R.2 Relazione geologica

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R.2 Relazione geologica
INDICE
1. PREMESSA ..................................................................................... 1 2. GEOLOGIA E LINEAMENTI TETTONICI DELL’AREA ..... 5 3. MORFOLOGIA ED IDROGRAFIA SUPERFICIALE ............. 9 4. CARATTERI IDROGEOLOGICI DELL’AREA .................... 12 5. STRATIGRAFIA E CARATTERI GEOTECNICI .................. 14 6. INDAGINI DIRETTE ED INDIRETTE .................................... 17 6.1 Perforazioni meccaniche .......................................................... 17 6.2 Prospezione elettrica ................................................................ 18 7. CARATTERIZZAZIONE DEL SOTTOSUOLO ..................... 26 8. CONCLUSIONI ............................................................................ 28 ALLEGATI:
1. documentazione fotografica del sito
2. sezioni elettriche
3. sondaggi elettrici verticali
4. stratigrafie sondaggi meccanici
5. foto carotaggi
1. PREMESSA
La seguente relazione geologica riguarda il Progetto della
Bonifica, con misure di messa in sicurezza permanente, dell’Ex
Discarica Comunale di Triggiano(Ba) – Località “Lama Centopiedi”.
Il sito in oggetto è localizzato nel Comune di Triggiano, in
Località “Lama Centopiedi”, è di proprietà comunale e ricade nella
zona più comunemente nota come Le Lame, dista circa 1,5 chilometri
dall’abitato di Triggiano ed è posto ad est dello stesso. Esso è
raggiungibile percorrendo una strada carreggiabile asfaltata che
collega il sito stesso con la confluenza tra la Strada Mezza Manca, la
Strada Senisi e la Strada Vicinale Specchione Monache. Il lato ovest
della discarica confina con la lama mentre gli altri lati confinano con
suoli agricoli. La strada a grande traffico, più vicina (Strada Statale 16
– Ponte San Giorgio), dista poco più di 1 km ad ovest, mentre in
direzione nord, a circa 1,7 km., è localizzata la Ferrovia Statale BariLecce.
L’area adibita a discarica è delimitata da un muro perimetrale in
muratura e da una recinzione in acciaio con paletti e rete metallica
(altezza di circa 2,20 m ed in gran parte danneggiata), e vi si accede
tramite un cancello in ferro ormai divelto. La collocazione geografica
dell’area è mostrata nella corografia e nell’ortofoto allegate.
La discarica è ubicata in zona parzialmente coltivata (vigneti ed
uliveti) e parzialmente ricoperta da vegetazione spontanea, facilmente
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accessibile con automezzi di trasporto.
L’area individuata comprende una superficie di circa 10.500 m2,
ove è presente il cumulo di rifiuti che nel corso temporale del reale
esercizio del sito ha assunto l’attuale conformazione. Questo è
leggermente sopraelevato rispetto al piano campagna, e si affaccia
sulla lama degradando bruscamente sul fondo della stessa con
profondità di circa 15,0 m.
Si sono programmate indagini per capire l’originaria morfologia
del terreno prima dello stoccaggio dei rifiuti e quindi il
dimensionamento e la localizzazione degli stessi.
L’area adibita a discarica nei periodi di emergenza (in
esecuzione delle più volte citate Ordinanze sindacali) non è mai stata
opportunamente attrezzata allo scopo, se non per ciò che riguarda le
attività legate alla conduzione (compattamento e ricoprimento), e la
semplice delimitazione dell’area con recinzione in muratura e cancello
in ferro (vedi foto).
Sono stati inoltre predisposti una limitata viabilità interna
all’area per l’accesso e per la circolazione dei mezzi ed un cancello di
protezione. Non vi sono pozzi per prelievo di acque ad uso agricolo
rilevati nel raggio di 1 km; il più vicino dista poco meno di 2 km. Il
cancello di accesso nel corso degli anni è stato più volte rimosso, con
la possibile finalità di effettuare in maniera abusiva l’attività di scarico
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di rifiuti di ogni genere. Non si segnala presenza di opere di presa o di
acquedotti in prossimità (nel raggio di oltre 500 m dalla discarica) del
perimetro del sito.
Come precedentemente descritto, tutta l’area è interessata dalla
presenza di rifiuti, distribuita su tutta l’estensione. Pertanto è da
ritenersi che la deposizione giornaliera abbia dato luogo ad un grado
di compattazione dei rifiuti più elevato negli strati più profondi del
deposito che progressivamente tende a ridursi nella parte alta del
rilevato esistente, creando potenziali forme di instabilità, tali da
impedire, in qualche punto, la praticabilità del piano di calpestio sul
corpo discarica. Presumibilmente il grado di compattazione è molto
basso, pari a circa 0,25 t/m3.
