Anno 7 - Numero 1 # Ottobre

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Anno 7 - Numero 1 # Ottobre
Anno 7 - Numero 1
Liceo Classico e Linguistico "V. Gioberti"
Ottobre 2011
Via S. Ottavio 9/11 - 10124 - Torino
Au revoir, printemps.
donne: al pari
Problemidigitale
di comunicazione Le
nell'era
degli uomini
Filippo Ascolani
Il nostro mondo è in continuo movimento e
diventa sempre più difficile raccapezzarci
qualcosa in una società così frenetica e
convulsa; uno degli strumenti che dovrebbero
aiutarci in questo campo è il giornalismo: che si
parli di televisione, di Internet o della buona
vecchia carta stampata non c’è differenza, il
loro obiettivo rimane quello di garantire
un’informazione adeguata per tutti.
Chiara Giraudo
Noi donne siamo sempre state
ritenute diverse dagli uomini fin
dall’antichità e per questa ragione
abbiamo sempre avuto meno diritti e
più doveri. Nell’Unione Europea è da
molti anni ormai che le donne
vengono considerate al pari degli
uomini,
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Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
In questo numero
coordinatori della redazione
Giulietta de Luca
Lara Saccani
redazione
Federica Messina
Alessandro Brizzi
Filippo Ascolani
Vignettista: Federica Messina
[email protected]
[email protected]
www.joeberti.wordpress.com
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
In questo numero
L'editoriale
Ottobre.
Inizia il nostro nuovo anno,
e
ricominciano
le
manifestazioni.
Quelle
iniziate bene, e quelle finite
male.
Ci son tante cose belle di
cui potrei scrivere, di come
è bello andare al Gioberti e
di come ci vogliamo tutti
bene e siamo felici. Ma non
posso non parlare della
manifestazione
del 15
ottobre e dei, lo so, cado
nel banale, famigerati Black
Bloc. Non sono qui per fare
la moralista di turno, non
dirò che la violenza è da
condannare
perché
sbagliata
in
principio,
poiché non ne sono sicura io
in primo luogo. Quello che
dobbiamo notare è che dei
gruppi di persone più
violente, che cercano di più
lo scontro con la polizia, ci
sono sempre state. C’erano
stati problemi di violenza
anche nella manifestazione
del 14 novembre a Roma,
l’anno scorso. Ma in qualche
modo i gruppi di bellicosi
erano stati individuati, i
danni contenuti. Il punto è:
vogliamo davvero credere al
fatto che la polizia italiana
sia così incapace da non
considerare
perlomeno
sospetti venti ragazzi in
nero, con la maschera
antigas e il volto coperto?
Siamo davvero così ingenui?
E cosa ne pensiamo di un
Maroni che è pronto a
vietare a TUTTA la città di
Roma di manifestare per un
mese? E del fatto che gli
organizzatori
delle
manifestazioni debbano da
ora in poi versare una
cauzione
per
coprire
eventuali danni causati dai
manifestanti? Non possiamo
considerarlo
un
tantino
anticostituzionale
che
possano manifestare solo i
sindacati che hanno soldi
per pagare una cauzione?
Vogliamo inneggiare alla
rivoluzione?
Facciamolo,
perché in questo paese che
neanche Wikipedia crede
libero,
una
rivoluzione
sarebbe anche necessaria,
ma una rivoluzione non ha
per
forza
bisogno
di
spogliare Roma dei suoi cari
sampietrini.
Oppure distacchiamoci per
un
attimo
da
tutto.
Possiamo davvero pensare a
tutte le cose belle che
accadono nel Gioberti: da
ora in poi, per esempio,
avremo una rubrica di
ricette e in ogni numero
troverete un capitolo del
racconto di Silvia Chiarle,
“Cuori di cera”. Perché ci
serve
e
ci
servirà
quest’anno ci impegneremo
a pubblicare i verbali dei
collettivi, dei comitati, e il
calendario delle attività
scolastiche. Sì, tante son le
cose
di
cui
possiamo
chiacchierare, ma vogliamo
vivere in un’illusione, o è
arrivato il momento di
svegliarci?
“Is this the real life? Is this
just fantasy?”
Si ricorda che, come
sempre, qualsiasi linea di
pensiero differente da
quelle
espresse
nel
giornalino
sarà
ben
accetta.
Docente referente Maria Luisa Genta
Editoriale a cura di Lara Saccani
Impaginazione a cura di Giulietta de
Luca
3
La redazione
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
attualita'
Scongelati
e
cammina
Vlad Gheorghe
Immaginate di essere un
ricco uomo di affari che ha
appena
compiuto
sessant'anni.
Avete avuto una carriera
soddisfacente e una vita
tutto sommato felice. I soldi
di
certo non vi mancano. Ma
quando i primi segni della
vecchiaia iniziano a farsi
sentire, vi rendete conto
che la morte incombe, e
non c'è nulla che possiate
fare.
Oppure sì? Negli ultimi
quarant'anni si è diffusa, fra
chi se la può permettere, la
pratica
della
criogenizzazione: pagando
decine migliaia di dollari
una
società
come
la Alcor Life Extension, il
vostro corpo verrà congelato
entro ventiquattro ore dalla
morte, attraverso una serie
di procedure complesse, e
messo in ibernazione per un
tempo indefinito. Perchè se
l'acqua è alla base della
vita, nel ghiaccio potrebbe
trovarsi il modo di guarire
da
qualsiasi
malattia.
All'inizio trovate che sia
un'idea fantastica, ma in
seguito iniziate a essere rosi
da
dubbi terribili: e se non
funzionasse? E se la vostra
anima fuggisse dopo la
morte,
e voi rinasceste come un
involucro vuoto? Potreste
provare dolori innominabili,
o
risvegliarvi in un altro corpo
e non riuscire a sostenere il
trauma
psicologico.
Inoltre, posto che nessuno
scolleghi il vostro corpo
ibernato dal sistema che lo
tiene a una temperatura
sotto lo zero, e che nel
futuro la nuova tecnologia
sia
in
grado di riportarvi alla vita,
risorgereste dalla morte per
ritrovarvi in un mondo
totalmente
diverso
da
quello che avete lasciato.
Tutti i vostri parenti, amici
e
colleghi, tutte le persone
che
conoscevate,
sono
morte
da
tempo.
In
circolazione
ci
sono nuove tecnologie, che
faticate a capire, e quando
parlate tutti vi guardano
strano: siete un essere
curioso venuto dal passato,
un cimelio che ha sbagliato
epoca
storica.
Bastano
duecento
anni
e
la
differenza linguistica si fa
enorme.
Immaginate
di
trovarvi
davanti un uomo che parla
come
Manzoni:
probabilmente
lo
credereste pazzo. Per non
parlare
della
questione
economica: sempre che
siate
riusciti a depositarli in un
posto sicuro, che valore
avranno i vostri soldi nel
futuro?
4
Potreste
ritrovarvi
sul
lastrico, senza possibilità di
riscatto.
Ma cosa sono questi rischi, e
cosa sono centomila euro, in
confronto alla chanche di
vivere nel futuro? Per
quanto
remota,
la
possibilità di compiere un
viaggio
nel
tempo di chissà quanti
secoli, o addirittura di
vivere per sempre, sembra
spazzare
via ogni dubbio. Se la
criogenizzazione
funzionasse,
e
l'uomo
d'affari
decidesse
di
non farne uso per i dubbi
sopracitati,
potrebbe
buttare via altri cento anni
di
vita,
o
forse
più.
E
voi
cosa
fareste?
Ma lasciamo il nostro uomo
d'affari ai suoi dubbi, e
diamo uno sguardo più
generale
a questa pratica. Il primo
uomo
a
parlare
esplicitamente
di
criogenizzazione
fu
Robert Ettinger, in un
racconto
fantascientifico
pubblicato nel 1948. Ferito
di
guerra, insegnante di fisica
al liceo e pioniere del
settore, Ettinger è stato
ibernato
lo scorso luglio dopo la sua
morte, all'età di 92 anni.
Nel 1963 Evan Cooper fondò
la
prima
società
di
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attualita'
ibernazione,
la
Life
Extension Society. Il 12
gennaio del 1967 fu
congelato il primo uomo
della storia, un professore
di psicologia di nome James
Bedford. Quello che ai
tempi era considerato un
altro pioniere della
criogenizzazione,
Robert
Nelson,
gestì
l'intera
operazione. Il corpo di
Bedford,
immerso
nel
nitrogeno
liquido, è stato trasferito
alla Alcor nel 1982.
