Portogallo (Lisbona e Algarve) Luglio-Agosto 2012

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Portogallo (Lisbona e Algarve) Luglio-Agosto 2012
Portogallo (Lisbona e Algarve)
Luglio-Agosto 2012
Mercoledì 25 Luglio
Dopo che Lorenzo ci ha accompagnato all’aeroporto siamo partiti con un Airbus 320 TAP in buono
stato, ma con un ritardo di quasi due ore. A metà del volo siamo passati sopra Maiorca dove era
in vacanza Cristiano.
L’atterraggio a Lisbona è abbastanza spettacolare, da un lato le colline della città, dall’altro il
grande fiume Tago che in questa zona è largo circa 10 km. L’aeroporto è molto vicino alla città ed
è abbastanza efficiente, il bagaglio non si è fatto attendere molto e l’economico “AeroBus” (3,50 €)
ha raggiunto il centro storico in meno di mezz’ora (nonostante si fosse rotto e tutti i passeggeri
fossero scesi e risaliti). Prima ancora di partire su questa veloce ed economica navetta ci hanno
avvertito che il biglietto vale 24 ore su tutti i mezzi di superficie della città. La grande efficienza dei
trasporti pubblici si nota subito dal gran numero di linee di bus e tram, ma anche dalla presenza di
funicolari, ascensori e metropolitane; in effetti tutto questo gran numero di mezzi (molto superiore
a quelli di Roma che è 15 volte più grande) si giustifica con le caratteristiche geografiche di
Lisbona (disposta su sette ripidi colli) e dal numero limitato di automobili che circolano
faticosamente (e ancor più faticosamente e costosamente parcheggiano) nelle strettissime strade
del centro.
Alle 15:30 siamo arrivati in albergo ( Hotel Mundial ) che si trova nella parte di pianura del centro
(quartiere Baixa) e siamo subito usciti, affrontando un gran caldo, per fare il primo dei percorsi
previsti (Baixa, Bairro Alto, Chiado - durata 2 ore) passando per il più vicino dei belvedere della
città.
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Il clima è caldo, ma percorrere i 300 metri per traversare le piazze Figueira e Rossio ed un breve
tratto di Rua Augusta non è una gran fatica visto che siamo nella parte pianeggiante della città.
Senza grosse difficoltà abbiamo trovato l’Elevador de Santa Justa, un ascensore storico in stile
neogotico con struttura che ricorda quella della tour Eiffel (non è mai stato provato che i progettisti
abbiano avuto contatti col famoso ingegnere francese); fu inaugurato nel 1901 quando era mosso
a vapore. L’elevador è più una costosa curiosità per turisti (5 € per salire o scendere, a meno di
non possedere il “prezioso” biglietto dell’AeroBus ) che non una vera esigenza (ci sono alternative
nei tram e nella funicolare o a piedi, la vista si ha solamente all’arrivo in cima, pagando un
ulteriore euro e mezzo, e l’altezza , 30 metri, è paragonabile a quella di un palazzo di nove piani).
La biglietteria superiore si trova su Largo do Carmo (che verso il fiume Tago si apre verso il
quartiere del Chiado e verso nord dà accesso al quartiere Bairro Alto).
La piazza è caratterizzata dalla mole gotica della Igresia do Carmo, chiesa che nel 1755, anno del
disastroso terremoto che ha condizionato la vita dell’intero Portogallo, era la più grande della città;
ora la caratteristica è quella di non avere il tetto ed i sottili archi sembrano in equilibrio precario
sulle snelle colonne.
La parte absidale conserva invece il tetto ed è stata adibita a piccolo museo eterogeneo che
ospita anche due mummie peruviane ed un sarcofago egizio. Dirigendoci verso il Bairro Alto
abbiamo percorso la Rua de São Pedro de Alcântara per raggiungere l’omonimo belvedere
(miradouro detto anche del Jardim António Nobre).
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Appena passato il capolinea
dell’Elevador da Glória (un
caratteristico tram-funicolare) si
accede ad una delle zone più
elevate di Lisbona da dove si
gode un panorama notevole,
“interpretabile” anche grazie ad
una mappa in azulejos al
centro della balconata.
La vista spazia verso sud sul
grandissimo fiume Tago (Tejo)
e verso est sul centro storico
rimodernato della Baixa e sulla
parte antica meglio conservata
dell’elevato
quartiere
dell’Alfama
(dominato
dal
Castelo de São Jorge).
Riscendendo abbiamo poi raggiunto il Chiado, quartiere caratterizzato fin dal XVI secolo dalle
frequentazioni degli intellettuali portoghesi (si pensa che il nome derivi proprio dal soprannome O
Chiado del poeta António Ribeiro la cui statua irridente si trova proprio su Largo do Chiado) su
tutti il poeta e scrittore Fernando Pessoa che agli inizi del XX secolo rese famoso il Café
Brasileira.
Oggi una statua seduta ad uno dei
tavolini è il soggetto di moltissime foto
e per sedere al tavolino con Pessoa si
fa la fila.
