R.2 Relazione geologica
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R.2 Relazione geologica
INDICE 1. PREMESSA ..................................................................................... 1 2. GEOLOGIA E LINEAMENTI TETTONICI DELL’AREA ..... 5 3. MORFOLOGIA ED IDROGRAFIA SUPERFICIALE ............. 9 4. CARATTERI IDROGEOLOGICI DELL’AREA .................... 12 5. STRATIGRAFIA E CARATTERI GEOTECNICI .................. 14 6. INDAGINI DIRETTE ED INDIRETTE .................................... 17 6.1 Perforazioni meccaniche .......................................................... 17 6.2 Prospezione elettrica ................................................................ 18 7. CARATTERIZZAZIONE DEL SOTTOSUOLO ..................... 26 8. CONCLUSIONI ............................................................................ 28 ALLEGATI: 1. documentazione fotografica del sito 2. sezioni elettriche 3. sondaggi elettrici verticali 4. stratigrafie sondaggi meccanici 5. foto carotaggi 1. PREMESSA La seguente relazione geologica riguarda il Progetto della Bonifica, con misure di messa in sicurezza permanente, dell’Ex Discarica Comunale di Triggiano(Ba) – Località “Lama Centopiedi”. Il sito in oggetto è localizzato nel Comune di Triggiano, in Località “Lama Centopiedi”, è di proprietà comunale e ricade nella zona più comunemente nota come Le Lame, dista circa 1,5 chilometri dall’abitato di Triggiano ed è posto ad est dello stesso. Esso è raggiungibile percorrendo una strada carreggiabile asfaltata che collega il sito stesso con la confluenza tra la Strada Mezza Manca, la Strada Senisi e la Strada Vicinale Specchione Monache. Il lato ovest della discarica confina con la lama mentre gli altri lati confinano con suoli agricoli. La strada a grande traffico, più vicina (Strada Statale 16 – Ponte San Giorgio), dista poco più di 1 km ad ovest, mentre in direzione nord, a circa 1,7 km., è localizzata la Ferrovia Statale BariLecce. L’area adibita a discarica è delimitata da un muro perimetrale in muratura e da una recinzione in acciaio con paletti e rete metallica (altezza di circa 2,20 m ed in gran parte danneggiata), e vi si accede tramite un cancello in ferro ormai divelto. La collocazione geografica dell’area è mostrata nella corografia e nell’ortofoto allegate. La discarica è ubicata in zona parzialmente coltivata (vigneti ed uliveti) e parzialmente ricoperta da vegetazione spontanea, facilmente -1- accessibile con automezzi di trasporto. L’area individuata comprende una superficie di circa 10.500 m2, ove è presente il cumulo di rifiuti che nel corso temporale del reale esercizio del sito ha assunto l’attuale conformazione. Questo è leggermente sopraelevato rispetto al piano campagna, e si affaccia sulla lama degradando bruscamente sul fondo della stessa con profondità di circa 15,0 m. Si sono programmate indagini per capire l’originaria morfologia del terreno prima dello stoccaggio dei rifiuti e quindi il dimensionamento e la localizzazione degli stessi. L’area adibita a discarica nei periodi di emergenza (in esecuzione delle più volte citate Ordinanze sindacali) non è mai stata opportunamente attrezzata allo scopo, se non per ciò che riguarda le attività legate alla conduzione (compattamento e ricoprimento), e la semplice delimitazione dell’area con recinzione in muratura e cancello in ferro (vedi foto). Sono stati inoltre predisposti una limitata viabilità interna all’area per l’accesso e per la circolazione dei mezzi ed un cancello di protezione. Non vi sono pozzi per prelievo di acque ad uso agricolo rilevati nel raggio di 1 km; il più vicino dista poco meno di 2 km. Il cancello di accesso nel corso degli anni è stato più volte rimosso, con la possibile finalità di effettuare in maniera abusiva l’attività di scarico -2- di rifiuti di ogni genere. Non si segnala presenza di opere di presa o di acquedotti in prossimità (nel raggio di oltre 500 m dalla discarica) del perimetro del sito. Come precedentemente descritto, tutta l’area è interessata dalla presenza di rifiuti, distribuita su tutta l’estensione. Pertanto è da ritenersi che la deposizione giornaliera abbia dato luogo ad un grado di compattazione dei rifiuti più elevato negli strati più profondi del deposito che progressivamente tende a ridursi nella parte alta del rilevato esistente, creando potenziali forme di instabilità, tali da impedire, in qualche