta, ma sulle cose da dire!
Apriamo orecchie e cuore
San Giacomo scrive nella sua
epistola: “Fratelli carissimi, ogni
uomo sia pronto ad ascoltare e
lento a parlare” (Giac 1:19).
Gesù Cristo è venuto appunto
a mostrarci che Dio ascolta le
nostre grida d’aiuto. Gesù non
è mai rimasto indifferente di
fronte ai bisogni materiali e spirituali della gente che incontrava. Ha sempre saputo ascoltare
le persone.
Soprattutto, ci siamo resi conto
che Gesù ci porta in disparte, ci
invita a fare silenzio, perché solo così possiamo ascoltare Dio e
ascoltare anche la voce dei fratelli; poi ci apre la bocca, dicendo “Effatà”, una parola aramaica che vuol dire “apriti”. Non si
tratta solo di aprire la bocca e le
orecchie, ma di aprire il cuore.
È un dato di fatto, come dicevo sopra, che spesso non ascoltiamo nessuno: né Dio né i fratelli. Anche in famiglia non siamo
più capaci di fare silenzio e di
ascoltare... E Gesù dice: “apriti”, cioè apriti all’ascolto di Dio.
Nel silenzio dobbiamo leggere e
ascoltare la Parola di Dio che è
la Bibbia; nel silenzio, saremo
capaci di parlare a Dio e a tutti.
Chiediamo a voi una preghiera, perché possiamo essere comunità che sa ascoltare e sa poi
donare la Parola a tutti coloro
■
che ci circondano.
cambiare gli abiti?”.
Il birocciaio e il carrettiere
La sera del 18 luglio 1904 il
birocciaio Giovanni Zerbini si
prende una rivoltellata alla mandibola mentre cerca di inseguire
l’anarchico Francesco Melandri, colpevole d’aver sparato a
don Sebastiano Malucelli, di
Sant’Alberto, mentre recitava
il rosario in chiesa. I due feriti
vengono trasportati all’ospedale
di Ravenna, dove ricevono anche
la visita di mons. Conforti. Dopo alcuni giorni lo Zerbini torna
a casa, mentre don Sebastiano
muore il 23 luglio, perdonando
il suo uccisore.
Il fattaccio provoca in mons.
Guido una grave crisi emotiva e
il risveglio della tisi polmonare.
La notte tra il 22 e il 23 luglio,
Conforti ha un primo violento
sbocco di sangue e poi altri ancora, finché il 10 agosto invia a
Roma le dimissioni da arcivescovo di Ravenna.
Una sera del 1921 a Parma,
tornando da una visita pastorale,
in via San Secondo il vescovo,
tra la gente impotente, scende da
carrozza e con il segretario raccoglie da terra il carrettiere Amleto,
trasportatore di ghiaia, bastonato
a sangue dagli squadristi. Porta
il malcapitato fino all’ospedale
dove, purtroppo, muore.
Il Buon Samaritano non passa
mai oltre: ha pietà di tutti e li soccorre.
■
animaTori giovaniLi in assembLea
p. DINO MARCONI, sx
Il pomeriggio del 3 settembre con il ritiro “Sulla tua parola getterò le reti” è iniziata l’assemblea dei saveriani animatori dei giovani
in Italia. La missione va oltre le crisi e i fallimenti; si ispira alle parole
evangeliche della pesca miracolosa. La chiesa infatti è come una barca fragile e offre la salvezza solo con Cristo.
Vari esperti del movimento saveriano “Cem Mondialità” ci hanno
aiutato a conoscere l’attuale mondo culturale che non è più uniforme,
ma diverso per culture, religioni e sensibilità. La scuola è forse l’unico
luogo pubblico che rappresenta realmente le diversità culturali che
abitano il territorio. Ma l’ambito educativo va oltre la scuola e la famiglia. Gli immigrati possono favorire la crescita culturale, in un mondo che è diventato un bazar.
Padre Guglielmo Camera, nell’anno della canonizzazione di san
Guido Conforti, ha parlato della devozione del nostro fondatore a
san Francesco d’Assisi, che ha sviluppato l’idea dei voti mistici del missionario per una più profonda unione con Gesù. Gli animatori, come
contemplativi in azione, hanno anche compiuto un pellegrinaggio a
La Verna (nella foto), dove il Conforti aveva rivisto il testo delle costituzioni dell’istituto saveriano nel 1921. L’assemblea è terminata il
mattino di sabato 8 settembre.
2012 NOVEMBRE
SAlErNO
84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4
Tel. 089 792051 - Fax 089 796284
E-mail: [email protected] - C/c. postale 00205849
è sempre tempo della missione
Saluto e ringrazio tutti, pronto a ripartire
nove anni in Italia ho
D opo
di nuovo la gioia di ripren-
dere l’esperienza della missione
in Camerun-Ciad, dove ho già
trascorso 21 anni di vita. Qualcuno mi ha domandato se a 63
anni è ancora tempo di partire. È
sempre il tempo della missione,
cioè di annuncio del vangelo là
dove non è ancora conosciuto.
