23-32 - La Gazzetta del Medio Campidano
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PDF Compressor Pro 22 15 ottobre 2015 IL PUNTO DELLA SITUAZIONE di Maurizio Onidi UNA FAVOREVOLE CONCOMITANZA PER IL RILANCIO DELL’ECONOMIA Chi è Maurizio Onidi: 64 anni di Guspini, dopo 40 anni di Banca, da due anni è in pensione. Nel corso della sua lunga e brillante carriera, principalmente nel Banco di Sardegna, ha ricoperto importanti incarichi sia in Sardegna che nella penisola, tra i quali la Direzione dell’Area di Livorno e in ultima la prestigiosa Direzione dell’Area della Capitale finanziaria di Milano. Con orgoglio si dichiara figlio delle miniere, suo padre Giuseppe, scomparso recentemente, era minatore a Montevecchio. Nonostante abbia trascorso più della metà della sua attività professionale sulla penisola, ha vivo il concetto della sardità e lo manifesta in tutte le occasioni. Attualmente, a Milano, collabora come promotore e consulente finanziario con alcune società che operano nel settore. o scenario mondiale, dal punto di vista economico/finanziario, grazie a una favorevole concomitanza di elementi, sta creando una situazione ideale per il rilancio dell’economia. La sensibile discesa del prezzo del petrolio, il rapporto dollaro/euro, la svalutazione importante dello Yuan cinese e in ultimo ma certamente non meno importante, la efficace mossa di Draghi con l’acquisto di titoli degli Stati dell’Unione Europea con contestuale immissione di denaro fresco per complessivi 500 mld che finiranno nella banche da qui al prossimo anno, finalizzati al rilancio dell’economia reale. Le borse, in generale hanno reagito positivamente e fatta eccezione per questi ultimi giorni di settembre, a seguito dello scandalo Volkswagen che non sappiamo quali conseguenze potrà avere, hanno conseguito delle performance interessanti. Quanto detto in precedenza, ha avuto anche in Italia ripercussioni molto importanti. Dati Istat confermano che il Pil nel primo trimestre del corrente anno è tornato a crescere anche se di poco. Finalmente quindi la deflazione (diminuzione del livello generale dei prezzi) dovrebbe essere finita. L Argomento migranti Uno studio pubblicato dall’agenzia Bloomberg ha calcolato che entro il 2020 il vecchio continente potrebbe avere bisogno di 42/ml di nuovi europei e di oltre 250/ml entro il 2060: è la diretta conseguenza del calo demografico che si registra negli Stati europei. Di questo passo, continua l’analisi di Bloomberg, nel giro di alcuni anni saranno a rischio non solo le pensioni ma anche comparti fondamentali della nostra economia. Secondo il quotidiano Repubblica, che cita un rapporto dell’Unione Europea, oggi in Europa ci sono quattro persone che lavorano per ogni pensionato, nel 2020 ce ne saranno soltanto due. I 42/ml di nuovi europei, da trovare entro 5 anni, servirebbero prioritariamente a mantenere in equilibrio i conti. Una classe politica europea attenta e lungimirante dovrebbe, senza perdere altro tempo in progetti oltre che inutili perfino dannosi e alcune volte paranoici, cominciare a fare programmi che vadano nella direzione opposta. Come diceva quel mio amico: poche idee e ben confuse. Abolizione IMU Personalmente considero inopportuna e certamente non di sinistra, l’abolizione della prima casa a tutti. Un provvedimento del genere va a cozzare con l’art. 53 della nostra Costituzione che ricordiamo recita: tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione delle loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività. Fatto salvo questo principio, non ritengo equo anzi lo ritengo offensivo nei confronti di coloro i quali hanno acquistato la casa con sacrifici e caricandosi di debiti. Non possiamo mettere sullo stesso piano il valore di una casa di Guspini con LE NOSTRE CAMPAGNE di Martino Muntoni * IL MANDORLO PER FAR RIFIORIRE LE COLLINE DELLA SARDEGNA Alcune volte è possibile dire sommessamente, senza avere voci contrarie: per la mandorlicoltura proviamo a ricalcare ciò che stanno facendo in Sicilia. Quasi l’80% del prodotto nazionale si coltiva in quell’isola. Andando per le campagne della provincia di Enna si possono osservare le grandi distese che nel tempo sono state impiantate. Nelle campagne di Barrafranca, di Mazzarino e Pietraperzia non si contano più i nuovi impianti razionali dove dominano le nuove varietà da reddito e si nota subito che costituiscono un valido esempio da seguire. Nell’agro di Mazzarino si trova l’impianto di trasformazione di Totò Bongiovanni, uno degli opifici più moderni e completi della provincia di Enna. Nelle aree rurali sono diffusi dei piccoli impianti di sgusciatura aziendale. L’attività vivaistica è in piena salute e costituisce un’opportunità di lavoro per le maestranze qualificate e per i giovani tecnici. In poche parole la mandorlicoltura offre una elevatissima gamma di opportunità che se convenientemente impiegate danno soluzioni alla conservazione dei suoli, al reddito delle imprese agricole e degli artigiani dell’arte dolciaria e i prodotti dello “scarto” di lavorazione secondaria hanno una loro precisa funzione commerciale. Il mallo, per esempio, rappresenta un prodotto secondario della lavorazione delle mandorle di basso valore e può essere venduto come ingrediente per il completamento della razione alimentare delle pecore. In Sicilia si usa, tal quale, come alimento per chi acquista in zone turistiche o particolari in città (vedi ad esempio alcune zone di Milano dove i prezzi al mq. toccano i 10.500 euro. Molti di questi immobili sono stati acquistati come prima casa per i figli o altri componenti della famiglia). Equo sarebbe quindi l’esenzione totale fino ad un certa rendita catastale. Ne consegue che prioritaria è la revisione del catasto e non proclami elettorali. Affaire Tirrenia/Moby Attendiamo con ansia la conclusione dell’operazione di acquisizione da parte di Onorato del 100% di Tirrenia. L’armatore, azionista di maggioranza relativa di CIN (Compagnia Italiana di Navigazione) deve reperire i fondi necessari all’acquisizione di tutte le quote di minoranza e contestualmente anche la rilevante partecipazione del fondo Clessidra detenuta in Moby. Secondo indiscrezioni provenienti dalla stampa finanziaria, un fondo d’investimento americano, garantirebbe a Onorato i 100/ml necessari a chiudere le due operazioni. L’acquisizione in parola, tenuto conto dei ricavi delle due società in questione, superano il limite superiore ai 490/ml di fatturato aggregato oltre il quale è richiesta la preventiva autorizzazione dell’Autority alla quale anche la Regione Sarda ha presentato ricorso. È evidente che potrebbe crearsi una situazione di monopolio sulle rotte marittime tirreniche. Ancora una volta il problema dell’insularità viene a togliere il sonno a noi sardi. Sarebbe opportuno che il legislatore apporassei le opportune modifiche alla legge che regola la materia, meglio sarebbe che venisse promulgata una legge ad hoc per la Sardegna poiché non è pensabile che un unico gestore nel 2015 possa decidere il destino non solo dei sardi ma anche dello sviluppo della nostra Regione. BIANCO E NERO di Fulvio Tocco VIVAISMO E IDENTITÀ CULTURALE Occorre una piccola bussola per l’agricoltura sarda gli ovini; da noi sarebbe una miniera di carboidrati a basso costo per gli allevamenti zootecnici. Delle bontà della mandorla tra i consumatori ormai si sa tutto e viene utilizzata sia nella produzione dei dolci tipici che come integratore nelle insalate per i benefici che fornisce alla salute umana. Sullo scenario nazionale, in questo comparto, la Sardegna rappresenta il 3,7% del prodotto nazionale. L’industria dei dolciumi si avvale soprattutto del prodotto d’importazione, con tutti i limiti che ne derivano nella tracciabilità dei dolci tipi sardi. Le condizioni affinché questa coltivazione si riaffermi nelle campagne isolane ci sono tutte, dalle condizioni pedoclimatiche a quelle socio-economiche, per cui è necessario stimolarne la diffusione con un definito Piano Straordinario, in affiancamento agli strumenti ordinari esistenti. Questa pianta frutticola che si presta alla meccanizzazione deve essere necessariamente valorizzata per produrre ricchezza e lavoro. * Direttore Servizio Ricerca nell’Arboricoltura - Agris Sardegna Una Regione che punta allo sviluppo delle frutticoltura, dell’olivicoltura e della viticoltura non può progredire senza un’attività vivaistica autoctona. Se poi questa regione è un’isola la questione assume assolutamente maggior rilevanza. Ora che c’è questo grande ritorno alla terra si ha bisogno di una Vivaistica di alta qualità. Di una Vivaistica di Casa Nostra perché il Vivaio è ricerca, sperimentazione, campi di piante madri, valorizzazione delle biodiversità, sicurezza, specializzazione, certificazione, vetrina, lavoro. I tempi cambiano e la Sardegna deve necessariamente caratterizzare i suoi prodotti per essere competitiva. Non si può rimanere nelle esclusive mani di chi vende impianti “chiavi in mano” a costi elevatissimi e con delle varietà di provenienza estera. La vivaistica va riconsiderata senza tergiversare per rispondere in modo moderno ed ottimale alle esigenze dell’assistenza tecnica e formazione professionale degli agricoltori che intendono investire su questi interessanti comparti produttivi. Una moderna frutticoltura, che punta anche alla valorizzazione delle biodiversità, ha bisogno dei campi di piante madri disponibili; di Vivai, costantemente sotto controllo secondo le disposizioni di legge, per la produzione di materiali di propagazione rispondenti a rigorosi requisiti di certificazione varietale e di stato fitosanitario. Parliamo di cose che abbiamo visto fare, che ci hanno insegnato a fare, che gli agricoltori ci chiedono di fare per evitare di essere succubi dei venditori senza scrupoli dove i danni, per mancanza di rispondenza varietale, non sono immediatamente riscontrabili. Pensiamoci siamo ancora in tempo! PDF Compressor Pro 15 ottobre 2015 di Edmunduburdu Peste e corna CERVELLI IN EBOLLIZIONE D edichiamo anche noi un pensiero all’autore del passato Porcellum, quella legge elettorale denominata porcata dallo stesso autore, l’on. Calderoli, che ci ha sorpreso con i suoi 82 milioni (non si è capito bene se sono 82 o qualche milione in più) di emendamenti sulla riforma del Senato. 