Anno 7 - Numero 1 # Ottobre
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Anno 7 - Numero 1 # Ottobre
Anno 7 - Numero 1 Liceo Classico e Linguistico "V. Gioberti" Ottobre 2011 Via S. Ottavio 9/11 - 10124 - Torino Au revoir, printemps. donne: al pari Problemidigitale di comunicazione Le nell'era degli uomini Filippo Ascolani Il nostro mondo è in continuo movimento e diventa sempre più difficile raccapezzarci qualcosa in una società così frenetica e convulsa; uno degli strumenti che dovrebbero aiutarci in questo campo è il giornalismo: che si parli di televisione, di Internet o della buona vecchia carta stampata non c’è differenza, il loro obiettivo rimane quello di garantire un’informazione adeguata per tutti. Chiara Giraudo Noi donne siamo sempre state ritenute diverse dagli uomini fin dall’antichità e per questa ragione abbiamo sempre avuto meno diritti e più doveri. Nell’Unione Europea è da molti anni ormai che le donne vengono considerate al pari degli uomini, CONTINUA A PAG. 7 CONTINUA A PAG. 10 Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 In questo numero coordinatori della redazione Giulietta de Luca Lara Saccani redazione Federica Messina Alessandro Brizzi Filippo Ascolani Vignettista: Federica Messina [email protected] [email protected] www.joeberti.wordpress.com Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 In questo numero L'editoriale Ottobre. Inizia il nostro nuovo anno, e ricominciano le manifestazioni. Quelle iniziate bene, e quelle finite male. Ci son tante cose belle di cui potrei scrivere, di come è bello andare al Gioberti e di come ci vogliamo tutti bene e siamo felici. Ma non posso non parlare della manifestazione del 15 ottobre e dei, lo so, cado nel banale, famigerati Black Bloc. Non sono qui per fare la moralista di turno, non dirò che la violenza è da condannare perché sbagliata in principio, poiché non ne sono sicura io in primo luogo. Quello che dobbiamo notare è che dei gruppi di persone più violente, che cercano di più lo scontro con la polizia, ci sono sempre state. C’erano stati problemi di violenza anche nella manifestazione del 14 novembre a Roma, l’anno scorso. Ma in qualche modo i gruppi di bellicosi erano stati individuati, i danni contenuti. Il punto è: vogliamo davvero credere al fatto che la polizia italiana sia così incapace da non considerare perlomeno sospetti venti ragazzi in nero, con la maschera antigas e il volto coperto? Siamo davvero così ingenui? E cosa ne pensiamo di un Maroni che è pronto a vietare a TUTTA la città di Roma di manifestare per un mese? E del fatto che gli organizzatori delle manifestazioni debbano da ora in poi versare una cauzione per coprire eventuali danni causati dai manifestanti? Non possiamo considerarlo un tantino anticostituzionale che possano manifestare solo i sindacati che hanno soldi per pagare una cauzione? Vogliamo inneggiare alla rivoluzione? Facciamolo, perché in questo paese che neanche Wikipedia crede libero, una rivoluzione sarebbe anche necessaria, ma una rivoluzione non ha per forza bisogno di spogliare Roma dei suoi cari sampietrini. Oppure distacchiamoci per un attimo da tutto. Possiamo davvero pensare a tutte le cose belle che accadono nel Gioberti: da ora in poi, per esempio, avremo una rubrica di ricette e in ogni numero troverete un capitolo del racconto di Silvia Chiarle, “Cuori di cera”. Perché ci serve e ci servirà quest’anno ci impegneremo a pubblicare i verbali dei collettivi, dei comitati, e il calendario delle attività scolastiche. Sì, tante son le cose di cui possiamo chiacchierare, ma vogliamo vivere in un’illusione, o è arrivato il momento di svegliarci? “Is this the real life? Is this just fantasy?” Si ricorda che, come sempre, qualsiasi linea di pensiero differente da quelle espresse nel giornalino sarà ben accetta. Docente referente Maria Luisa Genta Editoriale a cura di Lara Saccani Impaginazione a cura di Giulietta de Luca 3 La redazione Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 attualita' Scongelati e cammina Vlad Gheorghe Immaginate di essere un ricco uomo di affari che ha appena compiuto sessant'anni. Avete avuto una carriera soddisfacente e una vita tutto sommato felice. I soldi di certo non vi mancano. Ma quando i primi segni della vecchiaia iniziano a farsi sentire, vi rendete conto che la morte incombe, e non c'è nulla che possiate fare. Oppure sì? Negli ultimi quarant'anni si è diffusa, fra chi se la può permettere, la pratica della criogenizzazione: pagando decine migliaia di dollari una società come la Alcor Life Extension, il vostro corpo verrà congelato entro ventiquattro ore dalla morte, attraverso una serie di procedure complesse, e messo in ibernazione per un tempo indefinito. Perchè se l'acqua è alla base della vita, nel ghiaccio potrebbe trovarsi il modo di guarire da qualsiasi malattia. All'inizio trovate che sia un'idea fantastica, ma in seguito iniziate a essere rosi da dubbi terribili: e se non funzionasse? E se la vostra anima fuggisse dopo la morte, e voi rinasceste come un involucro vuoto? Potreste provare dolori innominabili, o risvegliarvi in un altro corpo e non riuscire a sostenere il trauma psicologico. Inoltre, posto che nessuno scolleghi il vostro corpo ibernato dal sistema che lo tiene a una temperatura sotto lo zero, e che nel futuro la nuova tecnologia sia in grado di riportarvi alla vita, risorgereste dalla morte per ritrovarvi in un mondo totalmente diverso da quello che avete lasciato. Tutti i vostri parenti, amici e colleghi, tutte le persone che conoscevate, sono morte da tempo. In circolazione ci sono nuove tecnologie, che faticate a capire, e quando parlate tutti vi guardano strano: siete un essere curioso venuto dal passato, un cimelio che ha sbagliato epoca storica. Bastano duecento anni e la differenza linguistica si fa enorme. Immaginate di trovarvi davanti un uomo che parla come Manzoni: probabilmente lo credereste pazzo. Per non parlare della questione economica: sempre che siate riusciti a depositarli in un posto sicuro, che valore avranno i vostri soldi nel futuro? 4 Potreste ritrovarvi sul lastrico, senza possibilità di riscatto. Ma cosa sono questi rischi, e cosa sono centomila euro, in confronto alla chanche di vivere nel futuro? Per quanto remota, la possibilità di compiere un viaggio nel tempo di chissà quanti secoli, o addirittura di vivere per sempre, sembra spazzare via ogni dubbio. Se la criogenizzazione funzionasse, e l'uomo d'affari decidesse di non farne uso per i dubbi sopracitati, potrebbe buttare via altri cento anni di vita, o forse più. E voi cosa fareste? Ma lasciamo il nostro uomo d'affari ai suoi dubbi, e diamo uno sguardo più generale a questa pratica. Il primo uomo a parlare esplicitamente di criogenizzazione fu Robert Ettinger, in un racconto fantascientifico pubblicato nel 1948. Ferito di guerra, insegnante di fisica al liceo e pioniere del settore, Ettinger è stato ibernato lo scorso luglio dopo la sua morte, all'età di 92 anni. Nel 1963 Evan Cooper fondò la prima società di Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 attualita' ibernazione, la Life Extension Society. Il 12 gennaio del 1967 fu congelato il primo uomo della storia, un professore di psicologia di nome James Bedford. Quello che ai tempi era considerato un altro pioniere della criogenizzazione, Robert Nelson, gestì l'intera operazione. Il corpo di Bedford, immerso nel nitrogeno liquido, è stato trasferito alla Alcor nel 1982. Nel 1979 si verificò l'episodio più grave della storia della criogenizzazione: il disastro di Chatsworth. Un avvocato ingaggiato dalle famiglie degli ibernati giunse nella cittadina