scheda 1 - Diocesi di Forlì
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scheda 1 - Diocesi di Forlì
Diocesi di Forl ì -Bertinoro Anno pastorale 2015-2016 B i e n ni o d e i G i o v a n i “GIOVANI, ABBIATE IL CORAGGIO DI ESSERE FELICI!” SCHEDA 1 Anno della misericordia LA M I S E R IC O R D IA NE L L ’ A NT I CO T E S T AM E NT O 1. PREGHIERA INIZIALE Esodo 3,1-13 Infondi in noi, Signore, il tuo Spirito, perché renda il nostro cuore capace di ascolto, attento alla tua Parola e sensibile ai bisogni dei fratelli. Egli ci guidi a riconoscere nel volto di Gesù Cristo, tuo Figlio, il volto della tua misericordia e ci inviti a discernere nelle nostre povere storie la storia di salvezza. L’assiduità con le Scritture ci guidi alla comunione con Te, o Padre, che con il Figlio e lo Spirito santo vivi e regni nei secoli eterni. Amen! 2. LETTURA E RIFLESSIONE SUI TESTI Il nostro itinerario alla scoperta della misericordia nelle scritture inizia dall’Antico Testamento con la vicenda di Mosè che era stato salvato dalle acque dopo la nascita, era vissuto alla corte del faraone, aveva visto il sopruso degli egiziani contro gli ebrei, aveva ucciso l’egiziano autore delle violenze ed era fuggito nel territorio di Madian dove prese moglie e fece il pastore. In un giorno apparentemente come tanti altri Mosè, sul monte Oreb, sta cercando nuovi pascoli per il gregge di cui è custode; invece trova qualcosa e qualcuno che gli cambia la vita. LETTURA Esodo 3,1-13 1 Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. 2L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. 4Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. 5Riprese: “Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!”. 6E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. 7Il Signore disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. 9Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!”. 11Mosè disse a Dio: “Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?”. 12Rispose: “Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte”. 13 Mosè disse a Dio: “Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?”. Il Dio che si manifesta a Mosè si presenta come il Dio della sua stirpe (Abramo, Isacco, Giacobbe) che non ha nessuna intenzione di rimanere relegato al passato e subito si rivolge al presente. Nel testo ci sono 7 verbi che esprimono le azioni di Dio ... cerchiamoli: • ho visto la miseria del mio popolo, • ho udito il suo grido, • conosco la sofferenza, • sono sceso per liberarlo, • per farlo salire verso una terra bella, • il grido è giunto fino a me, • ho visto come gli egiziani li opprimo. Vedere è il primo e l’ultimo verbo; tutto è sotto lo sguardo di Dio, che non è indifferente alla sofferenza del suo popolo oppresso. Mosè aveva provato a liberare Israele dalla schiavitù, ma non era riuscito ed aveva aggiunto crimine a crimine. D’ora in poi sarà Dio stesso a guidare il popolo fuori dall’Egitto e lo farà attraverso Mosè: “perciò va’!... fa’ uscire il mio popolo... io sarò con te”. Si noterà che la parola misericordia o qualche sinonimo non compaiono nel testo, ma il senso è fin troppo chiaro: la storia della liberazione di Israele inizia dallo sguardo compassionevole di Dio e dalla sua volontà di coinvolgersi a favore del suo popolo. 3. ATTUALIZZAZIONE (Nota di metodo: sarebbe bene che i tre ambiti di attualizzazione fossero tutti presi in considerazione, lasciando all’animatore la libertà di soffermarsi nell’ambito che riscuote maggior attenzione da parte dei membri del gruppo) ambito GIOVANILE Con lo sguardo di Gesù verso le giovani generazioni Le nostre comunità ecclesiali, impegnate principalmente nella trasmissione della fede, da sempre dedicano alle giovani generazioni un’attenzione speciale con cui intendono esprimere la loro responsabilità educativa e pastorale. ( ) I progetti oratoriali possono contribuire in modo determinante al processo di crescita umana e spirituale, dalla fanciullezza fino alla giovinezza. La parrocchia/l’oratorio rappresenta, nel contesto delle iniziative delle Chiese locali, «un punto solido per la pastorale dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani». Uno sguardo attento alla realtà della parrocchia/oratorio e al suo sviluppo ci porta a dire che se in passato l’attenzione prevalente era per i ragazzi fino all’adolescenza, oggi appare necessario adeguare le sue proposte ad una giovinezza sempre più prolungata che arriva alle soglie dei trent’anni. Si presentano nuove criticità e nuove situazioni nel mondo giovanile a cui le parrocchie/gli oratori possono offrire risposte concrete e pertinenti, valutando attentamente le esigenze e le reali capacità di intervento. In questa prospettiva, possiamo affermare che la parrocchia/l’oratorio è l’espressione della comunità ecclesiale che, sospinta dal Vangelo, si prende cura, per tutto l’arco dell’età evolutiva, dell’educazione delle giovani generazioni. In esse vediamo crescere, con il sostegno di adulti testimoni del messaggio evangelico, i protagonisti e costruttori della società di domani. (dal documento “Laboratorio dei talenti” n. 7) Chiediamoci: Com’è lo sguardo della nostra comunità verso i giovani? È uno sguardo attento oppure disinteressato? Siamo portatori dello sguardo compassionevole di Dio? Allo sguardo compassionevole di Dio è legata anche la sua volontà di coinvolgersi a favore del suo popolo: c’è la volontà della comunità ad impegnarsi a favore dei giovani? Come lo sta facendo? La parrocchia/oratorio è/può essere uno degli strumenti per esprimere la responsabilità educativa? ambito familiare Lo sguardo della persona che ci ama ci svela la nostra bellezza Il matrimonio è uno stato di vita nel quale non possiamo fare a meno di sperimentare i nostri limiti: in noi e nell’altro; limiti del corpo, del carattere, dell’intelligenza e persino della vita di fede. Questi limiti dobbiamo in primo luogo riconoscerli ed accettarli. Ancor più dobbiamo amarli. E per far questo occorre cominciare col perdonarli. Finché non avremo perdonato a noi stessi i nostri limiti e non avremo perdonato all’altro i suoi, non potremo realizzare la verità del nostro donarci. Questo è particolarmente vero riguardo ai limiti del corpo: il corpo rivela l’uomo. Nel matrimonio il dono delle persone si esprime e si compie attraverso il dono dei corpi. Questo comporta, preliminarmente, il riceversi e l’accettarsi nel proprio corpo perdonando i suoi limiti. Questo va fatto in ogni età della vita, e lo sguardo rivolto al nostro corpo deve essere esercitato sotto lo sguardo di Dio. L’educazione (o ri-educazione) dello sguardo è essenziale nell’amore, poiché ci permette di considerare realmente la persona amata come dono. Allora le tracce lasciate nel corpo della donna dalla maternità non saranno più viste come difetti, ma come inviti a ringraziare per il dono che significano, le rughe non saranno causa di rimpianto, bensì inviti alla contemplazione di una vita consumata nell’offerta. Gli sposi impareranno un po’ alla volta a non considerare il loro corpo attraverso il riflesso dello specchio, ma unicamente attraverso lo sguardo dell’altro, capace di meravigliarsi di fronte a una bellezza unica, pari a nessun’altra. Sarà lo sguardo della persona che ci ama a svelarci la nostra bellezza. (“La spiritualità coniugale secondo Giovanni Paolo II” Y. Semen) Chiediamoci: Sappiamo riconoscere i nostri limiti? Sappiamo distinguere quelli di cui non siamo responsabili da quelli che la nostra negligenza, incuria e pigrizia hanno accentuato in noi? Ci preme ‘curare’ i secondi per renderci più amabili? Siamo consapevoli che la maggior parte dei limiti che riscontriamo nel nostro corpo o in quello dell’altro sono dati da un ideale, spesso modelli, a cui non corrisponde? E quelli del carattere, da educazione, storia vissuta, ferite subite? Nel tempo ci accorgiamo che il nostro amore fa sì che siano proprio questi difetti a renderci unici per l’altro/a e complementari? Qual è l’esperienza più bella che mi conferma che l’altro/a mi ama così come sono? ambito SOCIALE DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI. Dio vede la miseria e la fame di milioni di persone, oggi; sente il loro grido e ne conosce la sofferenze; in Gesù è sceso a liberare tutti gli uomini dall’ingiustizia e dalla morte. Ora manda me, manda noi a ‘toccare’ la carne dei poveri e a cambiare i sistemi ingiusti e iniqui. Chiediamoci: Vedo i poveri attorno a me? Ascolto il loro grido? Faccio qualcosa per saziarli o sostengo chi cerca di rispondere ai loro bisogni? Cosa posso fare per cambiare le regole ingiuste che non riconoscono i diritti di tutti? Mi impegno in politica perché si affermi una società fraterna e solidale? CONSIGLIARE I DUBBIOSI. Il brano dell’Esodo proposto in questa scheda ci suggerisce un preciso metodo di Dio per compiere il discernimento necessario nella nostra vita: vedere, ascoltare, conoscere, agire insieme a Lui. Chiediamoci: Sono capace di vincere l’incertezza, l’esitazione, il dubbio nei confronti del bene affidandomi alla Parola di Dio? Ho il coraggio di chiedere consiglio per le scelte fondamentali della mia vita e poi di decidere fidandomi del Signore? So consigliare senza umiliare, senza tornaconto o interesse con la sapienza che viene dal cuore e dunque da Dio? 4. PREGHIERA FINALE Preghiera di Papa Francesco per il Giubileo Signore Gesù Cristo, tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, e ci hai detto che chi vede te vede Lui. Mostraci il tuo volto e saremo salvi. Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro; l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura; fece piangere Pietro dopo il tradimento, e assicurò il Paradiso al ladrone pentito. Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: “Se tu conoscessi il dono di Dio!” Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia: fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria. Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore: fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio. Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà e ai ciechi restituire la vista. Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.