Descrizione Attività
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Descrizione Attività
PROGETTO SCUOLA AVIS VENETO Anno scolastico 2015-2016 Breve descrizione delle attività proposte nelle scuole primarie e secondarie Attività Scuola Pagina Fiabilas Primaria 2 Pittura Creativa Primaria 3 Primaria 4 Giocavis Secondaria di I e II grado 5 Teatro Immagine Secondaria di I e II grado 6 Secondaria di I grado 7 Secondaria II grado 8 Secondaria di II grado 9 Cittadinanza Attiva: Primi Passi (Attività disponibile da gennaio 2016) Cittadinanza attiva: L'uomo che piantava gli alberi (Attività disponibile da gennaio 2016) Il dilemma del prigioniero Cittadinanza attiva: L'uomo che piantava gli alberi (Attività disponibile da gennaio 2016) “FIABILAS” (GIOCO IN SCATOLA) DESTINATARI: Classi quinte della scuola primaria. OBIETTIVI Aumentare nei bambini la consapevolezza del proprio corpo, promuovere la salute e far conoscere, in termini generali, l'attività dell'Avis mirata alla cultura della donazione. Attraverso le informazioni che vengono loro fornite, i bambini possono iniziare a capire e a compiere delle piccole scelte legate al cibo, al gioco e a porre attenzione su alcuni elementi che possono migliorare la loro salute. Attraverso l’utilizzo di un gioco in scatola, vengono trattati temi legati al funzionamento e all’importanza del corpo umano, ai comportamenti corretti che contribuiscono alla sua salute e quelli da evitare perché dannosi e si approfondiscono argomenti specifici relativi al sangue e al suo utilizzo. SVOLGIMENTO L’operatore scolastico AVIS introduce agli alunni il gioco in scatola: i ragazzi, divisi in squadre, avanzeranno di casella in casella attraverso un percorso rispondendo a domande, superando sfide e fermandosi di fronte a “imprevisti”. Alla fine del gioco, lo stesso referente, approfitterà delle tematiche sorte per spiegare le ragioni del dono e delle attività dell'associazione. METODOLOGIA Il gioco in scatola permetterà all’operatore scolastico AVIS di coinvolgere gli studenti in ragionamenti e percorsi di conoscenza e di introdurre le informazioni con una maggiore partecipazione da parte loro. TEMPI 2 ore circa. SPAZI Un’aula o un ambiente più grande se si accorpano due classi. VARIE È fondamentale la presenza dell’insegnante in classe, possibilmente per entrambe le ore. 2 “PITTURA CREATIVA” “Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi” (Pablo Picasso) DESTINATARI: Classi quinte della scuola primaria OBIETTIVI Con quest’attività si vuol portare i bambini a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con gli altri, della forza e della bellezza delle opere collettive, concludendo con un forte messaggio di solidarietà, di incontro con il diverso come possibilità di arricchimento, di cooperazione e impegno attivo, secondo lo spirito che guida tutte le offerte formative proposte, in questi anni, dall’AVIS alle scuole. Tra le diverse forme d’arte, la pittura in particolare, stimola non solo la sensibilità tattile e visiva ma sviluppa anche concentrazione, espressività e comunicazione. Questo si avvera, ancor di più, quando l’attività è pensata come un’occasione di confronto con altri bambini e dunque un momento di socializzazione e crescita nel gruppo SVOLGIMENTO e METODOLOGIA L’attività prevede una lettura di una fiaba di Gianni Rodari e il contemporaneo svolgimento di un’attività pittorica da parte dei bambini attraverso l’uso delle tempere. Coscienti che creatività, fantasia e immaginazione sono doti innate che ogni bambino possiede naturalmente e che molto spesso noi adulti (genitori, insegnanti, educatori...) nell’intento di “formare” limitiamo, intrappoliamo, condizioniamo con il rischio di arrivare addirittura a spegnere, l’attività verrà seguita ma non determinata facendo davvero in modo che i bambini possano, attraverso gli stimoli ricevuti dall’ascolto della lettura, muoversi liberamente tra colori e pennelli alla ricerca dei propri spazi e della propria espressività. L’opera d’arte che nascerà da questo lavoro sarà, alla fine dell’intervento, consegnata ai piccoli-grandi autori. TEMPI 2 ore circa. SPAZI Un’aula oppure un laboratorio. VARIE È fondamentale la presenza