tomo 3 - Comune di Crespina Lorenzana
Transcript
tomo 3 - Comune di Crespina Lorenzana
VIAGGI PER L'ISOLA DI CIPRO E PER LA SORIA E PALESTINA FATTI DA GIOVANNI... i Digitized by Google Digitized by Google 1 Digitized by Google VIAGGIO GIAFFA a RAMA CAP. E iSfcndo il dì I. io arrivato 8. in Giifli dì Aprile del 17-57. ' come già feci vedere al Cip. del Tom. IL e bramando di panare lolledtamentc in Gcrufaleni- XVI me, rio adempito rellò i( di tal mio fogliente, cioè il desidedi 9.. mentre ad un'ora dopo mezzo giorno . mi venne intimato di dovere immediatamente partite alla volta di Rama . Ali fu confegnato net rempo medefimo un paio di ftalìé di legno legate con una cordicella , che fervir mi dovevano per il comodo di cavalcare, e con effe in ifpalla me ne andai per la ftrada , fenza fapc- A re Digitized by Google re la filale finalmente doveva effsrc mia cavalcatura, ma allontanato mezzo miglio dalla Otti, mi trovai in on t>-anco di circa cento Afiru i quali erano pronti per fervi/io altrettante l'orfane i , di andavano clic in Rama Fu affegnato ancora a me la mù belliuola, la quale aveva un'incomoda bardcllactia Allora mi avveddi bene > che io mi accingeva alare de Viaggi difaflroli . . i nè andarono per mala forte riliei falliti i prognoitid. Unirà adunque la Carovana , che era diretta da foli tre Soldati Barberefchi dell' incamminammo Agà tutti di Giaffa, ci volta di alla Oriente, c da ogni parte, che io voliaffi , non vedeva fe non che mi Perforie a c di me del tutto forclltcre » poco benigno afpetto. Dopo un miglio di ftrada>veddi , che dalla parre di Giaffa venne a raggiugnerci un Signore ve- Francete , e monraro fopra un buon Cavallo , lì meffe ancor fliro alla Digilized by Google cor egli a feguitare 1' tiggiofo , c lento parto della Carovana Fattomi ad elio conofeere per un Europèo , ci fu di reciproco piacere elìerci qui incontrati , e ci facemmo per la ftrada buona compagnia Era . . quelli Miolan Sig. il Negoziante Rama, ove Francete ftabilito in fono diverfe Cafe di Negozio di detta Nazione. Da erto feppi , che Gian» a Rama ogni tempo ii curali mo , gio da il parteg- età (lato in e fenza pe- ricolo di cattivo incontro dalla pardegli Arabi ; ma erano allora te dodici giorni , che per alcune differenze del Popolo di Rama con quel Governo, lì era reto perìcolofo il traniito da una Città all' altra,, c che per quello motivo unìvanlì. quelle. Carovane , e che per la raaveva gione ftefla egli la pazienza di itarfene al palfo arrifchiarlì medefimo , per non andando folo ..Allora fol- tanto feppi pumero di , che ancora io era del Carovana per quella A i preti- prendere le reciproche difefe incaMi fo di qualche liniltro incontro . dille Umilmente , che quella ftrada di Gìarlà a Rama è permeilo agli Europèi di farla anche vediti alla Francete; come alla Frantele pure il può ftar mi dette Città ; che vogliono paflare vertici in che quei , a Gerulalcmrne i è ferri pre bene , che mutino di Abiti clfendo in Giaffa , mentre arrivati in Rama , dovrebbero farlo indifpeniabilmcnre. fi . Intanto xrìKt t dopo miglia q.iariro U,Ìt. 'da Giaffa, li trovò fulla linittra il Villaggio di Zagùr.o Jasùr, il quale è ìituato in un terreno alquanto elevato; riconofeendo dalle rovine, ai medelimo,che foife flato in antico qualche che fono intorno quivi Cartello. M-m<> Quali dirimpetto al detto Vildalla rtra- u,imt> a laggio fulla parte delira ftfir. da , che va a Rama , evvi una Mofchéa di figura quadrata con nova cupolette. I Maomettani riguardano quella con gran rifpotto qual Digilized by Google Monumento di un loro famoDervifc. Accanto ad efia vi è qual fo un pozzo di buon' acqua > e qui' fi fermò la Carovana per riunire quei che lì erano difeoftati. Le Campagne) pafla quali per le quali fi facendo quello viaggio , e le fi eftendono da Cefaréa di Paleftina fino a Giaffa, c da Giaf- Rama, li chiamano Campagne di Saron A Cacfarea Palaeslinae ujque ad oppidmn loppe omnis terra , guae ceruitur , dkitur Sarortas .Hieronym.de loc. //^.Appartenevano quelle alla Tribù di Ephraim Le altre pianure , che fono fulla parte Anftralc , fi eftendono fino al Cairo , ed erano del Paefe de i Filifa lino a . (tèi. Molti campi delle Pianure di Saron fono coltivati per i Cocomeche ivi chiamano Pafteche, delle quali ne fanno ogni anno una raccolta così abbondante , che condirono non folo i circonvicini Paefi , ma ancora tutta la Corta delri, A i U Campagne 41 " Sona la pro c ) e t li fino 1' Ilbla di CiCittà di Damiata an- La maggior parte però di quelCampagne fono tenute incoltej le e ciò forfè per mancanza di col- Nella Iragtonc > in cui pallài per effe, non mi fi prefentarono tivatori . all'occhio, fe non come gran ricoperti di erbe , prati e di fiorì diverti. Porrebbe!! però congetturare che in , ogni tempo Campagna non quella ertela abbia nella fua mag- gior parre prodotto fc non erbe da pafcolare gli animali , mentre David aveva fatto un Soprintendente per Armenti , che pafcolavam in emette Campagne di Saron Parai. lib. I Cap. XXVII. ver. 20. Ifaja volendo dimoflrarc quanto di Dello può avere un luogo , dice , che gli è donata la gloria del gli . Libano, e la bellezza del e dt Saron e! , Cip. . Gloria Libani data efl Saron Éi. , decer Carme/i XXXV. Carmélo» & . ver. 1 Nel Digitized by Google 7 . Nel mezzo fra Lidda di qaéfta Arsùr ed , . Pianura una è vi piccola Montagna, ove è un miferabile Villaggio , che chiamali an- cor oggi Saron , ritenendo il nome il itefso della Citta , che vi era Re della quale fu vinto da Giofuè. hj. Cap.XII. ver Gli ciarono i3. di Saron abbracFede Criftiana ; allorché abitanti la veddero gione il Miracolo guari- della Paralitico del , operato in Et vìderimt Lidda da S. Pietro Cam omnes , qui babìtabant Lyddae . & Saronae Domì.ium itfrt . : qui conver/ì flint A8a Apoih 35; ad IX- Cip- :. . . Un miglio , e mezzo da Zatrova il Villaggio di Bedopo uri altro miglio, c mezzo li arriva a quello di Serfòi o Serfend , i quali fono abitati da gùr ;,.„ ™'««" fi tegiòy é Arabi Maomctrani.Tra l'uno, e l'altro a.- »«*.. . t di quelh Ulivi alcuni vi fono avanzi di quelle ampie piantazioni Villaggi A serjtni „ che i q JtJli temi. „„.- che una volra vi furono , e nelle quali gli alberi erano flati merli in una egual diftanza Penfo elfere queiìe gli uni dagli altri . piante antichif- fime , giacché due uomini non laranno capaci di abbracciarne una, portano un anno si , ed un anno no, fenza coltura alcuna un'abbonOHèrdanciilima quantità d'Olio vai che a proporzione della grof. , fczza del tronco le arieggiavano di rami quantunque non Ila tra quei Popoli ufo di mai potarli, il che per (urta la Paleftina non viene praticato neppure per ogni altra for, te di alberi. Veddi , che alcuni di Ulivi andavano Toccandoli tri erano fafeiati con de i , quegli e che al* panni, e fieno; mi fu detto, che ciò Arili /o^/itWvi.feguiva quando fra quei Popoli vi IV-^ erano delle differenze , e che per vendetta andavano di notte rompo ad intaccare quegli alberi vicino al fuolo , i quali gettando continova- mente un umore , perciò a poco per Digitized by Google 9 per volta lì fece ivano , e che in tal maniera ne erano ftace diilrutte in quei concorni delle beìliiiime tenute Soggiungendomi , che quando . liano così danneggiati, flati rimerieme fa- diano a quella diflillazione piendo l'inciderne dì fango , lciandola intorno inrorno Ho trovata poi T ideila forta dì vendetta praticata anche ne i contornì di Be. tlemme. . Pallàio che avemmo il Villag- Mìolan, col quale ci facevamo compagnia , mi dille j che non eflèndovi allora fino a Rama alcun pericolo , era meglio lafciar la Carovana, ed avanzarli verfo la Città , che era foltanto lontana circa due miglia , ove fi arrivò gio Serfò , il Sig. dopo quattr'ore dalla noftra partenza da Giaffa Ma fàcendo quello viaggio liberamente , non fi fpenderebbero più di tre ore , allicurando. il Sig. Miolan di averla diverfe volte fatta ancora in minor tempo nii Io ' '". la Cirri di Rama guidare dall' , iitélfo onde mi lardai mio Compagno Widi viaggio, il quale mi condurle al i Padri di Terra Sanmi presentai per elitre ivi mi un Converfo , che , venne ad aprire , vedendomi veltito alla Levantina j immediatamente fenz* altre parole mi renò la Porta in faccia. Reità! forprefo ad una rale anione , e fcnza parkre io guardava in vifo il mio Compagno , il qviale umilmente fenza proiicrir pa- """Convento de ta, ove ricevuto iola fì ftringeva nelle fpalle. Bi fo- nuovamente picchiare , ed il Sig. Miolan ii mefle egli d'avanti, affiorando quel Rcligiofo , che io era una perfori* Europèa i e che dovema va panare in Gerufaiemme che non egli nuovamente rìfpofe gni) ,' poteva riconofeermi per tale , fe prima io non gli confegnava la lettera d'avvifo, colliquale la Procura Europei > que- accompagnare che vanno a Rama' di Giaffa è folìta gli per per pattare a Gerufalemme . Io cer- tamente quefta non la teneva , nè fapeva di doverla avere, mali dille, che probabilmente l' averebbe avuta che doveva il a loro Vetturale momenti di . arrivare colla lì Carova- na , che era rimafta poco dittante; e fenza credere al Sig. Miolan, che io veramente Europèo, mi folli rò nuovamente la Porta ; ma fer- di lì a poco arrivato il Vetturale , e ricevuta notizia di me , fai ammetto nel Convento , ove venni accolto con buone dimoilrazioni di affètto, dandomi anche varie cofe da rinfrefcarmi Allora quei Rcligiofi mi dif. che fe potevano ettere vera, mente perfuafij che. io fuffì Italiano) mi averebbero addirittura ammetto ; fero ma fiecomc vi fono anche molti che parlan be- Criftiani Levantini, ne 1* Italiano, non era quefta fuffi- cientc riprova di ettere io Europèo Ma non mi maravigliai fe non Capevano diftinguerc la lingua Italiana , che piti, parlate un Levantino , da quella > che pub parlare un vero Italiano, mentre eiicndo quei Religioli tutti Spagnuoli , o Portughelì avevano loro medeiizni deila diffi- a coltà fpiegariì meco Seppi . di qui, che non ricevono in quello Convento altro , che i Pellegrini Rcligiolì , e Secolari di nafeira Europèa , ma non danno poi alloggio a Criftiani Orientali , ancorché Cattolici , fe non con un prceifo ordine del Guardiano della loto Chiefa di Gerufalcmme. D haBziiini plifiprr endarc in Intefa il Superiore la mia intenzione di voler pallate immedia- tamentc a Gerufalemme , mi dille , Otrufittm- c h' i 0 poteva tenermi pronto per la mattina confecutiva, mentre al far doveva partire una Carovana di cinquanta Perfone, colla del giorno mi farei unito Avuto tale avvifo , quale . andare a vedere qualche parte di ella Citrà di Rama , ma ficcome non potei allora enervarla intieramente , e dovetti indugiare ai mio ritorno da Gevolli tu- rufalemmc; parlando darò notizia Tornato di' quello la fera al ne Convento, una buona Celletove fammi preparata una picdopo la quale ven, ni chiamato dal Padre Superiore , i) quale mi confegnò una lettera per il Vice Procuratore del Convento mi ra fu afTcgnara , cola refezione Gerufalemme Nei tempo medefimo mi di die- de con tutta ptemura varj avvertimenti , e particolarmente della maniera i eh' io doveva contenermi per Perfone della Carovana > e con tutte quelle , che io illrada colle altre avelli trovate lare mi la . con alcuno Mi dille di non par- in nell'una lingua, e proibì di non dare a chi li folTe più piccola moneta, anche per che fe io folli flato malqualche Arabo , io dovetti foflrire il tutto per amor di Dio fenza rivoltarmi , nè niente dicarità ; e trattato da re , giacché mente, fe io avelli farto diverfa- farei incorfo in gravi perico- Ji, ed in pericoli grandmimi averci anche rutta la Terra Sanra , vadire i loro Conventi Co.ue niella ie a . fonerò da n;c rigo ro fame n te enervati tali ordini, o configli, fi vedrà nel Capitolo , che ne fegue lo pertanto me ne andai a ripofare fanra. fticando fra piccio , me medelitno dell'imera me(To , e degli che poteva incontrare in cui uabrogli , mi VIAG- Digitized by Google 'viaggio D A RAMA A GERUSALEMME, CAP. LA manina le IL del di io. di Apri- 17157. il far del era già giorno io pronto attendendo 1 che mi foflè intimata la partenza per Gerufalemme Ma il Sol; era levato di qualche ruezz' orai quando in . fretta, e in furia valcare per mi fu detto di ca- andare a raggiungere Muccheri del Convento » o iiano i i Vetturali, che erano partiti colla Carovana de i Pellegrini alla volta di zi , Gerufalemme . funi che mi diede quello figura di Fattore de i gl* indiriz, che fa la Religioli in t6 Rama , furono , che io prenderli la ftrada vcrfj Levante , che sverei finalmente incontrata la Carovana , e che frattanto per la via io mi guardarli bene dagli Arabi. Mi difpiacque confiderando mandarmi colofe , quefto tratto, un' indi fere rezza di così folo per iftrade peri- ed a me incognite ; ma af- un buon Cavallo Araba che mi fu dato per cavalcatura, con fidaro ad me ne andai a fpron battuto effe- , come fuol dirti Era già mezz'ora i che io correva, e non fapeva di polirivo fe non che andava verfo Oriente , allorché veddi da lontano quattro Arabi a Cavallo,' che armati colle folitc loro lance venivano correndo verfo di me , i quali artraverfandomi la ftra- , mi fermarono , e meflòmi in mezzo, mi obbligarono a tener con un palle- più moderato E frat- da elfi . cammino facendo, principiarono con buone maniere a domandarmi varie cofe , ma io che mi ricortanto, , da- dava dell'ordine ricevuto in Rama, non rispondeva loro nè si , nè no Ollcrvai , che (i turbavano di quello mio contegno , e dopo dette fra loro alcune parole , vennero nuovamente a domandarmi , che cofa io taceva folo per quelle Campagne , e dove andava; ai quali, come prima, niente rìfpoli. Allora- io Cernii che nella , Cua lingua uno fiai non parla butto già da cosi , di loro dille per > la Cavallo ; fi en- mia fede lo Sentendo . io principiai allora a conlìdera- rc Copra menti gioli di un altro fiatimi Rama tuono gli avverti- da quei Relio Cattomi lecito di dati , derogate intanto a quello, principiai a parlare, e trovai, che tali Arabi furono in apprefio ben contenti me; e Cernendo, eh' io andava in dì Gcrufalemme , ma che non Capendo la ftrada , io rintracciava la Carovana ; elfi allora mi aflìcurarono, che io doverli fidarmi di loro , e che mi averebbero condotto lino alla villa della medeiìma , come fc- B ce- - iS ceco , ed allora fenza farmi altre parole, ferie tornarono via, elfendo [eflato molto foddisfatto della loro accompagnatura. Arrivai nella Carovana un'ora la mia partenza da Rama, e la trovai compolla di Crilliam Greci » e Armeni , e di alquanti Vetturali Maomettani, che portavano le robe de i Pellegrini fopra de' Muli , e de i Cammelli. Non fui appena in loro compagnia , che or l'uno, e or l'al- dopo tro principiarono a voler meco di-, {correre, c fenza farmi più pregate io gli compiacqui, avendo trovato non pìccolo follicvo di poter parlire con qualcheduno, non facendo oramai più conto dell' ordine avuto in villaggi» di/imùni. Rama . Scorfa per lo fpazio di circa diec j mjgjjj una fertilillima Pianura , fi arriva ad un Villaggio chiamato Amoas , ove principiano dolcemente Montagne della Giudèa , nel qual luogo fi unifeono le Carovane, che vogliono panare in Gaza per andare le di di lì al Cairo, e nel luogo medeiìfi ripofano quelle , che venendo da Damaico panano nelle Itene par- mo li dell' Egitto, Aness oggi così chiamata in if'j^'ib. fu già una Città appellata Emma*; Amoas, Arabo , Ammaus copoli. o Emmaus, e dipoi NiEmmaus auiem, que Nica, "t'poì Nì- Urbs fuit $r Merofoaberat XXII. m/iiurìa Romana. Hadrian. Reland, in Palaeft. Illufl. Lib. Siccome Nicopotìs, quae prìus Em- polis ditta eft , lym'ts II. maus vocabatur, ubi incipiunt Montana Judaeae confurgens. Hieronym. In Commetti, ad Danielem. Cap. XII Principiò adcller chiamata NÌcopoli Cotto l' Imperatore Alcllàndro figlio di fylanimej > come ii trova fcritto da Aurelio Caflìodoro in Cbron. ad Confulat. Alex. Aug. Hìs & Gtnfulibtis in Palaejlina . Nìcopo/is , qut prius Emmaus vocabatur, Urbi condita eft. Quella Nicopoli a tempo de i Criftiani fu Città con Sede Vedovile , fuflraganea di quella di Cefa- B i ria Digitized by Google IO Tyr.Lib.XW. rea di Fileitina, Gag!. Gip. XII. Molti de CrilUani i Orientali ingannati dalla uguaglianza del nome di Emmaus, riguardano queito come Caitcllo di il Emmaus Noitro Signore andò della foa Rcfurrczione : foli lellanta ftadj, S.Liic. Cip. ver. 'ì3- ove che fertantai'ci , 1' ove iteilò ma non quellodilhnte da Gcrufalcmme ora parlo , giorno i! Emmaus, era fe non XXIV. di cui ne è difeofto circa ccnftadj» o ventidue miglia. Inoltre tre luoghi nella Paleilì- na fono denominati Emmaus. Uno approdò il Lago di Tibcriade del quale favellai già al Gap. XXX1IL , e l' altt o nomi, quello di cui parlo nato da S. Luca , del quale farò zione a fuo Jtmgo . E così men- gli difiin- guc anche il Relanda. Trio locafuni minine Emmauntis «ola in Palacftma i. Ulti bau Nitopùlii dilla pojtta. 1. j. VitBi ia Evangelia Unni mtmoratus. Liuti vicinai Tilirrìadii , qui a Tbir- mìs usuila viietiiT triixi/fr . Hadrian. Relaid. Paleeft. illaft. : _ Lil>. III. Po- Poco moas, in un Campo , ove fono dittante dal Villaggio ni Ulivi, li vede una Chicfa A- alca- ""'f" * Mac """'' qtialì in cllcre Santi , la quale fa già dedicata a' Martiri Maccabei, che fu- rono man iridati in An'iochia fotro Antioco Epifane. In appretto divenne quella una Mofche.i , ed ora finalmcntc abbandonar a non è fc non . . , un ricovero di vili animali Rientrando Mia. . . , mae- viiitggio rttra,non molto difeofto dalla Chic- L"'** ltrada fa de i Maccabei , folla parte dettra s'incontra il Villaggio di Latrùn , ti quale a tempo de' Criftiani era un Gattello chiamato Caftram Boni Latrami* come trovali appellato dagli Scrinar! Latini. E' lìtuato quello in un luogo eminente , e vi lì veggono ancora alcuni pochi avanzi di antiche Fabbriche Era qui altre volte una Ctiiefa dedicata a Dimas buon Ladrone , ma dì prefente appena fe ne vede avanzato qualche muro Multi Arabi che ttavano ,fulla flrada dirimpetto a quello Villaggio ., fi ) con. , • contarono tutti i Pellegrini , che for- mavano Cupi fi" la Carovana , per ricevere il confueto pagamento del palio di elfi chiamato Gafàr , c dagl' Italiani , che frequenti flìmi li trovano per la Giudea) Catarro. Cafarro è una impofizione , che aiftm, fu niella da i Criltìani allorquando erano Padroni della Paleftina , la quale doveva elìère pagata da tutte quelle Perfone , che pafìàvano per certi aflegnari luoghi. 11 ricavare ferviva per mantenere le pubbliche ftraÒe > e a rener nerti quei circonvicini Luoghi dagli Arabi In ciafeun Ca. tarro vi (lavano parte delie i quali Guardie, accompagnavano diverfe Viandanti fino all'altro parlò, ed contìnovatal forma andavano menre feortati da un luogo all' altro. Venuta in apprelTò la Paleftina in > in mano degl' Infedeli , i quali éflondo confapevoli di quanto era praticato da iCriftiani , hanno tenu- rutta to il lìfcenia differenza, medefimo che non fi » ma colla fervono dei de- danaro efatto, nè per accomodare Io ftrade t nè per accompagnare i paffeggieri con Scurezza da un luogo Il farri è mento numero de i principali Cail paga> come pure rifiato è fempre egual«j ma fi tro« per combriccole dì Arabi , che ancor efli vogliono qualche piccola moneta. Torto il titolo medelìnio di Catarro come farò vedere a fuo luogo. Dj-i rò poi la nota diftinta di tutte le fpefe , che fono neceffarie per far* queflo Viaggio di Gerufalemme , e de i fuoi contorni. Dittante un miglio dal Villag- Puh ili gio di Latrùn ci fu fatto vedere dubbi. quafi. fnlla ftrada maeftra un Pozzo » che i CrifHani Orientali Io chiamano il Pozzo di Giobbe , che dicono enere flato anneifo ad una Cafa dì fna abitazione ; ma non Infogna avere f opinione, che hanno i più di loto , che fia detto Pozzo flato fatto da Giobbe , nè che Giobbe vano poi fparfe la ftrada altra i B 3 qui qui abitato mentre ciò non , fi ac- corderebbe colle facce Carte , dalle quali li rileva, che egli abitava nella Terra di Hus , che è una regione fuori della Giudea Vir erat in Terra Bus, nomine Job-, erat vir . Me & redus , ac timens Deum , recedens a mata : Natique finn à feptem fini, tresfi-. Use.. Lib. Ioti Cap I. ver. u è* i.Che 1' Abate Francefco Recano fimpìex & , ^ leggiadramente trafportò: Olì . dova all' aprica ampia libimi» Betta r aikflu franto il tal Ohriskì-, P&ìghtta, innocente un Vom cip/*, , .-QStptrx Giti; ('.//e e ad-, tbe dall'irrite Di fetta Figli Al Ciel diteti» La de i il il fi, Sign;r tamia, pie tentavo. t tra Figli/ . , ttggMjn avventuri^ Padre Scrittura neppur giammai cìie ci diccj egli forriilè dalie Terre fuoi padri per abitare altrove; ; onde bifognerà coniidcrarlo come, un Pomo i al quaie ila flato dato tal nome per diitinjruerlo da qualche foni In quefti contorni , che o perchè appartenere ad un Padrone i che ii chiamaile Giobbe » o per altro motivi altri Jirnili Tali ?rendere sbagli poflòno fpeflò fi facendo fe non alcrtina fi viaggio della il ricorrerà alle facrc Carte per confrontare quello , che dicono i Criftiani Orientali , e par- Dragomanni, o Interpetrì, i quali allorché accompagnano alla rilira di quei Luoghi , fanno a mente ) dirò cosi , una canticolarmente i zoncina, la quale replicano andantemente a tutti , e trapana poi-.quefla fenza efaminare di padre in figlio fc tutto ciò , che dicono , fia vero » , o no. Panato di poco quello Pozzo quando che. li doveva entrare fra palli ftretti Giudèa, ci delle Montagne vedemmo venire tb fei Arabi di quei noi , , Prim h- della ra j; p!r aridof-ju fj?„jlr«. che lavora- ™ • gente anai inumana » c di un carattere alquanto di ver Co dagli altri Arabi, che mutano fpefio terreni, ; DigirizedbyC oogle 26 Pacfe , come dcfcriffi al T. II. Cap. I. Erano elfi a piedi , come per lo più vanno quei villani Avevano in mazza , mano una l' altezza d' grofli , un uomo , il la quaic per lo fpazio di quali del- fondo delun palmo era ricoperto di ferro ridorto a limilitudine di una grattugia , con eflèrc inoltre armati di cultella . Brutti , fchioppo , c e rabbuffati ci ballò per comperarli per fu ne di poca compiacenza. Ed in vero fenza aldatori! fi attraverfarono alla , tirando delle pietrate verfo le tefte de i primi Cavalli della Carovana Quantunque fonerò foli fei Uomini , ci obbligarono a doverci tutti fermare ; nè ci farebbe flato da tri ftrada . far loro reliilenza , mentre col folo fparare di uno fchioppo , averebbero avuto in un momento molti di loc camerata in foccorfo lo non fapeva nè quale era il motivo dì quella forprefa, nè Tento , che sverebbe avuto , allorché veddi i che domandando riceveva- no Digilized by no da ciafchedun Pellegrino qualche piccola moneta Turca. Vennero a tafe a me l' iftcflà domanda , ma fowenendomi ancor qui dell' ordine avuto in Rama , negai di dar loro, cofa alcuna . Allora andarono in beftia t ed uno di elTi mi fcaraventb una pietra ( che per buona forte non mi colfe, ma fc dclgnlto, che er» tirata mi colpiva , certamente non fo fe farei mai arrivare a Gerufa- lemme Non fui però da effi inquie. tato di più , e feguirai ancor io col rimanente della Carovana per le Montagne Un Greco della Carovana , che vedde il trattamenro da me ricevuto, e che era flato accompagnaro da mille villanie) mi dille, che quegli Arabi erano Villani , i quali pretendono di rifquorcre qualche monetai titolo di Cafarro; e quantunque non gli fia dovuta , con tuttocià era bene, che ancor io a iimilirudine degli altri Pellegrini, mi metreffi feparatamente in varie parti del qualche Medino (cosi veftito chiamano in Socia , e in Paioli ina il Pari) e venendo ricercato da qualche Arabo , io poteva con poco contentarlo . difpodo a fare Io era i! configlio Greco , ma non mi fidava interamente di lui, fapendo quanto i Grenemici di noi Criftiani Eudel ci fon ropèi '4 e particolarmente in quelle parti , e temeva , che fulfe quello un Ererpfto per farmi cavar fuori la orfa j e vedere le mie ntonece , per poi adizzare (opra di me qualche Arabo , che folle venuto a nuovamente Sorprenderci , onde non ne feci per allora niente; e frattanto per feguitava Giudèa , tra quei Monti fi della quali io trovava tutro i il piacere, divertendo l'-occhio nella varietà de i fiori , da i gli alberetti, dell' erbe , e de- quali erano ador- ni. Avevamo fatte fra glia, quando eflì fi da circa arrivò ad n luogo chiamato Seritz, ove fono al- Google alcanì pezzi di fabbrica , i quali non potettero far concepirei che co- mi fa qui folle altre volte coltivato , mai Sembra > che contorno foife li veggono tut- fiato quello mentre vi . tavia degli Ulivi, e de i Fichi. Lafciato alla delira queito luo- saenfc in. go, ellendo qualche poco avanzati, antn av- vedemmo ufeire da una Grotta, che ci tettava folla parte liniitra ; più Arabi armati come quei primi , e della genia medelima, i quali principiarono a domandarci ad ognuno qualche moneta Alcuni Armeni che ricufar volevano di condefeenderc alle loro iftanze , furono fenza alcuna compalfione ballonati , e dovettero finalmente pagare Colla mede li ma Ara vagante manieri io vedeva di dover eifere ancor io trattato, ne avendo voluto . far cafo del conliglio ftatomi dato dal Greco , non aveva approntata alcuna monetuzza , avendola mefcolata una borfa medelima con alquanti Zecchini, che fe mena io l'avefin r ^"Jj_ fi fùora» te rubata me l'avercbbero ; certamened in vero vennero a rime , minacciandomi cercare ancora co Ì barioni. Mi fchermii per un buon tratto di lirada dicendo % eli' io non aveva danari , ma eili infaftiditi principiarono a legnare a più non porto il mìo Cavallo; ed io rellava lorojion fo comcjobbligato della diitinzione, chemi r.i ivano ; pure temendo > che non ii volralfcro anche a me > principiai a pregare qualcheduno delia Carovana a voler dare qualche Medino a nome mio,- giacche dopo aver io detto di non aver danari . non poteva più valermi di quei, che veramente io aveva > lenza efpormi ad eflere privaro di tutto, ed elTcr poi (biennemente baftonato per la bugia detta! a legno dì fottopormi ad elfcrc anche fpogtiato; ma trovai per mia buona forte una Perfona, che pagò , ed eflì tutti contenti , dopo aver quota ricevuta , viaggio ci . da ognuno lafciarono con darci la il ina buon E' Digitizsd by Google E' qui facile to io mi adiraili > il concepire quan- allorché conlidera- va j che rutti quelli inconvenienti nascevano dal volere oITcr vare gli accennati Ra- ordini ricevuti in ma Andando avanti nel Capirolo . i che ne iegue, moftrerò perqual fine i K eligioli del Convento di Rama danno tali avvertimenti» e perchè ne raccomandino V efarta oflervanza. Ma dopo quello fecondo ("uccello avvilì dagli mi volli dimenticare di tali e trovandomi allora libero Arabi, con bella marnerà mi , mefli nella cintura diverfe Monete per efler pronto a foddisfare al- di tri quelli poco altri ne Malandrini a flette come , conipa- ' Arrivati che fi fu nella Vallata , chiamata dagli Arabi Uvadi- rjrM. t Ali in numero dì circa venti di quei £ foliti bricconi venne.ro addi- rittura fera» niente domandare , ad attaccare la Carovana, minacciando- ne 1* intiero fpoglio , e già. conduce- cevano do via Muli per Cammelli, i de e i rubarli inlieme col carico Allora i Pellegrini Greci , ed Armeni , che vi avevano il loro avere» perchè molti di loro portano a Gcrafalemme anche delle mercanzie, principiarono ad urlare , e ftridere e già io credeva , che pretto pretto ci faremmo tutti veduti anche fpogliati ma frappoftiiì i Vetturali immediatamente quegli Arabi fi appa: i vìiicarono • ' - . In tale occafione ebbi luogo dì credere , come mi fu poi in appref- fo confermato, che quei Vetturali che doverebbero fervire per ifeorta a< i Pellegrini, e farsi , che non fodero ftrapazzati da quei loro Arabi compatriotti , fono eilì di maligna , e ferverla razza , mentre qualche piccola prometta di danaro ancora a loro, è fumeientc a far fofpendere ogni refolu'ra efecuzione quegli Arabi Villani, con cui di', fpartifeono to forme, danaro tolto il _ . ." • : . in quo- L'. Al- lì .Alle mani di quell'ultima canaglia rifconcrata ,io midava a credeioli due , o tre Modini non J «crebbero contentali , nia non re , che gli. domandarono di più ficchè io rcilaj , roii)ipamenteriura.vigliato, po tanto Sati di : sì fracalib poco mio pagamento ogni, minaccia i . ,. lì contenancor io il fofléro Feci e come do- fui libero da e ci lafciarono ancor Non avevamo ancor fatti dugento paflì, che i Vetturali principiarono a dirci, che la grazia della noltra liberazione fi doveva tutta alla loro diligenza,, e cura,, e che a Iblo loro riguardo eramo ilari rila- da quei Villani ; e che .perciò penfaffimo ognuno a dare anche ad. qualche cofa e che l' iHeha preci averebbero dimoftrata per iL rimanente. della flrada, per li quale avuti degli altri incontri., fomma pili per il (irnorc dì quel(ciati elli ; mura averemmo In li) , che ci potevano fate accadere», che per la rimembranza di quello già : accaduto riceverono da ognuno una, di quindici moneta Medini S'incontrarono Arabi-, ma in piccolo altri di qucfti numero , e con qualche moneta ce gli levavamo d'inforno 'Qucfti furono gli ultimi di tali incontri, de i quali ho voluto dare dipinta contezza, acciocchì- chiunque . viaggiane per quei luoghi , lia perfnafb -di qnel , che fovente gli può ac: 1 fi 'Dopo' quattro miglia da Scrirz fenipre fra i Monti a:d un per arS. Geremìa giurile luogo chiamato , rivate al quale la ftrada declina qual- vinsgtii che poco San Geremia è un groffd VilKa, che gli Arahi chiamano dis. Gire, laggio ml " • riet-Elcuneb, cioè Villaggio dell'Uva, 1 Campii che folio in quei contorni , ti t' ne gli trovai coltivati con diligene vi fono molti ulivi , ed alcu- viti. 1 Criftiani denominano S. Ge- remia quello Villaggio in coniidcrasione di una gran Chiefa di tre nav a- nata, che- vr era dedicata a detta Santo,- del la quale ne rella in ellere qualche parte i ma è interamente- demolito noili*. te il Convento, che vi era an- Non non una è ora quefto Teràpici, ed ancor oggi 11 Stallai- Scorgono in c^ò diverfe immagini di Santi dipinte ne i pilafìri , Pitture per altro de i fecoli barbari-. ; Dalla frruttura li può giuitaaierrte congetturare che folìè quella^ una Chìeià, edificata già alquanti; fccoli avanci-che i Padri Minori Ofièrvanti ne ottenelìèro la cultodia, r quali poi abitavano nel Convènto* che erti avevano fabbricato eonti , 1 guo allaChiefa'. Avvenne , non faprei veramente- in qua'e Armo> che' iiccomé q-jeftò' Villaggio era la maggior parre abitarlo da Kgioii A tabi- Ma omo titani erano , costi-Re-' a fpelló- fottopoiti fof- da quelli delle- infoiente a-fi~; gno- tale,, clic 'enfiati 'tliW.- notte" Sri1 frirc , Convento, Scannarono qrótì&pScr **1 Rjbl i , che vi.chnò „c faec&ggii-i' Digitized by Google fono la Chiefa, ed il Convento} e dopo quello tragico farro , mai più ha cercato la Terra Santa di effere in poflèflò di luogo tal , quantun-. que foffe comodiffimo, particolarmente per prender ripofo chi andava, o veniva in Gerufalemme Dagli avanzi di alcuni antichi muri , che lì veggono in quello Vili ila ila, mi fo a credete , che ta quivi anticamente qualche grofla. Terra , q Cartello , il proprio nomo del quale fiali porlo, dopo avere laggio acquillaro tempo de al i Criftiani S. Geremia per la deferìt-. Chiefa dedicata a detto Santo, Profeta Paflando per quello Villaggio fi fchietarono in ala moltiflimi di che fono coniìderati , come la più iniqua gente, che poffa trovarli per tutta la ftrada da Ra- quello di ta ci quegli Arabi ma a Getufalemme hanno Geremia, legrini di S. no fnperati ; e quando palTato fuol dirli tutti i i Pel- quello luogo , che abbia- pericoli . Ma p.? ghurio difcorre fopra di ciò nella maniera > che è fiato trattato i H fatto (i è , che la noftra Carovana nort ricevè il minimo difgufto da quella gente , ma anzi alcuni ili noi aven- do fere, e/lì ci fomminiftrarorio del- l'acqua di una perfetriffima fonte * che è nel loro Villaggio. Ma feppi poi che il timore» che può avere qualcheduno pattando di qui j li è perche la maggior parte de Ì Villani } che s' incontrano per la firada » e che (come feci vedere) avevano da noi iflgiuftamente efarto qualche piccola moneta , erano tutti ; o ta maggior parte di quella Villaggio ì é de i fuoi contorni Qui a S. Geremia ii pagò uno di quei Cafarri » che per inveterato ufo è diventato i ; iin diritto; W *: Lafciato fulla parte delira Villaggio , fi principiò a nuovamente attendere fra le Montagne della Giudèa e difeendendo poi , dopo fatte circa fette miglia j fi arrivò , fenza aver incontrato nefdeferitto i C 3 fun *' '"»' 38 fun altro Arato, nella celebre Valle del Terebinto; ove David, offendo ancor giovane, riportò la vittoria fopra il Gigante Golia Sopra i Monti , che rciìano dalla partedi Gerufalemme, campato l'Ffercito degl' vi era acIfdraeliti : fopra gli akri,cio£ nella parte, che io ora deferivo, ciano fchierati i Filiiléi & Porro Saul , filli IJrnel congregati veiierum in Vallem Terebyntbi, dìrsxermn aciem ad pugnattdum cantra Pbiliftbiim ; cr PbiUJfhHm & ftabatitjitper Alotitem ex parte bue-, tyraet ftabat fupra Moutem ex altera parte , vaUifqtte erat tmer I Rcg. Clip- XVII. ver. 2. ér eos. Lib. & 3. Si trova filila parte finilìra qualche Orto , con poche abitazioni , ma bensì molte rovine , e fra effe quelle di una gran Fabbrica che cntrifponde appunto fuila ftrada. Quello è l'unico monumento, che in tutti i Viaggi di Cipro , di Soria ; , e di Palcilina io abbia vc . Drgrtizsd by Google veduto edere Mìo condotto a bozze t a come Minienti .il direbbe alla mitica , o pure d' ordine Tofcano. Che qui iìa (lato un gran Mònaftero , e Chic La i li vede molto bene , ed anche il Quatefquo citando Bonifazio , dà la notizia medelima . Bouifacius Magnimi Monaftcrium , elegantoni 'Lcckji.vm in ijìo loco Ou.ivcf Linciti. T. S. fu'jje (wvi;/ . 'ah. IV. Cip- IX. Pereg. I. Da quelle rovine li vede nella parte iiniilra fui Monte un Villag- riiU^h chiamato Colonia , ove è una Mofehéa , o piiutofto una Cappelcon un Depolito di un Santotic Maomettano t con altre iàbbrì- gio leria, C ° : Poco più abbailo della deferirti PmH * . 