Nel
1979
si
verificò
l'episodio più grave della
storia
della
criogenizzazione: il
disastro di Chatsworth. Un
avvocato ingaggiato dalle
famiglie
degli
ibernati
giunse
nella cittadina californiana,
e ottenne l'accesso al luogo
dove i pazienti erano
conservati. Nessuno di loro
era immerso in nitrogeno
liquido, e tutti erano in
putrefazione. Robert Nelson
fu denunciato e non fu in
grado di pagare il
risarcimento.
Nel
frattempo
alcuni
colleghi di Nelson, che non
si fidavano più di lui,
avevano
fondato la Alcor. Il padre di
Chamberlain,
uno
dei
fondatori, fu il primo
paziente
«neuro» della storia: nel
1976, infatti, ne venne
congelata soltanto la testa.
Ad oggi le società che
praticano
la
criogenizzazione sono la
Alcor, la Trans Time, il
Cryonics Istitute e la KrioRus
(la
controparte
russa,
fondata nel 2006).
La criogenizzazione si basa
sul presupposto che le
operazioni di congelamento
non
danneggino
troppo
le
5
cellule, e che nel futuro gli
sviluppi
medici
e
tecnologici
consentano di rianimare il
corpo riportandolo a una
temperatura normale, per
poi
riparare tutti i danni causati
dalla
vetrificazione,
riparare
i
tessuti
e
rallentare
l'invecchiamento.
Chi
sceglie la soluzione low
cost, ovvero di separare la
testa dal
corpo e di congelare solo
quest'ultima (la cosiddetta
neuro), si aspetta che tra
qualche secolo saremo in
grado di rigenerare un
corpo nuovo a partire dal
DNA: in
quel
caso
tutte
le
informazioni più importanti,
come la memoria e la
personalità,
sarebbero depositate nel
cervello: l'unico organo a
cui
i
pionieri
dell'ibernazione
non
sono
disposti
a
rinunciare.
Per
quanto
queste
prospettive
sembrino
fantascientifiche, la scienza
sta
progredendo e ci rivela
molte sorprese. Nel 2005 gli
scienziati del Pitt's Safar
Center for Resuscitation
Research a Oakland, sotto
la
guida
del
dottor
Kochanek,
sono riusciti a resuscitare
alcuni cani tre ore dopo la
morte
clinica.
Questo
significa
che per centottanta minuti i
Anno 7 - Numero 1
attualita'
loro
cuori
non
hanno
pompato sangue, i loro
polmoni
non hanno respirato e non
c'è stata alcuna attività
cerebrale; i cani sono stati
tenuti
in
animazione
sospesa a una temperatura
molto bassa, mentre i
medici li
operavano, e poi sedici
delle ventiquattro cavie
sono resuscitate, seppure
con
notevoli danni cerebrali, il
che
ha
portato
alla
diffusione della leggenda
urbana dei
«cani zombie».
E' notevole l'impatto di
questi sviluppi scientifici
sulla
nostra
concezione
attuale, e
sul
significato
morale,
filosofico e religioso che ha
la morte nella nostra
società. Per
tutta la nostra storia siamo
stati abituati a considerare
la morte come qualcosa di
fatale e inevitabile per
Ottobre 2011
tutti, eppure ora sembra
quasi che stia diventando
l'ennesima
malattia
da
curare, qualcosa di affatto
definitivo, da cui ci si
potrebbe
addirittura risvegliare.
Non
bisogna
però
confondere
la
criogenizzazione
con
l'immortalità: per quanto la
scienza possa svilupparsi nel
futuro, al momento non
abbiamo prospettive di
superare la fatidica soglia
biologica dei 120 anni, oltre
i quali nessun uomo
potrebbe vivere; e se questo
confine
rimarrà
tale,
l'ibernazione non resterà
che
l'ennesima, disperata sfida
al
memento
mori,
un'occasione per risvegliarsi
in un
futuro lontano e rallentare,
forse ancora per qualche
secolo,
la
falce
del
Mietitore.
ALCUNI NUMERI DAL SITO
DEL CRYONICS INSTITUTE:
‐ Nuovi pazienti nel 1990: 9
‐ nel1995: 13
‐ nel 2000: 42
‐ nel 2005: 100
Totale pazienti: 94
Di cui:
– 643 provengono dagli Stati
Uniti
– 77 dal Regno Unito
– 40 dall'Australia
Inviateci i vostri articoli,
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o
c
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d
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o
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g .joeberti.w
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disegni, vignette, poesie o
semplici suggerimenti
all'indirizzo:
Per commentare o
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attualita'
Problemi di comunicazione
nell'era
digitale
Filippo Ascolani
[...] Mentre nei decenni
precedenti poteva essere
più difficile ottenere dei
ragguagli
su
quanto
accadeva nel pianeta, ora
siamo bombardati di notizie
da
tutti
i
canali
di
comunicazione;
tra
le
edicole che traboccano di
giornali e riviste più o meno
specializzate e le migliaia di
siti dedicate alle news,
senza dimenticare i free
price e i testi come questi,
la scelta è molto ampia
anche non disponendo di
molto tempo o denaro.
Ma questa enorme mole di
informazioni viene recepita
veramente
dal
nostro
cervello?
Probabilmente
no,
anzi
danno vita a una serie di
fenomeni tipici dell’ uomo
moderno che addirittura
impediscono lo sviluppo
della nostra conoscenza;
prima fra tutti, si è ormai
diffusa
in
maniera
incontrollabile quella che io
chiamo
sindrome
del
cleptomane: infatti siamo
talmente abituati a ricevere
nozioni in modo compulsivo,
che cerchiamo sempre di
arrivare al maggior numero
di informazioni possibili
senza nessun criterio di
scelta, preferendo le parole
chiave di un argomento
senza mai approfondirlo;
questo ci porta a dare una
veloce scorsa ai titoli dei
siti o delle riviste prima di
passare a qualcosa d’ altro,
senza mai abbandonare
quella mentalità consumista
che ci é tanto cara.
I giornalisti, quindi, si
regolano di conseguenza e
sono sempre a caccia dell’
ultimo scoop riguardante il
cugino di secondo grado del
nipote del portinaio del
grattacielo dove vive un
personaggio famoso, o dell’
approfondimento di quei
temi scabrosi triti e ritriti,
senza mai nessun pudore o
vergogna (quanto odio quel
“ Come si sente? “ rivolto ai
parenti di una persona
trovata morta; è uno dei
pochi casi in cui un insulto
pesante
non
è
solo
ammissibile, ma soprattutto
obbligatorio); non dobbiamo
dunque stupirci se una
famosa
rivista
viene
accusata
di
aver
intercettato
illegalmente
delle telefonate dei politici
e dei nobili inglesi; o se,
invece del resoconto dell’
ultimo Congresso sul clima,
troviamo in prima pagina le
foto del parto della mogli di
uno di quegli esseri semi
analfabeti che partecipano
ai reality show.
Tutto ciò è probabilmente
anche colpa nostra, che
siamo
irresistibilmente
attratti ( e ormai abituati )
7
dalle bagarre dei politici
sullo schermo o dall’
ultima,
imperdibile
intervista a qualche signore
che,
casualmente,
conosceva la famiglia della
vittima o del vicino di casa
convinto di aver visto un’
ombra dietro l’ angolo al
momento dell’ omicidio.
Come possiamo pretendere
un’
informazione
più
completa,
avulsa
dalla
politica e meno faziosa, se
noi stessi smentiamo le
nostre parole con i fatti,
accontentandoci delle solite
persone
e
dei
soliti
programmi, che hanno reso
la tv e i giornali una
sciocchezza‐ full time?
Il primo passo verso lo
sviluppo, a mio parere,
deve essere una pretesa
maggiore da parte dei
lettori e spettatori, perché
questo anno, come dice la
Smemo, De Sica passi un
Natale a casa propria.
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attualita'
Facebook, ossia di privacy
eFederica
social
network
Messina
Al
mondo
esistono due tipi
di
persone:
quelle che usano
Facebook
e
quelle che non
lo
usano.
Il
secondo tipo è
decisamente più
sveglio
del
primo.
L'ormai celebre
social network
creato da Mark
Zuckerberg
ha
monopolizzato
le nostre vite
talmente tanto
che ormai ci è
impossibile
pensare a come
faremmo
a
comunicare con gli altrisenz
a di esso.
Infatti Facebook è nato
principalmente per ritrovare
quegli amici di cui si erano
persi i contatti e per
invadere la bacheca di
quelli di tutti i giorni.
Un'invenzione
senz'altro
utile e innovativa che non
ha faticato a espandersi in
tutto il mondo. Facebook ha
conquistato in pochissimi
anni tutto il web a la sua
crescita
sembra
inarrestabile. Oggi è il
secondo sito più cliccato del
mondo, preceduto soltanto
dal colosso Google; è
soggetto
a
continui
cambiamenti,
quali
l'aggiunta
di
nuove
applicazioni, nuovi giochi,
nuove ‐e inutili‐ finestre.