Il Chiado è anche il luogo che ricorda
la rivolta dei garofani che tra il 1974 ed
il 1975 proiettò il Portogallo fuori dalla
dittatura creando le premesse di uno
stato moderno e decretando la fine
delle guerre coloniali riconoscendo
l’indipendenza
delle
ultime
possedimenti
imperiali
(Angola,
Mozambico, Guinea-Bissau, Timor,
Capo Verde, Macao).
Prima di
proseguire ci si può soffermare nella
chiesa degli italiani (Chiesa di Loreto),
sull’attigua Praça Luís de Camões (con statua dedicata al poeta-navigatore del XVI secolo autore
de “I Lusiadi”, il poema epico del Portogallo assimilabile all’Eneide dei romani) e sulla Rua Garret
(che inizia proprio al Café Brasileira) con la sua bella calçada (pavimentazione tipica portoghese
in cubi di pietra bianca e nera alternati) ed i molti negozi di grandi firme e librerie.
Scendendo verso il fiume Tago si possono vedere un paio di teatri e qualche chiesa, niente
comunque di interessante fino al quartiere São Nicolau (che di fatto fa parte della Baixa) con la
Praça do Municipio (con bella pavimentazione ed una colonna che ricorda il palo dove venivano
legati gli schiavi detto “Pelourinho”) e la Praça do Comércio.
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Questa grandissima piazza (170 m
per 170 m) è decisamente
spettacolare, è aperta su uno dei tre
lati sul fiume Tago (qui largo 5 KM),
mentre gli altri tre lati sono chiusi da
edifici monumentali; nonostante il
livello altimetrico sia basso offre una
bella vista verso il castello. L’attuale
piazza (che prima si chiamava
Terreiro do Paço ) è stata
completamente ricostruita dopo il
devastante
terremoto
del
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Novembre 1755, l’effetto del
successivo tsunami lungo il fiume fu
tremendo e nella zona niente potè
essere salvato, ma proprio da qui
l’allora Primo Ministro Marchese de
Pombal, in nome dello spirito
illuminato dell'epoca, iniziò la
progettazione di quella che è detta Baixa Pombalina con grandi viali, piazze ed edifici
monumentali.
L'arco di fronte al fiume è lo spettacolare accesso a Rua Augusta, grande via pedonale lunga circa
600 metri che collega il fiume a Praça Rossio: è caratterizzata da una bella calçada, dalla
frequentazione di artisti di strada e dalla presenza di bar e ristoranti (un po’ cari almeno rispetto
alla parallela Rua de Correeiros che ricorda il quartiere latino a Parigi).
Il tempo di ripassare in albergo ed
alle 18:00 siamo usciti nuovamente
per provare il brivido del 28E, il
mitico tram rosso (detto ormai “dei
turisti”) che si inerpica sui tornanti
del quartiere Alfama e traversa
tutto il centro storico sferragliando
su strette stradine. Linea simile
percorre anche il 12, caratterizzato
dal colore giallo.
La comodità delle tessere bus
(proposte in molte versioni piuttosto
complicate da interpretare) è quella
di poter salire e scendere a
qualunque fermata senza dover
fare ogni volta il biglietto; se siete in
possesso del biglietto AeroBus
sfruttatelo al massimo nelle 24 ore,
è il metodo più semplice ed
economico.
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I tram storici sono composti da una sola
piccola carrozza e sono stati molto curati, le
rotaie a scartamento ridotto sono stese per
tutto il centro, nelle strade più strette il binario
è unico ed anche nelle curve più larghe i binari
si incrociano (rendendo comunque impossibile
la doppia circolazione) perché altrimenti non ci
sarebbe sufficiente angolo di curvatura per le
piccole carrozze. I cavi elettrici sospesi, che in
Italia soprattutto a causa di un presunto
“antiestetismo”
hanno
provocato
lo
smantellamento del patrimonio dei mezzi
elettrici, qui fanno parte del colore locale e
spesso si confondono con i cavi per stendere i
panni.
Partendo da Praça Martim Moniz in meno di
un’ora di tram si arriva nei luoghi che abbiamo
deciso di visitare con calma a piedi nei
prossimi giorni: Igreja de Graça, Mosteiro de
São Vincente de Fora, Miradouro de Santa
Luzia, Catedral de Lisboa (più semplicemente
detta “Sé”) per poi proseguire verso il Chiado.
Ovviamente in funzione dell’ora e di quante
fermate si decidono di fare il viaggio può essere molto più lungo, se approfittate della mattina
(entro le 11:00) e del pomeriggio (dopo le 18:00) c’è meno gente e le soste alle fermate sono
ragionevolmente brevi.
Alle 18:30, dopo una ventina di minuti di
sballottamenti, e a circa metà percorso,
siamo scesi alla fermata di Portas do Sol
dove c’è il belvedere verso l’alba e verso il
punto più largo del Tago dove si vede
quasi galleggiare il ponte Vasco da Gama
che con 17 Km è il più lungo d’Europa.
