tomo 3 - Comune di Crespina Lorenzana

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tomo 3 - Comune di Crespina Lorenzana
VIAGGI PER
L'ISOLA DI CIPRO E
PER LA SORIA
E
PALESTINA FATTI
DA
GIOVANNI...
i
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1
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VIAGGIO
GIAFFA
a
RAMA
CAP.
E
iSfcndo
il
dì
I.
io arrivato
8.
in Giifli
dì Aprile del
17-57.
' come già feci vedere al Cip.
del Tom. IL e bramando di
panare lolledtamentc in Gcrufaleni-
XVI
me,
rio
adempito
rellò
i(
di
tal
mio
fogliente, cioè
il
desidedi
9..
mentre ad un'ora dopo mezzo giorno . mi venne intimato di dovere
immediatamente partite alla volta
di
Rama
.
Ali
fu confegnato net
rempo medefimo un
paio di
ftalìé
di
legno legate con una cordicella , che
fervir mi dovevano per il comodo di
cavalcare, e con effe in ifpalla me
ne andai per la ftrada , fenza fapc-
A
re
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re
la
filale finalmente doveva effsrc
mia cavalcatura, ma allontanato
mezzo
miglio dalla
Otti, mi
trovai
in on t>-anco di circa cento Afiru
i
quali erano pronti per fervi/io
altrettante
l'orfane
i
,
di
andavano
clic
in Rama
Fu affegnato ancora a
me la mù belliuola, la quale aveva un'incomoda bardcllactia Allora mi avveddi bene > che io mi accingeva alare de Viaggi difaflroli
.
.
i
nè andarono per mala forte
riliei
falliti i
prognoitid.
Unirà adunque la Carovana ,
che era diretta da foli tre Soldati
Barberefchi dell'
incamminammo
Agà
tutti
di Giaffa,
ci
volta di
alla
Oriente, c da ogni parte, che io
voliaffi , non vedeva fe non che
mi
Perforie a
c di
me
del tutto
forclltcre
»
poco benigno afpetto.
Dopo un
miglio di ftrada>veddi , che dalla parre di Giaffa venne a raggiugnerci un Signore ve-
Francete , e monraro fopra un buon Cavallo , lì meffe ancor
fliro alla
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cor egli a feguitare 1' tiggiofo , c
lento parto della Carovana
Fattomi ad elio conofeere per un Europèo , ci fu di reciproco piacere
elìerci qui incontrati , e ci facemmo
per la ftrada buona compagnia Era
.
.
quelli
Miolan
Sig.
il
Negoziante
Rama, ove
Francete ftabilito in
fono diverfe Cafe di Negozio di
detta Nazione.
Da
erto feppi
,
che
Gian» a Rama
ogni tempo ii curali mo ,
gio da
il
parteg-
età (lato in
e fenza pe-
ricolo di cattivo incontro dalla pardegli Arabi ; ma erano allora
te
dodici giorni , che per alcune differenze del Popolo di Rama con
quel Governo, lì era reto perìcolofo
il traniito da
una Città all' altra,,
c che per quello motivo unìvanlì.
quelle. Carovane , e che per la raaveva
gione
ftefla egli
la
pazienza di
itarfene al palfo
arrifchiarlì
medefimo , per non
andando folo ..Allora fol-
tanto feppi
pumero
di
,
che ancora io era del
Carovana per
quella
A
i
preti-
prendere le reciproche difefe incaMi
fo di qualche liniltro incontro
.
dille Umilmente , che quella ftrada
di Gìarlà a Rama è permeilo agli
Europèi di farla anche vediti alla
Francete; come alla Frantele pure
il
può
ftar
mi
dette Città ;
che vogliono paflare
vertici
in
che quei ,
a Gerulalcmrne i è ferri pre bene , che
mutino di Abiti clfendo in Giaffa , mentre arrivati in Rama , dovrebbero farlo indifpeniabilmcnre.
fi
.
Intanto
xrìKt
t
dopo
miglia
q.iariro
U,Ìt. 'da Giaffa, li trovò fulla linittra il
Villaggio di Zagùr.o Jasùr, il quale è ìituato in un terreno alquanto
elevato; riconofeendo dalle rovine,
ai
medelimo,che
foife flato in
antico qualche
che fono intorno
quivi
Cartello.
M-m<>
Quali dirimpetto
al
detto Vildalla
rtra-
u,imt> a
laggio fulla parte delira
ftfir.
da , che va a Rama , evvi una
Mofchéa di figura quadrata con
nova cupolette. I Maomettani riguardano quella con gran rifpotto
qual
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Monumento di un loro famoDervifc. Accanto ad efia vi è
qual
fo
un pozzo di buon' acqua > e qui' fi
fermò la Carovana per riunire quei
che
lì
erano difeoftati.
Le Campagne)
pafla
quali
per le quali
fi
facendo quello viaggio , e le
fi
eftendono da Cefaréa di
Paleftina fino a Giaffa, c da Giaf-
Rama, li chiamano Campagne di Saron A Cacfarea Palaeslinae ujque ad oppidmn loppe omnis
terra , guae ceruitur , dkitur Sarortas .Hieronym.de loc. //^.Appartenevano quelle alla Tribù di Ephraim
Le altre pianure , che fono fulla parte Anftralc , fi eftendono fino al Cairo , ed erano del Paefe de i Filifa lino a
.
(tèi.
Molti campi delle Pianure di
Saron fono coltivati per i Cocomeche ivi chiamano Pafteche, delle quali ne fanno ogni anno una
raccolta così abbondante , che condirono non folo i circonvicini Paefi , ma ancora tutta
la Corta delri,
A
i
U
Campagne
41
"
Sona
la
pro
c
)
e
t
li
fino 1' Ilbla di CiCittà di Damiata an-
La maggior parte però di quelCampagne fono tenute incoltej
le
e ciò forfè per
mancanza
di
col-
Nella Iragtonc > in cui pallài
per effe, non mi fi prefentarono
tivatori
.
all'occhio, fe
non come gran
ricoperti di erbe
,
prati
e di fiorì diverti.
Porrebbe!! però congetturare
che
in
,
ogni tempo
Campagna non
quella ertela
abbia nella fua mag-
gior parre prodotto fc non erbe da
pafcolare gli animali , mentre David
aveva fatto un Soprintendente per
Armenti , che pafcolavam in
emette Campagne di Saron Parai.
lib. I Cap. XXVII. ver. 20.
Ifaja volendo dimoflrarc quanto di Dello può avere un luogo , dice , che gli è donata la gloria del
gli
.
Libano,
e la bellezza del
e dt Saron
e!
,
Cip.
.
Gloria Libani data efl
Saron Éi.
,
decer Carme/i
XXXV.
Carmélo»
&
.
ver. 1
Nel
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7
.
Nel mezzo
fra
Lidda
di qaéfta
Arsùr
ed
,
.
Pianura
una
è
vi
piccola Montagna, ove è un miferabile Villaggio , che chiamali an-
cor oggi Saron , ritenendo il nome
il
itefso della Citta , che vi era
Re della quale fu vinto da Giofuè. hj. Cap.XII. ver
Gli
ciarono
i3.
di Saron abbracFede Criftiana ; allorché
abitanti
la
veddero
gione
il
Miracolo
guari-
della
Paralitico
del
,
operato in
Et vìderimt
Lidda da S. Pietro
Cam omnes , qui babìtabant Lyddae
.
&
Saronae
Domì.ium
itfrt
.
:
qui conver/ì flint
A8a
Apoih
35;
ad
IX-
Cip-
:.
.
.
Un
miglio , e mezzo da Zatrova il Villaggio di Bedopo uri altro miglio, c
mezzo li arriva a quello di Serfòi
o Serfend , i quali fono abitati da
gùr
;,.„
™'««"
fi
tegiòy é
Arabi Maomctrani.Tra l'uno, e l'altro
a.-
»«*..
.
t
di
quelh
Ulivi
alcuni
vi fono
avanzi di quelle ampie piantazioni
Villaggi
A
serjtni
„
che
i
q JtJli
temi.
„„.-
che una volra vi furono , e nelle quali gli alberi erano flati merli in una
egual
diftanza
Penfo
elfere queiìe
gli
uni dagli altri .
piante antichif-
fime , giacché due uomini non laranno capaci di abbracciarne una,
portano un anno si , ed un anno
no, fenza coltura alcuna un'abbonOHèrdanciilima quantità d'Olio
vai
che a proporzione della grof.
,
fczza del tronco le arieggiavano di
rami quantunque non Ila tra quei
Popoli ufo di mai potarli, il che
per (urta la Paleftina non viene praticato neppure per ogni altra for,
te di alberi.
Veddi
,
che alcuni di
Ulivi andavano Toccandoli
tri
erano
fafeiati
con de
i
,
quegli
e che al*
panni, e
fieno; mi fu detto, che ciò
Arili
/o^/itWvi.feguiva quando fra quei Popoli vi
IV-^
erano delle differenze , e che per
vendetta andavano di notte rompo
ad intaccare quegli alberi vicino al
fuolo , i quali gettando continova-
mente un umore
,
perciò
a poco
per
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9
per volta lì fece ivano , e che in tal
maniera ne erano ftace diilrutte in
quei concorni delle beìliiiime tenute
Soggiungendomi , che quando
.
liano
così danneggiati,
flati
rimerieme fa-
diano a quella diflillazione
piendo l'inciderne dì fango ,
lciandola intorno inrorno Ho trovata poi T ideila forta dì vendetta
praticata anche ne i contornì di Be.
tlemme.
.
Pallàio che
avemmo
il
Villag-
Mìolan, col quale ci facevamo compagnia , mi dille j che non eflèndovi allora fino a
Rama alcun pericolo , era meglio
lafciar la Carovana, ed avanzarli
verfo la Città , che era foltanto lontana circa due miglia , ove fi arrivò
gio Serfò
,
il
Sig.
dopo quattr'ore
dalla noftra partenza da Giaffa Ma fàcendo quello
viaggio liberamente , non fi fpenderebbero più di tre ore , allicurando.
il Sig.
Miolan di averla diverfe
volte fatta ancora in minor tempo
nii
Io
'
'".
la
Cirri di
Rama
guidare dall'
,
iitélfo
onde mi lardai
mio Compagno
Widi
viaggio, il quale mi condurle al
i Padri di Terra
Sanmi presentai per elitre ivi
mi un Converfo , che
,
venne ad aprire , vedendomi veltito alla Levantina j immediatamente
fenz* altre parole mi renò la Porta
in faccia. Reità! forprefo ad una rale anione , e fcnza parkre io guardava in vifo il mio Compagno , il
qviale umilmente fenza proiicrir pa-
"""Convento de
ta, ove
ricevuto
iola
fì
ftringeva nelle fpalle.
Bi fo-
nuovamente picchiare , ed il
Sig. Miolan ii mefle egli d'avanti, affiorando quel Rcligiofo , che io era
una perfori* Europèa i e che dovema
va panare in Gerufaiemme
che non
egli nuovamente rìfpofe
gni)
,'
poteva riconofeermi per tale , fe
prima io non gli confegnava la lettera d'avvifo, colliquale la Procura
Europei
>
que-
accompagnare
che vanno a Rama'
di Giaffa è folìta
gli
per
per pattare a Gerufalemme
.
Io cer-
tamente quefta non la teneva , nè fapeva di doverla avere, mali dille,
che probabilmente l' averebbe avuta
che doveva
il
a
loro Vetturale
momenti
di
.
arrivare colla
lì
Carova-
na , che era rimafta poco dittante;
e fenza credere al Sig. Miolan, che
io
veramente Europèo, mi
folli
rò nuovamente la Porta
;
ma
fer-
di
lì
a poco arrivato il Vetturale , e ricevuta notizia di me , fai ammetto nel
Convento , ove venni accolto con
buone dimoilrazioni di affètto, dandomi anche varie cofe da rinfrefcarmi Allora quei Rcligiofi mi dif.
che fe potevano ettere vera,
mente perfuafij che. io fuffì Italiano)
mi averebbero addirittura ammetto ;
fero
ma
fiecomc vi fono anche molti
che parlan be-
Criftiani Levantini,
ne
1*
Italiano,
non
era quefta fuffi-
cientc riprova di ettere io Europèo
Ma non mi maravigliai fe non Capevano diftinguerc la lingua Italiana ,
che piti, parlate un Levantino , da
quella
>
che pub parlare un vero
Italiano, mentre eiicndo quei Religioli tutti Spagnuoli , o Portughelì
avevano loro medeiizni deila diffi-
a
coltà
fpiegariì
meco
Seppi
.
di
qui, che non ricevono in quello
Convento altro , che i Pellegrini Rcligiolì , e Secolari di nafeira Europèa , ma non danno poi alloggio a
Criftiani Orientali , ancorché Cattolici , fe non con un prceifo ordine
del Guardiano della loto Chiefa di
Gerufalcmme.
D
haBziiini
plifiprr
endarc in
Intefa il Superiore la mia intenzione di voler pallate immedia-
tamentc
a
Gerufalemme
,
mi
dille
,
Otrufittm- c h' i 0
poteva tenermi pronto per la
mattina confecutiva, mentre al far
doveva partire una Carovana di cinquanta Perfone, colla
del giorno
mi farei unito
Avuto tale avvifo ,
quale
.
andare
a vedere qualche parte di ella Citrà
di Rama , ma ficcome non potei allora enervarla intieramente , e dovetti indugiare ai mio ritorno da Gevolli
tu-
rufalemmc; parlando
darò notizia
Tornato
di' quello
la fera al
ne
Convento,
una buona Celletove fammi preparata una picdopo la quale ven,
ni chiamato dal Padre Superiore , i)
quale mi confegnò una lettera per
il Vice
Procuratore del Convento
mi
ra
fu afTcgnara
,
cola refezione
Gerufalemme
Nei tempo medefimo mi
di
die-
de con tutta ptemura varj avvertimenti , e particolarmente della maniera i eh' io doveva contenermi per
Perfone della Carovana > e con tutte quelle , che io
illrada colle altre
avelli trovate
lare
mi
la
.
con alcuno
Mi
dille di
non par-
in nell'una lingua, e
proibì di non dare a chi li folTe
più piccola moneta, anche per
che fe io folli flato malqualche Arabo , io dovetti foflrire il tutto per amor di
Dio fenza rivoltarmi , nè niente dicarità
;
e
trattato da
re
,
giacché
mente,
fe io avelli farto diverfa-
farei incorfo in gravi perico-
Ji,
ed in pericoli grandmimi averci
anche rutta la Terra Sanra , vadire i loro Conventi
Co.ue
niella
ie a
.
fonerò da n;c rigo ro fame n te enervati tali ordini, o configli, fi vedrà
nel Capitolo , che ne fegue lo pertanto me ne andai a ripofare fanra.
fticando fra
piccio
,
me
medelitno dell'imera me(To , e degli
che poteva incontrare
in cui
uabrogli
,
mi
VIAG-
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'viaggio
D A
RAMA
A
GERUSALEMME,
CAP.
LA
manina
le
IL
del di io. di Apri-
17157. il far del
era
già
giorno io
pronto attendendo
1
che mi foflè intimata la partenza per
Gerufalemme Ma il Sol; era levato di qualche ruezz' orai quando in
.
fretta, e in furia
valcare per
mi
fu detto di ca-
andare a raggiungere
Muccheri del Convento
»
o
iiano
i
i
Vetturali, che erano partiti colla
Carovana de i Pellegrini alla volta
di
zi
,
Gerufalemme . funi
che mi diede quello
figura
di Fattore de
i
gl* indiriz,
che
fa la
Religioli in
t6
Rama , furono , che io prenderli la
ftrada vcrfj Levante , che sverei finalmente incontrata la Carovana , e
che frattanto per la via io mi guardarli bene dagli Arabi.
Mi
difpiacque
confiderando
mandarmi
colofe
,
quefto tratto,
un' indi fere rezza di
così folo per iftrade peri-
ed a
me
incognite
;
ma
af-
un buon Cavallo Araba
che mi fu dato per cavalcatura, con
fidaro ad
me
ne andai
a fpron battuto
effe-
,
come
fuol dirti
Era già mezz'ora i che io correva, e non fapeva di polirivo fe non
che andava verfo Oriente , allorché
veddi da lontano quattro Arabi a
Cavallo,' che armati colle folitc loro lance venivano correndo verfo di
me
,
i
quali artraverfandomi la ftra-
,
mi fermarono , e meflòmi in
mezzo, mi obbligarono a tener con
un palle- più moderato E frat-
da
elfi
.
cammino facendo, principiarono con buone maniere a domandarmi varie cofe , ma io che mi ricortanto,
,
da-
dava dell'ordine ricevuto in Rama,
non rispondeva loro nè si , nè no
Ollcrvai , che (i turbavano di quello
mio contegno , e dopo dette fra loro alcune parole , vennero nuovamente a domandarmi , che cofa io taceva folo per quelle Campagne , e dove andava; ai quali, come prima, niente rìfpoli. Allora- io Cernii che nella
,
Cua lingua
uno
fiai non parla
butto già da
cosi
,
di loro dille
per
>
la
Cavallo
;
fi en-
mia fede lo
Sentendo
.
io principiai allora a conlìdera-
rc Copra
menti
gioli di
un
altro
fiatimi
Rama
tuono
gli
avverti-
da quei Relio Cattomi lecito di
dati
,
derogate intanto a quello, principiai
a parlare, e trovai, che tali Arabi furono in apprefio ben contenti
me; e Cernendo, eh' io andava in
dì
Gcrufalemme , ma che non Capendo
la
ftrada , io rintracciava la Carovana ; elfi allora mi aflìcurarono, che io doverli fidarmi di loro ,
e che mi averebbero condotto lino
alla villa della medeiìma , come fc-
B
ce-
-
iS
ceco , ed allora fenza farmi altre parole, ferie tornarono via, elfendo
[eflato molto foddisfatto della loro
accompagnatura.
Arrivai nella Carovana un'ora
la mia partenza da Rama, e
la trovai compolla di Crilliam Greci »
e Armeni , e di alquanti Vetturali
Maomettani, che portavano le robe
de i Pellegrini fopra de' Muli , e de
i Cammelli. Non fui appena in loro
compagnia , che or l'uno, e or l'al-
dopo
tro principiarono a voler meco di-,
{correre, c fenza farmi più pregate
io gli compiacqui, avendo trovato
non pìccolo follicvo di poter parlire con qualcheduno, non facendo
oramai più conto dell' ordine avuto
in
villaggi»
di/imùni.
Rama
.
Scorfa per lo fpazio di circa diec j mjgjjj una fertilillima Pianura , fi
arriva ad un Villaggio chiamato Amoas , ove principiano dolcemente
Montagne della Giudèa , nel qual
luogo fi unifeono le Carovane, che
vogliono panare in Gaza per andare
le
di
di lì al Cairo, e nel luogo medeiìfi ripofano quelle , che venendo
da Damaico panano nelle Itene par-
mo
li dell'
Egitto,
Aness
oggi così chiamata in if'j^'ib.
fu già una Città appellata Emma*;
Amoas,
Arabo ,
Ammaus
copoli.
o Emmaus, e dipoi NiEmmaus auiem, que Nica,
"t'poì Nì-
Urbs fuit $r Merofoaberat XXII. m/iiurìa Romana.
Hadrian. Reland, in Palaeft. Illufl. Lib.
