FARE - Unindustria Bologna

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FARE - Unindustria Bologna
Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Bologna
n. 1 aprile 08
FARE
le idee e le proposte degli industriali bolognesi
LA CRESCITA ECONOMICA
VERO BENE
COMUNE
FARE 1
FARE
RIVISTA TRIMESTRALE DI UNINDUSTRIA BOLOGNA
numero 1 aprile 08
05
FOCUS
Gaetano Maccaferri
06
VITA INDUSTRIALE
Carlo Rossini - Cristina Galli
Direttore responsabile
Carlo Rossini
Editore
FARE S.r.l.
via Serlio 26 - 40128 Bologna
tel. 0516317111 - fax 051356118
Direzione e Redazione
Unindustria Bologna
via Serlio 26 - 40128 Bologna
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IL RICORDO
34
ARTICOLO DI COPERTINA
La crescita economica vero bene comune
38
Italia i dieci ambiti dove intervenire
54
ENERGIA: UN TEMA SCOTTANTE
Interventi di:
Massimo Beccarello
Alberto Vacchi
Marco Bettini
Gaetano Maccaferri
Stefano Aldrovandi
Cesare Bernini
Stampa
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via Seragnoli 13 - 40138 Bologna
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Pubblicità
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archivio Hammer Communication
Autorizzazione del Tribunale di Bologna
n. 6858 del 26.11.1998
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art. 1, comma 1, DCB Bologna
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FASHION VALLEY
Ma quanto glamour tutto Made in BO
Deborah Dirani
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Ecco chi fa moda a Bologna
96
TURISMO
È una ricchezza il “Prodotto Bologna”
Simona Storchi
100 Tutti i posti dove andare a Bologna
106 Tutti i posti dove prenotare un viaggio
Gli articoli presentati possono
non rispecchiare le posizioni di
Unindustria Bologna che comunque
li ritiene un contributo sul piano
dell’informazione e dell’opinione
108 Adesso si vola anche Bologna-Mosca
110 NEWS UNINDUSTRIA
Carlo Rossini - Cristina Galli
FOCUS
Una nuova stagione
fondata sul fare
Le trasformazioni politiche, sociali, economiche e tecnologiche che hanno segnato gli ultimi anni ci consegnano un mondo nel
quale nulla è più uguale a prima e dove tutto funziona sulla base di paradigmi impensabili solo pochi anni fa. In tale prospettiva l’Italia si trova ormai da troppo tempo a vivere quella sorta di sospensione intervenuta dopo il salvataggio delle finanze
pubbliche nei primi anni ’90. Nell’ultimo decennio il nostro Paese è ulteriormente invecchiato non solo dal punto di vista anagrafico, ma anche e soprattutto sul piano “culturale”. Un decadimento che, a ben vedere, ha ridotto ai minimi termini la tensione ideale verso un nuovo e possibile sviluppo. È diminuita la volontà di rinnovamento e, nello stesso tempo, è aumentato,
in ogni componente sociale, un senso di angosciante incertezza prodotta dalla percezione di un mondo che cambia seguendo logiche difficili da decifrare.
Il nostro Paese si è appena trovato, ancora una volta, alle prese con una scadenza elettorale determinata da quella instabilità
politica che mina l’efficienza e la durata delle maggioranze chiamate di volta in volta al governo. Per questo auspichiamo e
chiediamo a chi è stato chiamato dagli elettori alla guida del Paese (e altrettanto avremmo fatto con una maggioranza di diverso colore) l’avvio di una nuova stagione politica fondata sul fare e non sull’improduttivo scontro permanente che ha segnato, negativamente, le ultime quattro legislature.
I dieci punti per il rinnovamento del Paese proposti da Confindustria – che pubblichiamo in questo numero di FARE – confer-
mano non solo questa volontà, ma anche la presenza di una chiara e trasparente proposta in merito al futuro dell’intera comunità italiana. Quelli indicati sono obiettivi indispensabili per perseguire quello sviluppo che, come ha ricordato il Presidente
Montezemolo, non è né di destra, né di sinistra, ma bene di tutti.
Il nuovo Governo avrà il dovere di compiere scelte capaci di restituire fiducia agli italiani e alle imprese. Il tempo sta per scadere: la stagnazione, l’illegalità, l’antipolitica e l’antagonismo rischiano di produrre un vero e proprio declino civile. La politica
nel suo complesso deve non solo rilanciare la domanda interna, i consumi delle famiglie e gli investimenti, ma anche elaborare un progetto di futuro capace di risvegliare le coscienze e il senso di responsabilità di tutti gli italiani di buona volontà. Un investimento sul futuro che gli imprenditori della provincia di Bologna intendono condividere facendo la propria parte: innovare,
creare sviluppo e coesione sociale.
Gaetano Maccaferri
Presidente di Unindustria Bologna
FARE 5
PIOGGIA
DI RICONOSCIMENTI
A DUCATI MOTOR
CAMPIONE DEL MONDO
E GRANDE FESTA IN PIAZZA
VITA
industriale
Carlo Rossini
Cristina Galli
Dopo i successi del motomondiale,
su Ducati Motor è piovuta una
pioggia di riconoscimenti anche a livello locale. Ad iniziare dal premio
“Azienda bolognese dell’anno”, riconoscimento speciale assegnato alla
“rossa” di Borgo Panigale dalla
Giunta della Camera di Commercio,
per “valorizzare la capacità della Ducati di porsi a livello mondiale come
la casa motociclistica più forte e veloce, sia in pista che nella ricerca
continua di soluzioni tecnologiche
d’avanguardia”.
Poi è stata la volta del “Premio Provincia", che l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio ha ritirato
dalla mani di Beatrice Draghetti,
presidente della giunta di Palazzo
Malvezzi. La motivazione del premio
fa riferimento ai successi nelle competizioni sportive motociclistiche
2007 (vittoria del Campionato Costruttori e del Campionato Piloti
Moto Gp), ma anche alla straordina-
Due momenti della festa Ducati in Piazza
Maggiore a Bologna
ria storia dell’azienda di Borgo Panigale, ambasciatrice dell’Italia e di
Bologna nel mondo. Un premio, ha
6 FARE
sottolineato tra l’altro la presidente
Draghetti, che intende esprimere la
riconoscenza di tutta la provincia ad
una azienda che in più occasioni –
fino ai recenti, straordinari successi
sportivi – ha contribuito a onorare
le capacità imprenditoriali bolognesi
e il territorio, col quale ha sempre
mantenuto un saldo il legame.
A suggello della stagione d’oro dell’azienda campione del mondo, grande
festa in piazza Maggiore. Oltre 30
mila persone si sono date appuntamento per festeggiare lo straordinario
2007 Ducati. La casa di Borgo Panigale ha voluto celebrare i successi della stagione con la sua gente e con tutta la città. La giornata della “rossa” è
iniziata a Palazzo D’Accursio con la
consegna del Nettuno d’Oro all’azienda da parte del sindaco Sergio
Cofferati. «A Ducati Motor Holding,
odierna realtà produttiva ricca di
energie e di spirito imprenditoriale,
capace di scelte coraggiose e vincenti
nella competizione globale - si legge
nella motivazione del Nettuno - che
porta Bologna in tutto il mondo come esempio di intelligenza e cultura,
l'Amministrazione comunale esprime
la sua gratitudine».
UMBERTO CESARI
Prestigioso riconoscimento internazionale per la bolognese Cesari.
Il Tauleto Sangiovese 2003 prodotto
dall’azienda vitivinicola di Castel
S.Pietro Terme è stato infatti premiato a Londra con il Sangiovese
Trophy 2007 nell’ambito del concorso International Wine and Spirit
Competition. E’ la seconda volta che
il Tauleto si aggiudica questo importante premio. Il concorso, che premia
i migliori vini suddivisi per categoria
di vitigno, prevede una giuria di 25
selezionati “master of wine” provenienti da tutto il mondo, oltre che
giornalisti e addetti del settore. Severissima la selezione: solo i vincitori
dei massimi riconoscimenti per categoria vengono infatti ammessi alle
selezioni per il Sangiovese Trophy.
“La nostra filosofia – ha commentato l’amministratore delegato dell’azienda, Umberto Cesari – è quella di
lavorare sempre con impegno e
amore verso questo vitigno, credere
nel territorio e nelle persone, ora
questa terra ci sta premiando e ci sta
portando grandi risultati”.
FAMIGLIA CHIARI
Latte fresco alla spina, come appena
munto. E per giunta con uno sconto
che può arrivare fino al 40-50 per
cento rispetto a quello confezionato.
La singolare idea è venuta a Famiglia
Chiari, che ha collocato il primo distributore automatico cittadino di
latte fresco all’interno della gastronomia-formaggeria La Baita di via
Pescherie Vecchie. A garantire l’alta
qualità del latte distribuito è l’azienda Sant’Antonio di San Giovanni in
Persiceto, alle porte di Bologna, dei
fratelli Baldazzi. Il costo di un litro è
di un euro: ci si può portare la bottiglia da casa o utilizzare quella in distribuzione al negozio.
CHLORIDE
Lunga autonomia, elevato rendimento e, soprattutto, ridotto impatto ambientale. Sono i gruppi di continuità
che Chloride, gruppo quotato con
sede in Italia a Castel Guelfo, si prepara ad immettere sul mercato grazie
agli accordi sottoscritti con Idatech,
società statunitense nelle tecnologie
a celle combustibili. Si tratta di un
dispositivo elettrochimico che permette di ottenere corrente continua
grazie alla combinazione di idrogeno
e ossigeno, senza alcun processo di
combustione termica e, dunque, praticamente a zero emissioni. Non solo. I vantaggi, spiega Chloride, sono
numerosi anche dal punto di vista
dell'efficienza energetica, visto che il
rendimento delle cosiddette fuel cell
e' poco sensibile alle variazioni del
carico elettrico ed e' indipendente
dalla potenza installata. Il primo
gruppo di continuità dotato di questo sistema è stato sistemato a protezione di un centro dati in Francia,
ma presto verranno commercializzati
in tutta Europa.
Nel 2007 Chloride e' stata la prima
azienda europea ad aver siglato il codice di condotta UE sull'efficienza
energetica, che impegna a migliorare
la qualità e a ridurre i consumi energetici dei gruppi di continuità.
TESTONI
a.testoni, l’azienda produttrice di
scarpe di alta gamma con sede a Funo, ha registrato nel 2007 un fatturato di 42,5 milioni di euro, per la
metà realizzati con il segmento uomo e per l’altra metà con gli accessori e il segmento donna.
Importante il volume destinato al-
l’export, con Cina Corea e Giappone che pesano per il 60% e l’Europa
per il 25%.
Nel futuro dell’azienda, di cui è titolare Enzo Fini e amministratore delegato Bruno Fantechi, ci sono nuovi
piani di espansione sui mercati esteri.
L’azienda possiede una settantina di
negozi monomarca e impiega circa
300 dipendenti.
DATALOGIC
E’ stato Roberto Tunioli, amministratore delegato e vice presidente
Gruppo Datalogic Spa, a tenere la
lectio inauguralis della Laurea specialistica in Direzione Aziendale della
Facoltà di Economia dell’Università
di Bologna il 29 novembre scorso.
Titolo della lectio: ‘Le competenzechiave di un manager globale’.
L’invito a tenere questo intervento
accademico, è stato rivolto al manager bolognese dal professor Carlo
Boschetti, Presidente del Corso di
Laurea in Direzione Aziendale.
“Roberto Tunioli, a cui è stato attribuito il riconoscimento ‘Imprenditore dell’Anno 2006’, edizione
italiana del premio Ernst & Young,
è un esempio emblematico, nel
campo della direzione aziendale, di
grande ambizione e di come occorra puntare sempre in alto per ottenere risultati, come quelli acquisiti
da Datalogic” ha commentato Boschetti nel motivare la scelta e ha
aggiunto: “Ritengo che la Facoltà
di Economia dell’Università di Bologna debba essere più che mai in
prima linea oggi. In questo senso, va
letto il coinvolgimento di imprenditori come Tunioli che, alla guida
di Datalogic, è sempre stato ‘al fronte’ su un terreno economico estre-
FARE 7
PREMIATO COL “SILVER W3”
IL SITO WEB
DI WASP BARCODE TECHNOLOGIES
(GRUPPO DATALOGIC)
Grande soddisfazione, in casa Datalogic, per il riconoscimento “Silver W3”, con cui Wasp
Barcode Technologies è stata premiata dall’International Academy of the Visual Arts nell’ambito della categoria software, per l’eccellente qualità del proprio sito web.
Wasp Barcode Technologies è una Business Unit della società Informatics Inc., appartenente al Gruppo bolognese Datalogic.
“Aggiudicandosi questo prestigioso premio, Wasp ha dimostrato di avere un approccio
creativo ed efficace al marketing ‘on line’ - ha dichiarato Roberto Tunioli, Vice Presidente e
Amministratore Delegato di Datalogic - Siamo molto soddisfatti che la nostra strategia abbia ottenuto questo importante riconoscimento, in quanto la nostra clientela - in forte crescita - è interessata sia ai prodotti Wasp che al know how su come migliorare le performance della loro azienda”.
Il “W3 Awards” premia l’eccellenza creativa sul web ed è rivolto a professionisti di marketing che hanno progettato siti web, web video e programmi di marketing on-line. W3 è la più
grande competizione web rivolta a tutti gli operatori (dai più grandi alle realtà minori). Nella
sua seconda edizione, il “W3 Awards” ha registrato più di 2.700 partecipanti: agenzie pubblicitarie, società di public relations, agenzie interattive, professionisti creativi “in-house”,
web designers, progettisti grafici e appassionati del web.
Wasp Barcode Technologies fornisce soluzioni per la raccolta e la gestione dei dati, in particolare per piccole aziende.
Datalogic, fondata nel 1972 da Romano Volta (che ne è presidente) è il terzo produttore al
mondo, e il maggiore in Europa, di lettori di codici a barre, di mobile computer per la raccolta dati e di sistemi a tecnologia RFID. In 30 anni Datalogic ha costruito un’indiscussa leadership mondiale nel comparto ADC (Automatic Data Capture). Il Gruppo è quotato presso il
segmento techSTAR di Borsa Italiana dal 2001, ha la propria sede centrale a Lippo di Calderara di Reno (Bologna) e conta circa 1900 dipendenti nel mondo, distribuiti in 40 Paesi tra
Europa, Asia, Stati Uniti e Oceania.
mamente competitivo, ma sempre
traendone vantaggio e mai subendo
i meccanismi competitivi”.
Roberto Tunioli si è recentemente
agg iudicato anche l’‘ID People
Awards 2007’, il prestigioso riconoscimento della famosa rivista internazionale, che gli è stato attribuito per “la capacità di divulgare
le sue idee innovative sulle possibili
applicazioni nel campo dei codici a
barre”.
8 FARE
INFOLAB
La Infolab Srl di S. Lazzaro di Savena
e la NSI s.r.l. – Nier Soluzioni
Informatiche di Castel Maggiore,
hanno sottoscritto un accordo di
collaborazione che realizza una primaria compagine tecnologica operante nella riorganizzazione delle infrastrutture IT (Information Technology) delle aziende, con la finalità di
produrre risparmi e ridurre la com-
plessità di gestione. Il risultato che si
vuole ottenere è contemporaneamente quello di un drastico taglio
dei costi dati dal consumo energetico per alimentare le infrastrutture IT
e dell’altrettanto elevato costo necessario per raffreddarle.
Oggi le tecnologie di virtualizzazione su cui Infolab sta lavorando da oltre 6 anni, permettono di concentrare su uno stesso server fino a 10, 15
applicazioni, spegnendo così quelli
più obsoleti, altamente costosi sia in
ter mini di manutenzione che di
consumo di energia.
La trasformazione da macchine fisiche a macchine virtuali, oltre a realizzare progetti a costo zero pescando i budget necessari dai risparmi
che si ottengono, permette di dare
un significativo aiuto all’ambiente,
contenendo i consumi di energia
che oggi viene quasi totalmente prodotta da combustibili fossili altamente inquinanti.
Realizzare queste tipologie di processi, che riducono i consumi di
energia da 10 a 1, è fortemente gratificante, in quanto in Italia le emissioni in atmosfera di CO2, che provengono come equivalenza dalla alimentazione dei dispositivi informatici,
valgono dall’8 al 10% di quelle totali.
Questo processo va sotto il nome di
Green IT; la Infolab e la NSI hanno
ritenuto fondamentale questa loro
alleanza, al fine di proporre al mercato importanti risparmi nelle spese di
alimentazione e raffreddamento dei
data center aziendali (nella vita di un
server, servono 0,5 Euro di energia, a
fronte di un Euro di acquisto), nella
razionalizzazione della loro gestione,
nel taglio degli ammortamenti, nel
recupero di spazio attualmente occupato dalle macchine.
La completa riorganizzazione e ristrutturazione delle sale macchina
con la formula del Green IT, permette alle aziende, tra le ricadute
importanti, di dedicare parte delle
risorse risparmiate alla realizzazione
di nuovi progetti quali disaster recovery, back up dei dati, security, etc,
progetti indispensabili per il rispetto
del D.P.S. (Documento Programmatico Sicurezza) e dei requisiti minimi
dalla Legge 231 sulla responsabilità
degli amministratori.
VIRTUS
Quando le otto migliori squadre del
campionato italiano di basket si sono
sfidate dal 7 al 10 febbraio 2008 a
Bologna per la conquista della TIM
Cup Final Eight 2008, all’interno
dell’impianto sportivo non erano
presenti le Forze dell’Ordine.
La decisione, che fa entrare la TIM
Cup Final Eight 2008 nella storia
dello sport, è stata proposta da Virtus
Pallacanestro Bologna (che organizza
la manifestazione per i prossimi tre
anni), approvata dall’Assemblea di
Lega Basket Serie A e subito condivisa da CONI, FIP e dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni
Sportive del Ministero dell’Interno.
L’obiettivo è stato quello di recuperare lo spirito, la passione e le sane
emozioni che la competizione sportiva sa regalare; il rispetto per le regole e per gli avversari che sa insegnare. Salvare lo sport dall’imbarbarimento e dalla violenza non è un’utopia ma un obiettivo possibile, che
si raggiunge con l’impegno di tutti:
società sportive, istituzioni, tifosi. Il
basket ci ha provato. Non con il lancio di uno slogan o con l’organizzazione di una tavola rotonda, ma con
una iniziativa concreta, mettendo in
campo la capacità di fare sistema, la
disponibilità di dedicare risorse organizzative ed economiche a un progetto che guarda al futuro.
Rinunciare alla presenza delle Forze
dell’Ordine all’interno degli impianti
sportivi durante le gare è un gesto di
coraggio e di responsabilità che si
pone come esempio a chi vuole
uscire dall’emergenza.
Per trasmettere con maggiore forza
ai giovani i valor i positivi dello
sport, negli stessi giorni in cui si
svolgeva la TIM Cup Final Eight
2008, Virtus Pallacanestro Bologna
ha organizzato “basket for life”, una
kermesse sportivo/educativa che ha
coinvolto il Basket Giovanile Italiano
ed Europeo, alla quale sono state invitate oltre 200 società sportive.
Si è giocato a basket dalle 10 alle 22
coinvolgendo luoghi non dedicati
alla pallacanestro. Piazze, scuole, palestre, oratori, carceri, ospedali, discoteche, centri commerciali, sono diventati spazi di competizione e di
aggregazione per i giovani e per le
famiglie.
Un cuore rosso che palpita nell’attimo in cui va a canestro è il logo che
è stato disegnato appositamente per
“basket for life”, iniziativa che si
propone di diventare un appuntamento annuale che raduna tutti i
soggetti del sistema basket.
ACEM
Prosegue la fase espansiva di ACEM
s.r.l., azienda di Calderara di Reno
specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di
apparecchiature medicali, radiologiche, illuminazione medicale e civile
ed elettronica industriale, che a fine
2007 si è trasformata in S.p.A.
L’operazione studiata e ponderata da
tempo è nata dall’esigenza di avere
una capogruppo forte in grado di affrontare concorrenza e mercati sempre più competitivi e di offrire ai
partner prodotti e servizi sempre più
innovativi.
ACEM S.p.A. raggruppa sotto di se
quattro divisioni: ACEM MEDICAL
COMPANY specializzata nel settore
medicale illuminazione e radiologia,
ACEM VET CARE per il settore radiologia e illuminazione veterinaria,
Le tecnologie ACEM a Medica 2007
ACEM ILLUMINATION DESIGN che tratta illuminazione civile
ed industriale e ACEM TECH che si
occupa di elettronica industriale.
Ad una politica di continuo investimento in innovazione ricerca e sviluppo verso cui destinerà nel 2008
grandi risorse, ACEM S.p.A. associa
una costante attenzione alle necessità
dell’utente e nello specifico del settore medicale all’èquipe medico ospedaliera per garantire alle stesse le mi-
FARE 9
ALFA WASSERMANN DI SCENA AL COMUNALE
PER FESTEGGIARE I 60 ANNI
vore della collettività, ha donato
30.000 euro alla Fondazione ANT
Italia Onlus che a sua volta compie
quest’anno 30 anni. La donazione
rappresenta, per la casa farmaceutica,
un modo per affiancare un’istituzione
nata a Bologna, capace di dare un reale aiuto ai pazienti colpiti da tumore.
La casa farmaceutica Alfa Wassermann, che già da diversi anni sostiene il Teatro Comunale di Bologna, in occasione del suo sessantesimo compleanno ha collaborato in maniera del tutto straordinaria con il Sovrintendente e Direttore artistico, Marco Tutino. Il sodalizio tra l’Amministratore Delegato dell’azienda Stefano Golinelli e Tutino ha contribuito a realizzare una nuova stagione teatrale
più ricca a beneficio di tutta la cittadinanza. Grazie a questa collaborazione Orphée
et Eurydice, il capolavoro operistico di Christoph Willibald Gluck e Ranieri de’ Calzabigi, è tornato così dopo un’assenza di circa trent’anni al Teatro Comunale interpretato da famosi artisti come Roberto Alagna (Orfeo), Laura Giordano (Euridice) e Marc
Barrard (Amore). Alfa Wassermann, ha inoltre deciso di festeggiare con l’opera di
Gluck i suoi primi sessant’anni, e il 5 gennaio ha invitato ad assistere alla prova generale dell’opera dipendenti e amici.
Nel cartellone, l’Orphée et Eurydice sarà seguita da un’altra opera realizzata grazie
al contributo dall’azienda: la Norma, in scena dal 29 aprile. Spiega l’amministratore
delegato di Alfa Wassermann, Stefano Golinelli: «Qui, dove Alfa Wassermann affonda le proprie radici, sentiamo la necessità di fare qualcosa di importante a beneficio
di tutti. Il lavoro con l’attuale Direttore artistico del Teatro si è già rivelato stimolante
e fruttuoso, e sono certo che riusciremo in altri progetti di grande qualità che coinvolgano artisti di alto livello, come è già accaduto per l’Orphée et Eurydice e la Nor- Stefano Golinelli,
amministratore delegato di Alfa Wassermann
ma». Altrettanto soddisfatto della collaborazione si dichiara Marco Tutino: «L’Alfa
Tra le attività dell’ANT, oltre a
Wassermann, come me, vede il teatro come un importante strumento per la diffusione della cultura.
quella di ricerca (farmacologica e
In un Paese come il nostro, che non sostiene e promuove a sufficienza le istituzioni teatrali, tutti i
oncologica) e di didattica, risulta
contributi privati sono preziosi, ma dall’azienda di Golinelli abbiamo ricevuto anche un forte appogpreziosissima l’assistenza domiciliare
gio nelle idee e nella voglia di fare sempre di più. L’obiettivo è ora quello di puntare anche su altre
oncologica gratuita offerta a oltre
attività al di là del cartellone tradizionale e di ‘lavorare dal basso’ per educare i giovani, magari pro65.000 malati e alle loro famiglie. I
prio nei loro luoghi aggregazione come le scuole e i centri culturali, creando nuove e interessanti
30.000 Euro devoluti dall’Alfa Wascontaminazioni». Alfa Wassermann è stata fondata a Bologna nel 1948 da Marino Golinelli. Tra i farsermann saranno destinati al sostemaci messi a punto dall’azienda, diversi sono ormai leader nel loro segmento di mercato. La Divisiogno del “Progetto Eubiosia” per
ne Internazionale, nata alla fine degli anni ’80, attraverso una rete di distributori e licenziatari, opera
l’assistenza globale a questo tipo di
in oltre 60 nazioni. L’azienda oggi è una multinazionale proiettata ai vertici del settore farmaceutico
sofferenti in fase avanzata e avanzamondiale e una delle poche realtà farmaceutiche italiane attive nel campo della ricerca.
gliori condizioni possibili di lavoro.
Proprio nel settore dell’illuminazione medicale ACEM S.p.A. è stata da
poco scelta anche dal Policlinico S.
Orsola – Malpighi di Bologna per la
realizzazione della nuova Ala di Degenza Chirurgica del Padiglione 5
come fornitore di lampade scialitiche a tecnologia LED, tecnologia altamente sofisticata e impiegata da
10 FARE
ACEM nella ser ie di lampade
STARLED , conosciute ed apprezzate in Italia e nel mondo.
ALFA WASSERMANN
Alfa Wassermann, in occasione dei
suoi 60 anni, in virtù del forte legame con la città e del desiderio di
supportare iniziative umanitarie a fa-
tissima. I valori del Progetto Eubiosia sono ispirati al rispetto della dignità della vita (senza accanimento
e senza abbandono).
Spiega il Fondatore dell’ANT, prof.
Franco Pannuti: «Quando, il 15
maggio 1978, ho dato vita all’ANT,
ero mosso dall’ideale della medicina quale strumento a favore della
vita, e lo sono tuttora. Noi dell’ANT non siamo per la ‘morte anticipata’ ma per l’eubiosia, ovvero
per la ‘buona vita’, diritto fondamentale di ogni essere umano fino
all’ultimo dei suoi giorni. Oggi che
siamo una realtà nazionale, i miei
sforzi sono stati premiati. Ma, prosegue Pannuti, la medicina ‘senza
abbandono’ ci costa circa 17 milioni annuali: il 15% dei nostri introiti
provengono dalle convenzioni con
le USL e tutto il resto ci viene dai
privati. È il caso di Alfa Wassermann che costantemente ci segue
da quando, 30 anni fa, abbiamo cominciato la nostra avventura. A
questa azienda va il nostro più sentito ringraziamento».
«Noi dell’Alfa Wassermann -commenta l’amministratore delegato di
Alfa Wassermann, Stefano Golinelli
- siamo sempre attenti a ciò che
succede nel nostro ter r itor io, e
sentendoci parte integrante della
città sentiamo il dovere di aiutare
chi ha bisogno. Suppor tando
l’ANT, sappiamo di sostenere una
Istituzione che si batte da tanti anni, onestamente e concretamente,
per la difesa della dignità della vita
umana».
TIPOLITO CATTABRIGA
“Sono 55 anni che faccio questo lavoro del quale sono letteralmente
innamorato. Non so immaginare la
mia vita senza questa attività”. Rino
Cattabriga, classe 1938, tipografoimpressore festeggia i trent’anni
dell’azienda che porta il suo nome.
Gli sono accanto, nella struttura di
via del Lavoro 13, i familiari che
con lui gestiscono la Tipolito Cattabriga. Assieme a loro amici, clienti e
fornitori. “Non pensavo di ‘attaccare la malattia’ – commenta sorridendo – oltre che a mia moglie
Adriana, alle mie figlie Barbara e
Cinzia, a suo marito Nevio ed addirittura alla nipote Ilaria”. Rino Cattabriga ha appreso, come altri colleghi, i segreti della professione alla
Calderini, l’azienda grafica, che negli anni ‘50 si trovava nell’omonima
piazza del centro storico di Bolo-
clientela una gamma che va dal biglietto da visita al volume. C’è un
ultimo ricordo di Rino Cattabriga
che risale al suo primo impatto con
la realtà pianorese. “Sono nato a
Molinella e quando sono arrivato
nel 1961, fra coloro che come me
venivano dalla ‘Bassa’ ed i montanari (così venivano considerati i residenti a Pianoro) c’era una diffidenza reciproca, ovviamente superata
col tempo. A ripensarci ora, in piena
società multietnica, fa sorridere, ma
anche allora il fatto di non conoscersi poteva creare ingiustificate
diffidenze”.
LA LUMACA
ORGANIZZAZIONE VIAGGI
Rino Cattabriga (a destra) con la famiglia:
tutti operano in azienda
gna. Nell’ampio capannone, vestito
a festa per l’occasione, accanto ai
moderni macchinari computerizzati, ci sono le vecchie macchine che
hanno accompagnato la vita professionale dell’imprenditore pianorese.
“Un tempo duravano molti anni,
mentre ora per rimanere sul mercato bisogna aggiornarsi continuamente. E’ comunque una sfida appassionante che permette di mantenersi attivi anche se le preoccupazioni non mancano. Fortunatamente figlie, genero e nipote assicurano
entusiasmo e giovinezza, mentre da
parte mia non faccio mancare l’esperienza”. La produzione della Tipolito Cattabr iga or mai spazia a
360° nel settore assicurando alla
La Lumaca – Organizzazione Viaggi,
dopo 14 anni di attività, ha rinnovato e aggiornato i propri servizi rivolgendoli al target “Corporate”, soprattutto orientato al mercato cinese.
Sono state create due nuove linee di
servizio, con l’intento di soddisfare
tutte le esigenze delle aziende che
necessitano di spostamenti:
EXTRA - Executive Travel Assistance, una gamma completa di prodotti
di viaggio per aziende e businessmen;
CHINA - Travel Assistance, per rispondere alle esigenze delle aziende
che hanno fatto, o vogliono fare, della Cina il proprio mercato strategico.
FARE 11
La presenza di personale specializzato, italiano e cinese, in grado di parlare entrambe le lingue, competente
in materia di organizzazione di viaggi, lingua e cultura cinesi, permette
di gestire qualsiasi richiesta di viaggi
business orientati al mercato cinese,
trasferte da/per la Cina e disbrigo
della burocrazia di viaggio, nonché
servizi connessi per il mercato cinese
(traduzioni, creazione di materiali,
presentazioni, siti web, web tv promotion, mediazione linguistica e
insieme, il raggiungimento di un importante obiettivo: 100 milioni di
euro di fatturato, con un incremento
del 28 per cento rispetto al 2006.
Dopo il trasferimento della sede legale ed amministrativa da Firenze a
Bologna, la società opera oggi sulla
maggior parte del territorio nazionale con più di 60 agenzie, delle
quali la metà in Emilia-Romagna,
nella ricerca e selezione di personale
interinale e permanente.
Lavoropiù fin dalla fondazione ha
rinali) al mese con una struttura interna di circa duecento collaboratori. Notevole e ben avviata anche l’attività tradizionale di ricerca e selezione del personale assunto direttamente dall’azienda cliente.
Ambiziosi anche i progetti per il
2008, che vedono, tra l'altro, investimenti volti all'apertura di nuove filiali nelle aree ancora non raggiunte,
l’implementazione delle più moderne tecnologie sulla rete aziendale,
volte allo snellimento del lavoro di
back office, al continuo miglioramento degli standard qualitativi del
servizio offerto, e, infine, ad una capillare distribuzione delle offerte di
lavoro, sia attraverso i mezzi tradizionali che sul web.
VIAGGI SALVADORI
Tomaso Freddi, presidente di Lavoropiù
culturale, etc).
Particolare interesse ha già ottenuto
il servizio di accompagnamento offerto a delegazioni imprenditoriali
cinesi in visita in Italia, ospiti di partner italiani.
LAVOROPIU’
L’Agenzia per il Lavoro “Lavoropiù
SpA” ha festeggiato nel 2007 il decimo anniversario della fondazione e,
12 FARE
mantenuto una crescita costante, dimostrando di possedere una notevole specializzazione nel settore, insieme ad un forte radicamento sul territorio, con particolare riferimento
alle pmi e alle loro esigenze.
I soci fondatori dell'azienda, già professionisti nel campo della ricerca,
della selezione, della formazione e
della gestione del personale, con l'introduzione in Italia del pacchetto
Treu, e, successivamente, della Legge
Biagi, hanno voluto unire energie ed
esperienze acquisite in diverse regioni
italiane per creare un’organizzazione
competitiva da porre al servizio delle
aziende e del lavoro flessibile.
Lavoropiù, nelle sue oltre sessanta filiali operative sparse sul territorio
italiano, gestisce una media di circa
5.000 lavoratori somministrati (inte-
La Viaggi Salvadori di Bologna ha festeggiato Giorgio Monetti e Leopoldo
Tartarini in occasione dei 50 anni del
loro giro del mondo su Ducati 175.
Nel 1957 fu proprio l’agenzia di
viaggi bolognese a curare l’organizzazione logistica dell’impresa attraverso la sua rete di corrispondenti
WATA (World Association Travel
Agencies).
Invitati dai titolari Gabriella Salvadori, Carlotta e Umberto Sassatelli,
oltre ai due storici protagonisti del
giro del mondo, sono intervenuti alla
cerimonia commemorativa: Maria
Cristina Santandrea, assessore Turismo Comune di Bologna; Gianluigi
Mengoli di Ducati Motor; Giuliano
Musi, autore del volume “Giro del
Mondo di Tartarini e Monetti su
Ducati 175”. Una delle due moto
originali che compirono l’impresa
(tutt’ora funzionante) è stata esposta
nella vetrina dell’agenzia che era stata
allestita esattamente come 50 anni fa.
Nella centrale via Ugo Bassi 13, sede
dell’agenzia, è stato un vero e proprio
“pellegrinaggio” di “ducatisti” e semplici curiosi attirati dal ricordo di
quella impresa pionieristica , pietra
La vetrina di Salvadori nel 1957 (sotto) allestita in occasione del giro del mondo su
Ducati 175 curato dall’agenzia (l’itinerario è
nella foto sopra)
miliare della grande avventura di
Ducati oggi campione del mondo.
NASICAE
DIMORA DI EVENTI
Nasicae Dimora di Eventi, spazio
poliedrico che fa capo al gruppo
Balboni Pubblicità, realtà bolognese
da oltre 30 anni presente sul mercato
degli allestimenti e della cartelloni-
I VENT’ANNI DI CIR AMBIENTE
Compie vent’anni Cir Ambiente, l’azienda imolese leader nelle bonifiche da inquinamento acustico. Creata nel 1988 dalla
Cir, allora fra i ‘colossi’ del sistema cooperativo imolese, e
dalla famiglia Fabbri, che a metà degli anni novanta avrebbe
poi rilevato tutto il pacchetto azionario, la società si è immediatamente affermata in un settore in qualche modo di nicchia quale è il disinquinamento da rumore, operando in particolare con grandi gruppi industriali (Ferrari, G.D) e nella realizzazione di cabinati per le macchine produttrici di energia
(con Nuovo Pignone, Enel, Ansaldo, Alstom). “Abbiamo fornito impianti” ricorda il presidente Massimo Fabbri “in funzione
delle specifiche e delle località più diverse, dal Mare del
Nord al deserto dell’Arabia”.
Nel tempo, poi, ha acquisito sempre maggior importanza la
produzione di barriere stradali e ferroviarie, con applicazioni
ogni volta personalizzate ed innovative per risolvere esigenze
particolari: dalle barriere delle autostrade fiorentine, in cotto
dell’Impruneta, corten e vetro, alle soluzioni per l’Alta Velocità
(Cir Ambiente partecipa alle realizzazioni per la penetrazione
della linea nei centri urbani di Roma e Napoli) in grado di risolvere problematiche delicatissime di carichi applicati o di riso- Barriere di Cir Ambiente in vetro (sopra) e in
nanze. E non solo in Italia, visto che sempre a Cir Ambiente si cotto (sotto) sulle autostrade italiane
deve, ad esempio, l’insonorizzazione del Terzo anello autostradale di Mosca. Senza dimenticare il settore degli aeroporti, con Malpensa ed Orio al Serio.
L’azienda imolese, circa 30 dipendenti in grande prevalenza giovani di spiccata formazione tecnica
(ingegneri e periti), doppia la boa dei vent’anni con risultati in crescita, avendo raggiunto nel 2007 i
15 milioni di fatturato. Nel frattempo la famiglia Fabbri (a Massimo e Fabio, i fondatori, si sono aggiunti i due fratelli più giovani) ha diversificato l’attività attraverso numerose società, tutte attive nelle problematiche dell’ambiente e del disinquinamento: Cir Edilacustica (prodotti per l’edilizia con valenza acustica: anticalpestio e insonorizzazione delle pareti); Ausilio (consulenza per l’igiene industriale ed ambientale: legge 626, V.I.A., monitoraggio di aria, rumore, emissioni); ed Akron (controllata da Hera, ma nella quale i Fabbri hanno una partecipazione del 43%), rivolta alle problematiche legate ai rifiuti. E’ Akron che, nell’ambito della multiutility emiliano-romagnola, si occupa del cosiddetto ‘ciclo del secco’.
E adesso? “Continueremo a seguire tutte le aziende del gruppo” aggiunge Massimo Fabbri “ed intendiamo concentrarci in particolare su Cir Ambiente per sviluppare tutte le sue potenzialità. Il futuro di questa azienda è in crescita anche perchè, mentre in passato paesi come Francia, Svezia, Germania erano tecnicamente molto avanti a noi , ora siamo allo stesso livello se non meglio. Inoltre
anche in Italia sta aumentando la sensibilità alle problematiche dell’inquinamento acustico e quindi
certamente il mercato offrirà nuove e maggiori opportunità”.
stica, si è trasformata nel periodo a
ridosso delle festività di fine anno in
un’incantevole manifestazione colma
di idee natalizie; innumerevoli pro-
FARE 13
poste per il regalo giusto, decorazioni e addobbi per la casa, prodotti naturali e atmosfere scintillanti in un
ambiente elegante e raffinato.
visitatori, ma Nasicae continua ad
essere disponibile per organizzare
eventi privati, pubblici o aziendali.
delegazione svedese di Staffanstorp
ha recentemente fatto visita al capoluogo emiliano ed ai suoi poli produttivi in piena espansione. L’inizia-
RIVIT
Nell’ambito del gemellaggio con il
comune di Ozzano dell’Emilia, una
IL CONSIGLIO DIRETTIVO
EUROPEO DELLA SOUTHCO
A OZZANO E BOLOGNA PER
I 35 ANNI DELLA RIVIT
Due momenti di Magia del Natale, la manifestazione che si è tenuta negli spazi di Nasicae
Magia del Natale è stata la manifestazione che, finalmente in un grande spazio espositivo coperto, immerso
in 40.000 mq di parco secolare con
ampio parcheggio a Castenaso, ha
permesso di trasformare la stressante
caccia ai regali dell’ultimo minuto in
una piacevole passeggiata per acquisti.
