profilo paese: senegal

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profilo paese: senegal
PROFILO PAESE: SENEGAL
Il Paese in cifre
Superficie: 196,190 Km2
Popolazione: 11,8 milioni di abitanti (fonte: UNDP)
Tasso di crescita annua della popolazione: 2,3% (fonte: UNDP)
Popolazione urbana: 41,6% (fonte: UNDP)
PIL pro-capite: 760 US$ (fonte: Wbank, Atlas method)
Popolazione che vive con meno di 2US$ al giorno: 56,2% (fonte: UNDP)
Tasso di alfabetizzazione (su popolaz. maggiore di 15 anni): 39,2% (fonte: UNDP)
Aspettativa di vita alla nascita: 62,3 anni (fonte: UNDP)
Mortalità infantile (per 1000 bambini nati vivi): 77 (fonte: UNDP)
Popolazione con accesso a fonti d’acqua potabile: 76% (fonte: UNDP)
Indice di Sviluppo Umano: 156 posto su 177 paesi (fonte: UNDP)
Situato all’estrema propaggine occidentale del continente africano, il Senegal confina a
Nord con la Mauritania, a Est con il Mali, a Sud con la Guinea Bissau e la Guinea, a
Ovest con l’Oceano Atlantico. Il suo territorio ha un’estensione di 196.190 Km2 ed è
abitato da circa 11,800 milioni di abitanti dei quali il 42,2% è costituito da giovani al
di sotto dei 15 anni di età.
Paese di antica civiltà, dopo la colonizzazione francese, nel 1961 il Senegal divenne
Repubblica
indipendente.
Nel
1962
L.S.
Senghor
instaurò
un
regime
presidenziale,
filoccidentale in politica estera. Nel 1980 Senghor lasciò la carica di presidente, che
venne assunta da Abdou Diouf, riconfermato nelle elezioni del 1983, del 1988 e del 1993.
Nel 1991 la Costituzione è stata emendata per permettere una maggiore presenza delle
opposizioni.
nuovamente
Nel
nelle
marzo
2000,
elezioni
del
veniva
eletto
2007.
Durante
presidente
il
primo
Abdoulaye
governo
Wade,
Wade
si
riconfermato
decideva
per
limitare i poteri del presidente della Repubblica e, con il referendum del gennaio 2001,
si approvava una nuova Costituzione. Nello stesso anno, sciolto il Parlamento, Wade
indiceva nuove elezioni legislative, che vedevano la vittoria della coalizione di governo
guidata dal suo partito, il Partito liberaldemocratico (PDS).
A partire dagli anni 80 un lungo e inarrestabile conflitto tra le forze separatiste e
l’esercito ha insanguinato periodicamente la regione meridionale del Paese, la Casamance.
Nel 1992 le iniziative armate dei separatisti della Casamance sono riprese con forza e
sono proseguite nel corso degli anni, nonostante gli accordi del 2000-2001. Nel dicembre
2004 il governo e i separatisti della Casamance hanno firmato un nuovo accordo di pace.
Malgrado la situazione tuttora incerta in Casamance, il Senegal rimane una delle più
stabili democrazie africane.
Il Paese ha assistito, negli anni più recenti, a una buona crescita economica: l’economia
senegalese presenta un tasso annuo medio di crescita attorno al 5%. Grazie a numerose
riforme
strutturali,
che
hanno
avuto
pesanti
costi
sociali,
i
conti
statali
sono
finalmente a posto, con un aumento delle entrate tributarie del 138% negli ultimi 5 anni
e un’inflazione a livelli contenuti.
Il Senegal è uno degli stati più sviluppati della regione dell’Africa francofona, con
buone infrastrutture e una base industriale relativamente diversificata. Il settore dei
servizi
(commercio;
telecomunicazioni,
teleservizi
e
Internet;
edilizia;
turismo;
amministrazione) contribuisce alla maggior parte della produzione del PIL . La produzione
agricola, pur essendo il settore primario del paese, rimane fortemente influenzata alle
variazioni climatiche.
