Giornalino-estate-2015

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Giornalino-estate-2015
Il giornalino della scuola “A. Manzoni”
Estate 2015
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A proposito di scuola
Su il sipario!
Emozioni in musica
Viaggi d’istruzione e uscite didattiche
Correzzola ai tempi della Grande Guerra
Lezione di archeologia militare
Incontro con gli alpini
Primo a partire, ultimo a tornare
Giornata della memoria e Giorno del ricordo
Expo 2015
In collaborazione con la Biblioteca: letture animate e non solo
Invenzioni medievali
Parlare a Vanvera
Laboratorio di latino
Intervista a Elisa P.
Bullismo…
Sì, viaggiare: Depliant, Sassi di Matera, Rilassarsi in tranquillità
Eclissi solare - Venerdì 17
Champions League
Ricette estive
Test: quale supereroe si nasconde in te?
Quiz e comicità
La redazione e gli insegnanti augurano a tutti
BUONE VACANZE!!!
Insegnanti: Lotto, Mengardo
Per le copertine: Nicola B.—Irene V.
Nella scuola di oggi, nonostante i tanti problemi, ci sono professori, di ogni ordine e grado, che
hanno speso e continuano a spendere con intelligenza e passione la propria esistenza e le proprie
energie in questo difficile, faticoso e meraviglioso mondo che è l’insegnamento. Abbiamo realizzato questa pagina per riflettere insieme a voi: ringraziamo la prof.ssa Zancanaro per la poesia
che ci ha regalato.
La Redazione
“Un figlio è come un foglio bianco dove i genitori scrivono il suo destino, è una responsabilità che
fa tremare le vene dei polsi, un potere quasi divino, tu genitore, stai forgiando un essere umano,
hai la responsabilità di ciò che sarà. Subito dopo i genitori sono gli educatori, gli insegnanti, a
scrivere su quel foglio e se il bambino è fortunato, se nel suo cammino incontrerà un maestro/a
un professore o professoressa speciale ( ce ne sono tanti ) quell'incontro cambierà la sua vita, lo
aiuterà a essere la persona che sarà. Gli insegnantiche considerano l'insegnamento una vocazione, come dovrebbe essere, sono più di quanto immaginiamo e in una classe ne basta uno, uno solo,
sarà quello che ti ricorderai per tutta la vita, quello che ammiravi, che ascoltavi con piacere,
quello che ti dispiaceva deludere. …”
Fiorella Mannoia
“Un insegnante colpisce per l’eternità; non si può mai dire dove la sua influenza si ferma”.
Henry Brooks Adams
RAGAZZI
Per noi siete speciali
il pane del giorno
l’impegno, il lavoro
ed anche parte di un senso
e convincimento.
In questi tre anni di scuola
impariamo a conoscervi,
interessarci, comprendere
ed apprezzarvi
nel diventare assieme
liberi e consapevoli
in un cammino
di fermezza e sicurezza
pazienza e benevolenza,
a volte rabbia e dolore,
nella responsabilità
del << saper essere, saper e saper fare >>.
Ognuno di voi, per noi,
è giovane e sensibile universo
in crescita ed evoluzione,
ognuno di voi, unico e irripetibile,
ma siete pur sempre ragazzi
con le vostre vive somiglianze:
attenti e turbolenti
educati e ribelli
socievoli ed individualisti
diligenti e menefreghisti,
sicuramente importanti
per noi tutti insegnanti.
Susanna Zancanaro
SU IL SIPARIO!
Scuola Secondaria di I grado “A. Manzoni” -
CORREZZOLA
Venerdì 29 maggio alle ore 21 gli alunni della Scuola Secondaria di Correzzola sono andati in scena con lo spettacolo teatrale “Aggiungi un posto a tavola”, un libero riadattamento dell’omonima
commedia musicale di Garinei e Giovannini.
Dopo i saluti della Dirigente Scolastica e dell’Assessore alla Cultura, davanti agli spalti del Palazzetto dello Sport di Concadalbero gremiti di genitori, parenti, amici, docenti e alunni degli
altri plessi dell’Istituto, i nostri ragazzi, molto emozionati, si sono messi in gioco e hanno sprigionato tutte le loro energie, dando il meglio di sé e dominando il palcoscenico come i migliori
attori della grande scena. Senza sbavature né incertezze gli attori, i musicisti, i cantanti solisti,
il coro e le ballerine hanno gestito e condotto lo spettacolo con grande sicurezza dall’inizio alla
fine, dando prova di quelle che sono le loro capacità ed abilità e regalando grandi emozioni.
E dai numerosi e calorosi applausi, nonché dalle risate, del pubblico possiamo dire, senza paura di
essere smentiti, che tutti i loro sforzi e il loro impegno sono stati ampiamente apprezzati!
Il laboratorio di teatro si è tenuto durante il secondo quadrimestre nelle ore pomeridiane del
venerdì pomeriggio (e qualche martedì), condotto con grande maestria dalla regista prof.ssa
Chiara Salmaso. Vi hanno aderito, su base volontaria, gli alunni di tutte le classi. I cantanti, il
coro e i musicisti sono stati sapientemente preparati dalla prof.ssa Antonella Baldo, mentre le
ballerine si allenavano con la maestra Monica Rubin, autrice di coreografie dall’eleganza e grazia
inconfondibili.
E non dimentichiamo naturalmente il contributo di Raimondo Padoan, abile tecnico delle luci e del
suono, che accetta sempre volentieri di aiutarci, e del collega prof. Matteo Doria che, con la sua
simpatia istrionica di presentatore, ha completato con stile la perfetta serata.
Molti inoltre i genitori che hanno dato una mano (anche due!) prima, durante e dopo spettacolo.
Quest’anno è stato deciso che il ricavato della serata sarà usato per l’acquisto di materiale didattico e altre necessità della nostra scuola.
Prof.ssa Ilaria Cavalletto
EMOZIONI IN MUSICA
I MILLE VOLTI DELLA MUSICA
Sette note che danno vita a un’infinità di generi musicali, sette note suonate dai più disparati
strumenti, sette note per accompagnarci in ogni giorno della settimana.
“Senza musica la vita sarebbe un errore, se non ci fossero le canzoni, le nostre giornate sarebbero meno belle”.
E a te? cosa piace della musica? Hai presente le famose sette note: do, re, mi, fa, sol, la, si
( quelle che ci insegna la prof. Baldo)? E’ con loro che tutto ha inizio.
Le canzoni (probabilmente non tutte, ma in buona parte) educano,
tengono compagnia, danno gioia allo spirito, attraverso mille generi
(musica classica, sacra, da camera, folk-etnica, sperimentale, popolare, blues, jazz, funk, rap, pop, metal, soul, ska, elettronica, rock) e
mille strumenti per suonarle (fisarmonica, violino, pianoforte, xilofono, clavicembalo,triangolo, contrabbasso, viola, arpa, chitarra, armonica a bocca, tamburo, batteria, kazoo, nacchere, guiro, maracas). Ce
n’è per tutti i gusti, non devi far altro che scegliere.
Magari proprio mentre sfogli queste pagine, stai fischiettando il ritornello del tuo brano preferito oppure hai le cuffie dell’iPod nelle orecchie per ascoltarlo e riascoltarlo. La musica è cosi:
entra nella nostra quotidianità e la trasforma in qualcosa di unico, speciale, magico. Senza non
sarebbe la stessa cosa.
QUANDO LE PAROLE FINISCONO, INIZIA LA MUSICA
E’ proprio cosi: quando ci mancano le parole, quando non riusciamo a esprimere ciò che proviamo, quando i linguaggi che possiamo usare non ci sembrano all’altezza, chiediamo in prestito testi e suoni alla musica.
Post su facebook, stati su WhatsApp, frasi su Twitter, dediche sui messaggi, parole scritte sulle pagine di diario, pezzi di canzoni ascoltati in ogni momento della giornata… vi siete mai resi
conto che molte di quello che scriviamo o sentiamo lo prendiamo dalla musica? Si, proprio le parole o le melodie che altri hanno composto sembrano perfette per raccontare ciò che a noi risulta spesso difficile esprimere.
Oppure, se la passione e la bravura ce lo consentono, ci serviamo delle nostre emozioni per comunicare attraverso testi e sinfonie quello che proviamo, quello che viviamo o che abbiamo vissuto: la gioia, l'entusiasmo, la rabbia, la tristezza… da sempre, la musica è sinonimo di espressione, è strumento di comunicazione di ciò che siamo, di quello che sentiamo.
E' dappertutto, è una tra le poche forme di linguaggio comprensibile e raggiungibile da parte
tutti, senza tempo e senza territori proprio perchè è insita nell'essere umano e parla di lui.
Noi per primi siamo musica, con le nostre mani, la nostra voce, con il battito del nostro cuore e
con tutto il nostro corpo. Viviamo di emozioni, di sentimenti, di azioni che si servono molto spesso di parole messe in musica per essere raccontate. A volte non ne siamo consapevoli, da dove
esse finiscono inizia la musica: abbiamo bisogno di comunicare con il mondo e, se non riusciamo a
farlo attraverso la parola, chiediamo aiuto a lei. E tutto sembra chiarirsi, anche quando sono
altri che ci permettono di decifrare quello che abbiamo in testa o nel cuore.
La musica fatta di ritmo, melodia, testo ci tocca quando riesce a leggere nella nostra intimità e
ad esprimere il nostro io. Ecco che allora si fa strumento e veicolo per trasmettere chi siamo e
tutto ciò che viviamo. La musica è vita, da sempre e per sempre!
Tratto da Graffiti
Emily B, Michela R., 3^B
Il viaggio d’istruzione di terza media è stato senza dubbio l’esperienza più formativa in assoluto, soprattutto a livello di crescita morale. Gli scopi di questa visita erano l’ampliare le nostre
conoscenze in ambito culturale linguistico e il sapersi adattare a nuovi ambienti. Forse anche
rappresentava l’ ultima attività extrascolastica svolta assieme prima degli esami di giugno, e un
modo diverso per imprimere nella nostra memoria i trascorsi delle mitiche terze. E così, siamo
partiti la mattina presto del 15 Aprile 2015, per poi tornare a malincuore dopo soli 3 giorni!