La manifestazione, alla sua seconda
edizione e ad ingresso gratuito, è stata
costellata da una moltitudine di eventi collaterali per allietare i visitatori
con significative iniziative patrocinate
da Ascom, Confartigianato Federimprese Bologna, Confesercenti Bologna e Ufficio Scolastico Provinciale
di Bologna relativamente al concorso
“Gli Alberi di Nasicae”, 1° Concorso
degli Alberi di Natale aperto a tutte
le Scuole di Bologna e Provincia.
Questa è stata una delle iniziative di
maggiore portata, con oltre 14.000
14 FARE
Nell’ambito dei festeggiamenti per i propri
trentacinque anni di attività, Rivit ha propo- La delegazione svedese di Staffanstorp in
visita alla Rivit
sto a Southco di poter ospitare presso la sede di Ozzano Emilia l’incontro del Consiglio
Direttivo, che si è tenuto per la prima volta al di fuori del quartiere generale in Inghilterra di
Southco Europe.
Southco è una multinazionale americana nata nel 1899, che nella sua storia centenaria è
diventata uno dei principali fornitori globali di soluzioni tecniche di accesso, quali chiusure,
viti imperdibili, cerniere, maniglie e altri accessori per applicazioni nei settori nautico,
networking, telecomunicazioni, computer, automobilistico, aerospaziale, trasporto collettivo, macchine da lavoro pesante/edilizia, veicoli da turismo/caravan, macchinari industriali
e condizionamento dell’aria.
Southco, di cui Rivit è distributore in Italia da più di dieci anni, è oggi tra i più importanti
partner dell’azienda bolognese.
Da molti anni Southco ha privilegiato il mercato europeo, creando numerosi rapporti di
partnership con distributori in tutti i paesi. È stato creato nel tempo un consiglio direttivo
europeo, che riunisce ogni anno i distributori europei più significativi, per creare un momento di incontro e di collaborazione industriale. I membri del Consiglio sono: Onkenhout &
Onkenhout BV (Olanda) - Colly Components AB (Svezia) - Soldacentro SA (Spagna) - QEF
Global Ltd. (Irlanda) - Levrat SA (Francia) - KVT Koenig Verbindungstechnik GmbH (Germania) - Heyman Manufacturing s.r.o (Germania) - Roy Hopwood Fasteners (Gran Bretagna) Ing.-Büro Zimmermann GmbH (Germania).
Rivit ha voluto coniugare, per questa giornata di meeting, l’aspetto principale del business
con una forte motivazione culturale, presentando nell’occasione anche la cultura italiana e
la città di Bologna, toccando tutti gli aspetti più interessanti da un punto di vista storico,
universitario, culturale ed economico.
Affascinante cornice di questo ulteriore evento è stata la cappella Farnese di Palazzo d’Accursio, nella quale il fascino, la creatività, la qualità e la produttività tipica del made in Italy
hanno trovato il loro senso più profondo.
Accanto a Rivit è stata presente come partner dell’evento Unindustria Bologna, per mettere
in evidenza la forza degli organismi associativi che rappresentano e sostengono le aziende
italiane localmente sul territorio.
tiva, alla quale ha partecipato anche
Unindustria Bologna, ha permesso
alla delegazione straniera di conoscere alcune delle aziende più interes-
La sede della Rivit a Ponte Rizzoli (Ozzano
dell’Emilia)
santi e innovative della zona.
Tra queste anche Rivit Srl, una delle
aziende leader in Italia nella produzione e distribuzione di sistemi di
fissaggio e utensili per l’assemblaggio
e la lavorazione della lamiera. Fondata nel 1973, da Bologna si è trasferita
a Ponte Rizzoli da poco meno di
due anni.
Con l’apertura della nuova sede ha
inaugurato un magazzino automatizzato che garantisce e supporta un sistema logistico all’avanguardia, con
l’obiettivo di far fronte alle esigenze
di un mercato in espansione e con
sempre maggiori esigenze.
La delegazione era guidata da Mr
Torbjorn Lovendahl, vice sindaco di
Staffanstorp; Mr Henrik Lethin,
amministratore capo degli affari internazionali e Mr Jimmy Olsson,
presidente del Business group della
città svedese. La visita ha permesso
loro di conoscere il cuore nevralgico
dell’attività di Rivit, ovvero quella
torre di 18 metri di altezza e 90 metri di lunghezza dove operano i due
traslo-elevatori, al cui interno sono
ospitati 24.000 vassoi, suddivisi in
due corridoi, che possono contenere
fino a 100.000 referenze.
Gli ospiti sono stati favorevolmente
colpiti dall’efficienza e modernità
della azienda, impressione confermata dal tour guidato agli uffici, in particolare il grande open space che
ospita l’ufficio commerciale Italia e
estero, lo shop interno, dove acquistare i prodotti Rivit, le aree di esposizione delle macchine e lo show
room di prova degli utensili Rivit.
Per singolare coincidenza il titolare
dell’azienda, Manuele Avanzolini,
negli stessi giorni era in Svezia per
partecipare alla fiera Elmia Subcontractor.
SYSDATA ITALIA
Sysdata Italia (società specializzata
nella fornitura di soluzioni e servizi
IT con sede a Bologna e uffici a
Mestre, Roma e Trieste) ha annunciato la nascita di Aresoft, con sede a
Bologna e uffici operativi a Roma e
Imola. La nuova società si posiziona
come realtà qualificata nel segmento
Roberto Vecchione, amministratore delegato di Sysdata Itala
dei sistemi gestionali ERP per le
PMI, proponendo nello specifico
Microsoft Dynamics AX.
L’accordo dal quale nasce Aresoft, di
cui Sysdata Italia è il maggiore azionista detenendo il 50% del capitale,
rientra in un business plan che prevede il conferimento delle attività
operative di Soft&Tec, alla quale rimane il 40% delle quote, alla neona-
ta società. Il restante 10% è del Presidente di Aresoft, Stefano Conte,
mentre Luca Emiliani è stato nominato Amministratore Delegato di
Aresoft.
Gli obiettivi della nuova società sono
decisamente ambiziosi, i flussi di cassa stimati prevedono un trend positivo con il conseguimento di ricavi
destinati ad attestarsi intorno ai 2,2
milioni di euro nel 2008, in netta
crescita rispetto al fatturato 2007 di
1,8 milioni di euro.
Un giro d’affari sostenuto da un’
idea strategica che punta a utilizzare
il prezioso know how delle aziende
partner, Sysdata Italia e Soft&Tec,
entrambe con una lunga esperienza
professionale nello sviluppo di soluzioni avanzate nel comparto IT.
La mission di Aresoft consiste nel
proporre al mercato soluzioni software in grado di migliorare i processi
gestionali dei propri clienti e di offrire in particolare alle piccole e medie
imprese ed agli enti pubblici, soluzioni avanzate nel segmento ERP.
Strumento privilegiato in questa direzione è Microsoft Dynamics AX,
una piattaforma gestionale in grado
di supportare e ottimizzare tutti i
processi strategici d’impresa, che si
affianca al know-how consolidato
sulla piattaforma Oracle EBS
“L’investimento in Aresoft si pone
perfettamente in linea con i nostri
progetti di espansione per linee
esterne. Si tratta di un’azienda con
grosse potenzialità di crescita, che
vanta un consolidato expertise nei
software gestionali e nella loro valorizzazione per il supporto dei processi aziendali”, ha commentato Roberto Vecchione, Amministratore
Delegato di Sysdata Italia S.p.A, fondata a Bologna nel 1980 dallo stesso
FARE 15
MARPOSS ACQUISISCE LA FRANCESE KERN
Marposs ha acquisito il 100% di Kern, società francese attiva dal 1954, leader nel campo dei misuratori meccanici di alta precisione ed insiemi usati principalmente nell’industria automobilistica e aerospaziale.
Le soluzioni Kern sono un complemento ideale ai prodotti Marposs e rafforzeranno significativamente la capacità Marposs di competere nell’impegnativo mercato francese.
Questa acquisizione, assieme a quella di Trace, società francese leader nella progettazione e costruzione di macchine controllo tenuta, eseguita nel 2006, è un ulteriore chiaro segno dell’impegno a
lungo termine della Marposs nei confronti del mercato francese.
Kern opera a Chelles, un sobborgo di Parigi, con una forza lavoro di circa 40 persone.
L’acquisizione di Kern segue dopo breve tempo quella della Società Control Gaging Inc., Ann Arbor,
MI, USA, portata a termine dal gruppo Marposs nell’ultimo scorcio del 2007.
“Le acquisizioni di società di grande qualità con prodotti complementari a quelli Marposs sono uno
strumento che continueremo ad utilizzare a fianco della nostra forte attività nella Ricerca e Sviluppo Stefano Possati, presidente del
interna all’azienda. L’obiettivo è e rimane quello di crescere in modo solido e continuo, sia sui nostri Gruppo Marposs
mercati tradizionali che su quelli che verranno via via individuati” ha dichiarato Stefano Possati, presidente del Gruppo Marposs.
Marposs, fondata nel 1952 dall’Ing. Mario Possati, leader internazionale nella produzione di strumenti di misura dimensionale elettronica,
produce e vende: misuratori in process o post process per macchine utensili, sistemi manuali ed automatici di ispezione di pezzi meccanici
nelle varie fasi di lavorazione, controlli non distruttivi, linee di misura e di assemblaggio per l’industria dell’automobile, dell’aerospaziale,
dei computer e della meccanica di precisione in genere.
L’organizzazione Marposs consta di circa 2000 persone, di cui oltre 900 operanti in Italia, e 81 uffici all’estero in 22 paesi.
Vecchione
La società di system integration bolognese ha chiuso un’altra importante acquisizione, a completamento
della propria strategia di espansione
per linee esterne che l’ha portata a
consolidare ed ampliare il proprio
posizionamento nel mercato dell’IT.
Nel mese di febbraio infatti ha annunciato di avere acquisito il 51% di
Bit Media, azienda con sede a Roma, leader nei servizi informatici rivolti al mercato della Pubblica Amministrazione, della Finanza Pubblica
e della Sanità.
Il valore dell’operazione si aggira intorno ai 2,4 milioni di euro e conferma il trend positivo di Sysdata
Italia S.p.A.. Un’acquisizione che
contribuisce ad implementare l’alto
potenziale di crescita della software
house bolognese e massimizzarne la
16 FARE
capacità competitiva e quindi il valore su scala globale.
L’investimento mira a sostenere e
potenziare lo sviluppo strategico e
tecnologico dell’azienda ed è finalizzato, oltre che a consolidare le relazioni con clienti e partner, a sviluppare nuovo business, incrementando
così le economie di scala.
Bit Media nel 2007 chiuderà il bilancio con 7,5 milioni di Euro di ricavi
globali (+14% rispetto al 2006), Ebitda
circa 900 mila Euro ( +18% sul 2006 ),
Ebit circa 790 mila Euro (+21% sul
2006) e un utile netto indicativo di
240 mila Euro (+20% sul 2006)
“Siamo molto soddisfatti del dinamismo e della rapidità con cui la nostra Società sta crescendo. Gli straordinari risultati ottenuti negli ultimi
anni, grazie a una strategia di espansione nei segmenti di mercato strate-
gici, è frutto di una mirata politica di
partnership con operatori affermati e
saldamente posizionati nei diversi
comparti”, ha dichiarato Roberto
Vecchione, Presidente di Sysdata Italia S.p.A.
THINK3
Think3, fornitore dell’unica tecnologia in grado di coniugare gli ambiti progettuali di concept, sviluppo e
realizzazione del prodotto, ha scelto
EUROMOLD 2007, la vetrina più
importante in Europa per il mondo
degli stampi, per presentare in anteprima assoluta thinkmold, la nuova
soluzione per progettare e automatizzare stampi a iniezione.
L’offerta di Think3 per gli stampisti è
stata fino a oggi rappresentata da thinkdesign. Il programma 3D di Think3 è
apprezzato in tale ambito grazie alla
sua capacità di lavorare su qualsiasi dato importato dall’esterno. Con uno
sguardo interessato ai mercati del Far
East, la multinazionale ha puntato allo
sviluppo di una nuova soluzione con
tipologie progettate appositamente per
il mondo degli stampi.
Forte delle caratteristiche premianti
di thinkdesign, capace di importare
modelli 3D estremamente complessi
e gestirli senza perdere informazioni,
thinkmold è una soluzione che automatizza il processo dello stampo. Fra
le caratteristiche di maggior rilievo
si distingue il ‘semantic split’, che automatizza e stabilizza da un punto di
vista semantico la separazione del
punzone dalla matrice.
Mentre in precedenza Think3 aveva
semplicemente fornito il proprio kernel, thinkcore, per creare applicativi per il
mondo degli stampi, ora con la soluzione nativa thinkmold si ha la possibilità di
collegare l’attività col flusso gestionale
organizzato dal PLM, tema ormai attuale anche nel mondo degli stampi. Se
finora gli stampisti sono stati interessati
solo alla gestione della parte geometrica, attualmente stanno acquisendo importanza sia la gestione dell’officina che
la manutenzione dello stampo e la conservazione e condivisione delle informazioni a esso correlate.
Altra novità presentata ad EUROMOLD 2007 è thinkreshape, la nuova
suite di strumenti per il reverse engineering e il controllo degli scostamenti dall’originale, che consente di
ricostruire il modello matematico di
un oggetto fisico.
Thinkreshape si rivolge alle aziende del
settore automotive, transportation,
stampi, product design, consumer product, medicale, ma in generale trova
apprezzamento ovunque si debba par-
SI CHIAMANO MICRO-VETT I VEICOLI A ZERO EMISSIONI
Sul mercato dal 1986, partner di grandi case automotive tra le quali FIAT, Iveco e Piaggio, Micro-Vett di Imola ha consolidato di recente il suo primato nella produzione di vettori a zero emissioni sviluppati sulla base
di modelli già esistenti nella versione endotermica. Oggi, grazie alla sempre più stretta partnership con la
casa torinese, l’azienda di Imola (900 unità prodotte finora nel 2007, 30 dipendenti, 15 MLN di fatturato), ha
quasi concluso la prototipazione del Fiorino, ultimo nato in casa FIAT, nella sua versione elettrica a batterie
litio-ioni. Oltre al Doblò Electric, al Daily Electric e Bimodale e al Porter Electric, Micro-Vett completa la
gamma con un vettore pulito di peso totale attorno ai 16 q che diverrà amico fidato dell’aria di molte città
italiane.
Una vera rivoluzione, perché con il Fiorino Electric a batterie litio-ioni si annuncia la possibilità reale di una commercializzazione di veicoli elettrici su larga scala, destinati al grande pubblico e con performance molto vicine
a quelli dei veicoli tradizionali, con velocità superiori ai
100 km/h e con autonomie ben oltre i 100 km continuativi
e perciò in grado di soddisfare il 98% delle missioni giornaliere sia in ambito urbano sia extra-urbano.
A completare le premesse di un’evoluzione davvero sorprendente, impensabile fino a qualche anno fa e favorita
Il Fiorino Electric della Micro-Vett (a destra) al
dalla crescente ricerca sugli accumulatori di trazione –
Salone di Istanbul
complici anche le performance di quelle dei cellulari
che trainano il settore – c’è una nuova modalità di ricarica veloce, con l’utilizzo di nano-tecnologie dell’americana Altairnano: gli ultimi test realizzati da Micro-Vett ad Oslo con il proprio partner norvegese, hanno evidenziato la possibilità di ricaricare un Doblò elettrico di medio stoccaggio (80 km di autonomia) in 8 minuti.
Ovviamente, questo dato apre scenari completamente nuovi tali da configurare una vera e propria rivoluzione, riducendo drasticamente l’impatto che la ridotta autonomia del veicolo elettrico ha da sempre nell’immaginario dell’automobilista. Se, infatti, un’auto elettrica può essere ricaricata durante la pausa caffè, è facile intuire che la sua diffusione può subire un’immediata, decisiva impennata. Con tutta probabilità, e tra
poco tempo, le nano-tecnologie applicate agli accumulatori saranno le grandi protagoniste della trasformazione delle consuetudini legate alla mobilità.
Micro-Vett, oramai dotata di competenze uniche nel settore, ha avviato con successo un programma di internazionalizzazione del prodotto, favorita in ciò dalle pressanti richieste di vettori puliti che provengono da
ogni parte del mondo. Ultima servita da una fornitura di vettori elettrici per la consegna di alimenti agli asili
comunali è la città di Mosca, la cui municipalità ha ordinato a Micro-Vett una flotta di vettori per l’ambito
urbano. La flotta, composta di veicoli dai 16 ai 35 q, è operativa dai primi di febbraio.
tire da un prototipo fisico realizzato in
legno, resina, o altro materiale da un
modellista o comunque da un oggetto
reale e lo si debba ricondurre a una
forma tridimensionale computerizzata
per elaborarla e modificarla.
Think3, con sede pr incipale a
Cincinnati, USA, e uffici in Euro-
pa, Asia e Nord America, è un’azienda a capitale pr ivato che, da
oltre 25 anni, offre soluzioni innovative e di prossima generazione
per l’industrial design ed è un fornitore globale di soluzioni per lo
sviluppo prodotti per le imprese
manifatturiere.
FARE 17
***
Think3 punta ad ampliare la propria
rete commerciale europea, potenziandola nei paesi in cui è già presente e ricercando nuovi VAR (rivenditori) in Inghilterra, Francia,
Germania, Spagna, Paesi Scandinavi
e nell’Est Europa.
lo mondiale. I partner sono scelti in
base alla capacità di coprire una determinata area geografica e di fornire
ai clienti un'assistenza che abbia le
stesse caratteristiche, in termini di
competenza e attenzione, di quella
originale della casa madre.
I nuovi VAR verranno infatti suppor-
COSEPURI LANCIA IL BOLOGNA HOTEL SHUTTLE,
NUOVO SERVIZIO DI NAVETTA PER LA CITTÀ
Innovazione ed economicità sono alla base del nuovo progetto BHS (Bologna Hotel Shuttle) attivato da
Cosepuri in accordo con il Comune di Bologna, per allineare la città ai livelli europei nell’ambito dei servizi di trasporto persone.
Il servizio BHS consiste nel trasferimento di persone in forma collettiva o semicollettiva applicando una
tariffa fissa a passeggero.
Il pick up dei passeggeri viene effettuato su prenotazione (telefonicamente o via e mail) direttamente
presso gli alberghi tramite navette dedicate che collegano i grandi poli di Bologna: aeroporto, stazione
centrale, fiera e centro città.
L’autentica novità è rappresentata dall’attivazione del sito www.bhshuttle.it che consente la prenotazione, oltre che dall’albergo, direttamente on line anche da parte del consumer finale.
Tra i 13 hotel cittadini che partecipano all’iniziativa ci sono anche quelli aderenti al Settore Turismo di
Unindustria Bologna.
“Abbiamo cercato la fattiva collaborazione degli albergatori del territorio in nome di un obiettivo comune:
aumentare l’afflusso turistico in città potenziando l’offerta ricettiva esistente tramite servizi di accoglienza dal valore aggiunto” spiega il presidente di Cosepuri Fabio Fabbri.”Auspichiamo una progettualità e
una pianificazione di strategie comuni fra i soggetti pubblici e privati interessati ad incentivare il flusso di
turisti in una città purtroppo a scarsa vocazione turistica tagliata fuori dai classici circuiti. Iniziative di eccellenza messe in atto da parte di singoli operatori, ma scoordinate fra loro, corrono il rischio di non essere efficaci”.
L’iniziativa è stata presentata a Palazzo d’Accursio alla presenza, tra gli altri, dell’assessore alla Mobilità
e Lavori pubblici, Maurizio Zamboni, dell’assessore alle Attività Commerciali Turistiche e MKT urbano Cristina Santandrea e del presidente Settore Turismo di Unindustria Bologna, Paolo Rier.
L’obiettivo per il 2008 è sviluppare il
network dei partner europei per
rafforzare tutti i settori di business.
Think3 opera con successo nell’Industrial Design, nel Tooling (stampi
classici e lavorazione della lamiera),
nell’ Engineering, nel settore PLM.
Think3 si avvale di partner per rendere facilmente accessibile a ogni
azienda la propria tecnologia a livel-
18 FARE
tati dal programma di Sales & Management Training, che approfondirà le
caratteristiche del prodotto con sessioni tecniche tenute da personale
interno, qualificato nel corso del
Partner Certification Program. L'inserimento in un network mondiale
offrirà ai partner la possibilità di relazionarsi direttamente con l'R&D di
Think3, al fine di definire insieme le
linee guida per lo sviluppo prodotto,
e di essere supportati per la gestione
di progetti speciali.
Ai nuovi partner Think3 garantirà una
zona operativa definita, bilanciata rispetto ai rivenditori già presenti sul territorio, e un alto margine di profitto.
***
Buell Motorcycle Company, azienda
del gruppo Harley-Davidson, Inc., si
affida alla tecnologia di Think3 per
ottimizzare il processo di sviluppo
prodotto della nuova ‘supersportiva’
1125R. La innovativa sportbike ad
altissime prestazioni è stata infatti
progettata con thinkID, la soluzione
per lo styling, che assicura massima
libertà creativa al designer.
L’azienda di East Troy (Wisconsin,
USA) dal 1998 si avvale delle soluzioni thinkdesign (CAD) e thinkteam (PDM) di Think3 per automatizzare e ottimizzare il processo di
sviluppo prodotto.
“Abbiamo voluto realizzare una moto completamente nuova, in grado di
esprimere una potenza, una maneggevolezza e un’agilità tali da assicurare al pilota un’esperienza di guida
unica” afferma Eric Buell, Presidente
e Direttore Tecnico di Buell Motorcycle Company. “ThinkID ci ha
aiutati a vincere questa sfida. La tecnologia Global Shape Modeling
(GSM3) di Think3 ci ha permesso di
progettare agevolmente il nuovo veicolo, effettuando modifiche accurate,
veloci e automatiche in tutte le fasi
dello sviluppo del prodotto; inoltre,
ci ha consentito di conservare l'intento di design iniziale e di ridurre
notevolmente il time to market.
Grazie a thinkID abbiamo potuto
raggiungere i nostri obiettivi nei
tempi prestabiliti proponendo una
nuova moto con un design che
combina uno ‘stile’ grintoso a ottime
prestazioni motoristiche”.
FONDAZIONE
MARINO GOLINELLI: 20 ANNI
La Fondazione Marino Golinelli,
che deve la sua nascita all’omonimo
imprenditore bolognese fondatore di
Alfa Wassermann, compie nel 2008
vent’anni.
Vent’anni durante i quali ha fatto
nascere il Life Learning Center,
centro di formazione permanente
sulle scienze della vita costituito nel
2000 in partnership con l’Università di Bologna, e la manifestazione
“La Scienza in Piazza”, iniziativa
itinerante con allestimento di laboratori in luoghi informali dove tutti
possono accedere.
MBA
PROFINGEST FULL TIME
ALMA GRADUATE SCOOL
Sono aperte le iscrizioni per l’MBA
Profingest full-time, il corso di Alma
Graduate School di Bologna, rivolto
a laureati provenienti da tutte le facoltà universitarie con un’esperienza
professionale significativa.
L’obiettivo del Master è quello di
formare figure manageriali di alto
profilo, in grado di ricoprire ruoli
caratterizzati da elevata autonomia
decisionale e da forti responsabilità.
L’MBA Profingest, giunto alla XXI
edizione, ha formato con successo in
due decenni più di 1.000 giovani
manager, che costituiscono una community forte e affermata nel mondo
degli affari e nelle istituzioni e che
rappresenta un ulteriore asset in termini di relazioni e di opportunità.
Il percorso formativo nasce dal continuo aggiornamento dei contenuti e
delle metodologie didattiche, garantito dal gruppo di coordinamento didattico scientifico formato da docenti, consulenti e dirigenti aziendali. Ha
una durata di 12 mesi e si articola in
diverse fasi, dai pre-corsi presonalizzati al Project Work in azienda.
L’MBA Profingest ha sempre garantito
e superato le percentuali di placement
prevista dall’accreditamento Asfor.
Per informazioni:
www.almaweb.unibo.it
[email protected].
BONFIGLIOLI CONSULTING
Bonfiglioli Consulting di Bologna ha
sottoscritto l’adesione al network internazionale di consulenti “Highland”.
Si tratta di una alleanza tra società di
consulenza indipendenti che, come
Bonfiglioli, sono fortemente radicate
nel paese di or igine: Bonfiglioli
Consulting in Italia, NorthHighland
in Amer ica, Oresiys in Francia,
Horwath & Partners in Germania,
Austria, Svizzera, Spagna e nell’ Est
Europa, Quedis in Inghilter ra e
Twynstra Gudde in Olanda. E’ una
alleanza fortemente locale, ma aperta
alla visione globale delle relazioni e
delle tecniche di consulenza. Il
network Highland è presente in 12
Paesi con 34 sedi operative, 1.800
consulenti e oltre 1.000 clienti. E’
una alleanza in rapida evoluzione
che unisce, senza nessuno scambio
societario ma solo con accordi strategici e commerciali, eccellenze
consolidate nel mondo della consulenza per le imprese.
Basta scorrere l’elenco dei clienti di
Highland per capire che i servizi forniti alle imprese sono di altissimo
profilo e frutto di scambio tra i partner che animano l’alleanza: Edf,Veolia Rwe, E On, Iveco, Pininfarina,
Scnf, Ratp, Ikea, Mero, Siemens Bosch,
Henkel, Carrefour, Abb Pfizer, Gsk,
L’adesione di Bonfiglioli Consulting al
network internazionale Highland (sopra).
Matteo, Romano e Michele Bonfiglioli
(sotto)
Ing, Ubs, Deutsche Bank, Credit
Suisse, Bank Of America e molti,
molti altri ancora. Bonfiglioli Consulting è stata scelta come partner
per l’Italia e questo è un riconoscimento al lavoro svolto e ai risultati
raggiunti in tante imprese manifatturiere. Ora l’orizzonte si allarga ai servizi, al mondo finanziario, alle banche e ad altri settori industriali (come la farmaceutica) grazie a progetti
congiunti e a scambi che coinvolgeranno in prima persona i consulenti
Bonfiglioli. Si apre quindi anche per
le aziende italiane che hanno scelto i
servizi di consulenza di Bonfiglioli
una nuova fase ricca di opportunità:
servizi in tutto il mondo, nuove spe-
FARE 19
I TRENT’ANNI DI CORRADI, DALLE TENDE ALLA LEADERSHIP NELL’OUDOOR
Cosa succede quando un’azienda familiare di successo, leader di
mercato seppure in un settore dalle caratteristiche ancora molto
artigianali, decide che per crescere ulteriormente occorre una decisa sterzata ed una ristrutturazione radicale? E’ la storia della Corradi, che dopo trent’anni di affermazioni nella produzione di tende
da sole, ha deciso di battere nuove
vie per proiettarsi sempre più sui
mercati internazionali. La scelta dei
fondatori, i fratelli Raffaele ed Alberto Corradi, è stata quella di una decisa managerializzazione; e così, affidato il timone ad un nuovo Amministratore delegato, Gianmarco Biagi,
l’azienda si è data un piano triennale
Gianmarco Biagi, amministratore delegato 2007-2009 estremamente ambizioso
della Corradi (sotto). L’azienda ha riposiziona- del quale, dopo un anno, si vedono
to il suo core business nell’outdoor (sopra)
già, eccome!, i primi risultati. “La
grande intelligenza dei fratelli Corradi
è stata di capire la necessità di ristrutturarsi per tempo. In un’azienda
che aveva già un buon trend di crescita, abbiamo rivoluzionato tutto”
sottolinea con orgoglio Biagi “ma insieme ai collaboratori che c’erano
già. Ci muoviamo in una ‘logica del
fare’ con obiettivi chiari e condivisi e
stiamo lavorando per diventare leader a livello europeo”.
E così la Corradi ha riposizionato il
suo core business dalle tende da sole
all’outdoor, l’arredamento da esterni
di gamma alta e Design. Ha consolidato la propria impostazione industriale, che nel 2007 ha visto raggiunti
cializzazioni, continuo aggiornamento con le più avanzate esperienze a livello mondiale e un costante
scambio di Best Practices che valorizzerà anche il lean thinking “alla
maniera italiana”.
Bonfiglioli Consulting rimane una
azienda di famiglia; con il più alto
20 FARE
importanti obiettivi, tra i quali spiccano il lancio di due nuove linee
di prodotto (in riferimento ad un piano di sviluppo prodotti che conta 28 progetti per i prossimi quattro anni), ha sviluppato politiche di
marchio con la creazione di logiche commerciali ben definite e
strumenti quali l’ufficio stampa, ha ridotto fortemente i tempi di
consegna e costi interni ristrutturando la produzione secondo le logiche della Lean Production, ha potenziato i propri sforzi di R&S, si
è data un sistema qualità che ha ottenuto la certificazione Iso 9001
con il Tuv, ha inserito strumenti e tecniche di gestione commerciale
innovativi, ha introdotto un severissimo ed efficace controllo di gestione, una nuova politica di supplier chain (con fornitori solo italiani e tedeschi) di coinvolgimento e partnership oltre ad aver raggiunto i target obiettivo relativi alla internazionalizzazione.
Tutti gli obiettivi, finora, sono stati rispettati. Ed i risultati, anche in
termini numerici, lo confermano: in un comparto mondiale dell’outdoor cresciuto dell’11% nel 2007, Corradi è cresciuta del 36%! La
capacità produttiva è cresciuta del 38% e, viceversa, un – 15% delle ore di straordinario medio a dipendente e un – 2% dell’assenteismo. L’export è cresciuto del 130 per cento, ed oggi rappresenta il
18% del fatturato, con l’obiettivo di arrivare al 25% quest’anno ed al
40% nel 2009.
Niente male per un’azienda che proprio nei prossimi mesi festeggia
le sue trenta candeline. “Ma ciò che più ci conforta” aggiunge ancora Gianmarco Biagi “sono gli alti livelli di soddisfazione ed entusiasmo che abbiamo esplicitamente testato sia nei nostri clienti,
sia nei nostri dipendenti tramite appositi strumenti. L’azienda con
tutti i suoi collaboratori” che Biagi ringrazia sentitamente con particolare apprezzamento al Suo staff diretto “è riuscita in un cambiamento molto rapido ed estremamente impegnativo, che ci deve
permettere di rimanere leader in Italia e diventarlo all’estero. Corradi compie 30 anni nel 2008, ha davanti a sè importanti traguardi in
un mercato molto vasto, tutto da costruire. Non dimentichiamo che
essere leader di settore non deve trasformarsi in un sonnifero di
autocompiacimento” conclude Biagi.
indice di crescita è una delle più importanti società di consulenza a capitale completamente italiano.
Nel 2007 ha raggiunto un fatturato
di 6,5 milioni segnando un aumento
del 25% sul dato del 2006. Highland
è un network che nel 2007 ha fatturato 250 milioni di Dollari. “Le so-
cietà di consulenza inserite nell’alleanza internazionale Highland sono
6 – spiega Michele Bonfiglioli, Amministratore delegato Bonfiglioli
Consulting – ma presto saranno sette
con l’ingresso di un partner cinese e
sarà operativa quindi anche la presenza in Estremo Oriente”. High-
land ha il quartier generale ad Atlanta (Usa) e fornisce servizi a tutte le
società collegate. Nei prossimi mesi
Michele Bonfiglioli e altri consulenti
del team Bonfiglioli Consulting parteciperanno a progetti di standing
inter nazionale. “Anche questo –
conclude Romano Bonfiglioli, fondatore dell’azienda che è attiva a Bologna dal 1973, posizionandosi tra le
prime tre società di consulenza italiane per fatturato e numero di consulenti – è un valore aggiunto in più
che offriamo ai nostri clienti italiani.
Una visione aggiornata in tempo
reale sulle nuove strategie per migliorare la competitività che si stanno imponendo a livello mondiale”.
CAREER DAY 2008
L’Università di Bologna ha chiamato
a raccolta le maggiori aziende della
regione e del paese e le ha invitate a
presentarsi ai propri laureati e laureandi in cerca di lavoro.
Teatro dell’incontro il Career Day
2008 che si è svolto nei padiglioni
del quartiere fieristico: una intera
giornata di faccia a faccia tra ragazzi
in cerca di lavoro, manager e imprenditori. Oltre sessanta le imprese
che hanno aderito all’invito dell’Alma Mater e che sono state presenti
con propri stand.Tra esse alcune delle maggiori realtà nazionali e straniere (Volvo, Fiat Barilla, Indesit, Ikea,
L’Oreal, Unicredit), nonché alcune
delle più significative imprese locali,
come Alfa Wassermann, Alstom Ferroviaria, Bonfiglioli Riduttori, Data
Sensor, GD, Intertaba, Magneti Marelli, SECI, oltre a rappresentanti del
credito e della grande distribuzione.
Alla presentazione del Career Day
hanno partecipato, tra gli altri, il ret-
tore dell’Alma Mater, Pier Ugo Calzolari, il presidente della Fondazione
Alma Mater,Walter Tega, e il direttore generale di Unindustria Bologna,
Cesare Bernini.
“Quella bolognese è un’ industria
estremamente specializzata e competitiva, che vanta filiere di assoluta eccellenza, un alto grado di internazionalizzazione e, soprattutto, produzioni ad alto valore aggiunto. – ha spiegato in quella occasione Bernini Una industria di questo tipo ha una
necessità vitale di intelligenze.
Un collegamento sempre più stretto
tra il mondo delle imprese e l’Università può fornire ai giovani maggiori opportunità di ingresso nel
mondo del lavoro e alle imprese il
canale più qualificato per attingere
risorse umane e profili professionali
pregiati”.
UMANA
L’Agenzia per il Lavoro Umana ha
chiuso il 2007 con un fatturato di
oltre 220 milioni di Euro (+25% sul
2006) e si conferma anche quest’anno tra le prime dieci realtà del settore in Italia per volume d’affari.
Un trend positivo supportato anche
dalla crescita dell’organico interno
Maria Raffaella Caprioglio, nuova vicepresidente di Umana
(+20%) e dall’apertura di nuove filiali, passate da 78 a 93. Positivi anche tutti gli altri indici: crescono, in-
fatti, il numero di missioni effettuate
(+19%) e il numero delle imprese
che fanno ricorso alla somministrazione tramite Umana (+ 18%).
L'Assemblea dei Soci, che ha presentato i dati sull’andamento nel 2007,
ha inoltre nominato vicepresidente
di Umana Maria Raffaella Caprioglio, da molti anni Consigliere Delegato alle Relazioni Esterne.
“Una nomina meritata, che conferma la vocazione di ‘azienda al femminile’ di Umana - spiega il Presidente della società, Luigi Brugnaro
–. In questi anni, infatti, la nostra società è cresciuta anche grazie alle
donne: l’80% dei dipendenti di
Umana è donna e ha un’età media
di circa 30 anni; la maggior parte ha
conseguito la laurea”.
LABSERVICE ANALYTICA
LabService, azienda di Anzola Emilia
fondata nel 1984, commercializza da
20 anni consumabili e strumentazione
dedicata per laboratori chimici in ambito analitico, alimentare, ambientale e
nella caratterizzazione dei polimeri.
Grazie ad una costante collaborazione con i principali laboratori sia
pubblici che privati, detiene importanti esperienze nell’analisi dei residui di fitofarmaci e dei microcontaminanti organici persistenti (ad es.
diossine e PCB) e fornisce soluzioni
specifiche secondo le principali metodiche di riferimento.
“La nostra società opera in uno dei
settori più critici e più penalizzati
dell'economia nazionale: quello della
ricerca scientifica. – spiega il presidente della società Alvaro Figna –
Sia ben chiaro, LabService Analytica
non svolge direttmente ricerca. Opera in questo settore come piccolo
FARE 21
produttore e distributore di apparecchiature, prodotti e servizi destinati
alla ricerca chimica ed al controllo
ambientale ed agro-alimentare. Attività di nicchia, se vogliamo, nelle
quali, tuttavia operano in Italia tutte
le multinazionali possibili ed immaginabili del settore e dove la produzione nazionale è nulla o quasi.”
LabService è dunque una tra le poche e maggiori aziende Italiane nei
settori di competenza sopra citati.
Questo fiore all’occhiello dell’industria bolognese punta ora ad espandere la propria attività nell’area del Mediterraneo. “Gran parte del nostro lavoro di distributori negli ultimi venti
anni è stato dedicato ad incrementare
le quote del mercato domestico –
spiega ancora Alvaro Figna – Ora stiamo cominciando a guardare alla regione del Mediterraneo, come ad
esempio la Turchia, i Balcani, l’Egitto,
aree apparentemente più deboli della
media europea da un punto di vista
Lo stabilimento di LabService Analytica ad
Anzola dell’Emilia
economico, ma dove stiamo sperimentando un incremento della domanda di servizi in ambito analitico “.
“Quello che ci differenzia dai distributori più grandi – conclude Figna è che i nostri clienti possono usufruire direttamente di consulenza e
supporti applicativi dal nostro sales
team, costituito da laureati in chimica con specializzazione in analisi ambientali e alimentari.”
22 FARE
Eccellenza, personalizzazione e customer care sono dunque le armi
vincenti di Lab Service.
AIOP EMILIA ROMAGNA
L’AIOP Emilia Romagna - l’Associazione Italiana della Ospedalità
Privata aderente a Confindustria - si
è rifatta il look con un nuovo sito a
disposizione dei cittadini per infor-
sanitari utili per una libera e consapevole scelta del luogo e delle tecniche migliori di cura.
In questi anni l’AIOP ha intensificato sempre più i suoi sforzi per affiancare i propri Ospedali Privati associati, sia dal punto di vista sindacale
sia da quello del miglioramento della
qualità delle prestazioni. Il sito dell’Ospedalità Privata è nato nel 1997,
è stato visitato da tantissimi utenti,
GRANDE FESTA PER I 30 ANNI DEL CENTERGROSS
Con una cena di gala, che ha visto riuniti per l’occasione oltre 350 ospiti, tra i quali le maggiori autorità e i rappresentanti dell’economia cittadina, il
Centergross di Bologna ha festeggiato i suoi primi
30 anni. Tanti ne sono passati, infatti, da quando
iniziò a svilupparsi a Funo di Argelato quello che
sarebbe diventato il più grande centro europeo del
commercio, in particolare nel settore moda.