californiana, e ottenne l'accesso al luogo dove i pazienti erano conservati. Nessuno di loro era immerso in nitrogeno liquido, e tutti erano in putrefazione. Robert Nelson fu denunciato e non fu in grado di pagare il risarcimento. Nel frattempo alcuni colleghi di Nelson, che non si fidavano più di lui, avevano fondato la Alcor. Il padre di Chamberlain, uno dei fondatori, fu il primo paziente «neuro» della storia: nel 1976, infatti, ne venne congelata soltanto la testa. Ad oggi le società che praticano la criogenizzazione sono la Alcor, la Trans Time, il Cryonics Istitute e la KrioRus (la controparte russa, fondata nel 2006). La criogenizzazione si basa sul presupposto che le operazioni di congelamento non danneggino troppo le 5 cellule, e che nel futuro gli sviluppi medici e tecnologici consentano di rianimare il corpo riportandolo a una temperatura normale, per poi riparare tutti i danni causati dalla vetrificazione, riparare i tessuti e rallentare l'invecchiamento. Chi sceglie la soluzione low cost, ovvero di separare la testa dal corpo e di congelare solo quest'ultima (la cosiddetta neuro), si aspetta che tra qualche secolo saremo in grado di rigenerare un corpo nuovo a partire dal DNA: in quel caso tutte le informazioni più importanti, come la memoria e la personalità, sarebbero depositate nel cervello: l'unico organo a cui i pionieri dell'ibernazione non sono disposti a rinunciare. Per quanto queste prospettive sembrino fantascientifiche, la scienza sta progredendo e ci rivela molte sorprese. Nel 2005 gli scienziati del Pitt's Safar Center for Resuscitation Research a Oakland, sotto la guida del dottor Kochanek, sono riusciti a resuscitare alcuni cani tre ore dopo la morte clinica. Questo significa che per centottanta minuti i Anno 7 - Numero 1 attualita' loro cuori non hanno pompato sangue, i loro polmoni non hanno respirato e non c'è stata alcuna attività cerebrale; i cani sono stati tenuti in animazione sospesa a una temperatura molto bassa, mentre i medici li operavano, e poi sedici delle ventiquattro cavie sono resuscitate, seppure con notevoli danni cerebrali, il che ha portato alla diffusione della leggenda urbana dei «cani zombie». E' notevole l'impatto di questi sviluppi scientifici sulla nostra concezione attuale, e sul significato morale, filosofico e religioso che ha la morte nella nostra società. Per tutta la nostra storia siamo stati abituati a considerare la morte come qualcosa di fatale e inevitabile per Ottobre 2011 tutti, eppure ora sembra quasi che stia diventando l'ennesima malattia da curare, qualcosa di affatto definitivo, da cui ci si potrebbe addirittura risvegliare. Non bisogna però confondere la criogenizzazione con l'immortalità: per quanto la scienza possa svilupparsi nel futuro, al momento non abbiamo prospettive di superare la fatidica soglia biologica dei 120 anni, oltre i quali nessun uomo potrebbe vivere; e se questo confine rimarrà tale, l'ibernazione non resterà che l'ennesima, disperata sfida al memento mori, un'occasione per risvegliarsi in un futuro lontano e rallentare, forse ancora per qualche secolo, la falce del Mietitore. ALCUNI NUMERI DAL SITO DEL CRYONICS INSTITUTE: ‐ Nuovi pazienti nel 1990: 9 ‐ nel1995: 13 ‐ nel 2000: 42 ‐ nel 2005: 100 Totale pazienti: 94 Di cui: – 643 provengono dagli Stati Uniti – 77 dal Regno Unito – 40 dall'Australia Inviateci i vostri articoli, m o c . l i a m g @ i t r e m b o e c . o j . s s o e n i l r a p n d r r o o i g .joeberti.w www disegni, vignette, poesie o semplici suggerimenti all'indirizzo: Per commentare o semplicemente rileggere gli articoli del Joe Berti, vai sul blog: 6 Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 attualita' Problemi di comunicazione nell'era digitale Filippo Ascolani [...] Mentre nei decenni precedenti poteva essere più difficile ottenere dei ragguagli su quanto accadeva nel pianeta, ora siamo bombardati di notizie da tutti i canali di comunicazione; tra le edicole che traboccano di giornali e riviste più o meno specializzate e le migliaia di siti dedicate alle news, senza dimenticare i free price e i testi come questi, la scelta è molto ampia anche non disponendo di molto tempo o denaro. Ma questa enorme mole di informazioni viene recepita veramente dal nostro cervello? Probabilmente no, anzi danno vita a una serie di fenomeni tipici dell’ uomo moderno che addirittura impediscono lo sviluppo della nostra conoscenza; prima fra tutti, si è ormai diffusa in maniera incontrollabile quella che io chiamo sindrome del cleptomane: infatti siamo talmente abituati a ricevere nozioni in modo compulsivo, che cerchiamo sempre di arrivare al maggior numero di informazioni possibili senza nessun criterio di scelta, preferendo le parole chiave di un argomento senza mai approfondirlo; questo ci porta a dare una veloce scorsa ai titoli dei siti o delle riviste prima di passare a qualcosa d’ altro, senza mai abbandonare quella mentalità consumista che ci é tanto cara. I giornalisti, quindi, si regolano di conseguenza e sono sempre a caccia dell’ ultimo scoop riguardante il cugino di secondo grado del nipote del portinaio del grattacielo dove vive un personaggio famoso, o dell’ approfondimento di quei temi scabrosi triti e ritriti, senza mai nessun pudore o vergogna (quanto odio quel “ Come si sente? “ rivolto ai parenti di una persona trovata morta; è uno dei pochi casi in cui un insulto pesante non è solo ammissibile, ma soprattutto obbligatorio); non dobbiamo dunque stupirci se una famosa rivista viene accusata di aver intercettato illegalmente delle telefonate dei politici e dei nobili inglesi; o se, invece del resoconto dell’ ultimo Congresso sul clima, troviamo in prima pagina le foto del parto della mogli di uno di quegli esseri semi analfabeti che partecipano ai reality show. Tutto ciò è probabilmente anche colpa nostra, che siamo irresistibilmente attratti ( e ormai abituati ) 7 dalle bagarre dei politici sullo schermo o dall’ ultima, imperdibile intervista a qualche signore che, casualmente, conosceva la famiglia della vittima o del vicino di casa convinto di aver visto un’ ombra dietro l’ angolo al momento dell’ omicidio. Come possiamo pretendere un’ informazione più completa, avulsa dalla politica e meno faziosa, se noi stessi smentiamo le nostre parole con i fatti, accontentandoci delle solite persone e dei soliti programmi, che hanno reso la tv e i giornali una sciocchezza‐ full time? Il primo passo verso lo sviluppo, a mio parere, deve essere una pretesa maggiore da parte dei lettori e spettatori, perché questo anno, come dice la Smemo, De Sica passi un Natale a casa propria. Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 attualita' Facebook, ossia di privacy eFederica social network Messina Al mondo esistono due tipi di persone: quelle che usano Facebook e quelle che non lo usano. Il secondo tipo è decisamente più sveglio del primo. L'ormai celebre social network creato da Mark Zuckerberg ha monopolizzato le nostre vite talmente tanto che ormai ci è impossibile pensare a come faremmo a comunicare con gli altrisenz a di esso. Infatti Facebook è nato principalmente per ritrovare quegli amici di cui si erano persi i contatti e per invadere la bacheca di quelli di tutti i giorni. Un'invenzione senz'altro utile e innovativa che non ha faticato a espandersi in tutto il mondo. Facebook ha conquistato in pochissimi anni tutto il web a la sua crescita sembra inarrestabile. Oggi è il secondo sito più cliccato del mondo, preceduto soltanto dal colosso Google; è soggetto a continui cambiamenti, quali l'aggiunta di nuove applicazioni, nuovi giochi, nuove ‐e inutili‐ finestre. Ma non importa quanto Facebook cambi e quante sciocchezze pubblichi: prima o poi tutti vi cadono inevitabilmente. Chi non lo usava prima si convince a farlo perché si sente tagliato fuori dal mondo. E così incomincia la registrazione: inserisci i tuoi dati personali, nome e cognome, data di nascita e numero telefonico; inserisci il tuo orientamento religioso, la scuola che frequenti, il posto dove 8 lavori, i tuoi interessi. Quasi senza rendertene conto condividi con il mondo intero una quantità di dati che in genere non daresti a una persona appena conosciuta. Eppure su Facebook chiunque può andare sulle tue info e dare un'occhiata a ciò che è praticamente il riassunto della tua vita, elencato in pochi semplici punti. La privacy di Facebook lascia a desiderare, non è un segreto. È inquietante considerare che è molto semplice entrarvi e difficilissimo uscirvi: tutte quelle notizie date su noi Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 attualita' stessi rimarranno anche una volta cancellato il profilo dal sito. Il server infatti raccoglie tutti i dati che i creatori dei profili ‐sia esistenti che non‐ sono stati disposti a fornire. Questo succede, come giustifica Facebook, in caso gli utenti volessero un giorno riattivare il loro account! Allora troverebbero tutte le informazioni e le impostazioni del loro profilo così come le avevano lasciate. E per cancellare permanentemente il proprio account, allora? Si può fare, ma solo dopo aver eliminato tutti gli album fotografici e aver cancellato le informazioni base. Dopodiché è sufficiente inviare la richiesta ad una certa mail e aspettare 14 di giorni. In quest'arco di tempo i tuo dati e il tuo profilo rimarranno accessibili come se niente fosse, sempre in caso tu voglia tornare sui tuoi passi. Ma passati questi giorni l'account verrà definitivamente eliminato. Rimane il fatto che chi è iscritto al sito e non desidera eliminarsi ha comunque una “privacy pubblica”. Lo dimostra la nuovissima finestrella spuntata un bel giorno a destra della home di Facebook che segnala chi ha commentato chi, o ha scritto cosa. E dire che esistono molti altri network dove è possibile tenersi in contatto con amici vicini e lontani. Tanto per citare degli esempi c'è Skype, dove oltre che chattare è possibile effettuare videochiamate (un'innovativa introdotta recentemente anche in Facebook); oppure Twitter, che, precisiamo, non è un social network, bensì un information network. La differenza principale sta nel fatto che la gente usa Twitter non per far sapere agli altri cosa stai facendo, ma per leggere ciò che viene pubblicato da quelle 9 persone in particolare che ti interessano. In questo modo Twitter ha evitato la concorrenza con Facebook, che era decisamente troppo schiacciante. È tuttavia uno sei network più utilizzati, anche per la quantità minima di dati richiesta, e il migliore nel suo settore; la sua semplicità può essere apprezzata o disprezzata. Fatto sta che molti personaggi famosi preferiscono iscriversi, appunto, per proteggere la propria privacy, contando anche sul fatto che Twitter non ha altrettanti utenti come Facebook. Certo, non ha nemmeno altrettante applicazioni, ma in fondo ci servono davvero? Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 liberopensiero Le donne: al pari degli uomini? Chiara Giraudo [...] nel mondo, però, vi sono ancora parecchi Paesi che trattano le donne come oggetti o come schiave personali. Un esempio: “era” ed “ è” tuttora l’Arabia Saudita: “era” perché il re Abdullah ha finalmente concesso alle donne il diritto di poter votare ed essere votate, ho utilizzato invece “è” perché purtroppo le donne in quel Paese non possono ancora né guidare né girare per le città da sole e senza un uomo. Tutto questo è un’ingiustizia. Per non parlare poi della legge secondo la quale in alcuni Paesi le donne incolpate di adulterio devono essere lapidate ed invece gli uomini le possono tradire o possono avere più mogli. Anche gli usi ed i costumi molte volte vengono visti come delle leggi in alcuni Stati: parecchie donne sono obbligate ad indossare il burqa anche se non lo vogliono. Uno Stato molto vicino all’Unione Europea e che vuole entrarvi è la Turchia a cui, però, è stato chiesto di dare più diritti alle donne e di abolire la pena della lapidazione, in caso contrario non potrà entrare nell’UE. Questa richiesta alla Turchia è stata fatta molti anni fa ed essa non ha ancora eseguito ciò che le è stato richiesto, forse, per il particolare attaccamento alla tradizione “sbagliata” che si trascina dietro da anni. In Italia ci possiamo vantare di essere considerate come gli uomini, a parte in alcuni posti in cui veniamo sfruttate dai nostri stessi connazionali come, ad esempio, quelle povere quattro donne che sono morte nel crollo di una palazzina dove lavoravano per quasi quattro euro all’ora. Questa mi pare un’enorme ingiustizia per lo più pagata molto cara dalle poverette che non ne potevano niente e che svolgevano solo il loro lavoro come tutti i giorni. E’ come pensare che noi studenti andassimo a scuola e poi venissimo avvertiti all’improvviso che nostra madre è morta mentre lavorava onestamente per guadagnare qualcosa enza neanche riuscire a sfamare la famiglia. E’ naturale che ciò avrebbe scatenato una profonda rabbia in tutti noi, ma è questo quello che accade e sono sicura che se in quella palazzina avessero lavorato degli uomini li avrebbero stipendiati molto meglio. Il perché? E’ semplice perché gli uomini sono più esigenti, non si fanno ricattare e non vogliono essere assunti per essere pagati miseramente. Ora non si intende che le donne siano più buone o 10 credulone, ma semplicemente pensate ad una madre che vive da sola con due figli, che non riesce a mantenerli, che non trova lavoro ma che ne ha assolutamente bisogno. A questo punto voi non accettereste qualsiasi lavoro, con qualsiasi salario solo per guadagnare qualcosa? Ecco, in Italia ed in altri Paesi abbiamo gli stessi diritti degli uomini, ma molto spesso veniamo trattate con superficialità, come se fossimo delle macchine che, quando e come si vuole, possono essere sostituite con delle altre più belle, più attraenti, non tanto per l’intelligenza, ma perché fanno gola agli uomini. Anche le donne hanno una loro dignità e come tale dovrebbe essere rispettata quanto quella degli uomini se non di più. Questo è il mio pensiero, non desidero che tutti la pensino come me, ma per lo meno chiedo che il concetto qui espresso possa essere capito e condiviso da una buona parte di voi. Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 liberopensiero L'imprescrittibile diritto di non leggere Marianna Bonifacio Io ho sempre amato la lettura. Ricordo con piacere ed una certa inevitabile nostalgia di aver trascorso, libera da compiti ed impegni, “interi pomeriggi con le orecchie in fiamme e i capelli ritti in testa china su un libro, dimenticando tutto il resto del mondo intorno a me, senza più accorgermi di aver fame o freddo”, per citare uno dei miei romanzi preferiti, “La Storia Infinita”. Divoravo libri di ogni genere, senza alcun criterio, senza alcun pregiudizio, animata semplicemente dal desiderio di partecipare ancora una volta a quella magia, di trascorrere un altro di quei pomeriggi. Leggere, per me, rappresentava e rappresenta tuttora una delle massime espressioni della libertà; purtoppo, però, tale libertà mi è stata negata, in quello che peraltro dovrebbe costituire un “luogo di formazione mediante lo sviluppo della coscienza critica”, nel momento in cui la lettura che tanto incondizionatamente amavo mi è stata “spiegata” ed imposta, e successivamente è stata sottoposta a verifica e valutazione. Sono stata privata dell’unica possibilità che mi restava di riposare realmente, nell’animo e nel corpo, in modo completo e costruttivo; mi è stato negato quello che, secondo Daniel Pennac, è il primo imprescrittibile diritto del lettore: il diritto di non leggere. Carissimi insegnanti, con tutta la buona volontà e con tutto il rispetto che vi porto, non riesco proprio a comprendere in che modo, privandoci del piacere della lettura – perché come si può provare piacere nel leggere un libro che non si è scelto, che va terminato in un certo periodo di tempo, del cui autore è necessario imparare la data di nascita e di morte, che verrà infine “valutato”? – sperate di avvicinarci ad essa. Non soltanto, per nove lunghi mesi, rimane a malapena il tempo per leggere altro che i libri imposti come “compito”; anche durante le vacanze estive siamo costretti ad anteporre al nostro personale piacere la lettura, con relativi riassunto e commento, di cinque o sei romanzi. Ovviamente, mi rendo conto che non tutti gli studenti sono naturalmente portati alla lettura, e che è compito degli insegnanti 11 permettere loro di comprenderla ed apprezzarla; ma perché, invece di renderla una prepotente coercizione, invece di trascinarla con la forza nell’ambito del “profitto” e del “rendimento”, a cui non può appartenere, non ne approfittate per creare nella scuola quello che alla scuola manca, ovvero uno spazio di discussione libero, che renda l’ambiente scolastico veramente degno di essere definito “una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale”? Perché non lasciare allo studente la possibilità di scegliere chi e che cosa leggere, con limiti il più possibile ampi, esercitando il proprio ruolo di guida esclusivamente nell’offrire spunti di riflessione e suggerire possibili chiavi di lettura, in modo da dare inizio ad un percorso che lo porterà ad apprezzare la letteratura ed i classici? Forse, se deste alla lettura l’importanza che merita, sperimentando metodi nuovi, come quello – documentato da Pennac ‐ della lettura ad alta voce in classe, riuscireste a farcela amare realmente. Limitandovi ad imporci mensilmente un romanzo, Anno 7 - Numero 1 LIBEROPENSIERO sarà tanto se non ce la renderete odiosa. D’altro canto, anche riuscendo a farci ingoiare di malavoglia quelle duecento, trecento pagine alla volta, che cosa pensate di ottenere? Come sperate di migliorare la nostra capacità di giudizio o di sviluppare la nostra coscienza critica, se, nella scuola, non ci viene offerta alcuna occasione per fare uso né dell’uno, né dell’altra? Se veniamo abituati a trascurare il contenuto delle nozioni che impariamo? Se non abbiamo nessuna occasione di riflettere e discutere non solo su ciò che stiamo studiando, ma perfino sulla situazione in cui noi ed il mondo ci troviamo in questo momento? Io trovo sbagliato che, in un liceo, non ci sia un momento da dedicare all’attualità: dopotutto, per che cosa possono esserci utili le opere dei grandi autori del passato, a che cosa ci può servire lo studio Ottobre 2011 della storia, se non ad interpretare e comprendere gli eventi a noi contemporanei? Una mia amica, che frequenta il linguistico in un altro istituto, mi ha raccontato che la sua insegnante di italiano riserva due ore del mese alla lettura dei giornali, con relativa discussione nella classe, senza alcuna valutazione. Nella nostra scuola è possibile fare qualcosa di simile nell’ora di religione; perché, dunque, non estendere questa possibilità a tutti gli studenti? sacrificabili in una scuola che, di fatto, non ci prepara ad altro che ad un “mercato del lavoro” in cui la merce saremo noi lavoratori. È dunque nostro compito – e mi rivolgo all’intera comunità scolastica – dimostrare che non è così. Questa mancanza, in ogni caso, non può essere imputata esclusivamente agli insegnanti che, spesso, non hanno il tempo materiale per prendere questo tipo di iniziative: si tratta di una colpa del Ministero dell’Istruzione il quale dimostra di ritenere che il dialogo e la discussione costruttiva siano di citazione in citazione "A me piacciono troppe cose e io mi ritrovo sempre confuso e impegolato a correre da una stella cadente all'altra finché non precipito. Questa è la notte e quel che ti combina. Non avevo niente da offrire a nessuno eccetto la mia stessa confusione." Da Sulla Strada, Jack Kerouac Lara Saccani 12 Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 in bacheca Dillo a Joe a cura di Giulietta de Luca La sera La sera è l'unico momento in cui la giornata sembra vera, dove possiamo raccogliere i nostri pensieri prima di considerare velocemente la mattina seguente che essi siano di ieri. Il giorno è un forno dove maledettamente vieni a contatto con la stupida gente,che sempre ha gli stessi ideali e ormai son tutti uguali, la ricchezza materiale viene vista come la cura al quotidiano male, la fama ti fa avere gente che ti ama ma io ti dico che il rimedio al terribile fortunale del fottuto giorno è l'intelligenza culturale di uno splendido unicorno. Fjodor Hai mai sentito parlare della Jingle Band? “No!” Allora è giunto il momento di conoscerla! La Jingle Band è una Street Band nata fare “vivere” le vie della città attraverso la musica. Nostro obiettivo è quello di animare la strada, rendere i passanti partecipi delle nostre esibizioni, veri e propri parti integranti dello spettacolo. L’idea venne nel bel mezzo di una torrida serata estiva torinese. Un gruppo di giovani provenienti da differenti realtà musicali, mentre tutti gli altri coetanei pensavano al sole, alla spiaggia, al mare e alle vacanze, iniziarono a provare e riprovare i loro brani natalizi sotto il sole cocente di luglio. Il concetto musicale è semplice. Alla base infatti ci sono i tipici temi natalizi. La particolarità è che essi sono rivisitati, reinterpretati e riscritti in una nuova concezione musicale, un mix tra jazz, rock e folk “on the road”. Per tutto il mese di dicembre la Jingle Band invaderà pacificamente le strade di tutta Italia e non solo, probabile infatti è la partecipazione e l’esibizione in una grande città europea. Se sei interessato a visionare un Videoclip della nostra formazione, visita il nostro sito www.jingleband.org [email protected] 13 Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 in bacheca I consigli di questo mese ‐ Nonostante Halloween sia passato, è comunque d'obbligo prendersi uno spavento. Perchè non andare su Internet provare il nuovo gioco horror interattivo Hotel 626? Disponbile solo dalle 18 del pomeriggio alle 6 del mattino, da giocare quindi esclusivamente di notte, al buio. Divertitevi a risolvere gli enigmi che vi si presenteranno, cercate di restare vivi fino alla fine nel misterioso hotel nel quale siete capitati, evitate le strane creature che lo abitano, tra cui assassini e bambine possedute. E ricordatevi di alzare il volume al massimo. ‐ I film tratti dai grandi classici della letteratura sono sempre qualcosa da non perdere, ma il nuovo Jane Eyre, nelle sale dal 7 ottobre, non ha proprio nulla a che spartire con il capolavoro di Zeffirelli. Fedele al romanzo e con ottimi costumi, ma.. vogliamo parlare della scelta degli attori? Quindi, per rifarsi gli occhi, vi consiglio di guardare la versione del 1996, perché William Hurt non potrà mai eere eguagliato da nessun Michael Fassbender. ‐ Per tutti quelli che is sentono Indignados, "Il contagio, di Loretta Napoleoni. La crisi economica non può trovare soluzioni tecniche, ma solo il primato della politica, del bene comune, deve ritornare a regolare le attività dell'uomo. Indignados di tutto il mondo, unitevi! Grazie Per quanto consideri "triste" utilizzare questo spazio per messaggi interni alla redazione, ci tenevo a ringraziare Federica Messina per l'importante contributo fornito alla realizzazione di questo numero, che, senza il suo aiuto, probabilmente sarebbe ancora un file bianco. Grazie. E grazie anche a Pietro e alle sue frasi incoraggianti. Giulietta Scrivoanchio.it Se sei un adolescente dai 14 ai 18 anni, puoi partecipare alla III Edizione di Scrivoanchio.it, un concorso di scrittura multimediale. La partecipazione è completamente gratuita e potrà essere un'occasione di crescita. L'edizione del 2012 prevede tre sezioni: Racconto, Poesia e AudioScrittura e si divide in due tempi, uno online ed uno offline. Per iscriverti vai sul sito www.scrivoanchio.it e potrai partecipare da subito ai forum guidati di confronto e di discussione sulla scrittura e sulle tue passioni. 