Il viaggio in pullman è stato a dir poco lungo e stancante, ma si trovava sempre la forza di
scendere quei gradini per ritrovarsi con i piedi in un nuovo Paese e cominciare un’altra avventura. Il viaggio si è diviso appunto in 3 parti. La prima consisteva nella visita della città svizzera
di Lucerna, in prossimità del Lago dei Quattro Cantoni. Abbiamo attraversato a piedi il Kapellprücke, il ponte pedonale ricoperto in legno più antico d’Europa. L’attrattiva doveva essere la
cattedrale, ovvero la Chiesa di San Leadegario in Corte, ma per alcuni problemi legati all’organizzazione, non abbiamo avuta la possibilità di vederla.
La visita a Strasburgo del secondo giorno è stata decisamente il pezzo forte. La mattina siamo
andati al parco dell’Orangerie, dove vi era un piccolo zoo principalmente ornitologico, regno
delle cicogne, e al Consiglio d’Europa. Per il Parlamento
d’Europa ci siamo dovuti accontentare della sua vista da
lontano. Il pomeriggio era dedicato alla scoperta della
vecchia parte di Strasburgo. Una guida ci ha accompagnati per la città, fino ad arrivare alla Cattedrale, appunto Notre-Dame De Strasbourg, costruita in stile
romanico e gotico dove, al suo interno, vi è uno dei più
precisi orologi astronomici al mondo. Poi i professori ci
hanno concesso un’ ora libera per le strade della città.
E infine, l’ultima tappa era Colmar. Anche qui una guida
molto preparata, ci ha spiegato gli aspetti principali e
molti dettagli storici della cittadina, situata nella regione renana della Francia. Colmar è la patria di F. A. Bartholdì, l’autore della statua della Libertà di New York e infatti all’ingresso della cittadina si erge una copia di quella che si trova negli Stati Uniti alta 12 metri che fu inaugurata il 4 luglio 2004 per commemorare il centesimo anniversario della morte dell’autore.
Il residence dove alloggiavamo era a dir poco fantastico e nelle camere c’era pure una piccola
cucina. Il design era moderno e piacevole.
Questa gita è servita anche a relazionare con gli altri ragazzi delle scuole di Agna e Candiana e
a rafforzare i rapporti con i compagni più stretti e con gli insegnanti. I prof che ci hanno accompagnato e la Preside stessa erano diversi, non più severi e rigorosi come siamo abituati a
vedere in aula ma persone semplici come noi, curiosi, alla ricerca di nuove realtà.
Personalmente, essendo già stata in Francia, in una metropoli come Parigi, non avevo grandi aspettative. Ma alla fine sono stata appagata perché oltre a divertirmi e ad apprezzare le caratteristiche paesaggistiche delle località visitate ho consolidato il rapporto delle amicizie . E
poi ho vissuto un’avventura da ripetere al più presto, magari con più calma e con la miafamiglia.
Irene V., 3^B
Uscita didattica...delle classi prime!
L’8 e il 9 Maggio, noi alunni delle classi prime di Correzzola, Agna e Candiana siamo andati in gita in Valbrenta.
Siamo partiti alle 6.30; il viaggio è durato circa un’ora
e mezza. Quando siamo arrivati tutti, abbiamo sistemato le valigie e abbiamo iniziato la prima “prova”:
l’arrampicata! Chi si aspettava una parete all’interno
di una palestra, è rimasto a bocca aperta...dovevamo
arrampicarci su una vera parete di montagna!! I più
coraggiosi sono partiti subito, hanno indossato l’imbragatura e, con l’aiuto delle guide, sono arrivati in cima! La cosa bella è che abbiamo provato
tutti, salendo chi più chi meno, ma vincendo ogni paura!
Alla fine di questa bella esperienza, ci siamo trasferiti alla nostra “base”: la Casa sul fiume, dove
abbiamo pranzato e da cui siamo partiti per una passeggiata (circa 6 km!!) lungo il fiume Brenta
fino a raggiungere Bassano del Grappa. E’ stato molto bello arrivare dal basso, dal fiume, e ammirare il famoso ponte coperto prima di fare una passeggiata e gustare un buon gelato.
Il ritorno però l’abbiamo fatto in pullman: abbiamo recuperato i bagagli e ci siamo trasferiti nelle nostre stanze: i maschi alla Casa sul fiume, le ragazze al vicino albergo Ai cavallini, dove abbiamo cenato tutti insieme.
Prima della notte, i prof ci hanno ritirato i cellulari e poi siamo crollati per la stanchezza.
La mattina successiva: sveglia prestissimo, colazione abbondate e poi...preparativi per il rafting!
Indossati muta, maglia, casco e gilet salvagente, abbiamo preso una pagaia ciascuno, pronti per
iniziare!
Distribuiti in 10 su ogni gommone, con guida e insegnanti, siamo scesi per un bel tratto di fiume
Brenta, affrontando cascatelle, rapide e scogli! A metà percorso ci siamo fermati su una spiaggetta e abbiamo fatto qualche tuffo: l’acqua era davvero fredda, ma è stato molto emozionante...alla fine, nessuno voleva togliersi la muta, anzi, volevamo rifare tutto il giro!
Dopo pranzo invece abbiamo raggiunto Cittadella, per l’ultima tappa della nostra gita: la visita
alle mura medievali della città: anche qui c’era qualcuno che soffriva di vertigini, ma è stato molto interessante ascoltare la guida che ci spiegava le armature del Medioevo e vedere la città
dall’alto, comprando anche qualche souvenir da portare a casa...
Ormai questi due giorni stavano arrivando al termine: verso le 19 di sabato sera eravamo a Correzzola, stanchi ma contentissimi per questa nuova esperienza!
Matteo T., Davide C., Simone O, Mirian P., 1^B
Correzzola ai tempi della Grande Guerra
Il 21 Novembre 2014, vista la ricorrenza del Centenario della Grande
Guerra, nelle ore del pomeriggio, le classi terze hanno assistito a una lezione di storia locale tenuta dalle insegnanti Girolama Borella e Caterina Lovison.
Dopo le presentazioni, la maestra Borella ha iniziato a raccontare la situazione di Correzzola e dintorni prima dello scoppio della Grande Guerra.
Così ha detto: "A fine '800 arrivano nel territorio nuove genti dalla montagna in cerca di lavoro nelle fattorie dove la forza lavoro scarseggia. Correzzola cambia, sembra
ringiovanita e in ogni scuola del Comune c'è una maestra che vive in una stanza accanto alla scuola”.
I primi edifici scolastici compaiono a Brenta e a Civè e più tardi anche a Concadalbero, Villa del
Bosco e Correzzola, dove viene aggiunta la classe quarta e quinta elementare; la gente del posto
comincia a comprendere l'importanza dell'educazione scolastica per i propri figli.
Contemporaneamente compare la linea ferroviaria Piove-Adria e la contessa Melzi dà un contributo in denaro perché la linea passi anche per Correzzola.
All’inizio dell’agosto 1911 apre anche lo zuccherificio di Pontelongo che dà lavoro a moltissimi
operai della zona; il territorio comincia a crescere a livello socio-economico e culturale.
Dopo averci raccontato questo, le maestre hanno iniziato a parlare della situazione in cui si trova invece Correzzola durante la Prima Guerra Mondiale.
Nell’anno 1914 con lo scoppio della guerra tutti i progetti vengono sospesi; l’anno successivo l’Italia entra in guerra: viene messo in atto il servizio di leva obbligatorio e 1000 contadini vengono
arruolati per combattere contro l'Austria.
Questo naturalmente crea grossi problema per le famiglie contadine perché viene a mancare
molta forza-lavoro nei campi.
In guerra l’esercito italiano si dimostra mal organizzato e poco preparato ed allenato per affrontare l’esercito austriaco nelle trincee; inoltre i contadini arruolati sono analfabeti e possono
solo eseguire gli ordini dei loro generali. Le famiglie non hanno notizie dei loro familiari impegnati nella guerra perché la censura italiana impedisce ai soldati di inviare lettere per timore che
facciano conoscere in patria le difficili condizioni in cui son costretti a vivere e gli eventi negativi. Addirittura nelle poche lettere che i soldati inviano a casa devono indicare il luogo dove si
trovano con la dicitura generica "Zona di Guerra…". Queste lettere arrivano a Treviso, dove c’è
un centro di smistamento dove esse vengono appunto “smistate” e controllate per ordine della
censura e poi inviate.
Nelle zone di guerra, oltre alle ferite da armi da fuoco, i soldati devono combattere anche contro le malattie e i parassiti che infestano le trincee. Tra queste le più pericolose sono la pellagra, il tifo, la meningite, il vaiolo e la malaria.
Dopo una breve pausa le maestre ci hanno detto che anche i loro nonni erano andati a combattere nelle trincee e quindi queste storie le hanno sentire raccontare dai loro stessi familiari al
ritorno dalla guerra. Più tardi, appassionatesi a queste storie, hanno cercato ulteriori informazioni in Biblioteca e su testi storici.
Per noi questo incontro è stato istruttivo e utile per capire la storia del nostro territorio in un
periodo così travagliato.
Martina D. e Silvia B., 3^C
LEZIONE DI ARCHEOLOGIA MILITARE
Il giorno 13 gennaio 2015, in orario pomeridiano, le classi terze
hanno partecipato ad una lezione di archeologia militare tenuta
dal prof. Matteo Doria e il signor Antonio Sartori, ex collaboratore scolastico della nostra scuola e appassionato della materia.
La lezione è iniziata con la visione di diapositive. Le immagini
mostravano alcune vette poste sul fronte di guerra italoaustriaco, luoghi dove il signor Antonio aveva rinvenuto alcuni
reperti importanti risalenti alla Grande Guerra.
Egli ci ha spiegato che soprattutto a causa dello scioglimento di ghiacciai, in quelle zone teatro
di guerra sono stati rinvenute spoglie di Alpini e resti di vari tipi di armi e cannoni. Da queste
parti anche le rovine di trincee sono molto comuni: esse potevano essere tradizionali (cioè costruite su dirupi o dove c’era la possibilità di scavare un fossato) o a galleria (quando erano costruite all’interno delle montagne); in territorio francese si trovano più comunemente trincee “a
galleria”.
