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ANNO 4 - NUMERO 4 Ottobre - Novembre 2009 Poste Italiane SpA - Sped.abb.post. Dl n 353/2003 - art 1 (comma1) D&B Milano - DISTRIBUZIONE GRATUITA > EDITORIALE Ospedali di insegnamento e centri sperimentali di biotecnologie bbiamo accettato il contributo del Direttore del Dipartimento Chirurgico Polispecialistico, Raffaele Pugliese, su un tema che è nella tradizione di Niguarda e che sempre più sta diventando attuale: l'ospedale come luogo di formazione e insegnamento dei medici e dei laureati sanitari. E' un contributo per un dibattito che ci sembra debba coinvolgere i professionisti, le istituzioni e gli enti che si occupano della formazione nel campo medico e sanitario. Pasquale Cannatelli Direttore Generale A l campo della chirurgia e più in generale delle procedure interventistiche negli ultimi anni è andato incontro ad una enorme rivoluzione tecnologica e culturale. Gli indubbi vantaggi per i pazienti si sono accompagnati di contro ad un progressivo aumento della complessità nella esecuzione tecnica del gesto operatorio richiedendo ai vari specialisti del settore l’apprendimento di nuove capacità tecniche. Basti pensare infatti all’introduzione della chirurgia robot assistita, sicuramente la tecnologia di frontiera piu’ affascinante nell’ambito delle moderne tecniche chirurgiche, che rappresenta infine una completa rivoluzione non solo per il chirurgo ma per l’intera organizzazione della sala operatoria essendo l’operatore per la prima volta non più a contatto diretto con il paziente ma in condizioni di operare attraverso l’intermediazione di una interfaccia digitale a distanza di metri o anche in condizioni seppur sperimentali di kilometri dal paziente. I CONTINUA A PAGINA 2 > INFLUENZA A/H1N1 In arrivo il vaccino A breve le prime dosi per gli operatori sanitari ra poche settimane saremo invitati ad effettuare la vaccinazione contro l’influenza A/H1N1. Tra i primi ad averne diritto gli operatori sanitari, che come tutto il resto della popolazione quest’anno si troveranno a fare i conti sia con la consueta influenza stagionale che con la “nuova arrivata”. Nuova, ma neanche tanto diversa visto che i sintomi sono del tutto sovrapponibili. Febbre, tosse, mal di gola, do- T lori muscolari, in virtù di questo quadro clinico complessivamente modesto e della mortalità molto bassa l’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce l’attuale come una pandemia “moderata”, che non deve fare paura, ma che si diffonde con rapidità. Rapidità che porterà ad un picco di casi tra metà dicembre e metà gennaio, costringendo a letto milioni di italiani. “Non è grave, ma colpirà tante per- sone e tutte insieme - commenta Gianpaolo Micheloni, Responsabile del Servizio di medicina e sorveglianza sanitaria dei lavoratori -. Un problema per chi deve garantire un servizio essenziale come l’assistenza sanitaria.” Le uniche armi che abbiamo per scongiurare questo rischio sono la vaccinazione e le raccomandazioni anti-contagio. CONTINUA A PAGINA 13 > PSICHIATRIA E IMMIGRAZIONE > CONCORSO CURA E SPERANZA Una nuova disciplina: l’etnopsichiatria Ecco i 12 finalisti Il disagio “letto” dall’interno della cultura d’origine Il 23 ottobre il vincitore all’apertura di una mostra dedicata a realtà che tutti noi viviamo è sempre più “colorata”, multietnica, visi orientali si scambiano cenni di saluto con occhi scuri della profonda Africa, bambini di culture lontane giocano insieme nei parchi e le insegne dei negozi parlano lingue diverse. La coesistenza di mondi e culture differenti hanno determinato lo sviluppo dell’etnopsichiatria, territorio di confine tra discipline diverse, dalla psicologia all’antropologia, dalla sociologia alla geografia, dalla teologia alla medicina. L È difficile trovare, infatti, una semplice definizione per questo ramo della psichiatria, che tenta di tener conto della cultura di appartenenza dell’individuo, con i suoi miti, valori e concezioni religiose, ma anche del nuovo contesto sociale di inserimento, delle relazioni interpersonali, ecc. In altre parole l’etnopsichiatria si occupa di indagare il disagio psichico dei pazienti provando a “leggere” il disturbo dall’interno della cultura d’origine. CONTINUA A PAGINA 7 i chiude con un grande successo il concorso nazionale “Cura e Speranza” promosso dall’ospedale Niguarda Ca’ Granda in occasione delle celebrazioni dei 70 anni dalla sua fondazione: in meno di due mesi sono stati presentati 181 progetti di artisti provenienti da tutta Italia e non solo. Per i dodici finalisti è tempo di “mettersi in mostra”, dal 23 al 30 ottobre i bozzetti delle loro opere sa- S ranno, infatti, esposti nella centralissima Loggia di piazza dei Mercanti a Milano. CONTINUA A PAGINA 12 2 Il Giornale di Niguarda > NEUROCHIRURGIA Gamma Knife Perfexion: precisione senza cicatrici Neuroradiochirurgia di ultima generazione per le patologie cerebrali n bisturi a raggi gamma per il trattamento di patologie cerebrali per le quali la chirurgia tradizionale comporta rischi troppo elevati. Questo è ciò che si cela dietro alla sigla Gamma Knife Perfexion, denominazione della sofisticata apparecchiatura dedicata alla Neuroradiochirurgia in funzione nel nostro Ospedale dal maggio 2008. Il termine bisturi (in inglese knife) si deve all’accuratezza del fascio di radiazioni che colpisce una lesione cerebrale, ma non deve trarre in inganno: il bisturi a radiazioni non è da immaginarsi come un utensile iridescente nelle mani del chirurgo, l’unità gamma knife è, infatti, esteticamente simile ad un’apparecchiatura per la risonanza magnetica e l’ingombro della sua strumentazione arriva ad occupare una stanza intera. “Non c’è dubbio- U commenta Massimo Collice Direttore del Dipartimento di Neuroscienze-, un numero sempre maggiore di patologie cerebrali verrà trattato con questa tecnica e una Neurochirurgia all’avanguardia come quella di Niguarda non poteva non averla”. Come si svolge un intervento di Neuroradiochirurgia con Gamma Knife? “Un casco dotato di elettrodi, detto stereotassico- spiega Alessandro La Camera, Neurochirurgo del Centro-, è fissato sulla testa del paziente (unica manovra invasiva di tutta la procedura, che viene effettuata in anestesia locale e che dura pochi minuti); quindi si esegue una risonanza magnetica per identificare il bersaglio. Una volta stabilita la dose di raggi da somministrare, il paziente è posizionato su un lettino automatizzato che, eseguendo gli ordini impartiti dalla consolle di comando, si muove in modo da focalizzare le radiazioni , provenienti da 192 sorgenti di cobalto radioattivo, sulla lesione da colpire” . L’intervento si svolge in un’unica seduta ed ha una durata variabile tra le 3 e le 8 ore. Alcuni tipi di tumori benigni quali meninIl “bisturi a raggi gamma”. Esteticamente è giomi o neurinomi e le malformazioni simile ad un'apparecchiatura per la risonanza arterovenose profonde o che coinvolmagnetica gono strutture del cervello sono le principali patologie per cui la metodologia Gamma Knife viene impiegata. La tecnica ha poi letteralmente rivoluzionato l’iter terapeutico nelle metastasi cerebrali: oggi si possono trattare pazienti con lesioni multiple, in un’unica seduta, pazienti per i quali la chirurgia aperta era del tutto preclusa. “Grazie ad un approccio multidisciplinare- prosegue La Camera- che vede coinvolti di volta in volta chirurghi, internisti, pneumologi e principalmente gli oncologi possiamo oggi garantire a questi pazienti non solo una più lunga sopravvivenza ma anche una migliore qua> PER INFORMAZIONI lità di vita. Infine si aprono nuovi orizzonti Neurochirurgia per patologie funzionali quali la nevralgia tel. 02.6444.2150 Segreteria trigeminale e l’epilessia”. 02 6444.4880 Centro Gamma Knife Dall’entrata in funzione della Gamma Knife da lunedì a venerdì dalle 09.00 alle15.30 Perfexion a Niguarda sono stati eseguiti più [email protected] di 150 interventi. > DIAMO I NUMERI… La localizzazione stereotassica (tridimensionale), grazie al casco speciale, consente di focalizzare i raggi su un’area ristretta del cervello. Nel mondo ci sono circa 300 apparecchiature Gamma Knife, concentrate soprattutto negli USA e in Giappone, con le quali vengono trattati quasi 40.000 pazienti l’anno. > RADIAZIONI... MA NON È PERICOLOSO? Poiché il trattamento è effettuato con sorgenti radioattive esterne, senza contatto fisico, non vi è alcun rischio di radioattività che il paziente possa portare con sé. Inoltre l’energia delle radiazioni somministrate è ben inferiore a quella necessaria per generare radioattività indotta, cioè trasmissibile ad altre persone. > EDITORIALE SEGUE DALLA PRIMA Questi risultati inimmaginabili sino a pochi anni orsono si ottengono solo grazie alla collaborazione tra chirurghi, anestesisti , infermieri di sala operatoria, ingegneri clinici ed all’indubbio ruolo fondamentale della direzione ed amministrazione di una moderna struttura sanitaria che deve opportunamente investire in nuove tecnologie, aggiornamento ed utilizzo del personale. Comunque l’evoluzione del trattamento medico consentito dalle moderne tecnologie non si arresta alla sola