(TO) - Intervista al titolare dell`Azienda
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(TO) - Intervista al titolare dell`Azienda
Mezzenile, Pessinetto e Traves - 2 - Speciale - Intervista a Garbolino Visita all’Azienda agricola ‘I CASTAGNI’ di Mauro Garbolino Mottera di Chialamberto (TO) - Intervista al titolare dell’Azienda In data 2 aprile 2013 abbiamo fatto visita in Chialamberto, Frazione Mottera, all’Azienda di allevamento di capre da latte, con circa 100 capi e annessa la trasformazione del latte in formaggi di qualità. Questa pubblicazione monografica illustra l’intervista al titolare dell’Azienda, MAURO GARBOLINO. L’attività dell’Azienda è iniziata nel 2000 ed è stata denominata “I CASTAGNI” perché la stalla è stata costruita ‘in mezzo ai castagni’. Qual’ è la motivazione che ti ha portato a questa attività? “Ho fatto il ristoratore a Torino, anche con discreto successo; però da quando sono andato via all’età di 16 anni, volevo ritornare qui ed esercitare poi il mio lavoro agricolo, perché la mia famiglia era di allevatori di bovine e caprine da latte; avevamo anche un bell’alpeggio nel Vallone del Vassòla sopra Chialamberto. Mi sono detto negli anni trascorsi in città: ‘un giorno tornerò… e così è stato’. I miei familiari sono sem- pre stati dediti all’allevamento del bestiame, soprattutto i miei zii; ho vissuto a lungo con loro in Frazione Pratolungo, dall’altra parte del fiume, dove abbiamo i prati, la stalla e tutta l’attività. Quando poi gli zii sono mancati, hanno lasciato tutto a me; questo è stato uno dei motivi per cui volevo tornare qui. All’età di 5 anni andavo già all’alpeggio con mio zio; fino a 1516 anni, d’estate, andavo all’alpeggio con lui; poi, per la necessità, sono dovuto andare in città: è stata una fortuna. Avevamo un ristorante self-service in zona Centro a Torino, nelle vicinanze della Stazione Porta Nuova: un locale di 800 mq dove si lavorava moltissimo fino a 1000 pasti al giorno. Avvenne però che, a un certo punto, la città non mi dava più quella soddisfazione di restare per un insieme di cose e per i molti cambiamenti avvenuti in quel periodo. Devo dire francamente che forse è stata una scelta giusta lasciare Torino e venire qui. La “molla” che mi ha fatto lasciare Si ringraziano per la gentile concessione delle foto: Giuliana LONARDI Mathieu WILLCOCKS Maurizio DEFFACIS Mezzenile, Pessinetto e Traves - 19 - Speciale - Intervista a Garbolino Presentazione del C.E.SV.I.L. Il C.E.SV.I.L. Centro Studi e Ricerche economico-sociali e di Servizi dell’Informazione per lo sviluppo delle Valli Piemontesi, è un’associazione costituita con atto notarile nel Novembre 2006. Non ha scopi di lucro ed ha esclusive finalità sociali; si prefigge obiettivi solidaristici. L’attività dell’Associazione si svolge con la partecipazione a incontri per : Fornire INFORMAZIONI gratuite a coloro che intendano avviare un’ATTIVI- TA’ IMPRENDITORIALE, per la fase di gestione dell’impresa, per la sua crescita e nei momenti di crisi. Questa attività di informazione è, in particolare: di mercato; di tipo economico; di tipo finanziario e bancario; di tipo organizzativo; di tipo contrattuale; di diritto commerciale (in specie societario) e di contabilità. Lo scopo è quello di essere vicini e di aiuto agli imprenditori o aspiranti tali, soprattutto nei momenti critici, affinché non si sentano soli. A tali fini, l’Associazione si avvale della collaborazione di specialisti (ad esempio, consulente aziendale, dottore commercialista, ecc.). Effettuare analisi volte a monitorare la situazione di crisi e di marginalità eco- nomica, in particolare di molte zone di montagna, a partire dalle Valli di Lanzo, anche nel quadro attuale della crisi economica del Sistema-Italia, evidenziando: le specifiche vocazioni e potenzialità del Territorio; le risorse, a partire da quelle della Terra e dell’Ambiente (doni di Dio) e le attività correlate, esistenti e possibili; le aspirazioni ed i bisogni dei residenti; gli squilibri territoriali e settoriali; prospettando gli interventi necessari ed opportuni atti a valorizzare le risorse locali, per fare presente nelle Sedi istituzionali pubbliche, vocazioni, potenzialità, squilibri, carenze, problemi e necessità, attivando i conseguenti interventi integrati o singoli, atti a contribuire al rilancio delle diverse Borgate e Comuni ed all’intero territorio di Valle. Ignazio Pocchiola Cit (presidente C.E.SV.I.L.) Dottore in Economia e Commercio Abilitato alla Libera Professione di dottore commercialista