I " macchè",sobbalzo di impeto,"quel fottuto clacson del cazzo
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I " macchè",sobbalzo di impeto,"quel fottuto clacson del cazzo
Sarah I " macchè",sobbalzo di impeto,"quel fottuto clacson del cazzo" impreco,biasciando, con la voce secca,con la potenza sonoro di un canarino muto, prigioniero nella bocca di un gatto. apro e chiudo le palpebre meccanicamente,ancora impastate dalle tre ore di sonno,circa,passate. Accanto a me c'è un tizio,mi sembra di ricordare che si chiamasse mark o marshall,non ha importanza difficilmente ne ha mai. La stanza è quella di uno studente ritardatato che si ammazza di pippe mentali,ore di videgames ,si ingozza di patatine fritte e birra scadente,da supermercato. Una smorfia prende forma sul mio volto,mi alzo silenziosamente,quasi a scatti. Non sopporterei il suo sguardo depravato,adesso,ne tantomeno il suono della sua voce. Ho già un dolore boia alle tempie...nella mia mente si susseguono scene di un film di cui io non faccio parte,mixate dal caso,senza seguire nessuna logica cronologica. Vedo gente di tutti i tipi,dall'imbranato che sorregge la colonna del locale,ai tizi vestiti metal,con giacconi e guanti di pelle,come se tutto ciò, andasse ancora di moda;vedo anche me stessa con in mano un bicchiere,a giudicare da come mi 1 muovo devo averci dato dentro,e non parlo solo di alcool,e vedo questo tizio che mi sorregge,di certo in un altra vita sarebbe stato un gentiluomo,mi avrebbe condotta sana e salva a casa,già in un altra vita...magari all'inferno. Raccolgo il mio top rosa,la gonna di seta blu cielo e le sneakers di un colore simile alla pesca e una borsa di tela logora a cui sulla parte interiore,quella della tasca,sono applicate spillette di varie band,si va dal rock,all'hip hop,sono una tipa eclettica,sapete com'è. Mi avvio verso la porta e la richiudo dietro di me con un tonfo sordo,quel coglione penserà che sia arrivato il giorno del giudizo a quest'ora;scendo le scale,c'è una finestra,mi avvicino al davanzale,scruto il sole che sembra lotti per vincere il suo nemico millenario,per aggiudicarsi il cielo come ambito premio.Non me ne frega un cazzo,una altra giornata di merda. Mi chiamo Sarah,questa è la mia storia,neanche tanto originale,interessante,ma in fondo quella di chi lo è? II è domenica mattina.Niente scuola. Una voce mi riporta alla reatà,disperdendo in un buco nero i miei sopgni fatti di marzapane,fanciulle in eleganti abiti da sera e baubau poco convincenti;la voce di mio padre. "Sarah,tesoro hai dimenticato della nostra piccola missione tra bestie mastodontiche e tazzine enormi in cui sprofondare,mentre il mondo ti gira attorno?" 2 Nello sfondo rosa della mia camera illuminato dai primi raggi,intravedo i suoi tenerei lineamenti,quel viso bonario,che passa inosservato per tutti,ma non per me;ci convivo 24 su 24. Ho 9 anni,dei bellissimi capelli biondi,gote arrossate,e tanta voglia di esplorare,crescere,conoscere;lui lo sa ed è il mio fedele compagno di avventure,quello che affronterebbe chiunque pure di salvare la sua bambina,mio padre,Adam kandaski,lui è l'unico. L'odore dei muffin preparati da mia madre si fa spazio nelle mie narici,conquistando l'attenzione totale dell'osfalto,credo, che spesso i ricordi e la realtà si ritrovano e fanno l'amore,o scopano,o come vi pare. La spensieratezza aleggia sul suo viso,fuori dalla portata dello stress del lavoro,di quello delle bollette,delle piccole faccende quotidiane,per un intera giornata,un lasso di tempo che quanto hai 9 anni,fanatasia da vendere,e vedi le cose come se fossere tutte pulite,come se tutto fosse un enorme tappeto su cui giocare a fare la modella,danzare,può durare un eternità. Mia madre,Maria,lo bacia teneramente sulla guancia e lui le cinge il braccio intorno alle spalle, io piccola spiona incosciente ne rido estasiata. Ci siamo trasferiti qui a Columbia,nel Missouri in seguto ad una promozione ottenuta da mio padre come segretario della " D e K mobili",una medio impresa con diramazioni di sedi fino a Los Angeles dal motto:" due tavole di acero,olio di gomito,et woilà,il pranzo è servito" (che puttanata,a pensarci ora.) Il trasferimento per circa due mesi aveva letteralmente 3 