Oggi il Centergross è una realtà che riunisce 650
aziende, con circa 6mila addetti e un indotto che
raggiunge le 70 mila persone in tutta l’Emilia Romagna, che sviluppa un giro d’affari superiore ai 5 miAdriano Aere, presidente del Cenliardi di euro (il 90% del quale legato al settore motergross
da) e che copre un’area complessiva di un milione
di metri quadri. “Se siamo riusciti a raggiungere questi risultati – spiega Adriano Aere, presidente del Centergross, recentemente confermato nell’incarico – il merito è della filosofia,
unica nel suo genere, che accomuna tutte le imprese presenti nel nostro centro: la capacità
di sentirsi sempre in competizione, anche fra di loro, senza che questo impedisca di allearsi
e raggiungere una ‘massa critica’ sufficiente per poter vincere le sfide all’esterno di questo
centro”. Il Centergross è una struttura a vocazione internazionale; nel corso degli anni l’estero è diventato una fetta sempre più consistente del suo business, tanto che negli ultimi
anni ha ormai toccato il 40% del giro d’affari complessivo. Il profilo internazionale della
struttura è confermato anche dal suo coinvolgimento attivo, insieme all’aeroporto Marconi
e al Comune di Bologna, per favorire il nuovo volo diretto Bologna-Mosca.
marli sulle prestazioni sanitarie delle
strutture associate. Il nuovo sito
(www.er-aiop.com) vede il cittadino
protagonista, con la possibilità di
avere ogni tipo di informazione circa
le strutture associate e i riferimenti
anche fuori dal mondo privato, e
nell’intento di ricercare un sempre
migliore servizio per i cittadini emiliano-romagnoli, e non solo, ha deciso di rivedere il proprio portale.
L’obiettivo è quello di fornire un ul-
teriore approfondimento operativo e
di permettere, a chi è interessato, di
sapere dove e come potere accedere
ad ogni tipologia di attività tramite
le 48 strutture associate. Lo strumento informativo, come sempre seguito
da Alberto Breschi e dal personale
della sede regionale AIOP, è un pun-
nuario della sanità, che è giunto alla
quinta edizione, contenente tutti i
dati e i sondaggi inerenti al mondo
sanitario sia pubblico che privato,
utile strumento per verificare la produttività del sistema e l’impatto che
lo stesso ha nel tessuto sociale.
EURODENT: 50 ANNI DI RIUNITI DENTALI
Anno importante il 2008 per l’Eurodent di San
Lazzaro che festeggia 50 anni di attività, raggiungendo questo significativo traguardo da
leader mondiale nella produzione di riuniti
dentali.
“Portando nel settore dentale nuove idee e
tecnologie di punta, abbiamo raccolto la sfiNico Conti, presidente di Eurodent, insieme
da tecnologica del nostro tempo. Essere lea- al grandissimo Giorgetto Giugiaro
der significa una costante ricerca creativa e
un’avanzata struttura di progettazione e produzione che Eurodent esprime”.
“Queste parole del presidente fondatore dell’azienda, Giacomo Conti, sono di un’attualità
sorprendente - dichiara Massimo Cavedagna, Marketing Manager Eurodent - e fa piacere
ricordarle in questa importante occasione.”
I prodotti Eurodent si fanno apprezzare non solo in Italia ma in tutto il mondo, con oltre i
due terzi della produzione destinata all’estero.
Le recenti innovazioni come la prima lampada a led su riunito e il pedale wireless sono già
entrati nella storia e nell’uso quotidiano di migliaia di dentisti.
L’ azienda festeggerà l’avvenimento presso la propria sede prima dell’estate e in quella occasione presenterà in anteprima ai concessionari di tutto il mondo le sue ultime novità all’insegna della qualità e del design .
E proprio in tema di design vale la pena ricordare il prestigioso premio ”Compasso d’oro”
vinto da Eurodent assieme a Giorgetto Giugiaro, che recentemente è valso un posto nel
Museo Permanente dello Stato Italiano, un riconoscimento dell’Arte italiana nel Mondo.
to di riferimento per tutti gli operatori del settore privato e non solo.
Il nuovo sito, realizzato in collaborazione con la D-SIGN e con la grafica
pensata da Sandro Stefanelli, è stato
presentato dal presidente AIOP E.R.,
Lorenzo Orta, alla presenza dei rappresentanti delle strutture associate.
In occasione della presentazione è
stato anche consegnato il nuovo An-
TRENKWALDER
Trenkwalder, multinazionale austriaca leader in Europa Centrale
nei servizi per le risorse umane,
conferma le intenzioni di investimento e sviluppo in Italia ed annuncia l’acquisizione di un importante player nazionale, Eurolabour
S.p.A che, con i marchi Sinterim,
Sintex, Sintexecutive ed Ergonline,
è una delle realtà storiche del mercato. Nasce un nuovo Gruppo da
140 milioni di euro di fatturato,
con 80 nuove filiali in apertura nel
2008 in varie province d’Italia tra
cui quella di Bologna, dove
Trenkwalder è già presente con tre
filiali. Il piano di espansione prevede la ricerca di oltre 170 profili per
la nuova struttura aziendale.
Tra i punti di forza del nuovo gruppo,
la grande tradizione di Sintex ed Eurolabour nella ricerca e selezione di
profili medio - alti e la capacità di
Trenkwalder di reclutare personale
specializzato dai Paesi dell’Europa
Centro-Orientale. Un altro elemento
chiave è il valore della persona:
Trenkwalder opera secondo principi
di rispetto, attenzione e sviluppo dei
talenti, collaborazione e professionalità.
Con questa filosofia,Trenkwalder intende diventare, entro 5 anni, uno
dei key player in Italia nella gestione
delle risorse umane con l’obiettivo
di raggiungere oltre 500 milioni di
euro di fatturato nel 2011 ed una
quota di mercato del 5%.
CINECA
Pasquale Pistorio, vice presidente nazionale di Confindustria per la Ricerca e l’Innovazione, Mario Rinaldi, presidente del Cineca, e Fabio
Rangoni, consigliere delegato
Unindustria Bologna per l’Innovazione, la Ricerca e l’Università, sono
stati tra i partecipanti che si sono alternati al workshop “Modellizzazione e prototipazione virtuale dei prodotti e dei processi” che si è svolto il
27 e 28 febbraio presso la sede del
Cineca.
FARE 23
SI VA ALLA LEM PER FARSI CERTIFICARE CE
Qui si eseguono test, misure e valutazioni tecniche di Conformità
sia per prodotti di largo consumo e apparecchi industriali sia in
ambito automobilistico, ma vengono anche ideati prototipi industriali e oggetti geniali di uso quotidiano: dall’auricolare che contrasta il colpo di sonno dell’autista, al lampione intelligente a cellule solari, alla turbina ad acqua domestica che produce energia.
Non stiamo parlando della Silicon Valley, ma di una piccola
impresa di Casalecchio di Reno: la LEM srl, laboratorio di ricerca e certificazione noto in
tutta Europa, vero e proprio
gioiello dell’innovazione, un
fiore all’occhiello della nostra
industria più avanzata che
molti ci invidiano.
Alla LEM si rivolgono le aziende che devono certificare i loro prodotti in base alle direttive europee. Attualmente è uno
dei 32 Laboratori in Italia riconosciuto quale Organismo Notificato
EMC ed è in grado di eseguire test e misure di compatibilità elettromagnetica, sicurezza e ambientali e di redigere relazioni tecniche
di Conformità per la qualità dei prodotti (il cosiddetto CE) per i più
svariati prodotti di uso industriale e residenziale. A Bologna è un’azienda praticamente unica nel suo genere; in regione ce ne sono
soltanto due. Tra i suoi clienti ci sono aziende leader nel campo del
packaging, della meccanica, della medicina, dell’ingegneria ferroviaria e aereoportuale, dell’industria automobilistica e dell’information technology.
Eppure anche questo esempio industriale di eccellenza deve fare i
niando la propria esperienza – Il Ministero per la ricerca ci ha approvato con tanto di buone valutazioni diversi progetti di ricerca. Ma
quando si arriva all’erogazione dei fondi, noi siamo sempre in fondo
alle assegnazioni. Avevamo cinque giovani ingegneri con progetti
molto innovativi, abbiamo dovuto passarli ad altre aziende”. C’è
amarezza nelle parole di Molinari per queste occasioni perdute a
causa di un contesto che non
favorisce la ricerca applicata,
in particolare nelle pmi. “E pensare – commenta - che la creatività e la capacità di invenzione sono caratteristiche tipiche
degli italiani. Insieme al turismo
sono la nostra grande risorsa”.
Nello stabilimento LEM lavora
uno staff di una decina di persone: tutti ingegneri di alto
profilo, con grandi capacità di
ricerca e sperimentazione ed
elevata conoscenza degli
Standards normativi per la Certificazione di prodotto.
Tre i laboratori in cui si articola l’attività dell’azienda: il laboratorio
di ricerca (dove si svolgono lo studio e la progettazione di prodotti
e processi produttivi per l’industria manifatturiera nel campo elettromeccanico, elettronico, biomedicale, delle telecomunicazioni,
ambientale e risparmio energetico); il laboratorio indipendente di
certificazione (che esegue certificazioni in accordo alla Direttiva
2004/108/CE, in qualità di Organismo Notificato riconosciuto del Ministero delle Comunicazioni, ed alle Direttive 99/5/CE, 93/42/CE,
89/37/CE, 2006/95/CE e 2004/22/CE, è dotato di cella climatica per
prove ambientali con trattamento dei prodotti alla temperatura e
conti con la carenza di finanziamenti, con i ritardi , i deficit del nostro Paese nel campo dell’innovazione e della ricerca applicata.
“Le realtà piccole come la nostra dove si sperimentano soluzioni
che poi possono essere applicate su larga scala necessitano di investimenti – spiega Vainer Molinari, titolare della LEM , testimo-
umidità ed è attualmente in attesa del Riconoscimento di Organismo Notificato ai sensi delle Direttive 2006/95/CE, 89/37/CE e
2004/22/CE); il laboratorio metrologico (che esegue tarature ISO
9000 di strumenti di misura per grandezze elettriche e dispone anche di una unità mobile per tarature presso i clienti).
A promuovere la due giorni bolognese sono stati Confindustria, Cineca e Crit, nell’ambito del progetto nazionale di Confindustria
24 FARE
“Imprese x Innovazione”, al quale
anche Unindustria Bologna partecipa.
Obiettivo del workshop quello di
illustrare come il ricorso a modelli
di progettazione digitali o virtuali
permetta alle imprese di progettare
i prodotti in maniera estremamente
dettagliata, di simularne tutte le
funzioni e di visualizzarne anticipatamente le interazioni tra i var i
componenti.
Il ricorso all’impiego di calcolatori, ed a maggior ragione quelli ad
alte prestazioni, è costoso per le
aziende, sia in fase di acquisto che
di gestione. Tuttavia oggi le imprese possono ricorrere al supporto di
organizzazioni strutturate per il
‘calcolo on demand’ ad alte prestazioni, esternalizzando così il calcolo tecnico-scientifico legato alla
modellizzazione ed alla prototipazione dei prodotti. Le imprese possono così effettuare simulazioni
che non sono in grado di sostenere
‘in casa’, sia per carenza di risorse
di calcolo adeguate, sia per mancanza di licenze dei prodotti
software necessari alle elaborazioni
e simulazioni.
Nel corso del workshop, grazie alle testimonianze di esperti del Cineca e con la partecipazione attiva
delle imprese, è stato possibile effettuare una sessione di “apprendimento sul campo”; è stata fatta
un’analisi delle nuove tecnologie
oggi a disposizione delle industrie,
sono stati presentati dei casi pratici, e sono state illustrate le possibilità offerte alle aziende che, pur
non disponendo di una adeguata
struttura di calcolo, sono interessate all’utilizzo degli strumenti di
modellizzazione e prototipazione
virtuale nei propri ambiti di attività. Si è trattato di una full immersion di due giorni nella realtà
aziendale ospitante , che si è conclusa con una visita al Teatro Virtuale del Cineca, un ambiente che
consente la visualizzazione tr idimensionale delle simulazioni.
MGM.IT
Si consolida nel 2008 la collaborazione tra la bolognese MGM.it Store
Solutions e Gruppo Bruno che dal
2001 collaborano a stretto contatto
per la progettazione e realizzazione
delle aree commerciali dell’insegna
leader in Sicilia nella distribuzione di
nella progettazione, realizzazione e
consulenza strategica per punti vendita esclusivamente nel settore elettronica ed elettrodomestici. L’azienda collabora con i principali gruppi
della distribuzione, cui applica uno
store-concept innovativo che mira
a valorizzare il prodotto esposto, facilitare gli acquisti, or ientare il
cliente all’interno di aree studiate
per trasformare l’acquisto in un’esperienza divertente e gratificante.
La Bruno Elettrodomestici srl, fondata a Catania nel 1936 da Domenico Bruno, possiede oggi 9 grandi
punti vendita nella Sicilia Orientale
e, per dimensioni e potenziale espansivo, si pone al vertice tra i retailer di
elettronica di consumo in Italia.
WIRELESS LAB
Bruno Maggioni, presidente di MGM.it
elettronica ed elettrodomestici.
L’ultimo progetto nato in seno a
questa sinergia è il punto vendita di
Caltanissetta, che ha aperto al pubblico il 27 febbraio.
L’occasione per ufficializzare la partnership tra le due aziende è stato il
meeting annuale dell’inizio di marzo
che ha riunito tutti gli Euronics
Point affiliati al Gruppo Bruno. L’incontro, che ha avuto come tematica
l’intera pianificazione degli obiettivi
e delle strategie comuni per il futuro, è stato organizzato e gestito in
collaborazione da MGM.it e Gruppo Bruno.
38 anni di attività, due sedi commerciali, partnership in 29 paesi e più di
18.000 punti vendita realizzati: questi i numeri di MGM.it, l’azienda di
Crevalcore (Bologna) specializzata
E’ nato a Bologna Wireless Lab, un
laboratorio di rilevanza europea per
lo sviluppo di tecnologie wireless
promosso dal Consorzio Marconi
Wireless e da Cisco Systems Italy.
Il Consorzio Marconi Wireless, copromotore dell’iniziativa, vede nella
sua compagine alcuni dei principali
attori della ricerca del territorio
(Fondazione Guglielmo Marconi,
Laboratori Guglielmo Marconi e
Wireless Future) ed è uno dei centri
per l’innovazione della Rete Alta
Tecnologia della Regione Emilia
Romagna, con l’ambizioso obiettivo
di colmare la lacuna di applicazioni
basate su tecnologie wireless.
Cisco Systems Italy (interamente
controllata da Cisco Systems Inc.) è
leader mondiale nel settore della
produzione di apparati e soluzioni
per il networking.Wireless Lab si avvarrà del lavoro di risorse qualificate
e delle competenze del Consorzio
FARE 25
Marconi Wireless; da parte sua Cisco
investirà in tecnologia e formazione,
garantendo un collegamento con i
propri laboratori di ricerca.Wireless
di Elettronica Informatica e Sistemistica dell’Università di Bologna e di
Ingegneria dell’Università di Ferrara.
La decisione di Cisco di investire in
NEL PACKAGING DI LUSSO
LA SECONDA GIOVINEZZA DI
INDUSTRIALBOX
territorio e per le sue aziende.
Wireless Lab nascerà in un’area del
Comune di Sasso Marconi, nelle vicinanze di Villa Griffone, lo storico
luogo in cui Guglielmo Marconi
compì i suoi primi esperimenti, attualmente sede dell’omonima fondazione e museo.
SMART.IT
Da scatolificio per calzature, quale era agli inizi degli anni
Cinquanta, all’affermazione in un comparto esaltante ma difficile come il packaging di lusso per settori come moda, cosmesi, food, distillati, liquori, oltre naturalmente allo stesso
calzaturiero. Raggiunge il grande traguardo dei sessant’anni
la Industrialbox, e li festeggia con risultati di tutto riguardo.
L’azienda di Argelato, della quale è presidente Carlo Gregori, ha fatto appunto del packaging di lusso il proprio business, con linee di produzione automatiche e reparti integrati
dalla prestampa alla realizzazione effettiva del packaging Carlo Gregori, presidente di Industrialbox,
stesso. In pratica, ha saputo reinventarsi negli anni rima- con la targa di Unindustria Bologna a riconoscimento dei sessant’anni dell’azienda
nendo ai vertici di un mercato estremamente competitivo.
La storia di Industrialbox nasce, appunto, con le calzature. Negli anni cinquanta Bologna era ai vertici nella
produzione di scarpe, e l’azienda di Argelato il suo primo sviluppo lo conosce al seguito di questo settore.
“Una volta” ricorda Carlo Gregori “facevamo solo scatole per scarpe e accoppiavamo la carta di rivestimento al cartone con la colla, foglio per foglio”. Poi, nel 2000, la nuovissima e moderna struttura, e il grande salto: in brevissimo tempo Industrialbox diventa un esempio di impresa vincente in un mercato decisamente particolare, quello delle lavorazioni cartotecniche di altissima qualità. E pur mantenendo quei settori
tipici della scatola rivestita da cui è nata (la calzatura di lusso, la camiceria, la pelletteria), diversifica il
proprio mercato proponendosi anche come produttore di astucci per la cosmesi, food, distillati, liquori e
moda.
L’azienda ha saputo dedicare strategie e risorse a questa scelta, investendo in qualità, in tecnologia, in
creatività, ricerca di nuovi materiali, studio di nuove forme da proporre. “Siamo in grado di stampare e nobilitare qualsiasi tipologia di materiale” sottolinea ancora con orgoglio Carlo Gregori “dalla carta al cartone alla plastica ed oltre ancora. Stampa a caldo, rilievo a secco, lucidature, fustellature; ora offriamo anche la possibilità della stampa laminata a freddo e quella con vernice uv. E tutto industrialmente”.
Ai festeggiamenti per i sessant’anni di Industrialbox hanno preso parte imprenditori e personalità, che hanno potuto ammirare, fra l’altro, le più recenti ed avanzate tecnologie di cui l’azienda di Argelato si è dotata.
All’occasione è intervenuto, in particolare, il vice presidente vicario di Unindustria Bologna Giordano
Baietti il quale, portando il saluto di tutti gli imprenditori bolognesi, ha consegnato a Carlo Gregori una targa quale riconoscimento dell’Associazione.
Lab è aperto alla collaborazione con
gli enti di ricerca e primi contatti
sono già in essere con i Dipartimenti
26 FARE
un centro altamente qualificato localizzato in Emilia Romagna costituisce una opportunità di crescita per il
Un innovativo sistema di comunicazione commerciale è stato messo a
punto da Smart.It. Si chiama Codesurfer ed è un sistema che integra
l’identificazione automatica mediante codice a barre con tecnologie e
servizi web, per offrire un’alternativa
economica ed ecologica al tradizionale utilizzo di depliant, schede e cataloghi stampati, in situazioni come
fiere, mostre, musei, show room, spazi commerciali, ecc.
Presentato lo scorso febbraio al Made Expo di Milano, il sistema consente di selezionare con facilità, mediante un lettore barcode, i prodotti
di proprio interesse, e di acquisirne
istantaneamente tutto il materiale illustrativo (testi, immagini, video…)
in formato digitale, per poi consultarlo dal proprio computer.
Il sistema offre molteplici vantaggi:
alle aziende produttrici, che possono “far parlare” i prodotti in modo
innovativo, r iducendo i costi di
stampa ed evitando l’obsolescenza
dei materiali informativi; ai rivenditori, che non devono più gestire
costose esposizioni e ponderosi cataloghi, potendo accedere immediatamente a video a tutte le specifiche
di ciascun prodotto; ai clienti finali,
che possono crearsi un catalogo
personalizzato digitale su web, consultabile in permanenza da qualsiasi
postazione connessa a Internet.
Codesurfer consente inoltre di semplificare gli ordini di acquisto, limitando i rischi di errore tra prodotti
simili; di presentare le informazioni
nella lingua dell’utente; di gestire il
grado di accessibilità di ogni informazione (pubblica o riservata); di
monitorare l’accesso a ogni risorsa
informativa. E limita lo spreco di
carta e produzione di rifiuti, a beneficio dell’ambiente.
Codesurfer è una realizzazione di
Smart.It, azienda di Granarolo Emilia che opera dal 1995 nello sviluppo
di servizi e applicativi via web per
l’innovazione di impresa e che ha
maturato una importante esperienza
con Datalogic, il gruppo bolognese
leader a livello internazionale nella
produzione di sistemi di identificazione automatica.
con diete adeguate); le erbe curative (equilibrio di vitamine e minerali); la meditazione (equilibrio della mente e dello spirito); il massaggio tradizionale tailandese (equilibrio energetico). L’idea di questo
angolo di oriente alle porte di Bologna, in cui si viene accolti dall’e-
Per questo ci piace dire che al ‘Thai
Way’ l’Occidente incontra l’Oriente.” Immersi negli interni realizzati
dal più rinomato decoratore del settore si può usufruire dei servizi del
centro, dalla depilazione professionale, alla sauna tailandese alle maschere
per il viso, il tutto rigorosamente
sperienza e dalla cortesia di operatori qualificati che uniti all’ambiente mistico saranno in grado di ridonare l’armonia interiore e la bellezza esteriore, nacque quattro anni fa
quando i titolari, Massimo Benassi
e la moglie Federica Cogliani si
trovarono a rilassarsi in uno dei più
grandi centri benessere tailandesi.
Da quel soggiorno è andata prendendo forma l’idea di realizzare in
Emilia Romagna un vero e proprio
tempio del benessere, all’interno
del quale, racconta Benassi, ”offriamo tutto ciò che riguarda l’estetica,
trattamenti tailandesi, ma anche sedute di bellezza in stile europeo.
con prodotti tailandesi originali.Vi è
poi un giardino pensile, tipico tailandese, con veduta sull’esterno, spazio che, con la bella stagione, darà la
possibilità di fruire dei trattamenti
“en plein air”.
THAI WAY
L’industria del wellness si internazionalizza e guarda ad oriente. Ha aperto infatti a Bologna Thai Way spa, il
primo centro benessere tailandese.
Ha sede a Idice di San Lazzaro di
Savena ed è un luogo dove l’occidente incontra l’oriente, dove le cure per la bellezza e per il corpo hanno l’imprinting della tradizione culturale medica tailandese praticata da
personale altamente qualificato.
In Thailandia infatti il massaggio
tradizionale è un’arte che propone
il raggiungimento dell’armonia interiore e la prevenzione delle malattie. I monaci tailandesi si ispirano
alla profonda conoscenza della medicina tradizionale orientale per
curare migliaia di persone attraverso quattro principi: la depurazione
del corpo (eliminazione di tossine
NOBILI
Nobili, l’azienda di Molinella leader
nella meccanica agricola, ha realizzato e brevettato una innovativa trincia
raccoglitrice che è stata premiata nel
2007 in due importanti manifestazioni fieristiche del settore: Agrilevante (Bari) e SITEVI (Montpellier).
Si tratta dei modelli Nobili TRP-
FARE 27
RT, trince semi-portate ideali per il
recupero e il riutilizzo della biomassa
“INTERNAZIONALIZZAZIONE PER LE IMPRESE”:
UN PROGETTO COFIMP-ICE CON 20 IMPRESE ECCELLENTI
COFIMP - società di formazione e consulenza manageriale di Unindustria Bologna – e
l’ICE - Istituto nazionale per il Commercio Estero, in collaborazione con Regione Emilia
Romagna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Unindustria Bologna, hanno dato
vita ad un innovativo progetto di accompagnamento delle imprese nei mercati emergenti
di India, Cina, Brasile, Balcani, paesi sempre più dinamici ed attrattivi.
“Internazionalizzazione per le imprese” è un progetto di sistema a valenza regionale che
ha già coinvolto 20 aziende eccellenti dell’Emilia Romagna, di dimensione piccola, media
e grande, interessate a sviluppare un piano di internazionalizzazione di penetrazione
commerciale, delocalizzazione produttiva o sourcing in quei paesi emergenti. Tra le imprese partecipanti ci sono Ducati Motor, Plastimoda-Mandarina Duck, Hydrocontrol,
Senzani Brevetti, FB Group, Simel, ICA, Corradi Tende, Grimeca, Stayer, Borrelli Transmission, Guimer Bagnara, Einstein Progetti e Prodotti, Cibi Meccanica, Meccanica Del
Buono, Comex, Celli, Femi, Plastical, GT Line.
Il progetto comprende la realizzazione integrata delle seguenti attività: divulgazione
delle opportunità di mercato esistenti nei paesi target; consulenza personalizzata ad
hoc su aspetti legali, organizzativi, finanziari e d’investimento nei paesi target; business tour mirati per paese, durante i quali vengono garantite assistenza logistica e organizzazione di agende personalizzate di incontri; formazione generale specialistica,
con 120 ore d’aula dedicate agli uffici commerciali e amministrativi; formazione specialistica per paese, con laboratori dedicati alle diverse aree paese e mirati a imprenditori ed export manager.
Grazie a questo progetto e al suo contributo consulenziale, che riduce le distanze tra
Italia e mercati emergenti, le 20 imprese partecipanti stanno facendo decollare nuovi
business, ma stanno sperimentando anche nuove forme di approvvigionamento. Infatti
in un mondo globalizzato è necessario ripensare l’azienda in maniera nuova sia rispetto
ai mercati, sia rispetto alla propria posizione nella filiera produttiva. Ecco perché essere
fornitore oggi significa essere capace di seguire i grossi committenti, muovendosi in
ambiti internazionali e coordinando a propria volta i fornitori stranieri.
Del progetto e di questi temi si è parlato nel convegno “Forme di approvvigionamento
alternative e sviluppo di nuovi mercati”, al quale sono intervenuti: Duccio Campagnoli,
Assessore alle Attività produttive – Regione Emilia Romagna; Massimo Mamberti, Direttore generale ICE; Alberto Vacchi, Consigliere delegato all’Internazionalizzazione - Unindustria Bologna; Pier Franco Rubatto, Servizio Sviluppo all’Internazionalizzazione Imprese - Intesa Sanpaolo; Elisabetta D’Alessandro, Direttore generale COFIMP.
Moderatore dell’incontro: Fabrizio Binacchi, direttore RAI Emilia Romagna.
Al convegno hanno preso parte quattro imprese locali partecipanti al progetto - Hydrocontrol SpA, Senzani Brevetti SpA, FB Group Srl, Simel SpA. – che hanno raccontato la
loro esperienza sui mercati di India, Cina, Brasile e Serbia.
28 FARE
La nuova trincia raccoglitrice brevettata
dalla Nobili
derivante dalle operazioni di potatura di vigneti, frutteti e uliveti.
Disponibili con larghezze di lavoro
di 1,2 , 1,45 e 1,75 m sia nella versione standard sia nella versione ribassata per impianti arborei a pergola, le trince TRP-RT hanno la camera di triturazione rialzata non a
contatto con il suolo ed un pick-up
che solleva i tralci di potatura lasciando sul terreno sassi ed erba dannosi sia per la conservazione del cippato sia per la sua successiva combustione. L’innovazione di questo nuovo concetto di trincia, brevettata a livello europeo, è il convogliamento
dei tralci triturati all’interno di un
saccone areato, studiato per risolvere
i problemi di trasporto e di stoccaggio, ma soprattutto di fermentazione
e conservazione del cippato.
TECNOFORM
Lo scorso 21 febbraio alcuni tra gli
attori più influenti del mercato europeo dei veicoli ricreazionali si sono ritrovati nella magnifica cornice
di New Hall, vicino Birmingham, (il
più antico maniero inglese circonda-
to da un fossato, risalente al 16mo
secolo) in occasione dell’ Industry
Awards Dinner organizzato dalla
NCC (National Caravan Council), l’
associazione inglese dell’industria dei
ed ogni anno mi presentavo al salone
di Londra con una valigia piena dei
nostri campioni. Ciò avveniva tanto
tempo fa. Sviluppare una presenza
forte su questo mercato era per noi
un grande sogno. Ora è realtà. Ringrazio tutti gli amici che sono qui a
festeggiare un successo comune.”
Tra i partecipanti alla serata anche
Francois Feuillet e Peter Draper, rispettivamente, Presidente dell’ECF
(European Caravan Federation) e Vice Presidente NCC.
BOLOGNA FESTIVAL
Roberto Kerkoc con Paul Pletsko, presidente della NCC, l’ associazione inglese
dell’industria dei veicoli ricreazionali
veicoli ricreazionali. John Lally e
Paul Pletsko, rispettivamente Direttore Generale e Presidente della
NCC hanno premiato Roberto
Kerkoc di Tecnoform, per i suoi 25
anni di servizio.
Tecnoform, il più grande produttore
europeo di componenti di arredo per
l’industria dei veicoli ricreazionali
fornisce il mercato inglese e nella fattispecie Swift Group, Lunar, Coachman, Avondale, Bailey, Autotrail, inviando ogni giorno dalla sede di Bologna migliaia e migliaia di articoli.
“La nostra presenza sul mercato inglese è forte e siamo profondamente
soddisfatti di collaborare con aziende
di tale rilevanza” ha dichiarato Roberto Kerkoc. “Questo riconoscimento significa molto per me. Non
dimentico gli inizi. Ero un ragazzo
Torna la grande musica con Bologna
Festival 2008, la rassegna promossa
dalla omonima associazione, alla
quale collaborano alcune delle più
importanti imprese, istituti di credito
e fondazioni bancarie bolognesi, con
il patrocinio delle principali istituzioni – Ministero dei Beni culturali,
Comune e Provincia di Bologna,
Regione Emilia Romagna – e di
Unindustria Bologna.
Grandi Interpreti (11 marzo- 28
Mercoledì 12 marzo 2008, Teatro Manzoni,
Philippe Herreweghe dirige l’Orchestre des
Champs-Elysées. Doppia inaugurazione del
Bologna Festival 2008
(foto di Roberto Serra)
maggio), Talenti (25 marzo – 25
maggio), Il Nuovo L’Antico (24 settembre – 29 ottobre): sono i tre cicli
di concerti proposti quest’anno da
Bologna Festival, come di consueto
programmati in due diversi periodi
dell’anno, primavera e autunno.
Il grande repertorio classico-romantico; la musica contemporanea, la
musica rinascimentale e barocca con
progetti e programmi ideati appositamente; grandi orchestre come la
Mahler Chamber Orchestra e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della
Rai; grandi nomi del concertismo
internazionale, come Martha Argerich, Mario Brunello, Barbara Frittoli.
Questo e molto altro offre il ricco
cartellone 2008, che è stato presentato il 19 gennaio scorso presso la sede
di Uninindustria Bologna da Federico Stame, presidente di Bologna Festival, Mario Messinis, direttore artistico, e Maddalena Da Lisca, direttore generale.
Appuntamento di grande rilievo in
autunno sarà il monumentale Te
Deum di Berlioz per coro e orchestra diretto da Claudio Abbado il 25
ottobre al Paladozza, evento prodotto dall’Orchestra Mozart dell’Accademia Filarmonica di Bologna.
Differenziando le proposte artistiche
e coinvolgendo pubblici diversi, Bologna Festival prosegue altresì il suo
impegno nel campo della formazione con il progetto “Note sul registro… e la musica entra in classe”.
Lezioni-concerto, lezioni multimediali, guide all’ascolto, prove aperte e
inviti ai concerti sono le proposte rivolte ai ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori. Il progetto è
realizzato da Bologna Festival insieme a Bologna Rifà Scuola, in collaborazione con Casale Bauer, Muse
Group e il Conservator io “G.B.
Martini” di Bologna.
Per informazioni: tel 051 6493397
www.bolognafestival.it
FARE 29
GIORGIO FABBRI
IL RICORDO
“La memoria
è tesoro
e custode
di tutte le cose”
Cicerone
30 FARE
E’ scomparso all’inizio di gennaio, all’età di 82
anni, Giorgio Fabbri, l’ultimo “grande vecchio”
delle celebri amarene.
Con lui se ne è andato uno dei protagonisti della storia industriale bolognese del Dopoguerra ,
uno di quei capitani di industria che avevano
contribuito allo sviluppo dell’economia cittadina
negli anni del boom.
Nato a Bologna il 17 maggio 1925, apparteneva
alla “terza generazione” della famiglia Fabbri
che negli anni sessanta, insieme al fratello Fabio (scomparso un anno fa) aveva preso il timone dell’azienda dolciaria di famiglia fondata dal
nonno Gennaro.
Quando Giorgio nacque la distilleria liquori
G.Fabbri era già attiva da vent’anni nella produzione di distillati e liquori. E’ a partire dal 1914,
dopo il trasferimento degli stabilimenti da Portomaggiore a Borgo Panigale sulla via Emilia,
dove l’azienda ha tuttora sede, che la Fabbri comincia a produrre i prodotti per i quali è destinata a diventare famosa: le amarene e gli sciroppi. Sono gli anni che vedono alla guida dell’azienda la seconda generazione dei Fabbri, i
fratelli Romeo e Aldo che introducono in azienda i primi strumenti di marketing e le prime
pubblicità.
L’ingresso di Giorgio e del fratello Fabio avviene
nel dopoguerra. Giorgio Fabbri, laureatosi nel
frattempo in Economia e Commercio all’Università di Palermo, si occupa della parte commerciale dell’azienda facendo l’agente di vendita,
ruolo che gli permette di girare in lungo e in largo la penisola. Rientrato a Bologna nel ‘49, dopo il matrimonio con Elisa Orietta, torna in pianta stabile in azienda dove si occupa della parte
tecnica e amministrativa. Sono i favolosi anni
Sessanta, gli anni del boom economico in cui le
celebri amarene entrano nelle case di tutti gli
italiani e diventano protagoniste della pubblicità televisiva sullo storico Carosello. A Giorgio
Fabbri si deve la scelta di realizzare il nuovo
moderno impianto di Anzola: un grande stabilimento dove oggi lavorano 160 dipendenti e da
dove escono le amarene gli sciroppi e tutti gli innovativi prodotti cresciuti nel tempo che l’azienda
esporta in 60 paesi, tra cui Cina, India e Russia.
Al vertice dell’azienda, che nel ’99 è diventata Fabbri 1905 SpA, c’è ora la quarta generazione: Andrea e Paolo, figli di Giorgio, insieme ai cugini Umberto e Nicola (figli di Fabio),
che, forti della lezione imprenditoriale lasciata dai padri, continuano la tradizione di famiglia attualizzandola alla luce della più moderna cultura d’impresa.
LUIGI PAZZAGLIA
Con la scomparsa di Luigi Pazzaglia, a 93 anni
lo scorso gennaio, Bologna ha dato l’addio ad
uno dei capitani d’industria di quella generazione che fece la storia, e la fortuna, della metalmeccanica bolognese.
Il suo nome è legato a quello delle Officine Cevolani, diventata nel secondo Dopoguerra, sotto la
sua guida, leader nella produzione di macchine
per il confezionamento di scatole metalliche.
Era entrato giovanissimo, non appena diplomato, in quella azienda dove già lavorava suo padre Armando come capo reparto. Alla morte del
proprietario, Edoardo Cevolani, Armando Pazzaglia e Luigi Samoggia, entrambi fidatissimi dipendenti, ereditarono l’Officina.
Nata nel ‘900 come bottega per la riparazione
delle biciclette, l’azienda era via via andata
specializzandosi in meccanica di precisione ed
elettrotecnica. Lo sviluppo della sua attività
aveva reso necessario il trasferimento dalla
originaria sede della centrale via Farini allo
stabilimento di via Donato Creti.
Ma fu Luigi a far fare all’azienda il grande salto di qualità quando, negli anni 60, decise di
concentrare l’attività nella produzione di macchine automatiche per fabbricare scatole metalliche. Aveva intuito che l’industria del packaging era destinata a un grande futuro; si trattava di un settore ancora con pochi concorrenti
ma in grande crescita. La Cevolani fu la prima
azienda al mondo a fornire ai grandi fabbricanti
impianti automatici completi e consolidò così
la fortuna del marchio ovunque.
Grande lavoratore, innamorato della sua azienda, fu sempre animato da una grande attenzione
alla ricerca e alla formazione, attitudine che non
gli venne mai meno nemmeno dopo che nel ‘98
l’azienda passò di mano e fu ceduta alla famiglia Gnudi-Checchi, proprietaria della Pelliconi.
Infatti Pazzaglia si confermò appassionato alfiere della cultura tecnologica sotto le insegne
del glorioso Istituto Aldini Valeriani. Uscito diplomato a 18 anni da quella scuola che ha formato i principali protagonisti della storia industriale di Bologna, Luigi Pazzaglia ha sempre
portato nel cuore il suo Istituto e non ha mai
smesso di adoperarsi per la promozione del sapere tecnologico. E lo ha dimostrato fattivamente ricoprendo per quasi 30 anni la presidenza dell’Aliav, l’associazione degli ex diplomati dell’Istituto, incarico che in veste di presidente onorario ha ricoperto fino all’ultimo.
FRANCO BUSI
ALESSANDRO STEFANI
Si è spento a Bologna all’età di 86 anni Franco
Busi, imprenditore poliedrico e dai molti interessi, ai vertici della ACIES, la holding di fami-
L’arte dell’argento cesellato piange un suo
maestro.
Si è spento infatti a marzo, all’età di 75 anni,
Alessandro Stefani, titolare dell’omonima
azienda argentiera e delle storiche vetrine di
via Clavature a Bologna.
Laureato in medicina con specializzazione in
neuropsichiatria, nel 1974 aveva abbandonato
la carriera medica per affiancare il padre Enea
che aveva avviato l’attività nel 1919.
Entrato in azienda, Alessandro Stefani trasmette alla produzione una sua impronta personale ed originale supportata da una ricerca estetica e da una vena poetica che la rende unica ed
inconfondibile. I preziosi oggetti per la casa e
per la tavola, spesso decorati con pietre dure,
in cui tradizione classica e modernità si tengono
insieme in un equilibrio perfetto, sono immediatamente riconducibili al marchio Stefani.
A confermare il prestigio della produzione del-
glia, il cui nome è legato a quello della Coca
Cola e al mondo dell’editoria.
Nel 1966, insieme al fratello Sergio, acquisì
dalla famiglia Bassetti di Milano lo stabilimento della Coca Cola di Rimini proiettandolo verso
il successo che fu la base per rilevare gli stabilimenti Coca Cola in Sicilia e per avviare quelli
in Albania.
Procedeva di pari passo l’interesse per l’editoria che lo ha portato a far parte del consiglio di
amministrazione della Poligrafici Editoriale della famiglia Riffeser Monti, editrice de Il Resto
del Carlino, La Nazione e Il Giorno.
Si era immerso con entusiasmo e competenza
nell’universo della carta stampata, di cui aveva
seguito passo dopo passo l’evoluzione dal
piombo alle nuove tecnologie legate a Internet,
tanto da affermare spesso: “del mondo dei
giornali visto dal di dentro non saprei fare a
meno”.
