coldiretti macerata, nasce l`agricatering dei prodotti a km zero per
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coldiretti macerata, nasce l`agricatering dei prodotti a km zero per
. 03 Ottobre COLDIRETTI MACERATA, NASCE L’AGRICATERING DEI PRODOTTI A KM ZERO PER PROMUOVERE IL TERRITORIO Una società di agricatering per portare i prodotti a km zero nelle principali manifestazioni sul territorio e promuovere l’economia locale. E’ l’idea promossa da un gruppo di imprenditori agricoli della Coldiretti Macerata che si sono associati con l’obiettivo di utilizzare le specialità locali per organizzare degustazioni legate agli eventi. L’idea è stata presentata nel corso di un convegno organizzato a Macerata dalla Cooperativa Meridiana, alla presenza del presidente nazionale di UeCoop Gianpietro Losapio. Si tratta di sei tra imprese e cooperative agricole che sono in grado di coprire l’intera gamma di prodotti, dal vino ai salumi, dai formaggi all’ortofrutta. “Grazie al lavoro portato avanti in questi anni da Coldiretti con il progetto Campagna Amica si è sviluppata una grande sensibilità da parte dei cittadini verso le tematiche del consumo sostenibile - spiega il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili -, il progetto lanciato da un gruppo di agricoltori vuole incrociare queste richieste”. “In un momento di crisi è importante sfruttare tutte le occasioni per promuovere l’economia del territorio – aggiunge il direttore Assuero Zampini –. Sostituire cibi industriali con prodotti locali nelle degustazioni pubbliche contribuirà a sostenere le realtà produttive della nostra provincia, oltre a tutelare la salute dei cittadini”. Nella foto: l’intervento del direttore Assuero Zampini al convegno COLDIRETTI MACERATA, UNA FILIERA CORTA PER VALORIZZARE IL PESCE ADRIATICO Sviluppare una filiera corta per la vendita diretta del pesce dell’Adriatico sia fresco che trasformato. E’ l’obiettivo della Coldiretti Macerata che ha organizzato un incontro a Civitanova Marche con i pescatori della provincia sulle tecniche di lavorazione del prodotto ittico. L’idea è quella di organizzare la trasformazione direttamente a bordo o appena sbarcati, attraverso l’utilizzo di appositi macchinari che consentono di pulire, sfilettare e togliere le lische, o addirittura di macinare per realizzare hamburger e hot dog di pesce. “In un momento in cui i consumi ristagnano e il consumatore è sempre più indirizzato verso determinate tipologie di prodotto, la possibilità per le imprese di trasformare il pesce aprirebbe interessanti opportunità, tanto a livello di vendita diretta quanto di Grande distribuzione organizzata” spiega Francesco Calderoni, responsabile provinciale di Coldiretti Impresapesca. “Lo sbocco più naturale sarebbe ovviamente quello della rete di Campagna Amica – sottolineano Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata e il direttore Assuero Zampini - la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l'identità nazionale del prodotto”. CRISI: PER 49% ITALIANI LA SAGRA E’ “COOL”, BOOM D’AUTUNNO Quasi la metà degli italiani (49 per cento) partecipa a sagre e feste di Paese che si concentrano con l’inizio dell’autunno con appuntamenti che vanno dall’uva ai funghi, dalle castagne alle mele fino ai tartufi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti/Ixe’ in occasione del primo weekend di autunno che complice il bel tempo evidenzia la riscoperta degli italiani per le sagre come alternativa low cost rispetto ad altri svaghi che in molti sono stati costretti a tagliare. Il ritorno delle sagre è infatti all’insegna del risparmio con un visitatore su cinque che non spende nemmeno un euro mentre per gli altri la spesa rimane sempre sotto i 30 euro, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Si tratta di una nuova tendenza che - sostiene la Coldiretti - è il frutto dell’esigenza di contenere le spese, ma anche di ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali. Dal pesce al cinghiale, dalla frutta alla verdura, ma anche le tante specialità autunnali del territorio come il vino, i funghi sono protagoniste degli appuntamenti di settembre che vedono la partecipazione entusiasta di tanti cittadini. Un fenomeno che va però accompagnato - continua la Coldiretti - da una maggiore qualificazione dell’offerta che accanto a proposte di alta qualità mostra spesso anche tante improvvisazioni. Tra