Due lapidi sul vecchio municipio
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Due lapidi sul vecchio municipio
1 Volano: due lapidi sul municipio vecchio di via S.Maria (E.T. gen2017) Entrambe le lapidi ricordano il medesimo evento: Domenica 3 novembre 1918 i primi soldati italiani, liberatori o invasori, conformemente al punto di vista geo-politico, ma inconfutabile dal punto di vista storico, entravano in Volano. Quel giorno il tricolore sabaudo sostituiva il bicolore asburgico. 2 L’esistenza di due lastre commemorative per il medesimo fatto sollecita la curiosità e attiva la ricerca delle motivazioni. A prima vista affiora l’idea che una completi l’altra, cioè, che in una siano stati dimenticati alcuni protagonisti dell’evento e l’altra ripari il torto fatto. L’esame delle scritte riportate sulle lapidi e la lettura delle relazioni militari susseguenti al momento storico, aiuta a comprendere il valore di entrambi i “marmi parlanti”. La differenza sostanziale tra i due “racconti” sta nella descrizione dei corpi militari e dei loro condottieri principali. In una risaltano con precisione militare i nomi dei reparti: gli Arditi, gli Alpini, gli Artiglieri al comando di Giovanni Faracovi e non sono menzionati i Cavalleggeri; nell’altra sono messi in primo piano i Cavalleggeri d’Alessandria con il condottiero Ernesto Tarditi e i due caduti in combattimento e passano in forma anonima gli altri reparti. Ritengo che la discordanza rifletta la polemica innescata dalle relazioni dei due succitati comandanti. La prima redatta dal Colonnello Comandante del Reggimento Cavalleggeri Alessandria Ernesto Tarditi, datata 30 novembre 1918. La seconda in risposta e datata 17 marzo 1919, compilata dal Colonnello Giovanni Faracovi già Comandante il IV° Gruppo Alpino. Le succitate relazioni assieme ad altre sono state presentate e commentate da Bice Rizzi e pubblicate sulla Rivista di Studi Storici Trentini, 1958-2°; il tutto è consultabile sul sito di “cultura.trentina.it”. In merito alle relazioni, Bice Rizzi commenta con “bonarietà”: “i discorsi sono il frutto di due stili che affondano le radici appunto sulla diversità dei varii Corpi militari di cui si componeva l’Esercito, dello spirito di corpo e di costume che non poteva non essere diverso”. E’ necessario precisare che le reciproche accusa di omissione e partigianeria nelle descrizioni dei fatti riguardano principalmente la “conquista” di Trento, ma comunque anche Volano, ne è coinvolto. Per maggior comprensione e per rimanere nel tema iniziale che riguarda le due lapidi , riepilogo l’antefatto e la successione delle entrate italiane a Volano il 3 novembre 1918. 3 Antefatto; dal 24 ottobre al 3 novembre il Regio Esercito Italiano aveva sferrato l’offensiva vittoriosa che costringeva l’I..R.E. Austro-ungarico (K.u.K. Armee) alla resa ed alla firma dell’armistizio a Villa Giusti. L’armistizio avrebbe avuto validità dalle ore 16.00 del 3 novembre. L’Italia, prima dell’entrata in vigore del “cessate il fuoco”, voleva conquistare Trento. L’avanzata italiana in Vallagarina era stata assegnata alla 32° Divisione del Gen. Bloise, facente parte del 29° Corpo d’Armata comandato dal Ten.Gen. De Albertis, componente della I°Armata comandata dal Gen. Guglielmo Pecori-Giraldi. A Volano: passata la mezzanotte, tra l’una e le due del 3 novembre 1918, entrava in Volano la prima colonna del Regio Esercito Italiano formata da: - 29°Reparto d’Assalto Arditi (forza di elite dell’Esercito Italiano che aveva il ruolo tattico di violare le difese nemiche per preparare la strada alla fanteria) al comando dal Maggiore Gambara, -due battaglioni Alpini del 4°Gruppo (Feltre e Monte Pavione) e il 10°Gruppo da Montagna (con la 217° Compagnia di mitraglieri di Fanteria) tutti al comando del Colonnello Giovanni Faracovi. -Alle prime luci del giorno entravano tre squadroni dei Cavalleggeri d’Alessandria e una Batteria cannoni di Marina autotrasportati, tutti al comando del Colonnello Ernesto Tarditi, che ebbero un breve ma cruento combattimento. -Dopo le ore 9 entrava in Volano il battaglione alpini Monte Arvenis. -Di seguito giungevano a Volano il camion dell’I.T.O.