Oldani, uno chef da Expo
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Oldani, uno chef da Expo
12 Martedì 19 Agosto 2014 Corriere Fiorentino FI Elisabetta Arrighi e i racconti degli artigiani toscani. Oggi a Castiglioncello Mani che tessono lingerie lussuosa, che scolpiscono gioielli, mani che modellano resine. Mani di artigiani, fiorentini e toscani. «Mani che lavorano» è il libro che oggi alle 18 Elisabetta Arrighi, firma culturale del Tirreno, presenta al Castello Pasquini di Castiglioncello all’interno della rassegna degli «Incontri al Castello» a cura di Gloria de Antoni. Sottotitolo: «Creatività moda e artigianato nella Toscana che guarda al futuro», edizioni Erasmo, con le belle fotografie di Riccardo Repetti: un racconto- mappatura del e sull’artigianato in tutte le sue espressioni e forme, dal tessile al metallo, dal lusso al popolare, con una speciale attenzione al comparto della moda. Con dentro le storie dei protagonisti, gli artigiani, uomini e donne che svelano i segreti delle loro professioni ma anche la loro storia personale, sogni e aspirazioni, soprattutto l’amore per il proprio lavoro, e che tratteggiano la parabola di un universo di arte e lavoro che tanto è cambiata negli ultimi decenni, tra nostalgia e nuovi orizzonti. Arrighi ha raccolto 25 storie per altrettanti personaggi e i prestigiosi «ospiti» delle loro botteghe: da Madonna che cerca il corredo per il figlio Rocco a Firenze alla moglie di Sting che sceglie cuscini ricamati in piazza Antinori, tornando indietro nel tempo fino a Lady Diana e al principe Carlo a caccia di arredamento per la loro reggia. Con l’autrice intervengono lo scrittore Giampaolo Simi e la giornalista Paola Taddeucci. R.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Personaggi Ambasciatore del gusto italiano all’esposizione di Milano, stasera a Lido di Camaiore presenta il suo libro Oldani, uno chef da Expo «Farò gustare al mondo il risotto allo zafferano. Quello di mamma» di BEATRICE FORNACIARI «Ogni domenica mattina aiutavo mia mamma Luigia in cucina per guadagnarmi la partita di calcio» È iniziata così la passione di Davide Oldani. Delle ricette casalinghe di allora, quelle tipiche della campagna milanese, ricorda con piacere la torta di pane e cacao, fatta col pane raffermo e la frittata al pomodoro.Oggi Oldani è qualcosa di più dello chef pluristellato del «D’O» a Cornaredo, alle porte di Milano, che compie 11 anni ad ottobre e del «Davide Oldani Caffè» a Malpensa. Perché per valorizzare a pieno il contenuto dei suoi piatti ha scelto di essere anche designer, creando una sua linea completa per la Kartell, «I.D.ish by D’O», con piatti e bicchieri realizzati in una plastica speciale, la melamina, nei colori bianco osso e bronzo. Successivamente ha ridisegnato anche le tazzine e i cucchiaini per la Lavazza, coniche le prime e con un buco al centro i secondi, per non disperdere l’aroma del caffè nel mescolare. Ideatore della cucina pop e ambasciatore di Expo 2015, il cui tema di quest’anno è proprio il nutrimento del pianeta, Oldani ieri si trovava già in Versilia per definire i dettagli della gara culinaria «A tavola sulla spiaggia» con Gianni Mercatali, l’organizzatore dell’evento che si svolgerà giovedì sera al Bagno Roma di Levante a Forte dei Marmi e al quale prenderà parte come giudice. Stasera invece alle 19 sarà a Lido di Camaiore all’«Una Hotel Versilia» per presentare il suo ultimo libro Chefacile, edito Mondadori. La serata, che prevede alle 20 un finger food per gli ospiti e alle 21 un torneo di burraco e il cui ricavato sarà devoluto alla Fondazione Niccolò Galli Onlus, sarà anche l’occa- sione per lo chef di anticipare il piatto realizzato appositamente per l’Expo: «Ho voluto portare un piatto simbolo della cucina milanese, anzi il piatto simbolo di Milano per eccellenza e cioè il risotto allo zafferano, che ho trasformato per valorizzare le materie prime: anziché cucinare lo zafferano con il riso, l’ho messo in infusione con la maizena riscaldata a 70 gradi, creando così