1 Chiefa, e Monaftcro. oramai demo- /"%'llt arriva ad un Ponte , che <frj 7> „_ , fi traveda il Torrente della Valle del t,j„t, Terebinto , il quale era allora mancarne d' acqua . David prefe da quello Torreote, le cinque pietrci con una delle, quili tagliandola colla lito f C 4 fiore Digitized by Google 40 fionda uccife Gigante Golia il ( David) tulit baCulum fitum fsmper bahebat in mambus , git mijit eoi in 0- . Et qrtem ele, , ndverfum Wnabaeuvt Lib. I. R?g. Cip. XVII. ver. 4.0. Et mijìt manttm fuam in pemanti • , peram pajlorakm fundam jecum bah-bat ip'.am & qtùnqne lapida de Torrente fibi & ram tn/it : unum lapidem tnlitque ) provejjìt , & <? cìrcumdiieens perfntida jeàt cujfit Pbilifibaeum in frante ejus , ir , cecìdit in facìem fuam Ibìd. ver. 4y. di quello I fnptr terram Monti Torrente ripieni di ulivi, parti all'intorno fono in moire fichi, e vi- ed anche coltivari a grano , e orzo. Panato il Ponte del Terebinto principia a falire per cattiviflime ftrade, che per efier tutte pietro, fono affai incomode alle ftefic bcti, fi fe flie . Oflèrvai in quefto tratto dì , che è fra ia Valle del Terebinto c Gerufalemme , una gran diligenza di quegli Agricoltori per far ftrada , Digitized by Google quei fruttare e montuolì luoghi così non perdendo folo palmo , un faliòfi > di vi- neppure reno , che polTa eflère fra quelle rocche , ritenendolo per mezzo di muri a ripiani Rellai ranto piò maravigliato di ciò confederando , che da Coflrmn Boni latronis fino al Ponte del Terebinto vi erano altri luoghi migliori per Cementare) e che recavano del tutto incolti) e abbandonati Ma comprefi , che le continove dilfenfioni , e nimicizie , che hanno gli Arabi fra di loro > non rendono licure le coltivazioni , altro che in quelle campagne più vicine alle Città grandi) e ben governate. Dal Torrente del Terebinto fino alla Città di Gerufalemme vi fono circa cinque miglia , le quali li fecero tranquillamente fenza alcun fafiidio dalla patte degli Atabi. Si veddeto per quello tratto di itrada varie Cafe , e Chìefe , alcune delle quali fono ora per ufo di Molla di ter- . rchie ) e diverfi altri monumenti tati- tanto Criftiani, che Maomettani, Si fcoprì finalmente la Santa Citta dì Gcrulalemme folo alla distanza di un mezzo miglio , venen^ done impedita li vifta da i circonMonti. Pervenni alle porte della medeiìnii dieci ore dopo i di clic io era partito di Rama, com- -vieini putandola dittante -circa trenta miglia , da detta Città come notò an- che il Quarefmio. Via aRamaujque ed Icrufitem efl trigìnta eircitef milliaria; > excepta plurime Ramai: , foeqtttie putirà efi , jpattofa , & ciutda, olio, viti ikeem milliaria refi». & 1 & fere tosa refidila difficili* fatis , Galles , fimper pur Monte; . Qua- Eluctd, T. $. Ub. IV. Cip. V. Veregr. L AR- Digitized by Google 43 ARRIVO N I GERUSALEMME. CA III. P. ore ERano mezzogiorno le quattro del dì dopo io. di Aprile, giorno appunto del Venerdì di 1707. allorché Paffione dell' Anno con tutto il rimanente della Carovana arrivai ad una delie Porte di Gerulalemme chiamata Porta di Betlemme. io Trovandomi fenza direzione alcuna, mi determinai a fare quello 1 che lécevano gli alrri , e con elTi entrai a Cavallo dentro la Cirràj ove per altro nel fecolo feorfo non era permeilo agli Europèi introdurli fc non fmonrando alla Porta con rimontare, panata chean.l'avene. Appe- pena entrato fu rlfcoilb da un l'ur"= co, clic era ivi di guardia, due Modini per ciafeheduno > il qua! piccolo pagamento feci iiicof io. lo era entrato di potili palli nella Città quando mi venne incontro uno, che all'afpctto mi fembrù lutato un Criitiano della Comunione Latina.ma di nazione Gerofolimi- i nè m'ingannai) avendomi finel tempo mede/imo cortcfemendomandato fe io folli un Frantal forma qui chia- tano gli tc co, giacché in mano do , Europèi tutti gli , e Temen- tale , mi dille di levimi averebbe accompaConvento di S. Salva- che io era tarlo, eh' ci gnato fino al Reverendi Pai Terra Sana Minori Oifervancome fece , e luì ben tenuto al- tore, ove abitano dri di ti , l' attenzione di quello galanruo- Arrivato, che io fui. alla Porrà Convento di S; Salvatore i venni p^ia £ accolto da uno di quei divelli DraDam'fa , somann i , c he fono al fetvizio de i * trarr per del la Digitized by Cpogle Padri , dal quale fui interrogato , in qual maniera io mi ttovafli dentro Gerul'alemmc , mentre al Convento non avevano avvifo alcuno , io folli neppure giunto allo Porte della Città . Gli raccontai il modo , in cui io vi età venuto , ed allora replicò , che mi con-, veniva tornare nuovamente ruoin che ti della Città, giacche venendo in ella da Giada, o Rama, none permeilo a i fccolatì Europèi d' entrate in Citcà per la Porrà di Betlem- me mafoltantoda quella nomina, e che io non poteva cllcre introdotto, fc pt ima da elio non fe ne falcile imefo il Governatore , ta di Damafco clic dive riamente faandava tbrtopailo il Conven- della Città; cendo , to, ed io a tjualche avanìa. Ben è veto , che per rifparmiarmi i' incomodo di una lunga gita fuori dello mura , fu prefo il compenfo di tarmi andare accompagnato da un Giannizzero, dì quei, che fono di guardia al Convento , fuoti della Porta di Damafco, ttavctfando per di tà da me Ponente , la a Settentrione , Citco- feci. Frattanto ad awifare il il Dragomanno andò Governatote del mio arrivo alla Porta di Damafco quale- ottenne fubito , dal ordine , acciocché io folli introdotto Venne perciò a ritrovarmi fuori della PorL' . e in compagnia di elfo- era un , Ciocadar, die fono Uomini del fer- ta ràio del Governatore della Città , e da cui ricevei V entratura mediante il difitto di pochi Medini Tornai di lì al Convento di S. Salvato. re , ove attivato che di avermi conceila e l io fui ,-andai nel- la forte dì eiìcre- d fe%nù f"%/'' al lo che sverei dovuto- fare) Procuraton; fleto, fe egli non Ricevei dal forte flato allora alTcnte . Digilized by Google Vice - Procuratore un graziofiflimo accoglimento, e mi fece dare rinfrefeo i che mi era beh, ncceflàrio . Dopo avermi domandato, di qual Patria io età , e qual motivo mi aveva indotto a intraprendere qùel.Viagr gio , mi conlegnò nuovamente ad un Dragomanno, acciocché mi. preConiane al Padre Reverendiliimo Guardiano, al quale pure derti io contesa vi del nome mio, della mia: dell? oggetto ,, che mi avecondotto , e di ratto eia ne? Patria , e: ivi fece prendere: ricordo dal fuo.Segretario in un libro, che- per tal motivo clifte nell' Archivio di quel Convento Da ciìb mi fu fatta atTegnare. una Cella apporta , giacché era occupata la Forcftcria , ove Cono diItribuiti pochi letti come in uno* Spedale, ond'io me ne refta va: ancor . più comodo. Dal panai ad inchinare Re verrai drIfimo> Padre il , che ivi prime cariche rio, ed altri Religiofi pavano le . Vica.-; occit- j Trnttiia Ebbi nel medefìmo Arante il r ^' "-^'™' piacere di ritrovare in quello luogo, rapa seiù- arrivati da alcuni giorni tre Signori Uri. Negozianti Francels di San Giovan , due de i quali io aveva già amici ) allorché mi trattenni in Acri anni fcorlì. Quelli erano il Sig. d' Acri gli Vettorio Venrre , il Sig. Zaccaria Blanc, e l'altro un certo Sig. Sube, che allora falò io principiai a conofcere Tanto più ci fi rendè grato quello incontro, quanto era inafpettato , e molto raro ancora, e (fendo moltiifimi anni > che non fi ricordavano i Padri di aver veduti ivi in un tempo medclimo quattro Europei fecola. ri , e particolarmente in qucll' occa- fione della Pafqua. Erano detti Signori venuti da Acri per terra traverfando la Ptovincia della Sommaria, ed a gran rifchio fi erano polli facendo quel viaggio tutto per terra. Ed eifendo flati coftretti apaffà- per detta Provincia fuggiafcadirmi , non fcppeto neppure per quai luoghi erano pattati , non aven- re mente DigitizetfBy Googll avendone ritenuti fé non nomi i di pochi , c confufamcntc Hanno per coltumc i Rcligiodi T. S. che quando viene qua!rff , piei!i che Pellegrino, la fera dopo Cam- a ttHigrìnella Procefìkme quotidiani «>• (anno per la Chicfa , danno ad elio dil tintamente una candela acfi pieta ella Terminata cefa. ia Proceffione il RcverendilTìmo ftcflb accompagnato da tutti gli altri Padri lava i piedi a i Pellegrini, (iano RcligioJi,o in quello men, cantando Secolari tre vatie Antifone , e Preci , come fono preferitte per tal funzione inFeria quinta matoris Hebdomadae termied in ultimo il Te Deam nata dipoi la quale , ciafehedun Pellegrino ritiene la candela fiatagli data, che conferva in memoria, della fua Peregt inazione . Tutti i Criltiani Europoidi qua-rrnMsmorlunque Religione clfendo in Geru- 1* > f*« rifalemmc vanno ad abitare nel det- p"™*°„; .- to Convento di S. Salvatore , ove ricevono l'alloggio, ed è anche loro D da- ;' n 53 dato caritatevolmente per vivere in turro foggiorno i difcrezionc loro nella il necelTario tempo il elfendo del rimelfo de i Pellegrini partendo 9 quando ad qualche liraoiina al piaccia , lafciar di elTi Convento Vi fono anche molti Orientali di Rito Latino ri , i Quelti tali, dalle quali la da varie parGcrufalemfono perfonc, fia con- quali Levante vanno del mc. fe j'cm in Santa fueto, che riceva delle carità, o che abbia ricevuti de i favorì, accetta ancor eflì, ma non gli ammette ad abitare nel Convento, fo non per li fon foli rre giorni mandati , dopo ad abitare i qua- in una poco da e/lo dittante, e di proprietà della T. S. niedclima, ed cafa a quefti pure tifa la cariti di fommi- giornalmente il vitto. Quattro Europei focolari, che qui noi cranio, fummo fempre uniti mattina, e fera a una tavola medelima , ed tf trattamento , che ne niiirar J5igitized by Googk. ne ricevevamo , era uguale i quello , che foniminiftrava il Refettorio a i Religioli > e talvolta ancora in maggior copia da dovercene ben contentare. 1 noftri palli ci erano preparati » dopo che i Padri avevano l'arti i loro , ed alcuni di efli venivano dopo ad onorare la noftra Menfa, ove in fegno di carità volevano qualche volta anche fervirci i tome ebbi luogo di oflervare quefta medelima l'era del mio arrivo , e tutto quale il tempo confecutivo ancora. M!ì[!l ' Fui interrogato da quei Padri i „',lit" ra. era Giafta a (lato Rama rufalemme ; il , fe io contri cattivi ( . mio s viaggio dazioni- e da Rama a Geaveva mai avuti inprofperamcnte io- &gr '•- "^'^ e fe era ivi arrivato. Qfiìfui toccato ove non tralafciare di lar io volevi > per loro vedere mio viario che , felice era flato il ma che poteva cflère flato più tranquillo da Rama in GeFufalemme fe 1' oflervanza degli avvertimenti datimi da i Religiolì dì , , Rama non mi avelie fpcflb efpoflra — Digilized-by t degl' infulti E qui raccontai loro che pericolo mi poteva avere apportato il filenzio , c che male poteva intervenirmi , fc non mi folli risoluto a trafgredire l'ahro awifo . di non pagare per iftrada alcuna moneta e cominciando a dìmoftra; rc, che con tali conligli veniva cfpofto a pericolo un Pellegrino , fui interrotto da un favio Religiofo, che me ne fece di ciò capire la ragione DiiTemi prima di tutto , che per un Europèo , il quale voglia paffete in Gerufalemme, è meglio, che . faccia la ftrada da Rama a detta Città folo , vale a dire fenza unirii con niuna Carovana di Criftiani di altra comunione , ma foltanto con uno , o due Arabi di quei di cognita probità , i efli a cavallo ficure, e fanno quali ancor conducono per vie far rifpettare mediante un difereto fa loro la Cada del- rgamento che > l'. S.in Gerufalemme. era ciò a me cognito , Veramente ma la ftret- tez- «zzi del tempo mediante la vicina Pafqua non mi pfefentò altra occafionc più foli ce ita , che di pallata con una Carovana In quanto al primo avverti.. mento ricevuto in Rama di non ( anche in Gerufalemme tu ttovato un poco parti- parlare con alcuno colare per la precisione , con cui mi mi fu {piegato , che ciò fu dato . Ma fanno ad ognuno che pana alla Santa Città, Jia Rcligiofo, o Secolare , e che tale avvertimento fuole avere follmente di mira di non divenire per viaggio troppo curiofì , td entranti con gli Arabi , per tenerli fulle generali alle domande > che fanno , c particolarmente fopta 1' Ellero proprio» procurando di rifponder loro brevi termini , acciò hon pollano fofpettare , che li lìa ticchi, o nobili Signori, ma che anzi convien moftrarii. di un' inferior condizione, c poveri di foltanzG,ed in oltre non far troppo palefe il motivo reb'giofo , che poteilè condurj Dj durre alla vifira de i Santi Luoghi mentre fono foliti quegli Arabi di prendere tali prete lì i per cligcre foni me maggiori; e che perciò conviene veftire un abito lacero , c dimeno ) anche offendo dentro 1" ifteflk Città di Gerufalemme , mentre non mancano o fpìs , o malevole pcrfone , chelViano dietro agli andamenti di un Europeo per refcrir a gli Ambì dèlie ftradc, per ove li deve paltare al ritorno l'er fecondo ordine , o piuri che mi fu darò, il roflo avvertimento non pagare per la ilrada a Jielfuno neppure un Medino , fa quello trovato più ragionevole per le confeguenze , che derivar ne potrebbero ; mentre introducendo]! di foddi disfàre le ingiurie lani Arabi ; domande de in appreflò figere tali danari ritti autorizzati come dall' i vil- vogliono efe tollero di- ufo , o dalla legge Padri Minori OlTervanti, de ì quali molti no padano da un Anno I all' Digitizsd by Google ali' altro per quelle no mai letto > , , c piutto(to fop* benefpclXo degli ftrapazzi ) e degl' infulri gravi volta Ande non han- feto danari portano , lènza clferc tal- padroni di tenere un fazzone la corona me de fi ma , cho è loro porrata ria Rollai allora arale (chiarimento qualche poco perfuafo delle ragioni datemi Ma io penfava però * . che in altre limili occafioni non mi farci allontanato dall'ultimo to da me prefo di parti- liberarmi con qualche parola t e con pochi Modini da ulteriori &iHdj, Gli Armeni t che vanno in Ge- / p t gtgri. tnfj lemme , penfano in una maniera ni Armrni ancor più particolare, Efli bramano^™ 0 «"Ti di trovarli in qualche impaccio t e ''f'I'J^l di toccare anche alcune legnate.) nà degl'Ar*l/U par loro di aver ben compito il Pel>' legrinaggio» fe non ricevono qualchis> infulto. Perciò per la ftrada-, .«*. me notai al Cap. feorfo j il erano lafeiati ragionevolmente haJlonare Tal marnerà fbraragante del loro. . . D 4 pen- pcnfarc è unita ad un' altra particolarità loro clie , tornando e/lì alle Cale Scomunica non folto peri» di , poffono dire quali ftrapazzi , ed inabbiano (offerte nel loro giurie viaggio lina . Ma quefta è ben però loro del politica , tale aggravio Eccleliaftico che gli una Patriarca di Gerufalemme minaccia di per non fcoraggire di andare ogni anno qualche migliaio di lor nazione a pelle- grinate ne ed in quefta maniera rifeuotere ancor egli delle grafie forame di danaro, molto del quale ferve per mantenere la :fiià ambizione, il luflò , e U grani Paeli Santi > ante, (6* Per quanto le ftrade da Giana " a Gcrufalemme 'ìano maliicure ad Pellegrini , contuttociò mr ftnsyf- ulK> ' ° P imt dagr fono (ìcurilTime per tutte le robe , Arabi. cnc panano a detta Città , e fino le ftene «affette del danaro i che va per àir'foi m fervizio della in. Giaffa di o qualunque T. S. Anzi Oltremare altra il cofa, arrivato contante, il Vice- Digirized by Google procuratore , che pfcfiede in Giana per la T. S. chiama i Capi degli Arabi , che occupano quelle ftrade , gli rende inrciì di quel trafporto, e che vi è da fare > i quali mediante un pattuito pagamento , prendono ef, )ì 1' all'unto dì feortare le vetture fi- no alla Città di Gerufalemme , potendo vivere di ctò tranquilli , mentre gli Arabi) dopo la parola data , ed un impegno prefo , fono incapaci di mancate VI- VISITA PER LA PRIMA VOLTA .-AL'. i SANTO SEPOLCRO. CAP. IV. giorno fegucnte ILin di Gerufalemme , A prilli al mio arrivo cioè il di ti. Sabato di Pacione, fu deftinatò per andare la prima volta a veBerare il Santo Sepolcro di Gesù Crifto. Perciò un'ora doS. po mezzogiorno io me ne partii da S. Salvatore accompagnato con divedi Religioli i trasferendomi alla gran Chiefa della Refurrczione t h quale racchiude in fe quell'insigne' Teforo . Credo , che bafti ellcr Crifliani per eflère petfualì di qual Digilized by Google devoto terrore infpiri quello Sagro Tempio , ove li venerano più lunghi > ne i quali fon palliti i maggiori mifterj della nollra Redenzione . Appena entrato venerai la Pie- dell'Unzione, così chiamata la Lapida , ove fu imbal l'amato il Corpo di Noftro Signore dopo la depo- tra lizione dalla ncll' il „ Croce ; e di qui pallài Augufta Cappella , ove giunto Pellegrino, Il Gr«n Sepolcro titra, rfàglie il V»U. Poco dopo venne dall' iilelìo p„ rrdr ura Convento di S. Salvatole anche il folcirne Jet Padre GuardianoR"'""^ Rcvercndìflimo accompagnato da molti altri Reli- p j,!!*"" gioii! e 'Secolari di Rito Latino» irfirnpreceduto da due Giannìzzeri i e zìi»'da quattro Dragomanni , dovendo fare in tratura giorno un' Enquello folennei che cosi la chiaegli va al Santo Se- mano quando polcro per doverli trattenete uno» o più giorni per celebrarvi qualche gran Fetta, o Solennità : mentre in ogni altro tempo i che egli vi vael.l per fua devozione) vi li trasferire privatamente, vale a dire con pochi Religioii , con un folo Dragoman- no, e con un Giannizzero. Arrivato pertanto , che fu alla Porta del Tempio della Refurrezione, le Guardie Turche, che ivi fìanno , fpalancarono Ja Porta ) e gli dettero con molto onore il libero injrclTo , principiando in quello mentre a (tonar l'Organo. Allorché e'ura ne! Tempio, va a rifeontrarlo il Prendente di quel Santo luogo eolla Cro^e avanti porrata da un al:ro Ucliiriofo . con due Accoliti e tutta li Cor.ii.nttà , che è dicuftodia al Santo Sepolcro. Subito entrato s' inginocchia un tappeto preparatoli . ove di'po fatta breve Orazione, rizzan(opra di avanti la Pietra dell'Unzione, doli gli i prefemato un Crnciiiflo a baciare, e dipoi data da efló l'acqua finta al Popolo aitante, i Cantori intuonano :.. . il Te Deum ; can- tan- Digitizsd by Google Ci tando il quale proceflionalmente va ad orare nella Cappella , ove è il Santo Sepolcro e di li parlando alCappella chiamata dell'Apparizione , ivi finito di cantare il Te mcllòfi Deità t e le Orazioni , a ledere l'opra una fedia > riceve tutti ; la i Religioli al bacio anche i della mano Pellegrini focolari , > c così ed fi- nifee quella funzione. Ritiratoli il Revercndiffimoncl p '°"^"' fuo quartiere, fu confecuiivamentc darò principio dajli altri òs mfcr« Religioiì „,iu Cbit- alla Procelliuiie ) che ogni fera di tnt«J* ri f= '",f to l'anno terminala Compieta fan-/" no a divedi de Ì principali Santuari che fono rinchhm nel recinto della gran Chiefa. Adunati tutti i Religiofi , e Secolari di Rito Latino nella Cappella ' dell'Apparizione , c detta l'Antifona o Sacrimi Coavivìiim ne al Santiffinio &c. e 1' Sacramento nerato l'Altare della l'I a geli Orazioe veazione , ; ove cantali un Inno coli' Antifona Apprehtndit Pilatus Iefum , fta- & ' ac tradidit eìi > ut crueifigela Proceilìonc j gei/avit i retur parte dipoi ; la quale è ciulletti) rj preceduta da diverti fanche feguitano a cantare va- Inni adattati di mano in mino a i , che Ci vanno a veneraAntifone de i quali deferiverò Santi luoghi re , le a ciafchcdim luogo fecondo 1' ordine della Proceflìone. Ne- vengono dopo i Pellegrini fecolari , c indi a coppia a coppia tutti i Rcligiolì j ed ognuno ha una candeletta in mano > cilcndo per il primo giorno dittimi i Pellegrini con una candela maggiore la quale ritengono poi apprello di fe per memoria. Dall'Altare della Flagellazione panali alla Cappella delta Carcere , e dopo l'Inno cantano l'Antifona Ego te eduxi de captivitate JEgyptì demerfi fharaone in Mari ru, i bro: me tu tradidijli buie carceri objcura. Alla Cappella della ne delle ve/H cifixijfeiit : Milite; ergo kfitm vienia eius , , Diziocum erti- acceperum & fewnuit vctfi- hic quatuor par- Digitized by Google «3 & partes , nnìcuiqne mìliti pattern , tunicam AI luogo dell' Invenzione della Santa Croce : 0 Crux benedica , qiitie fola fittiti digita portare Dominarti. Alla Regem coe/oram , Cappella di S. Elena: Helena Coaffantim Mater lerojolymam venie , ut Crucem Domini inveniret Alla Co^ lonna della Coronazione , e degl' inipropcrj Ego aedi libi Sceptrum regale , tu Capiti meo impofuiSH . & . . Afcendcndo ibi autem eduxerutit enm : bajulans jpineam Coronam Mome Iefium , Calvario & fiU Crucem , : . Sufieeperiint exivit in himc citar Calvariae locus , , qui diHebraice au- tem Go/gotha , ubi crudfixermit enm AI luogo , ove fu eretti , e colla Croce con Morirò Signore pendente Erat autem fere bora fiexta > tenebrae fialide Jiuit in uni- locata , & verfiim terrarn iifque in horam no- nami ér obficitratus efiì Sol, ny velata Templi fcijfum etf medium : ir clamans voce magna Iefius , ah : Pater i in mawts tìias commendo Sprrtum 8* meum tuia ; & haec dketis ravìt. Scendendo Unzione bic expi- alla Pietri dell' & Accepermit lojbpb , Nicodemus Corpus lefu: es" ligave: rum tllud bic linteis bus jkut mas , bic mulìeribus xum : . quaeritis lefrita , cam eft Inditeti Al Santo Sepolcro aromatifepelire . Dixit Angelus Ne/ite expavtjcere , : Nazaremim crucifi- Surrexit, tioneft bit: Ecce fo- cus i ubi pofueruut ettm. La proceiTione tre volte intorno alli Cappelli gin del Santo Sepolcro , e di qui palli luogo , ove Crifto apparve a Matia Maddalena Surgeiis autem al S. le- . fus mane prima Sabbatbi apparati , bic Marine Magdalsnae , de qua ejecerat feptem Demolita. E torj- :J finalmente nella Cappella dell' parizione , ove dopo !' Inno li can- ^ tano le Litanie della compagnate terti coli' Madonna Organo ) Refurrexit ficut dtxit &£. ed i , ac- Ver- : Gaude Vhgù Mater Cbrifii Gloriofam q tieni vidiftt , .. Ac- Digitized by Googl és Accadeva appunto in queiV anno , che la Pafqua di Refurre/ione , Nrl l lfl> pTc'aa che celebriamo noi Latini , trovavaiì dtlia àieunita con quella della Chiefa Orien- fi l«<« 0r",B_ , che non fenipre li rifcontra nel tempo mcdefrmo , del che n'iì il mo- ""' ' tale rivo la Correzione Gregoriana non accettata dagli Orientali Greci , gli Armeni , i . Perciò Soriani , i i Caf- Abatini, e tutto le altre fette di Crilìiani Orientali Scifmatici facevano in quello giorno antecedente alla Domenica delle Palme , feparatamente > ma nei Tempio ftefri, gli fo la Fetta medeiima % ognuno pero fecondoi proprj riti, e rubriche. Gli addobbi, e le decorazioni, cheetti fanno nelle refpettive Cappelle , fono fecondo la loro poflìbilità L* . ornamento più bello tra di effi tro- , che fanno i Greci. Timo- il luogo di loro apparte- UoZ° d nenza era illuminato con lampade a °t*Z'd? , dilrribuite in varie- forme Aìc'Cnà ini Tai quello ' olio m parti krerali, e nel mezzo; clTendo <"""'» appefe a delle corde , le quali for- * ""P"te 4 E ma- Digilized by Google 66 mavano varj fettoni , che andavano tutti ad unirli nel centro della loro Cappella , ove pendeva un gran Lampadario, il quale figurava di e 11 ère i per cosi dire , una grolla nappa, che ufcillè dal mozzo ) ove erano racco- mandati tutti i felloni. In quello af- fetto vi trovai qualche cofa di nobile non folo per l' invenzione di quella dìdribuzione , quanto ancora per la ricchezza delle lampade d' oro , e di argento, le quali non erano meno di tremila , che dettero fempre. accefe, A quattr' ore dopo mezzogiorno erano terminate tutte quelle Funzioni , e le guardie Turche, che. danno alla cudodia del Tempio, dettero il cenno per ritirarli chi vo- leva ufcìre di Chicfa altri, ciò , e ferrare gli che volevano rimanervi: perqui il RcvcrendiiTima Religiolì, ci ritirammo al di S. Salvatore Defcriverò altrove tutti i , che rinchiude la Chiefa lafciato con diverti Convento Santuarj del- Digitized by Google BENEDIZIONE DELLE PALME ALTRE FUNZIONI FATTE NELLA CHIESA D'I li |a A RESURREZIONE. CAP. V. LA manina del a oro la s. ci Aprilo trasferimmo dalla di la. di Chiefa dì S, Salvatore a queldella Refurrezione i per affitterò alla Benedizione delle Palme, la quale venne cominciata mente il i di 11 a poco in- «Oziandovi PontificaiReverendiifimo Padro Guar- Guardiano . Fu quetk fatti nella Cappella dal Santo Sepolcro , e Copra di SUO furono benedette le Palme ; ed il Guardiano le diftribui a tutto il popolo Cattolico) che era : ivi prefenw.'::".! Si feee dopo . la Proceflìone , la quale coniiflè in tre girate intorno alla Cappella dei Santo Sepolcro., ed una alia Pietra dell' unzione Un Turiferario precederà la Croce porrata dai Suddiacono » con gli Accoliti , e dipoi i Laici , i Sacerdoti ( il Reverendiifimo , i Pellegrini e tutto il Popolo ; e duo Giannizzeri facevano la figura di Mazzieri , tenendo per altfo ciafcheduno in mano Uno iìamle* col quale procuravano far largo a gli altri Cri1ii.ini die troppo fi affollavano per ofief vare le mftre funzioni . Terminata la Proceflìone « il Revérendìflimo andò a celebrar la Meflà all'Altare di S. Maria Maddalena Quando la no lira Pafqua fton conviene ntìl tempo fteflòcon quella della Chiafa Orien* , , E Ì tale, fi canta la Mena fopra il Santo Sepolcro non eflendofi cosi fatto in quel giorno per dar luogo alle altre tale, •Religioni, che faceflèro le loro Procelfionj fntt$»*i ce ioretì. I Greci non hanno la Benedizions delle Palme, nè degli Ulivi, onde appena finita la nollra Procefiione, elfi principiarono a fare la loro i Incomincia queftaconuno Stendardo , ove È rapprefentata la Refurrezione di Noflro Signore , t co nfecutìv amente vengono altri dodici Stendardi", ove fono efpreflivarfMirtcr} della Paflionc. Accanto ad iOgni Stendardo vi fono due Accoliti , e fra uno Stendardo , e 1* altro vi fono alcuni fecolari di loroRcligionbi. che portano ciafeheduna un ^roflb ramo di ulivo in commemorasione foltanto del Mìftero . Ne ven- dono dipoi clelìaflici ivi'fii , i ed loro diverli ordini Eci Vefeovi , che molti tali Fede, ed in Patriarca di Gerufa- ritrovano per oltimb il Iot lemme, che in quell'anno non DigitizHd ef- by Google lancio prèfentCi face-vile lue veci Uil Vedovo, Tu! terminare li popolo difordìnatamente anulla fopra quei rami di ulivo (frappandone le ciocche, tanto che in breve tèmpo non rtfta te non il folo tronco Dopo terminata la Proccflìo- J*r«ffW é A '' ne de' Greci) principiarono la lo- '^ìiì ro gli Armeni , i quali pure hanno gli Stendardi co' Mìfterj medeiimi. Sono eilì feguitati da tutti gii Eccleiiailici con una torcia in mano ( e da! loro Patriarca , il quale tenendo una piccola Crooe dà contiPrivamente la Benedizione aì Pa- itili Proceilione i li VÓl ° Finita la Proceflione degli Arimmantinente quella iti llieni principiò <de i Coiti co' fuoi Stendardi; fe- gnendone V altra de i Soriani ; e fitalmente fecero la loro gli AbiilinijO Wj- "•'ff ' Etiopi i accompagnati ciafeheduno da recettivi Religioli e Vefcovi Tutto le funzioni di quefte vav i tic ,• Comunioni di Grillimi tcrmina- £4 " to- Digitized by Google rono avanti che foflèro finite le no- Ire nelle quali s' impiegò quattro ore, e mezzo» non foto per Ja pomi ) pa i colla quale furono fatte , quanto ancora per il Paffio, che cadeva in manina, cantato da più Reli- quella fcelto Coro , e da Sarà facile perfuadcrli quanta gran confezione fia in una medeiinia Chicfa , e nel tempo ftefiò > che cinque, o fei Religioni cantano, e falmeggiano in lingue diverfe > e con varia cantilena. E quello , cheaggiugne maggiore ftrepìto » fono Ì Simantirion , che nelle Chiefe degli Orientali fanno la figura delle noftre Campane. Sono quelli alcune tavole di faggio, che ifolate ftanno appefe con più catene in qualche parte della Chicfa , le quali da uno « che ha tale incombenza, in tempo delle funzioni fono con ri nov amen- gioli re battute . con de i martelletti fatti Di tali Simantirion ve ne fono anche di ferro , e tanto gli «ni , che gli altri fanno del legna medcftmo. molto rumore. Con Digitized by Google Con grandilTinia pompa eraP»**^»"'» una volta rapprcfentata dal Guar-V£jjJ5£ diano I entratura di Noilro Signo- fttgi» * re in Gerufalemme il giorno delle Gtmfaitm' Palme Vien defcritta dal Waddingo negli Annali de i Minori all' an. 1 3 4 1. Cap. XLJII. così . Terminato il Mirteto di quel giorno nella Ghie1 . fa del Santo Sepolcro , dopo pranzo parte il Guardiano con gli altri Padri, che dimorano in Gerufalemme , e con gli altri Gridimi anche Scifmatici i anzi con gli ftelli Sarac ini , al proprio hiogo di Bethphagia , che refta a i piedi del Monte Olivero dalla parte di Oriente , di dove CriIlo mandò i due Difcepoli nell' oppofto Cailello a prender 1* Afino ; ove il Diacono vefiito de i fàgri parati principia a cantare l' Evangelio di S. Matteo , e quando arriva a , colle quali il Signore inviò i fuoi Difcepoli , il Guardiano figurando la Pcrfona di Crifto » chiamati due Religìoiì, gli manda a quelle parole qucH* ifteflb Cailello , dicendo con TO- Digirized by Google vocegrare: cantra vos Ajinam • iitCafiellum, quii jìnthn iavtnietié Iti efl , alligatavi ultimi cunt ,. ea,jòlvite, <& adàicittì nubi . Effi Cubico vanno , fcijuirandoi frattanto a cantare lentamente Ritornati che Vangelo. il fieno * quanparole & quelle do proférifeono fuper tùS vejl'unenUt difendono fopra .1' Alino i impojiierunt ftia , un tappeto i ed mantelli, ed aiuta- a montarvi fopra il Guardiano cantando Bum defnper fedire fi- no : ' terunt. .Finito l'Evangelio tanno alla ! - Geru fa leni ni e confufamen fecondo tpic ile parole di Plurima mrem Turba fira- volta di te i e j elio , wnmt veflimenta fua in via, Uomini , ed ragazzi i vcftii e le loro ed ornamenti vengono , le loro difendono Donne i gli le loro veli, fumandoli felici fe robe dipeliate dal Saracini, che con- Giumento; ed i corrono ancora elfi Con premura a quello Trionfo, tagliano de i.rami Digitizad by Google di Alberi , e fpirgendo odorofe i fanno a gara co a pompa erb« dell' i Criftiani chi celebra quella Fella con gior mag- cantando ognuno nel j proprio idioma . Hofantia Fi/io David Bet't'dittai , qui vcnìt in nomine Domini aggiugnendo i Religioli « i ragazzi Criftiani le rimancnri An-, : tifone, e Verterti del Mettale; Poeri il Popolo vi abbondanza a di- Baebrewum &c. ed concorre in ai fatta fendere i ftrada piedi dell' i fuoi abiti che in tutta la Alino non toc, cano terra. veto Alla difcefa poi del Monte Oliin quel luogo t dal quale Crifto , vedendo la Cirtà di pianfc Copra di erta dille , Gerufalemme e che ne pre- totale deirruzione la » ognun Diacono canta tutta ( che è nel VanCip. XIX. Non fenza lagrime degli aflanti dipoi con ordine feguitano ad andare fino al fi ferma , ed la ferie di tal gelo di S. il fatto Luca ; Convento di S. Salvatore mina la rapprefentazione flero . fin qui il Waddingo i ove ter- di tal . Mi- U 7<5 coflume di 11 far quella Pro- ceffione lì partiva da un tempo più , di quel che lìa il pofleflò de i Padri Minori O Ile r vanti no' Santi Luoghi della Paleflina Trovo la prima notizia in Guglielmo di Tiro t colà ove volendoci far vedere qual Crifliani folle la condizione de i fotto de i Califfi di Egitto in Gefufalcmme , avanti che quella Città Folle conquiilata da Goffredo di Bu- remoto . gitone 1 raccontaci 1' perfido Cittadino di che perfeguirava te tempo i i efempto di un GerufalemmC) Di not- Crifliani vi , un Tempio die' egli» quelli gettò cane morto ne li' Atrio del degl'Infedeli) e la manina quei, che andarono per fare re) trovando ivi le lor preghie* quella puzzolente carogna) quali forfennati correvano per la Città gridando > che un Grigliano aveva fatta tal cofa. Fu perciò deliberato, che forièro ammazzati tutti iCrìftiam,- ma mentre andavafi per efeguire tal fentenza , ufi giovanetto Crilbano pieno di fpirito» e co- Digitized by Google e coraggio i rivoltoli a gli altri Cri- lì ortèrfe alla morte confeflandoli egli per reo , dicendo loro , effere più convenevole, che un folo morule per tutti come poi feguì , a stiani non gò t tutti per uno , e perciò gli pre- che ogni anno perpetuamente tòffe fatta memoria di elio. Furono prefe con affetto le parole del gio, e gli cancellerò tutto ciò, che vane egli domandò. Et ut in ramis Pale'tus memori, ad perennem marum am , contrikules tjus Domini mflri va eji , lejit Olivam , quac Cbrifti Jignificatt- introiacat in Civitatsm , in procedane Ji/emni , confirmaitt . Gigi. Tyr. Ub. I Gap. V. Acquattata Gerufalemme da Goffredo di Buglione , fii preferirlo all' Ordine de' Cavalieri del Sepolcro di Noftro Signor Gesù Critto, che nella Domenica delle Palme fofle fatta folenne ProcelEone, Inter alia , quae/acris Militibus praehoc unum fiat , quod Dofiripfit , mìnm Palmarum fieret memorata & & prò- 7« procedo nibus, art- . Ila babeiur hi Conftitutio- & Ordinatìombits ditti Ord'tuìs XIV. ut videre potei Cap. XLVIXI. S. Lib- IV. Quarefmuu Lib. II. Elutid. T. Caf, XII. Peregri'!. X. anche quanto ne dice OlTcrvili un Autore tempi, allorché racconta, che dall'Egitto fu condotto in di quei Gerufalemme il Corpo di Bai- duino I. per edere fepolto. Eadem deniqué die a Monte O/ivarum Do- minai Patriarchìi cut» Clero fno Palmarum , poft confecrationem dejcende~ & rat : cui de Tempio Domini t de univerfs Ecckfits , Fratrei occurrentes , ad diem Feftum convenerunt in bymnis, laudìbas ', in celebratane diei Saniti , quo Dominus Iefùs in Afelio refidens ,Civitatem Sancìam & & JerufaJeta ingredt dignatiis efi. Sic vero omnibus conveiittculìs Omjliafiorum ad id filemne in laudibus Dei congregata , ecce Rex aefutiélus in medio pfaTlentium allatus etf. Alber- — ~__EÌ3' lize,:1 by ^j° 0gl,e n A tal teftimonianza fe ne può aggiugncre altra limile di Guglielmo di Tira , ove racconta, che il giorno Domenici delle Paltempo, che Balduino Conandò in Gerufalcmme folcirne della lile, nel te di Edellà s' imbattè che entrava dall'altra par- te della Città He il Baldaino L Corpo del Ad quam defunto cum per- , aciidit tafit , quod in die Fe, qui dtcìtur Ramis palmarum , cum de more popnlus ttniverfui in Valkm venijfet fio hfapbat tonveniffet & celebrcm tentae, , ad folemnem dm proceffìouem , , Jukto ex una parte Comes cum fuis ingredientur ; è regione Domini Regis fuma cum exequiis importareiur unìverfa Mititia , quae cum eo & , jEgyptum dffeenderat dominifai funus de more profequeme Gag/. in -, . Tyr. Lib. XII. Cip. IL !, Provili adunque fin qui, che Protettone delle Palme io Geni; . . tal falcmmc ma è antica di più fecali peidella venuta de i Padri Minori Olìervanti in Terra Santa t i.-;-."' Re- ; f ' . po Rullò in appretto fofpefa doultima perdita > che fecero i Gerufalemme ma co- 1' Crittiani di me fi : ricava volte citato dal più Quarefmio, accadde, che un anno, elTendo tpà alla cuftodia de i Sanfu ti Luoghi Ì Minori Oflervanti, iìccità una gran Santa Città , per lì la quale nelle terre della e ne i fuoi contorni trovavano in gran pe- ricolo gli uomini , e le beftie ; il Governatore di eflà Città, che era Mao- mettano » tutti gli vedendo ciò » ordinò che abitanti, ciafeheduno ferito pregaffero Dio per , condo illor ottenere la pioggia. Adempirono o- gnuno, ma non furono Avvenne fpofizione di efauditi. allora per fingolardi- GovernaGuardiano, ed Dio j che tore chiamato a fc il Sacro i Religiofi del il Monre Sion ove avevano in quel tempo il lor Convento i Padri di T. S, ordinò ancora ad efli> che fupplicaflero Dio ipet orrenere la rifpofero , pioggia; al quale che volentieri sverebbero quinto gli ordinava , ma permei teflè loro , che , elio fecondo il proprio coftumc, e conforme fi fuol ufare in Criltianità efeguiro chiefero per limiti bifogni, di fare unafolenne proceiiìone colla Croce, e gli -Ecclellaftici veftiri de' fagri Parar» girando per la Cirrà : e tanto permefle il Governatore. Ufciti perciò una manina i Padri colla Croce , gi' rarono proceffionalmente la Città pregando Dìo , le preci de i quali Égli fi compiacque di efaadire Allora il grato Governatore in riconvpenta concelle a ì Religioli Minori Oflèrvanti, che tutti gii anni potet. tero fare colla Croce fimil proceffione i come fecero per alcun tem- po- Ma gli Ebrei db mal fopportando > perfuafero il Govcrnarore di quel tempo , che proibiife a i Criftìani di far tal Proceflio ne colla Croce , come fc fofle difeonventente, mentre ii vedrebbe cosi inalzare i Crifliani fopra di Maometto) e dei Maomettani; le quali cofe approvando il Governatore , la proibì dipoi interamente i e concede loro di quella (òpra deferitta , di cui da Bethphagia parla il Waddingo Gerusalemme , però fenza Croce far , in m Anche tal ProceJSonej pare) che appretto venirti proibita di farli, mentre nei 1667. A Gran Signore gliene rinnovò la licenza s ed ebbei Religioni di la facoltà di T.S ro contiiiovaré a fada -varnenté . Adefló è nuo- tràfendm, quantunque non vi fieno ordini in contrario > mt bensì a motivo delle ghindi fpefe,-e piò ancora per la tirannia di alcuni Governatori, o per effere loro in tale occafione talvolta lontani da Gcrufalemmc » e perciò fenza poter avere quella quantità di Giannizzeri , che loro ùrebbero neceflarj ad per le fìrade, acciocché nafcelfe tumulto fra il Popolo Laiciata quella mattina la ChieRefurrezione , fi tornò al di S. Salvatore mettendo- invigilare non fa della Convento doci all'ordine per dovevamo per la fare b dopo partenza, che mezza notte la pianura di Gerico » c per Giordano. F i VIAG- il • v" V a g c' D i o ; A GERUSALEMME ALLA PIANURA 1 D I GERICO. CAP. Trai/ufi tog? Arabi afihtefli "diGrrito- VI T\Ericolofe fon fempre dell' incontro degli Arabi ladroni le ^radeturre, che conducono d * Gerufalemme a Gerico, c nullamanco lo è la Pianura di Gerico fletta, e le contrade apprettò il Fiume Giordano , ed il Mar Morto Perciò è ncceflàrio di avere una numerofa feorta per poter andare in quelle Regioni : ne quella farebbe mai jje,l. tutto fufficientc, fc non ne Digitizsd by Google forte contrattato il parto co i Capì Arabi delle Tribù , che fono accampate in quei luoghi Il Muflclm, o fia il Governa- tore Turco di Gcrufalcmmc è quel- lo , che mediante lo sborfo di qualche forami , tratta , e accorda con gli Arabi tal pafTaggìo. Convenuti che fieno fra di loro , il Governatore fa venire in Citta gli Scieìik, cioè i Capi Arabi , c gli ritiene come per , ove iranno finche la Caro•ftaggio vana non fia andata in quelle partii Gcrnfalenime : poiché Arabi avendo i loro Capi in pegno , non ardirebbero dì fare il minimo infulto ad alcuno della Carovana ; ed anzi dugento dì loro armati a cavallo affettano quella fuoe tornata in gli Città , quando parte , e la poraltri cento folcati Turchi di quei del Cartello .di ; ed il Governa torcili perfona va ancor erto colla fua'Cor- ri di tano unitamente con G cru fa lemme S6 T utt Divtfpé- i j pellegrini di ogni Re- trovano allora in Gc^S*one » c 'le flss»™»- ruf aleni me j fe vogliono, fon pare anian. droni di andare a fare quello viaggi o »i gj f^ 3 rodando in Città , fono conni Qtrm. & .... ... ,-, .. '"ajjh'ai . tuttocio obbligati di pagare al Go- vernatore la loro talfa , mentre elfo che dalle Porte della Città, e da i refpettivi Conventi ha la nota dìftinrà di quanti Pellegrini fono enGerufalemme , egli procura trati in di provvedere tanti animali , quanti poflàno ellcr fufficicnti al trafporto di tutti , e fe avanzano delle caval- cature i non ne vuol fonrìre il danno. Tal Carovana ogni anno tuoi eflere di cinquemila Perfone ,' quan- tunque nel fecolo feorfo icwmì fino a diecimila refpettivi i arrivaflero ".