punto, la praticabilità del piano di calpestio sul corpo discarica. Presumibilmente il grado di compattazione è molto basso, pari a circa 0,25 t/m3. Stando alle informazioni raccolte, tra le opere esistenti non è presente un pozzetto di raccolta del percolato, né una rete di raccolta all’interno del corpo dei rifiuti. Dall’analisi delle informazioni raccolte ed a seguito dei sopralluoghi effettuati, emerge quindi che l’area adibita a stoccaggio non è stata attrezzata in conformità alle specifiche previste dal par. 4.2.2 della Delibera C.I.T.A.I. del 24 luglio 1984 per le discariche di Ia Categoria (R.S.U. e R.S.AU.). Alla fine delle attività di smaltimento, il corpo della discarica è stato coperto attraverso la messa a dimora di uno strato di terreno -3- vegetale e inerti senza una specifica impermeabilizzazione dei rifiuti. L’ assenza di impermeabilizzazione del corpo dei rifiuti implica una continua produzione di percolato con contestuale attivazione, seppur in maniera molto limitata, dalla degradazione acida dei rifiuti. L’inadeguatezza dei presidi antinquinamento adottati implica, nonostante la dismissione, ormai da svariati anni, di tutte le attività di smaltimento nel sito, la sussistenza di concreto rischio di inquinamento per l’ambiente circostante. Tanto più che l’eluato, attraversante il corpo dei rifiuti, tende naturalmente e abbastanza velocemente a defluire verso la lama fuoriuscendo dalla ripida scarpata degli stessi rifiuti, che si appoggia, in posizione abbastanza instabile, tra la sponda ed il letto della lama. -4- 2. GEOLOGIA E LINEAMENTI TETTONICI DELL’AREA La zona in esame ricade nel foglio 177, della carta geologica d’Italia in scala 1:100000;(stralcio carta geologica). Il territorio di Triggiano dal punto di vista stratigrafico e strutturale è caratterizzato da alcuni degli elementi che contraddistinguono l’intero versante adriatico delle Murge, del quale fa parte. Lo schema geologico, assai semplice, è costituito da un potente basamento calcareo-dolomitico di età cretacica riferibile all’unità litostratigrafica del “Calcare di Bari”. Il territorio, quindi, è dominato sia nel sottosuolo che in affioramento da rocce calcaree; depositi continentali eluviocolluviali si rinvengono al fondo di depressioni carsiche variamente distribuiti nell’areale. Nell'area presa in esame affiorano estesamente termini delle successioni carbonatiche del Cretaceo su cui poggiano in trasgressione, in lembi più o meno estesi, depositi pliopleistocenici appartenenti sia alla successione del ciclo sedimentario della Fossa Bradanica sia alla unità dei "Depositi Marini Terrazzati". Infine, vengono considerati i depositi che occupano il fondo dei solchi erosivi e delle depressioni carsiche (Depositi alluvionali e colluviali). -5- - Gruppo dei Calcari delle Murge. La successione localmente affiorante comprende la parte alta della formazione del "Calcare di Bari" e la parte basale della sovrastante formazione del "Calcare di Altamura". Il "Calcare di Bari" affiora limitatamente alla parte medio-bassa del bacino, tra gli abitati di Sammichele e di Turi. Si tratta di una monotona sequenza di calcari micritici microfossiliferi e di calcari dolomitici in sequenze irregolari o cicliche ben stratificate. La successione del "Calcare di Altarnura" affiora nella parte alta del bacino, ed é costituita da calcari dolomitici a grana fine e da calcari a Rudiste , stratificati, di età Cenomaniana - Turoniana. "Calcarenite di Gravina" La Calcarenite di Gravina affiora, in lembi piuttosto estesi, in corrispondenza degli abitati di Gioia del Colle, Casamassiina, Triggiano e Capurso e, per tratti, anche lungo la fascia costiera. Si tratta di biocalcareniti e di biocalciruditi, con intercalazioni calcilutitiche, in banchi di notevole spessore. Nel Territorio di Gioia dei Colle, la Calcarenite di Gravina affiora estesamente e per spessori fmo a 10 m; é costituita da -6- calcilutiti e calcareniti giallastre, a luoghi poco cementate, massive fossilifere. La Calcarenite di Gravina affiora in corrispondenza dell'abitato di Casamassima, qui, il tratto basale della successione é costituito da calcareniti bianche o giallastre a luoghi grossolane, di norma porose e poco cementate, massicce o con cenni di stratificazione. “Argille sub-appennine” Si tratta di limi argillosi, a luogo sabbiosi, fossiliferi, di colore grigio verde, a stratificazione indistinta, a