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ANNO
4 - NUMERO 4
Ottobre - Novembre 2009
Poste Italiane SpA - Sped.abb.post. Dl n 353/2003 - art 1 (comma1) D&B Milano - DISTRIBUZIONE GRATUITA
> EDITORIALE
Ospedali di
insegnamento e
centri sperimentali
di biotecnologie
bbiamo accettato il contributo del
Direttore del Dipartimento Chirurgico Polispecialistico, Raffaele
Pugliese, su un tema che è nella tradizione di Niguarda e che sempre più sta
diventando attuale: l'ospedale come
luogo di formazione e insegnamento dei
medici e dei laureati sanitari.
E' un contributo per un dibattito che ci
sembra debba coinvolgere i professionisti, le istituzioni e gli enti che si occupano
della formazione nel campo medico e sanitario.
Pasquale Cannatelli
Direttore Generale
A
l campo della chirurgia e più in generale delle procedure interventistiche negli ultimi anni è andato
incontro ad una enorme rivoluzione
tecnologica e culturale.
Gli indubbi vantaggi per i pazienti si
sono accompagnati di contro ad un
progressivo aumento della complessità
nella esecuzione tecnica del gesto operatorio richiedendo ai vari specialisti
del settore l’apprendimento di nuove
capacità tecniche.
Basti pensare infatti all’introduzione
della chirurgia robot assistita, sicuramente la tecnologia di frontiera piu’ affascinante nell’ambito delle moderne
tecniche chirurgiche, che rappresenta
infine una completa rivoluzione non
solo per il chirurgo ma per l’intera organizzazione della sala operatoria essendo l’operatore per la prima volta
non più a contatto diretto con il paziente ma in condizioni di operare attraverso l’intermediazione di una
interfaccia digitale a distanza di metri
o anche in condizioni seppur sperimentali di kilometri dal paziente.
I
CONTINUA A PAGINA 2
> INFLUENZA A/H1N1
In arrivo il vaccino
A breve le prime dosi per gli operatori sanitari
ra poche settimane saremo invitati ad effettuare la vaccinazione
contro
l’influenza
A/H1N1. Tra i primi ad averne diritto
gli operatori sanitari, che come tutto
il resto della popolazione quest’anno
si troveranno a fare i conti sia con la
consueta influenza stagionale che con
la “nuova arrivata”.
Nuova, ma neanche tanto diversa visto
che i sintomi sono del tutto sovrapponibili. Febbre, tosse, mal di gola, do-
T
lori muscolari, in virtù di questo quadro clinico complessivamente modesto e della mortalità molto bassa
l’O.M.S. (Organizzazione Mondiale
della Sanità) definisce l’attuale come
una pandemia “moderata”, che non
deve fare paura, ma che si diffonde
con rapidità.
Rapidità che porterà ad un picco di
casi tra metà dicembre e metà gennaio,
costringendo a letto milioni di italiani.
“Non è grave, ma colpirà tante per-
sone e tutte insieme - commenta Gianpaolo Micheloni, Responsabile del
Servizio di medicina e sorveglianza
sanitaria dei lavoratori -. Un problema
per chi deve garantire un servizio essenziale come l’assistenza sanitaria.”
Le uniche armi che abbiamo per
scongiurare questo rischio sono la
vaccinazione e le raccomandazioni
anti-contagio.
CONTINUA A PAGINA 13
> PSICHIATRIA E IMMIGRAZIONE
> CONCORSO CURA E SPERANZA
Una nuova disciplina: l’etnopsichiatria
Ecco i 12 finalisti
Il disagio “letto” dall’interno della cultura d’origine
Il 23 ottobre il vincitore all’apertura di una mostra dedicata
a realtà che tutti
noi viviamo è
sempre più “colorata”, multietnica, visi
orientali si scambiano
cenni di saluto con occhi
scuri della profonda
Africa, bambini di culture
lontane giocano insieme
nei parchi e le insegne dei
negozi parlano lingue diverse.
La coesistenza di mondi e culture differenti
hanno determinato lo sviluppo dell’etnopsichiatria, territorio di confine tra discipline
diverse, dalla psicologia all’antropologia,
dalla sociologia alla geografia, dalla teologia
alla medicina.
L
È difficile trovare, infatti, una semplice definizione per questo ramo
della psichiatria, che
tenta di tener conto della
cultura di appartenenza dell’individuo,
con i suoi miti, valori e
concezioni religiose, ma
anche del nuovo contesto sociale di inserimento, delle relazioni
interpersonali, ecc.
In altre parole l’etnopsichiatria si occupa di
indagare il disagio psichico dei pazienti provando a “leggere” il disturbo dall’interno
della cultura d’origine.
CONTINUA A PAGINA 7
i chiude con un
grande
successo il concorso
nazionale
“Cura e Speranza”
promosso dall’ospedale Niguarda Ca’
Granda in occasione
delle celebrazioni dei
70 anni dalla sua fondazione: in meno di
due mesi sono stati
presentati 181 progetti di artisti provenienti da tutta Italia
e non solo. Per i dodici finalisti è tempo
di “mettersi in mostra”, dal 23 al 30 ottobre i bozzetti delle loro opere sa-
S
ranno, infatti, esposti nella centralissima
Loggia di piazza dei Mercanti a Milano.
CONTINUA A PAGINA 12
2
Il Giornale di Niguarda
> NEUROCHIRURGIA
Gamma Knife Perfexion: precisione senza cicatrici
Neuroradiochirurgia di ultima generazione per le patologie cerebrali
n bisturi a raggi gamma per il trattamento di patologie cerebrali per le
quali la chirurgia tradizionale comporta rischi troppo elevati. Questo è ciò che
si cela dietro alla sigla Gamma Knife Perfexion, denominazione della sofisticata apparecchiatura dedicata alla Neuroradiochirurgia in funzione nel nostro Ospedale dal maggio 2008.
Il termine bisturi (in inglese knife) si deve
all’accuratezza del fascio di radiazioni che
colpisce una lesione cerebrale, ma non deve
trarre in inganno: il bisturi a radiazioni non è
da immaginarsi come un utensile iridescente
nelle mani del chirurgo, l’unità gamma knife
è, infatti, esteticamente simile ad un’apparecchiatura per la risonanza magnetica e l’ingombro della sua strumentazione arriva ad
occupare una stanza intera. “Non c’è dubbio-
U
commenta Massimo Collice Direttore del
Dipartimento di Neuroscienze-, un numero
sempre maggiore di patologie cerebrali
verrà trattato con questa tecnica e una Neurochirurgia all’avanguardia come quella di
Niguarda non poteva non averla”.
Come si svolge un intervento di Neuroradiochirurgia con Gamma Knife?
“Un casco dotato di elettrodi, detto stereotassico- spiega Alessandro La Camera,
Neurochirurgo del Centro-, è fissato sulla
testa del paziente (unica manovra invasiva
di tutta la procedura, che viene effettuata in
anestesia locale e che dura pochi minuti);
quindi si esegue una risonanza magnetica
per identificare il bersaglio. Una volta stabilita la dose di raggi da somministrare, il
paziente è posizionato su un lettino automatizzato che, eseguendo gli ordini impartiti
dalla consolle di comando, si
muove in modo da focalizzare le radiazioni , provenienti da 192 sorgenti di cobalto radioattivo, sulla
lesione da colpire” . L’intervento si
svolge in un’unica seduta ed ha una
durata variabile tra le 3 e le 8 ore. Alcuni tipi di tumori benigni quali meninIl “bisturi a raggi gamma”. Esteticamente è
giomi o neurinomi e le malformazioni simile ad un'apparecchiatura per la risonanza
arterovenose profonde o che coinvolmagnetica
gono strutture del cervello sono le
principali patologie per cui la metodologia Gamma Knife viene impiegata. La
tecnica ha poi letteralmente rivoluzionato l’iter terapeutico nelle metastasi cerebrali: oggi si possono trattare pazienti
con lesioni multiple, in un’unica seduta,
pazienti per i quali la chirurgia aperta
era del tutto preclusa.
“Grazie ad un approccio multidisciplinare- prosegue La Camera- che vede
coinvolti di volta in volta chirurghi, internisti, pneumologi e principalmente
gli oncologi possiamo oggi garantire a
questi pazienti non solo una più lunga
sopravvivenza ma anche una migliore qua> PER INFORMAZIONI
lità di vita. Infine si aprono nuovi orizzonti
Neurochirurgia
per patologie funzionali quali la nevralgia
tel. 02.6444.2150 Segreteria
trigeminale e l’epilessia”.
02 6444.4880 Centro Gamma Knife
Dall’entrata in funzione della Gamma Knife
da lunedì a venerdì dalle 09.00 alle15.30
Perfexion a Niguarda sono stati eseguiti più
[email protected]
di 150 interventi.
> DIAMO I NUMERI…
La localizzazione stereotassica (tridimensionale),
grazie al casco speciale, consente di focalizzare i
raggi su un’area ristretta del cervello.
Nel mondo ci sono circa 300
apparecchiature Gamma Knife,
concentrate soprattutto negli
USA e in Giappone, con le quali
vengono trattati quasi 40.000
pazienti l’anno.
> RADIAZIONI... MA NON È PERICOLOSO?
Poiché il trattamento è effettuato con sorgenti radioattive esterne, senza contatto fisico,
non vi è alcun rischio di radioattività che il paziente possa portare con sé. Inoltre
l’energia delle radiazioni somministrate è ben inferiore a quella necessaria per generare radioattività indotta, cioè trasmissibile ad altre persone.