stregato mia madre,sembrava che ne valesse la sua vita da come venivano impacchettate le stoviglie,le lampade,la tv,persino il vecchio telefono marrone,il lumacone come lo chiamavo allora. Sembrava un automa di quelli che si vedono nei film d'animazione il lunedì nel pomeriggio tardo sul canale due della Fox. RIcordo lo stuopre che si alimentava nei miei occhi nel vederla all'opera,i visi dei miei amichetti che mi salutavano mentre un signore buffo,con la pipa spenta in bocca,ci invitava a salire sul suo furgone che sapeva di cacca di gatto,ricordo nel ricordo,non c'è nulla di più stupefacente e passivo che la mente umana possa fare. Quella sera tornai a casa con un cappellino dea baseball blu,di una squadra di cui non ne ignoro tutt'oral'esistenza,e un sorrsio a trentadue denti,mentre mio padre mi teneva per la mano sinistra,che risucchiava la mia per quanto la sovrastava in dimensioni,mentre nell'altra sorreggeva un cuore di cioccolato,in incarto rosa, grosso quanto tutto il palmo per sorpendere mia madre,per rinnovare quel disegno che posso associare alla parola amore,putroppo o per fortuna,dipende dai punti di vista,nessuno ha mai "dipinto" per me. III Apro l'anta dell'enorme portone color marrone merda,inspiro aria degradata a piena polmoni,prtorita da gas di scarico,camini,puzzo di rifuto e piscio ancora fresco. seduto a circa sei mestri di distanza da me intravedo un tizio 4 disteso su un cartone,ormai consumato,un berretto di quelli degli anni settanta nero,una giacca logora e cosparsa di macchie,una barba che non vede un rasoio da almeno mezzo anno,una bottiglia di vino scadente,senza etichetta,un cestino,e una storia da raccontare;della storia non me ne frega niente. Frugo nelle tasche,e ne tiro fuori tre banconote da un dollaro,e 60 cent,gli lascio gli spicci e un pò del mio stato d'animo,sicuramente ne avrà bisogno a giudicare da come trema incessantemente. Ma torniamo a noi,ho 26 anni,non ho uno straccio di lavoro,amici,gente a cui importa di me e viceversa,perlomeno ho una casa,se così si può chiamare un buco di 20 metri quadri al primo piano di una palazzina messa sotto sequestro dagli sbirri,in quanto instabile;probabilmente ci creperò li dentro e qualcuno si prenderà anche la briga di cercare il mio corpo sotto quelle pietre e calcinacci con 200 anni sulle spalle.. Potrebbe andare peggio. In fondo mi piace,è stata una mia scelta,il mandare tutto al divaolo,il chiudere i ponti con ciò che ne resta della mia famiglia,con quei finti dispiaciuti che promettevano di aiutarmi,il dover pagare con un altra moneta la roba che serve a tenermi attaccata a questo filo invisibile,il non avere gente da cui dipendere,il non essere una finta cieca come gli altri,come loro. Certo a volte ho i miei periodi no,credo che la cosa che più mi manchi della normalità sia un bungiorno detto col cuore la mattina. 5 Tutti ne abbiamo bisogno,può farti iniziare la giornata con un sorriso anche sapendo quello che ti aspetta,parlo di quello così forte che non ha bisogno di parole per essere trasmesso,è un nesso,una sorte di connessione da cui dipende l'esito del tutto,da quel buongiorno si possono cambiare le cose,e immagino che mio padre da quel posto tanto sopravvalutato me lo dia,me lo sussurra mentre mi accarezza con mani invisibili,mi figuro addirittura di vederlo quanto prendo roba di classe. Sarà orgoglioso di questa mia riflessione,un pò meno del resto,ma si sa gli errori sono causa diretta dell'abbandono,uno incita l'altro,quindi non rimproverarmi papà. Continuo a perdermi mentre cammino,mentre la gente fa occhiate di disgusto al mio passaggio. Già dimenticavo di dire che non ho più quei bellissimi capelli biondi e lunghi,ora sono corti,spettinati,sporchi e rossicci. Non ho un look particolare,non ho bisogno di omologarmi ne di convivere con la mia immagine,quindi la trascuro,sperando che possa dilaniarsi,sparire,lasciare di me solo un eterea ombra. Sono a due isolati da "casa" quanto mi squilla il vecchio nokia grigio;è Jacob,un tipo mezzo andato,tra noi c'è il sacro vincolo del compro quello che mi vendi,e sono tutti contenti. Quanto non ho i soldi mette in conto,e se dopo settimane non posso pagare il conto mi tocca fare altro,insomma avete capito...nessuno è santo a questo mondo,e non mi ci voglio nemmeno sentire tale;è il metodo più diretto per mandare in 6 frantumi la tua autostima,la tua dignità,il tuo essere donna,ma io non sono niente,e le due cose appena citate le ho già lasciate chissà in quale buco nero,chissà in quale universo. "mh..pronto?Sarah...sei sola?" è paranoico fino alla nausea,crede sempre di essere inseguito da qualcosa,le telefonate le fa solo tramite cellulari usa e getta,li tiene un pò è via tra i rottami dimenticati da Dio.