Ma non importa quanto
Facebook cambi e quante
sciocchezze
pubblichi:
prima o poi tutti vi cadono
inevitabilmente. Chi non lo
usava prima si convince a
farlo
perché
si
sente
tagliato fuori dal mondo. E
così
incomincia
la
registrazione: inserisci i tuoi
dati personali, nome e
cognome, data di nascita e
numero telefonico; inserisci
il
tuo
orientamento
religioso, la scuola che
frequenti, il posto dove
8
lavori, i tuoi interessi.
Quasi senza rendertene
conto condividi con il
mondo intero una quantità
di dati che in genere non
daresti a una persona
appena conosciuta. Eppure
su Facebook chiunque può
andare sulle tue info e dare
un'occhiata a ciò che è
praticamente il riassunto
della tua vita, elencato in
pochi semplici punti.
La privacy di Facebook
lascia a desiderare, non è
un segreto. È inquietante
considerare che è molto
semplice
entrarvi
e
difficilissimo uscirvi: tutte
quelle notizie date su noi
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attualita'
stessi rimarranno anche una
volta cancellato il profilo
dal sito. Il server infatti
raccoglie tutti i dati che i
creatori dei profili ‐sia
esistenti che non‐ sono stati
disposti a fornire. Questo
succede, come giustifica
Facebook, in caso gli utenti
volessero
un
giorno
riattivare il loro account!
Allora troverebbero tutte le
informazioni
e
le
impostazioni del loro profilo
così come le avevano
lasciate.
E
per
cancellare
permanentemente il proprio
account, allora?
Si può fare, ma solo dopo
aver eliminato tutti gli
album fotografici e aver
cancellato le informazioni
base.
Dopodiché
è
sufficiente
inviare
la
richiesta ad una certa mail e
aspettare 14 di giorni. In
quest'arco di tempo i tuo
dati e il tuo profilo
rimarranno accessibili come
se niente fosse, sempre in
caso tu voglia tornare sui
tuoi passi. Ma passati questi
giorni
l'account
verrà
definitivamente eliminato.
Rimane il fatto che chi è
iscritto al sito e non
desidera
eliminarsi
ha
comunque una “privacy
pubblica”. Lo dimostra la
nuovissima
finestrella
spuntata un bel giorno a
destra
della
home
di
Facebook che segnala chi ha
commentato chi, o ha
scritto cosa.
E dire che esistono molti
altri
network
dove
è
possibile tenersi in contatto
con amici vicini e lontani.
Tanto per citare degli
esempi c'è Skype, dove oltre
che chattare è possibile
effettuare
videochiamate
(un'innovativa
introdotta
recentemente
anche
in
Facebook); oppure Twitter,
che, precisiamo, non è un
social network, bensì un
information network. La
differenza principale sta nel
fatto che la gente usa
Twitter non per far sapere
agli altri cosa stai facendo,
ma per leggere ciò che
viene pubblicato da quelle
9
persone in particolare che ti
interessano.
In questo modo Twitter ha
evitato la concorrenza con
Facebook,
che
era
decisamente
troppo
schiacciante. È tuttavia uno
sei network più utilizzati,
anche per la quantità
minima di dati richiesta, e il
migliore nel suo settore; la
sua semplicità può essere
apprezzata o disprezzata.
Fatto
sta
che
molti
personaggi
famosi
preferiscono
iscriversi,
appunto, per proteggere la
propria privacy, contando
anche sul fatto che Twitter
non ha altrettanti utenti
come Facebook.
Certo, non ha nemmeno
altrettante applicazioni, ma
in fondo ci servono davvero?
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liberopensiero
Le donne: al pari degli uomini?
Chiara Giraudo
[...] nel mondo, però, vi
sono ancora parecchi Paesi
che trattano le donne come
oggetti o come schiave
personali. Un esempio:
“era” ed
“ è” tuttora
l’Arabia
Saudita:
“era”
perché il re Abdullah ha
finalmente concesso alle
donne il diritto di poter
votare ed essere votate, ho
utilizzato
invece
“è”
perché purtroppo le donne
in quel Paese non possono
ancora né guidare né
girare per le città da sole e
senza un uomo. Tutto
questo è un’ingiustizia. Per
non parlare poi della legge
secondo la quale in alcuni
Paesi le donne incolpate di
adulterio devono essere
lapidate ed invece gli
uomini le possono tradire o
possono avere più mogli.
Anche gli usi ed i costumi
molte volte vengono visti
come delle leggi in alcuni
Stati: parecchie donne sono
obbligate ad indossare il
burqa anche se non lo
vogliono. Uno Stato molto
vicino all’Unione Europea e
che vuole entrarvi è la
Turchia a cui, però, è stato
chiesto di dare più diritti
alle donne e di abolire la
pena della lapidazione, in
caso contrario non potrà
entrare nell’UE. Questa
richiesta alla Turchia è stata
fatta molti anni fa ed essa
non ha ancora eseguito ciò
che le è stato richiesto,
forse, per il particolare
attaccamento
alla
tradizione “sbagliata” che si
trascina dietro da anni. In
Italia ci possiamo vantare
di essere considerate come
gli uomini, a parte in alcuni
posti
in
cui
veniamo
sfruttate dai nostri stessi
connazionali
come,
ad
esempio, quelle povere
quattro donne che sono
morte nel crollo di una
palazzina dove lavoravano
per
quasi quattro euro
all’ora. Questa mi pare
un’enorme ingiustizia per lo
più pagata molto cara dalle
poverette che non ne
potevano niente e che
svolgevano solo il loro
lavoro come tutti i giorni. E’
come pensare che noi
studenti andassimo a scuola
e poi venissimo avvertiti
all’improvviso che nostra
madre è morta mentre
lavorava onestamente per
guadagnare qualcosa enza
neanche riuscire a sfamare
la famiglia. E’ naturale che
ciò avrebbe scatenato una
profonda rabbia in tutti noi,
ma è questo quello che
accade e sono sicura che se
in quella palazzina avessero
lavorato degli uomini li
avrebbero stipendiati molto
meglio.
Il
perché?
E’
semplice perché gli uomini
sono più esigenti, non si
fanno ricattare e non
vogliono essere assunti per
essere pagati miseramente.
Ora non si intende che le
donne siano più buone o
10
credulone,
ma
semplicemente pensate ad
una madre che vive da sola
con due figli, che non riesce
a mantenerli, che non trova
lavoro ma che ne ha
assolutamente bisogno. A
questo punto
voi
non
accettereste
qualsiasi
lavoro, con qualsiasi salario
solo
per
guadagnare
qualcosa? Ecco, in Italia ed
in altri Paesi abbiamo gli
stessi diritti degli uomini,
ma molto spesso veniamo
trattate con superficialità,
come se fossimo delle
macchine che, quando e
come si vuole,
possono
essere sostituite con delle
altre
più
belle,
più
attraenti, non tanto per
l’intelligenza, ma perché
fanno gola agli uomini.
Anche le donne hanno una
loro dignità e come tale
dovrebbe essere rispettata
quanto quella degli uomini
se non di più. Questo è il
mio pensiero, non desidero
che tutti la pensino come
me,
ma per
lo meno
chiedo che il concetto qui
espresso possa essere capito
e condiviso da una buona
parte di voi.
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liberopensiero
L'imprescrittibile diritto
di
non
leggere
Marianna Bonifacio
Io ho sempre amato la
lettura. Ricordo con piacere
ed una certa inevitabile
nostalgia di aver trascorso,
libera
da
compiti
ed
impegni, “interi pomeriggi
con le orecchie in fiamme e
i capelli ritti in testa china
su un libro, dimenticando
tutto il resto del mondo
intorno a me, senza più
accorgermi di aver fame o
freddo”, per citare uno dei
miei romanzi preferiti, “La
Storia Infinita”.
Divoravo
libri di ogni genere, senza
alcun criterio, senza alcun
pregiudizio,
animata
semplicemente
dal
desiderio di partecipare
ancora una volta a quella
magia, di trascorrere un
altro di quei pomeriggi.
Leggere,
per
me,
rappresentava
e
rappresenta tuttora una
delle massime espressioni
della libertà; purtoppo,
però, tale libertà mi è stata
negata, in quello che
peraltro dovrebbe costituire
un “luogo di formazione
mediante lo sviluppo della
coscienza
critica”,
nel
momento in cui la lettura
che
tanto
incondizionatamente amavo
mi è stata “spiegata” ed
imposta, e successivamente
è stata sottoposta a verifica
e valutazione. Sono stata
privata dell’unica possibilità
che mi restava di riposare
realmente, nell’animo e nel
corpo, in modo completo e
costruttivo; mi è stato
negato quello che, secondo
Daniel Pennac, è il primo
imprescrittibile diritto del
lettore: il diritto di non
leggere.