<" . - - imJ?&<mì Conventi fon che ? tn[™° a provvedere per fi»t aiu quello viaggio il necenario comodo //''W'V'-dclle rende, ed il vitto. l,e Religioni Scifinatìche fono da i loro Papas , o fieno Preii, rigorokmenre aggra- j!i.Ki W0 . gravate per tali fpefe e tornate in , Gerufalemme i figurano fcheduno fecondo di raflàr cia- la fua poffibiiità . 1 Religioiì di T. S. feguitano in queflo viaggio a dare gratuitamente il vitto cfTendo , i ed il comodo dell' alloggia, Pellegrini fecolari tenuti a pagare foltanto la cavalcatura . la quale è ancor quella pagata al Governatore dalla Calìa di S. Salvatore , per la quale fe ne riceve a fuo tem- po Il il conto , come dilli al Cap- XVL detto Governatore elìge da quei Pellegrini fecolari lo i il doppio. di quel- che pagano Ì Religioiì Siccome Ja maggior parte del- / Crìfif- la gente , che compone la Carova- ni Europèi na, fono Cr alia ni Orientali) perciò 1"*?'"' * G fgli Europei bifogna t che appettino di c-ijUnnì andare a fare quel viaggio il giorno, (tritatili. ehe partono gli alrri , non folo per efiere in numero maggiore, quanto per la minore fpefa, mentre per foli cento , o dugento Crirtiani Latini che follerò , non pretenderebbero meno i tiranni Governatori, che F 4 per Digitized by Google 8S per fa condotta di cinquemila perlene'. ... Si computa che ii Governato- 1 . Guanto ri. r , ciafchedun anno per Jquate il re rnquota Gè-aerino quello viaggio circa quindicimila re prr ac. becchini , la maggior parte de i quai C ? 7; cZ"-'li fono certamente per lui, mentre non deve fare altro i che pagare le mi, cavalcature , le fpefe delle quali , con due volte, che dà ad clic mangiare , afeendcranno circa a tremila Zecchini , e per render contemi gli Arabi, ne fpenderà forfè altri quattromila Carni, u M- pan/*, i a, è ma . " giorno pertanto desinato di Criftiani Orientali a far partenza . femore il Lunedì dopo la loro Dodelle Palme, e ficcome dimoerai più fopra al Cap. IV. la Pafqua loro non fempre fi accozza ^"'"menica colla noftra, dere ii lor perciò bifogna atten- comodo . Ma in queft' anno 1767. cadendo di celebrarla Unitamente , non ci convenne niente afpettarc , onde il dita, dì Aprile a mezza notte , entrando il dì 1 3. Digitized by GoogI tlcl Lunedì Santo, termo per prepararli a ci giorno li Gerufalcnimc nura di Gerico. alla Dovendo i rodato pariitc di volta della pia- CrilKani Europèi precedere la Carovana de i Ctiftiani Orientali; due ore dopo li fece partenza dai Convento di S. Salvatore nel piccol numero di cencinquanta Pellegrini nitri Religioii di T. S. e quattro fecolari Europèi , con altra gente di fervizio, cioè Drago- manni, Giannizzeri, ediverfe guardie Arabe , e Turche , eflèndo Capo di quefta piccola Carovana il Padre Vice procuratore di T. S. Quefta ayecebbe dovuto Reverendi/limo , efler condotta dal ma elio nel tempo fta in Gcrufalemme , non vi va non una volta , come neppure una volta vi vanno gli altri , non folo per gì' incomodi che fe più di Religiofi quello viaggio , quanto ancora per non fottoporre la Cafla della T. S. a fare delle iupcrnue fpefe dì Digitized by Google *>*" fi*» EfTendo che , come dìffi , il Gopenfa egli _a far venire m- tutti gli animali da i contorni in Gerufalenime per ufo delia Carovagli diftribuifce poi in una maRinchiude quelli niera particolare in varie Mie , e cortili , ed allorché la Carovana deve principiare a tur? Amia a Ger'"- mi . fa ufcire quegli animali , per volta da quei luoghi ed il partire uno , Pellegrino , che è più accolto , devo prender quello , che a fotte gli tocca j fia un Alino , un Mulo , o un Cavallo . Padti di T. S. procurano il giorno antecedente alla partenza , di Sire urta fcelta di quei Cavalli , e Muli i che hanno bifogno , e gli con1 ducono qualche ria del e mediante Scudeottengono le alle loro Italie, piafira di regalo alla Governatore , migliori beitie ; ma ancor eflì Rcligioli la notte della partenza bifogna che di quegli animali no no i in , prendache di ma- fceltì e cavalchino quegli mano trovano , ncll' ufeir di Con- Digitized by Google 91 Secolari è «fata la Convento. Ai compitezza di fceglierli i Cavalli a piacere. loro Le donne poi , che fon molte » vanno fopra i Cammelli , drftribuite due per certa nelle due certe, che porta ciafehedun Cammello , con più entravi quei figlioletti , che. non fon capaci di andare a cavallo Ognuno della noftra Carovana s'incamminò fuori della Porta di Betlemme , <ovc uniti tutti infiemt li fece fubito partenza ; dovendo effer feguitati manente di lì a poco dal della grofTa ri- Carovana de i Greci, ed altri Orientali, la quale Città per la Porta Orientale di S. Stefano.. Traverfando la Valle di Gtofacirca due miglia da Gerufalem- ufcì fuori della Jto« fiat me , fi arrivò a Bethania e fcefi per un' afpriffima (trada in una valle due altre miglia da Bethania , , , quali fontana degli Ada quei Poperchè vogliono , che più d' pervenimmo poftoli poli , , alla così chiamara una ^*"" una volta lì nendo dalie fiano ivi dittatati ve- Gerico; ne è parti di fuor di propoiito , che anche Noitro Signore facefle 1* iileiìò andando i o venendo da quelle parti, per non enervi da Gerico al detto luogo alEra quella fontana ornata di marmi , ma tutto va ora in tre forgenti perdizione . confervandofi , per al- tro la perfetta qualità delle fuc ac- que. - - - : Trovammo qui appretto un ricovero, ove prendono mifcrahil ripuio quei qualche che vengono , parti di Gerico ; ed in occafionc del noftro pailaggio) erano quiì quali vendevano dalle vi diverli Arabi, il .. ., , de! qual comodo ci prevamolti di noi Ci trattenemqualche poco di tempo apprettò carie lemma mo . di quello luogo per riunire fa noftra Carovana , le quali fermate fpelìò ii fanno, acciocché a motivo delle cattive fìrade alcuno non indietro Btburim. refti troppo • . Poco . } , lungi dalla fontana degli Apo- Digitized . 9Ì Bara- , Barrarmi, o Aportoli retta chim, o altrimenti Bachòrà . Qui Sentii tiglio di Gera ingiuriò colle parole, e allattò colle pietre David, Monche fuggiva' dal fuo figlio ne. Umiìh fà yiv'tit"? "irà BXnfh tì- À to» Jtrw xx*6<iim, iterai 7i5«( rè'~^kiéf ititi» Js/^AÌ: iA»Ì?. /«</. «al tS taiku (K iia,7--i. Ci?; FOT Del fuddètto luogo nori vi re-* Ita , fe nqn la' iirnazionc , e qualcho pkcolo rimafuglio di vecchie fabbriche , uniche memorie , che vi fi Veggano," e che folo potei bfièrvarle al barlume deìla Luna. «' Paftatb Bahurim , e viaggiando [„ mlro ( "pe'l mèzzo d'un'ofeùra Valle , (ì ved-* w« » e» • "dero in qualche lontananza molti lumi , fimili a carboni accelì ed efiendo quella Valle all'ai ftretta ve domiHata tià alti' Monti, li fparfe fubiro fra U Carovana un timore duWtando(J che quelli follerò Arahi , i quali 1 : - ; ci volclleró contraltare o il paflàggio, farci altra mal' azione; e noi era- JDigitizsdby Google mo pochi per opporci a qualche at- tentato, giacché la Carovana de' Criìtiani Orientali non ci aveva ancora arrivati Tali coniìderazioni cagioHaronodella confusone, a fogno che molti a briglia fciolta fe no tornava. no addietro ; fe non che impediti da quelle Guardie , che ci accompagnavano, ;furono coftretti a rimetterIntanto quei lumi cinavano a noi > e quello , che più rendeva timore , fi era di veder parie di loro prendere la Montagna » che in tal forma venivamo ad edere dominati dall'alto, ed impediti nello ftretto paflaggio della Valle . li in via iì . avvi- A tal villa non fu minore it (bfpetto, e la paura delle (Ielle noftre poche Arabe , e Turche , onde ognuno procurava di metterli in graIcorrc do della miglior difefa ; ma un Ara- bo (laccatoli folo dalla noftra Carovana j ed avanzatofi vetfo quei lumi, trovò) eiTere quei da,cento Arabi , i quali avevano fcco molte donr ne Maomettane , che etano Hate; ad Digitized by Google una Mofchia di lor partìcolar de? vozione , la quale è verfo il Mar e che fentcndo effi da lungi la noftra Carovana, temevano , che folle qualche partita di Arabi nemionde elfi fe ne ftavano Culle guardie pronti colle micce accefe per dar fuoco a i loro fucili in cafo di qualche attentato ; ma aflicurati gli uni degli altri , panarono elfi tramezzo alla noftra Carovana , ben contenti fcambievoimente di non Morto , ci) aver principiato arnie , a fpararc neffiin' mentre ne farebbe feguito del danno grande per femplice more j e paura .tra ti- Fatte tre miglia da Babinm^fesmM, Valli, e Monti, fi arrivò a Adomfui far del giorno del dì i j. d' mim Aprile. Quello luogo è flato in ogni tempo lo è meno pericolofo fi ai paflèggicri , nè , allorché non con numerofa compa- di ptefentc paflì di lì gnia , e con buona feorta tempre (lato ni di ftrada . , eflèndo un aguato degli aflaflìIl nome medeiìmo ce ne fi teftimonianza , mentre AdomEbraica i altro non vuol i voce dire , fe non luogo di fangue, nome acquieto in con li ti erazione de i tan- ne mìm omicidi ivi flati tatti Noftro Signore in una fua Patibola Lue. Cap. X. racconta di quel ti povcr Uomo che andando da Gerufalemme a Gerico , fu in quefto luogo affidilo dagli aflaffini , e da elfi fpogliato , e ferirò mortalmente , c dipoi ivi abbandonato, del quale , un Sacerpàfsò, nè un Levita, non ebbe mifericordia nò dote, che di li ma bensì un Sammaritano , il quale curandogli le ferite * e condocendolo AlCopra del fuo animile al vicino procurò, che foflè curato. , Vogliono alcuni Scrittori , che quella bergo Parabola fatto , Adommìm tà , vera Moria di un del tjual racconto per dimoli fervi efière la cariti vcr- foflè la fucceffo Noftro Signore ftrarci qual deva fo del profumo. che toccò ' era una piccola CitTribù dt Giù- in forte alla Giuda ! ed è ii confine di qucfla Tricon quella di Beniamino. Adomquondam vìllula , mine ruinacy Tribù ludae , qui locus uf- tili tnim in forte que badie uocatur ALik'tbn-.ìm , q~ Gr'aece dicitar ໫(3«me tù# v >.. Latiuè ameni appellavi potefi Afietifiu ruforutt, five rubentiam ,pr#pterfanguiucm , qui Ulte crebro a latronibut funditur. LJI autem confinium Tri-, bus ludae , &• Beniamiu defeendemi, ,- . & bns ab JElia leriebum , ubi Calie!-. Inni militum fìtuin efi oh auxilia V'ta- torum . rii loci Huius cruenti t & janguina- Domimi quoque defeendentis recardatus . in parabula ler'tcbum de lerofolyma S. Hieronym. de Sita Nom- loc. Heb. , Sono quivi poco dittanti le ro- K"> ài vìne di un grandiflimo Kan, o lia Ammari> uno di quei folìti luoghi, pofano , ove e prendono alloggio fi i ri- Paf-t federi Qaefto era tutto fabbricato di buone pietre riquadrate. Prc. fentemente chiamali il Kan del Samraarìtano , perchè dicono , elle fu G fab- Digilized by Google fabbricato) ove era l'albergo, nel quale il Sammaritano fopra deferitto portò, por eflerc curaro, quel po- ver Uomo aflalito espila ritmo, , che qui vicino era flato , c ferirò da i ladri avanti a man finititi Poco più Ai jjuwm- fopra Monte il fi vede un Cartello diroccato, chefembra, che na volta forte > e rifpettabile u- folTc Egli è . contornato da un follò (cavato a forza di (carpello nella viva pietra quello una Fortezza al Criitiani , Era . tempo de e ora chiamali i Cartello il del Sammaritano, a motivo del vicino Kan, che ha Chiefa , a r 'ill mila Pia•tura ii Ornai , ma è Panato _ 1J ' . un Deferto nome. Era qui una ancor quella diftrutta tal tal , Caftello ove non li entra in li vede fe non Monti , e rivettiti folo di pietre , e Valli tutte Iterili Seguita quella . {fafa sj malinconico afpetto per lo fpazio di dodici miglia feendendo per una via ,• e dopo fcofcei'a , e fi arrivò nella Pianura di Gerico fette ore dopo la noltra partenza da Gerufalcmmc. cattiva Digitized by Google 99 DEL MONTE DELLA QJJ ARANTANA. C A P. VII. f^Ntrati nella Pianura di Gerico c'incamminammo fui la ti ni Ara, e fatto un miglio e mezzo fi arrivò alle radici del Monte della Qiiarantana. Ove appena giunti, fi — , fmontò tutti da cavallo , e molti Arabi vennero qui a prendere le noquantun- cavalcature, ai quali, que non conofciuti , non fi ftre può far di meno di confinargliele Ben è vero che per quel breve tempo ne tengono conto per il mifero guadagno di un Medino , che ciafeheduno a loro paga rifalcndo a cavallo ; ma . nell'atto di farne loro la confegna è 2 G necelTario rare l' levar la briglia, e afficu- animale foitanto con una corfe quegli Arabi fono fe- da, mentre deli di cuftodire , e confervare i cavalli , ne portarli via come facile loro farebbe ; non farebbero per altro Io ftetlò delle briglie, ede'morii de i ne fono avidi rubano quali lentieri li Non tutti i , c ben vo- Pellegrini afecndo- no a quello Monte delia Quaranrana. Sole dodici perfone avemmo il coraggio dì metterci in fìrada per andarvi; gli altri reftarono ripofandóiì appiè del mtdelimo appreilò un Orto , ove fono alcune vecchie Cafe rovinate '• E' limato il Monte della Qua''rantana a Settentrione delia Pianura di Gerico Egli è privo non fo. lo di alberi, e di erbe, ma ancor dì terra , eflèndo turto maiTò , e la maggior parte dì una fpede di marmo bianco , le parti citeriori del quale , - . che fono cfpofte all' un colore pendente al aria , hanno giallo. Digitized by Google IO! Per afcendere al medefimo fi una iìrerra flrada,che principia per (arpeggia ferapre da quella che riguarda più Uretra uno lo re fi > parte > la pianura , trovandoti c peggiore quanto più avanzala fegno che Co- tale una perforia per volta può panareftando dalla parte deftra l' al- i to della montagna i e filila uno (parentevole precipizio Fatta laniera del iiniftra cammino, al- cuni de' nofìri non fidandoli di tutte le loro forze, ci lafciarono , e furono contenti di poterfene tornare addietro , fpaventati dall' ardua , e De i quattro Europèi Signor Zaccaria Blanced profeguì la ftrada in compagnia difficile via fòlranto io fi . il di diverfi Religiofi Andando più avanti s'incon- tro un Arabo il quale fe ne itavi fopra tale fìrcrtilìimo pafio con una , mazza oltre , ferrata in fe mano, minacciando non pagava qualche Medi- G 3 iRe- j Religioti , ma da i fecoiari e fa , contentato Arabo , trovam- Panato Tempre peggiore la Irrada Per andare oltre , è necellario arrampiqueft' mo . mani , e co' piedi alla rocca, che reità folla finillra , e venendo a mancare un piede , o una mano li precipiterebbe in una profon- carti colle fpavento a rimirarla , che fa Trovofli dopo una Grotta , ove li diede un poco di follievo all'animo j e rìpofo al corpo , per poi continovare ad andare al luogo del no- dità ftro dettino. Riprincipia di qui 1 a me deli ma ftrerta pcricolofa via , e più alto ancora li trova tale . che non li può andare avanti , fe non per parte rivolgendo la faccia dal precipizio) ed aflìcuraroti con un piede btfògm poi lanciarti coli' altro. Quello è il patio più fpaventevole , che pofla immaginarti, e da rendere ap- presivi anche i più coraggiofi zgdby Google Si arrivò finalmente ad un' altra a""'* • ' Grotta, dalla quale fi entra in altre ^aiifl due Quella prima è quali riquadra- deità Quatai ma il fuo mezzo è ora occupa- r**««*> to da un grofiifliino mano , che è caduto dalla parte fuperiore della medelima i il quale {laccatoli dalla , Montagna ha di cinque , o lafciata lei un' apertura braccia quadre , Tal rovina è piuttoilo moderna La delira parte di quella Grotta mette in un' altra ( ove la curiolità ci fpinfe a voler immediata- mente entrare ; ma credevamo in un tratto di rollare affogati da i Pipide i quali ve n'era una quan, che volendo elfi ufeire > nell' entrar , che noi tacevamo , venivano in copia a batterci nel vifo ed in verità tra il loro fvolazzare j ilrelH, tità tale e cinguettare K, fcito forprelì vemmo ta i di , , fi un rellò quaiì in Ma panati quelli luogo di oflèrvare la quale era piena di ti di detti animali quali tal , fu- a- Grot- eferemenall' altezza un palmo Raccontato dopo ad un Ata4 . G Digitized by Google Arabo quello, che ci era accaduto, che eramo flati ben fortun lii ngn avervi trovati altri animali, che quegli, mentre ci eramo troppo incautamente azzarditi ad entrare in un luogo, ove fono fpefCÌ dille, ti fo degli avoltoj > volatili molto voquando fi trovano inquietati , o covi. Ollcrvammo, che quella Grotta era contornata da alcuni muricciolctti , che ci dettero giufto motivo di credere, che folle un Cimitero degli Anacoreti morti in quel luogo , avendo trovato altrove , che così praticavano dì raci ne'loro nidj , fere Dalla prima Grotta fi pafsò nel- feconda , la quale in qualche parte è dipinta alla Greca, e vi è ap- la parenza, che vi foficquì un Altare. Di faccia nell'angolo deliro vi è una gran Cifterna fmaluta con un tenaci flìmo intonaco , la quale fcrviro aveva per confcrvare l' acqua , ma è or molto guafta , c ne è interamente rotta la volta Digitized by Google Neil' angolo iìniftro lì afcende per qualche gradino nella terza Grotta» la quale è più t tolto lunga, che larga Era quella una Chiefa . tutta dipinta all' ufo Greco di prefente li maggior parte , ma è demo- veggono tuttavia dipinti fuluna grandezza al natuì volti de i quali fono sfregiati , fuppongo io , dagli Arabi intorno a i diademi vi erano lita. SÌ le pareti di rale alcuni Apertoli , ; i nomi loro in caratteri Greci Qui dentro un Altare » ove a man delira vi è e tutto fcalcinato il luogo della tavola, cflendovi rimaflo foltanto fupcriormente una lunetta la Nunziata , che è ben confervata quello Altare nel tempo, che ivi ci trattenemmo, celebrò la S. Mena il Padre Eugenio da Signa Minore OlTcrvante conduttore dell' demolì ne della Tofcana in T. S. Le diviiìoni di quelle Grotte per renderle uguali , e regolari fon fatte di buona fabbrica didietre, ed ècerin cui è dipinta . A Digitized by Google io6 come ben fi oilcrva, che luogo ù iìato abitato, e che è un Monattcro di Anacoreti. t certo, tal flato luo^o è ben folitario, e capace edere abitato folo da perfone date ad una vita mortificata , e contemplativa. Dalla parte di Mezzogiorno 11 di confinano tali Grotte a piombo Copra il precipizio i che vi è Si vede però eilcrvi (lato più anticamente im piccolo pailb fuori di efte , ma è ora rofo dalle ingiurie de i tempi e Còlo dal fopraddetto luogo li ha ingreflò neile mede lime. Reftcrebbe da fapere da chi fu . fabbricato, ed abbellito que Ito Ere- mitaggio, mentre molto vi ha ope- umana rato in quelle parti l' Secondo quei popoli è attribuito al- la munificenza di dice Cap. S. arte Elena, tanto anche il Quarefmio XII Pereg. VL e con Lib. VI. elio altri Contuttociò iiccome nè . Nicelbro , nè Eufcbio, che ci deferirono quali Chiefe fonerò da eflà ancor* Digitized by Google T. fabbricate nella S. niente ci par- lano di quella della Quarantana , congetturerei prattolto , che taì lavori fonerò Itati tatti dagli fteflì Anacoreti La Quarantana è uno de i più Monti della Giudèa, ed un ho- alti Qgtriat*devoto i più devoti della T. S. eflen- '"^ quefto nel Deferto , ove lì ritirò Nollro Signore dopo aver ricevuto Batteiimo, avendo qui trionfato Mondo , e del Demonio. Chiamali Quarantina per i quaranta giorquaranta notti , che ivi digiuni , e go de do il del tentato dal Demo, che fe era Figliuol di convertile dì quelle Pietre in no , ed ove fu nio , Dio dicendoli , Pane. Et (tecedens tentator dixitei: Si Fi/ius Dei panesfiant. es S. , die ut lapidei Oli Mattb. Cap. IK ver. 3. Fu qui pure , ove il Demonio conducendolo in cima del Monte , Io tentò moftrandoglii Regni del Mondo , e la loro gloria, e promettendo di tutto dargli fe avene idolatrato, forum ajfumpfii eum Dìabolus m -Atm- tcni Digitized by Google ic8 oslendit ri tem extelfim valde , omnia Regna Mundi , g/oriam eoHasc omnia libi dixit ei rum , & & .- dabo,fi cadens adoraveris me. S.Matth. Cap. W. li & ver- 8. 9. memoria In cima di tal fatto fu fabbricata in di- quello Monte una Cappella, può veder di la quale lontano 1 ellendo nel- la pianura, mentre non è permeilo di andarvi , e per quanto feppi con- siderare era , . anche impoilibilc di profeguire di ove noi non tre da , vi alcuna fìracondurci Io cre- ravvifai che poteflè do, che. in eramo , men- ivi . tempo altro vi ftradu per andarci anche fofle la dalle ferire Grotte, in cui eramo, fa. di prefente de- ma che interamente guaita , avendo però nel tempo medelimo ofiervaro, che ci allungando tri Grotti &- ^'m*™' Monti. Molte il lì potrebbe andare cammino per via di al. Grotte , che fono P er 1lie ft° Monte , furono già devoti ritiri di Anacoreti, che trovavano le altre loro delizie in ritirarli in qiiefti afprif- Digitized by Google afprifliin! luoghi per godere delle , eleggendo a Celeili contemplazioni imif azione di Criilo quello deferto. Nonnulli snim Cbrifti feqjtentei vestigia , defertiim eftgunt , ubi Domi- vus jàmiavit XL. dkbtts ibique cum diro bofte conflixit , quod dkitur Quarantina , fecttndo lapide dislans a ferie». Marc. Sanutss Terfelìus Secret. , Fide!. Crac. Lib III Par. VII. Cip. III. Fra quelle Grotte eflèr ve ne doverebbe una , nella quale li confcrvano intatti molti Corpi di Santi Anacoreti, e ciò per relazione di tiri tal Padre Bonifazio j citato così dal Quarefmio In eodem Monte eft . edam quaedam magna fpelunca Se- pulcroram Poenitentittm , idefi Auachoritarum vacata ibi enim innume.- ra flint corsara , quibus net capiìlis in capite de eft ; Sanfortm enhnfunt in pace fipulta , intaBa, utpraedixi, mino óbdormientcs oeitlis ad Coeìmn quidam genìbns flexis , atti , Jevatis m in Crucis modum mamhtis exante tenfìsvivos referunt. Qjtarefm. Lib. XII. Pereg. VI. Il Quarcfluogo citato non dice per al- VI. Cap. mio al tro di aver veduta ral Grotta; come neppure ho trovare t che l' abbiano veduta altri viaggiatori , i uuali bennon lafciano di accennare , che effervidevc, affidati, per quello, che sì oflervo , falla reftimonianza del libro De perenni cultu T. S. del referito Padre Bonifazio. Io non fui più fortunaro di loro e ciò, che io trovai di particolare fra quegli fìclfi Popoli , ii è , che lor medeJimi avevano fempre fentito dire una Gmil cofa, che mai non lì erano imbattuti in ral Grotta, quantunque fofièro ben ; ma pratici di quei luoghi. C'° Monte della Qu_arantana e f'A da " c Grotte nelle quali eramo po- mote Ual , , de/. , godere , e confiderare da lontano il bell'afpetto delle Montagne dell'Arabia, la Terra di Galaad.il Pacfe degli Ammoniti , e ic Pianure de i Moabiti, la Pianura di Gerico» la _2»jr.,«.icttefi rjflfl. Digitized by Google il Fiume Giordano , ed il Mar Morrò; e {correndo coli' occhio, fervendoci di nrj' accuratifilma carta Geo- delia T. S. ti veddero altri Luoghi , de i quali fanno menle fagre Pagine Nelle Pianure dei Moa!>iri,che p grafica celchri zione iettano dalla parte del Giordano dirimpetro a Gerico , fu in quella trafportara, e divifa tutta fa preda che , fecero gl'ifdraeliti fopra ì Madianiti. & Et tttkrum praedam , univcr/à quae ceperant, tam ex bominìbtts, quam ex jiimenth , adduxertmt Moyfeu, Fienzanim ad & & & , & Sacerdo- tem , ad ommm mtiltitudmem Fiforum Ifrael, reìiqua autem uteujiha portavernai ad caHra in campeflribus Moak ìuxta hrdanem cantra lericbo. Numer.Cap. XXXI. ver. II. J3. In quefta Pianura fu fimilmentii & latta la railegna, e la numerazione del popolo d' Ifdraello dopo la vittoria a - vuta fopra i Madianiti nella , quale fu trovato non eher mancato alcuno. Ci ni- ' Qtmque acceQìffcm Prineiptt esttrciTribuni, Ceniuriotui adMoyfen, nejque , dixerunt; Noj firvi lui recenmtmemm pngnaiorum , quos & fttimut habmmus fitb urna qoidem XXXI H Nibo. co gna ilrò i alla Nebo> aMoisc. ne Cap. . Città di GerineH'iileflb Monta- vi è la Moabiti di & ; Namer. & \9- Giordano, dal lì paefe de uoftra defìtti. Dirimpetto Moatagnii ti mano ver. 4 8- dalla quale Iddio raoavanti che n;orirTe,U Terra prometta. Ajceadit ergo Moyfis de campejlribus tem Neh liriche : iti Moab ftiper Man- verticem Pbajga cantra Dominus om- oflendìtque ci & tiem terram Galaad ufque Dan , tinìverfum Nepbtbali-, terramque Eomnem terpbraim, Manale-, & & Inda ufque ad Mare novijfilaAufiralem partem , campi lericbo Gvitatis paltnarum ufque Segar Dixitque Dominus ad eum. Haec eji terra, proqua ram tnum ' i & & tituatneta . juravi Abraham , Ifaac dicetis: fimitii tuo dabo , V eam ; Jacob, vidtSt Digitizsò by Google eam oculìs tnis illam i. , & non Deuteroni. Cap. . ad tranjibis XXXÌV. a4 ver. 4. . Morì poi Moisòiefu feppelli- to in una Valle della Terra di Moab dirimpetto a Phogor, e mai conforme anche la S. Scrittura , non è flato trovato il fuo fepolcro Sepelivit eum . terme Moab cantra Phagor ; non coguovit homo Sepukrum eius ttfque in praefgntem d'tem. Deuteron. Cap. XXXIV. ver- 6 in Valle & Diflanre alquanto da parte la Boreale fi vede Nebo fui- Monte a il Phogor, dal quale Balaam ricolmò benedizioni il Popolo Ifdraelito, ( "ebogur- di in vece di dargli quelle maledizioni per cui era flato inviaro da Balac Re de' Moabiti , Num. Cap- XXllì. e qui cadde il popolo di Dio per amor delle Donne a predare adorazioni all' Idolo Beeiphegor Num. . . XXV, Un miglio, e mezzo diflanre nilgau. Monte della Quarantana vedeii Piano di Gàlgala , ove fi accampali rono dal il Digitized by Google rono gì' Israeliti dopo di aver vali- cato il Giordano a. piedi afeiutti, c qui Giofuè Condutior di elfi pofe le dodici pietre , the aveva prefe dal Ciordano in memoria di cileni fec- cito quello fpazio di Fiume, per il quale pafso l' Arca del Signore , ed ed acciocché impail Tuo Popolo raiièro tutti i Popoli della 'l'erra a ; tonofecre la poteri! iffima mano del Signore i e a temerla in ogni tempo. Populus autem afeendit de lordane decimo die Menjts primi, caslrametati Jitut in Galgafh cantra Oricntalem piagai» urbis lembo , duodecim quoque lapidei, qiios de lordatiti alveo lumpfercn:, pojuit Jafet Galgalis. 'bfiie Cap. IV. vtr. 19. & Ór dio 10. Panaro il Giordano ordinò IdGiofuè , che faccilc de i cule circoncidefle tutti nati da qnaranr' anni a. .teUt di pietra, gì' irdracliri nel Deferto, i q;;aliii fotropofero a Legge , il che fcgul in una collina chiamata .tal cr,(hmie delia vecchia pcr- Digilized by Google perciò dei Prepuzi, che c fintata in , e qui recarono fino che non furono guariti hjke Cap. IV. Saul con molto piacer fuo, e quello piano di Gallala del Popolo d'Ifdraello fu fatto Re in quello luogo di Gàlgala Et perrexit omtiis popuhis in Gàlgala , fecerunt ibi Regem Saul coramDomino ili Gàlgala , inwto/averuitt tèi vi. & & 8'ttnas pacificai cerài» laetatus eli ibi Saul, Domino & Ifrael tàmii. Reg. Ub. , & cimili viri 1. Cap- XI. ver. ij. Fu dagli Ebrei in prima Pafqua dopo di efnella Terra promefla , cibandoti de ì frutti di ella , e allora cefsò ad elfi la Manna , che per tanto tempo era loro piovuta ne 1 DeCcrto. lofue Cap. V. Gàlgala è anche memorabile per molti altri fatti rammentatici dalle Sacre Carte, come meglio lì potrà rifeontrare nel libro di Giofuè , e ne i libri de i Gàlgala celebrata la rere entrati Re. H i Do- Digitizad by Google Dopo aver foddisfatta la noitra cunohtà, vagando coll'occhio ("opra var , e celebri Luoghi già deferirti i j ci mettemmo nuovamente in via per lafdara queir alpclire Monte che Trovammo anche più difficile nella difeefa ma come a Dio piacque ci riunimmo colla nollra Carovana , ; , che di circa a duo ore ihvaci attendendo alle radici del monte, c , redKuirid dagli Arabi i nó= fin. cavalli, il fece immediatamente pjnenza di 11, elìendo le ore 1 1 del al 13. di Aprile, cioè un' ora avanti mezzogiorno, 'Qui non mancai dì confiderare k maggiore (ia ordinariamente la conoi.ra, 0 la devozione quella, che faccia afeendorc 'qualcheduno al devoto Monte delia: Qjaranrana ; concedendo però , che imprudente larcbiie rji-clio , cha dopo avere una vokaloddisiarrain elfo la Aiaòcuriobri (io devozione, rornalle nuova- mente ad sfpodi ad un pericolo troppo maiuleiio -a4 . . Ne io forfè mi ci DigiTized b; ci farei condotto) letto gli Scrittori quello Monte , prima io avelli che ci parlano di di un luogo Ce , come inaccefìibilc H 3 DEI.- DELLA FONTANA ELISEO. CAP. Atmt&mi, t Mmalii.' \ f\ ra dijlrutss.-*- ^ Momc Vili. Fontana poco difeoilodal Quaranta ria, lì arrivare alla alìt ' di di Elifco, e della pafsò appreso alcuni acqaidotti, ed un' amica fabbrica rutta di pietre , la maggior pane però diitrurca. Ripendio del terreno che trovali , e che continovi per qualche poco alle radici del Monte. Ognvino di noi conge-turò a fuo nudo intorno a qjclio vecchio chi edilizio i b voleva un Monaitero , e chi una Fabbrica, ove li cftraelte Io zucchero dalle fue canne , allorachè la Pianura diGerico fornminifrrava abbondante mente tal prodotto iiede quella fai : al- Digitized by Google volevano finalmente, che tuffi: uno de i foliii pubblici Alloggi Alle quali congetture io aggiugnerò la mia , che forfè fembrealtri piutrolto . la più particolare , mentre voglio credere , che quelle fabbriche abbiano fervilo a tutti quei divcrii uiì t e ad elfi anche nel tempo medefi- rà mo, quando coniidcri che lì pure a i tempi noftti in moiri de i Conventi della Paleftina ci lì adempie a varie delle incombenze rurali ; elfi efercitano le ani meccaniche ; e li dà alloggio a i viandanti nel tempo, che vi li offervano i doveri della vita Reiigiofa. Si arrivò pertanto alla Fontana di Eiiféo, che è diftanre circa mani- glio dalla Quarantana. Le acque, che fcatiirifcono dalla medclìma, fono perfètte , ed abbondanti Secondo al. cuni hanno la loro origine dal luogo di Gàlgala. Cttius aquae ( Fontis Elifei iiixta foeum Galgalae a parte Àiiftral't Brucardin in T. S. DeUb, I. Cap. VII. Altri dicono fcrip. Ftnw dì B'f"> ilo clie 1' abbiano dal Monte della Quarantana. Fons Eiifii fiaturiens è pcde Month Quartmtanae firtvium ge- neriti uberrimiim Adricomius pag. che nel tempo avere loro la , 17. & amoenijftmum Ma credendo io, medelìmo pollano dall' uno , e origine dall'altro luogo, anderò unito co! Quarcmiio. Fluunt (aquae Fontis Elilci ) è pede Montis Quurautantie , vel ex GalgaRi, fuperiufque fecundum diverfi auSormi plncìta. Qjta- ref Lib. VI. Cap XI. Pereg. VL abbondanza loro era tale , ebe ferviva , come dicono alcuni V Scrittori , per far girare ie ruote di varj Mulini, de veggono ora fe i quali non i non vcfligj fe ne degli cdilizj. flo i Se di prefente le acque di queFonte fon buone per adacquare circonvicini terreni , e fe perfet- non erano per , che Eliféo le fanafamarezza, la quale prc- tiffime fono a bere altro tali avanti fe della loro giudieara non folo a i frutti delle tetre, che bagnava , ma ancora guadava ì parti di quelle Donne , clic ne beevano Hmtc Fontem olim , fearborum ruta i non folum terra? , » fidò' mulierum foetas debilitare filitum , tu itniverfumqite om. & fruàus nibus morbos re . , & pernkiem adferImi Ltb. IV. Gip. Iojipb. de bello Vili. Eliféo !e fimi) della loro amarezza alle preghiere del Popolo di Gerico con gettare in eflè un vaio difille, dicendo quelle parole, che ci deferire la Sacra Bibbia fontem aquarum & ah : m'tjtt tìaec dica aquas Las , & non : Egrejfus atl in illuni fai Domimu : t fonavi erit altra in eis mon , matte flerilitas Sanarne funt ergo aqitae ufque in àiem baite , ittxta verbali! Efifei Reg. Lib. IV. Cap. , quoti locuttis est. II. ver. ai. & 2,1. Di \)iù dice Giufeppc iitorico , che nel tempo di Jìftatc , allorquando dall' eccepivo cslor del Sole» che regna in quella regione , turto ivi lì fecca, c che niente più vi nafee, con- 1X1 contuttociò attignendo di quell'acqua avanti il levar de! So!ci ponendola ove tira un poco di vento ancorché caldiilìmo , H rinfrefea ; eall'incontro l'Inverno intepidire proprietà, clic conferva anche a i nogiorni llri . Aqtut antem ante & aeri expo/ita ortitm bmtfta, feit , ntituramq/ie 'trarìam fttmit & milijfima , ai-ri S'ilis rige- ambienti con- Hyeme vero tepefiìt qui t>: eam mer- fit illis , pmtiir- lojepb. De bella Ind. Uh. IV. Cip: VtIL Abbeverando a quella famola Fontana i noilri cavalli ci trattenem- mo per breve tempo appreilò alla Vafca, ove fi unifcono,e li raccolgono quelle acque , approntando dell' ombri fmifuraio albero quale co'fuot rami li eftende tanto prodigìofamente . che unendoli i di uno , il medeiimi con quelli di altri albein qualche, di) che fono qui ftanza, formava come una fpecie dì padiglione alla noftra piccola Carovana , confervandoci la fua ombra da retti i cocenti raggi del Sole . Tal Hi Tal albero Doni , fi chiama in Arabo de' quali molti ve ne fono in ma piccoli: il legno quei contorni, è fortiflìmo , e follecitamentc il non crefeono troppo . Fa quefto un frutto quale allorché è palio , è alquanto limile nel fapore alle noftre giuggiole fccche ; ma frefeo c afpto , c non li può mangiare . Le foglie dell' al- bero , non meno che il comporto del frutto, quantunque più piccolo , e tondo giole . , li La aflomigiia alle itene giugfua feorza è limilo a quel- delle piante de i limoni, ed è fparfa di (pine pungentifììme , e forti, e della lunghezza di un dito medio. la Di quella fìagionc tali alberi erano de i loro frutti , de i quali tutti pieni Arabi coglievano i più maturi in Gcru, portandoli poi falemme » vendere , ove ho io avuta occalione di mangiarne, anche con gli per leccare piacere DEL- PÈLLA CITTA' D GERICO CAP. 1 IX. P irriti di , che Eliféo > fi li fu dalla Fontana arrivò in breve tempo alla Città di Gerico ila quale non è lungi da ella , Ce non poco più di un miglio-. Gerico fu la prima Città della con. Gerito quiflat* Terra di Chanaam , che vernile in 0KIQ de Sr '^raeliti dapo di elìere ti'If.'