La sconfitta nostra in Spagna

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La sconfitta nostra in Spagna
RIVISTA DI LIBERO ESAME
A BUON A M E N T I :
IVr wiitI»|iiMt1rn mi m e ri
|»er dodici n u m e r i
$ 2.—
’* 1.2."»
<At1>«tero lo sttM D prezzo, e q u iv a le n t e in moneI* degli Stati U niti a due dollari per 24 n u m er i ed
wn dollaro e 25 c e n t, per 12 n u m er i.)
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l.c .'»•infitta nostra in S p a g n a E l.V ioi K a h iju i ) .
/ 7 luitrolioi’tsni'i i o l i M n w c h is m o ( E unico M.v[JlTKSTA I.
fili A tuirc Itiri f tu Iti etti azione ( ( ìa s t ó n L e v a i , ) .
\uiar> ¡tira o A u t m h 'inolizùm r * ( L i l(»l F aiì HRI).
( prò].osilo <li certe p oìcm ù 'h i fra a n a re h ù 'i ita­
liani n U 'i siero < E m o n i M.VI.v t e s t a ) .
Siotliti eritici . p o le m ù 'i ( I ’ a t i u n a ) .
Scrittori ¡¡lo i l a r i . P ia re n c -in S i n i c h e : ( KKOKWtco
ì ! Krm.vKiJii).
¡.a Misvi'iit io A «nerica t'Uvuo T kkni ).
lUhluHjcnt ia (t ATil.lNA'.
¡il), ì rie1'c u t i in «hma.
.■ A V % " .* A V .V .W
La sconfitta nostra in Spagna
rn'altra speranza é caduta nel sa n g u e dei
proletariato spaglinolo, ancora una volta
sH-onlitto. L'ultima? No. 1 sp era n za n ella
rivoluzione non m uore m ai. e lo ste sso eroismo eon cui tanti rivoluzionari sp a g lin o ­
li si sono battuti é una prom essa per r a v ­
vi*»ire.
Ma non d issim uliam oci la aura verità.
Quest'altro trionfo della rea zio n e ca p ita li­
sta, militarista e c ler ic a le in Spagna, rap­
presenta un rude colpo a tutto il proleta­
riato internazionale e a tu tte le forze di
libertà e di progresso del m ondo, com preso
lanarcliismo. U n ’altra trincea del fronte
antifascista europeo é caduta in m an o al
nemico, non sappiam o a n co ra quanto s ta ­
bilmente, ma sem pre con co n seg u en ze non
lievi per tutti.
Non v’é nulla d irreparabile, s ’intende. La
rivincita, sem pre possibile, é la parola d’ordine dell’im m ediato dom ani. Ma a patto
elle la volontà ne persista in fle ssib ile e si
faccia pili co scien te col ben com prendere
Kb ammaestramenti della realtà dolorosa
attuale. Bisogna per ciò guardare bene in
taccia questa realtà, per co n o scere le cause
e potervi riparare.
Non ignoriamo l’in fa m ia del nem ico, che
supera sempre ogni previsione, né le colpe
di alni settori rivoluzionari, tan te volte
denunciate. Sappiam o altresì quanto si deve
a inevitabili c o n seg u en ze di un passato
ormai irrevocabile, oppure a circostan ze di
forza maggiore. Ma bisogna a n ch e non
chiudere gli occhi su qu elle che possono
essere deficienze ed errori propri, a n ch e se
tiravi, — anzi sopratutto e prima di tutto
se ¡iravi.
Non si tratta di perdersi in sterili recri­
minazioni reciproche, né d’indossare la ve­
ste di giudici non richiesti, elle facciati
processi e sputino, d a ll’alto di una supe­
riorità inesistente, da lon ta n o e al coperto
deirirresponsabile e facile sapienza del poi.
n utenze e condanno sui propri com pagni
"d affini. Sarebbe un getta re acido corro­
sivo s i i forile ancora aperte, col solo ri su 1iato il’iiicMMorenii le e provocare altri danni
1‘ disastri.
Occorre sem plicemen te, senza pretese
d infallibilità, esam inare ser e na m e nt e i ful" l"‘i cercar di comprendere quello che si
Per la redazione e r A m m in istra zio n e ri­
volgersi a:
R I V E N D IT A :
P e r m;ili copi» Ì 0.0.'»
1.1 H d F A l t l t l l I . ri i (sta “ Slndi S o r t a l i "
l avili» de Correo ITI
MONTEYIBEO
(VrutrtiHy)
( N e g l i altri p a esi lo s t e s s a p rez zo, e q u i v a l e n t e a
c e n t. 5 di dollaro. — S c o n t o d’u so ai r iv e n d it o r i.)
vano privata di ta n ti e le m e n ti e n e r g ic i uc­
cisi o im p rig io n a ti; ed a ltre c a u se sp e cia li,
c o m e il fatto, per esem p io , ch e a B a rc e l­
lona e in quasi tutta la S p a g n a non si seppe
fra il popolo d e ll’in su rrezio n e d elle A sturie,
c o m p le ta m e n te iso la te, che quando non
c ’era, più n u lla da fare. I n s is tia m o però
che la. prima e più forte causa d’in su c c esso
*
fu la politica reazionaria im m ed ia ta m e n te
*
*
a n terio re del s o c ia lism o spaglin olo.
IO’ ev id e n te ch e lo s c e ttic is m o e la d iffi­
La disfatta di quest,’ultim o te n ta tiv o ri­
denza per l’im p ro v v iso r iv o lu z io n a r ism o s o ­
voluzionario spaglin olo si deve sopratutto
c ia lista eran o in ev ita b ili, m a lg r a d o la s in ­
al fatto clic i suoi iniziatori so c ia listi erano
cerità p o ssib ile di a lc u n i capi e qu ella più
stati al g o v ern o lin o a pochi m esi prim a
reale di parte delle loro m a sse , dopo un
in siem e ai repubblicani borghesi, so lid a li
p assato p ro ssim o c o si orribile. E' ridicolo
con questi e loro attivi cooperatori in una
il pen sa re ch e b a sta sse il p a s s a g g io all'op­
politica positiva delle piò inette, e n e g a tiv a
po sizio n e e il m u ta m e n to di lin g u a g g io a
delle pip infami e liberticide.
ca n c ella re errori che al c o sp etto del p r o le ­
Accecati dal loro a n tico odio per gli atariato r iv o lu zio n a rio eran o delitti. N on si
narchici, irritati dal fatto che nu m ero sa
cam bia in pochi m e si uno sta to d'anim o
parte e la più energ ica dell'au tentieo p ro ­
g e n e r a le di o stilità , di d iv isio n e e di sfid u ­
letariato sp agnu olo si r a c c o g lie sse in torn o
cia. Né i s o c ia listi u fficia li fecero a lc u n c h é
a quelli, si serviron o dei p eggiori m etodi
di n o te v o le per disa rm a re g li a n im i e ro­
di g o v ern o per te n t a m di elim in a rli, sen v e sc ia r e nei loro e itegli altri la p redispo­
z’accorgersi che di fatto tutto il p ro leta ­
s izio n e p sic o lo g ic a con tro - r iv o lu zio n a ria
riato senza d istin zio n e ne v e n iv a colpito,
che a v e v a n o creata.
e che si sca v a v a n o stu p id a m en te la fo ssa
Al contrario, a n c h e a ll'o p p o siz io n e i s o ­
so tto i piedi, poiché i loro metodi rea zio ­
cialisti non fecero che le g ittim a r e o g n i dub­
nari e fa scisti non po tev a n o prim a o poi
bio s u lle loro in ten zio n i. D eg li uni era
in e v ita b ilm en te non ritorcersi co n tro di
chiaro c o n e sse r e lo sp a u ra cch io della ri­
loro nelle m ani della b orghesia ch e a n d a ­
v oluzion e ch e un ricatto a lla b o r g h e sia ,
vano rafforzando.
perché li la s c ia s s e tornare al potere a fa ­
I fatti sono noti:
- a n n u l l a m e n t o della
re. . . p eggio di prima. D e g li altri, più ri­
stessa primitiva co stitu zio n e repubblicana
soluti e forse più s in c er i, le a s p ir a z io n i
con leggi e provvedim enti a sco rn o delle
alla dittatura, in un pa ese in cui l'am ore
libertà più elem entari di stam pa, riunione
alla libertà e l ’odio a tutte le dittatu re son
e a sso cia zio n e; rafforzam en to e a m p lia ­
c o si vivi, a u to rizza v a n o il tim ore d ’im a t i­
m ento sm isurati dei poteri della polizia;
rannide di partito che, una volta forte d ella
persecuzioni, prigion ie e deportazioni del
polizia e d e ll’esercito, avrebbe probabil­
carattere più arbitrario; vio len ze legali ed
m en te procurati seri dispiaceri a lla b o r g h e ­
illegali fino agli eccidi proletari più inu­
sia, ma non m eno c er ta m e n te avrebbe te n ­
mani e iunecessari an ch e dal punto di v ista
tato di sbarazzarsi im p la c a b ilm e n te di tutte
statale, eoe. Basti dire ch e a n ch e o g g i le
le prevedibili o p p o sizio n i r iv o lu zio n a rie e
carceri s d i i piene ili proletari e r iv o lu z io ­
libertarie.
nari arrestati al tem po del loro govern o!
Non si faceva m istero di propositi c o n ­
10 so n o sta te tutte queste colpe im perdo­
sim ili. A Madrid, in certi a m b ien ti s o c ia ­
nabili clic bau stra n ia to da loro gran parte
listi a repubblicani più vicini ad A za n a si
de) popolo spaglinolo, l’h a n n o tra tten u ta
diceva a p e r ta m e n te ch e g li a n a r c h ic i c h e
dal prendere sul serio il loro più recente
non v o lessero so tto m e tter si sarebbero "pas­
a tteg g ia m en to ribelle e le h an no im pedito
sati per le a r m i”.
di scendere in cam po al loro fianco.
La ste ssa "A lianza G h ier a ”, sp e c ie di
Si osa nei g i o r n a l i s o c i a l i s t i di fare un
blocco
in cui p rev a lev a n o i so cia listi, ma a
torto al proletariato d’A ndalusia, p rev a len ­
cui
aderivano
co m u n isti, sin d a c a listi d is s i­
tem en te libertario, d’essere restato passivo
denti
ed
a
n
ch
e
a n a r c h ic i di a lcu n e località,
o quasi durante l’ultim o m ovim en to. Ep­
—
una
buona
in ten zio n e, forse, m a r o v i­
pure é evidente elle m ill’altro che il ri­
nala
in
pratica,
— app ariva in m o lti lu o ­
conio delle stragi che in san gu in aron o l ’Anghi.
più
che
altro,
una m a n o v ra di a g g ir a ­
dalusia nel g en n a io l!)M3, fra cui quella cosi
m
ento
e
«li
m
o
n
o
p
o
lio d e ll'in izia tiv a r iv o ­
tragica ili Casus Viejas, doveva bastare a
luzionaria.
Un
c
o
m
p
a g n o ita lia n o scriveva
gelar«* ogni entu siasm o d'azione ed a far
«¡ni
da
B
arcellona
ai
suoi, ch e il c o sid etto
si che lo sciopero g e n era le non si m utasse,
fronte
unico
dava
colà
l’im p ressio n e di e s ­
•— nome di certo sarebbe avvenuto in altre
ser«*
più
contro
gli
a
narchici
che co n tro il
circostanze,
in una a desione rivoluzio­
fascism
o.
A
gruppi
a
narchici
che,
a Madrid,
naria fattiva di quella regione al m o v i­
fecero
ricerca
di
armi
fra
so
cia
listi
si op p o se
mento inizialo «lai corresponsabili delle
un
rifiuto
sistem
a
tic
o
col
dire
elio
degli aini«luè repressioni d e ll’uiiiio prima.
narehiei
non
ce
n
’era
bisogno.
A
B
arcellona
Bili o meno, lo stesso fen o m en o si é
un tale «Iella ‘‘sinistra" ca ta la n a , ch e aveva
prodotto in gran parte della Spaglia. La­
c
o n ta tto con (¡ualche co m p a g n o nostro, *>
sciam o qui da parte le cause materiali d’inchiesi* ad ini p erson aggio in flu en te del c a ­
debolim enlo «li tutta la p a n e più avanzata
della massa, dopo tre anni di lotte este- I tab o lism o se non fo sse il caso di arm are
an ch e gli anarchici, si se n ti rispondere:
nualiti e persecuzioni e dopo «lui* tentativi
insurrezionali a breve scadenza che Bave- I ‘’B iutloslo mi butterei coi m onarchici".
sarebbe dovuto fare o non fare, e dedurne
rio che si dovrà fare o non fare in segu ito.
Questo é l’im portante, su etti ci riprom et­
tiam o di parlare a lungo, lim itandoci per
ora ad a ccen n a re il piu e sse n z ia le, c o stre t­
tivi daH’aneóra troppo scarsa d o cu m en ta ­
zione nostra sugli a v v en im en ti.
prò — u sp esso an ello nello idee di molti anarclilel
13 vana é pure, e com pletam ente sm entita dal fat­
esso non avrebbe potuto uscire dallo sfere dell’aelio individualisti non soglion eliiam aral.
ti, la credenza in una legge naturale per la quulo
nimalita brutale e diventare veram ente uomo, e fuori
ha prima di «m ode idee co n siste nel considerare
l’armonia Ira gli uomini si stabilisce autom atica­
della società nou potrebbe th è ritornare più o meno
la soeletii com e un aggregato d'individui autonomi,
m ente senza necessità della loro azione cosciente
rapidamente aUnnim alità primitiva.
completi in sé s te ssi e capaci di bastare a sé stessi,
e
voluta.
11 dott. Stokmanti del N e m i c o del P o p o l o di Ih
cito non han ragione di «tare in siem e «e non vi
Anche distrutto lo Stato e lu proprietà Indivi­
sen, che irritato dal non essere compreso © seguito
trovano il proprio tornaconto, e elle potrebbero se ­
duale, l’armonia non nasce spontaneam ente, come
ila! pubblico esclam ava “l'uomo più forte é quello
pararsene quando trovassero che i vantaggi che la
se la natura si occupasse del bene e del malo degli
che é piu solo" e che e stato proso per anarchico
società offre loro non com pensano i sacrifizi! di
uomini, ma bisogna che gli uomini stessi ia creino.
m entre non ora che un aristocratico, diceva un so ­
libertà individuale clic» essa esig e. Jnsomma consi­
Ma di questo, per farci comprendere, dovremmo
lenne sproposito. Se egli «sapeva più degli altri o
derano la società umana to m e una sp eeie di com­
parlare a m p ia m en te... e il i lettori già si sono la­
più degli altri poteva, era peri lié più degli altri
pagnia com m erciale c*»e lascia c» dovrebbe lasciar
mentati elle facciamo articoli troppo lunghi. ,
aveva vissuto in com unicazione intellettuale cogli
libero ogni socio di cult nervi o sortirne secondo la
A un'ultra volta dunque.
uomini presenti e passati, perché più degli altri asua convenienza. Oggi, e ssi dicono, siccom e pochi in­
ERRICO M A L A T E ST A .
veva profittato della società — e perdi) più degli
dividui hanno accaparrato tutte le ricchezze naturali
altri doveva alla società.
o prodotte, tutti gli altri si trovano obbligati a
( D a " L ' A g i t a z i o n e " di A n c o n a , —
n. 6 del 19
L'uomo intò essere nella società libero o schiavo,
subire per forza lo regole imposte« dalla società
a p r i l e 1897.)
felice o Infelice, ma nella società deve restare, pero da quelli clic“ n ella so cietà bulino l'im perlo. Ma
ché questa é la condizione del «no essere uomo.