Stando alle informazioni raccolte, tra le opere esistenti non è
presente un pozzetto di raccolta del percolato, né una rete di raccolta
all’interno del corpo dei rifiuti.
Dall’analisi delle informazioni raccolte ed a seguito dei
sopralluoghi effettuati, emerge quindi che l’area adibita a stoccaggio
non è stata attrezzata in conformità alle specifiche previste dal par.
4.2.2 della Delibera C.I.T.A.I. del 24 luglio 1984 per le discariche di Ia
Categoria (R.S.U. e R.S.AU.).
Alla fine delle attività di smaltimento, il corpo della discarica è
stato coperto attraverso la messa a dimora di uno strato di terreno
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vegetale e inerti senza una specifica impermeabilizzazione dei rifiuti.
L’ assenza di impermeabilizzazione del corpo dei rifiuti implica
una continua produzione di percolato con contestuale attivazione,
seppur in maniera molto limitata, dalla degradazione acida dei rifiuti.
L’inadeguatezza dei presidi antinquinamento adottati implica,
nonostante la dismissione, ormai da svariati anni, di tutte le attività di
smaltimento nel sito, la sussistenza di concreto rischio di
inquinamento per l’ambiente circostante. Tanto più che l’eluato,
attraversante il corpo dei rifiuti, tende naturalmente e abbastanza
velocemente a defluire verso la lama fuoriuscendo dalla ripida
scarpata degli stessi rifiuti, che si appoggia, in posizione abbastanza
instabile, tra la sponda ed il letto della lama.
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2. GEOLOGIA E LINEAMENTI TETTONICI
DELL’AREA
La zona in esame ricade nel foglio 177, della carta
geologica d’Italia in scala 1:100000;(stralcio carta geologica).
Il territorio di Triggiano dal punto di vista stratigrafico e
strutturale è caratterizzato da alcuni degli elementi che
contraddistinguono l’intero versante adriatico delle Murge, del
quale fa parte. Lo schema geologico, assai semplice, è
costituito da un potente basamento calcareo-dolomitico di età
cretacica riferibile all’unità litostratigrafica del “Calcare di
Bari”.
Il territorio, quindi, è dominato sia nel sottosuolo che in
affioramento da rocce calcaree; depositi continentali eluviocolluviali si rinvengono al fondo di depressioni carsiche
variamente distribuiti nell’areale.
Nell'area presa in esame affiorano estesamente termini delle
successioni carbonatiche del Cretaceo
su cui poggiano in
trasgressione, in lembi più o meno estesi, depositi pliopleistocenici appartenenti sia alla successione del ciclo
sedimentario della Fossa Bradanica sia alla unità dei "Depositi
Marini Terrazzati". Infine, vengono considerati i depositi che
occupano il fondo dei solchi erosivi e delle depressioni
carsiche (Depositi alluvionali e colluviali).
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- Gruppo dei Calcari delle Murge.
La successione localmente affiorante comprende la parte alta
della formazione del "Calcare di Bari" e la parte basale della
sovrastante formazione del "Calcare di Altamura". Il "Calcare di
Bari" affiora limitatamente alla parte medio-bassa del bacino, tra gli
abitati di Sammichele e di Turi. Si tratta di una monotona sequenza di
calcari micritici microfossiliferi e di calcari dolomitici in sequenze
irregolari o cicliche ben stratificate. La successione del "Calcare di
Altarnura" affiora nella parte alta del bacino, ed é costituita da calcari
dolomitici a grana fine e da calcari a Rudiste , stratificati, di età
Cenomaniana - Turoniana.
"Calcarenite di Gravina"
La Calcarenite di Gravina affiora, in lembi piuttosto estesi, in
corrispondenza degli abitati di Gioia del Colle, Casamassiina,
Triggiano e Capurso e, per tratti, anche lungo la fascia costiera. Si
tratta di biocalcareniti e di biocalciruditi, con intercalazioni
calcilutitiche, in banchi di notevole spessore.
Nel Territorio di Gioia dei Colle, la Calcarenite di Gravina
affiora estesamente e per spessori fmo a 10 m; é costituita da
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calcilutiti e calcareniti giallastre, a luoghi poco cementate, massive
fossilifere.
La Calcarenite di Gravina affiora in corrispondenza dell'abitato
di Casamassima, qui, il tratto basale della successione é costituito da
calcareniti bianche o giallastre a luoghi grossolane, di norma porose e
poco cementate, massicce o con cenni di stratificazione.
“Argille sub-appennine”
Si tratta di limi argillosi, a luogo sabbiosi, fossiliferi, di colore
grigio verde, a stratificazione indistinta, a luoghi con incrostazioni
calcitiche, affioranti in corrispondenza dell'abitato di Rutigliano.