~P entrati nella Terra promella. razione La nar- conquida fattane, e della della maniera , nella quale fu vinta ( l' abbiamo dalle Sacre Pagine a) Cap. , il quale ne fu U Con- VI. di Giofuc duttore . Ricevuti egli gli ordini da Dio» in efecuzionc dì elfi chiamò a Ce i Sa- Sacerdoti, dicendo loro di prendere Arcadi con tede ra zione , di con effi e fette di quelle che tifavano ne Giubbìlei i 1' che fette trombe, , cammi- naifero davanti ad anche no 1' a! alfe arca , eflà-i ordinando Popolo , che girando intor- mura della Città, feguitalfc la tjtiale re gli uomini d' dovevano precedearme Comandò di . più Giofuè al Popolo, che non efclamaflè , ma che neppure parlate , fintanto ehe no , non folle" che gliaveife venuto mura gior- " L'Arca adunque 8acerdòti,'ur,a volta il detto; grida- egli te, ed alzate la voce-. portata da i giorno girava il della Città di Getico, preceduta' dagli armati , e da i ferte Sacerdoti , che fuonarano te fette trombe,- ed il rollante del Popolo la feguirava, Continovando cosi a le fare per Ibi giorni : ì "> 11 fettimo giorno , come aveva comandato il Signore, girarono coli' ordinanza medeiìma intorno alla Città per. -ben fette volte , ed alla fet- Iì6 l'emma girata , tuonando i Sacerdoti trombe , diilè allora Giofuè a tutgridate ad alta voce ti gl'Ifdraeliti imperciocché it Signore ha data a le : voi la Città . Così all' cfclamaz ioni di tutto Popolo , ed ai fuono delle tromle muraglie , ed ognuvi s'.introduflè dentro da quella pane, preflo alla quale (i trovava, uccidendo tutti gli abitanti, che in olia erano, fenza diftinzionc nòdi età , nè di fefio,, mettendo a fìl di ipada anche le bcltie, dando fuoco 3 tutto ciò , che era entro la Città , ecil be ne caddero no cettuandone l'argento» d'oro, ed i vafi di rame , e di ferro , clic vennero cpnfacrati nell' Erario del Si-r gnore . , : In tal defolazione fu confcrvatad'ordine di Giofuè , fedamente Rai fuoi parenti, e le loro ed ufeira con effi fuori , vennero al campo degl' ove vifléro tranquillamen- liab, e tutti fuppellettili ; della Città lfdraeliti, te, e tutto ci» in rkompcnd di avere Digitized by Google re clTa Rahab darò ricetto nella fila Cafa agli Esploratori > che aveva mandati il Conduttore Giofuè per ollervare, e vedere la Città avanti che 1* Cap.II ver- i. Giofuè poi maledille chiunque folle pvda.. lojue rifabbricata avelie dclìru/.ionc de 1' j e La . deferitra dcfolazione anno 2584. de! 1469. avanri Gesù accad- Mondo } Crifto. e : Fu riedificata 5j8. anni dopoi g' rf J? l'anno 3133. del Mondo, e ri( ^'s 931. avanti la venuta dì Gesù Cri- aeriti. ito , da Hiel di Bethcl , al quale nel tempo che ne gettava i fondamenti , accadde la morte di Abiram fuo primogenito , e giunto a porne le Porte , perfe finalmente Segub ultinio fuo figliuolo Reg. Lib. III. Cap. XVI ver. 34. compiendoli quanto aveva detto Iddìo per mezzo di Giofuè Maledìclus vir corani Domina qui jitfcitaverit t aedificave- cioè . : & rìt Civitatem lericbo fio fmidamenu . illius In primogemio jaciat , & in naviffimo llberorum poitat portas e- jut.Iofue Cip. VI. ver. 16. Bi Bii'ogna qui por mente » che un' p* «/ ri" "t»"vBaii a ' cra Città di Gerico doveva per alqneiu ri- tvo effere nuovamente fondata prifthhrìraia A //'f/. ma j0 , ch c Hiel riedificane l'antica fuiro vinc ; mentre nella Sacra una Città, clic fU(r - Scrittura parlati di fuflìfteva in quello intervallo di tempo Noi Tappiamo » che Gerico . avanti che fodé debellata da Gio- fnè, chìamavafi già anche col nome diCittàdclle Palme vedalìciòcolà noi Deuteron. Cap. XXXIV. ver. 3. Oflervo pertanto , che iimil Cit(à, Gvitas Palmaram trovali urea cento anni dopo la fua prima deflazione nel libro de' Giudici Cip. ; IH. ver. iji in potere di Eglon Re de i Moabiti.. In un altro luogo fi ha come cffendollata ragliata la metà della barba Ammoniti agli Ambafcktorì che aveva mandati David per condolerfi con Hanon per la morte di fuo padre , ed eflendo quella una ingiuria , ed un affronto grande , e verge dagli . Digitized by Goog gnandofi eglino di tornare da Ds»id> così sfregiati , elfo comandò loro ) rellaflèro in Gerico timanto Cile cflt folle nuovamente tum maeiàtam crefciufa David, èffet occurjkm -eerum erant ; eir David.' Ma/ieiè-Uii i ,id Qiwd mijit »*» enfiti viri & mandavi* Bmfitfi rarj>inr-va/tfo, kne^-den» & crejeat barba vefira , tunc TtuSttiA mìni. Rsg. Ltb. lt. Cap. X. Wr! s. - .QuaT flai che Città pertanto fafà q«t- qui. trovali col nomedrGe^ rico, dopo la dcftruzionc di attillai vinta da Giofuè , éd avanti laTiedi^ ficazione fattane da- Hiel di B«~ he*? biibgha adunque, credere , «he; altro fìio foflè flata già fabbricata: un'altra- Gerico in qualclie^i-? ftania dall'amica :Città ,-e- ftiofpde) in' . i Hioi-fondamcnii; ' '. i\*jolj i:. c Che vi iia iìata. una vecchia 0 una nuova Città, li può beh congetturare da- quanto ne dice'Fla-' vio Giufeppe Lpadando delleacrJBe, che icrano .Vianet a" Gerico-., « cW furono rilànatc .da'.Elifdo, «.delle: filali nello fcorfo Capitolo itopeaffr prope fecimen- Burkbumem rigandifoke àrvìs $ Mpiofut iaXta Urbem veterem rMrts , , qjtUm bfflorm lefits hi Mtr , v i. filini fiato, He-, Ditx, pri/oam GhangnawrutH ter* vecchi» Citta di Geticori-. fu da Hid tornò ad tènde itili fabbricata die Vticbié clfct» abitata , flSJlt Nave exerfitus. foHL- iftór- , Himttt jitte- beili ctp'tt ÌH ÙHWW**»» , cdivenne'in aylpref-i' «:««ia»^ Vcfpiliancr liiKiilhuIìb circa ^anjiò <S di No1 o furono tagliati a i abitami . che non avuto campo di ritìrarliue" Giu(> Alanti verfo Gcraiilenime Csppe litor. Uh. K£ap,Ul Scùanu anni dopo fa reftaurara da Adriano.'» fefofferte poi altre trifte vicenda fu ..nuovamente riedificata «la fa Crlftiani j e a tempo de i Latini divenne Città Vedovile - Gugltslm»' èiTm,lib. XIV. Gap. XII. Efli.h.. potaci, poi nel facolo XU. e fu alft<o i Signore, p*rt»Ì ratti quegli awetfaiMi . 1 Digilized bj JagC Infedeli, ne mai. lo» ^ -, 'a più rifabbricata. i& Città di Gerico tu aflegna- _ Beniamino.: - . ' . «wTnjM TriW-'di ta: alla Cap. XFIIl neh u. Secando Plinioi/. BtmamiToparcMo delk,"-^"-* Reliqiia ludaea dividttttr hr''^ ; fn aria delle dieci Qmd&i,. Toparchias deeem , quo dicemns or* gì*4* /Une : Hiericbautem palwetii eonjitam «*. Lik V. Ctpi XiK Àacbe l'Htorico Giufeppo la nwrte fra-lè &>t. Toparchie dell* Giudea ma notili, che fecondo la fua: amlìono erano undici i mettendo fra eiTe Gérufalenirne , Dome qotflla v che ptefedefii i» file 'Sdire, dieci, fe utidecim atttem i ., . 1 ' quorum prima- tH^;:. rthtmi q'ttod otmet HierafclyMol ;v.'." rum Civita* , 'nsmV /«rw «er acsolas eminens > w/»r caput in firtes iemja è&: ' ' J* ; <\ v. torpore bfepb. Caf. IV. ili. ; . \$>e Bello Ità. Ub- • ' queftà Città firuata in pia- nura più verfo di Tramontana dai Monti » che la circondavano in qual' &J z j„,*' IJ* che diftanza -ss Auftro Ponente; al al , "'-venti ftadj, migliai . c t wgì*u> V ' dall' ",?.]! i,;<; Settentrione. H:giro delle fuc mura fa ;prù di' che farebbero ifopcatfue, fino ! £«4. J7. T. mezzo di circuito . » . Eptpban. adver. Hittref Il Cap. XXXff. .•'•Av;;v 5". . Convengono tutti gli -Scrittoti» della fua diitanza di ftadj .150- M Gerufalemme , e tutto il quale fpazio. di cammino , come dimoi trai al C.ap. _ .„ «i« VI. è deferto, e folitudine.-.-;] ari.» „ .£ Elia Profeta pa&ò già di qiio«r'ftì Città prima di effere tripartì* itrit fo« to Cielo. Reg. al tìngmze " ( ^'"ftato g ivi '\ W. IV. Cap Ji Elilvo vi àbitava ellcfld<*, accolto graziofamente da-t gli ahi-antì . rnf-o Cip.iv. ft/s/'è, <fe : , fio» Ub. iv«-5m 1; . K vm Sani maritarli riebrifegn arano nella Città di Gerico a gli Ebrei, le duemila donne ( fanciulli , efanciul- Je I. che ad , " fa,; ta , e 016 Obcd f.i . avevano tolte in: g»erper coniglio del Profe- ellì il quale nùnacciolli dell Digitized by Google dèi ira Signore, della vittoria ti concerta -loro , efendoli sbafache Dio aveva inoltrandoti , trop- po crudeli con una inumana ftrage U Cap. dì - Ebrei XXVIIL Lik tarai. ' . . Giuda, Marnarla figli di Sie uendo venuti in e mone Maccabeo Gerico, furono fatti. uccidere tutti» tre per tradimento di Tolomeo g©- detto Simone in occafiono un convito da lui ad elfi qui pre- .nero. di di parato Jiel piccolo forte chiamato Dodi. Machah. liù.I. Cap.XVI.ver_, t6- Anche il; Gran Sacerdote 15- & AriAobolo giovane di diciotto anni finendo in Gerico t ed ivi bagnandogli, per foUazzo , fu per tradimento fìtto annegare da Erode il Grande-, diicai era cognato y avendo per moglie Màrianne che era forella del detto giovane Ariilobolo Aa. .lui. . hfepb. Uh. XV. .Cap. IlL Detto Erode nel mentre che ; ; •- già era infermo nella Città di Gerico i arrivò indie all' eccelli* di .fare I ! ivi Digitized by Google uccidere ivi il fuo figliuolo Antipa- nia dopo cinque giorni egli i jnedelimo fé ne mori in quella Città divorato da i vermi. Gli furono fatte lfi,Elcouie>. e fecondo li Sui ìa volontà tu fepolto in un luogo chiamato Eròdio dittante otto ftadj,ofìaun miglio da Gerico. Nel tempo medelimo Archeiio , che era preferire a i funerali del padre, fu lofepb. Aut. BuL Uh. Jalutato Rè tico . XVII Cap. X. é-XL U. ... Noitro Signore appratii mandor A-a quella Città , incontrò un cieco , che (lava filila ftrada accattantutto pieno di fiducia fupplicò elio Signore, che gli defle la vifta » al quale la conceffe in ri- dovi! quale compenia della fiies Et Iefiit tua te fai- Gip- XVUl Wft fede fua dtsititli: Refptce mumfecìt. , S. Ijxc. . 41. e ufeendo dalla Città ne guar* altri due/* Matti. Gip- XX. ivtx. degnò Noilro Signore d'uV lulìraw la attàdvGexieo coUafus Si ivi. ; l prc- Digitizad by Googl^ prefenza > e di glorificare in partico- Cafa di un Pubblicano Circondato egli dalle turbe andava per Gerico > e Zaccheo Prìncipe de j lare la . Pubblicani , uomo ricco , e facoltofo elTendo di piccola datura, c bramando di ben vedere il Signore i afcefe perciò l'opra un albero di Sicomoro:: ove ellèndo flato villo da Noftro Si- gnore t gli diile , che fubtto fcendeffe , mentre egli farebbe andato ad abitare in fua Cafa.! ed egli immediatamente difcefo) ivi lo accettò pie* no di contento , e allegrezza Et tum veniffet ad faim fafpkient kjus vidit illum t dixit ad eum Zaehaee fefl'tnans de/tende.: quia hodic in Doma tua aptrtet me ieanere ; fefii: & . & nans defiendit , ettcepkiilim g*#6. dcns.S. Luo. Gip, XIX. ver. $. Q&ì àìflz Zaccheo ai Signore , che' 1» & metà delle fue ricchezze , e beni 1' sverebbe data a ì Poveri , e che fé egli avene defraudato q .alche cofa. ne renderebbe il quadruplo-, Mid. ver. 8. per il che fi meritò mai 1 4 « pendono. Alt lefas advum: Quia domui buie fatta eSl quod ipfe fi/itu fit Abrahae-. il hoaie falus & co ibid. ver. at^Lì ^ aù*" a 9. -fcrode Ottico ti-' traila flia.in 1' Afcalonira aveva fatto Gerico un Palazzo di fua abitafpìrito il fuo ' e fecondando raagnifiecnza aveva anche abbelCittà di Teatri, ili Anfiteatri, ziorle 'di lii aria "-^1 l-.-:Circhi. GiulHniano Imperatore vi reir-ftauto una Chicli , che vi era dedi- -e^di CkitjZ Si*d«it , »i>« - ' -. - - GiX^m"' 3 alia Uadonrla ' e0 ™ P urc 11 ivi riordino, e meflè in miglior grado Spedale. Pracopim de JEÌlìficùs '.< -lafiin. I.ib. V. Cap. IX. no Ne' tempi, che regnarono ^'"*'Gerufalemme i Re Latini , furono r™ uno Mmtftri-v t„- , in in di ^"-Gerico tre Monifterj, che , V altro di Carmelitani^ «d .\i rerzo di Benedettini La Cat'te Ira le era dedicata a S. Gio. Barila,, ciò rilevando io dalla Siria Sagta dell'Abate Terzi Cap.. LXl fewrfffriw Balani in (ittico . . ove dice di aver liria .da V: > tal hoManofcritro. eftratra un' antico . Qsat- Digitized by Google Quattro fono i Vefcovi, che li trovano intervenuti a varj Concili N w j cwi/.'j. olirò SiGennaro l'anno 325. di gnore ii fottofcrille nel Consilio Niceno Maerò all' anno j8 1. nel CoGiovanni /ìmilli ami nopo lira no mente nel Coftantinopol ita no dell' anno 536. e finalmente Giorgio all' . anno fteilò ;}6- vedeli fortoferirto nel Concilio Gerofolimitano Gecko chiamnìi prefenremente stata fidagli Arabi Rihha , che vale Odore f"»f & AdefTo pailàro è ogni fplendore di G*r"*" quella una volta nobile Città , cele. non folo nelle fagre lilorie coancora nelle profane L* unico refto di fabbrica , che vi li vegga , è una fpecie di torre , della quale-è demolito l' ultimo piano > che pare' poter elfcr fervira per Chiefa » ma non ve ne fono fcgnali più che ranco..! Criftiani della Pa^ tellina vogliono , elfere Hata quella fabbricata nel luogo , ove era la cafa di quel Zacchéo , rammentatoci bre me da S. Luca Cip. XIX. Del rimanente più non lì veg- gono in e(Ta nè edilìzi , nò palazzi; e folo alcune poche miferabili capiuttolto che cale , fono il , Jianne ornamento, ed ove abitano deArabi dei più mefehini, che appena hanno con che coptirii Neppure lì veggano alrri rimafugli delle Tue rovine , fe tali non volemmo ilo gli . confederare fatò . , elTere certi monti di e qualche veftìgio riniafo del folio j,che contornava Je mura. DEI- Digitized by Google DELLA PIANURA .- -, G E v i R I C O, ..CAP. /"VUefto 1 1 pnìe X. fieno giorno 13. ài Acirci mezzogior1 7(S7- at avendo già ofemu, e deplorata. Vedietna miferabiì: condizione, della Città di. Géttco , ci V*-n. i noilri At rendimenti qi^U» vada Pianura non malto lontani dalla deferita .trasferinuno.a preparali- ia Città.- :<.<-• bn . -it: j.': Appena qui arrivati n coniegnarono iooirri cavalli* quegli Aralerantè. cbttveniyano a penderli, do; loro al folito le briglie , lenza orendcTcorw noi cura maggiore. lacerto iftello mentre amrt^J^J' Ja gran Carolina woipofla d! "rea o-itùni ... ' ; ;^ ^000. QntMJli. 4ooo. Criftiini Orientali, h quale era preceduta da dugenro Arabi a cavallo, che venivano in qualità di fcorte l'im , elfendo feguitara da! Muffe- ; o fia il Governatore Gern- di faiemme , il quale aveva in fua compagnia cinque Bandiere di fuoi foldati a cavallo , vale a dire circa cento pedone, con altri della fua Corte. Al fuono di varj finimenti aila moda Turca, entrarono nella Pianura di Gerico ; frattanto che moiri di quei Soldati a cavallo tanto Arabi, che Torchi fi -metterò a gioftrare davanti del Muffelim , chi correndo da una parte , c chi dall' altra i- facando vedere ognuno la fua particolar maniera nel maneggio de i i cavalli " la :: . Qaì - « .' , . io ebbi hiogò di foddisfà* mia curiolità in vedere al paragono la maniera di cavalcare, edì , -o "•> * maneggiare ' tà \ che da no befl • cavalli tanto dagli AraTurchi ; giacché ognumontato faceva i' maggio: i i , risfor- Digitized by Google sforzi ri per fuperate V altro . lu offe r vava adunque la comporta maniera Turthefca ^ e la beli» . colla quale poiibn o piccarli ì grazia Turchi- di cavalcare ; dall' altea par-: te la fcòrapòfta: maniera degli Arabi ma , il maneggio, ioro maggior ardire nel. maggior e la loro là neiiarcorÉt. *<. ;> veloci-! cl-i-.- Q -•> Gertamente che^ più bel ; rir. fcontro di quello, non poteva desidemeiwre i. Turchi. procuravanodi comparire i più bravi non tanto per elfcfc^fotto gli occhi. del lor Maggiora» quanto ancora per una : ' A« ' 1 , : rarli, , patticolar gara, che vi. è fra eflì, e Arabi 4 e- dall'altra banda gli gli Arabi baldanzofi , e lìcuri di quanto portano compròmetterfi de i loro veloci dettrieri, non lafciarono di farli icre . . maggiormente ftinrnre,.eva<) r, Arrivato il i ih ..Ini Governatore, allac*»/!;**.' ;• fua tenda fu Cubito fpedito dalla '» fu" parte de i Padri di T. S. e degli alJfm Rragooianno ac- ff„jn. tri Europèi :un M f^ : il . cosà- t*rf- Digitized by Google com pagliato d a du c Giannizzeri tut- a cavillo t i fargli -un corapJimtnquale; to per il fuo. felice arrivo ti grazi sfamante accertatolo iiikz' ora lo re fo di Cwif mandò ancor Rtìì-.ì '- ir: . Quando jf r». , dopo. elio a caval- un Giooadar uomo della fui Corii alare l' iftefia aitenzijiie </&-. fi ;i 1.1 :.i 2 ,i 5.: . il! arrivo-in quella Pia- mira trovammogia prepanuekTen- dormano deyflftó TtnimYt gianwriti r <fidti : fcrvire di allog-- tanto alla nofira Caascari a Quella de'. quanw rovana, gli'-Oriimtèii-GriftiaBi'v^dalfiover--; a- gli Arabi avendo oaichcduacr pMtWaro » mandarle qeàlèhò giotna i<anttópa3 < <l(\.ji';ritid ramente narore, e <fìl*g*ixe,i-ef] ; fteflì, . Difttfndefi tale AooamfrimcntCT nella patte Setrentritsnato dell* Pia^ più a Ponente 'tónlidcmira-*, HA da Oriente a Occidcrw attendamenti dUtMfltfelìm i degli Arabi reftahò a< Tramar^ rana ; dopo no vengono quei de <i Rdigiofi dt T. S. o'fiftnfr gotgfide' randola -«wiV *'*'JG8 1 ' ' -;>w3 gli Digitized by Google / Europèi gli altri , i 4l c finalmente tutti gli andando Tempre verfo Auilro I cavalli fon rutti intorno al- per accomoda, poco fopra di terra delle corde in quadrato raccomandate negli angoli > e ne i mezzi a va- le tefpettive re rj ì tende quali tirano pioli, e a dette corde legano Ì la cavezza in poca di- cavalli per uno dalf altro, e qui fe ne Manno fenza efièr loro mii cavata la ftanza Arabi deiìiniti alia cuftodia di effi penfano a dare ad elfi da mangiate fecondo il foliro una fola ; volta per giorno :' J ''.. Cinque padiglioni erano ivi deftinati per ufo della Carovana de il maggiore era per i Rei Latini ligioli; uno per noi EuropÉi fecolari ; un altro per i Criftiani focolari Il Latini , ma' Orientili di Patria quarto per le perforte di fetvizio ad- fella, e gli . _ ; . dette alla T. S, ed il quinto fetviva di cucina , e difpenfa Anche le altre Religioni avevano le loro varie tende diftribuite per i Religio. ad ufo . fi » per i focolari , e per la loro fer- -:, ,lJ:VÌoe procuratore di T. S. era.in quanto a noi il noiiro MagugU ordini del quale Infogna- gioro va cfegaire . 1 tutti gli altri Greci ci . Ma , gli Armeni, e Criiliani rendevano ancor refpettivi elfi Scifmanct ubbidienza a i. loro fuperiori Eccleliafti- tutti riconofeerc , iniieme poi bifognava dirò così , per noftro: Genqraici il Governatore Turco a i comandi, del quale ce ne davamo, in tutto ciò, che riguardava i movi-: ..-< menti della Carovana- ; fia per antico coftume , o perchè i Padri di T. S. fpendono meglio, il che veramente non fa-i . : O prei dice, noi eramo inteii datMuf- preventivamente di ruttociòima tutti -i cenni ci etano dati a -fuo tempo col fuono. .del tamburo , mediante ih quale dovevamo intendere le ore di ritirarli alle tende i quelle di prepar tacci , eqaelie, che fi doveva cavalfclìiw che.ii doveva fare; : ì li by Google momento , che dovevamo care, ed il menerei in marcia ni di cognizione ; eflèndo tali cen- dei refp etti vi Dra- gomanni. Fra le tende vi fono conrinovamentc non fola i Giannizzeri di fervizio, che fanno guardia, quanto ancora divedi Soldari dalla parte del Governatore, per oilèrvare , che non fogliano feoncerti tra Pellegrini i , torno alle , o difputc coinè fcacciarc quegli Arabi , ancora pen che girano in- medeiìme per accattare. Tutto il commelHbile per noufo era qui flato mandato antecede n rei ti ente da Gerufalemme ; e d'ipo aver fatto quefta mattina un ragionevol delirare, ce ne andamftro mo diihibuiri in varie fpaftb donc Ì compagnie a per quella Pianura oifervanfua fonazione, e dilettando fopra le varie cofe fi prefentavano a noi la noftri occhi che ° allora La Pianura di Gerico è tornata in femicircolo da K i con-*"*^ & Monti mra del- Gerito- Digitized by Google 14* Giudèa , i quali fi eftendono dall' Settrnmone , alcuni de i quali declinando ver. fo della medelìma, formano come una fpccie di teatro. Hierkbus eli Minibus c'trcamdata , quae la Atìftro a Ponente fino a planicies in Tbeetri fptckm ed iffam alìcubi declinai. Strab. Lib. FI 11 Fiume Giordano, che le Icorre a Oriente ne è come il diametro i che la divide di i Paeli , c dalle Pianure de t Moabiti > le quali fono dominate , dall'alte Montagne dell'Arabia Pc- Dette Montagne fi prefentano Pianura di Gerico nel più gra- tréa. alla molo profpetto , fentbrando l' ellre- mixh delle loro cime tirata poco men che a livello , fenza che li veggano quegli ahi , e baffi , che ordinariamen:e fona fra i Monti. Trovandoli tal Pianura così contornara, e quafi tinchìufa da tanti Monti aiti » e Iterili , è perciò dominata dal più cocente calore» a fegno tale, che, quantunque noi fufiùuo verfo la meià di Aprile, fi Digitized by Google fofTrl in qoefto luogo un eccellivi} nè vi è da fperare follie™ ; dal vento Affrico , il quale quantunque iia benigno per altre parti caldo Sorla della non porta > e della Paleftina refrigerio alcuno , qui , men- tre travcrfando per tante terre aride, efecehe, egli è piut torto caldo; io che ebbi luogo di fperimcntare medelìmo , avendo in queft' an- no principiato a farli fentire alquan- il to anticipatamente. Dell'enervi in quefla Pianura crudo dell'Inverno piutrouna Primavera , lì raccogb'e andall' 1/lorico Giufeppe : Tanta nel più flo che efi a'érii cimi in gi! , cireimfuji temperie: , ut ludaeae fartibus tin- al'tìs bk linea vefte utantur indige- nae.lofeph. de Beilo Ub. V. Caj>. IV. L' eiteniione di quefla Pianura Ffiafar.c è di circa venti miglia in lunghezza j e di circa dieci in larghezza . "™ f t Terra , five campeftrìa Hieriebe , longa cho , , , eft lataque Planities ìntcr Hteri- lordmiem kngitudims K i ere- ut trcditur decem di vigiliti , circiter Montibus T. S. latitudini* , Uh- YL . ver» cemclufa miUuir'ta & aqms , Quarefm. Elu- Cap. X. Peregria. VI. éorttvzr, di "" 'rs*i Furono gii in Gerico, e vicino deiima varj Calteli! aitri Cria, luoghi forti , , quella^ Pianura alla e Cini mc- fortezze, ed c ben muniti , de quali Pompeo due ne diftruife l' uno chiamato Thra\ , e l' altro Taurus Ac quantum omnino pondi latroloca , ubi vum recepiscala dir uh , Gaza Tyramorttm recondita erat ; quorum d'io Tbrax , atquc Taurus i . & in Hitricbmtis ìngnlfu /ita erant XVI Di un altro Cachiamato Datone ne fi men- Strato». Uh. rtello zione Giufeppe Iftorico nelle fue anGiudaiche Lib. XIII. Cap XIII. tichità e net Lib. I. Cap. VI. della Guerra Giudaica. Ed Erode l'Afcalonita vi aveva fabbricata uni buona Fortezza chiamata Cipro in coniìderazione della fua Madre Cypris. Nee«ornine Matris heum wxta non & Digitized by Google 149 miminone, Ql>rum noUà. XVI. Iht'rivhinttem scdlUsvis £f optimum detiiiciiiis , , mingvit. lojepb. Aut. Ind. Cap. V. Fu quella Fortezza dulrutra da alcuni feditoli folto il Re Agrippa II. antan compre bende atei qnod nppiihitar Cyprus , St-ditioji prui-lhìium , immilli- iìs J:,;i!;us i Ir.-yk'jiii.'tis des ta i/ttidcni inìerfecerum autem deftruxerunt Belio Imi. Lib. II. . , etisia- mttnimen- , lofepb. De XX. Cap. Un altro Cade Ho trovo enervi fiato fabbricato da Vcfpailana , allorché offendo in Gerico vedeva, che il popolo di Gerii fa lem me penfava a tombini. Idemibtd. Lib. V.Cap. X. Le acque della fonte di Eliféo A*th» fopra deferitte al Cap. Vili, feor- tmdizìmi la Pianura di Gerico per il tratto di fettanta fladii in lunghez- Geritoza , e di venti in larghezza , e rendevano tanto fecondo quel terreno i che bagnavano , che vi erano revano mantenuti orti . Vili. delizioli lofi'pb. De K , e Beilo 3 fecondiflìmi Lib. V. Cap. Su-a- Digitized by Google Straberne indie prima di Fla- vio Giufcppe aveva no:aro, che le campagne erano fertili per le acqoe, dalle quali erano irrigate per fpazio di cento ftadu, e che erapiene di abitatori Louis ferax , Ptilmìs ahmdans , fpacio centum fiadette I > no . dtoritm totus irriguus eff, babi- Str abati. Lìb. XVI. tatoribtts pknus La fecondità procurata a q/;efto fpazio di Pianura per mezzo delle dette acque fu per opera di Archelao figlio di Erode il Grande , che ve le divile in più rufcclii per adacquarne più facilmente i campi. Stimi aquti Arche/ans Taparcba H«. rodis fittiti dediixit in rivos phires ad irrigathnem Campi , Pratoram Pa/marum , cannarum meilis , àr Ibrtorum fcr'tcho. Adricom, pag. iy. Tutto il rimanente del terreno) che era dalia pane del Giordano ) e del Mar morto > era fecco , e & Aerile Ad hrdanem -vero cum Afyhahiùn humiiìns quidam . folum j , ee qtit tamen dejertum , laejl atque ìnfru- Digitized by Google infingiferum. Iofipb. de Bello lìb V. Cap. VIU. A' noftri dì molto minore fpa- zio di cerno iladii è quello, che li *ll'™" int ivi frutrare , non ellcndo coiti- Ài vaia quella Pianura , fe non in quei Pi"""" contorni più precifamente vicini al- vede Fontana di Eliféo , c porzione di quel poco di terreno, che renava a la Settentrione del noltro mento, eflendo tutto falvarico , Non feorrcndo e incolto vi è non Ciccia accamparimanente il . Autore ridia produzioni de , il fertile i quale , di- D'i un. e delle }*"•- , campi di Clerico . particolar menzione del i Balfanio, cncn'j nafeeva. Ciiufcppe Monco dice, che fecondo la comune opinione invaila Ira il popolo, l' era quella, dalla pianta (lata già portata Regina babà in dono a Saloallorché avendo ella Tentilo e dcùde, mone, parlare della di luì virtù rofa di vederlo, venne fino dall' Etiopia in Gcrufalemme. bfipb. Aut. lud. Lib. Vili. Cap. VI. K + E' fla- Digitized by Google E' itato da molti creduto non albero queflo fciuto in iia parte del altra mai , cbc cre- Mondo non in Giudea , ma tal feniimcnto non incontra l' approva/ione di ognuno: e gli Arabi vogliono, che quella una pariicolar pianta delfe (ia Arabia felice ro , che anche l' fee ne i Monti ; , rapendo noi da lotempi noftri cre- a' e nelle Pianure ver- Mecca, e di Medina, maggior parte fenz'arte umana, ovecchè quel; lo , che era in Gerico, aveva bifugno fo le Città di la c fpontaneameme di ellcre cullodito , e diligentemente coltivato , acciò non d^gencrallc : e la giornaliera clpcrlenza ci dimo- erà l'ifteffo anche appretto di noi verfo alcune piante , le quali trovandoli in terreno forelìiero richieggono una particolare attenzione, c Continovò ad cfTere qui coltivato an^hedopo la conquida, e definizione Città di fatta da i Romani come Gccufalemme , della chia- Digitized by Google . ramentc ce lo dimoftra Plinio , Liù. Cap. XXV. In progrcllo di tempo fu trafpotrato dagli Egi/j in Babilonia d' XII Egitto j che è la prcfcnte Città del Cairo Procedente* miteni tempore ab JEgypt'ns trans hit um eft in campimi rivitatts /Egyptia, quac Babilonia nwicupatur. Vttrìacut Hi/!. Hierof Cap. LXXXV. Quelli eccellente pianta , fe- condo ì naturalìfti , crefee za dì un Melagrano , a cui all'altezalfai fomiglia ne' fuoi rami lunghi , af- fi e Infil- fono tivciUti radamente , i quali di piccole foglie, quali lìmiti a quelle della pianta di Ruta , ma colorite di zi un bel verde. Il legno è fortìccio dì colore , ed è gommofo , ed il fiore , che è piccolo , e bianco , ha un gratiflìmo odore. Il frutto è un piccolo nocciolo ricoperto fcnipliccmente di una pellicina fecca , e bruni ; contiene una mandorla , e talvolta mancando di quella, allora in fua vece trovali noe- il nocciolo pieno di un liquore giallaamaro, e piccante. Ne i meli di Giugno, di Lu- ftro, glio, e di Agofto no gli Arabi incido- col ferro quello piccoi albero , c n'eflraggono poi una liquida ragia. Si vede da ciò , che adeflò quei popoli fendendolo, non ufano più quella diligenza , che fenteli folle prima praticata ; e ciò fari forfè perchè le piante, chenafeono nell'Arabia , vale a dire nel iìio vero fuolo , non richiederanno quella diligenza , che volevano allora quando nafeeva- no nella Pale/lina ; le quali affinchè non li feccalfero , era necclfario d'incolla picrra col vetro , o colicllo d' olio , ed in olrre Infognava anche ofiervare , che l'innon folTc più profonda della feorza , o corteccia dell' albero ; le cime per altro de i rami , teftimonio Plinio , po'evanli potare anciderle , con un cilione che col ferro. de, Liciti» tur offìifvè culte Ili s ta/ìa odit . . Emoritur vitro , lapi- Ferr* /aedi vi' protiiitts , ea- dem amputati Jhfervotua mantis Incidenti s fatteti* librainr 4 artifici temperamento nec quid ultra tortiesm violet. Plin. Lib. XII. Gip. XXV. 11 fugo j che n" efce dall' alberetto del Balfamoi chiamali OpoB a! fimo ; il frutto Carpo-balfamo , ed il legno Xilobalfamo L' Opobalfamo è la parte più perfetta» ed è bianco quando Milla dalla pianta; , . diventa poi verde > e indi color d* oro ; ed invecchiando prende finalmente un colore alquanto (òmigliante al mele > e li condenfa come la trementina di Cipro 11 tuo odore è grato ma è altresì penetrante ; ed il . . fapore è amaro Nel Balfamo a noi viene , li , che dall' Arabia trova fpelTo dell' in- ganno Certa cofa è f e tanto dicono gli Arabi , ed i Turchi , che tornano . dal loro Pellegrinaggio della Mec- ca! e di Medina) che quelb Pianta fomminiftra pochìflìmo di quel li- quore, che, Balfamo . come difli, chiamali Opo- Conliile perranto la fro- de de nel mefcuglìo , clic di elfo fanno colli Trementina di Cipro, c tale alterazione è opera de i Turchi Haggi, o (ìano Pellegrini, che fanciò appena rornari dalia Mecca o in Damafco , o in Aperciò allorché alcuno volere Bali'amo veramente fchìeno , hiL;j ricrebbe, che li trovalTe in qualchc- no in Cairo , leppo.E dana di quelle Città all' arrivo del- la Carovana dall' Arabia ; ne ciò farebbe ballante fcrcza avere una perfetta cognizione del vero Opo-lìaiTarilo > iii-jii-rc la uiagijior parte , che i Pellegrini portano dalla Mecca , è il fugo dd k^no i de i rami, c del frutto cftrauo a forza di fuoco, il fjjile l- d' uni q ulità fempre inferiore a quello, che naturalmente cfee per inciiionc dall'albero. Per diftmgnere vi Ila altra fe nel Balla:::.» mefcolata della Trementina gomma vn vafo ; lì di acqua verfa , il il , o liquore in quale in un fu- abballi) poche dita, ed immediatamente torna a galla, fi bito precipita fcio- zegby Co okie ^ fcioglie, c fi poco dopo mefcola con effa , ma dall'acqua, e li feparali coaguli diventando bianco conio il Jane. Allorché relitte a quella prova è certo , che ì! Ballarne, farà lenza mefcuglio di Trementina : ovecchè quando fari fjlfiikaro, mettendolo neir acqua , onderà frinirò a rondo, e lì reiteri appallottolato fenza tornare a galla. Il Lemery nel Trattato delle droghe fempliet chiama quelli Pianta coi nome di Balfamo Giudaico , e feguitando l'errore dialtri,egli dice, che è un arbofccllo, il quale una volta nafeeva folamente nella Pianura di Gerico, ma che quando il Gran-Turco conquisola Terra Santa , ne fece rrafportare lutti gli alberi, che erano nella Giudèa ne i fuoi giardini del gran Cairo Ma per altro di prefentc non trovali pià neppure ivi. Nafeeva altresì ne i giardini di^"" Gerico il Cipro, picculo albero ,X*ic/3nc che in Ebraico chiamali Copher. . Digitized by Google (Calmet pianta è ali» voce Cyprus comune ne i .) Quella giardini dell' Ifola di Cipro, chiamali ora Kennà, del quale parlai al T. I.Cap. I. Fre- quenti erano altresì le piante de i Mirabolani, delle quali anch' oggi fc ne nuova qualcheduna Ab condannili me Mi' pjiae. furono ftelTa e fertili vi , Palme, per cui la li vede in più Sacre Carte chiamata altresì le Cina luoghi di Gerico delle Civitas Palmarum XXXIV. ver. }. . Deut. Indie. Cap. Cap. i. ver. XXVUl ver. ^.diIteflb Flavio Giufeppe nel Liè. V. Cip. Vili, della Guerra 16. Parai. Cip. cendoci lo , Giudaica, ed il medefimo troviamo anche in Strabene al lib. XVI. ed in molti altri Idonei Sacri , e Piofani ; e pure anche di tali alberi pochiflìmi io ne trovai in quei contorni , e fola vidi varj polloni 1 i quali fpuntano nuovamente dalle antiche radiche. La maggior parte Palme , che qui vi erano , fono Hate tagliate per farne delle rradelle Digitized by Google vi per fofìcnere le rafticali capanne di quegli Arabi) che foggiornano in quelle pani. La Palma, fu chiamara dagli 0e rlr;x im , Thamar , da i Greci Foenix ,a,iu Ptimt Ebrei e dagli Arabi Nachla. Si e (lolle co- munemente molro in alto, c parti- colarmente quella di rronco Cottile, ove che le altre , che lo hanno graffo , fe . e robuilo fi mantengono più bafIn Soria crefeono facilmente ; e , dopo cinque , o fei quali aìl'alrezza di anni afcendono, un uomo. Il tronco è fcagliofo , le quali fcaglie provengono da i rami, che ogni anno tagliano , acciocché li follevi più prefto in alro Porta i rami folo in cima , o lìa in reità del tronco , i quali fon rivediti di foglie , che nella forma li alTomigluno ad una fpada, e guardano femfire terra , eccettuati quei rami , che ii . puntano dal mezzo dell'albero, i iì mantengono diritti, finian- quali tochè fpinti dalla nuova generazione dell' albero, ii dilatino, evenuti prò- TfiO provetti prendono ancor elfi il nie- delimo pendio. Sotto i rami, e precifamenre tramezza quei, che fono Ilari tagliati nell'anno antecedente , elee i' Kla- ta, la quale è una invoglia grande, che contiene inviluppati dentro di i fiori quefta fi apre a poco alla fe ; volta e fen/a cadete , albero . fiori , I alquanto limili a come chi quali in de lecca li full* che n' efeono fono i gelfomini falvari- fe fufcelli di i follerò infilzati faggina , i quali fono attaccati per de i fottili racinbretti ad una fpe;ie dì grono ramo , dal quale pendono. Da frutto , il fiori poi fe ne forma il quale nel principio è rollo i e indi verde, e feguita ad cllcre tale fino alla metà della fua grofièzza divenra giallo , o fecondo le varie qualità 11 frutto, che è chia- finalmente ; feuriccio delle Palme. mato Dattilo , o Dattero allorquan, è di fapore molro agiunto poi alla fua maturità è do c acerbo fpro ; Digilized by Google i6i dólce, febbene ririen qualche codi afprezzai come fegue nelle, fa nolìre forbe , alle quali quando è frefeoj e maturo , alquanto li aflò, miglia , iìa perde aitano 1' ed è più grato le Palme- nella Io- Cecco che aiprezza , Contengono ro tefla un midollo chiamato da i Greci e>k4>»am ( vale a dire Cervello, il quale in occaiìone di eifere Hata, una Palma, ebbi luogodi e- tagliata fa min arto , che trovai altro nonef- fcre, fe non il germe della Palma medeirma , il quale poi fptintando fuoti poco alia volta, fi convette ne i-rami, e nelle foglie. Meglio io- non faprei ailòmigliarlo per la confi-, ftenza della materia, che al capo , o piuttoilo torfolo de > gobbi , o catducci, ma molto più bianco,, dolce , e buono al gufló , contenen-. do in fe un fugo latteo • fia : Utiliflima pianta , è all' , .uomo quefì» , che S^ok-^'^l fene fanno ap- palma. ove nifce.. Il; e di tutto ciò mente fomminiftra % profittare quei Popolii DigitizecTby legno è buono per far travi , le retillono * de i grollì pcquantunque (icno fcnipre inolio quali fi, non è compono fe non di un anima lo o meno ferrate. Della porofe,' mentre queft' albero di fibre piti foglie molli fanno , ma , , . fono i lavori , che ne particolarmente delle fpone per metrervi varj generi di mercanzie, e più comune mente per ÌIRifo, dentro alle quali dall'I gitro lo mandano fino a noi De i rami oltre ben altri t& formano gli Sca. o lìanocerte Celte per riporvi alcune altre Ipécic di mercanzie fra le quali J'Inccnfó . e la Mirra , facendone in oltre delle gabbie da uccelli, delle lite da polli, crino de' lerci Facendo un buco nella cima dell'albero, ricevelì da elio un liquore, che bevelì tale quale fenza mcltura akuna Gli Arabi lo chiamano Lebbi , «he in nollra lingua Vale Lacrima di Palma. Crederi, che iafli, . . .-. fòflè q-idfta la Sicera , della quale fe ne trova fatta menzione in più luoghi del- delle Sacre ter. 26. Carte htilic. Deut. Cap. XIv. Cap. XIII. ver. 14.. S. . lue. taf. L ver. iS- Neppure cioli d^l frutto rellano inutili tre macinali li djll' o(lb , noc- i , men- qudti ben fotrilmen- compongono una te ne le, clic meftura^ ta- dura fatica a diitinguerla facendone con elfi varj la- mi vori particolarmente delle co, rone , le quali ufano i Maomettani di tenerle in mano per pallatempo in ; fomma 1 della Palma nulla lì getta umverja Palma , via : NièiJ elì in quod refput debeat , ila tota ma medulla ad extremum hum bumaime nece/fitutis eommoda . lomtnis Meurfit ab Ìnti- tifque fo' aithui ll < filii Ar- bor. facr. Cap. V. ta di Varie perfone credono tal voi- P*'»** «toproprietà delle Palme dclla'^.