In particolare sul territorio della Sella Carteri, nella zona del Cauriol (catena del Lagorai –
Trentino), hanno avuto luogo grandi battaglie e infatti quella zona è caratterizzata da un gran
numero di trincee, fortificazioni, caverne, camminamenti, resti di baracche. Il signor Antonio
poi ha mostrato alle classi le diapositive della bomba ballerina, un particolare tipo di bomba costituita dalla parte meccanica, dall’elica e dal manico in ferro ricoperto da un pezzo di stoffa;
oltre alla bomba, durante le sue ricerche, ha trovato anche una piccola anta, probabilmente resto di una cucina o di una stufetta.
Dal Passo San Pellegrino, al confine tra Veneto e
Trentino, l’esercito italiano controllava la vallata
sottostante e da lì si poteva anche ammirare la città di ghiaccio, sistema di gallerie sotterranee costruite dagli austriaci sotto il ghiacciaio della Marmolada.
Gli uomini dell’esercito italiano e austriaco, specialmente d’inverno, indossavano i ramponi, ferri da
mettere sotto le suole degli scarponi, per camminare sul ghiaccio e non scivolare. Sempre durante la
stagione invernale usavano delle tute bianche per
mimetizzarsi sulla neve e non farsi vedere dai nemici.
In alcuni punti delle montagne, quando attraversarle risultava abbastanza difficile sia per la natura del terreno che per il fatto che i soldati erano costretti a portare sulle spalle zaini molto
pesanti che non rendevano facile il cammino, gli italiani costruivano percorsi con tavole di legno e
ferri di acciaio per attaccarvisi con i moschettoni.
Il prof. Doria invece ci ha mostrato alcuni oggetti che erano
appartenuti a suo nonno, combattente della Grande Guerra:
un elmetto (che spesso veniva usato anche come contenitore
per il rancio), una maschera antigas da indossare quando venivano rilasciati gas asfissianti e una boraccia per l’acqua.
Questo incontro ci è stato utile per comprendere meglio i
fatti del passato e per renderci conto delle fatiche e sofferenze che hanno patito i nostri soldati in guerra.
Amanda M. e Francesca M., 3C
LA BATTAGLIA DI NIKOLAJEWKA CON GLI ALPINI
Il giorno martedì 9 marzo, in orario pomeridiano,
abbiamo avuto il piacere di ospitare a scuola il Gruppo Alpini di Pontelongo e la storica dott.ssa Lisa
Bregantin, che hanno illustrato agli alunni delle classi terze la battaglia di Nikolajewka (26 gennaio 1943), ultima battaglia che i nostri soldati hanno combattuto in terra di Russia prima di rientrare in Italia.
Con l’ausilio di diapositive la dott.ssa Bregantin ha
ripercorso tutte le tappe del ripiegamento delle
forze dell’Asse nella parte meridionale del fronte
orientale durante la seconda guerra mondiale.
Dopo il crollo del fronte del Don a causa della grande offensiva dei russi iniziata il 12 gennaio 1943, gli
ultimi resti delle forze italo-tedesche-ungheresi, in fuga e provate, oltre che dai combattimenti, anche dal gelido inverno russo, si ritrovarono ad affrontare ancora alcune truppe dell'Armata
Rossa, che avevano raggiunto il villaggio di Nikolajewka per bloccare la fuga dalla grande sacca
del Don.
Già dalle prime ore del mattino del 26 gennaio, la colonna formata dalle truppe italiane in ritirata, cui erano aggregati diversi reparti delle altre potenze dell'Asse (specialmente tedeschi e
ungheresi), venne fatta oggetto di un bombardamento da parte di aerei dell'Armata Rossa.
Alla Tridentina, brigata alpina e unica delle divisioni italiane ancora in grado di combattere, fu
assegnato il compito di iniziare l'assalto al villaggio affiancata da altri Battaglioni. Malgrado lo
sbandamento delle nostre truppe in ritirata, gli italiani
riuscirono a sostenere l'attacco dei sovietici maggiormente dotati di armi pesanti ed artiglieria.
In serata si unirono alle forze all'attacco anche altri due
Battaglioni e gli uomini della Tridentina, guidati dal generale Luigi Reverberi, riuscirono ad aprirsi un varco fra le
linee sovietiche grazie all'impiego dell'unico carro armato
tedesco ancora utilizzabile ed alla disperata lotta per
sfuggire all'accerchiamento.
Le perdite italiane furono altissime, nonostante ciò la
battaglia rappresentò un successo poiché le truppe dell'Asse, pur decimate e completamente
disorganizzate, riuscirono a raggiungere Shebekino il 31 gennaio 1943, località al di fuori dell’accerchiamento russo. Migliaia di soldati vennero presi prigionieri durante la ritirata e radunati
dai sovietici in vari campi. Solo una percentuale minima di questi prigionieri avrebbe fatto ritorno in Italia a partire dal 1945.
Durante la lezione abbiamo ascoltato anche un paio di canti che i soldati cantavano in guerra.
Al termine della lezione gli Alpini hanno fatto omaggio alla nostra scuola del Tricolore e di una
copia del libro della dott.ssa Lisa Bregantin “ Caduti nell’oblio”.
I docenti di lettere delle classi terze
Primo a partire, ultimo a tornare.
Un soldato della guerra d’Africa
La sera del 12 marzo 2015, in Biblioteca, abbiamo partecipato alla presentazione del Quaderno delle memorie di Primo Lovison “ Primo a partire, ultimo a tornare. Un soldato della guerra
d’Africa. Si tratta del papà della maestra Caterina, esperta di storia locale. La pubblicazione
e alla presentazione hanno collaborato l’Amministrazione comunale di Correzzola e la prof. ssa
Daniela Borgato, la quale ha presentato l’opera intervallandola alla lettura di parti della stessa
con l’aiuto del signor Carlo Alberto Berto. Ecco allora l’attenzione verso questo giovane, che si
ritiene uno come tanti altri, che nel 1940 ricevette la cartolina precetto e partì con il treno, la
vacca mora, da Pontelongo, e da Padova con la tradotta verso il Friuli. Dopo un duro addestramento al freddo nelle montagne friulane, fu mandato insieme ad altri compagni nel caldo torrido della campagna d’Africa. “Contraddizioni militari” così Primo nel suo libro definisce queste
scelte che videro l’Italia impegnata durante il secondo conflitto mondiale.
Da quella guerra il nostro Paese uscì lacerato e sconfitto, anche se non si trattò di una disfatta totale, poiché nel settembre del 1943 il governo italiano, rompendo l’ alleanza con la Germania, si schierò a fianco degli alleati.
Le memorie di Primo ci hanno fatto sentire vicini ai grandi eventi storici che noi ragazzi sentiamo appartenenti ad un tempo che ci sembra tanto lontano. Eppure quello che noi abbiamo
oggi è frutto del sacrificio di uomini come Primo, semplici
soldati che hanno obbedito per servire la Patria. Al nostro
esercito italiano, nonostante le difficoltà, non mancarono
occasioni nelle quali i nostri soldati si misero in luce suscitando il rispetto del nemico.
Ciò avvenne senz’ altro in Africa dove, nonostante gli scarsi mezzi, i nostri soldati si distinsero per coraggio e spirito di sacrificio non sempre supportati dagli altri gradi.
Il giorno 31 marzo abbiamo avuto l’onore di ascoltare anche a scuola la lettura di alcune parti del libro che ci è
stato regalato dall’Amministrazione Comunale e dalla maestra Lovison.
Noi alunni abbiamo capito che la guerra non è solamente
quella scritta sui manuali di storia. La storia che studiamo
nel manuale è quella dei nostri padri e sarà quella della
nostra comunità di oggi. Anche noi daremo un nostro contributo a scriverla.
Chiara B., Giada P., Martina V., 3^B
VIAGGIO AD AUSCHWITZ A/R, Compagnia della Melarancia
Il 27 Gennaio 2015, Giorno della Memoria, noi ragazzi delle classi terze, accompagnati da alcuni
docenti, abbiamo assistito ad uno spettacolo teatrale al Teatro Don Bosco di Padova.
Lo spettacolo, interpretato da Gimmi Basilotta, racconta la storia di un lungo viaggio sulle orme
di ventisei ebrei catturati a Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo, fino a Buchenwald.
L’attore, dopo la visita al campo di concentramento di Buchenwald, è stato spinto ad intraprendere questo viaggio alla ricerca non solo dei fatti e delle storie di un’umanità offesa, ma anche
di se stesso, per uscire dal baratro in cui la scoperta di questo episodio lo aveva sprofondato e
per scoprire il potere magico del contatto e della relazione con la gente e con il mondo.
Lo spettacolo, in forma di monologo, è stato molto istruttivo e significativo e a noi ragazzi ha
molto colpito la leggerezza con cui Basilotta ha affrontato il tema di questa strage di innocenti.
La rappresentazione alternava momenti drammatici a situazioni serene e gioiose, in un mix di
avventura e riflessione.
Il viaggio, durato 76 giorni, è stato compiuto interamente a piedi e in questa avventura Gimmi
Basilotta è stato accompagnato da un gruppo di amici, fra cui un fotografo, un video maker ed è
stato anche supportato da due automezzi per qualsiasi evenienza.
Prima di partire, però, Gimmi ha chiesto alla gente e agli amici che gli prestassero delle parole
con cui riempire le sue valigie; ne ha raccolte tantissime, ma ne ha tenute soltanto settantasei,
una per ogni giorno di viaggio. Le parole son diventate la lente attraverso cui ha guardato e cercato le cose, attraverso cui ha vissuto le tante esperienze ed avventure; queste parole sono diventate per lui anche un limite, che lo ha costretto ed aiutato ad entrare nel profondo della realtà, a focalizzare le sensazioni e vivere le emozioni.
Prima dello spettacolo l’attore ha distribuito ad alcuni di noi queste parole e ci ha dato un compito ben preciso: diffondere il loro messaggio fra la gente e propagare il loro significato benevolo.