Con una breve passeggiata abbiamo
raggiunto anche il più vecchio Miradouro
de Santa Luzia, sicuramente meno
spettacolare di Portas do Sol, per poi
completare il giro con il tram. Ripassati in
albergo ci siamo cambiati ed abbiamo
cenato in ul locale di Rua Augusta (senza
lode né infamia puntando comunque alle
caratteristiche sardine ed al famoso
baccalà) concludendo con l’ascesa notturna con l’Elevador de Santa Justa da cui si ammira il
panorama notturno, soprattutto verso la sottostante Praça Rossio illuminata a giorno. La sera in
estate si alza un vento fresco e le temperature si abbassano anche di quindici gradi rispetto al
giorno, quindi è bene portare qualcosa di più pesante perché sopra al belvedere alla sommità
dell’ascensore può fare freddo.
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Giovedì 26 Luglio
Mattinata destinata alla visita al quartiere di Santa Maria de Belém (Betlemme), o semplicemente
Belém, caratterizzato dalle architetture in stile manuelino del Mosterio dos Jerόnimos e della
vicina torre di Belém. Siamo usciti alle 9:15 ed abbiamo preso un moderno tram da Praça
Figueira; in circa mezz’ora eravamo a Belém dopo essere passati sotto al Ponte 25 de Abril che
scavalca il fiume Tago nel punto più stretto prima dello sbocco nell’Atlantico. Il ponte sospeso,
lungo quasi 2 Km con sei corsie stradali ed una ferrovia che corre sotto al piano stradale, è simile
al Golden Gate di San Francisco (costruito dalla stessa società) e unisce Lisbona ad Almada dagli
anni ’60 (prima della rivoluzione del 25 Aprile 1974 il ponte si chiamava Salazar, dal nome del
dittatore che lo aveva commissionato). Si percorre tutto il lungofiume senza avere particolari viste
se non l’incombente ponte, il continuo flusso ferroviario sulle rotaie parallele alla strada ed il breve
scorcio del museo dei tram poco prima della verdeggiante e scenografica Praça do Império,
aperta sul fiume e limitata dal Mosteiro dos Jerόnimos .
Con il sole radente del
mattino o della sera il
biancore del monastero
assume tinte morbide ed i
volumi delle elaborate
decorazioni si esaltano,
sembra di essere di fronte
ad un immenso castello di
sabbia.
Il termine “manuelino”
(riferito al re Manuel I che
commissionò la maggior
parte dei lavori) fu coniato
nel
XIX
secolo
per
sintetizzare
lo
stile
composito che caratterizzò
un
trentennio
di
edificazioni pubbliche in
Portogallo intorno al 1500; la struttura tardo gotica di base viene fusa con elementi rinascimentali
ed arricchita da ornamenti in stile marinaro, floreale ed esotico. Il monumento più rappresentativo
è proprio il complesso religioso della chiesa (Igreja Sta. Maria Belém ) e del monastero dell’ordine
di San Geronimo, fatto edificare in onore del navigatore Vasco da Gama al suo ritorno dal primo
viaggio in mare per le Indie; quella che appare come una lunga facciata (quasi 300 metri) ricca di
pinnacoli e fregi parallela al fiume, è in realtà l’insieme del fianco sud della chiesa e dell’edificio
monastico che ora ospita il museo di archeologia. L’accesso alla chiesa è libero, mentre
l’ingresso al monastero è a pagamento (noi abbiamo scelto l’opzione che per 10,00 € permette la
visita anche della torre di Belém). Entrando nel monastero si presenta subito il semplice giardino
del chiostro costituito da un colonnato a due piani. Le colonne sono profondamente incise da
decorazioni e raccordate da elementi traforati che alleggeriscono l’aspetto di potenza delle
sporgenti nervature che sorreggono le coperture.
Nel 1985 furono traslate nel chiostro le spoglie di Fernando Pessoa, una sobria stele permette di
individuare la tomba del grande poeta e scrittore morto nel 1935. Altro elemento notevole del
piano terra è la grande sala del refettorio contornata di azulejos, mentre salendo al primo piano si
può accedere all’ampia balconata ed al buio coro della chiesa; da qui si apprezza la larghezza
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della navata centrale della stessa altezza di quelle laterali. La visita della chiesa è sicuramente
meno spettacolare, il rigore dello stile gotico è accentuato anche dalla semplicità e dalle limitate
dimensioni delle vetrate, solamente in alcune cappelle laterali si trovano finiture dorate o colorate
baroccheggianti. Ai lati opposti del portale d’accesso si trovano le venerate tombe di Vasco da
Gama e di Luís de Camões.
Uscendo dal complesso religioso
che
richiede come minimo un’ora di vista (e che
intorno alle 11:00 iniziava ad essere molto
affollato), ci si ritrova nella grande Praça do
Império e si possono traversare i curati
giardini fino a raggiungere il lungofiume ed
il grande Padrão dos Descobrimentos
(monumento alle scoperte) realizzato nel
1960 in pietra bianca a rappresentare una
caravella affollata dai principali personaggi
della storia portoghese.