possibilità di intervenire in maniera sempre meno invasiva ma, grazie all’enorme sviluppo delle tecniche di imagine (Ecografia, TC, RM, PET), si allarga ad un approccio sempre più mirato che negli ultimi tempi, grazie a rivoluzionarie tecnologie, ha consentito di utilizzare l’energia per effettuare l’ablazione di tumori localizzati in regioni un tempo ritenute inaccessibili. Basti ricordare ad esempio la tecnologia cosidetta HIFU (High Intensity Focused Ultrasound) che mediante l’utilizzo di ultrasuoni altamente focalizzati consente di intervenire senza alcun trauma esterno per il paziente. Ovviamente l’esplosione di tecnologie e conoscenze non basta di per sè ad offrire il miglior trattamento o meglio il miglior percorso diagnostico terapeutico al nostro paziente, ciò di cui si necessita maggiormente, infatti, è una profonda evoluzione culturale dei professionisti che non devono identificarsi più come singoli depositari di una conoscenza assoluta e compiuta, ma come protagonisti di una squadra che con un approccio multidisciplinare può offrire al paziente le migliori opportunità di cura e al sistema sanitario nel suo insieme il miglior rapporto nell’utilizzo delle risorse rispetto alla efficacia delle cure. In questo scenario di criticità crescenti, legate all’enorme complessità conseguente alle maggiori conoscenze e alle moderne tecnologie, uno dei settori che più si trova ad attraversare una fase di grande difficoltà è rappresentato dalla educazione e formazione pratica dei professionisti sanitari, parasanitari e dei vari tecnici che nella moderna medicina altamente tecnologica giocano un ruolo sempre più rilevante. Basti infatti pensare a quanto possa essere rischioso durante la fase formativa dei giovani professionisti non poter avere la possibilità di incontrare e sperimentare sul campo le nuove soluzioni terapeutiche ed essere partecipi dei moderni percorsi integrati di diagnosi,terapia e follow up dei pazienti affetti da patologie oncologiche, croniche e dell’invecchiamento. Si assiste infatti molto spesso alla evenienza che giovani professionisti si trovino all’inzio della loro esperienza professionale ad interagire con la realtà clinica della assistenza ai pazienti con un grande bagaglio teorico ma scarse competenze tecniche e gestionali, creando situazioni di profonda frustrazione per il professionista e di rischio per i pazienti. Di contro esistono numerosi colleghi che pur svolgendo correttamente il loro lavoro quotidianamente non hanno accesso a percorsi strutturati di aggiornamento teorico pratico, trovandosi quindi nella situazione di non poter offrire ai propi pazienti le migliori opportunità diagnostico terapeutiche. C’è da considerare inoltre che una corretta educazione e training pratico attraverso il miglioramento delle performance dell’insieme medico/team/ospedale ottengono, tramite le corrette indicazioni ed utilizzo delle tecnologie, anche notevoli risultati in termini di rapporto efficacia-risorse utilizzate con un risultato ultimo utile anche in termini complessivi del sistema sanitario. Tutto ciò se è relativamente facile da valutare criticamente in termini teorici risulta particolarmente difficile da mettere in pratica nel quotidiano. Il primo e fonda- mentale elemento è rappresentato dalla necessità di affrontare tale complessità non più in maniera disorganica, non strutturata, lasciandola alla buona volontà del singolo; anche perchè questo ancorchè animato dalle migliori intenzioni poco potrà apportare “al sistema” in cui si trova a lavorare se non supportato da tutti gli elementi del suo team e nell’insieme dalla sua struttura sanitaria. Fortunatamente se è vero che ci si trova di fronte a nuove sfide esistono allo stesso tempo nuove opportunità nel campo dell’insegnamento che si sono venute a creare nel corso degli anni con la messa a punto di nuovi modelli formativi che utilizzano tecnologie avanzate per facilitare l’apprendimento ed il mantenimento di un buon livello di performance nello svolgimento di procedure mininvasive, dalle più semplici a quelle più avanzate. Oggi infatti in strutture opportunamente disegnate per essere dedicate all’insegnamento pratico delle tecniche mininvasive ed interventistiche in generale, è possibile offrire ai professionisti della salute nel loro insieme la possibilità di formarsi su modelli inanimati, simulatori virtuali avanzati e, ove necessario, su modello animale, per imparare l’esecuzione di intere procedure chirurgiche senza esporre i pazienti ad alcun rischio. Queste strutture consentono di confrontarsi con le best practice, incontrando esperti di fama internazionale , e di creare un mix tecnologico e culturale ove professionisti di diverse discipline possano anche incontrarsi per immaginare e realizzare le nuove tecnologie che porteranno al miglioramento dei trattamenti attuali. Un centro dedicato all’insegnamento e alla ricerca nelle biotecnologie con la possibilita’ di sperimentazione in laboratorio, inserito in un contesto ospedaliero di alto livello professionale che include tutte le specialità mediche e chirurgiche e con alti volumi di pazienti, aperto al confronto con le migliori esperienze internazionali in campo sanitario, rappresenta una risorsa unica e di altissimo valore per la formazione teorica e pratica di giovani colleghi e del personale sanitario in generale che continuamente ha bisogno di aggiornamento e possibilità di training pratico. Tutto ciò con lo scopo di consentire anche in Italia quel processo di certificazione e ricertificazione delle competenze acquisite che in altri paesi avanzati ha già preso piede e che sta offrendo buone ricadute in termini di sicurezza e qualità della prestazione dei medici coinvolti. Da tutto quanto detto appare a nostro avviso evidente che all’interno di un qualsiasi percorso di formazione la risorsa più importante è rappresentata dall’incontro tutorato tra il discente, a qualsiasi livello e fase della sua formazione, e il paziente bisognevole di cure. È evidente che gli ospedali, ove per volumi e complessità delle patologie trattate tutto questo si renda piu’ facilmente possibile, rappresentano luoghi ideali di insegnamento in base a criteri di efficacia e completezza vista la necessità di apprendere la gestione di percorsi multidisciplinari. Le considerazioni fin qui esposte rappresentano gli elementi critici su cui fondare la nuova visione che dovrà guidare l’educazione dei professionisti della salute nel loro insieme – medici, infermieri, tecnici, ingegneri clinici,fisici sanitari, persone coinvolte nella gestione organizzativa - e che sicuramente richiederà una ridiscussione dei rapporti tra i vari attori dell’attuale scenario formativo italiano ( Università – Ospedali di Insegnamento – Centri Biotecnologie – Esperienze territoriali) così come ormai è già avvenuto in altre realtà internazionali. Raffaele Pugliese Direttore del Dipartimento Chirurgico Polispecialistico Il Giornale di Niguarda 3 > NUOVA NOMINA Vesconi nuovo coordinatore dei trapianti per la Lombardia mina. Il coordinamento ergio Vesconi, di una struttura che rapDirettore del Dipresenta la speranza per partimento di così tanti pazienti è una Emergenza Urgenza, è funzione strategica e imil nuovo coordinatore portante. Qual è il suo regionale per l’attività stato d’animo nell’accodi prelievo e trapianto Sergio Vesconi starsi a tale ruolo? della Regione Lombardia. La Lombardia insieme al Veneto, La Regione Lombardia ha da sempre Trentino, Friuli Venezia Giulia, Liguria recitato una parte importante nell’attie Marche fa parte del NITp (Nord Ita- vità trapiantologica italiana ed è sicuralia Transplant program), il Centro In- mente un compito complesso e terregionale di Riferimento che delicato. Sarà necessario profondere soprassiede all’attività trapiantologica energie e sforzi per migliorare la situanel Nord Italia. La nuova nomina è zione attuale, soprattutto per l’attività di stata l’occasione per incontrarlo e fare il donazione, che è il primo passo, fondapunto sull’attività trapianti in Lombar- mentale, per il trapianto. I dati aggiornati al 30 giugno dicono dia e nel nostro Ospedale. Innanzitutto complimenti per la no- che tra il 2008 e il 2009 il numero dei S trapianti effettuati in Lombardia è aumentato passando da 284 a 366. Quale sarà la sua politica per mantenere tale trend e per far sì che “l’unica alternativa” di pochi diventi “l’unica alternativa” di molti? Siamo confortati da questo risultato visto che l’anno precedente è stato l’annus horribilis per i trapianti lombardi. È lecito interpretare questa variazione positiva come il frutto di un’azione di stimolo, attenzione e coinvolgimento che la Regione ha intrapreso nei confronti degli ospedali. Ad esempio per i dirigenti delle singole aziende ospedaliere è stata fissata una quota donazioni da raggiungere entro l’anno. Inoltre numerosi sono stati gli incontri e i momenti di confronto con i vertici delle aziende sanitarie per ribadire l’importanza della donazione, un’attività capillare necessaria che ha portato a questi risultati. Si registra anche un aumento dei donatori, passati dal 17,7 al 27%, che rimangono però