Perni in fibra di vetro
Transcript
Perni in fibra di vetro
Newsletter 12-09-2007 12:37 Pagina 1 Fabio Gorni editoriale numero 1 La nostra è, senza ombra di dubbio, una professione particolarmente legata agli aspetti tecnico-pratici oltre che strettamente collegata ai materiali e allo strumentario che utilizziamo; per questo motivo, attraverso questo nuovo mezzo di comunicazione vorremmo, di volta in volta, affrontare piccoli argomenti o aspetti particolari delle varie fasi dell’odontoiatria pratica, analizzandoli nei dettagli, fornendo così un servizio che ci auguriamo diventi utile e interessante per tutti i colleghi. Questa esigenza nasce dal fatto che a volte, con l’intenzione di dare una visione la più ampia possibile del problema, si trascurano aspetti pratici e/o consigli sui protocolli che spesso vengono affrontati solo in alcuni tipi di corsi; da qui l’idea di provare a portare in stampa questo tipo di messaggio, senza tanti fronzoli andando direttamente al cuore del problema. Da clinico ho sempre sentito questa esigenza come una delle primarie e da sempre ho cercato di impostare la didattica in modo che fosse il più vicino alle vere esigenze del dentista. Seguendo questa filosofia, l’obiettivo sarà il medesimo anche per le serate che il centro corsi organizzerà; un argomento specifico ma analizzato in modo preciso, dettagliato e soprattutto con una decisa impronta clinica. Perni in fibra di vetro Ogni qualvolta si conclude la terapia endodontica di un dente si pone il dubbio se il suo restauro dovrà prevedere o meno la cementazione di un perno endocanalare. Diversi studi suggeriscono che nel dente trattato endodonticamente andrebbe cementato un perno solo quando il tessuto residuo è insufficiente a supportare il restauro, in altre parole, l’unico scopo del perno è l’ancoraggio della ricostruzione post-endodontica e non il rinforzo del complesso radicolare. Procedure Cliniche La corretta scelta del perno • Non bisogna adattare il canale al perno ma viceversa. Un aumento del diametro del perno fa aumentare il rischio di frattura radicolare. Generalizzando il diametro medio del perno non dovrebbe essere superiore ad 1/3 del diametro radicolare nella sua porzione più sottile e soprattutto i clinici dovrebbero considerare che la sezione radicolare della maggior parte degli elementi non è circolare. Idealmente servirebbe mantenere uno spessore minimo di 1 mm di dentina sana circonferenzialmente. • La quantità di tessuto dentale residuo a livello cervicale è rilevante: bisogna poter contare su almeno 2 mm di tessuto dentinale sano per poter scongiurare il rischio di frattura/decementazione (effetto ferula), è doveroso ricorrere ad un allungamento di corona clinica laddove non sia possibile isolare la radice con la diga di gomma e soprattutto rispettare l’ampiezza biologica. Prof. Antonio Cerutti La rimozione del materiale da otturazione canalare: Conoscere l’anatomia radicolare è indispensabile prima di preparare il post space. Il clinico, segue Newsletter 12-09-2007 12:37 Pagina 2 1 al fine di evitare fallimenti dovuti a strip- ping o perforazioni, deve considerare la conicità del canale ed il diametro della radice, eventuali curve ed il tipo si sagomatura con cui il sistema endodontico è stato preparato. Per effettuare la rimozione del materiale da otturazione canalare, del cemento endodontico e dello strato più superficiale di dentina si possono utilizzare dei sistemi meccanici o termici. I sistemi termici prevedono il surriscaldamento della guttaperca con plugger portatori di calore: è un sistema sicuramente rispettoso per l’anatomia canalare ma di2 spendioso in termini di tempo. I sistemi meccanici necessitano di alta attenzione da parte dell’odontoiatra a non creare danni iatrogeni alla radice. Il sistema più sicuro è utilizzare delle frese Gates-Gildden e frese di Largo ad un numero basso di giri (fig.1). Terminata la detersione del canale occorre 3 scegliere il perno delle dimensioni ideali (fig.2); sia che venga scelto il sistema termico che meccanico, il passaggio finale è sempre la rettifica del post-space con la fresa calibrata di conicità uguale a quella del perno scelto (fig.3). Una volta terminata la preparazione della cavità questa andrà detersa al fine di ottimizzare il legame tra le pareti dentinali e la resina composita con cui il perno verrà cementato utilizzando punte ad ultrasuoni specifiche (fig.4) e spazzolini endocanalari dedicati, sempre sotto abbondante getto d’acqua. Nonostante sia noto che l’eugenolo contenuto nei cementi canalari inibisca la polimerizzazione del composito, quando il canale è ben deterso questo non determina problemi nè per il sigillo marginale ne’ per la ritenzione del perno. Lunghezza del perno Al termine il perno va provato (fig.5) e tagliato alla giusta lunghezza: un semplice sistema per effettuare questa operazione è prendere il riferimento della lunghezza a cui il perno andrà tagliato posizionandolo con una pinzetta College, estrarlo ed effettuare il taglio con un disco separatore, questo per evitare lo sfilacciamento delle fibre di vetro. Ricordiamo che, per scongiurare l’infiltrazione batterica, al termine della ricostruzione il perno dovrà essere coperto per almeno 1 mm da materiale da otturazione. Condizionamento post-space Il post space e la cavità d’accesso vanno mordenzate per 60’’ con acido ortofosforico al 35% (fig.6). Il successivo risciacquo deve essere prolungato (almeno altri 60’’) (fig.7) per rimuovere tutti i residui di mordenzante; l’acqua andrà poi asciugata sia con un’aspirazione mirata che con coni di carta (fig.8), lasciando la dentina umida con aspetto lucido. All’interno del lume canalare si posizionerà poi il sistema adesivo secondo quelle che sono le indicazioni del produttore, preferendo i sistemi adesivi dedicati alla cementazione, dove quindi è presente una componente autopolimerizzante. Andremo a rimuovere gli eccessi di adesivo presenti grazie ad un cono di carta di grande diametro prima della polimerizzazione, per evitare la creazione di menischi all’interno del canale che non permetterebbero il corretto posizionamento del perno. Condizionamento del perno Questo, una volta tagliato e deterso con alcol assoluto (fig.9), va trattato secondo le indicazioni del produttore: eventualmente silanizzato e sempre ricoperto di adesivo (che questa volta non andrà polimerizzato). Un ulteriore dubbio è sulla profondità a cui arrivare durante il posizionamento del 4 perno. Essendo perni passivi (a differenza dei perni avvitati) e utilizzando le forze di adesione e non le macro-ritenzioni meccaniche, la lunghezza delle preparazioni può essere di gran lunga più conservativa, rimuovendo la guttaperca per circa la metà della lunghezza radicolare. È comunque sempre necessario lasciare da 4 a 6 mm di sigillo apicale in guttaperca. Linee guida - lunghezza del perno • la lunghezza del perno dovrebbe essere uguale alla lunghezza della corona clinica • la lunghezza del perno dovrebbe andare dalla metà ai 2/3 della lunghezza della radice residua • il perno dovrebbe arrivare alla metà della lunghezza della radice supportata da osso. 9 Cementazione del perno Anche la scelta del cemento da utilizzare pone diversi dubbi: sistemi duali (auto e foto polimerizzanti), compositi flow o sistemi autopolimerizzanti con fotopolimeriz- 5 6 7 8 Newsletter 12-09-2007 12:37 Pagina 3 zazione facoltativa. Sia una nostra ricerca che la letteratura dimostrano come una cementazione effettuata con compositi tradizionali (flow) non ga11 rantisca una corretta polimerizzazione del composito già a 4 mm di profondità canalare. Alla luce di ciò possiamo affermare che la scelta dei sistemi duali permette una maggiore sicurezza in quanto la polimerizzazione continua anche laddove la luce non arriva. I due componenti del cemento (pasta-pasta: 12 base e attivatore) vanno miscelati su una piastra di vetro con una spatola di plastica (questo per evitare che il cemento si scaldi e che particelle metalliche vengano inglobate). Si carica poi un puntale con ago endodontico e si posiziona il cemento all’interno del postspace, partendo dal fondo e facendo uscire 10 13 14 l’ago dalla cavità grazie alla spinta idraulica del cemento, al fine di evitare la formazione di bolle (fig.10). Una volta riempito il canale si posiziona il perno per tutta la sua lunghezza (fig.11) e si elimina il cemento in eccesso. Il perno va poi mantenuto in sede per tutta la durata della fotopolimerizzazione (5 minuti con una lampada a intensità di 1200 mW/cm2) (fig.12). A questo punto si dovrà ricostruire il moncone protesico (fig. 13-14-15) o restaurare l’elemento con metodica diretta in base alla scelta terapeutica del clinico e alla quantità di tessuto residuo sano. 15 N. Barabanti, P.A. Acquaviva, A. Cerutti Università degli Studi di Brescia Indicazioni Serve innanzitutto seguire le linee guida per utilizzare e cementare un perno adesivo endocanalare: va ricordato che il 71% delle fratture dentali avviene in elementi trattati endodonticamente e che il rischio di frattura aumenta all’aumentare dell’altezza delle cuspidi e all’assottigliamento delle pareti cavitarie. Il dente devitalizzato è stato indebolito dall’apertura di una cavità d’accesso e quindi dalla rimozione del tetto della camera pulpare, inoltre spesso si sono perse una o entrambe le creste marginali, indebolendo notevolmente la corona clinica del dente. Occorre considerare infine il numero di pareti residue. Se la perdita di tessuto sano coinvolge solo la superficie occlusale, il rischio di frattura sarà minimo, rischio che aumenta all’aumentare del numero di pareti coinvolte. Potremmo quindi dire che se il numero di pareti è superiori a due, la scelta se cementare o meno un perno è arbitraria, se invece il numero di pareti residue è inferiore a due o comunque se il tessuto dentale residuo è scarso, 1 va cementato un perno al fine di ritenere il materiale da otturazione. 