14 Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 i disegni Adam Lavinia 15 Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 l'evento XCHE' - Il Laboratorio della Curiosita' Giulietta de Luca Venerdì 23 settembre si è tenuta l’inaugurazione del nuovo centro XCHE’ – Il Laboratorio della Curiosità, situato in via Gaudenzio Ferrari 1. E’ un progetto pensato per gli studenti delle scuole elementari e medie inferiori, ideato per avvicinare bambini e ragazzi al mondo delle scienze tramite esperimenti, giochi e percorsi educativi. XCHE’, realizzato da Lara de Bortoli in collaborazione con Caterina Ginzburg, e suddiviso in cinque sezioni comprendenti attività differenti basate su diversi argomenti: i sensi, le misure, i grandi della scienza, la matematica e l’informatica. Il centro, che in un ipotetico futuro prevede l’apertura anche agli studenti delle scuole superiori, offre una vasta gamma di attività, tra cui esperienze interattive e sonore, proiezioni di video, esperimenti per testare i cinque sensi e una serie di prove da ripetere anche a casa. L’apertura di XCHE’ è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione con altri musei, come il Museo del Cinema e A come Ambiente, e a quella con associazioni quali l’Associazione Ipovedenti e l’INRIM (Istituto Nazione di Ricerca Metrologica). L’innovazione sta nel tipo di esperienze proposte: si tratta di sperimentare, è un gioco ragionato dove i bambini e i ragazzini possono imparare senza che vengano loro imposte nozioni fisiche da studiare a memoria, un primo passo per ciò che verrà loro insegnato nelle scuole superiori. Possono riconoscere gli odori, destreggiarsi tra le illusioni ottiche e “giocare” con le grandezze, toccando con mano quello che verrà loro insegnato solo in maniera teorica. Si parte dal gioco o dall’esperimento, cioè l’esperienza concreta, per arrivare al concetto matematico, il procedimento opposto a quello adottato dagli insegnanti, perché, come sottolinea infatti Lara de Bortoli, lo scopo del centro XCHE’ non è affatto quello di sostituire l’istruzione fornita nelle scuole, ma costituisce solamente un di più che può in ogni caso istruire i giovanissimi. La struttura in cui è situato il centro può contenere quattro classi 16 contemporaneamente – ognuna in una sezione diversa – e gli insegnanti potranno usufruire di una convenzione stipulata con GTT, con tariffe agevolate per semplificare il viaggio dalle scuole fino a via Gaudenzio Ferrari. Inoltre XCHE’ sfrutta appieno le nuove tecnologie: i visitatori potranno utilizzare Cheap Lim e webcam oppure costruire e far muovere piccoli robot. Poi, nella sezione ‘I grandi della scienza’, faranno conoscenza con i più famosi scienziati e daranno un primo sguardo a quelle che sono le invenzioni che hanno rivoluzionato la storia. Insomma, un percorso a dir poco istruttivo, anche per chi non conta di far carriera nel campo della fisica quantistica. Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 il racconto Cuori di cera Capitolo I - Figli del Fango Silvia Chiarle Il freddo si incolla ai mattoni di pietra, forma un arazzo di nebbia nella stanza invasa dagli strilli della partoriente. La levatrice non la incoraggia, si siede a cavalcioni su quel ventre che cerca di espellere due gemelli, fissa il volto della donna urlante. Si chiama Silvia, ma al suo nome se ne va accostando un altro: Rea, "la colpevole". Non c'è pietà per una vestale che ha rotto il voto di castità con un soldato di cui non sapeva quasi nulla: di certo sarà uccisa e i suoi bambini esposti. La levatrice sente la pelle del ventre afflosciarsi e mentre Rea spande tutto il suo fiato in un ultimo profondo respiro, un primo neonato lancia il suo ululato alla terra che presto lo riavvolgerà. La prigione era una struttura strana: una grande tenda tesa in un angolo della città, una tenda che copriva tante gabbie di legno sovrapposte, a cui si accedeva tramite scale di legno secco, di corda spelata. L'uomo congedò la scorta sulla soglia e imboccò una delle scale a pioli. Non doveva avere più di trent'anni, il viso era stato scolpito nell'ossidiana più affilata. Forse era il suo volto, più ancora del mantello rosso, a denunciare la sua carica di re. Salita la scala, si ritrovò su un piccolo pianerottolo, che niente era se non il coperchio della gabbia sottostante. Davanti e accanto a lui, nient'altro che celle invase da paglia sparsa ed escrementi. Una sentinella stava montando di guardia in quell'area e alla vista del re, piegò il braccio destro, portando il pugno sul cuore. Il re non ci badò e gli fece cenno di aprire la cella di sinistra. Malgrado le gabbie fossero delimitate da semplici sbarre che permettevano di osservare il circondario, l'ospite di quella cella non si curava dell'esterno. Il re entrò e si sedette davanti al detenuto. Lo chiamò per nome: "Larth?". Quello continuava a studiarsi le dita dei piedi. Era coetaneo dell'altro, i suoi occhi un tempo erano vivaci e intenti, ma ora balenavano solo della luce dell'indifferenza simulata. Mascella squadrata, denti storti, capelli come stoppie, stridevano con la sontuosa tunica blu e il collare di argento che portava. Sollevò la testa con la lentezza di un attore 17 consumato. "Mio beneamato re, per quale motivo ti sei scomodato a farmi visita?". "Ci sono molti criminali qui dentro: ladri, assassini, ma nessun empio. Soltanto tu. Perché? La tua colpevolezza è evidente, il popolo ti vuole morto, e io ti ucciderò, ma voglio sapere perché l'hai fatto. Raccontami la storia". Larth scoprì la chiostra di denti accavallati. "La mia storia non ha senso se non c'è Iro a completarla. Tant'è vero che non conosco nemmeno così a fondo lei, che pure mi ha spinto all'empietà" "Non parlare così di lei. Ora è la dea, è Ecate, ha smesso di essere Iro" "Faresti un ultimo favore a condannato?" "Sentiamo" "Raccontiamoci la storia. Tu, io ed Iro. Ditemi cosa vi ha spinto ad agire e allora la mia empietà si innesterà su qualcosa che ha senso, forse. Qualcosa che non ho potuto capire". Il re fece chiamare Iro. La dea arrivò fasciata in una tunica nera, fermata sulla spalla da una rozza spilla. Il contorno degli occhi era segnato da una polvere scura e sulla testa indossava un cerchio di bronzo arrugginito, da cui partivano dei raggi Anno 7 - Numero 1 il racconto ondulati, anch'essi di bronzo. I capelli, d'un corvino spento, scendevano lungo le spalle e la schiena come rivoli di un torrente di tenebra. Ignorò la mano che il re le porgeva, ascoltò senza emozioni il motivo per cui era stata convocata. Le sue pupille percorsero le figure dei due uomini e si macchiarono di disprezzo. "Crato" disse, rivolta al re, il quale fremette al sentire pronunciare il suo vecchio nome, "perché dovrei