^; , e dell' Egitto, ciò, che fo-rfj Z'f'f Giudèa ' lo deveii atttibuirc alle Palme deliVf//'/W«. Indie le quali , chiamate Cocco , per la forma del loro albero fon ripoite nel genero delle Palme , dulie quali ne ricavano gì' Indiani gli al- l' 1 beri i«4 Navi beri per le chiodi pure i , materia della remi le , corruzione loro , gomme, eie e fino tavole per facendone fteifa Ì , canapi la i come , c le ftoppe per calafatare i battimenti . Del frutto poi ne fanno tazze per bere , tirandone dalla le mandorla un fugo più ricevendo latiiginolo dall' albero c di mcdeli- mo anche il Pane, ed il Vino,- come più ampiamente potrà olferv tIì in Francefco Hcrnandcz HiHorin Piantarmi XI,. Notò ìs'e. Mexicanorum Cap. Plinio al Uh. XIII. Cap. IV. che fi trovano quarantanovc generi di Palme Di quelle , che io ho vedute, alcune fono alte , e fonili; . altre più balle Alcune , , e di groflb furto che producono il Dattiloahre, che lo hanno fenza nocciolo fonililfiino , ; e tenero > e di quelle > che lo hanno duro, ma bislungo) a talvolta q>ialì tondo, ma più groffo Una fola Palma ho veduta in Cipro nel Borgo delle Saline , la . qua- Digitized by Google quale alla fin altezza di due terzi aveva una branca, quali tanto graffa come ii tronco del rullante dell' Albero . glie, e , come dal ruufcivano fuori le fo- e dalla quale llo principale tronco , formavano gli altri rami. Il maggiore porta il frutto > iterile , quantunque non ma l' altro è manchi ancor eifo della fua dalla quale efeono i foliti Elata, fiori , ma che poi non divengono frutti Secondo il Mattioli , che v*„"''L rili dietro l'autorità di Tcofrafto, è fuor t aitrV di dubbio, che untola Palma fem- fumili. mina , quanto la mafchia debbano portare il loro frutto , il che per al- tro è conttatio a quanto ne dicono oggigiorno i Popoli di Cipro, della Ma pure e della Paleflina quegli Alberi , ai quali io raedeii- Boriai», fe . mo ho veduto fare i frutti , erano, e mafehi alcuni , ed altri femmine e però certo , che fenza aver sili in una diftanza da potetti vedere una di quelle Piante chiamata da quei popoli mafchia, perchè fono .iterili , 166 è cerco i dico, che le altre di qualunque genere licno, lolite a porrare i frutti , non generano più ; e ciò ho avaro io luogo di efamimre mentre clìcndo (lacoli' efpericnza ta ragliata in Cipro nel lytìf. una Palma , che era poco fuori della Città di Lamica , tutte ie altre , che era. no in quei contorni fecero più i i fruttitere non loro Datteri Chiamino poi i naturaliili covogliono qucl'ta iterile Pianta, o mafehia , o femmina , o in altra mafi è che tenella le altre non fanno frutti e remino di produrne quando è ra- me .._nicra.il fatro certiflìmo , ta di gliata ; riprincipiano a farlo mede-lima riforgi di più allorché quella dalla fua Pianta no qualcheduna na da poter , di o che ne nuovo ripianti- in lìtuazio- cfler viltà dalle un fruttifere; bensì, che Palme folo ma- rchio, o una delle iterili Palme che fia, fe-ve per tutte quelle, che pof"'""""=';. fono vederla. "«ìm» tete Palma La Palma • .. fi -• può allevare met- ten- Digitized by Google tendo in terra un pollone di quei , che qualche volta vengono fu intorno a i piedi della Pianta, ed anche i teneti rami li appiccano , o feminando Datpare tilo il nocciolo del o ancota col mettere , in tetra un pezzo di quel germe , che ha 1' albero nella cima, e che chiamali Cervello. Deriderà terreno arenofo , il clima caldo, ma umido, il e nì- trofo , e quando è piantata di nuovo , dcveli all'intorno di eilà in qualche poco di dilìanza , (paniere dal per darle vigore a crel'cere il mettere al Cao pedale della cenere , ma bifogna guardarli dì non concimarla con fterco di Cane alcuna, nèdi altre materie putride , che noi chiamiamo conciti , che molto potrebbe nuocere a fale Giova molto quella Pianta - ccncti aiuto . P , che fia la Palma , e /J; fuoco al fuo pedale , quelle ,h tù rg, , che reliano abballo , ed in- fiati m * fono di un grande , * perchè ivi rigcrmogli più pre- Tagliata dito torno alla Pianta , . L 4 fio 1(58 un nuovo albero, il che ho io più volte ollèrvato fare, con feguirne l'evento. E' la Palma di lunghillima durata , e tanto è vero che non ho trovato mai ncliiino degli abitanti di quei luoghi , ove naIce , il quale fi ricordane, che alcun ito di quegli alberi per fe li folle fcccaro da fenza avergli dato caufa In lìmboìcggiara la lun- , . tatti in elfo è ga diuturnità del tempo, olTerva •ver. Ed nix me come fi anche in Giobbe Cip. XXIX. ove nella volgata li legge ; 18. Et Jicut Palma muhìplleabo in altra verlione tnultipìtcabo ilies vedeli, che rifletta cofa , : . dìes Et fieut Phoe- E qui lìcco- Palma, e Phoenix è e giacché la parola ?>4»fi ifteflb lignifica in Greco ; fi potrebbe da ciò forfè fupporre effere venuta la favola dell'Arabo Uccello, chiamato ancor elfo Fenice, il q-tale V Palma morendo incendiato fuc ceneri , come ]e rinafee poi dal-. fa la Palma. è nelle Sagre albero, del quale median- Celebrariffimo s^cw- Carte tale te . te Digitized by Google te le fue perfette qualità fe , i6 9 ne tro- va fitta menzione mifti cam ente in più luoghi. Per la Pianta della Palma vien pa/mj fimboleggiato il Sole, la Vittoria, il jj»,^,, £ Trionfo , la lunghezza del tempo j l'ww afe. Innocenza , e la Giuftizia , Giudèa , geroglifico della ed è anche per ligni- ficare la fertilità del paefe - Quando Gerufalemme fuptefadai Romani Tito , e Vefpalìano fecero imprimere monete una donna, che tutta dolente fe ne flava a federe a pie di una Palma col motto. [VDjEA CAPTA La Palma vedefi anche nelle . nelle antiche medaglie di Alexan- dria di Egitto coli' ifcrìzionc ALE- XANDR. AEGYPT. La celebrata Rofa di Gerico , Dilla r,a #'g(t;« quale nell' Ecekf. Cap. XXIV. ver- 18. fi è comparata la Divina Sapienza , più non trovali nella Piaalla nura di Gerico , e nè meno nella fletta Città, o ne i fuoi contorni. Poteva eiFere quella «ina nobile Pianta, e tbrfe non diifimile alle ftef- Digitized by Google fteue nollre Rofe , fe non in qnanto o di un orlare più fragrante, e foave, o di uni ipscie più vaga, eviftofa. Prerendono rallini, che anche preCenreniente, non menche in altempi , lì trovi in Gerico la celebrata Rofa , c forro cai nome fe ne veggono ("parie ne i gabincrti de i natri turalità fra la ferie delle Piante fbrelìierc . non meno che nelle cafe particolari fra le cofe rare che talvo! a , ed an- fra le fante. Quella adunque, che oggi è chiama-i da alcuni Rofa di Gerico, è una piccola Punta , la quale ha una radice groiìctra. e darà non più lunga di un dito medio. La Pianta non forma un particolare lido, ma bensì una fpccie di molti ramicelli, iqialifono turf uniti nell'atro , che (piccano faori dalla terra. Si rivafio':n potqueifi dì poche, e ride fomadi molti fiorellini, talmenche potrebheli dire piur'-ollo te molti liori in un fui fiore Il loro coglio, . Digitized by Googl loreè roflìccio, ma dopo impallidi, e crefcendo diventano quafi fc orni K quando quella Pianta è interamente aperta , e fiorita , coaltri ancora oflèrvarono , è molbianchi; me to limile al fior del Sambuco , ma priva di qualunque odore, e non alza da terra, le non quattro, o cinque dira Seccandoli foglie , e tutti i le cadono fiorellini , le poche rollandovi folo alcuni piccoli femi e frattanto tutti i ramettini della Pianta come fe fonerò uno coli' altro intrec; ciati li ferrano in cima come una palla, ma , e formano alla quale rolli Si chiugin tal maniera nel tempo de i caldi grandi , e cosi redano fintanto che continovano gli aridori nella di Cotto attaccata la radica . gono tornando nuovamente ad a, e che il terreno è ahbaflanza umido. Eficndo terra prirfi , allorché piove fecco , e rollando fopra il fuolo più di un anno, i fuoi furti prendono un colore feuro , e quando fono dell' anno anno medefìino , li mantengono bianchi ita , Quefìa Pianta non mai fi guao imputridite per quanti anni poteire continovare a ilare in terra che > forfè l'unico fuo pregio, e continova a mantenerli ancor è tale quando è colta , e trafporrara altrove, ancorché vecctiiflinia Di. più . tenendola nel)' acqua per la fua radice, quantunque feeca , e ferrata , principia a poco alla volta a ria- interamente , ed eftratra dalacqua , torna nuovamente a fer- prirli l' rarli . Da tal fua proprietà è forfè nato quell'errore, che fi è fatto adito nell' animo di alcune donne partorienti, che fia di felice annunzio allorché eue partorendo , tal fiore meno nell' acqua fi apra ; effetto pariicolare di clfa Pianta , che bene oifervando fapranno fperimentarlo uguale tanto ne i profperij che ne' cattivi eventi Diceiì anche che la notte del Santo Natale li aprc . Digilized by Google ancorché fecca. prctefo miracolo il nuovamente pre Ma ncconie .tal oilerva fo!o nelle Piante nò no in tetra fs colte Infognai do non che fuol avere , , che .retta- in quelle, che fo- nelle cafe» , e confervate perciò attribuirlo all'umi- terreno in il quella ftagiooe. : Tanto meno porrà llo fiore fe Ji non il , que- nome avverte trovali ta Pianta darli a di Rofit di Gerico , , che in quella Pianura neppure quefta deferit- e folo fui alficuraro dagli Arabi, che nafeeva fra le arene nell oppolla riva del Giordano, e per tutta 1' Arabia Petréa i Ed elfi medefimi fono quei, che le raccolfece he , e le portano avende- gono re in Gerufalemme , delle quali cia- fchedun Pellegrino ne compra per portarne alla fu a patria. Io n un fo come alcuni viag- giatori abbiano detto , chetroviii tal Pianta in Gerico , e che le attribuìTeano l'elfere di Rofa lericuntina. parmi dì vedere in loro guai- Ma che inganno legge fu tal , come quello che lì proposta .nell' Adricodalie acque delia pia:> mio parlando nura dirCcrico. Prope.. bum fonKm arborei erefemt tuffar Primorum fpiuofae tandem , in qmbus fio- ra na/ciuitur , rajas qttas ìher'f vu/gus appfltat mirandi Adric. pag. 17. i quali tbuntinas effettui alberi da elfo nominati per RoGj di Gerico , vedelì bene , che fono lo Zaccùra , o Zaccòn , del quale vengo , ora a parlare. Dtll Un . albero ne z.^.òfl.one i i \ - i.:C\ ,• albero particolare campi di Gerico, Tuoi contorni, ii ed- .\ li trovali anche quale è chia- zzi». miro z acc àm, o Zaccòn quanto fene e per , mia noiizianontrovamenzione dagli antichi che hanno paTlaro di quelle ila a fatta Iftorìci, contrade. fuppormi 11 loro che non , farebbe folle fata cognililcnzio ta la virtù dell'odio, che fuo frutto allora quel li il ellraeda! elio fjpplilìé , o che ad Balfamo , di cui poc' anzi , o elle folle conofeiuto è parlato j fot- Digitized by Google fotto altro nome a noi incognito L'albero Zaccùm è molto limile al Prugnolo Hi molte fpine , lunghe guarito, o cinque pollici, le quali efeono fotto ciafehedun ramo La feor/a del legno è retata ; fulla pianta conservali verde 1 ma t'aliato die ila, in capT a paco tempo prende un color pallida > e giallognolo L' interno è giallo , e qua. . . e quantunque > lia della durezza medclìma , non lafcia per altro di prendere un bel patimento , c lullro, camehoefperimenraro nel far lare di detto icgno un pomo ad una mazza, che Le foglie fotengo apprelfo di li limile al Ballota non . no limili a quelle dell'Ulivo, ma al- quanto più (Irene, e acute in cima , e quali pungenti , c più verdi ancora, Urtare, per anemone degli Arabi, io fo elfere hìanco, mentre qrando io vidi quert' albero , non aveva fe non i frutti, t quali mal fi afiomiglianq ad una grolla ghianda fenza calice. S>tto la feor- n-n Digitized by Google i'7'fi m za racchiude pochilTmii polpi, e quali a niente li riduce quando è fcccaj ed è attaccata ad un nocciole™ molto fintile a qjcllo di una uliva , ma più grolle- , entro al quale ricoperta di una fottile pelle con- una mandorla fervafi pinguiifirua di olio. Gli ma Arabi hanno tanta Mi- detto olio, che ne i loro lo preferifeono all' ideilo di bifogni Ballatilo della Mecca , trovandolo concome pu- molto fpecifico per le interne lulioni , e per le percolTe, re per le ferite Allora quando la Carovana di tutti i Criiliani da Gcrufalcmmc va ogni anno nel piano di Gerico alcune delle donne Arabe li metto- no in poca diflanza dagli attenda- menti , porti, n lo feco molta quantità di q-icfìi frutti di Zaccòn già maturi che fuppongo iiano coki tino dell' anno antecedente, e qui in prefenza di ognuno n' ellraggono l'olio, parlando con delle pietre i frutti Digitized by Google colla pelle , colla polpa, col nocciolo, e colla mandorla, e dopo ben battuti n' efpriraono l'Olio colla palma delle mani. Dipoi gli peitano nuovamente , c gli gettano nell' acqua calda » ove il liquore- oliofo venendo a galla lo. levano con bella maniera per cavarlo con minor acqua , che iia poffibile , e ciò replicano più d'una volta fintantoché pofla ufeirne. qualche (lilla. Il primo Olio eftratto colla jjreilione delle mani è quello ,.che ef- vendono più» dell'altro fatto nel!" acqua calda. Tale Olio elTendo freli feo li lore- aflòmiglia nel fapore , e nel coa quello di mandorle dolci ; non diventa per altro chiaro dopo qualche giorno , , fe non mentre la femplice maniera, colla quale Io ftringono, h. sì, che vi è. Tempre della, morchia Porrano le Donne Àrabe dì detr» Olio anche beli' e fatto , e vendono lo le , ma in piccoli di queftj ne M otri di pel- hanno poco foier- l?3 fme ciò , mentre fi è allora foggctti di averlo alterato con quello di uliva ; onde per cfièr Scuri e meglio pagarlo qualche cofa di più , e farlo fare, in fua prefenza . lo oilervava , che quelle Donne tempo , che ftrignevano mani q:iei frutti i ii ugnevano nel parti della vita ralmente tutto e quali direi il lor corpo , colla varia genee do- mandate della ragione , mi dicevano che ciò era buono per Ea lor fa, che così impedivano la troppa trafpirazione , che foiìrivano mediante quei caldi 1 e che perciò recavano llite, e meno debilitate di forze. Anche il Lcmcry parla dell' eziandio Olio di Zaccòn, e lo deferive per molro freddi atiivo a difeutere gli umori , e vifcoli Ma ecco qui un'altra teftinionìanza deila virtù di tal Olio. Arabe s erìtm colligunt grana qttaedam in Arhor'iims HJis naia , ex illis oleum expr'ttnvnt ai! dolore s hypocondriacas t •vii so/icoi fananUos optimum eg» & ,& tfftr* Digitizeò by Google 179 txpevtiis funi in meipfo , &• in Reverenti» Patre Fratre baimi Barbaro valorcm bni/is Old. Pater Boni/, ile perenni QdUt T. S. citato dal Quarcfmìo al Lib. VI. Cap. X. Pereg. VI Io potrò aggiugnere a quelle mia notizia più moderna , eilcndone Maro tcftìmonb prefente appun-. to in quei tempi , clic io mi trovava in Gerii fa lem me Un certo Signore ) che io non nomino forfè per motivo di religione non volle comparire alfa vilìta de i Santi Luoghi per Europèo , quantunque tolfe fud. diro della Repubblica di Venezia ,. cllcndo nativo di Zante. Quelli effendo nel piaggio di Gerico fra gli Greci, e non feguitando ben Carovana, un Arabo folleciian- altri la dolo a camminare vallo che , fc e battè ne il cadde da capetto a fegno tale , , elio flette infermiccio tutto quel poco di tempo , che ftemmo fuori dì Gerufalemme , ove per altro a fatica tornò cllèndogli foprag- giunto un arlanno grandiflìmo Tor. i8a nato adunque in detta Città fa configliaco di ricorrere addirittura all' Olio di Zaccùm , come fece continovando a far dò foli cinque giorni col prenderne una cucchiaiata per mattina, e ne rifentì un giovamento tale, che cenatali fui terzo giórno interamente l' attanno > il quinto fi rrovo libera anche da ogni dolore comò fe mai niente avelie avuto E* ottimo quefV Olio altresì per le percoffe i e contulìoni eflcrne come anche per le ferite; dicendo però io queAoi foltanto full' afferro delle perfone di quei paeli », Molte altre Piante io ofTer»ai campi * le quali fem tirandi non eflere almeno comuni in quelli domi ne ! noitri paeli t e alcune di elle di un particolare odore , e fpirito , procurai , per quanto mi permette- le circoflan/e del tempo, dì raccorrò alcune di elle, delle quaadendone fatta parte al rino- vano li nutiffimo noftro Botanico Signor Digitized by Google iti Dottor Saverio Mantftti , furono dal medefimo gentilmente ricevute t uni' tamente ad altre direrfe Piante , che erano ftate d* me trovarci e raccolte dèa nelle montagne della Giu- fatte detto Signor e Dottore fopra di effe tutte le varie fuc of: » ne lelfe c ori fecuri vantanuna Lezione nella Società Filìca fervazioni te Botanica Fiorentina il di j.d' Ottobre dell'anno 17S8. In Comma niente mancava per^ rendere abbondanti , e felici quelle '„„ belie Pianure di Gerico trovavali ne' noflri paeli fe te » , nè bmoftrtìtifim*, che ad ef- non folle proprio « ed abbondanandando inoltre ornata di al- i tre Piante ignote alle tetre nofire> come fopra dimoftrai c fra effe piii fpccialmcnte del Balfatno 1 e della Palma « Dattilifera Exuberant fruget ad morem praettrque lai Balfamumi Palmat. C. Cmietìut . iioftrum , & Tacìt. mp. La lÀb. V. caufa di tanta fertilità fem- braaGiufeppe Flavio, che M 3 efferj> 0 - teila Digirized by Google tefic il cilor dell' aria , e V abbondanza delle acque ; che uno dava luogo di dilatare le Piante , e 1' al- tro di ritardarle, e rinfrefcarle . Gw- fa auleta butus mihì videtnr effe airi* catari £5" aqnaram facundìtas > rum Me qnae , at, acque ?/ata fuer'mt prolici- diffittidat, lìquor auleta fa- fiat ut finga/* firmiter radices agant. bfepb. de Beile liù. V. Cap. . Vili Prrftmt """""ora vi -orzo, li e io ti fui maggiori coltivazioni, che ranno , fono di grano , e di nell'Aprile, in cui quello , era non folo in fpiga principiava a variar colore j e , ma farfi maturo SehtU Re Terminerò quelìo Capitolo ramnlcntln do > cne altresì memoratilo ffiio 'siita , 'vj/;i «r/!jfu la Pianura di Gerico nelle Sacre fl Pianura. Carte nell'anno 1$\6. del Mondo, e 507. avanti di G.C. quando che l'ul- timo Rè di Giuda Sedecla nell'anno undecimo del fuo Regno , Scappando da Gerufalemme ,ed abbandonato da i Cuoi faldati , e da i fuoi più fi- di > lla rico fu prefo da i Babilonefi in quePianura vicino alla Città di Ge> colle fue mogli ,e coi figliuo- i quali condotti davanti Nabufurono uccili in fu» prefenza , e ad e Ab offendo flati cavati gli occhi , fu poi condotto Schia- li, chodonofor vo in niero . Babilonia , ove morì prigio- hfepb. Aut. hid. Ub. X. Cap. X. M 4 VIAG- VIAGGIO ~; ..'* ' ©>-' "A- i GERICO . . . FIUME GIORDANO. DESCRIZIONE DI ESSO FIUME, E RITORNO IN GERICO. A CAP. X L Lia mezza notte fra il dì 13. e il dì 14. di Aprile ci fu dato il legno per prepararci a Pianura di Geri- far partenza dalla alla volta del Fiume Giordano ; dopo due ore , accompagnati da diTurche» e Arabe, ci co e verte guardie mettemmo in via ; elFcndo reflata (boi alloggiamenti la Carovana de Cri- a' i Digitized by Google CrìAiani Orientali , che ci feguitò lì a due altre ore in compagnia Governatore Turco con tutta di del la fua gente partire, e le feorte , che fi fa noi Arabe . Il prima degli altri, È ad oggetto dì non far nafeere qualche inconveniente tra un mefcuglio di diverfe nazioni, e particolarmente divife di Religione , ed è per la ragione medeiima , che i Criftiani Orientali , arrivati che fiano alla riva del Giordano danno dittanti da noi più di un quarto di miglio all' Auftro , quantunque quello partir prima iìa cre- duto da i noftri una preeminenza e da i Greci viceveria fia confiderato per loro una diiìinzione il venir gli ultimi. Travcrlando la Pianura fi pafsò una fpecie di Torrente , e diverii Fofletti , ma tutti erano fenz' acqua e mi dicevano gli Arabi , che neppure nell'Inverno fi veggono feorrere ; onde bifogna credere , che foffero quelli quei Rivi, peri quali paf- i86 favano le acque della Fonte di Eli* in più rami fpargevanlì per Ativà . hfepb. De Bell* Liò. F. Eoi che quelli' Gip. Vili Ellendo noi vicini lafciò fulla delira no , un ove mediante al Giordano fi rialto di terre- la none fi potè feorgere folo qualche fabbrica, la quale olTervammo meglio al ritor- no emendaci allora contentati di fapere» che arano quelle le rovine di una Chielà di S. Giovan Batifia ) . Per tutto il ncdlro fummo accompagnati da viaggio diverjì uo- mini a cavallo t che portavano al- cune fiaccole acccfctdaem" chiamaMafdallà» le quali fon certi fanali di ferro patti in cima di un' te quali bruciano del legno di i ne' pino 1 o di altro albero con ragia E' quefto un cofhime molto comune in Oriente camminando di notte , particolarmente fra le perfone di rango , c di diftinzionc Si arrivò in un bel Prato prefafta fo la riva del Giordano due ore .e mez- Digitized by Google mezzo dalla noftra partenza da Gerì, co, che vale a dire erano ore quattro e mezzo del dì i+- di Aprile giorno del Martedì Santo condo Giufeppe . U Giordano ftadj feffanta mezzo. De con poca , Vili, e , fe- da o lìeno miglia lilorico, è diftante Gerico fette, e , Bello Lib. V.Caf. non fc piuttolto nell'una differenza di diftanzà trova - deferìtto al fi rico di S. Cap. II. Willibaldo . Odepo- dell' ; : . Non emendo ancor giorno > ed avendo fecondo il folito confegnatì nolìri cavalli agli Arabi, che vennero a prenderli ; fu immediatameni un Altare il quale veniformarne due mediante una tendina , che gli divideva , e così furono fubiro celebrate fei MeiTe cioè due per volta , nè gli altri Relìgiofi ebbero tempo di celebrare mentre quando terminarono le fuddette fei , facevali giorno, la quale te cretto va , a ora è deftinata per andare fulla Ri- Fiume, e oflervafe Del felice Giarda» le unì/il onde va del ,, : Ivi i88 Ivi giunti procurammo disfàre alia nolira di fod- pietà nella con- (iderazione di quelle benedette ac- que i occupando poi le rimanenti poche ore, che qui il flette, ad attignere delle medeiìme, come purea odorofe , delfono fparfe quelle rive ; e raccogliere dell' erbe le quali Grappando de' rami degli aiberi , che fono lungo il Fiume t ognuno ingegnandoli di portare da quel altresì luogo moria alle cafe loro qualche me- . Mi dinero» che Ì Greci appena che arrivano filila riva di quello Fiume , s' mifcuamente immergono colle donne in erto pro- credendo i più idioti fra di loro, che folo allora iìeno veramente ben battezzati . Ed oiTervai , che l' ifteflb facevano anche molti de Criiliani Latini forfè per la venerazione che hanno per quelle acque. Il Vefcovo S, Willibaldo quando nell'anno 7 li* i , di Nolko quivi fi Signore era in Paìeilìna, bagnò ancor eflb . M Sa"- Ù»T. Digitized by Google ISO fior, in Vita e'ms al dì coftume di Il 7. ' di Luglio. lavarli nel Gior- dano è antichilfimo , particolarmente per il giovamento , che fi trova per alcuni mali cutanei, e fcabbioli. Nuaman di Socia per comando di Elisén edendolì bagnato fette volte in tal fiume , fu mondato dalla lebbra Mi/tf{ue ad etim Eìifaéus nimlavare fepties lium dicetif vaie, in lordane , reàpiet janitatent . : & carotila, atque mundaleris IV. Cip. lavit tu ver, io. Reg.Lib. V. , w ro tius pueri parvu/i , , & Ùefcendit lordane feptìes ìuxta ferreHituta ejl ca, moiiem viri Dei ficut caro mundatut £f* e fi. ver. 14. Il fiume Giordano è chiamataO'fi" oggidì dagli Arabi Sceriah. Ha qwe-^n,fG M ' 01 '- certamente I' origine nelle Monlagne del Libano, e più propria, in quella parte di elfo , che diftinguefi col nome dì Antilibano, nella Regione, che è ora chiamata da i popoli della Sorta Vadettein , fcaiurendo le fue acque flo mente parlando Digitized by Google qne non molto lontano di ove era Una volta Cefaréa di Filippo , da due Sorgenti , che una chiamata Jor , e l' altra Dan , le quali unendoli iniieme , ne è nato poi dalla loro conneffione il folo nome di Jordanis in , e l' ideilo in Greco IV*"1< , ed in noUra lingua Giordano l!ie fo- latino . cus Caefareae Philippi,ubi hrdarìts eft oritur ad & Ubami habet unum nomine hr radìces duos Fontes , , Dan , qui fimul mmen efficium S. attertm «is . & mixtì lorda' Hieron. lik Commeitt. in Matth. Cap. XVI. ver. ij. Quelle tali fonti iono di- III una dall'altra un miglio , recando Jor a Oriente ^ e Dan all'Occidente . Alcuni Scrittori hanno rigettata , e confìderara come falfa , ed danti t' aflurda 1' etimologia della parola Giordano, e l'origine di eflo Fiume da i due Fonti Jor , e Dan quantunque veggafi ciò più di uria volta replicato da S. Girolamo , e -da altri pofteriori Scrit- Digitized.by Google Sacri tori anche nj Profani e , di villa teflimofuc Sor- , delle genti. Sono quefti tali appoggiati a quanto ne dicono Autori più antichi, daiquali rilevano> che il Giorfua origine dalla fola dano abbia k Fonte di Paneadc (i) lordami amoriiur a fonte Paueade. Pira. Lia. ms V. Caj>. Xfi. Dopo lì attengono i più Giufeppc , il quale oltre il dire lacofa fteflài foggiugnei che per atiro il vero principio del Plinio all' lilorico Giordano è dal piccolo Lago di Pilla- la,, che è nella Traconitide dinanre centoventi ftadj , o iiano quindici mida Gefarù-a di Filippo (i) fog- glia (ij La Fonte quella di Paneadé è la medefima che Dan. mentre fu primi cosi di , chiamala dalla Cini , che vi era dicalriome, ed in apprefìò denomrnolli da quella di Paueade, che era una volta La Citta' la fu fabbricala Cirri di Ch'are* Dm ovegià . Fililo fu fabbrica» di Filippo Tetrarca, della Trace- (a) nt di giugnendu, che prima non ii fapevi il vero principio di tal Fiume , ma clic fu icoperto da Filippo Tetrarca della Traconitide , il quale gettando delle paglie nel Lago di Phiala , furono poi quelle trovate Fonte di Panio » o fia Panea- nella f di dove rilevarono allora , che il Giordano . Et hrdanis quìdem Foni Panium effe v'tdetur ; terram vero- bue occulto deferturex Phiala, ut appellatiti ttaet de derivane j'ub attieni e£l afieiiditur in Tracbonìtìdem , qua ad CKX. Stadimn a CaeCumque olim hoc ef- fé lordanti frincipium nefeiretur , a Tetrarcba quondam Traebonitidis Philipp» defrehenfum efi. Immifis enim eius juffu in Phialatn paleis ìnventae junt ielatat in Panium ; nitide in onore di Celare Augutlo, Ja quale fa poi chiamata nel tempo medefi- mo anche Panesdc, ed è quefta Cittì , ove era gii quella di Dan II ftelTi . Dan , linde amì'quìth F/iivhiM ~&dkr*nt. hjcph, De ' . Scrittore, come lì p-j'ò ere- nafc't Bello 't&f.xvm. Anche Adamnàno» ' Lìk III '---t ; vecchio vedére pref*- fo il Quarcfmió, dà l' origine alla Fonte di Paneade dalla Tracomi idei ' di'rtinguendo per altro l' origine dèi Giordano da t'dUe. Fonti Jof *'é Dan Aratlphm tr.ojh? ad Ulani pervemt iti im fa Provincia Pho£ nìcts , ubi lordami ad Libanì radi' & . ces,de duobus vicfats Fontibus emerge- re videtur , quorum ritius «ornine lor > 6" alter Dan voatatur qui fimi! tmxti compefitum lordakis accipiuntno* rnen. Seà iiotandttm , non effe fa Pania txordmm lordanìs , (ed in Trachini^ ride tèrra cenfum ligmtì ìnterìeBii ftadih ufque ad Caejaream Philipp i Quarefh. lib VI,- taf. IV- Pereti FU Per conciliare Plinio-,- e Gìùfeppe Flavio foli» Stiglile detGiof-' dartoi con (pianto dìdèrcn rem ènte" ne parlano S. Girolamo , il Monaca Suida,'-e moiri altri, N parmW chc p 0 f- .. DigJzaJ by Google polla eflcr» qucfhi facile, quando che Jor è un piccolo RulLeluna grolla Sori <f che Dan è date da per fe foi capace di un buon incorninciamento ad un Fiume; onde fembra, che Plinio ab- fappiafì i leito ritc bia voluto forfè parlare foltanto di quella Fonte maggiore i avendo trala (ciato dì ftr menzione dell'altra tome di cu Hi di poca confeguenza, e come un Rivola rifperto a quella di Dan L'iftefla Giufcppe l' ragione averi avuta e tanto più i Iitarico glie ad eflà era cognita l' origine della Fontana di Paneade dalla Tra- conitide . onde con qualche buona ragione poteva dire Giordano dalla neade» giacché , che derivane w Fontana di molto più lonta- (bla di no aveva il fuo vera principio ; e le acque della Sorgente di Jor le averi coniiderate come quelle di moki altri Torrenti , e Fonti , che altro non fcnno. che ingraiìàre U furreferito i Fiumi. Adamnano afflile ral mio parete , mentre dopo aver fatto vedere, che dalle due Fonti di Jor, e Dan deriva il nome » ed il Fiume Giordano li vede , che egli ;. elio confiderà poi in certa maniera la tal qual Fontana di Paneade*odi Dan come Ja fuperiore, dalla quale foggiugne , che non ha il Giordano vera origine , ma bensì dalla Tra- la coniride , volendo riferire al Phiala Lago dì Inoltre è manifeflo » che a Giufeppe Iftorico era ben anche cogni- to che il Giordano aveflè la fna , origine preflb. di Paneade da più Fonti, menrre egli dice nelle fue Antichità Tribù Giudaiche di ,. che quei della eflèndo moleftati , ed Dan ìnfeguiti da i Cananèi, Il rifugiarono ne t Montile fabbricarono una. CitDan non lontana dal monte Libano » e dalle Fonti del Minor Giordano, delqnalefi parlerà in appreflò o; h ,ì t* a<J3iW Spuc Mi .Uimutt l' Mr K tQp rq(f yiw &c. liti vero- mm protri a Li- tà chiamata ,. .. N ì h9~ >9° batto Monte, t'étis cip. & Minorìs hrdanìs Fon- ère. lofeph. Aut. Ind. Lib. V, m. Della fletta efprdìkme fi ferve parlando ahrove do i due Vitelli d' oro fatti da Gcroboamo, che uno Bethcl, e l'altro in Dan, io» pto EdJ(A 9 iriXI ito trff.-v ir h ùitn % SI iqi iTfto Tàil rnyuit i(S ftitpi Veléni. Unum qui/km in Urbe Bethala, m alterimi vi Dati baec , apud Fontes hrdanìs. lud est attieni lojepb. Aut. lib. Vili. Cap. Vili. E deferivendo l' irtolfo lflorico quelle Terre, che toccarono in forte alla Tribù di Nephtali , park delle medeiimo Fonti, e di piùconlidera quelle come provenienti dal monte Libano. Tà Jì Tfit ri* iaanhiit Tlrp«(ifif»3 plxpi A*(iM**B: riatta «al , vii rtfUafiov , Vm n§ Attimi Spcus ri, tu Vallarti Ttiyi, ài tfr/l S*H»«.i« tS ipwt %x,tv*ir Verum ad Oriente» . . fpectant ufqae DamafeumUrbein, jiiperior 'Galilaea Nepbtaiitis & obti- Digitized by Google '91 & £H , ufque J,ib0ii Monttm , hrdants Fontes , qitì ex bue Mente ortwttur &f> bfiph. Aut. luti. Lìb. V. Ca? . III. ,. Con - . efempj fcmbratni , cha che tanto che Giufeppe , ed altri loro tali pollali giuftarnente rilevare» Plinio , aderenti,, pollano dandoci la aver detto bene detenzione dell'origine dei Giordano E che bene abbia detto anche San. Girolamo b chi i lo ha feguitato,. dovendo anzi rìcò. da quefto Santo .Dottore éfattezza mediante quelle cirqoflarize i che avevano omefle gli,. Scrii tori antecedenti ad riofeerc una maggior elio; tanto più che egìit non man che egiino fa pratico a palmo a pai-* iho di tutta la, Paleflina- La Fontana feorfo di Dan dopo quanta miglia, avere Cor/9 #f poco me- Gw-Aw- e no quella di Jór , ir iinjfconò infame apparito pvc era Cefarca di Filippo U qua! .Città di prefeme altro, non èf fènohun gio chiamato felina , groffo Villag- che lo- abita- Digitized by Googli io8 no ì Druli , i quali hanno in quei contorni diverti altri Villaggi Così raccolte, ed. unite le acque il Giordano prende il Tuo corfo , fra l'Oriente e l'Auftro , miglia entra nel o Meron (i) , Lago di e dopo fei Samochon , '1 mezzo , e feorre pe di elfo per lo fpaziodi fette inolia. m o Ssmechon , da altri chiamato lo Stagno di Meron e di prefenre Hulet-Fanias ; e lutilo fa. te miglia da Tramontani > Meiiogìorno, ed e largo quattro miglia da Levante Ponente . E' copiolb di acque folo nell" Inverno, e nella Primavera; nell'Edite è quali lécco, ed allora pad bene oflervirfi, che la terra del fuo letto è dicolor nero . Viene aumentato quello Stagno dalle acque della Fontana. di Daphne, le quali entrano in efl'o dalla parte di Po- (0 11 Lago nente, era la Sàmdchom , tflendo già prima paffute donde Cittì di Reblata , Citta della Tri- bi di Nephtali, e nella' quale da i Caldèi fu condotto alla prcfenia di Nabuchodonotòr, Sedecfa ultimo Re di Giuda, al Cap. X. Queffo Lago £ contornato da moltiflimi arbolèelli , e frutici, ma particolarmente da giunchi « da canne , «ti qutlle , elle fi fervo™ sii di cui parlai Digitized by Google In diftanza dì due miglia dal detto Lago » eflò parta Cotto un ponte dì gli Arabi 1* appellano » che Gisr Jaacub» cioè Ponte di Gii* Cobfi) il quale è lungo circa fefiàn- pietta braccia ta avendo t e largo dicci braccia» Egli è fab- le fue spallette . bricato di buone pietre riquadrate » t e Cembri eiìcre di antica coftfuzione ; e ieguirando la direzioni: medelìma ed è (ottenuto da tre archi dopo tredici miglia N avendo hùia- » Hi 4 Orientali per fcrivere in luogo di penne, che è Fornati ditte dette < diverfei e Vàrie Piatite fa ili che a IH he lineila felvetta -, a'noltti di li ricoverino ili tKi degli I» (limali ralTàrichi. e feroci» DM partko» lirmenre delle Tigri. [I) PoNte Giacobbe iti co<l chiamato, men- tre fecondo le antichi cfadiiibtii fi Vuo* t che il Patriarca Giacobbe «afljffepef l* ijuLi!» kii'jo allorché ftìggl dal ita Efeù Fra. Nella parte Orientale pittato detto l'onte) e fbr.ra uha pìtcblà eminenza Balduino IV. Re di Gertilalemme i'anhotija. ed il quinto del Ita Regno In tempo di ftiefr fti fabbricò un forte Cartello to"t-o l'incUrfioni rV Sanciti! telìo Cuti- Tyr. . £*, xxr. e»t„ XXCI. ti all' Oriente |a Traconitidei e, ad Occidente 1' [turca, c la Galilea con voltare a Bollante ep.rra.nel Lago dì Ti.bpriade fi), fra. fytozaia » è Cai fi), e già' ha ter.-.:i:ie quella rorre del. Qtprdano , che chiamali Minor Giordano (3). firmo , Lago bi Ti t£ piade io «e parlai T.,11. Cap. Vili. CoItnZAiN reftava nella parie Orieitat Cafarnao nella «irte Occidentale all' d,eL Giordano nel Lago di (•) Qc( .ci ;, iiriWccatiiri T&eriade . Corosaln.tra una dello Città „JèlLi Decapoli > e tanto, dj effa, the ili _,Cjfarnao fe ne fa meniione neli' livangc...lo di S. Matteo Cap. XI. ver. n. * »! fono pr denteine nre riilotre a nulla FitrMl Giordano <i divide in Minor — . ria , ed in Giordano Maggiore j II Giord;ano principia dall' oriate ona (ne Fiume, c termim ni l.r.-o Jì Td.eappunto fra Coroiaui , c Cafar1-riEr.i poi in detto Lago ( ed efee r:ume Jiboc dj ilio appreììb ed Torrente Cifon , che di aneli' ultimo feti nicimonc nel T. II. Cap. HI. e Cap. !