dell’insegnante in classe, possibilmente per entrambe le ore. I colori e i materiali utilizzati sono prodotti specifici per l’infanzia e a carico dell’Avis. 3 “CITTADINANZA ATTIVA: PRIMI PASSI” DESTINATARI: Classi quinte della scuola primaria OBIETTIVI Molti sono i percorsi, molte le proposte formative rivolti al mondo della scuola sulla cittadinanza attiva e sulla partecipazione. Ma ancora da più parti si ritiene che queste occasioni siano unicamente da rivolgere agli istituti superiori di primo e di secondo grado. Che i bambini abbiano invece “idee grandissime” in merito, e che sia quanto mai necessario educare alla cittadinanza attiva, alla responsabilità verso il mondo e il suo miglioramento e quindi alla partecipazione, anche nella scuola primaria, è una delle priorità emerse in questi lunghi anni di lavoro e confronto tra AVIS e scuola. L’AVIS, che come associazione è pronta ad accogliere chi, da maggiorenne, vorrà donare parte preziosa di sé all’altro, non può che seminare attivamente il terreno della partecipazione, del sentire le cose con il cuore per poi decidere, in prima persona, di cambiare, di donarsi, di trasformare in meglio il mondo. Da questo tipo si riflessione, a completare la già ricca offerta formativa degli scorsi anni, ecco quindi nascere “cittadinanza attiva: primi passi” rivolta alle classi quinte della scuola primaria. SVOLGIMENTO e METODOLOGIA Due operatori professinisti, presenteranno la storia “Il Signor G.” di Gustavo Roldan, attraverso marionette e teatrino. Una storia ricca di sogni, speranze, tenacia, perseveranza, riuscita. Assieme ai bambini gli operatori avvieranno poi un’attività di ricerca di situazioni da migliorare, molto pratiche e vicine, e di possibili situazioni da mettere in campo per attuare la trasformazione. Prendendo spunto dai preziosissimi Consigli dei Ragazzi, presenti in varie realtà della scuola primaria, l’attività quindi vuole condurre operatori, bambini e insegnanti alla ricerca di percorsi condivisi di cittadinanza attiva, di progetti semplici e realizzabili concretamente che possano tradursi poi in una conferma, per i bambini ma anche per i grandi, che perseverare, sperare, mettersi assieme e costruire portano poi ad un qualcosa, e che questo qualcosa di sicuro ha contribuito al miglioramento del mondo. I progetti e le idee nate dai cuori e dalle menti dei bimbi di tutta la Provincia, verranno poi raccolte e condivise tra le scuole, e si mediterà assieme agli insegnanti, i destinatari cui far pervenire i suggerimenti di miglioramento nella speranza di costruire poi una risposta a quanto i bambini han progettato. TEMPI 2 ore circa. SPAZI L’aula stessa in cui si svolge lezione purché dotata di cattedra VARIE È fondamentale la presenza dell’insegnante in classe, possibilmente per entrambe le ore. E’ un’attività che avvierà, facilmente, una collaborazione tra educatori e insegnanti sui risultati emersi dall’esperienza e i progetti suggeriti dai bambini. 4 “GIOCAVIS” (GIOCO DI SIMULAZIONE) DESTINATARI: scuola secondaria di primo grado (classi 3°) e secondaria di secondo grado (classi 4° e 5°). Esistono 2 versioni del gioco specifiche per l’età dei ragazzi coinvolti. OBIETTIVI Stimolare una riflessione sulle scelte che vengono compiute quotidianamente, quanto queste siano rivolte verso la comunità, le altre persone o quanto siano autocentrate, quanto siano dettate da un senso di responsabilità o, invece, di egoismo. L'attività dell'AVIS finalizzata a promuovere la cultura della donazione volontaria, anonima e gratuita costituisce, quindi, una di quelle attività positive dettate da un senso di responsabilità e condivisione, e da una positiva apertura verso l'altro e verso i possibili problemi che può portare con sé. SVOLGIMENTO e METODOLOGIA La classe viene divisa in squadre che si trovano ad affrontare diverse prove di abilità. Queste attività permetteranno, durante il debrifing, alcune riflessioni sui temi principali del gioco che restano, durante la competizione, in secondo piano per prendere importanza alla fine quali: il dono verso l’altro, la solidarietà, la lotta alle logiche estreme dei profitti personali. Giocavis è un gioco di simulazione: attraverso