A new generation of Marine Surveyors

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A new generation of Marine Surveyors
A SSO C I A Z I O N E I N G EG N E R I P E R I T I D I AVA R I E M A R I T T I M E
A new generation
of Marine Surveyors
Si consolida l’iniziativa dei corsi formativi promossa
in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria Navale
N
ell’ambito del Corso sulle attività e
sul ruolo dell’Ingegnere Navale Li­
bero Professionista che da alcuni
anni AIPAM tiene in collaborazione con il
Dipartimento di Ingegneria Navale
dell’Università degli Studi di Genova (già
DINAV, DINAEL e ora DITEN, Dipartimento
di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica
e delle Telecomunicazioni), si colloca con
continuità una sezione dedicata alla figura
del Perito di Avarie Marittime.
Il primo esperimento è stato fatto nel Mag­
gio 2006 con il benestare del Professore
Carlo Podenzana Bonvino, Direttore del
Dipartimento di Ingegneria Navale, e la
collaborazione dei Docenti. Da allora, oltre
un centinaio di laureandi in ingegneria na­
vale hanno seguito con interesse questi
corsi.
I partecipanti, generalmente studenti del­
l’ultimo anno, vengono a conoscenza di
un’attività lavorativa con la quale difficil­
mente si viene a contatto durante il nor­
male corso di studi, nonché delle prospet­
tive post­laurea nel campo della libera
In this issue, the current President of AIPAM,
professione. La frequenza al Corso consen­
Mr. Alessandro Sommella, defines the initiative
te di maturare crediti per il punteggio fina­
which, having reached its seventh year,
le.
provides a concrete example of cooperation
Dopo la laurea, alcuni hanno la possibilità
between the university world and the world of
di fare esperienza presso gli studi navali
the professions.
più strutturati.
For some years, the AIPAM Partners , in cooperation
Ciò rappresenta un’opportunità per i gio­
with the Naval Engineering Department of the Genoa
vani laureati che si affacciano sul mondo
University (formerly DINAV, DINAEL and currently
del lavoro grazie anche al fatto che AIPAM,
DITEN, Department of Naval Engineering, Electric,
essendo associata alla FEMAS (Federation
Electronic and Telecommunications) have been
of European Maritime Associations of
carrying on a course on the activities and on the role of
Surveyors and Consultants), consente
Freelance Professional Naval Engineers. The course
l’interscambio di dati, informazioni tecni­
incorporates a permanently established section
che ed esperienze nell’ambito di un
devoted to the figure of the Marine Surveyor. The first
network europeo al quale fanno riferi­
Alessandro Sommella
experiment was made in May 2006 with the assent of
mento circa 350 surveyors.
Prof. Carlo Podenzana Bonvino, Manager of the Naval
Nell’intervista che segue, l’attuale Presi­
Engineering Department and with the cooperation of
dente dell’AIPAM, Alessandro Sommella, fa il punto
the teachers. Since then, over one hundred graduands in naval engineering
sull’iniziativa che, giunta al suo settimo anno, rappresenta
have profitably attended these courses.
un esempio concreto del rapporto di collaborazione tra il
The participants, generally final year students, become acquainted with a
mondo universitario e quello delle professioni.
working activity which is seldom approached during the normal course of
Presidente, come si svolgono i corsi ?
Prendendo spunto da casi campione rilevanti, vengono de­
scritte le attività e i ruoli che il perito è chiamato a svolgere
lavorando per l’una o per l’altra parte (Armatore, Noleggia­
tore, Assicuratore scafo e macchina, P&I, Assicuratore cari­
co, Tribunale, etc.). Particolare attenzione viene dedicata ai
casi di avaria generale, soffermandosi sugli aspetti tecnici e
liquidatori, nonché sul rapporto professionale con Cliente e
Parti coinvolte. Dal 2006, anno in cui ha preso il via questa
esperienza, i corsi si sono avvalsi dei contributi di Gino Ans­
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Novembre­Dicembre 2012
studies, and they also come to appreciate after­graduation prospects afforded
in the private practice of the profession.
The attendance to the course allows the accrual of credits for the final points.
After graduation, some have the possibility to make an experience with the
most structured naval engineering firms.
The above is a good opportunity for young graduates first getting in contact
with the working world also thanks to the fact that AIPAM, being an
associated member of FEMAS (Federation of European Maritime Associations
of Surveyors and Consultants), allows the exchange of data, technical
information and experiences within a European network, to which over 350
surveyors make reference.
PROPULSION
aldo, Massimo Canepa, Riccardo Damonte, Massimo
Gronda, Enrico Mattarelli, Andrea Panarello, Nicolò Reg­
gio e mio.
Qualche esempio ?
Quest’anno è stata presentata l’indagine sulla rottura di una
pala di un’elica di superficie di un mega­yacht, curata da
Giulio Gennaro. Dall’avvenimento in poi, sono stati de­
scritti i passi compiuti dai periti per risalire alla root cause,
sottolineando l’importanza di avere buone conoscenze di
base anche di metallurgia e frattologia.
Con un’altra presentazione sul tema dell’estimo navale,
elaborata da Luigi Beraldo e ormai collaudata da anni, si
suggeriscono gli strumenti a disposizione del perito navale
per giungere alla valorizzazione di una nave o di una flotta,
per conto di Assicuratori, Istituti finanziatori o Armatori.
Naturalmente non mancano contributi relativi a progetta­
zione, gestione di commessa, salvataggio, risk assess­
ment messi a punto, nell’ordine, da Carmelo Vaccara, Ales­
sio Gnecco, Luigi Beraldo e il sottoscritto.
Non c’è il rischio che, alla fine, queste informazioni siano
conosciute solo da chi frequenta il corso ?