Questo vale per la “missione
qui tra noi”, perché è crescente il
bisogno di annuncio ed è grande
la sete di Dio anche in Italia e nel
Salernitano, dove il calo della
pratica religiosa e della fede vissuta ci fa sperimentare un grave
vuoto. Ma è tanto più grande il
bisogno dell’annuncio dove la
presenza della chiesa è ancora più
debole, perché l’annuncio non è
giunto o non è mai penetrato.
Il missionario cresce
Devo inoltre riconoscere che
l’esperienza nelle “giovani chiese” mi ha arricchito enormemente. Il missionario che parte non è
lo stesso quando torna. E io mi
sono sentito cresciuto umanamente e spiritualmente dalla testimonianza di tanti fratelli che
mi sono rimasti nel cuore.
Augustin Rouamou, in carrozzella da 20 anni e catechista della sua comunità; Gabriel Matna,
sempre sorridente e interessato
alla scuola, anche se analfabeta; Maman Susanne, una donna
responsabile della sua comunità;
Mathieu, il catechista cieco che
conosceva a memoria il vangelo
e lo proclamava nelle celebrazioni cantandolo; Michel Furisou, che percorreva due volte la
settimana una lunga distanza in
bicicletta per aiutare una comunità che stava nascendo… E tanti altri che erano in realtà i veri
evangelizzatori della loro gente.
p. BENIGNO FRANCESCHETTI, sx
In dialogo nella Brianza
Ma ho vissuto bene anche
questi anni in cui mi è stato
chiesto un servizio in Italia per
permettere ad altri di partire per
la missione. Ho trascorso i primi quattro anni a Desio (MB)
cercando di aprire la comunità
all’accoglienza e al dialogo interreligioso.
Nella zona di Desio c’è un
folto gruppo di pakistani che ci
ha chiesto lo spazio per pregare,
spesso all’aperto, ma a volte anche in casa. Si è creata una bella
amicizia che continua ancora. Ed
è nato anche un cammino con le
donne e con i giovani musulmani. Penso che con la fiducia e
l’amicizia si possa vincere ogni
paura e tutti ricevano molto.
Le iniziative a Salerno
L’esperienza a Salerno mi ha
lasciato ammirato e riconoscen-
Scoperta davvero... eccezionale!
La comunità saveriana di Salerno
Squilla il telefono.
D rin.
“Scusate, è questo lo 089
792051 dei salesiani?”. “Signora, il numero è giusto, ma qui
sono i saveriani”, risponde un
missionario, che prende la palla
al balzo e continua: “Se vuole
venire a trovarci, noi siamo disponibili dalle 8 del mattino fino
a sera. Siamo in via Fra’ Giacomo Acquaviva 4, vicino alla parrocchia San Paolo a Salerno città. Venga a trovarci… e farà una
scoperta davvero eccezionale!”.
Una presenza storica
Questo potrebbe essere l’inizio
di una storia, o meglio, la continuazione di una presenza dei
4
saveriani a Salerno. Già mons.
Conforti aveva fatto scendere i
suoi missionari nel sud Italia, a
Massa di Vallo della Lucania,
nel lontano 1930. Siamo poi
venuti nel quartiere storico di
Salerno (nel 1947) e siamo al
Masso della Signora dal 1960.
Quanti missionari hanno lavorato, sudato, pregato, sognato e
hanno poi spiccato il volo per
tutti i paesi del mondo!
Ora nella comunità siamo in
otto. Alla porta d’ingresso troverete fratel Renato Atzori dalla
Sardegna che vi accoglierà con
gentilezza. E, come d’incanto,
sentirete la risata contagiosa di
padre Nazzareno Corradini, di
All’ingresso della casa di Salerno i saveriani si presentano con l’ideale ricevuto
da san Guido Conforti: “Fare del mondo una famiglia”;
gli amici che vogliono conoscere e collaborare sono tutti benvenuti!
te. Il gruppo del laicato saveriano che ho trovato qui è veramente forte, generoso, creativo
e sta facendo un cammino di
collaborazione davvero bello e
interessante con la comunità dei
saveriani e delle saveriane.
La proposta di mostre interculturali ha interessato molte
scuole, che ora possiamo raggiungere anche con un allestimento itinerante. È un’opportunità unica in Italia. La festa dei
popoli in piazza, con l’appoggio
anche del comune, sta crescendo
di anno in anno.
Il cammino di numerosi gruppi di giovani ci permette di stare
a contatto con il futuro. La collaborazione con strutture diocesane e con le parrocchie ci fanno
sentire pienamente inseriti nella
chiesa locale.