82 milioni di fogli impilati uno sull’altro, partendo dal fatto che 100 fogli hanno all’incirca lo spessore di un cm, raggiungono l’altezza di 8,2 km, quasi quella dell’Everest e comunque ben al di sopra della benemerita torre di Babele, tale da tenerti lontano dal frastuono del traffico stradale e dagli schiamazzi di infanti e di adulti e di facilitarti il dialogo con gli aerei di passaggio ricambiando i saluti di chi guarda dai finestrini. Ci hanno detto che per farli si è aiutato con gli algoritmi, un qualcosa di misterioso che, se è in grado di dire la stessa cosa in milioni di modi diversi, forse consente anche di calcolare se il sole splende di più quando cala la luna. Chiarimenti maggiori non siamo in grado di darli, né di spiegare come quei milioni di emendamenti, moltiplicati per il numero degli onorevoli, avrebbero potuto entrare nell’aula del Senato per essere esaminati nel corso delle legislature di questo e dei secoli fino al 3000. Tanto impegno è da lodare e speriamo che qualcuno del suo partito faccia richiesta perché venga incluso nel guinness dei primati, quell’elenco dove vengono menzionati record, genialità e caratteristiche particolari dell’umana specie. Crediamo infatti che sia la prima volta, da che mondo è mondo, che qualcuno presenta in un solo colpo tanti milioni di fogli virtuali per dire la stessa cosa. Sì, il guinness dei primati, dei record, non di quell’altra specie simil-umana che sgambetta felice nelle foreste saltando pure da un ramo all’altro. Il mondo va come gli pare, acquazzoni, frane e morti e intanto, in attesa che Toyota ci inondi di auto a idrogeno (manca anzitutto una rete per la distribuzione) che non inquinano, la Volkswagen e qualche altro devono fare i conti con l’immagine compromessa a causa delle emissioni delle sue auto un tantino più alte di quanto assicurato. Tsipras è tornato al suo posto, la Catalogna vota e vede gli indipendentisti a quasi il 50% che già litigano, il papa in giro per il mondo invita al rispetto per la persona e per la terra ma è contestato dai prelati conservatori e i grandi della terra si incontrano per decidere cosa fare di Assad e IL COMMENTO dell’Isis e bombardano i cattivi e per sbaglio anche i buoni. I conti per l’ospitalità dei migranti non tornano, i miliardi mancano ovunque e l’idea di Renzi di eliminare l’Imu non riscuote l’applauso europeo e di parte di noi. In Italia niente di nuovo, l’Ncd non gradisce che per i reati di corruzione siano allungati i tempi di prescrizione e mentre il solito Silvio non vuole che si facciano primarie per la scelta del capo, perché solo lui è la guida, in tanti gli sono contro e Fitto gli ricorda che è ora di smetterla di promettere all’elettore cose impossibili da attuare. Si ritirerà nelle sue ville o avrà il coraggio di andare a un nuovo tracollo? La bomba del secolo l’ha lanciata un monsignore polacco, dal nome di Krzysztog Charamsa per noi difficile da pronunciare, persona di bell’aspetto e dall’italiano fluente che ha fatto coming out, cioè è uscito fuori raccontando pubblicamente le sue tendenze omosessuali e il suo amore per un’altra persona del suo stesso sesso e ha chiesto alla Chiesa di aprirsi. Di aprire le sue porte e di non discriminare chi è o appare diverso. Nessun rimprovero, se non quello che, non potendo mantenere l’impegno di attenersi all’astinenza sessuale, per coerenza avrebbe dovuto lasciare da un pezzo la tonaca. Tuoni, fulmini e uragani anche qui, proprio ora che c’è il Sinodo, che discuterà di norme e regole e di chi è degno di far parte del gruppo dei seguaci della verità e gli integralisti, i tradizionalisti o magari i meno fantasiosi si preparano alla battaglia contro le novità. E i matrimoni, che potrebbero essere patrimoni o pandemoni o unioni, e il controllo delle nascite e i pentimenti, tutti argomenti di contrapposizione in nome di un dio per tutti mai uguale che chiede etiche anche queste mai universali. I cervelli sono granito, non spugne, non in grado di comprendere pensieri diversi dai propri. Non potremo mai impastare il granito con il lievito e la farina per renderlo più morbido e perciò continueremo a scannarci in nome non del buon senso ma di divinità e ideali inventati in attesa che si maturi l’idea che la vita è rispetto per tutti, persone, animali e cose, compresa la terra che è l’unico dio che ci dà vita e che continuiamo a sfregiare. Intanto a Roma è prevalsa la moda volgare di attribuire a uno solo le colpe di tutti e Marino si è arreso: pur con i suoi errori voleva restituire dignità a una capitale di sprechi e di corruzione ma nessuno gli ha dato una mano. di Rinaldo Ruggeri LA SANITÀ MALATA S e non corriamo immediatamente ai ripari rischiamo di trovarci nell’ambito della sanità italiana in una situazione simile agli anni cinquanta. I più anziani ricorderanno l’INAM (Istituto nazionale per l’assicurazione contro le malattie), la famosa Cassa Mutua, più notoriamente “La Mutua”, istituto di origine fascista riconfermato con legge del 1947 dalla nascente Repubblica Italiana. La cosiddetta Mutua non dava, allora, assistenza a tutti i cittadini, ma solo ai lavoratori dipendenti che la finanziavano assieme ai datori di lavoro. A metà degli anni ’60, in pieno boom economico, il sistema delle Mutue entra in crisi, a seguito di un clientelismo diffuso e di ripetuti episodi di corruzione. Fu il film del 1968 di Luigi Zampa, Il medico della Mutua,, interpretato da Alberto Sordi, ad affondare il coltello nella piaga della sanità italiana dell’epoca, con la satira tipica della commedia all’italiana. Furono poi le lotte studentesche e operaie, di quegli anni, a rivendicare e ottenere, con legge del 1978, l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Finalmente in Italia, in linea con il diritto alla salute affermato dalla Costituzione, si curavano tutti i cittadini. La sanità diventava universalistica ma, i vizi di fondo delle Mutue, corruzione e clientelismo, permangono, anzi, con la lottizzazione partitica, la situazione si aggrava. Le ruberie, gli sprechi e le malversazioni aumentano così come sono sempre in crescita le liste di attesa per ogni tipo di analisi e cura. La struttura sanitaria italiana è profondamente malata, in tanti l’hanno capito, solo la Ministra Lorezin non se n’è resa conto. Infatti, la Ministra, invece di colpire la pratica di lottizzazione dei partiti, le lobby delle cliniche e dei centri di analisi privati o le potenti case farmaceutiche e quanto ruota intorno a loro, se la prende con l’utilizzatore finale: il medico di famiglia e il malato. Ci vuole coraggio e faccia tosta per affermare, come fa la Ministra, che i mali della sanità italiana e gli sprechi vengono dall’eccessiva prescrizione di cure. Solo un malato che sia masochista trova piacere a trascorrere ore ed ore nelle sale di attesa dei medici o dei laboratori. La verità è un’altra: a colpire il malato indifeso non si paga pegno, colpire i potenti, invece, ci si può far molto male. Le famose siringhe, le protesi, i medicinali, chi li acquista, il malato o qualche funzionario dell’Asl? Chi stipula le convenzioni con i centri di analisi e cura, forse il malato? Per colpire il clientelismo che ha gonfiato gli organici nelle Asl ci vuole coraggio politico che la Lorenzin non ha. La Sardegna secondo gli standard nazionali, pur avendo condizioni di miglior favore rispetto alle altre regioni, ha all’incirca 800 posti letto in più. Chi li ha voluti, il malato o qualche politico che ha pensato di trarne un vantaggio elettorale? Questi nodi che sono palesi non si vogliono sciogliere. Il marcio non sta nel malato che ha bisogno di cure, ma nel politico e nel codazzo di galoppini che mirano al tornaconto personale. Chi ha assunto in Asl truccando le carte, chi ha favorito fornitori deve essere allontanato dall’azienda. Gli sprechi hanno quell’origine e vanno scovati. I malati invece hanno bisogno di più cure e soprattutto di una medicina preventiva con screening periodici per combattere non solo le malattie ma anche gli stessi costi. STORIA DEL FUMETTO 23 di Evaristo Puxeddu CONEY ISLAND La pupa e lo sbirro È l’inizio di una nuova scommessa per Sergio Bonelli editore. Si tratta dell’ultimo lavoro di Giuseppe Barbati, prematuramente scomparso alla fine dello scorso anno. IL CRITICO. Nell’accuratezza delle matite di questo disegnatore, dice Gianfranco Manfredi, sono rese convincenti le ambientazioni storiche, i luoghi fisici e la spettacolarità dell’insieme. Con lui, si potevano mettere insieme masse imponenti di persone, senza che il disegno diventasse mai approssimativo. Ramella poi, l’altro collaboratore importante, interveniva con le chine a dare spessore. “Coney Island”, rappresenta il frutto maturo di una collaborazione di anni. NOTIZIE STORICHE. Coney Island è un grande parco dei divertimenti di Brooklyn – New York, sorto nel 1895. Il suo periodo più florido fu tra il 1920 e il 1930. La metropolitana, appena nata, consentiva di raggiungere il Luna Park con pochi centesimi. Si calcola che in quel decennio più di un milione di visitatori affollasse il parco nei giorni festivi. Era la nascita della civiltà urbana di massa. Si respirava un’aria di grande euforia e libertà. Le donne uscivano di casa da sole o con le amiche, anche nelle ore notturne, senza temere di venire molestate per strada, indossavano abiti alla moda, fumavano, bevevano alcolici, andavano a ballare. Esercitavano il loro “diritto alla felicità” e la loro indipendenza. Le chiamavano “flapper” (farfallette). Erano tanto eleganti e irrequiete, quanto malinconiche e solitarie. Uno straordinario miscuglio, anche per gli uomini, di ricchezza e di miseria, di sogni di benessere e di fallimenti personali. E mentre il divertimento impazza, la logica degli affari si fa violenta, il crimine organizzato dilaga, la polizia comincia a muoversi come una milizia, tra corruzione e brutalità. Questo è l’ambiente di forti e vitali contrasti, che gli autori del fumetto, hanno cercato di ricreare in Coney Island. Preti gay e regole Accadde a Guspini circa dieci anni fa. Si chiama don Mario Bonfanti e all’epoca dei fatti aveva 31 anni. Un prete, viceparroco di don Angelo Pittau, che dichiarò di essere omosessuale e, per questo, “cortesemente” allontanato da Guspini. Si pensi che nel Milanese, sua zona di provenienza, dopo l’outcoming, la Chiesa, come fosse affetto da una grave malattia, propose di sottoporlo ad un corso terapeutico di psicologia in un istituto religioso di Trento. Il giovane prete, che ha esercitato a Guspini dal 2002 al 2005 nella chiesa principale San Nicolò, non aveva raccontato a nessuno del suo privato sessuale se non a monsignor Giovanni Dettori, vescovo della diocesi Ales-Terralba, e a don Pittau. Un prete che andava in palestra, in piscina, al pub e in discoteca, vestiva in borghese e parlava con tutti, buoni e cattivi. Per questa ragione era - si dice - amato dai giovani e criticato da “bigotte” e sacrestani. Quando venne allontanato dalla comunità molti tra i parrocchiani protestarono. Ci fu addirittura una petizione popolare a suo favore e le firme furono mandate in diocesi ad Ales e al Papa. Ma nulla da fare. Fu pure, successivamente, scomunicato. Perché riportare alla memoria un fatto accaduto anni fa? Pochi giorni fa in Vaticano un altro prete, Krzysztof Charamsa, ha dichiarato al mondo di essere gay. Lo scalpore non è stato però manifestato dall’opinione pubblica che ormai, fortunatamente, a parte qualche omofobo, non ha più pregiudizi al riguardo. C’è però da dire un’altra cosa. Al mondo esistono delle regole. Negli uffici, sedi, associazioni e via dicendo. Esistono anche nella Chiesa; e se nella Chiesa la regola è che i preti non possono sposarsi e non possono essere gay, queste vanno rispettate in quanto regole. Sono “leggi” che ogni prete conosce già prima di prendere i voti. Sarebbe dunque bello se gli uomini di Dio rispettassero le regole, ma anche che la Chiesa riconoscesse il diritto di amarsi tutti. Omosessuali e divorziati compresi. Perché l’amore non ha sesso. Saimen Piroddi PDF Compressor Pro 24 15 ottobre 2015 IL MIO PUNTO DI VISTA di Antonio Loru STRANO... MARX È MORTO, NIETZSCHE E FREUD PURE... ...DI DARWIN È DUBBIA PERFINO L’ESISTENZA STORICA... Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. (Cesare Pavese, La luna e i falò, Giulio Einaudi Editore, TO, 1950) di Giovanni Luigi Zedda Dimmi cosa leggi OGGI PARLIAMO DI... IL BEL MEDIOEVO … e neanche io me la passo bene, aggiungeva Woody Allen. Comunisti, pansessualisti, evoluzionisti, raffinati e colti sostenitori dell’ateismo radicale, pervicaci, pertinaci e irriducibili anticlericali, trinariciuti mangiapreti, e la lista, dei nomi e delle posizioni ideologiche, filosofiche, etico morali e politiche potrebbe continuare: Che Guevara, Fidel Castro e la revolution da andare a defender: morti, sepolti, dimenticati, ignoti anche i sepolcri, sia mai che … a egregie cose il forte animo, del pietoso visitator di tumuli, tombe, sepolture, fosse, sarcofagi/ghi, mausolei, cenotafi, accendono l’urne de’ forti. E i valori!?!! Vuoi mettere! La diversità, tra i grandi valori fondativi della civiltà europea, fede, famiglia, onore, tradizione, disciplina, oggi grazie al cielo tornati in auge tra i giovani, belli, freschi, puliti, con i capelli tagliati il giusto, una volta a settimana dal parrucchiere, niente piercing o tatuaggi, barba e zazzera lunghe e incolte, come quei teppisti sempre pronti a menar le mani nelle piazze, nelle scuole e nelle università, nei posti di lavoro, terroristi, seminatori d’odio e zizzania, nemici d’ogni speranza, avversari di ogni fede, biechi razionalisti. I valori si diceva, dei giovani d’oggi, la famiglia tradizionale, in primis! Lo dicono i sondaggi demoscopici: papà, mamma, un poco meno fratelli e sorelle, ma insomma: la famiglia. I giovinastri del ’68, invece … pensate che una pubblicazione del periodo, Il Male, se non sbaglio si chiamava così, pubblicò gli esiti di un sondaggio, tra gli sciagurati lettori di quel immondo foglio settimanale di pessima satira, Le cinque cose per le quali, (secondo il loro belluìno parere), vale la pena di vivere. Risultò vincitrice, per distacco incolmabile, una cosa che ha la stessa iniziale della parola famiglia, e che alle potenziali famiglie è innegabilmente legata da una relazione causa-effetto, che per pudore e disgusto delle preferenze axiologiche dei giovani, in maggioranza maschi, presumo e voglio sperare, di quei tristi e disgraziati giorni, non dico. Non parliamo poi della composizione del podio, e anche del quarto e quinto classificato! Orrrrrore! Direbbe un popolare personaggio televisivo, uno scalmanato di allora, oggi pentito, testimone storico diretto, attendibilissimo. Gentaglia, agenti della filosofia del sospetto, portatori d’odio, rancore e divisioni, scomparsa dalla faccia della Terra. Beni fattu!! Rimane qualche vecchio catòrcio nostalgico di quel mondo, deriso, giustamente spernacchiato, trattato come si merita, da relitto di un passato di buio e di ombre, giustamente superato dalla vivida luce del nostro felice presente. Dio in cielo, i suoi rappresentanti quaggiù, non solo non sono morti come annunciato ben più di un secolo fa dal filosofo demente Friedrich Nietzsche, ma godono di ottima, vigorosa salute. Dunque pace, pane, prosperità, per ogni dove, specie nelle città, i paesi, i villaggi e le lànde del fortunato stivale italico, sandalo sardo, e altre isole, maggiori e minori del Belpaese, annesse e comprese? Forse, non so, ma se così fosse, come tutto pare voglia dirci sia, allora nel nostro piccolo cocapoluogo del Medio Campidano, a Villacidro, i conti non tornano, forse non ci hanno avvisati e non ci siamo adeguati, allineati, conformati. Mai come ora da noi si respira un’aria di paura, sospetto, insoddisfazione, sotterranea violenza che con sempre maggiore frequenza emerge e prorómpe in atti criminosi. Anche le autorità, più o meno autorevoli, se ne sono accorte, e preoccupate fanno registrare sui media locali le loro analitiche riflessioni, mentre sui grandi canali d’informazione nazionale, non passa giorno senza che al paese, che già fu di Todde, Loru, Dessì e Salvator Angelo Spano, e ai suoi accadimenti, pochi lieti, tanti tristi e criminali, vengano dedicati servizi e programmi che riscuotono tra i lettori e gli spettatori televisivi i maggiori consensi. Lasciando da parte banalità del tipo: atti delinquenziali estranei alla cultura del nostro paese, … come se importare criminali da luoghi più o meno vicini, ci mettesse al riparo dagli effetti e dal pericolo dei reati commessi, o come, se indigeni locali, non siano, in quanto brutti, sporchi e cattivi, nostri a tutti gli effetti: nostri genitori, o figli, fratelli, parenti, congiunti con qualcuno e con ciascuno di noi, villacidresi. Concordo totalmente invece con chi sostiene che l’attuale situazione di sbando è dovuta alla mancanza di lavoro, di difficoltà di accesso alle risorse per i più, di tanti, troppi soldi facili per pochi, all’assistenzialismo inutile, all’abuso di droghe varie. Bisognerà ricominciare a riunirsi, a parlarsi, preferibilmente disponendosi in cerchio, senza autorità in prima fila, senza maggiorenti di varia appartenenza, senza toghe o titoli politici, d’ordine laico, religioso o altro, mettendo in discussione, in momenti come questo, le responsabilità di tutti, ma soprattutto di chi ha pilotato il mezzo, ché evidentemente ci ha condotto fuori strada. Villacidro sembra diventato il Bronx: omicidi singoli e plurimi, con condanne passate in giudicato e inchieste in corso, per presunti omicidi, risse, sparatorie, aggressioni, minacce, incendi dolosi, violenze e disordine diffuso, confusione, malessere. Così da noi a Villacidro. Ma va davvero diverso nel resto d’Italia? Scomparsi i profeti del tanto peggio tanto meglio, lasciato campo libero ai seguaci di fede, speranza e carità, ai supporters dei valori antichi e oggi sempre più attuali dell’èthos fondativo europeo, si vedono, in giro, solo, facce sorridenti, soddisfate, felicemente gioiose del presente e senza riserve speranzose del futuro? Per converso, è davvero così sicuro che si stava peggio quando in Italia i comunisti occupavano una buona parte dei seggi parlamentari, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle università, studenti, operai, intellettuali, e contadini, pastori, artigiani, e impiegati, infatuati, posseduti dal demonio del relativismo laicista grevemente materialista, qualcuno addirittura ateo, anarcopopcomunista, vivevano peggio che adesso allora, loro e i loro figli? Avevano meno diritti, in quei tempi d’odio e divisione sociale, rispetto agli attuali di amore, condivisione, dibattito sempre pacato, condotto da giornalisti gentili, mai faziosi, così per benino, che intervistano ospiti famosi, dirigenti a vario titolo, uomini delle istituzioni che vanno per la maggiore, sempre rilassati, spiritosi, elegantemente disinvolti? O se la passavano meglio, avevano più diritti, ai tempi delle collegialità perditempo, nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici, nelle aziende cooperative, quando ancora dominavano la cattiva scuola dei Decreti Delegati del 73/74, lo Statuto dei lavoratori, l’Articolo 18? Avevano, quelle condizioni di vita un qualche legame con l’ideologia allora dominante? Hanno oggi le condizioni sociali e civili un legame col proselitismo