Circondato da una calçada che ricorda le
onde del mare, questo monumento si
protende verso le acque del fiume e
sovrasta una pavimentazione marmorea
che riproduce una rosa dei venti di 50 metri
di diametro che circonda un planisfero.
Camminando per mezzo chilometro verso la foce del Tago si raggiunge un altro simbolo di
Lisbona, la Torre di Belém; questa piccola fortezza biancheggiante fu costruita nel 1515 in stile
manuelino a difesa della città, si compone di un bastione proteso nell’acqua e della torre alta circa
30 metri che poggia sulla riva del fiume.
Caratteristiche sono le torrette di
guardia
sporgenti
dagli
angoli,
interessante la batteria di cannoni del
piano inferiore e poi, salendo sull’unica
stretta e buia scala elicoidale, si
traversano camminamenti e sale fino
alla terrazza più alta con bel
panorama. L’inefficacia difensiva di
questa piazzaforte fu dimostrata già
nel 1580 con la conquista spagnola,
da allora la torre fu usata soprattutto
come carcere. Dopo la visita siamo
tornati verso il monastero alla facile
ricerca della famosa pasticceria
“Pastéis de Belém” che dal 1837
produce dei dolcetti molto apprezzati
(simili alle sfogliatelle napoletane) per
il cui acquisto si fa la fila, noi praticamente ci abbiamo pranzato.
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Ripreso il tram siamo tornati a riposare in albergo prima di una passeggiata nella zona dell’Alfama
tra la cattedrale, il Chapitô ed il museo del fado. La cattedrale (Igreja de Santa Maria Maior, più
semplicemente detta “Sé”, abbreviazione di Sede Episcopale) fu costruita nel 1150 dopo la
cacciata dei mori sfruttando la struttura di una moschea, edificata a sua volta su fondamenta di
edifici romani.
Posta in zona un poco rialzata tra il fiume
e d il ripido colle dell’Alfama ha da sempre
rappresentato un luogo strategico sia per
le adunanze di popolo che per la prima
difesa della città, infatti tratti di mura e
merlature ricordano una fortezza . Il
transito dei tram davanti alla cattedrale è
una delle icone di Lisbona. Dopo tre
terremoti la chiesa si presenta in stile
composito:
dell’originale romanico si
conserva la bella facciata con le due torri
merlate ed il rosone, il resto dell’edificio è
gotico e spoglio tranne la rinascimentale
cappella maggiore. Il chiostro (accesso a
pagamento) ha invece ha l’aspetto di
elegante fortezza medievale, la parte del
giardino è stata completamente scavata
per rendere visibili le sovrastrutture che
nei secoli si sono succedute (dai fenici ai
romani,
dai
visigoti
agli
arabi).
Addentrandosi
nella
parte
bassa
dell’Alfama si scoprono viuzze, scalinate e piazzette incantevoli fino all’elegante Largo do Chafariz
de Dentro dove si trova anche il museo del Fado.
Tornando verso Piazza del Commercio si
incontra la Casa dos Bicos (bico significa
becco, picco) caratterizzata dalla facciata con
pronunciata bugnatura a forma di punta di
diamante. L’edificio costruito nel 1523 è stato
elegantemente ristrutturato ed ora ospita la
fondazione Saramago (il premio nobel per la
letteratura scomparso nel 2010), il contrasto
con i fatiscenti edifici è così ancora più
evidente.
Inerpicandoci su stradine e scalinate abbiamo
raggiunto il famoso Chapitô, centro sociale
(dove si insegnano arti e mestieri), bar e
ristorantino “alternativo” con bella vista.
A metà strada tra il Chapitô e la chiesa di San
Lorenzo , si trova un piccolo slargo affascinante di Costa do Castelo con al centro una fontanella e
l’arrivo di una stretta e lunga scalinata che scende fino a Rua da Madalena da cui rapidamente
siamo tornati in albergo (giro del pomeriggio durato poco più di 2 ore). Serata un po’ meno fredda
di ieri, siamo andati a cena in uno dei ristorantini di Rua de Correeiros.
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Venerdì 27 Luglio
Mattinata destinata alla visita del Castelo de São Jorge che sorge sul colle più alto del centro
storico, meta imperdibile in qualsiasi viaggio a Lisbona.