> EDITORIALE
SEGUE DALLA PRIMA
Questi risultati inimmaginabili sino a pochi
anni orsono si ottengono solo grazie alla collaborazione tra chirurghi, anestesisti , infermieri
di sala operatoria, ingegneri clinici ed all’indubbio ruolo fondamentale della direzione ed
amministrazione di una moderna struttura sanitaria che deve opportunamente investire in
nuove tecnologie, aggiornamento ed utilizzo
del personale. Comunque l’evoluzione del trattamento medico consentito dalle moderne tecnologie non si arresta alla sola possibilità di
intervenire in maniera sempre meno invasiva
ma, grazie all’enorme sviluppo delle tecniche
di imagine (Ecografia, TC, RM, PET), si allarga ad un approccio sempre più mirato che
negli ultimi tempi, grazie a rivoluzionarie tecnologie, ha consentito di utilizzare l’energia per
effettuare l’ablazione di tumori localizzati in
regioni un tempo ritenute inaccessibili.
Basti ricordare ad esempio la tecnologia cosidetta HIFU (High Intensity Focused Ultrasound) che mediante l’utilizzo di ultrasuoni
altamente focalizzati consente di intervenire
senza alcun trauma esterno per il paziente. Ovviamente l’esplosione di tecnologie e conoscenze non basta di per sè ad offrire il miglior
trattamento o meglio il miglior percorso diagnostico terapeutico al nostro paziente, ciò di
cui si necessita maggiormente, infatti, è una
profonda evoluzione culturale dei professionisti che non devono identificarsi più come singoli depositari di una conoscenza assoluta e
compiuta, ma come protagonisti di una squadra che con un approccio multidisciplinare può
offrire al paziente le migliori opportunità di
cura e al sistema sanitario nel suo insieme il
miglior rapporto nell’utilizzo delle risorse rispetto alla efficacia delle cure.
In questo scenario di criticità crescenti, legate
all’enorme complessità conseguente alle maggiori conoscenze e alle moderne tecnologie,
uno dei settori che più si trova ad attraversare
una fase di grande difficoltà è rappresentato
dalla educazione e formazione pratica dei professionisti sanitari, parasanitari e dei vari tecnici che nella moderna medicina altamente
tecnologica giocano un ruolo sempre più rilevante.
Basti infatti pensare a quanto possa essere rischioso durante la fase formativa dei giovani
professionisti non poter avere la possibilità di
incontrare e sperimentare sul campo le nuove
soluzioni terapeutiche ed essere partecipi dei
moderni percorsi integrati di diagnosi,terapia e
follow up dei pazienti affetti da patologie oncologiche, croniche e dell’invecchiamento.
Si assiste infatti molto spesso alla evenienza
che giovani professionisti si trovino all’inzio
della loro esperienza professionale ad interagire con la realtà clinica della assistenza ai pazienti con un grande bagaglio teorico ma scarse
competenze tecniche e gestionali, creando situazioni di profonda frustrazione per il professionista e di rischio per i pazienti.
Di contro esistono numerosi colleghi che pur
svolgendo correttamente il loro lavoro quotidianamente non hanno accesso a percorsi strutturati di aggiornamento teorico pratico,
trovandosi quindi nella situazione di non poter
offrire ai propi pazienti le migliori opportunità
diagnostico terapeutiche.
C’è da considerare inoltre che una corretta educazione e training pratico attraverso il miglioramento delle performance dell’insieme
medico/team/ospedale ottengono, tramite le
corrette indicazioni ed utilizzo delle tecnologie, anche notevoli risultati in termini di rapporto efficacia-risorse utilizzate con un risultato
ultimo utile anche in termini complessivi del
sistema sanitario. Tutto ciò se è relativamente
facile da valutare criticamente in termini teorici risulta particolarmente difficile da mettere
in pratica nel quotidiano. Il primo e fonda-
mentale elemento è rappresentato dalla necessità di affrontare tale complessità non più in
maniera disorganica, non strutturata, lasciandola alla buona volontà del singolo; anche perchè questo ancorchè animato dalle migliori
intenzioni poco potrà apportare “al sistema” in
cui si trova a lavorare se non supportato da tutti
gli elementi del suo team e nell’insieme dalla
sua struttura sanitaria. Fortunatamente se è vero
che ci si trova di fronte a nuove sfide esistono
allo stesso tempo nuove opportunità nel campo
dell’insegnamento che si sono venute a creare
nel corso degli anni con la messa a punto di
nuovi modelli formativi che utilizzano tecnologie avanzate per facilitare l’apprendimento
ed il mantenimento di un buon livello di performance nello svolgimento di procedure mininvasive, dalle più semplici a quelle più
avanzate.
Oggi infatti in strutture opportunamente disegnate per essere dedicate all’insegnamento pratico delle tecniche mininvasive ed
interventistiche in generale, è possibile offrire
ai professionisti della salute nel loro insieme la
possibilità di formarsi su modelli inanimati, simulatori virtuali avanzati e, ove necessario, su
modello animale, per imparare l’esecuzione di
intere procedure chirurgiche senza esporre i pazienti ad alcun rischio. Queste strutture consentono di confrontarsi con le best practice,
incontrando esperti di fama internazionale , e di
creare un mix tecnologico e culturale ove professionisti di diverse discipline possano anche
incontrarsi per immaginare e realizzare le
nuove tecnologie che porteranno al miglioramento dei trattamenti attuali.
Un centro dedicato all’insegnamento e alla ricerca nelle biotecnologie con la possibilita’ di
sperimentazione in laboratorio, inserito in un
contesto ospedaliero di alto livello professionale che include tutte le specialità mediche e
chirurgiche e con alti volumi di pazienti, aperto
al confronto con le migliori esperienze internazionali in campo sanitario, rappresenta una
risorsa unica e di altissimo valore per la formazione teorica e pratica di giovani colleghi e
del personale sanitario in generale che continuamente ha bisogno di aggiornamento e possibilità di training pratico. Tutto ciò con lo
scopo di consentire anche in Italia quel processo di certificazione e ricertificazione delle
competenze acquisite che in altri paesi avanzati ha già preso piede e che sta offrendo buone
ricadute in termini di sicurezza e qualità della
prestazione dei medici coinvolti.
Da tutto quanto detto appare a nostro avviso
evidente che all’interno di un qualsiasi percorso
di formazione la risorsa più importante è rappresentata dall’incontro tutorato tra il discente,
a qualsiasi livello e fase della sua formazione,
e il paziente bisognevole di cure.
È evidente che gli ospedali, ove per volumi e
complessità delle patologie trattate tutto questo si renda piu’ facilmente possibile, rappresentano luoghi ideali di insegnamento in base
a criteri di efficacia e completezza vista la necessità di apprendere la gestione di percorsi
multidisciplinari.
Le considerazioni fin qui esposte rappresentano gli elementi critici su cui fondare la nuova
visione che dovrà guidare l’educazione dei professionisti della salute nel loro insieme – medici, infermieri, tecnici, ingegneri clinici,fisici
sanitari, persone coinvolte nella gestione organizzativa - e che sicuramente richiederà una ridiscussione dei rapporti tra i vari attori
dell’attuale scenario formativo italiano ( Università – Ospedali di Insegnamento – Centri
Biotecnologie – Esperienze territoriali) così
come ormai è già avvenuto in altre realtà internazionali.
Raffaele Pugliese
Direttore del Dipartimento
Chirurgico Polispecialistico
Il Giornale di Niguarda
3
> NUOVA NOMINA
Vesconi nuovo coordinatore dei trapianti per la Lombardia
mina. Il coordinamento
ergio Vesconi,
di una struttura che rapDirettore del Dipresenta la speranza per
partimento di
così tanti pazienti è una
Emergenza Urgenza, è
funzione strategica e imil nuovo coordinatore
portante. Qual è il suo
regionale per l’attività
stato d’animo nell’accodi prelievo e trapianto Sergio Vesconi
starsi a tale ruolo?
della Regione Lombardia. La Lombardia insieme al Veneto, La Regione Lombardia ha da sempre
Trentino, Friuli Venezia Giulia, Liguria recitato una parte importante nell’attie Marche fa parte del NITp (Nord Ita- vità trapiantologica italiana ed è sicuralia Transplant program), il Centro In- mente un compito complesso e
terregionale di Riferimento che delicato. Sarà necessario profondere
soprassiede all’attività trapiantologica energie e sforzi per migliorare la situanel Nord Italia. La nuova nomina è zione attuale, soprattutto per l’attività di
stata l’occasione per incontrarlo e fare il donazione, che è il primo passo, fondapunto sull’attività trapianti in Lombar- mentale, per il trapianto.
I dati aggiornati al 30 giugno dicono
dia e nel nostro Ospedale.
Innanzitutto complimenti per la no- che tra il 2008 e il 2009 il numero dei
S
trapianti effettuati in Lombardia è
aumentato passando da 284 a 366.
Quale sarà la sua politica per mantenere tale trend e per far sì che
“l’unica alternativa” di pochi diventi
“l’unica alternativa” di molti?
Siamo confortati da questo risultato
visto che l’anno precedente è stato l’annus horribilis per i trapianti lombardi. È
lecito interpretare questa variazione positiva come il frutto di un’azione di stimolo, attenzione e coinvolgimento che
la Regione ha intrapreso nei confronti
degli ospedali. Ad esempio per i dirigenti delle singole aziende ospedaliere
è stata fissata una quota donazioni da
raggiungere entro l’anno. Inoltre numerosi sono stati gli incontri e i momenti di confronto con i vertici delle
aziende sanitarie per ribadire l’importanza della donazione, un’attività capillare necessaria che ha portato a questi
risultati.
Si registra anche un aumento dei donatori, passati dal 17,7 al 27%, che
rimangono però ancora troppo
pochi per far fronte a tutte le richieste. Qual è la situazione in Lombardia e qui a Niguarda?
Il dato che lei cita fotografa la situazione correttamente attestandoci al di
sopra della media nazionale. L’obiettivo è quello di arrivare a 30 donatori
per milione di abitanti (30%). Tenendo
conto che la situazione della Lombardia
è un po’ particolare. Si ragiona, infatti,
su una popolazione complessiva paragonabile a quella di uno Stato come
l’Austria, ma il terreno è favorevole: se
prendiamo in considerazione il dato relativo all’indice di opposizione, ovvero
quante volte gli aventi diritto negano il
consenso al prelievo, si scopre che si attesta sul 20%. Un valore che colloca la
Lombardia in una posizione di testa e
che apre a scenari futuri ancor più positivi.