Le buone performances dell’economia negli ultimi anni non hanno tuttavia avuto effetti
significativi sulle condizioni di vita della popolazione: più della metà dei Senegalesi
vive ancora sotto la soglia di povertà , la disoccupazione è alta, l’accesso ai servizi
rimane problematico, la disparità del livello di vita tra le popolazione rurali e quelle
urbane è elevata. Il tasso di alfabetizzazione rimane al di sotto del 40%, con una forte
discrepanza tra il dato riguardante i maschi e le femmine (50% contro 30%). Nonostante la
lotta all’Hiv non sia una delle priorità statali (solo lo 0,9% della popolazione ne è
affetto) l’epidemia di colera del 2004 mostra come anche a livello sanitario occorrano
sensibili miglioramenti. Il Senegal rimane uno dei 20 paesi peggiori del mondo secondo
l’indice di sviluppo umano. Queste condizioni alimentano il sempre più esteso fenomeno
della migrazione, anche clandestina, di giovani senegalesi verso l’Europa e l’America.
La cooperazione italiana, la cooperazione decentrata e numerose ONG italiane sono da
tempo attive nel Paese, implementando iniziative nei settori del rafforzamento dello
stato
senegalese,
della
riduzione
della
povertà,
del
sostegno
al
processo
di
decentramento, della promozione della sicurezza alimentare e del sostegno agricolo, del
sostegno
all’infanzia
e
all’educazione,
assistenza
ai
minori,
della
formazione
professionale, del sostegno all’imprenditoria e all’artigianato, della promozione della
microfinanza,
della
promozione
della
pesca
e
della
tutela
ambientale,
del
sostegno
sanitario, del supporto al settore del turismo responsabile, della promozione dei diritti
umani.
Il flusso migratorio di giovani senegalesi verso l’Europa alla ricerca di condizioni di
vita migliori e soprattutto di un’occupazione stabile interessa da tempo anche l’Italia.
I dati riferiscono che i migranti senegalesi soggiornanti in Italia sono oltre 65.000.
Quella senegalese rappresenta la diciottesima comunità di migranti più numerosa d’Italia
e la nazionalità più numerosa di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana.
Naturalmente queste cifre sono inferiori al numero reale dei cittadini di nazionalità
senegalese presenti sul nostro territorio: la comunità dei migranti senegalesi presenta
infatti un alto tasso di irregolarità. Tradizionalmente il flusso migratorio senegalese
in Italia ha coinvolto prevalentemente uomini, mentre l’arrivo delle donne e quello dei
ricongiungimenti familiari appare un fenomeno assai più recente.
I senegalesi presenti in Italia provengono da quasi tutte le regioni del paese ed in
particolare dal Baol (Djourbel e Touba), dalla regione di Dakar, dalla regione di Louga,
di Thiès e dalla regione di Matam. L’inserimento lavorativo dei senegalesi presenti nel
nostro territorio è avvenuto generalmente nel lavoro dipendente presso piccole e medie
imprese del settore industriale e metalmeccanico, oppure nei servizi e in misura minore
nel commercio. Negli ultimi anni, così come presso altre comunità di migranti, anche tra
i Senegalesi residenti in Italia si è registrata molto forte la propensione all’autoimpiego
e
alla
creazione
di
impresa,
soprattutto
nei
settori
del
commercio,
della
ristorazione e manifatturiero.
Il tessuto associativo dei migranti senegalesi in Italia si distingue per numerosità,
dinamicità ed elevata capacità
di gestione di relazioni esterne, sia con il contesto
locale di destinazione, sia con il contesto di provenienza.
Nel
panorama
delle
associazioni
dei
cittadini
senegalesi
in
Italia
coesistono
sia
organizzazioni che realizzano attività prevalentemente rivolte al contesto di approdo
(assistenza
per
sociale
economico
ed
i
membri espatriati), sia quelle che promuovono iniziative di tipo
finalizzate
al
miglioramento
del
proprio
territorio
d’origine,
gestendo piccoli interventi di tipo socio-sanitario e infrastrutturale, realizzati grazie
a
raccolte
fondi
tra
gli
iscritti
soggetti pubblici e privati italiani.
ma
anche
attraverso
l’intervento
finanziario
di