Abilitato all’insegnamento in Ragioneria, Tecnica bancaria e mercantile. Per informazioni contattare i numeri 3472102030 - 3393406478 Supplemento al Bollettino di Mezzenile, Pessinetto e Traves Estate 2013 Parrocchia San Martino - Via Murasse 17 - 10070 - MEZZENILE Recapito: parroco don Silvio Ruffino Telefax 0123 581115 - cell. 333 4780293 Email: [email protected] PRO MANUSCRIPTO Mezzenile, Pessinetto e Traves dato; quei quattro soldi che ci danno sono accompagnati da tante difficoltà, da tanti “balzelli” e costi”. Considerazioni generali. L’eccesso di burocrazia e normativo, unitamente alla scarsa qualità della regolamentazione, sono le facce di un problema pluri-decennale che è andato progressivamente crescendo nel tempo e che fa da freno alla fase di avvio, allo svolgimento dell’attività e alla crescita dimensionale delle Aziende del nostro Paese anche nel contesto europeo e mondiale. Sono, infatti, maggiori del necessario i tempi ed i costi per le imprese italiane determinati da questa patologia. E’ urgente un salto di qualità da parte dello Stato per scalare questa ‘montagna’. (N.d.R.) L’intervista a MAURO GARBOLINO e a sua moglie CLELIA MUSSINO prospetta un esempio di - 18 - Speciale - Intervista a Garbolino eccellenza imprenditoriale delle Valli di Lanzo nei profili della creatività, della passione, della cura di ogni particolare della gestione aziendale, della qualità riconosciuta del prodotto, ma soprattutto del rispetto e dell’amore per gli animali, per la natura e di un grande attaccamento alla montagna. Alla base, c’è ovviamente la vocazione all’esercizio dell’attività imprenditoriale. Si tratta senza dubbio di un bell’esempio per quei giovani che intendano avviare questo tipo di attività. Chi vive ed opera in montagna necessita, per lo meno, di strade adeguate, con un buon livello di manutenzione ordinaria e straordinaria. Alla Provincia, in particolare, spetta il compito di provvedere con la necessaria efficienza. Ignazio Pocchiola Cit Presidente C.E.SV.I.L. Chialamberto, 02 aprile 2013 Mezzenile, Pessinetto e Traves - 3 - Speciale - Intervista a Garbolino il ristorante è stata questa : “i muha detto: “voglio fare questo: un ri non erano nostri e non mi fidavo allevamento di capre da latte!”. più a fare grossi investimenti in un Questo è intuito imprenditoriale. locale non di mia proprietà”. (N.d.R.) Ogni qualche anno bisognava rifare il locale, la proprietà dei muri A livello di preparazione per l’esercizio della nuova attività, hai non era d’accordo a fare un contratto lungo; io non mi sono più frequentato dei corsi specifisentito di “buttare” milioni a casa ci ? ... hai fatto delle esperienze in Italia e all’estero? di altri per rifare il locale; è stata una mia scelta: se devo investire “Secondo me bisogna nascere con una cifra del genere lo voglio fare a una passione … poi seguono tutte casa mia e così ho fatto e ho deciqueste cose. Anche se facevo il riso “costruisco quest’azienda”. storatore, ho sempre seguito il Perché mi sono “buttato” nelle ca“mio mondo”. La prima cosa che pre? Il formaggio di capra incominfacevo, quando venivo qui, a casa, ciava a “muoversi” nel commercio. andavo a trovare i miei zii che ave‘Di fronte a me, in via Lagrange, vano una bella mandria di mucche c’era il famoso negozio di Pier Luigi e in alpeggio andavo sovente. Poi, Castagno “La baita del fürmag”, doprima di iniziare questa attività, mi ve c’erano tutte le varietà di forsono guardato attorno e ho guarmaggio e vedevo che erano pochi i dato soprattutto le strutture, come formaggi italiani di capra. Noi itaerano fatte. Ho fatto dei corsi di liani siamo tutti “deficienti” da non caseificazione e di lì c’è stato lo essere capaci a produrre formaggi spunto … di capra e venderli nelle nostre citPoi sono andato in Francia a vedetà? (N.d.R.: Dicevo tra me). Nelle vetrine dei negozi più blasonati di Torino oggi i formaggi di capra francesi ormai sono una piccola parte; sono quasi tutti formaggi italiani. Il consumo del formaggio di capra è aumentato e questo ha dato ragione a chi, come me, Un po' di ginnastica attraversando un torrente Mezzenile, Pessinetto e Traves re degli allevamenti, soprattutto in Provenza; i francesi in fatto di capre sono sempre stati molto avanti; ancora oggi sono più avanti di noi. In Francia c’è una popolazione caprina 5-6 volte maggiore di quella che c’è in Italia. Dopo che ho visitato queste aziende, “sono partito”. La stalla l’ho progettata io; ho dato il progetto al geometra dicendogli: voglio la stalla così e così