luoghi con incrostazioni calcitiche, affioranti in corrispondenza dell'abitato di Rutigliano. Si presentano leggermente sovraconsolidate e altamente fessurate, le caratteristiche fisiche e meccaniche di queste sono condizionate dal grado di fessurazione e anche dall'alternanza dei fenomeni di ritiro e di rigonfiamento, determinato dalle variazioni stagionali del livello idrico nelle sabbie sovrastanti. “Sabbie di Monte Marano” Si tratta di sabbie giallastre calcitiche, prevalentemente limose -7- nella parte basale della successione, al contatto con le sottostanti Argille subappennine. L’unità affiora a Nord-Ovest di Rutigliano in piccoli lembi e residui. “Depositi marini terrazzati” I depositi marini terrazzati affiorano in corrispondenza di superfici pianeggianti, allungate parallelamente alla costa e poste a quote via via più basse procedendo dall’Alta Murgia verso il mare. Tali depositi sono costituiti da sabbie,calcareniti e limi in corpi dello spessore massimo di 10 m, con alla base, spesso, un livello di terra rossa. “ Depositi alluvionali e colluviali” I depositi alluvionali, si rinvengono sul fondo dei principali solchi erosivi e delle depressioni carsiche. Sono costituiti da ciottoli calcarei, in genere arrotondati, e da materiale, eroso di colore bruno rossastro, derivante dalla disgregazione e dal dilavamento dei calcari cretacei e delle calcareniti quaternarie. -8- 3. MORFOLOGIA ED IDROGRAFIA SUPERFICIALE L’assetto morfologico raffrontabile con quello tipico delle aree carsiche murgiane di questo settore geografico è caratterizzato da estesi ripiani degradanti verso mare a mezzo di scarpate. Il territorio di Triggiano in particolare si estende su un ripiano, debolmente inclinato verso nord, con quote comprese tra circa 50÷40m, (vedi cartografia). Non si riconoscono ulteriori particolari e rilevanti elementi morfologici se non quelle forme tipiche che rientrano nel quadro del paesaggio carsico (doline, solchi erosivi, valli morte). La morfologia dell’intero territorio appare generalmente subpianeggiante, accentuandosi esclusivamente in corrispondenza delle zone dove affiorano i calcari cretacei ed in corrispondenza della zona delle lame. L’intera area che si estende a sud di tali rilievi calcarei e fino alla costa, presenta i caratteri di una piana degradante verso il mare, interessata da terrazzi paralleli alla costa e da incisioni che solcano i sedimenti calcarei in direzione nord. La pianura è interrotta nei pressi della linea di costa dalla presenza di cordoni dunari paralleli alla costa, aventi altezza massima di 18 metri e larghezza di 1 Km. L’elemento morfologico dominante è rappresentato dai già citati terrazzi marini, il cui sviluppo parte da quote abbastanza elevate s.l.m. si spinge quasi fino alla linea di costa (5 metri s.l.m.). -9- Molto sviluppati appaiono in superficie i processi di erosione carsica sui depositi calcarei e calcarenitici, evidenti come accumuli di terre rosse dallo spessore variabile e soprattutto come doline aventi un diametro massimo di circa 150 metri ed una profondità massima di 20 metri. Data la natura carsica del territorio, su di esso mancano corsi d’acqua perenni; in occasione di intensi eventi meteorici, tuttavia, alcuni solchi erosivi, articolati in reticoli densi e con un medio grado di gerarchizzazione e spartiacque abbastanza definiti, costituiscono direttrici di deflusso superficiale per le acque di ruscellamento. Ne è riprova il fatto che si rinvengono i segni di una erosione lineare, tipica dell’azione dilavante delle acque di scorrimento, data la presenza negli alvei di estesi affioramenti rocciosi denudati. Altro aspetto significativo è rappresentato dalla circostanza che si riscontra una continuità nello sviluppo lineare delle linee di impluvio, che si mostrano abbastanza continue. Nel Territorio Comunale di Triggiano la cosiddetta “lama Centopiedi” costituisce un fiume certo attualmente quasi sempre prosciugato, attivo solo in casi di eventi piovosi eccezzionali. La discarica in oggetto si colloca sulla sponda destra della Lama Centopiedi (foto), in un’ansa della sponda destra della lama, nella parte interna di una curva che piega verso Est. - 10 - Il cumulo di rifiuti che si riversa fino a raggiungere il letto della lama ha modificato l’andamento morfologico dell’incisione, abbastanza marcata, che la lama presenta in questo punto. Bisogna precisare comunque