Abbiamo percorso la scalinata che da Praça Martim Moniz (a 20 metri dal nostro albergo) punta
verso il castello, raggiunta Costa do Castelo l’abbiamo seguita per raggiungere nuovamente il
Chapitô e grazie alle indicazioni abbiamo raggiunto la porta d’accesso al borgo fortificato che
contorna il castello. Il biglietto d’ingresso costa 10,00 € e consente di passare la seconda cinta di
mura per accedere alla cittadella composta dalla piazza d’armi (con spettacolare vista della città
fino all’oceano), da alcuni giardini con pochi resti del palazzo reale, e da un moderno edificio
adibito a museo e area ristoro. Al castello vero e proprio si accede grazie ad un ponte di pietra
che permette il passaggio del fossato (ormai asciutto) fino alle mura che racchiudono in uno
spazio rettangolare i cortili e le scale che consentono di raggiungere la camminata lungo i muri e
le dieci torri; la vista è veramente mozzafiato. Molto interessante la dimostrazione che si tiene alla
Torre de Ulisses del “periscopio” che (ideato secondo una leggenda da Leonardo da Vinci),
permette grazie ad un complesso sistema di specchi di avere una visione a 360 gradi della città.
Questo spettacolare ed all’apparenza ingenuo marchingegno merita decisamente la mezz’ora
della dimostrazione, in condizioni di bel tempo lo considero imperdibile, comunque prima si arriva
e meglio è (dopo le 11:00 inizia il caos). La visita non può durare meno di 2 o 3 ore.
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Ci siamo poi diretti a piedi verso l’imponente mole bianca del monastero di São Vicente de Fora
(fuori le mura dell’antico centro),che fa parte dello skyline di Lisbona in cima ad un colle, ma che
compare solo in scorcio dai vicoletti che percorrevamo dove a stento sembrano passare i vecchi
tram. Solamente raggiunta la piazza si vede per intero la facciata in stile rinascimentale (la cui
perfezione manierista non suscita grandi entusiasmi in noi italiani); dell’interno barocco della
chiesa c’è poco da dire, la sorpresa è invece rappresentata dalla visita al monastero (a
pagamento) che è una immensa esposizione di azulejos e che ospita l’austero pantheon dei
Braganza (la dinastia degli ultimi 300 anni di regno).
I due chiostri sono completamente
circondati dalle tipiche mattonelle
bianche a disegni blu che ripropongono
la storia del Portogallo, al piano
superiore c’è la mostra permanente dei
38 pannelli che illustrano le favole di La
Fontaine sempre con composizione in
azulejos. L’ascesa fino alla terrazza
apre un'altra veduta panoramica a 360°
su Lisbona. Il breve percorso in salita
verso il complesso barocco della Igreja
e del convento da Graça merita la
fatica per lo splendido miradouro, ci
siamo rifocillati alla fontanella sulla
bella piazza mangiando delle patatine
per pranzo.
Finalmente tutta discesa fino all’albergo dove abbiamo fatto una breve sosta per poi andare verso
la piazza che ha da sempre rappresentato il cuore di Lisbona praças do Rossio (anche se il vero
nome sarebbe Praça de D. Pedro IV, il re la cui statua è al centro della piazza).
Ampia e circondata da eleganti
costruzioni (in particolare il teatro
Dona Maria II)
ha una
pavimentazione bianca e nera
che ricorda le onde del mare
(come i lungomare di Rio de
Janeiro). Su un angolo la bella
facciata in stile liberty della
stazione di Rossio, da qui inizia
la lunga e scenografica Avenida
da
Liberdade,lunga
un
chilometro e larga 90 metri con
quattro carreggiate separate da
giardini; la stazione di Rossio
all’interno è moderna e la lunga
scala
mobile
rappresenta
un’alternativa gratuita ai trasporti
pubblici per il Bairro Alto.
Cena tranquilla e tiepida con cena in un altro dei ristorantini di Rua de Correeiros.
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Sabato 28 Luglio
Mattinata di brutto tempo che non esalta l’aspetto della città accentuandone la decadenza, il gran
numero di esercizi commerciali chiusi e le case abbandonate. Ad ora di pranzo abbiamo preso
l’autobus per l’aeroporto e ritirato l’auto a noleggio, una Clio nera.
Per uscire dalla città abbiamo percorso i
17 Km del Ponte Vasco da Gama
dirigendoci verso sud.
Durante l’attraversamento del Tago si
passa vicino al moderno quartiere Parque
das Nações (Parco delle Nazioni),
costruito in occasione dell'Expo 98 con
l’alta torre Vasco da Gama e l’oceanario.
In poco più di due ore abbiamo superato la
valle del Tejo, attraversato tutta la regione
desertica
dell’Alentejo
per
arrivare
nell’Algarve, la regione più meridionale del
Portogallo. Dopo 2 ore di deserto interrotto
da sughereti e da qualche valle fluviale
che sembra un’oasi, ci siamo ritrovati nella
caotica ed inaspettatamente grande Albufeira. Grande la delusione dell’alloggio che si trovava in
un moderno residence non sulla spiaggia come invece ci avevano rassicurato. Cena in un localino
caratteristico proprio di fronte all’albergo dove abbiamo finalmente mangiato la “cataplana”, un
misto di pesce in casseruola molto buono (la cataplana può essere anche a base di carne e
verdure). Se consultate menù o prendete appuntamenti ricordate che per i giorni della settimana si
usano termini molto diversi dai nostri (Lunedì è “segunda-feira”, martedì “terça-feira”, mercoledì
“quarta-feira”, giovedì “quinta-feira”, venerdì “sexta-feira“, sabato “sábado”, domenica “domingo”),
ed anche le parole per pranzo (almoco) e cena (Jantar) non sono così intuitive; notevolmente
diverso è anche il modo di dire grazie : “obrigado” .