è sempre lui a chiamare,quanto le sue tasche sono piene di pasticche di ecstasy,morfina,metadone,bustine di erba,hascisch,sono sicura che nei suoi giorni migliori è più accessoriato del pronto soccorso,cazzo. Il mondo complotta contro di lui,pensa,e in fondo su questo punto non posso dargli torto,è così un pò per tutti. "ciao Jacob,si certo,cosa c'è di buono per la tua vecchia fiamma?" (all'inizio lo chiamavo sempre così nella speranza che il suo coso si alzassi e ragionasse con quello,trattandomi meglio del dovuto,poi col tempo,è diventata un abitudine,si dice che uccidano,le abitudini dico.) "un tipo del minnesota mi ha fatto avere,tramite un fattorino che è stato li per rifornire noi poveri mortali, delle fottuta uova di Pasqua piccola.Pasticche da 100 gr l'una,le ho già testate e fino alla mattina ti sembrerà di galleggiare nel vuoto." "Sicuro che non ci resto? Sia chiaro la cosa non è che mi dispiacerebbe, eh" "no fidati,puoi stare tranquilla è più sicura di una puntata al club jet...vengo io da te,se hai degli ospiti per il pomeriggio liquidali,e fatti bella,oggi ci daremo da fare. 7 Lo stronzo attacca senza darmi la possibilità di replicare,senza poterlo mandare a quel paese,insieme alle sue uova e tutti i coniglietti pasquali del cazzo. Nel frattemo salgo le scale aggrappandomi allo scheletro di quella che un tempo era una baluastra,è stata una mattinata pesante ho bisogno di rilassarmi,di scaricare un pò di volt sul mio cervello decomposto. La "casa" è un porcile,quasi quando quella del depravato dei videogames,quà e là sono sparsi vestiti,getttati a terra,schegge di piatti davanti alla vecchia tv,rubata da un magazzino da una ditta che aveva fallito,e quindi troppo occupata a pensare ad altro ,che accertarsi della sicurezza dei vecchi prodotti rimasti li.Nascosto nella libreria tra due volumi,conservo ciò che rimane del mio bottino:una pillola di benzopyrene,e 1 grammo di haschish,l'equivalente di due spinelli,opto per quello nell'attesa del mio "uomo". Nel mio mondo di sconosciuti Jacob è una delle uniche due faccie famigliari,l'altra è kelly... una povera ingenua che crede ancora di potremi condurre sulla retta via,che io voglia davvero essere salvata,solamente non ho la forza necessaria per farcela da sola,che idiozia. Tuttavia non si arrende,non osa dimenticare,e neppure io voglio,nonostante brucerei questo globo se potessi,tra di noi c'è ancora quel fattore comune,quello che le da la forza di sorbirsi i miei vaffanculo alle sue chiamate materne,i miei continui bidoni ai colloqui che con tanto impegno continua a procurarmi(lavora come viceredettore di una testata di gossip,possiede i giusti agganci,la stronza)nonostante la 8 respingo a malomodo,non va mai via,kelly... IV La mia stagione preferita era la primavera,tutto si colora e ricolora continuamente,gli alberi fioriscono, l'erba cresce alta e il fiume assume una sfumatura color argento. Il fume,se dovessi citare il luogo più importante della mia infanzia non avrei dubbi a riguardo,quante volte fece da sfondo alle escursioni,le avventure così le chimava lui,con mio padre,quanti sassi abbiamo tirato cercando di colpire pesci lontani,quante volte ci distendavamo inermi abbandonandoci al suo dolce richiamo. Nelle occasioni in cui non era indietro col lavoro,Adam mi inviatava a seguirlo in interminabili pomeriggi fatti di ritrovamenti di sassi dalla forma strana, forme di vegetazione misteriose e di aquiloni svolazzanti(ne avevo uno rosa con un grosso sorriso disegnato sopra,buffo). Prendete una donna che viva simili esperienze,se le chiedete cosa sia la felicità,non citerà nessun principe azzurro,ne tantomeno i soldi,la carriera,la fama,vi dirà semplicemente quello che era,ed io lo ero. Un pomeriggio di fine Maggio,ci avviammo dalla sponda est per fare ritorno a casa(tornavamo sempre prima delle sei e mezza onde evitare preoccupazioni inutili a mia madre)mi sembrò di sentire un lamento, e girato lo sguardo notai qualcosa di "vivo" tra i cespugli. 