«e la terra, se i m ezzi di lavoro fossero liberi a
Quindi, invece di aspirare ad un'autnnomia nomitutti, e oc la forza organizzata di una cla sse non
Nel periodico anconetano questo articolo apparve
nale c im possibile, deve cercare le condizioni della
costringesse il popolo Iti Istdilnvittì, n essu n o avrebbe*
senza firma, la quale fu pesta però in riproduzioni
sua libertà e delia „mi felicità nell'accordo cogli
successive. L'autore continuò ia trattazione dell’arragione eli restare* Iti società quando il suo in teresse
altri uomini, modificando d'accordo cogli altri quelle
gomeiito In altro articolo che riprodurremo nel pros­
gli cou sigliassc altrim enti. 12 siccom e, una volta
Istituzioni sociali c l i c non gli convengono.
simo numero di “Studi Sociali".
soddisfatti i bisogni m ateriali, il suprem o bisogno
deU'uomo è In libertà, ogni forum di convivenza che
esigesse un qualsiasi anche m inim o sacrifizio della
volontà individuale* è da ripudiarsi. F a q u e l ch e
vuoi, proso nel sen so più stretto ed a sso lu to della
frase*, é il principio suprem o, la regola unica della
Dii avvenim enti contem poranei
producono a sa l­
ricostruzione, comprendere la portata dei costumi
condotta.
ti. R egressivi o progressivi, 1 più importanti avven- 1 sociali utili, delim itare le regioni di piccola e grauMa d'altra parte, a m m esso l'individuo autonomo
gono inaspettati. La Rivoluzione Russa, di carattere I 'Ju proprietà) agraria e lo spirito dei contadini per
i* ia sua assoluta, illim itata libertà, ne deriva che
nettam ente sociale, non avrebbe potuto esser pre­
dedurre approssim ativam ente fin dove e in quali
non appena g l'in teressi si trovano in antagonism o
vista nel 1914; e neppure il fascism o. La Spagna
luoghi il comuniSmo agrario ò realizzabile, saturare
e le volontà divariano sorg e la lotta, e* nella lotta
segnerebbe oggi fina rotta nuova al mondo, se i
gli organism i cooperati visti e sindacali esisten ti con
gli uni restano vincitori e gli altri vinti, e quindi
rivoluzionari avessero saputo m ettersi d'accordo. La i tuli aspirazioni allo scopo di determ inare il franco
si torna all'oppressione ed alio sfrittlam en to cui si
guerra può scoppiare domani ed aver per conse- ! appoggio delle loro m asse e la tendenza a ll’autovuol porre riparo.
guenzu, nei paesi vinti. — probabilmente tutti no j direzione rivoluzionaria basata su la coscienza ed
Perciò occorreva agli anarchici individualisti, che
rimarranno schiacciati, — com m ozioni sociali di
il conoscim ento dei fatti.
non sono secondi a n essu n o n ell’ardente desiderio
Essendo in possesso di questi dati generali e
grandi prospettive.
.
ilei bene di tutti, un m odo per potere, più o meno
concreti
é molto possibile avere altresì dei concetti
;Sc* avvengono salti rivoluzionari, sono gli anar­
logicamente, con cilia re con il bette perm anente di
generali
di ricostruzione, che non avrebbero da far
chici veram ente disposti e preparati per imprimere
tutti, i! principio d ell'a sso lu ta libertà individuale.
nulla con lo piattaform e autoritaria ideate fuori
il segno delle loro concezioni all'opera creatrice (
E questo modo lo trovarono adottando un altro prin­
della realtà, ma al contrario avrebbero una orien­
che dovrà realizzarsi?
cipio: quello d e l l ' a r m o n i a p e r l e g g e n a t u r a l e .
tazione razionale nettam ente libertaria. Poiché do­
Dico d i s p o s t i e p r e p a r a t i . La prima parola implica
Fa quel clic vuoi; ma é certo, e ssi dissero, che
vunque si pratichi !u m olteplicità funzionale orga­
ima decisione spirituale e di volontà, la" seconda
spani anca monto, n a t u r a l m e n t e tu non vorrai che
nizzata, — sindacati, cooperative, comuni, eco. —
una capacità, una coltura specializzata In questo
quello che non può nuocere a d e g u a i diritto degli
entro lo sforzo solidale di tutti, starem o in regime
senso.
altri a fare quello elle vogliono.
di liberili e non di autorità.
La questione non é stata, a m io parere, sufficien­
“La neutra libertà, ci scriv e un am ico, esplicanQuesta preparazione é perfettam ente possibile.
tem ente chiarita. In molti luoghi, la tendenza di
" dosi in tutta l'am piezza d elle facoltà um ane, non
Alcuni compagni pensano che. essendo noi una mi­
nuclei notevoli di compagni nostri con siste nel ri­
"lederà mal ia lib ertà altrui. Come gli astri gravinoranza, cosi vaste aspirazioni non hanno ragion
vendicalo
il diritto dello m inoranze alla libera spe­
" landò intorno al proprio cen tro percorrono traietd'essere. Aia converrebbe esam inare anche se non
rim entazione ed alla libera critica contro l'autori" tnrie speciali, cosi gli uom ini potran percorrere la
ei siamo condannati da noi ad essere minoranza, se
larisino del partito cito eserciterà il potere.
"propria linea di libertà senza confondersi mai e
non continuerem o eternam ente a condannarci con
Questo concetto mi pare com pletam ente Illusorio
"senza degenerare nel c a o s”. Ed altri all'astionom in
questa altitudine di azione lim itata fuori della qiTale
Anzitutto, perché mal un partito autoritario domi­
sostituendo la fisio lo g ia , parla di una “sim patica ag­
resta in molti paesi la maggioranza dei lavoratori
nante Insceni alle frazioni dissidenti praticare dei
g lo m e r a z io n e di c e lln ie nei vegeta li e negli anirivoluzionari o di inclinazione rivoluzionaria. Siamo
modi di convivenza in contradizioue con le norme
" mali"; ed altri parla della form azione dei cristalli,
in mi circolo vizioso: non ci prepariamo per rea­
generali che gli sem brino necessarie. Specialm ente
e tosi di seg u ito passando in rivista tu tte quante
lizzazioni totalitarie perché siamo minoranza, e non
se questo partito é socialista o com unista, poiché
le scienze naturali. Ilei cristalli contorti o mancati,
cessiam o dall'essere minoranza perché non abbiamo
la
uni vernalizzazione dello statalism o cito li informa
della lotta per l’esisten za , delle catastrofi cosm iche,
concetti totalitari solidam ente elaborati e fondati
impedirà la minima tolleranza. A spettarsi 11 con­
delle m alattie, degli aborti, di tutta la infinita som ­
dm sodisfino. Ed intanto, i partiti con programmi
trarlo significa voltar le spallo a ll’insegnam ento
ma di stragi e di dolori ch e pure esisto n o nella
totalitari attraggono logicam ente le masse.
storico che sm entisce im placabilm ente slm ili aspira­
natura, non si ricorda nessuno.
lo credo dm lu ragione essenziale di questa si­
zioni.
La disannonia, l’antagonitìnio di in teressi sono la
tuazione risiede nella formazione m entale del nnD'altra parte, giammai noi influiremo profondaconseguenza d elle istitu zion i p resenti. D istruggete
òlro m ovimento durante gli ultimi decenni. L'indi­
m
ente
e decisivam ente sulle m asse popolari rivo­
lo Stato; risp etta te la com pleta libertà di commer­
rizzo i arattoristico é stalo filosofico, nou sociolo­
luzionarie, se non avrem o e non preconizzeremo
cio, di banca, di zecca ; sia il diritto di possesso
gico; di ragionamenti teorici alquanto astratti dalla
concetti totalitari, che tendano a una riorganizza­
della terra lim itato dull'obbligo di coltivarla u al­
realtà ambientalo, non di analisi, di studio costante
zione di tutta la vita sociale. E' naturale. Le m asse,
trimenti adoperarla rii persona; sia libera, com pleta­
dulia società o della sua evoluzione. E' pura verità
per aderire alle nostre idee, al nostro movimento,
mente libera la concorrenza, dicono gli anarchici indi­
clic l'iiisiem e dei nostri disconosco la società coni»
alle nostre attività, vogliono, con ragiono, sapere
vidualisti della scuola di T u rk er — e fa pace regnerà
organismo com plesso nelle su e realtà economiche,
non solam ente come intendiam o operare nella sfera
nei mondo: la rendita econom ica, vale a dire lo diffe­
politiche e sociali. Questo vuoto é la ragione fon­
lim itata della nostra influenza, botisi anche quali
renze di valore, per p rod u ttività e per posizione, delle
damentale dell'assenza di aenso pratico realizzatore
varie parti del suolo spariranno n a t u r a l m e n t e , e
j metodi proponiamo e siamo disposti a praticare in­
negli uni, delle elucubrazioni astratte e autoritario
siem e con loro, per risolvere In tutti 1 luoghi i
concorrenza m enerà n a t u r a l m e n t e alla più proficua
in tanti altri, che non sanno uscire dalla loro posi­
grandi
problemi della rivoluzione.
ziono negativa per elaborare un concetto scientifico
utilizzazione d elle forze naturali a vantaggio di tutti.
E di due cose l’ima: o presentiam o le nostre
basato sullo studio della società. E cosi sì continua
Distruggete lo S ta lo e la proprietà individuale,
soluzioni,
sulla baso di studi sociologici documen­
niiuinaiidi) ragioni teoriche che solo preludono ad
dicono gli anarchici ind ivid u alisti della scuola co­
tati e non ili creazioni Immaginarlo di carattere
un nostro futuro annullamento storico.
munista (la cosa e s is te m algrado l'apparente conromaazotico,
e terremo cosi una probabilità di aiSolo potremo uscire da questo circolo vizioso am­
tradizione dei term in i) — e tutto andrà bene;
n a n e a noi le m asse e di far trionfare i nostri
pliando la nostra visione ambiénfnle e creatrice,
tutti andranno n a t u r a l m e n t e d'accordo; tutti lavo­
tendendo ad essere gli ispiratori delle norme rico­
reranno perché il lavoro é un bisogno fisiologico; tu i principi!, sia pure all'Inizio im perfettam ente, — o
coni ¡luteremo ad essere minoranza, e ci condanne­
struttive. come tecnici lavoratori e non com e teo­
produzione ( in risponderà sem pre c n a t u r a l m e n t e al­
remo a ll’impotenza, alla nostra scomparsa com'é av­
rici filosofici, il che el condurrebbe ad essere dì»
le domande del consum o, e noli vi sarà bisogno né
venuto In Russia.
latori politici.
ili regole né ili patti p e r c h é ... facendo ognuno (niel­
lo comprendo elio chi si m antiene in una posi­
Significa ciò citi1 lo preconizzi piattaforme rigide
lo che vuole si troverà aver fa llo , senza saperlo né
zioni!
filosofica, astraendosi dal conoscim ento pro­
ili
carattere
autoritario?
A
ssolutam
ente
no.
Tali
volerlo, proprio, pi et ism aelite quello che volevano
tendo
della vita sociale nella sua immensa e inte­
piattaforme,
legislazione
astratta
de!
futuro,
sono
gli uliri.
ressante
« oinplessllà. non concepisca un Intervento
a
nell'esso
rii
imi
n
x
i.
e
romanzi
pericolosi.
lo
penso
Kfei lié andando in fonilo alla cosa si trova che
nostro,
ili
senso generallzzatore, senza pericolo di
che
é
possibile,
in
lutti
i
paesi,
studiare
lu
realtà
1anarchismo indivi dualista, non é nitro (die una spo
vivente, analizzare i fattori economici favorevoli e
uiitnrltiii'isino. O slamo capaci ili suggerire soluzioni
ri** di armcuiismo, li provvidenzialism o.
per orgeu¡zzare la produzione, coordinare le regioni
sfavorevoli della rivoluzione, indicare le possibili
«Sciamilo noi i principi! fondam entali dcll'indivle
gli organismi, vincere le difficoltà, in pienti colliisoluzioni
alle
difficoltà
ini
ru
viste,
segnalare
tulli
dualismo sono com p letam en te erronei
binazione
con le m asse e contribuendo poderosa­
gli
organismi
di
appoggio
inni
no
esistenti
e
ilei
orL'individuo limano non é un essere indipendente
inimir<fino
u
qual
punto
possono
essere
fattori
di
mente.
grazie
alla superiorità della nostra prepadalla società, ma ihil prodotto. Senza società
Gli Anarchici e la Rivoluzione
tornio ili lui qu estion e, s i diverto un poco allo scan ­
Eppure anche lui non resiste alla tentazione di
dalo. e poi /ni allontana pensando che forse Tizio
voler conciliare l'Inconciliabile! Egli dice a un certo
<• Caio sono farabutti tutti e due? Ed é il pubblico
Punto: ' S e necessario un periodacelo di dittatura
d ie noi vorrem m o e «i dovrebbe convertire!
Proletaria, ben venga!" Come non «'accorge il Nltti
Veram ente, quando I giornali nostri diventano ufo
che questa sita sem plice am m issione ammazza in
"atei di odi personali. /■'«* da rallegrarsi ch’c ssl sono
germe le sm* autonom ie? Ancb’eglì casca sul ponte
Itoci) letti fuori del nostro campo e da augurarsi
dell'asino in cui cascano imiti rivoluzionari sinceri
i lie lo siano a u d io mono.
(non escluso qualche anarchico), che ricorrerebbero
lo vorrei dunque ch e si tron casse ogni polem ica
alla dittatura proprio in quel primo periodo rivo­
personale; e se qualcuno co n tin u asse non gli si ri­
luzionario in cui meglio potrebbero sorgere e s v i­
spondessi. salvo, ove fo sse 11 i aso. a sm en tire <on
luppare i loro organism i tutte le autonom ie popo­
i aitila e lo n linguaggio decen te, gli errori di fatti
lari e proletarie, elio invoco qualsia«! dittatura osta­
» le possibili calunnie.
colerebbe e soffocherebbe pel suo naturale spirito
Ch*“ s<* poi. a cco d iti dalla p assion e, alcuni voles- * di conservazione.
sero i ntil lunare, spetta ai com pagni imporre il bu­
Sarebbe cosa provvisoria, ini “periodacelo”, essi
sta.
dicono, dopo di cui la dittatura verrebbe licenziata
impntutto sono i com pagni che m antengono i gior­
«• si las.-erehlie il passo libero alle autonomie, —
nali. l->si li imint» tigoni* per far la propaganda e
e magari nU'annrchin. Si dim entica una circostanza
non già per »od d lsfan gli udii, le g elo sie e le va­
(sem plicissim a: elio la dittatura, una volta formata
nità tìi questo o di quello.
(■ (r e sta si una polizia ed un esercito, piglierà guato
a! potere e continuerà a ere lersi indispensabile
Pretendano dunque d ie s) faccia la propaganda
sem pre più, rimandando alle calendo greche la firn*
** niente altro d ie la propaganda. V e hanno il di­
del suo periodo provvisorio; finché, cessata l’el'feiritto e 1 il mezzo.
ER RICO M A LA T EST A .
vescenza rivoluzionaria nel popolo, rafforzatasi la
dittatura e form atasi attorno a questa una specie
(1! nuova ca d a dirigente, essa da provvisoria diven­
( D a l n. 13 de “ L a P a g i n a in L i n g u a I t a l i a n a
del
terà permanente, tu ffa i più cambiando a un certo
q u o t i di an o L A P R O T E S T A di B u e n o s A i r e s , del 19
punto di nome.
g e n n a i o 1930. >
Ivi dii tal ara avrà allora uccisa la rivoluziono,
neutralizzandone in gran parte gli ottetti liberatori.
E coloro (lie, Il Nitti compreso, volessero tentare
eoi fatti di ine*Iter termini.' al suo potere e lieou#
; et la. non ne nvrnn più la forza: e probabilmente
I N T E R P E T R A Z I O N E (O F A LSI FIC A Z IO N E) M A R
finiranno di nuovo in galera, al confino o in osillo.
X I S T A D E L L A S T O R I A . — 11 noto scrittore mar­
se non fucilati addirittura. — sia puro (magra con­
xista francese
Uappoport. in o ccasion e deUnnuisolazion e!) nel nomo della rivoluzione e del piolorersario della fondazione d ella 1.* Internazionale,
tarlato!
ripete india rivista M o n d e di Parigi del 5 ottobre
*
ti. s. i falsi e le scio cch ezze con cui Marx, e i suoi
>i *
seguaci riuscirono por m olto tem po a «figurare o
(litui ma re l'opera sv o lta in sen o alla grande A sso­
U N 'A L T R A
SFU R IA T A
P O LEM IC A
CHE
FA
ciazione da Hakunin e dagli altri so cia listi, non «ol­
T O R T O A l S U O I A U T O R I . — Bandendo m eritato
iamo anarchici, in con trasto con lui od il suo gruppo.
om aggio al compagno Bei-neri por la una fierezza
Ila molto tem po la verità é sta ta ristabilita in
in tribunale, dove fu condannato a 1! m esi di pri­
piuposito nel modo piti com pleto sul terreno storico
gione per infrazione all’espulsione, — o noi a sso ­
da più di 25 anni. — b a sti citare la m onum entale
ciamo alla protesta per la condanna, tutta la nostra
storia d ell'In tern a /lo n a le di J. G uillaum e, — e au­
solidarietà con la vittim a, — L ' A d u n a t a dei R e ­
tori e scrittori so cia listi com e Jaurea. Bornatein.
f r a t t a r i di New York, n. -40 del I o ottobre u. s .,
.Yrr. Labriola, M ichela (d'anteguerraI ed altri rico­
crede dì far risaltare m eglio i ineriti del condan­
nobbero le buone ragioni di Bukunin e il grave torto
nato con tutta una »Curiata denigratoria contro l’iimdei suoi detrattori. Ma i m arxisti non tengono conto
bioute deH’auarchism o italiano em igrato a Parigi.
di uuila: per e s s i gli a n tich i rancori di Marx tanna
Vi si parla, a proposito delle d ifese prese in varie
sempre testo, e con tin u an o a p resen tare la ntonzo
circostanze dalla Lega dei D iritti doU’Uomo e del
gna per verità, e vicev ersa .