Si presentano leggermente sovraconsolidate e altamente
fessurate, le caratteristiche fisiche e meccaniche di queste sono
condizionate dal grado di fessurazione e anche dall'alternanza dei
fenomeni di ritiro e di rigonfiamento, determinato dalle variazioni
stagionali del livello idrico nelle sabbie sovrastanti.
“Sabbie di Monte Marano”
Si tratta di sabbie giallastre calcitiche, prevalentemente limose
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nella parte basale della successione, al contatto con le sottostanti
Argille subappennine. L’unità affiora a Nord-Ovest di Rutigliano in
piccoli lembi e residui.
“Depositi marini terrazzati”
I depositi marini terrazzati affiorano in corrispondenza di
superfici pianeggianti, allungate parallelamente alla costa e poste a
quote via via più basse procedendo dall’Alta Murgia verso il mare.
Tali depositi sono costituiti da sabbie,calcareniti e limi in corpi
dello spessore massimo di 10 m, con alla base, spesso, un livello di
terra rossa.
“ Depositi alluvionali e colluviali”
I depositi alluvionali, si rinvengono sul fondo dei principali
solchi erosivi e delle depressioni carsiche. Sono costituiti da ciottoli
calcarei, in genere arrotondati, e da materiale, eroso di colore bruno
rossastro, derivante dalla disgregazione e dal dilavamento dei calcari
cretacei e delle calcareniti quaternarie.
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3. MORFOLOGIA ED IDROGRAFIA SUPERFICIALE
L’assetto morfologico raffrontabile con quello tipico delle aree
carsiche murgiane di questo settore geografico è caratterizzato da
estesi ripiani degradanti verso mare a mezzo di scarpate.
Il territorio di Triggiano in particolare si estende su un ripiano,
debolmente inclinato verso nord, con quote comprese tra circa
50÷40m, (vedi cartografia).
Non si riconoscono ulteriori particolari e rilevanti elementi
morfologici se non quelle forme tipiche che rientrano nel quadro del
paesaggio carsico (doline, solchi erosivi, valli morte).
La morfologia dell’intero territorio appare generalmente
subpianeggiante, accentuandosi esclusivamente in corrispondenza
delle zone dove affiorano i calcari cretacei ed in corrispondenza della
zona delle lame. L’intera area che si estende a sud di tali rilievi
calcarei e fino alla costa, presenta i caratteri di una piana degradante
verso il mare, interessata da terrazzi paralleli alla costa e da incisioni
che solcano i sedimenti calcarei in direzione nord.
La pianura è interrotta nei pressi della linea di costa dalla
presenza di cordoni dunari paralleli alla costa, aventi altezza massima
di 18 metri e larghezza di 1 Km.
L’elemento morfologico dominante è rappresentato dai già citati
terrazzi marini, il cui sviluppo parte da quote abbastanza elevate s.l.m.
si spinge quasi fino alla linea di costa (5 metri s.l.m.).
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Molto sviluppati appaiono in superficie i processi di erosione
carsica sui depositi calcarei e calcarenitici, evidenti come accumuli di
terre rosse dallo spessore variabile e soprattutto come doline aventi un
diametro massimo di circa 150 metri ed una profondità massima di 20
metri.
Data la natura carsica del territorio, su di esso mancano corsi
d’acqua perenni; in occasione di intensi eventi meteorici, tuttavia,
alcuni solchi erosivi, articolati in reticoli densi e con un medio grado
di gerarchizzazione e spartiacque abbastanza definiti, costituiscono
direttrici di deflusso superficiale per le acque di ruscellamento.
Ne è riprova il fatto che si rinvengono i segni di una erosione
lineare, tipica dell’azione dilavante delle acque di scorrimento, data la
presenza negli alvei di estesi affioramenti rocciosi denudati. Altro
aspetto significativo è rappresentato dalla circostanza che si riscontra
una continuità nello sviluppo lineare delle linee di impluvio, che si
mostrano abbastanza continue.
Nel Territorio Comunale di Triggiano la cosiddetta “lama
Centopiedi” costituisce
un fiume certo attualmente quasi sempre
prosciugato, attivo solo in casi di eventi piovosi eccezzionali.
La discarica in oggetto si colloca sulla sponda destra della Lama
Centopiedi (foto), in un’ansa della sponda destra della lama, nella
parte interna di una curva che piega verso Est.
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Il cumulo di rifiuti che si riversa fino a raggiungere il letto della
lama
ha
modificato
l’andamento
morfologico
dell’incisione,
abbastanza marcata, che la lama presenta in questo punto.