ancora troppo pochi per far fronte a tutte le richieste. Qual è la situazione in Lombardia e qui a Niguarda? Il dato che lei cita fotografa la situazione correttamente attestandoci al di sopra della media nazionale. L’obiettivo è quello di arrivare a 30 donatori per milione di abitanti (30%). Tenendo conto che la situazione della Lombardia è un po’ particolare. Si ragiona, infatti, su una popolazione complessiva paragonabile a quella di uno Stato come l’Austria, ma il terreno è favorevole: se prendiamo in considerazione il dato relativo all’indice di opposizione, ovvero quante volte gli aventi diritto negano il consenso al prelievo, si scopre che si attesta sul 20%. Un valore che colloca la Lombardia in una posizione di testa e che apre a scenari futuri ancor più positivi. Niguarda è sempre stato un punto di riferimento sia sotto il profilo della donazione che del numero di trapianti. Abbiamo conosciuto anche noi delle fluttuazioni, però l’Ospedale ha da sempre un valore strategico nel panorama regionale. Io lo paragono ad una macchina, grande e complessa la cui attività incide fortemente sulla casistica regionale. > CENTRI SPECIALISTICI Centro per la chirurgia dell’epilessia “Claudio Munari” In vista la candelina numero 1.000 per il centro, unico in Italia iamo a quota 1000. Il traguardo è lì a portata di mano. Il millesimo paziente operato nel Centro per la chirurgia dell’epilessia “Claudio Munari” presto sarà raggiunto; è un risultato storico e importante non solo perché il numero è di quelli “tondi tondi”, ma anche perché dietro quelle quattro semplici cifre ci sono tante storie, tanto lavoro e tanta eccellenza. Il centro è stato il primo in Italia e venne istituito dalla Regione Lombardia nel 1994, ma risalgono al maggio del 1996 i primi interventi. Trattare l’epilessia chirurgicamente, un’intuizione di oltre un secolo fa del neurochirurgo Horsley e del neurologo Jackson per quei casi non curabili coi farmaci, è potuta divenire realtà anche qui in Italia grazie all’intrapren- S denza di Claudio Munari, il neurochirurgo pioniere della chirurgia dell’epilessia che ha portato tra i padiglioni del nostro Ospedale la competenza pluriennale maturata a Parigi e Grenoble, fondando una vera e propria scuola italiana, al cui vertice, dopo la prematura scomparsa, è subentrato il collega-allievo Giorgio Lo Russo, attuale Direttore del centro. Si stima che in Italia le persone affette da epilessia siano 500.000, ma “non tutti sono candidabili per un intervento di resezione- spiega Lo Russo-. L’indicazione chirurgica è da prendersi in considerazione solo per quei pazienti affetti da un’epilessia cosiddetta focale e farmacoresistente”. Mentre l’esistenza di una lesione nel cervello può far prendere in considerazione l’intervento anche in > GRAZIE MILLE... Oltre a Claudio Munari il centro deve la sua storia ad altro importante uomo di scienza: il Primario Emerito Giuseppe Scialfa, storico Direttore della Neuroradiologia nel nostro Ospedale. Già in occasione del suo recente pensionamento Giorgio Lo Russo ha avuto parole di ringraziamento per Scialfa, l’intervista per l’articolo è stata l’occasione per ribadirlo. “Se Munari- afferma Lo Russo- è stato il maestro per me e per i miei colleghi, Scialfa è stato l’uomo chiave per l’apertura del centro qui a Niguarda. È stato lui, infatti, a far rientrare Munari qui in Italia ed è stato lui ad avviare tutti i passaggi necessari presso la Regione Lombardia perché il centro fosse istituito. …E NON SOLO Inoltre un sentito ringraziamento va a tutti i colleghi per il costante supporto fornito al Centro nell’ambito di un approccio multidisciplinare. “Grazie- prosegue Lo Russo- ai Neuroradiologi, ai Neurorianimatori, ai Pediatri, agli Anatomo Patologi, ai Fisici e ai Neuropsicologi per la preziosa collaborazione fornitaci in tutti questi anni”. assenza di una provata farmaco sione con cui si ottiene una resistenza, la presenza e l’indimappa dettagliata di arterie e viduazione di un’unica zona vasi che irrorano la zona e che del cervello, responsabile delle rappresenta una coordinata scariche anomale, rimane un fondamentale per il chirurgo requisito fondamentale per per orientarsi durante l’interaprire le porte della sala operavento. I risultati variano a setoria. La “caccia” all’area epiconda del tipo di epilessia lettogena viene eseguita dal operata. “Gli esiti più favoreCentro con metodiche di livello voli - commenta Lo Russo - si estremamente avanzato. hanno per i casi con lesioni L’iter diagnostico ha il suo evidenti alla risonanza maprimo passo nel Video-EEG, gnetica e per le localizzazioni un esame non invasivo che Da sinistra: Francesco Cardi- a livello temporale. Per queconsiste nella registrazione sti casi la percentuale di guanale e Giorgio Lo Russo delle crisi epilettiche mediante durante un intervento condotto rigione può arrivare al 90%. una videocamera, procedendo con la metodologia di Talairach Scende al 50% nei pazienti in contemporaneamente ad una cui la zona epilettogena è elettroencefalografia. In quemolto ampia, interessando sto modo si possono osservare e rivedere più più lobi dell’encefalo”. volte le crisi allo scopo di localizzare la regione Esiti differenti, ma su tutti incide la tempestività: epilettogena nel confronto video-encefalo- “Io consiglio l’intervento il più presto possibile gramma. Se questo non dovesse bastare, si passa - continua Lo Russo -, se ci sono le indicazioni ad indagini a cui ad una maggiore invasività cor- anche in età pediatrica. Prima il bambino si lirisponde una più alta precisione e sensibilità. La bera dalle crisi prima potrà completare il norcamera operatoria, unica nel suo genere, infatti, male sviluppo cognitivo. Inoltre la plasticità di permette di eseguire interventi stereotassici, se- un cervello non ancora formato consente di ovcondo la metodologia di Talairach, che con- viare meglio a complicazioni che eventualmente sente di impiantare elettrodi intracerebrali, con possono manifestarsi”. un casco speciale, per registrare direttamente dal Chissà che a spegnere la candelina numero mille cervello l’origine della crisi. L’impianto è reso non sia proprio un piccolo paziente! A noi piace possibile da uno studio angiografico di preci- immaginarlo così. Auguri. > RICERCA Maxi bando: Fazio rivoluziona la ricerca Basta distinzioni tra istituti e ospedali, così la ricerca entra in corsia 102 milioni di euro per la ricerca biomedica. La novità per una volta non sta nelle cifre quanto nell’unificazione. Sì, perché il bando, voluto dal viceministro Ferruccio Fazio, estende la possibilità di partecipare a tutte le strutture sanitarie, pubbliche o private, senza dover necessariamente possedere il “bollino” di Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.), alle quali erano riservati per ora i fondi. L’obiettivo è dare piena dignità anche agli ospedali, incentivandone l’attività scientifica. Per farlo Fazio ha deciso un taglio del 20% dei fondi destinati agli IRCCS per la ricerca corrente. Un provvedimento che non va interpretato come una penalizzazione. Dal Ministero, infatti, assicurano che se l’istituto pro- duce sarà finanziato ugualmente, anzi, forse ancora di più: il principio non è ridimensionare gli IRCCS in quanto tali, ma finanziare la buona ricerca sia che provenga dagli istituti, sia che venga dagli ospedali. Più partecipanti, ma anche più rigore nella selezione dei progetti che saranno scelti secondo i criteri della cosiddetta valutazione tra pari (“peer review”), puntando ad una selezione anonima e indipendente sul mercato scientifico e avvalendosi della collaborazione del prestigioso National Institute of Health, lo stesso che ogni anno gestisce e finanzia progetti di ricerca biomedica negli U.S.A. per miliardi di dollari. “Un provvedimento eccezionale”, “un’opportunità importante”. Queste le parole usate dal Diret- tore Sanitario del nostro Ospedale Carlo Nicora per commentare la notizia sulle colonne di 24 ore Sanità. A guadagnarci non solo l’Ospedale in sé, ma soprattutto il paziente. Secondo Nicora, infatti, grandi strutture come Niguarda offrono un bacino di pazienti molto più ampi di tanti IRCCS: l’ideale per provare a portare la ricerca al letto del malato. I NUMERI DI NIGUARDA 740 gli studi clinici in corso 100 i nuovi studi aperti annualmente > SPAZIO AL MARKETING SCIENTIFICO Si occupa di valorizzare l’attività dell’Ospedale a 360 gradi: è il responsabile del marketing scientifico. Tra i suoi compiti quello di raccogliere i risultati della ricerca e di presentarli ad aziende farmaceutiche o di medical device affinché scelgano l’eccellenza di Niguarda come sito privilegiato per i loro studi. “È un’idea innovativa ancora poco diffusa- commenta Luigi Ballerini, responsabile del marketing scientifico-, che in occasione di convegni o altri momenti di confronto, suscita un grande interesse da parte degli altri ospedali”. Il Giornale di Niguarda 5 Ciak! C’è Salvatores nche il grande regista Gabriele Salvatores si è innamorato dell’architettura e della storia del nostro Ospedale e dopo una serie di sopralluoghi ha scelto di girare qui alcune scene del suo nuovo film intitolato “Happy Family”. Le riprese in interni sono state A La mostra “Lombardia Arte & Salute” realizzate in una corsia non in uso del padiglione Talamona mentre per gli esterni è stata utilizzata l’area (ricca di storia) del piazzale interno ed esterno dell’Ospedale. Tra gli attori protagonisti del film Fabio De Luigi, Sandra Milo (nella foto) e Diego Abatantuono. l nostro Ospedale ospiterà dal 19 al 31 ottobre la mostra “Lombardia Arte & Salute - Vivere Sognare Star bene“ patrocinata dall’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia e con il sostegno di General Electric. In una elegante tenso-struttura posta nel piazzale adiacente l’ingresso centrale vi sarà la prestigiosa esposizione collettiva del Circolo Artisti di Varese (giunti al I > VISITA LA MOSTRA 90° anno di attività), con le opere (pittura, scultura, grafica e fotografia) di oltre 50 artisti che si confronteranno sul tema del rapporto tra territorio e vita, inteso come benessere psicofisico. L’iniziativa gratuita offre la possibilità di apprezzare gli scatti artistici del fotografo Marco Beck Peccoz, che hanno come soggetto le bellezze artistiche del nostro Ospedale. “Lombardia Arte & Salute - Vivere Sognare Star Bene” Dal 19 al 31 ottobre nel piazzale adiacente l’ingresso centrale dell’Ospedale > PATOLOGIA DELLA RIPRODUZIONE > RACCONTIAMO Il nostro primo volo Crioconservazione gametica Anna, alunna infermiera, e il suo primo giorno di tirocinio Una chance per pazienti oncologici e non solo i muoviamo in gruppo, con divise immacolate e piega del pantalone inamidata. Sguardo assonnato … Siamo gli studenti infermieri del primo anno del Niguarda, il primo giorno di tirocinio davanti ai reparti di Medicina del padiglione Carati. Ore 6.45.Vogliamo raccontarvi di questa esperienza incredibile, cercando di trasmettere tutto il nostro entusiasmo e la voglia di crescere in questo percorso di formazione professionale e umana. Tutto era nuovo per noi quel giorno. L’incontro con la divisa, innanzitutto, capace già di farci sentire “infermieri”, di identificarci come appartenenti ad un corpo storico, che esiste da sempre. Poi lo staff di reparto, coordinatrici, case manager, infermieri. Un saluto di benvenuto, un sorriso di incoraggiamento, dietro a regole e rigori che vengono subito definiti. E poi, loro, le persone malate. I loro letti. La maggior parte dorme ancora. Ciò che colpisce è il silenzio del reparto… un silenzio – e questo lo scopriremo nelle settimane successive - tipico dell’ospedale, poco prima del risveglio delle attività. Per l’allievo infermiere il primo tirocinio segna un passaggio: non solo fisicamente ci si sposta da un’aula di scuola ad un reparto di ospedale, ma soprattutto è un passaggio da un tempo fatto di nozioni e teoria ad un tempo fatto di realtà tangibile. Vivere l’esperienza del reparto è la conclusione più incredibile, vibrante (e diciamolo, anche faticosa) del primo anno di uno studente infermiere. I primi tasselli di teoria cominciano ad unirsi. Qui, tutto è vero. Le ore passate a studiare le infezioni, le disinfezioni, il lavaggio delle mani e degli strumenti, acquistano senso. Non più solo voci da studiare per superare gli esami. O quando si comincia ad eseguire le prime tecniche infermieristiche, così impersonali durante le simulazioni sui manichini, nel momento in cui si tocca la persona, nasce immediatamente un profondo rispetto per ciò che si sta compiendo. Cosa fa uno studente infermiere n codice da digitare, il riconoscimento delle impronte digitali e la porta si apre. L’allarme, che segnala l’innalzamento della temperatura ambientale dovuta alla nostra presenza, inizia a suonare. Banca di crioconservazione. Già il nome sa di futuro, di fantascienza. Un futuro che qui a Niguarda è arrivato ufficialmente solo da quest’anno, ma che aveva già da tempo tutti gli Maurizio Bini al microiniettore. Da un lato l’holder tiene fermo l’ovocita, quindi con una siringa “ingredienti” pronti per esmicroscopica, presente sul lato opposto, si inietta un singolo spermatozoo per la fecondazione sere realizzato. “Si tratta di un servizio- commenta congelano i rispettivi ovuli o sper- Più facile per lui, più complessa per Maurizio Bini, Responsabile del matozoi in modo da avere una “ri- lei. Il maschio ha, infatti, una faciServizio di Fecondazione Artifiserva” da cui attingere per avere lità di produzione di spermatozoi per ciale- che cercavamo di strutturare comunque una chance riproduttiva cui la procedura si riduce al semda tanto tempo e che ora è finaltramite inseminazione artificiale. È plice stoccaggio. Nella donna il premente attivo. Si è trattato di unire importante sottolineare che il rischio lievo avviene tramite un intervento due competenze che l’Ospedale di diminuzione del potenziale ripro- chirurgico e la possibilità di conaveva già: da un lato l’esperienza duttivo è un requisito fondamentale servazione si abbassa ad una decina maturata dal centro sterilità nel per accedere al servizio, studiato per di ovuli anziché milioni di spermatrattamento e nel prelievo dei gamalati veri e non per assecondare tozoi come avviene per l’uomo. Bimeti, dall’altro la storica tradizione desideri di maternità o paternità, per sogna inoltre adottare specifiche della banca dei tessuti per quanto vezzo o moda, anche dopo il termine precauzioni per l’ovocita che esriguarda il congelamento; per cui, del periodo fertile. 6-7 la media di sendo molto più grosso e contequando si è presentata la possibilità, congelamenti che si effettuano men- nendo una maggiore percentuale di è stato abbastanza facile organizsilmente. La maggior parte di questi acqua può andare incontro più facilzare il servizio”. sono malati cui è stato diagnosticato mente ad esplosione durante il conDi cosa si tratta? Di una semplice un tumore, per cui si prevede una gelamento. “Se effettuato con la ma preziosa possibilità, offerta a possibile riduzione del potenziale ri- dovuta perizia- spiega Bini- la contutti quei pazienti che devono sottoproduttivo in seguito alla chemiote- servazione nell’azoto liquido è virporsi ad una terapia che potrebbe rapia. Predominante ma non tualmente infinita. Una volta impattare sulla loro fertilità. Alla esclusiva: al fianco dell’indicazione scongelati i gameti si potrà scegliere luce di tale rischio si prelevano e si oncologica ci sono, infatti, pazienti tra la tecnica di fecondazione assiprovenienti dall’ema- stita più opportuna per il caso. Ne tologia, dall’urologia esistono almeno una cinquantina e e dalla neurologia; in il nostro centro le pratica tutte”. aumento i grandi ustionati per cui il ca> PER INFORMAZIONI lore può determinare Centro Studi e Trattamento nel lungo termine inper i Disturbi della Fertilità fertilità e i militari in Tel. 02.6444.2618/2034 partenza per aree conda lunedì a venerdì taminate da uranio dalle 08.00 alle 16.00. arricchito. U C Anna (a destra) e il suo “primo volo” al primo anno? Assistenza di base innanzitutto, cioè l’igiene completa, compreso vestire e svestire la persona. La mobilizzazione. Ma anche rilevare i parametri vitali e respiratori, o eseguire tecniche come il cateterismo vescicale, l’inserimento del sondino naso-gastrico, piccole medicazioni, per citarne qualcuna. Soprattutto impariamo ad osservare i pazienti, a raccogliere le informazioni relative ai loro bisogni di assistenza infermieristica (alcuni palesi, altri meno manifesti) traducendoli poi in atti pianificati. E’ una nuova forma mentis che dobbiamo costruirci, attraverso l’acquisizione di un metodo affinché le nostri azioni non siano mai lasciate al caso o all’ improvvisazione. Gli studenti infermieri hanno la fortuna di vivere il tempo del tirocinio in un ambiente protetto. Seguiti dai tutor di reparto, vengono concessi tempi lunghi nell’eseguire gli interventi al fine di poterne curare la precisione. Gli infermieri ci guardano con tenerezza; qualcuno riferisce che “coccoliamo” le persone e che questo non sarà più possibile quando saremo in trincea. Per ora a noi basta fare bene le nostre semplici azioni, affezionandoci ai malati e loro a noi. In tutto questo tempo, ognuno di noi, indipendentemente dalle proprie abilità e dalle aspettative che può avere su questa professione, si porta a casa una esperienza toccante, capace di far risuonare corde profonde e antiche, di tenerezza e voglia di stare vicino. E’ un incontro di profonda intimità, in cui si conosce e si vive “l’altro” in modo diverso e fortemente coinvolgente. Il primo tirocinio non si scorda. E’ come l’emozione di chi spicca il volo per la prima volta… Alunni infermieri durante il tirocinio Anna Bassani Studente del I° anno Laurea Infermieristica CHE CAMBIAMENTI IN 30 ANNI! I contenitori di azoto liquido, dove vengono congelati i gameti Il Centro Studi e Trattamento per i Disturbi della Fertilità è aperto qui a Niguarda da 40 anni. Da uno studio recente effettuato dal centro sulla propria attività, è emerso che 30 anni fa le coppie aspettavano mediamente 12 anni prima di rivolgersi ad una struttura specializzata per i disturbi della ferti- lità. Oggi il tempo di attesa si è ridotto a 4-5 mesi. Inoltre 20 anni fa era ancora alta la quota dei casi