Siccome Nicopotìs, quae prìus Em-
polis ditta eft
,
lym'ts
II.
maus
vocabatur, ubi incipiunt Montana
Judaeae confurgens. Hieronym. In Commetti, ad Danielem. Cap. XII
Principiò adcller chiamata NÌcopoli Cotto l' Imperatore Alcllàndro
figlio di fylanimej > come ii trova
fcritto
da Aurelio Caflìodoro in
Cbron. ad Confulat. Alex.
Aug. Hìs
&
Gtnfulibtis
in
Palaejlina
.
Nìcopo/is
,
qut prius Emmaus vocabatur, Urbi
condita eft.
Quella Nicopoli a tempo de i
Criftiani fu Città con Sede Vedovile , fuflraganea di quella di Cefa-
B
i
ria
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IO
Tyr.Lib.XW.
rea di Fileitina, Gag!.
Gip. XII.
Molti de
CrilUani
i
Orientali
ingannati dalla uguaglianza del nome di Emmaus, riguardano queito
come
Caitcllo di
il
Emmaus
Noitro Signore andò
della foa Rcfurrczione
:
foli lellanta ftadj, S.Liic. Cip.
ver. 'ì3- ove che
fertantai'ci
,
1'
ove
iteilò
ma non
quellodilhnte da Gcrufalcmme
ora parlo
,
giorno
i!
Emmaus,
era
fe non
XXIV.
di cui
ne è difeofto circa ccnftadj» o ventidue miglia.
Inoltre tre luoghi nella Paleilì-
na fono denominati Emmaus. Uno
approdò il Lago di Tibcriade del
quale favellai già al Gap. XXX1IL
, e l' altt o nomi,
quello di cui parlo
nato da
S.
Luca
,
del quale farò
zione a fuo Jtmgo
.
E così
men-
gli difiin-
guc anche il Relanda. Trio locafuni
minine Emmauntis «ola in Palacftma
i. Ulti bau Nitopùlii dilla pojtta.
1.
j.
VitBi ia Evangelia Unni mtmoratus.
Liuti vicinai Tilirrìadii , qui a Tbir-
mìs usuila viietiiT triixi/fr .
Hadrian. Relaid. Paleeft. illaft.
:
_
Lil>.
III.
Po-
Poco
moas, in un Campo , ove fono
dittante dal Villaggio
ni Ulivi,
li
vede una Chicfa
A-
alca-
""'f"
*
Mac """''
qtialì
in cllcre
Santi
, la quale fa già dedicata a'
Martiri Maccabei, che fu-
rono man iridati in An'iochia fotro
Antioco Epifane. In appretto divenne quella una Mofche.i , ed ora finalmcntc abbandonar a non è fc non
.
.
,
un
ricovero di
vili
animali
Rientrando Mia.
.
.
,
mae-
viiitggio
rttra,non molto difeofto dalla Chic-
L"'**
ltrada
fa de i Maccabei , folla parte dettra
s'incontra il Villaggio di Latrùn , ti
quale a tempo de' Criftiani era un
Gattello chiamato Caftram Boni Latrami* come trovali appellato dagli
Scrinar! Latini. E' lìtuato quello in
un luogo eminente , e vi lì veggono
ancora alcuni pochi avanzi di antiche Fabbriche Era qui altre volte
una Ctiiefa dedicata a Dimas buon
Ladrone , ma dì prefente appena fe
ne vede avanzato qualche muro
Multi Arabi che ttavano ,fulla
flrada dirimpetto a quello Villaggio
.,
fi )
con.
,
•
contarono
tutti
i
Pellegrini
,
che for-
mavano
Cupi fi"
la Carovana , per ricevere il
confueto pagamento del palio di elfi
chiamato Gafàr , c dagl' Italiani , che
frequenti flìmi li trovano per la Giudea) Catarro.
Cafarro è una impofizione , che
aiftm, fu
niella
da
i
Criltìani
allorquando
erano Padroni della Paleftina , la
quale doveva elìère pagata da tutte
quelle Perfone , che pafìàvano per
certi aflegnari luoghi. 11 ricavare ferviva per mantenere le pubbliche ftraÒe > e a rener nerti quei circonvicini
Luoghi dagli Arabi In ciafeun Ca.
tarro vi
(lavano
parte delie
i
quali
Guardie,
accompagnavano
diverfe
Viandanti fino all'altro parlò, ed
contìnovatal
forma andavano
menre feortati da un luogo all' altro.
Venuta in apprelTò la Paleftina
in
> in mano degl' Infedeli , i quali
éflondo confapevoli di quanto era
praticato da iCriftiani , hanno tenu-
rutta
to
il
lìfcenia
differenza,
medefimo
che non
fi
»
ma
colla
fervono dei
de-
danaro efatto, nè per accomodare Io
ftrade t nè per accompagnare i paffeggieri con Scurezza da un luogo
Il
farri
è
mento
numero de i principali Cail paga> come pure
rifiato
è
fempre egual«j
ma
fi
tro«
per
combriccole dì Arabi , che ancor efli
vogliono qualche piccola moneta. Torto il titolo medelìnio di Catarro
come farò vedere a fuo luogo. Dj-i
rò poi la nota diftinta di tutte le
fpefe , che fono neceffarie per far*
queflo Viaggio di Gerufalemme , e
de i fuoi contorni.
Dittante un miglio dal Villag- Puh ili
gio di Latrùn ci fu fatto vedere dubbi.
quafi. fnlla ftrada maeftra un Pozzo » che i CrifHani Orientali Io
chiamano il Pozzo di Giobbe , che
dicono enere flato anneifo ad una
Cafa dì fna abitazione ; ma non Infogna avere f opinione, che hanno
i più di loto , che fia detto Pozzo
flato fatto da Giobbe , nè che Giobbe
vano poi
fparfe
la
ftrada altra
i
B
3
qui
qui abitato
mentre ciò non
,
fi
ac-
corderebbe colle facce Carte , dalle
quali li rileva, che egli abitava nella
Terra di Hus , che è una regione fuori della Giudea Vir erat in
Terra Bus, nomine Job-,
erat vir
.
Me
&
redus , ac timens
Deum ,
recedens a mata : Natique finn à feptem fini,
tresfi-.
Use.. Lib. Ioti Cap I. ver. u è* i.Che 1' Abate Francefco Recano
fimpìex
&
,
^
leggiadramente trafportò:
Olì
.
dova all' aprica ampia libimi»
Betta r aikflu franto il tal Ohriskì-,
P&ìghtta, innocente un Vom cip/*,
,
.-QStptrx Giti;
('.//e e ad-,
tbe
dall'irrite
Di fetta Figli
Al Ciel diteti»
La
de
i
il
il
fi, Sign;r tamia,
pie tentavo.
t tra Figli/
.
,
ttggMjn
avventuri^ Padre
Scrittura neppur
giammai
cìie
ci
diccj
egli forriilè dalie
Terre
fuoi padri per abitare altrove;
;
onde bifognerà coniidcrarlo come,
un Pomo i al quaie ila flato dato tal
nome
per diitinjruerlo
da qualche
foni In quefti contorni
, che
o perchè appartenere ad un Padrone i che ii chiamaile Giobbe » o per
altro
motivi
altri Jirnili
Tali
?rendere
sbagli
poflòno fpeflò
fi
facendo
fe
non
alcrtina
fi
viaggio della
il
ricorrerà alle facrc
Carte per confrontare quello , che
dicono i Criftiani Orientali , e par-
Dragomanni, o Interpetrì, i quali allorché accompagnano alla rilira di quei Luoghi , fanno a mente ) dirò cosi , una canticolarmente
i
zoncina, la quale replicano andantemente a tutti , e trapana poi-.quefla
fenza efaminare
di padre in figlio
fc tutto ciò , che dicono , fia vero »
,
o no.
Panato di poco quello Pozzo
quando che. li doveva entrare fra
palli
ftretti
Giudèa,
ci
delle
Montagne
vedemmo venire
tb fei Arabi di quei
noi
,
,
Prim h-
della ra j; p!r
aridof-ju fj?„jlr«.
che lavora-
™
•
gente anai inumana »
c di un carattere alquanto di ver Co
dagli altri Arabi, che mutano fpefio
terreni,
;
DigirizedbyC oogle
26
Pacfe , come dcfcriffi al T. II. Cap. I.
Erano elfi a piedi , come per lo più
vanno quei villani
Avevano in
mazza
,
mano una
l'
altezza d'
grofli
,
un uomo
,
il
la quaic per lo fpazio di
quali del-
fondo delun palmo
era ricoperto di ferro ridorto a limilitudine di una grattugia , con
eflèrc inoltre armati di
cultella
.
Brutti
,
fchioppo
, c
e rabbuffati ci ballò
per comperarli per fu ne di poca
compiacenza. Ed in vero fenza aldatori! fi attraverfarono alla
, tirando delle pietrate verfo
le tefte de i primi Cavalli della Carovana Quantunque fonerò foli fei
Uomini , ci obbligarono a doverci
tutti fermare ; nè ci farebbe flato da
tri
ftrada
.
far loro reliilenza , mentre col folo
fparare di uno fchioppo , averebbero
avuto in un momento molti di loc
camerata in foccorfo
lo non fapeva nè quale era il
motivo dì quella forprefa, nè Tento , che sverebbe avuto , allorché
veddi i che domandando riceveva-
no
Digilized by
no da ciafchedun Pellegrino qualche piccola moneta Turca. Vennero a tafe a me l' iftcflà domanda , ma
fowenendomi ancor qui dell' ordine avuto in Rama , negai di dar loro,
cofa alcuna . Allora andarono in
beftia t ed uno di elTi mi fcaraventb
una pietra ( che per buona forte non
mi colfe, ma fc dclgnlto, che er»
tirata
mi colpiva
,
certamente non
fo fe farei mai arrivare a Gerufa-
lemme Non
fui però da effi inquie.
tato di più , e feguirai ancor io col
rimanente della Carovana per le
Montagne
Un Greco della Carovana , che
vedde il trattamenro da me ricevuto, e che era flato accompagnaro da
mille villanie) mi dille, che quegli
Arabi erano Villani , i quali pretendono di rifquorcre qualche monetai titolo di Cafarro; e quantunque non gli fia dovuta , con tuttocià
era bene, che ancor io a iimilirudine degli altri Pellegrini, mi metreffi
feparatamente in varie parti
del
qualche Medino (cosi
veftito
chiamano in Socia , e in Paioli ina il
Pari) e venendo ricercato da qualche Arabo , io poteva con poco contentarlo
.
difpodo a fare
Io era
i!
configlio
Greco , ma non mi fidava interamente di lui, fapendo quanto i Grenemici di noi Criftiani Eudel
ci fon
ropèi '4 e particolarmente
in quelle
parti , e temeva , che fulfe quello un
Ererpfto per farmi cavar fuori la
orfa j e vedere le mie ntonece , per
poi adizzare (opra di me qualche
Arabo , che folle venuto a nuovamente Sorprenderci , onde non ne
feci per allora niente; e frattanto
per
feguitava
Giudèa ,
tra
quei
Monti
fi
della
quali io trovava tutro
i
il
piacere, divertendo l'-occhio nella
varietà de
i
fiori
,
da
i
gli alberetti,
dell'
erbe
,
e de-
quali erano ador-
ni.
Avevamo
fatte fra
glia,
quando
eflì
fi
da circa
arrivò ad
n luogo chiamato Seritz, ove fono
al-
Google
alcanì pezzi di fabbrica , i quali non
potettero far concepirei che co-
mi
fa qui folle
altre
volte
coltivato
,
mai
Sembra > che
contorno foife
li veggono tut-
fiato
quello
mentre
vi
.
tavia degli Ulivi, e de i Fichi.
Lafciato alla delira queito luo- saenfc in.
go, ellendo qualche poco avanzati, antn av-
vedemmo ufeire da una Grotta,
che ci tettava folla parte liniitra ; più
Arabi armati come quei primi , e
della genia medelima, i quali principiarono a domandarci ad ognuno
qualche moneta Alcuni Armeni
che ricufar volevano di condefeenderc alle loro iftanze , furono fenza
alcuna compalfione ballonati , e dovettero finalmente pagare
Colla mede li ma Ara vagante
manieri io vedeva di dover eifere ancor io trattato, ne avendo voluto
.
far cafo del conliglio ftatomi dato dal
Greco , non aveva approntata alcuna monetuzza , avendola mefcolata
una borfa medelima con alquanti Zecchini, che fe mena io l'avefin
r
^"Jj_
fi
fùora»
te rubata
me l'avercbbero
;
certamened in vero vennero a rime , minacciandomi
cercare ancora
co
Ì
barioni.
Mi fchermii per un buon tratto di lirada dicendo % eli' io non aveva danari , ma eili infaftiditi principiarono a legnare a più non porto il
mìo Cavallo; ed io rellava lorojion fo
comcjobbligato della diitinzione, chemi r.i ivano ; pure temendo > che non
ii volralfcro anche a me > principiai
a pregare qualcheduno delia Carovana a voler dare qualche Medino a
nome mio,- giacche dopo aver io detto di non aver danari . non poteva
più valermi di quei, che veramente io aveva > lenza efpormi ad eflere
privaro di tutto, ed elTcr poi (biennemente baftonato per la bugia detta! a legno dì fottopormi ad elfcrc
anche fpogtiato; ma trovai per mia
buona forte una Perfona, che pagò , ed eflì tutti contenti , dopo
aver
quota
ricevuta
,
viaggio
ci
.
da ognuno
lafciarono con darci
la
il
ina
buon
E'
Digitizsd by
Google
E' qui facile
to io
mi adiraili >
il
concepire quan-
allorché conlidera-
va j che rutti quelli inconvenienti
nascevano dal volere oITcr vare gli
accennati
Ra-
ordini ricevuti in
ma Andando
avanti nel Capirolo
.
i
che ne iegue, moftrerò perqual fine i K eligioli del Convento di Rama danno tali avvertimenti» e perchè ne raccomandino V efarta oflervanza. Ma dopo quello fecondo
("uccello
avvilì
dagli
mi
volli
dimenticare di
tali
e trovandomi allora libero
Arabi, con bella marnerà mi
,
mefli nella cintura diverfe Monete per efler pronto a foddisfare al-
di
tri
quelli
poco
altri
ne
Malandrini
a
flette
come
,
conipa-
'
Arrivati che fi fu nella Vallata , chiamata dagli Arabi Uvadi- rjrM.
t
Ali in numero dì circa venti di
quei
£
foliti
bricconi venne.ro
addi-
rittura fera» niente domandare , ad
attaccare la Carovana, minacciando-
ne
1*
intiero fpoglio
,
e
già.
conduce-
cevano
do
via
Muli per
Cammelli,
i
de
e
i
rubarli inlieme col carico
Allora i Pellegrini Greci , ed Armeni , che vi avevano il loro avere»
perchè molti di loro portano a Gcrafalemme anche delle mercanzie,
principiarono ad urlare , e ftridere
e già io credeva , che pretto pretto
ci faremmo tutti veduti anche fpogliati
ma frappoftiiì i Vetturali immediatamente quegli Arabi fi appa:
i
vìiicarono
•
'
-
.
In tale occafione ebbi luogo dì
credere
,
come mi fu poi
in appref-
fo confermato, che quei Vetturali
che doverebbero fervire per ifeorta a<
i Pellegrini, e farsi , che non fodero ftrapazzati da quei loro Arabi
compatriotti , fono
eilì
di maligna , e ferverla razza , mentre
qualche piccola prometta di danaro
ancora a loro, è fumeientc a far
fofpendere ogni refolu'ra efecuzione
quegli Arabi Villani, con cui
di',
fpartifeono
to forme,
danaro tolto
il
_
.
."
•
:
.
in
quo-
L'.
Al-
lì
.Alle mani di quell'ultima canaglia rifconcrata ,io midava a credeioli due , o tre Modini non
J
«crebbero contentali , nia non
re , che
gli.
domandarono
di più
ficchè io rcilaj
,
roii)ipamenteriura.vigliato,
po tanto
Sati di
:
sì
fracalib
poco
mio pagamento
ogni, minaccia
i
.
,.
lì
contenancor io il
fofléro
Feci
e
come do-
fui
libero
da
e ci lafciarono ancor
Non avevamo ancor fatti dugento paflì, che i Vetturali principiarono a dirci, che la grazia della
noltra liberazione fi doveva tutta alla loro diligenza,, e cura,, e che a
Iblo loro riguardo eramo ilari rila-
da quei Villani ; e che .perciò
penfaffimo ognuno a dare anche ad.
qualche cofa e che l' iHeha preci averebbero dimoftrata per iL
rimanente. della flrada, per li quale
avuti degli altri incontri.,
fomma pili per il (irnorc dì quel(ciati
elli
;
mura
averemmo
In
li) , che ci
potevano fate accadere»,
che per la rimembranza di quello già
:
accaduto riceverono da ognuno una,
di quindici
moneta
Medini
S'incontrarono
Arabi-,
ma
in piccolo
altri
di
qucfti
numero ,
e
con
qualche moneta ce gli levavamo d'inforno 'Qucfti furono gli ultimi di tali incontri, de i quali ho voluto dare
dipinta contezza, acciocchì- chiunque
.
viaggiane per quei luoghi , lia perfnafb -di qnel , che fovente gli può ac:
1
fi
'Dopo' quattro miglia da Scrirz
fenipre fra i Monti a:d un
per arS. Geremìa
giurile
luogo chiamato
,
rivate al quale la ftrada declina qual-
vinsgtii
che poco
San Geremia è un groffd VilKa, che gli Arahi chiamano
dis. Gire, laggio
ml "
•
riet-Elcuneb, cioè Villaggio dell'Uva,
1 Campii che folio in quei contorni
,
ti
t'
ne
gli trovai coltivati con diligene vi fono molti ulivi , ed alcu-
viti.
1
Criftiani
denominano
S.
Ge-
remia quello Villaggio in coniidcrasione di una gran Chiefa di tre nav a-
nata, che- vr era dedicata a detta
Santo,- del la quale ne rella in ellere
qualche parte i ma è interamente-
demolito
noili*.
te
il
Convento, che vi era an-
Non
non una
è ora quefto Teràpici,
ed ancor oggi 11
Stallai-
Scorgono in c^ò diverfe immagini di
Santi dipinte ne i pilafìri , Pitture
per altro de i fecoli barbari-.
;
Dalla frruttura li può giuitaaierrte congetturare che folìè quella^
una Chìeià, edificata già alquanti;
fccoli avanci-che i Padri Minori Ofièrvanti ne ottenelìèro la cultodia,
r quali poi abitavano nel Convènto*
che erti avevano fabbricato eonti ,
1
guo allaChiefa'.
Avvenne , non
faprei
veramente-
in qua'e Armo> che' iiccomé q-jeftò'
Villaggio era la maggior parre abitarlo da
Kgioii
A tabi- Ma omo titani
erano
,
costi-Re-'
a
fpelló- fottopoiti
fof-
da quelli delle- infoiente a-fi~;
gno- tale,, clic 'enfiati 'tliW.- notte" Sri1
frirc
,
Convento, Scannarono qrótì&pScr
**1 Rjbl i , che vi.chnò „c faec&ggii-i'
Digitized by
Google
fono la Chiefa, ed il Convento} e
dopo quello tragico farro , mai più
ha cercato la Terra Santa di effere
in poflèflò di
luogo
tal
,
quantun-.
que foffe comodiffimo, particolarmente per prender ripofo chi andava, o
veniva in Gerufalemme
Dagli avanzi di alcuni antichi
muri , che lì veggono in quello Vili
ila ila, mi fo a credete , che
ta quivi anticamente qualche grofla.