Bisogna precisare comunque che il corpo dei rifiuti, al piede,
laddove poggia sul letto della lama, presenta dei chiari segni di
erosione ed estesi affioramenti rocciosi denudati che rivelano chiari
fenomeni di scorrimento di acque, a regime torrentizio e abbastanza
recenti.
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4. CARATTERI IDROGEOLOGICI DELL’AREA
I calcari cretacei risultano caratterizzati da permeabilità
primaria bassissima laddove compatti e omogenei, mentre mostrano
generalmente un’alta permeabilità “secondaria” direttamente collegata
alla presenza di fratture di origine tettonica e carsica; tali fratture
determinano la formazione di una rete diffusa di canali sotterranei che
consentono la circolazione idrica.
Le sovrastanti coperture calcarenitiche e i sedimenti grossolani
e psammitici, presentano invece una permeabilità esclusivamente
primaria, tipica di rocce porose, la cui tessitura è caratterizzata
soprattutto dalla presenza di spazi intergranulari, tra loro comunicanti.
Talora anche alcuni livelli dei calcari cretacei, soprattutto se
ricchi di resti fossili, possono avere una permeabilità primaria.
Le
unità
litologiche
impermeabili
sono
rappresentate
essenzialmente dalle argille e dai limi lagunari e palustri quaternari. In
conseguenza delle caratteristiche litologico-strutturali dell’acquifero
profondo, le dinamiche di circolazione idrica non avvengono in modo
uniforme, bensì in funzione della maggiore o minore permeabilità dei
calcari, dovuta, come già detto, al diverso grado di fratturazione e/o
dissoluzione carsica.
La falda presente nel territorio di Triggiano è localizzata a
debole profondità ed è di tipo confinato, sia sul tetto che al fondo da
strati impermeabili, tale da definirsi “in pressione” e posta alla
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profondità variabile tra 50 m e 40 m, con risalite variabili tra 5 m e 10
m a seconda delle caratteristiche specifiche del sottosuolo.
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5. STRATIGRAFIA E CARATTERI GEOTECNICI
Dall’analisi delle stratigrafie redatte è emerso che nell’area
investigata, in generale, sussiste uno strato di terreno vegetale di
spessore compreso fra 0,3m e 0,8m il quale poggia direttamente
sull’ammasso carbonatico.
Tale substrato è costituito da un’alternanza di strati di spessore
variabile come di seguito rappresentato:
9 Calcare a granulometria grossolana di colore biancastro,
fratturato, in banchi dello spessore di 30-50cm, con livelli di
calcare detritico;
9 Calcare di colore nocciola a granulometria grossolana,
friabile;
9 Calcare micritico, carsificato e fratturato, con terra rossa;
9 Calcare detritico, alterato e fratturato, con terra rossa e
livelli detritici.
Nel sottosuolo limitrofo al corpo rifiuti è stata rilevata la
presenza di zone del substrato dotate di elevata fessurazione, con
fratture riempite di materiale limo-residuale; l’abbattimento dei valori
delle resistività, registrato nelle prospezioni elettriche, può essere
legato alla presenza di “livelli idrici” che interessano in maniera
difforme il substrato.
I terreni affioranti nell'area interessata dal progetto, quindi, sono
rappresentati da calcari spesso affioranti in superficie, verso Est. Si
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tratta di formazioni lapidee che si presentano prevalentemente in strati
e banchi molto fratturati con immersione di circa 10° verso N-NW.
Generalmente questi calcari pugliesi sono buoni terreni di fondazione
essendo caratterizzati da valori elevati del carico di rottura ( fino a più
di 1.000 Kg/cmq sul campione) e da modulo di elasticità anche
superiori a 200.000 Kg/cm2. Va comunque fatto presente che in alcuni
casi sono stati misurati anche valori molto bassi dei parametri dinanzi
citati, che mettono in evidenza caratteri scadenti. Un’insidia
pericolosa in queste rocce è rappresentata da cavità carsiche sia vuote
che riempite da terra rossa.
Le indagini dirette ed indirette svolte nell’area dell’ impianto
hanno messo in evidenza, dopo un primo, esiguo strato di terreni di
riporto (0,30-0,40m), la presenza di strati calcarei mediamente
fratturati, di spessore di circa 8-9cm., poggianti su un substrato
sicuramente più compatto.
Di seguito, al fine di una caratterizzazione geotecnica più
dettagliata, vengono riportati i valori medi dei principali parametri
fisici e meccanici dei litotipi presenti.