Niguarda è sempre stato un punto di riferimento sia sotto il profilo della donazione che del numero di trapianti.
Abbiamo conosciuto anche noi delle
fluttuazioni, però l’Ospedale ha da
sempre un valore strategico nel panorama regionale. Io lo paragono ad una
macchina, grande e complessa la cui attività incide fortemente sulla casistica
regionale.
> CENTRI SPECIALISTICI
Centro per la chirurgia dell’epilessia “Claudio Munari”
In vista la candelina numero 1.000 per il centro, unico in Italia
iamo a quota 1000. Il traguardo è lì a portata di mano. Il millesimo paziente operato nel Centro per la chirurgia
dell’epilessia “Claudio Munari” presto sarà
raggiunto; è un risultato storico e importante non
solo perché il numero è di quelli “tondi tondi”,
ma anche perché dietro quelle quattro semplici
cifre ci sono tante storie, tanto lavoro e tanta eccellenza. Il centro è stato il primo in Italia e
venne istituito dalla Regione Lombardia nel
1994, ma risalgono al maggio del 1996 i primi
interventi. Trattare l’epilessia chirurgicamente,
un’intuizione di oltre un secolo fa del neurochirurgo Horsley e del neurologo Jackson per quei
casi non curabili coi farmaci, è potuta divenire
realtà anche qui in Italia grazie all’intrapren-
S
denza di Claudio Munari, il neurochirurgo pioniere della chirurgia dell’epilessia che ha portato
tra i padiglioni del nostro Ospedale la competenza pluriennale maturata a Parigi e Grenoble,
fondando una vera e propria scuola italiana, al
cui vertice, dopo la prematura scomparsa, è subentrato il collega-allievo Giorgio Lo Russo,
attuale Direttore del centro. Si stima che in Italia le persone affette da epilessia siano 500.000,
ma “non tutti sono candidabili per un intervento
di resezione- spiega Lo Russo-. L’indicazione
chirurgica è da prendersi in considerazione solo
per quei pazienti affetti da un’epilessia cosiddetta focale e farmacoresistente”. Mentre l’esistenza di una lesione nel cervello può far
prendere in considerazione l’intervento anche in
> GRAZIE MILLE...
Oltre a Claudio Munari il centro deve la sua storia ad altro importante uomo di scienza: il
Primario Emerito Giuseppe Scialfa, storico Direttore della Neuroradiologia nel nostro
Ospedale. Già in occasione del suo recente pensionamento Giorgio Lo Russo ha avuto parole di ringraziamento per Scialfa, l’intervista per l’articolo è stata l’occasione per ribadirlo.
“Se Munari- afferma Lo Russo- è stato il maestro per me e per i miei colleghi, Scialfa è stato
l’uomo chiave per l’apertura del centro qui a Niguarda. È stato lui, infatti, a far rientrare Munari qui in Italia ed è stato lui ad avviare tutti i passaggi necessari presso la Regione Lombardia perché il centro fosse istituito.
…E NON SOLO
Inoltre un sentito ringraziamento va a tutti i colleghi per il costante supporto fornito al Centro nell’ambito di un approccio multidisciplinare. “Grazie- prosegue Lo Russo- ai Neuroradiologi, ai Neurorianimatori, ai Pediatri, agli Anatomo Patologi, ai Fisici e ai Neuropsicologi
per la preziosa collaborazione fornitaci in tutti questi anni”.
assenza di una provata farmaco
sione con cui si ottiene una
resistenza, la presenza e l’indimappa dettagliata di arterie e
viduazione di un’unica zona
vasi che irrorano la zona e che
del cervello, responsabile delle
rappresenta una coordinata
scariche anomale, rimane un
fondamentale per il chirurgo
requisito fondamentale per
per orientarsi durante l’interaprire le porte della sala operavento. I risultati variano a setoria. La “caccia” all’area epiconda del tipo di epilessia
lettogena viene eseguita dal
operata. “Gli esiti più favoreCentro con metodiche di livello
voli - commenta Lo Russo - si
estremamente avanzato.
hanno per i casi con lesioni
L’iter diagnostico ha il suo
evidenti alla risonanza maprimo passo nel Video-EEG,
gnetica e per le localizzazioni
un esame non invasivo che Da sinistra: Francesco Cardi- a livello temporale. Per queconsiste nella registrazione
sti casi la percentuale di guanale e Giorgio Lo Russo
delle crisi epilettiche mediante durante un intervento condotto rigione può arrivare al 90%.
una videocamera, procedendo con la metodologia di Talairach Scende al 50% nei pazienti in
contemporaneamente ad una
cui la zona epilettogena è
elettroencefalografia. In quemolto ampia, interessando
sto modo si possono osservare e rivedere più più lobi dell’encefalo”.
volte le crisi allo scopo di localizzare la regione Esiti differenti, ma su tutti incide la tempestività:
epilettogena nel confronto video-encefalo- “Io consiglio l’intervento il più presto possibile
gramma. Se questo non dovesse bastare, si passa - continua Lo Russo -, se ci sono le indicazioni
ad indagini a cui ad una maggiore invasività cor- anche in età pediatrica. Prima il bambino si lirisponde una più alta precisione e sensibilità. La bera dalle crisi prima potrà completare il norcamera operatoria, unica nel suo genere, infatti, male sviluppo cognitivo. Inoltre la plasticità di
permette di eseguire interventi stereotassici, se- un cervello non ancora formato consente di ovcondo la metodologia di Talairach, che con- viare meglio a complicazioni che eventualmente
sente di impiantare elettrodi intracerebrali, con possono manifestarsi”.
un casco speciale, per registrare direttamente dal Chissà che a spegnere la candelina numero mille
cervello l’origine della crisi. L’impianto è reso non sia proprio un piccolo paziente! A noi piace
possibile da uno studio angiografico di preci- immaginarlo così. Auguri.
> RICERCA
Maxi bando: Fazio rivoluziona la ricerca
Basta distinzioni tra istituti e ospedali, così la ricerca entra in corsia
102 milioni di euro per la ricerca
biomedica. La novità per una
volta non sta nelle cifre quanto
nell’unificazione. Sì, perché il
bando, voluto dal viceministro
Ferruccio Fazio, estende la possibilità di partecipare a tutte le
strutture sanitarie, pubbliche o
private, senza dover necessariamente possedere il
“bollino” di Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.), alle quali erano riservati per ora i fondi. L’obiettivo è dare piena
dignità anche agli ospedali, incentivandone l’attività scientifica. Per farlo Fazio ha deciso un taglio
del 20% dei fondi destinati agli IRCCS per la ricerca corrente. Un provvedimento che non va interpretato come una penalizzazione. Dal
Ministero, infatti, assicurano che se l’istituto pro-
duce sarà finanziato ugualmente,
anzi, forse ancora di più: il principio non è ridimensionare gli
IRCCS in quanto tali, ma finanziare la buona ricerca sia che
provenga dagli istituti, sia che
venga dagli ospedali.
Più partecipanti, ma anche più rigore nella selezione dei progetti che saranno scelti
secondo i criteri della cosiddetta valutazione tra
pari (“peer review”), puntando ad una selezione
anonima e indipendente sul mercato scientifico e
avvalendosi della collaborazione del prestigioso
National Institute of Health, lo stesso che ogni
anno gestisce e finanzia progetti di ricerca biomedica negli U.S.A. per miliardi di dollari.
“Un provvedimento eccezionale”, “un’opportunità importante”. Queste le parole usate dal Diret-
tore Sanitario del nostro Ospedale Carlo Nicora
per commentare la notizia sulle colonne di 24 ore
Sanità. A guadagnarci non solo l’Ospedale in sé,
ma soprattutto il paziente. Secondo Nicora, infatti,
grandi strutture come Niguarda offrono un bacino
di pazienti molto più ampi di tanti IRCCS: l’ideale
per provare a portare la ricerca al letto del malato.
I NUMERI
DI NIGUARDA
740 gli studi clinici in corso
100 i nuovi studi aperti annualmente
> SPAZIO AL MARKETING SCIENTIFICO
Si occupa di valorizzare l’attività dell’Ospedale a 360 gradi: è il responsabile del marketing scientifico. Tra i suoi compiti quello di raccogliere i risultati della ricerca e di
presentarli ad aziende farmaceutiche o di medical device affinché scelgano l’eccellenza di Niguarda come sito privilegiato per i loro studi.
“È un’idea innovativa ancora poco diffusa- commenta Luigi Ballerini, responsabile
del marketing scientifico-, che in occasione di convegni o altri momenti di confronto,
suscita un grande interesse da parte degli altri ospedali”.
Il Giornale di Niguarda
5
Ciak! C’è Salvatores
nche il grande
regista Gabriele
Salvatores si è
innamorato dell’architettura e della storia del nostro Ospedale e dopo una serie di
sopralluoghi ha scelto di girare
qui alcune scene del suo nuovo
film intitolato “Happy Family”.
Le riprese in interni sono state
A
La mostra “Lombardia Arte & Salute”
realizzate in una corsia non in uso del padiglione Talamona
mentre per gli esterni
è stata utilizzata l’area
(ricca di storia) del piazzale interno ed esterno dell’Ospedale.
Tra gli attori protagonisti del film
Fabio De Luigi, Sandra Milo
(nella foto) e Diego Abatantuono.
l nostro Ospedale ospiterà dal 19 al 31 ottobre la mostra “Lombardia Arte & Salute - Vivere Sognare Star bene“
patrocinata dall’Assessorato alla Sanità della
Regione Lombardia e con il sostegno di General Electric. In una elegante tenso-struttura
posta nel piazzale adiacente l’ingresso centrale vi sarà la prestigiosa esposizione collettiva del Circolo Artisti di Varese (giunti al
I
> VISITA LA MOSTRA
90° anno di attività), con le opere (pittura,
scultura, grafica e fotografia) di oltre 50 artisti che si confronteranno sul tema del rapporto tra territorio e vita, inteso come
benessere psicofisico. L’iniziativa gratuita
offre la possibilità di apprezzare gli scatti artistici del fotografo Marco Beck Peccoz, che
hanno come soggetto le bellezze artistiche
del nostro Ospedale.