Terra , q Cartello , il proprio nomo
del quale fiali porlo, dopo avere
laggio
acquillaro
tempo de
al
i
Criftiani
S. Geremia per la deferìt-.
Chiefa dedicata a detto Santo,
Profeta
Paflando per quello Villaggio
fi fchietarono in ala moltiflimi di
che fono coniìderati
,
come la più iniqua gente, che poffa trovarli per tutta la ftrada da Ra-
quello di
ta
ci
quegli Arabi
ma a Getufalemme
hanno
Geremia,
legrini
di S.
no
fnperati
;
e
quando
palTato
fuol dirli
tutti
i
i
Pel-
quello luogo
,
che abbia-
pericoli
.
Ma
p.?
ghurio difcorre fopra di ciò nella
maniera > che è fiato trattato i H fatto (i è , che la noftra Carovana nort
ricevè il minimo difgufto da quella
gente , ma anzi alcuni ili noi aven-
do
fere,
e/lì ci
fomminiftrarorio del-
l'acqua di una perfetriffima fonte *
che è nel loro Villaggio. Ma feppi
poi che il timore» che può avere
qualcheduno pattando di qui j li è
perche la maggior parte de Ì Villani } che s' incontrano per la firada »
e che (come feci vedere) avevano
da noi iflgiuftamente efarto qualche
piccola moneta , erano tutti ; o ta
maggior parte di quella Villaggio ì
é de i fuoi contorni
Qui a S. Geremia ii pagò uno di quei Cafarri »
che per inveterato ufo è diventato
i
;
iin diritto;
W
*:
Lafciato fulla parte delira
Villaggio , fi principiò a
nuovamente attendere fra le Montagne della Giudèa e difeendendo
poi , dopo fatte circa fette miglia j fi
arrivò , fenza aver incontrato nefdeferitto
i
C
3
fun
*'
'"»'
38
fun altro Arato, nella celebre Valle del Terebinto; ove David, offendo ancor giovane, riportò la vittoria fopra il Gigante Golia
Sopra i Monti , che rciìano dalla partedi Gerufalemme,
campato l'Ffercito degl'
vi era acIfdraeliti
:
fopra gli akri,cio£ nella parte, che io
ora deferivo, ciano fchierati i Filiiléi
&
Porro Saul ,
filli IJrnel congregati veiierum in Vallem Terebyntbi,
dìrsxermn aciem ad pugnattdum
cantra Pbiliftbiim ; cr PbiUJfhHm
&
ftabatitjitper Alotitem
ex parte
bue-,
tyraet ftabat fupra Moutem ex
altera parte , vaUifqtte erat tmer
I Rcg. Clip- XVII. ver. 2.
ér
eos. Lib.
&
3.
Si
trova
filila
parte
finilìra
qualche Orto , con poche abitazioni , ma bensì molte rovine , e fra
effe quelle di una gran Fabbrica
che cntrifponde appunto fuila ftrada. Quello è l'unico monumento,
che in tutti i Viaggi di Cipro , di
Soria
;
,
e
di
Palcilina
io
abbia
vc .
Drgrtizsd by
Google
veduto edere Mìo condotto a bozze t a come Minienti .il direbbe alla mitica , o pure d' ordine Tofcano. Che qui iìa (lato un gran Mònaftero , e Chic La i li vede molto bene , ed anche il Quatefquo citando
Bonifazio , dà la notizia medelima
.
Bouifacius Magnimi Monaftcrium ,
elegantoni 'Lcckji.vm in ijìo loco
Ou.ivcf Linciti. T. S.
fu'jje (wvi;/
.
'ah. IV. Cip- IX. Pereg. I.
Da quelle rovine li vede nella
parte iiniilra fui Monte un Villag-
riiU^h
chiamato Colonia , ove è una
Mofehéa , o piiutofto una Cappelcon un Depolito di un Santotic Maomettano t con altre iàbbrì-
gio
leria,
C
°
:
Poco più
abbailo della deferirti
PmH
*
.
1
Chiefa, e Monaftcro. oramai demo- /"%'llt
arriva ad un Ponte , che <frj 7> „_
,
fi
traveda il Torrente della Valle del t,j„t,
Terebinto , il quale era allora mancarne d' acqua . David prefe da quello Torreote, le cinque pietrci con
una delle, quili tagliandola colla
lito
f
C
4
fiore
Digitized by
Google
40
fionda uccife
Gigante Golia
il
( David) tulit baCulum fitum
fsmper bahebat in mambus ,
git
mijit eoi in
0-
.
Et
qrtem
ele,
,
ndverfum
Wnabaeuvt Lib. I. R?g. Cip. XVII.
ver. 4.0. Et mijìt manttm fuam in pemanti
•
,
peram pajlorakm
fundam
jecum
bah-bat
ip'.am
&
qtùnqne lapida de Torrente
fibi
&
ram
tn/it
:
unum lapidem
tnlitque
)
provejjìt
,
&
<? cìrcumdiieens perfntida jeàt
cujfit Pbilifibaeum in frante ejus , ir
,
cecìdit in facìem fuam
Ibìd.
ver. 4y.
di quello
I
fnptr terram
Monti
Torrente
ripieni di ulivi,
parti
all'intorno
fono in moire
fichi, e vi-
ed anche coltivari a grano , e
orzo.
Panato il Ponte del Terebinto
principia a falire per cattiviflime
ftrade, che per efier tutte pietro, fono affai incomode alle ftefic bcti,
fi
fe
flie
.
Oflèrvai
in
quefto
tratto
dì
, che è fra ia Valle del Terebinto c Gerufalemme , una gran diligenza di quegli Agricoltori per far
ftrada
,
Digitized by
Google
quei
fruttare
e montuolì
luoghi
così
non perdendo
folo palmo
,
un
faliòfi >
di vi-
neppure
reno , che polTa eflère fra quelle rocche , ritenendolo per mezzo di muri a ripiani
Rellai ranto piò maravigliato di ciò confederando , che
da Coflrmn Boni latronis fino al
Ponte del Terebinto vi erano altri
luoghi migliori per Cementare) e
che recavano del tutto incolti) e
abbandonati Ma comprefi , che le
continove dilfenfioni , e nimicizie ,
che hanno gli Arabi fra di loro > non
rendono licure le coltivazioni , altro
che in quelle campagne più vicine
alle Città grandi) e ben governate.
Dal Torrente del Terebinto
fino alla Città di Gerufalemme vi
fono circa cinque miglia , le quali
li
fecero tranquillamente fenza alcun fafiidio dalla patte degli Atabi.
Si veddeto per quello tratto di itrada varie Cafe , e Chìefe , alcune delle quali fono ora per ufo di Molla
di ter-
.
rchie
)
e
diverfi
altri
monumenti
tati-
tanto Criftiani, che Maomettani,
Si fcoprì finalmente la Santa
Citta dì Gcrulalemme folo alla distanza di un mezzo miglio , venen^
done impedita li vifta da i circonMonti. Pervenni alle porte
della medeiìnii dieci ore dopo i di
clic io era partito di Rama, com-
-vieini
putandola dittante
-circa trenta miglia
,
da detta Città
come notò an-
che il Quarefmio. Via aRamaujque
ed Icrufitem efl trigìnta eircitef
milliaria; > excepta plurime Ramai: ,
foeqtttie putirà efi , jpattofa ,
&
ciutda,
olio,
viti
ikeem
milliaria
refi».
&
1
& fere
tosa refidila difficili* fatis ,
Galles
,
fimper pur Monte;
.
Qua-
Eluctd, T. $. Ub. IV. Cip. V.
Veregr. L
AR-
Digitized by
Google
43
ARRIVO
N
I
GERUSALEMME.
CA
III.
P.
ore
ERano
mezzogiorno
le
quattro
del
dì
dopo
io.
di
Aprile, giorno appunto del
Venerdì
di
1707. allorché
Paffione
dell'
Anno
con tutto il rimanente della Carovana arrivai ad
una delie Porte di Gerulalemme
chiamata Porta di Betlemme.
io
Trovandomi
fenza
direzione
alcuna, mi determinai a fare quello 1
che lécevano gli alrri , e con elTi entrai a Cavallo dentro la Cirràj ove
per altro nel fecolo feorfo non era
permeilo agli Europèi introdurli fc
non fmonrando alla Porta con rimontare, panata chean.l'avene. Appe-
pena entrato fu rlfcoilb da un l'ur"=
co, clic era ivi di guardia, due Modini per ciafeheduno > il qua! piccolo pagamento feci iiicof io.
lo era entrato di potili palli nella Città quando mi venne incontro
uno, che all'afpctto mi fembrù lutato un Criitiano della Comunione
Latina.ma
di nazione Gerofolimi-
i nè m'ingannai) avendomi
finel tempo mede/imo cortcfemendomandato fe io folli un Frantal forma qui chia-
tano
gli
tc
co, giacché in
mano
do
,
Europèi
tutti gli
,
e
Temen-
tale , mi dille di levimi averebbe accompaConvento di S. Salva-
che io era
tarlo, eh' ci
gnato fino
al
Reverendi Pai
Terra Sana Minori Oifervancome fece , e luì ben tenuto al-
tore, ove abitano
dri di
ti
,
l'
attenzione
di
quello
galanruo-
Arrivato, che io fui. alla Porrà
Convento di S; Salvatore i venni
p^ia £ accolto da uno di quei divelli DraDam'fa , somann i , c he fono al fetvizio de i
*
trarr per del
la
Digitized by
Cpogle
Padri
,
dal quale fui interrogato
,
in
qual maniera io mi ttovafli dentro
Gerul'alemmc , mentre al Convento non avevano avvifo alcuno ,
io folli neppure giunto allo
Porte della Città . Gli raccontai il modo , in cui io vi età venuto , ed allora replicò , che mi con-,
veniva tornare nuovamente ruoin
che
ti
della
Città, giacche venendo in
ella da Giada, o Rama, none permeilo a i fccolatì Europèi d' entrate in Citcà per la Porrà di Betlem-
me
mafoltantoda quella nomina, e che io non poteva
cllcre introdotto, fc pt ima da elio non
fe ne falcile imefo il Governatore
,
ta di
Damafco
clic dive riamente faandava tbrtopailo il Conven-
della
Città;
cendo
,
to, ed io a tjualche avanìa. Ben è
veto , che per rifparmiarmi i' incomodo di una lunga gita fuori dello
mura , fu prefo il compenfo di tarmi
andare accompagnato da un Giannizzero, dì quei, che fono di guardia al
Convento
,
fuoti
della Porta
di
Damafco, ttavctfando per
di
tà da
me
Ponente
,
la
a Settentrione
,
Citco-
feci.
Frattanto
ad awifare
il
il Dragomanno
andò
Governatote del mio
arrivo alla Porta di
Damafco
quale- ottenne fubito
,
dal
ordine , acciocché io folli introdotto Venne
perciò a ritrovarmi fuori della PorL'
.
e in compagnia di elfo- era un
,
Ciocadar, die fono Uomini del fer-
ta
ràio del Governatore della Città ,
e da cui ricevei V entratura mediante il difitto di pochi Medini Tornai di lì al Convento di S. Salvato.
re
,
ove attivato che
di avermi conceila
e
l
io fui ,-andai nel-
la
forte dì eiìcre-
d fe%nù
f"%/''
al
lo che sverei dovuto- fare)
Procuraton; fleto, fe egli non
Ricevei dal
forte flato allora alTcnte
.
Digilized by
Google
Vice - Procuratore un graziofiflimo
accoglimento, e mi fece dare rinfrefeo i che mi era beh, ncceflàrio .
Dopo avermi domandato, di qual
Patria io età , e qual motivo mi aveva
indotto a intraprendere qùel.Viagr
gio , mi conlegnò nuovamente ad
un Dragomanno, acciocché mi. preConiane al Padre Reverendiliimo
Guardiano, al quale pure derti io
contesa
vi
del
nome mio,
della mia:
dell? oggetto ,, che mi avecondotto , e di ratto eia ne?
Patria
, e:
ivi
fece prendere: ricordo dal fuo.Segretario in un libro, che- per tal motivo clifte nell' Archivio di quel Convento Da ciìb mi fu fatta atTegnare.
una Cella apporta , giacché era occupata la Forcftcria , ove Cono diItribuiti pochi letti come in uno*
Spedale, ond'io me ne refta va: ancor
.
più comodo. Dal
panai ad inchinare
Re verrai drIfimo>
Padre
il
, che ivi
prime cariche
rio, ed altri Religiofi
pavano
le
.
Vica.-;
occit- j
Trnttiia
Ebbi nel medefìmo Arante il
r
^' "-^'™' piacere di ritrovare in quello luogo,
rapa seiù- arrivati da alcuni giorni tre Signori
Uri.
Negozianti Francels di San Giovan
, due de i quali io aveva già
amici ) allorché mi trattenni in Acri
anni fcorlì. Quelli erano il Sig.
d' Acri
gli
Vettorio Venrre , il Sig. Zaccaria
Blanc, e l'altro un certo Sig. Sube,
che allora falò io principiai a conofcere Tanto più ci fi rendè grato
quello incontro, quanto era inafpettato , e molto raro ancora, e (fendo moltiifimi anni > che non fi ricordavano
i Padri di aver veduti ivi in un tempo medclimo quattro Europei fecola.
ri
,
e particolarmente in qucll' occa-
fione della Pafqua. Erano detti Signori venuti da Acri per terra traverfando la Ptovincia della Sommaria, ed a gran rifchio fi erano polli
facendo quel viaggio tutto per terra.
Ed
eifendo
flati coftretti
apaffà-
per detta Provincia fuggiafcadirmi
, non fcppeto neppure
per quai luoghi erano pattati , non
aven-
re
mente
DigitizetfBy
Googll
avendone
ritenuti fé
non
nomi
i
di
pochi , c confufamcntc
Hanno per coltumc i Rcligiodi T. S. che quando viene qua!rff , piei!i
che Pellegrino, la fera dopo Cam- a ttHigrìnella Procefìkme quotidiani «>•
(anno per la Chicfa , danno ad
elio dil tintamente una candela acfi
pieta
ella
Terminata
cefa.
ia
Proceffione
il
RcverendilTìmo ftcflb accompagnato da tutti gli altri Padri lava i piedi a
i
Pellegrini, (iano RcligioJi,o
in quello men, cantando
Secolari
tre vatie
Antifone
, e Preci
,
come
fono preferitte per tal funzione inFeria quinta matoris Hebdomadae
termied in ultimo il Te Deam
nata dipoi la quale , ciafehedun
Pellegrino ritiene la candela fiatagli data, che conferva in memoria,
della fua Peregt inazione .
Tutti i Criltiani Europoidi qua-rrnMsmorlunque Religione clfendo in Geru- 1* > f*« rifalemmc vanno ad abitare nel det- p"™*°„;
.-
to Convento di S. Salvatore , ove ricevono l'alloggio, ed è anche loro
D
da-
;'
n
53
dato caritatevolmente
per vivere in turro
foggiorno i
difcrezionc
loro
nella
il
necelTario
tempo
il
elfendo
del
rimelfo
de i Pellegrini
partendo 9 quando ad
qualche liraoiina al
piaccia ,
lafciar
di
elTi
Convento
Vi fono anche molti Orientali
di Rito Latino
ri
,
i
Quelti tali,
dalle quali la
da varie parGcrufalemfono perfonc,
fia con-
quali
Levante vanno
del
mc.
fe
j'cm
in
Santa
fueto, che riceva delle carità, o
che abbia ricevuti de i favorì, accetta ancor eflì, ma non gli ammette ad abitare nel Convento, fo
non per
li
fon
foli rre giorni
mandati
,
dopo
ad abitare
i
qua-
in
una
poco da e/lo dittante, e di
proprietà della T. S. niedclima, ed
cafa
a quefti pure
tifa la cariti
di
fommi-
giornalmente il vitto.
Quattro Europei focolari, che
qui noi cranio, fummo fempre uniti
mattina, e fera a una tavola
medelima , ed tf trattamento , che
ne
niiirar
J5igitized by
Googk.
ne ricevevamo , era uguale i quello ,
che foniminiftrava il Refettorio a i
Religioli > e talvolta ancora in maggior copia da dovercene ben contentare. 1 noftri palli ci erano preparati » dopo che i Padri avevano
l'arti i loro , ed alcuni di efli venivano dopo ad onorare la noftra
Menfa, ove in fegno di carità volevano qualche volta anche fervirci i
tome ebbi luogo di oflervare quefta
medelima l'era del mio arrivo , e
tutto
quale
il tempo confecutivo ancora.
M!ì[!l '
Fui interrogato da quei Padri i „',lit"
ra.
era
Giafta a
(lato
Rama
rufalemme
;
il
,
fe io
contri cattivi
(
.
mio
s
viaggio dazioni-
e da Rama a Geaveva mai avuti inprofperamcnte io-
&gr
'•-
"^'^
e fe
era ivi arrivato. Qfiìfui toccato ove
non tralafciare di lar
io volevi > per
loro vedere
mio viario
che
,
felice era flato il
ma
che poteva cflère
flato più tranquillo da Rama in GeFufalemme fe 1' oflervanza degli avvertimenti datimi da i Religiolì dì
,
,
Rama non mi
avelie fpcflb efpoflra
— Digilized-by
t degl' infulti E qui raccontai loro
che pericolo mi poteva avere apportato il filenzio , c che male poteva intervenirmi , fc non mi folli
risoluto a trafgredire l'ahro awifo
.
di non pagare per iftrada alcuna
moneta e cominciando a dìmoftra;
rc, che con tali conligli veniva cfpofto a pericolo un Pellegrino , fui
interrotto da un favio Religiofo,
che me ne fece di ciò capire la ragione
DiiTemi prima di tutto , che
per un Europèo , il quale voglia paffete in Gerufalemme, è meglio, che
.
faccia la ftrada da Rama a detta
Città folo , vale a dire fenza unirii
con niuna Carovana di Criftiani di
altra comunione , ma foltanto con
uno , o due Arabi di quei di cognita
probità
,
i
efli a cavallo
ficure, e fanno
quali ancor
conducono per
vie
far rifpettare mediante un difereto
fa loro la Cada del-
rgamento che
>
l'.
S.in Gerufalemme.
era ciò a
me
cognito
,
Veramente
ma
la ftret-
tez-
«zzi del tempo mediante la vicina
Pafqua non mi pfefentò altra occafionc più foli ce ita , che di pallata
con una Carovana
In quanto al primo avverti..
mento
ricevuto
in
Rama
di
non
( anche in Gerufalemme tu ttovato un poco parti-
parlare con alcuno
colare per la precisione , con cui mi
mi fu {piegato , che ciò
fu dato
.