dominante questo clima culturale, con le Istituzioni che questa cultura creano e promuovono? La sezione di Guspini ricorda ai donatori che La sezione di Villacidro ricorda ai donatori che La sezione di Serramanna ricorda ai donatori che sabato 7 novembre domenica 8 novembre sabato 17 ottobre dalle 8,30 alle 12,30 effettuerà i prelievi nella sede locale in Via Don Minzoni, 107 dalle 8,30 alle 12,30 effettuerà i prelievi nel Poliambulatorio in Via G. Rossa, 49 Per me, papa Giovanni Paolo II è il Medioevo più la televisione. (Jacques Le Goff, Intervista sulla storia, Trento, 1993) Jacques Le Goff nasce a Tolone il 1° gennaio 1924. Già dal 1950 lavora ininterrottamente per l’istituzione universitaria francese, a vario titolo e con diversi prestigiosi incarichi, da aggregato a titolare di cattedra, da ricercatore a direttore dipartimentale. Dalla fine degli anni Sessanta è anche condirettore di Annales, rivista francese di storiografia tra le più prestigiose al mondo, i suoi illustri collaboratori hanno cambiato radicalmente il modo di leggere la storia, che a partire dai primi decenni del Novecento è quello nostro, basato sul metodo storiografico attualmente più diffuso e condiviso nel mondo della ricerca delle discipline sociali. È morto a Parigi, il 1° aprile 2014, alla bella età di novanta anni. Lo sapevo, anzi: lo so! Ogni volta che ci penso mi viene da piangere, per nostalgia di quello che poteva essere e non è stato, e per il rimpianto di ciò che non potrà mai più essere. Ogni volta che penso ai tanti ragazzi, e ragazze, che vanno oggi a scuola, fino ai diciotto anni e qualcuno ancora oltre, mi cattura un magone! Specie se penso che possono godere della lettura di libri belli come questo del più famoso, giustamente più famoso, storico medievista degli ultimi 50 anni, almeno. Mi riferisco a Jacques Le Goff e al suo Bel Medioevo. I maestri di scuola elementare allora ci hanno trasmesso poco dell’Età di Mezzo, di quegli anni stretti tra la fine del Mondo Antico, fatto nel nostro immaginario di bambini dell’immediato, povero ma bello, secondo dopoguerra, di gladiatori che se le davano di profana ragione, e il cominciamento del Mondo Moderno, annunciato dall’arrivo nel Nuovo Mondo delle navi di Cristoforo Colombo, una delle poche immagini, molto naïf nella realizzazione, quella del navigatore italo?sardo?spagnolo? presente nei sussidiari, che esaurivano, più che compendiare, il bagaglio delle nostre conoscenze storiche di scolari delle elementari. Quel poco è stato, per di più, confuso e contradditorio. Alcuni di loro, suggestionati da una visione positivistico illuminista della storia, riducevano tutto il Medioevo a un lunghissimo periodo di totale sonno della ragione, quasi mille anni popolati da decerebrati sempre affaccendati in superstiziose faccende. Altri, che propalàvano una lettura fideistico tradizionalista, lo volevano il tempo del vero spirito nazional-popolare originario, solo temporaneamente mandato in soffitta da Voltaire e compagni, ma totalmente rivalutato e riportato trionfalmente in auge dal romanticismo europeo. Jacques Le Goff ce lo restituisce come un tempo di tradizione e novità, legato in qualche modo al passato, ma anche proiettato verso il futuro. Ma non voglio togliervi il piacere di leggerlo. È più appassionante del più appassionante dei romanzi. Buona lettura. Jaques le Goff, Il bel Medioevo, Einaudi Scuola, MI, 1999. dalle 8,30 alle 12,30 effettuerà i prelievi nel Poliambulatorio in Corso Europa PDF Compressor Pro 15 ottobre 2015 25 di Valentino Pitzalis INVALIDI & DISABILI www.valentinopitzalis.it PARCHEGGI RISERVATI PER DISABILI: ARRIVA IL NUOVO CONTRASSEGNO EUROPEO A partire dal 15 settembre 2015, saranno disponibili i nuovi tagliandi europei per i parcheggi riservati alle persone disabili. In essi verranno per la prima volta inserite anche le foto e le firme degli aventi diritto, ma solo sul retro del pass per ovvie ragioni di privacy Le persone con disabilità, aventi il contrassegno, potranno parcheggiare nei paesi dell’Unione europea nelle aree riservate, così come avviene in Italia. Il nuovo contrassegno europeo, che dovrà essere messo a disposizione dai Comuni italiani a far data dal prossimo 15 settembre, andrà a sostituire quello vecchio di colore arancione, così come stabilito da un decreto del Presidente della Repubblica (30 luglio 2012) e recepito su Raccomandazione del Consiglio europeo (4 giugno 1998). Il tagliando consentirà alle persone con deambulazione sensibilmente ridotta e ai non vedenti di poter parcheggiare la EMOTIVAMENTE propria macchina in appositi spazi dedicati ai disabili e di accedere a zone della città generalmente vietate al traffico, non solo in Italia ma in tutta l’Unione Europea. Quali sono le differenze tra il vecchio ed il nuovo pass? Il nuovo pass è di colore blu, mentre il vecchio era arancione; cambia anche il formato, il simbolo e i dati della persona con disabilità. Infatti, se nei vecchi pass era presente solo il nome e cognome del beneficiario, nel nuovo contrassegno si trova anche la foto del titolare e la sua firma, da apporre sul retro del tagliando in modo da non essere visibili dall’esterno dell’abitacolo e garantire quindi la tutela della privacy in quanto dati sensibili. Nella parte frontale del tagliando andranno invece i dati relativi al numero di identificazione, la data di scadenza e dell’Ente che ha provveduto al rilascio. Per ottenere il nuovo tagliando, i cittadini interessati dovran- di Alice Bandino psicologa [email protected] UMORISMO E INTELLIGENZA EMOTIVA Dopo l’ultimo articolo sul Mobbing, mi ha scritto una lettrice per raccontarmi la sua esperienza e di come, dopo un sostegno psicologico, sia riuscita a reagire alle vessazioni subite sul posto di lavoro utilizzando tecniche apprese in studio e finalizzate all’aumento della propria autostima attraverso l’educazione socio-emotiva dell’umorismo. L’umorismo è una competenza molto efficace per creare una disposizione socio-emotiva che consenta di affrontare le situazioni difficili o conflittuali e che gioca un ruolo importante nell’attenuare l’impatto dello stress. Per qualsiasi scopo si usi l’umorismo, esso è soprattutto un meccanismo personale, un segno del nostro modo di essere per affrontare le difficoltà. Ci fortifica contro gli ostacoli o contro le critiche altrui, ci aiuta a mantenere e a migliorare l’autostima. È un’abilità sociale sottile e complessa che può essere sviluppata e affinata. L’umorismo è strettamente collegato al riso, ma non esclusivo; vi sono infatti diverse teorie dell’umorismo , volte a studiare le diverse emozioni che sottendono questo costrutto. L’umorismo può essere utilizzato per denigrazione nei confronti dell’interlocutore, evitando scontri fisici aggressivi; per superiorità, ovvero il compiacimento e la sua intensità aumentano in base a quanto si è vicini emotivamente al denigrato o al denigratore o alla causa; per effetto liberatorio in casi di emozioni negative altamente stressanti (il popolare detto “ridere per non piangere”); per incongruità quando uno stimolo ci si presenta in maniera differente rispetto a quanto ci saremmo aspettati e utilizziamo l’umorismo come problem solving per uscire da una situazione cognitivamente spiacevole. Oltreché a livello individuale come “generatore di benessere”, che orienta positivamente l’individuo nei confronti della vita (competenza importante negli eventi negativi personali e sociali), l’umorismo è anche un “facilitatore sociale”, perché favorisce le interazioni, comunica disponibilità, allevia le tensioni, verifica la stabilità dei rapporti. Negli ultimi anni si è sviluppato un particolare settore delle ricerche mediche, la psico-neuro-endocrino-immunologia, che studia gli effetti degli stati emotivi e motivazionali sul sistema nervoso e su quello endocrino e immunitario. Questo approccio ha evidenziato come “tenere alto l’umore” e scaricare le tensioni siano condizioni indispensabili per una buona salute fisica e mentale, anche in caso di stressante percorso terapico in molteplici patologie, o come nel caso della nostra lettrice, come tecnica supportiva per rimodulare la nostra autostima in seguito a violenze psicologiche subite, contro ansia, solitudine, sconforto, affaticamento, paura, collera, aggressività, maleducazione, ignoranza, disgusto. PREZZO DEL LATTE, QUALE FUTURO? La stagione di conferimento del latte ovicaprino è giunta ormai al termine. La stagione appena conclusa è stata positiva per quanto riguarda il prezzo, l’acconto iniziale è stato superiore all’euro. Le 30 mila aziende agropastorali sarde producono circa 300 milioni di litri di latte annui, dando vita anche ad un florido indotto. Il fatturato annuo dell’intero settore si aggira intorno agli 800 milioni lordi. Numeri che portano la pastorizia ai primi posti dell’intera economia isolana. Il prezzo del Pecorino Romano è stato il vero re del mercato dell’export di quest’anno, il suo costo al kg sfiora i 10 euro, trascinando così il prezzo del latte ai suoi massimi storici. In questi anni il latte è stato sottopagato, dieci anni fa il suo punto più basso, 51 centesimi al litro. Ora dopo mille battaglie, un mercato finalmente favorevole e con una politica più attenta, si è raggiunto un prezzo equo per gli allevatori. Ma quanto durerà? Ci si augura che il trend positivo dell’esportazione del pecorino, soprattutto in America duri il più a lungo possibile e che i nuovi mercati di Cina e Giappone accolgano favorevolmente i nostri formaggi. Tra le campagne però si ha la consapevolezza che il prezzo attuale sia molto effimero, e che alle prime difficoltà potrebbe crollare come in passato. L’aggregazione attraverso le cooperative agricole ha reso possibile un maggior potere contrattuale del latte, che in passato con la frammentazione dell’offerta agevolava unicamente l’industriale caseario di turno. Ma ciò non basta. Ènecessario