(Informazioni Truppe Operanti) e le moto carrozzette “sidi-carr” di Ciarlantini e Calamandrei. A Volano si svolse l’ultimo scontro armato con spargimento di sangue, anche mortale, prima dell’Armistizio. I documenti di parte italiana (Regio Esercito Italiano) confermano l’evento: i Cavalleggeri d’Alessandria ebbero a Volano un breve ma cruento combattimento che: “irrorò quella terra col sangue generoso degli ultimi Caduti sulla Sacra Via”. 4 “A Volano i Cavalleggeri d’Alessandria ebbero 2 feriti mortalmente, 3 feriti, 4 cavalli uccisi. I nomi dei soldati morti appaiono su una lapide del Municipio (vecchio); sono i cavalleggeri Pastorino e Del Pasqua.” I documenti austriaci lo ribadiscono (cito gli atti del ST.Gerog-Orden della Casa Asburgo-Lothringen): Die ersten Schüsse an der neuen Front von del Schweizer Grenze beim Ortler über den Isonzo bis zur südlichen Adria fielen am 23.Mai 1915 um Mitternacht am Grenzbach Judrio in Visnale nördlich von Cormons, in der bukolischen Landschaft des Collio. Das letzte Gefecht der k.uk. Armee war, in einer gleich zu beschreibenden Landschaft, am 3. November 1918 in Volano, an der Etsch südlich Trients. Dazwischen lagen dreieinhalb Jahre mit zwei Lillionen Toten und Verwundenten.” “il primo sparo… venne emesso il 23 maggio 1915 a mezzanotte a Visnale sul rio di confine Judrio, vicino a Cormons nella zona del Collio, l’ultimo combattimento della K.u.K.Armee è avvenuto il 3 novenbre 1918 a Volano nella valle dell’Adige a sud di Tento. Fra questi luoghi, in tre anni e mezzo, 2 milioni tra morti e feriti.” In merito ai due caduti nello scontro di Volano: -Nell’Albo dei Caduti dell’Esercito Italiano si legge: Del Pasqua Luigi nato a Sabbiano (AR) il 14.08.1897 soldato del Reggimento Cavalleggeri di Alessandria (14); morto il 3 novembre 1918 a Volano causa ferite riportate in combattimento. Decorato con Medaglia d’Argento al V.M. -Nell’Albo dei caduti della provincia di Savona si legge: Pastorino Paolo, soldato, figlio di Lorenzo e di Briano Teresa, naque il 13 lug. 1896 ad Altare, mt.1,60, vetraio, illeterato, iscritto alle liste di Altare. “1918, 5 nov. Morto nell’ospedale da campo n.051 in seguito a ferite riportate per fatto di guerra. Il 3 novembre riportò una ferita alla regione laterale del collo in seguito a colpo di fucile nel combattimento di Volano che ne cagionò la morte. Medaglia d’Arggento V.M. in commutazione alla Medaglia di Bronzo V.M. concessagli con R.D.8.8.1920. (Enrico Tovazzi gen 2017) 5 Allegati: di seguito, riporto le parti delle relazioni di, Faracovi, Tarditi, Callaini e Calamandrei, che riguardano Volano: -relazione Faracovi: ……… a Rovereto, “verso mezzanotte. Il 29°Reparto d’Assalto, i due battaglioni Alpini del IV°Gruppo (Feltre e Monte Pavione) ed il 10°Gruppo da Montagna riprendevano la loro avanzata su Volano e Calliano, seguiti da tre squadroni dei Cavalleggeri Alessandria………………” “La colonna avanzando rapidamente, travolgeva successive sporadiche resistenze tentate da nuclei nemici lungo la strada, sorprendeva ancora nelle case i soldati austriaci accantonati a Volano, li catturava dopo breve lotta e, accolta con entusiasmo e con grida di “Evviva l’Italia” dalle popolazioni dei primi paesi liberati, proseguiva su Calliano.”……………….. “Circa le ore 2.30, giungeva da Rovereto allo scrivente un avviso del Colonnello Tarditi…” riferiva che appena mosso era ritornato a Rovereto con tutti i suoi cavalleggeri per la presenza di nemici in zona. Il Gruppo Faracovi a Calliano incontrava il Plenipotenziario austriaco giunto in automobile da Trento. “…il Principe di Liechtestein, quale plrnipotenziario autorizzato, veniva quindi bendato e fatto proseguire sotto scorta in automobile per il Comando del 29°Corpo d’Armata, accompagnato dal Capitano Cristiani del X°Gruppo da Montagna……” “...il Capitano Cristiani che, per ordine mio, accompagnava il Principe di Liechtestein, il quale ultimo, giunto a Volano, si fermò per indurre gli austriaci a sospendere il fuoco, mi assicurò, ancora il 15 corrente, che la forza dei gruppi nemici non sorpassava complessivamente i centocinquanta uomini, che non si rilevava, fra i gruppi stessi, alcuna compagine organica, e che non si trovava, fra essi, alcun Ufficiale, ma solamente qualche sottufficiale e qualche graduato. Ebbi allora, e conservo presentemente, la impressione netta e precisa che si trattasse di gruppi sottrattisi alla cattura durante il passaggio della colonna ai miei ordini per l’abitato di Volano e rimasti nella notte nascosti in detto paese.”