Ma
fanno ad ognuno
che pana alla
Santa Città, Jia Rcligiofo, o Secolare , e che tale avvertimento fuole
avere follmente di mira di non divenire per viaggio troppo curiofì ,
td entranti con gli Arabi , per tenerli
fulle generali alle domande > che
fanno , c particolarmente fopta 1'
Ellero proprio» procurando di rifponder loro brevi termini , acciò
hon pollano fofpettare , che li lìa ticchi, o nobili Signori, ma che anzi
convien moftrarii. di un' inferior
condizione, c poveri di foltanzG,ed
in oltre non far troppo palefe il
motivo reb'giofo , che poteilè condurj
Dj
durre alla vifira de i Santi Luoghi
mentre fono foliti quegli Arabi di
prendere tali prete lì i per cligcre
foni me maggiori; e che perciò conviene veftire un abito lacero , c dimeno ) anche offendo dentro 1" ifteflk
Città di Gerufalemme , mentre non
mancano o fpìs , o malevole pcrfone , chelViano dietro agli andamenti
di un Europeo per refcrir a gli Ambì
dèlie ftradc, per ove
li
deve
paltare
al ritorno
l'er
fecondo ordine , o piuri che mi fu darò,
il
roflo avvertimento
non pagare per la ilrada a Jielfuno neppure un Medino , fa quello
trovato più ragionevole per le confeguenze , che derivar ne potrebbero ; mentre introducendo]! di foddi
disfàre le ingiurie
lani
Arabi
;
domande de
in appreflò
figere tali danari
ritti
autorizzati
come
dall'
i
vil-
vogliono efe tollero di-
ufo
,
o dalla
legge
Padri Minori OlTervanti, de ì
quali molti no padano da un Anno
I
all'
Digitizsd by
Google
ali'
altro per quelle
no mai
letto
>
,
, c piutto(to fop*
benefpclXo degli ftrapazzi )
e degl' infulri gravi
volta
Ande non han-
feto danari
portano
,
lènza clferc tal-
padroni di tenere un fazzone la corona me de fi ma , cho
è loro porrata ria
Rollai allora arale (chiarimento qualche poco perfuafo delle ragioni datemi Ma io penfava però *
.
che
in altre limili occafioni
non mi
farci allontanato dall'ultimo
to da
me
prefo
di
parti-
liberarmi
con
qualche parola t e con pochi Modini
da ulteriori &iHdj,
Gli Armeni t che vanno in Ge- / p t gtgri.
tnfj lemme , penfano in una maniera ni Armrni
ancor più particolare, Efli bramano^™ 0 «"Ti
di trovarli in qualche impaccio t e ''f'I'J^l
di toccare anche alcune legnate.) nà degl'Ar*l/U
par loro di aver ben compito il Pel>'
legrinaggio» fe non ricevono qualchis>
infulto. Perciò per la ftrada-, .«*.
me notai al Cap. feorfo j il erano lafeiati
ragionevolmente haJlonare
Tal marnerà fbraragante del loro.
.
.
D
4
pen-
pcnfarc è unita ad un' altra particolarità
loro
clie
,
tornando e/lì alle Cale
Scomunica non
folto peri» di
,
poffono dire quali ftrapazzi , ed inabbiano (offerte nel loro
giurie
viaggio
lina
.
Ma
quefta è ben però
loro
del
politica
,
tale aggravio
Eccleliaftico
che
gli
una
Patriarca di
Gerufalemme
minaccia di
per non
fcoraggire di andare ogni anno qualche migliaio di lor nazione a pelle-
grinate ne
ed in quefta maniera rifeuotere ancor egli delle grafie forame di danaro, molto
del quale ferve per mantenere la
:fiià ambizione, il luflò , e U grani
Paeli Santi
>
ante,
(6*
Per quanto le ftrade da Giana
" a Gcrufalemme 'ìano maliicure ad
Pellegrini , contuttociò
mr ftnsyf- ulK> ' ° P
imt dagr fono (ìcurilTime per tutte le robe ,
Arabi. cnc panano a detta Città , e fino le
ftene «affette del danaro i che va per
àir'foi
m
fervizio della
in. Giaffa di
o qualunque
T.
S.
Anzi
Oltremare
altra
il
cofa,
arrivato
contante,
il
Vice-
Digirized by
Google
procuratore , che pfcfiede in Giana
per la T. S. chiama i Capi degli
Arabi , che occupano quelle ftrade ,
gli rende inrciì di quel trafporto,
e
che vi è da fare > i quali mediante
un pattuito pagamento , prendono ef,
)ì
1'
all'unto dì feortare le
vetture
fi-
no alla Città di Gerufalemme , potendo vivere di ctò tranquilli , mentre gli Arabi) dopo la parola data , ed un impegno prefo , fono incapaci di mancate
VI-
VISITA
PER
LA
PRIMA VOLTA
.-AL'.
i
SANTO SEPOLCRO.
CAP.
IV.
giorno fegucnte
ILin
di
Gerufalemme ,
A prilli
al
mio arrivo
cioè
il
di ti.
Sabato di Pacione, fu
deftinatò per andare la prima volta
a veBerare il Santo Sepolcro di
Gesù Crifto. Perciò un'ora doS.
po mezzogiorno io me ne partii da
S. Salvatore accompagnato con divedi
Religioli
i
trasferendomi
alla
gran Chiefa della Refurrczione t h
quale racchiude in fe quell'insigne'
Teforo
.
Credo
,
che
bafti
ellcr
Crifliani per eflère petfualì di qual
Digilized by
Google
devoto terrore infpiri quello Sagro
Tempio , ove li venerano più lunghi >
ne i quali fon palliti i maggiori
mifterj della nollra Redenzione
.
Appena
entrato venerai
la
Pie-
dell'Unzione, così chiamata la
Lapida , ove fu imbal l'amato il Corpo di Noftro Signore dopo la depo-
tra
lizione dalla
ncll'
il
„
Croce
;
e di qui pallài
Augufta Cappella
,
ove giunto
Pellegrino,
Il
Gr«n
Sepolcro titra,
rfàglie
il
V»U.
Poco dopo venne dall' iilelìo p„ rrdr ura
Convento di S. Salvatole anche il folcirne Jet
Padre GuardianoR"'""^
Rcvercndìflimo
accompagnato da molti altri Reli- p j,!!*""
gioii! e 'Secolari di Rito Latino» irfirnpreceduto da due Giannìzzeri i e zìi»'da quattro Dragomanni , dovendo
fare
in
tratura
giorno un' Enquello
folennei che cosi la chiaegli va al Santo Se-
mano quando
polcro per doverli trattenete uno»
o più giorni per celebrarvi qualche
gran Fetta, o Solennità
:
mentre
in
ogni altro tempo i che egli vi vael.l
per fua devozione) vi li trasferire
privatamente, vale a dire con pochi
Religioii
,
con un
folo
Dragoman-
no, e con un Giannizzero.
Arrivato pertanto , che fu alla
Porta del Tempio della Refurrezione, le Guardie Turche, che ivi
fìanno , fpalancarono Ja Porta ) e gli
dettero con molto onore il libero
injrclTo , principiando
in
quello
mentre a (tonar l'Organo. Allorché e'ura ne! Tempio, va a rifeontrarlo il Prendente di quel Santo
luogo eolla Cro^e avanti porrata da
un al:ro Ucliiriofo . con due
Accoliti
e tutta li Cor.ii.nttà , che è dicuftodia al Santo Sepolcro.
Subito
entrato
s'
inginocchia
un tappeto preparatoli .
ove
di'po fatta breve Orazione, rizzan(opra di
avanti
la
Pietra dell'Unzione,
doli gli i prefemato un Crnciiiflo a
baciare, e dipoi data da efló l'acqua finta al Popolo aitante, i Cantori intuonano
:..
.
il
Te
Deum
;
can-
tan-
Digitizsd by
Google
Ci
tando il quale proceflionalmente va
ad orare nella Cappella , ove è il
Santo Sepolcro e di li parlando alCappella chiamata dell'Apparizione , ivi finito di cantare il Te
mcllòfi
Deità t e le Orazioni ,
a ledere l'opra una fedia > riceve tutti
;
la
i
Religioli al bacio
anche
i
della
mano
Pellegrini focolari
,
>
c così
ed
fi-
nifee quella funzione.
Ritiratoli
il
Revercndiffimoncl p '°"^"'
fuo quartiere, fu confecuiivamentc
darò
principio dajli altri
òs mfcr«
Religioiì „,iu Cbit-
alla Procelliuiie ) che ogni fera di tnt«J*
ri f= '",f
to l'anno terminala Compieta fan-/"
no a divedi de Ì principali Santuari
che fono rinchhm nel recinto della
gran Chiefa.
Adunati tutti i Religiofi , e Secolari di Rito Latino nella Cappella
'
dell'Apparizione
,
c detta l'Antifona
o Sacrimi Coavivìiim
ne
al Santiffinio
&c.
e
1'
Sacramento
nerato l'Altare della
l'I a geli
Orazioe veazione ,
;
ove cantali un Inno coli' Antifona
Apprehtndit Pilatus Iefum ,
fta-
&
'
ac tradidit eìi > ut crueifigela Proceilìonc j
gei/avit
i
retur
parte dipoi
;
la quale è
ciulletti)
rj
preceduta da diverti fanche feguitano a cantare va-
Inni adattati di
mano
in
mino
a
i
, che Ci vanno a veneraAntifone de i quali deferiverò
Santi luoghi
re
,
le
a ciafchcdim luogo fecondo 1' ordine della Proceflìone. Ne- vengono
dopo
i
Pellegrini fecolari
,
c indi a
coppia a coppia tutti i Rcligiolì j
ed ognuno ha una candeletta in
mano > cilcndo per il primo giorno
dittimi i Pellegrini con una candela maggiore
la quale ritengono poi
apprello di fe per memoria.
Dall'Altare della Flagellazione panali alla Cappella delta Carcere , e dopo l'Inno cantano l'Antifona Ego te eduxi de captivitate JEgyptì demerfi fharaone in Mari ru,
i
bro:
me
tu
tradidijli buie carceri
objcura. Alla Cappella della
ne
delle ve/H
cifixijfeiit
:
Milite; ergo
kfitm
vienia eius
,
,
Diziocum erti-
acceperum
& fewnuit
vctfi-
hic quatuor
par-
Digitized by
Google
«3
&
partes , nnìcuiqne mìliti pattern ,
tunicam AI luogo dell' Invenzione
della Santa Croce : 0 Crux benedica , qiitie fola fittiti digita portare
Dominarti. Alla
Regem coe/oram ,
Cappella di S. Elena: Helena Coaffantim Mater lerojolymam venie , ut
Crucem Domini inveniret Alla Co^
lonna della Coronazione , e degl'
inipropcrj
Ego aedi libi Sceptrum
regale ,
tu Capiti meo impofuiSH
.
&
.
.
Afcendcndo ibi
autem
eduxerutit enm : bajulans
jpineam Coronam
Mome
Iefium
,
Calvario
&
fiU Crucem
,
:
.
Sufieeperiint
exivit in himc
citar Calvariae locus
,
, qui diHebraice au-
tem Go/gotha , ubi crudfixermit enm
AI luogo , ove fu eretti , e colla Croce con Morirò Signore
pendente Erat autem fere bora fiexta >
tenebrae fialide Jiuit in uni-
locata
,
&
verfiim terrarn
iifque
in
horam no-
nami ér obficitratus efiì Sol, ny velata Templi fcijfum etf medium : ir
clamans voce magna Iefius , ah : Pater i in mawts tìias commendo Sprrtum
8*
meum
tuia
;
& haec dketis
ravìt. Scendendo
Unzione
bic expi-
alla Pietri
dell'
&
Accepermit lojbpb ,
Nicodemus Corpus lefu: es" ligave:
rum
tllud bic linteis
bus
jkut mas
,
bic mulìeribus
xum :
.
quaeritis
lefrita
,
cam
eft Inditeti
Al Santo Sepolcro
aromatifepelire
.
Dixit Angelus
Ne/ite expavtjcere ,
:
Nazaremim
crucifi-
Surrexit, tioneft bit: Ecce
fo-
cus i ubi pofueruut ettm. La proceiTione
tre volte intorno alli Cappelli
gin
del Santo
Sepolcro
,
e di qui
palli
luogo , ove Crifto apparve a
Matia Maddalena Surgeiis autem
al
S.
le-
.
fus mane prima Sabbatbi
apparati
,
bic Marine Magdalsnae , de qua ejecerat feptem Demolita. E torj- :J
finalmente nella Cappella dell'
parizione , ove dopo !' Inno li can-
^
tano
le
Litanie della
compagnate
terti
coli'
Madonna
Organo
)
Refurrexit ficut dtxit
&£.
ed
i
,
ac-
Ver-
:
Gaude Vhgù Mater Cbrifii
Gloriofam q tieni vidiftt
,
..
Ac-
Digitized by
Googl
és
Accadeva appunto in queiV anno , che la Pafqua di Refurre/ione ,
Nrl
l
lfl>
pTc'aa
che celebriamo noi Latini , trovavaiì dtlia àieunita con quella della Chiefa Orien- fi l«<«
0r",B_
, che non fenipre li rifcontra nel
tempo mcdefrmo , del che n'iì il mo- ""' '
tale
rivo la Correzione
Gregoriana non
accettata dagli Orientali
Greci
,
gli
Armeni
,
i
.
Perciò
Soriani
,
i
i
Caf-
Abatini, e tutto le altre fette di Crilìiani Orientali Scifmatici
facevano in quello giorno antecedente alla Domenica delle Palme ,
feparatamente > ma nei Tempio ftefri, gli
fo la Fetta medeiima % ognuno pero fecondoi proprj riti, e rubriche.
Gli addobbi, e le decorazioni, cheetti fanno nelle refpettive Cappelle ,
fono fecondo la loro poflìbilità L*
.
ornamento più
bello tra di
effi
tro-
, che fanno i Greci.
Timo- il luogo di loro apparte- UoZ° d
nenza era illuminato con lampade a
°t*Z'd?
, dilrribuite in varie- forme
Aìc'Cnà ini
Tai quello
'
olio
m
parti krerali, e nel mezzo; clTendo <"""'»
appefe a delle corde , le quali for- * ""P"te
4
E
ma-
Digilized by
Google
66
mavano
varj fettoni
,
che andavano
tutti ad unirli nel centro della loro
Cappella , ove pendeva un gran Lampadario, il quale figurava di e 11 ère i
per cosi dire , una grolla nappa, che
ufcillè dal mozzo ) ove erano racco-
mandati
tutti
i
felloni. In quello af-
fetto vi trovai qualche cofa di nobile
non
folo per
l'
invenzione di quella
dìdribuzione , quanto ancora per la
ricchezza delle lampade d' oro , e
di argento, le quali non erano meno di tremila , che dettero fempre.
accefe,
A
quattr' ore dopo mezzogiorno erano terminate tutte quelle
Funzioni , e le guardie Turche, che.
danno alla cudodia del Tempio,
dettero il cenno per ritirarli chi vo-
leva ufcìre di Chicfa
altri,
ciò
,
e ferrare gli
che volevano rimanervi: perqui il RcvcrendiiTima
Religiolì, ci ritirammo al
di S. Salvatore
Defcriverò
altrove
tutti
i
, che
rinchiude la Chiefa
lafciato
con diverti
Convento
Santuarj
del-
Digitized by
Google
BENEDIZIONE
DELLE PALME
ALTRE FUNZIONI
FATTE NELLA
CHIESA
D'I
li
|a
A
RESURREZIONE.
CAP. V.
LA
manina del
a oro
la
s. ci
Aprilo
trasferimmo dalla
di la. di
Chiefa dì S, Salvatore a queldella Refurrezione i per affitterò
alla
Benedizione delle Palme, la
quale
venne
cominciata
mente
il
i
di
11
a
poco
in-
«Oziandovi PontificaiReverendiifimo Padro
Guar-
Guardiano
.
Fu quetk
fatti
nella
Cappella dal Santo Sepolcro , e Copra di SUO furono benedette le Palme ; ed il Guardiano le diftribui a
tutto il popolo Cattolico) che era
:
ivi prefenw.'::".!
Si feee
dopo
.
la
Proceflìone
,
la
quale coniiflè in tre girate intorno
alla Cappella dei Santo Sepolcro.,
ed una alia Pietra dell' unzione
Un Turiferario precederà la Croce
porrata dai Suddiacono » con gli Accoliti , e dipoi i Laici , i Sacerdoti ( il Reverendiifimo , i Pellegrini
e tutto il Popolo ; e duo Giannizzeri facevano la figura di Mazzieri ,
tenendo per altfo ciafcheduno in mano Uno iìamle* col quale procuravano far largo a gli altri Cri1ii.ini die
troppo fi affollavano per ofief vare le
mftre funzioni . Terminata la Proceflìone « il Revérendìflimo andò a
celebrar la Meflà all'Altare di S. Maria Maddalena
Quando la no lira
Pafqua fton conviene ntìl tempo
fteflòcon quella della Chiafa Orien*
,
,
E
Ì
tale,
fi canta la Mena fopra il Santo
Sepolcro non eflendofi cosi fatto in
quel giorno per dar luogo alle altre
tale,
•Religioni, che faceflèro le loro Procelfionj
fntt$»*i
ce ioretì.
I Greci non hanno la Benedizions delle Palme, nè degli Ulivi,
onde appena finita la nollra Procefiione, elfi principiarono a fare la loro i Incomincia queftaconuno Stendardo , ove È rapprefentata la Refurrezione di Noflro Signore , t
co nfecutìv amente vengono altri dodici Stendardi", ove fono efpreflivarfMirtcr} della Paflionc. Accanto ad
iOgni Stendardo vi fono due Accoliti , e fra uno Stendardo , e 1* altro vi
fono alcuni fecolari di loroRcligionbi. che portano ciafeheduna un
^roflb ramo di ulivo in commemorasione foltanto del Mìftero . Ne ven-
dono
dipoi
clelìaflici
ivi'fii
,
i
ed
loro diverli ordini Eci Vefeovi , che molti
tali Fede, ed in
Patriarca di Gerufa-
ritrovano per
oltimb
il
Iot
lemme, che
in quell'anno
non
DigitizHd
ef-
by
Google
lancio prèfentCi face-vile lue veci Uil
Vedovo,
Tu! terminare
li popolo
difordìnatamente
anulla fopra quei rami di ulivo
(frappandone le ciocche, tanto che
in breve tèmpo non rtfta te non il
folo tronco
Dopo terminata la Proccflìo- J*r«ffW
é
A ''
ne de' Greci) principiarono la lo- '^ìiì
ro gli Armeni , i quali pure hanno
gli Stendardi co' Mìfterj medeiimi. Sono eilì feguitati da tutti gii
Eccleiiailici con una torcia in mano ( e da! loro Patriarca , il quale tenendo una piccola Crooe dà contiPrivamente la Benedizione aì Pa-
itili Proceilione
i
li
VÓl °
Finita la Proceflione degli Arimmantinente quella iti
llieni principiò
<de
i
Coiti co' fuoi
Stendardi;
fe-
gnendone V altra de i Soriani ; e fitalmente fecero la loro gli AbiilinijO
Wj-
"•'ff
'
Etiopi i accompagnati ciafeheduno da
recettivi Religioli e Vefcovi
Tutto le funzioni di quefte vav
i
tic
,•
Comunioni di Grillimi tcrmina-
£4
"
to-
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rono avanti che
foflèro finite le
no-
Ire
nelle quali s' impiegò quattro
ore, e mezzo» non foto per Ja pomi
)
pa i colla quale furono fatte , quanto
ancora per il Paffio, che cadeva in
manina, cantato da più Reli-
quella
fcelto Coro
, e da
Sarà facile perfuadcrli quanta
gran confezione fia in una medeiinia Chicfa , e nel tempo ftefiò > che
cinque, o fei Religioni cantano, e
falmeggiano in lingue diverfe > e con
varia cantilena. E quello , cheaggiugne maggiore ftrepìto » fono Ì Simantirion , che nelle Chiefe degli Orientali fanno
la figura delle noftre
Campane. Sono quelli alcune tavole di faggio, che ifolate ftanno
appefe con più catene in qualche
parte della Chicfa , le quali da uno «
che ha tale incombenza, in tempo
delle funzioni fono con ri nov amen-
gioli
re battute
.
con de
i
martelletti fatti
Di tali Simantirion ve ne fono anche di ferro , e
tanto gli «ni , che gli altri fanno
del legna medcftmo.
molto rumore.