In generale, riferendosi ad indagini condotte nelle vicinanze, e
all’esperienza dello scrivente è possibile attribuire a questi litotipi
carbonatici i seguenti parametri fisico-meccanici:
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Densità
2 t/m3
Resistenza a compressione monoassiale
400 Kg/cm2
Velocità onde longitudinali (Vp)
2000 m/sec
Modulo di Joung (Ed)
50000 Kg/cm2
Modulo di Taglio (G)
20000 Kg/cm2
Coefficiente di Poisson (p)
0,30
Tensione ammissibile in fondazione (σa)
3,00 Kg/cm2
Coefficiente di sottofondo (K)
15,00 Kg/cm3
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6. INDAGINI DIRETTE ED INDIRETTE
6.1 Perforazioni meccaniche
La campagna di perforazioni, ubicata come nella planimetria
allegata, si è sviluppata attraverso le seguenti fasi:
-Realizzazione di n.3 perforazioni a carotaggio continuo (101
mm) della profondità di 5m dal p.c., (FN1, FN2 e FN3) al fine di
ricavare le concentrazioni di fondo naturale del sito in assenza di
rifiuti depositati, in prossimità dei confini delle particelle, in zone
situate a distanza tale da poter ritenere assenti fenomeni di
contaminazione del suolo e del sottosuolo.
-Realizzazione di n.4 perforazioni verticali (101 mm) della
profondità di 45m dal p.c. all’esterno ed in adiacenza al rilevato
costituente il corpo della discarica (P1…P4) per il prelievo di
campioni di terreno e di acqua da sottoporre alle previste analisi;
-Realizzazione di n.10 perforazioni a carotaggio continuo
all’interno del corpo della discarica (S1….S10) del diametro di 101
mm e alla profondità di 10m dalla parte sommitale della discarica per
la valutazione degli spessori e per il prelievo di campioni di rifiuti e di
terreno da sottoporre alle previste determinazioni analitiche;
Si allegano le stratigrafie e le foto delle cassette catalogatrici.
Le perforazioni esterne al corpo della discarica sono state
effettuate a carotaggio continuo fino al prelievo dell’ultimo campione
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previsto e successivamente a distruzione di nucleo fino alla profondità
stabilita, sempre comunque al di sotto della falda idrica.
Nelle stesse perforazioni sono stati istallati i piezometri e si
sono effettuate misure periodiche per stabilire il livello statico della
stessa falda riportato nelle stesse stratigrafie.
Le perforazioni ricadenti sul corpo della discarica non hanno
potuto interessare uniformemente tutta l’area per l’instabilità del piano
attuale di calpestio delle aree più vicine al ciglio sulla lama . Infatti in
queste aree i rifiuti presenti in superficie risultano poco compattati per
l’agibilità di mezzi pesanti, inoltre l’altezza della sponda e la pendenza
con cui la scarpata del rifiuto digrada verso le quote sottostanti, non ha
permesso, per questioni di sicurezza, il posizionamento dei mezzi di
perforazione su tutta l’area.
6.2 Prospezione elettrica
Per ottenere informazioni stratigrafiche ed idrogeologiche su
tutta l’area d’indagine si è eseguita una indagine con profili elettrici
(Tomografie Elettriche) e sondaggi elettrici verticali (S.E.V.).
L’indagine realizzata in loco, a complemento della indagine
diretta appena descritta, è consistita nella realizzazione di n. 5 profili
elettrici del tipo Dipolo-dipolo assiale e n.2 sondaggi elettrici verticali
del tipo Schlumberger per una profondità di 50m, ubicati così come
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indicato nella carta delle ubicazioni.
L’ubicazione di questi profili, è stata programmata in maniera
da coprire quanto più possibile le aree interessate dall’intervento
specifico, vale a dire n. 5 basi all’interno del corpo discarica e n. 2
S.E.V. all’esterno, rispettando a pieno le indicazione contenute nel
Piano di Caratterizzazione.
Lo scopo di questa indagine è stato quello di individuare nel
sottosuolo dell’area
la presenza dei corpi a differente risposta
geoelettrica, legata a differente litologia e/o differente grado di
saturazione per presenza di rifiuto
e/o di zone di accumulo di
percolato, e per valutare lo stato di uniformità litologica ed il livello
della falda.
Profili elettrici dipolo-dipolo e Wenner
L'indagine geoelettrica, per linee, è stata condotta in corrente
continua utilizzando le metodologie dei profili elettrici dipolodipolo e Wenner.
In totale sono stati effettuati cinque profili elettrici posti sulla
discarica così come mostrato in allegato 1 “Ubicazione misure
elettriche”.
Tutti i profili sono stati condotti con una doppia metodologia:
dipolo-dipolo e Wenner. La scelta di eseguire entrambe le suddette
modalità di acquisizione dei dati risiede nella possibilità di indagare
il sottosuolo nel modo più dettagliato possibile. Infatti, la
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configurazione dipolo-dipolo, essendo una tecnica condotta in
maniera asimettrica, consente di ottenere una migliore risposta
relativamente alle variazioni laterali di resistività; la configurazione
Wenner, invece, è in grado di interpretare meglio il sottosuolo da un
punto di vista elettrostratigrafico.