che il corpo dei rifiuti, al piede, laddove poggia sul letto della lama, presenta dei chiari segni di erosione ed estesi affioramenti rocciosi denudati che rivelano chiari fenomeni di scorrimento di acque, a regime torrentizio e abbastanza recenti. - 11 - 4. CARATTERI IDROGEOLOGICI DELL’AREA I calcari cretacei risultano caratterizzati da permeabilità primaria bassissima laddove compatti e omogenei, mentre mostrano generalmente un’alta permeabilità “secondaria” direttamente collegata alla presenza di fratture di origine tettonica e carsica; tali fratture determinano la formazione di una rete diffusa di canali sotterranei che consentono la circolazione idrica. Le sovrastanti coperture calcarenitiche e i sedimenti grossolani e psammitici, presentano invece una permeabilità esclusivamente primaria, tipica di rocce porose, la cui tessitura è caratterizzata soprattutto dalla presenza di spazi intergranulari, tra loro comunicanti. Talora anche alcuni livelli dei calcari cretacei, soprattutto se ricchi di resti fossili, possono avere una permeabilità primaria. Le unità litologiche impermeabili sono rappresentate essenzialmente dalle argille e dai limi lagunari e palustri quaternari. In conseguenza delle caratteristiche litologico-strutturali dell’acquifero profondo, le dinamiche di circolazione idrica non avvengono in modo uniforme, bensì in funzione della maggiore o minore permeabilità dei calcari, dovuta, come già detto, al diverso grado di fratturazione e/o dissoluzione carsica. La falda presente nel territorio di Triggiano è localizzata a debole profondità ed è di tipo confinato, sia sul tetto che al fondo da strati impermeabili, tale da definirsi “in pressione” e posta alla - 12 - profondità variabile tra 50 m e 40 m, con risalite variabili tra 5 m e 10 m a seconda delle caratteristiche specifiche del sottosuolo. - 13 - 5. STRATIGRAFIA E CARATTERI GEOTECNICI Dall’analisi delle stratigrafie redatte è emerso che nell’area investigata, in generale, sussiste uno strato di terreno vegetale di spessore compreso fra 0,3m e 0,8m il quale poggia direttamente sull’ammasso carbonatico. Tale substrato è costituito da un’alternanza di strati di spessore variabile come di seguito rappresentato: 9 Calcare a granulometria grossolana di colore biancastro, fratturato, in banchi dello spessore di 30-50cm, con livelli di calcare detritico; 9 Calcare di colore nocciola a granulometria grossolana, friabile; 9 Calcare micritico, carsificato e fratturato, con terra rossa; 9 Calcare detritico, alterato e fratturato, con terra rossa e livelli detritici. Nel sottosuolo limitrofo al corpo rifiuti è stata rilevata la presenza di zone del substrato dotate di elevata fessurazione, con fratture riempite di materiale limo-residuale; l’abbattimento dei valori delle resistività, registrato nelle prospezioni elettriche, può essere legato alla presenza di “livelli idrici” che interessano in maniera difforme il substrato. I terreni affioranti nell'area interessata dal progetto, quindi, sono rappresentati da calcari spesso affioranti in superficie, verso Est. Si - 14 - tratta di formazioni lapidee che si presentano prevalentemente in strati e banchi molto fratturati con immersione di circa 10° verso N-NW. Generalmente questi calcari pugliesi sono buoni terreni di fondazione essendo caratterizzati da valori elevati del carico di rottura ( fino a più di 1.000 Kg/cmq sul campione) e da modulo di elasticità anche superiori a 200.000 Kg/cm2. Va comunque fatto presente che in alcuni casi sono stati misurati anche valori molto bassi dei parametri dinanzi citati, che mettono in evidenza caratteri scadenti. Un’insidia pericolosa in queste rocce è rappresentata da cavità carsiche sia vuote che riempite da terra rossa. Le indagini dirette ed indirette svolte nell’area dell’ impianto hanno messo in evidenza, dopo un primo, esiguo strato di terreni di riporto (0,30-0,40m), la presenza di strati calcarei mediamente fratturati, di spessore di circa 8-9cm., poggianti su un substrato sicuramente più compatto. Di seguito, al fine di una caratterizzazione geotecnica più dettagliata, vengono riportati i valori medi dei principali parametri fisici e meccanici dei litotipi presenti. In generale, riferendosi ad indagini condotte nelle vicinanze, e all’esperienza dello scrivente è possibile attribuire a questi litotipi carbonatici i seguenti parametri fisico-meccanici: - 15 - Densità 2 t/m3 Resistenza a compressione monoassiale 400 Kg/cm2 Velocità onde longitudinali (Vp) 2000 m/sec Modulo di Joung (Ed) 50000 Kg/cm2 Modulo di Taglio (G) 20000 Kg/cm2 Coefficiente di Poisson (p) 0,30 Tensione ammissibile in fondazione (σa) 3,00 Kg/cm2 Coefficiente di sottofondo (K) 15,00 Kg/cm3 - 16 - 6. INDAGINI DIRETTE ED INDIRETTE 6.1 Perforazioni meccaniche La campagna di perforazioni, ubicata come nella planimetria allegata, si è sviluppata attraverso le seguenti fasi: -Realizzazione di n.3 perforazioni a carotaggio continuo (101 mm) della profondità di 5m dal p.c., (FN1, FN2 e FN3) al fine di ricavare le concentrazioni di fondo naturale del sito in assenza di rifiuti depositati, in prossimità dei confini delle particelle, in zone situate a distanza tale da poter ritenere assenti fenomeni di contaminazione del suolo e del sottosuolo. -Realizzazione di n.4 perforazioni verticali (101 mm) della profondità di 45m dal p.c. all’esterno ed in adiacenza al rilevato costituente il corpo della discarica (P1…P4) per il prelievo di campioni di terreno e di acqua da sottoporre alle previste analisi; -Realizzazione di n.10 perforazioni a carotaggio continuo all’interno del corpo della discarica (S1….S10) del diametro di 101 mm e alla profondità di 10m dalla parte sommitale della discarica per la valutazione degli spessori e per il prelievo di campioni di rifiuti e di terreno da sottoporre alle previste determinazioni analitiche; Si allegano le stratigrafie e le foto delle cassette catalogatrici. Le perforazioni esterne al corpo della discarica sono state effettuate a carotaggio continuo fino al prelievo dell’ultimo campione - 17 - previsto e successivamente a distruzione di nucleo fino alla profondità stabilita, sempre comunque al di sotto della falda idrica. Nelle stesse perforazioni sono stati istallati i piezometri e si sono effettuate misure periodiche per stabilire il livello statico della stessa falda riportato nelle stesse stratigrafie. Le perforazioni ricadenti sul corpo della discarica non hanno potuto interessare uniformemente tutta l’area per l’instabilità del piano attuale di calpestio delle aree più vicine al ciglio sulla lama . Infatti in queste aree i rifiuti presenti in superficie risultano poco compattati per l’agibilità di mezzi pesanti, inoltre l’altezza della sponda e la pendenza con cui la scarpata del rifiuto digrada verso le quote sottostanti, non ha permesso, per questioni di sicurezza, il posizionamento dei mezzi di perforazione su tutta l’area. 6.2 Prospezione elettrica Per ottenere informazioni stratigrafiche ed idrogeologiche su tutta l’area d’indagine si è eseguita una indagine con profili elettrici (Tomografie Elettriche) e sondaggi elettrici verticali (S.E.V.). L’indagine realizzata in loco, a complemento della indagine diretta appena descritta, è consistita nella realizzazione di n. 5 profili elettrici del tipo Dipolo-dipolo assiale e n.2 sondaggi elettrici verticali del tipo Schlumberger per una profondità di 50m, ubicati così come - 18 - indicato nella carta delle ubicazioni. L’ubicazione di questi profili, è stata programmata in maniera da coprire quanto più possibile le aree interessate dall’intervento specifico, vale a dire n. 5 basi all’interno del corpo discarica e n. 2 S.E.V. all’esterno, rispettando a pieno le indicazione contenute nel Piano di Caratterizzazione. Lo scopo di questa indagine è stato quello di individuare nel sottosuolo dell’area la presenza dei corpi a differente risposta geoelettrica, legata a differente litologia e/o differente grado di saturazione per presenza di rifiuto e/o di zone di accumulo di percolato, e per valutare lo stato di uniformità litologica ed il livello della falda. Profili elettrici dipolo-dipolo e Wenner L'indagine geoelettrica, per linee, è stata condotta in corrente continua utilizzando le metodologie dei profili elettrici dipolodipolo e Wenner. In totale sono stati effettuati cinque profili elettrici posti sulla discarica così come mostrato in allegato 1 “Ubicazione misure elettriche”. Tutti i profili sono stati condotti con una doppia metodologia: dipolo-dipolo e Wenner. La scelta di eseguire entrambe le suddette modalità di acquisizione dei dati risiede nella possibilità di indagare il sottosuolo nel modo più dettagliato possibile. Infatti, la - 19 - configurazione dipolo-dipolo, essendo una tecnica condotta in maniera asimettrica, consente