i consigli da seguire nella scelta - secondo la Coldiretti - ci sono infatti l’opportunità di verificare la congruità del “cibo festeggiato” con la realtà produttiva del territorio anche con un occhio alla stagionalità, le garanzie offerte dalla partecipazione delle Istituzioni, dai Comuni alle Parrocchie fino alle organizzazioni di rappresentanza, il coinvolgimento nell’iniziativa di operatori economici locali, dai ristoratori agli agricoltori. La necessaria qualificazione dell’offerta delle sagre in Italia puo’ essere sostenuta, infatti, da una più forte presenza delle realtà economiche espressione del territorio come ad esempio la vendita diretta dei prodotti agricoli e alimentari delle aziende agricole locali, che garantiscono identità e qualità al giusto prezzo. Una opportunità - continua la Coldiretti - resa possibile anche dal moltiplicarsi dei mercati, delle botteghe, dei frantoi, malghe, cantine e spacci aziendali degli agricoltori di “Campagna Amica”, che possono contare su quasi diecimila punti vendita in tutta Italia dove e possibile acquistare i prodotti agricoli e alimentari del territorio a chilometri zero. CONSUMI: ANNO STORICO PER TARTUFO, DA 10 A 200 EURO/ETTO Con l’estate pazza raccolto record con prezzi convenienti e buona qualità L’estate pazza segnata da piogge sparse e abbondanti in molte parti della Penisola che ha rovinato le vacanze degli italiani assicura pero' un anno storico per il tartufo con una produzione da record per quantità e qualità con prezzi lontani dai valori inavvicinabili del passato che vanno dai 10 euro/etto per il nero nel centro Italia fino ai 200 euro/etto per il bianco in Piemonte per le pezzature piu’ piccole che si è iniziato a raccogliere. E’ quanto rileva la Coldiretti nel segnalare che in tutte le principali aree produttive ci sono condizioni per una buona raccolta che potrà essere ottima se anche l’autunno sarà caratterizzato dalle piogge che sono tipiche della stagione perche’ il Tuber magnatum Pico si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione. Una occasione per i buongustai appassionati del pregiato tubero che potrà essere gustato in abbondanza ad un prezzo ragionevole particolarmente apprezzato in tempi di crisi. Con il primo week end di autunno - sottolinea la Coldiretti - si moltiplicano lungo tutto lo stivale le mostre, le sagre e le manifestazioni dedicate al tartufo che coinvolge in Italia circa 200.000 raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti per un business comprensivo di indotto con un valore stimato in circa mezzo miliardo per una specialità venduta fresca, conservata o trasformata che alimentano anche un buon flusso di esportazioni. In Piemonte, in attesa dell’apertura della 84a Fiera internazionale e del mercato mondiale del tartufo bianco dell’ 11 ottobre, è iniziata la raccolta - continua la Coldiretti – da parte dei “trifolau”. In Umbria, dove - precisa la Coldiretti - si realizza circa il 30 per cento della produzione nazionale e il 45 per cento delle esportazioni, si attende buona quantità e di ottima qualità con prezzi che sfiorano i 70-100 euro l’etto per il bianco e i 10 euro l’etto per il nero (scorzone). Note positive precisa la Coldiretti - anche dalla Toscana dove si prevede un 10 per cento in più di raccolto di buona qualità ed in particolare da una delle zone tartuficole di eccellenza, quella di San Miniato (Pisa). Dalle Marche viene la rassicurazione che - segnala la Coldiretti - le recenti e intense piogge che hanno attraversato la regione non hanno provocato danni ai terreni ed è quindi confermato un incremento delle quantità disponibili che sarà accompagnato da una buona qualità. I prezzi del nero, in discesa, dovrebbero aggirarsi attorno ai 10 euro all’etto, mentre occorrerà aspettare per avere dalla Borsa merci di Acqualagna (Pesaro) le quotazioni del bianco. Su tutto pesa il rischio dell’inganno con la vendita di importazioni low cost spacciate per italiane contro le quali la Coldiretti è impegnata a chiedere la tracciabilità delle transazioni e l’indicazione obbligatoria dell’origine. La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri - precisa la Coldiretti svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore. Il tartufo riferisce la Coldiretti - è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell'albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia - spiega la Coldiretti - il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio. I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina - conclude la Coldiretti - il tartufo nero viene per lo più utilizzato in cottura o per farcire ma anche a crudo, tagliato a fettine e messo su piatti di pasta fresca. Il bianco, invece va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti. Per quanto riguarda i vini il tartufo bianco esige grandi vini rossi, il nero, invece ammette anche i bianchi. CONSUMI: AL VIA BUSINESS DA MEZZO MLD PER TARTUFO LE PRIME QUOTAZIONI VANNO DA 200 ALBA A 75 EURO/HG ACQUALAGNA Parte un business che vale mezzo miliardo con le prime quotazioni per il tartufo bianco che alla borsa di Alba in Piemonte è stato pagato 200 euro all’etto per le pezzature medie di 20 grammi mentre ad Acqualagna nelle Marche le rilevazioni vanno registrare prezzi variabili da 50 a 110 euro all’etto a seconda del peso. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che registra una stagione da record storico per il tartufo con una produzione ottima per quantità e qualità con prezzi lontani dai valori inavvicinabili del passato con una media per quello di Alba di 350 euro nel 2013, di 500 euro nel 2012 fino ai 450 euro all’etto del 2007, anno di inizio della crisi. Dopo una estate senza siccità, nelle principali regioni produttrici ci sono condizioni per una buona raccolta che – sottolinea la Coldiretti - potrà essere ottima se anche l’autunno sarà caratterizzato dalle piogge che sono tipiche della stagione perche’ il Tuber magnatum Pico si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione. Una occasione per i buongustai appassionati del pregiato tubero che potrà essere gustato in abbondanza ad un prezzo ragionevole particolarmente apprezzato in tempi di crisi. Con l’inizio della raccolta - precisa la Coldiretti - si moltiplicano lungo tutto lo stivale le mostre, le sagre e le manifestazioni dedicate al tartufo che coinvolge in Italia circa 200.000 raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti. Su tutto pesa il rischio dell’inganno con la vendita di importazioni low cost spacciate per italiane contro le quali la Coldiretti è impegnata a chiedere la tracciabilità delle transazioni e l’indicazione obbligatoria dell’origine. La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri - riferisce la Coldiretti - svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore. Il tartufo - riferisce la Coldiretti - è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell'albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia - spiega la Coldiretti - il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio. I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina - conclude la Coldiretti - il bianco va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti e per quanto riguarda i vini va abbinato con i grandi vini rossi. UE: BOCCIATA ETICHETTA A SEMAFORO SUI CIBI IN UK SALVO MADE IN ITALY, DA GRANA A EXTRAVERGINE FINO A PROSCIUTTI L’avvio della procedura di infrazione da parte dell’Ue contro il semaforo in etichetta varato dagli inglesi salva le esportazioni Made in Italy, dai formaggi come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano all’olio d’oliva, fino ai salumi piu’ tipici come il prosciutto di Parma o Sana Daniele. A darne notizia è la Coldiretti dopo la lettera di messa in mora annunciata dalla Commissione Europea per “presunta violazione del principio di libera circolazione delle merci” a carico del nuovo sistema di etichettatura nutrizionale adottato dal Regno Unito, con i bollini rosso, giallo o verde ad indicare il contenuto di nutrienti critici per la salute. In pratica il provvedimento del Regno Unito rende più difficile l’accesso al mercato per determinate categorie di merci. L’obiettivo del semaforo era quello di diminuire il consumo di grassi, sali e zuccheri ma – sottolinea Coldiretti -, non basandosi sulle quantità effettivamente consumate ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti come l’olio extravergine d’oliva e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale. Il semaforo rosso penalizza, infatti, la presenza di materia grassa superiore a 17,5 grammi, quello giallo tra 17,5 grammi e 3 grammi e il verde fino a 3 grammi. Una scelta che è già stata adottata in molti supermercati in Gran Bretagna rileva Coldiretti – a danno di alcuni settori