Ad ogni tappa del suo viaggio Gimmi regalava alle persone che lo ospitavano una piantina di betulla e loro in cambio gli donavano un pugno di terra con la quale successivamente avrebbe piantato
una grande betulla in un prato confinante con il campo di Buchenwald.
Questo spettacolo a noi ragazzi è piaciuto molto e ci ha aiutato a capire l’importanza di una maggiore comprensione reciproca e di una forte integrazione tra tutte le popolazioni. Le parole che
Gimmi aveva consegnato ad alcuni nostri compagni le abbiamo usate per tappezzare le pareti delle classi terze in modo da portare con noi ogni giorno il loro messaggio di pace e di uguaglianza,
per non dimenticare mai ciò che è successo e per non ripetere gli stessi errori nel futuro.
Martina D. e Silvia B., 3^C
10 FEBBRAIO, GIORNO DEL RICORDO
Con la legge del 30 marzo 2004 il Parlamento Italiano istituisce “Il Giorno del Ricordo”, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo delle popolazioni giuliane e dalmata dalle zone al confine nord-orientale con l’Italia.
Nel pomeriggio del 10 febbraio, Giorno del Ricordo appunto, le classi terze hanno assistito a una
lezione di storia tenuta dal sindaco di Correzzola, il dott. Mauro Fecchio.
Il sindaco ha iniziato la lezione parlando delle vicende storiche che hanno interessato il confine
nord-orientale delle nostra penisola, cioè la Dalmazia, l’Istria e ripercorrendo gli eventi è giunto
all’epoca delle due grandi guerre fino alla triste e tragica pagina delle foibe.
Le foibe erano voragini nel terreno abbastanza profonde che in principio erano usate solo come
inghiottitoi naturali, in cui i contadini gettavano principalmente i rifiuti.
In un secondo momento cominciò il loro tragico uso, cioè essere colmate da migliaia di cadaveri.
Le vittime di questo macabro rituale furono non solo Tedeschi, gerarchi fascisti, squadristi, ma
anche tutti coloro che rappresentavano l’apparato statale italiano ed il regime borghese. La loro
colpa, secondo i partigiani di Tito, era quella di essere Italiani e a loro spese si attuò, in quelle
zone, il primo tragico esperimento di “pulizia etnica”. A loro vanno aggiunti anche Sloveni e Croati anticomunisti e membri dei Comitati di Liberazione Nazionale ( CLN ), cioè partigiani italiani
che non volevano passare alle dipendenze di quelli titini.
Non si saprà mai il numero preciso degli infoibati, per una serie di motivazioni storiche e politiche.
Solo una minima parte delle centinaia di foibe istriane sono state esplorate, in quanto la maggior
parte di esse si trova in territorio sloveno e croato, i cui governi non ne hanno ancora autorizzato la ricognizione; in molte delle foibe che si conoscono l’imboccatura risulta ostruita da massi e
terriccio perchè i partigiani, compiuto il massacro, spesso facevano saltare con la dinamite le
pareti per cancellare le tracce delle esecuzioni.
Ricordiamo inoltre che spesso venivano distrutti gli archivi comunali, proprio perchè non si potesse quantificare il numero degli scomparsi.
La cifra complessiva oscilla tra le poche migliaia e i 20-30 mila morti; forse la stima più attendibile si attesta tra 10-12 mila morti.
Nonostante si tenda a far passare sotto silenzio questa triste pagina di storia, è necessario invece ricordare tutte queste vite private dei loro diritti umani.
Daniel C. e Francesca M., 3C
L'Expo 2015 (in inglese World Exposition Milano 2015, Italy) è l'esposizione mondiale in svolgimento a Milano dal il 1º maggio al 31 ottobre 2015. Come tutte le esposizioni mondiali, Expo 2015
è supervisionata dall'Ufficio Internazionale delle Esposizioni che ha anche lo scopo di eleggere i
siti per le esposizioni future, stabilire regolamenti ed approvarne il bilancio.
Storia dell’Expo
La prima esposizione universale fu l'Esposizione universale di Londra nel 1851, conosciuta anche
come la Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations. Questa manifestazione nacque da una intuizione del Principe Alberto, marito della Regina Vittoria e divenne il riferimento
per tutte le successive, influenzando numerosi aspetti della società quali le arti, l'educazione, il
commercio e le relazioni internazionali. La seconda esposizione universale fu l'Esposizione universale di Parigi, che venne accolta dalla Francia come una sfida per superare il grande successo
della precedente manifestazione londinese.
Expo Milano 2015
Il tema selezionato per l'Expo 2015 è
“Nutrire il pianeta, energia per la vita” e
intende includere tutto ciò che riguarda
l'alimentazione, dall'educazione alimentare alla grave mancanza di cibo che affligge molte zone del mondo, alle tematiche legate agli OGM. Quest’anno vi partecipano 145 Paesi, 3 Organizzazioni Internazionali,
13
Società
Civili.
L’Expo di Milano, dunque, rappresenta
una grande opportunità offerta a tutti i
Paesi partecipanti per riunirsi, confrontarsi, discutere e decidere insieme per un futuro in cui le
profonde disuguaglianze siano progressivamente azzerate e i beni primari, come il cibo e l’acqua,
possano essere garantiti a tutti gli abitanti della Terra.
Prossimo appuntamento Expo
L'Expo 2020 si terrà a Dubai, capitale degli Emirati Arabi Uniti, nel periodo fra il 20 ottobre
2020 e il 10 aprile 2021. Il tema previsto per l'Esposizione Universale sarà “Connecting Minds,
Creating the Future” (collegare le menti, creare il futuro).
Irene V., Sofia L., Martina V., 3^B
IN COLLABORAZIONE CON LA BIBLIOTECA...LETTURE ANIMATE E
NON SOLO!
Il giorno 18 maggio 2015 le classi 2A e 2B hanno animato due storie per i bambini delle Scuole
dell’Infanzia di Concadalbero e Correzzola, tratte dai libri “Zuppa di sasso” e “Mangerei volentieri un bambino”.
La prima storia è stata narrata attraverso delle immagini proiettate e mimate dalle classi usando alcuni oggetti creati da loro (una pentola, un sasso e un coltello). Le chiavi di lettura della
storia sono molteplici: l’ingegno del lupo, la fiducia degli altri animali, l’opportunità di integrazione che parte dalla condivisione di qualcosa, la possibilità di superare le differenze di genere e
razza (gli animali son tutti diversi: gallina, porcello, cane, oca e così via…).E’ stato molto divertente per noi e per i bambini, che sono stati molto attenti all’animazione e hanno vissuto le emozioni e i momenti più divertenti.
La seconda storia è stata narrata dalle voci dei ragazzi di 2A, che l’hanno animata per far comprendere al meglio la storia ai bambini: un piccolo coccodrillo (Achille) vuole mangiare un bambino e rifiuta tutti quei cibi succulenti che gli propongono i suoi genitori, addirittura una torta di
ciliegie e cioccolato! Anche in questo caso sono stati usati degli oggetti e delle maschere create.
da noi
Ringraziamo in particolar modo la Biblioteca per averci coinvolto: sia per i bambini dell’asilo, sia
per gli “attori” è stata un’esperienza unica, non in tutte le scuole è possibile un avvenimento simile.
Al termine dell’evento gli oggetti creati dalle classi sono stati donati alle scuole dell’infanzia e
alla biblioteca.
Lorenza T., Ambra B., Martina P., Elisabeth T., Marco DB., Classi 2^
Queste sono le proposte estive della Biblioteca: approfittatene
INVENZIONI MEDIEVALI
Vi siete mai chiesti com'eravamo 1000 anni fa?
In pieno Medioevo? Noi sì... e abbiamo scoperto
che, a differenza di come si é soliti pensare, gli
uomini del Medioevo non vivevano nel terrore
che il mondo finisse da un momento all'altro! Anzi, al Medioevo risalgono tante invenzioni che
ancora oggi ci aiutano a vivere meglio. Alcune di queste hanno profondamente modificato le abitudini nel vestiario, nel cibo, nel tempo libero e
soprattutto hanno reso più comoda e più semplice la vita degli abitanti
medievali, che non era certo facile! Eccone un assaggio!
Invenzioni per noi
Bottoni, pantaloni e mutande: ecco tre particolari del nostro abbigliamento che risalgono al Medioevo. I bottoni, che sono stati inventati verso il 1200, permettono di avere abiti aderenti che,
al pari dei pantaloni, ci difendono dal freddo e ci consentono di fare movimenti più sciolti, saltare e correre. Prima, uomini e donne vestivano allo stesso modo, con abiti larghi e molto scollati,
perché dalla scollatura doveva passare la testa. Le mutande permettono alle persone di essere
pulite: infatti la parola stessa mutande significa "che devono essere mutate", cioè cambiate
spesso. Le persone che non hanno una buona vista possono vedere bene e leggere grazie agli occhiali, una delle più belle invenzioni medievali! In quel tempo però non c'erano le stanghette, così
comode, che girano intorno all'orecchio; gli occhiali, per stare al loro posto, dovevano stringere
un po' il naso.
Invenzioni per la casa
Nelle case il Medioevo ha portato il camino:
prima ci si scaldava con un braciere in mezzo
alla stanza, che faceva fumo ed era pericoloso
perché poteva causare incendi. All'età medievale risale anche l'abitudine di sedersi a tavola a mangiare: i Romani mangiavano sdraiati sui letti. E anche la pasta inizia a essere prodotta durante il Medioevo, con la farina macinata dai mulini ad acqua e a vento. Anche il mulino a vento è un'invenzione medievale. Ma come mangiare gli spaghetti? Bisognava pensare a qualcosa per infilzarli, perché il cucchiaio e il coltello dei
Romani non servivano. Ed ecco che tornava molto utile un piccolo utensile di invenzione medievale, una piccola forca: la forchetta!