accontentare chi mi ha tradito? Lui è già sangue impastato di polvere. Non voglio ascoltarlo e non voglio parlargli". Re Crato si alzò in piedi e cercò di trattenerla, come si fa con una moglie testarda da trattare con gentilezza. "Non posso negarglielo, mia signora Ecate. Gli altri dei potrebbero dispiacersi se non rispetto l'ultimo desiderio di un condannato. E poi voglio conoscere la sua storia dal principio, voglio sapere perché ha commesso empietà verso di te". La donna abbassò lo sguardo sul pavimento, sembrò volerlo attraversare, oppure nascondere i suoi pensieri sotto la paglia sporca del giaciglio di Larth. "Lo chiedo a Iro come favore" insistette Crato. Lei si voltò e lo bruciò con gli occhi. "Crato non può chiedere nulla a Iro" "Allora è Romolo a ordinarglielo". Iro ed Ecate si affrontarono Ottobre 2011 nella mente di lei, la donna e la dea, il dolore passato e la rabbia presente. Infine, si decise a sedersi sul duro legno della gabbia, con la stizza di una sovrana costretta a cenare fra contadini. Larth stirò le labbra in un secondo sorriso. Il suo parlare era faticoso, come se l'aria premesse nella gola per uscire tutta in un colpo. Cercava di stemperare il nervosismo con il linguaggio forbito e l'atteggiamento 18 istrionico: il risultato era una marionetta di fragile tela, manovrata dalla mano affusolata della paura. "Permettetemi di iniziare. Scusatemi se racconto di pensieri semplici. Nel mio racconto non ci sono ideali, come forse nemmeno nel vostro. Ci sono solo greggi di pecore, lavori sfibranti, e una terra che per me è stata solo pascolo e orto. La mia unica religione è stata la superstizione per molto tempo, i miei incubi la fame e la miseria. Il glorioso ritmo di marcia che accompagna la mia storia sono i latrati del mio stomaco straziato". Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 musica Jeff Buckley Pietro Cavassa & Gio Franco Era un cantante americano , nato nel 65 e purtroppo morto nel 97. E' molto famoso, essendo figlio di Tim Buckley, altra star musicale che ha sperimentato moltissimi generi senza soffermarsi troppo su uno. Inoltre, è ricordato per aver realizzato la cover di una canzone da attribuire originariamente a Leonard Cohen, intitolata Hallelujah. In realtà non è la sua canzone migliore, anche se molti non ne sono convinti oppure lo ricordano solo per quel pezzo che è la sesta traccia di un cd che ne contiene dieci di sicuro non meno valide di quella. Il suo unico album "Grace" contiene infatti canzoni che a mio parere sono di gran lunga migliori. Grace ad esempio, canzone che da il titolo all'album, è un pezzo davvero bello. Ma non solo. Anche Last goodbye e (la mia preferita) Lover, you should have come over, sono pezzi ,secondo me, che non vanno assolutamente trascurati. Grace è il suo unico album registrato in studio. Gli altri sono album registrati dal vivo oppure best of. Altre canzoni molto belle sono: Forget Her e Everybody Here want's you. Ovviamente tutti questi video si possono cercare su youtube. Jeff Buckley era molto amato dalle donne (per il suo aspetto fisico oltre che per il fascino del musicista di successo) e lui di certonon era tipo da lasciarsi sfuggire delle occasioni. L’amore è uno dei temi principali dei suoi testi, un amore però non leggero né piacevole, bensì intenso è molto sincero, un amore però non corrisposto che è struggente fino a sembrare logorante in certi punti. “A Kingdom for a kiss upon her shoulder, all my riches for a smile when I slept so soft against her, all my blood for the sweetness of her laughter”. I testi sono la fine del mondo anche se, a parer 19 mio, quelli delle canzoni di Jeff Buckley come quelli di qualsiasi autore sono validi per chi ha vissuto o ha provato ciò che si dice nei brani medesimi. Come disse Lou Rhodes in un’intervista:” Bisogna far si che anche una persona che tu non conosci e che non conosce te se non come artista, ascoltata su disco o ad un concerto, possa sentire nella tua musica qualcosa che la tocca profondamente”. Se non si viene toccati in qualche modo, secondo me non si può davvero apprezzare un artista quale Jeff Buckley. Buckley è stato di grande ispirazione per molti artisti. Prendere ad esempio i Radiohead. A mio parere molto più celebri di lui, seppure ci sia ancora qualcuno estraneo a questo gruppo. Ecco, usando come fonte un articolo de La Stampa uscito da poco, si dice che il cantante dei Radiohead famoso per il suo falsetto tanto strascicato quanto toccante in realtà inizialmente non fosse affatto attratto dall'idea di cantare in quel modo. Una sera si trovò a osservare un palco con sopra un ragazzo, appunto Jeff Buckley, che cantava in falsetto e rimase Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 musica affascinato a tal punto che venne convinto. Purtroppo Jeff non sopravvisse abbastanza da incidere un altro disco. Purtroppo per i fan, che magari avrebbero potuto assaporare un'altra delle sue opere, magari anche migliore della prima. A dirla tutta non si sa neanche bene come sia morto. Suicidato quasi certamente. Stranamente colui che lo rese famoso pensava che Jeff appartenesse a quel genere di rockstar "maledette" quali Kurt Cobain, destinate a far cose grandiose in pochissimo tempo. In realtà se si confrontano testi e melodie non si può dire che i due si assomiglino più di tanto. Si assomigliano però nella fine della propria vita. In tutti e due i casi sembra tormentata a tal punto da far si che si togliessero la vita. Buckley Junior non era posto in una buona situazione familiare. Abbandonato dal padre in tenera età deciderà inizialmente di non usare neanche il cognome effettivo bensì quello della madre. Questo perchè era in pessimi rapporti col Tim che si era peraltro giustificato della sua scelta, con il testo della canzone “I never asked to be your mountain”. Il figlio utilizzerà il cognome Buckley in realtà solo per 20 obbligo commerciale impostogli in seguito ad un concerto nella chiesa di New York in cui fece un’esibizione folgorante. Detto ciò consiglio l'ascolto dei pezzi sopra elencati e anche di altri ovviamente a chi suona qualche strumento, infatti credo che per alcuni possa risultare un po’ pesante, anche se io lo trovo un maestro. Oppure semplicemente a chi ama l'Indie rock ma la catalogazione in generi non è il mio forte. Per quelli che dopo aver letto quest'articolo saranno indecisi se comprare (per chi li compra ancora) il disco o meno, mi occupo personalmente di dissipare ogni dubbio. COMPRATELO! Vale davvero la pena. Magari anche solo da ascoltare ogni tanto, oppure da tenere il libreria, avendo un prezzo oramai irrisorio a causa del passare degli anni dalla prima uscita. Buon Ascolto. Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 musica Tre Allegri Ragazzi Morti Eos Questo è il mondo Proverò a cercare dove sta la verità tutti mi mostrano le proprie ragioni mangiare un altro panino non mi pare così indispensabile in un mondo dove due terzi muoiono di fame quello che fa diverso un uomo è il posto dove vive ognuno in fondo ha le stesse possibilità per questo motivo se vuoi partire non sarò certo io a fermarti a dirti che in fondo il mondo non è così enorme e ti puoi perdere anche nella tua città c’è un gorilla bianco in una gabbia da trent’anni che presto morirà di cancro c’è una donna che ha provato con tutte le sue forze ha lavorato si è sposata ha amato i figli e morirà di cancro c’è una bambina un po’ più sola degli altri che comunque sorriderà e una madre disperata che altro non sa fare che la guerra al suo papà questo è il mondo Nascono a Pordenone nel 1994, la band è formata da Davide Toffolo (voce, chitarra e fumettista, nonché autore delle animazioni dei video musicali del gruppo), Enrico Molteni (basso) e Luca Masseroni (batteria). Sono soliti indossare maschere da teschio in pubblico e i loro video sono solitamente frutto della matita del cantante/fumettista, anche autore delle copertine dei loro CD. La loro musica spazia dal punk rock, pop rock, alternative rock, fino al Tre Allegri Ragazzi Morti reggae. I loro testi trattano argomenti molto vari e sono talvolta di difficile interpretazione poiché vengono utilizzate metafore e similitudine inusuali e vengono presentate situazioni e paragoni di difficile comprensione soprattutto per chi ha smesso (magari già da tempo) di sentirsi un po’ adolescente e che si è dimenticato di cosa si provi. I temi prevalenti sono, appunto, l’adolescenza con tutti problemi che porta con sé, il distacco dalla società e la volontà di sminuire 21 molti dei suoi valori, si riscontra inoltre un costante pessimismo che fa da sfondo a tutte le canzoni e un senso di sfiducia nei confronti del mondo che emerge indirettamente dai testi. Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 cinema Tutto quello che non sapevate sui film Paola Gullone Questa è una rubrica nuova, dove risponderò a qualsiasi tipo di domanda posta dai lettori, ovviamente a proposito di cinema e film. V'invito a mandare i vostri quesiti alla mail del Joe Berti, [email protected] om In “Harry Potter e il Principe Mezzosangue”, perché Draco Malfoy ce l'ha tanto con Harry? Lo dice nel film. Quando nel quinto film/libro il Ministro della Magia scopre che Voldemort è tornato ovviamente tutti i giornali intervistano Silente ed Harry. Evidentemente quest'ultimo fa i nomi di tutti i Mangiamorte che conosce e soprattutto di quelli che c'erano nell'Ufficio Misteri (di conseguenza anche quello di Lucius Malfoy, il padre di Draco). Perciò: Lucius viene rinchiuso ad Azkaban e Draco vuole vendetta. Ne “Il Re Leone”, è vero che la marcia delle iene nella canzone di Scar (“Sarò re”) è ispirata alla marcia fascista? Sì, a quanto mi risulta. Le iene rappresenterebberoi soldati e Scar in questo caso rappresenterebbe Mussolini. Qual è il tuo film horror preferito/ quello che ti ha fatto più paura? Ecco una domanda personale. Beh, credo che l'horror che mi ha fatto più paura sia stato “The Descent – Discesa nelle tenebre” (è stato l'unico che mi abbia fatto venire gli incubi). Per chi non lo sapesse, “The Descent” parla di un gruppo di ragazze molto avventurose che vanno a fare un'escursione in un complesso di grotte nei monti Catskill (il motivo è il fatto di cercare di distrarre una di loro (Sarah) a dimenticare il terribile incidente che un anno prima l'aveva coinvolta nella morte sia del marito sia della figlia di quattro anni). Inaspettatamente ad un certo punto la via del ritorno frana e le ragazze sono costrette a trovare un'altra via di uscita. Ogni tanto sentono dei rumori e vedono delle ombre nel buio. Alla fine poi si scopre che la ragazza che aveva organizzato la gita (Juno) le aveva portate in un altro complesso di caverne adiacente a quello iniziale. A complicare ulteriormente 22 le cose è il fatto che scoprono a loro spese che quelle grotte sono abitate da gli esseri umanoidi ciechi che mangiano ogni cosa capiti loro a tiro (e quindi, sfortunatamente, anche la maggior parte delle sei protagoniste). Dopo una serie di ostacoli e lotte con gli esseri, riesce a sopravvivere soltanto Sarah, la quale, credendo di aver trovato l'uscita, va fuori e sale sul fuoristrada delle amiche. Si ferma poi per tranquillizzarsi, ma di fianco a lei vede Juno, che precedentemente era stata uccisa proprio da Sarah per salvarsi. Da questo Sarah intuisce di aver solo sognato e realizza di essere ancora in trappola in una caverna (su Internet ho letto che la versione statunitense ha un finale più positivo, infatti il film finisce subito quando Sarah riesce a fuggire in macchina escludendo l'ultimo segmento che la vede ancora in balia delle creature). Vi ringrazio per le vostre domande e vi do appuntamento al mese prossimo! Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 sport Una Barça inarrestabile? Daniele Bringhenti Un transatlantico senza eguali, in grado di solcare i tratti di oceano più rischiosi e di affrontare terrificanti tempeste, deve presentare ai propri passeggeri un’immagine di sé limpida, priva di qualsiasi imperfezione; benché risulti impossibile che una nave non subisca danni nel coro delle sue avventure, un danno deve essere occultato al sapere dei più e abilmente riparato dai marinai. Il Barcellona presenta di sé un’immagine non completamente differente dalla barca illustrata: giungervi è considerato il sogno professionale di qualsiasi calciatore, vederne una partita crea uno stato di estasi permanente che induce ad esternazioni di lodi senza termine per un allenatore che, alla sua prima esperienza, è stato in grado di consacrarsi in soli tre anni come allenatore più vincente, più dello stesso Cruyff, nella storia blaugrana. Tutto perfetto. Però qualcosa appare fuori dall’esatta posizione dove dovrebbe essere collocato. Qualche piccola frattura della barca è visibile anche ai più. Dati alla mano, risulta che i club della Liga spagnola, campionato dove, per la cronaca, ogni anno solo Barcellona e Real Madrid si contendono la vittoria, sono sprofondati in guai finanziari, sommersi da un totale di 4 miliardi di debiti, dei quali un solo miliardo è il debito complessivo dei due top club. Tuttavia, nonostante ciò, Rosell è riuscito ad aggregare al suo formidabile team due calciatori di livello assoluto, il Sanchez che aveva estasiato i tifosi friulani ad Udine e Fabregas. Fabregas, che non aveva esitato a lasciare nel 2003 una squadra che ancora era caratteristicamente lontana dall’odierna né ad ammiccare negli anni successivi al Real Madrid, quest’estate infatti è stato tesserato dal Barcellona per 29 milioni con 5 di bonus. Come Wenger e lo stesso giocatore spagnolo hanno dichiarato, all’Arsenal erano pervenute altre offerte, una era decisamente superiore ma l’aereo che sarebbe partito sabato 13 agosto per il blitz decisivo è rimasto fermo per varie cause: la principale di esse è stata la decisione dell’alta società di questo club di non puntare su un calciatore che aveva dichiarato amore eterno al Barcellona, un amore che tuttavia pare essere un amore obbligato. Infatti Piquè, Valdes e compagni hanno messo in 23 atto una vera operazione di mercato fondata sul persuadere l’obiettivo del loro interessamento, non economico, un cui rifiuto avrebbe indicato tradimento ad amici così fedeli. E Fabregas è andato, non certo scontento. Così Come Sanchez, che aveva da subito messo in chiaro che se si fosse trasferito, sarebbe andato soltanto in Catalogna. Persuasione mediatica, introiti dei diritti tv e prestiti dalla fedele banca Santander sono dunque le armi con cui i marinai della barca hanno riparato i danni, rendendo invisibili. Ancora per una volta. Finché le banche non richiederanno il pagamento degli interessi. In termini sportivi, invece, il Barcellona si trova in una posizione cui non è possibile rivolgere illazioni; come un telecronista RAI ha detto durante la partita di Champions League Barcellona‐Milan dello scorso 16 settembre, i blaugrana si riposano quando mantengono il possesso palla. Segnare diventa un’impresa impossibile, o possibile appena la squadra dei record mostra un’altra delle sue debolezze, la difesa. Se Piquè e assente e Puyol non è in forma partita, Anno 7 - Numero 1 sport Guardiola è costretto a posizionare in retroguardia Mascherano e due Busquets, due centrocampisti, poiché la società