L’esperienza di accogliere in
casa nel periodo invernale persone “senza fissa dimora” ha
svegliato la sensibilità sociale
nell’ambiente. Tutto questo ha
spesso trasformato la nostra casa saveriana in un “via vai” di
gruppi e persone che, a modo
loro, vogliono sentirsi parte del
nostro slancio missionario.
Non sono un... fuggitivo
Riparto quindi da Salerno e
dall’Italia non come un... fuggi-
Padre Benigno in uno dei tanti
incontri a cui ha partecipato negli anni
di permanenza a Salerno
tivo, ma perché credo che il nostro partire dia coraggio anche a
chi resta.
Dico grazie, dunque, a tutti
coloro che ho conosciuto e con
cui ho lavorato in questi anni,
con l’impegno di restare uniti
e di continuare il cammino con
lo stesso spirito e con la stessa
generosità, anche se vivendo in
“continenti” diversi. Grazie di
cuore a tutti voi! Dio ci benedica
e ci colmi della sua gioia.
■
p. OLIVIERO FERRO, sx
Reggio Emilia, che sta uscendo o
rientrando dai suoi giri apostolici
nei gruppi di preghiera, confessioni, consigli e altre cose belle.
Nei dintorni c’è padre Antonio
Chiofi, laziale, alle prese con i
conti e con le spese. E vicino a
lui c’è il nuovo superiore, padre
Carlo Pozzobon, di Treviso.
Otto, ma anche di più…
Padre Francesco Cavallo da
Bari si divide tra la cappella e
l’accoglienza di tante persone,
bisognose di consiglio; è il più
“giovane” della comunità, con i
suoi 92 anni ben portati.
Dalla cucina si sentono rumori e profumi. La cuoca Anna sta
preparando il pranzo e un po’
più in alto la lavatrice va a pieno
ritmo sotto il controllo di Angela. Se senti dei colpi di martello,
è Gerardo che sta facendo uno
dei tanti lavori di manutenzione
della casa.
Dimenticavo: mancano ancora altri tre saveriani. Padre Simone Piccolo (veneziano) e padre François Noah (africano del
Camerun): sono sempre in movimento per incoraggiare i ragazzi
e i giovani a sentirsi missionari dappertutto. Infine, l’ultimo,
che scrive, va alla radio e segue
gli scout: sono io, padre Oliviero Ferro (piemontese), e cerco
di far conoscere a tutti ciò che
è bello, giusto e santo, anche attraverso il nostro super mensile
“Missionari Saveriani”.
■
“grazie, Padre benigno!”
ELENA e NANDO
Che un missionario parta è la cosa più naturale del mondo; ma prima dell’andare c’è lo stare, il condividere la vita. È così che a noi laici saveriani di Salerno è capitato di avere per cinque anni p. Benigno
Franceschetti come guida spirituale. Ci è stato accanto con discrezione, accogliendoci con grande disponibilità d’animo e con un sorriso,
anzi con la sua caratteristica risata. Ci ha aiutato soprattutto nel cammino formativo.
Giunto il momento dei saluti, nascondere la tristezza è sforzo vano;
perchè p. Benigno in questi anni ha saputo farsi nostro compagno di
viaggio nel cammino quotidiano delle nostre famiglie, nelle scelte e
nelle incertezze della nostra vita, ascoltando la fatica e la confusione
che si vive nel mondo del lavoro e le preoccupazioni che accompagnano la crescita dei nostri figli e l’invecchiamento dei nostri cari.
Lo ringraziamo perché si è fatto coinvolgere nelle nostre iniziative
e ha colto le provocazioni che gli passavamo; basta pensare alle mostre interculturali che ha appoggiato e sostenuto, o all’accoglienza dei
senza fissa dimora, di cui è stato promotore convinto.
A nome di tutto il gruppo dei laici saveriani di Salerno diciamo a p.
Benigno un grazie grande e affettuoso, accompagnato da auguri sinceri e preghiere fraterne.
Padre Benigno con le famiglie dei laici saveriani in una
escursione estiva; a sinistra, il consigliere
generale p. Carlo Girola
2012 NOVEMBRE
22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15
Tel. 031 426007 - Fax 031 360304
E-mail: [email protected]
C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6
TAVErNErIO
Allora, tutto il mondo è missione?
Dai fiumi dell’Amazzonia alle unità pastorali
ero lungo la riva
U nadel sera
fiume. Arrivavo dalla
p. GIUSEPPE BORGHESI, sx
città, avevo risalito il fiume sul
barcone della parrocchia. A Rio
Bacurì non c’era una farmacia,
non c’era un medico, niente
scuole. Aspettavo la gente per la
Messa. La chiesa è dietro a me,
ancora vuota.
Vedo arrivare alcune canoe cariche di gente. Tutti sporchi di melma. Il tempo di lavarsi dall’odore
grasso di pesce, e subito in chiesa
a intonare una nenia sacra. A quella vista, mi sento salire dentro una
domanda: “Se Gesù fosse qui, al
mio posto, comincerebbe subito a
celebrare l’Eucaristia, o farebbe
qualcos’altro?”.
me, in silenzio. Loro arrivavano
in canoa, si lavavano, in silenzio.