per cui non c’era nulla da fare: a ben il 30% delle coppie, che chiedevano aiuto al centro, si diceva che non potevano avere figli. Oggi grazie al miglioramento delle tecniche tale quota si è abbassata al 3%. Il Giornale di Niguarda 6 > NIGUARDA ORIZZONTE IL MONDO > FLASH Ciao Louseda Solidarietà per l’Uganda La piccola di Haiti sta bene e si prepara al rientro 25 giugno 2009. Quel giorno il nostro Giornale usciva, contemporaneamente una bambina di 7 anni, dopo un lungo viaggio da Haiti veniva ricoverata nel nostro Ospedale per sottoporsi all’operazione della speranza: Louseda. Vi avevamo già parlato di lei, della sua malformazione cranica che l’accompagna fin dalla nascita e dell’imponente macchina della solidarietà messa in moto da Regione Lombardia, Associazione Filomondo e il nostro Ospedale, per salvarla. Allora parlavamo di speranza oggi di certezza. Perché l’operazione è completamente riuscita. Louseda sta bene ed è tornata in Ospedale per i controlli. L’abbiamo incontrata. Sul volto ci sono ancora i segni dell’intervento: una cicatrice le solca il capo da una parte all’altra come un sottilissimo cerchietto per i capelli; sopra il Al centro la piccola Louseda con mamma Betta. naso, più vicino all’occhio destro, A fianco Maria Lodovica Volpi e Monsignor Vittorio Bruni permane un po’ di gonfiore. Ma quello che ci rimane più impresso è il fragoroso “ciao” con cui ci accoglie, la risata contagiosa che l’accompagna in tutto ciò che fa e quel suo sguardo, vispo, allegro e spensierato. Mamma Beeta è con lei, un po’ più timida e riservata, ma di certo più sollevata e tranquilla rispetto al ricovero. “Ricordo lo sguardo della mamma all’arrivo- commenta Maria Lo- na “lunga” catena di solidadovica Volpi rietà unisce chirurgo pediatra Niguarda con l’ospedale che con Monsidi Luweero in Uganda. Suor Ernestina e le incubatrici gnor Vittorio Nel corso dell’anno il nodonate da Niguarda Bruni, Presistro Ospedale ha inviato dente della onlus apparecchiature medicali per l’assistenza dei piccoli pazienti e non Filomondo, ha solo. Particolarmente apprezzate le incubatrici, necessarie per limiseguito il caso tare la mortalità infantile molto alta, e il refrigeratore per il sangue, fin dall’inizio-. indispensabile per permettere le trasfusioni. Era stanca e spaventata, e attraverso quegli occhi sembrava dire a noi chirurgicamente il pavimento del cranio , che medici: io sono venuta fin qui, ho fatto un non si era chiuso correttamente durante lo lungo viaggio per affidarvela, adesso tocca sviluppo fetale”. Attraverso quel buco il cervello si è insinuato e, scivolando sempre più a voi.” Fiducia, speranza, tutto si è giocato in un in- giù nel corso degli anni, ha provocato un tervento lungo più di 12 ore, condotto dai enorme rigonfiamento all’altezza del naso, Neurochirurghi, Giuseppe Talamonti, alterando la struttura dello scheletro facciale. Marco Picano e Francesco Portaluri, in La risonanza di questi giorni conferma che la collaborazione con i chirurghi Davide Sozzi, ricostruzione è andata a buon fine. Per LouGabriele Canzi e Fabio Mazzoleni del- seda è tempo di ritornare ad Haiti e riprenl’équipe Maxillo-facciale Niguarda-San Ge- dere il gioco là dove l’aveva interrotto, per rardo. “Si è trattato- spiega Talamonti, noi è giunto il momento di salutarla. Ciao coordinatore dell’intervento - di ricostruire Louseda. U > CHI VISITA NIGUARDA > NEWS BRASILE e SERBIA Nuovi direttori ue delegazioni, una di medici brasiliani, l'altra di specialisti serbi, hanno visitato recentemente il nostro Ospedale. I primi (nella foto in alto) guidati da Fernando Bezzera Coelho, segretario generale per lo Sviluppo Economico, hanno mostrato particolare interesse per i nostri laboratori di terapia cellulare e per la banca dei tessuti. I medici del Vojvodina Institute of Cardiovascular Diseases di Novi Sad (nella foto in basso) hanno invece voluto visitare la centrale operativa del 118 e conoscere nel dettaglio gli aspetti operativi e gestionali. D Alfredo Rossi è il nuovo Direttore dell’Endoscopia Digestiva e Interventistica. Alfredo Rossi Luciano De Carlis è il nuovo Direttore della Chirurgia Generale 2 e dei Trapianti. Ai nuovi primari i migliori auguri di buon lavoro. Luciano De Carlis > INFERMIERI NEL MONDO A Helsinki per fare il punto sull’informatica sanitaria Congresso mondiale degli infermieri in Sud Africa La nostra delegazione a rappresentare l'Italia Presentato il progetto assistenziale del nuovo Ospedale fine giugno, a Helsinki, si è tenuto il decimo Congresso Internazionale dedicato all’informatica a supporto dell’assistenza infermieristica. È stato un importante momento di confronto e un’occasione per approfondire i temi riguardanti le nuove tecnologie e le loro applicazioni in materia di qualità dell’assistenza e della sicurezza del paziente. La Direzione Infermieristica di Niguarda, in collaborazione con la Struttura Gestione, Ricerca e Sviluppo Sistemi Informativi - ICT e la Fondazione Politecnico di Milano, ha contribuito all’evento congressuale presentando tre nostre importanti esperienze: l’indagine di prevalenza sulle lesioni da pressione, realizzata, nell’arco di 10 anni, in tutti i settori della degenza grazie all’impiego di un supporto informatico per la raccolta dei dati e la conseguente elaborazione statistica; il progetto sperimentale della cartella sanitaria informatizzata, realizzato presso l’Anestesia e Rianimazione 3; l’utilizzo del metodo Radio Frequency Identification per rendere sicura la terapia trasfusionale, condotto presso il Day Hospital del Servizio Im- ’evoluzione dei bisogni delle popolazioni e le priorità dei sistemi sanitari sono stati i temi principali trattati a Durban, in Sud Africa durante il Congresso mondiale degli infermieri. L’evento è stato dedicato all’approfondimento di tutte quelle tematiche socio-sanitarie che stanno determinando la necessità di ridefinire l’assetto: dall’assistenza alla ricerca infermieristica, dalla direzione dei servizi alla formazione, considerando le interconnessioni derivanti dalle influenze economiche e politiche. Gli A munotrasfusionale, con lo scopo di facilitare la corretta identificazione del paziente nonché il precoce riconoscimento delle reazioni anomale. “Esperienze di particolare rilievo, sia da un punto di vista scientifico che organizzativocommenta Giovanna Bollini, direttore della Direzione Infermieristica - che grazie a questo Convegno sono state illustrare ad una platea internazionale”. La relazione del Niguarda è stata selezionata tra oltre 100 relazioni inviate ed era l’unica a rappresentare il sistema sanitario italiano. I professionisti del nostro Ospedale che hanno partecipato al Congresso sono le Coordinatrici della Direzione Infermieristica e del Pronto Soccorso, Liana Carabelli e Monica Ghinaglia. A loro si è unito Nicola Restifo della Fondazione Politecnico, per il contributo sulle ultime due tematiche. L aspetti comuni sono stati particolarmente evidenti: a fronte delle diverse esigenze sanitarie delle popolazioni di tutto il mondo, si sono dimostrati validi ed innovativi le proposte e i servizi realizzati dagli infermieri. Tra le presenze italiane anche infermieri del nostro Ospedale: i Coordinatori infermieristici Patrizia Marmo, Paola Cattin e Angela Lolli. Se lo scenario assistenzialistico internazionale cambia anche quello di Niguarda evolve. A testimoniarlo l’intervento di Giovanna Bollini, Direttore della Direzione Infermieristica e unica relatrice italiana nell’ambito del Congresso, che ha illustrato, nella sessione dedicata al Management Infermieristico, l’esperienza della riorganizzazione infermieristica nel nuovo Niguarda. “È stata un’importante occasione- spiega Bollini- per presentare le motivazioni e il progetto che gradualmente porteranno la nostra Azienda ad acquisire una nuova configurazione organizzativa, basata sui livelli di intensità assistenziale, all’avanguardia nel panorama sanitario italiano ed internazionale.” 