di ottenere una migliore risposta relativamente alle variazioni laterali di resistività; la configurazione Wenner, invece, è in grado di interpretare meglio il sottosuolo da un punto di vista elettrostratigrafico. Per l’acquisizione dei dati è stata adoperata la strumentazione SYSCAL Pro (switch version) della IRIS Instruments. Il SYSCAL Pro è un georesistivimetro a dieci canali in grado di energizzare un dipolo, tramite corrente continua (sotto forma di onde quadre a bassissima frequenza), e registrare la differenza di potenziale del campo elettrico indotto nel sottosuolo contemporaneamente in dieci differenti dipoli. Conoscendo la posizione degli elettrodi è possibile così calcolare, per ogni misura, il valore di resistività apparente, tramite la nota relazione: Res. app.= K*V/I Con la versione “switch” da noi adoperata, è stato possibile usare la strumentazione in modalità a sequenze automatiche, tramite il software “ELECTRE II”. per l’elaborazione dei dati sono stati usati I programmi: RES2DINV e RES3DINV. Il RES2DINV, determina automaticamente un modello di resistività bidimensionale del sottosuolo. L’elaborazione dei dati è stata eseguita apportando alcune modifiche a determinati parametri, al fine di ridurre quanto più possibile l’errore di RMS finale. I risultati ottenuti dalle elaborazioni dei 5 profili elettrici con il software RES2DINV sono - 20 - mostrati in allegato 2, dove sono raffigurate sia le pseudosezioni di resistività apparente relative ai dati di campagna, sia le sezioni elettriche ottenute dall’elaborazione del software in uso, con annesse correzioni topografiche. Premesso che l’indagine in oggetto è finalizzata alla definizione di un corpo discarica, diremo che essa è situata in un contesto geologico prevalentemente carbonatico. Ciò, da un punto di vista geoelettrico, equivale al rilievo di un corpo generalmente conduttivo immerso in un contenitore resistivo. Al fine di evidenziare tali caratteristiche geoelettriche delle sezioni ottenute è stata impiegata una scala cromatica logaritmica, con un fattore d’incremento pari a 1.41. Per quanto riguarda, invece, l’elaborazione dei dati tramite il RES3DINV, tale software, così come il RES2DINV, determina automaticamente un modello di resistività del sottosuolo, fornendone, però, una visualizzazione tridimensionale. Sebbene l’indagine sia stata eseguita tramite entrambi i dispositivi elettrodici (Wenner e dipolo-dipolo), in allegato sono mostrate le sezioni orizzontali e i piani verticali inerenti alla sola configurazione Wenner, per la migliore risposta ottenuta con questo dispositivo. In allegato 3 vengono visualizzate, sulla sinistra, cinque piani orizzontali (slice) a differenti quote (82, 78, 73.5, 69, 62 e 56 metri s.l.m.)e, sulla destra, le sezioni verticali ottenute con elaborazione tridimensionale. - 21 - In questo modo, è stato possibile evidenziare come il complesso carbonatico si attesti intorno a valori di resistività compresi tra 200 e 300 Ohm-m, mentre il corpo discarica è caratterizzato da valori di resistività all’incirca inferiori-uguali a 5 Ohm-m. Sulla base dei valori di resistività rilevati in sito Il corpo della discarica sembra estendersi fino a profondità variabile tra i 3-15 metri dal piano d’indagine. E’ bene ricordare che è stato considerato, come limite di separazione tra i due mezzi, il valore di 5 Ohm-m in quanto la tipologia di rifiuto in esame è “generalmente” al di sotto di questo valore. Le sezioni stratigrafiche, trasversali e longitudinali all’area investigata, riportate negli allegati, sono scaturite dalla correlazione tra parametri elettrici e natura dei terreni presenti. Esse rappresentano un modello stratigrafico in cui si evidenzia il corpo dei rifiuti rispetto al substrato calcareo. Nell’ambito del corpo dei rifiuti si sono evidenziate delle aree abbastanza resistive, questo probabilmente è dovuto alla presenza nel rifiuto di zone anidre rispetto all’insieme che si presenta abbastanza saturo. Sondaggi elettrici verticali SEV Per avere indicazioni sulla falda profonda e sulla stratigrafia e natura dei terreni presenti a protezione di questa è stata adoperata la - 22 - tecnica del sondaggio elettrico verticale (SEV), idonea per studi stratigrafici. Si sono effetuati 2 SEV, il primo da 100m AB/2 ed il secondo da 160m AB/2. Come metodologia di indagine è stata usata quella di Schlumberger, che utilizza un