Entravano nella chiesetta a incontrare Dio attraverso il rito...
Ma poi una risposta è arrivata:
“Fermati, Giuseppe! Comunicare è importante. Annunciare il
vangelo di Gesù Cristo significa
comunicarlo in modo più completo. E poi, una cosa è comunicare il vangelo da soli, altra cosa
è comunicarlo insieme. Insieme
è meglio!”.
Così ho chiesto al vescovo
come fosse possibile unire l’annuncio religioso con la solidarietà verso i bisogni della gente. Il
vescovo ha suggerito di assumere un laico che mi aiutasse.
missionari. Lui sentiva forte la
necessità di risvegliare gli isolani
con piccoli progetti: fabbriche di
ceramica a misura famigliare; un
cantiere dove costruire i barconi
per gli spostamenti dei gruppi
parrocchiali... Romildes, invece, spingeva per una pastorale
dei pescatori: le famiglie dei pescatori erano attente a chi fosse
in grado di togliere il monopolio
a certi personaggi...
Altri sei laici, uno dopo l’altro, si sono uniti a noi per un
servizio pastorale. Cresceva il
bisogno di pregare insieme, una
volta al giorno. Il soprassalto
delle iniziative rischiava di passarci sopra la testa.
Insieme è meglio!
Di fatto, per cinque anni ho
consumato remi e sandali per
raggiungere i villaggi dei “ribeirinhos” - gli abitanti dei fiumi.
Cinque anni senza raccogliere
niente. Li aspettavo lungo il fiu-
La compagnia dei laici
È stato come lo sbocciare di
un fiore. In poco tempo ho trovato un numero di laici sufficienti
per far fronte alle esigenze della
missione. Assòpra è diventato il
mio primo compagno di viaggi
Le otto maniglie del timone
Un giorno mi capita tra le mani un timone di barca: una ruota
con otto maniglie. Questo è diventato il simbolo delle nostre
varie attività. A ogni maniglia
corrisponde il nome di un’attivi-
Ribaltiamo la prospettiva
San Guido e la storia di Luciano Grendene
E
ravamo abituati a pensare a
mons. Conforti con nostalgia e ammirazione per tutto ciò
che aveva fatto di bene per il popolo di Parma e inviando i missionari nel mondo. Ora egli è santo.
“Santo” significa semplicemente
che è in paradiso e che è vivo.
Sappiamo per fede che quando
Gesù tornerà per giudicare i vivi
e i morti, porterà con sé l’intera
schiera dei santi. Tra loro, san
Guido Conforti troverà il modo
di inserire tutte le persone che
sono andate in paradiso grazie
ai suoi missionari: un popolo innumerevole di ogni tribù, lingua
e nazione, come grani di sabbia
sulle spiagge del mare.
4
Apriamoci alla speranza
Il 5 novembre, festa di san
Guido, dobbiamo pregare per
lui come una persona cara che
abbiamo perso per sempre, o
dobbiamo invocare il suo aiuto?
Dobbiamo raccontare a lui come
vanno le cose di qui, o dobbiamo
lasciare che lui ci racconti come
sono le cose di là?
San Guido capovolge e scompiglia il nostro modo di pensare ai defunti. La sua voglia di
raccontare quello che c’è di là è
più grande del bisogno che noi
sentiamo di pregare per il suo
riposo eterno.
Allo stesso modo, dobbiamo
pregare Dio solo perché conceda
il riposo eterno ai nostri cari defunti, oppure dobbiamo pregare
loro perché vengano a scaldarci
il cuore con i racconti del loro
mondo? Ringraziamo san Guido
per la speranza alla quale ci apre
mente e cuore.
Luciano e il senso della vita
Questa rivoluzione nel modo
di rapportarci ai morti è divenuta
più chiara leggendo la storia di
Luciano Grendene, nipote del nostro p. Giuseppe Caretta. Dal me-
La copertina di “Io e l’universo”, l’ultima
opera di Luciano Grendene, nipote
di p. Caretta; sul senso della vita
e della morte egli ha scritto ben 24 libri
p. LINO MAGGIONI, sx
se di agosto siede accanto a san
Guido, alla mensa di Abramo.
Luciano è morto a soli 56 anni,
dopo aver provato la sofferenza
morale e fisica: la moglie lo ha
lasciato; e in seguito, una malattia terribile lo ha inchiodato in
carrozzella. Sul senso della vita
e della morte Luciano ha scritto
24 libri. Quello che noi impariamo da san Guido sulla morte,
Luciano l’aveva messo nero su
bianco durante la sua infermità.