C ittadino a favore di compagni nostri, niente meno
Cosi anche Uappoport. E gli attrib u isce a Bukunin
elio di strisciam enti, m endicam onti, transazioni, iil contrario di q u el elle furono le su e idee; gli a f­
pocrisie, ram m ollim enti, c chi più ne ha più ne
fibbia i m etodi di N e tc h a ie fi, a causa dei quali in ­
m etta! L inguaggio poco serio, che ci ha addolorato
voco Bukunin la ruppe quasi su b ito con lui; ne
perché ferisce anello i com pagni ostranoi alla pole­
presenta l'idea d ell'in su rrezion e popolare com e qual­
mica di cui evidentem ente questa sfuriata ò uno
cosa di sim ile a g li odierni “putachea" dei reazio­
strascico (noi vi accennam m o nei num eri scorsi
nari: gli a ttrib u isce l'in ten zion e di m utare l'Iuterdeplorando un insensato attacco air'A dunata") ;
mizionale ìu so cietà segreta, coea com pletam ente
provoca g l’interessati a più aspre repliche e, nel
fantastica, ecc. ccc.
m edesim o tempo, cagiona maggior danno a chi l’aMa a m ostrare la m ancanza d'ogui serietà del
dopra col regalare inabilm ente agli altri un’appa­
Uappoport basta dire ch ’egli n el su o articolo di­
rente giu stificazion e che prima questi non avevano.
mezza addirittura la storia deU’Internaziottale, fuEcco dove meua il sistem a dolio ritorsioni polo
c«donla finire dopo la C om une (1871), lim itandone
m iche! Si crede sanare un’ingiustizia con una in­
la vita ad appetta s e tte anni, m entre durò altri otto,
giustizia in senso opposto, elio invece accredita la
fino al 1879, ed in alcuni paesi anche d i più.
prima. E elio si tratti di un’altra ingiustizia noi
E' bensì vero ch e 'Marx e il su o gruppo con lu
possiam o dirlo, poiché conosciam o l’um biente nostro
disonesta manovra ded C ongresso d ell’A ia (1S72) —
di Parigi, ci abbiamo vissuto dentro, slam o tultora
dove da una m aggioranza fittizia fecero esp ellere
in rapporti d’am icizia con del suoi elem enti (come
llakunin e i suoi am ici, — riuscirono a tagliar fuori
lo siam o con "L'Adunata”), abbiamo conosciuto li­
se stessi dalle file dellT nternazionale e a dare a
na quantità di compagni difesi dalla Lega dei Diritti
questa un grave colpo. N on ostan te, anche senza
dell’Uomo e ne fummo ditesi una volta anche noi.
Alarx, riu teru aziou u le continuò a vivere, con l'ade­
Sappiamo per esperienza, fra Labro, che la Lega
sione di tutte le sezio n i e federazioni nazionali (tue- ! difende nei lim iti dei possibile, nei casi m essi a
no la ted esca), noti e sc lu si elem en ti a ssa i vicini a
sua cognizione, ogni perseguitato che si trovi nelle
Marx, come quelli della sezio n e in glese, con i suoi
condizioni volute dai suoi statuti, senza chieder
congressi internazionali e nazionali, i suoi giornali,
nulla e senza neppur bisogno ili conoscere di per­
ecr.
mana il difeso. (ìli strisciam enti, anche am m esso
I
nomi più illustri del socialism i) di tutte le ten ­ che vi siano dei disposti a farne, sarebbero super­
denze (alcuni a ttiv issim i) continuarono a figurare
flui; e le transazioni mancherebbero di qualsiasi
nelle file deH’Iiiternaziouule a m ile dopo il 1872: I),
oggetto su cui transigere.
Mulo». ,] G uesde, 1’. Urousae, K Jttngg. C. De
Non insistiam o, elio non é necessario. In realtà
Paepe, A. K u lisciotf, E . B ignani. A . Costa, ecc.
fra gii anarchici d'ognl dove vi eolio belisi diffe­
senza contare Bukunin e 1 più conosciuti anche oggi
renze d’idee e metodi, ma essi sono poi tutti della
come anarchici e r e sta ti tali.
stessa pasta limami. L’am biente degli em igrati no­
*
stri a Parigi vale quanto quello di New York o
>»■ *
M aulevideo, e gli tini non sono m inim am ente se­
E' A U G U R A B I L E U N “ P E R I O D U C C I O ” D i D I T ­
condi agli altri in onestà civile ed in fierezza anar­
chica. pur partecipando più o meno degli stessi di­
T A T U R A P R O L E T A R I A ? — N el quaderno 2 5 -2 «
fetti comuni ai mortali, non ultimo quello di non
(settembre di quest'anno) dei P r o b l e m i d el l a R i v o ­
capei trem ilo i nervi quando hanno la penna in
luzione I t a l i a n a di M arsiglia, che ubbiamo riveduta
mano. D ifetto anelie nostro, cui i«n si deve l'errore
ora dopo tanto tem po che più non ci arrivava, tro­
(ce i)P accorgiam o troppo tardi) di aver voluto flcviamo riprodotta una lettera polem ica sul m ovim ento
»are il naso in questa specie di polemica che non
antifascista italian o e i rapporti fra “S o cia lism o e
vuol pili finire.
Libertà' di F austo N itti, molti» in le ie ssa n te .
Egli dice clic la rivolu zion e italiana «arti sociale
*
e non sarti, é d'accordo per le espropriazioni suda
* *
più larga scala, vuole le autonom ie del cittadino,
A B O L IZ IO N E D E L L E CLASSI, E NON P R E D O ­
ile! sindacato, delle co llettiv ità econom iche, ecc. ma.
M I N I O D I C L A S S E . — In un articolo de L ’A v a n ­
molto giustam ente, non vede “com e il marxismo,
g u a r d i a di Zurigo, “repubblicuiia-soclalista”, u. 3 do!
tutto li m arxism o, p ossa con ciliarsi con queste au­
15 ottobre u. s . si commentano i risultati di un
tonomie".
convegno repubblicano ad A llucinasse precisando “1
Per quanto dagli sfid iti di Marx si potrebbero
nuovi orientam enti programmatici" del gruppo elio
trarr,» non poche citazion i a favore del principio
fa capo al periodico suddetto anche come un "liteautonomista, — per esem pio, nel suo scritto sulla
lodo dei piani di collettivizzazione precedenti e a c ­
Comune, a furore d elle autonom ie com unali, — é
compagnati dal «aldo possesso del potere politico
anche vero che coi tem po il m arxism o, ili Marx
con o senza II parlamento”. Con d ò “L'Avungnare più ancora nei suoi Interpetri e più di tutto nei
ilia" Intende superare ruilieulmente la democrazia
bolsceviehi, accentuò sem pre più il suo autoritari­
pollil a dim ostratasi insufficiente ai compiti della
smo centralizzatore e d ittatoriale, con cui ogni pra­
ascensione e liberazione proletaria.
tica di autonomia li incon ciliab ile. Quindi -il timore
Slamo ben lungi dal m isconoscere il progresso
del Nini di vederne sacrificata la cullati della li­
bertà non 6 punto in giu stifica to
' evidente che segna un ropubblicanisnio che ileo
ìi
SPUNTI CRITICI E POLEMICI
nosco rautonotnia del proletariato e la lotta di clas­
so per hi socializzazione della proprietà; pure l'afformazione sopra riprodotta ci par celi un equivoco
La superazione della democrazia é un progresso;
ma quel "saldo p ossesso del potere" lo annulla. Se
il potere politico é tenuto col parlamento. 6. demo­
crazia; senza parlamento é dittatura. I repubblicani
cadrebbero dalla padella democratica, — sia pure
«oclnl-democratica, — nella brago autocratica. — sia
pure social-bolscevica.
Ma forse la causa dell'equivoco si rivela in un’al­
tra affermazione doU’artieolo, dove si dice che
“quando si arriva al punto essenziale il problema
é 11 predominio di classe; il proletariato deve a s­
sicurare il suo predominio sulla borghesia, a fini
di progresso generale"
Lasciamo da parto il "progresso generale", ch’é
nel programma di tutti i poteri politici, anche peg­
giori. Ma che avrebbe di socialistico una rivolu
zinne che lasciasse «assistere le due classi come
tali, e solo sostitu isse il predominio delibimi a
quello deH'altrn? E un vero predominio proletario
sarebbe possibile, se il proletariato restasse tale,
cioè sfruttato, e altrettanto la borghesia, cioè sfru t­
tatrice? E soprntutto ciò potrebbe soltanto essere
tentato, senza un potere politico il più tirannico e
totalitario d ie, lungi dal «operare la democrazia,
sognerebbe un regresso su di lei e si risolverebbe
in una peggiore oppressione (lolla grande massa
del proletariato, anche se esercitata a nome suo?
“L’Avanguardia" crede perfino inutile dimostrareche "Il metodo anarchico non conduco a realizza­
zioni «tubili". Cambierà parere so capirà che il
socialism o é l'abolizione delle divisioni di classe o
non la sostituzione del dominio d ima classe a quel­
lo dell'altra, per cui il primo atto della rivoluzione
dov’essr e l'espropi iazione dei proprietari; e che
non v'c socialism o senza libertà, ed esso non si
concili i con la libertà che con l'ubolizioue d’ogni
dominio politico, ragione per cui la libertà o il
socialism o non potrebbero aver mai peggiore ne­
mico che quel “saldo potere” che "L’Avanguardia”
si augura.
+
* *
SI C H I E D E L A
TO AN ARCH ICO !
SP A R IZ IO N E
,0EL
M O V IM EN ­
— Chi chiedo ciò non ó piu solo
il fascism o o qualche governo pseudo-democratico
che ne prepari l'avvento, bensì il periodico m assi­
m alista A v a n t i ! di i ’arigi, n. 1S del 4 novembre
u. a., il quale, parlando degli ultimi fatti di Spa
gua, giungeva a dire che colà “il trionto della ri­
voluzione é subordinato alla sparizione del movi
monto anarchico" e sua sostituzione “gradualo” col
socialism o dittatoriale.
Tutto ciò, perché parte delle ma«so spagnuole più
influenzate dagli anarchici non avrobbero fatto tut
to quello che, secondo lui, dovevano pel trionfo dei
moti dei primi di ottobre. Siamo beu lungi dall’esehnlcre che gli organism i anarchici o di tendenza
libertaria siano caduti in errori anche gravi. Per
esem pio, quel caporalesco “nessuno si muova senza
nostro ordine" della C. N . T . locale di Barcellona
del 2 ottobre, citato daH'“A v a n ti!”, é iuconceplbilt
dal più elem entare punto di vista anarchico, oltre
che rivoluzionario.
Ma l”‘Avuuti!" parla dì corda in casa dell'appiccato! Chi non ricorda il ritornello “uiuno si muo­
va, asp ettate gli ordini!” con cui i socialisti ita
baili finirono con lo stancare le m asse del loro
paese nel 1920? E che cosa fecero i socialisti spa­
glinoli in occasione del tentativo rivoluzionario anarehioo della fino dell'anno scorso? Gli orrori degli
uni non scusano quelli degli altri, lo sappiamo. Ma
i socialisti non han diritto di faro la voce grossa,
porcili: so gli anarchici han com m esso degli errori
(ed é ancora prematuro volerli stabilirò da lon­
tano. poiché non si conoscono ancora bene molte
coso), si sa fin da ora che e ssi non possono essere
stati altro che la conseguenza logica della politica
reazionaria e sanguinosa contro gli anarchici del
governo repubblicano-socialista spaglinolo tino a
pochi m esi addietro e di quello locale catalano ap­
poggiato dai socialisti fino alla sua recentissim a
caduta.
Avremo tempo di pariamo. Gli anarchici, abituati
anche troppo all’aui. critica ed alla critica reciproca,
non mancheranno al loro dovere di dire la verità
anche so dolorosa per essi. Ma intanto, comunque
si postai giudicare 1 operato dei loro organismi, sta
di fatto che gli anarchici spaglinoli, Individualnieuto,
a gruppi o per comuni, si sono battuti con valore
in cento pilliti; o nelle Asturie, in blocco unanime
a fianco dogli altri rivoluzionari, sono caduti in gran
numero con l'arme in pugno, e costituirono un coef­
ficiente incalcolabile di quella lotta eroica del prò
letariato. Non sappiamo, né possou dirlo 1 sociali­
sti, eo quell'epica pagina rivoluzionaria sarebbe sta­
ta possibile senza 11 concorso deiranarchisnio nu­
meroso di quella regione. Non sarebbe dì certo stata
augurabile la sua “sparizione" dal movim ento pre­
cedente. elio ha dato un cosi magnifico per quanto
tragico r isu lta to ...
Ma infine, «e 1’“A vanti!” non credo possibile il
trionfo della rivoluziono in Spagini senza la scom ­
parsa del movimento anarchico o la sua sostituzione
"gradualo" col socialism o autoritario, in quale si*
colo erode elle quel trionfo si avrà? K' proprio 11
caso ili diro "aspetta cavallo!", si* da circa «0 aiuti
in qua tutti gli «forzi socialisti, da l’alilo Igleaìus
a Largo Cnbullero, non sono riusciti a eliminar**
ruuarelilsuio r a sostituirli) nella simpatia delie
grandi masso operate e contadine spaglinole.
Non cl si riuscirà neppure in seguito, e sarà la
»salvezza (lolla rivoluzioni* poi vero socialism o o per
la libertà.
r
jbì lineamenti anim ati, di corpo grande ma non
upn formato, piangeva silen zio sa m en te e umana­
m en te a uno spettacolo tanto atroce, di fronte a
•dmile delitto. 11 "caudillo" che lo vide piangere gli
s¡ avvicinò, e battendogli la .«palla disse: “Caspita
,0m'é floscio il ragazzo!"
U piovane cui la realtà, cruda com e sem pre, aveva
ferito, come la luce agli occh i al risv eg lio da un
sogno romantico, strappandogli cop iose lacrim e di
commiserazione pei nem ici delln vigiliti, era Fior„ncio Sánchez.
ANATEMA
AL
“C A U D I L L I S M O "
D E L L 'A M E R IC A
LA T IN A
Questo sistem a, il "caudillism o", delle fazioni che
seguono non un programma ma la persona del
capa. eru lu!,le unu istitu zio n e nazionale nei paesi
del Ilio de la Fiata. 1 presidenti, quando non orami
■ri «tessi del “caudillos", cercavano l'appoggio di
questi per trionfare n elle elezion i, più o meno come
oggi, i" atti i1- cavallo del com m issario é quello che
vince )u corsa (1). 1 "caudillos" in Am erica sono
.-ame 1 facicchi in Spagna, del quali hanno le
pretensioni, e com e 1 condottieri dei quali hanno
funtore bellico.
Juan »autista Albert», uomo politico argentino del
tempo deintidipendenza, considerava q u esto sistem a
,-iinje una m anifestazione di rlvoluzionarìsm o. defi­
nendolo conte la “dem ocrazia m a le organizzata”. “H*
il capo delle m asse, e le tto direttam en te da loro,
senza Ingerenze del P otere u fficiale, in virtù della
sovranità di citi la R ivoluzione ha in v estito tutto
¡1 popolo, colto e in colto: é l'organo e il braccio
immediato det popolo: in una parola, il favorito
,l.l!a democrazia”. 11 ch e non ha Im pedito, aggiunsiamo noi, che in virtù di ta le favoritism o, quei
caporioni s! con vertissero in padroni e, signori delle
vite c degl* averi.