Con
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Con
grandilTinia
pompa
eraP»**^»"'»
una volta rapprcfentata dal Guar-V£jjJ5£
diano I entratura di Noilro Signo- fttgi» *
re in Gerufalemme il giorno delle Gtmfaitm'
Palme
Vien defcritta dal Waddingo negli Annali de i Minori all'
an. 1 3 4 1. Cap. XLJII. così . Terminato
il Mirteto di quel giorno nella Ghie1
.
fa del Santo Sepolcro , dopo pranzo parte il Guardiano con gli altri
Padri, che dimorano in Gerufalemme , e con gli altri Gridimi anche Scifmatici i anzi con gli ftelli Sarac ini , al
proprio hiogo di Bethphagia , che
refta a i piedi del Monte Olivero
dalla parte di Oriente , di dove CriIlo mandò i due Difcepoli nell' oppofto Cailello a prender 1* Afino ;
ove il Diacono vefiito de i fàgri parati principia a cantare l' Evangelio
di S. Matteo , e quando arriva a
, colle quali il Signore
inviò i fuoi Difcepoli , il Guardiano figurando la Pcrfona di Crifto »
chiamati due Religìoiì, gli manda a
quelle parole
qucH*
ifteflb
Cailello
,
dicendo con
TO-
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vocegrare:
cantra vos
Ajinam
•
iitCafiellum, quii
jìnthn iavtnietié
Iti
efl
,
alligatavi
ultimi cunt
,.
ea,jòlvite, <& adàicittì nubi . Effi Cubico vanno , fcijuirandoi frattanto a
cantare lentamente
Ritornati che
Vangelo.
il
fieno * quanparole
&
quelle
do proférifeono
fuper tùS vejl'unenUt
difendono fopra .1' Alino i
impojiierunt
ftia
,
un tappeto i ed
mantelli, ed
aiuta-
a montarvi fopra
il Guardiano
cantando Bum defnper fedire fi-
no
:
'
terunt.
.Finito l'Evangelio tanno alla
!
-
Geru fa leni ni e confufamen
fecondo tpic ile parole di
Plurima mrem Turba fira-
volta di
te
i
e
j
elio
,
wnmt
veflimenta fua in via,
Uomini , ed
ragazzi
i
vcftii e le
loro
ed ornamenti
vengono
,
le loro
difendono
Donne
i
gli
le
loro veli,
fumandoli
felici
fe
robe dipeliate dal
Saracini, che con-
Giumento; ed i
corrono ancora elfi Con premura a
quello Trionfo, tagliano de i.rami
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di Alberi , e fpirgendo
odorofe i fanno a gara co
a
pompa
erb«
dell'
i
Criftiani
chi celebra quella Fella con
gior
mag-
cantando ognuno nel
j
proprio idioma . Hofantia Fi/io David Bet't'dittai , qui vcnìt in nomine
Domini aggiugnendo i Religioli «
i ragazzi Criftiani le rimancnri An-,
:
tifone, e Verterti del Mettale; Poeri
il Popolo vi
abbondanza a di-
Baebrewum &c. ed
concorre in
ai
fatta
fendere
i
ftrada
piedi dell'
i
fuoi abiti
che in tutta la
Alino non toc,
cano terra.
veto
Alla difcefa poi del Monte Oliin quel luogo t dal quale Crifto
,
vedendo
la
Cirtà di
pianfc Copra di erta
dille
,
Gerufalemme
e
che ne pre-
totale deirruzione
la
»
ognun
Diacono canta tutta
( che è nel VanCip. XIX. Non fenza lagrime degli aflanti dipoi con
ordine feguitano ad andare fino al
fi
ferma
,
ed
la ferie di tal
gelo di
S.
il
fatto
Luca
;
Convento di S. Salvatore
mina la rapprefentazione
flero
.
fin qui
il
Waddingo
i
ove ter-
di tal
.
Mi-
U
7<5
coflume di
11
far quella
Pro-
ceffione lì partiva da un tempo più
, di quel che lìa il pofleflò de
i Padri Minori O Ile r vanti no' Santi
Luoghi della Paleflina Trovo la prima notizia in Guglielmo di Tiro t
colà ove volendoci far vedere qual
Crifliani
folle la condizione de i
fotto de i Califfi di Egitto in Gefufalcmme , avanti che quella Città
Folle conquiilata da Goffredo di Bu-
remoto
.
gitone
1
raccontaci
1'
perfido Cittadino di
che perfeguirava
te
tempo
i
i
efempto di un
GerufalemmC)
Di not-
Crifliani
vi
,
un
Tempio
die' egli» quelli gettò
cane morto ne li' Atrio del
degl'Infedeli) e la
manina quei, che
andarono per fare
re) trovando
ivi
le lor
preghie*
quella puzzolente
carogna) quali forfennati correvano
per la Città gridando > che un Grigliano aveva fatta tal cofa. Fu perciò deliberato, che forièro ammazzati tutti iCrìftiam,- ma mentre andavafi per efeguire tal
fentenza , ufi
giovanetto Crilbano pieno di fpirito»
e co-
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e coraggio
i
rivoltoli a gli altri Cri-
lì ortèrfe alla morte confeflandoli egli per reo , dicendo loro , effere più convenevole, che un folo
morule per tutti come poi feguì , a
stiani
non
gò
t
tutti per
uno
,
e perciò gli pre-
che ogni anno perpetuamente
tòffe fatta
memoria
di elio.
Furono
prefe con affetto le parole del gio, e gli cancellerò tutto ciò, che
vane
egli
domandò. Et ut in ramis Pale'tus memori, ad perennem
marum
am
,
contrikules tjus
Domini mflri
va
eji
,
lejit
Olivam
,
quac
Cbrifti Jignificatt-
introiacat in Civitatsm
,
in
procedane Ji/emni , confirmaitt . Gigi. Tyr. Ub. I Gap. V.
Acquattata Gerufalemme da
Goffredo di Buglione , fii preferirlo
all' Ordine de' Cavalieri del Sepolcro di Noftro Signor Gesù Critto,
che nella Domenica delle Palme
fofle fatta folenne ProcelEone,
Inter alia , quae/acris Militibus praehoc unum fiat , quod Dofiripfit ,
mìnm Palmarum fieret memorata
&
&
prò-
7«
procedo
nibus,
art-
.
Ila babeiur hi Conftitutio-
& Ordinatìombits
ditti Ord'tuìs
XIV. ut videre potei
Cap. XLVIXI.
S. Lib- IV.
Quarefmuu
Lib.
II.
Elutid.
T.
Caf, XII. Peregri'!. X.
anche quanto ne dice
OlTcrvili
un Autore
tempi, allorché
racconta, che dall'Egitto fu condotto in
di quei
Gerufalemme
il
Corpo
di Bai-
duino I. per edere fepolto. Eadem
deniqué die a Monte O/ivarum Do-
minai Patriarchìi cut» Clero fno
Palmarum
,
poft
confecrationem dejcende~
&
rat : cui de Tempio Domini t
de univerfs Ecckfits , Fratrei occurrentes , ad diem Feftum convenerunt in
bymnis,
laudìbas ', in celebratane
diei Saniti , quo
Dominus Iefùs
in Afelio refidens ,Civitatem Sancìam
&
&
JerufaJeta ingredt dignatiis efi. Sic
vero omnibus conveiittculìs Omjliafiorum ad id filemne in laudibus Dei
congregata , ecce Rex aefutiélus in
medio pfaTlentium allatus etf. Alber-
— ~__EÌ3'
lize,:1
by
^j° 0gl,e
n
A tal teftimonianza fe ne può
aggiugncre altra limile di Guglielmo
di Tira , ove racconta, che il giorno
Domenici delle Paltempo, che Balduino Conandò in Gerufalcmme
folcirne della
lile,
nel
te di Edellà
s'
imbattè che entrava dall'altra par-
te della Città
He
il
Baldaino L
Corpo
del
Ad quam
defunto
cum per-
, aciidit tafit , quod in die Fe, qui dtcìtur Ramis palmarum , cum
de more popnlus ttniverfui in Valkm
venijfet
fio
hfapbat tonveniffet
& celebrcm
tentae,
,
ad folemnem
dm proceffìouem
,
,
Jukto ex una parte Comes cum fuis
ingredientur ;
è regione Domini
Regis fuma cum exequiis importareiur unìverfa Mititia , quae cum eo
&
,
jEgyptum dffeenderat dominifai
funus de more profequeme
Gag/.
in
-,
.
Tyr. Lib. XII. Cip. IL
!,
Provili adunque fin qui, che
Protettone delle Palme io Geni;
.
.
tal
falcmmc
ma
è antica di più fecali peidella venuta de i Padri Minori
Olìervanti in Terra Santa
t
i.-;-."'
Re-
;
f
'
.
po
Rullò in appretto fofpefa doultima perdita > che fecero i
Gerufalemme ma co-
1'
Crittiani di
me
fi
:
ricava
volte citato
dal più
Quarefmio, accadde, che un anno,
elTendo tpà alla cuftodia de i Sanfu
ti Luoghi Ì Minori Oflervanti,
iìccità
una gran
Santa Città
,
per
lì
la
quale
nelle
terre
della
e ne i fuoi contorni
trovavano in gran pe-
ricolo gli uomini , e le beftie ; il Governatore di eflà Città, che era Mao-
mettano
»
tutti gli
vedendo ciò » ordinò che
abitanti, ciafeheduno ferito pregaffero Dio per
,
condo illor
ottenere la pioggia. Adempirono o-
gnuno, ma non furono
Avvenne
fpofizione di
efauditi.
allora per fingolardi-
GovernaGuardiano, ed
Dio j che
tore chiamato a fc il
Sacro
i Religiofi del
il
Monre Sion
ove avevano in quel tempo il lor
Convento i Padri di T. S, ordinò
ancora ad efli> che fupplicaflero Dio
ipet orrenere la
rifpofero
,
pioggia;
al
quale
che volentieri sverebbero
quinto gli ordinava , ma
permei teflè loro , che
, elio
fecondo il proprio coftumc, e conforme fi fuol ufare in Criltianità
efeguiro
chiefero
per limiti bifogni, di fare unafolenne proceiiìone colla Croce, e gli
-Ecclellaftici
veftiri
de' fagri
Parar»
girando per la Cirrà : e tanto permefle il Governatore. Ufciti perciò
una manina i Padri colla Croce , gi'
rarono proceffionalmente la Città
pregando Dìo , le preci de i quali
Égli fi compiacque di efaadire Allora il grato Governatore in riconvpenta concelle a ì Religioli Minori
Oflèrvanti, che tutti gii anni potet.
tero fare colla Croce fimil proceffione i come fecero per alcun tem-
po-
Ma gli Ebrei db mal fopportando > perfuafero il Govcrnarore di
quel tempo , che proibiife a i Criftìani di far tal Proceflio ne colla Croce , come fc fofle difeonventente,
mentre ii vedrebbe cosi inalzare i
Crifliani fopra di
Maometto)
e
dei
Maomettani; le quali cofe approvando il Governatore , la proibì dipoi interamente i e concede loro di
quella (òpra deferitta , di cui
da Bethphagia
parla il Waddingo
Gerusalemme , però fenza Croce
far
,
in
m
Anche tal ProceJSonej pare) che
appretto venirti proibita di farli,
mentre nei 1667. A Gran Signore
gliene rinnovò la licenza s ed ebbei Religioni di
la facoltà di
T.S
ro
contiiiovaré a fada
-varnenté
.
Adefló è nuo-
tràfendm, quantunque non
vi fieno ordini in contrario > mt
bensì a motivo delle ghindi fpefe,-e
piò ancora per la tirannia di alcuni
Governatori, o per effere loro in
tale occafione talvolta lontani da
Gcrufalemmc » e perciò fenza poter
avere quella quantità di Giannizzeri ,
che loro ùrebbero neceflarj ad
per le fìrade, acciocché
nafcelfe tumulto fra il Popolo
Laiciata quella mattina la ChieRefurrezione , fi tornò al
di S. Salvatore mettendo-
invigilare
non
fa della
Convento
doci all'ordine per
dovevamo
per
la
fare
b
dopo
partenza, che
mezza notte
la
pianura di Gerico
»
c per
Giordano.
F
i
VIAG-
il
•
v" V
a
g
c'
D
i
o
;
A
GERUSALEMME
ALLA PIANURA
1
D
I
GERICO.
CAP.
Trai/ufi
tog? Arabi
afihtefli
"diGrrito-
VI
T\Ericolofe
fon fempre dell' incontro degli Arabi ladroni le
^radeturre, che conducono
d * Gerufalemme a Gerico, c nullamanco lo è la Pianura di Gerico
fletta, e le contrade apprettò il Fiume Giordano , ed il Mar Morto
Perciò è ncceflàrio di avere una numerofa feorta per poter andare in
quelle Regioni : ne quella farebbe
mai jje,l. tutto fufficientc, fc non ne
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forte contrattato il parto co i Capì
Arabi delle Tribù , che fono accampate in quei luoghi
Il Muflclm, o fia il Governa-
tore
Turco
di
Gcrufalcmmc
è quel-
lo , che mediante lo sborfo di qualche forami , tratta , e accorda con gli
Arabi tal pafTaggìo. Convenuti che
fieno fra di loro , il Governatore fa
venire in Citta gli Scieìik, cioè
i
Capi Arabi , c gli ritiene come per
, ove iranno finche la Caro•ftaggio
vana non
fia
andata in quelle partii
Gcrnfalenime : poiché
Arabi avendo i loro Capi in pegno , non ardirebbero dì fare il minimo infulto ad alcuno della Carovana ; ed anzi dugento dì loro armati a cavallo affettano quella fuoe tornata in
gli
Città , quando parte , e la poraltri cento folcati Turchi di quei del Cartello .di
; ed il Governa torcili
perfona va ancor erto colla fua'Cor-
ri di
tano unitamente con
G cru fa lemme
S6
T utt
Divtfpé-
i
j
pellegrini di ogni
Re-
trovano allora in Gc^S*one » c 'le
flss»™»- ruf aleni me j fe vogliono, fon pare anian. droni di andare a fare quello viaggi o »i gj f^ 3 rodando in Città , fono conni Qtrm. &
....
...
,-,
..
'"ajjh'ai
.
tuttocio obbligati di pagare
al
Go-
vernatore la loro talfa , mentre elfo
che dalle Porte della Città, e da i
refpettivi Conventi ha la nota dìftinrà di quanti Pellegrini fono enGerufalemme , egli procura
trati in
di provvedere tanti animali
,
quanti
poflàno ellcr fufficicnti al trafporto
di tutti , e fe avanzano delle caval-
cature i non ne vuol fonrìre il
danno.
Tal Carovana ogni anno tuoi
eflere di
cinquemila Perfone
,'
quan-
tunque nel fecolo feorfo
icwmì
fino a diecimila
refpettivi
i
arrivaflero
".<"
.
-
-
imJ?&<mì
Conventi fon
che ? tn[™° a provvedere per
fi»t aiu quello viaggio
il
necenario
comodo
//''W'V'-dclle rende, ed il vitto. l,e Religioni Scifinatìche fono da i loro Papas , o fieno Preii, rigorokmenre aggra-
j!i.Ki
W0
.
gravate per tali fpefe
e tornate in
,
Gerufalemme i figurano
fcheduno fecondo
di raflàr cia-
la fua poffibiiità
.
1 Religioiì di T. S. feguitano in
queflo viaggio a dare gratuitamente
il
vitto
cfTendo
,
i
ed
il
comodo
dell' alloggia,
Pellegrini fecolari tenuti a
pagare foltanto la cavalcatura . la
quale è ancor quella pagata al Governatore dalla Calìa di S. Salvatore ,
per la quale fe ne riceve a fuo tem-
po
Il
il conto , come dilli al Cap- XVL
detto Governatore elìge da quei
Pellegrini fecolari
lo
i
il
doppio. di quel-
che pagano Ì Religioiì
Siccome Ja maggior parte del- /
Crìfif-
la gente , che compone la Carova- ni Europèi
na, fono Cr alia ni Orientali) perciò 1"*?'"' * G fgli Europei bifogna t che appettino di c-ijUnnì
andare a fare quel viaggio il giorno, (tritatili.
ehe partono gli alrri , non folo per
efiere in numero maggiore, quanto
per la minore fpefa, mentre per foli cento , o dugento Crirtiani Latini
che follerò , non pretenderebbero
meno i tiranni Governatori, che
F 4
per
Digitized by
Google
8S
per fa condotta di cinquemila perlene'.
...
Si
computa
che
ii
Governato-
1 .
Guanto ri.
r
,
ciafchedun anno per
Jquate il re rnquota
Gè-aerino quello viaggio
circa
quindicimila
re prr ac. becchini , la maggior parte de i quai
C
?
7; cZ"-'li fono certamente per lui, mentre
non deve fare altro i che pagare le
mi,
cavalcature
,
le
fpefe
delle quali
,
con due volte, che dà ad clic mangiare , afeendcranno circa a tremila
Zecchini , e per render contemi gli
Arabi, ne fpenderà forfè altri quattromila
Carni,
u
M-
pan/*, i
a,
è
ma
.
"
giorno pertanto desinato di
Criftiani Orientali a far partenza
.
femore il Lunedì dopo la loro Dodelle Palme, e ficcome dimoerai più fopra al Cap. IV. la
Pafqua loro non fempre fi accozza
^"'"menica
colla noftra,
dere
ii
lor
perciò bifogna atten-
comodo
.
Ma
in queft'
anno 1767. cadendo di celebrarla
Unitamente , non ci convenne niente afpettarc , onde il dita, dì Aprile a mezza notte , entrando il dì 1 3.
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GoogI
tlcl Lunedì Santo,
termo per prepararli a
ci
giorno
li
Gerufalcnimc
nura di Gerico.
alla
Dovendo
i
rodato
pariitc di
volta della pia-
CrilKani
Europèi
precedere la Carovana de i Ctiftiani
Orientali; due ore dopo li fece partenza dai Convento di S. Salvatore
nel piccol numero di cencinquanta Pellegrini nitri Religioii di T. S.
e quattro fecolari Europèi , con altra gente di
fervizio,
cioè
Drago-
manni, Giannizzeri, ediverfe guardie Arabe , e Turche , eflèndo Capo
di quefta piccola Carovana il Padre
Vice procuratore di T. S. Quefta ayecebbe dovuto
Reverendi/limo ,
efler
condotta dal
ma elio nel tempo
fta in Gcrufalemme , non vi va
non una volta , come neppure
una volta vi vanno gli altri
, non folo per gì' incomodi
che
fe
più di
Religiofi
quello viaggio , quanto ancora
per non fottoporre la Cafla della
T. S. a fare delle iupcrnue fpefe
dì
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*>*" fi*»
EfTendo che , come dìffi , il Gopenfa egli _a far venire
m-
tutti gli animali da i contorni in
Gerufalenime per ufo delia Carovagli diftribuifce poi in una maRinchiude quelli
niera particolare
in varie Mie , e cortili , ed allorché la Carovana deve principiare a
tur?