al centimetro… Ne avevo viste diverse e avevo valutato la soluzione più adatta al nostro caso, soprattutto sull’altezza: infatti qui in montagna fa freddo, è meglio tenere le stalle più basse”. In fase di avvio avete avuto dei problemi, delle difficoltà? I tempi di avvio sono stati lunghi? Le difficoltà permangono adesso per chi deve iniziare? “Quando ho iniziato a fare questo lavoro, sono andato a “toccare” diversi Enti: la Provincia, l’Associazione Allevatori, la Regione Pie- - 4 - Speciale - Intervista a Garbolino monte; mi hanno creduto, questo è importante e ho avuto un grosso appoggio, soprattutto dalla Provincia; abbiamo avuto dei grossi aiuti. Se credo nell’attività che voglio avviare, riesco a trasmetterla a chi ho di fronte e mi ascolta: “voglio fare questo, cosa ne dite ?” Anche l’Università di Agraria mi ha aiutato; con la Facoltà di Veterinaria lavoriamo insieme da alcuni anni e alcuni dei suoi allievi vengono qui a fare gli stages (tirocinio). La tempistica più lunga è stata quella dell’approvazione del progetto da parte del Comune, con mille difficoltà. Oggi, costruire una stalla non è facile; avevo valutato diverse zone per costruirla, ma l’unica zona in cui non avevo problemi era dove l’ho costruita, perché secondo me si è poi rivelata la migliore zona. La tempistica è stata molto lunga per la stalla, circa un anno, ma soprattutto per il laboratorio: andavano alle calende greche; in due anni poi ho risolto tutto sia per la stalla che per il laboratorio. Con l’Ufficio d’Igiene non abbiamo avuto problemi: se uno fa la stalla rispettando tutte le esigenze del benessere animale, non c’è nessun problema; così pure per il caseificio, riuscendo a ottenere le svariate autorizzazioni e, come nel nostro caso, il bollo CEE. Se l’impianto è grosso ci va tutto il Mezzenile, Pessinetto e Traves Per un giovane che intenda avviare l’attività ci sono dei corsi specifici da frequentare? “Senz’altro. I ragazzi che ho visto qui sono preparati: i giovani validi li abbiamo in Italia, ma non solo nel settore agricolo, anche in tutti i settori”. A livello di esperienze è bene che i giovani abbiano un livello abbastanza vasto, anche all’estero, ad esempio in Francia? Quali possibilità ci sono sul mercato? “Oggi penso di no; quando abbiamo iniziato noi e tanti altri abbiamo copiato dalla Francia perché qui c’era ancora poco o niente. Oggi c’è una voglia enorme di “mettere su” capre, perché l’industria casearia si è messa a lavorare - 17 - Speciale - Intervista a Garbolino il latte di capra che vale circa 3 volte il latte di mucca. Se quest’anno avessi avuto 200 caprette femmine, le avrei vendute tutte, perché sono in molti a voler “metter su” e produrre latte di capra molto richiesto da questi caseifici che fanno dei contratti remunerativi per tre anni e sono anche disposti a dare qualche aiuto per incentivare quei lavoratori che vogliano trasformare Aziende di allevamento di bovini in Aziende di allevamento di capre, o avviare aziende nuove, perché non trovano latte di capra. Noi non vendiamo latte perché lo trasformiamo; sarei però titubante a investire soldi per vendere il latte. Sarei piuttosto dell’idea di fare come abbiamo fatto noi e cioè fare l’allevamento delle capre e poi lavorare noi il latte per avere il formaggio di qualità. E’ lì che le Istituzioni devono intervenire. Sono convinto che in futuro, chi produrrà “cibo” andrà sempre avanti. Oggi vediamo la situazione di crisi sia nell’Industria che nei lavori pubblici, ma chi produce “alimenti” riesce a reggere.. Noi siamo un “microbo” in un sistema, ma quando i ‘‘microbi’’ sono migliaia diventano una vera ricchezza che conta. Bisogna che i nostri politici e amministratori lo recepiscano. Quello che dovrebbero fare le Istituzioni, per chi vuole fare il lavoro che abbiamo fatto noi e che fanno i Fratelli Genotti di Chialamberto, è di essere un po’ aiutati sia sotto il profilo finanziario che semplificando le procedure amministrative senza tanti “balzelli”. Oggi qui tribolano già a pagarci il pascolo gui- Mezzenile, Pessinetto e Traves se viene un’altra volta il funzionario della Camera di Commercio, glielo fai vedere”. Le strade di percorrenza provinciali, in quali condizioni sono? “Spero che tengano ancora un po’, perché oggi non hanno più soldi per rifarle”. In sostanza, cosa chiedi allo Stato? “L’importante oggi è la Comunità Europea. Il prossimo anno cambierà tutto il sistema nell’Agricoltura, la nuova P.A.C. (Politica Agricola Comune). C’è da augurarsi che vengano considerate con