Parallela all’attività imprenditoriale la grande
passione per la musica che è sfociata nel sostegno generoso alla Banda Puccini e alla
scuola di musica ad essa collegata.
l’argenteria bolognese il fatto che l’Università
di Bologna si sia affidata ai suoi preziosi oggetti cesellati per premiare grandi personaggi, da
papa Giovanni Paolo II al presidente Mitterand.
Opere uscite dall’opificio di Alessandro Stefani sono state esposte in molte mostre e
rassegne internazionali: a Londra, al Palazzo
dei Diamanti di Ferrara, nella stessa Bologna.
La sua eredità di imprenditore e di maestro argentiere è affidata all’azienda e al negozio che,
sotto la guida della moglie Tamara, prosegue la
tradizione di questo marchio, vanto di Bologna.
FARE 31
GIUSEPPE BOMBI
Si è spento all’età di 76 anni Giuseppe
Bombi, l’imprenditore bolognese che ha legato il suo nome alla bicicletta pieghevole
Cinzia e alla Cicli Cinzia, l’azienda che in
46 anni di attività ha esportato due ruote
“made in Bologna” in tutto il mondo.
Con lui, è stato detto, scompare un pezzo
di storia della bicicletta.
Si deve ad una intuizione sua e del suo
socio , Severino Maccaferri, l’invenzione, nel 1961, della bicicletta pieghevole,
che si tradusse in uno straordinario successo commerciale internazionale. Nel
1971 l’azienda fu trasferita dalla sede
originaria di San Lazzaro a quella di
Osteria Grande, dove in uno stabilimento
di 25 mila metri quadri sviluppò una produzione di 300 mila biciclette l’anno di
tutti i modelli. Cicli Cinzia, oggi guidata
32 FARE
anche per grandi marchi internazionali e
a rifornire larga parte del settore grossisti in Italia.
Le capacità imprenditoriali di Bombi, che
fu insignito del titolo di commendatore
dal presidente della Repubblica Sandro
Pertini, si sono accompagnate ad un appassionato impegno per la vita della comunità e del territorio, che ha avuto modo di esprimersi in particolare in ambito
sportivo. Ha infatti sostenuto per 14 anni
da Maurizio Bombi e Sergio Maccaferri,
figli dei due fondatori, a partire dalla
metà degli anni 90 ha iniziato a produrre
il Castel San Pietro Calcio, per più di 20
anni il ciclismo dilettantistico e per alcuni
anni anche una squadra di ciclismo professionistico.
Tra le tante attestazioni di cordoglio non
sono mancate quelle del mondo sportivo a
cominciare da Vittorio Adorni, ex campione del mondo di ciclismo, e di Daniele Arrigoni, allenatore del Bologna Calcio.
ARTICOLO
DI
copertina
34 FARE
1
elezioni 2008
“Bisogna saper dire la verità agli italiani,
per quanto amara e spiacevole,
anche durante la campagna elettorale”
Gaetano Maccaferri
LA CRESCITA
ECONOMICA
VERO BENE
COMUNE
LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA
FARE 35
La vera priorità che il Paese deve
assumere è la crescita economica.
Da troppo tempo l’Italia cresce poco. La crescita è insufficiente se
guardiamo alle potenzialità e ai bisogni del Paese. E’ sensibilmente inferiore ai risultati delle altre nazioni
industrializzate e alla media dell’Unione Europea. E’ molto lontana rispetto ai ritmi che in passato siamo
stati capaci di conquistare.
Bisogna saper dire la verità agli
italiani, per quanto amara e spiacevole, anche durante la campagna elettorale.
Non alimentare attese e false speran-
non sono senza costo. Veniamo da
troppi anni di non scelte. Ognuno
deve essere pronto a fare la sua parte, nella consapevolezza che per un
vero r isanamento nessuno potrà
pensare di scaricare gli oneri solo su
altri soggetti.
Il Paese deve essere preparato ad affrontare con determinazione, senza
subirle, le radicali, profonde e ancora
largamente imprevedibili trasformazioni globali, sociali e ambientali
che avverranno nei prossimi anni, di
cui vediamo alcuni segni nei nuovi
prezzi record delle materie prime.
Ciò impone rapidi e drastici cam-
LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA
All’inizio di marzo Confindustria ha presentato le sue proposte al prossimo governo. Dieci proposte con
una priorità che il Paese deve assumere: la crescita economica "vero bene comune".
“La crescita economica vero bene comune" è, peraltro, anche il titolo del documento: un vero e proprio
decalogo, che prevede la governabilità, le riforme dello Stato, liberalizzazioni e privatizzazioni al primo
punto; quindi il risanamento dei conti pubblici, la riduzione delle imposte, interventi su lavoro, contratti e
produttività, la semplificazione amministrativa, interventi in tema di energia e ambiente, il potenziamento delle infrastrutture, il miglioramento dell'istruzione e dell'Università più investimenti in ricerca e innovazione e infine un'attenzione ad hoc al Mezzogiorno.
"Questo documento - ha spiegato il Presidente Montezemolo in occasione della sua presentazione - ha
l'obiettivo di dare concretezza ed è il nostro modo di stare in politica ma al di fuori dei partiti, parliamo
prima come cittadini e poi come imprenditori sapendo di dover fare la nostra parte".
Di tale documento pubblichiamo, qui di seguito, il testo integrale.
ze che poi vengono deluse quando,
giunti al Governo, si fa l’ovvia scoperta che la realtà è ben diversa dai sogni
contenuti nelle promesse. La popolazione italiana è perfettamente in grado di capire, anche perché tocca tutti i
giorni con mano i problemi e le difficoltà. E sa reagire in modo deciso e
impegnarsi, come ha dimostrato tante
volte nel passato anche recente.
Oggi sappiamo che sono necessarie
grandi scelte, anche impopolari, che
36 FARE
biamenti nelle politiche e nei comportamenti.
E’ urgente diminuire la spaventosa
dipendenza energetica dal petrolio.
E’ indispensabile eliminare le sacche
di inefficienza. Non possiamo più
permetterci un settore pubblico con
aree di parassitismo così estese, dove
la cultura del servizio ai cittadini e
alle imprese è troppo poco diffusa e
prevale invece la ricerca del posto
fisso e della rendita.
La spesa pubblica corrente, tolti gli interessi, assorbe il 39,6% del PIL. Questo autentico Moloch, al quale sacrifichiamo possibilità di crescita e capacità di risanamento, va ridimensionato
e riqualificato, per spostare risorse verso gli investimenti e accrescere la produttività dell’intero sistema.
Dobbiamo ridurre l’enorme ammontare del debito pubblico che in
Italia è il 105% del PIL, a fronte di
un 60% nel resto dell’eurozona.
Le imprese italiane hanno fatto e
continueranno a fare la loro parte: la
crescita dimensionale rimane una
priorità e una sfida anche in termini
di gestione e organizzazione.
Le aziende manifatturiere hanno dimostrato vocazione a innovare, ad
accogliere le sfide delle nuove tecnologie e dei nuovi mercati; è salita la
quota di imprese innovatrici (37,6%
del settore manifatturiero) e oggi
siamo in linea con Francia e Spagna, anche se continuiamo a essere
lontani dalla Germania (74%). Grazie
a questa vocazione nel 2007 le
esportazioni italiane hanno guadagnato quote del commercio mondiale come non si vedeva da anni,
nonostante una continua erosione
della competitività dal lato dei costi.
Il livello dell’occupazione in rapporto alla popolazione è fortemente
cresciuto grazie alle parziali iniezioni
di flessibilità nel mercato del lavoro,
dando nuove opportunità soprattutto
ai giovani e alle donne. Rimane però
il più basso d’Europa: solo il 58,4%
degli italiani in età di lavoro ha un
impiego, contro il 64,8% della area
euro, il 67,5% della Germania e il
73,5% della Svezia (Paesi questi ultimi certo non classificabili come turbo capitalistici). Anche il grado di
istruzione è in aumento ma resta
nettamente inferiore a quello dei
maggiori Paesi industriali.
Occorre proseguire nell’accrescere la
partecipazione al lavoro e investire in
capitale umano. Per ridare slancio al
sistema Paese e riportarlo in modo
duraturo su un alto sentiero di sviluppo occorre inoltre ripensare l’orario di lavoro e la durata della vita
lavorativa. E bisogna creare una vera
cultura del merito e della responsabilità, cominciando dai primi anni
dell’istruzione scolastica. Solo così si
può generare una grande mobilità
sociale e garantire occasioni di crescita alle fasce più deboli della popolazione che sono le più colpite dalle
corporazioni e dai privilegi.
I bisogni sono evidenti in ogni campo: dal livello del reddito disponibile
reale per abitante, quasi fermo da oltre un decennio, alle difficoltà economiche di una parte della popolazione; dalla grave insufficienza delle
infrastrutture ai problemi della sicurezza pubblica per i cittadini e all’illegalità (sommerso, criminalità organizzata) che mina l’intera economia
e la società civile.
Per affrontare davvero questi problemi è indispensabile ricominciare a
crescere a ritmi almeno europei. Se
dal 1992 in poi fossimo cresciuti
agli stessi ritmi della media UE,
oggi il nostro PIL sarebbe superiore di oltre 225 miliardi di euro. Il
costo della non crescita è quindi impressionante. E’ il risultato delle tante
non scelte o di scelte palesemente
sbagliate, è il costo delle mancate
riforme e dei tanti diritti di veto che
consentono a piccole minoranze di
imporsi sugli interessi generali.
Il motore della crescita sono le imprese e i lavoratori che operano in
mercati concor renziali. Si deve
creare un ambiente che assecondi la
spinta al cambiamento, che permetta
di cogliere appieno le opportunità
offerte dalle nuove tecnologie e dall’apertura di nuovi mercati. Solo la
più alta crescita consente di coniugare maggiore produttività e
maggiore occupazione. E solo con
una maggiore produttività è possibile aumentare la retribuzione
reale dei lavoratori, nel settore
privato come in quello pubblico.
Negli ultimi sette anni l’Italia ha
registrato un significativo calo della
produttività: - 1,4%, contro l’aumento del 7% di Francia e Germania e il
quasi 13% di Regno Unito e Stati
Uniti. La produttività non ha una dimensione esclusivamente aziendale
ma ha soprattutto una dimensione di
sistema Paese: ritardi, ostacoli, inefficienze e carenze – dalle università
alla burocrazia, dalle infrastrutture alla logistica, dalla giustizia alla
scuola – riducono il benessere dei cittadini e danneggiano la competitività.
Si rilancia la crescita agendo sui fattori che determinano la produttività paese.
Il mercato unico europeo è
il nostro punto di riferimento.
La sua dimensione, in termini di
popolazione e di reddito, è tale da
rappresentare una grande occasione
di sviluppo, capace di resistere alle
turbolenze internazionali. Per coglierne appieno le opportunità è necessario procedere a una maggiore
integrazione, liberalizzando i servizi e riducendo le barriere
protezionistiche, creando efficienze a favore dei consumatori. Il nuovo Trattato
europeo è un passo fondamentale in direzione del supera-
mento delle logiche nazionalistiche.
L’Italia deve continuare ad adoperarsi a favore dell’integrazione dei mercati in condizione di reciprocità e
deve costantemente confrontarsi con
i partner europei, rispetto ai quali la
nostra produttività è nettamente inferiore; occorre adottare le migliori
pratiche non solo dell’Europa. L’Italia deve anche difendere con orgoglio la sua vocazione manifatturiera.
La stessa Commissione europea, in
un recente documento sulla competitività, considera vitale per il futuro
dell’economia del continente rilanciare il manifatturiero operando su
education, ricerca e innovazione,
s e m p l i f i c a z i o n e,
mercato unico ed
efficienza ambientale ed energetica.
Governo
FARE 37
ARTICOLO
DI
copertina
ITALIA,
I DIECI AMBITI DOVE
INTERVENIRE
• Governabilità, Riforme,
Liberalizzazioni e
privatizzazioni
• Risanamento dei conti
pubblici
• Riduzione delle imposte
• Lavoro, Contratti, Salari,
Produttività
• Semplificazione
• Energia e ambiente
• Infrastrutture
• Istruzione e Università
• Ricerca Innovazione
• Mezzogiorno
38 FARE
IN QUESTO DOCUMENTO
CONFINDUSTRIA INDICA
GLI AMBITI CHIAVE DOVE INTERVENIRE E LE AZIONI PRIORITARIE DA INTRAPRENDERE CON URGENZA PER IMPRIMERE UN RITMO DIVERSO ALLO SVILUPPO. ALCUNI INTERVENTI POSSONO ESSERE
ATTUATI SUBITO E SENZA COSTI. ALTRI RICHIEDONO UN’AZIONE DURATURA E COERENTE NEL TEMPO. QUESTE AZIONI NON HANNO COLORE POLITICO, NON SONO NÉ DI DESTRA NÉ DI SINISTRA,
COME SENZA COLORAZIONE POLITICA È IL TRAGUARDO DELLA CRESCITA. LA CRESCITA ECONOMICA È IL VERO BENE COMUNE DELLA NAZIONE
PERCHÉ CREA RICCHEZZA A VANTAGGIO DI TUTTI.
FARE 39
ARTICOLO
DI
1
copertina
Le proposte
LE COSE DA FARE
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•
•
•
•
GOVERNABILITÀ
RIFORME
LIBERALIZZAZIONI
PRIVATIZZAZIONI
a governabilità del sistema Paese,
la sua capacità di decidere sono
una precondizione indispensabile per
la crescita. Dall’ingresso dell’euro,
cioè negli ultimi dieci anni, non ci
sono state incisive riforme perché
chi vince le elezioni non riesce a
governare.
Le proposte istituzionali puntano a
dare al governo una maggiore capacità di decidere e ad accrescere la responsabilità di chi decide. Il federali-
L
40 FARE
•
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•
•
•
correzioni e integrazioni alla II parte della Costituzione;
superamento del bicameralismo perfetto;
rapporto fiduciario monocamerale;
più poteri al premier, a cominciare da proposta
e revoca dei ministri
sfiducia costruttiva;
nuova legge elettorale, che consenta di scegliere
chi mandare in Parlamento e riduca il numero
di deputati e senatori;
riforma dello Stato e vero federalismo fiscale;
abolizione progressiva delle Province, partendo
dalle aree metropolitane;
meno regole, meno tasse, meno Stato in economia;
liberalizzazioni e privatizzazioni a livello nazionale e nei
servizi pubblici locali;
privatizzazione del patrimonio immobiliare
degli enti locali;
Lo Stato faccia quello che i cittadini non possono fare.
smo fiscale mira anche a ridurre il
peso del debito pubblico, che negli
ultimi anni è aumentato soprattutto
in ambito locale, e a frenare la spesa
pubblica che genera inefficienza,
sprechi e concorrenza sleale.
Puntiamo ad una vera sussidiarietà: il
pubblico, a tutti i livelli, assicuri solo
quelle attività che i privati cittadini
non possono fare.
L’intervento diretto del settore pubblico in economia si è in gran parte
trasferito dal livello statale a quello
locale. Gli enti locali hanno un ricco
patrimonio spesso poco o male utilizzato che va privatizzato. Gli enti
locali hanno esteso la rete dei servizi
pubblici prodotti fuori dal regime di
concorrenza, generando un neostatalismo municipale a fini di consenso
elettorale che abbiamo più volte
condannato. Occorre liberalizzare e
privatizzare queste attività, compreso
il settore idrico, e vanno fortemente
limitate le possibilità di affidamento
“in house”. In questo modo si genera efficienza e si innalzano produttività e crescita.
Il federalismo fiscale è indispensabile
per trasferire la responsabilità delle
decisioni il più vicino possibile ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Si
deve creare una concorrenza virtuosa tra regioni su un tema fondamentale: il rapporto tra prelievo fiscale e
servizi offerti a cittadini e imprese.
2
Le proposte
LE COSE DA FARE
• anticipare al 2010 l’obiettivo di pareggio
del bilancio pubblico;
• anticipare al 2010 l’obiettivo di riduzione
del debito pubblico sotto il 100% del PIL;
• portare nel 2010 l’avanzo primario al 5% del PIL
(dal 3,1% del 2007) e mantenerlo costante;
• elevare dal 2,5% al 3,5% del PIL la spesa pubblica
per investimenti entro il 2010;
• ridurre dal 39,6% del 2007 al 37% del PIL
entro il 2010 la spesa corrente primaria risparmiando
sulla spesa per il personale
e sugli acquisti di beni e servizi.
RISANAMENTO
DEI CONTI
PUBBLICI
on è una passeggiata. Occorre
farlo sapere con chiarezza e
trasparenza agli italiani. Il nuovo miracolo economico è possibile solo
con impegno, sacrifici, riforme coraggiose.
La stabilità dei conti pubblici è fondamentale. Occorre darsi obiettivi
sfidanti per cambiare le aspettative e
creare certezze: le decisioni di spesa
delle famiglie e delle imprese sono
state inibite dal timore di nuove e
N
continue manovre di risanamento. E
ciò ha frenato la crescita.
Senza decisivi, drastici e impopolari
tagli strutturali alla spesa pubblica
non sarà possibile rilanciare la crescita economica. Non ci sono soluzioni senza costi o con costi solo a
carico di altri. Con i risparmi di
spesa vanno reperiti i 30 miliardi
che mancano per azzerare il rapporto tra deficit e PIL.
L’extragettito ottenuto dalla lotta al-
l’evasione va destinato alla diminuzione delle aliquote fiscali. La riduzione della spesa pubblica cambia la
mentalità e il modo di lavorare, ponendo al centro la qualità e il servizio per i cittadini.
In Italia la macchina amministrativa
assorbe il 18,7% della spesa pubblica.
In Francia il 13,4%, in Germania il
13,1%. In Spagna il 12%. C’è molto
spazio per ristrutturare e risparmiare.
FARE 41
ARTICOLO
DI
3
copertina
RIDUZIONE
DELLE
IMPOSTE
i tratta di ipotesi che non sono
destinate a sommarsi tutte tra loro, ma costituiscono leve possibili
per ottenere il risultato. Il taglio del
cuneo fiscale avviato nel 2007, ad
esempio, è stato ottenuto riducendo
la base imponibile IRAP.
Certamente, maggiore crescita e minore spesa pubblica devono tradursi
in una riduzione della pressione fiscale su cittadini e imprese. Tasse così alte come quelle che si pagano attualmente sottraggono potere d’acquisto alle famiglie e riducono la
competitività del Paese.
Per le imprese occorre ridurre il peso complessivo sul risultato operativo
lordo di tutte le tasse pagate, a diver-
S
42 FARE
Le proposte
LE COSE DA FARE
• riduzione dell’IRES di 3,5 punti per portarla in cinque anni alla media europea (24%);
• eliminazione progressiva del costo del lavoro dalla base imponibile IRAP;
• eliminazione delle addizionali regionali IRAP che addossano alle imprese i costi della cattiva gestione della sanità;
• diminuzione graduale della pressione fiscale complessiva
iniziando a portarla dal 43,3% del 2007 al 42% nel 2010;
• riduzione di 5 punti del cuneo fiscale e contributivo, che in
Italia rimane tra i più elevati.
so titolo, a livello nazionale e locale
(il cosiddetto total tax rate).
Secondo la Banca Mondiale, prima
delle riduzioni di aliquote IRES e
IRAP introdotte dalla Finanziaria
2008, tale peso era in Italia del 76%
contro il 66% della Francia, il 62%
della Spagna, il 54% della Svezia, il
51% della Germania e il 46% degli
Stati Uniti. Esistono, dunque, ancora
ampi margini di intervento.
Agendo sull’IRAP si può così ridurre nel corso della legislatura il “cuneo fiscale e contributivo” di altri
cinque punti con benefici divisi fra
imprese e lavoro dipendente. Una simulazione del Centro Studi Confindustria dimostra che un taglio del
cuneo per nove miliardi di euro innalza il PIL dello 0,4-0,9% in tre anni, l’occupazione dello 0,2-0,6%, i
consumi dello 0,8-1,2%. L’efficacia è
tanto maggiore quanto più la riduzione è indirizzata verso le imprese,
attraverso l’abbattimento del costo
del lavoro, perché stimola gli investimenti, aumenta la competitività, riduce i prezzi.
Dalla lotta all’evasione, che rimane
ampia - il mancato gettito è di oltre
90 miliardi di euro, pari ad almeno 6
punti di PIL - possono venire le risorse necessarie a ridurre le aliquote.
Bisogna pagare tutti per pagare meno, affrontando con coraggio e tenacia il sommerso.
La lotta all’evasione va condotta in
modo efficace ed efficiente, senza
inutile accanimento verso quei contribuenti onesti - cittadini e imprese
- che già pagano le tasse e ne pagano
molte.
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Le proposte
LE COSE DA FARE
• decontribuzione e detassazione strutturale dell’intero importo dei premi di risultato;
• detassare gli straordinari;
• computabilità dell’intera somma a fini pensionistici;
• servizi per l’impiego più efficaci;
• moderni ammortizzatori sociali per sostenere il reddito dei
lavoratori nel passaggio da un lavoro ad un altro, compreso
il pubblico impiego;
• potenziare la formazione continua;
• sbloccare e valorizzare l’apprendistato per renderlo lo strumento principale per l’assunzione stabile dei giovani;
• semplificare le regole del processo del lavoro e favorire il
ricorso all’arbitrato;
• rivedere il sistema delle quote per i lavoratori stranieri e favorire l’ingresso di personale qualificato e specializzato;
• unificare gli enti che si occupano di prevenzione e sicurezza sul lavoro.
er aumentare le retribuzioni occorre dar vita a un circolo virtuoso
fra salari, produttività e crescita economica. Nel settore pubblico occorre ottenere guadagni di produttività di almeno il 5% annuo.
La strada, avviata con il Protocollo sul
Welfare, è quella di incentivare la contrattazione di secondo livello che collega aumenti salariali a obiettivi di produttività concordati tra impresa e sindacati. I premi di risultato devono costare
meno all’azienda (minori contributi
previdenziali) e assicurare ai lavoratori
somme più “pesanti” perché sgravate da
contributi e tasse pur senza perdere
P
nulla sul piano pensionistico.
Più in generale vogliamo pagare di più
chi lavora di più.Va detassato, a favore
dei lavoratori, il lavoro straordinario dopo che è stata eliminata l’ingiusta sovracontribuzione a carico delle imprese.
Per aumentare la competitività servono
nuovi equilibri tra tutele per i lavoratori e sviluppo di un’organizzazione
del lavoro più moderna e flessibile.
Il sistema produttivo italiano sta attraversando una profonda trasformazione
verso prodotti a più alta qualità e contenuto innovativo e sempre più richiede lavoratori preparati. Perciò sono indispensabili il potenziamento della for-
LAVORO,
CONTRATTI,
SALARI,
PRODUTTIVITÀ
mazione e l’attrazione dei talenti.
La sicurezza sul lavoro ha bisogno di
collaborazione, dialogo e formazione.
Occorre creare una cultura della sicurezza. Ci vuole una nuova attitudine alla prevenzione dei rischi da parte di
istituzioni, lavoratori e imprese. Le imprese nel fare prevenzione hanno bisogno di certezza sulle misure da adottare.Vanno unificati, e focalizzati soprattutto su attività di prevenzione, i vari
enti che, a diverso titolo, si occupano di
sicurezza sul lavoro.
No ad un approccio basato solo su
adempimenti burocratici e su un abnorme inasprimento delle sanzioni.
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ARTICOLO
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copertina
Le proposte
LE COSE DA FARE
• approvare definitivamente e al più presto le misure già concordate dalla piccola industria con il Ministero della Funzione Pubblica:
-
SEMPLIFICAZIONE
semplificazione dei controlli per le imprese certificate
rinnovo automatico delle autorizzazioni
apertura di nuove attività
riduzione adempimenti in materia di privacy
introduzione del danno da ritardo nel rilascio dei nullaosta;
• ridurre annualmente, almeno del 10%, i costi per adempimenti burocratici, proseguendo e implementando le attività
di misurazione degli oneri;
• attribuire un ruolo forte all’interlocutore unico per le strategie di semplificazione, rafforzando anche il coordinamento tra Stato e Regioni per una migliore qualità della regolazione a livello regionale;
• proseguire con il meccanismo “taglia leggi”.
a burocrazia è un ostacolo micidiale alla crescita del Paese, limita le potenzialità di sviluppo delle
aziende anche del 50%, è il principale motivo di non attrazione di investimenti esteri in Italia. La moltiplicazione e stratificazione delle leggi,
le loro interpretazioni variegate e
aleatorie, la lunghezza delle risposte
della pubblica amministrazione e
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44 FARE
della giustizia civile scoraggiano gli
investimenti e riducono lo sviluppo.
La burocrazia inefficiente è gravissima per le piccole aziende perché
sottrae all’attività d’impresa la risorsa
più importante: il tempo dell’imprenditore. Proponiamo riforme a
costo zero per i conti pubblici. Anzi,
poiché rilanciano la crescita, generano nuove entrate fiscali.
L’opinione
proposte a costo zero
e
sette miliardi
di entrate
Le proposte di Confindustria sono tutte compatibili con il risanamento che è indicato come
precondizione della crescita. Non sono un libro dei sogni". Così il direttore del Centro Studi di
viale dell'Astronomia, Luca Paolazzi, ha commentato la portata 'contabile' del decalogo.
"Il nostro obiettivo prioritario - spiega Paolazzi - è il rilancio della crescita. Molte di queste
proposte sono senza costi per la finanza pubblica: penso al sistema della riforma contrattuale,
alla semplificazione amministrativa, alle liberalizzazioni, alle privatizzazioni. Si tratta di misure che portano
ad un rilancio della crescita e quindi a nuove entrate". Facendo una piccola stima, prosegue Paolazzi, "se attuate, queste proposte potrebbero portare ad un punto di più di Pil all'anno che, anche considerando una
pressione fiscale al 42%, si tradurrebbero in almeno 7 mld di entrate in più all'anno e per 5 anni. Tutto questo aiuterebbe lo sviluppo, e il risanamento e l'abbattimento del debito pubblico".
Inoltre, aggiunge il responsabile del Csc, "le misure di risanamento dei conti pubblici sono tra loro coerenti:
noi indichiamo una riduzione della pressione fiscale, un aumento degli investimenti fissi della Pa e l'azzeramento del deficit da realizzare in due anni. Tutto questo si autofinanzierebbe con un taglio di 2,6 punti della
spesa corrente primaria. Se poi riduciamo il debito pubblico in percentuale del Pil questo porta a ulteriori
risparmi sulla spesa per interessi. Infine noi diciamo che per ridurre le aliquote (Ires, Irap e cuneo) si può intervenire attraverso la lotta all'evasione che noi calcoliamo in almeno 90 miliardi di euro. D'altronde se riduci le aliquote da un lato aiuti la lotta all'evasione e dall'altra incentivi la crescita".
"Sintetizzando - conclude Paolazzi - possiamo dire che il programma di Confindustria è a costo
zero. Per noi le risorse si trovano attraverso la leva della crescita, la riduzione della spesa corrente e la lotta all'evasione.
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6
copertina
ENERGIA E
AMBIENTE
e imprese italiane pagano l’energia
il 30% più della media europea (il
60% più delle concorrenti francesi).
L’energia e il cambiamento climatico
sono questioni cruciali strettamente
legate tra loro e che sempre più condizioneranno la crescita economica
futura. Occorrono scelte precise non
più rinviabili dopo che per troppi anni vi è stato un totale immobilismo.
Una immediata attuazione del piano
nazionale di efficienza energetica, come avviene in Germania, può ridurre
i consumi finali del Paese di oltre il 10
per cento.
L
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Le proposte
LE COSE DA FARE
• attuare con urgenza il piano nazionale di efficienza energetica per ridurre i consumi e aumentare la competitività del
sistema industriale;
• velocizzare con iter certi, rapidi e trasparenti la realizzazione di investimenti nelle infrastrutture energetiche;
• sbloccare immediatamente la realizzazione dei rigassificatori;
• potenziare il sistema gas (utilizzo delle risorse nazionali e
ampliamento delle infrastrutture di stoccaggio);
• razionalizzare il mix delle fonti con maggior utilizzo del
carbone;
• puntare sul nucleare di nuova generazione;
• completare il mercato elettrico;
• ripristinare, da parte del Governo, l’acquisto di crediti di
emissioni di gas serra sul mercato internazionale per il periodo 2008-2012;
• assumere, per l’attuazione del protocollo di Kyoto dopo il
2012, obiettivi realizzabili e sostenibili per il Paese;
• emanare i decreti attuativi previsti dal Codice Ambientale;
• regolamentare, a livello nazionale, l’assimilazione dei rifiuti
industriali ai rifiuti urbani;
• nuova cultura ambientale, a cominciare dalla scuola: rapporto positivo con lo sviluppo.
In Italia servono nuovi investimenti:
vanno accelerati con iter più snelli e
chiari. In particolare, per i rigassificatori, va sbloccato l’iter autorizzativo
degli impianti già previsti; per i tre
maggiori, con capacità complessive
per circa 20 miliardi di metri cubi, il
procedimento autorizzativo è concluso a livello ministeriale; per altri otto,
con capacità complessiva di 64 miliardi di metri cubi, il procedimento autorizzativo è in corso.
Il gasdotto dalla Russia (TAG) può
aumentare la propria capacità entro il
2011, quello dall’Algeria (Transmed)
entro il 2012. Per avviare un riequilibrio del mix di fonti occorre completare la riconversione a carbone degli
impianti di Tor Valdaliga Nord, Porto
Tolle e Vado Ligure.
Per il nucleare sono tre le azioni prioritarie: partecipazione dell’Italia all’attività di ricerca e sviluppo nei reattori
di quarta generazione; partecipazione
italiana alla realizzazione di centrali all’estero, in particolare vicino ai confini, attivando linee di interconnessione
ad hoc; realizzare impianti nucleari di
nuova generazione in Italia verificando anche la possibilità di una compar-
6
tecipazione utenti-produttori industriali per la realizzazione.
Il completamento del mercato elettrico renderà più competitivo il settore
con un forte processo di liberalizzazione.
L’attuazione del protocollo di Kyoto
per il quadriennio 2008-2012 necessita di ripristinare l’acquisto di crediti di
emissioni di gas serra sul mercato internazionale da parte del Governo.
Ciò per garantire una assegnazione
gratuita delle quote di emissione a
tutti i nuovi impianti che verranno attivati in quel periodo, impianti che al-
trimenti verrebbero gravati subito da
oneri aggiuntivi.
Nell’ambito degli impegni assunti dall’Europa per la lotta ai cambiamenti
climatici successivamente al 2012, l’Italia deve negoziare propri obiettivi
realizzabili e sostenibili che non creino condizioni distorsive della competitività dei nostri settori industriali.
Occorre definire i decreti attuativi
previsti dal Codice Ambientale del
2006 parzialmente modificato nel
gennaio 2008 recuperando innanzitutto quelli emanati nel 2006 ma rimasti inefficaci. Sono urgenti il decre-
Le proposte
to sull’assimilazione dei rifiuti industriali ai rifiuti urbani e la definizione
delle regole per il ritiro dei cosiddetti
RAEE, i rifiuti elettrici ed elettronici.
Per le bonifiche dei siti inquinati occorre accelerare l’applicazione degli
accordi di programma per la reindustrializzazione previsti dal decreto correttivo del Codice Ambientale. Va superata al più presto la situazione di
stallo creata dalla non operatività della
commissione ministeriale competente
per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai circa 200
grandi impianti di competenza statale.
FARE 47
ARTICOLO
DI
7
Le proposte
copertina
LE COSE DA FARE
INFRASTRUTTURE
’inadeguatezza delle infrastrutture
costituisce una grave strozzatura
per i cittadini, le imprese, il turismo e
in generale per le potenzialità di crescita del Paese. In Italia i costi relativi al trasporto e alla logistica incidono
per oltre il 20% (20,5%) sui costi di
produzione, mentre nell’Europa dei
15 incidono per il 16%. Abbiamo,
quindi, uno svantaggio competitivo
di quattro punti e mezzo.
Una buona dotazione infrastrutturale
è vitale per il rilancio del turismo che
L
48 FARE
• opere prioritarie:Torino-Lione e Corridoio 5 (alta velocità
Milano-Brescia,Verona-Padova-Venezia-Trieste); Brennero;
Terzo Valico di Genova; alta velocità Napoli-Bari; autostrada Salerno-Reggio Calabria; Statale jonica; Pedemontana;
Brebemi; ferrovia Palermo-Messina-Catania;
• realizzare tutte le opere necessarie a completare le grandi
reti europee;
• nuova disciplina del project financing.
può diventare uno dei volani della
crescita. Il turismo ha bisogno di una
decisa riqualificazione dell’offerta per
intercettare la domanda a più alto valore aggiunto, necessita di una cabina
di regia nelle promozioni di fronte all’accentuata concorrenza internazionale. Gli enti locali spendono male il
danaro pubblico; investono nel complesso tre volte la Spagna che ottiene
risultati enormemente più efficaci.
La scarsità dei fondi disponibili per
grandi opere richiede di focalizzarsi
su poche priorità.
Le grandi infrastrutture europee hanno già ottenuto circa un miliardo di
finanziamenti UE.
Il Terzo Valico di Genova è fondamentale per il raccordo fra Mediterraneo e Mare del Nord.
La ricerca di una soluzione per Mal-
pensa deve tener conto delle esigenze
di alcune fra le più importanti regioni
economiche del Paese.
Al Sud mancano collegamenti tra regioni e in generale la sottodotazione di
infrastrutture si accentua. Perciò è indispensabile potenziare la rete stradale e
ferroviaria, così da farne un’unica, grande area integrata. Tali opere, di per sé
fondamentali, assumono ancora più importanza se si dovesse riprendere il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.
Dal punto di vista normativo occorre
correggere il Codice dei Contratti
Pubblici riformulando la disciplina in
materia di project financing.
Nei trasporti è ormai divenuta urgente l’istituzione di una AUTORITA’
di SETTORE per favorire la concorrenza nelle singole modalità e nell’integrazione logistica.
8
Le proposte
LE COSE DA FARE
• rafforzare la capacità competitiva della scuola pubblica;
• promuovere la competizione e l’emulazione tra le scuole,
sia statali che paritarie, con modalità di finanziamento che
premino le offerte migliori, incentivino lo sviluppo e trasferiscano risorse direttamente alle famiglie per ampliarne
la libertà di scelta;
• riconoscere il merito tra gli insegnanti con la selezione, la
remunerazione, la carriera;
• portare a compimento il processo di autonomia dell’università ridefinendo le responsabilità dei soggetti della governance universitaria;
• portare almeno al 30% nell’arco di un triennio la percentuale di fondi pubblici attribuiti alle università in forma
concorrenziale.
a conoscenza è la nuova frontiera della crescita economica. Se
adeguassimo entro il 2020 i livelli di
apprendimento italiani a quelli delle
nazioni con popolazione più istruita
il PIL potrebbe aumentare fino al
15% grazie al miglioramento della
produttività.
Ma non basta aumentare il numero
L
di anni di istruzione: è indispensabile migliorare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. Perciò
occorre introdurre forti criteri meritocratici nel sistema scolastico e in
quello universitario.
Infine occorre affrontare con decisione l’emergenza tecnico-scientifica del nostro paese. Man mano che
ISTRUZIONE
UNIVERSITÀ
le imprese riorganizzano e orientano la produzione verso beni di qualità, con contenuti innovativi e tecnologici superiori, vedono mancare
risorse umane e figure professionali
all’altezza delle sfide competitive per
lo scarso orientamento dei giovani
verso l’istruzione tecnica e le facoltà
tecnico-scientifiche.
FARE 49
ARTICOLO
DI
9
Le proposte
copertina
RICERCA
INNOVAZIONE
ueste misure sono indispensabili per arrivare in breve tempo a coprire la distanza ancora troppo ampia negli investimenti in ricerca e innovazione che ci separa dagli
altri Paesi.
Introducendo questi miglioramenti
al sistema esistente ed assicurando risorse pubbliche aggiuntive per 1,5
miliardi all'anno, nel 2009 potremmo
raggiungere un investimento di almeno 1,4 % del PIL e puntare nel
Q
50 FARE
LE COSE DA FARE
• portare al 2% del PIL gli investimenti in ricerca entro il
2011:
ricerca pubblica da 0,56 a 0,80% del PIL; ricerca attivata
dalle imprese da 0,62 a 1,20% del PIL;
• elevare al 20% il credito di imposta per la ricerca fatta all’interno dell’azienda;
• estendere ai centri ricerca privati non profit e indipendenti
il credito di imposta del 40%;
• dare continuità decennale agli incentivi fiscali e ai progetti
di innovazione industriale;
• completare la rivisitazione degli incentivi;
• completare la rete della banda larga e dar vita ad un vasto
piano di alfabetizzazione informatica.
2011 al 2 % del PIL. Sulla ricerca e
sull’innovazione si gioca il futuro
manifatturiero ed economico del
Paese.
Bisogna integrare di più e meglio i
centri di ricerca e le Università con
il sistema delle imprese, costituito
soprattutto da aziende piccole. Perciò occorre completare e attuare rapidamente il “pacchetto” che è stato
definito in questi anni e che, soprattutto attraverso il credito di impo-
sta, può diffondere la ricerca tra le
PMI.
Il progetto Industria 2015 si è rivelato un importante catalizzatore di
idee e progetti che hanno coinvolto
le energie del sistema industriale:
non va accantonato.
Per questi progetti vanno assegnate
dotazioni finanziarie adeguate, a cominciare per il prossimo triennio da
un investimento aggiuntivo di 500
milioni per aree di intervento.
10
LE COSE DA FARE
• potenziare le infrastrutture (vedere punto 7) raddoppiando
la capacità di spesa annua;
• sostenere la lotta ai racket;
• dare immediata operatività agli strumenti automatici previsti dalla Finanziaria 2008 (credito di imposta e bonus occupazione);
• ridurre da 24-28 a 6 mesi le procedure autorizzative dei
contratti di programma e localizzazione;
• rafforzare la fiscalità compensativa a favore delle imprese;
• riportare immediatamente i tempi di pagamento della pubblica amministrazione ai valori medi nazionali e tendenzialmente a quelli previsti dalla legge (30 giorni).
l Sud soffre, in misura amplificata,
delle stesse cause nazionali della
mancata crescita: lo Stato che non
assicura i servizi essenziali (a cominciare dalla sicurezza pubblica), la burocrazia inefficiente, le infrastrutture
scadenti, la pressione fiscale elevata
soprattutto in rapporto ai servizi pubblici erogati e, in molte aree, la forte
presenza di criminalità organizzata.