>.". Cliiiou'i Già- ..lino Maggiore iinoalfua fine, cric i nei Mar Morto. lardami fiutai a tkiaia vtl Ist ,. '& - I riade i;:;o . il . , i! .1.1 " wi Din Foniil'as ufqae ni Mure Gdil<n.se Digirized by Google Partii go mezzo poi di a detto la- di Tibcriade per la Lunghezza di diciotto miglia,- prende, di 11 nuovo corfo Tempre per Mezzogiorno , e dividendola Perda dalla Samaria , e i paeii de i Moabiti dalla Giudèa ; lì fa poi ^iù' grolTo per 1' unione di divertì Torrenti , e di diverfi Fiumi (t^epaflando di mezzo alla Valle : [ , re -v - > ,!di 4ufi*r aquis turrrnth Cìfm ab Qaiab Qrìtntaiì eqait la- , iinlall finga, & uhm bili imfs lardanti, Maior dt 'mafs apftliatur. Qttircjm. tib- PI- Cttf. IV.Ptrtg- VI. (i) 1 piò rimarchevoli di detti Fiumi, e Torrenti fona gii apprefib - Jaboc, Dibon , jAZts Tafhua , Cahitm , e il To>«en. te, che ni/ce dalla Fontana Òi Eliseo . Il Fiume Jaboc che entra nel Gior, , dano dalla banda dì Oriente, ha origine Montagne dell' Arabia. Pallaio alleFiume, Giacobbe lotrii coli" Angelo dalle rto w. Ùen. Cap. XXXlì. »i. e i4' Dibon è un Fonte, che nafte vitine ove era la Cittì di Dibon, che fu giade t Moabiti, ma poi conquista dal Re deS& Amorfi . If. Cip. XP. Itrem. Cap. Digirized by Google di Save , oggi chiamata la Campa- gna di Avlon», dopo aver corfodal Lago di Tibcriade per fé triti taci nquc ; XWHI- Le acque di quello Fonte Coirono perenni ili Oriente nel Giordano J«iEtt è un Fiume, il quale prende il . nelle parti Orientali ' d' ap- Jaier Cittì delia Tribù di ncor effo nel Giordano . ««. lucer ì npHni faxrr -mmpfns » a « larUie ftfiipitar. AJtìc. p*g. Jt, Tawuà Torrente, che * «ella parte delGordano Prende h de, Occidentale . nominaiione dilla Cittì mime, quale dell* , e Fonte parlali in Jofitó di tal Caf. Caritii , è unTorrenle, ilqUaleehtra nel Giontsno dalla riva O addentate . In quefk. iuojo fi ritirò Blh per ordine del Signore, oie i torvi manilla , e giorno gli portavano per tibarfi del pam!, e della carne, bevendo dell' icqila dt quello Torrente arvi Jrfabi-t ti pintm, &i*r«ti m«f . faìlittr paatm tamts vtfperi , ir bthtbat Aè Torri*, tt. Rfg . Ùh. Itt. Gap. trit vtr- 6. Prefló ani S. F>na fabbricò Una Ol ieri. Nittpt tu. via. &p. xxx. Le acque della Fonra ni di Eiilèo , del. U quale parlai al Cip. Vili, vanno incoi' «He a perderli nel Giordano. & m Digitized by Google que miglia Mar Morto entra finalmente , , ove confonde fi perde con quelle acque ti , nel e lì Anni . Il Giordano è celebre per mol- ninti y,I ragguardevoli fatti Volendo ld- pàti liappreflò gl* I- ^' . dio cfaltare Giofuè dopo Moisc ne dipermeile con porten- fdraelitì, di cui venne Duce , ^ '"" j n °J nuovo prodigio entrando , che nella Terra prometta, paflafle con tutto .il popolo Ebrèo quello Fiume a piedi afeiurti. Cap.IIl al che fi riferifee anche il ver. 3. del Salmo CXII1. del Profeta: Mare vi die , tofo Ma & fttgil : hrdanh converfus efi retror- fum. Elia avanti di edere rapito inviandoti oon Elifeo verfo quello Fiu- me , e percotendone col tuo mantello acque , quelle fi divìfero ed ambidue lo pattarono a fecco Eliieo poi avendo raccolto il mantello , che cadde ad Elia, allorché fu trafportato al Cielo , e volendo tornare nell'oppoftariva, barrendo le acque col mantello Hello tfh fi divifero nuo- le , . ! Digitized by Google nuovamente e pafsò , il fiume . Ret, Hi Eliféo msdduqb tali acque fece venire a galla feure di ferro, che era caduta Uh. IV. Cap. fopra una il Batte/imo della Penitenza Et ve-, niì in omnem Regionali lordami , praedicans Bapiijmiim pàsmtentiac in . remijfioiicm fetcaiBVMn. S. Lue. Capi TU. ver. %. .In aliai altri luoghi delle Sacre Pagine trovali fatta irenzione di qucfto Fiume ma ; fnpratrutto fu eccellentemente nobilitato , e fanti fteaco da Noftro Signore , il quale fin dalla Galilea volle qui venire per ricevere 1' acque Battelimali per lo. mani del fuo Precurfore Giovanni Balilla. Tmc verni lefus a Galtlaea ut ìordanetn ad loannem. ut baptizuraur abeo. S.Maitb. Cap.- Ili ver. . i il )- E quì battezzato che fu , apertoli Cielo, fecfe fopra. di elio lo SpinSignore Baptizatus auteni] to del . Digitized lefus , MnfefHm afietì&t de aqiia & Et ecce aperti finn ei Coeli , vidit Spiritum Dei defiendeiitem jicttt Colutnbam , veuientem fttper fe Ibid. ver. 16. E udiiìì allora la voce del Divìn Padre , che nominò il filo diletto Figliuolo Et esce vox de Coelis diceus. Hie e&Fttus meni dileBus , in quo mibt compiaciti. Ibid. ver. i 7. & . . Il Finme Giordano fervi in cer- ta maniera al trionfo di Tito le altre fpoglia fregio dell' Arco Imperatore . , men- Roma tre fg ne vede in ne fra l' immagiGiudaiche nel trionfale di dotto lordanti Fluvitis in Tr'mmpbttm ducttur fenex efl decumbens , mverjkt urnae iimixits , quo modo flitmina fileni admnbrari. Pater Bernard. Montfaucon in Amiqu. Explk. T. IV. Ub. VI. ; & Cap. V. Tab. 1U. Colle acque di quefto Fiume fu .battezzato da Mc-niig. berto Bolognetti Figlio ti di il di Nunzio Al- Principe Filippo Francefco Gran Duca I. de' Tofana , Medidi cui io ne ho nelle letta l' apprettò Memoiie Fiorentine valier dì 19. notizia Ca- del Francefco Settima!) i forto il di Settembre 1577. cui m Battemmo » Quivi MonNunzio sfliftito da quattro feguì detto „ (ignor „ Canonia del Duomo fece le prime „ cerimonie, c poi inChiefa lo b«tezzò coU'icqut delFiume Gìorda» no fitte venire apporta per tale cffetto di Terra Sanra di alcuni » negozianti Fiorentini. „ Codice DC11. della Biblioteca Palatina. " Giordano prendendolo dal Lago di Tiberiade fino al Mar Mor- ,„ » laigbtzxa, t'fnfoB- GhtZ'ne. ^ Un0 d ° ' ' "5 Ua '' mantiene per il corfo di tutto 1' anno.- l'altro l'occupa alloraquan- do aumenrato di acque efee da i fuoi limiti confueti dilatandoli fullc fuo corfo ordinario non ha di larghezza fe non circa trenracinque braccia ; ma quando è pieno di acque 1 fembra , che fi dilati rive adiacenri . II anche per un quarto di miglio . La ao.7 . fui maggior profondità è di cui que, o Sci braccia. Qucfto Fiume (corre con gran wlt rut velociti > e come altri ancora hanno Ajat . oflérvato , traverfare farebbe difficile di poterli Due notando. itagioni dell'anno è maggiormente abbondante di acque , cioè riéll' Invernoi Primac più ancora Culla fine della vera quando fi difciolgono le nevi del Libano. Qyefta periodica eferefeenza, che ogniannooHervalia'noanche colle ftri giorni , confronra antichiiìime Sacre tre quando il Memorie, men- popolo pafsò a piedi afeiurti , Israelita lo era anche più pieno eiiéndo U tempo della raccolta, lardaìm aatem ripa* alvei fui tempore mefjis impkvertkt bfite Cap. . ver 15. Ordinariamente e torbido, ma divieti attintane 1" acqua pretto limpidiffima , come ebbi, luogo di III. ofièrvare in una boccia piena della medelima , la quale io tnfportai meco , e che tuttavia confervo . Gflervali va fi in un efla fediraento nero . ed inoltre mefcolato con qualche particella bituminola li. , la quale fu ppongo , che venga per la partecipazione» che il Giordano può avere per fotterrameati di quelle fteflè materie bituminofe del Marc AsfaLiréVdi cui parlerò in apprettò Le acque del Giordano fono contuttociò dólci i riei . fono incorruttibili, e producono molto pefee. Lungo il Giordano dail' una > e dall' altra riva vi ad ma tanto folta fitti che > > che formano una , la quale fi rende ed in molti luoghi impe- bofcaglta più cupa netrabile per 11, fono molti canneti alberi di varie fpecie falvariche la i , graffi cefpugli fpìno- tramezzano. Una graii quantità di uccelletti fcherzano fra quefte macchie , e fra cfTe è tale la moltiplicità non può de in i Rufignuoli, delìderarfì di 'più Sentcfi in che tali che . alcuni Viaggiatori luoghi delle Tigri, de' fi ricoveravano Leoni, ed altre beilie Aie feroci. Anche manca certamente di preferite di non enervi delle Tigri , ma de i Leoni fui aflicucaro che in quefte parti non le ne veggono Bifogna per altro credere, che quelli lì lieno ritirati da tali contrade mentre , che ve ne fodero negli antichiflimi tempi li può rilevare anche da Geremia, allorché paragona i nemici , che verrebbero ad . ; straccare Gerusalemme a Leoni, che gire da i de' feroci follerò collretti a fug- ripari del eferefeenza delle Giordano per V fuc acque Ecce qua/i Leo afeendet de juperbia lordami? ad pulcMiitdìnetn rabnjìam rem. tip. L. ver. 44. Erano ore giorno 14- di 7. di quello . k- mede fimo Aprile quando a!rft , r ci par- ifoaifiin dalle rive del Giordano per tornare in Gerico. Dopo un qjarto timmo di miglio fi arrivò alle rovine della S. Giovan Batifla, laudanon avevamo bene oiTervatà neìt' andare, non cllèndo ancor giorno. Ci retavano quelle falla parte (ìi;i- Chiefa di le r\ a.. Digitized by Google 1 IO fi «ni piccola elevazione di in lira terreno * fino a Oriente della quale diftendé il i Giordano quando è groflò. Le rovine lio grandi di tal Chiefa fo- e magnifiche , e quello , che È ne può dire , non ravvifiiridofi precifamenre qua! ferina ella abbia avuta , che per altro mi parve di tre navate * ed al folifo delle Chiefe antiche colla Tribuna maggiore volta a Oriente Fa quella Chiefa fabbricata da Nicepb. Db. Vili. Cai. S. Elena XXX. AnnefTo alla medefima vi fu è quel folo , • . un Monderò di Monaci. Peraflo itinere quartae partii miniarti circiter oceurrtt Ecclejia , quae S- Ioan- nis Baptiftae nunenpatut , cui Aionacborum Monafleritim annexum eYat , in pre stantìa tantum ilìius ingente! ruinae cernuntur Quarefa. Db. VI. Cap. VI. Pereg. VI. Giuflùiiano Imperatore aveva ivi . fatto >.u h un pozzo ih ri «fi AytrflW rifU* <petht Proeopius de ri Digitized by Google JE&ficiit Jujlin. Uh- V. Cap. '/£ S. Maria Egiziaca dopo la tua converlìone venne in quello Monafiero . ed ove por iftruirlì della vera vita religiosa andò a ritrovarla quel Zofimo Abate di pajrero della Pale/lina. , un altro Moil quale ci tu deferitta rifiorii della vita di ei&. Di qui pafsò poi quella Santa Penitente in un .deferto dall'altra parte del Giordano > ove dopo quarantafetta anni di penitenza (erminò di «vere Continovando di qui il gio i a ore nove , e mezzo viagfi tu di ritorno alle noftre tende nella Pianura di Gerico i ove di lì a po- co tornò Greci con anche la Carovana de i Qrion- gli altri Ciiftiani O a VIAG* Digitized by Google VIAGGIO DALLA PIANURA GERICO A L MAR MORTO. Detenzione di detto Mare, E RITORNO IN ESSA CAP. Muflelim , o PIANURA . XII. Governatore allorquando fi parte da eflà Città colla Carovana de i Criftìani , non ha altro impegno 5 che di condurli nella Pianura di Gerico , ed al fiume Giordano ; e perciò chi vuol andare a vedere il Mar Morto i bìfogna , che ILdi fia il Gcrufalemme . Digitized by Google faccia nuove fpefe contrattando col Governatore per avere da eflb pri- ma la licenza pendere da i giacche bifogna dedipoi , fuoi voleri , e prendere le neceflarie Guide per andar iicuri. -Ne i Greci, ne altri de i Criftiani Orientali hanno alcuna curiolitì per trasferirli a quel Mare > onde non cercano di andarvi. I Religioni di Terra Santa fc ne rollano i - . alle Tende permettendo non , il Convento di far per loro quella fpefa, mentre tal gita non è di devoto Pellegrinaggio ; onde pare riferbata folo a i Secolari Europèi , i quali per altro volendo fare in pro- prio le fpefe a qualche Religiofo il loro Superiore non fuo- in tal cafo le. impedire di andare SÌ parte pertanto dalla Pianura Ofrftt * . di Gerico dal , dopo Giordano il della ritorno in eflà Carovana de i Greci. Prefe allora quattro fcorte» cioè due Arabi , e due Turchi li prende la ftrada direttamente per O 3 Au- Mmufter* „fj„^ nuovo per , e panando di bel miglia » piani di (serico , dopo tre una gran Chiefa quali de- Auftro i arriva ad Monaftc- molita , come pure un 1 noftn Draro , che l'era contiguo. gomanni avvezzi a racconrar foltànto quel , che hanno Tenuto dire ferritotio la valla , a quel chiamafi rapprefenrano, che Solitudine di S. Girolamo', e che la Chiefa era defaprei nteata a detto Santo Io non fabbricadire nè da chi folle quella poreflc erteta , ne da quali Religiofì abiuro il Monaftcro Dinio. le (lato Ilrerò folamente . quanto ne fcrilléro alcuni Viaggiato- tempi e la ri, che veddero il Monaftero , Chiefa in miglior condizione , ed ébbero luogo di tìrtervarne alcune ne_refta pitture, delie-quali non ve avanzo , lenza tira 'fc non qualche già in altri che vi fi Vazioni ret . porta fare delle Il nuove , & olfer- Padre Bonifazio Occorìììerenjm filitiido : itla 'vttffa Sanai i'ripfa , Ecchfia, & Mo- Digitized by Google Qmtfirt maitrì , ut ttftùt , eji iffamet imago puristi iepìBtt eii$em Divi Meronymt De , Perenni Culla T. S. lib. II. U Padre Neau Gefirita , che nel gloriojiftmi & . fece quel viaggio col Marchete di Nointel Ambafciator dì Francia alla Porrà Ottomanna > vi oilèrvb molte pitture d' Immagini di Santi Greci , con intorno le intenzioni in caratteri Greci , e non vi vedde alcun Santo di rito Latino, fe . non S. Silveltro aveva di Papa Romano , il quale altro, che la non ma- niera di dare la benedizione , cioè il pol!ice>ed i due feguenti diti .ftefi» e gli altri due piegati alla palma della mano , ove che i Greci prendono il dito annuiate col pollice ed ellendono gli altri ; e che del rima, nente poi quello Santo era rivefliro Pontificali all' ufo del!» abiti di Chic fj Greca Zuallardo Il Padre , il quale fece nell'anno i6S<S. il medeiimo 1' efviaggio, vi vedde ^ncot elfo figw 4 O di San Girolamo , e i fatti lid, ma già gf Infedeli avevano principiato a guadare quel- "figie ia fua vira le pitture Signore Errico Maundcell 11 Miniilro, o Ila Prete Inglefe nel ióy7. vide ivi li Chicfa quali in cf.fcrc, nella quale erano delle pitture di Santi Greci, tra elle la rappreTcnr a/ione dell' ultima Cena dì noIc'apprefTo parole Aij3*r( pxytri CIO. he i caratteri jftero da (jn i i che e tali lìeno ancontutrociò dì farei che quella Chicfa > c Mona(Uno flati fahbHcari, o reftaurati Larini Europei dopo la con* 'quitta*, "lotto -fi <grc. jgg^.^J^J,^ miniera Grecai 'parere ,' della Città di Genifalemme Goffredo di Buglione , e che liano vahi per farla dipignere di Pittore polla elfére Greco fiata io dìmoflrercbhe Che Greca non . detta Chicfa figura ce fteffa di San Silvcftro nell'atto di dare la. la benedizioni Romana ; ufo della Chiefa più ancora ce lo di- all' ma moftra l'Immagine diS. Girolamo, il quale, come -oifervò anche il Padre Neau , i Grcoi non lo collocano He i lòrtì Menologj fra i Santi quantunque però nel VI- Concilio Ecumenico per uno de il non lo abbiano riconofeiura i Dottori delta Chiefa. enervi poi le Immagini di alcun Santo di rito Latino , credo che con ciò voglia dire l' iiteilb Padre Neau > che foltanto non vi tbffero effigiati di quei Santi, de i quali commemorazione fa foto la Chiefa Latina, mentre fecóndo il folìto vi faranno itati dipinti e S. Balilio, e S. Ciò. Grifoftomo , c S. Niccolò , e S. Saba , e molti altri de' commemorazione quali ne fi \ina e altra , l' tre in antico devano , e I' che inol(i ve- mot ro frequente dipinti Latine Intorno a L alla Chiefa e Greca co' ! anche nelle Chiefe — i ' • gli abiti Ecclefia itici quali- erano dipinti Immagini di (jueila Chiefa e Monaftero di S. Girolamo , è da lapere , che a uticamen ce quei de i Lale , , quegli de irGrecii e per quanto in da noi, che * abbiamo molto va- diltèrenza idipende poco a .poco gli Per 'ragion di efempio la figuPianeta d'oggi diverlìnca quella , che avevano ! jioiln Latini tee fccolì fono Raccontano i no/tri vecchi, che cinquantanni fono potevali oifervarc una iimil Pianeta , di color rono riati . ra della non popò da . nella noftra CliiefadiS. Croce, al- erano già tre fccoli , che rò donata con altri paramenti da Tommafo Spinelli gran benefattore di detta Chiefa . EU' era nel fuo la quale principio fatta a foggia di campana ; queih coLifecvali tuttavia ma ridotta alla moda prefentc . Il co- Jtume di alzarli dal Minilìro la Pianera all' elevazione trae origine dal Ijifogno, che vi e» alloi;a di alleggeri- ligilized by-Google il pefo al Sacerdote , che Te rimboccava fulle braccia Inoltre fimili antiche Pianete li veggono anche in alcuni ladroni amichi alle fepolture delle noftre Chiefe gerire la . Dopo tre miglia dal Monade- Lui Mar to di S. Girolamo li arriva per una M"">deferta 'Pianura a quell'unione di acque il Mar Morto antichi negli ; di falfiflìmo Mar , di quale il anche autori denominazione la Asfaltile., Mar comunemente ap- che è , pellata trovali fotto Lago di Sodoma e finalmente di , di Lago Sirbone itfgmtlt tifiti , come li ha in Strabene Lib. XVI gli Ambi lo chiamano ora Babheret - Lut i cioè il Mar di Lot Ha quefto Lago fecondo Giù- feppe Itterico Lib. V. Cap V. della ftadj cinquecenrortanta di 'lunghezza, e fladj cencinquanra dì larghezza , che feconla noflra maniera di mifurare farebbero miglia fettantaduc , e mezzo per un verfo, t diciorjto , .e tre Guerra Giudaica , do quarti per 1" altro- ... ft». , ^ * „ La Tua circonferenza è di cir- ca cenrottanra miglia. Dalla parte di Oriente li prefentano Copra di Monti) che fono degli antichi Paeli de' Moabiti e da queita parte entrano in detto Lago il Torrente Arnon (i)éd il Torrente cito degli alti , Zared no (2) . Da Ponente degli altri gli fovraila- Monti , che fono i conGiu- fini delle vafte folitudini della dèa .11 Torrente Cedron, deliba- dovrò parlarne altrove le nel Da Mar Morto da Settentrione ha Avlona f Abnon è fi fcarica Campagna ' .' la . di parte .'.Oneri- un Torrcnre nrecipirolb quale nafte ne 1 , quella banda la che comprende ';'.:/. (1) , : i| Arabia.'* de i Moabiti .'dividendo i paefi loro da quei degli Ammoni ri ; Volta poi per Qcc iderite t ove 'ricevendo le acque ilei Torrente Natiglieli va con efie filialmente nel Mar MorKt.-fSuH.Orp. XXI. Drut.-Cap. II. hf'pi Ant . hi. tit>. IV. Cip, IV, (1) Z amo ... Torrente del quale i fatta pià vdte menzione nella Sjcra Scrtrtura Sua. Cap. XXI. Dtut. Cip. II. reffa ad Aultfo cW'Torrerue Armo, i'k'i '...-.vp " [fborrè ve-WÓ' 1 Molili Andro per dell' i Pitti . , Orientale , e la parte Occidentale del Giordano) il quale gli palla tra- mezzo entrando me lico l' in quello Marc , codeferii al Gap. XL Dall' Aupoi è confinato da i Monti del- Iduméa; da i quali ha origine una fiumara chiamata dagli Arae la quale non ho mai , grolla bia Safria veduta fegnata nelle carte Geogra5 fiche. In tal forma il Mar Morto non ha alcun vilìbiie sfogo, onde ò dato da taluno detjo , che per fegreacque nel Mar Mediterraneo , e da altri ii conget, che vadano a fgorgare nel Mar te vie pallino le fue tura RofTo , e qucfto è il fentimenro più comune Gli Arabi, che non mancan . forfè di buon criterio, fuppongono che pallino in evaporazione Tutto quello fpazio di luogo oggi occupato dal Mar Morto, fu già una volta là fertile , e doviziofa . Stlv 'r r'- Valle Silveftre commendata dalie Sacre Carte Gen. Cap. XIV. ver. 3 S. e . 1 o. e . per cui feorrendo il Fiume Giorda- Digitized by Google Ili doveva anche maggiormente amena. ohm amoemjjima Plamtiei , qitai* dano rendere quarta Pianura Fm brdanh fluvitu rìgabat CeUariiu Geog. Art. Lio. III. Cap. XIII Conteneva!! in elio Paefe la Pentapoli-, o fra le cinque Città, Sodoma , Gomorra, Adama , Seboim , e Segor , in ciafeheduna delle un Re Gen. Cap. XIV. cioè quali vi era ver. . i. In Sodoma abitava Lot ; e qui tu avvifato dagli Angeli del Signore di partire con tutta la fua famiglia da quella Citta , e da quel paefe > mentre Iddio più non voleva (ofiniquità dì quei popoli frire le dtfcefa una pioggia di fuoco , ; e e di zolfo, fu diftrutta tutta quella Regio- ne , con tà , e tutti gtt abitanti delle incenerite le Cit- verdeggianti Campagne. Gen- dp.XIX.ver. 15. Dcut. Cap. XXIX- ver. ij. La fola Città di Segor (1) par le preghiere (i)Sicoil piccol, Giti dell» F.nupoli. f« Digitized by Google di Lot rifparmiara dal!' Ira fu' Di- vina. Pretendono taluni di' far vedeMare, anche oggidì, re in quello gli avanzi delle infelici Città, dicen- rendono alcun poco vi, abili quando le acque fono più baffe del folito E' ben vero però , che vedefi anche a i noftri giorni tutto fl paefe intorno al Mar Morto mol- do che fi . to fterile , e bruciato , e folo vi nafcono alcune erbe , la maggior parte delle quali fono di acntiflìmo o- dore Le fue- acquo fonò limpide, e2gaUià,i chiare , e come quelle del noftro^^"*. fono fetide ; fono bensì Mar ; né amariffime, e falare ecceflìvamente ; M»n. M Mare né altrimenti chiamala Zoara . L' Adr'icomio li tua male nella fin Carta dal Teatro della Terra Santa quella Cittì, mentre non era lotto il Monte Engaddi, ma bensì nella parte auftrate all' cftremltì del Lago Aifiltile, teftimonio l'Iftorico GlufeppB: mini Itilis tmgitKio rfi quìngentorUT* nò in pefee ivc elle vi , c quella , alcuna fpecic u. che vi può efler trafporrato dall' impeto delle acque del Giordano , immediatamente vi muore Nuotandoli in quello Mare foftiene con una forza 11 raord inaria ma mi dicevano quegli Arabi, che non Capendo nuotare , lì affogherebbe , e lì anderebbe finalmente al fondo come in tutte le altre acque. E pure leggeli in Flavio Giufeppe, che Vefpaliano efiéndo andato a vedere qucfto Lago , fece legate le mani di dietro a diverti Uomini", che non fapevano nuotare , e che acque, immediatamente tornavano a galla, come fé .gettati in quelle Nam follerò flati rifpinti per forza & Vefpajiaitus gratta Mandi , cum illue venvret tnjeios , vifendi iujjìt e'ms qitodam v'tnBts poli terga ma- è* omnibus , in alluni proiki ève tiit ut quafi fpiritus alkuìus vi De fnrfiim repulfi fupernaterent tiibus . Bello Ind. Lib. V. Cab. V. - ' "" K.l fcc alcuna forra dì erbe, ed do è tutto fangofo, e nero mente quello rango è quello un odore fetente , ftropiccìandolo colle e più mani; il fon- e diache ha. , , ancora le Ghia- ie del fuo contorno fono quali tutte nere, e conibuftibili come il carbone foifile, e fregandole hanno V iiteflò cattivo odore. Tutti gli ftcrpi.che cadono in quell'acque, fi riveitono di una fpe- cie di petrifìcazione , la quale di alnon è comporta , che dì fari , c gettandovi un legno , profio iì rivecorpi falfedinofi Io prelT Kcrpì , che avevano quella tro Ite di tai . diverfi , ma non mi fi confervanon pochi giorni, mentre rivefritura rono fi fai fc fclolfero a poco alla volta ; in appretto , che non fonerò pende i più vecchi , mentre ne vidi poi in Gerufalemmc delle pctrificazioni mc4ro belle , e ben confervate . Ogni fotta, di volatile ha libe- ro paflàggio fopra le acque del Mac JWorro, e non vi muoiono, come fu da taluni pretefo e ciò poterteli oflèrvare delle Rondini , che era al; lora il volatile più frequente In alcuni giorni è ricoperto quello Mare da una deniiflìma nebbia nera , la quale non occupa di più che la fua cftenlionc Queir» prima volta i che lo vidi , era fcarico . di ogni caligine ; ma l' ho dipoi oiler- vato in altre occalioni, che ne era ben occupato da ogni parrc, e ciò particolarmente fa mattina prima che 'Sole aveife tutta la forza per dileguare quei vapori Aif«!it , t iiirumt GJuiiie», to , il Produce il Mar Morto l'Asfalo fia quello , che ordina rianien- le c hia r, la )i Bitume Giudaico Quefto non (ivede ogni anno, e quando comparifee , viene a galla dell' . acqua come grotfc zolle I venti poi le acque in agitazione , . mettendo lo trafportano la parte di Oriente di Occidente tità" da , preflò le ma quella, di , rive e dalla dal- parte in maggior quanOriente, non get- Digilized.by tandone punto di Settentrione pochillimo verfo i'Auitro. Gli vanno rabi Jo a raccogliere, e po lo dividono col Bailsà di sco , ai , e Ado- Dama- quale ne appartiene la mag- gior quantità . Gli Arabi gli rilafcia- no comunemente anco il loro, ricevendone in contraccambio moneta* 0 robe per loro ofo L' Asfalto , o (ia Bitume Giudaico è una materia fulfurea. confluente molto , ma fragile nel tempo a !ibm imitandoli alla flelTo, Pece ne-* E' combuftìbile al paragon-di ofed cfaij rjn odor penetrante , q Quello, conte ne parlano anche , venendo a galfaiqpt* le acque del Lago Asfai tire a- flmilitudinediPece ifrurta, yien.poi col tempo condenfato" dal calor, dej Sole, e dal fale,,chc vi fi mefcoja;,-, Anticamente gli Arabi, come.abWamoda Strabone lib-.XVL ij vano di quello. Bitume per fpainia,-; ra . fa , forte 1 re . naturaliiti 1: battimenti., adoperavano 6 molto ancora, la gli Egiij allorché im<- 11» i corpi de i loro moreffondo atto a confervare dulia balfamavano ti putrefazione Gli Arabi chiamano ora queBitume col nome di Lamar, e coli' olio , ungono le llo {temperandolo piante di alcuni alberi per guardar- da le Silhtftif /' ì vermi Mar Sulla riva Occidentale del *''*" Morto vi fono delle Saline naturali "" ' che producono del candidiamo Sale e di elfo i non fervono per fi i cibi folo gli Arabi di quei contor- ni) ma ancora gli abitanti della Città di Gerufalemme. Vi è ancora un Monte tra è pemi di Stthm», i di Sale duro come ma calcinato un poco, la pie- c peftaro i buono ancor eflò per condimento. Neffiino mi feppe dar raggua- Pomi di quei frutti chiamati Sodoma tori , di che fecondo alcuni Scrit- trovanti ripe alle del Mar Morto > i quali dicono t che fonbrino belli in apparenza i ma cattivi in foftanza do, che , e pieni di cenere , fieno così diventati - . volen- dopo V in- Digilized by Google: incendio j e la fommerfìorte della Città di Sodoma Il Carnotenfc dice di averli veduti IH vidi p»ma in arborilrns i quae cum eortisem rupiffent , interim effe pulverulenta comperi-, iùr nigra . Gefta Peregria. Frane. Cap. XXIIL Ann. . , niòo. Nella parte di Ponente del La- P«» «B go Asfàltìte, ma più verfo Mezzogiorno, vi fono alcuni Pozzi,» per meglio dire alcune Voragini, in fondo delle quali vi è del Bitume , o Ila piuttofto di quella materia oliofa ? la quale conden fata dal Sole» e collegata dal Sale del Mar Morto , fi converte. poi in quell'Asfalto Copra deferitto e iìccome tali Vo; ragini reflano falla riva alcun poco dittanti dall' acque del Lago ; avevano perciò anticamente avuta la cura di contraucgnarle con alcune Piramidi , per avvertir forfè ì Viandanti, acciocché non vi cadefléro den- tro. L' acca rat iflimo Broccardo ci lafciò ferino di aver veduti tali P 5 Poz2i, Digitized by Google fei , e tali "Piramidi tB putti . ttfqte in hodia-iiiiM iU:;n ce riun, tur in Ut* ìifrf rius, hakntes fingali pyrami' Hes ¥ftéfas ìli . , le mas id quoti DeJcrip. T. S. ocuRt vi* Cap. VII. non ho veduti nei Pozzi \ non cilendomi avan- tu nè Piramidi) zato fino a quella parte cllcndo iolo affi cu rato dalla gente pratica ; !' * '' "' -fiato -di quei luoghi, che vi fon tuttavia "fé predette Voragini, e che confervanli le Piramidi , ma quelle quali -demolite. L' Adricomio nella fila iGàrta Geografica della Terra Saro;t's; legna bene t ai Pozzi nella parte -'Occidentale del Lago Asfaltile . Al- cune altre Carte gli accennano nel-la 'riva Orientale , ove gli Arabi non •mi feppero ragguagliare, che ve ne "follerò degli altri, vano ma folo mi dice- enervi bens! delie Sorgenti di acque calde, limili a quelle di Ammaiis predo della Tiberiadc , delle -quali feci menzione nel T, li. Cap. piitn umImfi itili. III. Ne i monti ali' _ , Mac Mor- intorno del Digitized by Google Morto fonovi molte pietre nere di poca durezza come l'alabailro al par j del quale prendono un bel luftro.Cori quelle ornano in Gerufaiemme i pa- vimenti delle Chiele , delle Mofchée» e delle cafe Nel mentre che no i tido le lega- tramandano un odore mqltp , e quali infofiribile lo lafciano mandano dopo più fe fe- ma. quello , luftrate , nè lo tra- non fregandole Di . ho veduto in Betlemche facevano una fpecie di corone j delle quali li fervono quei , che alfiftono a i malati di qualche morbo attaccaticcio , che ttrofinandole y tali pietre me > e facendo loco gertar fuori quel cattivo odore, le fperimenrano per ,unr buon prefervativo per guardarli ferc attaccati dall' Quella illefla me de ma li pietre c combultibile > p. in luogo - di carbone di ef- malattia. qualità dt ijuo fervire Arabi la chiamano Muffa, p,c|edelì , che li* piefxa >"À# a ua ! e P acla 3 bone descrivendo i contorni det Mar Morto , da elfo chiamato Lago» tJf illeflà di Sirbone jit , . Quei autem per multa nam & petras ni 1 regia ignea alia figlia afferurtt ajptras exttìias circa Strab. Lib. XVI. Quella Moafada vogliono alcuche fia qucll' ittciìb luogo . che Jtfoajada aSiendunt . Maomettani chiamano Moisè , per una piccola Cappella , che ivi hannoi ove, fattamente credendo lo dicono eilère feppelliro Moisè oggi i . crederei piuttorto che fotTe il Cartello di Mafada, di cui Plinio-- Mafada Caflellum in rupe procul Afpbaltite Cap. . , & ipfiim ìiift. band Nat. Lib. V. XV fi. Inoltre Culla riva Occidentale ;,«tus £ sut . di quello Lago vorrebbero quei popoli inoltrare * che tuttavia vi fullì-fta la Statua di fale, nella quale fa convertita la Moglie di Lot nell* arto , che contro il divieto di Dio fi volti addietro a rimirate le infeCittà gii in preda delle fiam- lici me. Gen. Cap. quella Anno XIX. ver. 26. Ma Statua , che ci lor pretefa vedere a i noftri giorni , altro Digitized by Google non è , fc non un mano di pietra del tutto informe. Negli andati fecoli fi vede che feguirava tuttavìa l' opinione , che fuififtellé detta Statua . mentre il Broccardo nel fecoio XIU. dopo aver fortini de i faticoli viaggi per vederla, conrutrociò non potè appagare il fuo deiìderio Quam Sia' tutu* ut viderem re* i ingentesjubti labo- itmerum , fid iueajfum D*fcrip, VII . T. S. Cap. locredo, che potrà riporfi anche (metta fra le molte altre farolette, che ii fentono racconrare intorno al Mar Morto, delle quali quantunque fe ne vegga fatta qualche volta menzione ne' vecchi Scritfono conturrociò tanto frivotori le t che non meritano , che fe ne faccia più particolar Tutto il menzione. Paefe, che è dall'una )D* tbiabi- c l'altra ripa del Mar Morto , con **« quei contorni , fono abitati da Ara- ^"'.''^J' Beduini , i quali fpeflò fono in^,, guerra fra di loro. bi Tor- Digitized by Google Tornando da quello Mare ver- poto diGirolamo fo Gerito rrovanii qualche Monalìero fcoili dal di S. quale più fupra parlai , alcuni avanzi di acquidocci , o liano piutcanali per condurre l'acque verfo di derto Monalìero ; ma liccoiue non fe ne vede il loro principio , non li può preci l'amen ce faperc di dove li partiilèro ; ma lì potrehhe credere , che venifTero dalla del tollo Fontana di tliséo fopra deferitta al C]ap. Vili, giacché tizia, che non è mìa no- a in quei contorni vi lìcno ahrc acque dolci Dal Ila defericco Mar Morto Lago Asfaltite, o facendo quali , 1' ilrada, che all' andare, dopo miglia fi fu di ricorno nella Pia- iiìelià {d nura di, Gerico i ove tina 14. di Aprile do li la (Iella mat- definii fecon- ne i noilri padiglioni, occupando il rimanente del giorno iLilblito a nuovamenre palleggiare gna-i ed ' la campa- Piani di Gerico. PAR- A" R T E N Z Pi A. . v « a • : . a t • PIANURA DI GERICO, -, . S'tr.osNO is ;1 i GERUSALEMME. w (mmvs»i :,q - I 1767. ^•-j^ noftri vemmo 1' ci . ofinxA; P. ^fXUella ^ , a . £ IJ.L . .. > fera de* 14. di Aprile ritiratici, ognuno 3 i Attendamenti , riceawifo » che ii fteflè pronti per la partenza, ed in fatti alle ore otto i ricevuto il cenno col folito fuono del tamburo dalla tenda del Governatore » lì cavalcò , e ci mettemmo in marcia alla volra di Gemfaremme, ed un'ora dopo fece 1' ifteifo anche la Carovana de i Cri;: : ;„. .ftia-j fluni Orientali , colli quale lì unì il Governatore niedeiimo avendo noi per guide i foliti Arabi , che qui ci avevano condotti , ed alcuni Tur- MuffeHm chi delia guardia del La ftrada i che fi prete , fu al- cun poca d illerente e più corta , ma per altro molto pericoloni » mediante i gran precipizj, che trovammo fra quei Monti deferti. Si arri, vò al Kan dal Samaritano in quel medeiìmo luogo i che menzionai al ci fermammo per e qui li trovò precarFc per rutta la Carovalì facendo Tempre i' Mena che fatta avevamo all' andaarrivò finalmente lotto il Olivero pretto la Grotta del Gethfemani , che erano ore quattro del dì ij. di Aprile Cap. VI. ove poco tempo , parato na ; i . il e di ftrada re , lì Monte , La maggior parte della Carovana continovò il fuo viaggio fino Gerufalemme ma io con pochi altri mi fermai nella detta Grotta giacché cadendo in tal giorno il Merin , co- , i Padri di Terra Sanfecondo un' antica coltumanza di buonillìm' ora da Geruin detta Grotra per eferci- coledì Santo ti vennero falemme alcuni atti di penitenza» per celebrarvi la Mefìà , e cantare il corrente Pajfio Dopo di che per la porrà di S. Stefano me ne tornai in Gerufalemme ; ove trovai» che da qualche ora erano già tornate tutte le Carovane; e per quella mattina non lì ufcl da i noilri confueri quartarvi . tieri , vale a dire dai Convento di S. Salvatore la Dopo mezzo giorno fi fcefe alChìefa della Re Correzione , ove fi a i primi Ufizj , che furono aflifiè cantati nel piccolo Coro de i Latini, che è davanti alla Cappella del Santo Sepolcro. EIFendoci poi dato awìfo > che la Chiefa fi ferrava, fi prefe prima congedo dal Reverendiffìmo » che per tutta quella fettimana abitò in detta Chiefa» e ce ne tornammo a S. Salvatore. A A QJJÀNTO CI TROVAMMO GERUSALEMME IN Negli ultimi giorni DELLA SETTIMANA SANTA, CAP. XIV. A Ore fctre della mattina del dì i(5. di Aprile, giorno del Giovedì Santo > fu riaperta Chiefa della Refurrezionc , ove andammo per adempire all'obbligo Pafquale , e alMere alle Funzioni Giovali 11 Reverendiffimo fece quella S**e, mattina il Pontificale! e celebrò la Mena ad un Altare eretto Copra il piccolo Presbiterio della Cappella del Santo Sepolcro , ove comunicò tutti i Criftiani Latini . Terminata Mena fu fatta la confimi Prola b co filone cantando il Pange lingua ag- girando tre volte intorno al Santo Sepolcro , ed uni intorno alla Piedell' Unzione , col Venerabile portato dal R ève rend illìmo , il quaentrato poi nel Santo Sepolcro, lo tra le ripofe ivi in degni Culloflia per de i Fedeli , con1' ufo praticato nelle noflre Chiefe in tal giorno. Tre ore , e mezzo durarono le Funzioni di quella mattina, né fummo fraflornati dalle ufi/iature Je i Cnltiani Orientali, mentre in tal giorno to non feppi vedere , che eiTÌ (stellerò alunna partico!ar l'unitone A ore ondici li tornò a desinare a'noiìri quartieri, ed il rimanente di dio giorno effondo flato chiufo il Tempio della Reforre/ione, il dopo pranzo (i affittè a iconfucti TJfoj nella Chicfa di S. Salvatore La mattina del Venerdì Santo 17. di Aprile coll'illeiìa pace del giorno antecedente furono fatte nella Chiefa del Santo Sepolcro le Funzioni , che cadono in tal dì ; le quailtare all'adorazione forme . . ebbero quali principio Altare all' Monte Calvario , ove fu cantato Pa0o. Fu terminata la Funzione del il Proceflione cantando colla folita Vextlla fumò ili , ed il la Sacra R ève rendi Aimo Odia il con- Men- Copra la del Santo Sepolcro Serrandoli poi la Chicfa ce ne tornammo a S. Salvatore dì , dove a ore una , e mezzo dopo mezzo giorno ci partimmo nuovamente per andare agli Ufizj nella Cbiefa della Refurrezione , ed appena terminati] fi falì nelle Gallerie > che contorna- no quella parte de) Tempio , mezzo Cap- del quale reità ifolata la nei pella del Santo Sepolcro I Cnti fi V'icVwt il fiat» fitn . Di principiai a ve- he ^ er P roninare da Greci Scifmatici H P'ù Arguito Tempio di Dio . Furono introdotti in Chiefa de i Venditori di varj generi di commellibiIÌ t qui fu c c fino chi faceva il carte , e Ima- mente alcuni, che vendevano delle merci. Nè qui ebbero tet mine le indecenze , mentre fi rifvegliò per la Digitizad by Google Chicli un. gran tumulto, e chiana, del quale ne erana autori quei della plebaglia Greca. Quelli nella più icandabfa maniera correvano inroralla Cappella del Santo Sepol, dandoli fra loro delle rpìncc , e alcuni lottavano inlicde' pugni no cro : me; altri fc nel correre incontrava- no qualcheduno , Jo prendevano a ca- , e con elfo feguiravano a correre. Vedevanlì di quci»chc prelì per le braccia , e per i piedi era- valluccio no Urafcìnati cosi per terra accompagnando tali fciocchczzc con delle voc iacee gridando continuamente Huia - Huia , voce Araba , che vale a dire Eccolo , eccolo , o pure : E' quello, è quello. Vidi alcuni fare in terra tre , o quattro, capiton, nno doli. che dietro all' altro mettevano colla li mani in terra, e !e altri unendoli l' altro , cheduno ; alcuni , tefta, e le gambe iniieme delle piramidi, falendo in aria.; formavano uno fopra al- e fpeflb la caduta di qualdi loro era oggetto di dj- fpute , e di rìlFe Ma troppo lungq farebbe il raccontare le ltravagan/.e 1 . che io veddi fare a quella gente, talmentcchè fcmbravamì allora di eli ere piuttofto in un Circo , che in un Tempio di Dìo. lo non poteva capacitarmi come tra i Criftiani che tali finalmente erano quei Greci, quantunque Scifmatici, potettero permetterli limili empietà Reftai anche di più forprefo , quando mi fu detto , che i primarj fra i Greci, ed i più opulenti erano quei , che pagavano mol, . ta di quella canaglia di altri acciò e (pronamente ftrepiro ; face Ile Greci) quello e che pagano profumatadella il Governatore