studiare immediatamente un piano per poter regolamentare la vendita al mercato dei formaggi. Creare un sistema strutturato, dove tutti gli attori della produzione, gli allevatori, gli industriali, le associazioni di categoria e l’Assessore all’Agricoltura, pongano le basi per avviare un percorso definitivo alla corretta formazione del prezzo del latte. Ovviamente tenendo sempre conto dei costi di produzione, che da soli stabiliscono il prezzo annuo minimo. Anche la diversificazione della produzione, trasformando il latte in tipi di formaggio differenti, darebbero un impulso maggiore al mercato. Dare serenità e sviluppo al comparto è la priorità che la politica, assieme a tutti i protagonisti del settore, si dovranno dare nelle prossime settimane. Stefano Cruccas no rivolgersi al proprio Comune di residenza. Coloro che sono già titolari del vecchio contrassegno non dovranno far nulla in quanto esso rimarrà valido in Italia sino alla sua scadenza naturale (cinque anni). Il cittadino però potrà chiedere il nuovo contrassegno anche prima della scadenza, ed il Comune sarà tenuto a rilasciarlo. Famiglie e docenti in rivolta Scuole superiori, a rischio il trasporto per gli studenti disabili Le famiglie dei 21 studenti disabili del Medio Campidano sono in rivolta. Il motivo? Tra meno di due mesi rischiano di non poter più mandare i loro figli negli istituti superiori del Medio Campidano (a San Gavino, Villacidro, Guspini, Serramanna, Arbus e Villamar) perché sono stati tagliati i fondi per il servizio di trasporto pagato dalla Provincia e garantito con grande professionalità dalla ditta Garau di Guspini. Lo denuncia con forza Marina Mognon, responsabile del gruppo dei genitori del Medio Campidano: «Ai nostri figli verrà negato il diritto alla pubblica istruzione e, se tutto va bene, potranno andare a scuola fino alla fine di novembre. La Regione ha dato alla Provincia poco meno di 56mila euro e a noi genitori ci è stato chiesto di scegliere tra il servizio di trasporto e quello educativo per i nostri figli. Ci sono ragazzi che possono andare a scuola per sole 9 ore e non più di tre giorni alla settimana. Eppure l’assessore regionale alla pubblica istruzione ci aveva promesso un ulteriore stanziamento di risorse. La situazione è assurda e beffarda. È assurdo che sia stato sospeso anche il servizio educativo che completava l’offerta formativa per questi ragazzi». Intanto la Regione investe 19 milioni di euro nella lotta alla dispersione scolastica che tocca numeri da record in Sardegna, ma forse dimentica che gli studenti disabili resteranno a casa: «Il diritto allo studio - deuncia Marina Mognon - viene negato. In passato la spesa per il servizio di trasporto e per quello educativo era in totale di 450mila euro, adesso le risorse stanziate sono molto inferiori. Come famiglie ci siamo offerte anche di contribuire al pagamento dei servizi, ma la nostra proposta non è stata considerata. Ci sono troppi tagli che non vanno però a toccare le indennità dei politici». Così la scelta del rigore economico sembra voler dire che per gli studenti disabili non c’è posto a scuola. Nella provincia più povera d’Italia non viene garantita la frequenza a questi studenti speciali che a scuola trovano una vera integrazione con i compagni di classe, docenti, educatori e personale degli istituti superiori. Gian Luigi Pittau Gonnos: episodi incivili Intorno al palazzo comunale, ignoti, favoriti dall’oscurità della notte, da tempi remoti si rendono responsabili di atti incivili non consoni alla normale convivenza sociale, infatti hanno scambiato la piazza e l’area circostante per un pubblico pisciatoio. Al mattino e durante la giornata a dominare lo scenario di conseguenza è la puzza. Non vi è dubbio che, oltre a dover sopportare lo sgradevole odore, si inneschino problematiche di carattere sanitario, soprattutto ora che la zona è frequentata dagli studenti che ogni mattina attendono i pullman. Si tratta di episodi da combattere con ogni mezzo, anche posizionando telecamere, per mettere fine ad un atto di irresponsabile inciviltà e mancanza di rispetto nei confronti dell’intera comunità. Francesco Zurru PDF Compressor Pro 26 15 ottobre 2015 L’ISOLA IN CUCINA di Roberto Loddi SUPPAS DE SANTU ENGIU Is suppas de Santu Engiu (zuppe di pane di San Gavino) si facevano e tuttora mia mamma ogni tanto le prepara con il pane vecchio di qualche giorno, soprattutto con quello fatto in casa e l’immancabile zafferano San Gavino. Questa ricetta molto antica della cultura contadina è rimasta nella memoria dei miei ricordi, di quando da bambino andavo ad Ingurtosu nel periodo delle vacanze scolastiche, dove mia nonna cucinava spesse volte questa ricetta a lei tanto cara nella mensa dei minatori, i quali apprezzavano parecchio la prelibatezza di questo piatto rustico e alquanto succulento. Ingredienti Preparazione Una dozzina di fette di pane raffermo tipo civraxiu, g 100 di guanciale sardo, una cipolla rossa, un mazzetto di prezzemolo, due spicchi d’aglio, g 500 di polpa di pomodori freschi ridotta a poltiglia, un ciuffo di basilico, g 400 di polpa di agnello battuta a coltello, g 160 di pecorino grattugiato, vino bianco secco, zafferano San Gavino, brodo di carne leggero, zucchero, olio extravergine di oliva, sale e pepe q.b. Poni un tegame sul fuoco con un bel giro d’olio e il guanciale ridotto a striscioline, aggiungi la cipolla e il prezzemolo tritati, l’aglio schiacciato e lascia rosolare dolcemente il soffritto con una bella spruzzata di vino che lascerai evaporare pian pianino. Passato un quarto d’ora, aggiungi la carne e dopo cinque minuti la polpa di pomodori, una presa si sale, un pizzico di zucchero, una macinata di pepe, il basilico e amalgama insieme gli ingredienti, quindi prosegui la cottura dolcemente per un’ora circa a recipiente coperto e quando mancano dieci minuti al termine, aggiungi una bustina di zafferano sciolto in poco brodo. Terminato il tempo di cottura del sugo, tuffa poche per volta le fette di pane in abbondante brodo bollente leggermente salato. Man mano che si inzuppano estraile con una schiumarola, strizzale e accomodale in una teglia irrorata con del sugo oppure in quattro terrine individuali. Terminato il primo strato, condisci la superficie con altro sugo, una generosa spolverata di formaggio e un filo di olio, quindi procedi cosi fino al termine degli ingredienti. Arrivati a questo punto, passa la preparazione in forno già caldo a 180° per una ventina di minuti, poi sforna la pietanza e lasciala riposare un attimino prima di servirla. Vino consigliato: Monica di Sardegna fermo, dal sapore gradevole, morbido, vellutato e asciutto. Guspini I l mini zoo Odry non c’è più. Il Corpo Forestale dello Stato ha proceduto alla sua chiusura col sequestro di tutti gli animali che vi erano al suo interno. Un provvedimento deciso dalla Procura della Repubblica di Cagliari perché dopo un sopralluogo e vari accertamenti il mini zoo è stato dichiarato non in regola. Il suo proprietario, Marino Nonnis, non era in grado di sostenere le spese necessarie per regolalizzare in breve tempo la situazione e perciò è scattata l’ordinanza di chiusura col sequestro degli animali. Una storia triste, non fosse altro perché quel mini zoo era conosciuto da tutti già da tanti anni, una presenza di decenni alla periferia del paese, dove Marino trascorreva gran parte del suo tempo per accudire e stare con i suoi animali, un rapporto quasi familiare, come avviene in un circo, dove gli animali vengono tenuti in cattività e dipendono in tutto e per tutto dall’uomo, dal ricovero alla pulizia e al nutrimento. Così come avviene in tutti gli zoo, dove nonostante la regolarità delle autorizzazioni e dei recinti in cui vengono tenuti, esiste comunque qualche rischio e pericolo. Le cronache hanno riportato casi di persone che sono state aggredite e che hanno corso seri rischi. Per non parlare dei “domestici” cani di famiglia! Nel mini zoo di Marino, in 26 anni, nonostante la presenza di diversi felini, non c’è mai stato alcun episodio di persone a rischio. Ha sempre provveduto in maniera responsabile a gestire nel miglior modo possibile il suo zoo, tanto da familiarizzare con i suoi animali quasi come fossero domestici. Ma la fuga di un giovane leopardo, peral- C’era una volta... un mini zoo tro ritrovato e recuperato dallo stesso proprietario dopo qualche ora senza conseguenze, ha fatto scattare un allarme che ha richiamato l’attenzione delle associazioni animaliste e sono arrivati i controlli che hanno accertato la inidoneità del mini zoo. Marino non sapeva di non essere in regola, si era dato da fare per ottenere tutti i permessi e le autorizzazioni ed era convinto di aver assolto a tutti gli obblighi. Però ora per poterlo fare ci sarebbero voluti tempo e parecchi soldi. Così dopo qualche giorno è scattato il provvedimento di sequestro. Una équipe della forestale giunta da Roma con al seguito veterinari e adeguati mezzi di trasporto ha dato avvio alle operazioni necessarie per il trasferimento degli animali nella penisola, sotto lo sguardo incredulo di Marino, che non è riuscito a trattenere le lacrime. A margine di tutto ciò, c’è da fare una considerazione, visti tempi che stiamo attraversando. Se non possiamo dare spazio a sentimentalismi, perchè, giusto o ingiusto, la legge va rispettata, c’è però una questione di soldi e allora parliamone. C’è un giovane che per quasi trent’anni ha dedicato la sua vita e le sue energie a tenere e curare degli animali, dimostrando di saperlo fare in modo egregio, tanto che anche le autorità gli hanno affidato degli animali sotto sequestro, e ora per una questione puramente economica non potrà più farlo. Le spese sostenute per l’esecuzione delle disposizioni di legge e il sequestro degli animali ammontano ad una ci- fra notevole, ben più consistente di quella che sarebbe servita a mettere in regola lo zoo. Forse