Il tasso di occupazione è di un terzo
inferiore rispetto al Nord.
L’obiettivo strategico deve essere quello di
portare il PIL per abitante del Mezzogiorno vicino al valore del Nord: obietti-
I
vo quasi impossibile da raggiungere in
tempi medi poiché oggi è al 56,7%, ma
che deve essere il riferimento per ogni
scelta concreta.
Per far ciò occorre agire simultaneamente su vari fronti: dalle infrastrutture al sostegno agli investimenti, dai
contratti di programma alla lotta ai
racket (in molte regioni il costo delle
estorsioni sfiora l’1% del PIL) e alla
criminalità organizzata, concentrando
le risorse europee (pari a circa 1,2
miliardi) sul controllo del territorio e
la protezione delle aree industriali.
I ritardi nei pagamenti per la forni-
Le proposte
MEZZOGIORNO
tura di beni e servizi alla pubblica
amministrazione raggiungono in taluni settori (sanità) nelle regioni
meridionali anche i 400 giorni. Serve un piano straordinario per avvicinare i tempi ai 30 giorni previsti
dalla legge.
Il livello attuale di investimenti esteri
nel Mezzogiorno, vicino allo zero,
rende indispensabile, d’intesa con
l’Unione europea, estendere il principio della fiscalità compensativa, già
introdotto attraverso il taglio del cuneo fiscale, il credito d’imposta e gli
sgravi nelle Zone Franche Urbane.
FARE 51
54 FARE
energia
Alla luce delle difficoltà energetiche nazionali
Confindustria ha indicato
una serie di azioni fondamentali da intraprendere
ENERGIA...
UN TEMA
SCOTTANTE
INTERVENTI DI
Massimo Beccarello
Alberto Vacchi
Marco Bettini
Gaetano Maccaferri
Stefano Aldrovandi
Cesare Bernini
FARE 55
1
Massimo Beccarello
Obiettivi
irrealistici
ma vincolanti
La nuova politica
energetica
europea:
la posizione
degli imprenditori
1
Commissione Europea, MEMO/07/12
La Direttiva 32/2006 sembra ammettere l'uso di
un coefficiente di conversione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili pari a 860 kcal/kWh x 2,5
= 2150 kcal/kWh (Ë = 40%). In altri termini, applicando tale criterio la produzione di un KWh da
fonti rinnovabili comporterebbe una riduzione di
energia primaria pari a 2150 kcal in luogo dell’equivalente fisico di 860kcal.
2
56 FARE
Energia
Gli obiettivi proposti dalla Commissione Europea, nel quadro della normativa in materia di cambiamento
climatico ed energia rinnovabile, di
riduzione del 20% delle emissioni di
gas ad effetto serra rispetto ai livelli
del 1990, di riduzione del 20% dei
consumi primari di energia rispetto
al valore tendenziale del 2020 e l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili del 20% sul
consumo interno lordo di energia,
appaiono particolarmente ambiziosi
ed irrealistici.
L’obiettivo del 20% di fonti energetiche rinnovabili al 2020 risulta irrealistico soprattutto considerando che l’Europa non riuscirà a raggiungere il target
di rinnovabili del 12% fissato dalla Direttiva 2001/77/CE entro il 2010 (attualmente l’UE è al 6,4%)1.
Il Governo italiano, in sede di negoziazione del target nazionale, ha redatto,
nel settembre 2007, un position paper
di valutazione del target del 20% per le
fonti rinnovabili, individuando in 104
TWh il potenziale massimo teorico di
produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili, al 2020, a fronte dei 50
TWh del 2005.
Confindustria ha inviato alle istituzioni Italiane una nota di risposta al position paper del Governo italiano, in cui
esprimeva, in base a valutazioni tecnico-economiche, serie perplessità sul
potenziale massimo teorico indicato
dal Governo.Tale potenziale è, infatti,
estremamente ottimistico, non solo
considerando il gap che ancora ci distacca dall’obiettivo di produzione di
energia da fonti rinnovabili al 2010,
ma anche per la scelta della Commissione di calcolare il target nazionale
sulla base dei consumi finali di energia
e non sulla base del consumo di energia primaria, utilizzando peraltro un
penalizzante criterio di conversione
dell’energia elettrica prodotta da fonti
rinnovabili di 860 kcal invece di 2150
kcal/kWh2.
Il target fissato per l’Italia dall’ultima
proposta di direttiva sulle fonti rinnovabili, pari al 17% del consumo energetico finale, risulta eccessivamente
ambizioso e irrealistico, anche ipotizzando la realizzazione di tutto il potenziale elettrico stabilito dal Governo
italiano in 104 TWh al 2020.
Infatti il potenziale di produzione di
energia elettrica da fonte rinnovabile
stimato dal Governo italiano, insieme
al settore della climatizzazione e dei
biocarburanti, rappresenterebbero poco più dell’11% del totale dei consumi energetici italiani del 2006. Ipotizzando una crescita realistica del consumo interno lordo da qui al 2020, tale percentuale si ridurrebbe ancora, allontanandosi ulteriormente dagli
obiettivi comunitari.
La definizione di obiettivi irrealistici a
livello nazionale, peraltro vincolanti,
rischia di innescare oneri di incentivazione enormi, che graverebbero soprattutto sul sistema industriale del
nostro Paese a danno della competitività internazionale.
Al 2020, gli oneri sul sistema Italia per
raggiungere il potenziale nazionale indicato dal nostro Governo (11%) per
le rinnovabili, includendo anche il costo dell’incentivazione al fotovoltaico,
si stimano intorno agli 8.830 milioni
di euro, con un incremento del costo
medio dell’energia consumata che
potrebbe oscillare attorno ai 25 euro/MWh.
È necessario che tali extraoneri siano
ripartiti sulla fiscalità generale.
L’incentivazione dovrebbe peraltro
incidere sulla crescita economica ed
occupazionale del Paese, attraverso
un attento sviluppo dell’industria di
settore.
Ulteriore elemento di criticità della
proposta di Direttiva sulle fonti rinnovabili è ravvisabile nei limiti imposti al
trading delle garanzie d’origine che
rappresenta uno strumento fondamentale per raggiungere l’obiettivo
del 17% delle fonti rinnovabili.
È indispensabile rimuovere tali limiti
consentendo lo scambio tra Stati
membri delle garanzie d’origine legate all’energia proveniente da uno Stato terzo e promuovendo la delocalizzazione dello sviluppo interno delle
rinnovabili in altri Stati membri (ad
esempio con l’istituzione di un fondo
che sviluppi impianti rinnovabili all’estero al fine di produrre le garanzie
d’origine da utilizzare ai fini dell’assolvimento degli obblighi nazionali).
Alla luce delle difficoltà evidenziate
Confindustria ha provveduto a focalizzare una serie di azioni fondamentali da intraprendere per il raggiungimento del target nazionale sulle rinnovabili. Si ritiene necessario ed urgente procedere a:
• una definizione, da parte del Governo
italiano, di obiettivi regionali sulla base
dell’effettiva potenzialità di sviluppo
delle fonti rinnovabili delle regioni, valutate alla luce delle peculiarità territoriali, economiche e politiche di ogni
singola regione, individuando meccanismi di premio-sanzione anche al fine di
limitare l’effetto nimby;
• una drastica semplificazione delle
procedure amministrative relative alle
autorizzazioni;
• la rimozione degli ostacoli di tipo
infrastrutturale allo sviluppo delle fonti rinnovabili;
• la semplificazione dei sistemi di allacciamento alla rete elettrica dei siti
di produzione di energia rinnovabile.
FARE 57
2
A cura di
Barbara Bertuzzi
’industria è il settore che maggiormente attinge alla risorsa energetica con una percentuale pari al 50% dei
L
“
58 FARE
Alberto Vacchi
consumi. La posizione di maggior
consumatore non si traduce però in
vantaggi economici, in quanto le tariffe restano nettamente superiori alla
media”- entra nel vivo del problema
Alberto Vacchi, presidente del CBEG,
la società consortile di servizi, per l’energia e il gas, promossa nel 1999 dall’allora Assindustria, oggi Unindustria
Bologna, e Legacoop. Nell’internazionalizzazione dei mercati le nostre imprese “si trovano a competere con concorrenti che usufruiscono di migliori
condizioni economiche in termini di
fornitura d’energia, partendo anche da
una posizione svantaggiata: la scarsità di
fonti nazionali a minor costo (nucleare,
carbone) o rinnovabili (eolico)”.
“Per diminuire la nostra dipendenza
energetica dall’estero - precisa Vacchi
rivolgendosi in primis alle istituzioni oltre allo sviluppo di fonti rinnovabili,
il cui contributo in termini percentuali
rimarrebbe in ogni caso limitato, il
Paese ha un urgente bisogno di rigassificatori”. Auspica, inoltre, che l'Italia
apra presto un serio dibattito su carbone pulito e nucleare di quarta generazione, perchè “non può soddisfare il
proprio fabbisogno energetico nel
lungo periodo sfruttando un'unica risorsa: il gas naturale”. E aggiunge: "Per
quanto riguarda il mercato dell’energia
occorre una riforma che aumenti il livello di concorrenza della borsa elettrica, contribuendo ad abbassarne i
prezzi". In tale direzione si muove anche l'iniziativa di Confindustria, incentrata sul miglioramento dell’efficienza
delle varie filiere.“Competere sul mercato globale e contemporaneamente
risolvere i problemi ambientali, salvaguardando salute e sicurezza dei cittadini, rappresenta una sfida cui solamente innovazione tecnologica e ricerca possono rispondere. Purtroppo,
come ben noto, l’Italia è molto arretrata, rispetto alla media europea, per
quanto riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo. E’ quindi necessario
aumentare le risorse disponibili per
questo settore”.
E quali sono invece le priorità del
consorzio che lei rappresenta? “Oggi il
CBEG conta più di 180 aziende associate, con oltre 370 punti di prelievo,
per un totale di energia elettrica annua, consumata, maggiore di 750 milioni di kWh. Tra i servizi ai soci: ricerca ed ottimizzazione dei contratti
energetici; presidio attento all’evoluzione normativa e scelte oculate nell’individuazione del fornitore di
energia e/o di gas; sostegno alle imprese in materia energetica e tutela
delle stesse nell’evoluzione del mercato. E una novità su tutte: l’accordo siglato con E.I.CON. e la presentazione di una richiesta d’offerta unificata,
per un consumo totale di più di 1
TWh di energia”. E per il futuro?
“Pensare ad una struttura che possa
autonomamente commercializzare
energia elettrica ed intraprendere iniziative in campo energetico. Inoltre conclude Vacchi - le imprese hanno
l’obbligo di adeguarsi ai nuovi scenari
che si profilano all’orizzonte. Quindi
investimenti in R&S per creare nuove
tecnologie efficienti, promozione di
fonti energetiche alternative ed un
aumento della competitività delle
aziende italiane sono i punti cardine
su cui basare il futuro. In questo modo si può risvegliare una capacità che
da sempre caratterizza le migliori
aziende italiane: quella cioè di saper
reagire positivamente ad un problema
o ad una difficoltà oggettiva, creando
nuove opportunità imprenditoriali,
nuovi posti di lavoro e nuove figure
professionali prima inesistenti.”
Energia
Non rimandare
le decisioni
strategiche
Secondo
Alberto Vacchi,
presidente CBEG,
le imprese competono
con concorrenti
che fruiscono
di condizioni migliori
in termini di fornitura
d’energia.
FARE 59
3
Marco Bettini
Obiettivo:
azzerare
i costi aziendali
Secondo
Marco Bettini
presidente E.I.CON.,
è indispensabile
ottenere il miglior
prezzo d’acquisto
per l’energia e il gas,
e educare le imprese a
ottimizzare
i loro consumi.
A cura di
Barbara Bertuzzi
60 FARE
Energia
onsigliare, supportare, o ancor
meglio accompagnare le aziende
nelle scelte energetiche più convenienti e vantaggiose. Con questa mission
nasce nel 2000 il Consorzio per l’Energia Industriale (E.I.CON.) che oggi
rappresenta circa 500 imprese. “Abbiamo sviluppato accordi con alcune delle
più importanti multiutility italiane, tra
cui Hera. In fase di acquisto di energia
e gas cerchiamo di ottenere la migliore
percentuale di sconto ma il prezzo è
incontrollabile e dipende esclusivamente dal mercato. Tra il 2006 e il
2007, ad esempio, l'energia è aumentata
più del 20%” afferma il presidente di
E.I.CON., Marco Bettini. E per affrontare la sfida, a partire da quest’anno,
il consorzio si è unito nella trattativa all’altro consorzio bolognese, il CBEG.
“Efficienza, convenienza e qualità nel
servizio è tutto ciò che vogliamo offrire alle nostre aziende. Per questo crediamo molto nel dialogo portato avanti
C
assieme al CBEG” precisa Bettini.
Tra i servizi offerti gratuitamente ai soci, che possono decidere annualmente
se rinnovare o no l’iscrizione, quello di
educarli ad ottimizzare i consumi, magari apportando modifiche negli impianti, nelle attrezzature o nel ciclo
produttivo.“L’attività di consulenza si è
resa possibile – continua il presidente grazie alla stretta collaborazione con la
società Geetit. All’iniziativa ‘30 minuti
per te’, realizzata con successo lo scorso
anno, che prevedeva la consulenza di
un tecnico in affiancamento alla responsabile amministrativa dell’azienda
nella lettura della bolletta energetica,
abbiamo aggiunto da ottobre la nuova
‘120 minuti per te’. In sintesi: entriamo
nelle aziende per fare conoscere all’imprenditore le opportunità delle più
moderne tecnologie in grado di tutelare sia l’ambiente sia l’uomo (fotovoltaico, eolico, co e trigenerazione, geotermia, solare - termico) insegnandogli, da
un lato, come produrre energia in maniera autonoma e, dall’altro, come rivendere quella in eccesso. Il nostro scopo è accompagnarlo nell'individuazione e nella progettazione della nuova
struttura, fino alla completa realizzazione della fabbrica”.
Una linea ben precisa che ha già dato
i primi risultati. E’ di prossima apertura, infatti, la Tebo di San Lazzaro di
Savena. Un’azienda evoluta ed ecologica, con un capannone industriale ad
altissima performance energetica. Un
fiore all’occhiello per E.I.CON., che
ha seguito passo passo la costruzione,
oltrechè un modello da studiare con
attenzione.
“La Tebo – sottolinea con orgoglio
Bettini - ha tutti i requisiti richiesti dal
mercato. E’ una fabbrica che va da sola,
cioè funziona senza costi. Un risultato
possibile grazie alla perfetta sinergia tra
fonti di energia alternativa e caratteristiche di coibentazione”.
FARE 61
Energia
produzioni saccarifere, andando a prevedere riduzioni nei Paesi meno vocati
dal punto di vista colturale. Questo
provvedimento ha comportato in Italia
la chiusura di quattro quinti degli impianti di produzione dello zucchero:
per il nostro gruppo in particolare (che
era il principale produttore del settore,
con oltre il 35% della quota complessiva) ciò ha significato la chiusura di sei
stabilimenti su sette.
L’UE ha comunque accompagnato
queste dismissioni con contributi da
destinare a progetti di riconversione
produttiva: ci ha messo, così, in condizione di trasformare questo evento, di
per sé negativo, in una nuova opportunità di business proprio nella produzione di energia da fonti rinnovabili”.
Intervista di
Carlo Rossini
nche una realtà articolata come il
Gruppo Maccaferri, con attività
che vanno dall’industria meccanica all’alimentare, dal real estate all’ingegneria
ambientale, sta investendo fortemente
nel settore energetico. Una scelta strategica, all’interno delle diversificazioni del
Gruppo, con la previsione di un impegno ancor maggiore nel futuro.
A
- Architetto Gaetano Maccaferri, perchè un
Gruppo composito e importante come il vostro si butta sull’energia da fonti rinnovabili?
- “Nel nostro caso la scelta è stata indotta dalla decisione dell’Unione Europea di diminuire drasticamente le
62 FARE
- Quindi lei conferma: la strada è interessante.
- “E’ una strada che ha acquisito una
prospettiva di notevoli potenzialità soprattutto per la concomitanza di due
condizioni: l’abnorme aumento dei
costi dell’energia e l’applicazione di
quelle misure atte a contenere la produzione di CO2 che fanno riferimento
al Protocollo di Kyoto e, per l’UE, a
quello di Lisbona. Questi provvedimenti di carattere ambientale prevedono una serie di sostegni alla produzione di energia da fonti rinnovabili – dai
Certificati Verdi al Conto Energia per
la produzione di energia foto-voltaica
– che rendono nel complesso interessanti gli investimenti in questo settore.
Peraltro, si tratta di un settore che presenta da un lato prospettive di sviluppo
molto interessanti, ma dall’altro anche
elementi di rischio, in quanto è soggetto all’andamento di fattori difficilmente
controllabili, come il costo dell’energia
o, per le bio-masse e gli oli vegetali, i
prezzi delle materie prime.
A fronte di questi rischi, c’è comunque
la necessità per il sistema di trovare un
equilibrio economico per questo tipo
di attività, in quanto il rispetto dei parametri europei in termini di emissioni, che l’Italia ha adottato, comporta e
comporterà sempre più un ricorso
proprio alle fonti rinnovabili”.
- Siete entrati in questo nuovo campo con
determinazione. Che impatto ha avuto su
un Gruppo come il vostro?
- “Questo nuovo ramo di attività andrà ad aggiungersi a quanto già stiamo facendo nel settore agro-industriale, che ci vede operare sia con
l’Eridania nel settore saccarifero –
dove, forti del nostro marchio, intendiamo mantenere una presenza significativa – sia con la Manifattura Sigaro Toscano, la storica azienda di Lucca
acquisita un paio di anni fa dalla British American Tobacco.
Peraltro, il nostro know how nella gestione della filiera agro-industriale può
facilmente trovare applicazione nella
gestione della filiera agro-energetica: è
questo know how che ci dà un vantaggio competitivo nei confronti di altri
soggetti che stanno entrando ora nel
settore delle fonti rinnovabili di origine
agricola, in quanto il rapporto con gli
agricoltori sta alla base dell’approvvigionamento delle materie prime, che è
fondamentale per garantire la continuità produttiva.
Complessivamente, abbiamo in programma investimenti importanti sia per
quanto riguarda le bio-masse legate alla
riconversione dei nostri siti saccariferi,
sia per lo sviluppo di iniziative nei settori foto-voltaico, eolico ed idro-elettrico.A tale fine abbiamo creato una subholding, Seci Energia, nella quale sono
confluite e confluiranno tutte le nostre
partecipazioni in questo settore”.
4
Gaetano Maccaferri
Ma noi nell’energia
investiremo
sempre di più
Il Gruppo Maccaferri
ha realizzato
investimenti importanti
nel campo dell’energia
rinnovabile.
A colloquio con
Gaetano Maccaferri
su prospettive
di sviluppo e elementi
di rischio
di un settore sempre più
interessante.
FARE 63
5
Stefano Aldrovandi
Il futuro?
Rigassificatori
ed energie rinnovabili
Per Stefano Aldrovandi,
i fattori chiave sono due:
normative per la
razionalizzazione
energetica aziendale
e una vera
liberalizzazione
dei trasporti di energia,
per ridurre i costi
dell’offerta.
A cura di
Rosanna Zanini Peretti
64 FARE
Energia
“ l primo nodo da affrontare è quello
della riduzione del costo del metano
attraverso fonti alternative di approvvigionamento. Oggi l'Italia è sostanzialmente compressa tra due produttori,
l’Africa e la Russia”. Non usa mezze
misure Stefano Aldrovandi, già amministratore delegato di Hera, per entrare
nel vivo del problema energetico nazionale. Sintetica ed esaustiva la sua soluzione, ovvero sbloccare immediatamente gli impianti di rigassificazione
per poter mettere in concorrenza gli
attuali fornitori con i nuovi, quelli del
mercato di oggi per intenderci, che necessitano di terminali di approvvigionamento diversi dai tubi convenzionali.
Una questione, quella dei rigassificatori, che da anni attanaglia politici, imprenditori e opinione pubblica. E lui
precisa: “In Veneto esiste un progetto
in corso di completamento che riguarda un terminale vicino alla nostra
regione, mentre stenta a decollare un
piano molto interessante per la realizzazione del rigassificatore di Ravenna,
I
che vede coinvolte Hera ed il Gruppo
Eni e che, dal punto di vista logistico, è
sicuramente una delle migliori opportunità esistenti non solo in regione, ma
in tutta Italia. Il motivo dell'indugio è
uno solo: manca il coraggio per farlo
partire, prevalentemente per ragioni di
consenso locale.”
Tra le altre possibilità di investimento
per ridurre i costi, anche la grande area
delle energie rinnovabili che, secondo
Aldrovandi, nel medio termine potrà
certamente costituire un potenziale diverso da quello dell'approvvigionamento energetico da fonti fossili, a copertura del 20-25%, almeno, dei bisogni nazionali di energia elettrica.A rallentare il processo di conversione permangono tuttavia vincoli normativi.
“Il nostro paese è in ritardo – spiega
Aldrovandi - nonostante le direttive
europee, valgono ancora quelle del
nostro governo per l'attivazione di una
serie di procedure”. E’ il caso della cogenerazione diffusa (cioé la capacità
delle singole unità produttive di auto-
prodursi contemporaneamente caldo,
freddo ed energia elettrica) che è attualmente sottoutilizzata e invece porterebbe ad un sostanziale raddoppio
del rendimento energetico del vettore
metano.
“Nei prossimi anni i fattori chiave per
le aziende sono due: un assetto normativo che favorisca tutte le attività di
razionalizzazione energetica all'interno
del sistema delle imprese, sotto forma
di incentivazioni e direttive chiare; la
seconda, un più ampio processo di liberalizzazione, soprattutto per quanto
concerne il settore dei trasporti di
energia, che ridurrebbe di molto i costi dell'offerta. Da alcuni anni il nostro
paese si sta dibattendo tra chi vuole e
chi non vuole investire, appellandosi a
una serie di vincoli ambientali che a
mio parere sono soltanto una scusa per
non fare. Non dimentichiamo che l’energia – conclude Aldrovandi - rappresenta una percentuale inferiore al
5% rispetto a tutti gli altri fattori di
contaminazione e inquinamento”.
FARE 65
6
EA
CAMUGNANO
NASCE
IL PARCO
DELL’ENERGIA
66 FARE
Camugnano
Nuovi impianti
di produzione di
energia da fonti
rinnovabili
Nel Comune di Camugnano, oltre
agli attuali 350 MW di energia, prodotti dall’Enel tramite le centrali
idroelettriche del Brasimone, Suviana, Bargi e Santa Maria costruite dal
1911 al 1933, si stanno insediando
prestigiosi impianti di produzione di
energia, mediante l’utilizzo di fonti
rinnovabili.
E’ in corso di costruzione un nuovo
impianto fotovoltaico da 0,5 MW,
altri impianti idroelettrici da 2-3
MW ed ulteriori impianti che sfrutteranno la produzione di energia
mediante l’utilizzo di biomasse derivate dal cippato proveniente dalla lavorazione del bosco; verrà inoltre
realizzato un nuovissimo impianto di
produzione di energia ricavata dal
solare termico.
Questa tecnologia è stata sviluppata
dall’Enea e dal centro ricerche di
Roma della Casaccia. Proprio presso
il centro Enea della Casaccia è già in
funzione un primo impianto pilota
solare termico che, utilizzando sali
(fertilizzanti per l’agricoltura) che
fondono ad oltre 500 gradi in un
circuito chiuso non inquinante, produce vapore e conseguente energia
da sfruttare sia per la produzione
elettrica che per il riscaldamento.
L’Enea inoltre ha in rilancio il suo
centro di eccellenza situato nel Comune di Camugnano in località Bra-
simone, e si prospetta per il futuro
prossimo una apertura verso i privati,
con l’utilizzo dei laboratori prove al
fine di rilasciare collaudi ed omologazioni di componentistica ed impianti
per la produzione di energia dal nucleare e da altre fonti rinnovabili.
Questa iniziativa che vede Camugnano Energia punto di snodo e di
patrocinio delle singole attività imprenditoriali fatte anche in collaborazione con il centro Cisa di Porretta
Terme, sta portando alla realizzazione del progetto più ampio del Distretto Dinamico dell’Energia che, in
Comune di Camugnano, ha creato il
nocciolo duro ed il centro pilota che
aggregherà anche le iniziative spontanee sorte nei comuni limitrofi dell’Appennino, con l’ambizione di generare e sviluppare un nuovo polo
virtuoso basato su un sistema di auto
retroazione (ricerca, formazione, divulgazione, produzione, servizi).
I vincoli imposti al clima dal protocollo di Kyoto, saranno una grandissima opportunità di business per una
zona da tempo votata alla produzione di energia da fonti rinnovabili ed
a bassissimo impatto ambientale, ampliando i volumi produttivi che già
dall’inizio del secolo scorso, avevano
eletto questa area periferica a tale
missione.
Investire
in efficienza
energetica
l sistema energetico italiano appare
oggi particolarmente fragile ed in
parte inadeguato a gestire la sfida della competizione sui mercati internazionali. A fronte di previsioni di forte
crescita dei consumi elettrici (+40%
nei prossimi 15 anni), l’Italia, si trova
ad affrontare una situazione di estrema vulnerabilità, rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei.
Nel settore dell’energia elettrica,
negli ultimi anni, si è registrato un
forte aumento della capacità produttiva del parco delle centrali termoelettriche, che però, se da un lato ci ha messo al riparo dal rischio
black out, dall’altro ha fatto emergere nuove problematiche connesse
ad un’eccessiva dipendenza dal gas
naturale. La gran parte degli impianti realizzati nel settore termoelettrico sono infatti nuove centrali
a ciclo combinato alimentate a
metano, che contribuiscono ad accrescere la dipendenza del nostro
sistema energetico dai pochi paesi
produttori. Appare pertanto essenziale ribilanciare il mix delle fonti
di produzione utilizzato per la ge-
I
nerazione elettrica, valutando e sostenendo l’introduzione di nuove
tecnologie alternative e complementari al gas. Questo peraltro ci
avvicinerebbe ai Paesi della UE
dove come è noto, la produzione
di energia elettrica utilizzando gas
è ampiamente “bilanciata” da carbone e nucleare.
La liberalizzazione del settore elettrico italiano sembra non aver portato i
risultati sperati nella creazione di un
mercato dell’energia elettrica liquido
e realmente concorrenziale, nonché
in termini di prezzi dell’elettrica, che
ad oggi risultano essere, nel panorama europeo, tra i più alti per i consumatori industriali.
Dati gli elevati costi energetici, uno
strumento indispensabile per le imprese è dato dalla possibilità di aggregarsi in gruppi di acquisto. I
Consorzi infatti svolgono il servizio
di approvvigionamento e gestione di
energia elettrica e gas per le imprese
consorziate con il solo obiettivo di
consentire ad esse il massimo risparmio sull'approvvigionamento di
energia. Le competenze tecniche e
contrattuali dei Consorzi, sviluppate
attraverso l’esperienza, forniscono al
Sistema “economie di scala” utili ad
affiancare le singole imprese in un
mercato altamente complesso e in
continua evoluzione.
Per ridurre la dipendenza dalle fonti
fossili e per contenere gli elevati costi
energetici, una delle leve a disposizione delle imprese è il miglioramento
dell’efficienza nell’uso dell’energia.
Attraverso un serio obiettivo di efficienza energetica il Paese intero può
trarre importanti benefici in termini
di minor dipendenza, tutela ambientale e stimolo all’innovazione.
Non va infatti sottovalutato che gli
obiettivi di efficienza rappresentano
un forte stimolo di progresso tecnologico, attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie ad alta compatibilità
ambientale e l’applicazione di quelle
esistenti su vasta scala.
L’investimento in efficienza energetica, se effettuato secondo logiche
corrette, produce per le imprese ritorni economici anche nel breve termine e può favorire situazioni di
vantaggio competitivo.
Cesare Bernini
Direttore Generale di Unindustria Bologna
68 FARE
72 FARE
1
fashion valley
L’abbigliamento, i tessuti, le calzature,
gli accessori, la lingerie:
a Bologna hanno trovato la sede ideale molte industrie
leader nel settore e marchi conosciuti in tutto il mondo.
E, insieme a loro, moltissime sono anche
le aziende che lavorano contoterzi,
tutte ugualmente caratterizzate
dall’eccezionalità delle produzioni.
MA QUANTO
GLAMOUR
TUTTO MADE
IN BO
A cura di Deborah Dirani
FARE 73
74 FARE
1
B
Bologna e l’abbigliamento, Bologna e
i tessuti, Bologna e le calzature, gli accessori. In due parole: Bologna e la
moda.
Storia recente, anzi attualità; storia antica datata 1500.
Oggi il capoluogo emiliano è famoso
nel mondo per alcuni suoi marchi eccellenti, allora era famoso, in tutta Italia, per la seta. Un tessuto prezioso, lavorato in maniera straordinaria dagli
‘industriali’ del tempo.
Secondo gli storici in città, alla fine
del 1600, esistevano 119 mulini da seta mossi da 353 ruote idrauliche di
piccole dimensioni. Negli anni d’oro
della produzione, poi, è stimato che la
lavorazione serica occupasse 24mila
persone: più di un terzo dei residenti
(circa 60mila). La fortuna di Bologna
nella seta si esaurì comunque prima
dell’inizio del ‘700. La ragione va cercata nel ripiegamento su se stessa e
nella chiusura verso le innovazioni
che impedirono ai bolognesi di cogliere opportunità di rinnovamento
(come macchinari più grandi e perfezionati) e che di fatto sancirono il declino di Bologna città della seta.
Resta il fatto che l’amore per tessuti e
materiali preziosi deve essere rimasto
incagliato nella ruota di qualche piccolo mulino, avere scavalcato i secoli,
ed essere arrivato ai giorni nostri.
Tanto che a Bologna hanno trovato la
sede ideale molte industrie leader nel
settore dell’abbigliamento e degli accessori. Qui hanno sede marchi riconosciuti in tutto il mondo come eccellenti: La Perla, Redwall-Borbonese, Les Copains, a.testoni, Mandarina
Duck, solo per citare i primi che vengono in mente.
Se non si può parlare di un distretto
produttivo vero e proprio, circa il tessile-abbigliamento, è pur vero che
non si può non tenere conto che il
comparto è uno dei più vivaci.
Basta dare uno sguardo ai numeri del
settore che, secondo i dati diffusi da
PromoBologna, sono di tutto riguardo: 1320 imprese (che costituiscono il
15% di quelle regionali e l’1,4 di
quelle nazionali) che occupano 9680
addetti. Il fatturato prodotto nel
2006 è stato di 1,1 miliardi di euro,
886 dei quali prodotti dall’export
che è cresciuto del 12% rispetto al
2005 e del 19,7 rispetto al quinquennio precedente.
“Già dagli anni ’50 -’60 si è andato
affermando questo settore – spiegano
in Unindustria – e progressivamente si
è consolidato.A volte si è assistito a fenomeni di concorrenza, magari qualcuno che aveva lavorato per anni all’interno di un’azienda, ne usciva per
crearne una propria. Ma questo ha
prodotto una crescita costante della
qualità dei prodotti”. Bologna, in particolare ha raggiunto alti risultati in
termini di ‘celebrità’ in settori come il
calzaturiero, si pensi a Bruno Magli, a.
testoni o Pancaldi, e la lingerie.
Il gruppo La Perla e G.A. Paladini
rappresentano due dei casi più eclatanti di eccellenza produttiva in un
settore particolarmente difficile come l’intimo. Del resto, la cultura di
ciò che sta sotto si può dire che è
stata diffusa, resa popolare, a partire
dagli anni ’80: quelli che portarono
proprio il gruppo La Perla ad essere
leader incontrastato nel mercato
mondiale.
All’ombra delle Due Torri, comunque, non si produce solo alta qualità a
marchio proprio. Moltissime sono infatti le aziende che lavorano contoterzi. Tutte ugualmente caratterizzate
dall’eccezionalità delle produzioni, le
industrie che danno vita ad abiti, o
fashion valley
accessori, da boutique rappresentano
una realtà importante del comparto.
Così da Parigi a New York, via Tokyo
e Dubai, le donne più glamour del
mondo indossano capi realizzati ad
esempio da LB Maglieria della famiglia Benelli o dal maglificio Bortoli.
Anche i bambini griffati spesso sono
vestiti con abiti fatti in zona bolognese.
E poi ci sono gli accessori, quelli che
rendono speciale anche la più semplice delle mise. A Bologna, da anni esistono aziende leader mondiali nel settore, come Borbonese-Redwall,
Mandarina Duck, Furla e, la più giovane ma già quotata a Piazza Affari,
Piquadro.
Maglieria a marchio proprio indossata da donne del terzo millennio è
quella creata da un’azienda tutta al
femminile: si tratta di Marsil che, già
posizionata molto bene sui cosiddetti mercati emergenti, come quello
mediorientale, punta a consolidarsi
proprio là dove le signore hanno denaro a disposizione e, spesso, devono
essere educate al buongusto nel vestire. E allora chi meglio degli italiani, maestri indiscussi (qualcuno ci ha
provato stroncando la collezione Armani di qualche anno fa, ma ha avuto vita breve)?
L’est europeo, Russia in testa, così come gli Emirati Arabi e la Cina sono le
frontiere oltre le quali si aprono mercati pronti ad accogliere il Made in
Italy e, quindi, il Made in Bo. A confermarlo è anche Unindustria, che individua nella Cina proprio il primo
mercato di interesse per il settore. Del
resto, mica per essere nazionalisti, un
capo di alta qualità come quelli realizzati dai ‘maestri’ bolognesi è inimitabile. La classe non è acqua, nemmeno in Cina.
FARE 75
ECCO CHI FA MO
Tutte le aziende del settore Tessile e A
A.TESTONI spa
Argelato
EURO CORSET srl
Bologna
ALBO LAND srl
Bologna
FARMAC ZABBAN spa
Calderara di Reno
ALCE spa
Monteveglio
ALGOTEX srl
Crevalcore
ALTRA CONFEZIONI MAGLIERIE srl
Anzola Emilia
ANDREA D'AMICO srl
San Lazzaro di Savena
APRILE & APRILE srl
Argelato
BRUNO MAGLI spa
Bologna
BVM spa
Bologna
CALZATURIFICIO ZOBBOLI srl
Bologna
CINTI spa
Argelato
COBAELLE srl
Ozzano dell'Emilia
FASHION TIME srl
Budrio
FIRST CLASS srl
Minerbio
FLYER srl
Bologna
FOCUS EUROPE srl
Crevalcore
FOCUS PULL spa
Crevalcore
BLUETEX srl
Argelato
CREAZIONI ANNA di MAZZA MANUELA &
C. sas
Medicina
G. VECCHI srl
Bologna
BORBONESE spa
Pianoro
CREAZIONI MARSIL srl
Bologna
G.P. srl
Vergato
BORG spa
Argelato
DONINI PELLETTERIE srl
Casalecchio di Reno
GIUSEPPE LAVA BOLOGNA srl
Bologna
BORTOLI srl
Crevalcore
EINSTEIN PROGETTI & PRODOTTI spa
San Matteo della Decima
GRANDI STEFANO & C. snc
Pianoro
BOTTONIFICIO GIANNI srl
Zola Predosa
EMILIO PUCCI srl
Castel Maggiore
GRANT spa
Bentivoglio
BOTTONIFICIO LORIS srl
Bologna
EMMECIPI STUDIO srl
Bologna
GRUPPO ARCTE spa
Bologna
76 FARE
ODA A BOLOGNA
Abbigliamento di Unindustria Bologna
GRUPPO LA PERLA spa
Bologna
ROBIZ srl
Bologna
GUIMER srl
Anzola dell’Emilia
HETTABRETZ spa
Bologna
SERGIOLIN spa
Ozzano dell'Emilia
MANIFATTURE BONZAGNI M.B. srl
Sant'Agostino
SIEPELUNGA FASHION srl
Bologna
MARTELLI LAV. TESSILI spa
Dozza
SISSI ROSSI srl
Castenaso
MUSIANI srl
Baricella
STAMPMAN srl
Castel Maggiore
L.B. MAGLIERIA sas di PIERA PULGA BENELLI E C.
Calderara di Reno
ODETTE srl
Castel Maggiore
STOREA srl
Bologna
LA PERLA srl
Bologna
OKAIDI ITALY srl
Spilamberto
TACCHIFICIO MONTI srl
Marzabotto
LA COMMERCIALE srl
Bologna
ONDA CORPORATION srl
Bologna
TA LI srl
San Giorgio di Piano
LA ROSA spa
Imola
PARISINI PELLETTERIE srl
Bologna
TAKISTON srl
Castello D'Argile
LE CRAVATTE DI PANCALDI srl
Bologna
PALLADIUM MODA srl
Sant'Agata Bolognese
VALBAR & C. sas
Argelato
MAGLIFICIO BENELLI srl
Anzola dell'Emilia
PARIS & NADA srl
Zola Predosa
WHITE LINE srl
Bologna
MAGLIFICIO MILENA MOSELE srl
Castenaso
PENROSE srl Società Unipersonale
Bologna
WWW.FIORE.IT srl
Argelato
MALGO' di FRANCO GOBBO & C. sas
San Giovanni in Persiceto
PLASTIMODA spa
Granarolo dell' Emilia
YIEN srl
Bologna
ITC spa
Bologna
JACADI ITALY srl
Spilamberto
FARE 77
1
Anna Rita N
ANNA RITA N:
PER LA DONNA
GLAM
Non c’è armadio di giovane donna
glam in cui non sia custodito almeno
un capo di Anna Rita N, il marchio
ideato dalla fashion designer e imprenditrice bolognese Anna Rita Noviello
nel 1995.
Dedicati alle donne del XXI secolo,
che scelgono di sentirsi bene in ogni
occasione dall’ufficio all’aperitivo, i vestiti di Anna Rita N sono riconoscibili
per uno stile femminile ed essenziale
che non eccede mai quel confine tanto invisibile, quanto fondamentale, che
separa lo chic dal cheap. Quattro le
collezioni prodotte e distribuite annualmente da Borg Spa, l’azienda di
riferimento del marchio, per garantire
alle proprie clienti un ventaglio di
scelte sempre nuove e in linea con le
ultime tendenze.
A lavorare per consolidare un successo
sempre crescente - nel 2007 il fatturato di Borg Spa è cresciuto di 20 punti
arrivando a 24milioni di euro - sono
50 persone, tutte giovani e intellettualmente vivaci: caratteristiche indispensabili quando si lavora a un progetto di
respiro internazionale, come è quello
messo a punto in poco più di 10 anni
78 FARE
da Anna Rita Noviello.