L'Alberdi. che partecipò a lle g esta dell'Indipenil.uza, che fu la lib erazion e dei terrateu en ti creoli
dalia dominazione d ella m etrop oli spaglinola, agghin­
dava che il «“cau d illism o” apparso in A m erica con
la democrazia non può e s s e r e denigrato da coloro
dii' si dicono partigiani della dem ocrazia sen za il
più stupido controseuso. B asti dire che furono gli
spaglinoli realisti ch e d ettero tale nom e a i Bolívar,
ai Carrera. Güemes, A taoz, ecc. Secondo gli spa­
glinoli, il “caudillism o" am erican o era il patriotti­
smo:. rauiericjinismo, la rivolu zion e d ell’Indipeudenza. Però, passato il periodo deli'indipendenza, i
“i-audillos” litigarono tra loro per la ripartizione e
per i! predominio, ed attorno a loro si raggruppa­
rono i figli del popolo. Q uesto periodo em brionario
della democrazia rioplaten.se, Sarm ien to la chiamò
“gauchocrazia"Flureneio Sánchez, ch e com e tutti del suo tem po
partecipò alle guerre civili, a cui fu spinto dal suo
disinteressato id ealism o p atriottico, stud ian do la
realtà da vicino vide com e i “caudillos" si batte­
vano per disputarsi il pane caduto dalla m ensa, al
strìdo di "aìre libre y carne gorda” (aria libera e
(arile grassa) O sservò ch e la patria loro non era
clic un mucchio di su d icio danaro, e che per il
popolo non si traduceva ch e in m iseria e dolore
senza palliativi.
Nel 18911 egli pubblico le “Cartas de un flojo” a
ricordo appunto d ell’episodio su accen n ato della guer­
ra del 1897. «D iscendenti ila vagabondi e “char­
rúas' (2> — egli diceva — c i resta delle madri
indiane un residuo ¡li rib ellion e indom ita, di bravura,
'l’istinto guerresco, di ten a cia o di resisten za, e dei
•creoli che le fecondarono l'um ore al ballo tradizio­
nale iii “faudango” ), la sfa ccia ta g g in e, la fanfuronerìa e la verbosità p ettegola, elem en ti g li uni e
"li altri più d ie su fficien ti a gen erare i vizi e di­
teli! di questa razza ch e la nostra m egalom ania
chiama hi Ruzza dei T rentatré» (3).
«Nulla spero da voi, — dice in un altro punto
~ ila die vedo cotesta gio v a n e in tellettu a lità rovi­
narsi gli occhi su in gialliti «carLifaggl per estrarre
insegnamenti dall'epopea della nostra rachitica esi­
stenza americana, in vece di occuparsi degli interessami problemi scien tifici ch e agitano io m entalità
contemporanee; e correr dietro a lle tibie scuruite
ti*'1 primo “gaucho" cla ssico ch e sem bri loro un
(h Morto di d ir e x u U - i u n e r k a i i o , p e i s i g n i f i c a r e la c o r e le t to r a le , p r e s o d a l l i n g u a g g i o d e lle c o r s e di
r fcAv'.alll, nelle (inali si d i c e v a d i e “ Il c a v a l l o del c o m m l s i p ò ' 1". r i o / d e ll 'a u lo r l l A , n o n p e r d e v a m a i . — L a R a da*
eroe, inalberate com e ideale, o alle carcasse vive
di qualsiasi psoudo "cntidlllo”, mandriano di appe­
titi. invece di stare con coloro che fin d’ora indi­
cano le vie d e ll'a v v e n ir e ... Non credo in voi, pa­
triot ti spacconi e politicam i». E, nauseato del pa­
triottism o inculcato nelle scuole, esclam ava: «Siate
niello patriot ti e sarete più uomini. La terra si ó
formata per tutti col suo ossigeno e col suo sole».
D isgustato dei “cau d illoi” ed In contatto con gli
anarchici che fre inculavano il "Centro Internaclottul", Fiorencìo fece professione di fede libertaria.
Nel 1900, con le tasch e vuote ma 11 cuore rigurgi­
tante dì speranze, dopo essere stato in Montevideo
segretario dì Dietro (Jori e aver sviluppato in que­
sta città un notevole lavoro di propaganda, si recò
a Buenos Aires, dove conobbe Ingenieroa, Ghiraldo,
Lugones, ree. Quivi entrò a far parte della reda­
zione del quotidiano nnarchlco “Im Protesta".
(Il
seguito
al
prossimo
n umer o.)
F ED ER IC O
G. R U F F I N E L L I .
la miseria in Omerica
li.
»
AH'infuori ilei gratuli possedim enti personali, vi
sono in America estensioni di territorio immense,
che sono <1i proprietà statale.
'DI esse, i governi di questo continente ( 1) usano
rilasciare a grandi com pagnie industriali concessioni
enormi, clic fanno di tali com pagnie lo padrone as­
solu te di provineie Intere. Per esem pio, di recente,
al temilo del dittatore Silus, in Bolivia, fu elargita
alla “Standard Oil" una concessione di 3 milioni
e 145 ettari dello regioni petrolifere, in cambio del
so steg n o che la com pagnia assicurava al dittatore.
K man mano che si scoprono nuove ricchezze nei
vari territori, gli avoltoi stranieri vi si lanciano
sopra, col beneplacito dei governanti; e questi e
quelli «i arricchiscono cosi in poco tempo enorm e­
m ente, dissanguando i paesi e im poverendone sem ­
pre più Je popolazioni.
N el Chile, qualche anno fa, sotto le pressioni
nord-americane, l'aliora. dittatore G enerale Ibaùez
creò una compagnia salnitriera che chiamò “Com­
pañía Salitrera Nacional" (Co. Sa. N a.), che rag­
gruppava e concentrava la produzione di cinque
grandi m ine: com pagnia che, nazionale solo perché
sosten u ta dal governo, non era altro in realtà che
la proprietà del signor Guggeuheim , nord-americano
(com e ubbium detto), chiam ato il “re del salnitro”.
Egli, fino al dicem bre del 1929, dava lavoro a 61)
mila operai; ma in segu ito, a caima della crisi, ne
m ise m età sulla strada.
La situazione dell’America centrale non differisce
molto da quella del Sud; assai sp esso é peggiore.
Una compagnia, che vi ha steso una rete poderosa
e onnipotente di in teressi é la “U nited Fruit Com­
pany ', lu quale spadroneggia in Columbia e in quasi
tutte le regioni centrali, ed ottien e benefici e di­
stribuisce dividendi perfino maggiori delle entrate
ste sse che ha negli Stati in cui ha delle proprietà
su e proprie.
Una delle peggiori conseguenze dello epadroneggiare econom ico di queste im prese capitalistiche è
la loro diretta introm issione, appena velata da ma­
sch eratin e puerili, ma spesso cinicam ente sfacciata,
nella vita pubblica dei vari paesi, di cui si credono
veram ente le padrone. Per garantirsi con minore o
nessuno «sforzo più lauti guadagni esse non si peri­
tano a scatenare qualche guerra fratricida fra due
paesi germ ani (com e queliti del Cinico), oppure a
far sch iacciare sotto il tulloue di un dittatore al
loro servizio tutto un popolo, per strangolarne ogni
aspirazione di libertà e ili indipendenza. Molte delle
dittature larvate o palesi che opprimono l'America
del Centro e del Sud sono una creazione artificiale
(li cotalì imprese, che pagano profum atam ente i
“caudillos" militari o civili organizzatori ilei vari
colpi di mano chiam ati, a m aggiore scherno elei
popoli, “rivoluzioni".
lusom nia, dovunque noi posiamo lo «sguardo,, salle
a lte m ontagne della Bolivia come per le im m ense
pianure del Paraguay o dell’Argentina, n elle selve
del B rasile o in quelle della Columbia, a Cuba o
nel Venezuela, la dominazione di pochi satrapi in­
digeni o stranieri ha sem pre per conseguenza una
oppressione feroce ed una miseria terribile per le
m asse lavoratrici. La quale miseria forse ei vede
poco nelle pochissim e grandi città, ma appare su­
bito evidente nei suoi più negri colori uppena si
esce nel “campo”, dove l’uomo è qualcosa di meno
valore delle bestie, e trattato sp esso peggio di
queste, com e abbiamo già detto.
il contrasto fra i due poli — ricchezza e miseria
— é tale che può essere paragonato solo a quello
(h e si racconta della Cina e delle Indie. Le più
favolose ricchezze di pochi si formano solo a sp ese
dei m iseri popoli lavoratori che le creano o le
valorizzano col sudore della loro estenuante fatica
■t fi
L , I " c l m r r u u s " e r a n o u n a t r il l ò ili a b o r i g e n i del
j ritorlo u r u g u a i a n o a l t e m p o d e ll a c o n q u i s t a s p a g n u o .
La R e d a z io n e .
La s p e d iz io n e d e l T r e n t u n / ' fu u n e p is o d io e r o ic o
f'Icimin.’li,azione n a z i o n a l e d e l l ’U r u g u a y (Hi2S). — L a
f WilZÌon,.
(1) Q u e s t o l a v o r o su lla m is e r i a lu A m e r ic a ci fu l a ­
s c i a l o d a i coinliaKiio Huiro T r e n i , p e r la p u b b l ic a z i o n e
in "S i pili S o c ia li” q u a n d o nel d i c e m b r e s c o r s o fu c o ­
s t r e t t o , c o m e I n o s t r i l e t t o r i sa nilo, a d a b b a n d o n a r e a l ­
l 'I m p r o v v i s o l ' I ' u i g i m y (L u R e d a z i o n e l
ed anche col loro sangue.
Il
lavoro di milioni di esseri umani, senza di cui
tutto il «molo e il sottosuolo americano non var­
rebbe nulla, é sfruttato nel modo più ignominioso.
Più di tutti, sono veramente torchiati gli indiani,
che vivono ancora numerosi sugli altipiani; il cui
lavoro si può dire non pagato affatto, ed al quali
si fanno vere condizioni di schiavitù. Ma non stanno
molto meglio neppure gli altri 'lavoratori, appena
un pò fuori delle grandi città, — m entre quelli di
città sono costretti alla fame sopratutto dalla disoccupazione, ed i salari di quelli che lavorano, non
certo lauti, sono resi irrisori dagli alti prezzi dei
generi di prima n ecessità e delle abitazioni. Le
varie polizie dittatoriali pensano, infine, con la loro
violenza arbitrarla e Incontrollata a soffocare nel
modo piti feroce ogni tentativo degli operui dì ele­
varsi ad una vita migliore e di sbarazzarsi di un
dominio impoveritore e dissanguatore.
Conclusione; la fortuna incalcolabile di un cosi
vasto continente, monopolizzata dai pochissim i che
ne dirigono a proprio esclusivo interesse tutta la
vita politica ed economica, é proprio quella che in­
chioda sem pre piti nella povertà peggiore gli operai
delle città e dei campi, tanti i nativi di questi paesi,
quanto i numerosi immigrati che vi sotto accorsi
sotto lo stim olo della n ecessità e per l'abbaglio del­
la tradizionale ricchezza americana, che, pur es­
sendo tuta realtà m ateriale, si traduce per loro in
miseria e morte.
*
*
*
Data la terribile concentrazione delle forze eco­
nomiche e finanziarle che «padroneggiano in questi
paesi, e poiché queste forze sono nella maggioranza
dei casi straniere, e sse si disinteressano com pleta­
mento dell’titile e dei progressi dei paesi che (Sfrut­
tano e dei popoli che vi abitano. Non si preoccupano
die, di intensificare sempre più i loro guadagni
e a questo scopo subordinano tutto. I governi sono
di fatto incatenati ai voleri, talora ai sem plici desi­
deri o capricci, del gruppetto di uomini che qui rap­
presentano quelle forze e sono più potenti di quelli.
Essi riescono quasi sempre a imporre a ciascuno
Stato tutti quei provvedimenti di privilegio, sia poli­
tici che finanziari, che possono favorire i loro gua­
dagni ma impoveriscono sem pre più i vari paesi.
Il favoritism o diventa cosi il pernio della vita
politica ed economica. Il capitalism o straniero si
procura la eliotitela del “caudillo" locale più in­
fluente, talora di più d'uno, pagandolo profumata­
m ente sotto le più varie forme (rappresentanze
commerciali, consulenze legali, sp ese d i pubblicità,
partecipazione agli utili, percentuali su prestiti, ecc.)
finché riesce a farne uno strumento cieco che non
può più rifiutar niente. Da un lato il grande capi­
talismo estero aiuta il “caudillo" arrivista coi suoi
mezzi finanziari ad arrivare e m antenersi al potere
con la corruzione elettorale o colpi di mano; dal­
l’altro lato sarà il “caudillo” che, una volta al
potere, rim borserà i capitalisti al 100 per uno a
spese del paese, contraendo prestiti statali usurari,
concedendo monopoli di servizi pubblici, rilasciando
concessioni di terre o del sottosuolo, esentandone
da im posto le importazioni — mettendo insomma
nelle loro mani tutta l'economia del paese.
Inutile dire elle l’arrivista politico, o il "caudillo”,
unisce cosi l’utile al dilettevole. Sazia la sua am­
bizione com e deputato, ministro, presidente o dit­
tatore, proprietario di grandi giornali, “salvatore
della patria", ecc. e nel m edesim o tempo si forma
una fortuna economica. Il capitalism o straniero fa
sem pre un m agnifico affare. Fa diventare miliouaria qualche persona isolata, ma sottrae al paese
ricchezze favolose, a miliardi; lascia ai politicanti
e “caudillos” indigeni gli onori e l’ambizione delle
più ulte cariche, dei galloni, dei posti di responsa­
bilità, ma poi ó lui che comanda di fatto da dietro
lo quinte, senza dover rispondere di nulla, senza
comparire affatto, potendo al momento opportuno,
alla prima tem pesta, lavarsi le mani di tutto.
Degli stranieri, sem plici incaricati o impiegati,
gerenti di compagnie, direttori (li banche, capi di
trust industriali o commerciali, ecc. sono sp esso di
fatto più potenti di un presidente di repubblica o
(l’un dittatore militare, poiché possono da un giorno
0 l’altro tagliare i viveri allo Stato. Ma mentre
delle rivoluzioni o colpi di mano rivali, — sp essis­
simo provocati auch'essi dal capitalism o straniero,
sia che queslo trovi maggior in teresse a cambiare
1 suoi clienti, sia che ttu trust straniero riesca a
soppiantarne un altro, — possono all'improvviso
spodestare un governante e fargli passare uà brutto
quarto d'ora, il capitali mio straniero non rischia
nulla o quasi. Anche se succede il finimondo, i
capitali stanno al sicuro a New York, Londra, Bru­
xelles o Parigi; e un sem plice cambio d’impiegati,
del resto quasi mai necessario, fa scomparire ogni
possibile bersaglio di responsabilità.
La stampa piti asservita o controllata dal capi­
talismo straniero attribuisce a questo il merito di
valorizzare le ricchezze indigene, di sviluppare la
vita dei paesi americani, di crearvi e allargarvi in­
dustrie e commerci, di elevurvi le condizioni gene­
rali della popolazione. Se cosi fosse, pazienza! Ma
non é affatto cosi.
Non lo é, per lo metto, altro che in minima parte,
e soltanto per ciò che riguarda (imiIelle città prin­
cipale, capitali, centri del litorale o dell'interno,
d ie sono com e i punti indispensabili da cui il
capitalism o straniero pompa le risorse dei territori,
per Incanalarle oltre maro.
(Certo, questi ceniti assorbono ami percentuale
delle ricchezze che vi affluiscono per emigrare. L i
la kIom.-ui «periti e cinica ni'ncclntaggiuc. Ma dovuti
parto olio quivi reatu. per quando militimi 111 pura
quo, nel U d itili o Sud-America avvengono guerre
none a quella t hè (.'migra, é sem pre qramlo, e basta
f ilili,
colpi ili mimo o c e lle e o sld d ln “rivoluzioni”
ad alim entare il lui.so dui capitalism o locale, a l’or
m ari! uuinerrwe ed enormi Cordino privilegiato, a j lo zampino ilei ciipllullsnio »ti'nuien* si scopro ini
crearvi tutta l’apparente civiltà esteriore dei palazzi , in ehlo nudo.