“Se Dio vuole così, così sia”
In questo mese di novembre,
condividiamo con voi alcuni
pensieri di Luciano, che vanno
oltre ogni tempo. “Che si chiami
Bepi o Toni poco importa; la mia
è una malattia neurodegenerativa
inarrestabile, progressiva e devastante, che porta allo sfacelo del
corpo. Se Dio vuole così, così
sia. Poiché nella mia situazione
vedo come unico bene, che mi
libererà da tutti i mali, sorella
morte corporale…”.
“Se la Trinità Santissima ha
deciso di ritirare prematuramente il dono della vita terrena, è
perché vuole elargire con anticipo il dono più grande della vita
celeste”. “Con il mio spirito sarò
in ogni brezza, in ogni tempesta,
in ogni rugiada, in ogni luna piena; perché il mio spirito ama la
bellezza per sempre”.
■
Padre Giuseppe Borghesi (a sinistra), con p. Marcello Zurlo e p. Renato Trevisan
festeggiano i loro 33 anni di missione in Amazzonia
tà parrocchiale.
Una maniglia per indicare gli
spacci comunitari per la spesa
dei meno abbienti; una per la
riunione settimanale in cui pregare; una a indicare la pastorale
dei bambini; una per la pastorale
giovanile…
E la gente si avvicina sempre
più. La chiesa diventa la fontana del villaggio che disseta tutti.
La fede entra in tutti i momenti
della vita. Comunque non sono
solo rose e fiori. Bisogna fare i
conti anche con i temperamenti
delle persone.
La missione anche in Italia
Ora sono a Tavernerio per frequentare un corso di aggiornamento missionario, insieme ad
altri confratelli e consorelle provenienti da varie nazioni del mondo. Due mesi fa sono tornato in
Italia per un turno di riposo, come
è consuetudine per i missionari.
Qui, per la prima volta, sento
parlare di “unità pastorali”. C’è
chi dice che sono una necessità,
perché i preti stanno calando di
numero. Altri sostengono che
sono una scommessa della fede:
servono a superare l’indifferenza, a migliorare le relazioni tra
la gente...
Un amico mi ha raccontato
che a Cantù c’erano cinque parrocchie. Oggi c’è una sola “unità
pastorale”. Un signore di Giussano mi diceva di aver partecipato a una cena, organizzata dal
prete “coordinatore” della loro
“unità pastorale”, il cui ricavato sarà devoluto ai terremotati
dell’Emilia. Lo ascolto. Mi commuovo. E mi chiedo: “Ma allora
tutto il mondo è diventato missione?”.
■
gLi amiCi vengono a TrovarCi
Piero e Anita
Ballarate
sono tornati
con i figli
Andrea e Marco
nel nostro parco,
davanti all’altare
a cielo aperto,
dove si sono sposati 37 anni fa.
La comunità parrocchiale della città murata nel giorno dedicato
alla programmazione pastorale.
2012 NOVEMBRE
VICENZA
36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119
Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376
E-mail: [email protected] - C/c. postale 13616362
Energie giovani e... anziane
Nella casa dei saveriani di Vicenza
C
i è venuta l’dea di rendere partecipi i nostri amici
lettori di ciò che avviene nella
casa dei saveriani di Vicenza, in
viale Trento, da un po’ di tempo
p. LUCIANO BICEGO, sx
a questa parte. Sentiamo innanzitutto cosa dice p. Elio Cosma,
rientrato dal Messico poco tempo fa e ora superiore della comunità.
Padre Cosma:
“da non crederci!”
“Sono qui a Vicenza da un anno e ho partecipato a vari incontri del GAMS, del gruppo gio-
Genitori e figli all’incontro delle “famiglie per la missione”, nella casa dei saveriani di Vicenza
Piedi per terra e occhi al cielo
Nella casa dei saveriani di Vicenza / 2
E
cco quello che ha da dirci
Simonetta, rappresentante
del GAMS, il gruppo amici dei
missionari saveriani. È un gruppo iniziato già ai tempi di san
Guido Conforti e ormai diffuso
anche in America latina, in Africa e in Asia.
4
può realizzare quel desiderio che
è presente in ciascuno di noi: fare qualcosa per gli altri in modo
gratuito.
Padre Luciano ci guida con la
semplicità e la spontaneità che
gli vengono dagli anni trascorsi
in missione: piedi per terra ma
occhi rivolti al cielo, per incontrare Dio negli uomini. La mostra dei presepi e il mercatino
missionario sono le attività nelle
quali ognuno di noi è impegnato,
durante l’intero anno.
L’ascolto delle testimonianze e dei progetti missionari, gli
approfondimenti della fede alla
luce della Parola di Dio, le varie
celebrazioni e la riconciliazione
comunitaria, si alternano a semplici momenti conviviali che ci
aiutano a crescere nell’amicizia.
Oggi l’Italia è terra di missione
e lo stile del Gams è da esportare
p. LUCIANO BICEGO, sx
in tutte le nostre comunità”.
Provare per credere!