Carissimi insegnanti, con
tutta la buona volontà e con
tutto il rispetto che vi
porto, non riesco proprio a
comprendere in che modo,
privandoci del piacere della
lettura – perché come si può
provare piacere nel leggere
un libro che non si è scelto,
che va terminato in un certo
periodo di tempo, del cui
autore
è
necessario
imparare la data di nascita
e di morte, che verrà infine
“valutato”? – sperate di
avvicinarci ad essa. Non
soltanto, per nove lunghi
mesi, rimane a malapena il
tempo per leggere altro che
i
libri
imposti
come
“compito”; anche durante
le vacanze estive siamo
costretti ad anteporre al
nostro personale piacere la
lettura,
con
relativi
riassunto e commento, di
cinque o sei romanzi.
Ovviamente, mi rendo conto
che non tutti gli studenti
sono naturalmente portati
alla lettura, e che è
compito degli insegnanti
11
permettere
loro
di
comprenderla
ed
apprezzarla; ma perché,
invece di renderla una
prepotente
coercizione,
invece di trascinarla con la
forza
nell’ambito
del
“profitto”
e
del
“rendimento”, a cui non
può appartenere, non ne
approfittate per creare
nella scuola quello che alla
scuola manca, ovvero uno
spazio di discussione libero,
che
renda
l’ambiente
scolastico veramente degno
di essere definito “una
comunità di dialogo, di
ricerca,
di
esperienza
sociale”?
Perché
non
lasciare allo studente la
possibilità di scegliere chi e
che cosa leggere, con limiti
il più possibile ampi,
esercitando il proprio ruolo
di guida esclusivamente
nell’offrire
spunti
di
riflessione
e
suggerire
possibili chiavi di lettura, in
modo da dare inizio ad un
percorso che lo porterà ad
apprezzare la letteratura ed
i classici? Forse, se deste
alla lettura l’importanza
che merita, sperimentando
metodi nuovi, come quello –
documentato da Pennac ‐
della lettura ad alta voce in
classe, riuscireste a farcela
amare
realmente.
Limitandovi
ad
imporci
mensilmente un romanzo,
Anno 7 - Numero 1
LIBEROPENSIERO
sarà tanto se non ce la
renderete odiosa.
D’altro
canto,
anche
riuscendo a farci ingoiare di
malavoglia quelle duecento,
trecento pagine alla volta,
che
cosa
pensate
di
ottenere? Come sperate di
migliorare la nostra capacità
di giudizio o di sviluppare la
nostra coscienza critica, se,
nella scuola, non ci viene
offerta alcuna occasione per
fare uso né dell’uno, né
dell’altra?
Se
veniamo
abituati a trascurare il
contenuto delle nozioni che
impariamo? Se non abbiamo
nessuna
occasione
di
riflettere e discutere non
solo su ciò che stiamo
studiando, ma perfino sulla
situazione in cui noi ed il
mondo ci troviamo in questo
momento? Io trovo sbagliato
che, in un liceo, non ci sia
un momento da dedicare
all’attualità: dopotutto, per
che cosa possono esserci
utili le opere dei grandi
autori del passato, a che
cosa ci può servire lo studio
Ottobre 2011
della storia, se non ad
interpretare e comprendere
gli
eventi
a
noi
contemporanei? Una mia
amica, che frequenta il
linguistico in un altro
istituto, mi ha raccontato
che la sua insegnante di
italiano riserva due ore del
mese alla lettura dei
giornali,
con
relativa
discussione nella classe,
senza alcuna valutazione.
Nella nostra scuola è
possibile fare qualcosa di
simile nell’ora di religione;
perché,
dunque,
non
estendere questa possibilità
a tutti gli studenti?
sacrificabili in una scuola
che, di fatto, non ci prepara
ad altro che ad un “mercato
del lavoro” in cui la merce
saremo noi lavoratori. È
dunque nostro compito – e
mi
rivolgo
all’intera
comunità
scolastica
–
dimostrare che non è così.
Questa mancanza, in ogni
caso, non può essere
imputata
esclusivamente
agli insegnanti che, spesso,
non
hanno
il
tempo
materiale
per
prendere
questo tipo di iniziative: si
tratta di una colpa del
Ministero dell’Istruzione il
quale dimostra di ritenere
che
il
dialogo
e
la
discussione costruttiva siano
di citazione in citazione
"A me piacciono troppe cose e io mi ritrovo sempre confuso e
impegolato a correre da una stella cadente all'altra finché non
precipito. Questa è la notte e quel che ti combina. Non avevo niente
da offrire a nessuno eccetto la mia stessa confusione."
Da Sulla Strada, Jack Kerouac
Lara Saccani
12
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
in bacheca
Dillo a Joe
a cura di Giulietta de Luca
La sera
La sera è l'unico momento in cui la giornata sembra vera, dove possiamo
raccogliere i nostri pensieri prima di considerare velocemente la mattina
seguente che essi siano di ieri.
Il giorno è un forno dove maledettamente vieni a contatto con la stupida
gente,che sempre ha gli stessi ideali e ormai son tutti uguali, la ricchezza
materiale viene vista come la cura al quotidiano male, la fama ti fa avere gente
che ti ama ma io ti dico che il rimedio al terribile fortunale del fottuto giorno è
l'intelligenza culturale di uno splendido unicorno.
Fjodor
Hai mai sentito parlare della Jingle Band?
“No!”
Allora è giunto il momento di conoscerla! La Jingle Band è una Street Band nata
fare “vivere” le vie della città attraverso la musica. Nostro obiettivo è quello di
animare la strada, rendere i passanti partecipi delle nostre esibizioni, veri e propri
parti integranti dello spettacolo.
L’idea venne nel bel mezzo di una torrida serata estiva torinese. Un gruppo di
giovani provenienti da differenti realtà musicali, mentre tutti gli altri coetanei
pensavano al sole, alla spiaggia, al mare e alle vacanze, iniziarono a provare e
riprovare i loro brani natalizi sotto il sole cocente di luglio.
Il concetto musicale è semplice. Alla base infatti ci sono i tipici temi natalizi. La
particolarità è che essi sono rivisitati, reinterpretati e riscritti in una nuova
concezione musicale, un mix tra jazz, rock e folk “on the road”.
Per tutto il mese di dicembre la Jingle Band invaderà pacificamente le strade di
tutta Italia e non solo, probabile infatti è la partecipazione e l’esibizione in una
grande città europea.
Se sei interessato a visionare un Videoclip della nostra formazione, visita il nostro
sito www.jingleband.org
[email protected]
13
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
in bacheca
I consigli di
questo mese
‐ Nonostante Halloween sia passato, è comunque d'obbligo prendersi uno spavento.
Perchè non andare su Internet provare il nuovo gioco horror interattivo Hotel 626?
Disponbile solo dalle 18 del pomeriggio alle 6 del mattino, da giocare quindi
esclusivamente di notte, al buio. Divertitevi a risolvere gli enigmi che vi si
presenteranno, cercate di restare vivi fino alla fine nel misterioso hotel nel quale
siete capitati, evitate le strane creature che lo abitano, tra cui assassini e bambine
possedute. E ricordatevi di alzare il volume al massimo.
‐ I film tratti dai grandi classici della letteratura sono sempre qualcosa da non
perdere, ma il nuovo Jane Eyre, nelle sale dal 7 ottobre, non ha proprio nulla a che
spartire con il capolavoro di Zeffirelli. Fedele al romanzo e con ottimi costumi, ma..
vogliamo parlare della scelta degli attori? Quindi, per rifarsi gli occhi, vi consiglio di
guardare la versione del 1996, perché William Hurt non potrà mai eere eguagliato da
nessun Michael Fassbender.
‐ Per tutti quelli che is sentono Indignados, "Il contagio, di Loretta Napoleoni. La crisi
economica non può trovare soluzioni tecniche, ma solo il primato della politica, del
bene comune, deve ritornare a regolare le attività dell'uomo. Indignados di tutto il
mondo, unitevi!
Grazie
Per quanto consideri "triste" utilizzare questo spazio per messaggi interni alla
redazione, ci tenevo a ringraziare Federica Messina per l'importante contributo
fornito alla realizzazione di questo numero, che, senza il suo aiuto, probabilmente
sarebbe ancora un file bianco. Grazie.
E grazie anche a Pietro e alle sue frasi incoraggianti.
Giulietta
Scrivoanchio.it
Se sei un adolescente dai 14 ai 18 anni, puoi partecipare alla III Edizione di
Scrivoanchio.it, un concorso di scrittura multimediale. La partecipazione è
completamente gratuita e potrà essere un'occasione di crescita.
