Tom Petty and Heartbreakers a Lucca: un concerto

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Tom Petty and Heartbreakers a Lucca: un concerto
Tom Petty and Heartbreakers a Lucca:
un concerto memorabile che rimarrà
nella storia.
Lucca, 30 giugno 2012-di ELENA MAMERIAssistere ad un concerto di Tom Petty con suoi fidatissimi Heatrbreakers è
una cosa da non perdere assolutamente. Se poi calcoliamo che in Italia il
biondo songwriter americano vi è stato
solo una volta, ben 25 anni fa in
compagnia di Bob Dylan, allora si può
parlare di evento nell’evento. E così è
stato nella sua unica data italiana
venerdì sera a Lucca. Un concerto
strepitoso, con il pubblico eterogeneo
cha invaso la bellissima città toscana,
fin dalle prime ore del mattino.
Largo anticipo per accaparrarsi i posti migliori sotto il palco allestito in
Piazza Napoleone, godendo di una sauna naturale e gratuita, pur di non
perdersi da vicino Lui e gli Hertbreakers!
Come da copione alle ore 20.30 ecco sul palco l’”apripista” della serata,
ossia Jonathan Wilson con il suo folk-rock all’Americana: il pubblico è
partecipe e voglioso di caricarsi. L’adrenalina per l’attesa inizia a salire
a mille.
Dietro le barbe, i capelli lunghi e le camicie grunge, dietro
inequivocabilmente a dei validi musicisti, ecco celarsi però degli spettri
pinkfloydiani e perché no, addirittura intravedersi gli Evanescence con un
intro identica a “My Immortal”. Forse un po’ troppi fronzoli poco in linea
con il rock più diretto ed essenziale di Petty. Brani che indubbiamente
evidenziano ricerca, abilità tecnica, un timbro vocale in linea con l’idea di
riuscita, ma una resa di poco piglio e poco personale.
Ma poco importa perché tutti erano lì con uno scopo ben preciso, scopo
raggiunto quasi alle ore 22 con il pubblico in visibilio all’apparizione di
Petty & The Heartbreakers in forma smagliante. Petty è brillante e sfoggia la
sua età con eleganza e un sorriso diretto, sincero. La chioma bionda che
svolazza leggera completa e concretizza quel disegno di lui per anni solo
immaginato.
“Listen to her Heart” segna l’inizio di un live che non concederà un momento
di tregua.
Gli Heartbreakers fanno breccia nei cuori della gente, Mike Campbell è quello
che si accaparra più simpatie dal pubblico, facendo cantare la chitarra e
regalando polsini al pubblico. Durante i soli guarda Benmont Tench al piano e
alle tastiere in cerca di complicità e i due si sorridono. Questi
“Spezzacuori” sono una band compatta che arriva al pubblico all’unisono,
nessuno che vuole prevalere. Anche Steve Ferrone, batterista sensazionale,
una macchina a tempo, ha fatto il suo senza strafare. Insieme al bassista Ron
Blair e a Scott Thurston alla chitarra, all’armonica e alle tastiere
infondono un’idea di coesione così percepibile che è davvero fantastico
ascoltarli.
Tom si sposta da un lato all’altro del palco, suona la chitarra e poi la
abbandona per impugnare delle maracas che lancerà dietro di sè per infine
passare al tamburello. E’ uno show carico di emozioni e che riassume
quarant’anni di carriera riproponendo tutti i brani più celebri, da ” I won’t
back down” a “Here Comes My Girl” dall’album “Damn the Torpedoes”, a “Free
Fallin’” e “Refugee”.
Mike Campbell
Un omaggio anche alla parentesi di carriera con i Traveling Wilburys e la
bellissima “Handle with Care” del 1988, miglior frutto nato dall’unione di
Petty con George Harrison, Jeff Lynne, Roy Orbison e Bob Dylan.
“Learning to fly” viene proposta in versione semi-acustica e Petty duetta con
il pubblico che tiene il ritornello, mentre lui improvvisa con la voce.
I momenti si susseguono velocemente e giunge il presagio che non manchi molto
prima che questo sogno per molti durato 25 anni finisca.
E’ “American Girl” la canzone del grande finale, brano eletto da Rolling
Stones tra “Le cento migliori canzoni di chitarra di sempre”.
Gli Heartbreakers
Dopo continui ringraziamenti aprendo le braccia quasi disarmato dal calore
del pubblico, saluta promettendo che non lascerà passare ancora tanto tempo
prima di tornare in Italia. E questo è quello che tutti si augurano!
Elena Mameri
[email protected]