una salsa che ne mantiene intatto il profumo e la forma e alla quale poi ho aggiunto il riso stagionato, precedentemente mantecato con burro e formaggio». Reduce dal successo dello scorso anno su Real Time con il programma The cooking, du- rante il quale ha preparato un menù per volti noti dello stesso canale e dall’esperienza su La5 come conduttore del talent The Chef, Oldani sembra avere una certa predilezione per i cooking show, dei quali è stato antesignano: risale infatti al ‘92 la trasmissione Ristorante Italia, con il suo maestro storico, il grande Gualtiero Marchesi, su Rai 1, con lui ai fornelli e Marchesi a raccontare i piatti, mentre insegnavano l’ABC della cucina. Ne ha Da sapere A sinistra Davide Oldani e nel tondo alla sua sinistra il risotto allo zafferanno che presenterà all’Expo come piatto simbolo dell’Italia. Sopra la copertina di «Che facile», il libro che presenterà questa sera alle 19 all’Una Hotel a Lido di Camaiore fatta di strada da allora e sette mesi fa è volato negli USA come ospite del corso della prestigiosa Harvard Business School, che ha scelto il suo ristorante per un case history e ha risposto alle domande degli studenti. La sua ricerca però è sempre stata tesa verso una certa semplicità in cucina, come rimanda anche il titolo del suo nuovo libro e come suggeriscono i suoi gusti, tant’è che alla domanda del suo ristorante preferito, Oldani risponde I miei piatti della memoria? La torta di pane e cacao e la frittata al pomodoro sicuro: «Da Roberto al Bagno Piero di Forte dei Marmi. Non so rinunciare ad una panzanella fritta con lo stracchino, accompagnata da un Monte Rossa Franciacorta. Questo Ferragosto invece l’abbiamo festeggiato con un originale panettone estivo accompagnato da Lambrusco frizzante rosso. Sempre al Forte tra i ristoranti prediligo, la Magnolia del Byron e a Pietrasanta L’Enoteca Marcucci e Filippo, mentre su Firenze direi L’Ora d’Aria di Marco Stabile, L’Enoteca Pinchiorri e Dario Cecchini a Panzano in Chianti». Una formazione la sua che, dall’amata cucina della mamma, è proseguita, una volta cresciuto e capito che quella era la strada maestra, nei più grandi ristoranti d’Europa: «Ho imparato quello che oggi so grazie all’insegnamento in casa sull’importanza di seguire la stagionalità dei prodotti; a questo ho unito la tecnica che mi hanno trasmesso quattro grandi maestri come Marchesi, Alain Ducasse del «Le Louis XV» a Montecarlo, il pasticcere Pierre Hermé a Parigi e a Londra Albert Roux al Le Gavroche». Un parterre di maestri di tutto rispetto. Tante esperienze importanti dalle quali ha appreso l’equilibrio dei contrasti, morbido e croccante, dolce e salato, che lo caratterizza e che l’hanno condotto verso il suo tratto distintivo, quella cucina pop per la quale è rinomato: «Cucina pop significa in primo luogo alta qualità del prodotto, quindi accessibilità del gusto e la scelta di valorizzare i prodotti di stagione e chi li produce. Inoltre c’è un principio a cui tengo molto e che ha a che fare con l’aspetto relazionale del mio mestiere: credo molto nell’importanza di trattare sempre bene i propri ospiti e i miei collaboratori». È questa la ricetta del successo di Oldani che ha saputo creare trend e mode partendo dal cibo e che, tra i suoi progetti futuri, ha anche una possibile nuova location per «D’O» che renda lo spazio ancora più accogliente per i suoi clienti e un Caffè mobile da allestire in occasione dell’Expo.«Credo che l’esperienza all’Expo del prossimo anno sarà molto positiva, un’opportunità di scambio unica, da sfruttare al meglio da parte di tutti, perché potremmo dimostrare al mondo cosa sanno fare i cuochi italiani in Italia». Presso il Caffè, si potrà degustare l’ultima selezione della Lavazza e i salumi, prosciutto, lardo e salame, che porteranno il suo nuovo marchio, operativo da settembre, «FOO’D», destinato a coinvolgere tutti i prodotti di Oldani extra-ristorante, tra i quali gli oggetti di design e i libri. © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 10243887