Domenica 29 Luglio
Mattinata in spiaggia a Oura sotto l’albergo. Il percorso lungo la strada è un po’ lungo perché la
stradina scende con ripidi tornanti. Fortunatamente, soprattutto al ritorno, si può traversale il Club
(l’hotel che pensavamo di aver scelto) sfruttando cinque piani di ascensore ed effettivamente si
arriva in cima alle scalette di legno piuttosto rapidamente. Il brevissimo lungomare che costeggia
la spiaggia è curato, la pavimentazione è la tipica lastricata portoghese e si può accedere con le
scale a tre diverse spiagge unite tra loro in fase di bassa marea.
Praia da Oura è una spiaggia di sabbia chiara contornata da falesie dorate ed in fase di bassa
marea ci si può dirigere verso est fino a Praia Santa Eulália vedendo la piccola Praia dos Olhos de
Água e la lunga Praia Maria Luisa. Una passeggiata non proprio facilissima soprattutto quando si
devono scavalcare i promontori rocciosi che separano le baie. Fa molto caldo ma l’acqua è gelata,
le spiagge sono molto frequentate ma le persone si concentrano nelle spiagge più grandi ed
attrezzate lasciando baiette incantevoli ai pochi “avventurosi”. Le spiagge in Portogallo sono tutte
libere e nelle più frequentate ci sono delle concessioni per ristoranti, attrezzature per sport
acquatici e lettini; la maggior parte dei bagnanti è dotata di piccoli ombrelloni che regalano un po’
d’ombra senza doversi accampare troppo vicino alle rocce scoscese (e talvolta pericolanti).
Tornando ci siamo fermati al supermercato accanto all’albergo, i prezzi sono bassi ed abbiamo
comperato qualcosa per colazione ed un po’ di frutta e verdura.
Pranzo al ristorantino scoperto ieri sera e pomeriggio un po’ a riposare e poi in piscina. Cena
sempre allo stesso posto dove si mangia molto bene, si spende poco (non abbiamo mai superato i
30 Euro in due) e si sta tranquilli.
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Lunedì 30 Luglio
Abbiamo deciso di destinare la giornata alle spiagge ad est di Albufeira, in pochi minuti d’auto
siamo arrivati a Praia dos Olhos de Água molto simile alla nostra spiaggia, la sua caratteristica
sarebbe quella di poter vedere durante la bassa marea delle polle d’acqua dolce tra la sabbia, a
me è sembrato l’effetto della marea. Proprio a pochi passi sul breve lungomare, che è rimasto
quello di un borgo marinaro, c’è un grande parcheggio multipiano a pagamento, economico e ben
integrato nell’architettura locale è una valida alternativa al chilometro di strada assolata da
percorrere a piedi dal più vicino parcheggio libero.
A metà mattinata abbiamo ripreso la strada verso oriente per passare in uno dei più noti posti di
vacanza del Portogallo: Vilamoura-Quarteira. In realtà è un delirio edilizio composto da una
periferia di case da vacanza piuttosto insignificanti, di curatissimi campi da golf e da una serie di
alberghi di lusso che separa la cittadina dal mare. Abbiamo proceduto superando Faro, il
capoluogo dell’Algarve, importante soprattutto per l’aeroporto internazionale; cittadina di quasi
60.000 abitanti, anonima, trafficata e lontana dal mare edificata al limitare di una grande zona
paludosa al cui centro c’è Olhão e poi Tavira.
Questa zona è ora parco naturale (Parque natural da Ria Formosa) e l’immensa laguna nelle ore
di bassa marea sembra essere un enorme e fangoso pantano; l’unica area che consente un facile
accesso al mare si trova appena prima di Olhão, la parte più interna della laguna si attraversa a
piedi su ponticelli galleggianti che vengono sospinti in alto e sballottati ad ogni cambio di marea
(l’alternativa sono alcuni piccoli battelli).
Infine si può raggiungere la Praia do Barril sulla più grande delle basse isole sabbiose del parco,
che verso l’oceano ha una lunga spiaggia bianca. Si può approfittare del trenino che sferraglia su
ponticelli ed isolotti lacustri (costo 1,20 Euro a tratta) oppure percorrere a piedi un marciapiede
parallelo alla piccola ferrovia. L’acqua del mare è sempre fredda, ma fuori il caldo è sopportabile
perché la zona non è riparata da scogliere e c’è sempre vento.