Partito dall’Italia, oggi il marchio ha
varcato i confini nazionali per atterrare
in mercati aperti al made in Italy di alta qualità: dalla Russia alla Cina passando per Belgio, Grecia e Spagna.Attualmente sono sei i negozi monomarca di Anna Rita N e si trovano a
Milano, Bologna, Viareggio, Mosca,
Shanghai e Pechino. In attesa delle
prossime aperture di brand store a Firenze, Roma, Napoli e Forte dei Marmi,Anna Rita N ha festeggiato l’inaugurazione del negozio di Viareggio.
Una vetrina importante nel cuore della Versilia che, celebre fin dagli anni
’60, continua ad essere meta esclusiva
di un turismo internazionale. 50 metri
quadrati di superficie per uno spazio
moderno e raffinato, che si affaccia
sulla passeggiata di Viareggio e, come
tutti i brand store Anna Rita N, propone la collezione al completo con
capi inediti che solitamente non compaiono negli altri punti vendita.All’interno dominano i toni neutri e luminosi del rosa sabbia, a richiamare l’atmosfera solare e marina della rinomata
località toscana.
2
Arcte
ARCTE, QUANDO
L’INTIMO È DI ALTA
GAMMA
E’ intimo di alta gamma quello della
bolognese Gruppo Arcte, che produce
marchi noti praticamente in tutto il
mondo come Julipet,Argentovivo, Bacirubati e Allen Cox.
Fondata nel 1954 l’azienda è via via
cresciuta e si è fatta conoscere per la
qualità dei suoi capi. Oggi, a 54 anni
dalla sua nascita, fa parte di BDH, la
holding della famiglia Burani, e può
vantare numeri da prima della classe:
48milioni di euro di fatturato nel 2007
garantiti dalla produzione di 2 milioni
e 200 mila capi. 188 sono invece i dipendenti di Gruppo Arcte, che comunque commissiona a contoterzisti
la realizzazione dei propri prodotti.
“All’interno dell’azienda - spiega il
presidente Andrea Maccaferri - ci si
occupa di design, che nel nostro caso
significa ricerca e sviluppo, comunicazione e marketing, di industrializzazione del prodotto e prototipia”.
Presenti in molti paesi, i prodotti di
Gruppo Arcte, che per inciso realizza
in licenza anche l’intimo di Replay e
Patrizia Pepe, sono particolarmente
apprezzati laddove l’underwear di alta
qualità è già entrato a far parte della
cultura fashion delle donne. Si capisce
quindi perché in Russia i marchi del
Gruppo Arcte abbiano riscosso un
grande successo e si avviino al decollo
anche nella Cina più chic.
“Per il futuro - conclude Maccaferri vogliamo consolidare la nostra presenza all’estero. Ad esempio Argentovivo
produce ad oggi già la metà del suo
fatturato fuori dai confini nazionali”.
FARE 79
3
Borbonese
BORBONESE,
LE BORSE CHE FANNO
IMPAZZIRE
“Gli accessori sono i protagonisti…
l’abito segue”. E’ il motto di una maison che da oltre 50 anni produce borse che fanno impazzire, letteralmente,
celebs e donne comuni. Si tratta di
Borbonese. Basta il nome e ogni ragazza o signora dai 18 agli 80 anni,
non per forza fashion victim, ha già
visualizzato il suo modello preferito.
Riconoscibili per tessuti e pellami
pregiati (chi non conosce il celeberrimo ‘occhio di pernice’?) le borse Borbonese sono ormai diventate un’icona
del made in Italy.
Ma se i prodotti della maison sono
perfettamente inseriti nel database della memoria collettiva, forse non lo è la
sua storia. Una storia che inizia in
realtà nei primi del ‘900 ma che prende la forma moderna a partire dagli
anni ’50, quando Lucia Lorenzoni Ginestrone, modista affermata, rileva la
sartoria Borbonese. Siamo a Torino, la
città degli Agnelli, la città più chic e
80 FARE
meno sguaiata d’Italia. Sarà per questo
che borse e accessori a marchio Borbonese non sono mai sopra le righe,
eccentrici o improbabili, ma raffinati,
di gusto e, si conceda, semplicemente
perfetti? Impossibile sapere se l’aria torinese abbia così profondamente inciso
sui prodotti della maison. Basti sapere
però che dagli anni ’60 tutti gli stilisti
più affermati, da Ysl a Galitzine, da
Fendi a Valentino, scelgono per le proprie creazioni haute couture di collaborare con Borbonese.
Passano gli anni e nel 1971 nasce il sodalizio, ancora oggi attivo, che unisce
Torino a Bologna, sede di Redwall.
Nel capoluogo emiliano viene trasferito il fulcro produttivo del brand ed è
sempre qui, a Pianoro per la precisione, che viene sviluppata la geniale idea
della lavorazione OP. Quella che fisserà
per sempre le borse e gli accessori
Borbonese nel cuore e nel cervello
delle donne.
4
Bortoli
BORTOLI,
I CONTOTERZISTI
DI ALTISSIMA
QUALITÀ
Ha compiuto 53 anni e si avvia verso il
54° il maglificio Bortoli, uno degli
esempi storici più radicati sul territorio
bolognese di produzione in conto terzi.
“A fondare l’azienda che oggi conta
140 addetti tra interni ed esterni spiega Italo Bortoli - è stata mia madre. Io sono entrato qui a darle una
mano 43 anni fa”. Molte le tipologie di
abbigliamento, tutte di alta qualità, che
vengono prodotte nell’azienda: dall’abbigliamento femminile haute couture e
prête à porter, all’intimo, ai costumi da
bagno. “Lavoriamo per marchi importanti, famosi nel mondo”.
Il futuro dell’azienda bolognese è spiegato dal figlio della sua fondatrice:
“Noi continueremo a lavorare per
produrre capi di alta qualità. Del resto
la nostra peculiarità di contoterzisti è
di trasformare, non commercializzare il
prodotto che ci viene commissionato.
Noi dobbiamo puntare sull’altissima
qualità: è la sola arma che abbiamo a
disposizione per contrastare la concorrenza cinese”.
FARE 81
5
Einstein
EINSTEIN: VESTE ANCHE
I TAKE THAT
“Oltre tutti gli orizzonti: siamo ambiziosi”. In queste poche parole è
racchiuso il mondo di un’eccellenza
bolognese. Un’azienda che in soli 20
anni ha dato una scalata al successo
che nemmeno Messner dei tempi
d’oro, dall’Annapurna al Nanga Parbat, avrebbe osato.
82 FARE
Da Bologna - Centergross - al Sunset
Blvd, passando per Shangay, Mosca,
Bucarest e Istanbul. L’impresa vale la
pena di essere raccontata. E’ il 1987,
l’era dei paninari dei Moncler e di
Naj Oleari si sta chiudendo e non
c’è ancora una moda degna di sostituirla. Proprio in quell’anno due imprenditori del settore, lungimiranti e
fiduciosi, come Valerio Quaquarelli e
Daniele Ricci, decidono di allearsi,
dando vita ad Einstein, per trovare il
modo migliore di dare una risposta ai
giovani che voglio bei vestiti ma ormai non sono più schiavi incatenati a
un marchio noto.
Nascono così due linee destinate ad
avere un successo straordinario e che
coniugano alla perfezione la qualità a
un prezzo accettabile, di più: sono
‘avanti’, quindi perfette per quei ragazzi
che guardano oltre il millennio che a
breve si chiuderà.
E’ il 1987, dunque, e nascono Sexy
Woman (marchio a cui va dato il merito di fare i jeans perfetti che esaltano
ogni centimetro quadrato di corpo
femminile nascondendo miracolosamente ciò che va nascosto) e Absolut
Joy linea dedicata a chi vive tra scuola,
amici e discoteca. Il successo è imme-
diato. L’azienda non può che crescere. La produzione aumenta, viene
aperto a Bologna, in via Indipendenza, il primo store Absolut Joy. Nel
frattempo i due instancabili imprenditori hanno dato vita alla collezione
su campionario BSA, e ancora una
volta sono stati premiati. I Take That,
la boy band che ha fatto innamorare
ogni ragazza del pianeta, veste BSA, e
non per contratto. I Fab Five di
Manchester se li vanno a comperare i
vestiti del marchio bolognese.
In tanti davanti a risultati come questi
avrebbero tirato i remi in barca e si sarebbero accontentati di cavalcare l’onda
lunga del successo. Quaquarelli e Ricci
no. E del resto è arrivato il XXI secolo
che va salutato con una nuova linea: è
Bray Steve Alan, oggi considerata la
prima linea della Einstein. Nel 2003 è
la volta di 525, altra linea, altro successo. Nel 2004 arriva l’inaugurazione del
primo negozio monomarca Bray. E poi
via lungo una strada che pur non essendo sempre in discesa, procede comunque spedita e piena di soddisfazione fino ai giorni nostri.
Einstein cresce senza sosta: la prossima apertura è il monomarca Absolut
Joy – Sexy Woman di Riccione (che
si aggiungerà a quelli di Milano, Bologna, Bucarest e Istanbul). Intanto
Bray ‘osserva’ dalle boutique di Bologna, Milano, Roma, Milano Marittima, Los Angeles, Bucarest e Mosca.
Nemmeno a dirlo: a ogni chiusura di
fatturato Einstein ha sempre fatto
precedere i suoi numeri dal segno +,
e oggi garantisce il posto di lavoro a
300 persone nel mondo.
6
Ha compiuto 80 anni lo scorso anno: era infatti il 1927 quando Aldo e
Margherita Furlanetto per la prima
volta si affacciavano sul mondo della
pelletteria. 28 anni dopo aprivano il
primo negozio, proprio all’ombra
delle Due Torri, in via Ugo Bassi. Nei
complicatissimi ‘seventies’ i fondatori
cedevano la guida dell’azienda a tre
figli di Aldo: Giovanna, Carlo e Paolo che, giovani e coraggiosi, davano
vita alla prima linea di borse Furla.
Oggi, valicato il millennio, il marchio presieduto da Giovanna è diffuso in tutto il mondo (precisamente
in 64 Paesi), può contare su 620 dipendenti, e nel 2007 ha raggiunto
un bilancio consolidato di circa
150milioni di euro.
Numeri da capogiro costruiti in anni
di lavoro. Numeri che ora si dovranno impegnare a mantenere, anzi a far
crescere ancora, i giovani della terza
generazione della famiglia Furlanetto: Filippo, Marco e Michele, figli di
Carlo, e Giuseppe Costato, figlio di
Giovanna.
Sono loro, la terza generazione, il futuro di un marchio che ha portato
Bologna in tutto il mondo. Ovunque
ci sia una donna che vuole una borsa
sobria, chic e curata nel dettaglio ci
deve essere un negozio in cui la può
trovare. Dunque a Michele, Filippo,
Marco e Giuseppe spetta un compito
importante: far sì che ogni donna che
desidera una borsa Furla la possa trovare dietro l’angolo di casa.
Furla
FURLA.
SOBRIA, CHIC,
CURATA: È LA BORSA
FARE 83
7
Guess Focus Europe
FOCUS EUROPE:
QUANDO IL BRAND
È TRENDY
Alle porte di Bologna, precisamente
a Crevalcore, si trova la sede dell’azienda che dal 1999 è licenziataria in
Europa, Middle East e Far East di
uno dei marchi più trendy di questi
ultimi anni. Il marchio è Guess by
Marciano, l’azienda Focus Europe.
La storia del brand, le cui campagne
pubblicitarie con Naomi ed Eva Erzigova hanno fatto scuola, inizia nel
1981 ma l’accordo con l’azienda bolognese arriverà anni dopo.
Ad ogg i sono 42 i monomarca
Guess by Marciano sparsi in tutto il
mondo: dagli 11 monomarca Italiani ai nuovissimi flagship stores in
Cina, Indonesia e Arabia Saudita
passando per le aperture più charmantes di Parigi nel quartiere St
Germain des Près e di Mosca nello
storico Department Store Gum sulla Piazza Rossa.
Il concetto degli spazi è stato studiato in armonia con la filosofia Guess
by Marciano. Un concept all’insegna
84 FARE
della luce e della modernità che fonde elementi in vetro, legno e acciaio
giocando sui toni istituzionali dell’azzurro e del marrone.
Forte dell’ottima performance sul
mercato, da gennaio 2007 Focus Europe è entrata a far parte del gruppo
Guess Europe. Presidente di Focus Europe è Battista Dondi,Vice Presidente
è Roberta Gandolfi. Forza dell’azienda
è l’alta professionalità ed esperienza nel
settore che ha portato ad un’altissima
qualità non solo dei prodotti ma anche
dei servizi incentrati a 360° intorno
alle esigenze dei clienti.
I progetti futuri sono fortemente incentrati a rafforzare ulteriormente la
capillare presenza sul territorio attraverso l’apertura di nuovi monomarca
nel mondo e a sviluppare la brand
awareness del marchio rendendolo
sempre più riconoscibile dal consumatore attraverso una comunicazione incessante e di forte impatto su
mezzi stampa e outdoor.
8
La Perla
SI CHIAMA LA PERLA
L’UNDERWEAR
DI LUSSO
Sono milioni le donne nel mondo
che almeno una volta nella vita hanno indossato un indumento intimo,
o un costume da bagno, o, in tempi
più recenti, un capo a marchio La
Perla.
La griffe che ha fatto di Bologna la
capitale mondiale dell’underwear di
lusso è stata fondata nel 1954 da Ada
Masotti, modista di corsetteria che
partendo da un piccolo laboratorio è
riuscita a creare un colosso internazionale. Alla signora Masotti è succeduto il figlio Alberto, mentre la figlia
di quest’ultimo, Anna, è divenuta la
responsabile della comunicazione e
dell’immagine del brand.
Dall’agosto 2007 l’azienda ha stretto un’alleanza con JH Partners, tra
i cui fondatori figurano le 5 più
importanti università americane:
Harvard, Princeton, MIT, Stanford
e Yale.
Già da alcuni anni il marchio ha diversificato la sua offerta sul mercato,
pur mantenendo uno standard di altissima qualità: oggi i prodotti La
Perla possono vestire l’uomo, la donna e il bambino dalla testa ai piedi e,
non bastasse, possono anche avvolgerli in una nuvola di profumi.
Anche questo è un segno dei tempi:
chi ama una particolare griffe, infatti,
spesso desidera poter avere capi e accessori da lei prodotti. E allora perché slip e reggiseno sì e scarpe no?
Inutile dire che il punto di forza del
marchio rimane quell’intimo prezio-
so che, da 54 anni, continua a far sognare le donne. Tutte indistintamente, perché tra la lingerie a marchio
La Perla si può trovare il capo perfetto per ogni donna: quella sexy, quella
sportiva, quella dinamica, quella in
carriera, quella del XXI secolo.
FARE 85
9
Lava
LAVA, LA CURA
ARTIGIANALE NELLA
PELLETTERIA
Cinture, piccoli accessori, articoli da
viaggio e cartelle da lavoro: è quanto
produce l’azienda bolognese Giuseppe Lava che, nel dare vita ai suoi pregiati articoli si basa sulla ormai consolidata esperienza nel campo artigianale della pelletteria. Tra le caratteristiche principali di questa ditta va ri-
86 FARE
cordata la produzione interna di tutti
i suoi articoli, cosa che garantisce un
accurato controllo degli stessi in ogni
fase del processo di lavorazione.
La collezione degli accessori è rivolta
ad una clientela selezionata, in grado
di apprezzare articoli raffinati e di alta
qualità sia estetica che sostanziale.
I pellami usati per i prodotti sono di
prima scelta, solitamente acquistati in
Italia o in Francia, e spaziano dai migliori vitelli, ai cinghiali, ai rettili come alligatore, coccodrillo, iguana e
molti altri.
Insieme alla qualità delle materie
prime di tutti gli articoli i prodotti a
marchio Giuseppe Lava si distinguono per le eccellenti finiture, con particolare riferimento alle perfette cuciture ed alla lavorazione a costa o
taglio vivo. Queste caratteristiche,
con la scrupolosa attenzione rivolta
ad ogni più piccolo dettaglio, conferiscono a tutti gli articoli un eccellente equilibrio tra ricerca del design, la tecnologia e la manualità tipica
del lavoro artigianale.
Accanto alla collezione in pelle da
tempo è stata affiancata una preziosa
linea di accessori in argento composta da: fibbie, gemelli, portachiavi,
fermacravatte e bottoni da blazer.
Tutti gli articoli sono resi ancora più
esclusivi dall'elegante confezione in
cui sono presentati.
Le collezioni degli accessori in pelle
ed in argento di Giuseppe Lava si
possono trovare in giro per il mondo
nei migliori negozi di abbigliamento
dal Giappone agli Stati Uniti passando per l'Europa, nonchè presentate al
Pitti Uomo show a Firenze.
10
LB Maglieria
LB MAGLIERIA,
I PROTOTIPI DELLE
GRIFFES DA SOGNO
Le fashion victim di mezzo mondo
non sanno che molti dei capi in maglieria che indossano, quelli che per
intendersi hanno inciso sul cartellino
il nome di griffe da sogno, sono prodotti a Calderara di Reno, alle porte
di Bologna. E’ qui, infatti, a una
manciata di chilometri dal capoluogo emiliano, che ha sede LB Maglieria, ed è qui che le griffe più famose
del mondo fanno realizzare i prototipi dei loro capi in maglia.
“L’azienda è stata fondata da mio
padre Luciano Benelli 34 anni fa. spiega Piero, uno dei cinque fratelli,
tutti soci, che ha parlato con noi E da allora abbiamo lavorato per
molti marchi famosi. Ognuno di
noi ha un suo ruolo preciso. Mia
madre in particolare interpreta i desideri degli stilisti, capisce cosa vogliono e li realizza insieme ai suoi
collaboratori”. All’interno della LB,
infatti, si creano i prototipi di quelli
che saranno maglie e maglioni griffatissimi. “Spesso se ne producono
una decina e tra questi lo stilista
sceglie quello che poi andrà in produzione”. La prima fase, dunque,
avviene all’inter no dell’azienda.
“Poi, i nostri responsabili di produzione affidano la realizzazione del
prodotto a degli artigiani italiani:
preziosissimi per noi”. Altro che Cina e cuciture approssimative: un capo che esce dalla LB è destinato alle
boutique più importanti del mondo. Magari non a tutte le donne e a
tutte le tasche del mondo, ma l’esclusività dei marchi per cui a Calderara lavorano presuppone un accesso d’élite.
FARE 87
11
Les Copains
LES COPAINS,
QUANTA STORIA IN QUEL BRAND!
Non sono in tanti a sapere che
il nome di uno dei marchi più
celebri della moda italiana deve
la sua ‘nascita’ a una trasmissione radiofonica francese. Era la
fine degli anni ’50 e oltralpe si
ascoltava ‘Salut les copains”.
Così a qualche centinaia di chilometri di distanza quel nome è
diventato ‘Les Copains’ ed è rimasto inscindibilmente legato a
maglioni morbidissimi, magari
di cachemire, comunque capaci
da soli di scaldare anche il più
freddo degli inverni.
Nel tempo il brand ha ampliato
la sua gamma di prodotti e, pur
non dimenticando mai il prezioso filato, ha dato vita a capi
sempre più attuali e capaci di
rispondere alle esigenze di ogni
88 FARE
donna: da quella più classica a
quella sportiva. Presenti sulle più
importanti passerelle del mondo
gli indumenti di ‘Les Copains’
sono frutto di una costante applicazione in ricerca e sviluppo.
Oggi il marchio, distribuito e
prodotto dalla bolognese Bvm,
è cresciuto arrivando a realizzare abbigliamento per bambino,
intimo e beachwear, borse, calzature, cravatte e profumi. Presente sul mercato mondiale con
brand store e distribuzione capillare in selezionate boutique,
Les Copains è particolarmente
affermato negli Stati Uniti, Asia
e Medio Oriente. Per il futuro
punta ai mercati emergenti come quello russo e del cosiddetto
Far East.
12
E’ una storia antica, che affonda le
sue radici nella prima metà del 1900,
quella della Bruno Magli, l’azienda
bolognese che produce calzature conosciute in mezzo mondo.
Erano gli anni ‘30 quando i tre fratelli Magli - Marino, Bruno e Maria
- iniziarono a frequentare la bottega
di un artigiano calzolaio. Affascinati
dal suo lavoro i tre giovani Magli investono il loro capitale, 35 lire, e avviano la produzione contoterzi nel
seminterrato di casa. Nel 1936, dopo
un ulteriore investimento del padre,
nasce il primo stabilimento industriale. Pochi anni dopo con lo scoppio della seconda Guerra Mondiale
l’azienda è costretta a sospendere la
produzione, ma con la sua fine ricomincia laddove si era interrotta. Nel
’51 arriva il primo negozio monomarca e da lì, in un susseguirsi di
successi, le scarpe made in Bo varcano i confini nazionali. 50 anni dopo,
fra il dicembre 2001 e il gennaio
2002 il Fondo Opera, specializzato
in investimenti e partecipazioni in
aziende del made in Italy e dell’Italian Lifestyle, conclude un accordo
con la famiglia Magli per l’acquisizione totale delle società. Nel marzo
del 2003, in Giappone, con sede a
Ginza, è stata creata la Bruno Magli
Magli
MAGLI, LE SCARPE
MADE IN BO
NEL MONDO
Japan. Nel gennaio 2007, il fondo di
investimento Fortelus Capital ha acquistato il 100% dell’equity di Bruno Magli Spa da Opera e dagli altri
azionisti del gruppo.
Oggi la nuova gestione, che può
contare su 298 dipendenti (208 in
Italia, 20 negli Stati Uniti e 70 in
Giappone), continua a portare avanti
con determinazione l’ideale di qualità dell’handmade come eredità della famiglia Magli.
FARE 89
13
Mandarina Duck
MANDARINA DUCK:
I COLORI, IL DESIGN,
I MATERIALI
Un’anatra, l’Anatra Mandarina, che
vive al confine tra Russia e Cina dove è un’icona di allegria, colore, fedeltà e felicità. Poteva essere diverso
il simbolo che da trent’anni identifica le borse e le valigie più colorate e
originali del mondo, quelle di Mandarina Duck?
Marchio del Gruppo Finduck attivo
nei settori della pelletteria, del viaggio e degli accessori, Mandarina nasce nel 1977 a Bologna da un'idea di
Paolo Trento, ancora oggi a capo
dell'azienda insieme a Pietro Mannato. Il brand si impone velocemente
sul mercato cambiandone le regole
con una collezione caratterizzata da
colori forti, design innovativo e materiali leggeri e resistenti. La sede
centrale è sempre rimasta all’ombra
delle due Torri, ma col tempo l’azienda è cresciuta aprendo filiali a
90 FARE
Parigi, Barcellona, Dusseldorf e Londra. Diffusi in mezzo mondo, i prodotti Mandarina Duck (oggi non più
solo borse ma anche occhiali, telefoni cellulari e profumi) si possono oggi acquistare in più di 80 negozi
monomarca e mille multimarca, in
Paesi come Corea del Sud, Australia,
Giappone e Hong Kong. Il fatturato
del 2007, pari a 88,9milioni di euro,
ha fatto segnare una crescita dell’ 11%
rispetto all’anno precedente.
Da alcuni anni, poi, Finduck ha si-
glato accordi di licenza con importanti brand come Bmw, per cui produce e distribuisce borse da viaggio
e accessori firmati Mini e con il
marchio americano Tommy Hilfiger.
Mandarina Duck ha inoltre sviluppato prestigiose collaborazioni di cobranding sia nel settore della moda,
con lo stilista giapponese Yohji Yamamoto per il progetto Y’S Mandarina, che in altri settori come quella
in essere con Sony Vaio.
14
Marsil
MARSIL,
CLASSE
E TRADIZIONE
Veste la donna, è diretta da una donna
e conta solo sul lavoro delle donne. E’
Marsil, l’azienda guidata da Silvia
Noè, che, fondata 46 anni fa da Silvino, nonno dell’attuale Ad, è giunta, fedele a se stessa e alla donna che la sceglie, alla terza generazione.
Marsil a Bologna è un marchio famoso, legato indissolubilmente alla maglieria di alta qualità, ma già da tempo
i prodotti di quest’azienda bolognese
hanno oltrepassato i confini nazionali
per atterrare in quei Paesi in cui il
made in Italy è sinonimo di perfezione. Si tratta dei Paesi del medio oriente, Emirati Arabi in testa. Ma le confezioni di maglieria Marsil sono presenti
anche in numerose boutique d’Europa e degli Stati Uniti.
“I nostri capi - spiega Silvia Noè - sono destinati a una donna che vive nel
suo tempo, che è impegnata ma che
non rinuncia a essere elegante.Vestiamo tutte le donne, fino alla 56, e lo
facciamo con capi di alta qualità che
esaltano e valorizzano le caratteristiche di ognuna”.
L’abbigliamento di Marsil è un mix di
classe e tradizione e si è ricavato un
suo spazio nei guardaroba di quelle signore, ma anche ragazze, riconoscibili
tra mille per classe ed eleganza.
“Una donna che sceglie un nostro
prodotto vuole essere a suo agio da
mattina a sera”, continua la nipote del
fondatore. Del resto come potrebbe
un capo pensato e realizzato in un’azienda che, quasi unica nel suo genere, è composta al 100% da donne, non
essere perfetto per soddisfare completamente le esigenze di una lady del
nostro secolo?
FARE 91
15
Paladini
G.A. PALADINI,
LA LINGERIE CHE PARIGI
HA PREMIATO
La donna che usa l’intimo G. A. Paladini ama se stessa, si piace e vive appieno la realtà del XXI secolo. Seduce senza essere aggressiva, è romantica ma non sdolcinata: la donna che
veste G. A. Paladini è una donna che
vive nel presente, non dimentica le
tradizioni del passato ma tiene lo
sguardo rivolto al futuro.
Nel suo armadio non c’è lingerie da
boudoir, ma capi realizzati con tessuti
preziosi e innovativi, magari bordati
del più raffinato dei pizzi. Proprio
pensando alla donna del XXI secolo
Gianantonio Paladini e Albarosa Ceccatelli, nel 1999, hanno dato vita alla
Emmecipi Studio, azienda che oggi
conta su una ventina di collaboratori
e che ha chiuso il 2007 con un fatturato da 5,9 milioni di euro, il 40% del
quale derivante dall’export. Diffusa
ormai in 40 Paesi del mondo la lingerie Paladini punta in particolare, oltrepassando i confini europei, agli stati
del Medio-Oriente, alla Russia e, in
generale, al mercato dell’Est.
La ricerca e lo sviluppo sono la pietra
angolare su cui si fonda il marchio,
come ricorda Andrea Paladini, manager di Emmecipi Studio e co-presidente dei giovani imprenditori di
Unindustria Bologna: “Il nostro prodotto riprende la tradizione italiana
92 FARE
dell’alta moda e la unisce a una visione moderna: usiamo materiali inno-
vativi unendo i concetti di trend e
confort. I nostri capi devono essere
belli, lussuosi, raffinati e mai eccessivi:
devono essere usati dalle donne, non
chiusi in un armadio”. La rivoluzione
del marchio bolognese sta proprio
nell’aver dato vita al binomio, impensabile fino a poco tempo fa, che accosta i concetti di pratico e lussuoso.
Un binomio premiato, lo scorso mese di gennaio, con un riconoscimento straordinario: l’Ultra Material
Trophy. Si tratta del premio, attribuito per la prima volta a un’azienda
italiana, durante il Salone Internazionale della Lingerie di Parigi. Il capo,
che ha messo d’accordo la giuria internazionale (formata da stilisti, giornalisti ed esperti del settore) e platea,
interpretava una centaura moderna e
grintosa che indossava un corpetto di
tessuto jacquard e pizzo antico, con
ricami a mano di 520 pietre sfaccettate di diversi tipi e dimensioni. La
mise si completava con un pantalone
attillato e un casco da moto, realizzati
in tinta con il corpetto, questa creazione ha richiesto complessivamente
1200 Swarovski jet. Una meraviglia
preziosa che ha catturato il consenso
unanime di chi ha avuto la fortuna di
vederlo e che ha riportato Bologna
sul tetto del mondo del fashion.
16
Piquadro
PIQUADRO:
LA BORSA DA UFFICIO
È DIVENTATA UN CULT
Computer portatile e documenti da
qualche anno non sono più costretti
in cartelle tristi e un po’ vetuste. Da
alcuni anni, e precisamente dal 1998,
tutto ciò che serve a manager e donne
in carriera può infatti venire custodito
nelle borse di Piquadro: oggetti ormai
diventati un cult. Riconoscibili tra le
schiere di ingrigite 24 ore, le borse ‘da
lavoro, ma non solo’, del marchio nato
in provincia di Bologna, sono diventate un accessorio indispensabile per
migliaia di lavoratori.
Piquadro nasce nel 1987 a Riola di
Vergato da un’idea di Marco Palmieri, attuale Presidente e Amministratore Delegato. Nel 1998, dopo
10 anni di produzione in conto terzi
per le più prestigiose aziende italiane di pelletteria di lusso, Piquadro si
affaccia sul mercato con il proprio
marchio. Attraverso un’analisi approfondita del mercato, del target
dei clienti e degli operatori, Piquadro individua una nicchia all’interno
della quale porsi come azienda innovatrice.
Nel novembre del 2000 viene aperta
la pr ima boutique monomarca a
Milano, cui seguiranno quelle di
Roma e dell’Aeroporto di Milano
Linate nel 2002. Attualmente il marchio è presente in Italia con 16 pun-
ti vendita monomarca, di cui 7 franchising. Sono invece 12 i punti vendita monomarca all’estero. La crescita dell’azienda è ormai inarrestabile:
dopo la joint-venture con una trading company di Hong Kong, datata
2006, circa un anno dopo ecco il
passo decisivo per il futuro. La quo-
tazione alla Borsa Italiana sul mercato Expandi. Positivamente accolto il
titolo ha registrato crescite importanti, anche a doppia cifra, e viste le
premesse è pronto per sbaragliare la
concorrenza di chiunque nel mondo abbia finora prodotto borse da
ufficio.
FARE 93
17
Testoni
A.TESTONI:
SCARPE UNICHE.
DA 90 ANNI
Quando nel 1929 Amedeo Testoni
fondò la sua prima bottega sotto le
due Torri aveva un unico obiettivo:
“fare le scarpe più belle del mondo”.
Quasi 90 anni dopo il suo sogno si è
avverato, e oggi ci sono oltre 70 punti vendita monomarca “a. testoni”,
sparsi per il pianeta, in cui le calzature made in Bo si possono acquistare.
Non solo, perché ai 70 negozi si aggiungono 250 distributori; il tutto a
dimostrazione che credere nei sogni,
investire in essi senza paure porta a
ottimi risultati: il fatturato consolidato del gruppo nel 2006 è stato di
41.628.000 euro. Ora ai vertici dell’azienda bolognese non c’è più
Amedeo Testoni ma Enzo Fini, tra
l’altro presidente degli imprenditori
tessili di Unindustria, che ha proseguito sulla scia tracciata dal fondatore. Oggi le scarpe a marchio “a. testoni” continuano a venire realizzate
con lavorazioni ‘tradizionali’ come lo
spiral o il filettone e, esattamente come 90 anni fa, in azienda si continuano a scegliere materiali preziosi.
94 FARE
“I nostro clienti - spiegano i vertici
di a. testoni - vogliono scarpe uniche
mai banali”. Il futuro del gruppo
punta a mantenere un alto standard
qualitativo, perché chi compera una
calzatura a. testoni è questo che cerca, ma anche a consolidarsi nei mercati maturi, come quello dell’Europa
Occidentale.
“Siamo fieri - concludono da a. testoni - di rappresentare nel mondo il
made in Italy senza compromessi e
senza tentennamenti, convinti che
solo la qualità dei prodotti, rafforzata
dalle moderne tecniche di gestione
aziendale, possa farci avere un ruolo
da protagonisti nel mondo dell'accessorio di lusso”.
18
“Vestirsi di emozioni nel rispetto
della miglior tradizione artigianale
italiana”. Con queste parole, una sorta di manifesto, si apre il sito di uno
dei marchi bolognesi di maggior prestigio: Emmanuel Schvili.
L’azienda, reduce dal successo dell’ultima collezione autunno inverno
2008/2009, veste da trent’anni donne
che in un abito cercano stile ed emozioni, che non vogliono essere banali
ma uscire fuori dal coro.
Per il prossimo freddo sono quattro
le linee proposte. London, nobile e
informale dedicato a una donna di
carattere, con i piedi per terra: a lei
vanno i colori del suolo, grigio polvere e marrone bruciato. Mise che
assecondano e valorizzano il corpo: i
pantaloni, la maglieria, le camicie; il
tutto con grande attenzione ai particolari, che sono quelli che rendono
unica e identificabile una persona.
Motto di London è, ovviamente: “So
british, so chic”.
Si resta nella penisola britannica ma
ci si sposta a nord per l’ispirazione
della seconda collezione: Edinburgh,
pattern of Scotland. Motivi di Scozia
dunque, il rosso argilla, il nero, l’oro.
Ai colori è affidato un messaggio di
richiamo ad un paese, alla sua singolarità. Ma al contempo essi pongono
l’accento su una profondità sensuale.
Non si tratta di capi casual, ma di
uno stile in cui riconoscersi. Il trompe l’oeil, il blazer in punto Milano, i
ricami sulla tasca, la cucitura dorata,
significano sì moda, ma sono soprattutto una firma. Una firma che identifica una donna chic e rasserenante,
molto lontana dall’ icona aggressiva.
Per la sera Emmanuel Schvili propone Gran gala, shine at night. Per rappresentare la densità necessaria alla
sera, spiegano dall’azienda, occorre il
Emmanuel Schvili
EMMANUEL SCHVILI:
VESTIRSI
DI EMOZIONI
nero. Per illuminare l’inverno di passione servono invece i brillantini, gli
strass, la stampa glitter. Di notte tutto
è magico, tutto è incanto.
E allora vestirsi di lieve seta, di dolce
velluto, di taffetà cangiante. Gli abiti si
formano tra gli inserti a pieghe piatte,
le gonne invece tra le pieghe ad accordeon. Le stampe di pietre dure e
cristalli risplendono sulle camicie. Le
giacche si avvicinano al busto senza
costringerlo. Gli abiti cadono ad
astuccio sul davanti per scomporsi in
lievi ondulazioni. Le gonne divengono un peplo che scendendo si gonfia
a nuvola e pare perdere peso.
Blondie, witty fashion è l’ultima proposta di Emmanuel Schvili. L’autunno-inverno di Blondie è morbido e
fluido. Anche le tute sono generose e
semplici, ma viste da Emmanuel Schvili come capi sporty & glamour.
Luccichii di paillettes addolciscono
camicie e maglie così come la civettuola coccarda tra i capelli di Blondie. Cinturoni, trucco e calze coloratissimi, scarpe zeppate, il tutto per regalare un effetto assolutamente, spiritosamente, fumetto.
FARE 95
96 FARE
Turismo
“Bisogna mettere a sistema tutto quello
che si organizza in città.
Tutti coloro che si occupano di promozione e servizi turistici
dovrebbero condividere informazioni e strategie”
E’ UNA
RICCHEZZA
IL “PRODOTTO
BOLOGNA”
A cura di
Simona Storchi
Intervista a Paolo Rier, Presidente del Settore Turismo di Unindustria Bologna
FARE 97
“Una ricchezza per la città”. Paolo
Rier, presidente del settore turismo
di Unindustria Bologna è molto
chiaro sul ruolo degli alberghi e del
turismo nel panorama economico
della città. “Non mancano a Bologna e sono fondamentali perchè il
turismo non è un ‘affare’ per soli albergatori, ma è una risorsa cui attingono tutti i settori, specialmente
quelli legati alla ristorazione e al
commercio”.
- Cosa manca allora oggi a Bologna? I
turisti?
98 FARE
“Sì, mancano loro. Mancano i turisti
propriamente detti, legati alla visita
della città, ai musei, alle pinacoteche. E'
scarso il turismo legato alle manifestazioni fieristiche e al congressuale per il
quale Bologna è particolarmente vocata data la sua collocazione geografica
ideale. Infine manca il turismo legato a
manifestazioni speciali e sportive per
cui non esitono sul territorio le attrezzature necessarie come ad esempio le
piste e le pedane di atletica”.
- Parlando di incoming turistico e promozione turistica, come vede la situazio-
ne bolognese?
“Per quanto riguarda l’aspetto promozionale la città è senza dubbio carente date le scarse disponibilità finanziarie che non consentono una
promozione efficace e continuativa.
L'indice medio di occupazione delle
camere, negli alberghi della città, è
appena oltre il 50%, un dato molto al
di sotto della media delle grandi città
italiane. Se si pensa che il turismo
congressuale vale l'80% dell'incoming, la città necessita senza dubbio
di un palazzo dei congressi con una
Turismo
capacità di almeno 3.000 posti”.
- Quali sarebbero invece i benefici per l’area metropolitana bolognese se il “Prodotto Bologna” fosse venduto “meglio”?
“Se gli investimenti per la commercializzazione della città fossero adeguati gli effetti sarebbero davvero
molto significativi per tutto il sistema
economico. Il turismo e in generale
l’industria dell’ospitalità è infatti una
preziosa risorsa. Basti pensare al giro
d'affari che ruota attorno ai visitatori,
a ciò che acquistano e consumano
durante la loro permanenza”.
- In tal senso, su quali aspetti punterebbe
nel 2008?
“Con le risorse attuali a disposizione
per l'anno in corso concentrerei gli
sforzi particolarmente sui paesi europei anziché disperdere finanziamenti
in giro per il mondo dove sarebbe necessario invece ‘vendere’ l’Italia nel suo
complesso. Probabilmente, infatti, in
Cina o in India non conoscono la città
di Bologna, e forse nemmeno l’Italia”.
- La soluzione?
“Dovremmo imparare a coordinarci
di più e proporre il prodotto Bolo-
gna in modo migliore, mettendo a sistema tutto quello che si organizza in
città, senza sovrapposizioni. Tutti coloro che in città si occupano di promozione e servizi turistici dovrebbero comunicare in modo meno frammentato e più tempestivo. Condividere le informazioni e le strategie sarebbe un notevole passo avanti, ed è
quello che il settore tur ismo di
Unindustria Bologna sta già facendo
collaborando attivamente con gli enti
locali e, ad esempio, con Bologna
Congressi”.
FARE 99
TUTTI I POSTI
DOVE ANDARE
A BOLOGNA
gli Hotel
14 strutture
alberghiere con
ristoranti
rinomati;
2000 camere;
7 catene
internazionali;
5 agenzie
di viaggio.