se ne sarebbe potuta utilizzare una parte per consentire una soluzione meno penalizzante, che ha lasciato il sapore dell’ingiustizia perchè derivata dalla rigida applicazione di una legge “umana” che, disconoscendo il buon senso, può avere i suoi limiti. (r.m.c.) PDF Compressor Pro 15 ottobre 2015 27 Sport La storia del bimbo che non voleva prendere a calci un pallone Francesco Moser “Aru come Bartali e Bahamontes”: parola di Francesco Moser di Paolo Salvatore Orrù D al massiccio del Linas ai Pirenei. La storia di Fabio Aru, il ciclista di Villacidro (Sardegna) che insieme a Flavia Pennetta, Valentino Rossi e la nazionale di basket, ha contribuito rimettere al centro del mondo lo sport italiano, potrebbe già essere sintetizzata in queste poche parole. Tuttavia, non è ancora il tempo dei ricordi: il corridore ha solo 25 anni e, si sa, nel ciclismo a quest’età non è stata ancora raggiunta la maturità agonistica. In definitiva, ne vedremo ancora delle belle. E allora gli incipit potrebbero essere roboanti. Ora è molto facile dire, dopo aver vinto la Vuelta ed essere arrivato secondo al Giro d’Italia, che Fabio non è più un diamante grezzo. Eppure, solo sino a qualche lustro fa, nessuno avrebbe scommesso una lira sulle qualità agonistiche di questo giovanotto che si era cimentato, senza eccellere, con calcio e tennis. Nessuno del resto poteva sapere che nelle vene di quel ragazzo dinoccolato e sorridente lo sport scorreva ir- requieto e impaziente. La verità è venuta a galla solo quando ha deciso di inforcare una mountain bike. Le stradine che da Villacidro si arrampicano sino all’altopiano di Oridda sono irte e sconnesse, eppure lui, ha testimoniato Valerio Curridori, Iroman e campione del Mondo di categoria di triathlon Offshore, sin dalle prime uscite «saliva senza fatica apparente». Aru, su quelle “salitine”, ha scovato una grinta che forse neppure lui pensava di avere. E proprio sulle vette del Linas, ha preso lo slancio per aggrapparsi, con un vertiginoso salto triplo alla Stefania Cagnotto, sulla cima di due delle corse a tappe - Giro d’Italia e Vuelta (per il Tour c’è ancora tempo) - più importanti del mondo. L’aver scelto, sia pure per caso, di dedicare la vita al pedale, parole e spartito dell’ex iridato Francesco Moser, l’ha portato a essere “l’unico vero erede di Marco Pantani”. «Qualcuno ancora mi chiede se Aru è un campione, una domanda senza senso: tre anni fa ha debuttato fra i profes- sionisti, nel 2014 è stato terzo al Giro d’Italia, quest’anno è giunto secondo nella Corsa Rosa e primo nella Vuelta. Se non è un campione lui, chi?”, ha detto divertito Moser. Che dall’alto della sua esperienza sa cogliere anche altre sfumature: “Marco era un po’ sregolato, Fabio mi sembra più equilibrato e con senso tattico fuori dal comune». La Sardegna, patria di grandi velisti e di altrettanto grandi fantini, di certo non si sarebbe mai aspettata di “partorire” questo grimpeur di 61 chili. «Da dilettante ho corso in Sardegna, ho vinto una corsa a Sinnai (Ca), ricordo qualche buon ciclista, ma niente di più», ha detto Moser. In definitiva, Aru ha saputo mettere al centro del mondo (come neanche il grande Cagliari di Gigi Riva o l’immensa Dinamo Sassari nel basket) un’isola che molto spesso ha dovuto subire, anche nello sport, un isolamento talvolta devastante. Moser partecipa volentieri al gioco dei confronti. «Gimondi? Non era uno scalatore. Fabio mi ricorda Bahamontes, il vincitore del Tour de France nel 1959, ma anche l’immenso Gino Bartali». Aru vince? Fioccano gli aneddoti. «Mentre affrontava la San Lorenzo de El Escorial-Cercedilla, l’ultima tappa della Vuelta, ho scommesso - dice ancora Moser con l’ambasciatore del Belgio che avrebbe battuto Dumoulin». Scommessa vinta: il belga è arrivato al traguardo con 3' 40'’ di ritardo, schiantato dall’azione travolgente del tamburino sardo. E ora? «La Regione sarda dovrebbe organizzare una corsa in suo onore: un tempo si correva la SassariCagliari, potrebbe essere l’occasione giusta per rispolverarla», ha concluso Moser. Intanto, a Villacidro è cominciato il conto alla rovescia; nei negozi non ci sono più maglie “roja”, «i tifosi vogliono tributare a Fabio un altro trionfo vestendo di rosso tutta la città», dice Ignazio Atzeni, suo allenatore quando il ciclista, ignaro del suo futuro, rincorreva un pallone nei campi di calcio di Is Begas. La Fortitudo Guspini festeggia sessant’anni di attività sportiva Rinnovo di cariche: nuove prospettive per la Villacidrese calcio Si prepara ad una nuova ed intensa stagione la Villacidrese calcio che scommette su suoi uomini di fiducia. Per la prima squadra c’è stata una riconferma in blocco dei giocatori che hanno conquistato la promozione. Ci sono stati poi alcuni innesti di qualità: Wade Ndiaga, 28 anni senegalese, che lo scorso anno ha militato nel Torrecuso (Serie D Campana), Francesco Pinna (attaccante) di Gonnosfanadiga classe ’86 e poi i giovani, Lorenzo Pisano, Marco Ena ex Serramanna, Matteo Cirronis, Riccardo Massa, Riccardo Arace, Stefano Galliano, portiere di grande prospettiva tornato dal prestito all’Arbus Calcio. Nello staff è stato confermato allenatore Daniele Costa ed è stato promosso suo vice Andrea Carcangiu, che fino allo scorso anno giocava nella Villacidrese. Eugenio Nocco è stato confermato come preparatore dei portieri, Massimo Rossi fisioterapista e Antonio Ortu collaboratore della prima squadra. Luca Vaccargiu di San Gavino è stato nominato nuo- vo responsabile del settore giovanile. Si occuperà anche di formare gli allenatori. Gialberto Pinna è stato nominato supervisore tecnico del settore giovanile e collaborerà con Luca Vaccargiu. Gianni Casprini e Gigi Piga sono confermati responsabili organizzativi e amministrativi del settore giovanile. Francesco Lilliu è nuovamente allenatore dei giovanissimi regionali ed ha esordito il 27 settembre nel difficile campo dell’Atletico calcio vincendo per 2 a 0. A Giancarlo Sabiu di Sardara, ex allenatore del Sardara in seconda categoria, è stata affidata la gestione degli allievi. Mentre la Juniores Regionale è stata presa in carico da Gigi Pisu che l’anno scorso allenava gli allievi della Villacidrese. E poi ci sono i punti di riferimento immancabili: Luciano Porcedda storico segretario e Davide Farris da sempre dirigente accompagnatore. Stefania Pusceddu Al via la stagione sportiva 2015/2016 della Fortitudo. Tante le novità per la gloriosa società calcistica guspinese, che si appresta ormai a festeggiare il suo sessantesimo anno di vita. Dal rinnovo delle cariche societarie alla formazione della Juniores, passando per la costituzione della prima squadra di calcio a undici femminile, «quest’anno si preannuncia ricco di sorprese - assicura il segretario Giuseppe Ariu - ma sempre con particolare attenzione all’impegno e alla passione per lo sport. Anche questa stagione le iscrizioni sono pervenute numerose e ben accette, per cui non possiamo lamentarci». Divisi tra il campo sportivo di via Anna Frank e il manto erboso dello stadio comunale si danno il cambio esordienti, pulcini, piccoli amici, giovanissimi, prima squadra, tutti rigorosamente in maglia gialloblu. «Mi piace fare il portiere, che è un mestiere difficile - commenta un Pulcino alle prese con un calcio di rinvio - e però forse è anche per questo che mi piace tanto. E poi è bello sporcarsi». «Vederli correre in libertà è una soddisfazione - confida Marco Usai, storico giocatore della Fortitudo e oggi allenatore della scuola calcio - e anche se a volte è difficile rapportarsi con le famiglie, cerco di trasmettere loro quei valori di lealtà, rispetto delle regole, sana competizione, condivisione e solidarietà che costituiscono l’essenza stessa del calcio». Emozionate e piene di aspettative le calciatrici che andranno a costituire la prima squadra femminile: «Aspettiamo con ansia l’inizio del torneo, che ci vedrà impegnate nei confronti di altre ragazze provenienti da tutta la Sardegna. È un orgoglio per noi portare avanti un’attività così poco usuale tra il nostro genere - commenta Valentina, mamma di quattro bambini- e per nulla al mondo - conclude - abbandonerei questo magnifico sport in vista di qualcosa tradizionalmente accettato come più “femminile”. Mi sento donna anche in campo, sporca e inzaccherata, felice di poter esprimere la mia più grande passione». Francesca Virdis PDF Compressor Pro 28 15 ottobre 2015 Centro Sportivo Italiano del Medio Campidano Le società di atletica leggera protagoniste a Grosseto S ono state protagoniste anche le società del Centro Sportivo Italiano del Medio Campidano al campionato nazionale di atletica leggera, svoltosi allo stadio “Zecchini” di Grosseto dal 3 al 6 settembre scorso, portando a casa un bottino di ben 15 medaglie: due ori, otto argenti e cinque bronzi. Ancora elettrizzati per l’avventura, i giovani e meno giovani atleti hanno ancora impresse negli occhi le immagini di tre intensissimi giorni. «Atletica Podistica San Gavino, San Paolo Sini e A.S. Uras, accomunati dai colori delle proprie società – racconta Mario Farci, presidente del Comitato Csi di San Gavino – hanno tenuto alta la propria bandiera e quella del Comitato. Sul tartan di Grosseto hanno dato tutti il meglio di sé, in una edizione da record con ben 27 primati stabiliti». Risultati. Grande festa per la Podistica San Gavino e la San Paolo Sini che ritornano a casa con un campione nazionale a testa: la velocista Camilla Pitzalis di Sardara nella categoria Allieve rientrata con una medaglia d’oro nei 400 metri piani e due d’argento nei 100 e 200 metri; e Gabriele Pianu nella categoria non vedenti che, con la guida Claudio Figus, conquista l’oro nei 5.000 metri e l’argento nei 200. Le altre dieci medaglie sono andate alla Podistica San Gavino: Francesco Podda argento e bronzo nelle gare dei 2.000 metri Cadetti e 2.000 di marcia, Fabrizio Atzeni argento e bronzo rispettivamente