delle parti, dei ruoli, si costruisce, si demolisce, si vince o si perde, si gioisce o ci si rattrista, il tutto dietro lo schermo psicologico della finzione ludica. Attraverso il gioco di simulazione si prova, ci si mette nei panni di qualcun altro, si esce dalle logiche del profitto personale, per abbracciare la dimensione sociale del nostro vivere assieme agli altri e, perché no, anche “a favore degli altri”. E’ in questo senso, dopo una forte attività laboratoriale ed esperienziale, che si suggerirà all’alunno una riflessione sul bisogno, sull’aiuto, sull’incontro con l’altro nonostante le diversità e, a volte, proprio grazie a queste. TEMPI 2 ore circa. SPAZI Un’aula o un ambiente più grande se si accorpano due classi. VARIE È fondamentale la presenza dell’insegnante in classe, possibilmente per entrambe le ore. 5 “TEATRO IMMAGINE” DESTINATARI: scuola secondaria di primo grado (classi 3°) e secondaria di secondo grado (classi 4° e 5°). Esistono 2 versioni del gioco specifiche per l’età dei ragazzi coinvolti. OBIETTIVI Attraverso l’attività del teatro sociale i ragazzi vengono portati a riflettere sui temi della partecipazione, del futuro non come minaccia ma come promessa, dell’impegno attivo nel sociale, dell’altro come ricchezza. METODOLOGIA e SVOLGIMENTO La tecnica teatrale proposta è quella del Teatro Immagine: una tecnica basata sulla costruzione di immagini attraverso l’utilizzo del corpo; queste immagini, o sculture, sono in grado di raccontare, spesso in maniera sorprendentemente più forte e libera rispetto al verbale, come una persona e un gruppo la pensano su un certo argomento. Il “Teatro Immagine” è una tecnica della Metodologia del Teatro dell'Oppresso, un metodo che usa il teatro come linguaggio, come mezzo di conoscenza e trasformazione della realtà interiore, relazionale e sociale. E’ basato sull’ipotesi che tutto il corpo pensa cioè su una concezione dell'uomo visto come interazione reciproca di mente, corpo ed emozioni. Con questo metodo lo sviluppo della teatralità diventa uno strumento di liberazione collettiva, in quanto l'auto-consapevolezza della persona è resa possibile dallo specchio multiplo fornitole dagli altri. Per questo permette di affrontare percorsi educativi formativi in modo attivo, partendo dalla percezione sensoriale, dall'espressione analogica per arrivare ad un'elaborazione verbale basata sull'esperienza. L'atteggiamento pedagogico è di tipo non giudicante ma attento alle differenze e basato su un ascolto comprensivo. TEMPI 2 ore circa. SPAZI Un’aula o un ambiente più grande (palestra). VARIE È fondamentale la presenza dell’insegnante in classe, possibilmente per entrambe le ore. 6 “CITTADINANZA ATTIVA: L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI” “… commisi un errore: la mia giovane età … mi portava a immaginare l’avvenire in funzione di me stesso...” (Jean Giono, “L’uomo che piantava gli alberi”) DESTINATARI: scuola secondaria di primo grado (classi 3°) OBIETTIVI Dal grande racconto di Jean Giono “L’uomo che piantava gli alberi” una rielaborazione animata del testo, grazie a due lettori-attori, per portare i ragazzi a riflettere sui valori dell’impegno, della speranza, della cittadinanza attiva. Musica profonda e un racconto su un solo uomo che, credendoci ogni giorno e guardando al futuro non come minaccia ma come premessa, è stato in grado di cambiare moltissimo, nonostante tutto e tutti. Dalla riflessione nata spesso grazie al confronto, in dodici anni di lavoro, con molti insegnanti e dall’ascolto degli stessi ragazzi, dei loro linguaggi verbali ma anche non verbali (grazie alle tecniche di teatro sociale), l’AVIS ha deciso di puntare l’attenzione sulla speranza, ritenendo che è da questo atteggiamento profondo che possano poi nascere gesti di partecipazione, di cittadinanza attiva e di dono. METODOLOGIA e SVOLGIMENTO L’attività partendo dalla lettura animata di una rielaborazione del testo “L’uomo che piantava gli alberi” di J. Giono, utilizzando alcuni passaggi fondamentali del racconto, alcune frasi chiave, e alcuni esercizi di teatro sociale, vuole condurre i ragazzi ad immergersi su questi temi con libertà e coinvolgimento emotivo profondo, tentando