Le invenzioni fuori dalla casa
I mulini medievali, sfruttando la forza dell'acqua, mettevano in moto i frantoi per frantumare le
olive e ottenere l'olio, le segherie per tagliare il legno, i magli per pestare gli stracci e i mulini
da farina per macinare il grano. Il Medioevo inoltre ha scoperto un altro 'motore': il cavallo. Solo nel Medioevo gli zoccoli del cavallo furono protetti con un ferro speciale, in modo che l'animale non si ferisse le zampe camminando sui sassi, e gli fu dato un collare rigido per tirare il carro,
in modo che non fosse soffocato dal peso che trascinava. Per cavalcare meglio fu introdotto e
ripreso dai Germani l'uso della staffa. Con tutte queste novità il cavallo era molto utile nei campi e in guerra.
In viaggio con la bussola
Con l'invenzione della bussola, il cui ago calamitato segna
sempre il nord, i naviganti si sentivano molto più sicuri nel
loro cammino. Il Medioevo ha anche pensato a non fare annoiare i marinai e i viaggiatori nei loro lunghi tragitti: ha inventato le carte da gioco, i tarocchi, e ha ripreso il gioco
degli scacchi già diffuso in India e nel mondo arabo.
Inoltre, l'invenzione dell'orologio ha permesso di calcolare
meglio i tempi in quanto tutte le ore divennero di uguale lunghezza. I primi grandi orologi meccanici comparvero nel Trecento sui campanili delle chiese. Prima di questa invenzione,
invece, le ore erano più corte d'inverno e più lunghe d'estate, quando il sole splende più a lungo. I monaci usavano la clessidra dentro la quale scorre un filo
di sabbia. Sulla clessidra erano stati fatti piccoli segni, indicanti le ore; quando la sabbia era
tutta scesa bisognava subito rivoltare la clessidra e ricominciare. Se ci si dimenticava, che pasticcio!
Molte informazioni di come viveva l'uomo medievale ci giungono dai manoscritti che ancora oggi
possiamo leggere, dalle miniature, o dalle immagini che vediamo nelle chiese o nei palazzi medievali.
Cosa invece non si poteva fare nel Medioevo?
Nel Medioevo non avremmo potuto aprire il rubinetto dell'acqua o accendere l'interruttore della
luce, ruotare la manopola del gas, andare in bicicletta, in treno o in automobile, accendere il televisore o il computer, parlare al telefono, andare in ascensore, conservare la carne in frigo, andare al cinema. Se riusciamo a immaginare un mondo senza tutto questo, e tanto altro ancora,
stiamo vivendo nel Medioevo...
Mirian P.
Gessica T., 1^B
PARLARE A VANVERA…
Ecco alcune divertenti storie sull’origine (inventata!!!) di alcuni modi di dire
scritte dagli alunni di 1B…
ESSERE BACIATI DALLA FORTUNA
Tanto tempo fa, c’era un piccolo paese che contava appena 500 abitanti, disperso in mezzo alla campagna e di cui quasi nessuno conosceva
l’esistenza. Anche se era piccolo, il paese era molto bello: aveva una
piazza in cui c’era un grande monumento, aveva molte viuzze piene di
negozi tipici e un bel corso in cui passeggiare...
In questo paese la gente era ricca, ma non perché faceva lavori in cui si
veniva pagati molto, ma perché tutti avevano vinto almeno una volta alla lotteria o altri premi.
Tutti tranne Giuseppe, che era un ragazzo di appena 25 anni, che, ogni volta che un compaesano
vinceva qualcosa, ripeteva sempre la stessa frase: “Tutti hanno vinto, io mai...io solo l’unico sfortunato!”. Giuseppe però non era triste perché voleva soldi, macchine o oggetti preziosi, ma perché i suoi amici lo prendevano in giro e lo escludevano.
Un giorno arrivò in paese una strana carrozza, con disegnati all’esterno dei grandi quadrifogli
verdi; da essa scese una ragazza altrettanto strana: bionda, alta, magra, con un vestito lungo
fino ai piedi, tempestato di quadrifogli e brillantini.
Giuseppe, in quel momento, stava camminando a testa bassa e non si era accorto che stava per
andare addosso a quella strana ragazza: si scontrarono e, per sbaglio, lei gli diede un bacio...I
due, imbarazzati, si scusarono e se ne andarono, ognuno per la propria strada.
Il giorno dopo Giuseppe tentò la sorte per l’ennesima volta, anche se rassegnato, ma questa volta
vinse lui alla lotteria!! Credeva si trattasse di un miracolo, anche perché aveva vinto la somma più
alta che mai nessuno avesse vinto fino a quel momento, così andò a dirlo a tutto il paese.
La settimana successiva vide di nuovo la ragazza con cui si era scontrato, le chiese come si chiamava e il motivo della strana decorazione della sua carrozza. Lei gli rispose che si chiamava Fortuna e che ovunque andasse, lei portava con sé la sua fortuna, per questo
aveva dipinto i quadrifogli sulla sua carrozza.
Giuseppe allora capì perché aveva vinto alla lotteria e spiegò tutto a Fortuna.
I due, dopo essersi conosciuti meglio, si innamorarono e decisero di sposarsi.
Vissero un anno bellissimo viaggiando continuamente. Purtroppo, a un anno
esatto dal matrimonio, Fortuna morì, ma Giuseppe continuò a vincere premi:
ogni volta che vinceva, anche una piccola somma, sentiva la sua sposa vicino a
sé, quindi si sentiva baciato da Fortuna come il primo giorno in cui si erano
conosciuti.
Da quel giorno, quando qualcuno è fortunato, si dice che è baciato dalla fortuna!
Beatrice L.
AVERE UN DIAVOLO PER CAPELLO
C'era una volta una ragazzina di nome Brunetta che viveva con sua mamma, suo papà e un fratello
minore.
Brunetta era sempre stata una brava ragazza: pacata, gentile e molto simpatica. Non si arrabbiava quasi mai, non disturbava nessuno, sapeva sempre in qualche modo arrangiarsi da sola.
Questa ragazza aveva fin da piccola dei capelli rosso-fuoco, setosi, lisci e lunghi da fare invidia,
che si abbinavano perfettamente con i suoi occhi chiari-azzurrini e le sue carnose labbra rosso
naturale, senza bisogno di rossetto.
Si vestiva con lunghi vestiti o con delle gonne e una canottiera. Stava
quasi sempre a piedi scalzi o con un paio di sandali, perché aveva sempre caldo.
Brunetta aveva un desiderio fin da bambina: voleva vedere il Paradiso e
l'Inferno prima della propria morte: lo ripeteva sempre alla madre, ma
lei rispondeva sempre che non era possibile e che quello doveva rimanere soltanto un sogno.
Così Brunetta cercava sempre di immaginarsi tutto, fino a quando un
giorno, curiosando per casa sua, non trovò, nel punto più impensabile,
una piccola buca: la porta di un sentiero sotterraneo!
Brunetta, spinta dalla sua immensa curiosità, entrò e iniziò a percorrere il passaggio sotterraneo. Ad un tratto avvistò l'uscita e, dopo averla oltrepassata, si ritrovò davanti due grandi porte:
una azzurra e una rossa. Decise di entrare prima in quella azzurra.
Entrata, le apparvero molte anime quasi trasparenti che volavano felici. Brunetta avanzava e
scorgeva una bellissima signora vestita di rosa avanzare: era la Madonna, seguita anche da molti
angeli: -Buongiorno carissima ragazza, cosa vi ha spinto qui e come avete fatto ad arrivare?
Brunetta, rimasta a bocca aperta, riuscì per miracolo a parlare e le spiegò tutto.
L'anima celeste, attraverso un linguaggio semplice, rispose: - Certo, noi tutti sappiamo che esiste un tunnel che collega il mondo con questi due posti: il Paradiso, dove ti trovi adesso, e l'Inferno. Tu sei la prima persona che è riuscita a vederci prima della morte. Ricordati di tenere
questa esperienza per te perché, se andrai a dire qualcosa, non ci crederà nessuno se non li porterai qui e noi non vogliamo. Non esisterebbero più certe domande che la gente si fa, non ci saranno più dubbi, e l'aldilà diventerebbe una meta turistica. Perciò ti devo chiedere di non riferire questa esperienza a nessuno, tranne alla tua famiglia, se proprio lo desideri. Potrai venire qui
tutte le volte che vorrai, senza esagerare però! Sei una persona che ha la possibilità di vedere
noi e tutta la gente defunta. Arrivederci ragazza, ti aspetteremo. Posso chiedere il tuo nome?
-Brunetta. Arrivederci e grazie.
La ragazza uscì dalla porta, sconvolta ma anche contenta e felice, decisa ad entrare nella porta
rossa: l'Inferno.
In questo caso le persone che avanzavano verso di lei erano il Diavolo, seguito da diversi diavoletti, su uno sfondo di anime rosse e tristi. Diceva
il Diavolo, puntandole contro il forcone: - Cosa ci
fai tu qui, umana dai capelli del mio colore?
Brunetta cercava di spiegarsi e il Diavolo: - Non ti
è permesso entrare nel Regno dei Morti e soprattutto nell'Inferno, comunque ti risparmierò la
morte soltanto per il colore dei tuoi capelli! Per
punizione però, da ora in poi, sarai sempre arrabbiata perché i diavoletti che si stanno appiccicando ai tuoi capelli ti trasmetteranno odio e rabbia per sempre! Ora sparisci prima che cambi idea!
Brunetta terrorizzata era uscita di corsa piangendo, ma allo stesso tempo arrabbiata nera, così
pensò di tornare subito nel Paradiso per chiedere aiuto. -Brunetta, io riesco a curarti, però tu
mi devi promettere che non entrerai mai più nel territorio del Diavolo!
Brunetta: -Certo, sicuramente!
Una luce azzurra avvolse Brunetta per pochi secondi, poi le seguenti parole: -Ecco Brunetta, sei
tornata come prima. Ora torna a casa.
Brunetta: - Grazie, grazie molte!
Brunetta rifece il percorso del ritorno pensando al suo desiderio esaudito, che l’aveva turbata
per anni.
Arrivata a casa, raccontò tutto alla sua famiglia, che le credette.
Da allora si diffuse la voce che quando una persona è arrabbiata e furiosa, si usa dire che ha un
diavolo per capello, proprio per ricordare quello che è successo a Brunetta molti anni fa.