L'edizione del 2012 prevede tre sezioni: Racconto, Poesia e AudioScrittura e si divide
in due tempi, uno online ed uno offline. Per iscriverti vai sul sito
www.scrivoanchio.it e potrai partecipare da subito ai forum guidati di confronto e di
discussione sulla scrittura e sulle tue passioni.
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Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
i disegni
Adam
Lavinia
15
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
l'evento
XCHE' - Il Laboratorio
della
Curiosita'
Giulietta de Luca
Venerdì 23 settembre si è
tenuta l’inaugurazione del
nuovo centro XCHE’ – Il
Laboratorio della Curiosità,
situato in via Gaudenzio
Ferrari 1.
E’ un progetto pensato per
gli studenti delle scuole
elementari
e
medie
inferiori,
ideato
per
avvicinare bambini e ragazzi
al mondo delle scienze
tramite esperimenti, giochi
e percorsi educativi.
XCHE’, realizzato da Lara de
Bortoli in collaborazione con
Caterina
Ginzburg,
e
suddiviso in cinque sezioni
comprendenti
attività
differenti basate su diversi
argomenti: i sensi, le
misure, i grandi della
scienza, la matematica e
l’informatica.
Il centro, che in un
ipotetico futuro prevede
l’apertura
anche
agli
studenti
delle
scuole
superiori, offre una vasta
gamma di attività, tra cui
esperienze interattive e
sonore, proiezioni di video,
esperimenti per testare i
cinque sensi e una serie di
prove da ripetere anche a
casa.
L’apertura di XCHE’ è stata
resa possibile anche grazie
alla collaborazione con altri
musei, come il Museo del
Cinema e A come Ambiente,
e a quella con associazioni
quali
l’Associazione
Ipovedenti
e
l’INRIM
(Istituto Nazione di Ricerca
Metrologica).
L’innovazione sta nel tipo di
esperienze
proposte:
si
tratta di sperimentare, è un
gioco ragionato dove i
bambini e i ragazzini
possono imparare senza che
vengano
loro
imposte
nozioni fisiche da studiare a
memoria, un primo passo
per ciò che verrà loro
insegnato
nelle
scuole
superiori.
Possono
riconoscere
gli
odori, destreggiarsi tra le
illusioni ottiche e “giocare”
con le grandezze, toccando
con mano quello che verrà
loro insegnato solo in
maniera teorica.
Si parte dal gioco o
dall’esperimento,
cioè
l’esperienza concreta, per
arrivare
al
concetto
matematico,
il
procedimento opposto a
quello
adottato
dagli
insegnanti, perché, come
sottolinea infatti Lara de
Bortoli, lo scopo del centro
XCHE’ non è affatto quello
di sostituire l’istruzione
fornita nelle scuole, ma
costituisce solamente un di
più che può in ogni caso
istruire i giovanissimi.
La struttura in cui è situato
il centro può contenere
quattro
classi
16
contemporaneamente
–
ognuna in una sezione
diversa – e gli insegnanti
potranno usufruire di una
convenzione stipulata con
GTT, con tariffe agevolate
per semplificare il viaggio
dalle scuole fino a via
Gaudenzio Ferrari.
Inoltre
XCHE’
sfrutta
appieno
le
nuove
tecnologie:
i
visitatori
potranno utilizzare Cheap
Lim e webcam oppure
costruire e far muovere
piccoli robot. Poi, nella
sezione ‘I grandi della
scienza’,
faranno
conoscenza con i più famosi
scienziati e daranno un
primo sguardo a quelle che
sono le invenzioni che
hanno
rivoluzionato
la
storia.
Insomma, un percorso a dir
poco istruttivo, anche per
chi non conta di far carriera
nel campo della fisica
quantistica.
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
il racconto
Cuori
di
cera
Capitolo I - Figli del Fango
Silvia Chiarle
Il freddo si incolla ai
mattoni di pietra, forma un
arazzo di nebbia nella
stanza invasa dagli strilli
della
partoriente.
La
levatrice non la incoraggia,
si siede a cavalcioni su quel
ventre
che
cerca
di
espellere due gemelli, fissa
il volto della donna urlante.
Si chiama Silvia, ma al suo
nome se ne va accostando
un
altro:
Rea,
"la
colpevole". Non c'è pietà
per una vestale che ha rotto
il voto di castità con un
soldato di cui non sapeva
quasi nulla: di certo sarà
uccisa e i suoi bambini
esposti. La levatrice sente
la
pelle
del
ventre
afflosciarsi e mentre Rea
spande tutto il suo fiato in
un ultimo profondo respiro,
un primo neonato lancia il
suo ululato alla terra che
presto lo riavvolgerà.
La
prigione
era
una
struttura strana: una grande
tenda tesa in un angolo
della città, una tenda che
copriva tante gabbie di
legno sovrapposte, a cui si
accedeva tramite scale di
legno secco, di corda
spelata. L'uomo congedò la
scorta sulla soglia e imboccò
una delle scale a pioli. Non
doveva
avere
più
di
trent'anni, il viso era stato
scolpito nell'ossidiana più
affilata. Forse era il suo
volto, più ancora del
mantello
rosso,
a
denunciare la sua carica di
re. Salita la scala, si ritrovò
su un piccolo pianerottolo,
che niente era se non il
coperchio
della
gabbia
sottostante.
Davanti
e
accanto a lui, nient'altro
che celle invase da paglia
sparsa ed escrementi. Una
sentinella stava montando
di guardia in quell'area e
alla vista del re, piegò il
braccio destro, portando il
pugno sul cuore. Il re non ci
badò e gli fece cenno di
aprire la cella di sinistra.
Malgrado le gabbie fossero
delimitate
da
semplici
sbarre che permettevano di
osservare il circondario,
l'ospite di quella cella non si
curava dell'esterno. Il re
entrò e si sedette davanti al
detenuto. Lo chiamò per
nome:
"Larth?".
Quello
continuava a studiarsi le
dita dei piedi. Era coetaneo
dell'altro, i suoi occhi un
tempo erano vivaci e
intenti, ma ora balenavano
solo
della
luce
dell'indifferenza simulata.
Mascella squadrata, denti
storti, capelli come stoppie,
stridevano con la sontuosa
tunica blu e il collare di
argento
che
portava.
Sollevò la testa con la
lentezza di un attore
17
consumato. "Mio beneamato
re, per quale motivo ti sei
scomodato a farmi visita?".
"Ci sono molti criminali qui
dentro: ladri, assassini, ma
nessun empio. Soltanto tu.
Perché? La tua colpevolezza
è evidente, il popolo ti
vuole morto, e io ti
ucciderò, ma voglio sapere
perché
l'hai
fatto.
Raccontami la storia". Larth
scoprì la chiostra di denti
accavallati. "La mia storia
non ha senso se non c'è Iro a
completarla. Tant'è vero
che non conosco nemmeno
così a fondo lei, che pure
mi ha spinto all'empietà"
"Non parlare così di lei. Ora
è la dea, è Ecate, ha
smesso di essere Iro"
"Faresti un ultimo favore a
condannato?"
"Sentiamo"
"Raccontiamoci la storia.
Tu, io ed Iro. Ditemi cosa vi
ha spinto ad agire e allora
la mia empietà si innesterà
su qualcosa che ha senso,
forse. Qualcosa che non ho
potuto capire".
Il re fece chiamare Iro. La
dea arrivò fasciata in una
tunica nera, fermata sulla
spalla da una rozza spilla. Il
contorno degli occhi era
segnato da una polvere
scura e sulla testa indossava
un
cerchio
di
bronzo
arrugginito,
da
cui
partivano
dei
raggi
Anno 7 - Numero 1
il racconto
ondulati,
anch'essi
di
bronzo. I capelli, d'un
corvino spento, scendevano
lungo le spalle e la schiena
come rivoli di un torrente di
tenebra. Ignorò la mano che
il re le porgeva, ascoltò
senza emozioni il motivo per
cui era stata convocata. Le
sue pupille percorsero le
figure dei due uomini e si
macchiarono di disprezzo.
"Crato" disse, rivolta al re, il
quale fremette al sentire
pronunciare il suo vecchio
nome,
"perché
dovrei
accontentare chi mi ha
tradito? Lui è già sangue
impastato di polvere. Non
voglio ascoltarlo e non
voglio parlargli". Re Crato si
alzò in piedi e cercò di
trattenerla, come si fa con
una moglie testarda da
trattare con gentilezza.
"Non posso negarglielo, mia
signora Ecate. Gli altri dei
potrebbero dispiacersi se
non
rispetto
l'ultimo
desiderio di un condannato.