9 "papà c'è qualcuno,ti dico che l'ho visto" continuavo a ripetergli. "sicura che il lamento non fosse dovuto ad uno scoiattolo e che tu ti sia sbagliata tesoro mio?" Iniziai a battere i piedi a terra indispettita,lui sorrise mi accarezzò la guncia e mi intimò di non muovermi,facendosi spazio tra gli arbusti ingannatori. Cinque minuti dopo lo vidi tornare con una piccola bimba bruna singhiozzante,che le reggeva la mano. "Cara avevi ragione,pare prorpio che qualcuno si sia persa"fece indicando la sagaoma scura in volto col vestitino rosso macchiato d'erba " si chiama Kally,conosco suo padre Hanry Lanson,avrà si è no la tua età,chissà magari mentre la aiutiamo a tornare a casa potreste diventare amiche"; disse tirando un lieve colpetto sul capo della sconosciuta,in modo giocoso. So cosa pensate,si è proprio quella kally,e beh mio padre ci aveva visto giusto;si dice che i rapporti instaurati nella prima infanzia siano i più sinceri,quelli che tutti ricordano con una lacrima. Ricordo che un giorno che si fermò a pranzare a casa mia,frugai tra la roba per cucire di mia madre, e trovando un ago appuntito,ci pungemmo a vicenda,da allora eravamo sorelle di sangue,l'una parte dell'altra,frequentammo la stessa scuola pubblica in seguito,e poi il collegge,negli anni il nostro rapporto cresceva sempre di più,le ragazzine che ci deridevano col tempo finivano per invidiarci,cresceva ho detto,finchè non è successo perlomeno... 10 V me ne sto col culo affondata sul divano di pelle verde coccodrillo,lasciato gentilmente dal vecchio propretario,che quasi sicuramente,ormai sarà crepato,e i vermi staranno banchettando con la sua carne.Rollo il secondo spinello mentre il primo inizia a salirmi,in tv trasmettano bugs banny,lo guardo divertita,amo i cartoni,soprattutto quanto sono in "viaggio" sono una visione comica di quella che è la più grossa delle prese per il culo,la vita. Il sonno mancante inizia a farsi sentire,misto ad un artificiale languorino,ma nel frigo non c'è nulla,almeno nulla di commestibile,non lo controllo da giovedì scorso,ed oggi è mercoledì. Aspiro lentamente,lascio che il fumo danzi,che si perdi nell'aria per poi trovare un rifugio nelle crepe dei muri,mi guardo intorno,che degrado...il mio degrado interiore,ho visto più mostri di quanto la gente possa immaginare,e non intendo essere soprannaturali,non-umani al massimo,anzi sicuramente. Un mese fa, ricordo che un tizio mi vide barcollare alla tredicesima,alle 8 di mattina,era in macchina e accompagnava il suo marmocchio a scuola.Il moccioso se ne stava a pescare piccoli cioccolatini ovali da un sacchetto ,e quanto rientrai nel suo campo visivo iniziò a tirarmele addosso,e il padre cosa fa? Invece di intimorirlo per farlo smettere,di mollargli un sonoro ceffone ,lo incita,come se io fossi un bidone della spazzatura ambulante,un cancro in questa società,un ingranaggio rotto del 11 macchinario. Ero troppo fatta per reagire,e ridevo di gusto,ma dopo aver dormito mi tornò in mente l'accaduto,e ci sono stata male fino al giorno dopo,mostri questo siete,per fortuna penso esattamente ciò che voi pensate di me,odio chiama odio,finchè l'odio diviene noncuranza passiva. Nel frattempo la canna è già spenta tra le dita,maledetti pensieri mi trasportano in un mondo parallelo,la butto nel posacenere(un vecchio barattolo di legumi vuoto,fa molto retrò sapete)e mi assopisco. Vengo buttata giù dai tonfi sordi alla porta,Cristo,mi dico,non è decisamente il mio sonno migliore ultimamente,l'effetto dell'haschish è ancora vivo,ma meno deciso,apro la porta e un guardigno Jacob si precipita dentro,temo che li venga un infarto. Mi fa la solita lagna,qualcuno avrebbe potuto insospettirsi,chiamare la polizia e bla bla,ma so come calmarlo,tira fuori da una gicca di pelle nera una bustina e mandiamo giù un "uovo" a testa,è anfetamina,la riconosco subito,al contatto con la lingua. Ci vogliono circa 5 minuti affinchè entri nel circolo sanguigno,e dieci per raggiungere l'apice della sua "potenza",non è un piacere,anzi piuttosto un eccitazione selvaggia,potresti restare sveglio per un mese assumendone regolarmente.l'intorpidamento dovuto allo spinello abbandona la lotta,e il sudere inizia a bagnarmi la fronte.Finalmente Jacob sembra più sicuro di se,calmo,si avvicina,non lo respingo,sbottona la fibia dei suoi jeans gessati,so già cosa 12 fare,sono a corto di grano,e in questo momento credo proprio che non lo deluderò. So cosa penserete adesso,ma lasciate che vi dica come stanno le cose,è o non è il sesso la virtù che ci rende umani per eccellenza?