occhio di riguardo le Aziende della filiera corta; mi auguro che sia così per le zone svantaggiate, come le montagne e certe zone d’Italia, perché il giorno in cui in montagna non ci sarà più l’agricoltura, i lupi ci mangeranno… Mi auguro che dal 2014, non chiediamo tanto ma solo il giusto, ci siano almeno, per chi voglia impiantare un’azienda, dei finanziamenti agevolati. Oggi solo per comprare un trattore servono da 30 a 40 mila euro e non tutti hanno questa cifra disponibile”. La fase di avvio di questa attività imprenditoriale, infatti, comporta il sostenimento di costi rilevanti: basti pensare alla stalla ed alla relativa meccanizzazione, ai terreni, ai capi di bestiame, ai trattori, ai locali ed ai macchinari per la trasformazione del latte, alla cantina di maturazione del formaggio, ai mezzi di trasporto di prodotti e materiali.. (N.d.R.). - 16 - Speciale - Intervista a Garbolino Il figlio continuerà l’attività? “Penso di no”. Perché? “Ha un altro lavoro”. Ci sono le condizioni favorevoli per l’esercizio dell’attività in montagna? “Le condizioni favorevoli ci sono: come ho dimostrato è possibile vivere con 100 capre. Il problema di un giovane che vuole mettere su un’azienda, se non ha la famiglia che lo sponsorizza, come fa? Mi piacerebbe che domani qualcuno rilevasse la nostra Azienda, perché mio figlio è sistemato diversamente”. Mezzenile, Pessinetto e Traves necessario: bisogna essere distanti dalle falde acquifere e dal fiume; non si può fare una struttura in un conoide e tante altre cose”. Con quanti capi di bestiame sei partito? E adesso quanti sono? “Ho iniziato con pochi capi, una trentina; l’anno dopo erano 50; poi siamo arrivati a 100 come adesso”. - 5 - Speciale - Intervista a Garbolino ziani”. All’inizio le 30 capre erano sufficienti per vivere? “No, però mi ero anche consigliato con chi aveva più esperienza e mi aveva detto: non prenderne tante in principio, perché poi non sai cosa farne del formaggio; questo è vero e io devo imparare. Sono sempre andato per gradi; ho detto: pri- Che razze sono? ‘Siamo sempre andati sulla capra Saanen, la capra che viene dalla Svizzera dal Vallone di Saanen e le capre provengono da quella zona lì. Sono animali allevati ormai in tutto il mondo, Cina e America comprese”. Come mai questa scelta ? “E’ la capra più da latte che esista oggi e oltre tutto ha un buon latte. La più lattifera come quantità e come qualità. Io sarei stato più propenso ad allevare le camosciate francesi; ne abbiamo qualcuna: sono più belle e più rustiche; però, come le razze autoctone, hanno il latte troppo saporito; le Saanen hanno il latte più dolce e il loro formaggio ha qualità nutrizionali molto alte, perciò adatte all’alimentazione di tutte le classi di età, dai neonati agli an- La moglie Clelia Mussino ma facciamo la stalla, poi prendiamo le capre, poi facciamo il caseificio. Bisogna fare le cose per gradi e lo stesso per la gestione del gregge: dapprima con una trentina di capre, cominciando a lavorare gli 80 litri di latte al giorno; poi smerciando un po’ di formaggio e così gradatamente siamo cresciuti. Oggi sono molte le persone che consumano formaggi caprini e la richiesta del prodotto è aumentata rispetto a 15/20 anni fa”. Mezzenile, Pessinetto e Traves I fabbricati e i terreni sono di proprietà? “Si”. Le capre vengono condotte quotidianamente al pascolo? Nel pascolo cespugliato? Quante ore le tieni al pascolo? “Si, le pascoliamo 6-7 mesi l’anno; le pascoliamo però solo una volta al giorno, la sera; facciamo il pascolo serale. Le pascoliamo anche nei prati, perché la capra da latte va pascolata dove mangia bene; facciamo il pascolo guidato, nella parte piana del terreno dove le capre non si stancano e ci sono sempre io assieme. Se la capra cammina un’ora per andare al pascolo e un’ora per tornare indietro sono - 6 - Speciale - Intervista a Garbolino fretta a mangiare e si riempiano bene. Al pascolo le tengo almeno 2 ore. In Ottobre-Novembre, quando le giornate sono più corte, le pascolo nel pomeriggio e vado più distante, perché sono già quasi “asciutte” (hanno meno latte) e vado nelle zone dove ci sono i castagni; loro mangiano le castagne, le ghiande e i rovi..; le mungo dopo il pascolo; è una gestione un po’ diversa. Il pascolo è importante”. Qual’ è la funzione del pascolare le capre? Anche sociale? “Il pascolo ha più di una funzione. Ha una funzione di salute dell’animale, prima di tutto e vista la dislocazione dei pascoli, anche di immagine dell’azienda. Questo è importante, perché se uno vuole