Amia a
Ger'"-
mi
.
fa ufcire quegli animali
,
per volta da quei luoghi ed il
partire
uno
,
Pellegrino , che è più accolto , devo
prender quello , che a fotte gli tocca j fia un Alino , un Mulo , o un Cavallo
.
Padti di T. S. procurano il
giorno antecedente alla partenza , di
Sire urta fcelta di quei Cavalli , e
Muli i che hanno bifogno , e gli con1
ducono
qualche
ria del
e mediante
Scudeottengono le
alle loro Italie,
piafira di regalo alla
Governatore
,
migliori beitie ; ma ancor eflì Rcligioli la notte della partenza bifogna
che di quegli animali
no
no
i
in
, prendache di ma-
fceltì
e cavalchino quegli
mano trovano
,
ncll' ufeir di
Con-
Digitized by
Google
91
Secolari è «fata la
Convento. Ai
compitezza di
fceglierli
i
Cavalli a
piacere.
loro
Le donne poi , che fon molte »
vanno fopra i Cammelli , drftribuite
due per certa nelle due certe, che
porta ciafehedun Cammello , con
più entravi quei figlioletti , che. non
fon capaci di andare a cavallo
Ognuno
della noftra
Carovana
s'incamminò fuori della Porta di
Betlemme , <ovc uniti tutti infiemt
li fece fubito partenza ; dovendo effer
feguitati
manente
di
lì
a poco dal
della grofTa
ri-
Carovana de
i
Greci, ed
altri Orientali, la quale
Città per la Porta
Orientale di S. Stefano..
Traverfando la Valle di Gtofacirca due miglia da Gerufalem-
ufcì fuori della
Jto«
fiat
me , fi arrivò a Bethania e fcefi per
un' afpriffima (trada in una valle
due altre miglia da Bethania ,
,
,
quali
fontana degli Ada quei Poperchè vogliono , che più d'
pervenimmo
poftoli
poli
,
,
alla
così chiamara
una
^*""
una volta lì
nendo dalie
fiano ivi
dittatati
ve-
Gerico; ne è
parti di
fuor di propoiito , che anche Noitro
Signore facefle 1* iileiìò andando i o
venendo da quelle parti, per non
enervi da Gerico al detto luogo alEra quella fontana ornata di marmi , ma tutto va ora in
tre forgenti
perdizione
.
confervandofi
,
per
al-
tro la perfetta qualità delle fuc ac-
que.
-
-
-
:
Trovammo
qui appretto un
ricovero, ove prendono
mifcrahil
ripuio quei
qualche
che vengono
,
parti di Gerico ; ed in occafionc del noftro pailaggio) erano quiì quali vendevano
dalle
vi diverli Arabi,
il
..
.,
, de! qual comodo ci prevamolti di noi Ci trattenemqualche poco di tempo apprettò
carie
lemma
mo
.
di quello luogo per riunire fa noftra
Carovana , le quali fermate fpelìò ii
fanno, acciocché a motivo delle cattive fìrade alcuno non
indietro
Btburim.
refti
troppo
•
.
Poco
.
}
,
lungi dalla fontana degli
Apo-
Digitized
.
9Ì
Bara-
,
Barrarmi,
o
Aportoli
retta
chim, o
altrimenti Bachòrà
.
Qui
Sentii tiglio di Gera ingiuriò colle
parole, e allattò colle pietre David,
Monche fuggiva' dal fuo figlio
ne. Umiìh fà yiv'tit"? "irà BXnfh tì-
À
to»
Jtrw
xx*6<iim,
iterai
7i5«( rè'~^kiéf
ititi»
Js/^AÌ: iA»Ì?.
/«</.
«al
tS taiku
(K
iia,7--i.
Ci?;
FOT Del fuddètto luogo nori vi re-*
Ita , fe nqn la' iirnazionc , e qualcho
pkcolo rimafuglio di vecchie fabbriche , uniche memorie , che vi fi
Veggano," e che folo potei bfièrvarle al barlume deìla Luna.
«'
Paftatb Bahurim , e viaggiando [„ mlro (
"pe'l mèzzo d'un'ofeùra Valle , (ì ved-* w« » e»
•
"dero in qualche lontananza molti lumi , fimili a carboni accelì ed efiendo quella Valle all'ai ftretta ve domiHata tià alti' Monti, li fparfe fubiro
fra U Carovana un timore duWtando(J
che quelli follerò Arahi , i quali
1
:
-
;
ci volclleró contraltare
o
il
paflàggio,
farci altra mal' azione; e noi era-
JDigitizsdby
Google
mo
pochi per opporci a qualche at-
tentato, giacché la Carovana de' Criìtiani Orientali non ci aveva ancora
arrivati Tali coniìderazioni cagioHaronodella confusone, a fogno che
molti a briglia fciolta fe no tornava.
no addietro
;
fe
non che
impediti
da quelle Guardie , che ci accompagnavano, ;furono coftretti a rimetterIntanto quei lumi
cinavano a noi > e quello , che più
rendeva timore , fi era di veder parie di loro prendere la Montagna »
che in tal forma venivamo ad edere
dominati dall'alto, ed impediti nello ftretto paflaggio della Valle .
li
in via
iì
.
avvi-
A
tal villa
non
fu minore
it
(bfpetto,
e la paura delle (Ielle noftre poche
Arabe , e Turche , onde ognuno procurava di metterli in graIcorrc
do
della miglior difefa
;
ma un Ara-
bo (laccatoli folo dalla noftra Carovana j ed avanzatofi vetfo quei lumi, trovò) eiTere quei da,cento Arabi , i quali avevano fcco molte donr
ne Maomettane , che etano
Hate; ad
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una Mofchia di lor partìcolar de?
vozione , la quale è verfo il Mar
e che fentcndo effi da lungi
la noftra Carovana, temevano , che
folle qualche partita di Arabi nemionde elfi fe ne ftavano Culle
guardie pronti colle micce accefe
per dar fuoco a i loro fucili in cafo
di qualche attentato ; ma aflicurati
gli uni degli altri , panarono elfi tramezzo alla noftra Carovana , ben
contenti fcambievoimente di non
Morto ,
ci)
aver
principiato
arnie
,
a
fpararc
neffiin'
mentre ne farebbe feguito
del danno grande per femplice
more j e paura
.tra
ti-
Fatte tre miglia da Babinm^fesmM,
Valli, e Monti, fi arrivò a Adomfui far del giorno del dì i j. d'
mim
Aprile. Quello luogo è flato in ogni
tempo
lo è meno
pericolofo
fi
ai paflèggicri , nè
, allorché non
con numerofa compa-
di ptefentc
paflì di lì
gnia
,
e con buona feorta
tempre
(lato
ni di ftrada
.
,
eflèndo
un aguato degli aflaflìIl nome medeiìmo ce
ne
fi teftimonianza , mentre AdomEbraica i altro non vuol
i voce
dire , fe non luogo di fangue, nome
acquieto in con li ti erazione de i tan-
ne
mìm
omicidi ivi flati tatti
Noftro Signore in una fua Patibola Lue. Cap. X. racconta di quel
ti
povcr Uomo che andando da Gerufalemme a Gerico , fu in quefto
luogo affidilo dagli aflaffini , e da elfi
fpogliato , e ferirò mortalmente , c
dipoi ivi abbandonato, del quale
,
un Sacerpàfsò, nè un Levita,
non ebbe
mifericordia nò
dote, che
di
li
ma bensì un Sammaritano , il quale
curandogli le ferite * e condocendolo
AlCopra del fuo animile al vicino
procurò, che foflè curato.
,
Vogliono alcuni Scrittori , che quella
bergo
Parabola
fatto
,
Adommìm
tà
,
vera Moria di un
del tjual racconto
per dimoli fervi
efière la cariti vcr-
foflè la
fucceffo
Noftro Signore
ftrarci qual deva
fo del profumo.
che toccò
'
era
una piccola CitTribù dt
Giù-
in forte alla
Giuda ! ed è ii confine di qucfla Tricon quella di Beniamino. Adomquondam vìllula , mine ruinacy
Tribù ludae , qui locus uf-
tili
tnim
in forte
que badie uocatur ALik'tbn-.ìm , q~
Gr'aece dicitar ໫(3«me tù# v >.. Latiuè ameni appellavi potefi Afietifiu
ruforutt, five rubentiam ,pr#pterfanguiucm , qui Ulte crebro a latronibut
funditur. LJI autem confinium Tri-,
bus ludae , &• Beniamiu defeendemi,
,-
.
&
bns ab JElia leriebum , ubi
Calie!-.
Inni militum fìtuin efi oh auxilia V'ta-
torum
.
rii loci
Huius cruenti
t
& janguina-
Domimi quoque
defeendentis
recardatus
.
in parabula
ler'tcbum de lerofolyma
S.
Hieronym. de Sita
Nom- loc. Heb.
,
Sono quivi poco dittanti le ro- K"> ài
vìne di un grandiflimo Kan, o lia Ammari>
uno
di quei folìti luoghi,
pofano
,
ove
e prendono alloggio
fi
i
ri-
Paf-t
federi Qaefto era tutto fabbricato di buone pietre riquadrate. Prc.
fentemente chiamali il Kan del Samraarìtano , perchè dicono , elle fu
G
fab-
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fabbricato) ove era l'albergo, nel
quale il Sammaritano fopra deferitto portò, por eflerc curaro, quel po-
ver
Uomo
aflalito
espila
ritmo,
,
che qui vicino era flato
,
c ferirò da i ladri
avanti a man finititi
Poco più
Ai jjuwm- fopra
Monte
il
fi
vede un Cartello
diroccato, chefembra, che
na volta
forte
>
e rifpettabile
u-
folTc
Egli è
.
contornato da un follò (cavato a forza
di (carpello nella viva pietra
quello una Fortezza al
Criitiani
,
Era
.
tempo de
e ora chiamali
i
Cartello
il
del Sammaritano, a motivo del vicino
Kan,
che ha
Chiefa
, a r 'ill
mila Pia•tura ii
Ornai
,
ma è
Panato
_
1J '
.
un Deferto
nome. Era qui una
ancor quella diftrutta
tal
tal
,
Caftello
ove non
li
entra in
li
vede
fe
non
Monti , e rivettiti folo di pietre , e
Valli tutte Iterili
Seguita quella
.
{fafa
sj
malinconico afpetto per
lo fpazio di dodici
miglia
feendendo per una via
,•
e
dopo
fcofcei'a
,
e
fi arrivò nella Pianura di Gerico fette ore dopo la noltra partenza da Gerufalcmmc.
cattiva
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99
DEL MONTE
DELLA
QJJ
ARANTANA.
C
A
P.
VII.
f^Ntrati nella Pianura di Gerico
c'incamminammo fui la ti ni Ara,
e fatto un miglio e mezzo fi
arrivò alle radici del Monte della
Qiiarantana. Ove appena giunti, fi
—
,
fmontò
tutti da cavallo , e molti
Arabi vennero qui a prendere le noquantun-
cavalcature, ai quali,
que non conofciuti , non fi
ftre
può
far
di meno di confinargliele
Ben è
vero che per quel breve tempo ne
tengono conto per il mifero guadagno di un Medino , che ciafeheduno
a loro paga rifalcndo a cavallo ; ma
.
nell'atto di farne loro la confegna è
2
G
necelTario
rare
l'
levar la briglia, e afficu-
animale foitanto con una corfe quegli Arabi fono fe-
da, mentre
deli di cuftodire , e confervare i cavalli , ne portarli via come facile
loro farebbe ; non farebbero per altro Io ftetlò delle briglie, ede'morii
de
i
ne fono avidi
rubano
quali
lentieri
li
Non
tutti
i
,
c ben vo-
Pellegrini afecndo-
no a quello Monte delia Quaranrana. Sole dodici perfone avemmo il
coraggio dì metterci in fìrada per
andarvi; gli altri reftarono ripofandóiì appiè del mtdelimo appreilò un
Orto , ove fono alcune vecchie Cafe
rovinate
'•
E' limato il Monte della Qua''rantana a Settentrione delia Pianura di Gerico
Egli è privo non fo. lo di alberi, e di erbe, ma ancor dì
terra , eflèndo turto maiTò , e la maggior parte dì una fpede di marmo
bianco , le parti citeriori del quale ,
-
.
che fono cfpofte all'
un colore pendente al
aria
,
hanno
giallo.
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IO!
Per afcendere al medefimo fi
una iìrerra flrada,che
principia per
(arpeggia ferapre da quella
che riguarda
più Uretra
uno
lo
re
fi
>
parte
>
la pianura , trovandoti
c peggiore quanto più
avanzala fegno
che Co-
tale
una
perforia per volta può panareftando dalla parte deftra l' al-
i
to della montagna i e filila
uno (parentevole precipizio
Fatta laniera del
iiniftra
cammino,
al-
cuni de' nofìri non fidandoli di tutte le loro forze, ci lafciarono
, e furono contenti di poterfene tornare
addietro , fpaventati dall' ardua , e
De i quattro Europèi
Signor Zaccaria Blanced
profeguì la ftrada in compagnia
difficile via
fòlranto
io
fi
.
il
di diverfi Religiofi
Andando
più avanti s'incon-
tro un Arabo il quale fe ne itavi
fopra tale fìrcrtilìimo pafio con una
,
mazza
oltre
,
ferrata in
fe
mano, minacciando
non pagava qualche Medi-
G
3
iRe-
j
Religioti
,
ma da
i
fecoiari
e fa
,
contentato
Arabo , trovam-
Panato
Tempre peggiore la Irrada Per
andare oltre , è necellario arrampiqueft'
mo
.
mani , e co' piedi alla rocca, che reità folla finillra , e venendo a mancare un piede , o una mano li precipiterebbe in una profon-
carti colle
fpavento a rimirarla
, che fa
Trovofli dopo una Grotta , ove li
diede un poco di follievo all'animo j e rìpofo al corpo , per poi continovare ad andare al luogo del no-
dità
ftro dettino.
Riprincipia di qui
1
a
me deli ma
ftrerta pcricolofa via , e più alto
ancora li trova tale . che non li
può andare avanti , fe non per parte
rivolgendo la faccia dal precipizio)
ed aflìcuraroti con un piede btfògm
poi lanciarti coli' altro. Quello è il
patio più fpaventevole , che pofla immaginarti, e da rendere ap-
presivi anche
i
più coraggiofi
zgdby Google
Si arrivò finalmente ad un' altra a""'* •
'
Grotta, dalla quale fi entra in altre
^aiifl
due Quella prima è quali riquadra- deità Quatai ma il fuo mezzo è ora occupa- r**««*>
to da un grofiifliino mano , che è
caduto dalla parte fuperiore della
medelima i il quale {laccatoli dalla
,
Montagna ha
di cinque
,
o
lafciata
lei
un' apertura
braccia quadre
,
Tal
rovina è piuttoilo moderna
La delira parte di quella Grotta mette in un' altra ( ove la curiolità ci fpinfe a
voler immediata-
mente entrare ; ma credevamo in
un tratto di rollare affogati da i Pipide i quali ve n'era una quan,
che volendo elfi ufeire >
nell' entrar , che noi tacevamo , venivano in copia a batterci nel vifo
ed in verità tra il loro fvolazzare j
ilrelH,
tità tale
e cinguettare
K,
fcito forprelì
vemmo
ta
i
di
,
,
fi
un
rellò quaiì in
Ma
panati quelli
luogo di oflèrvare
la quale era piena di
ti di
detti animali quali
tal
,
fu-
a-
Grot-
eferemenall'
altezza
un palmo Raccontato dopo ad un
Ata4
.
G
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Arabo quello, che ci era accaduto,
che eramo flati ben fortun lii ngn avervi trovati altri animali, che quegli, mentre ci eramo troppo incautamente azzarditi ad entrare in un luogo, ove fono fpefCÌ dille,
ti
fo degli avoltoj > volatili molto voquando fi trovano inquietati
, o covi. Ollcrvammo,
che quella Grotta era contornata da
alcuni muricciolctti , che ci dettero
giufto motivo di credere, che folle
un Cimitero degli Anacoreti morti in
quel luogo , avendo trovato altrove , che così praticavano dì
raci
ne'loro nidj
,
fere
Dalla prima Grotta
fi
pafsò nel-
feconda
, la quale in qualche parte è dipinta alla Greca, e vi è ap-
la
parenza, che vi foficquì un Altare.
Di faccia nell'angolo deliro vi è una
gran Cifterna fmaluta con un tenaci flìmo intonaco , la quale fcrviro
aveva per confcrvare l' acqua , ma è
or molto guafta , c ne è interamente rotta la volta
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Neil' angolo iìniftro lì afcende
per qualche gradino nella terza
Grotta» la quale è più t tolto lunga,
che larga Era quella una Chiefa
.
tutta dipinta
all'
ufo Greco
di prefente li maggior parte
,
ma
è
demo-
veggono tuttavia dipinti fuluna grandezza al natuì volti de i quali fono sfregiati , fuppongo io , dagli
Arabi intorno a i diademi vi erano
lita. SÌ
le pareti di
rale alcuni Apertoli
,
;
i
nomi
loro in caratteri Greci
Qui dentro
un Altare » ove
a
man
delira vi è
e tutto fcalcinato
il
luogo della tavola, cflendovi rimaflo
foltanto fupcriormente una lunetta
la Nunziata , che è
ben confervata
quello Altare nel
tempo, che ivi ci trattenemmo, celebrò la S. Mena il Padre Eugenio
da Signa Minore OlTcrvante conduttore dell' demolì ne della Tofcana in T. S.
Le diviiìoni di quelle Grotte
per renderle uguali , e regolari fon
fatte di buona fabbrica didietre, ed
ècerin cui è dipinta
.
A
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io6
come ben fi oilcrva, che
luogo ù iìato abitato, e che è
un Monattcro di Anacoreti.
t certo,
tal
flato
luo^o è ben folitario, e capace
edere abitato folo da perfone
date ad una vita mortificata , e
contemplativa.
Dalla parte di Mezzogiorno
11
di
confinano tali Grotte a piombo Copra il precipizio i che vi è Si vede
però eilcrvi (lato più anticamente
im piccolo pailb fuori di efte , ma è
ora rofo dalle ingiurie de i tempi
e Còlo dal fopraddetto luogo li ha ingreflò neile mede lime.
Reftcrebbe da fapere da chi fu
.
fabbricato, ed abbellito que Ito Ere-
mitaggio, mentre molto vi ha ope-
umana
rato in quelle parti
l'
Secondo quei popoli
è attribuito al-
la
munificenza di
dice
Cap.
S.
arte
Elena, tanto
anche il Quarefmio
XII Pereg. VL e con
Lib.
VI.
elio altri
Contuttociò iiccome nè
.
Nicelbro , nè Eufcbio, che ci deferirono quali Chiefe fonerò da eflà
ancor*
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T.
fabbricate nella
S.
niente ci par-
lano di quella della Quarantana ,
congetturerei prattolto , che taì lavori fonerò Itati tatti dagli fteflì
Anacoreti
La Quarantana è uno de i più
Monti della Giudèa, ed un ho-
alti
Qgtriat*devoto
i più devoti della T. S. eflen- '"^
quefto nel Deferto , ove lì ritirò
Nollro Signore dopo aver ricevuto
Batteiimo, avendo qui trionfato
Mondo , e del Demonio. Chiamali Quarantina per i quaranta giorquaranta
notti , che ivi digiuni , e
go de
do
il
del
tentato dal Demo, che fe era Figliuol di
convertile dì quelle Pietre in
no , ed ove fu
nio
,
Dio
dicendoli
,
Pane. Et (tecedens tentator dixitei:
Si
Fi/ius
Dei
panesfiant.
es
S.