mente anche Città , ed Ì Cuftodi del Tempio perchè fopportino tuttociò.Ma peraltro le guardie Turche del Tempio benché ancor eiTe pagate per enetto medelìmo , non lafciayano di fa- T te fpeflo lavorare i loro baftoni , ed i itaflìli , non potendo erti medefimi , quantunque Infedeli , capacitarli loro Digitized by Googll come- fra i Criftiini poita pcn&ni in queil' indegna maniera , e che abbiano particolarmente in quel giorno tanto poco rifpctto per quella Chiefa, Tutte queitc ftravaganze erano fatte ad effetto , dicevano elfi , di pregate Dio, acciocché nel giorno confccutiro li compiacene , fecondo il folito i di fare feendere dal Cielo il Fuoco Sacro Ciò , che ila quello lor fuppollo fuoco Sacro , iì vedrà nei Capitolo apprelfo lo pertanto temeva certamente > che yoleflèro elTere efaudìti prima del tempo , e che il Cielo fdesrnaro da tanti obbrobri, che commettevano nella Cafa del Signore, non gli fulminalìc quanti erano Dopo diverfe ore , che continovava quefto itrepito , fu fatto terminare da Ì Turchi a forza di frullate, e fu pertanto ferrata la Porta . . ... Tempio c cienti quartieri del polo -, , che non efièndovi fuffiper il molto po- vi reilò , in diverfe parti non della Chiefa, altro die smezzi da cucina, vedevano fi e preparati- vi per la cena di quella fera; pren- dendo poi ognuno a tuo piacere rjpofo in quei luoghi i che più loro li adattavano, eccettuato che dentro le Cappello de ì Santuarj. Quella fera ancor noi rollammo con gli altri Religioni nel Tempio della Rcfurrezionc ove vi fono fc para lamento alcuni quartieri per gli Europèi , c qui al tramontar del >. Solq fi fece una. parca reiezione . ' ° ri e ml,Z i0 àl nQI> ' CÌrM Un 0<l»H Pr ostruite te tutti i R:. ,\±\o'a ' Sacerdoti C Lai- , fattefa ìcì, tstui, i Pellegrini, e i Crifltani Catcne j n qUe |> a notte in ( numero eranyi reflati, fi adunarono nella Cappella dell' Ap- to i; c j gran parizione dì fopra accennata al Cap. IV. ove il Rcverendiifimo pontificalmente con Abiti ii di velli vel- nobilmente ricamati d' oro » c coli' accompagnamento di Tonacclle (imili . Tutti gli altri Religioii li niellerò in Cotta , e qualuto nero by Ci finta Fancìulletti abiti roffi , e erano veftiri di Rocccrto fopra Fu da. ta ad ognuno una candela accefa» non men che a i Pellegrini, ed a quei Cfìftìalii Cattolici ivi concorSi recitarono dipoi alcune Preii. ci t terminate le quali fu ferrata la porta t che mette in detta Cappella» a reiteri noi dentro, fi fpenfero tutte le candele , non meno che ijuclle degli Altari Eilèndo così al buio da Un Re- venne ligiofo Italiano fatta una fer- Vorofa Predica in lingua Italiana fo- >ra Varj della Mirtei- j Palliane di Noifro Sigriofe; terminata la quale furono riaccefe tutte le candele , e riaperta la porta della Cappella , di 'dove addirittura fi mette in moto la Froccilione , la quale era preceduta da un Sacerdote che portava urla Croce fenza CrocifilTo ; ne feguira^vario a coppia, adoppia i quaranta Fànciullitti , iridi i Laici , e finalmente i Sacerdoti col Reverendi/lìmo parato pontificalmente con tutti ' "... - , Q.3 : ' ' gli Digitized by Google Nel!' ufcìrè , c Popolo alcuni de' Religioprincipiarono il Salmo Mifireré canto mulicale > ma cori maAppena ebc devota effi terminato un veffetto, che gli Affittenti . dalla Cappella* ni "con niera grave . , bero un coro di Fanciullcrti principiò ef- fo a cantare a più voci Uri ilrro verfetto dèli' Inno Stnbat Mafrt , e cosi feguitarono a faro alternativamente in tempo della Proceflioné ìnfpirando negli animi degli alianti tenerezza > c devozione . Arrivata la Proceffioné alla Cappella della Dìvilìone delle Velli » venne fofpefo il canto , e fu fatta uria Predica ih lingua Francefc Jay a un Rcligiofo di quella nazione ; terminata la quale ii feguitì» alla Cappella della Colonna' dell' Incoro- nazione, chiamata anche la Cappella dcgl* Impropèri i c vc un Religtófo Porrughefe fece un'altra Predica In ' lingua Portuglicfe - l * ~ ' . , SÌ aTcefe dipoi fui Monte Calvario t e nel luogo» ove fu diftcfdf c Cro' Digilizsdby Google è Crocidilo in Croce Noftro Signoteì il fece ivi commemorazione di inchiodando Miftero ral fopra Croce uni devota Immagine la (col- in legno i rapprefentanrc il Salvatore , nel qual mentre fu fatpita ti una Predica in lingua Latina Di qui pafsò fi . un'altri in Cappella del Monte Calvario , ove è i! forai nel quale fu già piantata li Cróce con Noftro Signore ; In efio il Sacerdote collocò quella Croce > che cfìo portava , e qui un Rcligìofo Italiano ftando apprellò al Crocififlo ; fece un affettilo!» Predica in lingua Italiana folle parole ; Et inclinato emfìt Spiritttm. Finita quella Predica lo fieno Sacerdote "Capite blc aiutato da due Hi Giufcppe d' il altri , fece là figura Àrimatéa {laccando Croce , il quale Crocififlò dalla èra adattato con varj ordigni per rendere fleflìbìli le pani del Corjioì e rapprefentare cosi più al na- turale tal niiftero ' < ' Fu.poi mèifo in un lenzuolo _Qigitized by le quattro cocche quale erano ili! da quattro Sacerdoti j c par rendo la Proceflìonc dal Calvi* follenute rio iì fede abbailo Unzione Pietra dell' alla l'opra della , quale fu dirtefo il detto Crocìriffo i e qui il Reverendi/lìmo afpcrfc fopra del medelimo dcH'lnccnfo , della Mirra romati. Retando ivi , ed altri a- tosi cfpofto» da un altro Rcligiofo Minore Oficrvanre fu fatta una Predica in lingua Araba per intelligenza di quei Criltiani Cattolici, ma di nafeita e fu in elfa riepilogata Orientali , tutta Pailìonc del la Signor No- ftro. Terminata quella Predica fu in- volta quell'Immagine di Gesù mor- to nell'ifteflo lenzuolo e proceilio- > nalmcntc fu portata'j e riporta nel Santo Sepolcro, dopo di che fu fatta la fettima , ed ultima Predica in lingua Spagnuola : e terminato dì cantare, il Mifirere , e io Stubat. Mater , fi tornò nella Cappella dell' Apparizione , di dove , dopo il riiigraZianlcrito , ci der ripofo ne tri già i durammo a pren- quartieri per noi al- preparati Tutte le Funzioni di qoefta notte, che durarono quattri ore, lì fecero con molta tranquillità fenza nè pure qui fralìornati nè dal canto i uè dal fuono, nèdal bacefière cano degli altri Criltaani Orientali * miglior parte de i quali erano a tipofate, fdraiati in qua , e là per la ).i . Cruciai IHilenzio del luogo, e il decoro » con cui furono fatte quelle Funzioni , e la rimembranza di quanto fegui in' quefto Sacro Tempio nella Pailìone > Morte, e Rcfurrey.ione del Redentore , erano tutte co ; : fé capaci di rifVegliar la pietà. II dì 18. dì Aprile la mattina a ore cinque principiarono le Funzioni , che cadevano in quefto gior- no del Sabato Santo, Le quali rifecero alla Cappalla del Santo Sepolcro ; ove il Revorendilfima cantò la Mena pontificalmente; e tutto ciò venne fatto colla maggior pompa , c Subii* Sflnf * decòro ; , 6 luffa di arredi fieri, polla ini macinarli mo L' Altare celebrò la , . t ; ove il Mena, che ' ReverendilTifu cretto da- rantì al Salito Sepolcro , non poterittó in'tal;occalione ufiziare dentro titr la piccolezza , e riftrettezza del luogo ; Ricchiflimo era l'apparato dell' Altare , ("opra del quale ri- fedevàno fei grandi Candelieri di argento f dorati in varj luoghi i- e tutti temperati di gioie i é pietre preziofe , cótiie pute laCròcC; In tramezzò vi eritfó fei V'ali iimilmenre d' argentò brnati nella fte/Ta maniera ; cori fei ciocche di fiorii lavorate fui gulto mcdelinio, ed intiriiitc di gioie La Credenza era ornata difuperbi vali d'argento; e di orbi e di . altro' ricche di alcune fuppellettili > : e fra cflè guantiere eccelle titani cni te lavorate irroro pietre pre/iofe , j ed 'intarliate di ffa le quali 'lina pra tutte le altre fo-* era ammirabile eccellenza del lavoro, e per ri* ricchezza dell' ornato",' eflendò tut- „ Digiti_zed bj/ Gpogle I temperata di brillanti, di ru- 'tutta bini , non dì fmcraldi diflìmile in , e di granati ricchezza era , e la Croce, e le varie Mitre , che erano Copra la Credenza medelima 11 Pafto. rale , del quale fi fervi quella matti- vedeva ancor quello ricoperto di gioie ; ed à tutto ciò corrifpondcvano anche » Sacri paramenti , i quali erano di Sopra la porta del broccato d' oro Santo Sepolcro faceva fpicco un belliflìmo quadro della Refurrezionc , ed il contorno cfterno della na Revercndiflimo il , li . Cappella lo ricoprivano diverfi arazzi rapprc fontani i vàrj 'miltéfj della Pattone di Nóilro Signore . Le Funzioni dì quella mattina ' 'durarono cinque ore* onde.à orò dièci era tutto terminato colla .'falita pacci là quale ci fri procurali "dà ì Giannizzeri', e dalle Guardie Santo' Sepolcro ; le Oliaa freno ì Greci, che èrano impazienti 'di ripHncìpiarc le Stravaganze del giorno antecede hté per Turche del li tcneW Digitized by GoogI per prepararli a ricevere fuppolio il Fuoco Sacro, che doveva venire dai Ciclo a due ore dopo meizo giorno ónde disfacro il noilro Altare (j c levati da cito tutti gli ornamenti il lafciò il Sacro Tempio i tutto in bilia alla loro beiHalità, ritirandoci appartamenti negli di noftfa fola giuri fdiz ione i ove a ore undici lì andiia delìnarc ìn compagnia del Rcvcrcndiilìmo , e di tutti gli altri Religiofi. tartari- Dopo pranzo fi pafsò nelle ci* «„,»» T«nSS."^*! termine cunoii vedere fora fono. ' di qua! alerebbe avuta la funzione del Fuoco .Sacro de i Greci Scifmaticì. Ofgiorno avanti c/lì giravano* e correvano intorno alla Cappella del Santo Sepolcro > é qui befano tilt gli fchiamazzi > ed i tumulti i lo .indecenze, e le. profanazioni ,da '^tlì comme/Te, che le .Guardie Turtp, del che hori potettero' entrar di far' di meno mezzo co'baftoni, c di con Digilized by Google gli ftaffili runiulti ; »J3 per fedarc alquanto quei già 1' entuliafmo ave- ma va prefo piede fra loro , mentre li erano relì , dirò cosi , infallibili anche alle percoflc > ne altro penfavano i che a continovare gli fieffi indecenti fìrepiri;- '. A un'ora dopo mezzo giorno il Mulìclim , o Ila Governatore della Città accompagnato dalle fue Guardie Turche arrivò in Chiefa il e fc ne venne Tulle Gallerie , ove noi eramo > clTendogli ivi preparato un Sofà j e qui li affife per vedere ancor elfo quella Funzione Si calmò un poco la furia del popolo, c lìvide, che tanto i Greci Sdfmaricì, che tutti gli altri Criftiani Orientali , che fono fcparati dalla vera Chiefa , avevano in mano de i groffi mazzi di moccoli tinti di colori, tenendoli pronti per accendere col Fuoco Sacro , che prefio , dicevano eli! , dover venire Fu pertanto fatta un" efàtta perquillzione per la Chiefa , e fu- varj rono rono fpcnte le Lampane , che vi eraper i Santuarj, C fi no quelle del Santo Sepolcro. Principiò confccutìvamcntc (a proceifionc de i Greci , che la fecero aliai confufamente , fenza ordine > e correndo per la Chiefa; terminata la quale entrarono nel Santo Sepolcro il Vcfcovo de i Cre- no j ed il Patriarca degli Armeni , i quali ben chiufero di dentro la porta ( e di fuori vi pofero delle Guar- pi die Turche per tenerne lontano il doppiati gli. urti, le corfe, c gli Urenti.! Fu con ti nevato cosi ancora fino alle ore due , allorché da due fori laterali t la che corrifpondono nel-, Cappella del Santo Sepolcro, da una parte l' altra il il Vefcovp Greco , e dalArmeni Patriarca degli uni fiaccola accefa.ll popolo furibondo credendo di effe- niellerò fuori rato dall' allegrezza , cominciò a dar- Digitized by Googll de i movimenti dì gioia , e di contentezza , attendendo ognuno confufamente ad accendere i Cuoi moccoli, e candele , ed in un Tubilo fi vide tutto il gran Tempio flarlì illuminato Il - tumulto durò ancor mezz' ora per ìa Chiefa ra nuove fpecie , enervandoli allo; chi di flravaganze lì abbracciava, chi fi bagiaya , chi fi fpegneva quelle fiaccole fui petto chi taceva lo fteflò ne i fuoi bcrret-r ti, ed in alcune camice fatte apporta , nelle quali poi ftimano effère di gran confeguenza per la falutc • della loro Anima di efiere fepp$|lttj. Soddisfatti quelli primi fervorofi fentimenti di ridicola ^pietà» princi- piarono le Procefiìoni degli Armeni, de i Cofti, de i Soriani , .e degli Abiffini, dopo le quali tornò nella Chiefa un perfettiflimo filenzio. Lafciata noi quefta fera la Chiefa della Refurrezione , ci tras- ferimmo a' noifrì folìti alloggi nel Convento di San Salvatore DEL H6 DEL FUOCO SACRO, CHE GRECI SCISMATICI: I Credono difcendere dal Ciclo SABA TO SANTO IL - NEL SANTO SEPOLCRO.. C / AP. XV. ""lÙtti quei Criftiani I che non fono ora Orientali,. più fegua- ci del Cattolicifmo , dacché allontanarono impropriamente fi dalla Chiefa Cattolica , non folamente caddero in mólti, e varj er; rori di Religione ignoranza gli elfi i ma inoltro 1' neloro» che più (ufficiente lume da prefe animi de manca ad ; tal poneflb di po- Digitized by Googlt poter conofccre anche quegli ertoche fono materiali >.e contrari , , e al buon ienfb Si è veduto nello feorfo Capiri alla ragione tolo qua.1 fanatifmo entri fra ci Scamatici fiderazione il i Gre- Sabato Santo in con, che del Fuoco- Sacro fuppongono venir loro dal Ciclo anno in quel giorno : prefenre Capirolo moftreremo veramente come ciò fegua ciafehedun nel La maniera, colla quale è accefo quello Fuoco, è interamente artificiale, mentre il Patriarca Greco , inlìeme col Patriarca Armeno entrando nel Santo Sepolcro- hanno i'eco i neceiiàrj Itnimenri, e robe adattate per accenderlo. Ciò per altro vien da loro collantemente ne- gato , e tanto conviene ad elfi di fare per tenere il popolo in quel!' illuderne, dalla quale ne ricavano vantaggi grandinimi , mentre la fiduciadi trovarli prc-fe-mi i Pellegrini alla difecfa det Sacro Fuoco , c quella co- fa, clic per la da tanti Paci gli fa andar? Pafuua in (ìerul'alcmme Che Fuoco tal lia artificiale, hanno fano più feoptire. bi racconta mollo frequentemente, e li afficuta Ja i Turchi tlcITi, che in ralc occalion; fono (lati viri anni di curtodia alla Porta della Cappella de! Santo Sepolcro . di avete udito molto tiene battete I' acciaino, e di aver jèntito l'odore dello zolfo appena apatdiverfi accidenti In volte ia porta del mcdeiinwi e la Ì fra- Crc, e le pazzia, che fanno ci. cominciando dal giorno avanti, fiuoni i tutto H tempo, che coloro Hanno dentro > fono appolla poiché non li venga dal popolo più idiota c pet in cognizione di i]uel , che lo interrogava vat) di ivi li clìi , fa - che cofa pretende \'ano di fare con quelle girate, che feni' ordine » econome! facevano intorno al Santo Sepolcro i ma li trovai fempre fta alcuni mi dicevano, loro difeordi che così fupplicavano il Signore a chiallb i Digitized by Google 359 volerli degnare dalla l'olita grazia , maniera dì pregare al- lìravaganre ! che fcgjùavano un colonie veduto praticare da' loro, maggiori; c tri , finalmente) che ciò facevano per rifcaldare il terreno, dai quale altri doveva ufcìre l'afpettato, e bramato Fuoco e qui io potetti (coprire, che alcuni fra di loro credono , che ; Fuoco difeenda addirittura dal Cielo, e che altri credono, che elea dal Sepolcro medefimo. Nel tempo, che io era per il Levante, aveva fentito molle volte parlare da i Greci Scifmarici di quella lor Funzione del Sabato Santo, onde trovandomi allora prefente, tal volli olTervarnc minutamente tut- che facevafi in tal occalìone trovai , che avanti chq venilìe Cielo quello lor fuppofto Fuoco Sacro , dovevano prima combinarli lenza che niente po, teva feguìre , quali che Dio doto ciò e dal" diverfe cofe vette tare a modo loro Fintantoché R il 2 . Governator Tur- Turco non arriva in Chicfi , pervedere la loro tumultuaria Funzione, è certo che ii Fuoco non viene , o concerebbe loro auai caro fc ardiitcro domandare al Cielo, che gli efaudiiTe prima d' allora . Di più fe idue Patriarchi, che fono rinchiulì nella Cappella del Santo Sepolcro , tardano alquanto , il Governatore medelimo non fa per lo più l'offrire neppure quella tardanza , onde nel dato tempo di circa mezz ora hifogna , che aifolu1 tamenre venga fuori , e iìa diftribni- to il Fuoco Sacro. Sì racconta, che una volta ritardarono a fegno tale che Governatore impaziente fece il gettar giù la Porta della Cappella, ove fu trovato , che i due eletti a tal funzione nulla ancora avevano conclufo , onde entrato dentro in quel mentre un fanciulletto Greco cefe egli felce , , ac- il fuoco col ferro , c colla ivi trovò , e fu ricevuFuoco Sacro. I che non negano quefto fat- che , to dalla Plebe per Greci ìoi portano per ifcufa, che Iddio irt quell'anno non gli efaudiva propter Mulii-res menjlruantes in Sancì» Tempio tane exìHentes Per fare quella Funzione quei Crifiiani Scifmatici pagano ogni anno al Governatore una grolla (bru.-. mai lenza la quale non porrebbero azzardarli ad intercedere dal Cielo k fofpirata grazia Non ha molti anni , che un Muflèlim , o fia Governatore di Gerufalemme ) avaro di volere ciigere una fomma maggiore , dille ebe ci medefimo voleva eiièr prefenta nel Santo Sepol, , cro allorché veniva il Fuoco Sacro t una un è che perciò lo attendefleró ad tal ora . Nacque fra quei Criltiani grande fcompiglio i onde fu refohito di mandare al Governatore una groffa fomma di danaro , mediante la quale fi contentò) che loro foli fodero teftimonj dì quanto fegue I Greci poi medelìmi raccontano tutte quelle cofe ; volendo debolmente provar con quello , che ld; dìo non concederebbe loro quelli grazia fe vi folle nella medeiima Cappella altre Perfonc. 1 Greci Stimatici dicono, che Dio diitingue. Colo loro di quello Fuoco Celeltein comrallcgno di venire da gione ; elio ma de' loro triarca approvar! non più inganni Armeno, . E' la loro Reli- accorgono fi pure un Pa- quello, clic col lor Patriarca entra nel S.into Sepolcro .' duina Religione, per la hanno un' awerlione gran- vale a dire quale diflima La preferenza di ricevere, c quello fuppofto Fuoco difpenfare Sacro, era folo riferbata ai Criftiani Abiflinì , gente molto povera . Ma i Greci dell' Alia , e dell' Europa come più ricchi avendo eiibite fomme maggiori di denaro al Governo Turco , hanno in tal ma- niera fatto trasfondete in loro fteflì un tal privilegio, Gli Armeni più de i Greci, fecero delle offèrte grandio- Digilized by Google ; e ottennero dalla Porta di eCfernd a parte. 1 Greci lo sverebbero immediatamente impedito, con dire anche delle fornii» molto diofe maggiori, non ellcndo flati in la prima vol- riia tempo di fralìornarlo ta perciò c , l'atto l'ciar nicfiì del fegeéto correrei e i ancora è lor la- fcambievoi- poiché i loro al convenuto forlrirli Gli AbifTìni ora fi veggono efeluii di eilere a parte di quell' Onore , fenza niente alterarli di ciò li unilcono con gli altri a far credere al dal popolo Ciclo tollè fra i i che quel fuoco venga mentre , mancata che quei Criilìaiii fede tal i mancherebbero a i loro Conventi Gerufalemme quelle Limoline i ;t!i calie quali pagano i groffi tributi al Gran Signore i c le quali fervono a mcdelimi per fare in quel foggiorrio una vita più comodai ondé è di reciproco interelfe » che conferVitì fra elfi quefta credenza Vorrebbero dimollrare la rc- lor ; R + ; alti alta di eflcre tal Fuoco veramente Celeftc, con dire, che elio non arde , e non confinila Io non Capeva . comprendere come fere balordi effi potcllcro ef- quello fino a allorquando fegno ; coli' cfpcrienza fra le mira provano rimo ii contravio» mentre veggono bene . che ì loro moccoli . e candele , che fono accefi da quel Fuoco , fi confumano beRicoprono quefra lor n lani iTtmo nifera minchionaggine i Preti me. delimi dando ad i intendere plebaglia) che l'attività di fumare minuti la ritiene j per foli acquiftando alla noncon- due poi i 1' forza del fuoco ordinario; nè o tre iitefia fi ac- corge quel cieco popolo , che i Prepreparano il falcetto de' loro moccoli bagnandoli efteriormenre con materie atre a dar luce per un breve tempo prima che il fuoco fi attacchi agli ftoppini ; perciò il Patriarca Greco dopo avere accefo il fno mazzo di moccoli, lo moftraal Popolo, e fa Tedere efprelTamcnte ti , che — ..- . ._^Gigilizedb^GQDgl£_ the quello fi fpegne lenza aver dato fuoco a i medefimi, dopo di che torna ad accenderlo , ed allora , puffati già i due, o tre minuti, lo dial Popolo , il quale fpeflè vol- fpenfa te credendo , che veramente non bruci, fc lo accorta, o al vifojoal petto , o alle moni , ma io veddi che ben pretto lo ritiravano : e contali in Gerufalemme , che alcuni troppo creduli ciati , fi cllcndo poi fono talvolta bruIlari coilretti a ri- correre alla Spezieria de i Padri di Terra Santa , ove fono itati caritatevolmente curati. Qui è ove fpicca lui altro lo- ro errore allorché vorrebbero far credere , che quel Fuoco non brucia perchè è un Fuoco difecfo dal Cielo , mentre all' oppolto abbiamo degli efempj nelle Sacre Carte , «he quello mandato dal Cielo da Dio in teftimonianza di approvare i Sacrifizj di quei , che gli erano cari , era elio appunto combuftibile , e con quello contornava i Sacrifizj ad elfo fatti . %6& Inoltre fc Iddio è quello che a lo* ro Io invia, per qual ragione nonlafoian eglino, che al Popolo tutto iìa «libile il Santo Sepolcro nel tempo i che deve » come elfi dicono ivi difeendere ? ma così facendo 1* inganno pretto farebbe ftoperro , e la Pellegrinazione terminata i Alcuni Greci più fenfati, co' ho avuta tal confidenza da poter loro parlare l'opra di ciò ; mi fenìci ra m ente detto t che trovano grandi difficoltà * le quali contraitano alla loro ragione la realtà di quel Fuoco miracoiofo; ma ciò conYiehc ad elfi di dimò/trarlo alfai politicamente, mentre fe fonerò fcaperti dagli altri Greci, di quel loro contrario fe'ntimenro , farebbero perfeguitati a fegno da non eflèrc più iicuri non folo i lord beni s quali hanno ma neppure Un la loro il ci là vita altro aflègnamento ticolar .provento ricavano Patriarca quello loi i e pàrtanto il Greco , che K Armeno da' Fuoco vendendolo al mag-- igitizedby Goog li 25-J giore offerente ; compra qual la al- non è , che edere il primo diitìnto tra gli altri ad accendere il mazzo de i fuoi moccoli a quella fiaccolata di altri moccoli , che mettono fuori i Patriarchi dalle due bucoline laterali del Santo Sepolcro ; Il Patriarca Greco lo confegna dalla buca , che è nella parte Settentrionale della Cappella , e 1' Arme- tro A no da quella della parte u lira le Mi dillèro , che in quell' anno fu venduto il detto Fuoco Zecchini cinquecento prezzo all' incirca Tempre limile . I e Jo creindifpeniabil rimedio per la falvazionc dell' me dice vttam . Compratori poi tengon un grand' onore , ciò per dono un un potiti* anime loro * e co- accreditato Scrittote bomutbus quam concefssm illis : erifias » depo* fententiam nant> Di dove potenc prendere gine fra quei Criftiani ori-1 Orientali i bi fave Pu>> év,r . che fon lontani dalla Chiefi Catcolica j l' errore fra elfi invalla di at- trrtn il by Google tendere ciaichedun anno tal Fuocd non fo trovarne precifa ben darli , che ; ma potrebbe dal Cielo, notizia co' foro inganni abbiano voluto dare ad intendere al credulo Popolo i che tuttavia feguiti mento i del quel!' avveni- quale trova fatta li menzione negli Annali Eeciefiafti- Baronie all'anno 1095. ove difeorfo fatto da Papa ci del riporta un Urbano IL nel Concilio dì Clermont col quale efib inculca a Po, i poli di induro mani a riacquillare degl' Infedeli Santi i dalle Luoghi , ed ivi per maggìoranimarli alia recupcrazione della Paìeftina mentt della Terra Santa, , propone il Mira- colo del Fuoco j il quale, come egli dice , veniva ogni anno dal Cielo nel Santo Sepolcro , e con elfo ac- cendevano tutte le Lampade già fpcnte ti tamen in ilio loco ( non ignara Joquor } requievit Deus ibi Pro nobh mortuus eli, ibi fipu/tus tfi. Neqiie eqiùdem ibi Deus hoc unnuat'm prmermittit facere miraculum 1 . .- f/fm . eum in dìebiis Paffonis Jìiae exin Sepulcbro , tinilis omnibus , >n Ecclejia circumcirca lumintbas, iuhare Divina Lampades extinBae reaccenduntur Cuius peftus filici-* num fdtiìim, tantum miraculum no» & & . emolliat ? Card. Saron. ad Ann. 1935. Qualunque ne fanno menzione anche Guglielfifone tal prodigio mo Malmesburienfc Lib. IL De geAng. e Fulcherio Carno- fiis Reg. tenfe in Ann. i 1 quali Sacre . Geff. 101. Peregr- come pure hanno forino Ma Frane, ad altri Autori, delle Guerre tutto ciò niente contri- buite in favore degli Scifmatici Greci , mentre lì è furto chiaramente vedere > che il Fuoco loro è oggidì un fuoco terrefte accefo materialmente , e distribuito poi al Popolo con fraudolente inganno. Digitized by Google A QUANTO CI TROVAMMO IN GERUSALEMME Ne i tre giorni DELLA PASQUA DI RESURREZIONE.. CAP. "V TEnne XVI. Pafqua di Refurrezione , che in quel!' anno 1767. cadeva nel di 11/. fi accozzò appunto nel giorno medefimo , che la celebravano anche tutti i Crifìiai.i Orientali , i quali , come altrove accennai non avendo ricevuta la Correzione Gregoriana , ne viene perciò , che non sì fpeliò s' incontra la Pafqua pertanto la %/ - T di Aprile, e loro inlicme colla andò noftra... Quefta mattina a ore cinque fi dalla Chiefa di S. Salvatore a nella della Refurrezione , trovò un perfetto filenzio fi quella quale Digitized by Google e|a ogni banda, eflendo già fiata èva* cuata dalla maggior parte de i.CriOrientali , i quali at far del ftiani giorno avevano terminate le loro Funzioni Pafquali Tutta la Ghiera deJIa Refi», rezione fembrava adunque riferbata. in quello di folo a i Latini , Per ogni Santuario furono celebrate cqntirwarrtente delle Mefiè; ma nel Santo Sepolcro vi celebrarono foltanro quei Rcligiolì di Terra Santa , che trovavano ivi in qualità dì Pel; le MelTe de i quali furono fervite da altri Pellegrini Religbfi Laici , e da i Pellegrini Secolari , fra i quali toccò anche a me una fimi! il legrini forte Terminate tutto le Mene pia- ne , fu eretto il folito Alrarc fui Presbircrio del Santo Sepolcro, ed ivi Reyerendiilìmo cantò la jMefPontificalmente ; e fra' divedi Terra Sanra potette!! in quella mattina mettere inlieme una fcelta Mulìcadivoci, edi finimenti. il fa Religiofi di Finiti la Mena Proceflione lcirne principiò la fo- Era quella pre- . ceduta da una gran Croce di argento fenza banda , ed in erta vi era una Reliquia del Legno della Sanra Croce ne venivano i Fanciulletti veftiti di vefte rolla, con roccetto , ; : cantando varj Inni un altra limile eflà tutti Ì feguitava Indi . Croce, e dietro ad Religiofi Laici veftiti di Tonicella; e finalmente una terza tutti Ì Religiofi Sacerdo- Croce con ; ed in ultimo il Reverendiffimo con Mitra, e Paflo- ti parati di Piviale rale, venendo, dopo di elfo i Pellegrini, e tanto e(lì,che tutti i Religiofi , e gli pagnavano un alttfSecolari , cho accomavevano la Proceflione,. torcetto accefo L'efterno della Cappella der" Santo Sepolcro era parato di belliflì- mi ti arazzi rapprefen tanti divedi fat- alhiìvi alla Refurrezione di ftro Signore . Pietra dell' No- Si girò tre volte in- torno a quello, ed una intorno Unzione , alla, cantandofi in Digitizad by Google fermate quattro Evangclj diverte uno , dalla parte delira del Sunto Se- polcro zo uno , dalla liniltra Pietta deli' alla j ter- il Unzione > ed quarto fulfa Porta della Cappelmcdciinia del Santo Sepolcro i il la dopo di che cantando il Te Demn lì andò nella Cappella dell' Apparizione i ore il Rcverendiflìmo diede la Benedizione Papale dopo la. quale fa quella mattina terminata ogni Funzione. , e quiete Cenfeflanra Relìgioiì di Tetra S. tra Sacerdoti e Laici decorarono la Proceffione di quella matti- con pace i na re ; ed a il numero quello dì loro era fuperitir quanti ordinaria- mente foggiomano in Gerufaleuime, mentre in occaiione della Pafqua vengono anche motti dì quei che abitano ne i Conventi di Betlemme, e di S. Giovanni in Montanis Iudaeae I Piviali j e le Tonar . celle, di cui di broccato fi videro parati, erano d' argento, o d'oro, e ricamate riccamente S . La maggior par- Digitized by Google parte di detti parati fono doni de i Principi Criftiani c di Signori Gran, di , e di pie perfor.e , che hanno to a gara in 'ogni tempo lire , fat- nell' abbel- e arricchire quella Chiefa di Sacri arredi durò La Funzione dì quella mattina quattr' ore c a ore dicci of- , fendo tutto terminare, ce ne tor- nammo a S. Salvatore inlieme col Reverendi/fimo , il quale per tutti Settimana Santa li era trattenuto nel Santo Sepolcro; e venne ferrata la Chiefa della Refurrczione, ove non vi fu più ingrefio libero, e il rimanente della giornata la feorfa li pafsò nel Convento di S. Salvatore, ove i! RevercnduTiino affitte Pontificalmente al Il Lunedì Vefpro dopo ave- di Pafqua re affittito alla Metta cantata in San Salvatore, li fi principiò ad ufeire prima volta per la Città di Gerufalcmmc , e prima di tutto il pafsò alla ni , Chiefa principale degli Armeper ottervarne i fuperbi arredi Digitized by Google Era eflà ornata dì duemila Lampane d'argento, e molte di oro, diJtribuite in buona limctria a guifa di fettoni. L'Aitar maggiore trovai limile a gradini , fopra chiilìmi i ì noitri, io con divedi quali vi erano po- candelieri, ma quella in vece viveddi molte Croci di argenIl fuolo lo ricoprivato , e di oro no varj fuperbi tappeti di Perda Dalla Chiefa lì parso ne i con. tigui quartieri a reverire il Patriar- ca Armeno , il quale ci ricevè molto compitamente , trattandoci dì rinfrefchi all' ufo Orientale > e dì lì ce ne tornammo a S. Salvatore 11 dopo pranzo tanto il Patri. arca Armeno come , Greco, mandarono al il Vefeovo RevercndÙTi- mo dì Terra Sanra varj regali con? il , e dopo due ore Procuratore del Patriarca Armeno, e quello del Vefeovo Greco venneliftenti in dolci ro a fargli una viiìta di complimento augurandogli le buone feite . Dopo il fervido dalla Chiefa S a finn- amiti dì rifa». 1J6 andò nuovamente quella mattina Pafqua a girare per la Città di Gerufalcmme, principiando ad olTervarnei varj quartieri , c rio, che di più particolare in clfa vi è , il che li troverà minutamente raccolto ne i fullcguenti Tomi. I tre Signori Francali , ed io fummo quella mattina trattali a pranzo molto fplcndidamcnre in Cafa dei Sig. Bernardo Damiano fratello del Sig. Giovanni Damiano Vice -Confole Imperiale i e Tofeano in Giaftà , il quale pure fi trovava prefenre , eflendo venuto in GcrufaIcmme in occalione della Pafqua. II B ève rend Mimo in quello giorno rendè Je fue vilìtc al PaJì xtr/a. Fella di Armeno triarca , ed al Vefcovo Greco , avendo , fecondo il coliumo Orientale .preventivamente mandaancor elio de i regali di patte , e ti altre galanterie di così commelnbili finirono le Felle tutta la cordia , tranquillità , fenza ellcrvi nato i : e Pafquali con e buona condift urbo al- cu- . — Digilized t>y Googte. ciino fra gli Scifmàtici , ed i Latini elfendovi da temer fenipre in con- allorché le Pifquc fono uni- trario , te che perciò , e fi è in neceifirà di doverli trovare ad ufiziarc nel po ileflo, e nella ed è tuttavia in la memoria terr.- mede lima Chiefa ; Gerufalemme viva fediziofo tumulto del feguito già dodici anni fono nella Chiofa della Rcfurrezione fra i Greci Scifmàtici noftra , c i Latini. Pafqua veniva a rifeonrrarfi »,/;„ àìtdella Chiefa Orientale, fi <!'' Ss'/" ; '"' con quella come appunto in quell'anno 1767. di cui ho fopra parlato In tale occalione tutte le varia Nazioni , che ulìziano nel gran Tempio delia Refurrezionc , fanno a gara per meglio ornare i particolari Santuarj ' c Cappelle di loro giurifdizione La Nazione ) che in tale efterna mente Greca , , fuperi le altre apparenza, è cèrta- anche al giorno d'oggi* !a mentre , come dimoerai nel S 3 Cap. Digitized by Google Cap.1V. il loro Lampane mila Coro è ornato di treargento , e tra et- d' d'oro; e per ladifpoche ad elle danno, non vi è ) che non tacciano una bel- fe di alcune (izione i da negare la compartii Gli Armeni curano fi di tal pompa lino a un certo fegno , c li riferbano a feria maggiore nella loro propria Chiefi mandano , ove elfi foli co- . Gli altri Crifliani Orientali non avendo gran poffibilirà , fanno le loro Fette con proprietà i ma fenza sfarzo ; onde gli Armeni per la loro politica , e gli alrri per la loro povertà non fono a i Greci oggetto di gelosia. 