“Lombardia Arte
& Salute - Vivere
Sognare Star Bene”
Dal 19 al 31 ottobre
nel piazzale
adiacente l’ingresso
centrale dell’Ospedale
> PATOLOGIA DELLA RIPRODUZIONE
> RACCONTIAMO
Il nostro primo volo
Crioconservazione gametica
Anna, alunna infermiera, e il suo primo giorno di tirocinio
Una chance per pazienti oncologici e non solo
i muoviamo in gruppo,
con divise immacolate e
piega del pantalone inamidata. Sguardo assonnato …
Siamo gli studenti infermieri del
primo anno del Niguarda, il
primo giorno di tirocinio davanti
ai reparti di Medicina del padiglione Carati.
Ore 6.45.Vogliamo raccontarvi di
questa esperienza incredibile, cercando di trasmettere tutto il nostro
entusiasmo e la voglia di crescere
in questo percorso di formazione
professionale e umana.
Tutto era nuovo per noi quel
giorno. L’incontro con la divisa,
innanzitutto, capace già di farci
sentire “infermieri”, di identificarci come appartenenti ad un
corpo storico, che esiste da sempre. Poi lo staff di reparto, coordinatrici,
case
manager,
infermieri. Un saluto di benvenuto, un sorriso di incoraggiamento, dietro a regole e rigori che
vengono subito definiti. E poi,
loro, le persone malate. I loro
letti. La maggior parte dorme ancora. Ciò che colpisce è il silenzio
del reparto… un silenzio – e questo lo scopriremo nelle settimane
successive - tipico dell’ospedale,
poco prima del risveglio delle attività. Per l’allievo infermiere il
primo tirocinio segna un passaggio: non solo fisicamente ci si sposta da un’aula di scuola ad un
reparto di ospedale, ma soprattutto è un passaggio da un tempo
fatto di nozioni e teoria ad un
tempo fatto di realtà tangibile. Vivere l’esperienza del reparto è la
conclusione più incredibile, vibrante (e diciamolo, anche faticosa) del primo anno di uno
studente infermiere. I primi tasselli di teoria cominciano ad
unirsi. Qui, tutto è vero.
Le ore passate a studiare le infezioni, le disinfezioni, il lavaggio
delle mani e degli strumenti, acquistano senso. Non più solo voci
da studiare per superare gli
esami. O quando si comincia ad
eseguire le prime tecniche infermieristiche, così impersonali durante le simulazioni sui manichini,
nel momento in cui si tocca la
persona, nasce immediatamente
un profondo rispetto per ciò che
si sta compiendo.
Cosa fa uno studente infermiere
n codice da digitare, il riconoscimento
delle
impronte digitali e la porta
si apre. L’allarme, che segnala l’innalzamento della
temperatura ambientale
dovuta alla nostra presenza, inizia a suonare.
Banca di crioconservazione. Già il nome sa di futuro, di fantascienza. Un
futuro che qui a Niguarda
è arrivato ufficialmente
solo da quest’anno, ma che
aveva già da tempo tutti gli
Maurizio Bini al microiniettore. Da un lato l’holder tiene fermo l’ovocita, quindi con una siringa
“ingredienti” pronti per esmicroscopica, presente sul lato opposto, si inietta un singolo spermatozoo per la fecondazione
sere realizzato. “Si tratta
di un servizio- commenta
congelano i rispettivi ovuli o sper- Più facile per lui, più complessa per
Maurizio Bini, Responsabile del
matozoi in modo da avere una “ri- lei. Il maschio ha, infatti, una faciServizio di Fecondazione Artifiserva” da cui attingere per avere lità di produzione di spermatozoi per
ciale- che cercavamo di strutturare
comunque una chance riproduttiva cui la procedura si riduce al semda tanto tempo e che ora è finaltramite inseminazione artificiale. È plice stoccaggio. Nella donna il premente attivo. Si è trattato di unire
importante sottolineare che il rischio lievo avviene tramite un intervento
due competenze che l’Ospedale
di diminuzione del potenziale ripro- chirurgico e la possibilità di conaveva già: da un lato l’esperienza
duttivo è un requisito fondamentale servazione si abbassa ad una decina
maturata dal centro sterilità nel
per accedere al servizio, studiato per di ovuli anziché milioni di spermatrattamento e nel prelievo dei gamalati veri e non per assecondare tozoi come avviene per l’uomo. Bimeti, dall’altro la storica tradizione
desideri di maternità o paternità, per sogna inoltre adottare specifiche
della banca dei tessuti per quanto
vezzo o moda, anche dopo il termine precauzioni per l’ovocita che esriguarda il congelamento; per cui,
del periodo fertile. 6-7 la media di sendo molto più grosso e contequando si è presentata la possibilità,
congelamenti che si effettuano men- nendo una maggiore percentuale di
è stato abbastanza facile organizsilmente. La maggior parte di questi acqua può andare incontro più facilzare il servizio”.
sono malati cui è stato diagnosticato mente ad esplosione durante il conDi cosa si tratta? Di una semplice
un tumore, per cui si prevede una gelamento. “Se effettuato con la
ma preziosa possibilità, offerta a
possibile riduzione del potenziale ri- dovuta perizia- spiega Bini- la contutti quei pazienti che devono sottoproduttivo in seguito alla chemiote- servazione nell’azoto liquido è virporsi ad una terapia che potrebbe
rapia. Predominante ma non tualmente infinita. Una volta
impattare sulla loro fertilità. Alla
esclusiva: al fianco dell’indicazione scongelati i gameti si potrà scegliere
luce di tale rischio si prelevano e si
oncologica ci sono, infatti, pazienti tra la tecnica di fecondazione assiprovenienti dall’ema- stita più opportuna per il caso. Ne
tologia, dall’urologia esistono almeno una cinquantina e
e dalla neurologia; in il nostro centro le pratica tutte”.
aumento i grandi
ustionati per cui il ca> PER INFORMAZIONI
lore può determinare
Centro Studi e Trattamento
nel lungo termine inper i Disturbi della Fertilità
fertilità e i militari in
Tel. 02.6444.2618/2034
partenza per aree conda lunedì a venerdì
taminate da uranio
dalle 08.00 alle 16.00.
arricchito.
U
C
Anna (a destra)
e il suo “primo volo”
al primo anno?
Assistenza di base innanzitutto,
cioè l’igiene completa, compreso
vestire e svestire la persona. La
mobilizzazione. Ma anche rilevare i parametri vitali e respiratori, o eseguire tecniche come il
cateterismo vescicale, l’inserimento del sondino naso-gastrico,
piccole medicazioni, per citarne
qualcuna. Soprattutto impariamo
ad osservare i pazienti, a raccogliere le informazioni relative ai
loro bisogni di assistenza infermieristica (alcuni palesi, altri
meno manifesti) traducendoli poi
in atti pianificati. E’ una nuova
forma mentis che dobbiamo costruirci, attraverso l’acquisizione
di un metodo affinché le nostri
azioni non siano mai lasciate al
caso o all’ improvvisazione. Gli
studenti infermieri hanno la fortuna di vivere il tempo del tirocinio in un ambiente protetto.
Seguiti dai tutor di reparto, vengono concessi tempi lunghi nell’eseguire gli interventi al fine di
poterne curare la precisione. Gli
infermieri ci guardano con tenerezza; qualcuno riferisce che
“coccoliamo” le persone e che
questo non sarà più possibile
quando saremo in trincea. Per
ora a noi basta fare bene le nostre
semplici azioni, affezionandoci ai
malati e loro a noi.
In tutto questo tempo, ognuno di
noi, indipendentemente dalle proprie abilità e dalle aspettative che
può avere su questa professione,
si porta a casa una esperienza
toccante, capace di far risuonare
corde profonde e antiche, di tenerezza e voglia di stare vicino.
E’ un incontro di profonda intimità, in cui si conosce e si vive
“l’altro” in modo diverso e fortemente coinvolgente. Il primo tirocinio non si scorda.
E’ come l’emozione di
chi spicca il volo per la
prima volta…
Alunni infermieri durante il tirocinio
Anna Bassani
Studente del I° anno
Laurea Infermieristica
CHE CAMBIAMENTI IN 30 ANNI!
I contenitori di azoto liquido,
dove vengono congelati i gameti
Il Centro Studi e Trattamento per i Disturbi
della Fertilità è aperto
qui a Niguarda da 40
anni. Da uno studio recente effettuato dal centro sulla propria attività,
è emerso che 30 anni fa
le coppie aspettavano
mediamente 12 anni
prima di rivolgersi ad una
struttura specializzata
per i disturbi della ferti-
lità. Oggi il tempo di attesa si è ridotto a 4-5
mesi. Inoltre 20 anni fa
era ancora alta la quota
dei casi per cui non c’era
nulla da fare: a ben il
30% delle coppie, che
chiedevano aiuto al centro, si diceva che non potevano avere figli. Oggi
grazie al miglioramento
delle tecniche tale quota
si è abbassata al 3%.
Il Giornale di Niguarda
6
> NIGUARDA ORIZZONTE IL MONDO
> FLASH
Ciao Louseda
Solidarietà per
l’Uganda
La piccola di Haiti sta bene e si prepara al rientro
25 giugno 2009. Quel giorno il nostro Giornale usciva, contemporaneamente una bambina di 7 anni, dopo un lungo viaggio da
Haiti veniva ricoverata nel nostro Ospedale
per sottoporsi all’operazione della speranza:
Louseda. Vi avevamo già parlato di lei, della
sua malformazione cranica che l’accompagna fin dalla nascita e dell’imponente macchina della solidarietà messa in moto da
Regione Lombardia, Associazione Filomondo e il nostro Ospedale, per salvarla.