avere un reddito da un animale, bisogna che l’animale sia in forma e questa, secondo me, è la base per tutti gli allevatori di montagna”. Ho visitato l’altro giorno un allevamento a Cuneo, dove sono andato per acquistare un maschio: qui le capre sono sempre in stalla, si può diMauro con una capra di razza Saanen re che non vedono mai il sole nella lodue ore; invece se attraverso la ro vita, ma le capre in 3-4 anni sostrada e il pascolo è già lì, parte no “finite”. Noi qui abbiamo capre nei prati e parte lungo i cespugli, è che hanno 10 anni. Il pascolo è meglio, purché il pascolo sia soimportante per questo, perché le stanzioso e le capre facciano in capre stanno bene fuori e poi di- Mezzenile, Pessinetto e Traves sere sicuri che i loro ascendenti abbiano un “tot” in litri di latte. L’altro giorno sono andato a Saluzzo a comprarne uno. Chi me lo ha venduto è un buon allevatore che va sovente in Francia. Se noi dobbiamo vendere un maschio, e ne vendiamo parecchi, logicamente chi lo compera vuole avere dei certificati che tutto sia in ordine. Soprattutto con la Valle d’Aosta c’è molta esigenza. Chi compera e ha delle Aziende vuole conoscere la morfologia, le medie del latte, dei grassi, delle proteine.. animale per animale”. - 15 - Speciale - Intervista a Garbolino Sono molto pignoli? “Ma no, abbiamo un buon rapporto con l’Ufficio d’Igiene; secondo me se si usa il metro del buon senso, della pulizia e se si ha veramente voglia di fare…tutto si risolve per il meglio. Ho avuto quest’anno un controllo della Camera di Commercio, sono molto pignoli.., volevano il controllo dell’acqua al rubinetto e non solo dove mi al- Ci sono dei problemi oltre a quelli fin qui indicati? “Grossi problemi, oggi, non ne ho. Siamo sempre ultra-controllati”. Non trovano mai niente di irregolare in questa Azienda? “Sulla caseificazione mai niente: abbiamo avuto un “audit” (vuol dire un controllo su tutto dall’A alla Z, dalla stalla agli scarichi, alla lavorazione..) e la dottoressa ci ha fatto i complimenti; io le ho chiesto se poteva rilasciarmi un documento scritto e la dottoressa mi ha risposto: glielo scrivo ben volentieri”. Mungitura in stalla laccio all’Acquedotto Comunale. Un controllo dell’acqua ben fatto può costare anche 1000 €. La dirigente di Ciriè che segue tutta la struttura sanitaria mi ha detto: ‘No, la legge non lo dice; le faccio solo il controllo delle condotte che siano a posto’; poi mi ha rilasciato un documento scritto dicendomi: Mezzenile, Pessinetto e Traves - 14 - Speciale - Intervista a Garbolino Perché il Castelmagno ha il DOP? “E’ stato uno dei primi DOP, ma in Piemonte ci sono parecchi DOP sia di latte vaccino che ovino; certamente ci sarebbe un ritorno anche economico: il formaggio acquista più credibilità e sicuramente un ritorno economico”. più: valorizzare i prodotti.. Io non parlo tanto per il nostro prodotto di capra, perché siamo in pochi a produrlo; parlo soprattutto della “Toma di Lanzo” perché finora non si è riusciti a fare e trovare un qualcosa di positivo”. Come mai? Non si sono mai messi d’accordo? Da chi dipende? I produttori? “Un po’ da tutti assieme, soprattutto dai produttori. E’ ora che marchino la toma!. Il marchio della Comunità Montana è già un primo passo. C’è il DOP (Denominazione di Origine Protetta, N.d.R.) sulla “Toma Piemontese”: la producono in tutto il Piemonte, Liguria e forse…Lombardia compresa, perché poi i confini… Per la “Toma di Lanzo” sarebbe ora di fare il DOP. Hanno fatto un DOP anni fa sul Roccaverano, un formaggio di capra che ha un’area e una produzione molto limitata”. Anche voi allevatori di capre avete un marchio? “No, no; abbiamo solo un disciplinare fatto in Comunità Montana sul “Chevrin” della Valle di Lanzo. Ha provveduto a fare tutto la Comunità Montana. Il “disciplinare” è registrato e lo possono usare solo coloro che rientrano nei requisiti. Devono essere residenti e produttori in Comunità Montana”. E’ un bel riconoscimento! (N.d.R.). I capretti si vendono bene? “Quello dei capretti è un discorso molto diverso dai formaggi; il settore “carni” in questo periodo è molto in crisi in tutta la Nazione. Come prezzo non è remunerativo perchè abbiamo la concorrenza della Francia, soprattutto. Oggi i ricavi sono inferiori a quelli di 10 anni fa”. Comprate dei maschi di capre e ne vendete? “Si, si, compriamo dei maschi iscritti all’albo genealogico per es- Mezzenile, Pessinetto e Traves versificano il loro nutrimento. C’è poi l’aspetto del paesaggio: le capre pascolano dove magari i bovini non