Giulia A.
ESSERE PIENI COME UN UOVO
C’era una volta, nell’Alto Medioevo, un essere che era simile ad un uovo ma
che parlava e respirava, come ogni altro essere vivente: aveva le gambe e le
braccia, ma il tronco e la testa erano un unico uovo.
Un ragazzo di nome Gino non credeva affatto alla sua esistenza. Sembrava
una cavolata perché tutti dicevano che si trattava di una divinità che proteggeva le galline. Allora Gino volle provare l’esistenza di questo dio e andò a
cercarlo per tutta l’Europa, ma si arrese subito.
Un bel giorno però sua sorella Anna vide una gallina che veniva attaccata da un cane randagio. Il
cane la sbranò, ma subito dopo apparve in un bagliore questo dio che mise in salvo la gallina e
uccise il cane. Quando arrivò Gino, stranamente questo essere scomparve. In quel momento, il
ragazzo si fece una domanda: ”Ma se questo dio salva le galline quando vengono sbranate dai cani, quando vengono uccise dall’uomo per mangiarle, perché non le salva?”. E sua sorella gli rispose:
”Forse anche a lui piacciono le galline, ma vuole che le uccida solo l’uomo, perché lo fa senza che
soffrano”.
A sentire quelle parole, il dio scese dal cielo e disse: ”Anna, tu sì che sei intelligente!! Hai proprio ragione, a me piacciono molto le galline”. Il ragazzo
però gli chiese: ”Ma se tu sei il salvatore delle galline, perché hai la forma di
un uovo?” “Perché mi mangerei da solo!” rispose il dio.
In quel momento tutti si misero a ridere quando, ad un tratto, arrivò il padre
dei due ragazzi che non credeva ai suoi occhi. Era il migliore a mangiare le
galline, e non voleva avere un rivale, tanto meno un dio! Allora gli propose una
sfida: ”Il primo che riesce a mangiare dieci galline in un’ora vince la sfida”.
Il dio accettò, ma se avesse, vinto tutti lo avrebbero riconosciuto e si sarebbero ricordati di lui.
Iniziò la sfida e dopo quarantacinque minuti il padre dei ragazzi era a quattro galline e mezzo,
più o meno come il suo avversario. Ad un tratto il padre si fermò, ma il dio continuò e mangiò anche la parte dell’uomo. Da quel giorno si dice che si è pieni come un uovo, quando si è mangiato
talmente tanto da sentirsi scoppiare!
Davide C.
In quest’anno scolastico, noi alunni di classe terza, abbiamo potuto partecipare al laboratorio di
latino. Questo si teneva nei rientri pomeridiani del venerdì, organizzato dalla professoressa Cavalletto.
E’ stato interessante studiare che l’uso del latino nell'Italia antica si afferma solo gradatamente. Alle origini il latino è solamente la lingua di Roma, una piccola città circondata da una serie di centri minori nei quali si parlavano dialetti latini, o comunque affini al latino .
Nelle lezioni abbiamo affrontato:
-la lettura del latino
-le declinazioni
-il verbo essere all’indicativo presente
-gli aggettivi femminili
-il complemento di stato in luogo
-il complemento di mezzo
-le quattro coniugazioni dei verbi
-la traduzione le frasi dal latino all’ italiano
Per capire questi argomenti è servito un ripasso della grammatica e approfondire la storia delle
origini della lingua italiana.
Abbiamo notato anche che molte delle parole che noi usiamo quotidianamente, non sono variate
nel tempo ad esempio: PROMEMORIA,ALBUM E A POSTERIORI.
Quest’opportunità è stata unica per noi ragazzi in quanto ci ha creato le basi per lo studio del
latino alle scuole superiori.
Ma sentiamo la professoressa Cavalletto:
1) COME HA IMPARATO LEI IL LATINO?
1) L’ho imparato frequentando il liceo classico e durante un corso di latino tenuto da un insegnante quando frequentavo la terza media.
2)COME LE E’ VENUTA LA PASSIONE DI IMPARARLO E DI INSEGNARLO?
2)Mi è venuta la passione di impararlo già dal corso frequentato in terza media, ma ricordo che
alle elementari e alle medie ho avuto la fortuna di avere insegnanti che mi hanno fatto amare lo
studio della lingua e della grammatica italiana.
Mi è venuta la passione di insegnarlo perché mi piace insegnare.
3) PENSA CHE RIPROPORRA’ AI RAGAZZI QUESTO CORSO ANCHE NEI PROSSIMI ANNI?
3)Sì, perché sono convinta dell’ utilità dello studio della lingua latina.
4)PERCHE’ RITIENE CHE QUESTO CORSO SIA UTILE AI RAGAZZI?
4) Credo che sia utile per chi vuole frequentare un liceo per rendersi conto in cosa consiste lo
studio della lingua latina e perché sarebbe utile a tutti per conoscere la lingua che sta alla base
della lingua italiana e della nostra cultura e civiltà.
5)E’ SODDISFATTA DEL LAVORO SVOLTO E DI COME SI E’ CONCLUSO IL LABORATORIO?
5)Si, perché le alunne hanno seguito le lezioni con interesse e hanno dimostrato di aver capito
come ci si approccia allo studio di questa lingua classica, nonostante il ridotto numero di lezioni.
Chiara B., Alessia B., 3^B
Come ti è venuta questa idea di scrivere un libro?
Amo molto leggere e fin da bambina ho sempre sognato di scrivere un libro per imitare gli
scrittori che più mi piacevano. Allora ho "colto l'attimo" con il tema dell'adolescenza.
Perché proprio l'argomento "adolescenza"?
L'adolescenza ci fa fare "gli ossi duri" come dice mia nonna.- L'adolescenza è un bellissimo
periodo della vita, fatto di momenti belli e momenti difficili. Spesso ci viene da dire: "ci vorrebbe un manuale". Questo non si può definire un vero e proprio manuale perché effettivamente non ci sono istruzioni per la vita, ma non significa che non ci possono essere consigli.
Ti piace scrivere? Cosa provi quando scrivi?
Scrivere è come riportare su un foglio se stessi, ma è anche esporsi. Penso che sia proprio
questo il bello dello scrivere. Aiuta a riordinare i pensieri e a fare un po' di auto critica.
Chi ti ha sostenuta?
Sono stata sostenuta dalla mia famiglia, che si è mostrata disponibile e comprensiva e dai
miei amici che sono stati da subito entusiasti e ansiosi di essere informati anche delle più
piccole modifiche. Un grande grazie anche ai professori che correggevano costantemente il
mio lavoro.
È stato un lavoro divertente o faticoso per te?
È stato divertente, ma a volte diventava pesante rileggere continuamente i diversi capitoli,
al punto di impararli a memoria e a non riuscire più a trovare gli errori.
Si dice che ti viene l'entusiasmo di continuare quando, a distanza di tempo, rileggendo la
propria opera ti piace ancora. È successo anche a te?
Tra la stesura dei diversi capitoli capitava che passasse un po' di tempo e allora era bello
rileggere quello che avevo scritto. In particolar modo a lavoro finito.
Sei soddisfatta delle copie vendute e di aver contribuito alle offerte per la scuola?
Sinceramente non pensavo di vendere tutte le copie né tanto meno che me ne chiedessero altre. E mi ha fatto piacere contribuire alla raccolta dei fondi scolastici.
"L'estate porta consiglio" pensi di continuare a scrivere a scrivere in estate o in futuro?
Mi piacerebbe molto scrivere altri libri, magari di tipo narrativo sempre sugli adolescenti.
Penso che quest'estate sarebbe il periodo perfetto per cominciare.
Cosa ti ha insegnato questa esperienza?
Mi ha insegnato a non aver paura di esprimere le mie idee. Ho imparato che la scrittura è
liberatoria: è come parlare con qualcuno e aiuta, come ho già detto, a riordinare i pensieri e
a considerare serenamente le nostre esperienze.
Sofia L., 3^B
BULLISMO…
Il termine bullismo deriva dall’inglese “bulliying” (opprimere, tiranneggiare): è
una forma di sopraffazione sperimentata da un adolescente nei confronti di
un compagno. Questa situazione provoca nella “vittima” una condizione di sofferenza con un’inevitabile caduta dell’autostima e il rischio di sentirsi emarginati dal gruppo.
Il bullismo può confondersi nei normali conflitti fra coetanei, ma vi sono delle caratteristiche
che lo definiscono in maniera precisa:
- Il “bullo” fa soffrire intenzionalmente l’altro senza provare compassione;
- L’azione “ negativa” deve essere compiuta più volte.
La scuola può apparire il luogo privilegiato di attuazione del fenomeno, perciò risulta importante
l’aiuto di tutti coloro che ruotano intorno a tale istituzione sociale: il dirigente scolastico, i docenti, il personale non docente, gli studenti e i famigliari, nonché la struttura, l’organizzazione la
gestione della scuola stessa.
Esistono diversi fattori che hanno un ruolo fondamentale nel verificarsi del fenomeno: una dimensione per esempio è quella del gruppo. Infatti, ci sono soggetti che sostengono i bulli, che
non intervengono mai. Questi sono considerati esterni, o spettatori, quella “maggioranza silenziosa” che pur non approvando le prepotenze, di fatto le tollerano e non intervengono a difesa
della vittima per paura di ritorsioni o per conservare la tranquillità personale.
I bulli...non solo fra i ragazzi
Gli adulti che abusano della propria personalità, che hanno un atteggiamento autorevole, combinato con il bisogno di controllare l'ambiente circostante, hanno anche una maggiore tendenza a
sottovalutare le proprie vittime.
Recenti studi hanno dimostrato che fattori come l'invidia ed il risentimento possono essere indicatori di rischio per diventare un bullo. I risultati sull'autostima, in particolare, sono controversi: mentre alcuni evidenziano un aspetto narcisistico, altri mostrano vergogna o imbarazzo.
In alcuni casi l'origine del bullismo affonda le radici nell'infanzia, magari da parte di chi è stato
a sua volta vittima di abusi. Ci sono delle prove che indicano che i bulli hanno molte più probabilità di avere problemi con la giustizia, e che questa tendenza possa strutturarsi da adulto in una
vera e propria carriera criminale.