nei 3.000 metri Allievi e nei 1.500, Christian Zucca argento nel salto in lungo categoria Junior e bronzo nei metri 100 piani, Alberto Meloni bronzo nei 5.000 metri Juniores, Luca Medda bronzo nel lancio del peso Seniores e Cinzia Meloni argento nei 1.500 e 3.000 metri Amatori A. Ma anche gli altri atleti hanno mantenuto alto il nome del Comitato. Emanuele Sanna, costretto ad abbandonare la pedana del salto in lungo a causa di un infortunio, ha mantenuto un ottimo sesto posto finale ottenendo anche il nono tempo nei 60 metri Ragazzi, Christian Zucca quinto nei 200 metri, Alberto Meloni un eccellente settimo posto nei 1.500, seguito dal compagno Antonio Lai, 19° sulla stessa distanza, Ithocor Meloni al 16° nei 300 metri piani Cadetti e Marco Corrias e Federico Ortu al 32° e 57° posto. A distinguersi anche Chiara Altea, diciannovesima nel lungo e settima negli 80 metri piani Cadette, Luca Medda che ha sfiorato un altro podio con il quarto posto nel lancio del disco, Ithocor Meloni e Federico Ortu classificandosi rispettivamente undicesimo e diciottesimo nei 2000 Cadetti, Claudia Secci, vincendo nei 100 piani 24esima in quella finale, Corrado Zucca decimo nei Serramanna. C’è chi Ciack Campionato sempre in trasferta Con la firma della convenzione con il Comune di Serrenti arriva l’ufficialità. Le squadre del C’è chi Ciak, C1 e Under 21, giocheranno sempre in trasferta. Gli allenamenti precampionato dei circa quaranta atleti che formano le due squadre, C1 e Under 21, sono stati una vera odissea. Per la prima settimana e mezzo si sono svolti a Serramanna, nella palestra di via Svezia, poi in giro per diverse strutture private a pagamento o in strutture comunali non adatte al calcio a 5. È di questi giorni la notizia che l’Amministrazione Comunale pare intenzionata a concedere alla società di allenarsi nuovamente nella palestra di via Svezia. La domanda sorge spontanea: “Ma il palazzetto dello sport di Serramanna, perché non apre?”. “Da una parte sono contento perché permettiamo ai ragazzi di disputare i campionati, dall’altra parte sono amareggiato e arrabbiato per la situazione creatasi”. Con queste parole, Vinicio Putzolu, presidente della società dal 2013, cerca di sdrammatizzare una situazione difficile e aggiunge: “I disagi di questo esilio sono diversi. Anche se Serrenti è vicino, ci sono comunque i costi per i viaggi anche per le partite casalinghe. Abbiamo sempre avuto un ottimo seguito di pubblico giocando in casa. Non so, per ovvi motivi, quante persone potranno seguirci e sostenerci”. La società, fondata nel 2002, nasce come associazione culturale, sportiva e di solidarietà sociale, con l’obiettivo principale di trasmettere la gioia di fare sport e di vivere l’avvenimento come occasione di incontro e confronto tra persone. Nel 2014 compie una vera e propria impresa. Battendo il Sant’Antioco conquista la promozione al massimo Campionato Regionale di serie C1. Lo sport, soprattutto a questi livelli , dovrebbe essere motivo di vanto per tutta la comunità di Serramanna. Speriamo che tutto si risolva presto. Il campionato è ormai alle porte, ma intanto… Forza C’è chi Ciak!! Cristian Sanna 100 Amatori, Marco Corrias 37esimo negli 80 piani, Antonio Lai settimo nel 3.000 metri Allievi e Corrado Zucca 11esimo nei 200 piani e 18esimo nel salto in lungo. L’ultima giornata di gara si è conclusa con il pregevole ottavo posto nella staffetta 4X400 maschile, formata da Luca Medda, Fabrizio Atzeni, Christian Zucca e Alberto Meloni. Anche i giovanissimi atleti della società di Uras si sono ben classificati: Sarah Melis, nella categoria Ragazze, 66esima nei 60 metri piani, 53esima nei 60 hs e 69esima nel salto in lungo; Martina Fenu, nella categorie Cadette, 24esima nei 300 metri, 12esima nei 1.000 e 42esima nel salto in lungo; e Federico Tomasi, nella categoria Allievi, 15esimo nei 100 metri piani e undicesimo nei 200. Unica bandiera. L’emozione più forte – conclude il presidente Farci – è stata quella di vedersi in pista insieme alle altre società dietro ai cartelli della propria regione, per poi ritrovarsi sotto un’unica bandiera, quella dello sport, a cantare l’inno nazionale. Subito dopo un pensiero commovente rivolto a tutti i ragazzi sfortunati nel mondo. E, in una entusiasmante atmosfera, sono cominciate le gare all’insegna della sana competizione, dello spirito di squadra e la voglia di divertirsi insieme». Marisa Putzolu Pabillonis Scuola Primaria: a lezione di tiro con l’arco Lezione all’aria aperta e soprattutto particolarmente interessante per gli alunni della scuola primaria che la settimana scorsa hanno assistito alla dimostrazione di tiro con l’arco tenuta dagli arcieri di Uras. Diverse le classi interessate che hanno potuto apprendere dagli istruttori i segreti di questo specifico sport che tanto appassiona giovani e adulti. Attenti, interessati e curiosi, gli alunni hanno ascoltato le notizie relative al suggestivo attrezzo sportivo e, soprattutto, hanno voluto provare a tendere l’arco e sentire l’emozione di centrare il bersaglio distante alcuni metri. Soddisfatti anche gli istruttori della famosa società sportiva di Uras per il successo della manifestazione e per l’entusiasmo dimostrato dai piccoli “arcieri”. Non è la prima volta che gli sportivi uresi si cimentano per far conoscere questo particolare sport nelle scuole e coinvolgere i giovani in un’attività piacevole e nello stesso tempo rilassante che aiuta nella concentrazione, la coordinazione e rafforza la fiducia in se stessi. È anche questo il successo che caratterizza la Società Sportiva Arcieri Uras che annovera tanti praticanti all’interno dell’associazione e che nel corso della sua esistenza ha collezionato diversi riconoscimenti, non solo a livello regionale, ma anche nella Penisola. La Società Sportiva Arcieri Uras fu fondata da Pino Spanu (attuale presidente Fitarco Sardegna) e Marco Tullio Busia (attuale responsabile tecnico regionale). Il presidente è Roberta Sideri, prima campionessa italiana in Sardegna. La Società Sportiva Arcieri Uras ha raggiunto nel tempo una dimensione regionale che le ha permesso di aprire varie scuole di tiro nell’Isola. Oltre la sede di Uras, può vantare a San Gavino Monreale la scuola più numerosa, e si accinge ad aprire anche una scuola a Cagliari. Il settore più forte è quello giovanile. Fabio Ibba ne è la punta di diamante con vari campionati italiani vinti e fresco di convocazione per gli Europei. Tra le fila dei giovani, oltre a tante ragazze che hanno disputato già vari campionati italiani, ci sono i giovani di San Gavino Monreale, tra cui Lorenzo Serra e Samuele Montis che hanno disputato la Coppa Delle Regioni, e con Cristian Zurru formano la squadra ragazzi che punta alla prossima qualifica per i prossimi Campionati Italiani Indoor . Tra i Giovanissimi, spicca Alessandro Gilardi, fresco di finale dei Giochi della Gioventù Nazionali che con Ajeeb Medda e Federico Puddu tenteranno di aggiudicarsi i prossimi GDG. Chi volesse approfondire la conoscenza di questo sport, può recarsi al campo di Uras, o, presso il centro di tiro con l’arco in via Sassari a San Gavino Monreale, dove sei tecnici specializzati li aspettano. In modo speciale terranno in considerazione i diversamente abili, in particolare i non vedenti. Dario Frau PDF Compressor Pro 15 ottobre 2015 29 GUSPINI. TEATRO MURGIA Spi Cgil: Festa del tesseramento Organizzata dalla Lega Spi Cgil di Guspini, al teatro Murgia, si è tenuta la festa del “Tesseramento” e del giornale “libereta”, che dopo l’enorme successo riscosso negli anni precedenti è stata promossa dalla segreteria provinciale al ruolo di Festa provinciale dal tema: “Il futuro ci lega, il viaggio dello Spi per un paese migliore”. In un salone gremito, con tantissime persone rimaste in piedi, i pensionati hanno seguito con enorme interesse gli interventi del segretario della Lega di Guspini Onidi, del sindaco di Guspini Giuseppe De Fanti che ha portato il saluto della cittadinanza, del segretario provinciale dello Spi Tore Malloci, del segretario provinciale della Cgil Efisio Lasio, di Mina Cilloni della segretaria regionale Cgil. Ha chiuso i lavori Lucia Rossi della segreteria nazionale Spi. Tutti gli intervenuti si sono soffermati sulla vita politica nazionale, regionale, in particolare sulle leghe dei pensionati, impegnate nella sanità e nella contrattazione sociale. Erano presenti Carla Piana della segreteria provinciale e i rappresentanti della Lega di Arbus, Serramanna, Villacidro e Villamar e le segreterie del Pd, Rifondazione Comunista e Sel. Dopo l’esibizione della banda musicale “Città di Guspini”, è stato offerto un rinfresco. (s. o.) In questa rubrica ospitiamo foto e messaggi di auguri per compleanni, anniversari di matrimonio, riunioni conviviali, nozze, nascite, battesimi, cresime, prime comunioni, lauree e ricorrenze varie da festeggiare. Le foto a colori, accompagnate da un testo, possono essere inviate all’indirizzo e-mail [email protected] o consegnate direttamente all’ufficio di redazione. i GONNOSFANADIGA GUSPINI 20 SETTEMBRE 2015 Tanti Auguri a Davide SAN GAVINO - ILBONO Buon Compleanno A Michele Pittau Enrico i più cari per il suo 8° COMPLEANNO da parte di mamma, papà, la sorellina Sara, i nonni e le nonne, i didini, gli zii e zie e tutti i cuginetti. per i tuoi 10 anni. I nostri migliori auguri mamma, babbo, Ale e Matteo Serrenti. L’amico degli olivicoltori della Sardegna è in pensione Gianni Bandino: 40 anni di servizio, 30 dedicati all’olivicoltura isolana Il tempo previdenziale ha detto che può bastare! Dopo più di 42 anni di appassionato servizio nella scuola, ai mercati di Cagliari, al Consorzio per la Frutticoltura e ora di Agris Sardegna per dr. Giovanni Bandino è giunto il momento di ritirarsi dalle funzioni di dirigente. Rimane sempre il Capo Panel, Titolo esclusivamente personale. Oggi i suoi colleghi gli hanno fatto festa nell’azienda di