,
die ut lapidei Oli
Mattb. Cap.
IK
ver.
3.
Fu qui pure , ove il Demonio
conducendolo in cima del Monte , Io
tentò moftrandoglii Regni del Mondo , e la loro gloria, e promettendo di
tutto dargli fe avene idolatrato, forum
ajfumpfii
eum Dìabolus
m
-Atm-
tcni
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ic8
oslendit ri
tem extelfim valde ,
omnia Regna Mundi ,
g/oriam eoHasc omnia libi
dixit ei
rum ,
&
&
.-
dabo,fi cadens adoraveris me. S.Matth.
Cap.
W.
li
&
ver- 8.
9.
memoria
In
cima di
tal fatto fu fabbricata in
di-
quello
Monte una Cappella,
può veder
di
la quale
lontano 1 ellendo nel-
la pianura,
mentre non è permeilo
di andarvi
,
e per quanto feppi con-
siderare
era
,
.
anche impoilibilc di
profeguire di ove noi
non
tre
da
,
vi
alcuna fìracondurci Io cre-
ravvifai
che poteflè
do, che. in
eramo , men-
ivi
.
tempo
altro
vi
ftradu per andarci anche
fofle la
dalle
ferire Grotte, in cui eramo,
fa. di prefente
de-
ma che
interamente guaita
,
avendo però nel tempo medelimo
ofiervaro, che ci
allungando
tri
Grotti
&-
^'m*™'
Monti.
Molte
il
lì
potrebbe andare
cammino
per via di al.
Grotte , che fono
P er 1lie ft° Monte , furono già devoti ritiri di Anacoreti, che trovavano
le
altre
loro delizie in
ritirarli
in qiiefti
afprif-
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afprifliin!
luoghi per godere delle
, eleggendo a
Celeili contemplazioni
imif azione di Criilo quello deferto.
Nonnulli snim Cbrifti feqjtentei vestigia
,
defertiim eftgunt
,
ubi
Domi-
vus jàmiavit XL. dkbtts ibique cum
diro bofte conflixit , quod dkitur Quarantina , fecttndo lapide dislans a ferie». Marc. Sanutss Terfelìus Secret.
,
Fide!. Crac.
Lib
III Par. VII. Cip.
III.
Fra quelle Grotte eflèr ve ne
doverebbe una , nella quale li confcrvano intatti molti Corpi di Santi Anacoreti, e ciò per relazione di
tiri tal Padre Bonifazio j citato così
dal Quarefmio In eodem Monte eft
.
edam quaedam magna
fpelunca Se-
pulcroram Poenitentittm , idefi Auachoritarum vacata ibi enim innume.-
ra flint corsara , quibus net capiìlis
in capite de eft ; Sanfortm enhnfunt
in pace fipulta , intaBa, utpraedixi,
mino óbdormientcs oeitlis ad Coeìmn
quidam genìbns flexis , atti
,
Jevatis
m
in Crucis modum mamhtis exante
tenfìsvivos referunt. Qjtarefm. Lib.
XII. Pereg. VI. Il Quarcfluogo citato non dice per al-
VI. Cap.
mio
al
tro di aver veduta ral Grotta;
come
neppure ho trovare t che l' abbiano
veduta altri viaggiatori , i uuali bennon lafciano di accennare , che effervidevc, affidati, per quello, che
sì
oflervo
,
falla reftimonianza del libro
De perenni cultu T. S. del referito
Padre Bonifazio. Io non fui più fortunaro di loro e ciò, che io trovai
di particolare fra quegli fìclfi Popoli , ii è , che lor
medeJimi avevano
fempre fentito dire una Gmil cofa,
che mai non lì erano imbattuti in
ral Grotta, quantunque fofièro ben
;
ma
pratici di quei luoghi.
C'°
Monte della Qu_arantana e
f'A da " c Grotte
nelle quali eramo po-
mote
Ual
,
,
de/.
,
godere , e confiderare da lontano il bell'afpetto delle Montagne
dell'Arabia, la Terra di Galaad.il
Pacfe degli Ammoniti , e ic Pianure
de i Moabiti, la Pianura di Gerico»
la _2»jr.,«.icttefi
rjflfl.
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il Fiume Giordano , ed il Mar Morrò; e {correndo coli' occhio, fervendoci di nrj' accuratifilma carta Geo-
delia T. S. ti veddero altri
Luoghi , de i quali fanno menle fagre Pagine
Nelle Pianure dei Moa!>iri,che p
grafica
celchri
zione
iettano dalla parte del Giordano dirimpetro a Gerico , fu in quella trafportara, e divifa tutta fa preda che
,
fecero gl'ifdraeliti fopra
ì
Madianiti.
&
Et tttkrum praedam ,
univcr/à
quae ceperant, tam ex bominìbtts,
quam ex jiimenth ,
adduxertmt
Moyfeu,
Fienzanim
ad
&
&
&
,
&
Sacerdo-
tem ,
ad ommm mtiltitudmem Fiforum Ifrael,
reìiqua autem uteujiha portavernai ad caHra in campeflribus Moak ìuxta hrdanem cantra lericbo. Numer.Cap. XXXI. ver.
II.
J3.
In quefta Pianura fu fimilmentii
&
latta la railegna, e la numerazione
del
popolo d' Ifdraello dopo la vittoria a -
vuta fopra i Madianiti nella
,
quale fu
trovato non eher mancato alcuno.
Ci ni-
'
Qtmque acceQìffcm Prineiptt esttrciTribuni, Ceniuriotui adMoyfen,
nejque , dixerunt; Noj firvi lui recenmtmemm pngnaiorum , quos
&
fttimut
habmmus
fitb
urna qoidem
XXXI
H
Nibo. co
gna
ilrò
i
alla
Nebo>
aMoisc.
ne
Cap.
.
Città di GerineH'iileflb
Monta-
vi è la
Moabiti
di
&
;
Namer.
& \9-
Giordano,
dal
lì
paefe de
uoftra
defìtti.
Dirimpetto
Moatagnii
ti
mano
ver. 4 8-
dalla quale Iddio raoavanti che n;orirTe,U
Terra prometta. Ajceadit ergo Moyfis de campejlribus
tem
Neh
liriche
:
iti
Moab ftiper Man-
verticem Pbajga cantra
Dominus om-
oflendìtque ci
&
tiem terram Galaad ufque Dan ,
tinìverfum Nepbtbali-, terramque Eomnem terpbraim,
Manale-,
&
&
Inda ufque ad Mare novijfilaAufiralem partem ,
campi lericbo Gvitatis paltnarum ufque Segar Dixitque Dominus ad eum. Haec eji terra, proqua
ram
tnum
'
i
&
&
tituatneta
.
juravi
Abraham
,
Ifaac
dicetis: fimitii tuo dabo
,
V
eam
;
Jacob,
vidtSt
Digitizsò by
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eam
oculìs tnis
illam
i.
,
& non
Deuteroni. Cap.
.
ad
tranjibis
XXXÌV.
a4
ver.
4.
.
Morì poi Moisòiefu
feppelli-
to in una Valle della Terra di
Moab
dirimpetto a Phogor, e mai conforme
anche la S. Scrittura , non è flato trovato il fuo fepolcro
Sepelivit eum
.
terme Moab cantra Phagor ;
non coguovit homo Sepukrum eius ttfque in praefgntem d'tem. Deuteron. Cap. XXXIV. ver- 6
in Valle
&
Diflanre alquanto da
parte
la
Boreale
fi
vede
Nebo
fui-
Monte a
il
Phogor, dal quale Balaam ricolmò
benedizioni il Popolo Ifdraelito,
(
"ebogur-
di
in
vece di dargli quelle maledizioni
per cui era flato inviaro da Balac
Re de' Moabiti , Num. Cap- XXllì. e
qui cadde il popolo di Dio per amor delle Donne a predare adorazioni all' Idolo Beeiphegor
Num.
.
.
XXV,
Un miglio, e mezzo diflanre nilgau.
Monte della Quarantana vedeii
Piano di Gàlgala , ove fi accampali
rono
dal
il
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rono
gì' Israeliti
dopo
di aver vali-
cato il Giordano a. piedi afeiutti, c
qui Giofuè Condutior di elfi pofe le
dodici pietre , the aveva prefe dal
Ciordano
in
memoria
di cileni fec-
cito quello fpazio di Fiume, per il
quale pafso l' Arca del Signore , ed
ed acciocché impail Tuo Popolo
raiièro tutti i Popoli della 'l'erra a
;
tonofecre la poteri! iffima mano del
Signore i e a temerla in ogni tempo. Populus autem afeendit de lordane decimo die Menjts primi,
caslrametati Jitut in Galgafh cantra
Oricntalem piagai» urbis lembo ,
duodecim quoque lapidei, qiios de
lordatiti alveo lumpfercn:, pojuit Jafet Galgalis. 'bfiie Cap. IV. vtr. 19.
&
Ór
dio
10.
Panaro il Giordano ordinò IdGiofuè , che faccilc de i cule circoncidefle tutti
nati da qnaranr' anni
a.
.teUt di pietra,
gì' irdracliri
nel Deferto,
i
q;;aliii
fotropofero a
Legge , il
che fcgul in una collina chiamata
.tal
cr,(hmie delia vecchia
pcr-
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perciò dei Prepuzi, che c fintata in
, e qui recarono fino che non furono guariti
hjke Cap. IV.
Saul con molto piacer fuo, e
quello piano di Gallala
del Popolo d'Ifdraello fu fatto
Re
in quello luogo di Gàlgala Et perrexit omtiis popuhis in Gàlgala ,
fecerunt ibi Regem Saul coramDomino
ili Gàlgala ,
inwto/averuitt tèi vi.
&
&
8'ttnas pacificai cerài»
laetatus eli ibi Saul,
Domino
&
Ifrael tàmii.
Reg. Ub.
,
&
cimili viri
1.
Cap- XI.
ver. ij.
Fu
dagli Ebrei in
prima Pafqua dopo di efnella Terra promefla ,
cibandoti de ì frutti di ella , e allora cefsò ad elfi la Manna , che per tanto tempo era loro piovuta ne 1 DeCcrto. lofue Cap. V. Gàlgala è anche
memorabile per molti altri fatti
rammentatici dalle Sacre Carte, come meglio lì potrà rifeontrare nel
libro di Giofuè , e ne i libri de i
Gàlgala
celebrata
la
rere entrati
Re.
H
i
Do-
Digitizad by
Google
Dopo
aver foddisfatta
la noitra
cunohtà, vagando coll'occhio ("opra
var , e celebri Luoghi già
deferirti
i
j
ci mettemmo nuovamente
in via per
lafdara queir alpclire Monte
che
Trovammo anche più difficile nella
difeefa ma come a Dio piacque
ci
riunimmo colla nollra Carovana
,
;
,
che di circa a duo ore ihvaci
attendendo alle radici del monte,
c , redKuirid dagli Arabi i nó=
fin. cavalli, il fece
immediatamente
pjnenza di 11, elìendo le ore 1 1 del
al 13. di Aprile, cioè un' ora
avanti
mezzogiorno,
'Qui non mancai dì confiderare
k maggiore (ia ordinariamente la
conoi.ra, 0 la devozione quella,
che faccia afeendorc 'qualcheduno
al
devoto Monte delia: Qjaranrana
;
concedendo però
,
che imprudente
larcbiie
rji-clio , cha dopo
avere una
vokaloddisiarrain elfo la Aiaòcuriobri (io devozione, rornalle
nuova-
mente ad sfpodi ad un pericolo
troppo maiuleiio
-a4
.
.
Ne
io forfè
mi
ci
DigiTized
b;
ci farei
condotto)
letto gli Scrittori
quello
Monte
,
prima io avelli
che ci parlano di
di un luogo
Ce
,
come
inaccefìibilc
H
3
DEI.-
DELLA FONTANA
ELISEO.
CAP.
Atmt&mi,
t
Mmalii.'
\
f\
ra dijlrutss.-*-
^
Momc
Vili.
Fontana
poco difeoilodal
Quaranta ria, lì
arrivare alla
alìt ' di
di Elifco, e
della
pafsò appreso alcuni acqaidotti, ed
un' amica
fabbrica rutta di
pietre
,
la maggior pane però diitrurca. Ripendio del terreno
che trovali , e che continovi per
qualche poco alle radici del Monte. Ognvino di noi conge-turò a
fuo nudo intorno a qjclio vecchio
chi
edilizio i
b voleva un Monaitero , e chi una Fabbrica, ove li cftraelte
Io zucchero dalle fue canne , allorachè la Pianura diGerico fornminifrrava abbondante mente tal prodotto
iiede quella fai
:
al-
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volevano finalmente, che tuffi:
uno de i foliii pubblici Alloggi
Alle quali congetture io aggiugnerò la mia , che forfè fembrealtri
piutrolto
.
la più particolare , mentre voglio
credere , che quelle fabbriche abbiano fervilo a tutti quei divcrii uiì t e
ad elfi anche nel tempo medefi-
rà
mo, quando
coniidcri che
lì
pure
a i tempi noftti in moiri de i Conventi della Paleftina ci lì adempie
a varie delle
incombenze
rurali
;
elfi
efercitano le ani meccaniche ; e
li
dà alloggio a i viandanti nel
tempo, che
vi
li
offervano
i
doveri
della vita Reiigiofa.
Si arrivò
pertanto alla Fontana
di Eiiféo, che è diftanre circa
mani-
glio dalla Quarantana. Le acque,
che fcatiirifcono dalla medclìma, fono
perfètte , ed abbondanti Secondo al.
cuni hanno la loro origine dal luogo di Gàlgala. Cttius aquae ( Fontis
Elifei
iiixta foeum Galgalae a
parte Àiiftral't Brucardin in T. S. DeUb, I. Cap. VII. Altri dicono
fcrip.
Ftnw
dì
B'f">
ilo
clie 1' abbiano dal Monte della Quarantana. Fons Eiifii fiaturiens è pcde Month Quartmtanae firtvium ge-
neriti uberrimiim
Adricomius pag.
che nel tempo
avere
loro
la
,
17.
& amoenijftmum
Ma credendo io,
medelìmo pollano
dall' uno , e
origine
dall'altro luogo, anderò unito co!
Quarcmiio.
Fluunt (aquae Fontis
Elilci ) è pede Montis Quurautantie ,
vel ex GalgaRi, fuperiufque fecundum diverfi auSormi plncìta. Qjta-
ref Lib. VI. Cap XI. Pereg. VL
abbondanza loro era tale ,
ebe ferviva , come dicono alcuni
V
Scrittori
,
per far girare ie ruote di
varj Mulini,
de
veggono ora
fe
i
quali
non
i
non
vcfligj
fe
ne
degli
cdilizj.
flo
i
Se di prefente le acque di queFonte fon buone per adacquare
circonvicini terreni
,
e fe perfet-
non erano per
,
che Eliféo le fanafamarezza, la quale prc-
tiffime fono a bere
altro tali avanti
fe della loro
giudieara non folo a
i
frutti
delle
tetre, che bagnava , ma ancora guadava ì parti di quelle Donne , clic
ne beevano Hmtc Fontem olim , fearborum
ruta i non folum terra? ,
»
fidò' mulierum foetas debilitare filitum , tu itniverfumqite om.
&
fruàus
nibus morbos
re
.
,
&
pernkiem adferImi Ltb. IV. Gip.
Iojipb. de bello
Vili.
Eliféo !e fimi) della loro amarezza alle preghiere del Popolo di
Gerico con gettare in eflè un vaio
difille, dicendo quelle parole, che ci
deferire la Sacra Bibbia
fontem aquarum
& ah
:
m'tjtt
tìaec dica
aquas Las
,
& non
:
Egrejfus atl
in illuni fai
Domimu
:
t
fonavi
erit altra in eis
mon , matte flerilitas Sanarne funt
ergo aqitae ufque in àiem baite , ittxta verbali! Efifei
Reg. Lib. IV. Cap.
,
quoti locuttis est.
II.
ver. ai.
&
2,1.
Di \)iù dice Giufeppc iitorico ,
che nel tempo di Jìftatc , allorquando dall' eccepivo cslor del Sole» che
regna in quella regione , turto ivi lì
fecca, c che niente più vi nafee,
con-
1X1
contuttociò attignendo di quell'acqua avanti il levar de! So!ci ponendola ove tira un poco di vento ancorché caldiilìmo , H rinfrefea ; eall'incontro l'Inverno intepidire
proprietà, clic conferva anche a i nogiorni
llri
.
Aqtut antem ante
& aeri expo/ita
ortitm bmtfta,
feit
,
ntituramq/ie
'trarìam fttmit
&
milijfima
,
ai-ri
S'ilis
rige-
ambienti con-
Hyeme vero tepefiìt
qui t>: eam mer-
fit illis ,
pmtiir- lojepb.
De
bella Ind.
Uh. IV.
Cip: VtIL
Abbeverando a quella famola
Fontana i noilri cavalli ci trattenem-
mo per breve tempo appreilò alla
Vafca, ove fi unifcono,e li raccolgono
quelle acque , approntando dell'
ombri
fmifuraio albero
quale co'fuot rami li eftende tanto prodigìofamente . che unendoli i
di
uno
,
il
medeiimi con quelli di altri albein qualche, di) che fono qui
ftanza, formava come una fpecie dì
padiglione alla noftra piccola Carovana , confervandoci la fua ombra da
retti
i
cocenti raggi del Sole
.
Tal
Hi
Tal albero
Doni ,
fi
chiama
in
Arabo
de' quali molti ve ne fono in
ma piccoli: il legno
quei contorni,
è fortiflìmo
,
e
follecitamentc
il
non crefeono troppo
.
Fa quefto un frutto
quale allorché è palio
,
è
alquanto
limile nel fapore alle noftre giuggiole fccche ; ma frefeo c afpto , c non
li
può mangiare
.
Le
foglie dell' al-
bero , non meno che il comporto del
frutto, quantunque più piccolo , e
tondo
giole
.
,
li
La
aflomigiia alle itene giugfua feorza è limilo a quel-
delle piante de i limoni, ed è
fparfa di (pine pungentifììme , e forti,
e della lunghezza di un dito medio.
la
Di
quella fìagionc tali alberi erano
de i loro frutti , de i quali
tutti pieni
Arabi coglievano i più maturi
in Gcru, portandoli poi
falemme » vendere , ove ho io avuta
occalione di mangiarne, anche con
gli
per leccare
piacere
DEL-
PÈLLA CITTA'
D
GERICO
CAP.
1
IX.
P
irriti
di
,
che
Eliféo
>
fi
li
fu dalla
Fontana
arrivò in breve
tempo alla Città di Gerico ila
quale non è lungi da ella , Ce non
poco più di un miglio-.
Gerico fu la prima Città della
con.
Gerito
quiflat*
Terra di Chanaam , che vernile in
0KIQ de Sr '^raeliti dapo di elìere
ti'If.'~P
entrati nella Terra promella.
razione
La nar-
conquida fattane, e
della
della maniera
,
nella quale fu vinta
(
l'
abbiamo dalle Sacre Pagine a) Cap.
, il quale ne fu U Con-
VI. di Giofuc
duttore .