2 Caso clinico L’infiltrazione marginale di questo vecchio restauro in amalgama, ne ha reso necessario il trattamento endodontico (fig. 1 - 2). Dopo la rimozione del tessuto coinvolto dal processo carioso e la terapia endodontica dell’elemento si valutano quantità e qualità dei tessuti dentali residui. I premolari inferiori sono elementi considerabili a basso rischio di frattura da un punto di vista biomeccanico, inoltre la notevole quantità di tessuto smaltodentinale residuo, la presenza di guide 3 occlusali favorevoli e la contestuale presenza di una normo-occlusione, ci hanno fatto propendere per un restauro diretto in resina composita. Per fare ciò abbiamo affrontato l’otturazione come se si trattasse di un dente vitale e montata la diga e la matrice sezionale (fig. 3), abbiamo dapprima ricostruito la parete distale (fig. 4), per poi proseguire come se si trattasse di una semplice otturazione occlusale, andando a ricostruire con tecnica micro-incrementale le cuspidi in materiale compo- 4 5 8 sito opaco (fig. 5) e di seguito con masse semi-traslucenti (fig. 6). Dopo la rifinitura abbiamo rimosso la diga di gomma e controllata l’occlusione, siamo passati alla lucidatura del restauro e al controllo radiografico (fig. 7-8). 6 7 Newsletter 12-09-2007 12:37 Pagina 4 Calendario serate 2007 settembre-dicembre Orario delle Serate 20,30-22,30 26/09/2007 PROF. GIOVANNI ZUCCHELLI Mercoledi Dal trattamento plastico mucogengivale alla rigenerazione parodontale in aree estetiche 1/10/2007 PROF. DINO RE Lunedi Innovazione protesi fissa: materiali e tecniche CAD-CAM 15/10/2007 DR. TIZIANO TESTORI - DR. DARIO MANTOVANI Lunedi Approccio combinato otorinolaringoiatra-chirurgo implantare nell’elevazione del seno mascellare 29/10/2007 PROF. MASSIMO GAGLIANI Lunedi I perni endocanalari: criteri di scelta e metodiche d’impiego 5/11/2007 PROF. ANTONIO CERUTTI Lunedi Il restauro estetico adesivo:procedure per il successo clinico 19/11/2007 DR. FABIO GORNI - DR. FILIPPO CARDINALI Lunedi Il trattamento canalare oggi: procedure per il successo clinico 20/11/2007 DR. STEFANO PARMA BENFENATI Martedi Disegni del lembo e tecniche di sutura nella rigenerazione implantare, proiezione video 26/11/2007 DR. ANTONIO PELLICCIA Lunedi Il paziente come promoter. Le strategie di successo professionale in odontoiatria. Il marketing deontologico e la misurazione della redditività dello studio 3/12/2007 DR. MASSIMO ROSSI Lunedi Una moderna ortodonzia, nuove prospettive dal bambino all’adulto 10/12/2007 DR. PAOLO CERIBELLI Lunedi Razionale in implantoprotesi Calendario corsi 2008 gennaio-marzo 10-11/01/2008 PROF. ANTONIO CERUTTI - DR. P.A. ACQUAVIVA - DR. N. BARABANTI Giovedi-Venerdi Corso avanzato di odontoiatria ricostruttiva • 4 incontri (corso teorico pratico) 14/01/2008 1 Sessione Lunedi 9.00-13.00 2 Sessione Lunedi 18.00-22.00 DR. ANTONIO PELLICCIA Corso pratico annuale di management. Programma di organizzazione ed economia aziendale dello studio odontoiatrico • 5 incontri (corso teorico pratico) 19/01/2008 DR. FILIPPO CARDINALI - DR. FABIO GORNI Sabato La diga di gomma e il suo razionale operativo: procedure cliniche di applicazione in endodonzia e in conservativa, dal caso semplice a quello complesso (corso teorico pratico) 21/01/2008 DR. FABIO GORNI Lunedi Endodonzia ortograda dalla A alla Z • 10 incontri teorici + 5 incontri pratici 24-25-26/01/2008 PROF. GIOVANNI ZUCCHELLI Giovedi-Venerdi Sabato Dal trattamento plastico mucogengivale alla rigenerazione parodontale in aree estetiche • (corso teorico pratico) 14-15-16/02/2008 DR. STEFANO PARMA BENFENATI Giovedi-Venerdi Sabato Concetti fondamentali della terapia parodontale chirurgica • 4 incontri (corso teorico pratico) 08/03/2008 DR. MASSIMO ROSSI Sabato Corso di Ortodonzia - 1° parte propedeutica • 3 incontri (corso teorico pratico) 15/03/2008 DR. PAOLO CERIBELLI - DR. PIERLUIGI NESLER Sabato Corso base d’implantologia (corso teorico pratico) Per informazioni • chiamare il numero 02 45773428 • mandare un fax 02 45773295 • mandare una e-mail [email protected] • www.krugg.it Via dei Lavoratori, 7 20090 - Buccinasco (MI) tel. 02 45773428