Lampioni intelligenti e sensori Così il Cnr anticipa la smart city
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Lampioni intelligenti e sensori Così il Cnr anticipa la smart city
Pisa SABATO 13 APRILE 2013 IL TIRRENO di Paolo Toccafondi ◗ PISA Chi pensa che un lampione se ne debba star lì, appunto come un palo della luce senza far niente, a parte illuminare, beh, si sbaglia di grosso. Anche i lampioni possono diventare intelligenti. Insieme alla luce possono trasportare informazioni, far viaggiare internet, ospitare videocamere che vengono comandate e indirizzate a scrutare là dove accade qualcosa. Potranno rendere più facili i collegamenti wifi e dialogare con i totem disposti sulla strada, a cui i cittadini chiederanno informazioni turistiche, sui servizi della città, sui parcheggi, sul meteo. Sono assaggi di smart city che presto saranno sperimentati nell'area del Cnr in via Moruzzi. Paradossalmente, lo stradone senza lampioni. Del resto una cittadella della conoscenza non può che essere intelligente. E di cittadella stavolta si può davvero parlare. In questi 123.000 metri quadrati recintati da un muretto e da una cancellata, un'isola appena fuori dal centro di Pisa ma già quasi a San Giuliano, c’è l’Area di ricerca Cnr più grande d’Italia. Qui lavorano 1.500 persone (di cui quasi mille al Cnr), ci sono una mensa che sforna 5-600 pasti al giorno (il più grande ristorante di Pisa), un asilo per 35 bambini, due bar, un’edicola, una biblioteca con oltre 7.000 volumi e riviste scientifiche, due bancomat, un auditorium da 300 posti. Eppure gli stessi pisani, se dici Cnr, rispondono spesso: ah, dove si vanno a fare le analisi... Come se l'unica presenza rilevante qua dentro fosse la clinica della Fondazione Monasterio, l’istituto di fisiologia che fa al tempo stesso ricerca e clinica (tra i soci la Regione, l'Università) ed è uno degli ospiti eccellenti della cittadella insieme a Scuola Sant' Anna, Enea e Ericsson. Il presidente e la sua squadra. Da poche settimane alla guida del Cnr c'è Domenico Laforenza, 60 anni, pugliese, come tanti arrivato a Pisa per perfezionare i suoi studi e poi rimasto qui. Direttore dell'Ict (Information e communication technology), l'istituto più importante della cittadella Cnr, è stato eletto presidente e la sua prima decisione è stata quella di creare una squadra di governo. La sua “giunta” è composta da Eugenio Picano (con delega all'integrazione e alla coesione interna), Maria Cristina Magli e Matteo Caleo (rapporti con Università, Normale e Sant’Anna), Vincenzo Longo (rapporti con il mondo produttivo), Antonio Rizzo (rapporti internazionali). Dalle deleghe trapelano già due obiettivi prioritari: rafforzare il rapporto con il territorio e quello con le tre grandi “scuole” cittadine. Far tornare i conti. Fatta la squadra, il primo problema che Laforenza si è trovato ad affrontare è stato quello dei conti economici. «Il Cnr chiude ogni anno con un disavanzo di un po' meno di un milione di euro - spiega - I costi vivi ammontano a 8 milioni, le entrate si aggirano sui 7 milioni. Il Cnr nazionale è stato comprensivo (il presidente nazionale, l'ex ministro Luigi Nicolais è stato qui nel dicembre scorso), ma soldi a Roma non ce ne sono. Le vie obbligate sono quindi due: continuare a ridurre le spese e cercare di aumentare V DOVE NASCE IL FUTURO Sopra, alcuni edifici dell’Area ricerca del Cnr in via Moruzzi. Sotto a sinistra, il presidente Domenico Laforenza Lampioni intelligenti e sensori Così il Cnr anticipa la smart city Viaggio nell’Area ricerca più grande d’Italia. Il condominio nato per risparmiare è diventato una macchina di scienza. Tra le nuove frontiere, fotonica, biomedicale, nanotecnologie e grafene la scheda Diciassette istituti, quasi mille occupati e 65 milioni di lavori Il Cnr di Pisa riunisce 17 istituti divisi in sette aree: Scienze della terra e Ambiente (Geoscienze e georisorse; Studio degli ecosistemi); Bio agro-alimentare (Istituto di Biologia e biotecnologia agraria); Scienze bio mediche (Fisiologia clinica, Neuroscienze, Tecnologie biomediche); Scienze chimiche e materiali (Chimica dei composti organo-metallici); Scienze fisiche e materia (Biofisica; Ottica; Istituto per i processi chimico-fisici); Ingegneria, Ict, energia e trasporti (Informatica e telematica; Scienza e tecnologie dell’informazione); Scienze umane e sociali, pc (Linguistica computazionale). Il presidente Domenico Laforenza è anche direttore dell’Istituto di informatica e telematica e di Registro.it. L’Area Cnr impiega 990 persone di cui 395 ricercatori e tecnologi, 285 tecnici e amministrativi, 310 assegnisti, dottorandi e borsisti. Il 37% di loro è occupato nel settore Ict, il 32% nei settori biomedicali, il 31% nell’ambientale. Ci sono poi 160 associati alla ricerca. Il 42% del personale lavora grazie a fondi esterni. Nel 2011 il portafoglio attività (pluriennali) del Cnr di Pisa è stato di 65 