pascolano ed effettivamente si rendono utili per la pulizia dei terreni e dei sentieri. Quando ho iniziato nel 2000 le capre pascolavano nella zona dove ci sono delle baite disabitate, sopra Chialamberto; era tutto coperto di rovi, adesso è tutto pulito dopo aver pascolato per 10 anni le capre: rovi non ce ne sono più, li hanno mangiati tutti, passano e ripassano, attaccano dove ci sono dei roveti grossi; li attaccano in 60 -70 capre assieme, tutte in linea come se fossero legate alla mangiatoia, tutte lì che mangiano; a Novembre non c’è più altro da mangiare e loro affrontano i rovi e li distruggono. Qui a Chialamberto c’è uno skilift che non funziona più, ma lungo la pista è tutto pulito; se io non pascolavo le capre ci sarebbero tante piante, frassini, betulle: le capre mangiano tutto e così la pista è sempre pulita; perciò creano anche un eco-sistema che fa bene alla montagna. In certe Provincie della Lombardia e del Veneto incentivano il pascolo delle capre dando dei contributi a chi le alleva, pagando perchè vadano a pascolare dove c’è il turismo, dove ci sono molte piste da sci. Le capre puliscono tutto, e questo è un lavoro in meno; nelle Provincie di Sondrio e di Trento dove hanno soprattutto un’agricoltura di montagna (noi qui l’agricoltura di montagna la stiamo un po’ perdendo) viene incentivato l’acquisto e il mantenimento di greggi perché pu- - 7 - Speciale - Intervista a Garbolino Le capre contribuiscono a liberare l’ambiente dai rovi liscono le aree adibite a passeggiate e a piste da sci; le piste da sci d’estate diventano prati, però se non viene effettuato il taglio dell’erba o il pascolo, si infestano di arbusti creando poi un costo per la manutenzione”. A voi riconoscono qualcosa a titolo di incentivo per la pulizia del pascolo? “Riconoscimento? Poca roba. Oggi ci danno un incentivo a fare il pascolo guidato, non per la pulizia, ma per il problema del lupo; ormai il lupo sta popolando i Comuni qui nelle Valli di Lanzo e si vedono già i danni causati dalla sua pre- Mezzenile, Pessinetto e Traves senza; ci “sbaffa” un sacco di capre, di pecore e di vitelli. Allora le Istituzioni hanno trovato “l’escamotage” : ci danno un incentivo a fare il pascolo guidato. Ma quanti siamo a farlo? Siamo in pochi; gli altri fanno il “pascolo brado”, soprattutto sulla pastorizia minore”. Ci sono molti cinghiali? Vi riconoscono qualcosa per i danni causati alla cotica erbosa? “Ci sono molti cinghiali; veniamo pagati se i cinghiali rovinano la cotica erbosa, ma la procedura del rimborso è molto complessa e dettagliata: occorre indicare tutte le particelle dei prati rovinati; occorre che le particelle siano di proprietà oppure con contratto di affitto. Qui da noi si pascola dappertutto, si taglia il fieno dappertutto e meno male che sia così; noi non abbiamo un contratto di affitto: l’ 80% dei - 8 - Speciale - Intervista a Garbolino terreni è di proprietà, il resto è di molti proprietari”. Sono in comodato i terreni? “Si, ma il comodato non viene contemplato: questo è il problema. Noi teniamo tutto pulito; i proprietari sono contenti, però il comodato non viene riconosciuto. Inoltre, la Regione e la Provincia non hanno più soldi e non riescono a pagare i danni causati dai cinghiali; sono un po’ tutti senza portafoglio”. Così si completa il “mosaico” e non è certo un incentivo per gli allevatori a continuare l’attività, né un fattore di attrazione (N.d.R.). Perché sei venuto qui? “Uno dei motivi per cui sono venuto qui è stato il vedere i terreni avviati verso il degrado; può darsi che abbia solo rinviato la morte di questi terreni, perché non so se dopo di me (adesso ho 60 anni) ci sarà qualcuno che continuerà la nostra Azienda; questa è la cosa che mi dà fastidio: noi adesso teniamo tutto in ordine, ma il futuro è incerto”. Falciate il foraggio? Quanti tagli fate? Acquistate foraggio dall’esterno? “Si, si lo falciamo; l’80% del fieno lo facciamo noi, il resto lo acquistiamo. Se dovessimo acquistare Mezzenile, Pessinetto e Traves negli ultimi anni. Ad esempio le farine che diamo alle capre: ogni 3 mesi ce ne occorrono 100 quintali; due anni fa spendevamo 15001700 €, adesso spendiamo oltre 3000 €: è quasi raddoppiato. Il gasolio ha preso un bella “botta”; le bollette della luce, il gas.. diventa difficile far quadrare i conti. Usiamo il gas per l’impianto della mungitura e il lavaggio dell’impianto”. - 13 - Speciale - Intervista a Garbolino bella mandria e durante tutto l’anno lavora, produce e vende”. Con l’attività che stai portando avanti