E poi voglio conoscere la sua
storia dal principio, voglio
sapere perché ha commesso
empietà verso di te".
La donna abbassò lo sguardo
sul
pavimento,
sembrò
volerlo attraversare, oppure
nascondere i suoi pensieri
sotto la paglia sporca del
giaciglio di Larth.
"Lo chiedo a Iro come
favore" insistette Crato. Lei
si voltò e lo bruciò con gli
occhi. "Crato non può
chiedere nulla a Iro"
"Allora
è
Romolo
a
ordinarglielo".
Iro ed Ecate si affrontarono
Ottobre 2011
nella mente di lei, la donna
e la dea, il dolore passato e
la rabbia presente. Infine, si
decise a sedersi sul duro
legno della gabbia, con la
stizza
di
una
sovrana
costretta a cenare fra
contadini.
Larth stirò le labbra in un
secondo sorriso. Il suo
parlare era faticoso, come
se l'aria premesse nella gola
per uscire tutta in un colpo.
Cercava di stemperare il
nervosismo con il linguaggio
forbito e l'atteggiamento
18
istrionico: il risultato era
una marionetta di fragile
tela, manovrata dalla mano
affusolata
della
paura.
"Permettetemi di iniziare.
Scusatemi se racconto di
pensieri semplici. Nel mio
racconto non ci sono ideali,
come forse nemmeno nel
vostro. Ci sono solo greggi di
pecore, lavori sfibranti, e
una terra che per me è
stata solo pascolo e orto. La
mia unica religione è stata
la superstizione per molto
tempo, i miei incubi la fame
e la miseria. Il glorioso
ritmo
di
marcia
che
accompagna la mia storia
sono i latrati del mio
stomaco straziato".
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
musica
Jeff
Buckley
Pietro Cavassa & Gio Franco
Era un cantante americano ,
nato nel 65 e purtroppo
morto nel 97. E' molto
famoso, essendo figlio di
Tim Buckley, altra star
musicale
che
ha
sperimentato
moltissimi
generi senza soffermarsi
troppo su uno.
Inoltre, è ricordato per
aver realizzato la cover
di una canzone da
attribuire
originariamente
a
Leonard
Cohen,
intitolata Hallelujah. In
realtà non
è la sua
canzone migliore, anche
se molti non ne sono
convinti
oppure
lo
ricordano solo per quel
pezzo che è la sesta
traccia di un cd che ne
contiene dieci di sicuro
non meno valide di
quella. Il suo unico
album "Grace" contiene
infatti canzoni che a mio
parere sono di gran lunga
migliori. Grace ad esempio,
canzone che da il titolo
all'album, è un pezzo
davvero bello. Ma non solo.
Anche Last goodbye e (la
mia preferita) Lover, you
should have come over, sono
pezzi ,secondo me, che non
vanno
assolutamente
trascurati.
Grace è il suo unico album
registrato in studio. Gli altri
sono album registrati dal
vivo oppure best of. Altre
canzoni molto belle sono:
Forget Her e Everybody
Here
want's
you.
Ovviamente tutti questi
video si possono cercare su
youtube.
Jeff Buckley era molto
amato dalle donne (per il
suo aspetto fisico oltre che
per il fascino del musicista
di successo) e lui di certonon
era tipo da lasciarsi
sfuggire delle occasioni.
L’amore è uno dei temi
principali dei suoi testi, un
amore però non leggero né
piacevole, bensì intenso è
molto sincero, un amore
però non corrisposto che è
struggente fino a sembrare
logorante in certi punti.
“A Kingdom for a kiss upon
her shoulder, all my riches
for a smile when I slept so
soft against her, all my
blood for the sweetness of
her laughter”.
I testi sono la fine del
mondo anche se, a parer
19
mio, quelli delle canzoni di
Jeff Buckley come quelli di
qualsiasi autore sono validi
per chi ha vissuto o ha
provato ciò che si dice nei
brani medesimi. Come disse
Lou
Rhodes
in
un’intervista:” Bisogna far si
che anche una persona
che tu non conosci e che
non conosce te se non
come artista, ascoltata
su disco o ad un
concerto, possa sentire
nella
tua
musica
qualcosa che la tocca
profondamente”. Se non
si viene toccati in
qualche modo, secondo
me non si può davvero
apprezzare un artista
quale Jeff Buckley.
Buckley è stato di
grande ispirazione per
molti artisti. Prendere
ad esempio i Radiohead.
A mio parere molto più
celebri di lui, seppure ci sia
ancora qualcuno estraneo a
questo gruppo.
Ecco, usando come fonte un
articolo de La Stampa uscito
da poco, si dice che il
cantante dei Radiohead
famoso per il suo falsetto
tanto strascicato quanto
toccante
in
realtà
inizialmente
non
fosse
affatto attratto dall'idea di
cantare in quel modo.
Una sera si trovò a
osservare un palco con
sopra un ragazzo, appunto
Jeff Buckley, che cantava in
falsetto
e
rimase
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
musica
affascinato a tal punto
che venne convinto.
Purtroppo
Jeff
non
sopravvisse abbastanza da
incidere un altro disco.
Purtroppo per i fan, che
magari avrebbero potuto
assaporare un'altra delle sue
opere,
magari
anche
migliore della prima. A dirla
tutta non si sa neanche
bene come sia morto.
Suicidato quasi certamente.
Stranamente colui che lo
rese famoso pensava che
Jeff appartenesse a quel
genere
di
rockstar
"maledette"
quali
Kurt
Cobain, destinate a far cose
grandiose in pochissimo
tempo. In realtà se si
confrontano testi e melodie
non si può dire che i due si
assomiglino più di tanto. Si
assomigliano però nella fine
della propria vita. In tutti e
due
i
casi
sembra
tormentata a tal punto da
far si che si togliessero la
vita.
Buckley Junior non era
posto
in
una
buona
situazione
familiare.
Abbandonato dal padre in
tenera
età
deciderà
inizialmente di non usare
neanche
il
cognome
effettivo bensì quello della
madre. Questo perchè era in
pessimi rapporti col Tim che
si era peraltro giustificato
della sua scelta, con il testo
della canzone “I never
asked to be your mountain”.
Il figlio utilizzerà il cognome
Buckley in realtà solo per
20
obbligo
commerciale
impostogli in seguito ad un
concerto nella chiesa di
New York in cui fece
un’esibizione folgorante.
Detto ciò consiglio l'ascolto
dei pezzi sopra elencati e
anche di altri ovviamente a
chi
suona
qualche
strumento, infatti credo che
per alcuni possa risultare un
po’ pesante, anche se io lo
trovo un maestro. Oppure
semplicemente a chi ama
l'Indie
rock
ma
la
catalogazione in generi non
è il mio forte. Per quelli che
dopo
aver
letto
quest'articolo
saranno
indecisi se comprare (per
chi li compra ancora) il
disco o meno, mi occupo
personalmente di dissipare
ogni dubbio. COMPRATELO!
Vale davvero la pena.
Magari anche solo da
ascoltare ogni tanto, oppure
da tenere il libreria, avendo
un prezzo oramai irrisorio a
causa del passare degli anni
dalla prima uscita.
Buon Ascolto.
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
musica
Tre
Allegri
Ragazzi
Morti
Eos
Questo è il mondo
Proverò a cercare dove sta la verità
tutti mi mostrano le proprie ragioni
mangiare un altro panino
non mi pare così indispensabile
in un mondo dove due terzi
muoiono di fame
quello che fa diverso un uomo è il posto dove vive
ognuno in fondo ha le stesse possibilità
per questo motivo se vuoi partire
non sarò certo io a fermarti
a dirti che in fondo il mondo non è così enorme
e ti puoi perdere anche nella tua città
c’è un gorilla bianco in una gabbia da trent’anni
che presto morirà di cancro
c’è una donna che ha provato con tutte le sue forze
ha lavorato si è sposata ha amato i figli
e morirà di cancro
c’è una bambina un po’ più sola degli altri
che comunque sorriderà
e una madre disperata che altro non sa fare
che la guerra al suo papà
questo è il mondo
Nascono a Pordenone nel
1994, la band è formata da
Davide
Toffolo
(voce,
chitarra
e
fumettista,
nonché
autore
delle
animazioni
dei
video
musicali del gruppo), Enrico
Molteni (basso) e Luca
Masseroni (batteria). Sono
soliti indossare maschere da
teschio in pubblico e i loro
video
sono
solitamente
frutto della matita del
cantante/fumettista, anche
autore delle copertine dei
loro CD.