è intervenuta negli ultimi anni solo nel rafforzamento di reparti offensivi o nel folle investimento di 25 milioni per Cyhryns'ky. Diventa così meno complicato per Agirretxe e Griezmann del Real Sociedad e di gran lunga più semplice per Pato del Milan segnare agli invincibili eroi spagnoli. Tuttavia, quando gli evidenti errori difensivi si manifestano, essi sono prontamente offuscati dalle magie di Messi, che, a differenza di quando indossa la camiseta dell’Argentina, in blaugrana riesce a rendere possibile l’impossibile. Eppure all’età di 15 anni era stato scartato dalla dirigenza del Como dell’attuale presidente del Genoa Preziosi non solo per le problematiche che avrebbero poi portato la società comasca al fallimento, ma anche per un problema di crescita particolarmente preoccupante per la sua età. In Italia infatti l’utilizzo dell’ormone della crescita GH viene considerato a fini sportivi doping, essendo inoltre in grado di provocare effetti collaterali devastanti per un corpo tramutandosi in una Ottobre 2011 bomba ad orologeria. Invece in Spagna, nazione dominante in ogni ambito sportivo negli ultimi anni, la cura della crescita mediante l’ormone GH è regolarmente consentita. E così il Messi scartato dal Como è diventato il Messi prossimo a vincere il terzo Pallone d’Oro FIFA consecutivo. Come poter fermare un campione di tale calibro e una squadra di gladiatori instancabili? Il Milan ci ha provato con Thiago Silva e Nesta, il Real Madrid con Mourinho. Lo Special One però fino ad ora ha vinto solo una Coppa del Re, per un motivo estremamente semplice: in Italia i media erano assolutamente a suo favore, in Spagna sono completamente a suo sfavore. Ogni sua buffonata è evidenziata a livelli estremi e non offuscata al limite del possibile. Cristiano Ronaldo purtroppo non è servito, così come 24 Kakà, Ozil, Benzema e altri. Forse sarebbe servito Benquerença. E così il transatlantico prosegue senza interruzioni verso la sua destinazione. Il Mondiale per Club, un’altra Liga e un’altra Champions League attendono Fabregas e compagni. Altre coppe da alzare al cielo, stesse emozioni, stessa fame di vittorie saziata. Routine. Almeno fino a quando Guardiola resterà in panchina, forse fino a giugno. Fino a quando la Santander presenterà l’ammontare degli interessi all’amico Rosell. Fino a quando non saranno vietate le cure mediante ormoni come il GH. Quando, però? I tifosi del bel calcio sperano mai. I tifosi della giustizia e dell’imprevisto sperano presto. Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 cucina Dolcetti al cocco e frollini a cura di Matilde Ugona DOLCETTI AL COCCO INGREDIENTI PER 12 PASTICCINI: ‐ 100 g di zucchero semolat ‐ 100 g di farina di cocco ‐ 3 albumi PROCEDIMENTO In una pentola mettere i tre albumi e lo zucchero. Mettere sul fuoco a fiamma bassa e mescolare continuamente per far sciogliere lo zucchero. Aggiungere il cocco disidratato, tutto in una volta e mescolare, togliendo dal fuoco e far amalgamare per bene. Accendere il forno a 180° e cominciare a creare i pasticcini. Con un cucchiaino formare tante palline delle stesse dimensioni e porle su una teglia rivestita di carta forno. Cuocerle in forno caldo fino a doratura per circa 15 minuti. Far raffreddare i pasticcini qualche istante e staccarli dalla carta forno. FROLLINI INGREDIENTI: ‐ Farina, 225g ‐ Burro, 150g ‐ Zucchero, 50g ‐ Uova, 3 tuorli PREPARAZIONE: Disponete la farina a fontana sul piano da lavoro, nel centro mettetevi il burro, 40g di zucchero ed i 25 tuorli. Impastate energicamente fino ad ottenere una pasta morbida e omogenea. Stendete una sfoglia alta circa 1cm e ritagliate con una formina tanti piccoli biscotti. Disponeteli su di una piastra foderata con la carta forno. Spolverateli con lo zucchero rimasto. Cuocete in forno caldo a 150‐160° fino a quando non saranno leggermente dorati. BUON APPETITO!! Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 la vignetta La sfida Federica Messina 26 Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 la vignetta Harry Potter Sara Burgio 27 Anno 7 - Numero 1 Ottobre 2011 l'oroscopo L'oroscopo Sibilla Simona Ariete: Se ottobre è iniziato male, continuerà ancora peggio. Ci sarà scuola di domenica e vi spunterà un neo peloso sul mento proprio il giorno prima della fototessera. Unica nota positiva, troverete l'amore della vostra vita nel cassonetto vicino casa. Sì, è proprio il barbone a cui state pensando. Toro: Questo mese siete come gli alberi in inverno. L'amore della vostra vita vi ha lasciati, la scuola va a rotoli e la salute viene danneggiata dai capricci del tempo. Insomma, non vi resta altra possibilità che chiudervi in una stanza buia e rimanervi sino alla fine di Ottobre. Non dimenticate le funzioni vitali! Gemelli: Come consiglio del mese, vi suggeriamo di smettere di dormire con la bocca aperta in pubblico. Non è che la gente non vi veda, semplicemente evita di farlo: siete imbarazzanti! Ma la speranza è l'ultima a morire; c'è ancora qualcuno che vi apprezza per quello che siete: il vostro cane. Cancro: Grazie alla Luna che vi influenza vi siete guadagnati il posto al segno del mese! Non che questo sia una fortuna, considerando quella buccia di banana che vi ha fatto rientrare il naso nella faccia, rendendovi bidimensionali. Sempre convinti di voler essere il segno del mese? Leone: Venere entra nel vostro segno, ma solo perchè avete dimenticato la porta aperta! Adesso dovete trovare un modo per mandarla via: non è che lei possa sempre girovagare non autorizzata per i segni altrui! Una volta cacciata Venere, potrete riposre tranquilli fino alla fine del mese. Vergine: Dopo che Marte ha visto Venere entrare a piacimento nei segni altrui, per puro spirito di emulazione ha deciso di organizzare una gigantesca festa, mettendo a soqquadro tutto il vostro segno: non saremmo sorpresi di vedervi entrare in una crisi d'identità! Bilancia: È vero che è sempre dura ricominciare, ma, miei cari Bilancia, che ne direste di arvi una svegliata? Un nuovo ecosistema è nato nel lago di bavetta che lasciate ad ogni pisolino sul banco e che, se non farete qualcosa al più presto, con l'arrivo dell'inverno si trasformerà in un ghiacciaio con nevi perenni. Scorpione: L'altro ieri una mantide religiosa vi ha fatto riflettere sulla parità dei sessi nella nostra sicietà. Se sei una Lei, condurrai una lotta armata diventando la Giovanna d'Arco del secolo. Se sei un Lui, be', buona fortuna. Sagittario: È tempo di decisioni, e con decisioni intendiamo bruciare quell'orribile maglia 28 fosforescente che avete appena comprato. L'unica volta che l'avete indossata vi hanno scambiato per un alieno dell'Area 51! Attenti agli incontri casuali! Capricorno: Questo mese vi sentite depressi e a terra. Vi suggeriamo una vacanza sulle Alpi, dove Heidi vi accoglierà calorosamente, a differenza del nonno, che dapprima vi sguinzaglierà contro Nebbia, ma poi, intenerito, vi offrirà un pezzo di pane con il formaggio da consumare insieme a Peter e alle caprette, che vi fanno ciao. Acquario: Cosa dire di voi, cari Acquario; l'espressione di disappunto della vostra professoressa di matematica suggerisce la vostra situazione. Quelle cose rettangolari, piene di apgine e scritte sono libri, L‐I‐B‐R‐I! E sarebbe ora che cominciaste a prenderli in mano. Pesci: Questo mese niente va come dovrebbe. Avete seguito il Bianconiglio nella sua tana, ma invece di giungere al Paese delle Meraviglie, avete finito per sporcarvi tutti i vestiti di terra. Dovreste proprio castrare quel gatto che vi ha dato quella splendida idea, e zittire la vostra sorellina, che continua a gridare !Tagliatele la testa!”