Se ti senti una vittima, cosa fare?
- Non reagire. I bulli vogliono vedere se riescono a farti stare male. Se non gli dai soddisfazione, perdono interesse. La Bibbia dice: “Chi è saggio tiene il suo spirito calmo sino alla fine”
- Non vendicarti. La vendetta non risolve nulla; peggiora solo le cose.
- Non metterti nei pasticci. Nei limiti del possibile, evita le persone e le situazioni che potrebbero rappresentare un pericolo.
- Rispondi al bullo come lui non si aspetta. Usa il senso dell’umorismo. Per esempio se il bullo ti
dice che sei sovrappeso, potresti semplicemente scrollare le spalle e dire: “Beh, in effetti qualche chilo potrei anche perderlo!
- Vattene. Se non rispondi, dimostri di essere maturo e più forte di chi ti aggredisce. Dimostri
di avere un certo autocontrollo, cosa che il bullo non ha.
- Cerca di acquistare più sicurezza. I bulli si accorgono se sei teso, e potrebbero sfruttare questo fatto per annientare quel po’ di sicurezza che hai.
- Dillo a qualcuno. Secondo un sondaggio, oltre la metà delle vittime di bullismo online non denuncia l’accaduto, forse per vergogna (soprattutto nel caso dei ragazzi) o per paura di ritorsioni.
Ma ricorda: i bulli si sentono forti finché si muovono nell’ombra. Parlarne può essere il primo
passo per mettere fine all’incubo: genitori e insegnanti sono a tua disposizione!
Nicole B., 1^A
Sì, VIAGGIARE! ECCO ALCUNI DEPLIANT CREATI DALLA CLASSE 1^A!
Matera, in Basilicata, offre uno scenario unico ai visitatori per le costruzioni ricavate dalla roccia, su un fianco della Gravina di Matera, una gola che divide in due il territorio. I quartieri chiamati Sassi sono un intrico di vicoli, scale archi e abitazioni interamente scavate nel tufo (=tipo
di roccia).
Nel labirinto di pietra si possono distinguere due nuclei :il Sasso Caveoso, rivolto a sud, e il Sasso Barisano,verso nord.
Molte chiese rupestri, presenti nel territorio, sono testimonianze della religiosità della comunità e della notevole presenza dell’ordine benedettino. La chiesa di San Pietro, ad esempio, dopo
l’abbandono da parte dei monaci, è stata utilizzata come legnaia, cantina e cava di estrazione di
materiale edilizio. In questo scenario unico sono stati girati molti film famosi, fra cui “La passione di Cristo” di Mel Gibson.
La Casa Grotta dei Sassi di Matera è una sorta di casa-museo che fa vedere come vivevano gli
abitanti del Sasso Caveoso prima di trasferirsi nella città nuova: è arredata con mobili e attrezzi d’epoca.
La città di Matera è stata selezionata, insieme ad altre città italiane, come capitale europea della cultura dell’anno 2019.
Davide C.
Simone O. Matteo T., 1^B
Luoghi magnifici di relax, svago, evasione. Le spiagge che abbiamo selezionato per voi in questo
articolo sono destinazioni magnifiche, potete prendere spunto per le vostre prossime vacanze
estive o semplicemente per sognare un po’ ad occhi aperti…
1.
La Digue, Seychelles
Le spiagge di La Digue, quarta isola più grande dell’arcipelago delle Seychelles, nell’Oceano Indiano,
sono tra le più belle al mondo: sabbia bianca, palme,
rocce di granito ed acque turchesi…un paradiso
sulla Terra!
2. Playa
de las Catedrales, Galizia (Spagna)
A Ribadeo, in Galizia, si trova questa lunga e suggestiva
spiaggia, famosa soprattutto per le sue scogliere che
formano archi molto alti, simili a quelli di una cattedrale. La spettacolarità della natura incontra le acque limpide dell’oceano per dare vita ad un tratto di costa unico.
3. Playa de Ses Illetes, Formentera (Spagna)
Spiaggia bianchissima e mare turchese nella spiaggia più frequentata di Formentera dagli amanti delle immersioni. Le distese di
posidonia che si trovano sul fondo di questo tratto marino sono
state dichiarate Patrimonio dell’Umanità, e tutta l’area è protetta
per preservare questo delicato ambiente naturale dalle aggressioni dell’uomo.
4. Isola di Brac, Croazia
E’ su questa isola che si trova una delle spiagge più belle dell’Adriatico: la celebre Corno d’Oro (Zlatni rat), situata a Bol. E’ conosciuta per la forma a becco di cigno e le sue acque cristalline.
5. Marina dell’isola, Tropea, Calabria
Nella provincia di Vibo Valentia e adagiato sulla costa tirrenica, affiora questo luogo tanto noto e amato per le sue
bellezze e i suoi scenari da sogno. In un tratto in cui la
costa si fa particolarmente rocciosa, l’acqua diventa chiara e cristallina, troverete questa bellissima spiaggia. Tra
“Isola Bella” e la “spiaggia della Rotonda”, sabbia chiara e
un mare incontaminato. La Spiaggia di Marina dell’Isola vi
conquisterà di certo!
Michael M. Pietro C., 1^B
ECLISSI SOLARE
Venerdì 20 marzo 2015 alle ore 10 circa, noi
alunni accompagnati dagli insegnanti, abbiamo potuto vedere attraverso particolari maschere oscurate (portate da alcuni docenti)
un’eclissi solare.
Un’eclissi solare è un fenomeno ottico, nel
quale la Luna oscura una parte della luce che
viene dal Sole. Ci sono vari tipi di eclissi, nei
quali cambia la posizione del Sole. Questo
evento è molto raro e accade solo quando, nel periodo di Luna nuova, la Luna si trova perfettamente allineata tra la Terra e il Sole, seguendo l’ellittica della Terra.
Eclissi totale: il Sole viene completamente oscurato dalla Luna;
Eclissi parziale: il Sole viene parzialmente oscurato dalla Luna;
Eclissi anulare: il Sole viene coperto solo al centro dalla Luna, lasciando scoperto solo il
bordo.
Francesco M., Riccardo M., 3^B
Ai superstiziosi il numero 17 non piace nemmeno da solo: figuriamoci quando accanto ad esso
compare sul calendario il giorno “venerdì”!
Il venerdì 17 è considerata una data particolarmente sfortunata, ma non tutti sanno il perché di
questa credenza.
I pregiudizi legati ad esso riguardano la cultura popolare e la superstizione individuale o, talvolta, l’influenza collettiva.
C’è chi di venerdì 17 non vorrebbe nemmeno uscire di casa per recarsi al lavoro, ma ovviamente
in questo caso si parla di superstizione estrema, che è comunque molto diffusa. Alcuni tentano
di scacciare la negatività con amuleti e altri stratagemmi, mentre c’è anche chi a questa data
non presta attenzione.
Il giorno venerdì 17 è ritenuto sfortunato in Italia e in altri paesi di origine greco- latina . L’origine di questo preconcetto si riconduce all’unione di due elementi estremamente negativi, ovvero il Venerdì Santo, giorno della morte di Gesù, e il numero 17, che come il 13 è considerato
sfortunato anche nei paesi anglosassoni.
Ma cos’è successo di così negativamente eclatante nel corso dei secoli da far diventare il venerdì 17 una data così temuta?
Nell’antica Grecia i seguaci di Pitagora disprezzavano il numero 17 poiché era tra il 16 e il 18, i
numeri che rispecchiavano perfettamente la rappresentazione di quadrilateri 4x4 e 3x6.
Altra motivazione, questa volta dal mondo religioso, è che nell’Antico Testamento, la data di
inizio del diluvio universale è il 17 del secondo mese e secondo la Bibbia lo stesso giorno sarebbe
morto Gesù.
Nell’antica Roma sulle tombe era usanza scrivere “VIXI”, ovvero “ho vissuto”, “sono morto”; nel
Medioevo, però, a causa dell’analfabetismo molto diffuso l’iscrizione veniva confusa con il numero 17 che invece era XVII, quindi un altro elemento che aumenta la “sfortuna”...
La curiosità è che quella di venerdì 17 è una superstizione sentita fortemente in Italia: addirittura a Napoli il 17 è sinonimo di disgrazia. Nel resto del mondo i numeri negativi sono altri: nei
paesi anglosassoni, infatti, il giorno sfortunato è venerdì 13, mentre in Spagna, Grecia e Sudamerica è il martedì 17.
Nicola P. & Luca M., 1^B
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La Champions League è la coppa più prestigiosa d'Europa: chi la vince diventerà fino alla finale
dell'anno successivo, la squadra più forte d'Europa. L'anno scorso ha vinto la squadra spagnola
del Real Madrid, allenata da Carlo Ancelotti, battendo in finale l’Atletico Madrid. Carlo Ancelotti è un allenatore italiano che ha vinto così tante Champions League, sia da calciatore che da allenatore, da essere chiamato Carlo Magno.
COMPOSIZIONE DEI GIRONI
L'UEFA Champions League è giunta alla 60ª edizione (la 23ª con la formula attuale). Nel sorteggio dei turni preliminari, le squadre sono state divise in "teste di serie" e "non teste di serie" in
base al loro ranking aggiornato a maggio 2014. In fase di sorteggio, ognuno degli otto gruppi deve essere formato da una testa di serie più altre tre squadre, ciascuna appartenente a una fascia diversa. Non possono incontrarsi nello stesso gruppo squadre provenienti dalla stessa nazione. In questa edizione inoltre, non potevano neanche sfidarsi lo Shakhtar Donetsk e le due squadre russe, ovvero lo Zenit e il CSKA Mosca, a causa della difficile situazione nei due stati
(Ucraina e Russia).
QUARTI DI FINALE (in grassetto e sottolineate le squadre vincenti)
JUVENTUS —MONACO
PORTO—BAYERN
ATLETICO—REAL MADRID
PSG—BARCELLONA
SEMIFINALE
BARCELLONA—BAYERN MONACO
JUVENTUS—REAL MADRID
Il
6 Giugno 2015 nello stadio del Bayern Monaco...probabilmente questa edizione del giornalino sarà già pubblicata, per cui...completate voi il risultato della finale!!