Allora parlavamo di speranza oggi di certezza. Perché l’operazione è completamente
riuscita. Louseda sta bene ed è tornata in
Ospedale per i controlli. L’abbiamo incontrata.
Sul volto ci sono ancora i segni dell’intervento: una cicatrice le solca il capo da una
parte all’altra come un sottilissimo
cerchietto per i capelli; sopra il
Al centro la piccola Louseda con mamma Betta.
naso, più vicino all’occhio destro,
A fianco Maria Lodovica Volpi e Monsignor Vittorio Bruni
permane un po’ di gonfiore. Ma
quello che ci rimane più impresso
è il fragoroso “ciao” con cui ci accoglie, la risata contagiosa che
l’accompagna in tutto ciò che fa e
quel suo sguardo, vispo, allegro e
spensierato. Mamma Beeta è con
lei, un po’ più timida e riservata,
ma di certo più sollevata e tranquilla rispetto al ricovero. “Ricordo lo sguardo della mamma
all’arrivo- commenta Maria Lo-
na “lunga” catena di solidadovica Volpi
rietà
unisce
chirurgo pediatra
Niguarda con l’ospedale
che con Monsidi Luweero in Uganda.
Suor Ernestina e le incubatrici
gnor Vittorio
Nel corso dell’anno il nodonate da Niguarda
Bruni, Presistro Ospedale ha inviato
dente della onlus
apparecchiature medicali per l’assistenza dei piccoli pazienti e non
Filomondo, ha
solo. Particolarmente apprezzate le incubatrici, necessarie per limiseguito il caso
tare la mortalità infantile molto alta, e il refrigeratore per il sangue,
fin dall’inizio-.
indispensabile per permettere le trasfusioni.
Era stanca e
spaventata, e attraverso quegli occhi sembrava dire a noi chirurgicamente il pavimento del cranio , che
medici: io sono venuta fin qui, ho fatto un non si era chiuso correttamente durante lo
lungo viaggio per affidarvela, adesso tocca sviluppo fetale”. Attraverso quel buco il cervello si è insinuato e, scivolando sempre più
a voi.”
Fiducia, speranza, tutto si è giocato in un in- giù nel corso degli anni, ha provocato un
tervento lungo più di 12 ore, condotto dai enorme rigonfiamento all’altezza del naso,
Neurochirurghi, Giuseppe Talamonti, alterando la struttura dello scheletro facciale.
Marco Picano e Francesco Portaluri, in La risonanza di questi giorni conferma che la
collaborazione con i chirurghi Davide Sozzi, ricostruzione è andata a buon fine. Per LouGabriele Canzi e Fabio Mazzoleni del- seda è tempo di ritornare ad Haiti e riprenl’équipe Maxillo-facciale Niguarda-San Ge- dere il gioco là dove l’aveva interrotto, per
rardo. “Si è trattato- spiega Talamonti, noi è giunto il momento di salutarla. Ciao
coordinatore dell’intervento - di ricostruire Louseda.
U
> CHI VISITA NIGUARDA
> NEWS
BRASILE
e SERBIA
Nuovi
direttori
ue delegazioni, una di medici
brasiliani, l'altra di specialisti
serbi, hanno visitato recentemente il nostro Ospedale. I primi
(nella foto in alto) guidati da Fernando
Bezzera Coelho, segretario generale
per lo Sviluppo Economico, hanno
mostrato particolare interesse per i nostri laboratori di terapia cellulare e per
la banca dei tessuti. I medici del Vojvodina Institute of Cardiovascular Diseases di Novi Sad (nella foto in
basso) hanno invece voluto visitare la
centrale operativa del 118 e conoscere
nel dettaglio gli aspetti operativi e gestionali.
D
Alfredo Rossi è il nuovo
Direttore dell’Endoscopia
Digestiva e Interventistica.
Alfredo Rossi
Luciano De Carlis è il
nuovo Direttore della Chirurgia Generale 2 e dei Trapianti.
Ai nuovi primari i migliori
auguri di buon lavoro.
Luciano De Carlis
> INFERMIERI NEL MONDO
A Helsinki per fare il punto sull’informatica sanitaria
Congresso mondiale degli infermieri in Sud Africa
La nostra delegazione a rappresentare l'Italia
Presentato il progetto assistenziale del nuovo Ospedale
fine giugno, a Helsinki, si è tenuto
il decimo Congresso Internazionale dedicato all’informatica a supporto dell’assistenza infermieristica. È stato
un importante momento di confronto e
un’occasione per approfondire i temi riguardanti le nuove tecnologie e le loro applicazioni in materia di qualità dell’assistenza e
della sicurezza del paziente.
La Direzione Infermieristica di Niguarda,
in collaborazione con la Struttura Gestione,
Ricerca e Sviluppo Sistemi Informativi - ICT
e la Fondazione Politecnico di Milano, ha
contribuito all’evento congressuale presentando tre nostre importanti esperienze: l’indagine di prevalenza sulle lesioni da
pressione, realizzata, nell’arco di 10 anni, in
tutti i settori della degenza grazie all’impiego
di un supporto informatico per la raccolta dei
dati e la conseguente elaborazione statistica;
il progetto sperimentale della cartella sanitaria informatizzata, realizzato presso
l’Anestesia e Rianimazione 3; l’utilizzo del
metodo Radio Frequency Identification per
rendere sicura la terapia trasfusionale, condotto presso il Day Hospital del Servizio Im-
’evoluzione dei bisogni delle popolazioni e le priorità dei sistemi sanitari
sono stati i temi principali trattati a
Durban, in Sud Africa durante il Congresso
mondiale degli infermieri. L’evento è stato
dedicato all’approfondimento di tutte quelle
tematiche socio-sanitarie che stanno determinando la necessità di ridefinire l’assetto:
dall’assistenza alla ricerca infermieristica,
dalla direzione dei servizi alla formazione,
considerando le interconnessioni derivanti
dalle influenze economiche e politiche. Gli
A
munotrasfusionale, con lo scopo di facilitare
la corretta identificazione del paziente nonché il precoce riconoscimento delle reazioni
anomale.
“Esperienze di particolare rilievo, sia da un
punto di vista scientifico che organizzativocommenta Giovanna Bollini, direttore della
Direzione Infermieristica - che grazie a questo Convegno sono state illustrare ad una
platea internazionale”.
La relazione del Niguarda è stata selezionata
tra oltre 100 relazioni inviate ed era l’unica a
rappresentare il sistema
sanitario italiano.
I professionisti del nostro
Ospedale che hanno partecipato al Congresso sono
le Coordinatrici della Direzione Infermieristica e
del Pronto Soccorso,
Liana Carabelli e Monica Ghinaglia. A loro si
è unito Nicola Restifo
della Fondazione Politecnico, per il contributo sulle
ultime due tematiche.
L
aspetti comuni sono stati particolarmente
evidenti: a fronte delle diverse esigenze sanitarie delle popolazioni di tutto il mondo, si
sono dimostrati validi ed innovativi le proposte e i servizi realizzati dagli infermieri.
Tra le presenze italiane anche infermieri del
nostro Ospedale: i Coordinatori infermieristici Patrizia Marmo, Paola Cattin e Angela Lolli.
Se lo scenario assistenzialistico internazionale cambia anche quello di Niguarda
evolve. A testimoniarlo l’intervento di Giovanna Bollini, Direttore della Direzione Infermieristica e unica relatrice italiana
nell’ambito del Congresso, che ha illustrato,
nella sessione dedicata al Management Infermieristico, l’esperienza della riorganizzazione infermieristica nel nuovo Niguarda.
“È stata un’importante occasione- spiega
Bollini- per presentare le motivazioni e il
progetto che gradualmente porteranno la
nostra Azienda ad acquisire una nuova configurazione organizzativa, basata sui livelli
di intensità assistenziale, all’avanguardia nel
panorama sanitario italiano ed internazionale.”
7
Il Giornale di Niguarda
> FLASH
Scherma in carrozzina: una realtà
Camila & Viola
La nota conduttrice televisiva Camila Raznovich è diventata mamma per la prima volta. Camila, seguita da
Maurizio Bini dell’Ostetricia e Ginecologia, ha dato alla
luce Viola, una bella bimba del peso di 3,4 kg. La Raznovich ha voluto ringraziare il nostro Ospedale donando
tanti giocattoli per i piccoli del reparto di Pediatria.
> ETNOPSICHIATRIA
SEGUE DALLA PRIMA
A Niguarda è nato nel 2000 il
Centro di Consultazione Etnopsichiatrica, ambulatorio di
salute mentale per “quei pazienti
scomodi, irregolari - racconta
Carlo Pagani, responsabile del
Servizio - che nessuno vuole”.
Unico centro lombardo (e comunque tra i pochissimi a livello
nazionale), offre interventi diretti di sostegno psichiatrico a
immigrati che arrivano dopo ricoveri in neuropsichiatria, dal
pronto soccorso, da consultori,dall’ufficio stranieri ecc.
“La vera forza del centro, infatti
ETIMOLOGIA
Il termine è composto
da tre parole greche:
- Etnos, che significa razza,
tribù, stirpe, famiglia, ma anche
territorio, dimensione locale.
- Psichè, che significa soffio
vitale, spirito.
- Iatréia, che significa arte di
prendersi cura.
Il 30 ottobre presso la palestra sportiva dell’Unità Spinale si
terrà il convegno “Scherma in carrozzina: una realtà”. Sono
in programma diverse relazioni tra cui quella dell’ex azzurra
Carolina Gambirasio, dello psicologo Giovanni Lodetti e di
Laura Chimini (presidente World Cup); farà seguito una esibizione di schermidori in carrozzina e non. L’organizzazione
è a cura dell’AUS Niguarda Onlus - tel. 02 6472490 e-mail [email protected]
> WWW.OSPEDALENIGUARDA.IT
- continua Pagani - è che esso è
inserito in una rete assistenziale
che lavora in modo coordinato
con il territorio.”