La loro musica spazia dal
punk
rock,
pop
rock,
alternative rock, fino al
Tre Allegri Ragazzi Morti
reggae. I loro testi trattano
argomenti molto vari e sono
talvolta
di
difficile
interpretazione
poiché
vengono utilizzate metafore
e similitudine inusuali e
vengono
presentate
situazioni e paragoni di
difficile
comprensione
soprattutto per chi ha
smesso (magari già da
tempo) di sentirsi un po’
adolescente e che si è
dimenticato di cosa si provi.
I temi prevalenti sono,
appunto, l’adolescenza con
tutti problemi che porta con
sé, il distacco dalla società
e la volontà di sminuire
21
molti dei suoi valori, si
riscontra inoltre un costante
pessimismo che fa da sfondo
a tutte le canzoni e un
senso
di
sfiducia
nei
confronti del mondo che
emerge indirettamente dai
testi.
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
cinema
Tutto
quello
che
non
sapevate
sui
film
Paola Gullone
Questa è una rubrica nuova,
dove risponderò a qualsiasi
tipo di domanda posta dai
lettori,
ovviamente
a
proposito di cinema e film.
V'invito a mandare i vostri
quesiti alla mail del Joe
Berti,
[email protected]
om
In “Harry Potter e il
Principe
Mezzosangue”,
perché Draco Malfoy ce l'ha
tanto con Harry?
Lo dice nel film. Quando nel
quinto film/libro il Ministro
della Magia scopre che
Voldemort
è
tornato
ovviamente tutti i giornali
intervistano
Silente
ed
Harry.
Evidentemente quest'ultimo
fa i nomi di tutti i
Mangiamorte che conosce e
soprattutto di quelli che
c'erano nell'Ufficio Misteri
(di
conseguenza
anche
quello di Lucius
Malfoy, il padre di Draco).
Perciò:
Lucius
viene
rinchiuso ad Azkaban e
Draco vuole vendetta.
Ne “Il Re Leone”, è vero
che la marcia delle iene
nella canzone di Scar
(“Sarò re”) è ispirata alla
marcia fascista?
Sì, a quanto mi risulta. Le
iene
rappresenterebberoi
soldati e Scar in questo caso
rappresenterebbe Mussolini.
Qual è il tuo film horror
preferito/ quello che ti ha
fatto più paura?
Ecco
una
domanda
personale. Beh, credo che
l'horror che mi ha fatto più
paura
sia
stato
“The
Descent – Discesa nelle
tenebre” (è stato l'unico che
mi abbia
fatto venire gli incubi). Per
chi non lo sapesse, “The
Descent” parla di un gruppo
di
ragazze
molto
avventurose che vanno a
fare un'escursione in un
complesso di
grotte nei monti Catskill (il
motivo è il fatto di cercare
di distrarre una di loro
(Sarah) a dimenticare il
terribile incidente che un
anno prima l'aveva coinvolta
nella morte sia del marito
sia della figlia di quattro
anni). Inaspettatamente ad
un certo punto la via del
ritorno frana e le ragazze
sono costrette a trovare
un'altra via di uscita. Ogni
tanto sentono dei rumori e
vedono delle ombre nel
buio. Alla fine poi si scopre
che la ragazza che aveva
organizzato la gita (Juno) le
aveva
portate
in
un
altro
complesso
di
caverne
adiacente a quello iniziale.
A complicare ulteriormente
22
le cose è il fatto che
scoprono a loro spese che
quelle grotte sono
abitate
da
gli
esseri
umanoidi
ciechi
che
mangiano ogni cosa capiti
loro a tiro (e quindi,
sfortunatamente, anche la
maggior parte delle sei
protagoniste). Dopo una
serie di ostacoli e lotte con
gli
esseri,
riesce
a
sopravvivere soltanto Sarah,
la quale, credendo di aver
trovato l'uscita, va fuori e
sale sul fuoristrada delle
amiche. Si ferma poi per
tranquillizzarsi,
ma
di
fianco a lei vede Juno, che
precedentemente era stata
uccisa proprio da Sarah per
salvarsi. Da questo Sarah
intuisce
di aver solo sognato e
realizza di essere ancora in
trappola in una caverna (su
Internet ho letto che la
versione statunitense ha un
finale più positivo, infatti il
film finisce subito quando
Sarah riesce a fuggire in
macchina
escludendo
l'ultimo segmento che la
vede ancora in balia delle
creature).
Vi ringrazio per le vostre
domande
e
vi
do
appuntamento
al
mese
prossimo!
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
sport
Una Barça inarrestabile?
Daniele Bringhenti
Un transatlantico senza
eguali, in grado di solcare i
tratti di oceano più rischiosi
e di affrontare terrificanti
tempeste, deve presentare
ai
propri
passeggeri
un’immagine di sé limpida,
priva
di
qualsiasi
imperfezione; benché risulti
impossibile che una nave
non subisca danni nel coro
delle sue avventure, un
danno deve essere occultato
al sapere dei più e
abilmente
riparato
dai
marinai.
Il Barcellona presenta di sé
un’immagine
non
completamente differente
dalla
barca
illustrata:
giungervi è considerato il
sogno
professionale
di
qualsiasi calciatore, vederne
una partita crea uno stato di
estasi
permanente
che
induce ad esternazioni di
lodi senza termine per un
allenatore che, alla sua
prima esperienza, è stato in
grado di consacrarsi in soli
tre anni come allenatore più
vincente, più dello stesso
Cruyff,
nella
storia
blaugrana. Tutto perfetto.
Però qualcosa appare fuori
dall’esatta posizione dove
dovrebbe essere collocato.
Qualche piccola frattura
della barca è visibile anche
ai più.
Dati alla mano, risulta che i
club della Liga spagnola,
campionato dove, per la
cronaca, ogni anno solo
Barcellona e Real Madrid si
contendono la vittoria, sono
sprofondati
in
guai
finanziari, sommersi da un
totale di 4 miliardi di debiti,
dei quali un solo miliardo è
il debito complessivo dei
due top club. Tuttavia,
nonostante ciò, Rosell è
riuscito ad aggregare al suo
formidabile
team
due
calciatori di livello assoluto,
il
Sanchez
che
aveva
estasiato i tifosi friulani ad
Udine e Fabregas. Fabregas,
che non aveva esitato a
lasciare nel 2003 una
squadra che ancora era
caratteristicamente lontana
dall’odierna
né
ad
ammiccare
negli
anni
successivi al Real Madrid,
quest’estate infatti è stato
tesserato dal Barcellona per
29 milioni con 5 di bonus.
Come Wenger e lo stesso
giocatore spagnolo hanno
dichiarato, all’Arsenal erano
pervenute altre offerte, una
era decisamente superiore
ma l’aereo che sarebbe
partito sabato 13 agosto per
il blitz decisivo è rimasto
fermo per varie cause: la
principale di esse è stata la
decisione dell’alta società
di questo club di non
puntare su un calciatore che
aveva dichiarato amore
eterno al Barcellona, un
amore che tuttavia pare
essere un amore obbligato.
Infatti Piquè, Valdes e
compagni hanno messo in
23
atto una vera operazione di
mercato
fondata
sul
persuadere l’obiettivo del
loro interessamento, non
economico, un cui rifiuto
avrebbe
indicato
tradimento ad amici così
fedeli. E Fabregas è andato,
non certo scontento. Così
Come Sanchez, che aveva
da subito messo in chiaro
che se si fosse trasferito,
sarebbe andato soltanto in
Catalogna.
Persuasione
mediatica, introiti dei diritti
tv e prestiti dalla fedele
banca
Santander
sono
dunque le armi con cui i
marinai della barca hanno
riparato i danni, rendendo
invisibili. Ancora per una
volta.
Finché le banche non
richiederanno il pagamento
degli interessi.
In termini sportivi, invece,
il Barcellona si trova in una
posizione cui non è possibile
rivolgere illazioni; come un
telecronista RAI ha detto
durante
la
partita
di
Champions
League
Barcellona‐Milan
dello
scorso 16 settembre, i
blaugrana
si
riposano
quando
mantengono
il
possesso palla. Segnare
diventa
un’impresa
impossibile,
o
possibile
appena la squadra dei
record mostra un’altra delle
sue debolezze, la difesa. Se
Piquè e assente e Puyol non
è
in
forma
partita,
Anno 7 - Numero 1
sport
Guardiola è costretto a
posizionare in retroguardia
Mascherano e due Busquets,
due centrocampisti, poiché
la società è intervenuta
negli ultimi anni solo nel
rafforzamento di reparti
offensivi
o
nel
folle
investimento
di
25
milioni per Cyhryns'ky.
Diventa
così
meno
complicato
per
Agirretxe e Griezmann
del Real Sociedad e di
gran lunga più semplice
per Pato del Milan
segnare agli invincibili
eroi spagnoli.