spiragli sulle tendenze nichiliste e sui timori tipici dell’età incontrata. TEMPI 2 ore circa. SPAZI Aula ampia e libera da banchi e sedie VARIE È fondamentale la presenza dell’insegnante in classe, possibilmente per entrambe le ore. 7 “IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO” DESTINATARI: Classi quarte e quinte della scuola secondaria di secondo grado. OBIETTIVI Suggerire comportamenti collaborativi, di cooperazione e riflessioni sull’appartenenza ad una società e sul proprio ruolo partecipativo e di impegno sociale. METODOLOGIA e SVOLGIMENTO Il Dilemma del Prigioniero”, noto strumento inseribile all’interno della categoria della “Teoria dei Giochi” fu proposto nel 1950 da Merrill Flood e Melvin Dresher, come parte delle ricerche sulla Teoria dei Giochi promosse dalla Rand Corporation1 per le possibili applicazioni ad una strategia nucleare globale (siamo infatti all’interno del contesto della Guerra Fredda). Il titolo “Il Dilemma del Prigioniero”, comparve quindi in un saggio dei due autori, proposto alla comunità scientifica nel 1950. Partendo da una storiella di prigionieri e delazioni, si intendeva dimostrare che in una condizione di interdipendenza tra soggetti può accadere che quanto è conveniente per un singolo individuo non lo sia per la collettività nel suo complesso. A partire dal 1950, il gioco ha avuto una fortuna enorme: in economia è stato applicato ad una serie vasta di casi ma lo strumento ha trovato molte applicazioni anche in casi di politica internazionale e di scienze sociali. E’ proprio sfruttando il successo e la forza di questo strumento, che l’AVIS ha deciso di adattarlo e di potenziare al massimo uno dei suoi obiettivi: dimostrare che ci si troverebbe tutti in una situazione di difficoltà e disagio se i singoli protagonisti di un certo contesto agissero e pensassero solo guidati dalla ricerca di un proprio personale vantaggio. Il gioco permetterà, allo stesso tempo, di vagliare la fiducia tra i giocatori e gli effetti del tradimento di questa fiducia; mostrerà gli effetti della cooperazione tra i gruppi e, in generale, come si è già sottolineato, evidenzierà il merito di un comportamento collaborativo all’interno di un gruppo e nella relazione tra gruppi. TEMPI 2 ore di lezione per una classe. SPAZI 2 aule, in quanto gli studenti vanno divisi in due gruppi. VARIE È fondamentale la presenza dell’insegnante in classe, possibilmente per entrambe le ore. 1 La Rand Corporation è un “Think Tank” statunitense fondata nel 1946 con il supporto finanziario del Dipartimento della Difesa statunitense. Attualmente impiega più di 1500 ricercatori presso molte sedi. Tra i suoi principali successi vi è l’applicazione della Teoria dei Giochi per metodologie che anticipassero possibili sviluppi politici ed economici futuri. 8 “CITTADINANZA ATTIVA: L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI” DESTINATARI: Classi quarte e quinte della scuola secondaria di secondo grado. OBIETTIVI Il film di Frederic Back, Premio Oscar per il miglior film d’animazione 1988, e il grande racconto di Jean Giono “L’uomo che piantava gli alberi” per portare i ragazzi a riflettere sui valori dell’impegno, della speranza, della cittadinanza attiva. Quaranta minuti di immersione in uno dei capolavori dell’animazione, del disegno animato, cullati dalla profonda voce di Toni Servillo che permette di respirare la profondità delle pagine del grande racconto della speranza, del gesto piccolo, ma quotidiano e convinto, in grado poi di cambiare le cose e di rendere migliore il mondo. METODOLOGIA e SVOLGIMENTO L’attività, partendo dalla visione del filmato (durata 42 min.) ed attraverso alcuni esercizi e tecniche di condivisione dell’esperienza appena vissuta, punterà ad una riflessione libera e partecipata sui temi della speranza, delle paure, di quali possono essere dei gesti capaci di migliorare le condizioni degli altri, e non solo quelle di se stessi, tentando spiragli sulle tendenze nichiliste e sui timori tipici dell’età incontrata. TEMPI 2 ore circa. SPAZI Aula ampia con video proiettore e pc collegato. VARIE È fondamentale la presenza dell’insegnante in classe, possibilmente per entrambe le ore. 9