HUGO TRENI.
magnifici, dello costruzioni colossali, dello grandi
vie asfaltate c illuminato, dei giornali di molto
pagine e di gran tiratura, dei teatri, ch iese, cinema,
radio, ferrovie, tram, aeroplani, ecc, col loro rovo
scio di bassifondi, delinquenza, carceri, prostitu­
zione, e via dicendo, com e nelle più grandi m etro­
poli europee. Il centro di lineilo?, Aires, per cucili
Errico .Miriniosili: SCIMTTl. — Volume
pio. assom iglia molto a Parigi.
1.
— “Umanità Nuova”. Pagine di lotta
Ma per i nove decimi e piti del territorio e delia
quotidiana.
popolazione'. l'afflusso del capitale straniero è solo
apparente e provoca maggiore m iseria, e niente a f­
fatto benessere; perpetua le condizioni di barbarie
Edizione del “Jtlrvoglio", ti, ruu dea Savolsofl, Gi­
o non favorisce la civiltà. Al contrario, l'opera dei
nevra (Svizzera). 1931. — Con prefazione di Luigi
capitalism o é riuscita ad abbassare, *otto certi aFabbri, — Un volum e (pp. 358),
Prezzo: 10 fran­
spetti, il livello di civiltà che queste popolazioni
chi francesi.
avevano raggiunto nel secolo scorso attraverso >
rivoluzioni dciriiidlpendenza am ericana, dopo le
Pur avendo qualcuno ili noi cooperato a questa
quali vi fu qui veram ente un periodo di relativo
pubblicazione, non crediam o ili dover lesinare i do­
benessere e libertà, oggi quasi del tutto scom parsi.
vuti elogi al lavoro, poiché tutto il merito reale
S e anche venne in passato qualche beneficio dal
ne
spetta al compagni editori ile “ Il R isveglio Acapitalo di fuori, oggi il parlarne é una menzogna.
narchico" di Ginevra ed all'operaio tipografo che lo
11 capitalism o straniero da gran tempo non porta
ha curato dal lato tecnico. 11 volum e aceuratum oute
più nulla qui. ed opera esclusivam ente con capitali
ordinato o stam pato in ottim a caria, si presenta
accum ulati sul posto o esportati -da qui, con lo
bellissim o ed é riuscito degno ilei contenuto e del
sfruttam ento delle risorse e del lavoro del paese.
nome dell'autore.
Vi 6ono, si, degli stranieri clic contribuiscono
Questo prim o volum e con tien e tutti gli scritti di
alla vita e allo sviluppo del paese, oggi conte ieri;
M alatesta usciti nel quotidiano “U m anità N uova’’ di
ma non si tratta ili capitalisti: essi sono le m asse
Milano e Roma, dall'inizio 127 febbraio 1920) fino
innumeri dei lavoratori immigrati, operai e conta­
al ii. S2 del <i aprile 1922. Vi sono sta ti inclusi,
dini. che continuano con improba fatica a produrre
molto opportunam ente, anche alcuni brevi resoconti
ricchezza insiem e ai ligii del paese; ma. com e que­
di discorsi tenuti da M alatesta (fra cui qualcuno
sti. essi sono sfruttati a san gu e ed hanno, com e i
lavoratori indigeni, nel capitalism o straniero il più
„•gli operai n elle fabbriche occupate, del 1920), ben­
feroce nem ico che ii tratta alla ste ssa stregua degli
ché forse com pilati da altri, ma di certo non disap­
altri e ii deruba della maggior parte dei frutti ili?!
provati da lui. E non é stato omeBao nulla, neppure
loro lavoro che vanno ad accentrarsi n elle c a sse­
1 più brevi trafiletti, note redazionali, ecc. che pos­
forti delle metropoli europee e nord-americane, me­
sono servire m ollissim o, talvolta più degli articoli
no la percentuale lasciata ai pochi negrieri e dit­
dottrinari, a gettar luce sui fatti e far m eglio risal­
tatori Indigeni. 1 quali ultimi in realtà sono in Ame­
tare' lo sch ietto pensiero m alatestiano.
rica assai più “stranieri” df tutta la mano d'opera
Questi scritti ili M alatesta sono cosi recenti, ed
cosmopolita che si é fatta ili qu este terre a prezzo
alcuni già riprodotti in opuscolo o in altri giornali,
ili sudore e di sangue la sua nuova e vera patria.
— i più importanti, fino all'ottobre del 1920, furono
Del resto la stessa maniera com e il capitale stra­
tradotti in spaglinolo e raccolti in volum e a Buenos
niero viene impiegato, im pedisce clic ne risulti un
Aires nel 1921 (“Pagina* de Lucha cotldiuna". Edi­
vantaggio reale al paese. Non avendo, appunto per­
toria! A rgonauta), — elio non é il caso di diffon­
ché straniero, in teressi particolari locali da curare,
dersi a parlarne. N ella m aggior parte sono articoli
come i capitalisti indigeni che alm eno hanno degli
di attualità c polem ica; ma non vi m ancano trat­
interessi proprii comuni agli in teressi generali del
tazioni teoriche n otevolissim e su lla questione della
paese (sanità, igiene, istruzione, viabilità eil altri
dittatura, sul comuniSmo, sul sindacalism o, su! pro­
servizi pubblici, ecc.). tale capitalism o non si cura
blema agrario, sulla questione d ella crim inalità, ecc.
affatto d ell’insiem e di tutta i ’econom ia e d'un suo
Alcuni articoli sono im portanti dal punto di vista
armonico sviluppo. Baila al ramo di produzione o
storico, pei ricordi del passato cui sp esso inciden­
d'industria di cui é padrone, senza curarsi degli
talm ente M alatesta allude.
altri, anzi sacrificandoli senza scrupolo al proprio.
Noi, veram ente, avevam o represso 11 parere ch e j
Esso sviluppa esclu sivam en te la produzione dei
fosse m eglio com inciare la pubblicazione degli scrit­
elio ramo, cioè ili un solo prodotto, — il salnitro
ti m alatestiani dai più vecchi, più so g g etti a diven­
nel Cile, il tannino nel Citano, lo stagno e il bi­
tare introvabili col tem po che passa. Ma gii editor!
sm uto in Bolivia, il rame e lo zucchero nel fe r ii,
la “verba mate" nel Paraguay, Il grano e le pelli
hall pensato che in vece era m eglio com inciare dagli
nell'Argentina, il caffè nel Brasile, il petrolio do­
ultim i o quasi, perché quivi m eglio si rispecchia e
vunque ce n'-é. ecc. — e spinge la produzione e lo
oiù perfetto il pensiero com pleto, com pletato e ag­
sfruttam ento di tali articoli fino all'ultim o lim ite,
giornato. dell'autore. E non hanno tutti i torti. In­
anche a danno di tinta la restan te econom ia, idi
fatti il libro si leggo con m olto m aggior in teresse,
qui le sproporzioni cosi disastrose, su cui citam m o
com e libro di vita vissu ta ilei tem pi nostri, com**
l’opiuione del Mai-off, col contrasto tra la ullraino(lo diciam o con parole degli editori s te ssi) striti- j
dernità del macchinario e della tecnica di tuia’ in
d ie, riflessioni, consigli, proposte, m oniti in cui teo­
dustria particolare e i sistem i arretrati, addittura
ria e pratica. Idea)« e realtà, pensiero e d a z io n e
preistorici, di altre produzioni e colture elle ne re­
sono genialm ente fusi».
stano pregi mi ica le, in quanto non danno neppure
Mentre scriviam o q u esto nostro breve accenno. ,
il minimo per vivere a chi vi lavora.
sta per pubblicarsi il secondo volum e degli scritti
del periodo di “ Um anità Nuova" (pare che uscirà
v
dentro dicem bre); e si sta già pensando a l un i
* +
terzo volume. B enissim o! Ma bisogna aiutare i coni
pugni ilei “R isveglio’’ a mandare avanti «n lavoro j
Abbiamo già accentuilo al latto che il rupiluh
cosi utile, però molto costoso. E ¡1 m iglior modo
straniero é il maggior fom entatore ili lotte intestilodi contribuirvi é quello di diffondere i volumi n
n guerre civili in ciascun paese, nonché di guerra
sciti, farlo com prare dai com pagni ed am ici e farlo
m ilitari fra paese e paese, che sono lo line e le
penetrare in tutti gli am bienti di stu d io «• li lavoro. I
altre una vera m aledizione per queste contrade.
n elle biblioteche, sale di lettura, ecc. Si farà cosi
Vaio la pena di .soffermarci un pó più su questa
argomento.
dell’ottim a propaganda e si coopererà a un sem pre
Voli'IIondurars i prestiti e inversioni di capitai!
m aggiore sviluppo di questa ottim a Iniziativa edi
nord-americani ila 1 milioni passarono a 40 mi­
toria le.
lioni;; ma negli ultimi venti anni gli incrociatori
C ATILINA .
degli Stati Uniti visitarono in a ssetto di guerra ben
cinque volte il porto di Amapala, per influire e
impedire con la propria presenza che la parte libe­
rale del paese a vesse il sopravvento n elle elezioni
e per far riuscire in questo gli uomini ligi alla
grande potenza americana, m antenendo cosi il paese
C. F e d e r n : M A Z A R I N . — Edtt. P a v o t . P a r í s . 1934.
in uno stato di continua guerriglia.
Fr. 3fi.
Tutto il mondo sa ciò che é avvenuto nel N'itaLuce F a b b r i : C A M I S A S N E G R A S .
Edit. • N V ragua. sopratutto dal 19111 in poi, da quando cioè
I! governo di questo paese vendette agli Stati U niti
vio”. Buenos Aires. 1934. — $ 0.80.
ii golfo ili Kon loca, li continui) intervento di eulduR u d u l f R o c k e r : S O C I A L I S M O C O N s " r R U C T t V O.
t»'¡u.lie della grande potenza del Nord, col pretesti»
Edil. E diciones "Imán". Bueno« \¡re>*. 1934
di m ettervi fine ai conflitti civili, non fece che
Hoscitarveli <■ renderli sem pre più acuti e tragici.
* 0, 20 .
BIBLIOGRAFIA
Libri ricevuti
I! Venezuela, il secon do p aese nel mondo nella pro­
duzione del petrolio, è com pini irniente venduto agli
Stuli Uniti; il .-.no dittatore, gen er a le Coniez, che
vi regna dal Pjus , é il loro uomo l.a spiegazione
“ sem plice: i'. rapinilo iiord-amcricaiio ¡ liv e llilo u•
Venezuela, etie nel IH)?, nippro-tentava ■.•itilo il ;; per
« tulli- é aili-i ora al 175 per cento' In (.'osta-Hica
m i Ìitnj
.Siali Uniti ten evan o in v estili ti milioni
-di dol ali
mi nel 1927 tursio cap itale n m m ontuin
a f’o milioni |*, ( i ni. nuche qui le navi ilu guèrra
nord am ericane fecero diverso volte la loro appari­
zione. (orni nel 191!* a Pulita Arena, sempre “p . i
proteggere le proprietà nord-ami ricali*-''.
Non dappertutto, naturalmente, ciò avviene, con
Anillé
Edil
f 0,2».
George
Lorulut:
EL
DUELO
in dono
DE
LOS
SEXOS.
Ediciones "Imán", Bueno.« Aires
Gurvitch:
LOS
SIN D IC A T O S
Y
IN
GENERAL.
Sebastián
Faure:
DOCE
PRUEBAS
DE
LA
IN
Ediciones folletos anttreligiosos, Bueno.« Aires. 1931
DliOi'lhuilouii gru
tulla.
EX IST E N C IA
DE
Or. J. S e r r a n o :
DIOS.
M E M O R IA S
DE
UN
M EO ICO
Novelu
M n u l ”, B a r c e l o n a .
1934
J
Carlos
Boscolo ; V E R D A D E S
SOCIAIS.
"A Hcmenteira", Kño Paulo (Brasil* 1934
( V a r i autor*): C O N F E R E N C I A S
El
i.,.
Prolección f h n iiffe u r «, Muntevi l«o.
Giuseppe Scarrone: FASI DELL'OPERA Ql Mi ..
SOLINI. - Kdit, l’autore. Ri«» de Janeiro.
Marta
E.
Samatan:
E D U C A C IO N
F AM ILIA R
Edit, A sociación Cooperadora do la Escuela M .
Morene, Santa F«-.
Luigi
Fabbri:
C LER IC A LISM O
Y
FASCISMO
F i l l i I o n e » f o l l e t o » a n t i r r e l i g i o s o * ; , B u e n o s Aire-'
j$¡,
■
— D istribuzione gratuita.
Max N e t t l a u : E S B O Z O D E H I S T O R I A S O E LA«
UTOPIAS.
Udii, “ libán”. Bueno* Air.-*, 1934
3 0.30.
A.
DE
Myerion:
FREUD.
C RITICA
—
DE
LA
Edit. " i m á n " .
TEO RIA
Bueno*
SEXO al
Afr«-*.
ìiz\
— $ 0.20.
Simone
Weil:
R IF LE SSIO N I
SULLA
GUERRA
— Edit. Gruppo d’edizioni libertarie: Jean. Marion
du Pimple. B ois de Botilogtie, Brest (Tranciai.
Fr. 1.
Camillo
Berneri;
L ' O P E R A I O L A T R I A.
Gruppo d ed izio n i libertari*« (id em ). Brest. -— Kr. j.
Nicolas
Ronga:
3 acto*. —
$ 0.20.
EL
CARCELERO.
— - Drama
Edit. •‘I.o* Sem bradores“, HaLe-Ia.
Bilancio Amministrativo
di " S T U D I S O C I A L I n. 36 del 10 dicem bre 1934
ENTRATE
S o tto sc r iz io n i
W orcester, Mass.
I. Ulani, abb. doli.
I, al cam bio ....................................................
MarsigliaGruppo Anarchico fr. 4*4;
U. P . 10; s o tt. al cam bio ...................
Y oungitow n, Ohio. — D. A n th te n e doli.
2.50. per vaglia p o sta le ............................
W hlte P lains, N. Y. — S o tt. a mezzo S.
Do f ic c o : S . B evilacqua doli. 1; G.
Mazzanti 1; V. B evilacqua *>.75: Fer­
rara 0 .5 0 ; Nlck n .W ; Graziali! **.25.
PI ir.» 0 .2 5 ; L eo 0 .2 5 : V ito 0.25; IhUireo 0.25. Iln tu lio d oli. 5), per ehé*»ud
...................................................................
Saint-E tienne *Francia*. — A nie-zz<» Gi­
no: Riv. A. Ledili ir. 27.50. — Hot!.
G in o ir . 5; S tan ch i i r . lf» riti luti«» fr.
1 2 .50). Per vaglia imitai«' ...................
V ille ju if ( S c i n e ) .
E.
f
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4 fi
II-
B. s o t t . «• a b b .
pur vaglia posta-U* ....................................
Chicago, III. - - A. T!b*'H. .ioti. 2 dollari,
per vaglia postai«- ....................................
Nev/ York.
S o tt. a m ezzo S . M.: V.
D«-I f o n . «ole doli. 2 . 2 5 ; L. F a r e t r a 1.5**:
A /it o li I; f i. Sforza 1: S . Martinelli
2.5-1 tin tati.» doli. Si. p«»r vaglia p««staie
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A ies «Gard».
Gruppo autonom o, a mea*0 G . M ., r»«*r vaglia p«)**ial«* .........
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Totale
Rim anenza dal num ero preced«'nt«*
T otale entrate
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S p i'dfzloiic d<d u. 3d i«i>inptv«.v l'afR an-
Ttud. de Frutlcbuu Muizeo.
Edil 11 tru Intuiré, Monte vi leo. 1934.
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fo u i p o lillo te-. stampi» «» carta «lei a. 4d
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Edil.