potete vivere? “Certamente: è dimostrato che si può vivere a Chialamberto con 100 capre; bisogna fare il lavoro come si deve, con le carte in regola, con sacrificio e aver cura di ogni cosa. Oggi se devi comprare un trattore ci vanno 30.000 € …”. E’ difficile fare impresa oggi nel tuo settore? “Le Valli di Lanzo sono sempre state Valli vocate all’allevamento, non solo nel secolo scorso, ma anche nell’Ottocento. Nelle nostre montagne non ci sono grosse risorse oltre al pascolo e al foraggio. Sto vedendo che l’allevamento di mucche, di capre Tome nella cantina di maturazione e di pecore da latte, funziona ancora se si rispettano le norme conI macchinari e i mezzi di trasolidate. Oggi l’agricoltura qui in sporto li comprate o li prendete in ‘leasing’? montagna è cambiata; molti si sono messi in altri settori secondari, “No, li compriamo tutti”. come l’agriturismo, i frutti di bosco… ma sono molto secondari. Il formaggio di capra è valorizzaL’agriturismo non è facile, mentre to? l’allevamento per quello che vedo “Il prodotto è valorizzato da noi che io, laddove le aziende sono in regolo produciamo. La Camera di Comla, funziona bene. Qui a Chialammercio vuole fare qualcosa di più e berto, la Famiglia Genotti ha una sarebbe giusto fare qualcosa di Mezzenile, Pessinetto e Traves della cantina: quando è umido fuori, la terra è più umida; quando invece c’è il vento, la terra è più secca”. Quali sono le modalità di vendita? “La salvezza per le nostre piccole Aziende è la vendita diretta …. per chi la fa. Noi vendiamo il 50% del formaggio così, in Azienda; i compratori vengono un po’ da tutte le parti. Al compratore piace acquistare in Azienda perché si sceglie i formaggi e risparmia sulla spesa. Non bisogna mai esagerare nel prezzo. Abbiamo i nostri clienti in parte a Torino, in parte qui in Valle. Serviamo direttamente i negozi a Torino e qui in Valle, spingendoci fino a Ciriè, Lanzo, Coassolo.. in ogni Comune della Valle serviamo un Locale; il restante 50% della vendita è in negozio”. I prezzi di vendita sono remunerativi? “In rapporto ai costi di produzione, i nostri prezzi sono bassi perché gli - 12 - Speciale - Intervista a Garbolino aumenti dei costi verificatisi in questi ultimi tempi sono stati notevoli; d’altra parte aumentare i prezzi non è facile. Per quest’anno i prezzi non li spostiamo perché i nostri clienti sono abituati a spendere ‘tot’; cerchiamo sempre di abbattere i costi, ma diventa sempre più difficile. Nel complesso non è male perché siamo competitivi sul mercato e siamo anche soddisfatti”. Qual’ è l’andamento del margine economico nei 12 anni di lavoro? L’andamento è cambiato? Come? Perché? “L’andamento dei margini è andato peggiorando perché il prodotto finito non ha seguito la via del mercato. Il formaggio di capra è più caro rispetto al formaggio vaccino di 3-4 €. Oggi troviamo dei formaggi di capra che vengono dalla Francia, all’ingrosso a 8 € al Kg, perciò diventa difficile gestire la situazione”. In rapporto ai costi? “I costi sono aumentati a dismisura su tutto; c’è stato l’aumento dell’IVA di un punto e poi abbiamo avuto un aumento molto alto per quanto riguarda le farine che per noi è un costo grande; il gasolio è aumentato tanto; la luce è aumentata e così i costi di produzione sono cresciuti molto… capisco le Aziende che vanno in crisi a causa dell’aumento dei costi, soprattutto Mezzenile, Pessinetto e Traves tutto il fieno, non so se riusciremo a sopravvivere … Facciamo due tagli, uno a giugno e uno verso Ferragosto; su qualche prato facciamo solo un taglio, poi pascoliamo nei mesi autunnali. Abbiamo tutte le macchine per lo sfalcio, per girare il foraggio e per il trasporto (abbiamo 3 trattori)”. Dovete fare anche un po’ di irrigazione? “No, l’irrigazione non possiamo farla perché dopo le recenti alluvioni le condotte sono state danneggiate e non sono state ripristinate. Da anni il Comune ci dice “faremo qualche irrigazione”, ma finora non ho visto nulla. La fortuna è che siamo in montagna, piove abbastanza e i prati patiscono poco la siccità”. La vita media di una capra quant’è? “In media sugli 8-9 anni; noi abbiamo capre che hanno 10-11 anni e sono sempre produttive”. Ogni capra quanto latte produce mediamente? Quando comincia a produrre e per quanti anni è produttiva? “La media del gregge è sui 3 litri e mezzo, poi c’è la capra che ne produce 2 litri e quella invece che arriva a 5 litri; dipende anche dall’e- - 9 - Speciale - Intervista a Garbolino tà. La capra inizia a produrre a 1214 mesi ed è