dispositivo elettrico quadripolare, simmetrico e collineare. La tecnica operativa è consistita nello scegliere, innanzitutto, un centro per ogni SEV, ovvero un centro di simmetria per il dispositivo elettrodico e, successivamente, la sua direzione di espansione. Per ogni posizione di tale dispositivo, è stata inviata corrente continua nel terreno tramite due elettrodi (A e B), esterni al quadripolo e si è registrata la differenza di potenziale del campo elettrico, artificialmente indotto, mediante il dipolo interno (M e N). L’energizzazione è stata ottenuta con un opportuno alimentatore in corrente continua ad alta tensione, mentre la differenza di potenziale è stata registrata utilizzando un millivoltometro ad alta impedenza di ingresso e ad alta precisione (0,01 milliVolts). Nella figura allegata è riportata l’ubicazione con la rispettiva direzione di propagazione dei dispositivi eletrodici. Attraverso i dati acquisiti, è stata calcolata la resistività apparente e riportata sul grafico bilogaritmico in funzione della - 23 - semidistanza elettrodica (AB/2). Tale grafico è stato interpretato quantitativamente secondo un modello monodimensionale, costituito da sequenze di elettrostrati geometricamente piani e paralleli e fisicamente omogenei e isotropi. L’interpretazione, eseguita tramite computer, utilizzando un opportuno software applicativo (Resixplus della Interpex Ltd.), ha permesso di ricavare l’ elettrostratigrafia riportata nelle stessa figura. L'analisi della pseudosezione di resistività mostra un primo strato , spesso 10-12m, con resistività tra i 600 ed 800 ohm-m, associabile a strati di roccia calcarea abbastanza compatta e poco fratturata. Con la profondità la resistività si attesta su valori di circa 300 hom-m indicando la presenza di strati calcarei sicuramente più fratturati e carsificati. Il primo profilo ha raggiunto una profondità d’indagine di 60m il secondo di 100m. Per ciò che concerne la correlazione delle caratteristiche elettriche con la litologia del sottosuolo indagato, possiamo ritenere che, in generale, il valore della resistività, rilevato in sito, è tipico di un ammasso carbonatico piuttosto compatto e poco fratturato e carsificato, fino ad una profondità di circa 10-12m dal piano campagna, seguito da calcare abbastanza fratturato. Il profilo 2 ad una profondità di 40m registra un calo brusco di resistività che indica la - 24 - presenza dell’acqua. Le zone più conduttive contengono una maggiore quantità di prodotti residuali che implicano minore permeabilità. I valori di resistività più elevati riscontrati variano tra i 600 e 800 Ohm-m. A questi valori di resistività si può far corrispondere, per le rocce calcaree, una permeabilità tra i 10-4 cm/s ed i 10-5 cm/s. Ai valori più bassi tra 300 Ohm-m si possono correlare terreni con permeabilità tra: 10-2- 10-3. - 25 - 7. CARATTERIZZAZIONE DEL SOTTOSUOLO Tutte le indagini svolte hanno permesso di approfondire la conoscenza dello stato del suolo, del sottosuolo e della falda idrica sotterranea. Nel seguito si illustreranno i risultati ottenuti da queste attività di caratterizzazione che costituiscono elementi indispensabili per la progettazione dell’intervento di bonifica in progetto. La valutazione di possibili situazioni di inquinamento del suolo e del sottosuolo limitrofo alla discarica è stata messa in evidenza dalla tomografia elettrica e quindi dai sondaggi geognostici finalizzati alla definizione della discarica ed al prelievo di campioni da sottoporre ad analisi chimico-fisiche. La rappresentazione stratigrafica allegata mette in evidenza lo spessore dei rifiuti, la natura e lo stato di fratturazione del substrato calcareo fino al livello acquifero in esso contenuto. Il sottosuolo sul quale giace il corpo-rifiuti si caratterizza per la presenza di un potente strato di rocce calcaree, che alternano strati di calcare compatto a strati di calcare fratturato (vedi stratigrafie, foto e sezione). L’immersione degli strati calcarei risulta di circa 10° verso N-NW, per cui il fronte NW della discarica poggia su strati calcarei leggermente a franapoggio: questo contribuisce ancora di più sia all’instabilità del corpo rifiuti che alla fuoriuscita del percolato verso il fondo lama. - 26 - E’ del tutto ragionevole, quindi, ritenere che la contaminazione ascrivibile alla presenza del corpo-rifiuti sia soprattutto concentrata sul fondo della lama, dove