Ecco i numeri
dell’ospitalità e
del turismo di
Unindustria
Bologna
100 FARE
AC HOTEL BOLOGNA
Via S. Serlio, 28
40128 BOLOGNA
Tel. +39 051/377 246
Fax. +39 051/377 978
www.ac-hotels.com
E-Mail: [email protected]
Design moderno e all’avanguardia. AC Bologna, a pochi passi dalla Fiera di
Bologna, è un hotel pensato per viaggi d’affari. Dispone di 121 camere climatizzate, di cui 2 suite, con tv ultrapiatto, connessione internet Wi-Fi e minibar
gratuito. Per i meeting? AC Bologna dispone di 2 sale riunioni per una capacità massima di 140 persone. Per rilassarsi? L’hotel offre gratuitamente bagno
turco e un fitness center. Il Conte Restaurant propone piatti tipici della gastronomia bolognese in un ambiente moderno ed informale, perfetto per colazioni di lavoro.
AEMILIA HOTEL
Via Z.Alvisi, 16
40138 BOLOGNA
Tel. +39 051/3940311
www.aemiliahotel.it
E-Mail: [email protected]
Tecnologia e comfort sono le principali caratteristiche dell’Aemilia Hotel. A
disposizione degli ospiti, 124 camere silenziose, climatizzate e accoglienti, garage, palestra, jacuzzi, solarium, ristorante e wine bar. Il centro congressi è modulabile e può ospitare fino a 200 persone; ampi spazi e due terrazze con vista sui
tetti di Bologna sono ideali per l’organizzazione di coffee break e aperitivi.
L’Aemilia Hotel è a cinque minuti a piedi dal centro storico, appena fuori
dalla zona a traffico limitato, vicino alla stazione e alla fiera.
Turismo
ANTICA RESIDENZA D’AZEGLIO
Via D'Azeglio 64
40124 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/6446224
Fax +39 051/3391125
www.anticaresidenzadazeglio.it
E-Mail: [email protected]
L’Antica Residenza d’Azeglio è un albergo di lusso e allo stesso tempo un
nobile appartamento nel centro storico di Bolgna. Le quattro camere e la suite sono state infatti ricavate all'interno di un prestigioso palazzo a cinque minuti a piedi da Piazza Maggiore. Funzionali e arredate elegantemente, le camere sono dotate di televisore lcd, tv via satellite, connessione internet, minibar, bagno privato, climatizzatore, ascensore. A disposizione degli ospiti anche
un comodo parcheggio privato.
EUROGARDEN HOTEL
Via dei Billi, 2/A
40064 OZZANO DELL’EMILIA
(BO)
Tel. +39 051/794 511
www.eurogardenhotel.com
Verde e tranquillità. L’Eurogarden Hotel è la scelta ideale per chi ama il relax.
Situato ai piedi delle colline bolognesi, a Ozzano dell’Emilia, in posizione strategica rispetto alle principali arterie di collegamento. L’Eurogarden dispone di
72 camere complete di ogni comfort, collegamento internet gratuito incluso.
Completano l’offerta una sala congressi modulabile con numerosi servizi business, ampio parcheggio privato, garage, palestra, ristorante e wine bar.
HOLIDAY INN BOLOGNA
VIA EMILIA
Via M. E. Lepido, 203/214
40100 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/409211
Fax +39 051/405 969
www.alliancealberghi.com
L’Holiday Inn Bologna Via Emilia, a pochissimi minuti dall’aeroporto, è facilmente raggiungibile dai principali raccordi autostradali e si trova a soli 10
minuti di tangenziale dalla Fiera di Bologna. A soli 900 metri dalla sede Ducati, è strategicamente ubicato rispetto alle zone industriali di Zola Predosa,
Casalecchio, Anzola dell’Emilia e Calderara di Reno. Il centro congressi
ospita fino a 280 persone e organizza buffet, coffee break e colazioni di lavoro personalizzati. La connessione internet WI-FI è disponibile in tutte le 143
camere, spazi congressuali e comuni.
FARE 101
I PORTICI HOTEL
Via Indipendenza, 69
40121 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/42185
Fax +39 051/4218550
www.iporticihotel.com
E-Mail: [email protected]
Hotel con sorpresa. I Portici Hotel è uno degli Small Luxury Hotels of The
World e, questa la sorpresa, ospita al suo interno un teatro liberty. Situato nel
centro di Bologna, nello storico Palazzo Maccaferri di fine Ottocento, l'hotel
offre 86 camere, di cui 5 suites tutte dotate di collegamento internet wi-fi.
Per meeting e conferenze I Portici Hotel offre tre sale congressi affrescate da
250, 200 e 30 posti. A completare le attenzioni rivolte agli ospiti una piccola
ma ben attrezzata palestra con bagno turco e 50 posti auto sotterranei.
NH JOLLY HOTEL DE LA GARE
Piazza XX Settembre, 2
40121 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/281611
Fax +39 051/249764
www.nh-hotels.com
E-mail: [email protected]
Situato al centro di Bologna, a pochi passi dalla stazione ferroviaria e a 2 km
dalla Fiera, è composto da 156 camere raffinate e confortevoli, tra cui 7 junior
suite e 2 splendide suite. Le 8 sale congressi, dotate delle più moderne attrezzature possono ospitare fino a 600 persone ed il Ristorante suddiviso in due aree
permette la massima riservatezza.
NH JOLLY HOTEL VILLANOVA
Via Villanova, 29/8
40050 Villanova di Castenaso BO
Tel. +39 051/604311
Fax +39 051/781444
www.nh-hotels.com
E-mail: [email protected]
Situato a 5 km dalla Fiera e 7 km dal centro storico, una struttura moderna di
209 camere eleganti e funzionali, un ristorante interno e 5 sale congressi tutte
con luce naturale, dotate di attrezzature all'avanguardia ed un servizio dinamico. Area fitness e relax con piscina coperta riscaldata.
102 FARE
Turismo
HOTEL MERCURE BOLOGNA CENTRO
Viale Pietramellara, 59
40121 BOLOGNA
Tel. +39 051/42 211
Fax +39 051/ 249 421
e-mail: [email protected]
L'Hotel Mercure Bologna Centro è situato di fronte alla Stazione centrale, a cinque minuti a piedi dal centro storico, a soli 3,5 km dal centro fieristico e a 7 km
dall’aeroporto. L’hotel dispone di 244 camere distribuite su 7 piani di cui due riservati ai non fumatori, dotate di tutti i comfort: aria condizionata, sistema interattivo
digitale/terrestre con connessione veloce Internet e Pay Tv. E per chi arriva in auto, garage a pagamento con accesso diretto all’hotel. E per una boccata d’aria o per
un’iniziativa all’aperto? Il Mercure ha un parco interno di 5000 mq, un polmone
verde nel cuore della città.
NOVOTEL BOLOGNA FIERA
Via Michelino, 73
40127 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/637771
Fax: +39 051/519224
E-mail: [email protected]
Novotel Bologna Fiera offre 207 ampie camere superior, 8 sale riunioni modulabili a luce naturale con capienza fino a 300 persone, ampio parcheggio telecustodito, piscina, fitness, wi-fi in tutte le camere e spazi comuni. La ristorazione è attiva 24 ore su 24. L’hotel si trova a soli 200 metri dalla Fiera di Bologna e dal Palazzo dei Congressi. Per chi arriva con la famiglia, il pernottamento e la prima
colazione sono gratuiti per 2 bambini fino a 16 anni che dividono la camera con
i genitori. Per i più piccoli? Spazi dedicati, regalo di benvenuto, menù speciale.
NOVOTEL BOLOGNA
SAN LAZZARO
Via Villanova, 31
40055 Villanova di CASTENASO BO
Tel. +39 051/60091
Fax +39 051/781752
E-mail [email protected]
Stanze di 24 metri quadrati. Il Novotel Bologna San Lazzaro, a pochi chilometri da
Bologna, offre ai suoi ospiti 150 camere completamente rinnovate. Luce, stile e design moderno, colori chiari, materiali naturali, sono le caratteristiche delle nuove stanze. Le sale riunioni sono nove, modulabili fino a 500 persone. Il ristorante offre proposte classiche, a buffet e light con menù “Forma ed Equilibrio”. Per rilassarsi, l'hotel dispone di una piscina olimpionica e 4 campi da tennis. Per l'auto nessun problema, il parcheggio è ampio e gratuito.
FARE 103
SAVHOTEL
Via F. Parri, 9
40128 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/361361
Fax +39 051/373511
www.savhotel.it
[email protected]
A soli 200 passi dalla Fiera di Bologna, SAVHOTEL è stato costruito e pensato
sia per l'uomo d'affari, sia per la famiglia ed interpreta le nuove tendenze del
gusto. Lo stile innovativo e funzionale, rende l'accoglienza giovane e vivace. Oltre alle 120 camere spaziose ed eleganti, dalle linee essenziali, a tutti i clienti è
offerta la connessione internet wi-fi, il garage, la coffee station e l’accesso all'area
fitness. Il centro congressi, costituito da 4 sale riunioni e il ristorante permettono inoltre incontri di lavoro da 2 fino a 150 posti, con possibilità di lunch, coffee break e cene di lavoro personalizzati, in ambiente confortevole e funzionale.
STARHOTELS
EXCELSIOR
Viale Pietramellara, 51
40121 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/246178
Rigore progettuale e tendenze fusion. Lo Starhotels Excelsior è nel cuore di
Bologna, di fronte alla stazione centrale, a pochi passi dal centro. L’hotel,
con 193 camere, si contraddistingue per lo stile contemporaneo e le tecnologie di ultima generazione. Dotato di 5 sale riunioni in grado di ospitare
fino a 220 persone, è un'ottima location per meeting ed eventi. A disposizione degli ospiti: ristorante, fitness room e wireless high speed internet in
ogni area.
UNA HOTEL BOLOGNA
Viale Pietramellara, 41/43
40121 Bologna BO
Tel. +39 051/60801
www.unahotels.it
Situato di fronte alla stazione centrale, a pochi passi dal centro storico e dalla
Fiera, l’UNA Hotel Bologna, grazie alla sua posizione strategica è adatto per
qualsiasi tipo di soggiorno, leisure o business. Con le sue 93 camere, 6 appartamenti (residence) e 3 sale riunioni, offre ambienti di design, confortevoli e
dotati delle più moderne tecnologie. Ristoro e relax si esprimono al meglio
nel bar con terrazza e nel ristorante. Garage interno.
104 FARE
TUTTI I POSTI
DOVE
PRENOTARE
UN VIAGGIO
le Agenzie
BONONIA VIAGGI SRL
Piazza dei Martiri, 1
40121 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/4211800
www.bononiaviaggi.it
E-mail:[email protected]
“Convenienza, rapidità e precisione”. Bononia Viaggi è un'agenzia viaggi a
360 gradi. I servizi vanno dalla biglietteria alle prenotazioni alberghiere, all'organizzazione di viaggi incentive, congressi e meeting. L’agenzia opera anche
on line (www.bononiaviaggi.it). Per le aziende vengono messi a punto pacchetti speciali di business travel con tariffe per destinazioni nazionali e internazionali negoziate direttamente da Bononia Viaggi con i maggiori vettori
aerei. I sistemi di prenotazione utilizzati sono tra i più evoluti (Sabre e amadeus) per offrire alla clientela business conferme immediate e prezzi altamente competitivi.
COSEPURI VIAGGI SRL
Via Novelli, 4/C
40127 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/ 512151
E-mail: [email protected]
“Un grande gruppo di professionisti”. Cosepuri Viaggi è nata nel 1986, su
iniziativa di un gruppo di professionisti del settore turistico, con l’ intento di
offrire alle aziende, ai manager e ai professionisti una costante e qualificata assistenza nei trasferimenti di lavoro. Cosepuri Viaggi offre servizi di prenotazione viaggi e biglietteria. Potendo contare su rapporti privilegiati con i più
importanti tour Operator specializzati nella preparazione di viaggi e vacanze,
l'agenzia può usufruire di interessanti priorità nell’assegnazione dei posti disponibili alle condizioni più vantaggiose. Per chi si sposa invece, è attivo il servizio di “apertura lista nozze”. Nel gruppo Cosepuri Viaggi, inoltre, vi è un
settore aerotaxi specializzato per viaggi imprenditoriali.
106 FARE
Turismo
LA LUMACA – ORGANIZZAZIONE VIAGGI
Via Emilia Ponente, 101
40133 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/386616
Fax +39 051/386646
www.lumacaviaggi.it
E-Mail: [email protected]
La Lumaca – Organizzazione Viaggi, nata nel 1994, fornisce consulenza e tutti
i servizi di viaggio per il business travel e il leisure travel. La partnership stretta
con Welcome Travel Group (gruppo Alpitour World – Ifil) è un’ulteriore garanzia della professionalità dell’agenzia. Quattro sono le linee di servizio:
EXTRA - Executive Travel Assistance, gamma completa di prodotti di viaggio per le aziende e i businessmen;
CHINA - Travel Assistance, specifica per le aziende che operano con la Cina;
GREAT - Group Event Art Tour, per tour di gruppo, organizzazione di eventi, incentive;
LUMACA - Travel Consulting, linea specifica per i viaggi di piacere.
OLTREMARE TOUR OPERATOR SRL
Via Majani, 2
40122 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/2961302
Fax +39 051/2759630
E-Mail: [email protected]
www.oltremareviaggi.com – www.ulisseviaggi.com
Con Oltremare il viaggio su misura per te. Il gruppo Oltremare Viaggi, con le sue
due divisioni, ha puntato sull'innovazione per offrire sul mercato prodotti personalizzati e di alta qualità nel turismo outgoing e nel business travelling. Oltremare tour
operator si rivolge al segmento consumer con cataloghi presenti in oltre 4.000
agenzie viaggio e con una rete di oltre 1.200 strutture alberghiere in tutto il mondo: più di 40 destinazioni di lungo raggio, itinerari su misura per individuali, gruppi
e viaggi di nozze. Ulisse Viaggi risponde invece alle necessità del segmento business
attraverso la gestione di programmi personalizzati di incentivazione e fidelizzazione
con un’offerta assolutamente innovativa per le grandi, piccole e medie imprese.
FARE 107
Turismo
VIAGGI SALVADORI SRL
SALBUSINESS 1929
LUFTHANSA CITY CENTER
Via Ugo Bassi, 13
40121 BOLOGNA BO
Tel. +39 051/236330
Fax +39 051/ 224426
E-Mail: [email protected]
Lufthansa City Center Travel Consultant (LCC), è un Business Travel Office centro di consulenza sia per viaggi di lavoro con Lufthansa che con tutti gli
altri vettori aerei che per l’organizzazione di eventi e convention. L’agenzia di
Bologna,Viaggi Salvadori - Salbusiness 1929, (una dei 35 italiani e dei 550 nel
mondo) opera dal 1929 gestito sempre dalla stessa famiglia ed è l'ufficio IATA
(emissione biglietteria aerea) più antico al mondo. L'assistenza è garantita
sempre e ovunque 24 ore su 24. Trattiamo tariffe convenienti con tutti i fornitori per un migliore utilizzo del budget di spesa dei nostri clienti che possono ottenere ogni tipo di statistica relativamente ai viaggi effettuati ed ai costi sostenuti per destinazione, vettore, classi, centri di costo, etc.
Per maggiori informazioni www.viaggisalvadori.lhcc.biz
ADESSO SI VOLA ANCHE BOLOGNA-MOSCA
Nuove opportunità per turismo e
business su Bologna. Dal 18 marzo,
con 2 voli la settimana il martedì e
il venerdì, è attivo un volo diretto
Meridiana Eurofly Bologna-Mosca,
con possibilità di prosecuzione per
le più importanti destinazioni della
Federazione Russa (San Pietroburgo, Rostov, Samara, Sochi, Perm,
Krasnodar).
I voli saranno operati da una flotta
108 FARE
Airbus A320 da 180 posti, e collegheranno il Marconi con l’aeroporto Domodedovo (DME) di Mosca,
terminal di recentissima costruzione, funzionale, ben collegato con la
città da un servizio di shuttle (treno
non-stop).
L’aeroporto DME è la base operativa della compagnia aerea S7, partner
di Eurofly e seconda compagnia domestica russa, con un network di 47
città all’interno della Federazione
Russa e CSI. Lanciato con una tariffa promozionale da 92 euro (one
way) tutto incluso, il volo ha disponibilità di tariffe corporate (maggiori informazioni presso gli uffici del
Settore Turismo di Unindustria Bologna) per aziende in linea con le
esigenze di business travel sia per il
volo diretto su Mosca che per le
prosecuzioni S7.
FINANZIARIA: INCONTRO
CON I PARLAMENTARI
NEWS
unindustria
Carlo Rossini
Cristina Galli
110 FARE
Alla vigilia del varo della legge Finanziaria, i suoi contenuti di interesse per le imprese sono stati al centro
dell’incontro con i parlamentari bolognesi che Unindustria ha organizzato a Roma, presso la sede di Confindustria.
Erano presenti il Presidente di
Unindustria Bologna, Gaetano Maccaferri; i Consiglieri Delegati al credito e politiche fiscali, Stefano Aldrovandi, e all’innovazione, ricerca e
università, Fabio Rangoni; il rappresentante della piccola industria, Massimo Cavazza; il Direttore Generale
Cesare Bernini; il Direttore Generale
di Confindustria, Maurizio Beretta.
Tra i parlamentari erano presenti gli
On. Enzo Raisi, Donata Lenzi, Angelo Piazza,Andrea Papini.
Oltre ai temi fiscali presenti nella
manovra e destinati ad impattare
maggiormente sulle imprese e ad
una serie di proposte correttive formulate da Unindustria, gli imprenditori hanno affrontato il problema dei
nodi infrastrutturali del territorio,
sottolineando come la mancata realizzazione di una serie di progetti (il
Passante Nord prima di tutto) rischia
di determinare l’implosione dell’area
bolognese.
Ma essendo Bologna snodo fondamentale dei traffici europei e nazionali, la sua entrata in crisi potrebbe
indur re l’UE a puntare su altre
traiettorie per i traffici est-ovest e
nord-sud, con i danni conseguenti
sull’economia e sul rango del nostro
Paese. Bologna inoltre per il suo
ruolo metropolitano – è stato detto
ancora – deve poter avere una rete
infrastrutturale che consenta una fa-
cile accessibilità da e per tutto il territorio regionale, rispetto ai punti di
eccellenza del suo territorio: l’Aeroporto, la Fiera, l’Interporto.
Infine sono state affrontate le tematiche legate alla ricerca e all’innovazione, sottolineando possibili spazi di
miglioramento nei rapporti tra le
imprese e il mondo dell’università
con proposte concrete ed è stata illustrata ai parlamentari la ricerca di
Unindustria Bologna sulla sicurezza
nelle zone industriali.
La forte mobilitazione di Unindustria Bologna sui temi infrastrutturali
ha contribuito a produrre un primo
positivo risultato: il riconoscimento,
nella Finanziaria 2007, del Passante
Nord come opera di interesse nazionale e un conseguente primo finanziamento per la progettazione dell’infrastruttura.
E’ NATO IL CLUB ACQUISTI
Si è costituito in seno ad Unindustria Bologna il Club Acquisti, per
meglio supportare le imprese, in particolare quelle piccole e medie, in
questo importante aspetto della gestione aziendale, dove una più consistente massa critica degli ordinativi
ed una organizzazione più strutturata
consentono di realizzare condizioni
contrattuali di maggior convenienza
e quindi risparmi ed efficienze.
Scopo del neo nato Club è quello
di condividere le informazioni, il
modello di gestione e di organizzazione del ciclo acquisti, evidenziando e promuovendo possibili aggregazioni di imprese su alcune categorie di acquisto.
L’attività del Club si dispiegherà su
due versanti: uno informativo, aperto
anche ad aziende interessate non ne-
news unindustria
cessariamente aderenti ad Unindustria; l’altro operativo, finalizzato cioè
alla definizione di categorie d’acquisto da proporre in gara a più fornitori ad esclusivo beneficio degli associati aderenti al Club.
A guidare il Club Acquisti è un Comitato esecutivo costituito da imprenditori e manager responsabili del
processo di acquisto nelle rispettive
aziende di appartenenza.
L’Esecutivo è presieduto da Dolores
Scordo (Gruppo Monrif) ed è composto da: Giulio Curreli (Ravaglioli);
Arrigo Gandolfi (Carpigiani); Matteo Pattuelli (T.M.C.); Renzo Sanna
(Tecnoform); Marco Scapoli (Biochimica).
SOLIDARIETÀ A
CONFINDUSTRIA
CALTANISSETTA
Il Comitato di Presidenza di
Unindustria Bologna ha espresso la
propria solidarietà agli imprenditori di Confindustria Caltanissetta,
a seguito dell’aggressione notturna
che ha devastato la sede dell’associazione.
“Il raid mafioso che ha colpito Confindustria Caltanissetta, la prima associazione imprenditoriale ad essersi
ufficialmente opposta al racket” ha
affermato il Presidente di Unindustria Bologna, Gaetano Maccaferri
“dimostra come la libera impresa, e
dunque i fondamenti della democrazia economica, siano tra i nemici
considerati più pericolosi dalla criminalità organizzata”.
Unindustria Bologna ha sottolineato
come il tema della sicurezza nell’attività d’impresa sia uno dei suoi impegni prioritari, anche attraverso iniziative che si stanno sempre più con-
SICUREZZA: UN’INDAGINE UNINDUSTRIA
E UN “ESPERIMENTO CAMPIONE”
A CADRIANO
Almeno il 10% delle imprese associate ad Unindustria Bologna, nel corso del 2007, è stata vittima di reati di vario genere, in particolare furti o rapine. E’ questo il risultato di una indagine svolta dall’Associazione da cui emerge che l’esigenza di sicurezza è in crescita ed il fattore su cui è prioritario intervenire
riguarda la prevenzione.
E proprio in funzione della prevenzione verrà sviluppata – grazie alla determinata disponibilità già manifestata dal Prefetto e dal Questore di Bologna – una collaborazione ancor più stretta e costante tra le
imprese, la stessa Unindustria e le forze dell’ordine. Primo risultato: un “esperimento campione” che
verrà avviato nella zona industriale di Cadriano.
Hanno risposto al questionario di Unindustria Bologna 573 aziende, dalle cui risposte emerge in sintesi
che nel 2007 ha subito furti e rapine il 9,7% delle imprese associate (il 33% di quelle che hanno risposto);
ha subito intrusioni il 3,9% (il 13,3% di quelle che hanno risposto); ha subito furti di merci durante il trasporto il 2,9% (il 9,9% di quelle che hanno risposto); ha subito atti vandalici il 2,5% (l’8,6% di quelle che
hanno risposto; è stata vittima di intrusioni informatiche il 2,1% (il 7,2% di quelle che hanno risposto);
infine ha subito estorsioni lo 0,4% delle imprese associate (l’1,2% di quelle che hanno risposto).
Anche sulla base dei dati emersi, Unindustria Bologna intende sviluppare ulteriormente la collaborazione con le Istituzioni e, parallelamente, formulare proposte operative alle imprese stesse nell’intento di
generare un processo di “security collettiva”, soprattutto per gruppi di imprese vicine. Attività di security che si può realizzare anche tramite gruppi di acquisto per ridurre i costi.
Unindustria Bologna ha sottoposto i risultati dell’indagine e le proprie proposte al Prefetto di Bologna, al
Questore ed al Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza.
Insieme ad essi è stato convenuto di testare le iniziative proposte in un’area industriale “campione”, individuata nell’insediamento industriale di Cadriano.
Situata nel comune di Granarolo dell’Emilia, con un’estensione complessiva di circa 88.7 ha, immediatamente al di fuori dei confini amministrativi di Bologna, l’area industriale di Cadriano è l’esempio di un
modello insediativo tipico della struttura produttiva metropolitana bolognese.
E’ un’area isolata, prevalentemente produttiva, nella quale dopo gli orari di chiusura degli stabilimenti
cessa il presidio costituito dalla presenza di persone.
Nell’area industriale di Cadriano verranno avviate, tra breve, le attività di informazione / formazione tra
le imprese e le forze dell’ordine, nonché le prime iniziative di security collettiva.
“Ci aspettiamo molto da questa triangolazione che vede impegnate insieme l’Associazione, le istituzioni
e le imprese” afferma Gaetano Maccaferri, Presidente di Unindustria Bologna “Il nostro obiettivo è stato, fin dall’inizio, sviluppare il confronto con le Istituzioni e trasformarlo in una collaborazione permanente: il problema sicurezza infatti si può affrontare, a mio avviso, solo ‘facendo squadra’ sia con il pubblico sia tra i privati. Perciò considero quello di Cadriano un vero e proprio esperimento-pilota e, sulla
base dei risultati che produrrà, ci impegneremo affinchè possa essere ripetuto anche in altre aree industriali di tutta la nostra provincia”.
FARE 111
PRESSIONE FISCALE SULLE IMPRESE:
INDAGINE UNINDUSTRIA SU 893 AZIENDE
Il 42% delle aziende industriali bolognesi è sottoposto ad una pressione fiscale superiore al 70%. E’ questo, semplificando, il dato più
evidente che si ricava da una ricerca di
Unindustria Bologna, che ha esaminato ed elaborato i
dati di bilancio 2006
e 2005 di circa 900
aziende industriali
con la forma di società di capitale
(Spa, Srl, Sapa: 893
Gaetano Maccaferri, presidente di Unindustria Bologna, nel imprese, per l’esatsuo intervento al convegno “Dalla vessazione all’equità”
tezza) per rilevare la
pressione fiscale effettiva su di esse, individuare l’eventuale incremento di tassazione nel biennio, evidenziare il peso dell’IRES e dell’IRAP e stimare gli effetti di riduzione del carico fiscale in base agli interventi Governativi per il 2007 e 2008, come l’applicazione del “cuneo fiscale” e la programmata riduzione delle aliquote IRES e IRAP.
Sulla base del rapporto tra l’ammontare delle imposte e l’utile ante imposte, il 73% del campione presenta un’aliquota effettiva di pressione
fiscale superiore al 50% (mentre l’aliquota di legge era al momento dell’indagine del 37,25%). In particolare, le imprese per le quali la pressione fiscale è tra il 50% ed il 70% sono il 31% del campione. Quelle per le
quali la pressione fiscale supera il 70% sono il 42%.
Nel 2005, a presentare un’aliquota effettiva di pressione fiscale superiore al 50% era il 69% del campione. Dunque, nel 2006 la pressione fiscale ha superato il 50% per un 4% di aziende in più rispetto al 2005.
La pressione fiscale misurata sull’utile di bilancio, dunque, supera notevolmente l’aliquota di tassazione risultante dalla somma delle aliquote
legali. Le ragioni? La maggiore ampiezza della base imponibile per effetto di una serie di costi indeducibili: spese di rappresentanza e costi per
l’utilizzo a titolo privato degli automezzi sono i casi più noti.
La causa principale dell’incremento della pressione fiscale va però
attribuita prevalentemente all’IRAP (aliquota nominale del 4,25%) ed
alle modalità di determinazione della base imponibile di questa imposta, che nel biennio 2005/2006 era formata dalla somma del margine
112 FARE
operativo dell’impresa, costi del personale, oneri finanziari, svalutazioni e perdite su crediti: una base
imponibile dell’IRAP, dunque, formata prevalentemente da costi.
Per quanto riguarda l’incidenza dell’IRES sull’utile ante imposte,
l’81% delle imprese presenta un’aliquota superiore al 33% (l’aliquota
nominale). Quasi la metà del campione (48%) si colloca nell’intervallo
di imposizione IRES tra il 33% ed il 40% (cioè, massimo 7 punti in più
dell’aliquota nominale).
Significativa, appunto, l’incidenza dell’IRAP sull’utile ante-imposte: nessuna impresa è colpita dall’IRAP in base all’aliquota nominale del 4,25%.
Quasi la metà (49%) del campione, invece, presenta un’incidenza dell’IRAP superiore al 25%: un livello di pressione del tutto patologico.
La ricerca è stata presentata nel convegno “Dalla vessazione all’equità. Un fisco per la competitività delle imprese e lo sviluppo
del Paese” con la partecipazione di Emma Marcegaglia, vice presidente di Confindustria, Roberto Pinza, vice ministro in carica dell’Economia e delle Finanze, Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria, Gaetano Maccaferri, presidente di Unindustria
Bologna, e Stefano Aldrovandi, consigliere delegato di Unindustria
Bologna per il Credito e le Politiche fiscali.
“Nel 2006 gli italiani hanno pagato più di 60 tasse, tra imposte e tributi. Hanno destinato, in altri termini, oltre 600 miliardi di euro alla
fiscalità e alla previdenza pubblica. – ha commentato il presidente
Maccaferri -È impressionante, in particolare, l’aumento delle tasse
a livello locale. Negli ultimi dieci anni le entrate fiscali di Regioni,
Comuni e Province sono aumentate di oltre il 110%, contro una
crescita del Pil pari al 20%.”
“Ciò che serve – ha proseguito Maccaferri - è un concreto alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese e sulla produzione di ricchezza. Non si può più continuare a pensare di risanare i conti pubblici aumentando le tasse. La via da perseguire è chiara: tagliare le
troppe spese improduttive, per reperire risorse da destinare agli investimenti strategici per l’Italia: dalle infrastrutture alla conoscenza,
dalla sicurezza alla ricerca.”
news unindustria
cretizzando, in collaborazione con le
istituzioni e le forze dell’ordine.
THAILANDIA: L’ASIA
A MISURA DI PMI
“Thailandia: l’Asia a misura di
PMI” è stato il tema dell’incontro
promosso da Unindustria Bologna
insieme a Thailandia Board of Investment, MDA Consulting e Studio
Vittori Venenti di Bologna. Obiettivo dell’iniziativa quello di presentare le opportunità di business (commerciali e di investimento) che la
Thailandia può offrire alle imprese
italiane.
La Thailandia, infatti, è ritenuta una
delle economie più interessanti del
sud-est asiatico (crescita intorno al
4,5% nel 2006), soprattutto in relazione all’Italia, per due motivi fondamentali: la struttura economica
composta da una miriade di piccole
e medie imprese riunite in specifici
“distretti industriali”, che ricalca
quella italiana, e la spiccata forza in
alcuni settori molto vicini alle eccellenze del nostro Paese.
Il mercato tailandese, perciò, può
essere vantaggioso per gli imprenditori italiani sia dal punto di vista
commerciale che degli investimenti. In particolare, diversi fattori rendono la Thailandia un ottimo punto di partenza per entrare nel mercato asiatico: una legislazione favorevole agli investimenti economici,
incentivi da parte del governo agli
investitori, buon livello qualitativo
della manodopera locale, posizione
centrale all’interno dell’Asean (Associazione delle Nazioni del Sud
Est Asiatico) che racchiude un bacino d’utenza di oltre 500 milioni
di persone.
UN MODELLO INDUSTRIALE A RETE
PER LA COOPERAZIONE TRA PMI ITALIANE
E CINESI
Il consigliere delegato all’internazionalizzazione di Unindustria Bologna, Alberto Vacchi, e l’Assessore
alle Attività Produttive della Regione Emilia Romagna, Duccio Campagnoli, hanno presentato nello scorso mese di dicembre in sede ministeriale il progetto di un nuovo modello industriale a rete per la cooperazione tra Pmi italiane e cinesi. Il progetto, operativo nel corso del 2008, è frutto di una collaborazione tra Unindustria Bologna e l’Assessorato alle Attività Produttive della Regione e si basa su due HUB
(o Poli tecnologici) a Shanghai e Bologna, in relazione fra di loro.
Era presente l’allora Ministro Giulio Santagata, il quale ha espresso in quella occasione grande interesse per il modello presentato da Unindustria e Regione, modello che il Governo stesso intende adottare.
“L'innovazione” ha affermato il Ministro “sta nel coinvolgimento di porzioni funzionali di distretti produttivi, in cui imprese leader e la rete delle piccole imprese della subfornitura si organizzano insieme per
affrontare l'esperienza di una internazionalizzazione virtuosa verso la Cina. Non si tratta di una mera delocalizzazione ma di un primo tentativo di esportazione del modello dei nostri distretti industriali in Cina"
Vero elemento di novità dell’iniziativa (della quale la stessa IMA, l’importante gruppo industriale di cui
Alberto Vacchi è presidente, è uno dei principali protagonisti) è il modello a rete adottato per la gestione di produzione e procurement, che si configura come un Polo tecnologico o HUB costituito dall’azienda e dai suoi fornitori strategici.
In pratica, l’azienda leader esternalizza la gestione degli approvvigionamenti ad altre imprese flessibili,
con il vantaggio di non appesantire la struttura organizzativa interna. Al tempo stesso, il distretto della
subfornitura si riposiziona in attività gestionali, logistiche e tecniche di eccellenza, altamente spendibili
in un panorama internazionale di decentramento produttivo. Il Polo tecnologico o HUB si configura così
come un centro multi-funzionale e diventa l’interfaccia tra l’azienda e gli interlocutori esteri, dotato di
un grande know how tecnico e di forte competenza gestionale, informatica e logistica.
Il modello si estende, poi, attraverso la duplicazione della rete sul territorio cinese; ed offre un servizio
strutturato e specifico alle esigenze di collaborazione industriale fra piccole e medie imprese dell’HUB
locale e dell’HUB cinese. Un primo concreto esempio di applicazione viene dalla IMA stessa, che ha implementato un proprio HUB all’interno del polo tecnologico meccanico della Regione Emilia Romagna,
nella regione dello Shandong. L’esperienza di IMA, che opera in Cina da anni, si basa sulla stretta collaborazione, di reale portata strategica, tra medie e piccole imprese locali e cinesi, con effetti positivi sulla conservazione delle caratteristiche dei nostri distretti e sulla valorizzazione delle eccellenze del nostro territorio, consentendo altresì di realizzare efficienze in termini di gestione e di costi.
I SEMINARI
DE “L’IMPRENDITORE”
Per il ciclo di seminari organizzati da
“L’Imprenditore” – rivista della Piccola Industria di Confindustria Unindustria Bologna ha ospitato
l’incontro sul tema “Gestire il complesso ciclo del credito. Prevenire i
rischi e tutelare il business”.
Partendo dal dato che il mercato italiano ha una bassa percezione del rischio credito e una insufficiente
informazione circa i più moderni
FARE 113
ACCORDO QUADRO
UNINDUSTRIA – UNIVERSITÀ:
UNA TASK FORCE PER AVVICINARE
LE AZIENDE AL 7° PROGRAMMA QUADRO
Il presidente di Unindustria Bologna Gaetano Maccaferri e il rettore Pier Ugo Calzolari hanno siglato un
accordo quadro di collaborazione. Oggetto dell’ accordo, la creazione di una task force per favorire la
partecipazione di gruppi di ricerca dell’Ateneo e di aziende locali a progetti di ricerca comuni: un primo
passo per rendere concreta la collaborazione tra tutte le tipologie di imprese (grandi, medie, piccole) e
mondo della ricerca. La squadra, in staff con il Coordinamento Innovazione, Ricerca e Sviluppo di Unindustria Bologna, sarà inserita nel team che l’Ateneo ha creato per l’avvicinamento al 7° Programma
Quadro di Ricerca e Sviluppo (il principale strumento con cui l'UE finanzierà nei prossimi anni la ricerca
scientifica e lo sviluppo tecnologico) e sarà composta da giovani dottori di ricerca, provenienti dal mondo dell’eccellenza scientifica. Avrà in particolare il compito di coniugare l’incontro tra le esigenze di ricerca delle imprese e le competenze dell’università. Meccanica, Information and Communication Technologies, agroalimentare, energia sono solo alcuni dei settori per i quali i valorizzatori della ricerca cercheranno di combinare matrimoni tra imprese e ricercatori universitari.
“Anche alla luce dei risultati conseguiti fino ad ora dall’Ateneo, con 300 progetti presentati e un tasso di
successo superiore alla media italiana, Unindustria
Bologna ha deciso di sostenere decisamente questo filo diretto con l’Università, creando una passerella sulla
quale far traghettare le proprie aziende verso l’Europa”
ha commentato Gaetano Maccaferri.
Ma non sono solo i progetti europei al centro dell’accordo. “In questi anni di frequentazione europea abbiamo osservato quanto sia cruciale per lo sviluppo del
territorio la collaborazione fattiva tra scienza e tecnica.
Imprese e ricercatori devono lavorare in modo integraIl rettore dell’Università, Pier Ugo Calzolari, e il to, ovviamente ognuno nel rispetto delle proprie compresidente di Unindustria Bologna, Gaetano Mac- petenze e obiettivi. La collaborazione non può quindi ricaferri, firmano l’accordo quadro di collaborazioguardare solo i progetti europei ma tutti quei progetti,
ne. A fianco di Maccaferri è Fabio Rangoni, consigliere delegato di Unindustria per innovazione, ri- nazionali e regionali, ad alto contenuto innovativo e su
cerca, università
tematiche di interesse comune” è il parere del rettore
Pier Ugo Calzolari. “Potremo supportare realmente le
idee progettuali del grande, medio o piccolo imprenditore per trasformarle in progetti concretamente
realizzabili ed agevolabili dal 7° Programma Quadro UE. Inoltre, il nostro progetto si inserisce pienamente nelle iniziative intraprese a livello regionale, quali la Rete Alta Tecnologia” sottolinea Fabio Rangoni,
Consigliere Delegato di Unindustria Bologna per l’Innovazione, Ricerca e Sviluppo.
strumenti per prevenirlo e tutelare il
business, il seminario ha fornito alle
imprese informazioni sui nuovi strumenti di informazione che consentono di prevenire i rischi di insolvenza e sugli interventi tempestivi
per gestire i propri crediti e recuperare quelli in sofferenza attraverso
outsourcing, con vantaggi sulla resa,
sui tempi e sui costi.
Sono intervenuti, tra gli altri: Massimo Cavazza, rappresentante Piccola Industria di Unindustria Bologna; Andrea Milano, direttore de
“L’Imprenditore”; Stefano Aldrovandi, consigliere delegato Credito
e Politiche Fiscali di Unindustria
Bologna; Giovanni Caffarelli, vice
presidente Piccola Industr ia di
Confindustria.
RIDUZIONE CUNEO FISCALE
E ACCONTI D’IMPOSTA 2007
“Riduzione del cuneo fiscale e determinazione degli acconti d’imposta
anno 2007”: su questo tema l’Area
Fisco e Diritto d’Impresa di Unindustria Bologna ha ritenuto utile organizzare un incontro, per illustrare i
vantaggi previsti a favore delle imprese grazie ai nuovi “sconti Irap” introdotti dalla Legge Finanziaria.