Oltre a psichiatri, psicologi e
educatori, il centro si avvale
della collaborazione di mediatori linguistico-culturali, essenziali per l’interpretazione
“culturalmente orientata” dei
casi.
Che la cultura sia così influente
sulla psicologia - ci racconta
Leo Nahon, direttore psichiatria
3 - non è una scoperta recente.
Anche a livello nazionale, per
esempio, alcuni disturbi psichiatrici hanno presentazioni sintomatiche diverse
tra pazienti del nord e pazienti del sud Italia.
> FLASH
Psichiatria 3
Tel. 02 6444.2492
da lunedì a venerdì
dalle 08.00 alle 15.30
Annual Report: un anno raccontato dai pazienti
l consueto appuntamento per valorizzare l’impegno e le attività dei
professionisti che operano nel nostro Ospedale. Cliccando su annual2008.ospedaleniguarda.it si accede alla sintesi con le azioni
e i risultati ottenuti nel 2008 e alla casistica in dettaglio per ognuna delle
strutture cliniche. I curriculum vitae di tutti i primari, le sedi dei centri
di riferimento e le innovazioni introdotte sono consultabili nella rubrica
Clinical Unit. Nell’edizione 2008 una grande novità: i punti di forza
che ci contraddistinguono sono raccontati dai pazienti attraverso le loro
esperienze. Per leggere le storie di Gabriele, Simone, Cristina e tanti altri
clicca su annual2008.ospedaleniguarda.it
I
“Anche perché io di trapianti ne
avevo sentito sempre parlare solo
alla televisione. Ma mai di un trapianto da vivente; non c’è proprio
cultura non se ne parla.”
Cristina
(dona parte del proprio fegato
a mamma Luigia)
Ho sempre pensato che la vita e la
salute non fossero un bene da
dare per scontato e che, prima o
poi, mi sarei seduto dall’altra
parte della scrivania, in qualità di
paziente e non di medico: ecco
che quel momento era arrivato.”
Simone
“La mia storia è molto semplice,
una mattina saranno state le sette
meno venti, uno mi ha tagliato la
strada, son volato via e son rimasto steso per terra…”
Gabriele
Il Giornale di Niguarda
11
> NUOVO NIGUARDA
84 giorni alla fine dei lavori
a prima parte del nuovo
Ospedale è pressoché ultimata; infatti sono già stati
realizzati circa il 96% dei lavori
previsti. Il gigantesco Blocco
Sud, composto da cinque edifici
collegati tra loro (tra cui il ristrutturato padiglione Ponti) sarà dal
prossimo anno sede di diversi reparti ospedalieri. Lì troveranno
collocazione i dipartimenti ospedalieri destinati all’alta intensità
di cura come oncologia, cardiochirurgia, trapianti, ortopedia,
L
La facciata del Blocco Sud
pneumologia ed altri ancora.
Dalle vie adiacenti al Blocco Sud
Veduta del Polo Tecnologico
> C.R.A.L.
Umbria, Asti e
i mercatini di Natale
er tutti i soci CRAL e non solo l’appuntamento è per il 7-8 novembre:
l’arte, l’olio e gli immancabili prodotti tipici saranno i protagonisti nel minitour che toccherà Spoleto, Trevi e Poleta di
Spoleto. Il 29 novembre tutti in gita nella
“capitale del tartufo”, Asti, con tanta buona
cucina ad aspettarvi. Sotto natale, il 6-7-8
dicembre, la meta sarà l’Alsazia(Mulhouse,
Strasburgo, Colmar), con il consueto appuntamento con i mercatini di Natale.
P
> PER PRENOTARE
C.R.A.L. padiglione 9 - Carati
tel. 02.6444.3236
Lun-Ven dalle 10.00 alle 16.00
si possono vedere ampi scorci, tra
cui la grande main street dove si
affacceranno le accettazioni, le
sale visita e le sale d’ attesa, ma
anche alcuni negozi di pubblica
utilità. Nella main street sarà
posta anche la scultura vincitrice
del concorso artistico “Cura e
Speranza” a cui hanno partecipato quasi duecento artisti di tutta
la penisola. Sono in pratica ultimati anche il Polo Logistico (magazzini, cucina, farmacia, etc) e il
Polo Tecnologico, dove sono già
in corso le prove dei cogeneratori
che permetteranno al nostro
Ospedale di “produrre” l’energia blocco di bassa intensità di cura
necessaria al suo fabbisogno. (medicina, pediatria, ginecologia,
Questi cantieri verranno conse- neonatologia ed altre); i lavori di
gnati entro fine dicembre, rispet- questa “fase due” verranno ultitando a pieno i tempi indicati mati nel febbraio del 2014.
dalla Direzione e dalla
Regione Lombardia.
In seguito, dopo i col- Per vedere come procedono i lavori
laudi previsti dalla e le news sul nuovo niguarda visita il sito
http://nuovoniguarda.ospedaleniguarda.it
normativa, inizierà il
trasferimento dei reparti. E’ doveroso riIl Polo Logistico, è in pratica ultimato
cordare che questa
prima fase di lavori
per il nuovo Niguarda
è stata realizzata in un
tempo record, tempo
che è esattamente la
metà della media dei
lavori di edilizia ospedaliera in Italia! Nel
corso del prossimo
anno verrà aperto,
dopo gli opportuni trasferimenti e demolizioni, il nuovo cantiere
(nell’area dell’attuale
Psichiatria) per il
> EVENTI
Corsi e convegni di ottobre, novembre e dicembre
7 novembre
IL DISRAFISMO SPINALE
È “OCCULTO”?
“Spina Bifida Occulta”, si tratta di una
definizione controversa, per accertare la
quale, ancora oggi
non sono stati individuati percorsi diagnostici standardizzati. Il
convegno vuole porsi
pertanto quale momento di approfondimento
fra i diversi specialisti coinvolti nella presa in
carico di questi pazienti, al fine di individuare
percorsi sia diagnostici che terapeutici univocamente condivisi.
Unità Spinale Unipolare
orario 08.30-18.30
7 novembre
CEFALEE: I NUOVI AMBITI E L’INTEGRAZIONE OSPEDALE TERRITORIO
La cefalea è un disturbo estremamente diffuso
che colpisce circa otto milioni di persone, in
prevalenza di sesso femminile. Scopo del corso
è di offrire una panoramica sullo stato dell’arte
nell’ambito delle cefalee; di definire alcune
questioni aperte, fonte di controversie e aree grigie dove orientare la ricerca.
Aula Magna
orario 08.00-16.30
18 novembre
COME COMUNICARE GLI EVENTI
CRITICI
Uno dei momenti più difficili nella vita del professionista è l’evento avverso che può comportare un danno al paziente o la morte. La
comunicazione diventa in tale situazione uno
strumento fondamentale per la gestione delle
conseguenze interne ed esterne nei confronti dei
diversi stakeholder.
Aula D-2° Piano Qualità e Sicurezza Clinica
orario 09.00-18.00
15 dicembre (V edizione)
GESTIONE DELLA CARTELLA CLI-
NICA: DALLA CERTIFICAZIONE ISO
9000 AGLI STANDARD JOINT COMMISSION
Il corso si propone di
affrontare il tema della
cartella clinica, relativamente agli aspetti organizzativi, gestionali e
giuridici, alla luce della
norma ISO 9001:2008
e degli standard Joint
Commission International.
Aule Formazione Qualità e Sicurezza Clinica
orario 09.00-18.00
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www.ospedaleniguarda.it
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12
Il Giornale di Niguarda
> NIGUARDA CENTRO DI RIFERIMENTO PER LE MALATTIE RARE
La sindrome di Arnold-Chiari
Le sue cause? Ancora sconosciute. Spesso si associa a spina bifida
rniazione… alias “fuori sede”. Alla base di questa
patologia rara c’è uno spostamento di alcune strutture cerebrali, il cervelletto, il bulbo e il ponte,
che a causa di una malformazione congenita escono dalla
loro sede, la fossa cranica posteriore, riversandosi nel
canale spinale.
Difficoltà a deglutire e a parlare, perdita del controllo del
movimento fine, problemi di equilibrio e deficit sensitivi
possono insorgere a causa della compressione delle strutture “scivolate” sui fasci nervosi midollari. Inoltre la malformazione della fossa cranica interferisce con la normale
circolazione del liquor cefalo-rachideo (liquido che circonda il nostro sistema nervoso centrale), portando ad un
aumento della pressione endocranica, per cui il malato
può accusare forti mal di testa aggravati da colpi di tosse,
sforzi o starnuti. “La sindrome di Arnold-Chiari- spiega
Maria Pia Onofri Pediatra e Neuropsichiatra infantilepuò presentare una sintomatologia molto variabile. Nei
casi più gravi si possono avere episodi “ simil convulsivi” denominati cerebellar fits. Veri e propri attacchi di
apnea che si ripetono nel corso della giornata a causa di
una compromissione neurologica del centro del respiro”.
Le cause e i primi meccanismi con cui l’anomalia si instaura non sono ancora del tutto chiari. L’intervento di fattori genetici è suggerito dal riscontro di famiglie con
l’occorrenza di più casi. Di certo si sa che la malformazione colpisce in uno stadio precoce dello sviluppo embrionale: entro la 28° giornata dal concepimento. A
seconda delle aree interessate da un non corretto sviluppo
si classificano quattro tipi differenti di sindrome. Il tipo
I solitamente si manifesta nel giovane adulto; i tipi III e VI
sono rarissimi. Il più frequente è il Chiari II e nella maggior parte dei casi è associato ad un’altra malformazione
del tubo neurale: la spina bifida. “ Nel nostro centrocommenta Tiziana Redaelli Direttore dell’Unità Spinale
e del Centro Spina Bifida- seguiamo più di 300 pazienti
in età pediatrica colpiti da spina bifida. Questa patologia può manifestarsi sotto svariate forme: come spina bifida aperta, meningocele o mielomeningocele.