Tuttavia, quando gli
evidenti errori difensivi
si manifestano, essi
sono
prontamente
offuscati dalle magie di
Messi, che, a differenza
di quando indossa la
camiseta dell’Argentina, in
blaugrana riesce a rendere
possibile
l’impossibile.
Eppure all’età di 15 anni era
stato
scartato
dalla
dirigenza
del
Como
dell’attuale presidente del
Genoa Preziosi non solo per
le
problematiche
che
avrebbero poi portato la
società
comasca
al
fallimento, ma anche per un
problema
di
crescita
particolarmente
preoccupante per la sua
età.
In
Italia
infatti
l’utilizzo dell’ormone della
crescita
GH
viene
considerato a fini sportivi
doping, essendo inoltre in
grado di provocare effetti
collaterali devastanti per un
corpo tramutandosi in una
Ottobre 2011
bomba ad orologeria. Invece
in
Spagna,
nazione
dominante in ogni ambito
sportivo negli ultimi anni, la
cura della crescita mediante
l’ormone GH è regolarmente
consentita. E così il Messi
scartato
dal
Como
è
diventato il Messi prossimo a
vincere il terzo Pallone
d’Oro FIFA consecutivo.
Come poter fermare un
campione di tale calibro e
una squadra di gladiatori
instancabili? Il Milan ci ha
provato con Thiago Silva e
Nesta, il Real Madrid con
Mourinho. Lo Special One
però fino ad ora ha vinto
solo una Coppa del Re, per
un motivo estremamente
semplice: in Italia i media
erano assolutamente a suo
favore, in Spagna sono
completamente
a
suo
sfavore. Ogni sua buffonata
è evidenziata a livelli
estremi e non offuscata al
limite
del
possibile.
Cristiano Ronaldo purtroppo
non è servito, così come
24
Kakà, Ozil, Benzema e altri.
Forse
sarebbe
servito
Benquerença.
E così il transatlantico
prosegue senza interruzioni
verso la sua destinazione. Il
Mondiale per Club, un’altra
Liga e un’altra Champions
League
attendono
Fabregas e compagni.
Altre coppe da alzare al
cielo, stesse emozioni,
stessa fame di vittorie
saziata. Routine. Almeno
fino a quando Guardiola
resterà in panchina, forse
fino a giugno. Fino a
quando
la
Santander
presenterà l’ammontare
degli interessi all’amico
Rosell. Fino a quando non
saranno vietate le cure
mediante ormoni come il
GH. Quando, però? I tifosi
del bel calcio sperano
mai. I tifosi della giustizia e
dell’imprevisto
sperano
presto.
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
cucina
Dolcetti al cocco e frollini
a cura di Matilde Ugona
DOLCETTI AL COCCO
INGREDIENTI
PER
12
PASTICCINI:
‐ 100 g di zucchero semolat
‐ 100 g di farina di cocco
‐ 3 albumi
PROCEDIMENTO
In una pentola mettere i tre
albumi e lo zucchero.
Mettere sul fuoco a fiamma
bassa
e
mescolare
continuamente
per
far
sciogliere
lo
zucchero.
Aggiungere
il
cocco
disidratato, tutto in una
volta e mescolare, togliendo
dal fuoco e far amalgamare
per bene. Accendere il forno
a 180° e cominciare a
creare i pasticcini.
Con un cucchiaino formare
tante palline delle stesse
dimensioni e porle su una
teglia rivestita di carta
forno. Cuocerle in forno
caldo fino a doratura per
circa 15 minuti.
Far raffreddare i pasticcini
qualche istante e staccarli
dalla carta forno.
FROLLINI
INGREDIENTI:
‐ Farina, 225g
‐ Burro, 150g
‐ Zucchero, 50g
‐ Uova, 3 tuorli
PREPARAZIONE:
Disponete
la
farina
a
fontana sul piano da lavoro,
nel centro mettetevi il
burro, 40g di zucchero ed i
25
tuorli.
Impastate
energicamente
fino
ad
ottenere una pasta morbida
e omogenea.
Stendete una sfoglia alta
circa 1cm e ritagliate con
una formina tanti piccoli
biscotti.
Disponeteli su di una piastra
foderata con la carta forno.
Spolverateli con lo zucchero
rimasto.
Cuocete in forno caldo a
150‐160° fino a quando non
saranno leggermente dorati.
BUON APPETITO!!
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
la vignetta
La sfida
Federica Messina
26
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
la vignetta
Harry
Potter
Sara Burgio
27
Anno 7 - Numero 1
Ottobre 2011
l'oroscopo
L'oroscopo
Sibilla Simona
Ariete:
Se ottobre è iniziato male,
continuerà ancora peggio. Ci
sarà scuola di domenica e vi
spunterà
un neo peloso sul
mento proprio il giorno prima
della fototessera. Unica nota
positiva, troverete l'amore della
vostra vita nel cassonetto vicino
casa. Sì, è proprio il barbone a
cui state pensando.
Toro:
Questo mese siete come gli
alberi in inverno. L'amore della
vostra vita vi ha lasciati, la
scuola va a rotoli e la salute
viene danneggiata dai capricci
del tempo. Insomma, non vi
resta altra possibilità che
chiudervi in una stanza buia e
rimanervi sino alla fine di
Ottobre. Non dimenticate le
funzioni vitali!
Gemelli:
Come consiglio del mese, vi
suggeriamo di smettere di
dormire con la bocca aperta in
pubblico. Non è che la gente
non vi veda, semplicemente
evita
di
farlo:
siete
imbarazzanti! Ma la speranza è
l'ultima a morire; c'è ancora
qualcuno che vi apprezza per
quello che siete: il vostro cane.
Cancro:
Grazie alla Luna che vi
influenza vi siete guadagnati il
posto al segno del mese! Non
che questo sia una fortuna,
considerando quella buccia di
banana che vi ha fatto rientrare
il naso nella faccia, rendendovi
bidimensionali. Sempre convinti
di voler essere il segno del
mese?
Leone:
Venere entra nel vostro segno,
ma
solo
perchè
avete
dimenticato la porta aperta!
Adesso dovete trovare un modo
per mandarla via: non è che lei
possa sempre girovagare non
autorizzata per i segni altrui!
Una volta cacciata Venere,
potrete riposre tranquilli fino
alla fine del mese.
Vergine:
Dopo che Marte ha visto Venere
entrare a piacimento nei segni
altrui, per puro spirito di
emulazione
ha
deciso
di
organizzare
una
gigantesca
festa, mettendo a soqquadro
tutto il vostro segno: non
saremmo sorpresi di vedervi
entrare in una crisi d'identità!
Bilancia:
È vero che è sempre dura
ricominciare, ma, miei cari
Bilancia, che ne direste di arvi
una
svegliata?
Un
nuovo
ecosistema è nato nel lago di
bavetta che lasciate ad ogni
pisolino sul banco e che, se non
farete qualcosa al più presto,
con l'arrivo dell'inverno si
trasformerà in un ghiacciaio con
nevi perenni.
Scorpione:
L'altro
ieri
una
mantide
religiosa vi ha fatto riflettere
sulla parità dei sessi nella
nostra sicietà. Se sei una Lei,
condurrai una lotta armata
diventando la Giovanna d'Arco
del secolo. Se sei un Lui, be',
buona fortuna.
Sagittario:
È tempo di decisioni, e con
decisioni intendiamo bruciare
quell'orribile
maglia
28
fosforescente che avete appena
comprato. L'unica volta che
l'avete indossata vi hanno
scambiato
per
un
alieno
dell'Area 51!
Attenti agli incontri casuali!
Capricorno:
Questo mese vi sentite depressi
e a terra. Vi suggeriamo una
vacanza sulle Alpi, dove Heidi vi
accoglierà calorosamente, a
differenza del nonno, che
dapprima
vi
sguinzaglierà
contro
Nebbia,
ma
poi,
intenerito, vi offrirà un pezzo
di pane con il formaggio da
consumare insieme a Peter e
alle caprette, che vi fanno
ciao.
Acquario:
Cosa dire di voi, cari Acquario;
l'espressione
di
disappunto
della vostra professoressa di
matematica suggerisce la vostra
situazione.
Quelle
cose
rettangolari, piene di apgine e
scritte sono libri, L‐I‐B‐R‐I! E
sarebbe ora che cominciaste a
prenderli in mano.
Pesci:
Questo mese niente va come
dovrebbe. Avete seguito il
Bianconiglio nella sua tana, ma
invece di giungere al Paese
delle Meraviglie, avete finito
per sporcarvi tutti i vestiti di
terra. Dovreste proprio castrare
quel gatto che vi ha dato quella
splendida idea, e zittire la
vostra sorellina, che continua a
gridare !Tagliatele la testa!”