è l'uomo non è destinato a sbagliare?Ecco io amo lo sbaglio:Amo mandare tutto a rotoli,non possiedo più principi,la vita mi ha tolto tutto,lasciandomi solo la mia vagina come mezzo di scambio,e di desiderio per gli altri,per me è merda come il resto di me,e quindi del mio corpo,e so di aver imboccato ormai una strada da cui non posso più uscire,e nemmeno lo vorrei. Si riveste e se ne va,ma non prima di avermi lasciato un altra capsula dopo avergli strapazzato un pò le palle,coglione deficiente,mi sembra quantomeno appropriato il termine,pensando al contesto. VI La prima volta che lo vidi cadere risi,lui già sapeva,ma credo che neanche mia madre ne fosse ancora a conoscenza, avevo 11 anni allora. Risi per il buffo tonfo che fece,ero troppo piccola per capire che non fosse inciampato,non era una caduta naturale,e me la rivedo cento volte prima di addormentarmi quella maledetta caduta. "Che maldestro,sono venuto giù come una pera cotta",mi fece sorridenedo. Ed io piccola creatura insignificante,me ne stavo li come incantata,con il viso rosso per le risa e le smorfie che gli avevo 13 rivolto per prenderlo un pò in giro. Credo che se mi trovassi faccia a faccia con quella bambina adesso la ucciderei,le conficcherei le mie unghia nella gola fino a che il suo volto non assumerebbe il tono del viola,caratteristico della morte. Le cadute iniziarono a diventare sempre più frequenti,e dopo vennero le iniezioni,lui mi lasciava giocare,fingendo che dovessi fargliele io,l'infermiera,ma il gioco non divertiva più dopo le prime volte.Mia madre era l'oscurità in persona(ora sapeva)e negli occhi di lui leggevo la sofferenza,quella la si può capire a qualunque età,non c'è n'è una precisa o da cui si inizia a comprendere. Venne la sedia a rotelle,mia madre che mi diceva che sarebbe presto gurito,io che non rinunciavo a portarlo al fiume,almeno fino alla prima crisi, poi non ne fui più in grado; capì che niente sarebbe tornato come prima,quella voce con cui urlava,era un suono distorto,come se le sue costole si spezzassero ad una ad una sotto i colpi di un martello spietato. Due mesi dopo perse anche l'uso delle braccia,e toccò a mia madre imboccarlo,cambiarlo e vestirlo,io ne ero spaventata e passavo la stragrande parte del tempo nella mia camera.Nel giro di sei mesi si "congelarono" anche le cordi vocali,di notte mi capitava di sentire mia madre singhiozzare in preda al dolore profondo,quello irremovibile,quello della perdita. Morì un lunedì di metà gennaio,avevamo da poco trascorso il Natale,e facile immaginare che regalo avevo chiesto a Dio,ma forse era troppo impegnato per ascoltarmi.Lo fece con un apparente serenità,col viso disteso,era gentile e profondo 14 anche a cuore fermo,piansi senza capire,ancora,quanto fosse irremovibile la mia perdita.Mia madre mi consolava come poteva,ma il dolore aveva avuto una ripercussione,forse addirittura maggiore su di lei. Si parlava di mostri precedentemente,questo è il peggiore,quello più spietato e crudele che abbia mai incontrato,il suo nome è sclerosi multipla. VII Sono le 23,In queste 5 ore mi sento irrequieta sfrenata,faccio pulizie(cosa che non mi accade spesso come ho già accennato),mi muovo ripetutamente nella stanza,su e giù, e viceversa,devo uscire,devo respirare,ma prima devo incontrare l'altra mia migliore amica... chimica,la mando giù. Non so dove andare,mi sento agitata, osservata,urlo con chi mi capita a tiro,merda è così che si devono sentire i pazzi nelle loro celle imbottite.A tratti mi sento soffocare,ma ho voglia di esibirmi,di ballare magari,di scatenare il mio impuso selvaggio impazzito,facendo