Dall’analisi della nostra casistica emerge che nel 98%
E
> PER INFORMAZIONI
Unità Spinale Unipolare
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da lunedì a venerdì 08.30-15.30
www.asbin.it
>INTERVISTA
Andrea
Ai piedi ha i tutori che gli consentono di camminare e oggi è venuto qua a Niguarda per farli “revisionare”. Andrea ha 16 anni e
dalla nascita convive con la spina bifida e la sindrome di ArnoldChiari. Quest’ultima fortunatamente è silente, il che significa che
seppur diagnosticata è asintomatica.
Abbiamo fatto due chiacchiere con la mamma.
Nella sindrome di Arnold-Chiari il cervelletto,
il bulbo e il ponte fuoriescono dalla loro sede
e si riversano nel canale spinale
dei casi il mielomeningocele si associa con un Chiari di
tipo II, assommando nello stesso paziente i problemi clinici delle due diverse patologie”.
La metodica d’eccellenza per lo studio della malformazione è la risonanza magnetica, che mostra con precisione la presenza e l’entità della dislocazione delle
strutture della fossa cranica posteriore. La terapia, nei casi
sintomatici è neurochirurgica per aumentare lo spazio
della fossa al fine di decomprimere le strutture encefaliche, in essa contenute, e normalizzare la circolazione del
liquor cefalo-rachidiano. “L’intervento- conclude Onofripiù che una cura è un trattamento. Non è tecnicamente
difficile e serve ad alleggerire il quadro sintomatologico,
ma non guarisce la patologia malformativa di base”.
> I NUMERI
La sindrome di Arnold-Chiari è rara, ma la sua prevalenza non è nota con precisione, mentre la malformazione di Chiari tipo I ha, secondo studi recenti,
una prevalenza dello 0,1-0,5% con una leggera predominanza nel sesso femminile.
Sul sito www.ospedaleniguarda.it
consulta la rubrica dedicata alle malattie rare
Come sono stati i primi momenti con Andrea?
Molto impegnativi. Il centro secondo me è stato fondamentale
per poter affrontare i primi anni, senz’altro, ma anche i successivi.
Non conoscevamo la malattia e non avevamo la minima idea di
quali problematiche potessero insorgere con l’età. Per noi era tutto
nuovo e sconosciuto. Al dolore e al dispiacere si aggiungeva, in
quel momento, l’incapacità di intervenire e di capire cosa fosse
meglio fare, per cui venire qua e avere delle risposte, almeno
quelle che si potevano dare, ha alleggerito molto noi genitori sia
dal punto di vista psicologico che pratico.
In questi casi la tempestività dell’intervento è fondamentale
per evitare complicanze. Quando è stato operato Andrea?
La mattina successiva al parto. Pensi che appena nato me l’hanno
portato via, l’ho visto dopo una settimana. Dopo l’intervento è
stato ricoverato qui a Niguarda per due mesi, quindi, finalmente
l’abbiamo portato a casa.
Possiamo dire che ha trovato un punto di riferimento nel centro?
Certo, perché quando lo scopri, è come un baratro che si apre, è
una cosa che non conosci e per questo fa paura. Mi ricordo ancora che in una delle prime sedute di fisioterapia in piscina chiesi:
“Ma potrà andare in bicicletta?”, non avevo la minima idea di
come potesse essere il suo futuro. Per fortuna col tempo ci siamo
accorti che Andrea non è un caso grave, per cui vedendolo quasi
non ci si accorge della malattia.
Quindi questo “baratro” non è poi così profondo?
No, si è colmato trovando delle risposte e gli aiuti giusti. Non è
stato facile ma abbiamo superato anche questo.
... e la bicicletta, c’è?
La bicicletta c’è e c’è molto di più: in inverno Andrea va a sciare.
Ha incominciato con le iniziative organizzate dal centro, perché
inizialmente sci e scarponi vanno adattati, ora è iscritto a uno sci
club e va a sciare con i suoi amici.
Grazie per averci portato la sua testimonianza.
> ECCO I 12 FINALISTI
SEGUE DALLA PRIMA
Le proposte sono state esaminate
dalla giuria composta da Alberto
Artioli, soprintendente per i beni
architettonici e paesaggistici, Sandrina Bandera, soprintendente per
il patrimonio storico artistico ed
etnoantropologico, Pasquale Cannatelli, direttore generale dell’Ospedale Niguarda Ca’Granda, e
i due noti scultori Kengiro Azuma
e Giacomo Benevelli.
I finalisti sono sette uomini e cin-
que donne, hanno formazione e
curricula diversi, l’età varia tra i
34 e 78 anni. Non solamente la
cultura italiana è rappresentata
nella selezione: alla fase finale, infatti, partecipano anche un’artista
francese e una giapponese.
Per sapere chi sarà il vincitore
l’appuntamento è per la mattina
del 23 ottobre a Palazzo marino,
dove alla presenza delle Istituzioni
Locali ci sarà la premiazione ufficiale, che aprirà la mostra. A fare
da cornice alle opere esposte ci saranno gli scatti artistici del fotografo Marco Beck Peccoz,
realizzati per un volume sulla storia di Niguarda, di prossima uscita.
PARTECIPA
ALLA MOSTRA
Dal 23 al 30 ottobre
Presso la Loggia
di Piazza dei Mercanti
a Milano
La loggia di Piazza dei Mercanti, sede della mostra
Nelle 3 foto: la giuria del concorso
impegnata nella valutazione
dei progetti e dei bozzetti
Il Giornale di Niguarda
13
> CARDIOLOGIA PEDIATRICA
Quel tubicino che non si chiude
Come intervenire sul dotto di Botallo pervio
l primo respiro, grande, accompagnato dai vagiti del piccolo nato e dai
sorrisi di medici e ostetrica, non è solo
un saluto alla vita e a mamma e papà, ma
è l’atto fisiologico che permette la chiusura del così detto dotto di Botallo.
Durante la vita fetale, infatti, esiste un “tubicino”, il dotto di Botallo appunto, che
mette in comunicazione l’arteria polmonare con l’aorta: per tutta la gestazione è
la placenta della mamma a provvedere all’ossigenazione del sangue e non i pol-
I
moni del bambino. Il dotto, quindi, permette al sangue di “saltare” questi organi (tranne una piccola quantità per
assicurarne la crescita), e di raggiungere
direttamente il resto del corpo.
Alla nascita, nel momento in cui ha inizio
la funzione respiratoria, il dotto inizia a
chiudersi spontaneamente ed entro le
prime 72 ore, o più raramente entro le
prime settimane di vita, la sua chiusura è
completa. Tuttavia nel 6-10% dei nati a
termine e in circa il 40% dei nati prematuri il dotto rimane aperto, facendo passare il sangue dall’aorta
all’arteria polmonare.
Questo porta ad un sovraccarico
di lavoro del cuoricino e se le dimensioni del dotto sono grandi
anche ad un aumento della pressione in arteria polmonare. Il
maggior flusso polmonare, associato a una maggior pressione di
perfusione, predispone allo sviluppo relativamente precoce della
malattia vascolare polmonare.
I sintomi dipendono dalle dimensioni del dotto : quelli di piccole
dimensioni non causano generalmente alcuna manifestazione e il loro riconoscimento è del tutto occasionale, mentre i
dotti di grandi dimensioni portano alla rapida comparsa di scompenso cardiaco.
I neonati e i lattanti mostrano dispnea (respiro frequente e affannoso) durante i
pasti o il pianto, sudorazione e rallentamento o stop dell’accrescimento ponderale o, all’inverso, rapido e innaturale
aumento del peso corporeo.
Il campanello d’allarme nei casi di dotti
di medie e grandi dimensioni è un soffio
al cuore, sarà poi l’ecocardiogramma a
confermare la diagnosi; i dotti più piccoli
possono passare inosservati ad una semplice visita in quanto clinicamente silenti
e venire diagnosticati durante una valutazione ecocardiografica eseguita per altri
motivi.
> PER INFORMAZIONI
Cardiologia Pediatrica
Tel 02.6444.2611
da lunedì a venerdì
dalle 08.00 alle 15.30
Cosa fare, dunque, se il nostro
piccolo è affetto da pervietà
del dotto?
“Si può intervenire in due modi- ci spiega Gabriele Vignati, Direttore della Cardiologia pediatrica- a seconda dei casi. Esistono interventi
chirurgici di legatura o sezione completa del
dotto, da effettuarsi nei primissimi mesi di vita, e
interventi per via percutanea (senza aprire il torace del piccolo) meno invasivi e che permettono
la dimissione entro le 48 ore. Qui a Niguarda abbiamo effettuato con successo 73 interventi di questo tipo dal 2001.”
La scelta, ovviamente, su quale metodica utilizzare per chiudere il dotto è strettamente legata all’età del piccolo e all’anatomia del dotto stesso.
“La pervietà del dotto- continua Vignati- è una caratteristica frequente nei bambini prematuri. In
questi casi si preferisce intervenire farmacologicamente, con un successo del 90% somministrando dei farmaci antinfiammatori che attivano
quella cascata di eventi che entro i primi due tre
giorni di vita porta alla chiusura del dotto.”
In situazioni gravi o quando la terapia farmacologica non dà i risultati attesi è necessario ricorrere,
invece, all’intervento chirurgico (a Niguarda dal
2000 ad oggi sono stati eseguiti 38 interventi chirurgici su nati con elevata prematurità).