Barcellona ......................
Juventus..........................
Gabriele M., 1^B
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CHEESCAKE AI FRUTTI DI BOSCO E
CREMA ALLA RICOTTA
Ingredienti:
Per la base:
150 g di biscotti secchi
60 g Burro
20 g di zucchero di canna
Per la farcia:
2 confezioni di crema di ricotta
6 g di colla di pesce
frutti di bosco per decorare
Preparazione:
Per la base:
Mettete nel mixer i biscotti secchi insieme allo zucchero di canna, quindi frullate il tutto fino
ad ottenere una farina sottile. Versate il contenuto del mixer in una terrina e amalgamate con il
burro precedentemente fuso a bagnomaria.
Rivestite ora una tortiera di circa 22 cm di diametro con carta da forno, imburratela e distribuite uniformemente il composto ottenuto. Con il dorso di un cucchiaio pressate e compattate la
base della vostra cheesecake. Ad operazione conclusa, mettete a riposare in frigorifero per 30
minuti.
Per la farcia:
Nel frattempo dedicatevi alla preparazione della mousse. Mettete la colla di pesce ad ammollare
in acqua fredda e scaldate in un padellino una piccola parte di crema di ricotta.
Ora sciogliete per bene la colla di pesce che avrete strizzato in precedenza.
Ad operazione ultimata unite il composto ottenuto con la crema rimanente. Amalgamate bene il
tutto fino ad ottenere una mousse cremosa e compatta.
A questo punto togliete dal frigorifero la base della vostra cheesecake ai frutti di bosco e versate al suo interno la mousse appena ottenuta. Livellate con precisione e decorate usando i frutti di bosco che più preferite. Prima di servirlo, riponete nuovamente il dolce in frigo per almeno
2 ore affinché solidifichi.
Chiara C, Michael V., 3^B
TEST: QUALE SUPEREROE SI NASCONDE IN TE?
Tutti abbiamo un "superpotere" nascosto, ma spesso non lo conosciamo o
non lo usiamo nel migliore dei modi. Fai il test e scopri qual è il tuo punto di
forza. E ricorda, se utilizzi male i tuoi superpoteri (o non sai di averli),
possono diventare i tuoi punti deboli!
Scegli una sola risposta. Alla fine conta le diverse lettere che hai ottenuto: la maggioranza di una lettera ti indicherà il profilo del Supereroe che si
annida in te (in caso di parità leggi entrambi i profili).
1 - Quale di questi sport ti piacerebbe pra6 - La cosa che ti fa più paura tra queste?
ticare?
A - Free climbing
B - Salto in lungo
C - Bungee jumping
D - Motociclismo
E - Pallavolo
2 - Quale professione vedi più adatta a te
per quando sarai grande?
A - Fotografo
B - Scienziato
C - Manager
D - Camionista
E - Astronauta
3- Per presentarti ad un appuntamento importante che camicia/vestito scegli?
A - A quadretti, a fiori.
B - Verde
C - Nero
D - Di jeans
E - Bianco
4 - Qual è il tuo mezzo di trasporto ideale?
A - Il tram
B - La bicicletta
C - Un auto potente
D - La moto
E - L'aereo
5 - Sei più appassionato di?
A - Fumetti
B - Internet
C - Musica
D - Viaggi e vacanze
E - Libri
A - Non essere all'altezza delle aspettative
altrui
B - Di perdere il controllo di te stesso per rabbia o paura
C - Di sbagliare e di essere colto in fallo
D - Di non riuscire ad arrivare all'obbiettivo
E - Di essere ignorato, come trasparente
7 - Qual è il tuo principale difetto?
A - Sei molto insicuro
B - Sei troppo emotivo
C - Sei un precisino
D - Sei scontroso con gli altri
E - Cedi spesso al volere altrui
8 - Chi è che proprio non sopporti?
A - Nessuno
B - I ficcanaso, i curiosoni
C - Quelli che ridono sempre anche a sproposito
D - Quelli che giudicano solo in base alle apparenze
E - Chi si mette in mostra, i vanitosi
9 - Come reagisci quando ti si dice che hai
sbagliato a fare o dire qualcosa?
A - Mi sento in colpa
B - Mi arrabbio tantissimo
C - Mi avvilisco
D - Mi difendo tirando fuori le unghie
E - Mi imbarazzo
10 - Pensi che sia necessario, qualche volta
nella vita, indossare una "maschera" e nascondere il vero se stesso agli altri?
(e rispondi Sì devi aggiungere una crocetta sia alla lista
delle tue A sia delle tue C. Se rispondi No devi aggiungere
una crocetta alla lista di B, di D e di E)
A / C
- Sì
B / D / E - No
11 - Quale regalo ti piacerebbe ricevere di
più?
E - Un prezioso gioiello
12 - Se fossi un fenomeno della natura quale sceglieresti, tra questi?
A - Un abbonamento al cinema
B - Un vero microscopio
A - Il tramonto, che chiude la giornata
C - Uno smartphone ultimo modello
B - La tempesta, che si scatena improvvisa
D - Una scatola di cioccolatini o di biscotti spe- C - La notte, che isola dal mondo
ciali
D - Il sole, che scalda la pelle
Somma il numero di lettere che hai accumulato rispondendo alle domande tra queste e scopri il
tuo supereroe!
MAGGIORANZA DI A: SEI l’uomo ragno. Chi è. Un liceale gracile e imbranato che viene morso da un ragno geneticamente modificato acquistando superpoteri: può scalare palazzi a mani nude, spara ragnatele dai polsi, avverte i pericoli in anticipo. Come sei tu. Hai un grande senso del dovere. Non attacchi mai
nessuno, però reagisci se vedi attaccato un debole. Ti preoccupi prima degli
altri che di te stesso, ma alle volte questo senso di responsabilità ti costringe a fare delle rinunce o
finisce per danneggiare te e chi ti sta vicino.
Maggioranza di B: sei l'incredibile Hulk
Chi è. Uno scienziato che da bambino è rimasto esposto a radiazioni. Da quella
volta, quando si arrabbia, si trasforma in un bestione verde dalla forza sovrumana, capace di balzi incredibili. Come sei tu. In te convivono due personalità:
una remissiva e obbediente, l'altra aggressiva e irascibile. Quando ti arrabbi,
spesso perdi il controllo ed esageri. Per lottare contro queste emozioni ti isoli
nello studio e negli hobby, ma così finisci per diventare più insicuro.
Maggioranza di C: sei Batman
Chi è. Un miliardario benefattore, che si traveste da uomo pipistrello per combattere i criminali della sua città, dopo che -da bambino- aveva assistito all'uccisione dei suoi genitori. Non ha veri superpoteri ma armi e gadget sofisticatissimi e supertecnologici. Come sei tu. Ti senti migliore degli altri, e senti l'impulso a fare grandi cose, anche con l'aiuto della tecnologia che ti fa sentire potente. Ma ti prendi troppo sul serio, e così rischi che tutti ti prendano in giro. Un consiglio. Accetta
di essere normale, sarai meno supereroe ma avrai anche più amici...
Maggioranza di D: sei Wolverine. Chi è. Un X-Men, cioè un mutante dai poteri sovrumani: guarisce all'istante dalle ferite, ha i sensi sviluppatissimi, uno
scheletro indistruttibile e lunghissime unghie retrattili. Come sei tu. Ti senti
una persona diversa dagli altri, forse perché fai e dici tutto quello che ti passa
per la testa. Il tuo spirito libero ti rende affascinante ma ti provoca anche difficoltà: la libertà alla fine non è rassicurante e può portarti a chiederti "chi sono io?". Un consiglio. Prova ad accettare di più le comuni regole del vivere e ti sentirai meno diverso
e più accettato.
Maggioranza di E: sei la Donna Invisibile
Chi è. La donna dei Fantastici 4 è materna e dolce. Acquista il superpotere di diventare invisibile e
lanciare campi di forza dopo un incidente sulla stazione spaziale dove lavora con gli altri tre del gruppo. Come sei tu. Dolce e gentile, hai a cuore il benessere degli altri e non ti imponi su di loro, evitando ogni discussione. Ma la tua "invisibilità" è anche la tua forza, nessuno ti teme e molti si confidano
con te. Il guaio è che così però ti è difficile farti notare e far sentire la tua voce quando serve. Un
consiglio. Cerca di “dosare” bene questi due aspetti...
Mirian P.
Gessica T., 1^B
Un po’ di ironia: BARZELLETTE!
Un signore suona il pianoforte. A un certo punto sente il campanello della
porta: driiiiiiinnn.
Va ad aprire e c’è un tipo con una cassetta degli attrezzi: - Buongiorno, sono
qui per accordare il suo pianoforte!”
Il signore si stupisce: - Strano, io non ho chiamato nessuno!
L’altro: - Lei no, ma tutti i suoi vicini sì!!
Una coccinella in profumeria: - Scusi, ha qualcosa per i punti neri?
- E’ vero papà, che si possono pescare i treni?
- Ma cosa dici Marchino?
- E allora a cosa serve la rete ferroviaria?
La maestra al piccolo Aldo:
- Che lavoro fa tuo papà?
- Il meccanico
- E tua mamma?
- Credo faccia l’elettricista perché ha appena dato alla luce mia sorella!
Un bambino dice ad un altro bambino: ”Sai perché dire CIAO fa bene? Perché è salutare!
La prof di musica sta facendo ascoltare alla classe l'Aida alla prima ora.
Uno studente: - Prof, ma si rende conto di che ore sono?"
- Cos'è, hai paura di svegliare quelli delle altre classi che dormono?"
Compito in una scuola elementare: "Come hai trascorso la vacanze di Natale?"
Svolgimento: "Molto bene grazie signora maestra. E lei?
Il dentista a Pierino: "Da che parte mangi meglio?" e Pierino: "Al ristorante all'angolo!"
Nicola P.
Luca M., 1^B
Ilias G., Matteo S. , 1^A