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LIBERTA RI
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“ D I S I S T I M A " ! — Prendiamo vini le molle questa
parola volata dalla penna di A liselo Tasca ne II
N u o v o A v a n t i di l’arisi in. 43 del 3 novembre u.
s .) contro Ut C. N. T . e la F . A . 1. della Spagna,
a proposito del loro contegno di fronte al recente
La declam atoria figura di Victor Hugo, fedele
tentatìvo insurrezionale d'inizintiva socialista in quel
rappresentante di un periodo di acuta dispersione
paese. La rileviam o proprio perché credevam o il
m entale, di angustia terribilm ente tragica, era scom ­
Tasca persona piti seria e meno settaria, per dirgli
che la parola, dura e cattiva, rivolta non a persone
parsa tra ia polvere dei m usei, m entre sorgevano
determ inate che ne possano chiedere ragione, ma
/o la . con l’introdurre un metodo logico e un punto
a intere collettività di lavoratori e rivoluzionari la
di vista verace nel romanzo, e Ibsen. col m ostrare,
cui buona fede nessuno ha diritto di m ettere in
a traverso le nebbie nordiche, ì personaggi stiliz­
dubbio, malgrado eventuali loro errori politici, di­
venta. in più. stupida e gratuitam ente oltraggiosa.
zati, imbevuti di una profonda inquietudine sociale.
Parlare di minia n disistim a, in tal caso, é per lo
La dispersione m entale del rom anticism o cl por­
meno del tutto inintelligente.
tò, insiem e con le su e am pollosità di fium e strn
Di critiche a ll’operato della C. X. T. e della F .
A . 1. se ne pospon fare quante si vuole: ma giu­
riputo, il sentim ento della libertà personale nell'o­
dizi «pregiativi, dal punto di v ista settario del Ta­
pera d’arte, superando gli antichi concetti fondati
sca, niente affatto! (• che diritto aveva il partito
su form alism i logici, il rispetto dei <110111 era n eces­
socialistu spagnuolo di pretendere la disciplina ai
sario per esseri riconosciuti genii da parte dei cri­
suoi ordini (e Tasca di parlare di “diserzione") da
tici di stretta m entalità. La reazione contro t canoni
parte dì gente chi» non stava nelle sue file, non
aveva cou lui alcun impegno, e che proprio lui
poetici e le regole aristotelich e nel teatro, dei neo­
aveva com battuta sem pre da nemica? da gente con
classici, in una gioventù p essim ista, inferm a di ne­
cui il socialism o spagnuolo, in circostanze sim ili e
vrosi astronom ica, che Tnllontanò Halle raffinatezze
recenti, si era comportato molto peggio?
Ma l’ingiustizia e parzialità di Tasca, che Leuin i da salotto o la sp in se nelle solitudini, ci aveva dato,
chiamerebbe piccolo-borghese, si rivela tutta in ció.
coi suoi gigli sciupati e le sue rose appassite, la
che mentre egli giunge a parlare di “disistim a", di j s p regi mi icute zza disperata del rom anticism o. Era
"diserzione", di “ruolo contro-rivoluzionario” a pro­
una gioventù che cercava s e stessa, dopo il caos
posito di tutta una collettività di autentici proletari
de’.la Rivoluzione e dell’invasione del m acchinism o
rivoluzionari, si limita a chiamare indulgentem ente
"leggerezza" quella del catalanism o borghese, a llea ­
industriale: gioventù p essim ista fino a lle midolla,
to ai socialisti, che faseisticarnente. già com inciati
che cercando se ste s s a al di là della terribile realtà
1 moti, faceva ancora far fuoco dalla sua polizia
dionisiaca, non raggiunse che la propria negazione.
contro i proletari e le loro organizzazioni, tenen­
done in carcere gran p a n e di m ilitanti e diramando
Margherita sm ise di bere aceto. I rom antici sm i­
telegrammi assicuranti atla borghesia l'ordine con­
sero i loro panciotti rossi e su lle barricate li osten ­
tro gli estrem isti di sinistra.
tarono com e bandiere. Bakunin dim ostrò che l'idea­
Tasca si riferisce per la sua "disistima" anche a
lism
o. com e lo intendevano S rom antici, negazione
proprie pubblicazioni anteriori. Ha ragione, e noi
della
realtà carnale, aveva pei potenti “com e con­
avem m o torto di non rilevarlo a suo tempo. Fu
quando battezzava da “putsch’’ i tentativi insurre­
seguenza n ecessaria in pratica il m aterialism o più
zionali anarchici, adoprando il term ine ch e si suol
brutale". Lo scetticism o, col concetto stirneriano
dare ai colpi di mano fascisti. D ialettica m arxista.
deH‘“unità",
della “personalità” umana, detronizzo
I tentativi degli anarchici son tutti “pustch” : quelli
il
pessim
ism
o
apollineo dei rom antici: e la nuova
del socialisti smi vere insurrezioni, anzi rivoluzioni!
Forse perché quando insorgevano gli anarchici, i
interpretazione m aterialista della storia, che poneva
socialisti erano a fianco dei gendarmi che li fuci­
nella sua evoluzione, com e forza m otrice, la volontà
lavano; quando sono insorti i socialisti, anche se é
creatrice
dell'uomo, scavò la fossa allo sp ettro er­
vero che una parte sia si astenuta daU'intervenire,
rante
del
rom anticism o, dando a ll’um anità un con­
centinaia di anarchici sono caduti lo stesso com bat­
ti udo a fianco dei s o c ia lis t i...
cetto nuovo dell’arte, della filosofia e dello ste sso
Questa sem plice differenza dovrebbe consigliare
carattere deU'uomo.
ben altro linguaggio ai socialisti in buona fede!
Quando i pensatori volgono lo sguardo alla realtà
*
e vedono la m iseria che li circonda, subito s e ne
*
*
im pressionano e si sforzano di Investigarne le cause.
"La grandezza (lell’uonio, diceva P ascal, s i sublim a
ANCORA NELLA
M ISC H IA
FRATERNA. —
per riconoscersi m iserabile".
L’u nuovo periodico, N e l l a M i s c h i a di Parigi, redatto
I proletari con le loro rivoluzioni del 1S4S e fon­
da elem enti testé usciti da “ Lotte S ociali”, contiene
una colonnina circa di attacchi contro dì noi. a
dando la Prim a Internazionale fecero rivolgere verso
causa delle nostre critiche alla ben nota polem ica
la terra gli occhi degli intellettuali. Em ilio Zola.
c h e essi facevano dalle colonne de! giornale abban­
Ibsen, Gorki, T olstoi, Bracco, ecc. nel romanzo e
donato.
nel teatro inaugurarono la nuova era realista, in
S e volessim o anche noi usare del preteso "diritto
di ritorsione", ci basterebbe riprodurre alcuni fio­
cui alla fed ele osservazione dei caratteri s i univa
retti del loro stile, ricco di sarcasm i e insinuazioni
la formula viva delle nuove idee etich e e sociali.
personali, ma privo di qualsiasi argom entazione. Ce
Q uesto naturalism o, com e lo chiam ò Zola, influì su l­
uè asteniam o per un'intuitiva coerenza con le no­
la gioventù di M ontevideo della fine del secolo XLX
stre idee sui dovere dei giornali anarchici in occa­
sioni slm ili; e meno ancora scenderem m o su quel
e principio del XX, provocando un cam biam ento pro­
terreno per difendere noi ste ssi. N'on ne sentiam o,
fondo n elle m odalità basiche, nel m etodo e nella
del resto, il bisogno.
forma delia letteratura. Inoltre la lettura de! libri
( ili ci lui letto ricorderà che il nostro Intervento
ili Bakuniu. Grave, Kropotkin. Roclus. ecc. cam ­
nella polemica non si occupava di persone e non
biando la struttura m entale della gioventù, dandole
offendeva alcuno. Esso diceva verità sem plicissim e,
e multo chiaram ente era determ inato non dada
lo sperim entalism o com e metodo ed il m ateriali­
sciocca pretesa di distribuire torti o ragioni, ma
smo filosofico com e base, forgiò una generazione
soltanto dalla convinzione che quella polem ica scre­
di studiosi e ribelli, d ie con la crudezza e Tesser
ditava tutti quanti e danneggiava sopra tutto, anzi
razione accurata rinnovarono l'ambiente.
unicamente, quel lavoro pratico di affiatam ento e
di usto: ¡azione tentato da! periodico parigino, chi'
Fu in mezzo a quella generazione e col suo con­
è stato sempre nostra preoccupazione di anarchici,
corso che sorsero i primi sindacati in M ontevideo
e di cui abbiamo diritto ({'interessarci anche se le
ed ebbe vita 11 noto “Centro Interm ieional de Estucircostanze ci liu.ii scaraventato agii antipodi.
dios Sociale»", in cui quotidianam ente s i ritrova­
Precisato ciò por tutti coloro che. non avvelenati
da rancori, non siano abituati a dubitar di continuo
vano, sem pre pronti aile dispute più ardenti. F io­
della sincerità altrui e a veder dovunque cose erellino Sanchez, il drammaturgo umano e intuitivo;
quivoche e secondi fini, non ci occupiamo oltre
Ilerrera y Iteissig, poeta raffinato; Ernesto Herrera,
della faccenda, anche perché ormai, chiarite le posi­
agitatore da barricate e fervido antipatriota; R afael
zioni, essa non può piu adombrare iniziative nostre
d'idee e ¿'organizzazione, né implicare, sia pure -so­
Barrett, prosatore lapidario e sin tetico: Ange! Fal­
lo in apparenza, altre responsabilità fuori di quelle
co, Armando Vaseur, Lasso ile la Vega. A lberto ile
dei «ingoi! cui piaccia di prolungarla ancora.
las Carreras e tutta la pleiade di artisti e ribelli
di quel tempo.
C ATI LINA.
Fiorendo Sànchez
P é r c h i c o n s e r v a la c o l l e z i o n e
di ‘ S tudi S o c i a l i ”
R ic h ia m ia m o l'attenzione degli am ici e
c o m p a g n i che non >i fecero casi:, sul Ditto
clic per una s r i > i a dei tip o g rafi, di fu i f i
sia m o a t t o r t i solo allessi , il n. HI di " S t u d i
S o c ia li” p o rta ta erroneam ente nella testata
la data del IH ottobre 11)33, lin c e e elle ilei
M13I. I Iti c o n se rta la collezione per piti
lard i farà bene a correggere a penna l'er­
rore.
In queU'anibh ute Sanchez formò e sviluppò la
sua personalità.
Keaziomindo contro Tamliieute provinciale del
M outevideo ¿’allora e contro la volgarità ilei suo
spirito cauipugiiuolo, gT iatellettuali lanciano la pie­
tra dello «can lulo contro l'ipocidsla del unni; e eoa
la torcia degl’incendiuri in pugno bruciami i freddi
scaiiafuggi della legge e della religione, m entre i
pacifici borghesi guardavano con orrore quegli At­
tila dello scetticism o atterrare gli del dai loro pielistalU e porsi al loro posto. L'ipocrisia borghese
si tappava le orecchie per non udire le requisitorie
della gioventù contro la proprietà privata e lo Stato
|
¡
I
I11 nome ili una scien za naturale e di una coscienza
libera che. per e ssi. lum aconi attaccati albi volga­
rità, erano principi! di satanism o.
“1 figliocci del diavolo" celebravano nei cenacoli
le loro m esse nere, in onore ilelTUomo di sentimento
anarchico.
N ietzsch e aveva proclam ato l'aristocrazia della
"volontà di potenza” : Renan aspirava a ll’aristarehfa
del pensiero; am bedue lasciarono profondi «ohhi
ìielTunlma del secolo. Rodò, il parnassiano delia
prosa, si accostò a bere n elle inani di Renan; Flo­
rencio, n elle sue opere a tesi, form alizza il concetto
di N ietzsch e; e D eim ira A gostini, la poetessa dalla
sessu a lità esa lta ta e in effab ile, proclam a Taristocrazia d ell’istinto, con la vision e profetica di “una stir­
pe sublimemente- pazza".
Í11 tutti si nota Todio al dom inante “trivialbm o
di provincia", com e lo chiam ava il fine poeta anar­
chico Julio H errera y R eissig . D isgustati di tutto
ciò d ie li circondava, univano lo spirito della sca­
pigliatura parigina e del su o scetticism o filosofico
a quello insubordinato ed origin ale degli Anarchici.
N essuno di loro frequentò {’U n iv ersità ; teneva«
scuola a ll’osteria, in siem e agli operai ed ai perse­
gu itati di tu tte le razze: con gli occhi accesi dall’alcool e dall’ispirazione proclam arono l’anarchia,
illum inati da una nuova fede.
"Quanto belli sono i piedi di coloro che salgono
a predicare la p a c e !” dicono i Salm i di David; e.
potrem m o aggiungere, quelli di coloro che salirono
a redim ere gli sch iavi. La nuova orientazione filo­
sofica fu per e s s i com e per i ciech i il recupero
della vista, o pei prigionieri l'uscita dalle tenebre
alla luce del sole: prim a é una sen sazion e dolorosa,
ma poi é un p ia cere in effab ile, man mano che le
pupille si abituano ed adattano alla nuova vita. Si
usciva da un periodo di rom anticism o patriottico, in
cui il poeta non c e ssa v a d a ll'essere un declamatore
am polloso e sco la stico , e il dram m aturgo era un
ab ile m anipolatore ili favole tradizionali per vecchi
e ragazzi.
In quel tem po di m ed iocrità in tellettu ale, nell'am­
biente universitario dom inava ancora la metafisica,
poiché non si conoscevan o i m etodi sperimentali:
e il piacere della gioventù e degli onesti padri di
fam iglia era quello di condurre le proprie pance
q in prole al circo o nei parchi n elle domeniche
di sole. Di tanto in tanto fiam m eggiavano i bivacchi,
e la spina dorsale d ella nostra econom ia indigena
era sc o ssa d alle guerre c iv ili. “Blancos" e "colora­
dos” (i bianchi o i ro ssi) si davano alia campagna,
anim ati dai loro sim boli e tradizioni, con gli occhi
a ccesi da una rom antica fiam m a d'idealismo. Molti
biselaron la vita sui colli d ell’interno del paese. Non
poca gioventù si raccolse nei bivacchi e impugnò
mia lancia in d ifesa dei " caudillos” (capi di fazione!,
“estancieros" 1proprietari di v a ste tenute lasciate
al pascolo) io n ie ai tem pi selv a g g i e primitivi delT allevam ento del b estia m e, cioè dell’economia eolo'fiale del paese.
■
i
Q uesta d igression e era n ecessa ria per collocare
M oren d o Sanchez nel p a esaggio so cia le del tempo.
Egli n aiq u e n el IS75. Suo padre apparteneva al
l’urtilo Bianco. Era di m od este condizioni. Fiorendo
fu "bianco” per tra lizione fam iliare. Come tutti quel­
li ili allora ed anche di oggi, eg li spiegava sempli­
cem ente: “Sono bianco perché mio padre era bianco,
peri hé mio nonno lo fu". N ient'altro.
Venne il m om ento d ella guerra civile del 1S97. I
"blanco-s” che ten evan o il governo dei dipartimenti
di frontiera col B ra sile uscirono dai loro rifugi per
battersi col governo “colorado” di Idìarte BordaMolti giovani si schierarono coi guerriglieri bianchi
al coniando di Apuricio Saruvia, un “gaucho" (uomo
del cam pi) analfabeta e am bizioso, rappresentante
della reazione feudale: ed altri s i m isero con a*
truppe statali al servizio di un governo retrogrado
e sanguinario che rappresentava la borghesìa istruiti
e com m erciante.
I bianchi avevano per a llea lo l'esercito "gaucho
di Rio Grande de! gen erale brasiliano J0A0 Franci­
sco. lai guerra fu terribile. In quella occasione a»
venne la scen a seg u en te in una zona nord deUTragtiay, alla frontiera col Brasile. Un generale hra>liaiio. alleato di Saraviu. ordinò la fucilazione di ««
gran numero di soldati del governo, che erano stan
futti prigionieri nei corso di una operazione guerre
sea. Caddero questi, eoi corpi m utilati dalla mitra
glia; e il ¡nunzi al cadaveri insanguinati del "rok»
rado«', un giovane m ilite " b iu m o' di fiu-cu» bratti,
dal capelli neri e lisci che gli cadevano sulla front«5*
razione ed alla giustezza delle nostre proposte, a
orientare la costruzione in senso libertario, o, se
nulla sappiamo, il nostro intervento non pom i es­
sere che quello di autoritari, di costruttori rigidi in
lotta con ¡'ambiente al quale dovremmo fatalm ente
imporci per non essere spazzati via.
K' quindi im prescindibile acquistare questa no­
zione concreta e profonda della vita sociale. I boi
seo vie hi russi non oranti più numerosi dei nostri
compagni, ma per essere più fam iliarizzati col co­
noscim ento del l'economìa, della psicologia popolare,
delle tendenze della popolazione. * ssi. Infima mino­
ranza, «’impadronirono di tutto. Posero il loro sa nere al servizio dell'autorità. I#n stesso sapere degli
anarchici avrebbe potuto m ettersi al servizio del'a
libertà, o per lo meno servir loro a non lasciar«’
scavalcare.