L’incontro, è stato anche l’occasione
utile per rivedere le regole sui costi
auto e sui costi della telefonia al fine
del versamento dell’acconto.
SICUREZZA E SALUTE DEI
LAVORATORI:
OSSERVATORIO PER
LA PREVENZIONE
Caratteristiche e ruolo del medico
competente in azienda, visite di idoneità sui lavoratori e relativi ricorsi,
114 FARE
news unindustria
CONVENZIONE UNINDUSTRIA - ASTER
PER L’INNOVAZIONE E IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO
versità e degli Enti pubblici di ricerca preUnindustria Bologna amplia e rafforza il proin Emilia Romagna, intendiamo stimolare
senti sul territorio regionale. La convenzione
prio impegno nel campo dell’ innovazione e
con efficacia e continuità il colloquio e lo
prevede inoltre una serie di attività tematiche
del trasferimento tecnologico alle imprese.
scambio tra le imprese ed i principali attori
collegate alla realizzazione di riunioni, semiL’Associazione ha infatti siglato con Aster - il
della ricerca”.
nari, convegni e assistenza alle imprese poconsorzio tra Regione Emilia-Romagna, Uni“Questa iniziativa è un ulteriore tassello che
st-seminario, che vedono operare in sinergia
versità, Enti di Ricerca e Associazioni imsi innesta nel quadro delle iniziative regionali
lo staff di Aster e quello di Unindustria.
prenditoriali - un importante accordo, volto a
per la ricerca industriale e il trasferimento
“Unindustria Bologna è fortemente imperendere continuativo il servizio di assistenza
tecnologico - dichiara Gabriele Falciasecca –
gnata per favorire il trasferimento tecnologialle imprese sui temi dell’innovazione in terE’ significativa la fiducia del sistema delle imco alle imprese, nella consapevolezza che
mini di informazione e orientamento.
prese verso il mondo della ricerca regionale
esso giochi un ruolo fondamentale nell’innoA firmare la convenzione sono stati Gaetano
che noi sappiamo essere valido e disponibile.
Maccaferri, presidente di Unindustria
Questi collegamenti consentiranno
Bologna, e Gabriele Falciasecca, predi potenziare l’offerta di posti di risidente di Aster. Era inoltre presente
cerca in regione, evitando a molti dei
Fabio Rangoni, consigliere delegato di
nostri giovani la necessità di andare
Unindustria Bologna per l’Innovazione,
all’estero per avere un lavoro adela Ricerca e l’Università.
guato alla loro formazione e al noObiettivo della partnership è quello di
stro paese di avere speso danaro
mettere a disposizione delle imprese un
per formare abilità e conoscenze
punto di accesso alle competenze di
che poi vengono sfruttate dai paesi
Aster e a quelle della Rete Alta Tecnonostri concorrenti.”
logia dell’Emilia Romagna, la rete dei la“Questa convenzione – spiega Faboratori di ricerca industriale, dei centri
bio Rangoni – se da una parte crea
e dei parchi per l’innovazione.
per le nostre imprese , in particolaGabriele Falciasecca, presidente di Aster, Fabio Rangoni e
Elemento qualificante dell’iniziativa è
re quelle piccole e medie, dei canaGaetano Maccaferri
la messa in linea di un servizio di
li semplificati per accedere all’invazione di prodotto e di processo, indispeninformazione agevole e tempestivo su: finovazione e alle sue forme di finanziamento,
sabili nella competizione sui mercati globananziamenti comunitari e regionali nei setriteniamo dall’altra possa fornire ad Aster,
lizzati – commenta Gaetano Maccaferri –
tori ricerca e sviluppo, innovazione, trasferiche svolge una funzione di indirizzamento e
Grazie alla partnership con Aster, a cui ricomento tecnologico, formazione, risorse
razionalizzazione della rete regionale per il
nosciamo un ruolo centrale nel coordinaumane e cooperazione tecnologica internatrasferimento tecnologico, il punto di vista e
mento delle attività di trasferimento tecnolozionale; temi tecnico-scientifici; competenle esigenze del sistema produttivo in maniegico e di innovazione del tessuto produttivo
ze della Rete Alta Tecnologia E.R., delle Unira continuativa”.
ergonomia nei luoghi di lavoro, nuove malattie professionali: sono alcune
delle tematiche di impatto sull’attività aziendale nell’ambito della salute
e sicurezza deilavoratori.
Se ne è occupato l’Osservatorio per
la prevenzione negli ambienti di lavoro che ha promosso, presso la sede
di Unindustria, un seminario destinato alle aziende.
L’Osservatorio per la prevenzione
negli ambienti di lavoro – attivo dal
1997 - è sede permanente di confronto fra i rappresentanti delle imprese e gli Enti competenti per la vigilanza sull'attuazione della normativa in materia di salute e sicurezza dei
lavoratori.
FARE 115
RESPONSABILITÀ
AMMINISTRATIVA
DELLE SOCIETÀ E DEGLI ENTI
Sono molteplici e rilevanti le novità
intervenute nella disciplina della responsabilità formalmente amministrativa, ma sostanzialmente penale,
delle società e degli enti a seguito
della introduzione del D. Lgs. n.
231/2001. Si tratta di aspetti non ancora adeguatamente approfonditi su
cui l’Area Fisco e Diritto d’Impresa
di Unindustria Bologna ha ritenuto
utile organizzare un incontro di approfondimento.
Particolare attenzione è stata prestata
sia ai profili operativi e applicativi
del Decreto sia alle numerose pronunce giurisprudenziali sul tema.
Ampio il repertorio dei reati direttamente ascrivibili alle predette entità
giuridiche: si segnalano quelli contro
la Pubblica Amministrazione e contro il patrimonio dello Stato e della
Comunità europea nonché, tranne
alcune eccezioni, i reati societari e, da
ultimo, i delitti di omicidio colposo e
lesioni colpose gravi o gravissime
commessi in violazione della normativa antinfortunistica e sulla tutela
dell’igiene e della salute sul lavoro.
Destinatari della legge, tra gli altri,
sono tutte le imprese organizzate in
forma societaria, oltre agli altri enti
dotati di personalità giuridica e a
quelli che ne sono sprovvisti.
Coordinati da Enza Lupardi Responsabile Area Fisco e Dir itto
d’Impresa di Unindustria Bologna,
sono intervenuti il prof. Avv.Filippo
Sgubbi, Ordinario di diritto penale
nella Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna – Docente di
Diritto penale dell’economia nella
Facoltà di giurisprudenza dell’Uni-
116 FARE
DOMENICO FABBRI PRESIDENTE
DI CAFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA,
LA BOUTIQUE
DELL’ASSISTENZA FISCALE
Domenico Fabbri, Direttore Risorse Umane di G.D. SPA, è il nuovo Presidente di CAFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA SPA, la società di servizi costituita per iniziativa di Unindustria Bologna, Confindustria Modena e Confindustria Ceramica, attiva nel territorio regionale dal 1994.
La missione iniziale e principale di Cafindustria è l’assistenza fiscale ai dipendenti delle aziende socie e clienti; per essi il personale incaricato prepara le dichiarazioni fiscali (mod. 730) e
cura gli ulteriori adempimenti richiesti al contribuente (ICI, ISEE, RED) durante tutto l’anno.
Cafindustria si configura come una boutique dell’assistenza fiscale che coniuga un’alta
specializzazione a prezzi contenuti.
Il presidente Fabbri sottolinea infatti che “obiettivo di Cafindustria è offrire un servizio tagliato su misura per il cliente: il personale incaricato si reca presso le aziende per raccogliere ed elaborare le dichiarazioni ed assistere da vicino il contribuente”.
“Sono stati attivati servizi specialistici per lavoratori ad alta qualificazione, quali gli expatriates; inoltre per i contribuenti interessati è possibile predisporre il proprio 730 on-line attraverso il sito www.cafindustria.it” ricorda il direttore generale, Alessandro Baldi.
Cafindustria si rivolge naturalmente a tutti i contribuenti, compresi i pensionati, e con alcune loro organizzazioni ha stretto interessanti convenzioni.
Per realizzare la propria attività, affianca il personale esperto con collaboratori selezionati
fra i neolaureati, formati con un corso interno particolarmente impegnativo, mirato anche a
svilupparne professionalità e motivazione verso il cliente.
Un’ulteriore peculiarità di Cafindustria: i contribuenti che richiedono consulenza non pagano tariffe proporzionate ai redditi, ma una tariffa fissa, di importo più contenuto per i dipendenti di aziende socie o clienti.
versità Luiss di Roma; l’avv.Stefano
Bruno, Dottore di ricerca in diritto
penale dell’economia. e l’avv. Diego
Rufini, Professore a contratto di diritto commerciale presso la Scuola di
Specializzazione in professioni legali
dell’Università di Bologna.
RAEE: ISCRIZIONE
DEI PRODUTTORI DI
APPARECCHIATURE
ELETTRICHE
ED ELETTRONICHE AL
REGISTRO NAZIONALE
Rifiuti di apparecchiature elettriche
ed elettroniche in primo piano. La
pubblicazione del Decreto ministeriale n° 185 del 2007 ha reso operativo il disposto dell’articolo 14, 2°
comma, del Decreto Legislativo
151/2005. I produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche,
tenuti al finanziamento dei sistemi di
gestione RAEE devono iscriversi, attraverso la CCIAA di competenza, al
“Registro Nazionale”.
La mancata emanazione degli altri
Decreti Ministeriali previsti dal D.
news unindustria
Lgs. 151 rende complessa l’applicazione della norma ed anche l’iscrizione al registro.
Propr io in considerazione della
complessità degli adempimenti,
Unindustria Bologna ha organizzato
un incontro informativo riservato alle aziende produttrici.
Sono intervenuti: Daniela Capaccioli, Responsabile Servizio Centrale
Ambiente di ANIE; Paolo Pipere,
Responsabile Servizio Ambiente e
Qualità della CCIAA di Milano.
LE ETICHETTATURE
ECOLOGICHE
La produzione a consumo sostenibile, che coniuga il valore ambientale
con economia e sociale, è il nuovo
paradigma della Ue.
Di un aspetto tecnico di questa tematica si sono occupate RINA e
ARPA Emilia Romagna che, con il
patrocinio di Unindustria Bologna,
hanno organizzato il workshop “Le
etichettature ecologiche ed il G.P.P:
un valore per l’Impresa, una opportunità per la Pubblica Amministrazione”.
L’iniziativa è nata da una volontà di
conoscenza reciproca e di confronto
tecnico su due strumenti, l’etichettatura ecologica e l’Epd, che costituiscono
strumento d’impresa per il mercato e
valore per la pubblica amministrazione
come politica degli acquisti.
A tale proposito un caso di eccellenza è stato illustrato da Ernesto Rinaldi, amministratore unico acqua
minerale Cerelia SpA, che intervenendo sul progetto EPD dell’Emilia
Romagna, ha portato l’esperienza
della sua azienda.
I lavori sono stati chiusi da Emanuele Burgin, assessore Ambiente e Si-
curezza del territorio della Provincia
di Bologna.
PROGETTO INFORMATION
TECHNOLOGY :
PRIMI RISULTATI E INIZIO
DELLA FASE 2
Si è conclusa la prima fase del progetto Information tecnology, varato
da Unindustria Bologna nella primavera scorsa con lo scopo di stimolare
la capacità competitiva del settore,
sulla base della convinzione che vi
possano essere spazi di collaborazione tra le imprese nel campo delle
tecnologie, delle risorse umane, delle
politiche commerciali.
La prima fase di tale progetto ha cercato, tramite un questionario on-line,
di analizzare le aree di potenziale collaborazione all’interno di un quadro
aggiornato delle imprese del settore.
I primi risultati sono stati presentati
da Angelo Manaresi, coordinatore
scientifico del progetto e Professore
presso il Dipartimento di Scienze
Aziendali dell’Università di Bologna.
Alla presentazione sono intervenuti
inoltre il Presidente del settore ICT,
Roberto Vecchione, e il Vicepresidente, Roberto Anderlini.
La fase due del progetto indirizzerà
investimenti e impegno nelle seguenti aree di attività : mappatura a fini di
conoscenza reciproca delle imprese
bolognesi del settore IT; organizzazione di attività comuni nei confronti delle istituzioni e degli incentivi
pubblici; piani formativi di settore.
LE PICCOLE INDUSTRIE
INCONTRANO
IL PRESIDENTE MORANDINI
Nella sua ultima riunione a conclu-
sione del 2007, il Gruppo di lavoro
della Piccola Industria di Unindustria Bologna ha incontrato i vertici
della Piccola Industria nazionale e
regionale: il Presidente della Piccola
Industria di Confindustria Giuseppe
Morandini, il Vice Presidente Giovanni Caffarelli ed il Presidente del
Comitato Regionale Piccola Industria di Confindustria Emilia Romagna, Riccardo Casadei.
Morandini, che aveva già incontrato
gli imprenditori bolognesi nel luglio
scorso, ha sottolineato in particolare
l'attività della Piccola Industria di
Confindustria in occasione della Finanziaria per ottenere una maggiore
Massimo Cavazza, rappresentante della
Piccola Industria di Unindustria Bologna,
ed il Presidente della Piccola Industria di
Confindustria, Giuseppe Morandini
attenzione alle esigenze delle piccole
imprese, e si è quindi soffermato sugli impegni e gli obiettivi per il
2008. Nel corso della discussione
successiva, sono state poi affrontate
molte fra le problematiche più sentite dalle imprese, dal rapporto con il
credito ai rinnovi contrattuali.
Massimo Cavazza, Rappresentante
della Piccola Industria di Unindustria Bologna, ha messo l’accento in
particolare sulla consistenza e sul peso della piccola industria bolognese
nel tessuto produttivo locale e nazionale. “Per il ruolo che assolvono nel-
FARE 117
l’economia del Paese” ha affermato
Cavazza “le piccole industrie bolo-
gnesi devono fare sentire sempre
più, in ogni sede, la loro voce: ci im-
TERZIARIO INNOVATIVO:
ALL’ARENA DEL SOLE
UNA SERATA DI TEATRO D’IMPRESA
E’ stato l’attore e psicologo Paolo Vergnani il mattatore de “I Talenti”, serata di teatro d’impresa
che il Terziario Innovativo di Unindustria Bologna ha presentato all’Arena del Sole di Bologna.
Insieme al “formattore” Vergnani - docente di Sociologia della comunicazione di massa all’Università di Ferrara e pioniere del teatro d’impresa in Italia – sono stati di scena imprenditori,
del settore manifatturiero e dei servizi, impegnati in una innovativa lezione di management sotto forma di performance dialogante, volta all’ascolto e alla comprensione dei reciproci bisogni
aziendali. E’ stata questa la prima di quattro serate di formazione e cultura d’impresa promosse dal Settore Terziario Innovativo di Unindustria Bologna, che, con questa iniziativa, ha dato il
via al programma di attività 2008. “Il nostro programma trae origine dalla consapevolezza della
forte complementarietà tra il mondo dei servizi e il mondo della produzione – spiega Cristiano Cobianchi, presidente del Settore Terziario
Innovativo di Unindustria Bologna – Per le nostre aziende è fondamentale conoscere le imprese del manifatturiero ed ascoltarne gli imprenditori. Da questo presupposto è nata l’idea di avviare le attività del Terziario Innovativo associativo con un ciclo di ascolto, che ha
trovato la sua naturale formula nel teatro
d’impresa”.
In ogni incontro due imprenditori, veri “attori”
L’attore e psicologo Paolo Vergnani in un momento della
del mondo produttivo, bolognesi e non, sono
serata dedicata al teatro d’impresa
intervistati da un responsabile del personale e
da un consulente aziendale e hanno l’opportunità di aprirsi e confrontarsi sui temi relativi alla
loro organizzazione, al loro modo di gestire l’impresa, alle scelte organizzative sul capitale
umano e di illustrare le loro strategie ed opportunità future.
Ciò avviene sfruttando i meccanismi e le tecniche del “teatro d’impresa”, uno strumento di
formazione e comunicazione innovativo, nato in Quebec negli anni '80 e poi diffusosi rapidamente in Europa e negli Stati Uniti, per approdare in Italia verso la fine degli anni '90, suscitando immediatamente l'interesse del mondo della formazione.
È una metodologia che consente ai partecipanti di riflettere sui propri comportamenti in forma
ironica e leggera, aggirando le difese, superando le resistenze e favorendo così un processo
attivo di interpretazione e ristrutturazione della realtà.
Gli altri incontri del ciclo proseguono nei mesi di aprile, maggio e giugno con protagonisti, tra
gli altri: Nicola Pizzoli, Marco Vacchi, Gabriele del Torchio, Marco Palmieri.
118 FARE
pegneremo dunque affinchè, nell’ambito della Piccola Industria di
Confindustria, le ragioni e le istanze
di Bologna trovino un ascolto ed
un’attenzione ancora maggiore”.
NASCE L’AEO
(OPERATORE ECONOMICO
AUTORIZZATO)
Dal 1° gennaio 2008 le imprese possono ottenere la certificazione UE
per diventare Operatore Economico
Autorizzato (Authorized Economic
Operator - AEO).
L’istituto AEO si rivolge a tutti gli
operatori della catena distributiva
(produttori, esportatori, importatori,
spedizionieri, doganalisti, vettori,
ecc.) e permette di accreditarli come
partner affidabili nella catena di approvvigionamento, sia dal punto di
vista della sicurezza, sia in qualità di
beneficiari di pratiche doganali e di
controllo più veloci.
L’ AEO prende le mosse dall’esperienza Usa che, a seguito dell’11 settembre 2001, ha visto l’introduzione
di un sistema di controllo basato sulla collaborazione tra gli operatori
commerciali e l’amministrazione doganale, finalizzata alla protezione nei
confronti di atti terroristici, e alla velocizzazione delle pratiche e dei
controlli doganali.
Il certificato di Operatore Economico Autorizzato viene rilasciato agli
operatori economici stabiliti nella
UE che soddisfano criteri relativi a:
un'adeguata e comprovata osservanza
degli obblighi doganali; un soddisfacente sistema di gestione delle scritture commerciali; una comprovata
solvibilità finanziaria.
I vantaggi per le imprese che otterranno la certificazione AEO sono
news unindustria
numerosi: in particolare, un minor
numero di controlli fisici e documentali ed un trattamento prioritario in caso di controllo.
Caratteristiche e modalità di accesso
all’istituto dell’AEO sono state illustrate agli imprenditori associati dall’Agenzia delle Dogane che, su invito di Unindustria Bologna e in collaborazione con l’Associazione Doganalisti Emilia Romagna, ha tenuto
un incontro informativo il 13 febbraio presso la sede di via San Domenico. Sono intervenuti: il Direttore Regionale dell’Agenzia delle Dogane, Alfredo Di Tommaso; il Direttore dell’Ufficio delle Dogane di
Bologna, Sergio Ciardiello; il Direttore Generale di Unindustria Bologna, Cesare Bernini, che ha portato
il saluto dell’Associazione.
LA COMMISSIONE
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Nei primi mesi del 2008 missioni di
aziende in Brasile, Cina, India, Sudafrica, ma anche in Germania perchè
i mercati UE continuano ad essere
molto interessanti e vanno consolidati. Progetti specifici sia per l’industria meccanica (che è il cuore del
sistema produttivo bolognese) sia attraverso la collaborazione con il sistema Confindustria - per il settore
alimentare, il sistema moda, l’edilizia
e il sistema casa. Sono queste le principali iniziative messe a punto dalla
Commissione Internazionalizzazione
di Unindustria Bologna.
Composta da oltre 40 imprenditori e
presieduta da Alberto Vacchi, Consigliere Delegato di Unindustria Bologna all’Internazionalizzazione, la
Commissione si è posta un obiettivo
sopra a tutti: “Vogliamo far crescere
il livello d’internazionalizzazione di
tutte le imprese.” afferma Vacchi
“Sappiamo che le più piccole hanno
bisogno di andare all’estero condividendo con altri gli sforzi e le relazioni. Perciò nei nostri progetti metteremo insieme imprese piccole, medie
e grandi, affinchè anche per le piccole quella di muoversi nei mercati
internazionali possa essere una scelta
chiara e consapevole”.
Ulteriori aree che la Commissione
Internazionalizzazione di Unindustria Bologna ritiene particolarmente
interessanti, inoltre, e sulle quali concentrerà il suo impegno sono il
Nord Africa (Marocco, Egitto) ed i
mercati a maggiore capacità di spesa
IL GRUPPO GIOVANI AD ARTE FIERA
CON “CONTEMPORARY PARTY”
Nella cornice di Palazzo Zambeccari-Francia
presso i nuovi spazi di Visionnaire shop, in
occasione di Arte Fiera, si è tenuto “Contemporary Party 08”, la festa d’inverno del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna. Evento che fa incontrare impresa, arte e
design, la seconda edizione di “Contemporary Party” è stata anche l'occasione per assistere a uno dei più interessanti appuntamenti di ArteFiera Off: "Fotoartisti d'Italia
1967-2007", mostra di opere fotografiche prodotta da Photology e curata da Achille Bonito
Oliva che ha portato alla ribalta quarant'anni
di fotografia artistica in Italia, attraverso lo
sguardo, e il pensiero, di artisti affermati: da
Michelangelo Pistoletto a Mario Schifano; da
Ettore Sottsass a Vanessa Beecroft; da Maurizio Cattelan a Luigi Ghirri; da Mario Giacomelli a Ugo Mulas.
“Si consolida con questo evento la collaborazione tra i Giovani Imprenditori bolognesi e Arte
Fiera – ha commentato Andrea Paladini, co presidente del Gruppo Giovani di Unindustria Bologna – Avere tenuto il nostro tradizionale appuntamento conviviale d’inverno in questa cornice
testimonia l’attenzione che il nostro Gruppo riserva a una delle manifestazioni di eccellenza di
Bologna e, più in generale, al rapporto tra impresa e cultura“.
“Abbiamo coinvolto nell’evento anche i Giovani Imprenditori delle altre associazioni territoriali
dell’Emilia Romagna, a conferma delle sinergie di sistema che abbiamo saputo costruire a livello regionale e dell’attitudine a lavorare insieme facendo squadra – ha spiegato Giovanni
Mistè, co presidente del Gruppo – Non è stato casuale l’abbinamento della nostra iniziativa
ad Arte Fiera: la tensione verso l’innovazione propria dell’arte contemporanea è anche uno dei
principi ispiratori dell’attività dei Giovani Imprenditori della nostra regione.”
FARE 119
(Russia,Area del Golfo).
“Vogliamo portare all’estero le nostre eccellenze.” sottolinea ancora
Vacchi “Il nostro know how si basa
fondamentalmente su industrie ad
alta tecnologia, e le aziende puntano
sulla qualità del prodotto e delle risorse umane. Questo significa, fra
l’altro, che l’internazionalizzazione
deve essere accompagnata dalla formazione, per far sì che i lavoratori
locali siano in grado di utilizzare le
macchine delle nostre aziende”.
Unindustria Bologna punterà perciò
ad accompagnare le imprese in percorsi strutturati. Nei prossimi mesi
verranno creati gruppi di lavoro a seconda dei settori merceologici ma
anche dei diversi gradi di internazionalizzazione (chi è già attrezzato per
affrontare i mercati internazionali, chi
all’estero ha già creato insediamenti,
chi sta invece approcciando solo adesso il problema). E verrà sviluppata la
creazione di reti e di filiere per un
approccio aggregato, anche sulla base
del modello a rete per la cooperazione tra Pmi italiane e cinesi che Unindustria Bologna e la Regione Emilia
Romagna avevano recentemente presentato al Governo in carica.
PRESENTATO A BOLOGNA
IL PORTALE
“BUSINESS COMMUNITY
CONFINDUSTRIA”
“Noi non possiamo chiedere allo
stato o al paese di modernizzarsi e
non fare altrettanto in casa nostra”.
Cosi' il presidente di Confindustria
Luca di Montezemolo ha commentato la nascita del portale per
le negoziazioni telematiche delle
imprese aderenti. Si chiama “Business Community Confindustria”
120 FARE
ed è stato tenuto a battesimo, dopo
un periodo di sperimentazione, il
30 gennaio scorso nel corso della
consulta dei presidenti che si è
svolta a Bologna ed è stata aperta
dal saluto di benvenuto di Gaetano
Maccaferri, presidente di Unindustria Bologna.
Il portale è un nuovo servizio offerto
negoziazioni ha riguardato le piccole
imprese e il 60% acquisti strategici e
core business.
“Abbiamo creato questo mercato ha aggiunto da parte sua Marino Vago, vice presidente di Confindustria
per l’organizzazione ed il marketing
- per fare affari perchè questo è un
mercato virtuale dove l’offerta e la
domanda delle imprese si possono
incontrare. È un cambio di mentalità
di 180 gradi rispetto a quello che
Confindustria ha sempre fatto nel
corso degli anni” .
Imprenditori da tutta Italia alla presentazione
della Business Community di Confindustria
nel Salone del Podestà di Palazzo Re Enzo
dal sistema Confindustria che permetterà alle imprese associate, in particolare alle pmi alle quali naturalmente si
rivolge, di comprare e vendere all'interno di un mercato che potrà contare
su 126 mila aziende, con l'impiego di
strumenti telematici innovativi (aste
online, offerte digitali).
Negoziare on line i propri acquisti
consentirà alle imprese associate di
ottenere nel breve termine risparmi
attraverso il raggiungimento delle
migliori condizioni di mercato, visibilità e accesso a nuovi mercati di
fornitura, riduzione dei tempi necessari per le negoziazioni .
Nei primi 100 giorni di sperimentazione della fase pilota del servizio
BCC, sono stati conclusi 43 acquisti
on line per un valore transato pari a
1,1 milioni di euro.
Il risparmio medio per associato è
stato del 10%, pari a 26 mila euro,
255.000 euro il valore medio delle
singole negoziazioni, il 40% delle
Il riconoscimento al Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna assegnato da Confindustria per il miglior progetto di
comunicazione
AL GRUPPO GIOVANI DI
UNINDUSTRIA BOLOGNA
PRIMO PREMIO NAZIONALE
PER IL “MIGLIOR PIANO DI
COMUNICAZIONE”
GIOVANI IMPRENDITORI DI
CONFINDUSTRIA
Il Gruppo Giovani di Unindustria
Bologna è stato incoronato vincitore
assoluto nazionale per il “Miglior
news unindustria
piano di comunicazione” nell’ambito della competizione tra progetti
territoriali di marketing e comunicazione, promossa dai Giovani Imprenditori di Confindustria.
Il progetto di comunicazione degli
imprenditori bolognesi “under 40” è
stato votato come il migliore tra
quelli presentati dagli altri ventidue
Gruppi Giovani in gara.
“Analisi puntuale dello scenario,
strategia innovativa, visione sul posizionamento dei G.I. nella società,
idee coraggiose sugli strumenti e le
scelte creative.” Insomma: “un piano di comunicazione come modello per il futuro del Movimento, fra
crescita interna al Sistema e vera
forza d’opinione nel Paese”. Queste
le motivazioni del premio.
La cerimonia di premiazione si è
svolta a Roma nella sede di Confindustria, alla presenza dei rappresentanti dei Giovani Industriali di
tutta Italia.
“Siamo orgogliosi di questo risultato che consider iamo come un
importante r iconoscimento al
ruolo e alla progettualità dei giovani imprenditor i bolognesi ed
emiliano romagnoli nel contesto
associativo nazionale. – spiega
Giovanni Mistè, co-presidente del
Gruppo Giovani di Unindustr ia
Bologna, che ha seguito in prima
persona fin dalla sua genesi lo sviluppo di questo impegnativo progetto – Ci fa particolar mente
piacere che la motivazione del
premio sottolinei i concetti di innovazione, forza delle idee e crescita del sistema, che da sempre
sono i valori ispiratori dell’attività
del nostro Gruppo”.
“Il progetto che abbiamo presentato esce da un lavoro di team, che
ci ha consentito di mettere a fattore comune il meglio dell’ esperienza e della cultura d’impresa
maturata dai nostri giovani associati – commenta il co-presidente
del Gruppo Giovani, Andrea Paladini – In questo senso si può dire
che la vittoria premi indirettamente anche il metodo di lavoro che
caratterizza il Gruppo Giovani di
Unindustria fin dalla sua costituzione e che fa riferimento alla capacità di fare squadra”.
“INNOVATION SUMMIT 2008”,
CICLO DI INCONTRI
DEI GIOVANI IMPRENDITORI
E DI COFIMP
Ha preso il via “Innovation Summit
2008”, ciclo di incontri sulla crescente complessità dell’ambiente del
business e sulle nuove opportunità
imprenditoriali da sviluppare nello
scacchiere mondiale, promossi ed organizzati dal Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna e
da Cofimp, la business school dell’impresa, insieme ad INTENTAC
(International Entrepreneurship Academy), l'accademia internazionale
per l’attività imprenditoriale, con sede presso l’Università di Jönköping
(Svezia), di cui sono soci la stessa
Università di Jönköping, Ebram Investments (Riyahd, Arabia Saudita),
Euroconsultants (Atene e Thessaloniki, Grecia) e Cofimp (Bologna).
L’iniziativa, che ha l’obiettivo di
creare valori imprenditoriali interagendo nel circuito della conoscenza,
è decollata con l’incontro “Multicultural Business Leadership - Distinguere comportamenti e codici culturali: il management aziendale delle
diversità”. Relatore Gaëtan M.N.
Cantale, Vice Presidente dell’Area
Sud Europa e Sales Director di
3COM, azienda leader mondiale
nell’enterprise networking. Al centro
dei lavori un interrogativo: qual è l’atteggiamento con cui un leader si deve presentare in contesti dove gli individui hanno diverse sensibilità, consuetudini, riferimenti normativi e
modalità di comunicazione? L’obiettivo del seminario di Gaetan Cantale
è stato quello di fornire strumenti,
modelli e casi aziendali per facilitare
l’acquisizione dei meccanismi per
comprendere i comportamenti e i
modelli culturali ad essi associati.
Referente scientifico del ciclo di incontri organizzati dal Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna e da Cofimp è Piero Formica,
professore di economia della conoscenza e dell’imprenditorialità presso
la Jonkoping International Business
School, la Scuola di Economia e Management della Beijing University of
Aeronautics and Astronautics ed il
Link Campus dell’Università di Malta a Roma, con una lunga esperienza
presso la Divisione Prospettive economiche dell’OCSE, istituzioni governative e Unione Europea.
“SCUOLA, IMPRESE,
PROFESSIONALITÀ”
AL MUSEO DEL
PATRIMONIO INDUSTRIALE
Un momento del dibattito al Museo del Patrimonio Industriale
FARE 121
Roberto Gamberini, consigliere delegato di Unindustria per l’Education e la Formazione, è stato tra i
protagonisti della tavola rotonda
“Scuola, imprese, professionalità”
presso il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna. L’iniziativa,
promossa dal Museo del Patrimonio
Industriale con la collaborazione di
Unindustr ia e dell’Associazione
“Amici del Museo del Patrimonio
Industriale”, si è tenuta in occasione
della presentazione del volume
“Umanesimo tecnologico e istruzione tecnica” di Claudio Gentili, direttore Education di Confindustria.
Il volume affronta il tema dell’identità
dell’istruzione tecnica, del suo passato
e del suo futuro, esamina le teorie pedagogiche collegate all’umanesimo
tecnologico, individua le esigenze
formative dei giovani nella società
odierna e dà voce ai più prestigiosi
istituti tecnici italiani, collegandoli direttamente alle “grandi firme” dell’imprenditoria italiana a cui questi
istituti forniscono i migliori tecnici.
Oltre a Roberto Gamberini ne hanno discusso insieme all’autore: Giovanni Sedioli, direttore del Museo
del Patrimonio Industriale; Paola
Manzini, assessore Scuola e Formazione professionale Regione Emilia
Romagna; Gualtiero Tamburini, presidente di Nomisma.
A IMOLA UN CONVEGNO
SULLA VALORIZZAZIONE
DEI COLLABORATORI
“Migliorare il coinvolgimento e l’efficacia dei collaboratori” è stato il tema del convegno organizzato da
Unindustria Bologna a Imola.
L’incontro ha posto l’accento, in particolare, sui fattori e gli strumenti che
122 FARE
possono responsabilizzare e coinvolgere le risorse di un’impresa. I risultati di un’azienda, infatti, dipendono
fortemente dalle persone che vi lavorano, e da quanto queste desiderino
ogni giorno dare il meglio di sé.
Il dibattito è stato coordinato da
problema delle risorse umane in
azienda. Sono questi i punti più significativi del programma di attività
2008 del Settore Metalmeccanico di
Unindustria Bologna.
“La subfornitura e le risorse umane
sono indubbiamente i temi a cui intendiamo dare un rilievo particolare
nelle nostre attività dei prossimi mesi.” afferma Maurizio Marchesini,
Presidente del Settore Metalmeccanico di Unindustria e amministratore delegato di Marchesini Group
“Già in aprile abbiamo in programma workshop tra aziende e subforni-
Marco Gasparri, consigliere delegato di
Unindustria Bologna per il circondario imolese
Marco Gasparri, Consigliere Delegato
di Unindustria Bologna per il Circondario Imolese. Ha partecipato
Elena Morelli di Right Management,
divisione della società Manpower
Spa, specializzata in outplacement. Interventi di imprenditori del Circondario Imolese quali Fabio Bottaro,
Smurfit Sisa s.p.a., e Silvia Poli, Imola
Legno, hanno arricchito il dibattito
con le proprie esperienze aziendali.
IL PROGRAMMA DEL
SETTORE METALMECCANICO
Progetti concreti di inserimento di
lavoratori extracomunitari. Avvio di
un dialogo più stretto tra committenti e subfornitori, anche attraverso
incontri programmati, per comprendere insieme i punti di miglioramento delle loro relazioni. Analisi dei risultati di un progetto pilota per la
Filiera meccanica in collaborazione
con Cna ed i suoi programmi di sviluppo futuri. Sviluppo di un dialogo
ancor più stretto con i Provveditorati
agli Studi e il mondo docente sul
Maurizio Marchesini, presidente del Settore Metalmeccanico di Unindustria Bologna
tori, mirati sia alla presentazione delle previsioni che i ‘grandi player’ fanno sul mercato della subfornitura, sia
all’analisi delle principali criticità nei
rapporti di fornitura e dei punti di
miglioramento. E sempre in primavera analizzeremo i risultati del progetto pilota Filiera meccanica, svolto
in collaborazione con Cna sui temi
della total quality e della logistica”.
“In tema di risorse umane” aggiunge
Marchesini “abbiamo molta carne al
fuoco. Nella seconda parte dell’anno
partirà a Imola un Progetto pilota rivolto alle scuole, con il coinvolgi-
mento dei docenti, al quale farà probabilmente seguito un progetto più
ampio su Bologna nel 2009. Parallelamente, svilupperemo una collaborazione con l’Istituto Salesiano di
Bologna rivolta a diversi obiettivi:
inserimento di manodopera extracomunitar ia for mata; sostegno con
borse di studio a studenti di 3° media che vogliano intraprendere un
percorso di formazione tecnica; un
percorso di orientamento, ancora per
le classi della 3° media; coordinamento di Unindustria sulle principali attività di orientamento che le
aziende fanno sul territorio”.
“Il nostro obiettivo è l’ascolto, la conoscenza e la diffusione dei valori legati all’attività del settore metalmeccanico.” conclude Marchesini “E con
l’assemblea di Settore in dicembre
verificheremo i risultati conseguiti”.
MISSIONE CONFINDUSTRIA
IN MESSICO
Oltre 180 imprenditori, 10 Associazioni industriali e 8 gruppi bancari: è
stata la più grande missione economica mai organizzata in Messico
quella organizzata da Confindustria,
in collaborazione con ICE ed ABI, a
Città del Messico e Monterrey. Presenti insieme ad Unindustria Bologna anche aziende bolognesi di diversi settori: AL7-Meipa, Cyklop –
Div. Zucchelli Umet, Di.Co Solving, Gruppo Maccaferri.
Il programma dei lavori è stato inaugurato a Città del Messico dal Ministro dell’Economia messicano Eduardo Sojo, che ha presentato all’intera
delegazione imprenditoriale gli ultimi dati relativi alla crescita economica messicana e i dettagli dei principali programmi di sviluppo economico
del paese. A seguire si è svolto il seminario “Opportunità e Strumenti
per investire in Messico”, nel corso
del quale le istituzioni messicane e
gli Esteri messicano Patricia Espinosa
Castellano, si è inoltre tenuta una sessione di firme di accordi tra istituzioni
e imprese italiane e le loro controparti
CONCERTO
DI NATALE
CON SALVATORE
ACCARDO
Milleduecento tra imprenditori, autorità e
Salvatore Accardo e l’Orchestra da Camepersonalità bolognesi sono intervenuti al
ra Italiana in un momento della serata al
Palazzo dei Congressi
Concerto di Natale di Unindustria Bologna
e AnceBologna al Palazzo dei Congressi. Il
violino magico di Salvatore Accardo e l’Orchestra da Camera Italiana sono stati i protagonisti
di una serata dedicata alle “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi e ad una selezione di applauditissimi pezzi di Astor Piazzolla.
Al termine brindisi augurale per tutti nel foyer del teatro.
italiane hanno presentato gli strumenti normativi e finanziari messi a
disposizione per investire in Messico.
Quindi, quattro seminari tecnici dedicati a: Alta Tecnologia; Meccanica e
Meccanica Strumentale; Agroindu-
Il saluto agli imprenditori bolognesi di Giovanni Bellei, direttore generale della Maccaferri de Mexico
stria e Meccanizzazione Agricola; Beni di Consumo di alto livello.
All’interno del Forum Economico
“Italia-Messico: un’Alleanza per il Futuro”, che ha visto la partecipazione
del Vice Presidente di Confindustria
Alberto Bombassei e del Ministro de-
messicane. Sia a Città del Messico sia
successivamente a Monterrey hanno
poi avuto luogo sessioni di business to
business tra imprese italiane e messicane, durante la quale si sono svolti oltre
1600 incontri bilaterali: le aziende bolognesi hanno incontrato in media 15
aziende messicane di alto profilo e fortemente interessate alla tecnologia e
qualità dei prodotti italiani. Numerose
sono state le visite ad imprese messicane, in particolare dei settori della meccanica, della produzione e imbottigliamento di bevande, dell’indotto aerospaziale, della siderurgia. Il Direttore
della Camera di Commercio Italiana
in Mexico, Alberico Peyron, e il Consigliere Commerciale di Promexico in
Italia, Claudia Esteves, saranno a Bologna il 20 maggio prossimo, presso la
sede di Unindustria, impegnati in incontri di approfondimento individuali
con le imprese associate.
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