Per l’acquisizione dei dati è stata adoperata la strumentazione
SYSCAL Pro (switch version) della IRIS Instruments.
Il SYSCAL Pro è un georesistivimetro a dieci canali in grado di
energizzare un dipolo, tramite corrente continua (sotto forma di
onde quadre a bassissima frequenza), e registrare la differenza di
potenziale
del
campo
elettrico
indotto
nel
sottosuolo
contemporaneamente in dieci differenti dipoli. Conoscendo la
posizione degli elettrodi è possibile così calcolare, per ogni misura,
il valore di resistività apparente, tramite la nota relazione: Res.
app.= K*V/I
Con la versione “switch” da noi adoperata, è stato possibile
usare la strumentazione in modalità a sequenze automatiche, tramite
il software “ELECTRE II”.
per l’elaborazione dei dati sono stati usati I programmi:
RES2DINV e RES3DINV.
Il RES2DINV, determina automaticamente un modello di
resistività bidimensionale del sottosuolo.
L’elaborazione dei dati è stata eseguita apportando alcune
modifiche a determinati parametri, al fine di ridurre quanto più
possibile l’errore di RMS finale. I risultati ottenuti dalle
elaborazioni dei 5 profili elettrici con il software RES2DINV sono
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mostrati in allegato 2, dove sono raffigurate sia le pseudosezioni di
resistività apparente relative ai dati di campagna, sia le sezioni
elettriche ottenute dall’elaborazione del software in uso, con
annesse correzioni topografiche.
Premesso che l’indagine in oggetto è finalizzata alla definizione
di un corpo discarica, diremo che essa è situata in un contesto
geologico prevalentemente carbonatico. Ciò, da un punto di vista
geoelettrico, equivale al rilievo di un corpo generalmente
conduttivo immerso in un contenitore resistivo.
Al fine di evidenziare tali caratteristiche geoelettriche delle
sezioni ottenute è stata impiegata una scala cromatica logaritmica,
con un fattore d’incremento pari a 1.41.
Per quanto riguarda, invece, l’elaborazione dei dati tramite il
RES3DINV, tale software, così come il RES2DINV, determina
automaticamente
un
modello
di resistività
del
sottosuolo,
fornendone, però, una visualizzazione tridimensionale.
Sebbene l’indagine sia stata eseguita tramite entrambi i
dispositivi elettrodici (Wenner e dipolo-dipolo), in allegato sono
mostrate le sezioni orizzontali e i piani verticali inerenti alla sola
configurazione Wenner, per la migliore risposta ottenuta con questo
dispositivo.
In allegato 3 vengono visualizzate, sulla sinistra, cinque piani
orizzontali (slice) a differenti quote (82, 78, 73.5, 69, 62 e 56 metri
s.l.m.)e, sulla destra, le sezioni verticali ottenute con elaborazione
tridimensionale.
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In questo modo, è stato possibile evidenziare come il complesso
carbonatico si attesti intorno a valori di resistività compresi tra 200
e 300 Ohm-m, mentre il corpo discarica è caratterizzato da valori di
resistività all’incirca inferiori-uguali a 5 Ohm-m.
Sulla base dei valori di resistività rilevati in sito Il corpo della
discarica sembra estendersi fino a profondità variabile tra i 3-15
metri dal piano d’indagine.
E’ bene ricordare che è stato considerato, come limite di
separazione tra i due mezzi, il valore di 5 Ohm-m in quanto la
tipologia di rifiuto in esame è “generalmente” al di sotto di questo
valore.
Le sezioni stratigrafiche, trasversali e longitudinali all’area
investigata, riportate negli allegati, sono scaturite dalla correlazione
tra parametri elettrici e natura dei terreni presenti. Esse
rappresentano un modello stratigrafico in cui si evidenzia il corpo
dei rifiuti rispetto al substrato calcareo.
Nell’ambito del corpo dei rifiuti si sono evidenziate delle aree
abbastanza resistive, questo probabilmente è dovuto alla presenza
nel rifiuto di zone anidre rispetto all’insieme che si presenta
abbastanza saturo.
Sondaggi elettrici verticali SEV
Per avere indicazioni sulla falda profonda e sulla stratigrafia e
natura dei terreni presenti a protezione di questa è stata adoperata la
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tecnica del sondaggio elettrico verticale (SEV), idonea per studi
stratigrafici.
Si sono effetuati 2 SEV, il primo da 100m AB/2 ed il secondo
da 160m AB/2.