N ecessita concretare una nonna in consonanza
con le circostanze. K questo solo pud consistere
ueH'animettere e proclamare la n ecessità di ten­
dere a orientare tutta la rivoluzione dovunque s!
presenti con le nostre attività generali: opera che
non potrà farsi senza una capncitazione coscienziosa
intorno ai problemi delia vita sociale.
E questa capacltazinno deve farsi con tutta rapi­
dezza. (Ili attuali salti della storia non permettono
uua lenta elaborazione, una evoluzione a poco a
poco di decenni. Dobbiamo sapere, tinche noi, l'ar
dei salti per rispondere a lle n ecessità di qualunque
situazione propizia. Oggi gli inquieti hanno fam e dì
concrezioni. E ssi vanno o andranno, nonostante ¡1
loro disaccordo stille forme, con coloro clic la sodtsfino, in realtà o in apparenza. Se vogliam o a t­
trarli a noi, condizione indispensabile per operare
domani com e costruttori, dobbiamo rispondere oggi
almeno in parte alle loro domande. E ssi debbono
sentire in noi una garanzia di realizzazione. A ltri­
menti. uaturabnente. ci lascerebbero filosofare e
perire in una critica da impotenti.
GASTON
LEVAL.
Autocritica o
Autodemolizione?
L'articolo ch e precede su “Gli Anarchici e la R i­
voluzione" del com pagno ed am ico G-aston Levai mi
trova in quasi tomi© disaccordo. Non l’a vrei ere­
siato. tanto ciò ch e ho letto in passato di lui nn
pareva concordare col mio pensiero. Ma é cosi. Suc­
cedono sp esso di questi casi: la concordanza su
jilcuue questioni speciali che più interessano uel
momento fa credere ad un accordo com pleto, che
poi si rivela in su ssisten te quando a poco a poco
ci si spiega su lle co se più fondam entali.
Quest’articolo di Levai s i riferisce appunto a
qualcuna delle questioni fondam entali dell'anarchistuo. che fra com pagni si sono sp esso discusse, ma
senza sollevare fin qui (m eno che tra italiani e
un pò tra russi e francesi) troppo v iv i contrasti,
forse perché i più considerano trascurabile la que­
stione. Ma lo scritto di Levai dimostra che questa
é invece una questione di prim’ordlne.
I! dissenso fra Levai e me verte, aH'iiifuori delle
questioni di tattica, sulla concezione stessa dell’anarchism o: fra la concezione ‘‘totalitaria’’ (brutta
parola, ma esp ressiva) © quella m ultiform e e speriraentaliata che a me sembra la più conciliabile,
forse l'unica conciliabile, con la base libertaria del
d'anarchismo, cioè con la volontà di libertà cli’é
la nostra passione ©d il m ovente più profondo di
tutta l’ideologia e l ’opera nostre.
Questo punto principale vedrò di trattarlo a parte
in un altro articolo. Qui ora voglio occuparmi di
un lato, diremo cosi, laterale della questione, noti
del tutto necessario a ll’argom ento principale, m i
clic: pure lui una gua importanza per s e stesso: sulla
valutazione, secondo me errata e ingiusta, di Levai
nel punto in cui egli accenna a ciò che, secondo
lui, im pedisce agli anarchici di accetta re la sua
concezione totalitaria.
Ma prima di continuare mi preme, a scauso di
equivoci, riafferm are i punti in cui resto (l’accordo
con Levai: su certe questioni in materia iforgaui/.ziizione anarchica © sindacale e sopralutto sulla ne
cessi tu di studiare i problemi della ricostruzione so
dal© in base all’osservazione dei tatti ed al m ate­
rial© scientifico e statistico esisten te, paese per
paese. Studio di carattere pratico, volto a preparare
fin da ora l'avvenire con la formazione ili m enta­
lità e capacità idonee in seno a ll’am biente anarchico
© in quello operaio rivoluzionario.
Gastóu Levai ci liu dato un saggio di tale lavoro
in un suo ottimo libro dedicato alla Spagna, clic
è già alla sua .seconda edizione. Veram ente, qualche
frase incidentale già in quel libro poteva far pen­
sare ad un dissenzo (ed io vi feci una fuggevole
riserva nella prefazione cito ne scrìssi) ; ma era
cosa tanto tenue in rapporto alla tesi generale del
libro, -clic allora io stesso non le diedi importanza.
Ora mi accorgo però elio un'importanza l’aveva.
ber tornare all’argomento secondàrio del paragrafo
suindicato dell’articolo di Levai,
quello clic co­
mincia “Io credo che la ragione essen zia le” ece. e
finisce con “un nostro futuro annullam ento storico”
—- dirò che lo avrei volentieri tolto dal contesto,
cui non è necessario, allo stesso modo clic non ho
rilevato fin qui dello afferm azioni identiche od equi­
valenti ili m alcontento e di pessim ism o r'.ic afflo
rano ogni tanto in articoli di qualche com pagno di
lingua italiana che. anche lui. lamenta il dottrina
r isiilo degli allure Ilici, parla di tempo perduto, di
vuoto, di elooubrazionì astratte, e cose slm ili. Liti
Silaggio irritante o controproducente elle, gotta u
u ombra di scredito im m eritato, di fronte agli estra ­
nei. su tutta la nostra collettività m ilitante. © si
risolve quasi sem pre in un inutile sfogo di inaili
more.
Detto questo in generale, per tutti. Levai lui poi
in particolare alcuna ragione nei rimproveri d ie
rivolge all'Insiem e dei compagni anarchici'.’ No. An
zitutto perché è sem pre fallace od ingiusto il giudi­
care e condannare generalizzando tutta una c o llet­
tività. Quando poi questa collettività é la propria,
com posta per la quasi totalità com e la nostra ili
proletari senza tempo e com odità e m ezzi d'istruii .si
corno si dovrebbe, di perseguitati e banditi d’ognì
dove alternanti il carcere ioti la libertà p rovviso­
ria e lim itata, tutti presi dalie esigen ze prepotenti
della lotta quotidiana faccia a taccia col nemico,
theiroffc«a e della difesa, dei colpi dati e ricevuti,
che non lascia respiro e costringe per forza a restare
prevalentem ente in tuia “posizione negativa", il ria
fa lcia rle questa posizione non voluta ma subita,
tu tt'allio che propizia alle consultazioni statistich e,
alle elaborazioni scien tifich e e allo studio sereno
delle società umane, via! è auc-Uo poco fraterno.
Non é più autocritica, bensì autodom oliziono, quello
elio i russi dicono “sputarsi addosso".
(Certo, non abbiamo fra noi dogli Spencer, ed i
Kropotkin sono morti; ed tinche i più m odesti, com e
me e Levai, che trovali modo di raccoglici'ai nei
silenzio del proprio scrittoio (forse più costrettivi
dalli» circostanze avverso che di propria volontà) ni
contali su lle dita. Corto, i nostri periodici, sp ecie
quelli com pilati in fretta fra min .battaglia e l’altra,
pubblicano ogni tanto delle ingenuità. Qualcuno di
noi ogni tanto si perde nelle astrazioni; o v e sem ­
pre qualche dilettante o qualche stan co clic s ’occupa
di tutt’altro che di quel che n ecessitereb b e. Ed
anche quando qualcuno del nostri pubblica un opu­
scolo od un libro irto di cifre sta tistich e, non m an­
cano altri compagni che vi scopron dentro errori
senza numero.
Ma sono grin con veu ieu ti inevitabili, dovuti anche
alla naturalo im perfezione umana, di tu tti i m ovi­
menti delle cla ssi diseredato incatenati alla nm eriu
e a lla lotta giorno per giorno e a lle suo influite
n ecessità piccole e grandi. Ciò, in tutti i luoghi e
in tutti i tem pi; e forse il m ovim ento anarchico é
quello che riesce ad e ssere m igliore. P arlare di
“ vuoto" a tal proposito é un'iperbole clic offende
la più m odesta e obiettiva verità.
A parte la critica generica, che si presta poco
ad esser confutata per m ancanza di riferim en ti con­
creti, v'é un accenno di L evai che ó fuori della
realtà, quando afferm a che negli ultim i decenni l’a­
narchism o è stato prevalentem ente filosofico, non
sociologico; di ragionam enti astratti, non -di o sser­
vazione diretta d ella società com e organism o com ­
plesso econom ico, politico e sociale. “Q uarantanni
di opera negativa" esagera ancor più un ipercritico
italiano dì mia conoscenza.
Errore, dovuto forse a un d ifetto ottico, che »cani
bia lo d eficienze del proprio piccolo am biente ri­
stretto, o magari una sua deficienza personale durata
tino a ieri, con una deficienza generalo in esisten te.
A vvien e sp esso elio elii s'accorgo d 'essere su ca t­
tiv a strada e si ricrede, si m ette a insegnare la via
buona anche a olii la batteva già m olto prima di
lui. E' una ipotesi, elio potrebbe anche non cogliere
nel seguo ora, ma che in altri casi ho visto sp esso
conferm ata dai latti.
in ogni modo è un errore, quello di Levai; il
quale chiude gli occhi su di un innegabile progresso
raggiunto in teoria e in pratica dall'anarchism o negli
ultimi decenni, proprio col superare la sua fa se più
dottrinaria, a protese filosofiche, che caratterizzo
rimarchiamo nel quarto di secolo intercorso tra la
fino della 1.“ Internazionale e 1 primi anni del s e ­
colo attuale. Contro quella “forma m en tis” incom in­
ciò a reagire intorno al 1890 il nostro M alatosta
(vedere i suoi articoli di quel tempo elle andiam o
riproducendo ora in “Studi Sociali" ); e du parecchi
anni prima della guerra ultim a essa era già in di­
suso tra lu maggioranza deU’anarehlsm o internazio­
nale.
Lo stesso Kropotkin, elle aveva l'abito più seria­
m ente filosofico, dopo il 1900 si dedicò usuai più ai
problemi pratici. L’orientazione di M alatosta, Molla,
liste ve, Polloni lor, l ’ouget, Laudatici’, Rocker, (lori,
Caule (q u est’ultimo più specialm ente dopo la guer­
ra) e di tanti meno noti o elio a me ora sfuggono,
fu tutto il contrario di quella lam entata da Levai.
E ssa l'u, al contrario, molto più sociologica elle filo ­
sofica, tutta basata sulla “realtà am bientale”, tutta
fatta di “analisi e studio costante della società e
della sua evoluzione econom ica, politica e sociale"
proprio lum e vuole Levai. E tale orientazione
ha caratici¡zzato l’insiem e deH’anarehism o dal 1900
in poi. uccelli Dandosi sem pre pili l’Ilio ad oggi.
Si potrà dire d ie non si é fatto abbastanza, clic
persii tonii icsid iii di vecchium e; ci saranno lacune,
in qualche paese si farà troppo poco. Inoltre m>n
lutto quello d ie si è fatto detto e stam palo sem ­
brerà buono a Levai, o a me, o ad altri. Ed é
naturalo, tratuiudosi di tutto un lavoro svolto fra
il cozzo inevitabile e non inutile di tendenze di­
verse Ma sono gli alti e bussi, le luci ed ombre,
inevitabili In qualsiasi movimento, lu generale, do­
vali me © (inalidì) la m ischia o lo persecuzioni liuti
luto -'te un minimo ili calma necessaria, si è t'aito
qa I elio si é potalo o saputo, rifuggendo proprio
da laeU'astniItl.sino filosofino (o psoudo-fllOHofico)
d ie Levai deplora senza ragione, o dctll cali ilo l'at­
tenzione dovuta all'oluboruzfono del m etodi pratici,
com presi quelli della ricusi razione, ed allo studio
dei problemi della rivoluzione im posti dalla realtà
in con!inno divenire.
Questo l a v o r o si é fatto in Itti liu, finché colà si
potò dire una parola o stam pali» un giornale, e si
prosegui fra em igrati all'estero, àia Intesta vi contri
bui pei buona parte, e Max N ettim i continua tut­
tora a darvi mano, fra l'imo e l'altro lavoro storico.
Cosi fra teilesehi. russi od ebrei; un pò meno tra
fi ance,d. nn pò pio tra gli spaglinoli (benché iitnitutiimonfo a pausa della situ a zio n e tem p estosa): e
qualche cosa si é fatto anche in Am erica, sopratutto
nel Sud, com e ne testim on ian o le collezioni di pe
riodici e riv iste e qualche libro ed opuscolo, non
escluso questo piccolo Uruguay in cui mi tr o v o ...
provisoriam ente.
N oto anche ima cosa. La orien tazion e pruticista
si ò tanto accentuata, da condurre proprio a difetti
di esagerazione © deviazione, contro l’intenzione di
molti suoi fautori, in sen so opposto a quello imma­
ginato ila Levai. A nche il praticism o, conte il dot­
trinarism o, lui le suo degenerazioni, ¿»e mal, secondo
ine, ò piuttosto in certe deviazioni del praticismo
che va ricercata la causa di parecchi m ali attuai!
del nostro m ovim ento: quelle, per esem pio, del sin­
dacalism o, d ella fretta (lei su c c e ssi im m ediati a qua­
lunque costo, del filo-bolscevism o e autoritarismo
larvato, de! co sid etto “rev isio n ism o ”, ed anche di
quel “totalitarism o” verso cui tende Levai.
Uno dei risu ltati di tu tta l ’elaborazione di idee
pratiche su lla ricostru zion e sociale, in questi ultimi
tem pi, ò sta to appunto l’aver m esso in luce il con
trasto tra la con cezion e delia "libera sperim enta­
zione" deU’anarcliism o e la con cezion e “totalitaria",
e di far vedere più ch iaram ente com e la seconda
sia non soltan to m eno an arch ica ma anche e sopra­
tutto meno pratica.
A ttraverso le soluzioni “to ta lita rie” il praticismo
ripiega di nuovo sen za acco rg ersen e verso il dottri­
narism o di q u a ra n ta n n i fa. — quando il contrasto
suddetto non ora s ta to ancora reso v isib ile dagli
avven im en ti e dalle d iscu ssio n i elle questi han pro­
vocato, — anzi addirittura v erso l ’uiopism o. non
quello filosofico, può darsi, b en sì quello sociologico
o scien tifista ; il quale però non é m eno dottrina­
rio e cozzante con la r ea ltà rivoluzionaria, ed é
ancor piti capace di sb occare n ei più gravi disastri.
E ’ quello c h e cercherò di dim ostrare in un pros­
sim o articolo.
LUIGI
FABBRI.
DOCUMENTI
A IMtOI’OSITO DI CERTE POLEMICHE
FRA ANARCHICI ITALIANI ALL'E­
STERO.
Por nn caso, che chiam erò d isgraziato perché mi
è causa di dolore e d isgu sto, ven g o a sapere qual­
che cosa d elle polem iche che in fieriscon o fra cerli
com pagni italian i resid en ti n egli S tati Uniti; e veg­
go d ie i litig a n ti han creduto bene m ischiare il
mio nom e in q u estion i alle, quali sono compietam onte estraneo.
N e profitto per diro una parola ch e mi auguro
non sarà d el tutto inutile.
E’ doloroso che in un m om ento in cui sarebbe
più clic m ai n ecessa rio la concordia e l’unione, o
alm eno la reciproca tolleranza, d egli uomini che in
fondo com battono per la s le s s a causa, sciupino li»
loro forze attaccan d osi l’un l’altro uel modo più
sconcio. Poiché, da q uello elle ho potuto vederne,
non é, o non é più la polem ica seren a fatta per
intendersi o per d istin gu ersi, ma sem pre nell’inte­
resse. della causa ohe si propugna e dei metodi
ohe si credono m igliori. E ’ l’a tta cco violento, o!
truggioso, che sem bra isp irato solo dall’odio, dui
rancore e non so da quali a ltre ca ttiv e passioni.
Sem bra che per sopraffare l’avversario non si cer­
chi l’argom ento più valido, il fatto più probativo,
ma la più oscen a parola, l’insulto più sanguinoso.