7 Il Giornale di Niguarda > FLASH Scherma in carrozzina: una realtà Camila & Viola La nota conduttrice televisiva Camila Raznovich è diventata mamma per la prima volta. Camila, seguita da Maurizio Bini dell’Ostetricia e Ginecologia, ha dato alla luce Viola, una bella bimba del peso di 3,4 kg. La Raznovich ha voluto ringraziare il nostro Ospedale donando tanti giocattoli per i piccoli del reparto di Pediatria. > ETNOPSICHIATRIA SEGUE DALLA PRIMA A Niguarda è nato nel 2000 il Centro di Consultazione Etnopsichiatrica, ambulatorio di salute mentale per “quei pazienti scomodi, irregolari - racconta Carlo Pagani, responsabile del Servizio - che nessuno vuole”. Unico centro lombardo (e comunque tra i pochissimi a livello nazionale), offre interventi diretti di sostegno psichiatrico a immigrati che arrivano dopo ricoveri in neuropsichiatria, dal pronto soccorso, da consultori,dall’ufficio stranieri ecc. “La vera forza del centro, infatti ETIMOLOGIA Il termine è composto da tre parole greche: - Etnos, che significa razza, tribù, stirpe, famiglia, ma anche territorio, dimensione locale. - Psichè, che significa soffio vitale, spirito. - Iatréia, che significa arte di prendersi cura. Il 30 ottobre presso la palestra sportiva dell’Unità Spinale si terrà il convegno “Scherma in carrozzina: una realtà”. Sono in programma diverse relazioni tra cui quella dell’ex azzurra Carolina Gambirasio, dello psicologo Giovanni Lodetti e di Laura Chimini (presidente World Cup); farà seguito una esibizione di schermidori in carrozzina e non. L’organizzazione è a cura dell’AUS Niguarda Onlus - tel. 02 6472490 e-mail [email protected] > WWW.OSPEDALENIGUARDA.IT - continua Pagani - è che esso è inserito in una rete assistenziale che lavora in modo coordinato con il territorio.” Oltre a psichiatri, psicologi e educatori, il centro si avvale della collaborazione di mediatori linguistico-culturali, essenziali per l’interpretazione “culturalmente orientata” dei casi. Che la cultura sia così influente sulla psicologia - ci racconta Leo Nahon, direttore psichiatria 3 - non è una scoperta recente. Anche a livello nazionale, per esempio, alcuni disturbi psichiatrici hanno presentazioni sintomatiche diverse tra pazienti del nord e pazienti del sud Italia. > FLASH Psichiatria 3 Tel. 02 6444.2492 da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 15.30 Annual Report: un anno raccontato dai pazienti l consueto appuntamento per valorizzare l’impegno e le attività dei professionisti che operano nel nostro Ospedale. Cliccando su annual2008.ospedaleniguarda.it si accede alla sintesi con le azioni e i risultati ottenuti nel 2008 e alla casistica in dettaglio per ognuna delle strutture cliniche. I curriculum vitae di tutti i primari, le sedi dei centri di riferimento e le innovazioni introdotte sono consultabili nella rubrica Clinical Unit. Nell’edizione 2008 una grande novità: i punti di forza che ci contraddistinguono sono raccontati dai pazienti attraverso le loro esperienze. Per leggere le storie di Gabriele, Simone, Cristina e tanti altri clicca su annual2008.ospedaleniguarda.it I “Anche perché io di trapianti ne avevo sentito sempre parlare solo alla televisione. Ma mai di un trapianto da vivente; non c’è proprio cultura non se ne parla.” Cristina (dona parte del proprio fegato a mamma Luigia) Ho sempre pensato che la vita e la salute non fossero un bene da dare per scontato e che, prima o poi, mi sarei seduto dall’altra parte della scrivania, in qualità di paziente e non di medico: ecco che quel momento era arrivato.” Simone “La mia storia è molto semplice, una mattina saranno state le sette meno venti, uno mi ha tagliato la strada, son volato via e son rimasto steso per terra…” Gabriele Il Giornale di Niguarda 11 > NUOVO NIGUARDA 84 giorni alla fine dei lavori a prima parte del nuovo Ospedale è pressoché ultimata; infatti sono già stati realizzati circa il 96% dei lavori previsti. Il gigantesco Blocco Sud, composto da cinque edifici collegati tra loro (tra cui il ristrutturato padiglione Ponti) sarà dal prossimo anno sede di diversi reparti ospedalieri. Lì troveranno collocazione i dipartimenti ospedalieri destinati all’alta intensità di cura come oncologia, cardiochirurgia, trapianti, ortopedia, L La facciata del Blocco Sud pneumologia ed altri ancora. Dalle vie adiacenti al Blocco Sud Veduta del Polo Tecnologico > C.R.A.L. Umbria, Asti e i mercatini di Natale er tutti i soci CRAL e non solo l’appuntamento è per il 7-8 novembre: l’arte, l’olio e gli immancabili prodotti tipici saranno i protagonisti nel minitour che toccherà Spoleto, Trevi e Poleta di Spoleto. Il 29 novembre tutti in gita nella “capitale del tartufo”, Asti, con tanta buona cucina ad aspettarvi. Sotto natale, il 6-7-8 dicembre, la meta sarà l’Alsazia(Mulhouse, Strasburgo, Colmar), con il consueto appuntamento con i mercatini di Natale. P > PER PRENOTARE C.R.A.L. padiglione 9 - Carati tel. 02.6444.3236 Lun-Ven dalle 10.00 alle 16.00 si possono vedere ampi scorci, tra cui la grande main street dove si affacceranno le accettazioni, le sale visita e le sale d’ attesa, ma anche alcuni negozi di pubblica utilità. Nella main street sarà posta anche la scultura vincitrice del concorso artistico “Cura e Speranza” a cui hanno partecipato quasi duecento artisti di tutta la penisola. Sono in pratica ultimati anche il Polo Logistico (magazzini, cucina, farmacia, etc) e il Polo Tecnologico, dove sono già in corso le prove dei cogeneratori che permetteranno al nostro Ospedale di “produrre” l’energia blocco di bassa intensità di cura necessaria al suo fabbisogno. (medicina, pediatria, ginecologia, Questi cantieri verranno conse- neonatologia ed altre); i lavori di gnati entro fine dicembre, rispet- questa “fase due” verranno ultitando a pieno i tempi indicati mati nel febbraio del 2014. dalla Direzione e dalla Regione Lombardia. In seguito, dopo i col- Per vedere come procedono i lavori laudi previsti dalla e le news sul nuovo niguarda visita il sito http://nuovoniguarda.ospedaleniguarda.it normativa, inizierà il trasferimento dei reparti. E’ doveroso riIl Polo Logistico, è in pratica ultimato cordare che questa prima fase di lavori per il nuovo Niguarda è stata realizzata in un tempo record, tempo che è esattamente la metà della media dei lavori di edilizia ospedaliera in Italia! Nel corso del prossimo anno verrà aperto, dopo gli opportuni trasferimenti e demolizioni, il nuovo cantiere (nell’area dell’attuale Psichiatria) per il > EVENTI Corsi e convegni di ottobre, novembre e dicembre 7 novembre IL DISRAFISMO SPINALE È “OCCULTO”? “Spina Bifida Occulta”, si tratta di una definizione controversa, per accertare la quale, ancora oggi non sono stati individuati percorsi diagnostici standardizzati. Il convegno vuole porsi pertanto quale momento di approfondimento fra i diversi specialisti coinvolti nella presa in carico di questi pazienti, al fine di individuare percorsi sia diagnostici che terapeutici univocamente condivisi. Unità Spinale Unipolare orario 08.30-18.30 7 novembre CEFALEE: I NUOVI AMBITI E L’INTEGRAZIONE OSPEDALE TERRITORIO La cefalea è un disturbo estremamente diffuso che colpisce circa otto milioni di persone, in prevalenza di sesso femminile. Scopo del corso è di offrire una panoramica sullo stato dell’arte nell’ambito delle cefalee; di definire alcune questioni aperte, fonte di controversie e aree grigie dove orientare la ricerca. Aula Magna orario 08.00-16.30 18 novembre COME COMUNICARE GLI EVENTI CRITICI Uno dei momenti più difficili nella vita del professionista è l’evento avverso che può comportare un danno al paziente o la morte. La comunicazione diventa in tale situazione uno strumento fondamentale per la gestione delle conseguenze interne ed esterne nei confronti dei diversi stakeholder. Aula D-2° Piano Qualità e Sicurezza Clinica orario 09.00-18.00 15 dicembre (V edizione) GESTIONE DELLA CARTELLA CLI- NICA: DALLA CERTIFICAZIONE ISO 9000 AGLI STANDARD JOINT COMMISSION Il corso si propone di affrontare il tema della cartella clinica, relativamente agli aspetti organizzativi, gestionali e giuridici, alla luce della norma ISO 9001:2008 e degli standard Joint Commission International. Aule Formazione Qualità e Sicurezza Clinica orario 09.00-18.00 > PER INFORMAZIONI www.ospedaleniguarda.it oppure Ufficio Formazione tel. 02 6444.3648/4539/4540 da lunedì a venerdì 09.00-12.00/13.00-16.00 12 Il Giornale di Niguarda > NIGUARDA CENTRO DI RIFERIMENTO PER LE MALATTIE RARE La sindrome di Arnold-Chiari Le sue cause? Ancora sconosciute. Spesso si associa a spina bifida rniazione… alias “fuori sede”. Alla base di questa patologia rara c’è uno spostamento di alcune strutture cerebrali, il cervelletto, il bulbo e il ponte, che a causa di una malformazione congenita escono dalla loro sede, la fossa cranica posteriore, riversandosi nel canale spinale. Difficoltà a deglutire e a parlare, perdita del controllo del movimento fine, problemi di equilibrio e deficit sensitivi possono insorgere a causa della compressione delle strutture “scivolate” sui fasci nervosi midollari. Inoltre la malformazione della fossa cranica interferisce con la normale circolazione del liquor cefalo-rachideo (liquido che circonda il nostro sistema nervoso centrale), portando ad un aumento della pressione endocranica, per cui il malato può accusare forti mal di testa aggravati da colpi di tosse, sforzi o starnuti. “La sindrome di Arnold-Chiari- spiega Maria Pia Onofri Pediatra e Neuropsichiatra infantilepuò presentare una sintomatologia molto variabile. Nei casi più gravi si possono avere episodi “ simil convulsivi” denominati cerebellar fits. Veri e propri attacchi di apnea che si ripetono nel corso della giornata a causa di una compromissione neurologica del centro del respiro”. Le cause e i primi meccanismi con cui l’anomalia si instaura non sono ancora del tutto chiari. L’intervento di fattori genetici è suggerito dal riscontro di famiglie con l’occorrenza di più casi. Di certo si sa che la malformazione colpisce in uno stadio precoce dello sviluppo embrionale: entro la 28° giornata dal concepimento. A seconda delle aree interessate da un non corretto sviluppo si classificano quattro tipi differenti di sindrome. Il tipo I solitamente si manifesta nel giovane adulto; i tipi III e VI sono rarissimi. Il più frequente è il Chiari II e nella maggior