evadere la bestia dalla gabbia... dopo isolati percorsi a vuoto,senza una destinazione precisa mi ritrovo,per puro caso,davanti al night dancing club,il buttafuori fa storie,ma basta qualche ammiccamento una strisciata veloce,e il gigantone si sgretola sotto i miei piedi,riesco a passare. Mi precipito nella pista,e tutti si girano a guardare la ragazza "indemoniata" con le sneakers,così poco adatte,in un locale di 15 lusso. Il pavimento in marmo nero prende vita sotto ai miei piedi,spingo timide ballerine,con i miei movimenti,e calpesto più piedi di quanti ne abbia calpestati nella mia intera esistenza,almeno fin quanto non si avvicina un tizio che mi tira a se dal braccio,in direzione di uno dei tavoli posti sul lato sinistro. Inizialmente sbraito urlo,poi mi calmo quanto vedo che ha sola intenzione di offrirmi da bere,non so quanto tempo trascorre,ma siamo già alla seconda bottiglia di champagne e la testa sembra potermi implodere da un momento all'altro:(ric ordatevelo mai mischiare droga e alcool se ci tenete alla vostra pellaccia del cazzo). Nel piano superiore del club ci sono delle camere numerate,mi conduce in una di queste,non ricordo il numero,a giudicare dalla gentilezza del personale al suo passaggio è uno importante,sarà un uomo per bene mi dico.Beviamo un altro paio di coppe finchè mi accascio letteralmente sul letto,ho avuto momenti migliori,mi sembra di morire ho la vista annebbiata,credo che nella coppa ci fosse dell'altro,probabilmente il tizio aveva preparato tutto prima,convinto di adescare almeno una "vittima",infondo ho sempre fatto schifo nel giudicare le persone. Vorrei urlare ma non ci riesco,poi black out totale. apro gli occhi,la cosa mi sorprende devo ammetterlo,non che ne sia contenta comunque. Il sole è a metà dell'altezza massima,almeno così posso 16 osservare barcollando fino alla finestra,saranno le dieci,sono completamente nuda. Solo adesso mi accorgo di avere dei segni sul collo e lungo i fianchi,non c'è la faccio a stare in piedi e cado.Proseguo carponi fino alla porta di quello che deve essere il bagno,e usando il lavandino come appiglio riesco ad alzarmi;difronte c'è uno specchio,quel maledetto figlio di puttana mi ha colpito anche sul viso,un livido scuro come la pece,è visibile sotto l'occhio destro,ansimando,in preda ad una crisi isterica,quasi ridendo raggiungo la doccia,lascio scorrere l'acqua,mi accovaccio sulla piattaforma e piango,come non facevo da circa 15 anni ormai. Non finirà mai,questo è l'ultimo pensiero che riesco a formulare. VIII Il giorno del funerale. Dovetti indossare un vestito grigio scuro,che mi faceva sembrare ridicola,su richiesta dei miei nonni materni,mio madre invece,portava un vestito nero col velo,era distrutta,credo che non avrà dormito per l'intera notte( e credo sia accaduto lo stesso per molte altre notti successive),era come se il suo viso non avesse più lacrime da piangere,secco come un pezzo di deserto. Mi si spezzava il cuore,o quello che ne rimaneva di esso, le poche volte che trovavo il coraggio di incrociare il suo sguardo Da parte mia,non ero ancora riuscita a metabolizzare la cosa,non sapevo cos'era la morte,sapevo che mio padre aveva smesso di vivere,almeno questo era ciò che avevo sentito 17 dire,ma mi aspettavo che si alzasse da un momento all'altro,credevo che si potesse ancora tornare indietro,il dolore di mai madre doveva servire a questo no?Non poteva mica essere indifferente alle nostre lacrime? Uscimmo di casa che ero ancora convinta di questa certezza. Fuori pioveva insistentemente,quindi prendemmo l'auto di nonno Sam per recarci in chiesa. I posti erano tutti occupati,sembrava di essere ad una macabra festa,ovunque cerano sguardi di compassione nei loro occhi,io ne ero la beneificiaria,gli facevo pena,iniziavo ad odiarli,tutti. Stavano ammazzando la mia certezza,volevo gridargli che sarebbe tornato,che erano degli idioti,che mio padre avrebbe rimosso il coperto,e sarebbe venuto fuori da quella bara di mogano,posta al centro dell'altare,ma non lo feci... sapevo,sin dall'inizio credo,ma sapere e credere spesso entrano in contrasto. Ci fu la cerimonia,alcuni parenti,di cui la maggior parte non gli avevo mai visi in vita mia recitarono alcune parole,io