1 Padri di Terra S. e rutta la i Latini nelle loro Comunione de Funzioni li portano faviamente . e fcguiranole antiche rubriche, colle fon fempre regolati in lì quali quei Santuari l' re , onde per quel , che anzianità , non difpute lì lia trovano ad ave- con quegli Scifmatici. Digitized by Google 179 pure fri gli ornamenti loro erafrati fempre un oggetto di grangelosia per i Greci tre fuper biffimi Lampadari d' argento t ed altre Lampane d' oro , e d' argento, che tfigni anno i Padri di Terra Santa mettevano di faccia i e d'avanti al Santo Sepolcro; le quali venivano in oltre ad impedire in qualche parte il bel colpo d' occhio che fa il Coro di elfi Greci . Ma no diflìma , quando è illuminato ; Fu pertanto meditato da i Greci di colpire l'occalione; e dt mettere in pezzi le dette Lampane ; onde in detto anno 1757- introdotti Sabato precedente ca delle alla DomeniPalme molti Uomini nel Tempio del il cori baffoni te , avanzata avventarono S. e Sepolcro mazze j ferrate ; armati a not- tumultuariamente alle dette Lampane, fi le quali a colpi di battone le fracaflarono tutte ; Padri di Terra Santa , che corfero per impedire il danno ; che vedcS 4 I DiQirized^by Googk devano foffrire !e loro ne riceverono ancor stonate , vemente fuppcllertili eflì e venti di loro onde feriti, delle ba- furono gratrovarono fi correrti a ritirarli , c ben ferrarli ne i loro quartieri, ne fecero per queir anno le folite Funzioni della Settimana Santa nella Chiefa del Santo Sepolcro , come nò pure la Pafqua, avendo avuto di grazia di and^rfene dal S. Sepolcro alla Chiefa di S. Salvatore bene accompagnati da una Guardia di Soldati Turchi , che mandò ad eflì il Governatore della Città per fcortarli nella flrada, ed impedire, che dal Popolo dri non tre veniilero intuitati Ebbero in tale incontro i PaTerra Santa tutto il popo- di lari fol d'inlidic ebe feguiva zione delle edìfrodi, nel men- , il tumulto della Lampane , andavano fpargendn alrri di fra quel' fra- loro popo, che lo, non intefo delle loro trame i Padri ilcfli , e gli altri Latini era- no 28 no (lati gli aggreflori dando i fafli- dio ad alcun di loro, che flava o- rando nel Tempio. Ma rcftò paleil loro inganno allorché venendo C-fame del fatto , non feppero dare i Greci difcolpa per qua! ragione quella notte contro il foliro erano entrati nella Chicfa con de i bifc all' lioni. Ma alcuni gencrolì sborfidi danaro farti da i Greci al Governatore, fecero fofpendere in Gerufalcmmc ogni ProcelTo Copra tal proporrò ; effendi» però proibito forro gradi potere in appretto mai più entrare in detto Tempio con alcun battone. vi pene Quello fatto fu fenlibile all' cftremo al Reverendillimo di quel giorni an, giacché quindici tecedentemente era (iato in qualche maniera avvifato dì una cofpirazione, che era intelaiata fra i Greci per quella notte ma fu da elfo creduto un difeorfo infuffiftente , tempo ; onde pio fece folo pochi mettere nel Giannizzeri dì Tempiù p« Digitized by Google per eller guardati di elfi in cafo di bifogno , i quali perù non ferverono per rcliilerc al furore dèi Popolo Dopo quello fitto mai più i Padri di Tetra Santa non mettono Lampanenc d'argento, ne d'oro in queir irtciiò porto ; ma in vece di ne, le quali femprc vi ftanno , ed anche per quatlìiia Gran Solennità i La nota prima delle vi erano , Lampane* che è quefta UnaLampana d'orotempeftV ta di Gemme pietà del Re offerta dalla generala delle due Sicilie , di Monarca delle Spagne. Una limile Lampana d'oro donata da un altro Monarca Cattolico prefente . Un'altra limile inviata dalla Cefatea Maeftà del fu Carlo VI. dalla quale, quantunque maltrattata fe non foli due An- non ne caddero gioli di getto. Tre grani!!, Lammoke al- e magnifici padari d'argenio, ornati di tre Digilized by Google 78; f re te , Lampane > e di cinquanta ftatuet- maggior parte la dì getto c dell' , mezzo braccio. Uno di eflì era un dono de i due Regni di Napoli e di Sicilia forto la denominazione de i Monarchi CattoliUno de i Granduchi di Tofcaci na della Cafa de' Medici , e il terzo altezza di i . del Re Cattolico Filippo HL Quattro Lampane lavorate gli di batìbrilicvo , a gi- che facevano di- lUnguerli per doni olimi da i Mo- narchi Criftianiffimi Cinque grolle Lampane d'ar- gento inviate dal Regnante di Portogallo . Sei venute Lampane ugualmente dall' Una blica di grotte Indie della SerenilTima Repub- Genova, Una della Nobiliflima Religio- ne de i Cavalieri di Malta. Tutti quelli monumenti prezioli per per la materia , e inellimabili perfezione del lavoro , co' la quali la pietà de i Monarchi , e Prin- cipi Cattolici dm ria ) e quella de' loro (ai- era concorfa ad ornare go mo , il luo- più adorabile del Criltiancfifurono con difprczzo , c ingiu, e la maggior parte ra- abbattuti piti dalla mcnte ie Greca due prime Lampanti rabbia , e fpeciald' oroj ie cinque d'argento di Portogallo , le quanto del Re Criftianif- iìmo , e le feì dell' Indie , e il Lampadario di Tofcana. Le altre tutte furono affatto guade, e deformate da i colpi ; ed io le ho vedute cosi fpezzate in una follitta della Chic del S. Sepolcro ammontate in fe folle roba di - fa un armadio come poca confeguenza , e di poco valore ; ed ivi credo, che rimarranno per molto tempo quei premiabili lavori degni certamente di miglior forte. Dalla pazza maniera , colla quai Greci dettero addotfo alle dette Lanipane, ne vennero dei danni anche alle altre fuppellittili , mentre elTendofi fparfo dell' olio in qua le e in Digitized by Google 28; e in là) rcftò perciò da elfo chiata , e guaita in più luoghi macuna ricchiflima Tappezzeria dì Aorta d' e velluto cremili , guarnita di , larghi galloni , e frange d' oro ; ed oro ìniìeme con li ftrappati ella i furono in varie par- fontuolì arazzi, dono del Re di Francia Luigi XIV. i quali fervivano per ricoprire le mura del Santo Sepolcro. I Padri di Terra Santa , che ebbero tutte le ragioni in queil' incontro, non ortennero per altro una congrua foddàfazione dalla Porta i anzi ii vatj de videro in appreflò privari di i P iu cofpicui Santuarj del- che erano farro la lo, e che furono meffi in Greci Scifmatici Fede , e le Funzio- la Paleilina, ro cuiiodia mano de i In tutte le ni tro Greche non , golarità i Ceppi diftìnguere al- che del difordine ; c non , e in altre loro molte irre- potetti ravvifate Gtcci gran rifpetto per Dìo , ciò, che io aveva Chiefe la ne Cafa di anche oftervato , nelle quali ode ii 1 236 ode continuamente un gran bisbiglio t ed il maggior loro rifpetto fembra , ebe fia riferbaro lòlo a quel luogo delle loro Chicfc che chiamano Aghia Aghion, cioè il Sanila SancltruiH Per quel , che fiano le Funzioni fanno nel Tempio della Reiurrezione in occafione de i giorni che precedono la Pafuua, i Maomettani li formalizzano della poca loro proprietà ì e le Guardie Turche , cofa quali incredibile, fono quelle, che regolano le Proceflioni de i Greci, e bcncfpeflò adoperano perciò anche gli ftaffifi ; ne ferve » che propongano ad efli per modelli le Proccllìoni , e le Fefte de i Latini della proprietà, del lilenzto* e della modelìia de' quali molto ii compiacciono gli ftclfi Maomettani, i quali Hanno ad oiTcrvarle anche con le quali effi , ; piacere DEL- _. Digitizatì Gaggie— DELLO STATO PRESENTE DELLA CHIESA GRECA I N LEVANTE. CAP. X V io diverfe AVendo qui parlato de finarici, ciò i I L volte fin Greci Sci- mi ha dato mo- tivo di dire in quello Capitolo fe- pamamente qualche cofa dello flato preferite della loro Chiefa in Levante. Sì fon veduti fopra tal foggetto anche degli altri ferirti j ma non tezza in tutti ha fatto fpicco e l' esat- oltre a ciò è flato tralafeiato molto di quello , che era eflenziale; al che di prefente io ho in , qual- i38 qualche parte procurato di rimc- .diare La Chiefa Greca Orientale pertanto è divifa in quattro Patriarcati) cioè in quello di Coftantinopoi) . in quello dì Antiochia, in quello di Alcirandria, e nell'altro di ' Gerufalemme , e fono quefti indipendenti l'uno dall'altro , benché pero il Patriarca di Co (tantino poli abbia if primo polio , ed è veramente quello , che gode la prima dignità nella Ghiefa Greca ; quantunque tal preeminenza non gli (ia accordata Sai Patriarca di AlelTandria , il quale fi fi chiamare Papa,c Patriarca; cohtùttocìò citeriormente gli £ nccelfario di dimoftrare diverfamente per il maggior potere, che ha quello di Collant in opoli per olière il più vicino alla Porta 11 Patriarcaro di Cofranrino- poli è fpeiTo conferito dal gnore , o dal Gran Vilir ; ne , alla quale da fe ftclìi mcttono ì Greci; mentre - i' Gran Si- foggeziolì i Ibrto- Sovrani dell' 28 p dell' no Impero Òttomanno non hanpretefo di cilcce loro ni ai i di- llriburon di tal Polio , avendo Tempre efatro foltanro quella fomma » che è ncceiiaria per la (pedizionc del Diplomi' di Patriarca Ma fic. comc afecndano dignità per mezzi ciò- neceifirió sborfi di fono illeciti di danaro ficuri a quella Talvolta , fare è loro per- , de mediante groffi i i quali di ottenere dalla Porta folo il Patriarcato , ma ancora di far deporre quello, che attual- non mente 1' occupane, quantunque fof- Soggetto di probità , e fenza demeriti ; e mentre quciìi potrebbero fe fotEopofti effere a vederli dalla Sedia nella manieri sbalzati medefima da un altro; perciò appena entrati in portello del Patriarcato, procurano d' impórre delle gravezze fono titoli fpeciolì a i Vefcovi , a gli Arcivefeovi, a tutto il Clero, e finalmente a tutti i Criftiani Greci Regolari e Secolari , che fono fotto la loro Ciurifdizione ; mediante i qua, li pretto fi rimborfano delle fatte, molto, avanzando nel; per lori} ftelìi , e ben Ipefe tempo medeiimo per amcurarli di una oocita fortuna incafo di qualche liniftrq. Gli. altri. Patriarcati fono conferiti coli' iftef», £b mezzo del danaro dagli altri Mimitri del Gran Signore , s fono forropofti alle medcfinie, vicende Si conlìdpri di qui in quanta miferabilc condizione iia, .ridotta ora laChiefa Greca , una volta sì florida , a . . iUuftrè;., I ... . ? Patriarchi doverebbero elfe- re prefcelti dall' ordine de i Caloi- cioè de i Monaci Regolari , , nientedimeno vi fono de i molisai che un Papàs , cioè un Prete fccolare arrivò ad occupare Sede Patriarcale di Coftantinopoli ma già gli era morta la Mo- ri ni efcnipj la ; glie , colla quale al fianco non jio afpirare a tanta dignjt^j, polìb; , H titolo , che ei^ono i Patriarchi ferivendo , o parlando loro , li è Panaghiotitafu , cioè V'olirà Gran Santità ' . x H Digitized by Google II Greca i 291 fecondo rango nella Chiefa Aruwjhoccupano, gii Arcivefcovi, "jj,^," 1' . dcpcndono da i loro rcfperPatriarchi, ed hanno, folto di quali tivi Vefcovi fulfraganei. L' Arcivefcovo per altro di Nicosia nell' Ifola dì Cipro è indipendente interamente da tutti a quattro i Patriarchi , come dimoArai già nel T. I. Cap. XIII ed anzi ne gode gli ftefli onori come fc fe de folte i un Patriarca, Ancor gli Arcivefcovi , ed Ì Vefcovi devono ellcre dell'ordine de Ì Caloiri , quantunque anche i Preti fecolari , morra loro prima la moglie, pollano afeendere ad occupare una Cattedra , e fcraprc più facilmente fe vi coiicorrelle qual- che buona fonimi di danaro da paloro Patriarca, e fuoi adeIl titolo, che prendono gli , e i Vefcovi , fi è di Ma, cioè Voltra Beatitudine Gli Arcivefcovi, c i Vefcovi Greci vanno ancor eifi in vilita per garli al renti. Arcivefcovi chariotifu T i la Digitized by Google Dioccli qualche volta dell' la loro anno ; ma non ^li abuii delle per già correggere, loro Cliicfc danaro rifeuorcre , Tali . bensì per vilite principiano ordinariamente dopo le 1* Epiphania, ecjuci miferabili Villaggi, per ove pallino, fono tutti medi a contribuzione I Caloiri fono . : ; , Monaci Rego- lati dell'ordine di S. Balilio, o di S. Elia , o di S. Marcello , i quali fanno voto di eaftità , di povertà , di obbedienza, e di attinenza. U loro Urinilo proibifee a tutto rigore di celebrare non volta la Mena ma ,- ficcarne ottante ciò afeendono qualche a quella dignità chiamano Jeromonachos , ; allora lì con tintò- rio celebrano folranto per le Solennità , o aiTai di rado , e per fupplire ai fcrvizio delle loro Chiefc tengo- no qualche Prete fccolare. Mediante il Voto di attinenza, che fanno tali Monaci , non mangiano mai carne, e poflono mangiare del pefee , folamcntc i- * perii in quei gìor- giorni , che non fono di particola! Digiuno , e che gli altri Greci iecomangiano carne. Il Superiore de i Caloiri ha il diìgumenos, che è l'ifteno, altri fono didimi con i che propriamente vale Prelati In fomma le prime cariche della Chicfa Greca Jari titolo che Abate; quello di Archìmandritis . ibn poflcdntc da i Caloiri. 1 Monaci Greci accudirono molte ore del giorno anche al lavoro del terreno, ed hanno pure fra elfi varj meftieri; il rimanente della giornata l' occupano in fervizio della Chiefa , e particolarmente nel falmeggiare Le loro prime Preghiere prin- prigtìtrt cìpiano a mezza notte , e perciò le dtic*nM< Me io nidi ne bini c durichiamano , no due ore . Nelle Solennità poi , ed in qualche Fcfta particolare del Pao- o le , la notte Hanno tutta domandano quel dell' Ilh'tuto loro fervizio in Chiefai e , Olonichtichon Un' altra Preghiera hanno alla punta del gior. Digitized by Google ho j e domandan qncfta Oortros; dipoi Ceguitano, e dicono 1' Ore Canoni, cioè Prima) Terza , Setta , che chiamano Proti- ora Trìti - ora , ed Echxi-ora i e dopo attaccano la Li- che eflì turgia, cioè Ja Mena; terminata la quale dicono P Eri nati > che è Nona Dopo mezzo giorno hanno 1' Elp=rinòs , cioè la Preghiera dell' ora di Vefpro ; e dòpo vanno a celia i terminata la quale hanno P ultima Preghiera chiamata Apodi. fÒ5 , che equivale a un diprellò Compieta " primo ordine, che alla noftra jfnàgmfth, o riro fra fia Ltittn . avarir i fi i Greci p ec il a quei , è confe- che ti tirano Servizio della Chìefa» è quello di Lettore, da elfi chiae l'obbligo loro mato Anagnoftìs; è di leggere nelle folcnnità Scrittura al Popolo ^ Pii PfiU -'f . o fin II fecond' ordine Cantore, chiamalo Iti carica , la Sagra è quello di Pfaltis afcerxlono *" 2; 'Suddiaconi Diettm, Colli. e al , da quegrado di Dia- e indi al porto di : - Ri- Digitizsd by GoOg Ricevuto l' ordine del Diaco-1 nato, fe vogliono, portone. prender Moglie per uni volta tanto , il chc^ accennai anche nel T. II. Cap. IX. La Spofa , che effi -fcelgono devc'efferc favia,. cafta,ebel- ^ ^^ÌS'- ! h. Ricevono re, che ... • \ allora l'ultimo-ordi- è quello di JeroHni, cioè di Sacerdoti » o Kofmìcus Jcreus , cioè Unendo perdì Sacerdoti Secolari venuti a qufcfto grado » ed" avendo) Moglie - non pofiòno celehtare la Mei& > fa la notte antecedente han. no trattata colla fora Donna, riè pofiono riniaritat (i una feconda volta dopo che fbue loro morta la pri- ma Moglie. I si - Patriarchi, :.j .: come pure gli ' Arcivefcovi, c i Vefcovihanno lotto p 'J" di fe tre cariche di diftinzione, na- rrvtairt di loro pan isolar fervido, che ven- sono polTedut* fono qùe(te, quella dell' Iconofnos , cho è come Vicario -quella del Sachcllarios , o ila Teforiere , elati , i P' f >> *»•'•" • Colo da' Preri Seco- : - ; r-alrta Kattofilachzv, T 4 che vaio- Àrchi- ' •chivifta;' maggior pofto poi, 1 il al quale. poffiiio pervenire i Preti Secolati» fi è quello di Protopapàs, "**>* che equivale all' Arciprete della uo- flra.Chief»! ... '., vi fono inoltre nella Cbiefa Altri u. riibt Greca gli Schevofilachcs , che fono i Sagreitani ; i Colonarchi , o foni». . Antifonari; i. Tiroros ,<dpè Portinai • *à. i Condilaphti, i quali ren-, fono conto de i lumi. Quelle ultime cariane. fono per lo più efercita- dai figliuoli.de. i PapàSi oda altri- ragazzetti i e gióvani , che vo^ tirarli avanti per il Pretifmo , che porrebboniì , chiamare Chetici. J libri i che come Una fpecie di Breviario , -dovrebbono avere i Greci Eccleiiaftici , fono fétte, cioè il giorni di digiuno ; 1* Triodo/fi per i Efchologhion i che contiene tutte le Oraìioni, il Parali» fch i , nel quale fonò raccolti tuttijgl' Inni per te gliono e.quefti.;fenibra a-rpìM-k **Gr«. .. la Madonna i 11 che contiene tutto Pentichelìarion il * fervi*» da do- Digitized by Google po Patqua fino alla Penrecoilc la Mineon il , nel quale trovali ; tur-, il fervizio mcnfuale della Chie1' Orologhion , che contiene le ; ore Canoniche; e l' Antologhion , che è tinello, nel quale vi è il fervizio ordinario di tutto 1' anno , ed 0 il più neceilario , o almeno è quello <(el quale nell'uria :Chiefa Gifeca ne è fprovvii'la. Il quotidiano Urtziode; i Greci è aliai lungo , ma molti li 4ifpenfano di recitarlo.. t Le Chiefe Greche fon» :jrc. ,( Esntemente divife in due parti , che dr ; f, ffl£ j una chiamata Aghia- Aghion , cioè Gmi. to fa ; . Sunti, i Sanéloritm , che occupa la Tribuna L'altra parte È tutto U rimanente del Tempio > che chiamai! il ; . Naòs , cioè la Navata . L' antica Chiefa aveva anche un Veftibolo . Lungo lungo la Chiefa vi fono . molto limili a quelCori, ma più alte, più delle manganelle, le de' noftri {tretre tre i , e fenza inginoecfc iatoio,; men- Greci non fi mettono'mai gjnocchioni, epnliftendo il lori; in- of- Digitized by Google i<j8~ -, in fequio molte po- reverenze; mag- clullupo anche feggono , Chiefa' gior parte del Servizio della «anno ritti , e appoggiati co' goe la mmai bracci nelle. Qoefte ti timo per delle dette manga- non effendo fuffiaen-' Popolo, e volendo il alcuno prendere qualche ripoio* per tal effètto fi trovano per le1 - Chiefe cctti baffoni, in cima de v che quali -vi è un legno attraverso , »' viene a formare come una gruccia vita. ,,«-fopra di éffi appoggiano .. : . m .. , U il Pulpito , che elfi Analoghio , da cui predt^ è anche f^?,-' chiamano Scrittura al Sacra leggono ma alcune Chiefc le ho vedute anche fenza di elio. Vi è pure il Battiftcrio , che è per lo più ap- r» ; cano ,' e la Popolo", ' piè della Chiefa. Avanti di entrare nel Sanila SanSinm vi è mvluego limile ad 1 .' »»>fciM." r, 0 . Presbiterio , ove tono altre manganelle, nelle quali fta il Clero , o Inche' nerfonè 'focolari più cofpidi. cue , ed in quella rrtfte , che fi- un - reb- Digitized by Google rebbe noi in Corna Epifìolae , vi è Relìdenza dell' Arcivcfcovo , o Vefeovo , la quale non ha paramento alcuno ma è tutta di legni intaintarliati con madrcperle, come deferirti nel T. I Gap. lt< la , gliati, e Il S.m£la SanBorum è il piàinnofinfin^ cofpicuo luogo della Chiefa , e quefto è fcpararo da un Intavolato chiaIchonoftalion , die lì direbbe Tavola dell'Altare. Tali intavolati fono intagliati , c Talvolta ben mato dorati: in re, la fon dipinti elfi Madonna i il Tutelare tri Santi ancora. dipinti molti Vi milterj In cima, ed in , Salvatoil San- S.Giorgio, della Chiefa, to Noftro Signore ed al- fogliono eflère della vira di e della mezzo Madonna. di quefto in- tavolato vi è un gran Crociliuo ancor elfo dipinro , non ammettendo i Greci gini di venerazione delle ImmaI Greci conrinuafulla tavola , c per maniera confervano rutra, che poteva eflère la rilievo . no a dipìgnere la loro via quella fte/Ta Digitized by Google A ti* A ghiim, già in ufo fino ne i fscoli più baffi 0 nc "' l^hgnollaP orte ' e t ua '' u entra nel Snuda l SanÙarum Quella di mezzo , clie è Ja p j u grande, chiamali la Porta Santa, la quale l'aprono in tempo Meflà , allorché il Diacono legge l'Evangelo, come pure quando portali il Pane, che dev'efler.onfacrato : 1' aprono ancora re quando fomminiilrano la Comunione al Popolo : ed in occalione di qualche Solennità ila aperta in tem- l ^ on > P er SanBa StuBonm . della po dell' Ufizio Dentro il Sanila Santìorum vi fono tre Altari , ma ad uno folo celebrano la Mena , che è quello di mezzo , fopra ddl quale vi è una Croce , ed il Libro degli Evangeli e quefto corrifpondc per 1' appunto dirimpetto alla porta di mezzo Gli altri due Alrari, che fon più piccoli , reftano refpetiivaniente in faccia dell'altre due porte. L' Altare , che trovali entrando nel Santuario a man delira , è deilina- Digitized by Google to per tenervi (opra gli Àbiti Ecclei Libri, ed i Vafi Sacri. So- iìailici, pra l'alrro pongono il Pane, che dev'eiiere poi confacraro. La Tribuna , ove fono tali Altari , è Tempre volta verfo Oriente, come era 1* antico coftunie anche delle Chiefe Latine -.' . Dentro al trebbero avere Santuario l' ingrelfo > non vi pofe non i , Sacerdoti i e i Diaconi , il che non è oflervato con troppo rigore i mentre ho veduto entrarvi anche della gente, che non aveva nè pure alcun impiego nel miniftero Eedeiiarticx) ed anzi nella Chiefa di Gcrufalemme, quantunque Patriarcale, io Hello fon entrato nel Santuario più dì una volta per oiTervarne la fua coftruzionc Ben è vero , che nel tempo, che celebrano la Meflà , ufano qualche maggior riguardo , e non vi fogliono entrare fe non i ferventi , o altre perforo addette al fetvizio della Chie: . Siccome le Donne nelle Chie- ftanno in tempo degli MitfchU ^ Greche Ufizj, e della Mcfla feparaie dj^ i fi Grtihì fanne fi- Uomini; vi è perciò per loro un paria dt- l UOg„ appartalo, che è fempre apumin • jg]^ c[,j e ra fu [| a porta a lìmilitudine dì un'Orcheltra , ma rutta graticolata di legni. In altre Chiefc lo £i hanno in cancelli ; piana terra ferrato con occupando ordinariamente nelle Chiefe più antiche go , che era il Vellibolo quel luo. Le Don- ne Greche hanno qualche giorno del mele, che per rifperto non dovrebbono avanzarli più oltre , che porta della Chiefa , ed in quei non potreòbonli comunica- alla giorni re, nè tampoco baciare ni dei Santi; ciò DtlU Li. "ut/rj Oriti. da lìa ma non le Immagi- Caprci dire fe clic el'cguiio a rigare. Sacerdote , che deve cetebrane va al piicolo Altare, che reAitar Maggio- 11 ' re i Ha re di fulla linilìra dell' , e prima di tutto li la tre legni Croce, e ad ogni legno piega profondamente la vita verfo la ter- Digitized by Google ra , venendo a nuilcilione . una fare fpccie- di ge^. - . . . . . Greci per fegnarfi unìfeono 1 in triangolo inficine il dito pollice» f c-tei il medio , abbacando , c mino gii altri falla palma della indi principiano a legnarli due mettendo la mano delira così di- coli' indice : fport» alla fronte poi alla fpalla de- , lira, e finalmente alla fi ni [fra , di- cendo Agbìos o Tbeòi , Àgbios Ijcbìròs, Agbios Athanacos ek\finimàs t cioè Sdiittus Deus Sauttus immortaiis fatto il fegno , , SauHus finis », mifirere nobis , e Croce fanno, .della femore la follia genuflemoner. P"" B"""I Paramenti de i Sacerdoti. Greci, co 'quali celebrano fiftono in il la Melfi , ima fpecie di Camice con, ma quale è di broccato , o altra ricca mettono fopra di elio la flotta. Si Stola, che arriva quali a toccar terra' , ed c b falcia fondo di clfa vi fono appenappine Legano il Camice alla vita con una lunga che chiamano Perizoma , alla, qua- in' fe varie . Stola , Digitized by Google quale fella man deftra tengono appefo per un angolo un pezzo di ftoffà tagliato in quadrato , a ogni angolo del quale vi è una nappa. Mettono finalmente la Pianeta, la . quale è fatta a campana > come già io la' defcriffi al Cap. XII. c ìa fot-" leggono fopra le braccia. tanti II Sacerdore, parato che fia,fc 0 'x'fp'™* ne va all'altro piccolo Altare, 'ove è gii preparato il Pane lievito , che' fecondo l'ufo delia Chiefa Greca» dev'eflere confacrato y ih luogo dct1 tirJto. 1 fazzimo. ' " Quello Pane ha fopra di ' fe tal felle che fpiega : Gesù Cnlìó , Trionfante. Il Sacerdore taglia in quadrato con un cultello > fatto Come una lancia , quel pezzo di Pane , nel quale fono imprefle le dette lettere , e lo metre in un mefee nel Calipiatto Ciò fatto ce del vino i e dell' acqua , e prende «uri* . , de nuovamente q.uell' ifteflb pezzo di pane dalla crolla del quale ne , taglia un pezzetto dì figura triangolare , e offre allora il Sacrifizio al Signore a nome di Maria Vergine Fatte varie particelle del ri- manente di quella porzione di pa- ne deftìnata al Sacrifizio > le infilza punta del cukello > ed elevandole a una per volta, pronunzia 1' i nomi di diverii Santi ; facendo ifteflb per ognuna di quelle perfone , che raccomanda a Dio ; pregando in ultimo nella maniera medefima anche per i Morti Nelle Chiefc Greche nel temnella - po fi fanno varie col le neceflìtà , l' ultimi Tempre per conto del dell' Oftèrto rio, leire fecondo delie quali è Celebrante Ricevono dell' Eleniofine Sacerdoti Greci anche da perfone i particolari per efièr Mefla, e i ricordate nella detti Sacerdoti celebran- do foddisfanno a tutte nel tempo rammentando i nomi di quei fteflbi tali di cui hanno" ricevuto del diLa Chiefi non dà alìegni- , naro . mento nelìuno a i Sacerdoti Gre- ci, e Colo li pervengono loro le. cone di fa ete orlètte di pane» di vino, che coftanremenre vengon fatpopolo, unitamente a quelraccolti ncll' , che hanno ultima colletta. II rimanente del lo-, ro mantenimento lo ricavano da i' proprj lavori , giacché , quantunque' olio , te dal la moneta fi applicano anche' iiano Sacerdoti \ - J a i mellicri meccanici. Terminato l'Orlèrrorio , il Ce-' lebrante pone tutte le Particole nel , : piatto, e mette dipoi l'opra di elio per il piano una Croce , e copre il tutto con un velo , H qoale non tocca -ih pane, che dev'eilbrcconlacra- to venendo fofpcfo dall' ifteflà^ Croce. Colloca quelrd piatto così preparato appiè del Calice , e laCciando il tutto Copra il piccolo Altare, fc ne va all' Aitar Maggiore , ove principia li Mcllà. da 11 Celebrante, arrivato che alla 0 i gitized by. G oogle alia Confacrazione, fi partedall' Ai- tar Maggiore , e va a prendere, il piatto colle particole del pane , ed Calice j nel quaie è già c.ooie. io jlvinu, e l'acqua., ed elee. dal Sonda Saiicìars'ni per la porta pie-, cola, che è -dirimpetto all'Altare, delia preparazióne., e rientra nel^anr il. , diffi, tua rio por la porti di mezzo > -j . j .Ne) tempo >,chejl Sacerdote fa , preceduto, da ji. , il"". Popolo va tacendo molti legni di Croce t e grandi gè-mifieffioni , e, adorazioni per il parie , ed il vinoi che .dev' elIe.re.-coi>facrato, le quali omette poi d'- Li- quefta piccola gita " Turiferari veCamcnte lecita la™ CoriCacraziancj il che non piiìS'veicrirJì le non ad una loro craflà;ÌÌgriOq re allorché è: ranza. Altri Scrittori,, che^hanno fatta una limile òiTcrva/ione , dicono* che ciò polla furie procedere da un' Eresia di Marco d' Elcio , i( quale infegnava , che la Contenzione lì taceva mediante le preghie- re del Sacerdote, e non delle parole Sacramentali Avendo il in virtù Sacerdote pofto il > ed il Calice fopra la Menfa» che chiamano Aghia Trapeza,cioc Tavola Santa , prende dal piatto il più groiTo pezzo di pane , il quale lo frange in croce, e così lo mette nel Calice mefeendovi fopra un poco di acqua calda, c dipoi pronunzia le parole della Confacrazione . Pervenuto il Celebrante al piatto tempo della Comunione , e non ef- fendovi alcuno per dover edere comunicato, egli confuma tutto quel pane confacrato, che refta nel piatto , e quello , che è nel Calice Finalmente è diftribuito al Popolo in piccoli pezzetti il rimanente di quel pane , che è avanzato , e dal quale ne fu già cavata quella , della quale li è fervilo il Sacerdote per confacrare. Nelle Chiefe Greche non diceli altro, che una Mena per giorno. quantità Gli altri Sacerdoti volendo celebrare van- vanno in altre Cappelle particola- mo, e quello credo io , che fia il Città i per cui lì reggono nelle , e per le fue Campagne tanto frequentemente delle antiche Chiefe , e Cappelle Greche , ma la maggior parie diftrutte , mentre i Sacerdoti Greci di oggigiorno non fi prendono gran penliero dì celebrari tivo del Levante re fpeilò la Mena B" tr' I Greci battezzano per unmer-D"' " , come già Io accennai nel T. L II. tuffando tre volte confeper il Neonato nell' acqua , e più non è prefentato al Sacro Fonte prima dell' ottavo giorno dalfione Cap. cutive Io la fua nalcita Dopo il Sattefimo conferilco- Crtjtaa. no Cubito la Crefima ugnendo col Crifma la fronte del Bambino , gli occhi , le narici i la bocca > le orecchie, il petto i le mani, e i piedi» e immediatamente dopo gli fomminiflrano la Comunione. La Confeffionc qualunque Sacerdote V 3 è afcoltàta daC»»/^»^ ed anche dal , più Digitized by Google più ignorante. Fra i Greci il Sacrailella Penitenza li è rcfo per la fomma corruzione lidia pre- mento lente Chiefa Greca, interamente! llmoniaco, mentre non danno l'alToKizìonc , fc non pacando più , o meno fecondo la polìibiiiià delle per- fora i e fecondo la gravezza de i peccati; il che io non averci credutOi fe non ne t'olii fiato aflkurito da molti degli ftclli Greci » e da al- cuni poveri trovati gran , i quali accattare Solennità io ho fpellb vigilia la qualche moneta per mettere da poterli confortare della piccola iniienie tanto , . Ma non è Sacramento , per U quale lia nece Ilario a i Greci di pagare del denaro , ma per tutti gli altri Sacramenti ancora; or.de molti li difpenfano di riceverli pet non aver con clic pagarli. 11 Signor Pitron de Tourneforr , col quale mi fono conformato quello folo nel i! deferivere della Chiefa alcune Greca . particolarità non ha avuta dif- Digitized by Google difficoltà alcuni di raccontarci nell' articolo della ConfelTione de i Greci una par tìcokrirà , che è molto obbrobrìofa alla lor Chiefa Ei dice * . fe qualche Penitente va ad aci gli vien dodal Confeilbre, fe il latroad un Grecò , o ad un Franco t vale a dire a un fuddito di qualche Sovrano Europèo ; méntre nel primo cafo ne riceve 1' alfoluzione colla condizione della reftituzionc ; nel fecondo cafo poi retta afficuraro il penitente di non elfervi danno alcuno i quando ne che cufarlì di aver rubato mandato cinio lo ha fatto reparcifea la metà all' ilìeilb teiforc, ritenendo l'altra Con- metà per Tale indegno cofhime non mi ignoto > mentre fempre io ne ho.ientko parlare f allorché io eri Levarne; comuttociò non. fo rifolvcrmi a crederlo vero; quantunque da molti altri lìa (tata avanzata una tal notizia o fe pure 'ciò foglie in qualcheduno j non deyclì. ticera in i Digilized by Google dare tutta la Chicfa Greca di tal quello, come molti f potendoli altri abuiì > referirc alla grande ignoranza di quei MiniO ri Ecclclialtici > da i quali fono di prefentc governate le loro Ghiefc Allorché il Sacerdote alla Catmahai. vizio * Me flì è al tempo della Comunione i fe vi è gente da comunicare , li avanza fulla porta principale del Sanila Sanflorum , e pofa il lihro del Ri- tuale fopra il capo di quelli, clic dcvonfi comunicare , dando ad ognuno un cucchiaino del pane , e del vino confacrato, mentre i Greci comunicano il nelle due fpecie anche popolo. 6/« Stntt. L* Olio Sanro lo fomminiftrano anche ad una perfona fana , purché paghi una piatirà del Gran Signore} che fono cinque paoli di noftra moneta Matrimonio Del Matrimonio io ne parlai didimamente nel T. Il.Cap. IX. già Quattro fono i principali DiOiianSmt corfo , litri 'giuni , che hanno i Greci nel Digiuni. del» Digitized by Google dell'anno, e chiamano quelli Tiflàracofìì i cioè Quarefime. La prima Quareiima precede la Pafqua di Refurrezione , e feguiNella prima fettimata due meli na di erta poflono mangiare latticini , e pefee > il che per obbligo Ec. clcfiaftico vien loro proibito di fa- re nelle lèttimane confccutive, ec- cettuatone il giorno delia SS. Annunziata , e la Domenica delle Palme , che allora è ad elfi permeilo di mangiare delpefcci ma non de i latticini. corfo Pofiono per altro in tutto 3 della Quareiima mangiare delle Oftriche , delle Arfelle ; come pure de i Polpi > de i Totani , de i Calamaj , e di altra lìmil qualità di pefee , eflèndo ad efli ciò permefib fu Ha fuppofizione , che hanno > che quelli tali pefei non abbiano fangue la , La feconda Quareiima è quelche precede di quaranta gjarnijtai-rjfaM. Natale di Noftro SU gno- la feftwitì del Digitized by Google gnorc:> e nel corto di elTa è loro permeilo dì mangiare del pefee , ec- «renatine 1 * il Mercoledì nerdt • La l„z, ed , i il Ve- , terza Quarelima ^arfjfuw.degli Apoftoli. Principia è quella Lunedi il Pentccoiie , e finite il giorno dì' Sanii Pietro , e Paolo; perdo non è fempre eguale, cllendo più corta , o più lunga * fecondo <he laEafqua è più alra,o più baffa Se accade t che la fella di detti Santi: A portoli venga in giorno di Venerdì, polfono mangiare del pefee t ma .non latticini , e tanto mc-della quella . Qanta no della carne Q-srefima. Quareiìma La. tpiarta Madonna della primo fcfta: di . non è quella di ,\gollo, o .h-. ; e finifee .1 to» eirendo Cafoin, o dì la ed in quella Qna- permeilo di man- è loro TrasfigLiraiic-nc di -*~'v ".' il per Ella principia Agoftoj defi;:Afiùnta refìma, giar del pefee, eccettuatone il il dì 6. giorno della Nolira Signore. Monadi jn-queiìeOiiatcìiinc che fa- non p iliono Digitized by Google no ufire ne i cibi ne pure olio , né tampoco devono ber vìnoi cibandoli ibltanto di uva fecca , di erbe di ulive feechc , e frutti ben è vero , che eflì bevono del rofolio > e : acquavite dell' quelli Regolari Inoltre hanno nel corto dell'anno diverti altri digiuni tltkuro no i proprj particolari , e de paeii i , ne del 1 loro quali han- Mona iteri Tra fettimana tanto colari, che i Greci Se- Regolari, hanno due ì , che fon quelli il Venerdì , ne i qua- giorni di attinenza Mercoledì li , ed il non polFono mangiare Hanno latticini. poi altri digiuni gene- rali ad ogni luogo , c ad ogni ceto di perfone, cioè la vigilia dell' Epifania; il dì 24. di Novembre in o- nore della S. S. Croce e la vigilia di ; Giovati Baùtta. A tutti topoili i i fono fotvecchi; le i malati pro- efatti offetvatori quelli digiuni giovani, donne gravide , e e fino curano di eflèrne per Digitized by Google per quanto comporta il loro flato Generalmente ì Greci fono così fcrupolofamentc attaccati a i digiuni, che credono ogni altro malecfminore a quello dell' inoffervanza de mede/ìmi s e fembra , che fere i in ciò folo ta fia ora riftretta la periet- i, offervanza de' loro obblighi Ec- clefiafHcì Martwh Qnn. I Greci dimoArano ne i Mor- tor j un g ran dolore per la perfona e feguitano de i giorni a defunta , e pagano anche della , genre perchè vengano nella cafa t ivi alla prefenza del corpo morto cantino delle canzoni lugubri unite a de i continovi piagniftei , e piangerla ed • nella ftefTa guifa Io accompagnano alla Chiefa , ove talvolta è fatta una predica al popolo , terminata la quale , ed ogni altro ufizio tutti gli i amici , e molti altri ancora fi accollano al Defunto, il quale baciano* e ribaciano , dandogli così )' ultimo addio. Dalla Chiefa tornano i parenti , ed i piagnoni alla cafa del Digitized by Google 317 Morto, ove terminala funzione ia mangiare e bere Vi è poi fra i Greci il coftume di mandarli dalla cafa del Defunto qualche giorno dopo la morte , un'offerta, tanto alla Chiefa , che a i parenti , ed amici , confidente in un gran bacino di Grano , cotto , mefcolato con mandorle nette dalla loro feorza , e con de i chicchi di Melagrane i E' da elfi chiamato quello piatto Coliva- Accomgignano tale offerta anche _con un ane , fopra del quale vi è molto femedi Sizami, o della quale T. Gap. I. ftanri iia feci già I. Da Giuggiolena, menzione nel molti Greci bene- continovafi a far quello do-, no, ed a mangiare della Coliva anche ogni Anno nel giorno Anniverfario FINE DSL TERZO TOMO, by Google N D I de i 1 capitoli, risGGJO. M-wi DA e C E Materie ClAtfft fìtfrrva*. CA- Digili^ed by .QjiyJ^. CAPITOLO IViffó .1-. , ili r . Q>fa -VI. finni. < i-. Sfai ..'-.« Ctfarrt. *'_"—.-** A CuMt. »* fé Pizzo Prima II. Amia:. -pigi iht CUtfi ét'muébti. nummi qt,tfla avuti tua gli Artii per finaa. CAP li- I T 0 L O IH. arrivo IN GERUSALEMME Digilized by Google Travati tir Cmjalemm tre gmpU Se - il i fìl£ a Pellt(n«i 4i Trattamtata . tbt rinvino i Pellegrini 45 «< r. S. Mi ì far/sai* la ragione degli évvifi ti - Lm*4l l Telluri gli Arte, firapazo É r t degli \i Àrlbi. flemme fa* CAPITOLO IV. VISITA PER LA PRIMA VOLTA AL )« SANTO SEPOLCRO. Entratura fonte del Revertniffinn aell* <PCbiept itila Refirrezian. Brtirfane, ibe faft agni fera «ella aiefa della RtfamtUne . lai'* la Pafqna Mia tfel 1767- « Caie/a Utìna (M Orientale . «5- BENEDIZIONE DELLE PALME •e famafi da BttbflHgia CAPITOLO E a VI. VIAGGIO DA GERUSALEMME AL La pianura di muco. & pagare »» T*ff* mi ©iglteed by Google CAPITOLO tanltna devota lunga Ciò Via ! hr fi :-cdr wn * i dal Manu Ma abili Mo. ifM di atti* <6PÌHX*r . VII. drilli itila 7. & 1°7- Huetan>>>. in"S- J3J CAPITOLO Dfcl.LA FONTANI Vili. DI , Agl'idìlli, r Miia/lir, iìft-utte. Fonica di F.f!h . CAPITOLO nB. (,)- n^. IX. DELLA CITTA' DI GERICO. 11 t u nauifinta <t., s r li'd^'Uii H:ct -J, teitii t.titfica Gerita. 12 l'i ita un altra Gerita avanti natila ri- r.eri.o velia S.'l fra Ifieria, enei!., Prufii--:, r,i<i-:a ubb,-llìt.t ih Erede !' A/. Chiefa, e Sfidali rejiaurati d., Giù Mollateti di Kiifìliani , di e di Benedettini in Gerì Digilized by Google CAPITOLO CELLA fim fi X. ^IA^'l;R^ ut nEttiffl jatto Cumj.inm:;!'. Mnfclint, al rc/la accampati in i:/:;.;.-,;* dlll» F lì,-: fair i PMM,,1 Ph^rj . , e ì9 . A. amili Pia rf/ f?f ricO I-fS- . Gerito. 1*7. che 'rana ntlU di L, Scili, r fa-tr: Pianura Ai Gerico «4». Antica nmdizione Arila Pianura dì Ge. , lag. l'rejrntr condizione ài aiiefla M Pianura. Palma 1 si. Mi. Saliamo. pianta del Opro, e del Miraliolant della Giudèa -Si- . differente Aa auet- , .<H, Alcuni Palme Pai,,,.: litrilì , e altre rhrvmwfu, dopi feconde effere fiata ,<,,. . ta. 1(7. Palma fprff, nominata arile Sarre Carte Palma fabilo Ai vane uff Della rais di G,-,:., Dell' albero 2,,-,, , <S. ih,. 1 it, 9 . . -, S..;:c:,n. '7 5- Digltized by Google Altre piaste da me cflirvittr in Gerico . ito. fHavi di r,tri.7«^ftrcìliSi»ia. 1S1. La Presti ggcjgggj , Giuda Ai Ji-rfjctJ jallll , Jggjg fi lUl. gufila Pt'imi"! CAPITOLO XI. DA GERICO AL FIUni!sc]uz:o\E MI; (.ioiidavo DI TASO FIUME , E RITORNO IN GERICO i>t Firn* Ohrikm Sai Uh. VIAGGIO . .84. . 0»™ Cvr/t, del iSy. QwAwo 97- 10ì. dana. t aiefi, Minali tn e e di Fiumi dtl p refenditi Larghezza* S- Gn 1-9- fi*. CAPITOLO XII. VIAGGIO DALLA PIANURA DI GERICO AL MAR MORTO. DESCRIZIONE DI DETTO MARE, E RITORNO IN ESSA PIANU*»» RA. CbieJfa , e Mnafitr» ' dì S. Giritene . ì 1 J rwt— Digilized by Google i pnprlttà dille CAPITOLO Acqui Atl .Vili. PARTENZA DALLA PIANURA DI (,! IUCO E RITQRHO I» . CAPiTni.fi a quanto ci mi giorni n \ Santa . Ghvràl Siila . x i trovammo v. ix uell a suiima. » Digilized by Googll fi preparano a riavere / Cinti Divata Pnceghnt fati* da Sfiato. Sann. t Greti ricevevo 1 DEL FUOCO SACTO, CHE I Si - fusto Zi . ^ >4p, CAPITOLO ( il latini tifici Furto Satro . XV. 1 GRE . MUTICI CRLUONO DI - SCENDERE UAL CIELQ IL SABATO SANTO NEL santo SEPOLCRO. ufi. Di dove può aver «mito tri[ìm tale CAPITOLO A QUANTO Nj CI DHXA XVI. TROVAMMO IN ! HEZIONE. H, Lunedì Mariti - tm*U o P ar„ua. \ < fiottati Wtf» CUlfì del 170. . S- CA- Digilized by Google CAPITOLO XVII. DELLO STATO PRESENTE DF.L. LA CHIESA GRECA IN LEVANTE. » pairn'ttii Cri,,. i Dìgltized Google 314 Tina Qua. FIRENZE MDCCLXX. Kella stampe ria Gw litttm de' di S. A. R. Sufrrùrì Digltized by Google