Ritorno passando per Loulé, capoluogo della provincia più popolosa dell’Algarve, arroccata su un
colle e caratterizzata da edifici bianchi o rosa con tetti rossi (anche quelli della moderna periferia)
che circondano un castello medievale. La cittadina è curata anche se non molto interessante. Vi si
svolge un articolato carnevale e ci sono molti monumenti di arte moderna, incongrui ma
apprezzabili; non si sono fatti mancare una statua simile a quella di Pessoa alla Brasileira,
riproducendo il poeta algarviano più famoso, António Aleixo, seduto al Bar "Calcinha".
Rientro e dopo una doccia, tanto per cambiare, siamo andati sempre nello stesso locale.
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Martedì 31 Luglio
Oggi giornata verso l’occidente dell’Algarve. Abbiamo percorso la strada statale che traversa
Lagoa e Portimão; si procede piuttosto lontani dalla costa e la prima cosa notevole è
l’attraversamento del fiume Arade che sembra grandissimo anche se è lungo qualche decina di
chilometri e la portata non è eccezionale; poco prima di Portimão forma però una grande laguna
paludosa che si supera su un moderno e spettacolare ponte sospeso (poco oltre si vede anche il
più classico viadotto dell’autostrada A22).
Dopo circa un’ora di viaggio siamo arrivati a Lagos, qui la strada scorre lungo la stupenda costa (il
tracciato segue infatti l’antica via romana) e la cittadina portuale mostra un centro storico molto
bello e curatissimo. La storia della città è antichissima, il porto naturale sfruttato prima dai fenici e
poi dai romani, divenne un sito strategico per i mori e soprattutto per le spedizioni navali di Enrico
il Navigatore. Tre eventi funesti ne caratterizzano la storia, il primo è la conseguenza di una
disastrosa spedizione militare che nel XVI secolo avrebbe “codificato” nel fado il tono di dolorosa
fatalità di chi ha perduto i suoi cari in battaglia; il secondo è nel XVII secolo per essere diventato il
primo e più grande mercato di schiavi in Europa; il terzo è il micidiale terremoto del 1755 che la
rase al suolo.
Ci siamo fermati al belvedere
della spiaggia di Dona Ana ed
abbiamo deciso che Lagos
merita una visita ulteriore, così
ci siamo spinti sull’incredibile
promontorio
di
Ponta
da
Piedade, con stupenda vista di
faraglioni e grotte.
Da qui abbiamo proseguito ancora verso
ovest passando per Vila do Obispo ed
arrivando all’incredibile Fortaleza de Sagres;
si tratta di un promontorio fortificato che un
breve muro con semplice portale isolava da
eventuali invasori, impossibilitati a risalire le
ripide scogliere degli altri tre lati. La zona è
esposta al vento, le costruzioni non sono
spettacolari disperse in uno spazio
grandissimo, ma l’ambiente ha un fascino
unico; comunque interessanti i bastioni e la
chiesetta con campanile a vela. Da qui la
vista è ovviamente magnifica e si vede per
la prima volta Cabo de São Vicente, la
prossima tappa.
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Portogallo (Lisbona e Algarve)
Luglio-Agosto 2012
Il Capo di San Vincenzo è il punto più occidentale dell’Algarve e già nel neolitico e poi in epoca
romana era considerato luogo sacro, con l’avvento del cristianesimo il ritrovamento in questa zona
del corpo di San Vincenzo da Saragozza ne motivò il nome attuale. Ora fa parte del “Parque
Natural do Sudoeste Alentejano e Costa Vicentina” e da questo punto si ha un panorama
fantastico soprattutto verso nord con scogliere sempre più alte; dell’antica fortezza-convento resta
poco, le cose notevoli sono il faro del 1846 ed il forte vento.
A qualche centinaio di metri si trova una suggestiva fortificazione moresca con cupola della
minuscola moschea sormontata da una croce. La strada per procedere sulla costa vicentina
ripassa da Vila do Obispo, paesotto senza attrattive evidenti, ma che nel suo territorio presenta le
più antiche tracce di esseri umani della zona con resti del paleolitico ed alcuni Menir (in particolare
uno in zona Raposeira ancora eretto).
Vento e sole ci hanno un po’ stancato e così abbiamo fatto una sosta per mangiare i panini in una
pineta (che in questa zona deserta sembra un’oasi) vicino ad uno dei parchi eolici della zona.
Risalendo , la strada si riavvicina alla costa permettendo un facile accesso alla Praia da Bordeira.
Questo lato della costa è il più battuto dalle grandi onde atlantiche e la Bordeira è una grande
spiaggia lunga quasi tre chilometri; nella zona più spettacolare è profonda quasi un chilometro
perché un piccolo fiume ha scavato il suo letto formando una laguna che obbliga al guado per
raggiungere la zona sabbiosa.
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Portogallo (Lisbona e Algarve)
Luglio-Agosto 2012
Spiaggia per surfisti,
windsurfisti,
kitesurfisti dalla parte
dell’oceano
(ovviamente l’acqua è
freddissima),
dalla
parte della laguna
sembra una grande
piscina per famiglie
(bella
ma
poco
invitante per i bagni);
c’è comunque poca
gente,
nessuna
attrezzatura
e
nemmeno un bar,
spiaggia per amanti
della natura e per un turismo alternativo con possibilità di campeggio libero. L’accesso dal fiume è
il primo che si incontra ma il guado è ampio, l’accesso dalla parte più alta è spettacolare ed il
guado è di un passo.