produttiva, mediamente, per 7-8 anni”. Quante capre, in media, sono produttive nel corso dell’anno? “Su 100, l’80% sono produttive; le altre 20 sono quelle che vengono allevate e che saranno produttive l’anno dopo; poi ci sono 2-3 maschi. Ogni anno, alleviamo da 20 a 25 caprette. Una buona capra deve produrre sui 10 quintali di latte all’anno con 300 giorni di mungitura. Ci sono capre che producono per 13-14 anni di seguito, altre che arrivano solo a 5-6; non sono tutte uguali. Mensilmente, facciamo i controlli funzionali del latte, come quantità e qualità su tutti i capi, molto utile per crearsi una genetica efficiente”. Sono delicate le capre? “Sono delicate, molto delicate; bisogna essere anche un po’ autosufficienti circa la loro salute: co- Mezzenile, Pessinetto e Traves - 10 - Speciale - Intervista a Garbolino Mezzenile, Pessinetto e Traves E Voi quanti ne prendete? “Uno per volta e ne abbiamo 6 durante tutto l’anno; però i mesi invernali sono da escludere. Diamo loro l’alloggio e chiediamo che si facciano da mangiare e siano in tutto autosufficienti. La loro presenza inizia in febbraio e continua fino ad ottobre”. Speciale - Intervista a Garbolino della Comunità Montana; il tempo di maturazione è di un mese e la pezzatura è di un Kg e mezzo. In tutta la Comunità Montana sono appena 3 i produttori; la ROBIOLA di CAPRA: con pezzatura di 2-3 hg; la maturazione è di 10 giorni; Un formaggio tipo CACIORICOTTA : ha una pezzatura di mezzo Kg e un tempo di maturazione di un mese; L’ERBORINATO di CAPRA: aggiungendo dei fermenti nel latte si ottiene un prodotto erborinato caratterizzato da piccole muffe (come le gorgonzole); è gustoso e molto ricercato. Ha una pezzatura che si aggira sul Kg e mezzo e richiede tre mesi di maturazione. E’ oggi il formaggio di capra più richiesto in tutto il Nord Italia”. noscere le loro medicine, gli antibiotici, anti-infiammatori e i vari vaccini.. Per essere allevatori di capre saanen non bisogna improvvisarsi. Ogni animale ha le sue regole. Il veterinario lo consulto sovente, a volte anche solo per telefono. I ragazzi “stagisti” cui diamo ospitalità studiano e sono utili; devo dire che sono molto preparati, fanno esperienza, magari andranno anche a lavorare presso l’ASL: bisogna essere pratici”. Questi ragazzi fanno degli ‘stage’ qui? “Si, la nostra azienda è accreditata dalla Facoltà di Veterinaria; fanno 100 o 200 ore; abbiamo di solito da 4 a 6 ragazzi che vengono. Tutti gli anni facciamo una specie di contratto dando l’assenso a venire. Ci sono dei giovani che sono bravi e hanno anche passione, se non hai passione …. C’è un buon rapporto con loro. Il problema è che sono poche le Aziende che li ricevono; per le capre sono 2 o 3 in tutto il Piemonte che hanno dato la disponibilità: infatti chi vuol lavorare con le capre ci contatta”. - 11 - Parlaci, per favore, dei macchinari per la trasformazione del latte in formaggio. “Abbiamo tutti i macchinari necessari e un mini-caseificio composto da una caldaia a vapore che scalda il latte: è molto economico e funziona a gasolio agricolo che ci viene dato a metà prezzo, perciò non abbiamo grossi costi per produrre il formaggio. Utilizziamo il caglio di capretto che dà un po’ più di sapore al formaggio. Siamo in grado di lavorare anche 500 litri di latte contemporaneamente”. Quali sono i prodotti ottenuti dalla trasformazione del latte? Quali i tempi di maturazione? “Produciamo: il classico TOMINO LATTICO, che ha una lavorazione diversa dagli altri formaggi. Ha una lavorazione tipo francese: una cagliata lunga, di 24 ore. Va bene sia fresco che stagionato. E’ un formaggio che anche quando ha un mese di stagionatura è buonissimo; è dolce appena fatto, ma maturando cresce il sapore di capra e può non piacere a tutti; il PRIMO SALE: vendiamo solitamente quando ha circa un giorno di vita; il CHEVRIN della Valle di Lanzo: è regolato da un “disciplinare” Caratteristiche della cantina di maturazione del formaggio e sua importanza. “Questa è la base dell’allevamento, perché se non c’è una valida cantina di maturazione, tutto il lavoro è inutile. Essa deve avere precise caratteristiche: l’umidità soprattutto e la temperatura giusta sono le caratteristiche basilari di una cantina; inoltre per “terra” deve esserci la terra, altrimenti non avrà mai questi requisiti, perché la terra lascia “respirare”. Una volta le ASL facevano mettere il cemento alle cantine e così hanno rovinato molte cantine. La terra “respira”, mentre con il cemento i formaggi diventano asciutti. Io guardo la terra