instintivamente stringevo il braccio di mia madre,in quella prima fila di panchine in legno. Ognuno di noi aveva una rosa bianca,a fine cerimonia mia madre mi invitò a seguirla e poggiammo prima la mia,e poi la sua sul coperchio,così fecero anche "gli invitati". Un ora dopo eravamo già in mezzo a delle sculture tutte uguali di marmo,doveva essere il cimitero,lo supposi da ciò che ricordavo da alcuni film che guardavo di nascosto.Ci radunammo in un fazzoletto di terra vergine,al centro c'era un 18 enorme prepotente buca.Adagiarono mio padre al centro,e iniziarono a versarci sopra la terra prendendola dal mucchietto accanto alla buca. L'ultima vena di speranza veniva recisi,cercai di precipitarmi,di fermarli;"no dicevo,lasciatelo stare" mentre venivo fermata dalle mani rugose del nonno,e mentre mia madre si frustrava a terra,quasi volesse unirsi con essa per poterlo raggiungere. Niente fu più come prima,.in quella palazzina giallo ocra a Columbia,ci sono rotture che non si possono riparare,specie quanto avvengono dall'interno,dal nostro cuore. Mi promisi che non avrei più sofferto così,non l'avrei più permesso a nessuno. IX Non so cosa fare,non riesco a muovermi,sono nel panico,io che ho sputato contro il mondo mi vedo in ginocchio come non mai,io che non credo a niente,io una fottuta tossica troia che non ha più voluto sapere cosa fosse l'amore dopo aver sperimentato quello primordiale. Nella vita si fanno delle scelte,io ho scelto di sfidare tutti e tutto,e questa forse è la fine giusta per una come me.Quante volte ho pensato al suicidio,al non aver paura della morte,eppure adesso tremo,io vittima di qualcosa di peggio,di qualcuno più bastardo,crudele e spietato della mietitrice in persona. Qunado vorrei sentire la freschezza delle carezze materne 19 adesso,gli affetti delle persone care,ma sono sola,sola in una doccia sporca. Kally Un nome che mi rimbalza in mente. Devo chiamarla. Lei che avrebbe voluto aiutarmi,ed io non gli ho mai permesso di avvicinarsi ,per paura che potesse scrutarmi dentro,per timore di mostrargli quello che sono diventata,un mostro che uccide altri mostri. Mi alzo,procedo a tantoni nella ricerca dei miei vestiti,frugo nella borsa di tela,eccolo;finalmente riesco a recuperare il vecchio nokia grigio e compongo i numeri su display facendo fatica a tenere la mano ferma,un tentativo disperato. "Sarah sei tu? Non posso credere che tu mi abbia chiamato..." non la lascio finire,"a...aiutami"le dico con la voce rotta in gola "oh mio Dio cosa è successo Sarah?Dove sei?" "non lo so non ricordo,è un club,non lo so cazzo" forse ho sbagliato a chiamarla,nessuno può aiutarmi. "Santo cielo Sarah,deve pure avere un nome,mi stai facando preoccupare,lascio subito l'agenzia e ti vengo a prendermi,ma cerca di fare uno sforzo". "dancing e qualcosa...kelly,ho paura"la mia voce ormai era impastata dalle lacrime,e la sua piena di agitazione e sconforto;attesi un paio di minuti e poi lei disse:"vengo subito,credo di aver capito di quale posto si tratta,sta tranquilla,andrà tutto bene,aggiusteremo tutto,siamo sorelle di 20 sangue io e te no?"un singhiozzo gli uscì nel pronunciare l'ultima frase,poi chiuse la telefonata. Non passò molto tempo,e poi chi lo sa cos'è il tempo quanto senti 500 kg di peso sulle spalle... la sentì urlare contro i tizi che,evidentemente stavano ripulendo lo schifo nato dalla baldoria della sera prima,finchè questi gli indicarono le camere,trovò la mia al secondo tentativo,e fu l'abbraccio più lungo che io abbia mai ricevuto,per un attimo eravamo tornate entrambe bambine,avremmo aggiustato tutto mi aveva detto,e le credo,ora. Ora mi fido di lei. X Andai a vivere dai miei nonni per i due anni successivi al funerale,mia madre aveva bisogno di riprendersi mi dicevano,così un giorno sarebbe stata più forte e loro due si sarebbero unite più che mai;alla fine evitarono di tirare fuori la cosa,dato che non suonava credibile nemmeno a loro. Sto ancora aspettando quel giorno. Ci fu solo qualche sporadica telefonata muta,mai una visita nulla,dovetti aspettare due anni per trovare il coraggio di fare la prima mossa,mentre non capivo come potesse abbandonarmi anche lei,avevo quasi 14 anni,e avevo perso entrambi i miei genitori. Me