Francam ente, é uno sp etta co lo intollerabile. Io
mi sorprendo a pen sare ch e in caso di rivoluzione
quegli uomini, credendo forse sin ceram en te dì ser­
virò ia rivoluzione, cercherebbero di ghigliottinarsi
l'un l'altro.
io non voglio indagare chi ha ragione e chi lu,
torto, o p iu ttosto quanta parto di ragione e quanta
parte di torto abbia l’uno e l’altro. Non sono in
condizioni di la te qu este indagini, e d'altronde il
tallo non (servirebbe. ch e ad attizzare il fuoco che
vorrei spegnere. E non voglio nem m eno predicare
l'oblio d elle o ffese e l’abbracciam ento generale, poi­
ché al punto dove son giu n te le co se sarebbe inutile
e troppo ingenuo il furio.
intendo solo rivolgerm i in d istin tam en te a tutti i
contendenti per fare appello al loro amore per la
causa, al loro buon sen so, alla loro diguità.
E ssi parlano, scrivono, stam pano por far la pro­
paganda, cioè per con vìn cere ed attirare quante più
persone é possibile, o per questo debbono sforzarsi
di allargare l’orizzonto m orale della gente, ispirare
['entusiasm o, la fede, E mai p ossib ile raggiungere
questo scopo se noi s te s s i, noi elio pretendiamo e-'
sere, e dovrem m o essere, gli apostoli e se occorre
i martìri di un sublim o idealo, noi che predichiamo
rum ore o la tolleranza, diamo un cosi miserande
spettacolo d’in testin e discordie?
Ed atu he scendendo dalle alte sfere deU’ldeulo v
m eschino amor proprio individuale, é chiaro che in
quello diatribe va com prom essa la serietà e D
reputazione cosi degli uni conte degli altri. Non »’
forse noto elio, quando mi Tizio dà del f a r a b u t t o
a ( ’alo e Caio risponde che li vero farabutto è
Tizio, il pubblico, d ia non può e. non cura andare
Nelle Asturie, dove gli anarchici e i sin ­
dacati della “uonfederaciòn Nacional del
Trabajo" erano entrati nella “Alianza Obrera”, l'adesione loro all'insurrezione fu una­
nime e decisiva (1). Centinaia (v ’é chi dice
migliaia) di compagni vi dettero la vita
combattendo: fra gli altri, pili noti, la va­
lorosa andalusa Libertaria, cui a Casas Viejas l'anno prima era stata sterminata tutta
la famiglia, uno dei Durruti e José Maria
Martinez, fra i migliori nostri di Spagna,
un amico di Riccardo Molla, segretario re­
gionale della C. N. T. Ebbene quest'ultimo,
pur in piena battaglia, si vide rifiutato dai
socialisti il concorso e l'aiuto di armi per
la difesa di Gijon (dove predominavano gli
anarchici e che era un punto strategico
importantissimo) contro le navi da guerra
che stavano per bombardarla.
In Barcellona e tutta la Catalogna, senza
ili cui una rivoluzione spaglinola é presso
che inconcepibile, la situazione era addi­
rittura paradossale, il governo locale di
“sinistra” in rotta con Madrid, appoggiato
dai socialisti, ce l’aveva a morte con gli
anarchici, che sono la forza rivoluzionaria
più numerosa di Barcellona e dintorni. Gli
anarchici e aderenti alla C. N. T. vi erano
ancor piti perseguitati che in tutto il resto
della Spagna: chiusi i loro sindacati, il
quotidiano, gli atenei: processati e arre­
stati di continuo i redattori di periodici e
riviste; zeppe le carceri e i pontoni di com ­
pagni. fra cui alcuni profughi italiani.
Mentre é imminente il conflitto con Ma­
drid. vi sono già liste di proscrizione con­
tro gli anarchici che saranno i primi col­
piti: lo dicono tinti, in un ambiente siffatto
scoppia il conflitto con la metropoli!
Gli anarchici della C. N. T., com’era n a ­
turale. profittano del momento per ria­
prire i loro sindacati e il quotidiano "Solidaridad Obrera". Ma la p o l i z i a . . . rivo­
luzionaria autonomista accorre, invade i
locali e spara pazzamente per le vie cir­
costanti. Nonostante, la maggioranza degli
anarchici si unisce ad uno sciopero g e n e ­
rale non proclamato da loro (2). Il governo
si dichiara Repubblica autonoma; e dirama
subito un telegramma, assicurando che di­
fenderà l'ordine.
contro gli estremisti.
La truppa madrilena invade la città; ,e
mentre i corpi armati del piccolo governo
si squagliano, fuggono o si arrendono, cit­
tadini e operai si battono disordinatamen­
te. Gli organismi anarchici si astengono;
pure non pochi compagni si battono anch'essi per impulso individuale; anzi, in
due o tre piccoli centri della regione, pren­
dono loro l’iniziativa dell'azione. Però, dopo
circa otto ore di effimero governo, gli au­
tonomisti si arrendono alle truppe regolari
già occupanti la città. Soltanto allora c ’é
chi fa appello agli anarchici ed offre loro
armi in quantità. . . Troppo tardi!
*
*
*
Come spiegazione dei fatti e della posi­
zione nel loro quadro dell’anarchismo spa­
glinolo, ci pare di aver detto abbastanza.
Ma dal punto di vista di ciò che si sarebbe
dovuto fare perché i fatti fossero diversi,
o per deviarne il corso, o per agire loro
malgrado, sorge per noi un altro problema:
quello del compito specifico degli anarchici
che é la conquista, difesa e lotta per la
libertà.
Alla luce di questa esigenza, che é la
ragion d’essere dell’anarchismo, a noi sem ­
bra che si possa dire in certo modo della
<1) Un t e l e g r a m m a d o l i'A g e n z i a U uwuh del 2?» o t i u b r e
dii O vie do d i c e v a in p r o p o s i t o : “ Se. é v e r o c h e f u r o n o
i s o c ia lis ti a d a r e Tordliu« ili s c i o p e r o il 5 o t t o b r e , s e m ­
b r a c he essi s i a n o s t a t i s u b i t o o l t r e p a s s a t i d a g li o p c r u l
di a l t r e ideologie, s p e c i a l m e n t e a n a r c h i c i , a n a r c o - s i n d a listi e c o m u n i s t i ” .
(2) U n a s i t u a z i o n e cosi I n f e r n a l e s p i e g a c o m e q u e s t a d e sio n e n o n sia s t a t a u n a n i m e e s e n z a c o n t r a s t i . ICssa
s p i e g a a l t r e s ì , m a n o n g i u s t i f i c a p e r ò in a l c u n m odo.
1 a t t o a r b i t r a r i o e i n q u a l i f ic a b i l e di u n m e m b r o d i i C o ­
m i t a t o r e g i o n a l e d e lla C. N. T. c h e , a n o m e di q u e s t o ,
«lue o t r e g io r n i dopo, la s e r a ilo 11’K o t t o b i e , a n n u n z i a v a
P e r m ez zo di un m ic r o f o n o m i l i t a r e la c e s s a z i o n e d dio
s c i o p e r o g e n e r a l e in Ila rc e llo n n , \ù ' u n c a s o iso lato , e
s p e r i a m o c h e si t r a t t i di u n a t t o li r e s p o n s a b i l e e n o n
a u t o r i z z a t o , m a in ogni m o d o e sso va d e p l o r a t o e n e r ­
g i c a m e n t e , c om e h a gl A f a t t o rolli uiiu r i v i s t a a n a r c h i c a
a d e r e n t e alle Idee, d e lla C\ N T ( L a R e vist.i B ia n c a di
B a r c e ll o n a , n 2'*0 del \ ‘> o t t o b r e
>
collettività anarchica organizzata spaglino­
la. quello che Bakuniu disse .dei proletari
parigini che nel 1S51 non cooperarono
quanto avrebbero potuto a impedire il rea­
zionario colpo di Stato del Bonaparte. Egli
si spiegava perfettamente la cosa: i re­
pubblicani borghesi, che tentarono di so l­
levare i sobborghi e alzare le barricate nel
dicembre 1851, erano i responsabili delle
stragi proletarie del giugno ISIS. Se gli operai restarono freddi e per lo più assenti,
tutta la colpa ne risaliva alla borghesia re­
pubblicana.
Bure. Bakunin pensava d ie se il prole­
tariato avesse saputo superare il suo giusto
risentimento per non vedere che la bontà
della causa, indipendentemente dalle per­
s o n e che la propugnavano, ed avesse im ­
pedito con uno slancio insurrezionale il
colpo di Stato, avrebbe salvata la libertà
della Francia anche nel proprio interesse di
classe, e forse si sarebbe posto in condi­
zione di strappare ai repubblicani borghesi
la palma della vittoria sulla reazione. La
Comune poteva essere anticipata di 20 anni
e con maggiori probabilità di successo.
In Spagna le cose sono andate un pò di­
versamente, ad onore dei nostri compagni,
poiché questi si sono battuti a fianco degli
altri su vasta scala: in massa, nel folto
della mischia, nelle Asturie e in alcuni co­
muni isolati qua c là; individualmente o
a gruppi un pò dovunque. Ma é m ancata
la scesa in campo unanime, come colletti­
vità autonoma, con propositi propri e sotto
la propria bandiera, che avrebbe trascinato
alla lotta più vasta parte del proletariato.
Avrebbe bastato questo a schiacciare il fa­
scismo elerico-inilitare e a sbarrare il pas­
so al fascism o rosso insidiante alle spalle?
Non possiamo dirlo; ma ci par difficile che
avesse potuto risultarne una situazione peg­
giore della presente. Il fatto sta che gli
anarchici che han combattuto, benché nu­
m erosissimi, han subita in pura perdita
l’iniziativa altrui, ed oggi giacciono insiem e
agli altri sotto il tallone di ferro dello Stato
capitalista vincitore.
In ciò consiste in realtà la sconfitta: po­
liticamente, cioè rispetto ai principiì, più
grave sotto il primo aspetto che sotto il
secondo. Troppo lungo sarebbe farne un
esam e ora; ma esso s ’impone, e con una
certa urgenza. E bisogna ricercare le cause
più dentro sé stessi che fuori, perché le
esterne si vedono bene, ma non cosi le
interne.
Un tale esame, ne siam o certi, non tar­
derebbe a mettere in luce errori più o m eno
remoti d’indirizzo e di condotta, nonché
difetti di tattica, di organizzazione e di orientazione, molti dei quali ci sembrali do­
vuti a un cedere troppo alla tentazion e di
agire in pratica, — credendo di essere più
“pratici”, ma mettendosi invece fuori della
realtà rivoluzionaria, — in contradizfcme
con lo spirito libertario dell’anarchism o, e
cioè in contrasto con gli scopi più impor­
tanti che gli anarchici si propongono, pri­
mo fra tutti di salvare la libertà, quanta
più libertà é possibile.
E’ un esam e retrospettivo e introspettivo
che riguarda solo noi stessi, e non gli altri.
Né i nemici cui non dobbiamo certo ren­
der conto del modo da impiegare per v in ­
cerli; né gli avversari, che pur volendo
essere rivoluzionari con intenzioni di emancipazione sociale, restano autoritari e
sacrificano ciecamente al loro autoritari­
smo la rivoluzione, il proletariato e la li­
bertà, e per ciò bau sempre torto di fronte
a noi.
Ecco perché noi restiamo moralmente |
disciplinati sopratutto con gli anarchici che
restano anarchici. Possono essi, possiamo
noi, cadere nei più numerosi e gravi er­
rori; ma finché restiamo anarchici, abbia­
mo sempre la possibilità ili correggerli, e
le vie dell’avvenire ci restano aperte di­
nanzi. Mentre non appena uno qualsiasi ili
noi si mette per le vie dell’autorità e cessa
dall'essere anarchico, malgrado ogni sua
buona intenzione e con tutta la scienza e
sapienza «lei mondo, commette errori mille
vo'ie peggiori dei nostri, li aumenta e ag-
gravn sempre più, e ritorna senza accor­
gersene verso il passato. Per ciò, oggi più
che inai, ci sen tia m o idealm ente compagni
e fratelli di tutti gli anarchici spaglinoli,
come soldati volontari d’uno stesso eser­
cito, senza curarci degli attacchi di livore,
d'ingiustizia e di m enzogna cui sono fatti
segno da varie parti.
Sopratutto ed in modo speciale siamo so­
lidali con tutta l’anim a e senza riserve con
i compagni di Spagna clic hanno combat­
tuto; ed in questo la nostra solidarietà si
allarga a tutti quanti si batterono al loro
fianco. E sen tia m o una riconoscenza infi­
nita. fatta d'amore e d’ammirazione, pei
nostri che con le armi in pugno sono colà
caduti nella recente battaglia. Poiché, se
non sono riusciti questa volta a salvare la
libertà della Spagna, il sangue che bau ver­
sato per lei ne prepara la rinascita. Coi
loro sangue essi h an no intanto salvato l’o­
nore della nostra bandiera.
LUIGI FABBRI.
L'Individualismo
<<
nell' Anarchismo
N oi non intendiam o parlare in cpiest’articolo di
tinelli ch e col chiam arsi in d ividualisti credono di
giu stificare ogni più ripugnante azione, e che hanno
tanto da fare co lfa n a rch lsm o quanto hau da fare
i birri co ll’ordine pubblico di cui si vantan difen­
sori, o i borghesi coi p r in c ip i di morale e di
g iu stizia con cui a v o lte cercano di difendere i
loro privilegi om icidi.
N é intendiam o parlare di quei compagni che si
chiam ano “in d ivid u alisti nei m ezzi” i quali, nella
le tta che com battiam o oggi, preferiscono, o esclu­
siv a m en te am m ettono, l’azion e individuale, sia per­
ché la credono piu effica ce, sia per misure di pru­
denza. sia perché tem ono ch e una qualsiasi orga­
nizzazione. una q u alsiasi in tesa collettiva, menome­
rebbe la loro libertà. P i questa, che in parte è
question di tattica ed in parte questiou di principiì,
ci occuperem o parlando della questione d’organizzn
zione.
Ora vogliam o parlare d ell’individualism o, come
filosofia, com e con cezion e g en erale cioè della natura
d elle so c ie tà um ane e dei rapporti fra individui e
collettiv ità , in quanto esso é professato (qualche
volta quasi in co n sa p ev o lm en te) da una parte dei
nostri com pagni.
V ’é chi si dice in d ivid u alista per intendere chp
l’individuo ha diritto al su o com pleto sviluppo fisico,
m orale ed in telletu u le e c h e deve trovare nella
società un aiuto, e non già un ostacolo, per rag­
giu n gere il m assim o di fe lic ità possibile. Ma in tale
sen so siam o in d ivid u alisti tutti e non sarebbe que­
stio n e d ie di una parola di più: e noi non l’ado­
periamo solo perché, avendo altre e varie acce­
zioni, non servireb b e che a generare confusione. Né
so lta n to noi, an arch ici o so cia listi di tutte le scuo­
le, siam o in d ivid u alisti nel sen so suaccennato, ma
lo sono tutti quanti gli uom ini di qualunque scuola
o partito; poiché l’individuo é il solo essere sen­
ziente e coscien te, e sem pre che si parla di godi­
m enti o di sofferen ze, ili lib ertà o ili schiavitù, dì
diritti, di dovere, di giu stizia, eco. non si ha, né
si può avere in vista che degl'individui viventi.
Qualche volta dunque si tratta di una semplice
questione di parole e non varrebbe la pena di farne
gran caso. Ma sp esso una im portante differenza ili
idee tra quelli ch e professan o e quelli che ripudiano
l'iu liv id u a lism o vi é realm en te; ed importa deter
minarla, perché gravi eolio le conseguenze pratiche
d ie ne derivano, malgrado che gli scopi finali de|H
uni e degli altri slen o gli s te ssi. Non é già che ci
sia ragione ili guardarsi in cagn esco e trattarsi da
avversarti, tanto più che, dal m om ento che gli aliar
chici liuti voluto m ettersi a fare della "filosofia”,
é avvenuta tale lina con fu sion e d’idee e eli parole,
che sp esso non v ’é modo di raccapezzarsi se si é
d’accordo o no. Ma é urgente spiegarsi bene, so
non per altro, per ¡sbarazzarsi una volta per sempre
di questo questioni a stra tte che assorbono l'Intera
attività di certi com pagni con grave danno del la
voro di vera propaganda.
Esam inando tutto ciò elio é piato detto e scritto
dagli anarchici individualisti noi ci «porgiamo In
coesisten za di due Ideo fondam entali, coutradtltorie
tra ili loro, che m olti non afi’oim uuo esplicitamente,
imi elio in liuti forma o n ell’altra si ritrovano som