Come metodologia di indagine è stata usata quella di
Schlumberger, che utilizza un dispositivo elettrico quadripolare,
simmetrico e collineare.
La tecnica operativa è consistita nello scegliere, innanzitutto, un
centro per ogni SEV, ovvero un centro di simmetria per il dispositivo
elettrodico e, successivamente, la sua direzione di espansione.
Per ogni posizione di tale dispositivo, è stata inviata corrente
continua nel terreno tramite due elettrodi (A e B), esterni al quadripolo
e si è registrata
la differenza di potenziale del campo elettrico,
artificialmente indotto, mediante il dipolo interno (M e N).
L’energizzazione è stata ottenuta con un opportuno alimentatore
in corrente continua ad alta tensione, mentre la differenza di
potenziale è stata registrata utilizzando un millivoltometro ad alta
impedenza di ingresso e ad alta precisione (0,01 milliVolts).
Nella figura allegata è riportata l’ubicazione con la rispettiva
direzione di propagazione dei dispositivi eletrodici.
Attraverso i dati acquisiti, è stata calcolata la resistività
apparente e riportata sul grafico bilogaritmico in funzione della
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semidistanza elettrodica (AB/2).
Tale grafico è stato interpretato quantitativamente secondo un
modello monodimensionale, costituito da sequenze di elettrostrati
geometricamente piani e paralleli e fisicamente omogenei e isotropi.
L’interpretazione, eseguita tramite computer, utilizzando un
opportuno software applicativo (Resixplus della Interpex Ltd.), ha
permesso di ricavare l’ elettrostratigrafia riportata nelle stessa figura.
L'analisi della pseudosezione di resistività mostra un primo
strato , spesso
10-12m, con resistività tra i 600 ed 800 ohm-m,
associabile a strati di roccia calcarea abbastanza compatta e poco
fratturata. Con la profondità la resistività si attesta su valori di circa
300 hom-m indicando la presenza di strati calcarei sicuramente più
fratturati e carsificati.
Il primo profilo ha raggiunto una profondità d’indagine di 60m
il secondo di 100m.
Per ciò che concerne la correlazione delle caratteristiche
elettriche con la litologia del sottosuolo indagato, possiamo ritenere
che, in generale, il valore della resistività, rilevato in sito, è tipico di
un ammasso carbonatico piuttosto compatto e poco fratturato e
carsificato, fino ad una profondità di circa 10-12m dal piano
campagna, seguito da calcare abbastanza fratturato. Il profilo 2 ad una
profondità di 40m registra un calo brusco di resistività che indica la
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presenza dell’acqua.
Le zone più conduttive contengono una maggiore quantità di
prodotti residuali che implicano minore permeabilità.
I valori di resistività più elevati riscontrati variano tra i 600 e
800 Ohm-m. A questi valori di resistività si può far corrispondere, per
le rocce calcaree, una permeabilità tra i 10-4 cm/s ed i 10-5 cm/s. Ai
valori più bassi tra 300 Ohm-m si possono correlare terreni con
permeabilità tra: 10-2- 10-3.
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7. CARATTERIZZAZIONE DEL SOTTOSUOLO
Tutte le indagini svolte hanno permesso di approfondire la
conoscenza dello stato del suolo, del sottosuolo e della falda idrica
sotterranea. Nel seguito si illustreranno i risultati ottenuti da queste
attività di caratterizzazione che costituiscono elementi indispensabili
per la progettazione dell’intervento di bonifica in progetto.
La valutazione di possibili situazioni di inquinamento del suolo
e del sottosuolo limitrofo alla discarica è stata messa in evidenza dalla
tomografia elettrica e quindi dai sondaggi geognostici finalizzati alla
definizione della discarica ed al prelievo di campioni da sottoporre ad
analisi chimico-fisiche.
La rappresentazione stratigrafica allegata mette in evidenza lo
spessore dei rifiuti, la natura e lo stato di fratturazione del substrato
calcareo fino al livello acquifero in esso contenuto.
Il sottosuolo sul quale giace il corpo-rifiuti si caratterizza per la
presenza di un potente strato di rocce calcaree, che alternano strati di
calcare compatto a strati di calcare fratturato (vedi stratigrafie, foto e
sezione). L’immersione degli strati calcarei risulta di circa 10° verso
N-NW, per cui il fronte NW della discarica poggia su strati calcarei
leggermente a franapoggio: questo contribuisce ancora di più sia
all’instabilità del corpo rifiuti che alla fuoriuscita del percolato verso il
fondo lama.
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E’ del tutto ragionevole, quindi, ritenere che la contaminazione
ascrivibile alla presenza del corpo-rifiuti sia soprattutto concentrata
sul fondo della lama, dove eventuali infiltrazioni potrebbero
facilmente raggiungere la falda sia per la maggiore probabilità, in
questa zona, della presenza di fratture e fenomeni carsici spinti in
profondità, sia per la maggiore vicinanza del livello della falda.