Diamo infine la parola a Lara,
animatrice del gruppo giovani,
che si preparano a visitare le
nostre missioni. “Sono arrivata
dai saveriani quasi per caso e mi
sono trovata attorniata da tanti
giovani che erano spinti dalla
Gams: uno stile da esportare
voglia di missione. Lentamente
“Da un anno faccio parte di
anch’io mi sono lasciata coinquesto gruppo di persone amivolgere, ascoltando quello che
che dei saveriani. E chi è un
mi diceva il cuore, e sono partita
amico, se non colui che conosce
per il Brasile. Successivamente,
le tue necessità, i tuoi progetti,
ho fatto l’animatrice.
e ti aiuta a realizzarli? Questo è
Il corso di preparazione si
ciò che cerchiamo di fare, con lo
svolge dai saveriani, ma è costile missionario che ho speriordinato da animatori laici, da
mentato fin dal primo incontro:
suore e da missionari di vari
accoglienza e attenzione a ogni
istituti religiosi. Questa caratsingola persona, scoperta e valoteristica permette ai giovani di
rizzazione dei doni di ciascuno.
avvicinarsi allo stile missionario
Il gruppo non viene prima della
vissuto in modo differente dai
persona, ma nel gruppo ognuno
vari carismi.
I giovani sono
molto attenti e interessati alle tematiche proposte. Tra
loro si creano forti
legami perché hanno gli stessi interessi, che non sempre è facile ritrovare nelle parrocchie,
dove non ci sono molte iniziative
per i giovani oltre i
vent’anni. Comunque, posso dire a
chi vuole provare,
che non resterà deGiovani che partecipano al corso per prepararsi a vivere un’esperienza missionaria,
insieme ad animatori e animatrici
luso”.
■
vani e del gruppo famiglie per la
missione. Ho potuto notare una
realtà incredibilmente viva, che
fa ben sperare. Se non fossi stato
presente, non ci avrei creduto.
Ricordo la giornata di fine
anno del gruppo delle famiglie:
un bel mix di energie e attività
in cui ognuno è valorizzato per
ciò che è. Quel giorno, infatti,
ognuno raccontava a suo modo,
davanti a tutti, il cammino che
stava facendo.
I più piccoli, attraverso il canto, esprimevano i diritti di ogni
bambino che viene al mondo.
Gli adolescenti si presentavano
attraverso i powerpoint; i genitori narravano ai figli come, nel
corso dell’anno, erano riusciti a
vivere la sobrietà.
Insomma, ero davvero stupito di tutto. Perciò, cari amici
e amiche, siete tutti invitati in
viale Trento 119 a Vicenza, per
provare la stessa emozione”.
Una finestra sul mondo
Sentiamo ora Luisa di Santa
Maria di Camisano, che partecipa al gruppo delle famiglie per
la missione. “Per noi genitori la
casa dei saveriani rappresenta il
luogo d’incontro per un appuntamento mensile importante:
un momento di formazione e
riflessione, basato sulla parola
di Dio, e un incoraggiamento
ad adottare sempre più uno stile missionario. Incontrarci periodicamente tra famiglie che
condividono la stessa ricerca, la
stessa voglia di intraprendere un
percorso di formazione, ci permette di confrontarci su temi e
problematiche che ci accomunano, ricevendo consigli e testimonianze incoraggianti.
Oltre al confronto tra noi,
però, la casa saveriana è anche
una finestra sul mondo: ci offre
molte occasioni per proiettarci
verso le terre di missione e verso
esperienze significative di persone che dedicano la propria vita
agli altri.
Quest’anno, affrontando il tema della sobrietà, abbiamo avuto tre testimonianze che ci hanno
ricordato come il carisma missionario debba orientarsi fuori
dall’Italia e in Italia, e anche in
famiglia. Questo, infatti, è il luogo in cui si vivono le relazioni
di fraternità e condivisione, servizio e amore, e dove si inizia a
educare i nostri figli a certi stili
di vita.
La domenica mattina, quando
arriviamo per gli incontri, ci sentiamo come in casa nostra. Nei
corridoi si respira la ricchezza di
vite intense, spese nei diversi paesi del mondo in circostanze diverse. In questo contesto, ciascuno di noi ha il suo posto: i figli
con i loro coetanei e gli adulti tra
loro. Ognuno si sente a proprio
agio, perché avverte una bella
accoglienza che abbatte subito
le distanze tra i nuovi e i vecchi,
e ci fa sentire parte integrante di
questa grande famiglia”.
■
(continua a lato)
Gli animatori di diverse congregazioni guidano la formazione
dei giovani che vanno in missione
La mosTra dei PresePi missionari
Inaugurazione: domenica 25 novembre
Domenica 25 novembre alle ore 14, presso la casa dei saveriani di
Vicenza, in viale Trento, si tiene l’inaugurazione della mostra dei presepi missionari. La mostra rimane aperta tutti i giorni dalle 9 alle 12 e
dalle 15 alle 18, fino al 6 gennaio 2013.