Stiamo valutando di inserire le presentazioni in maniera in­
tellegibile sul nostro sito www.aipam.org, per renderle
fruibili a tutti gli interessati.
Quindi per la formazione dei nuovi surveyors: “learning by
doing” ma anche preparazione e training con affianca­
mento al senior ?
Certamente, sono convinto che dopo tanti anni di attività,
l’unico vero patrimonio del professionista sia l’esperienza.
Se questa non viene trasmessa a qualcun altro è come non
aver messo a frutto niente. Ritengo che prima di dedicarsi
finalmente al proprio hobby, i periti navali debbano tra­
smettere la loro esperienza ai giovani e cercare di inserirli
nel mondo del lavoro.
Ma non temete un’inflazione di periti in un mercato, peral­
tro in crisi ?
Molti studi professionali lavorano con meno risorse del ne­
cessario mentre altri non hanno lavoro a sufficienza, così le
regole del mercato e la stessa etica professionale e morale
rischiano di venire ignorate, a scapito dell’utenza. Sarebbe
utile dare invece pari opportunità a tutti per un servizio mi­
gliore, al passo coi tempi.
Ancora di più in presenza di una crisi come questa che stia­
mo vivendo da anni e che è diventata, secondo me, un dato
con il quale convivere.
Quindi come dovrebbe essere il perito del futuro ?
Innanzitutto appassionato al proprio lavoro ma anche for­
mato e aggiornato. Noi tutti, come altre categorie di profes­
sionisti, dobbiamo aprirci maggiormente verso le nuove
leve, non si può continuare, come si suol dire, a “rubare il
mestiere”.
Il vostro corso para­universitario prevede anche un ap­
proccio comportamentale sul campo, per esempio come si
deve comportare il surveyor di fronte a sinistri gravi ?
Tecnicamente, oggi esistono le linee guida raccomandate
dall’IMO; inoltre, saper identificare gli interessi in gioco e le
Parti che li rappresentano è già un modo per orientarsi nei
casi complicati. Col tempo e l’esperienza si apprendono i
metodi d’ispezione e le azioni da intraprendere, congiunta­
mente alle altre figure professionali che operano nel tra­
sporto marittimo (legali, liquidatori di avaria, etc.).
Soprattutto, è fondamentale imparare a lavorare in team,
condividendo le proprie competenze con quelle di altri spe­
cialisti e perseguendo i giusti obiettivi con onestà e corret­
tezza.#
(A cura di Angelo Marletta)
I POD Drive Reintjes
e la tecnologia tedesca
N
ell’edizione 2012 del nostro supplemento TTM Yachting
pubblicato nel scorso mese di settembre nel servizio a pa­
gina 43 dedicato alla serie Maiora 29, è stato erroneamen­
te riportato nel testo, contrariamente a quanto pubblicati nella ta­
bella tecnica dello stesso servizio, ” i due Pod fissi della casa tedesca
RENK” in luogo della casa tedesca REINTJES GmbH.
***
Dopo un’esaustiva ricerca di mercato e tre anni di intensa speri­
mentazione nel 2011 Reintjes ha avviato la produzione del si­
stema Fortjes (versione 4000 e poi 5000) dapprima destinato a
yacht di lunghezza tra 15 e 40 m e motorizzazione tra 500 e
2000 kW.
A Genova durante l’edizione del Salone Nautico 2011 Reintjes e
RTN, rappresentante per il mercato italiano, presentarono il
pod drive Fortjes (ad esempio il Fortjes 1000 già in servizio su
uno yacht norvegese) compresa l’attualissima versione ibrida
per l’uso alternativo con potenza elettrica (100­1500 kW) in
“Aree Verdi”.
Come ampiamente men­
zionato nel suddetto arti­
colo per la serie Majora 29
e i nuovi modelli “effi­
cient propulsion” del
2012, ed in particolare
per il m/y Volly su cui è
stato installato il nuovo
Impianto
pod drive FORTJES 4000
POD Reintjes
della REINTJES, l’insolita
e progetto
caratteristica della solu­
su m/yacht
zione propulsiva è di pre­
sentare, per migliorare la
stabilità dinamica, due
pod fissi, cioè non timo­
nabili.
Installato a proravia del
classico timone dello
yacht, questo semplice
pod fisso è dotato di due
eliche controrotanti ed
opposte; sopra la piastra
di supporto installata a
scafo è montato il ridutto­
re azionato dall’albero
motore. Tale soluzione, idrodinamicamente, realizza un mi­
glior flusso sul timone, riduce le condizioni di cavitazione e ga­
rantisce miglior rendimento propulsivo nonché una maggior
stabilità dinamica dello yacht. Costruttivamente consente, con
la sua compattezza, un risparmio di spazio (nella lunghezza
dell’installazione) ed una maggior celerità d’installazione (in
circa 4 ore). Operativamente, specie se dotato di comando a
joystick, il pod viene apprezzato per la facilità di esecuzione e
precisione delle manovre.
***
Mr. Alberto Amici (RTN), sales representative in Italy for Reintjes
GmbH, reported to the TTM editorial desk an error on page 43
(Majora 29) of the last July­August special issue on Yachting. In
fact, while we extensively mentioned the qualities of the Fortjes
4000 pod drive, in the context we erroneously ascribed this pro­
duct to RENK GmbH of Augsburg instead to REINTJES GmbH of
Hamlin, although the correct reference was shown in the adjacent
data table. This involuntary “quid pro quo” was not detected by the
proofreader and might have caused some confusion to the reader’s
attention. With this errata corrige, we also apologize to our Rea­
ders and to the above mentioned Companies for our misprint.#
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