Villasor. Una azienda che vale oro, abbandonata dopo la Riforma degli Enti Agricoli come se l’economia della Sardegna potesse rinunciare alla laboriosità delle maestranze della frutticoltura e della vivaistica isolana. Ora sembra quasi impossibile varcare la soglia dell’Azienda o degli uffici di via Mameli a Cagliari e non trovare il suo sguardo vigile al servizio dell’Ente. La sua impronta e il suo operato sono stati notevoli: precursore e sperimentatore di tutto ciò che ha riguardato il comparto olivicolo. Ha realizzato un campo sperimentale a Villasor dove sono presenti oltre 200 varietà di olivo prelevate in tutte le località olivicole del Pianeta. Ha introdotto gli elementi caratterizzanti la qualità dell’olio extravergine d’oliva sino a farne un’eccellenza della Sardegna nel panorama nazionale ed internazionale. Attento osservatore della realtà territoriale e consapevole delle poche opportunità che la riforma degli enti agricoli ha offerto per la crescita socio economica della Sardegna non ha escluso che in futuro possa occuparsi della salvaguardia e la valorizzazione delle biodiversità isolane. Fulvio Tocco AUGURI per il suo sesto compleanno dal fratello Lorenzo, da mamma, papà, dai nonni, dalle nonne, dagli zii, dalle zie e dagli amici. SERRAMANNA 2 SETTEMBRE 2015 Trieste Cipollina è la terza centenaria Il 2015 si sta rivelando per Serramanna un anno ricco di compleanni centenari. Trieste Cipollina è infatti la terza persona che, nel corso di quest’anno, ha raggiunto il raro traguardo del centesimo compleanno. Lo scorso 2 Settembre, la sua famiglia si è riunita intorno a lei per festeggiare l’importante avvenimento, accogliendo gli amici e il sindaco Sergio Murgia che le ha consegnato una targa ricordo. Maria Trieste è arrivata a Serramanna da Calasetta, insieme a suo marito Piero Cincotti e ai loro figli, nel 1958: l’appena nata Cantina Sociale aveva assunto Piero così, da quel momento, entrarono a far parte della nostra piccola comunità, per sempre. Trieste è sempre stata una donna forte, punto di riferimento dell’intera famiglia: per amore e per il bene dei suoi figli, è riuscita a superare ogni tipo di difficoltà che il suo cammino le ha messo di fronte. Oltre ad essere una brava casalinga e svolgere i lavori domestici, ha occupato il suo tempo libero ricamando, cucendo, lavorando ai ferri, a uncinetto e a chiacchierino. Purtroppo, dall’età di 85, non è più in buona salute ma, grazie alle cure, all’assistenza e all’amore costante della sua famiglia, la signora Trieste, con i suoi 100 anni vissuti con gioie e dolori, va avanti accogliendo ogni nuovo giorno come se fosse un dono. Francesca Murgia PDF Compressor Pro 30 1 15 ottobre 2015 AZIENDE Vero affare vendo a Villacidro zona centrale pastificio pasticceria. Tel. 070 9316061. (11/15) Cerco azienda agricola zootecnica, circa 30 ettari nel Medio Campidano. Potete contattarmi al 348 0447995. (18/15) Affittasi a Gonnosfanadiga in pieno centro (via Porru Bonelli) locale commerciale c/o espositivo mq 36. Per info 335 6226924. (02/15) Affittasi a Gonnosfanadiga locale pluriuso di mq. 120, piano terra adatto a sala riunioni, mostre, conferenze, manifestazioni varie, anche per un solo giorno. Per info tel. 335 6226924. (02/15) San Gavino Vendo o affitto locale pizzeria da restaurare. Forno a legna mq 100+90 area cortilizia. 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Sanluri affittasi locale commerciale 100 mq in via Palermo, zona Asl-Inps. Ampia vetrina, controsoffittato. Per informazioni telefonare al 349 0531003 Salvatore. (04/15) Guspini affittasi loale ad uso commerciale, possibilità di variazione della destinazione d’uso, zona centr, due stanza più bagno. Info: 368 7459613. (07/15) Sardara affitto appartamento a riscatto, possibilità di visitarlo. No perditempo. tel. 328 1277064. (03/15) A Guspini affittasi appartamento di nuova costruzione al primo piano, composto da ampio soggiorno con angolo cottura, due camere da letto, bagno e ripostiglio. Disponibilità di un’ampia cantina al piano terra e di posto auto coperto. Per info chiamare al 389 1178621. (20/14) Guspini affittasi appartamento nuova costruzione, composto da camera matrimoniale ampia, due camerette, cucina ampia, bagno, ripostiglio ,balcone arredato. Per informazioni chiamare al 348 8448244 ore pasti. (17/15) Pabillonis affitto appartamento in via Torino n. 9. Tel. 327 2353121. 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Il 9 ottobre 2015, alla stessa ora, è avvenuto l’ingresso nella parrocchia B.V. delle Grazie a Masullas. Il giovane sacerdote, accompagnato dal Vescovo di Ales Terralba, Mons. Giovanni Dettori, è stato accolto da numerosi fedeli in festa per l’arrivo del loro nuovo pastore. Durante la cerimonia di insediamento nelle rispettive parrocchie, le parole del Vescovo e di don Nicola hanno suscitato viva commozione fra i presenti. Ad accompagnarlo erano presenti numerosi fedeli della parrocchia B. V. Maria Regina, poiché nei quattro anni di apostolato presso la chiesa arburese Don Nicola ha operato la sua missione con profitto, non dimenticando l’apostolato esercitato presso il carcere di Is Arenas in qualità di cappellano. Erano presenti anche tanti fedeli del suo paese natale, Gonnosfanadiga, ove avvenne la sua consacrazione a presbitero nella chiesa della Beata Vergine di Lourdes il 30 ottobre 2005, ordinato dal vescovo della diocesi di Ales-Terralba, monsignor Giovanni Dettori, alla presenza del vescovo emerito Mons. Antonino Orrù e di numerosi sacerdoti della diocesi e dove il giorno successivo celebrò la sua prima Santa Messa. Il 30 ottobre 2015 ricorrerà il decimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale che festeggerà nella nuova sede in Mogoro, già di Don Corrado Melis, oggi vescovo di Ozieri. Don Nicola contemporaneamente è chiamato a insegnare nell’Istituto di formazione teologica della diocesi di Ales-Terralba, già avendo nella sua esperienza alcune pubblicazioni di carattere religioso. Francesco Zurru PDF Compressor Pro 6 CASE VENDITA Barumini Vendesi locale indipendente uso ufficio studio con annesso trivano arredato, dotato agibilità e certificazioni. Tel. 349 3727088. (12/15) Collinas Vendesi casa zona panoramica, abitazione su due livelli, 3 camere da letto, soggiorno, cucina con camino + forno a legna, 2 bagni + cortile davanti e retro. 70.000 euro. tel. 347 3971549. (04/15) Fluminimaggiore Vendo appartamento ristrutturato composto da 3 camere, soggiorno, cucina, servizi, cortile retrostante, lavanderia, 2 ripostigli. Prezzo 120.000 euro (trattabili) Tel. 347 7162919. (04/15) Gonnosfanadiga Vendesi casa su due piani, ottimo prezzo. Tel. 328 0941970. (12/15) Gonnosfanadiga. Vendesi casa su due piani, scala esterna. Cortile d’ingresso, più cortile interno con giardino, tre cantine. Prezzo trattabile. Per informazioni chiamare 3495669338 Giovanni. 3334303267 ingegnere Antonio Pinna. (15/15) Guspini. Via Nuoro 7 vendesidesi appartamento primo piano, mq 100, (5,5 vani) ingresso, cucina, bagno 2 camere da letto, ampio salone, ripostiglio, 2 balconi, cortile privato. Tel. 347 3888308. (18/15) Guspini. Vendesi casa singola pronta, in ottimo stato su 3 livelli, seminterrato, zona giorno e notte. Struttura in cemento armato, riscaldamento, giardino con barbecue e forno a legna, 2 posti auto. tel. 329 2608333. (18/15) San Gavino Vendesi appartamento zona centrale, piano terra 100 mq, due balconi, un magazzino, cortile condominiale con posto auto, cucina, soggiorno, camino, due camere letto e un bagno. Prezzo: 95.000 euro trattabili. Si valutano anche permute. Tel. 3494524974, dalle 17 in poi.(17/15) San Gavino Vendesi appartamento 1° piano Viale Risorgimento (Via Roma) mq. 80 prezzo 55.000 euro trattabili. tel. 340 1554571. (10/15) San Gavino Vendesi casa 110 mq su due livelli, con cortile 150 mq circa, via Carducci 22. Tel. 349 2638693. (06/15) Sardara. Vendesi/affittasi casa in centro storico, 100 mq su due piani (piano terra uso ufficio, primo piano + mansarda uso abilitazione), cortiletto, due ingressi. Per informazioni tel. 3477130137. (18/15) Serrenti centro. Vendesi locale commerciale da ristrutturare di mq 330. Unico. mt29x11,50 x 3,50 di altezza. 500 euro a metro quadro. Tel. 070 9388196 Salvatore o 370 1107036. (10/15) Gazzett@ffari Villacidro Vendo casa indipendente Via Parrocchia fronte parco pubblico. Ottime condizioni. Prezzo interessante. Telef. 340 1018314. (05/15) Villasimius Vendo villetta arredata indipendente a 200 metri dalla spiaggia, tutti i confort, 3 camere da letto. 349 3727088. (12/15) Vendesi località marina di Arbus casa di 150 mq, immersa nel verde con circa 18.000 mq terreno circostante. ottima vista a mara. Tel. 3478227537. (18/15) 7 TERRENI Vendesi terreno in località Gutturu e Flumini (Terra Arrubia), ha 1,30, prezzo trattabile. tel. 070 9758932. (11/15) Arbus vendo due terreni uno a Barazzu e l’altro a Rio Is trigas. Prezzo trattabile. Se interessati contattatemi al 340 5628073. (02/15) Arbus Vendo terreno località Is trigas prezzo trattabile se interessati chiamare il numero 329 8393411.(19/14) Gonnosfanadiga Vendo località Mobezza terreno con n. 7 piante olivo prezzo da concordare. Cell. 347 1925097. (12/15) Guspini Vendesi terreno edificabile lotto 300 mq, ingresso strada privata sito nella via Dossetti fianco Arst. Prezzo interessante. Tel. 349 3197582. (18/14) Guspini vendo terreno in via Giardini 275 metri quadrati, pozzo e energia elettrica. Edificabile per 90 metri quadrati su due livelli 13mila trattabili contattatemi al 347 9488883.(18/14) Guspini Vendesi terreno edificabile in via Azuni 30. 45 mila euro trattabili. Telefonare allo 070 971473, ora pranzo.(15/15) Pabillonis Vendesi terreno agricolo 3.000 mq, in Via Villacidro a 600 metri dal campo sportivo, servito da irrigazione del Consorzio di bonifica, 3.000 euro trattabili. 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