Il ricavato della mostra 2012 aiuta a finanziare il progetto di una
“Radio per Siberut”, nelle isole Mentawai in Indonesia.
Domenica 13 gennaio, come da tradizione,
è in programma la festa
finale con i bambini attorno al presepio. Si tratta di una bella iniziativa,
in cui intervengono tante famiglie… I bambini
possono restituire i presepi-salvadanaio, con i
risparmi fatti nel tempo
dell’Avvento. Sacerdoti,
catechisti e famiglie sono pregate di prelevare
i “salvadanaio” presso la
casa dei saveriani.
2012 NOVEMBRE
ZElArINO
30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16
Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410
E-mail: [email protected] - C/c. postale 228304
Un incontro in tre tappe
La festa dei famigliari dei missionari
23 settembre è
D omenica
riuscito bene l’annuale in-
p. FRANCO LIZZIT, sx
(Trivignano), da Caorle la sorella di suor Bianca (Sudan) e suor
Cornelia (Brasile) e in particolare don Luigi Tonetto dal Brasile,
fratello di p. Sergio, saveriano
morto quattro anni fa.
di san Guido Conforti, seguita
dalla celebrazione della Messa.
contro con i parenti e amici dei
Presiedeva don Luigi Tonetto
missionari veneziani. Dai savecon i saveriani Mario Diotto,
riani di Zelarino sono arrivate
Sergio Cambiganu, (nuovo retoltre 200 persone. Tra loro, i getore della comunità), Marcello
nitori di p. Simone (saveriano di
Storgato, Giancarlo Lazzarini
Gazzera), di p. Daniele (comboAtto primo: in chiesa
(trasferito ad Ancona nella casa
niano di Favaro, ora in ColomAlle 10,30, nella chiesa del
del noviziato), Flavio Bacchin e
bia), la mamma di suor Lucia
centro pastorale “Card. UrbaFranco Lizzit.
(di Portegrandi, missionaria in
ni”, c’è stata una proiezione con
Don Luigi, commentando il
Angola), le sorelle di suor Flavia
gli eventi della canonizzazione
vangelo con
accento spiccatamente
brasiliano
(46 anni di
missione),
ha subito
a ff e r m a t o :
“Annunciare
Cristo è lo
scopo unico
della nostra
missione; a
questo converge ogni
Don Luigi e i saveriani Mario, Sergio (nuovo rettore), Marcello, Giancarlo, Flavio e Franco
durante la Messa per la festa dei famigliari dei missionari veneziani
nostra atti-
Chi parte e chi arriva...
Nella comunità saveriana di Zelarino
due anni di servizio
D opo
come rettore, p. Giancarlo
Lazzarini di Murano, è partito per la comunità saveriana di
Ancona, lasciandoci con nostalgia. Infatti, in questi due anni ha
potuto godere un po’ della vicinanza dei parenti e dell’amicizia
di sacerdoti suoi compagni nel
seminario di Venezia.
Lo sostituisce p. Sergio Cambiganu, di Sassari. Non è nuovo
a Zelarino. Vi era stato come studente negli anni 1952-54. Vi era
tornato, giovane sacerdote, come
professore di filosofia e pedagogia dal 1964 al 1975. Proprio in
quel periodo si è laureato in pedagogia a Padova.
4
Benvenuti p. Sergio e p. Sisto
Padre Sergio è stato missionario
in Burundi dal 1975 al 1980, quando fu espulso assieme ad altri missionari per la politica del presidente Bagaza. Di nuovo a Zelarino per
dieci anni dal 1981 al ‘91, è andato
poi a Cremona per l’animazione
missionaria. Viene con le sue doti
umane e il carisma sacerdotale e
missionario; e anche con… i prelibati vini e dolcetti sardi.
È arrivato anche p. Sisto Da
Rold, bellunese. È stato compagno di p. Sergio dal noviziato al
sacerdozio. La sua lunga esperienza in missione si chiama
Uvira, Bukavu… in Congo RD,
intramezzata da periodi di riposo
Il sassarese p. Sergio Cambiganu (a sinistra) è il nuovo rettore dei saveriani di Zelarino; con lui, a completare la squadra è arrivato anche il bellunese p. Sisto Da Rold
vità. È un servizio alla chiesa e
alle persone che incontriamo. È
un servizio non facile, perché bisogna farlo alla maniera di Gesù,
con semplicità e umiltà, e questo
costa sacrificio. Il mio servizio si
svolge in Brasile e il vostro qui,
con le persone che incontrate.
Nelle difficoltà ci aiuta guardare
a Gesù e a Maria”.
coetanei: Maddalena di Onara,
nata l’8 settembre, e Riccardo di
Gaggio… Si vede proprio che la
missione non ha limiti di spazio
e di età. Ci sono anche tre persone su sedia a rotelle: con la
sofferenza e la preghiera, danno
un grande aiuto alle missioni e
non hanno voluto perdere questo
appuntamento.