La falda monitorata, infatti, giace ad una profondità di circa
30m dal piano di accesso alla discarica, ma a solo 15m dal fondo della
lama, ovvero ad una quota ed in una situazione già naturalmente poco
protetta, facilmente raggiungibile dai rilasci liquidi da parte del banco
dei rifiuti. E’ altresì da rilevare come, allo stato attuale, in caso di
eventi piovosi eccezionali
gli stessi liquidi inquinanti potrebbero
direttamente essere trasportati sulle aree più basse verso il vicino
mare.
La situazione ambientale del sito e l’instabilità del corpo rifiuti
comunque, sono tali da rendere certamente necessari degli interventi
finalizzati all’asportazione ed all’allontanamento del corpo rifiuti.
Si consiglia quindi di eseguire un intervento di rimozione di
tutti i rifiuti.
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8. CONCLUSIONI
A conclusione dei dati fin qui esposti seguono le seguenti
considerazioni.
La discarica da bonificare è un riversamento di rifiuti solidi
urbani effettuato dall’alto lungo un’insenatura della sponda destra
della lama Centopiedi nel territorio comunale di Triggiano (Ba), che
attualmente ha modificato notevolmente la morfologia di questo tratto
di lama (foto aerea)
Questo riversamento occupa una superficie nella parte più alta
di 10.500 mq. e degrada con un’inclinazione di circa 45° fino ad
appoggiarsi sul fondo della Lama (vedi foto).
Il letto della lama lungo il tratto in corrispondenza della
discarica risulta ristretto ed abbastanza inciso.
Dal rilevamento in questo tratto si notano chiari segni di
scorrimento recente di acqua, che nei momenti di maggiore flusso ha
raggiunto la base del cumulo di immondizia procurando scalzamento
al piede (vedi foto).
Si capisce quindi come questo cumulo rappresenti un serio
rischio di inquinamento per tutte le acque che lo permeano
riversandosi nella lama; la sua stessa posizione, inoltre, la particolare
geometria della superficie su cui è appoggiato e l’inclinazione degli
strati lo rendono particolarmente instabile nei momenti più critici di
piovosità.
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Le indagini condotte ci hanno fornito dei dati sufficienti sia per
la definizione della geometria della originaria morfologia, sia per la
litologia dei terreni, sia per la valutazione dell’ambiente geologico ed
idrogeologico in cui si insiste questa discarica.
Le caratteristiche geolitologiche e strutturali, unitamente ai
caratteri geomorfologici ed idrologici del sito, consentono di mettere
in evidenza condizioni di instabilità del cumulo depositato; esistono
infatti serie possibilità di dissesti del corpo dei rifiuti.
Il sito, inoltre, ricade, secondo la nuova normativa sismica in
categoria 3.
Per quanto concerne l’idrografia e l’idrogeologia, quest’area si
trova parzialmente in una zona di recapito delle acque piovane; la
permeabilità del calcare sottostante, interessato da fratturazione e
carsismo, è estremamente variabile; il livello statico della falda
acquifera al di sotto di esso si trova a circa 38m dal p.c. per le quote
più elevate e a circa 23m per le quote più basse. La direzione di flusso
delle acque sotterranee è da S verso N.
Il pericolo maggiore di inquinamento attuale deriva dalla
particolare posizione del deposito in questione. Infatti le acque zenitali
ricadenti sul corpo rifiuti in parte fluiranno dilavando la superficie
direttamente nella lama, ed in parte entreranno nel corpo rifiuti fino a
raggiungere
gli
strati
calcarei
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sottostanti
dove
tenderanno
rapidamente a fuoriuscire secondo l’inclinazione degli stessi strati,
riversandosi nella lama.
Le zone più compromesse, come facilmente presumibile,
sono quella del fondo lama posta nelle immediate vicinanze del
corpo-rifiuti e, per le pendenze naturali del terreno, quella posta a
valle rispetto all’ammasso dei rifiuti.
Si
ritengono
necessari,
pertanto,
l’asportazione
e
l’allontanamento dei rifiuti, ripristinando così l’originaria morfologia
di questo bellissimo tratto della Lama Centopiedi (vedi Foto).
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STRALCIO CARTA GEOLOGICA FOGLIO 177
LEGENDA
ALLEGATO 1
Documentazione fotografica del sito
ALLEGATO 2
Sezioni elettriche
ALLEGATO 3
Sondaggi elettrici verticali
ALLEGATO 4
Stratigrafie sondaggi meccanici
ALLEGATO 5
Foto carotaggi