…………………………………………………………………………………………………. 6 …”Gli squadroni di Cavalleggeri d’Alessandria, ripartiti all’alba da Rovereto, giungevano a Calliano solo verso le ore 9, dopo aver avuto una breve scaramuccia a Volano con gruppi di austriaci che scendevano verso il paese e con soldati ancora appiattiti qua e là nelle case.” (nota-4) “a Volano ebbero 2 feriti mortalmente, 3 feriti e 4 cavalli morti”. Nel frattempo il Ten.Col.Tessitore comandante del battagl.Monte Arvenis, “…comunicava altresì, che avendo veduto folte masse di austriaci scendere armate dalle pendici del Finonchio per la strada di Moietto su Volano, aveva creduto opportuno occupare cil Battaglione una posizione dominante a est del paese. Il sottoscritto, allora, per disimpegnare, se necessario, il più rapidamente possibile il battaglione, ordinava alla sezione 2.M. da Marina su automobili, che era giunta insieme alla cavalleria, di portarsi a Volano e di raggiungere poi di nuovo, appena allontanata qualsiasi minaccia, gli squadroni di cavalleria. -relazione Tarditi-Callaini: dopo aver confermato la sequenza dei fatti riguardanti l’avanzata da Rovereto a Calliano si legge: ………………………… “In obbedienza al fonogramma a mano n.975 del 2 corrente (novembre 1918) di Codesto Comando, ho l’onore di riferire che: Sulla via sacra di Trento, da Volano in poi, fin dalla prima luce, donne, vecchi e bambini, all’apparire della colonna di avanguardia ai miei ordini dagli abitati come dagli sparsi casolari accorsero incontro ai soldati d’Italia, con voce rotta dalla emozione e dalla gioia, li salutavano con le grida di Viva l’Italia – Viva Savoia – Viva il Re – Viva i nostri Liberatori!”. Il Col Tarditi aggiunge a conclusione della relazione: “…E ciò io chiedo, non tanto nel nome dei vivi, quanto perché siano placate le anime dei Morti di Volano, ed alfine, sia offerto il lauro della gioia di aver tessuto il primo nodo d’amore fra l’Esercito ed il Popolo di Cesare Battisti, anche ai Fanti ed ai Marinai che, insieme ai Cavalieri, in numero di soli 300 – audacemente sfidando minacce nemiche – primi entrati in Trento, alle innumerevoli turbe del vinto nemico imposero la resa.” 7 Aggiungo alcuni passaggi della relazione del capitano Piero Calamandrei: (nda: Calamandrei è l’ufficiale che portò il tricolore a Trento) “Oltre Rovereto ripresi la corsa, passai per un lungo viale fiancheggiato da ippocastani ingialliti dall’autunno( nda:l’attuale viale Trento), tra i quali erano appesi neri festoni del mascheramento di frasche secche penzolanti nella foschia; sotto quel paramento funebre dai colori austriaci passavano le turbe barcollanti dei prigionieri che venivano avanti da sé, senza guardiani, perché in quel giorno i nostri soldati avevano da andare a Trento e non potevano perder tempo coi prigionieri. Più avanti salutai due donne redente, che mi risposero in fretta perché erano occupatissime a trasportare con un carretto dei sacchi di farina abbandonati nei magazzini austriaci (nda: S.Ilario), e già c’era a tu per tu con loro, pare impossibile, un solerte capitano dei carabinieri, che si industriava a dimostrare la poca regolarità di quella requisizione privata …… Dalle finestre di Volano, qualche vecchio mi guardò passare con aria trasognata: s’era addormentato cogli austriaci, e si levava cogli italiani. E verso le nove giunsi a Calliano. Note: -la lapide datata 20 novembre 1920 porta inciso il nome del primo cittadino di Volano, Luigi Gioseffi (1863-1933), che è stato alla guida del Comune dalla seconda metà del 1919 fino all’inizio del 1921; Note:- -Bice Rizzi (S.Bernardo di Rabbi 26.07.1894 – Trento 27.04.1982), figlia del dottor Candido Rizzi, medico condotto di Volano dal 1904 al 1915. Il 13 luglio 1915 fu presa in ostaggio in cambio della libertà concessa al padre gravemente malato, che era stato incarcerato sotto l’accusa di spionaggio a favore dell’Italia. Il dottor Candido Rizzi moriva il 20 agosto 1915 e la figlia Bice fu processata per alto tradimento e condannata a morte per capestro. La condanna a morte venne commutata in quella di 10 anni di carcere duro, presso Wiener Neustadt. Dopo la fine della guerra, ritornava a Trento dove iniziava l’opera di storica come animatrice prima e direttrice poi, del Museo del Risorgimento e della Lotta per la Libertà. (EnricoTovazzi gen.2017)