Atto secondo: a pranzo
Dalla chiesa siamo passati alla sala da pranzo, dal colloquio
con Dio a quello con i fratelli:
saluti e abbracci in un clima di
rumorosa fraternità, surriscaldata dal buon cibo e dal buon vino.
La semplicità e la gioia del personale di servizio, tra cui molti
giovani, hanno fatto sentire tutti
non ospiti, ma famigliari.
Durante il pranzo c’è stato
l’intermezzo di p. Mario con
un concorso a premi: “Tutto un
imbroglio!”. Ma i vincitori dei
numerosi premi si sono sentiti
tutt’altro che imbrogliati.
…Chi è laggiù a capotavola?
È Margherita, festeggiata nel suo
primo compleanno, anche lei con
lo spirito della prozia suor Flavia, per tanti anni missionaria in
Brasile. Ci sono anche due suoi
Atto terzo: il saluto
I graditi ospiti, dopo aver ringraziato il personale di servizio e
salutato i saveriani, si sono diretti verso i propri mezzi di trasporto. In tutti sembrava risuonare
un motivetto: “Siamo arrivati da
tanti paesi diversi, per tante strade diverse; ora torniamo a casa
diversi, perché portiamo più gioia nel cuore; la gioia di formare
una sola famiglia tra noi e con i
missionari, per diffondere ovunque il regno di Cristo”.
Il nuovo rettore, padre Sergio, ha ringraziato e salutato tutti con un “arrivederci alla prossima”. Allora, ecco l’impegno che
ci deve accompagnare in questo
“atto terzo”, fino al prossimo incontro: “Rafforzare la solidarietà
con le missioni e annunciare Gesù nel nostro ambiente”.
■
p. FRANCO LIZZIT, sx
e cure in famiglia, a Parma e a
Zelarino, dove ritrova tanti amici felici di rivederlo.
Restano p. Mario e p. Franco
Al loro posto rimangono p.
Mario Diotto e la sua fisarmonica, che porta allegria in tanti
gruppi di anziani e diventa strumento efficace per l’animazione
missionaria nelle scuole, a catechismo e nelle assemblee, a cui
p. Mario si rivolge volentieri.
E poi ci sono io, p. Franco
Lizzit, il jolly della comunità, anche se le mie torte sono
spesso... ciambelle con il buco.
Faccio parte della commissione
missionaria e della pastorale giovanile, nonostante le quasi quattro giovinezze ormai trascorse.
Ma mi sento ancora abbastanza
“giovane dentro”.
Un saluto affettuoso
Padre Amedeo Ghizzo, invece,
dopo una presenza quasi ventennale a Zelarino, dallo scorso giugno si trova a Parma per curare
meglio il diabete. A Parma si trova anche p. Bruno Cisco, dopo
un anno trascorso a Vicenza. Li
salutiamo, assicurando loro il ricordo nella preghiera, in questo
tempo di sofferenza.
La nostra comunità cerca di
continuare ad essere memoria
della missione nel luogo in cui il
Signore ci ha posto, anche tra le
parrocchie che chiedono e accettano il nostro servizio.
■
Riccardo, Margherita e Maddalena, classe 2011, felici con le loro mamme,
si preparano a una prima partenza; ci sarà poi quella per la missione?
inConTri di PregHiera
in Casa e Fuori
Il primo aiuto da dare al missionario è la preghiera. Gesù, infatti,
prima di inviare gli apostoli, raccomanda loro: “Pregate il Padrone
della messe che mandi operai…”.
Con questo spirito i nostri amici continuano a riunirsi ogni terzo
giovedì del mese nella chiesa dei missionari saveriani di Zelarino, a
pregare per le vocazioni e per le missioni. Ecco le date e gli orari per
il 2012-2013.
2012
15 novembre
20 dicembre
17 gennaio
2013
ore 15,30
ore 15,30
ore 15.30
Per informazioni e richieste, rivolgersi a p. Franco o a p. Sergio. Tutti sono comunque invitati a unirsi,
almeno spiritualmente, in casa o in
chiesa, per pregare per i missionari e
per le vocazioni saveriane. Grazie!
21 febbraio
21 marzo
18 aprile
16 maggio
20 giugno
19 settembre
17 ottobre
21 novembre
19 dicembre
ore 15,30
ore 15,30
ore 16,30
ore 16,30
ore 16,30
ore 16,30
ore 16,00
ore 15,30
ore 15.30
Segnaliamo anche gli incontri di formazione per i gruppi missionari parrocchiali, organizzati dal centro missionario diocesano, presso
il centro pastorale “Card. Urbani” di Zelarino, a iniziare da domenica 18 novembre dalle 15 alle 18. Il tema dell’anno è: “Missione, porta della fede”.