Dopo una sosta in questo posto un po’ fuori dal mondo siamo ripartiti verso nord, passando per il
paesino di Aljezur, dominato dai ruderi di un castello medievale; da qui si arriva facilmente al
profondo golfo della Praia de Arrifana sovrastato da uno spettacolare belvedere che culmina nella
Fortaleza moresca.
La discesa in spiaggia è
possibile grazie ad una
lunga serie di scalinate di
legno, qui abbiamo fatto
una breve pausa per un
gelato; posto bello e non
affollato ma con bar e
ristorantini che si animano
in attesa del tramonto (pôr
do sol).
Ripensando alla strada da percorrere, inizialmente solitaria con tornanti e poi intasata dalla
movida delle spiagge meridionali, abbiamo deciso di tornare verso Albufeira.
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Portogallo (Lisbona e Algarve)
Luglio-Agosto 2012
Mercoledì 1 Agosto 2012
Giornata di riposo sulle spiagge vicino all’albergo.
In serata sono invece andato ad Albufeira. Il
nucleo
cittadino
è
piccolissimo
ed
affollatissimo sia da giovani ammassati in
rumorosi locali, sia da famiglie; sulla piazza
principale (posto veramente caotico) si
possono anche vedere gruppi impegnati in
balli folcloristici. Parcheggiare vicino al centro
è impossibile, in estate la zona è tutta
pedonale, ma senza troppa difficoltà si può
lasciare l’auto a 10 minuti dal caos. Il centro
storico è una piazza nel punto più basso di
Albufeira che ospita il giardino pubblico. La
piazza è circondata da colline edificate ed il
più vicino accesso al mare è possibile grazie
ad un tunnel artificiale che permette alla Rua
5 de Outubro (bella pavimentazione) di aprirsi
versa la piccola Praia do Peneco (o Praia do
Túnel). Dalla piazza si raggiungono con pochi
passi la chiesa madre, la torre dell’orologio e
la chiesetta di São Vicente de Albufeira, tutti
edificati sulle cime delle colline.
Tutto quello che è esterno a queste quattro
strade è periferia inguardabile.
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Portogallo (Lisbona e Algarve)
Luglio-Agosto 2012
Giovedì 2 Agosto 2012
Mattinata di mare a Lagos, avevamo deciso di
tornare alla bellissima spiaggia di Dona Ana
(dove
abbiamo
trovato
un
parcheggio
“accettabile”) ed alle tre calette unite tra loro da
piccoli tunnel (li il parcheggio è stato più
problematico) proprio vicino alla città vecchia.
La Cidade Velha è interna alla cerchia muraria araba medioevale mentre una grande e moderna
piazza esterna (Praça Infante Dom Enrique, Enrico il Navigatore) ospita la Igreja de Santa Maria e
si apre allo sbocco del porto fluviale protetto da una piccola fortezza (Forte da Ponta da Bandeira).
L’accesso principale alle mura è difeso da due massicce ma eleganti torri merlate.
Nel pomeriggio abbiamo ripreso la
strada per il ritorno con un caldo
incredibile e ci siamo fermati a
Silves, borgo medievale di grande
suggestione situato su una collina
della Serra del Monchique.
Il fiume Arade, che sbocca a
Portimão, era una importante via di
comunicazione
ed
approvvigionamento
idrico
che
permise
già
nella
preistoria
insediamenti umani; la città si
accrebbe prima con i romani (di cui
resta il ponte in gran parte
modificato), poi coi visigoti ma
soprattutto con i mori. Il castello con
le possenti 11 torri merlate è la principale testimonianza di questo periodo e contrasta con il suo
colore scuro (edificato con l’arenaria rossa della regione detta grès Silves) con la bianca Sé
(cattedrale Nossa Senhora da Conceição in stile gotico con aggiunte barocche). Attualmente la
città è il centro del sughero e della frutta secca, ma è famosa per le rievocazioni medievali che si
tengono in vari periodi dell’anno e soprattutto in questi giorni.
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Portogallo (Lisbona e Algarve)
Luglio-Agosto 2012
Venerdì 3 Agosto 2012
Mare ad Oura e spiagge raggiungibili passeggiando.
Sabato 4 Agosto 2012
Partenza per Lisbona, traversando nuovamente il ponte Vasco da Gama e facendo un giro in
macchina fino alla scenografica Praça Marquês de Pombal tra l’Avenida Libertade ed il Parco
Eduardo VII su cui svetta una grandissima bandiera portoghese. Guidando in città ti accorgi del
tanto rispetto che c’è per i pedoni, ma anche del modo caotico di guidare che anche in condizioni
di scarso traffico è inquietante.
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