ne stetti per chissà quante ore davanti alla porta,quella mattina non ero andata a scuola,avevo fatto sega per la prima 21 volta,volevo sapere solo una cosa,perchè... quanto finalmente trovai il coraggio di bussare vidi un fantasma,quello che ne restava di mia madre. I suoi capelli unti,le unghia delle mani con cui teneva aperta la porta lunghe e sporche,il suo alito era disgustoso,e l'unica cosa che fu capace di fare fu quella di versarsi da bere,dopo avermi fatta entrare,poi pianse. Piangeva e beveva,beveva e piangeva,senza aprir bocca,uscì senza dire nulla,il perchè immagino lo vorrebbe trovare anche lei,e non solo quello. Non la vidi mia più,lei mi cercò col solito modo,con chiamate senza senso dato che tutte erano,fatte senza parlare ovviamente,i miei nonni non rispondevano,lo sapevano anche loro,aspettavano che mi recassi io all'apparecchio. Poco dopo iniziai a fumare i primi spinelli,e a 16 anni,ormai maggiorenne me ne andai da quella casa,non ero mai riuscita a provare qualcosa per quella coppia anziana,il mio cuore era divenuto una tabula rasa,grazie mamma. XI Era il momento di fermarmi,di riflettere,di dare uno scossone. Passammo da "casa" mia,presi quella poca roba che mi poteva servire e mi trasferii da Kelly,almeno fino a che non mi sarei ripresa,come ci si può riprendere da una cosa del genere? All'inizio mi sentivo disadattata,nell'ambiente sbagliato,e non 22 facilitavo certo le cose a lei,anzi urlavo spesso nel cuore della notte,imprecavo contro di lei per delle stupidaggini,capita quanto si vive da soli da una vita. Poi le cose andarono meglio,evitavo di assumere pasticche o di fare altro quanto lei fosse in casa,almeno,e vidi Jacob solo una volta,in un parco vicino. Iniziai addirittura a sbrigare alcune faccende,lavare i piatti,portare fuori la spazzatura,o dar da mangiare a charlie,il suo cane,insomma le cose più semplici e banali. La verità e che mi sentivo in debito,anche se la vita lo era con me,e non avrebbe mai ripagato. Dopo tre settimane,ci ritrovammo a cenare insieme davanti al camino guardando una vecchia commedia in tv. Sentii lo stomaco contorcersi in preda a dei conati,una nausea inspiegata(sono sempre stata forte di stomaco,non vomito mai,neppure quanto sono fatta) che mi costrinse a raggiungere precipitosamente, in fretta e furia il bagno. Kelly si preoccupò ma erano cose che potevano capitare,un indigestione,un pò di stress magari visto la mia situazione. Peccato che due mattine dopo successe di nuovo,e poi nei giorni ad avvenire ancora,e allora realizzai con terrore... ero incinta. Nel grembo portavo il seme di un mostro. EPILOGO 23 Vi starate chiedendo cosa ho fatto,immagino... sicuramente penserete che ho abortito,sonoi tornata nella mia vecchia casa decrepita e magari mi sono ammazzata di droga fino alla morte.Vi sabagliate. Si dice che dall'odio a volte può nascere l'amore,e che quanto ciò si verifichi esso si presenta nella forma più pura,è qualcosa di irraggiungibile. Ho sempre vissuto pensando solo ed esclusivamente a me stessa,senza valutare mai l'idea di essere utile per qualcun'altro. è vero forse,quello che portavo nella pancia era uno sbaglio,ma era pur sembre una vita,che se è uno sbaglio lo si può giustificare,come è successo a me con Kally.Avrei potuto vivere essendo un riferimento per qualcuno,non avevo valutato prima la cosa da questa prospettiva. Ora sono al settimo mese,si ho tenuto il bambino,la bambina per l'esattezza,è una lei,ed ho chiuso con la droga da sette mesi,il giorno dopo aver superato lo shock per la notizia,tra due inizierò un lavoro,il mio primo lavoro e impiegherò parte dei soldi per contribuire con le spese dell'appartamento con kally,e una parte li conserverò per un domani,per il domani della mia bimba,ora riesco a vedere oltre il presente,ed è una bella sensazione. Credo che il mio sia stato un atto di coraggio estremo soprattutto verso me stessa,e non credo possiate mettere in discussione le mie azioni,così vi lascio,in modo diverso da come ci siamo conosciuti. 24 ah un ultima cosa la vorrei dire in realtà:"vedi mamma,io c'è l'ho fatta,sono stata forte,non ho ripetuto il tuo stesso sbaglio,la bambina si chiamerà Maria in ricordo di te e del tuo abbandono." FINE 25