eventuali infiltrazioni potrebbero facilmente raggiungere la falda sia per la maggiore probabilità, in questa zona, della presenza di fratture e fenomeni carsici spinti in profondità, sia per la maggiore vicinanza del livello della falda. La falda monitorata, infatti, giace ad una profondità di circa 30m dal piano di accesso alla discarica, ma a solo 15m dal fondo della lama, ovvero ad una quota ed in una situazione già naturalmente poco protetta, facilmente raggiungibile dai rilasci liquidi da parte del banco dei rifiuti. E’ altresì da rilevare come, allo stato attuale, in caso di eventi piovosi eccezionali gli stessi liquidi inquinanti potrebbero direttamente essere trasportati sulle aree più basse verso il vicino mare. La situazione ambientale del sito e l’instabilità del corpo rifiuti comunque, sono tali da rendere certamente necessari degli interventi finalizzati all’asportazione ed all’allontanamento del corpo rifiuti. Si consiglia quindi di eseguire un intervento di rimozione di tutti i rifiuti. - 27 - 8. CONCLUSIONI A conclusione dei dati fin qui esposti seguono le seguenti considerazioni. La discarica da bonificare è un riversamento di rifiuti solidi urbani effettuato dall’alto lungo un’insenatura della sponda destra della lama Centopiedi nel territorio comunale di Triggiano (Ba), che attualmente ha modificato notevolmente la morfologia di questo tratto di lama (foto aerea) Questo riversamento occupa una superficie nella parte più alta di 10.500 mq. e degrada con un’inclinazione di circa 45° fino ad appoggiarsi sul fondo della Lama (vedi foto). Il letto della lama lungo il tratto in corrispondenza della discarica risulta ristretto ed abbastanza inciso. Dal rilevamento in questo tratto si notano chiari segni di scorrimento recente di acqua, che nei momenti di maggiore flusso ha raggiunto la base del cumulo di immondizia procurando scalzamento al piede (vedi foto). Si capisce quindi come questo cumulo rappresenti un serio rischio di inquinamento per tutte le acque che lo permeano riversandosi nella lama; la sua stessa posizione, inoltre, la particolare geometria della superficie su cui è appoggiato e l’inclinazione degli strati lo rendono particolarmente instabile nei momenti più critici di piovosità. - 28 - Le indagini condotte ci hanno fornito dei dati sufficienti sia per la definizione della geometria della originaria morfologia, sia per la litologia dei terreni, sia per la valutazione dell’ambiente geologico ed idrogeologico in cui si insiste questa discarica. Le caratteristiche geolitologiche e strutturali, unitamente ai caratteri geomorfologici ed idrologici del sito, consentono di mettere in evidenza condizioni di instabilità del cumulo depositato; esistono infatti serie possibilità di dissesti del corpo dei rifiuti. Il sito, inoltre, ricade, secondo la nuova normativa sismica in categoria 3. Per quanto concerne l’idrografia e l’idrogeologia, quest’area si trova parzialmente in una zona di recapito delle acque piovane; la permeabilità del calcare sottostante, interessato da fratturazione e carsismo, è estremamente variabile; il livello statico della falda acquifera al di sotto di esso si trova a circa 38m dal p.c. per le quote più elevate e a circa 23m per le quote più basse. La direzione di flusso delle acque sotterranee è da S verso N. Il pericolo maggiore di inquinamento attuale deriva dalla particolare posizione del deposito in questione. Infatti le acque zenitali ricadenti sul corpo rifiuti in parte fluiranno dilavando la superficie direttamente nella lama, ed in parte entreranno nel corpo rifiuti fino a raggiungere gli strati calcarei - 29 - sottostanti dove tenderanno rapidamente a fuoriuscire secondo l’inclinazione degli stessi strati, riversandosi nella lama. Le zone più compromesse, come facilmente presumibile, sono quella del fondo lama posta nelle immediate vicinanze del corpo-rifiuti e, per le pendenze naturali del terreno, quella posta a valle rispetto all’ammasso dei rifiuti. Si ritengono necessari, pertanto, l’asportazione e l’allontanamento dei rifiuti, ripristinando così l’originaria morfologia di questo bellissimo tratto della Lama Centopiedi (vedi Foto). - 30 - STRALCIO CARTA GEOLOGICA FOGLIO 177 LEGENDA ALLEGATO 1 Documentazione fotografica del sito ALLEGATO 2 Sezioni elettriche ALLEGATO 3 Sondaggi elettrici verticali ALLEGATO 4 Stratigrafie sondaggi meccanici ALLEGATO 5 Foto carotaggi