cardine dell’export Made in Italy e, più in generale, dell’intero trend di consumo nel Regno Unito del cibo italiano, che nel 2013 ha fatto segnare un aumento del 6 per cento, per un valore di 2,8 miliardi. Non a caso l’Italia e altri paesi europei hanno messo in rilievo come il sistema del semaforo avrà un impatto negativo sul commercio, con la possibile presenza di barriere tra Stati membri, e quindi una violazione all’articolo 34 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, senza dimenticare l’irregolarità di inserire la presenza di un claim sulla nutrizione di tipo “non benefico”. UCRAINA: NUOVI AIUTI ORTOFRUTTA IN GAZZETTA CON RITARDO Finalmente è stato pubblicato il regolamento che riapre le misure eccezionali per i produttori ortofrutticoli danneggiati dall’embargo russo, ma sono passate ben tre settimane dalla sospensione del precedente provvedimento UE per il sostegno delle produzioni ortofrutticole danneggiate dall’embargo russo, senza che vi fossero misure per contrastare le difficoltà registrate sui mercati. Il nuovo provvedimento – sottolinea la Coldiretti - non è retroattivo e non copre pertanto le tre settimane di fermo e non aumenta delle indennità in funzione dei costi di produzione. Si tratta di aspetti negativi che – precisa la Coldiretti - ne pregiudicano l’efficacia mentre sono invece positivi l’ allargamento della lista dei prodotti agli agrumi e la suddivisione dei volumi di intervento tra i diversi stati. Vengono riaperti – continua la Coldiretti - i termini di presentazione per le domande di sostegno a partire dal 30 settembre, fino al 31 dicembre (a meno che i quantitativi fissati non siano raggiunti prima), suddividendo le risorse tra i diversi stati ed i diversi prodotti, per evitare distorsioni nell’utilizzo delle risorse. E’ grave il fatto che - conclude la Coldiretti - le risorse siano state ricavate dai margini del bilancio Ue destinato all’agricoltura che viene di fatto a penalizzata due volte, una prima volta per la chiusura di un mercato interessante, una seconda volta con un sostegno ricavato a scapito dello stesso settore. UCRAINA: NUOVI AIUTI ORTOFRUTTA ATTESI DA 3 SETTIMANE Sono ormai passate tre settimane dalla sospensione del provvedimento UE per il sostegno delle produzioni ortofrutticole danneggiate dall’embargo russo e non è ancora stato pubblicato il regolamento che dovrebbe riaprire i termini per la presentazione delle domande. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’accordo raggiunto all'interno della Commissione europea per finanziare con 165 milioni di euro di nuovi aiuti a beneficio dei produttori di ortofrutticoli colpiti dall'embargo russo anche se non c'e' certezza su dove saranno prelevati i nuovi fondi Ue: se dai margine del bilancio agricolo o dalla riserva di crisi. E’ assurdo – sottolinea la Coldiretti - che il settore agricolo, danneggiato da una scelta politica dell’UE, sia penalizzato due volte, una prima volta per la chiusura di un mercato interessante, una seconda volta con un sostegno ricavato a scapito dello stesso settore. Preoccupa peraltro - conclude la Coldiretti - la mancanza di retroattività necessaria per coprire le settimane di fermo ed è necessario un aumento delle indennità in funzione dei costi di produzione, un allargamento della lista dei prodotti ed una suddivisione delle risorse tra i diversi stati in funzione della produzione ortofrutticola. L’Italia – conclude la Coldiretti - è il principale produttore di ortofrutta dell’Unione Europea. UCRAINA: CROLLA DEL 16% EXPORT RUSSIA IN ITALIA Le esportazioni dalla Russia in Italia, che riguardano soprattutto prodotti energetici, sono diminuite del 16 per cento nei primi otto mesi dell’anno a conferma del fatto che il braccio di ferro della Russia sul conflitto in Ucraina ha generato una guerra commerciale che rischia di danneggiare pesantemente anche il Paese di Putin. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di una analisi dei dati Istat nel commentare il fatto che il ministero dello sviluppo economico russo prevede per quest'anno e per il 2015 un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari del 12%-13%, per effetto dell'embargo agro-alimentare russo in risposta alle sanzioni occidentali per la crisi in Ucraina. Al danno economico i aggiunge l’imaptto emotivo sui cittadini russi che vedono peraltro scomparire alcuni prodotti dagli scaffali dei supermercati o dai menu dei ristoranti. Dal prosciutto di Parma a quello di San Daniele, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano ma anche le mele, le pesche e le pere provenienti dall’Italia e da altri Paesi non si trovano piu’ e con essi stanno scomparendo alcune immancabili ricette tipiche. In alcuni casi – precisa la Coldiretti si è fatto ricorso ad imitazioni di bassa qualità di produzione locale o provenienti da paesi non colpiti dalle sanzioni ma senza successo per i tanti Russi che anche con le vacanze hanno imparato a conoscere la qualità del Made in Italy. COMMERCIO: +248% CONTRAFFAZIONI NEL CIBO DA INIZIO CRISI Le frodi a tavola sono quelle che fanno piu’ paura per 7 italiani su 10 Dall’inizio della crisi è aumentato del 248 per cento il valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffate o falsificate. E’ quanto emerge da una analii ella Coldiretti sulla base dell’attività dei carabinieri dei Nas nel periodo 2007 – 2013. Per sette cittadini su dieci (71 per cento) – sottolinea la Coldiretti - le contraffazioni a tavola sono quelle più temute perché hanno pericolosi effetti anche sulla salute. Peraltro nel caso degli alimentari il reato di contraffazione è piu’ grave perché spesso a differenza degli altri prodotti, la vendita di prodotti taroccati - continua la Coldiretti - avviene all’insaputa dell’acquirente. Gli ottimi risultati dell'attività dei Nas confermano l'efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché - sottolinea la Coldiretti - si fonda sull'inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza. Nel 2013 in Italia – spiega la Coldiretti - sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 441 milioni di euro soprattutto con riferimento a prodotti base dell’alimentazione come la carne (25 per cento), farine pane e pasta (15 per cento), latte e derivati (9 per cento), vino ed alcolici (7 per cento), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (18 per cento) dove per risparmiare si diffonde purtroppo l’utilizzo di ingredienti low cost importati che spesso nascondono frodi e adulterazioni. Per questo occorre studiare a fondo il fenomeno per supportare l’ottima e costante attività delle forze dell’ordine e stringere le maglie larghe della legislazione nazionale e comunitaria, con l’estensione a tutti i prodotti - conclude la Coldiretti - dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate negli alimenti. INFLAZIONE: CROLLO -4,4% PREZZI FRUTTA SPINGE A DEFLAZIONE E’ la frutta fresca a far segnare il maggior crollo dei prezzi, con un calo del 4,4 per cento rispetto allo scorso anno che spinge alla deflazione il settore dell’alimentare e delle bevande analcoliche (-0,1 per cento), in linea con il calo medio dell’inflazione dello 0,1 per cento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a settembre. Gli effetti negativi della spirale recessiva tra deflazione e consumi si evidenzia nell’ortofrutta con il crollo – sottolinea la Coldiretti - degli acquisti degli italiani che nel 2014 sono scesi addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia, un valore inferiore a quelli raccomandati dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, mettendo a rischio le imprese e la salute consumatori ed il reddito delle imprese. In generale l’andamento dei prezzi riflette - continua la Coldiretti - una situazione difficile sul lato degli acquisti alimentari che nel 2014 hanno toccato il fondo e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981, sulla base di una analisi Coldiretti dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat. Gli italiani nei primi anni della crisi – sottolinea la Coldiretti - hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost. Un segnale di difficoltà che è confermato dal fatto che – conclude la Coldiretti - piu’ di otto italiani su dieci (81 per cento) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18 per cento dall’inizio del 2014, secondo il rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo. CONTRAFFAZIONE: A TAVOLA LA PIU’ TEMUTA PER 71% ITALIANI Per sette cittadini su dieci (71 per cento) le contraffazioni a tavola sono quelle più temute perché hanno pericolosi effetti anche sulla salute. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il rapporto Censis ''La contraffazione: dimensioni, caratteristiche e approfondimenti''. Nel caso degli alimentari il reato di contraffazione – sottolinea la Coldiretti - è piu’ grave perché spesso a differenza degli altri prodotti, la vendita di prodotti taroccati avviene sempre all’insaputa dell’acquirente. Dall’inizio della crisi – continua la Coldiretti - è aumentato del 248 per cento il valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffate o falsificate. E’ quanto emerge da una analisi ella Coldiretti sulla base dell’attività dei carabinieri dei Nas nel periodo 2007 – 2013. Gli ottimi risultati dell'attività dei Nas confermano l'efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché - sottolinea la Coldiretti - si fonda sull'inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza. Nel 2013 in Italia – spiega la Coldiretti - sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 441 milioni di euro soprattutto con riferimento a prodotti base dell’alimentazione come la carne (25 per cento), farine pane e pasta (15 per cento), latte e derivati (9 per cento), vino ed alcolici (7 per cento), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (18 per cento) dove per risparmiare si diffonde purtroppo l’utilizzo di ingredienti low cost importati che spesso nascondono frodi e adulterazioni. Per questo occorre studiare a fondo il fenomeno per supportare l’ottima e costante attività delle forze dell’ordine e stringere le maglie larghe della legislazione nazionale e comunitaria, con l’estensione a tutti i prodotti - conclude la Coldiretti - dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate negli alimenti. LAVORO: FLOP FERIE AGOSTO (-15%) TAGLIA GIOVANI STAGIONALI ll maltempo di agosto ha tagliato i posti di lavoro per i giovani stagionali per tutti quei profili professionali utilizzati dalle strutture turistiche come cuochi, camerieri, bagnini, addetti all'accoglienza, all'informazione, ai servizi e all'assistenza alla clientela ma anche per quelli impegnati nella raccolta della frutta nelle campagne. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat sul lavoro che evidenziano un calo di 88 mila giovani occupati ad agosto rispetto all’anno precedente. Turismo e agricoltura sono i settori che hanno pagato di piu’ in termini economici ed occupazionali il costo di una pazza estate che ha procurato direttamente ed indirettamente perdite economiche superiori al miliardo di euro Ad agosto il 15 per cento degli italiani per un totale di 4,2 milioni di persone, ha modificato conclude la Coldiretti - i propri piani di viaggio o annullato le proprie vacanze a causa del maltempo secondo l’Istituto Piepoli TARIFFE: DA CARO BOLLETTE EFFETTO DOPPIO SU IMPRESE E CONSUMATORI L’ aumento della spesa energetica in un momento di crisi ha un doppio effetto negativo perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l'agroalimentare con l'arrivo del freddo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’aumento dal primo ottobre delle tariffe di luce (+1,7%) e gas (+5,4%) anche per le tensioni in Russia, comunicato dall`Autorità per l`energia elettrica. L’aumento delle tariffe energetiche è gravoso non solo per le famiglie ma anche per le imprese a partire da quelle agroalimentari poichè - conclude la Coldiretti - si riflette in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole a partire da quelle che necessitano di riscaldamento come le serre ma anche la trasformazione e la conservazione degli alimenti. PENSIONI: GAP TRA CITTA’ E CAMPAGNE, A COLTIVATORI 480 EURO Non solo differenze tra nord e sud ma anche tra città e campagne dove in Italia ci sono piu’ di 800 mila pensionati coltivatori diretti con pensioni non superiori a 480 euro al mese che stanno vivendo un periodo estremamente difficile ma che, nonostante questo sono anche impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti in occasione dell’analisi territoriale dell’Istat sui trattamenti pensionistici dalla quale si evidenzia che alla disparità di trattamenti nelle aree rurali si aggiunge anche la carenza di servizi sociali che rende piu’ difficile la vita degli anziani, dagli ospedali alle poste. La maggioranza dei coltivatori diretti pensionati riceve meno della metà di mille euro - afferma il presidente di Federpensionati Coldiretti, Antonio Mansueto – nel sottolineare che “i nostri pensionati comprendono la difficile situazione del Paese, ma non possono tacere sull’insostenibilità sociale della situazione dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sulle quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell’intervento pubblico”. Da qui la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse ma va anche riconosciuto - conclude Mansueto - un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza. FESTA NONNI: NONNI SALVANO BILANCI DI 1 FAMIGLIA SU 3 Ma con i ricordi del passato alimentano anche business dei nipoti, da agricosmetici a abiti anallergici I nonni con i loro risparmi sono di aiuto a piu’ di d una famiglia su tre (37 per cento) ma per il 17 per cento sono anche una fonte di utili consigli e suggerimenti che a volte si trasformano in occasioni di lavoro per i giovani nipoti. E’ quanto emerge da una indagine on line sul sito www.coldiretti.it divulgata in occasione del 60esimo anno dalla nascita di “donne impresa” Coldiretti con la prima mostra sui business delle tradizioni che trasformano le esperienze del passato in idee imprenditoriali che creano occupazione e contribuiscono alla ripresa economica. Dal ritorno dei tessuti naturali che dal baco da seta approdano all’atelier attraverso la sapiente tessitura su un telaio di 200 anni fa ai giochi contadini antichi ma azionati da un particolare impianto ad energia solare, dagli accessori country sempre più richiesti dalle nuove generazioni agli agridetersivi ecologici che sfruttano le mille proprietà delle erbe aromatiche, dall’originalissima linea di agribomboniere e l'innovativo servizio di "wedding planner green” agli abiti anallergici con tinture vegetali ma anche la riscoperta delle conserve della nonna e il recupero di bevande antiche che non temono la crisi sono solo alcuni dei suggerimenti dei nonni che alimentano il business della tradizione, censiti dalla Coldiretti. Si tratta di piccoli grandi segreti gelosamente custoditi nelle campagne ed oggi trasmessi dalle nuove generazioni di imprenditrici agricole desiderose di mettere il loro sapere a disposizione di tutte le donne moderne e non solo. L’inventiva delle imprenditrici della Coldiretti che dimostra concretamente che la tradizione può rappresentare un vero e proprio business è davvero notevole ed è presente in tutte le regioni d’Italia. Tra le idee più particolari ci sono quella dell’imprenditrice sarda che partendo dall'allevamento del baco da seta di razza ”Orgosolo” ottiene attraverso una sapiente tessitura su un telaio antico di 200 anni fa “su Lionzu” il copricapo del costume tradizionale femminile di Orgosolo, una benda di seta grezza color giallo ocra che fascia completamente il capo. Il percorso dal baco all’atelier – sottolinea la Coldiretti – è lungo e faticoso ma il risultato è davvero eccellente, i fili vengono fatti passare attraverso una serie di paletti piantati nel terreno e controllati dalle donne più esperte che ne dirigono gli scambi. Dopo questa operazione viene preparata una treccia densa e cangiante di seta che verrà lavorata col telaio formando il tessuto finito. Nelle Marche è stata inaugurata la filiera del cappello a chilometri zero che unisce le qualità del grano locale con lo stile della cappelleria. Ma le nuove esperienze delle donne della Coldiretti sono ancora molte e spaziano dall’imprenditrice del Lazio che organizza l'innovativo servizio di "wedding planner green” con l’obiettivo di proporre soluzioni alternative ed ecocompatibili, dall'allestimento floreale al pranzo nuziale rigorosamente a km zero ma anche divertenti e originali pic-nic in azienda fino alle agribomboniere confezionate con eccellenti prodotti enogastronomici del territorio ciociaro e rifiniture agresti. E ancora dall’ imprenditrice che in Piemonte produce richiestissimi detersivi ecologici realizzati con le piante aromatiche e officinali, dal detersivo per lavastoviglie a base di alloro, ortica, limone e rosmarino, al sapone da bucato a base di sambuco e carota, tutti completamente ecocompatibili tanto da poterli riutilizzare per innaffiare le piante. Un imprenditrice pugliese ha invece riscoperto l’importanza degli abiti anallergici colorati con tinture vegetali senza l’utilizzo di sostanze chimiche. E così attraverso la coltivazione di ortaggi ed erbe tintorie fornisce coloranti naturali per abiti di alta moda. La gamma dei prodotti – sottolinea la Coldiretti – è variegata, si va dalla cipolla rossa e dorata, alla rapa rossa, dal cavolo viola ai carciofi, dall’edera ai mirtilli, dalle bacche di sambuco alle