milioni di euro (da privati, Ue, Regione, enti locali). gli introiti, per esempio cercando di farsi dare qualcosa di più dagli illustri ospiti. Così è in corso una trattativa con la Fondazione Monasterio (che paga 1,4 milioni) e col Sant'Anna (0,3) per chiedere una maggiore partecipazione alle spese della cittadella. Si discute anche con i vari istituti che partecipano in modo assai differenziato. La cittadella. Fino alla fine degli anni Ottanta il Cnr era sparpagliato per Pisa, tra palazzi prestigiosi e edifici normali. Laforenza ricorda ancora la sua stanza affrescata in un palazzo di via Santa Maria. Allora fu deciso di riunire tutti gli istituti in uno stesso luogo. Il demanio mise a disposizione questo terreno in mezzo al nulla o quasi e nel 1990 cominciarono i lavori. Nel 2000 l'area Cnr fu inaugurata. In questo stare tutti insieme c'era qualcosa di più della primaria esigenza di razionalizzare le spese. C'era l'idea della multidisciplinarietà, che poi si è rivelata il punto di forza del Cnr. Il principio che se fai una ricerca di informatica puoi raccogliere e fornire idee e spunti anche ai tuoi vicini di stanza impegnati su un altro progetto o a quelli dell'edificio accanto che si occupano di biologia o di genetica. Che le idee vengono e ci si scambiano anche incontrandosi al bar per un caffè o mentre si parcheggia o incontrandosi nel dedalo di corridoi a perdita d’occhio da cui si esce solo col filo di Arianna. Così nascono le collaborazioni o i laboratori interdisciplinari che portano la ricerca su territori inesplorati . L’azienda. Dentro l’ente pubblico Cnr c’è anche un’azien- da da 70 dipendenti che fa 12 milioni di fatturato. È Registro.it, l'organismo responsabile della gestione dei domini internet a suffisso .it e del mantenimento dei database dei nomi a dominio registrati per conto dell'organizzazione mondiale Icann. Un riconoscimento alla primazia, visto che proprio qui nel 1987 nacque l’internet italiano e proprio cnr.it fu il primo dominio della rete italiana. Da allora ogni registrazione di un dominio .it passa da qui. Dal 1987 gestisce i domini italiani che adesso sono oltre due milioni mezzo. «Del resto - aggiunge Laforenza tutta l'area Ict ha portato 118 milioni di fondi dall'esterno. E la differenza tra entrate e uscite nel Registro.it è un polmone che sostiene tante attività di ricerca». L'espansione. Il Registro.it cresce e finanzia anche l’espansione del Cnr. La parte superiore sarà infatti sopraelevata per 1.500 mq e ospiterà appunto il nuovo quartier generale dell’azienda. La sopraelevazione costerà 5 milioni interamente pagati da Registro.it. Sarà una struttura in legno con largo uso della domotica per risparmiare energia. I locali che si liberano saranno occupati da laboratori e spin off di ricercatori. I lavori partiranno a giugno. Smart cities. «Il Cnr partecipa con il ministero dell’Università e Telecom allo Smart services cooperation Lab di Bologna - spiega Laforenza E presto sperimenteremo a Pisa alcune soluzioni partorite lì». La cittadella di via Moruzzi verrà dotata di totem che daranno informazioni e da cui scaricare apps, di lampioni intelligenti che trasporteranno bit lungo la loro linea elettrica e li “gireranno” con un semplice trasduttore; i sensori nelle piazzole di parcheggio trasmetteranno in tempo reale a un pannello le posizioni occupate e se qualcuno invade uno spazio per i disabili. Sui lampioni intelligenti saranno collocate telecamere controllate da un software. La cancellata intorno al Cnr diventerà una barriera ideale: i sensori segnaleranno contatti o movimenti e le telecamere si gireranno in quella direzione zoomando. «In questo modo ridurremo i costi e creeremo altri posti di lavoro», dice il presidente. Le ricerche del futuro. L’Ue ha indicato agli sviluppi della ricerca tre temi prioritari: l’invecchiamento, il clima e l’ambiente, l’inclusione dei cittadini. Nel primo settore rientra il cosiddetto I-health, che unisce Ict e biomedicale. Un esempio: i sensori sugli abiti che daranno un primo quadro clinico “macro” della persona per l’assistenza a distanza. Altri settori in grande sviluppo sono le nanotecnologie, le neuroscienze e i nuovi materiali. Grandi aspettative ci sono sul grafene, che nel giro di 10 anni potrebbe darci tablet e computer sottili e flessibili come fogli di carta ed essere utilizzato per protesi intelligenti. L’Ue ha stanziato un miliardo di euro per queste ricerche a cui partecipa anche il Cnr. E poi internet, che continuerà a crescere. Soprattutto l’internet delle cose: cartelle cliniche che si possono vedere da lontano, elettrodomestici e altri oggetti intelligenti. Proseguiranno gli studi sulla fotonica che porteranno ad aumentare la velocità e la portata del fiume internet. Non a caso proprio qui è stato progettato e sperimentato l’internet superveloce, testato di recente su una rete commerciale australiana . ©RIPRODUZIONE RISERVATA