parte dei casi è associato ad un’altra malformazione del tubo neurale: la spina bifida. “ Nel nostro centrocommenta Tiziana Redaelli Direttore dell’Unità Spinale e del Centro Spina Bifida- seguiamo più di 300 pazienti in età pediatrica colpiti da spina bifida. Questa patologia può manifestarsi sotto svariate forme: come spina bifida aperta, meningocele o mielomeningocele. Dall’analisi della nostra casistica emerge che nel 98% E > PER INFORMAZIONI Unità Spinale Unipolare tel. 02.6444.3945 da lunedì a venerdì 08.30-15.30 www.asbin.it >INTERVISTA Andrea Ai piedi ha i tutori che gli consentono di camminare e oggi è venuto qua a Niguarda per farli “revisionare”. Andrea ha 16 anni e dalla nascita convive con la spina bifida e la sindrome di ArnoldChiari. Quest’ultima fortunatamente è silente, il che significa che seppur diagnosticata è asintomatica. Abbiamo fatto due chiacchiere con la mamma. Nella sindrome di Arnold-Chiari il cervelletto, il bulbo e il ponte fuoriescono dalla loro sede e si riversano nel canale spinale dei casi il mielomeningocele si associa con un Chiari di tipo II, assommando nello stesso paziente i problemi clinici delle due diverse patologie”. La metodica d’eccellenza per lo studio della malformazione è la risonanza magnetica, che mostra con precisione la presenza e l’entità della dislocazione delle strutture della fossa cranica posteriore. La terapia, nei casi sintomatici è neurochirurgica per aumentare lo spazio della fossa al fine di decomprimere le strutture encefaliche, in essa contenute, e normalizzare la circolazione del liquor cefalo-rachidiano. “L’intervento- conclude Onofripiù che una cura è un trattamento. Non è tecnicamente difficile e serve ad alleggerire il quadro sintomatologico, ma non guarisce la patologia malformativa di base”. > I NUMERI La sindrome di Arnold-Chiari è rara, ma la sua prevalenza non è nota con precisione, mentre la malformazione di Chiari tipo I ha, secondo studi recenti, una prevalenza dello 0,1-0,5% con una leggera predominanza nel sesso femminile. Sul sito www.ospedaleniguarda.it consulta la rubrica dedicata alle malattie rare Come sono stati i primi momenti con Andrea? Molto impegnativi. Il centro secondo me è stato fondamentale per poter affrontare i primi anni, senz’altro, ma anche i successivi. Non conoscevamo la malattia e non avevamo la minima idea di quali problematiche potessero insorgere con l’età. Per noi era tutto nuovo e sconosciuto. Al dolore e al dispiacere si aggiungeva, in quel momento, l’incapacità di intervenire e di capire cosa fosse meglio fare, per cui venire qua e avere delle risposte, almeno quelle che si potevano dare, ha alleggerito molto noi genitori sia dal punto di vista psicologico che pratico. In questi casi la tempestività dell’intervento è fondamentale per evitare complicanze. Quando è stato operato Andrea? La mattina successiva al parto. Pensi che appena nato me l’hanno portato via, l’ho visto dopo una settimana. Dopo l’intervento è stato ricoverato qui a Niguarda per due mesi, quindi, finalmente l’abbiamo portato a casa. Possiamo dire che ha trovato un punto di riferimento nel centro? Certo, perché quando lo scopri, è come un baratro che si apre, è una cosa che non conosci e per questo fa paura. Mi ricordo ancora che in una delle prime sedute di fisioterapia in piscina chiesi: “Ma potrà andare in bicicletta?”, non avevo la minima idea di come potesse essere il suo futuro. Per fortuna col tempo ci siamo accorti che Andrea non è un caso grave, per cui vedendolo quasi non ci si accorge della malattia. Quindi questo “baratro” non è poi così profondo? No, si è colmato trovando delle risposte e gli aiuti giusti. Non è stato facile ma abbiamo superato anche questo. ... e la bicicletta, c’è? La bicicletta c’è e c’è molto di più: in inverno Andrea va a sciare. Ha incominciato con le iniziative organizzate dal centro, perché inizialmente sci e scarponi vanno adattati, ora è iscritto a uno sci club e va a sciare con i suoi amici. Grazie per averci portato la sua testimonianza. > ECCO I 12 FINALISTI SEGUE DALLA PRIMA Le proposte sono state esaminate dalla giuria composta da Alberto Artioli, soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici, Sandrina Bandera, soprintendente per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico, Pasquale Cannatelli, direttore generale dell’Ospedale Niguarda Ca’Granda, e i due noti scultori Kengiro Azuma e Giacomo Benevelli. I finalisti sono sette uomini e cin- que donne, hanno formazione e curricula diversi, l’età varia tra i 34 e 78 anni. Non solamente la cultura italiana è rappresentata nella selezione: alla fase finale, infatti, partecipano anche un’artista francese e una giapponese. Per sapere chi sarà il vincitore l’appuntamento è per la mattina del 23 ottobre a Palazzo marino, dove alla presenza delle Istituzioni Locali ci sarà la premiazione ufficiale, che aprirà la mostra. A fare da cornice alle opere esposte ci saranno gli scatti artistici del fotografo Marco Beck Peccoz, realizzati per un volume sulla storia di Niguarda, di prossima uscita. PARTECIPA ALLA MOSTRA Dal 23 al 30 ottobre Presso la Loggia di Piazza dei Mercanti a Milano La loggia di Piazza dei Mercanti, sede della mostra Nelle 3 foto: la giuria del concorso impegnata nella valutazione dei progetti e dei bozzetti Il Giornale di Niguarda 13 > CARDIOLOGIA PEDIATRICA Quel tubicino che non si chiude Come intervenire sul dotto di Botallo pervio l primo respiro, grande, accompagnato dai vagiti del piccolo nato e dai sorrisi di medici e ostetrica, non è solo un saluto alla vita e a mamma e papà, ma è l’atto fisiologico che permette la chiusura del così detto dotto di Botallo. Durante la vita fetale, infatti, esiste un “tubicino”, il dotto di Botallo appunto, che mette in comunicazione l’arteria polmonare con l’aorta: per tutta la gestazione è la placenta della mamma a provvedere all’ossigenazione del sangue e non i pol- I moni del bambino. Il dotto, quindi, permette al sangue di “saltare” questi organi (tranne una piccola quantità per assicurarne la crescita), e di raggiungere direttamente il resto del corpo. Alla nascita, nel momento in cui ha inizio la funzione respiratoria, il dotto inizia a chiudersi spontaneamente ed entro le prime 72 ore, o più raramente entro le prime settimane di vita, la sua chiusura è completa. Tuttavia nel 6-10% dei nati a termine e in circa il 40% dei nati prematuri il dotto rimane aperto, facendo passare il sangue dall’aorta all’arteria polmonare. Questo porta ad un sovraccarico di lavoro del cuoricino e se le dimensioni del dotto sono grandi anche ad un aumento della pressione in arteria polmonare. Il maggior flusso polmonare, associato a una maggior pressione di perfusione, predispone allo sviluppo relativamente precoce della malattia vascolare polmonare. I sintomi dipendono dalle dimensioni del dotto : quelli di piccole dimensioni non causano generalmente alcuna manifestazione e il loro riconoscimento è del tutto occasionale, mentre i dotti di grandi dimensioni portano alla rapida comparsa di scompenso cardiaco. I neonati e i lattanti mostrano dispnea (respiro frequente e affannoso) durante i pasti o il pianto, sudorazione e rallentamento o stop dell’accrescimento ponderale o, all’inverso, rapido e innaturale aumento del peso corporeo. Il campanello d’allarme nei casi di dotti di medie e grandi dimensioni è un soffio al cuore, sarà poi l’ecocardiogramma a confermare la diagnosi; i dotti più piccoli possono passare inosservati ad una semplice visita in quanto clinicamente silenti e venire diagnosticati durante una valutazione ecocardiografica eseguita per altri motivi. > PER INFORMAZIONI Cardiologia Pediatrica Tel 02.6444.2611 da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 15.30 Cosa fare, dunque, se il nostro piccolo è affetto da pervietà del dotto? “Si può intervenire in due modi- ci spiega Gabriele Vignati, Direttore della Cardiologia pediatrica- a seconda dei casi. Esistono interventi chirurgici di legatura o sezione completa del dotto, da effettuarsi nei primissimi mesi di vita, e interventi per via percutanea (senza aprire il torace del piccolo) meno invasivi e che permettono la dimissione entro le 48 ore. Qui a Niguarda abbiamo effettuato con successo 73 interventi di questo tipo dal 2001.” La scelta, ovviamente, su quale metodica utilizzare per chiudere il dotto è strettamente legata all’età del piccolo e all’anatomia del dotto stesso. “La pervietà del dotto- continua Vignati- è una caratteristica frequente nei bambini prematuri. In questi casi si preferisce intervenire farmacologicamente, con un successo del 90% somministrando dei farmaci antinfiammatori che attivano quella cascata di eventi che entro i primi due tre giorni di vita porta alla chiusura del dotto.” In situazioni gravi o quando la terapia farmacologica non dà i risultati attesi è necessario ricorrere, invece, all’intervento chirurgico (a Niguarda dal 2000 ad oggi sono stati eseguiti 38 interventi chirurgici su nati con elevata prematurità). > IN ARRIVO IL VACCINO > APPUNTAMENTI Le nuove frontiere dell’endoscopia I Workshop per medici e infermieri in endoscopia d’urgenza: consensi e controversie. Si tratta di un appuntamento rivolto non solo agli endoscopisti, ma anche ai medici e chirurghi che operano nelle strutture di pronto soccorso, ai gastroenterologi, ai medici di medicina generale con interesse specifico in quest’area. Saranno coinvolti gli infermieri che operano non solo nelle strutture di endoscopia ma in quelle dell’urgenza, per sottolineare la priorità del team medico-infermiere, che oggi viene considerato irrinunciabile e fondamentale per il buon esito delle procedure endoscopiche. Nei sei moduli in cui è articolato il workshop si approfondiranno i temi relativi all’emorragia digestiva, la patologia bilio-pancreatica, l’ingestione di caustici e corpi estranei e l’endoscopia d’urgenza in età pediatrica. I Venerdì 6 novembre dalle 8.00 alle 17.30 Ospedale Niguarda Ca’ Granda Aula Magna SEGUE DALLA PRIMA “Sottoporsi all’immunizzazione- prosegue Micheloni- e adottare le dovute precauzioni sono un dovere etico per non fare ammalare gli altri e noi stessi, visto che nei mesi a venire ci sarà bisogno di noi medici e infermieri.” Di seguito le raccomandazioni diffuse dalla Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia. Seguiamole. CORRETTI COMPORTAMENTI Coprire naso e bocca in caso di starnuti o tosse, con fazzoletto o comunque mantenersi a distanza da altre persone. Lavare con attenzione le mani con acqua e sapone o con soluzione idroalcolica, e farlo con regolarità (soprattutto se ci si è toccati il naso o la bocca o se si sono toccate superfici sporche). Evitare contatti ravvicinati soprattutto con persone che potrebbero essere malate. Arieggiare bene l’ambiente in cui si vive aprendo le finestre o garantendo il corretto funzionamento degli impianti di condizionamento, curare la pulizia e sanificazione degli ambienti. Praticare comportamenti igienici quali dormire un tempo adeguato, alimentarsi in modo corretto e svolgere attività fisica. Se ci sono sintomi che ricordano l’influenza (disturbi delle prime vie aeree, tosse o dolori muscolari con o senza febbre) rimanere a casa e informare il proprio medico di medicina generale o pediatra di famiglia; non uscire o frequentare collettività se c’è febbre, ma per prudenza anche dopo che i sintomi sono passati, per almeno 24 ore. Quando è presente un malato in famiglia occorre evitare i contatti ravvicinati, utilizzare fazzoletti di carta ed eliminarli rapidamente, arieggiare i locali di frequente; non è necessario l’utilizzo di mascherine o di stanze/bagni singoli. 15 Il Giornale di Niguarda > FLASH > FLASH Manifestazione per la scuola i è tenuta domenica 13 settembre presso l’aula magna del nostro Ospedale la ventitreesima edizione della “Manifestazione per la scuola” organizzata da “La Cooperativa Dipendenti Ospedali COO.D.O.. Amministratori della Cooperativa insieme con autorità e amministratori ospedalieri hanno premiato 360 studenti, figli dei soci e dei dipendenti degli Ospedali S Niguarda Ca’ Granda, Policlinico, San Carlo Borromeo, Città di Sesto San Giovanni, che hanno concluso i rispettivi cicli scolastici con una buona votazione. Inoltre 45 “Kit scuola”, composto da zainetto ed astuccio, sono stati donati da Coo.d.o., quale gesto di incoraggiamento a ben intraprendere la vita scolastica, ad altrettanti piccolissimi che iniziano la prima elementare. 25° anniversario Oncologia Falck Il Direttore Sanitario Carlo Nicora alla consegna dei kit scuola > 43° CONVEGNO INTERNAZIONALE DI CARDIOLOGIA Un cuore pieno di novità: 1.500 cardiologi a convegno romosso dal nostro Ospedale si è tenuto dal 28 settembre al 2 ottobre, presso il polo fieristico di RhoPero, il 43esimo Convegno internazionale di cardiologia. Con oltre 1.500 specialisti partecipanti e l’intervento dei massimi esperti nel settore l’evento è stata l’occasione per fare il punto della situazione in mate- P L'apertura del convegno ria di cardiologia e cardiochirurgia. Cuori artificiali sempre più piccoli, correzioni di vizi congeniti tramite l’impiego delle valvole percutanee di ultima generazione e le nuove terapie anticoagulanti, sono state le novità più interessanti di questa edizione, approfondite, insieme a molti altri temi, dai 200 relatori intervenuti. A sinistra Delfina Ratazzi, al centro Pina Pannunzio (organizzatrice dell'evento), a destra Salvatore Siena (Direttore Oncologia Falck) i sono tenute giovedì 17 settembre le celebrazioni per i 25 anni dell’Oncologia Falck. L’evento, caratterizzato da una grande partecipazione, è stato l’occasione per la presentazione dell’iniziativa “la cura dell’orto”. Il progetto si propone di portare alcuni vasi di piante orticole sulle terrazze del reparto, da affidare alle cure dei degenti. La coltivazione dell’orto, che può apparire una scelta originale, è stata oggetto di una ricerca pubblicata sul British Medical Journal che ha rivelato effetti positivi sulla salute psico-fisica di chi vi si dedica. S > PER INFORMAZIONI www.ocgo.org > PAROLA ALLO SPECIALISTA Che cos’è... la V.E.S.? Lo spiega Alessandro Marocchi Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio l termine VES è acronimo di Velocità di EritroSedimentazione ed indica la velocità con cui i globuli rossi sedimentano separandosi dalla parte liquida del sangue nella quale sono immersi, il plasma. L’esame viene fatto con il normale prelievo di sangue con il paziente a digiuno. Il sangue prelevato viene mescolato con un anticoagulante, quindi viene collocato in una provetta lunga e stretta; dopo circa un’ora si verifica la velocità di sedimentazione. I ECCESSO DI VELOCITÀ… Un aumento della VES può essere indice di malfunzionamenti del nostro organismo, anche se la correlazione non è auto- matica. Il suo valore sale in seguito all’aumento di concentrazione di alcune proteine presenti nel plasma, come il fibrinogeno, le immunoglobuline o altre proteine, cosiddette “di fase acuta”, perché aumentano negli stati infiammatori. Modificazioni del numero dei globuli rossi (riduzione nell’anemia o aumento nella policitemia), del loro volume o della loro forma hanno anch’esse influenza sulla VES, determinandone sia un aumento che una diminuzione secondo i casi. …VELOCE, MA POCO SPECIFICO Le cause di alterazione della VES sono perciò molte, e rendono purtroppo questo esame largamente richiesto poco specifico. Una VES alta indica quasi sempre la presenza di una patologia ma mai quale e da quanto tempo essa è insorta: la raccolta della storia del paziente e l’esame clinico accurati sono in grado di svelarne la causa. D’altra parte questo esame può essere “normale” anche se sono presenti neoplasie, infezioni o malattie infiammatorie. La raccomandazione è pertanto quella di non utilizzare la VES come test di “screening”, cioè per ricercare se qualcosa non va in una persona senza alcun sintomo. > PER SAPERNE DI PIÙ Visita la sezione “ESAMI DI LABORATORIO” sul sito www.ospedaleniguarda.it > PROFESSIONISTI DELLA SANITÀ Il Giornale di Niguarda Periodico d’informazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda DIRETTORE RESPONSABILE: PASQUALE CANNATELLI L’ortottista e passi tutta la tua giornata al computer e per questo i tuoi occhi soffrono di sindrome di affaticamento (astenopia), sarà lui a prendersi cura delle S tue “orbite stanche”. L’ortottista appartiene alla classe delle professioni riabilitative e si occupa di prevenzione, cura, rieducazione e procedure di valutazione funzionale nelle Luisa Seregni impegnata in un Cover Test patologie oculari in età adulta e pediatrica. Spesso collabora con l’oculista, il pediatra, il neuropsichiatra infantile, il neurologo, l’endocrinologo e il chirurgo plastico ed è una figura di riferimento nella riabilitazione dei piccoli pazienti ipovedenti, fornendo, se La VES misura la velocità di sedimentazione dei globuli rossi necessario, anche un supporto psicologico ai loro genitori. L’ortottista è presente nel nostro Ospedale dal 1970, con la nascita dell’Oculistica pediatrica, nel 1989, i suoi compiti si ridefiniscono e si occupa anche di prevenzione e terapie per gli occhi dei più piccini, di elettrofisiologia oculare e di valutazione del bambino in età pre-verbale. L’attività di prevenzione si completa sul territorio: “ In collaborazione con l’Ospedale e il Lyons Club- commenta Luisa Seregni ortottista qui a Niguardaeseguiamo screening visivi negli asili nido e nelle scuole materne dell’hinterland milanese.” L’attività ortottica presso Oculistica pediatrica conta 7000 prestazioni l’anno, in costante aumento la quota dei pazienti extra-regione. Coordinatore Editoriale: Monica Cremonesi In redazione: Giovanni Mauri, Andrea Vicentini, Maria Grazia Parrillo e Federico Rossi Marketing: Matteo Stocco Direzione e redazione: Piazza Ospedale Maggiore 3 20162 - Milano - tel. 02 6444.2562 [email protected] Foto: Archivio Niguarda copyright Progetto grafico: Lara Angonese Stampa: STEM EDITORIALE SPA Via Brescia 22 - 20063 Cernusco sul Naviglio - Milano tel. 02.92104710 Tiratura: 30.000 copie Reg. Tribunale Milano: n. 326 del 17 maggio 2006 Pubblicità: Spada Pubblicità tel. 02.24.30.85.60 - Fax 02.24.30.01.56 www.spadapubblicita.it. 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