foglie di ulivo fino al melograno all’ortica e alla liquirizia. E ancora con il prepotente ritorno del desiderio di uno stile di vita più sano ritorna anche la riscoperta delle conserve della nonna. E’ così che nasce l’idea imprenditoriale in molte aziende di svelare i trucchi del mestiere e offrire consigli e suggerimenti ad hoc per conservare al meglio i sapori della frutta e della verdura per tutto l’anno. "La capacità di coniugare innovazione con la tradizione è oggi una delle caratteristiche principali del modello di sviluppo agricolo in Italia" ha affermato Lorella Ansaloni, responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti nel sottolineare che "un contributo importante viene dalle donne che in agricoltura hanno saputo cogliere meglio di tutti le opportunità che vengono dalla multifunzionalità che ha arricchito il settore agricolo". CRISI: IMPRESE ROSA AUMENTANO, IL 30%IN AGRICOLTURA Salgono a 220.079 le imprese agricole guidate da donne in Italia dove ormai nelle campagne quasi una azienda su tre (28,9 per cento) è rosa anche grazie all’allargamento delle attività che è stato recentemente riconosciuto anche nel ricalcolo del Pil. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti donne impresa sui dati Unioncamere relativi al secondo trimestre del 2014, in occasione del 60esimo anno dalla nascita che è stato ricordato con la prima mostra sul business della tradizione con le innovazioni (provenienti da tutte le regioni) che hanno trasformato i ricordi del passato in moderne idee imprenditoriali. Dopo quello del commercio il settore agricolo è sottolinea la Coldiretti - quello in cui la presenza femminile è maggiore tra le diverse attività economiche. L’ingresso progressivo delle donne nell’agricoltura italiana – precisa la Coldiretti – è stato favorito dagli effetti della legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti, che ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali. La presenza innovativa delle donne è infatti piu’ diffusa nelle attività connesse a quella agricola come la trasformazione dei prodotti, il settore dell'agribenessere, le fattorie sociali, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy fino al protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici nazionali come il vino e olio. “Questa multifunzionalità, che è la caratteristica principale delle aziende agricole condotte da donne, genera piu’ occupazione perche sviluppa attivita’ particolari che si affiancano a quella principale per fornire un prodotto o un servizio particolare”, afferma Lorella Ansaloni, responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti. La capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell'ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere - conclude Ansaloni - è una delle principali ragioni della presenza femminile nelle campagne. La crisi spinge il business della tradizione dalle conserve della nonna agli agricosmetici. MALTEMPO: NUBIFRAGI TAGLIANO VINO E OLIO MADE IN ITALY I nubifragi di settembre tagliano la produzione di vino e olio con la raccolta delle olive che è appena iniziata nelle regioni del centro sud dove si è abbattuto il maltempo. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti del maltempo che ha colpito la penisola e che rischia di vanificare il lavoro di un intero anno nelle aziende impegnate nella produzione dei simboli della dieta mediterranea e del Made in Italy. Nei campi si contano i danni reali dei cambiamenti climatici che si manifestano – sottolinea la Coldiretti - con eventi estremi particolarmente violenti come nubifragi e trombe d’aria che mettono a dura prova il lavoro degli agricoltori. Dopo una estate pazza che è costata oltre il miliardo di euro per colpa del maltempo che ha sconvolto soprattutto le attività turistiche e quelle agricole a preoccupare – prosegue la Coldiretti – è l’andamento dell’autunno dal quale dipendeno i risultati economici di quasi mezzo milione di aziende impegnate nella produzione di vino e olio. IL PUNTO COLDIRETTI Il giornale on line per le imprese del sistema agroalimentare Per essere costantemente aggiornati su economia e settori produttivi, fisco, ambiente, lavoro, credito, energia, previdenza, formazione, qualità, innovazione e ricerca, scadenze, prezzi e previsioni meteo. Scaricalo da www.ilpuntocoldiretti.it SCADENZE altre news su: http://www.macerata.coldiretti.it/