> IN ARRIVO IL VACCINO
> APPUNTAMENTI
Le nuove frontiere dell’endoscopia
I Workshop per medici e infermieri in endoscopia d’urgenza: consensi e controversie. Si tratta di un appuntamento rivolto non solo agli endoscopisti, ma
anche ai medici e chirurghi che operano nelle strutture di pronto soccorso, ai
gastroenterologi, ai medici di medicina generale con interesse specifico in quest’area. Saranno coinvolti gli infermieri che operano non solo nelle strutture di
endoscopia ma in quelle dell’urgenza, per sottolineare la priorità del team medico-infermiere, che oggi viene considerato irrinunciabile e fondamentale per il
buon esito delle procedure endoscopiche. Nei
sei moduli in cui è articolato il workshop si approfondiranno i temi relativi
all’emorragia digestiva, la
patologia bilio-pancreatica, l’ingestione di caustici e corpi estranei e
l’endoscopia d’urgenza in
età pediatrica.
I
Venerdì 6 novembre
dalle 8.00 alle 17.30
Ospedale Niguarda
Ca’ Granda
Aula Magna
SEGUE DALLA PRIMA
“Sottoporsi all’immunizzazione- prosegue Micheloni- e adottare
le dovute precauzioni sono un dovere etico per non fare ammalare gli altri e noi stessi, visto che nei mesi a venire ci sarà bisogno di noi medici e infermieri.”
Di seguito le raccomandazioni diffuse dalla Direzione Generale
Sanità della Regione Lombardia. Seguiamole.
CORRETTI COMPORTAMENTI
Coprire naso e bocca in caso di starnuti o tosse, con fazzoletto o comunque mantenersi a distanza da altre persone.
Lavare con attenzione le mani con acqua e sapone o con
soluzione idroalcolica, e farlo con regolarità (soprattutto se
ci si è toccati il naso o la bocca o se si sono toccate superfici
sporche).
Evitare contatti ravvicinati soprattutto con persone che
potrebbero essere malate.
Arieggiare bene l’ambiente in cui si vive aprendo le finestre o garantendo il corretto funzionamento degli impianti di condizionamento, curare la pulizia e sanificazione
degli ambienti.
Praticare comportamenti igienici quali dormire un tempo
adeguato, alimentarsi in modo corretto e svolgere attività
fisica.
Se ci sono sintomi che ricordano
l’influenza (disturbi delle prime
vie aeree, tosse o dolori muscolari
con o senza febbre) rimanere a
casa e informare il proprio medico
di medicina generale o pediatra di
famiglia; non uscire o frequentare
collettività se c’è febbre, ma per
prudenza anche dopo che i sintomi
sono passati, per almeno 24 ore.
Quando è presente un malato in famiglia occorre evitare i contatti
ravvicinati, utilizzare fazzoletti di
carta ed eliminarli rapidamente,
arieggiare i locali di frequente; non
è necessario l’utilizzo di mascherine o di stanze/bagni singoli.
15
Il Giornale di Niguarda
> FLASH
> FLASH
Manifestazione per la scuola
i è tenuta domenica 13 settembre presso l’aula magna
del nostro Ospedale la ventitreesima edizione della “Manifestazione per la scuola”
organizzata da “La Cooperativa
Dipendenti
Ospedali
COO.D.O.. Amministratori della
Cooperativa insieme con autorità e
amministratori ospedalieri hanno
premiato 360 studenti, figli dei
soci e dei dipendenti degli Ospedali
S
Niguarda Ca’ Granda, Policlinico,
San Carlo Borromeo, Città di Sesto
San Giovanni, che hanno concluso
i rispettivi cicli scolastici con una
buona votazione. Inoltre 45 “Kit
scuola”, composto da zainetto ed
astuccio, sono stati donati da
Coo.d.o., quale gesto di incoraggiamento a ben intraprendere la
vita scolastica, ad altrettanti piccolissimi che iniziano la prima elementare.
25° anniversario
Oncologia Falck
Il Direttore Sanitario Carlo Nicora
alla consegna dei kit scuola
> 43° CONVEGNO INTERNAZIONALE DI CARDIOLOGIA
Un cuore pieno di novità: 1.500 cardiologi a convegno
romosso dal nostro
Ospedale si è tenuto dal
28 settembre al 2 ottobre,
presso il polo fieristico di RhoPero, il 43esimo Convegno internazionale di cardiologia.
Con oltre 1.500 specialisti partecipanti e l’intervento dei massimi esperti nel settore l’evento
è stata l’occasione per fare il
punto della situazione in mate-
P
L'apertura del convegno
ria di cardiologia e cardiochirurgia. Cuori artificiali sempre
più piccoli, correzioni di vizi
congeniti tramite l’impiego
delle valvole percutanee di ultima generazione e le nuove terapie anticoagulanti, sono state
le novità più interessanti di
questa edizione, approfondite,
insieme a molti altri temi, dai
200 relatori intervenuti.
A sinistra Delfina Ratazzi,
al centro Pina Pannunzio (organizzatrice dell'evento),
a destra Salvatore Siena (Direttore Oncologia Falck)
i sono tenute giovedì 17 settembre le celebrazioni per i 25 anni dell’Oncologia Falck.
L’evento, caratterizzato da una grande partecipazione, è stato l’occasione per la presentazione dell’iniziativa “la cura dell’orto”.
Il progetto si propone di portare alcuni vasi di piante
orticole sulle terrazze del reparto, da affidare alle cure
dei degenti.
La coltivazione dell’orto, che può apparire una scelta
originale, è stata oggetto di una ricerca pubblicata sul
British Medical Journal che ha rivelato effetti positivi sulla salute psico-fisica di chi vi si dedica.
S
> PER INFORMAZIONI
www.ocgo.org
> PAROLA ALLO SPECIALISTA
Che cos’è... la V.E.S.?
Lo spiega Alessandro Marocchi Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio
l termine VES è acronimo di Velocità
di EritroSedimentazione ed indica la
velocità con cui i globuli rossi sedimentano separandosi dalla parte liquida
del sangue nella quale sono immersi, il
plasma.
L’esame viene fatto con il normale prelievo di sangue con il paziente a digiuno.
Il sangue prelevato viene mescolato con
un anticoagulante, quindi viene collocato
in una provetta lunga e stretta; dopo circa
un’ora si verifica la velocità di sedimentazione.
I
ECCESSO DI VELOCITÀ…
Un aumento della VES può essere indice
di malfunzionamenti del nostro organismo, anche se la correlazione non è auto-
matica. Il suo valore sale in seguito all’aumento di concentrazione di alcune
proteine presenti nel plasma, come il fibrinogeno, le immunoglobuline o altre
proteine, cosiddette “di fase acuta”, perché aumentano negli stati infiammatori.
Modificazioni del numero dei globuli rossi
(riduzione nell’anemia o aumento nella
policitemia), del loro volume o della loro
forma hanno anch’esse influenza sulla
VES, determinandone sia un aumento che
una diminuzione secondo i casi.
…VELOCE, MA POCO SPECIFICO
Le cause di alterazione della VES sono
perciò molte, e rendono purtroppo questo
esame largamente richiesto poco specifico. Una VES alta indica quasi sempre la
presenza di una patologia ma mai quale e
da quanto tempo essa è insorta: la raccolta
della storia del paziente e l’esame clinico
accurati sono in grado di svelarne la causa.
D’altra parte questo esame può essere
“normale” anche se sono presenti neoplasie, infezioni o malattie infiammatorie. La
raccomandazione è pertanto quella di non
utilizzare la VES come test di “screening”,
cioè per ricercare se qualcosa non va in
una persona senza alcun sintomo.
> PER SAPERNE DI PIÙ
Visita la sezione
“ESAMI DI LABORATORIO”
sul sito www.ospedaleniguarda.it
> PROFESSIONISTI DELLA SANITÀ
Il Giornale di Niguarda
Periodico d’informazione dell’Azienda Ospedaliera
Ospedale Niguarda Ca’ Granda
DIRETTORE RESPONSABILE: PASQUALE CANNATELLI
L’ortottista
e passi tutta la tua giornata al computer e per questo i tuoi occhi soffrono di sindrome di affaticamento
(astenopia), sarà lui a prendersi cura delle
S
tue “orbite stanche”. L’ortottista appartiene alla classe delle professioni riabilitative e si occupa di prevenzione, cura,
rieducazione e procedure di valutazione
funzionale nelle
Luisa Seregni impegnata in un Cover Test patologie oculari
in età adulta e pediatrica. Spesso
collabora
con
l’oculista, il pediatra, il neuropsichiatra infantile, il
neurologo, l’endocrinologo e il chirurgo plastico ed è
una figura di riferimento nella riabilitazione dei piccoli
pazienti
ipovedenti, fornendo, se
La VES misura la velocità
di sedimentazione dei globuli rossi
necessario, anche un supporto psicologico
ai loro genitori.
L’ortottista è presente nel nostro Ospedale
dal 1970, con la nascita dell’Oculistica
pediatrica, nel 1989, i suoi compiti si ridefiniscono e si occupa anche di prevenzione e terapie per gli occhi dei più
piccini, di elettrofisiologia oculare e di
valutazione del bambino in età pre-verbale. L’attività di prevenzione si completa
sul territorio: “ In collaborazione con
l’Ospedale e il Lyons Club- commenta
Luisa Seregni ortottista qui a Niguardaeseguiamo screening visivi negli asili
nido e nelle scuole materne dell’hinterland milanese.”
L’attività ortottica presso Oculistica pediatrica conta 7000 prestazioni l’anno, in
costante aumento la quota dei pazienti
extra-regione.
Coordinatore Editoriale:
Monica Cremonesi
In redazione:
Giovanni Mauri, Andrea Vicentini,
Maria Grazia Parrillo e Federico Rossi
Marketing: Matteo Stocco
Direzione e redazione:
Piazza Ospedale Maggiore 3
20162 - Milano - tel. 02 6444.2562
[email protected]
Foto: Archivio Niguarda copyright
Progetto grafico: Lara Angonese
Stampa: STEM EDITORIALE SPA
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Cernusco sul Naviglio - Milano
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Tiratura: 30.000 copie
Reg. Tribunale Milano:
n. 326 del 17 maggio 2006
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