Ricevuti egli gli ordini da Dio»
in efecuzionc dì elfi chiamò a Ce i
Sa-
Sacerdoti, dicendo loro di prendere
Arcadi con tede ra zione ,
di
con
effi
e
fette di quelle
che tifavano ne
Giubbìlei
i
1'
che fette
trombe,
,
cammi-
naifero davanti ad
anche
no
1'
a!
alfe
arca
,
eflà-i ordinando
Popolo , che girando intor-
mura
della Città, feguitalfc
la tjtiale
re gli uomini d'
dovevano precedearme Comandò di
.
più Giofuè al Popolo, che non efclamaflè , ma che neppure parlate , fintanto ehe
no
,
non
folle"
che gliaveife
venuto
mura
gior-
"
L'Arca adunque
8acerdòti,'ur,a volta
il
detto; grida-
egli
te, ed alzate la voce-.
portata da i
giorno girava
il
della Città di
Getico, preceduta' dagli armati , e da i ferte Sacerdoti , che fuonarano te fette
trombe,- ed il rollante del Popolo
la feguirava, Continovando cosi a
le
fare per Ibi giorni
:
ì
">
11 fettimo giorno , come aveva
comandato il Signore, girarono coli'
ordinanza medeiìma intorno alla
Città per. -ben fette volte , ed alla
fet-
Iì6
l'emma girata , tuonando i Sacerdoti
trombe , diilè allora Giofuè a tutgridate ad alta voce
ti gl'Ifdraeliti
imperciocché it Signore ha data a
le
:
voi
la
Città
.
Così all' cfclamaz ioni di tutto
Popolo , ed ai fuono delle tromle muraglie , ed ognuvi s'.introduflè dentro da quella pane, preflo alla quale (i trovava, uccidendo tutti gli abitanti, che
in olia erano, fenza diftinzionc nòdi
età , nè di fefio,, mettendo a fìl di ipada anche le bcltie, dando fuoco 3
tutto ciò , che era entro la Città , ecil
be ne caddero
no
cettuandone l'argento» d'oro, ed
i vafi di rame , e di ferro , clic vennero cpnfacrati nell' Erario del Si-r
gnore .
,
:
In tal defolazione fu confcrvatad'ordine di Giofuè , fedamente Rai fuoi parenti, e le loro
ed ufeira con effi fuori
, vennero al campo degl'
ove vifléro tranquillamen-
liab, e tutti
fuppellettili
;
della Città
lfdraeliti,
te, e tutto ci» in
rkompcnd
di avere
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re clTa Rahab darò ricetto nella fila
Cafa agli Esploratori > che aveva
mandati il Conduttore Giofuè per
ollervare, e vedere la Città avanti
che
1*
Cap.II ver- i.
Giofuè poi maledille chiunque
folle pvda.. lojue
rifabbricata
avelie
dclìru/.ionc
de
1'
j
e
La
.
deferitra
dcfolazione
anno 2584. de!
1469. avanri
Gesù
accad-
Mondo
}
Crifto.
e
:
Fu
riedificata 5j8. anni dopoi g' rf
J?
l'anno 3133. del Mondo, e ri( ^'s
931. avanti la venuta dì Gesù Cri- aeriti.
ito , da Hiel di Bethcl , al quale nel
tempo che ne gettava i fondamenti , accadde la morte di Abiram fuo
primogenito , e giunto a porne le
Porte , perfe finalmente Segub ultinio fuo figliuolo Reg. Lib. III. Cap.
XVI ver. 34. compiendoli quanto
aveva detto Iddìo per mezzo di
Giofuè Maledìclus vir corani Domina qui jitfcitaverit t
aedificave-
cioè
.
:
&
rìt
Civitatem lericbo
fio fmidamenu
.
illius
In primogemio
jaciat
,
&
in
naviffimo llberorum poitat portas e-
jut.Iofue Cip. VI. ver. 16.
Bi
Bii'ogna qui por mente » che un'
p*
«/ ri"
"t»"vBaii a ' cra Città di Gerico doveva per alqneiu ri- tvo effere nuovamente fondata prifthhrìraia
A
//'f/.
ma
j0
,
ch c Hiel riedificane l'antica fuiro vinc ; mentre nella Sacra
una Città, clic
fU(r
-
Scrittura parlati di
fuflìfteva
in
quello
intervallo
di
tempo
Noi Tappiamo » che Gerico
.
avanti che
fodé debellata da Gio-
fnè, chìamavafi già anche col nome
diCittàdclle Palme vedalìciòcolà
noi Deuteron. Cap. XXXIV. ver. 3.
Oflervo pertanto , che iimil Cit(à, Gvitas Palmaram trovali urea cento anni dopo la fua prima deflazione nel libro de' Giudici Cip.
;
IH. ver. iji in potere di Eglon Re
de i Moabiti..
In un altro luogo fi ha come cffendollata ragliata la metà della barba
Ammoniti agli Ambafcktorì
che aveva mandati David per condolerfi con Hanon per la morte di fuo
padre , ed eflendo quella una ingiuria , ed un affronto grande , e verge
dagli
.
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gnandofi eglino di tornare da Ds»id>
così sfregiati , elfo comandò loro )
rellaflèro in Gerico timanto Cile
cflt folle
nuovamente
tum maeiàtam
crefciufa
David,
èffet
occurjkm -eerum
erant
;
eir
David.' Ma/ieiè-Uii
i
,id
Qiwd
mijit »*»
enfiti
viri
& mandavi*
Bmfitfi rarj>inr-va/tfo,
kne^-den»
&
crejeat barba vefira ,
tunc TtuSttiA
mìni. Rsg. Ltb. lt. Cap. X. Wr! s.
- .QuaT
flai
che
Città pertanto fafà q«t-
qui. trovali col
nomedrGe^
rico, dopo la dcftruzionc di attillai
vinta da Giofuè , éd avanti laTiedi^
ficazione fattane da- Hiel di B«~
he*? biibgha adunque, credere , «he;
altro fìio foflè flata già fabbricata: un'altra- Gerico in qualclie^i-?
ftania dall'amica :Città ,-e- ftiofpde)
in'
.
i
Hioi-fondamcnii;
'
'.
i\*jolj
i:. c
Che vi iia iìata. una vecchia
0 una nuova Città, li può beh
congetturare da- quanto ne dice'Fla-'
vio Giufeppe Lpadando delleacrJBe,
che icrano .Vianet
a"
Gerico-.,
« cW
furono rilànatc .da'.Elifdo, «.delle:
filali
nello fcorfo Capitolo
itopeaffr prope
fecimen-
Burkbumem
rigandifoke àrvìs
$ Mpiofut
iaXta Urbem veterem
rMrts
,
,
qjtUm
bfflorm
lefits
hi
Mtr , v i.
filini
fiato, He-,
Ditx, pri/oam
GhangnawrutH ter*
vecchi» Citta di Geticori-.
fu da Hid tornò ad
tènde itili fabbricata die
Vticbié
clfct» abitata ,
flSJlt
Nave
exerfitus.
foHL-
iftór-
,
Himttt
jitte- beili ctp'tt ÌH
ÙHWW**»»
,
cdivenne'in
aylpref-i'
«:««ia»^ Vcfpiliancr
liiKiilhuIìb circa
^anjiò <S di No1
o furono tagliati a
i
abitami . che non
avuto campo di ritìrarliue"
Giu(> Alanti verfo Gcraiilenime
Csppe litor. Uh. K£ap,Ul Scùanu
anni dopo fa reftaurara da Adriano.'» fefofferte poi altre trifte vicenda fu ..nuovamente riedificata «la fa
Crlftiani j e a tempo de i Latini divenne Città Vedovile - Gugltslm»'
èiTm,lib. XIV. Gap. XII. Efli.h..
potaci, poi nel facolo XU. e fu alft<o
i
Signore,
p*rt»Ì ratti quegli
awetfaiMi
.
1
Digilized bj
JagC Infedeli, ne mai.
lo»
^
-, 'a
più rifabbricata.
i&
Città di Gerico tu aflegna- _
Beniamino.:
-
.
'
.
«wTnjM
TriW-'di
ta: alla
Cap.
XFIIl neh u. Secando Plinioi/. BtmamiToparcMo delk,"-^"-*
Reliqiia ludaea dividttttr hr''^
;
fn aria delle dieci
Qmd&i,.
Toparchias deeem , quo dicemns or* gì*4*
/Une : Hiericbautem palwetii eonjitam
«*. Lik V. Ctpi XiK Àacbe
l'Htorico Giufeppo la nwrte fra-lè
&>t.
Toparchie dell* Giudea ma notili,
che fecondo la fua: amlìono erano
undici i mettendo fra eiTe Gérufalenirne , Dome qotflla v che ptefedefii i»
file 'Sdire, dieci, fe utidecim atttem
i
.,
.
1
'
quorum prima- tH^;:.
rthtmi q'ttod otmet HierafclyMol ;v.'."
rum Civita* ,
'nsmV /«rw
«er acsolas eminens > w/»r caput in
firtes iemja è&:
'
'
J*
; <\
v.
torpore
bfepb.
Caf. IV.
ili.
;
.
\$>e Bello
Ità.
Ub-
•
'
queftà Città firuata in pia-
nura più verfo di Tramontana dai
Monti » che la circondavano in qual'
&J
z
j„,*'
IJ*
che diftanza
-ss
Auftro
Ponente;
al
al
,
"'-venti ftadj,
migliai
.
c
t
wgì*u>
V
'
dall'
",?.]! i,;<;
Settentrione.
H:giro delle fuc mura fa ;prù di'
che farebbero ifopcatfue,
fino
!
£«4. J7. T.
mezzo
di circuito
.
»
.
Eptpban. adver. Hittref
Il Cap. XXXff. .•'•Av;;v
5".
.
Convengono
tutti gli -Scrittoti»
della fua diitanza di ftadj .150-
M
Gerufalemme , e tutto il quale fpazio.
di cammino , come dimoi trai al C.ap.
_
.„
«i«
VI. è deferto, e folitudine.-.-;] ari.»
„ .£ Elia Profeta pa&ò già di qiio«r'ftì Città prima di effere tripartì*
itrit fo«
to
Cielo. Reg.
al
tìngmze
"
(
^'"ftato
g
ivi
'\
W.
IV. Cap
Ji
Elilvo vi àbitava ellcfld<*,
accolto graziofamente da-t
gli ahi-antì
.
rnf-o Cip.iv.
ft/s/'è, <fe
:
,
fio» Ub.
iv«-5m 1;
.
K
vm
Sani maritarli riebrifegn arano
nella Città di Gerico a gli Ebrei, le
duemila donne ( fanciulli , efanciul-
Je
I.
che ad
,
"
fa,;
ta
,
e 016
Obcd
f.i
.
avevano tolte in: g»erper coniglio del Profe-
ellì
il
quale nùnacciolli dell
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dèi
ira
Signore,
della vittoria
ti
concerta
-loro
,
efendoli sbafache Dio aveva
inoltrandoti
,
trop-
po crudeli con una inumana
ftrage
U
Cap.
dì
-
Ebrei
XXVIIL
Lik
tarai.
'
.
.
Giuda,
Marnarla figli di Sie uendo venuti in
e
mone Maccabeo
Gerico, furono
fatti.
uccidere tutti»
tre per tradimento di
Tolomeo g©-
detto Simone in occafiono
un convito da lui ad elfi qui pre-
.nero. di
di
parato
Jiel
piccolo forte chiamato
Dodi. Machah. liù.I. Cap.XVI.ver_,
t6- Anche il; Gran Sacerdote
15-
&
AriAobolo giovane di diciotto anni
finendo in Gerico t ed ivi bagnandogli, per foUazzo ,
fu per tradimento
fìtto annegare da Erode il Grande-,
diicai era cognato y avendo per moglie Màrianne
che era forella del
detto
giovane Ariilobolo
Aa. .lui.
.
hfepb.
Uh. XV. .Cap. IlL
Detto Erode nel mentre che
;
;
•-
già era infermo nella Città di Gerico i arrivò indie all' eccelli* di .fare
I
!
ivi
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uccidere
ivi
il
fuo figliuolo Antipa-
nia dopo cinque giorni egli
i
jnedelimo fé ne mori in quella Città divorato da i vermi. Gli furono
fatte lfi,Elcouie>. e fecondo li
Sui
ìa volontà tu fepolto in un luogo
chiamato Eròdio dittante otto ftadj,ofìaun miglio da Gerico. Nel
tempo medelimo Archeiio , che era
preferire a i funerali del padre, fu
lofepb. Aut. BuL Uh.
Jalutato Rè
tico
.
XVII
Cap. X.
é-XL U.
...
Noitro Signore appratii mandor
A-a quella Città , incontrò un cieco , che (lava filila ftrada accattantutto pieno di fiducia
fupplicò elio Signore, che gli defle
la vifta » al quale la conceffe in ri-
dovi! quale
compenia
della
fiies
Et Iefiit
tua te fai-
Gip-
XVUl Wft
fede
fua
dtsititli: Refptce
mumfecìt.
,
S. Ijxc.
.
41. e ufeendo dalla Città ne guar*
altri due/* Matti. Gip- XX. ivtx.
degnò Noilro Signore d'uV
lulìraw la attàdvGexieo coUafus
Si
ivi.
;
l
prc-
Digitizad by
Googl^
prefenza
>
e di glorificare in partico-
Cafa di un Pubblicano Circondato egli dalle turbe andava per
Gerico > e Zaccheo Prìncipe de j
lare la
.
Pubblicani
,
uomo ricco ,
e facoltofo
elTendo di piccola datura, c bramando
di ben vedere il Signore i afcefe perciò l'opra un albero di Sicomoro::
ove ellèndo flato villo da Noftro Si-
gnore t gli diile , che fubtto fcendeffe , mentre egli farebbe andato ad
abitare in fua Cafa.! ed egli immediatamente difcefo) ivi lo accettò pie*
no di contento , e allegrezza Et tum
veniffet ad faim fafpkient kjus vidit illum t
dixit ad eum Zaehaee
fefl'tnans de/tende.: quia hodic in Doma tua aptrtet me ieanere ;
fefii:
&
.
&
nans defiendit ,
ettcepkiilim g*#6.
dcns.S. Luo. Gip, XIX. ver. $.
Q&ì àìflz Zaccheo ai Signore , che' 1»
&
metà
delle fue ricchezze , e beni 1'
sverebbe data a ì Poveri , e che fé
egli avene defraudato q .alche
cofa. ne renderebbe il quadruplo-,
Mid. ver. 8. per il che fi meritò
mai
1
4
«
pendono. Alt lefas advum: Quia
domui buie fatta eSl
quod
ipfe fi/itu fit Abrahae-.
il
hoaie falus
&
co
ibid. ver.
at^Lì
^ aù*" a
9.
-fcrode
Ottico ti-'
traila flia.in
1'
Afcalonira aveva fatto
Gerico un Palazzo di fua abitafpìrito
il fuo
' e fecondando
raagnifiecnza aveva anche abbelCittà di Teatri, ili Anfiteatri,
ziorle
'di
lii aria
"-^1
l-.-:Circhi.
GiulHniano Imperatore vi reir-ftauto una Chicli , che vi era dedi-
-e^di
CkitjZ
Si*d«it
,
»i>«
-
'
-.
-
-
GiX^m"' 3
alia
Uadonrla
'
e0
™ P urc
11
ivi
riordino, e meflè in miglior grado
Spedale. Pracopim de JEÌlìficùs
'.<
-lafiin. I.ib. V. Cap. IX.
no
Ne' tempi, che regnarono
^'"*'Gerufalemme i Re Latini , furono
r™
uno
Mmtftri-v
t„-
,
in
in
di
^"-Gerico tre Monifterj, che
,
V altro di Carmelitani^
«d .\i rerzo di Benedettini La Cat'te Ira le era dedicata a S. Gio. Barila,, ciò rilevando io dalla Siria
Sagta dell'Abate Terzi Cap.. LXl
fewrfffriw Balani
in (ittico
.
.
ove dice di aver
liria .da
V:
>
tal hoManofcritro.
eftratra
un' antico
.
Qsat-
Digitized by
Google
Quattro fono i Vefcovi, che li trovano intervenuti a varj Concili
N
w
j cwi/.'j.
olirò SiGennaro l'anno 325. di
gnore ii fottofcrille nel Consilio Niceno Maerò all' anno j8 1. nel CoGiovanni /ìmilli ami nopo lira no
mente nel Coftantinopol ita no dell'
anno 536. e finalmente Giorgio all'
.
anno
fteilò
;}6-
vedeli fortoferirto
nel Concilio Gerofolimitano
Gecko chiamnìi prefenremente stata fidagli Arabi Rihha , che vale Odore
f"»f &
AdefTo pailàro è ogni fplendore di G*r"*"
quella una volta nobile Città , cele.
non
folo nelle fagre lilorie coancora nelle profane
L* unico refto di fabbrica , che
vi li vegga , è una fpecie di torre , della quale-è demolito l' ultimo piano >
che pare' poter elfcr fervira per
Chiefa » ma non ve ne fono fcgnali
più che ranco..! Criftiani della Pa^
tellina vogliono , elfere Hata quella
fabbricata nel luogo , ove era la cafa di quel Zacchéo , rammentatoci
bre
me
da
S.
Luca
Cip.
XIX.
Del rimanente più non
lì
veg-
gono
in e(Ta nè edilìzi , nò palazzi;
e folo alcune poche miferabili capiuttolto che cale , fono il
,
Jianne
ornamento, ed ove abitano deArabi dei più mefehini, che appena hanno con che coptirii Neppure lì veggano alrri rimafugli delle
Tue rovine , fe tali non volemmo
ilo
gli
.
confederare
fatò
.
,
elTere
certi
monti
di
e qualche veftìgio riniafo del
folio j,che
contornava
Je
mura.
DEI-
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DELLA PIANURA
.-
-,
G
E
v
i
R
I
C O,
..CAP.
/"VUefto
1 1 pnìe
X.
fieno giorno 13. ài Acirci mezzogior1 7(S7-
at avendo già ofemu, e
deplorata. Vedietna miferabiì: condizione, della Città di. Géttco , ci
V*-n.
i noilri At rendimenti
qi^U» vada Pianura
non malto lontani dalla deferita
.trasferinuno.a
preparali- ia
Città.- :<.<-•
bn
.
-it:
j.':
Appena qui arrivati n coniegnarono iooirri cavalli* quegli Aralerantè. cbttveniyano a penderli,
do; loro al folito le briglie , lenza
orendcTcorw noi cura maggiore.
lacerto iftello mentre amrt^J^J'
Ja gran Carolina woipofla d! "rea o-itùni
...
'
;
;^
^000.
QntMJli.
4ooo. Criftiini Orientali, h quale
era preceduta da dugenro Arabi a
cavallo, che venivano in qualità di
fcorte
l'im
,
elfendo feguitara da! Muffe-
;
o
fia il
Governatore
Gern-
di
faiemme , il quale aveva in fua compagnia cinque Bandiere di fuoi foldati a cavallo
,
vale a
dire
circa
cento pedone, con altri della fua
Corte.
Al fuono di varj finimenti aila moda Turca, entrarono nella
Pianura di Gerico ; frattanto che
moiri di quei Soldati a cavallo tanto Arabi, che Torchi fi -metterò a
gioftrare davanti del Muffelim
, chi
correndo da una parte , c chi dall'
altra i- facando vedere ognuno la fua
particolar maniera nel maneggio de
i
i
cavalli
"
la
::
.
Qaì
-
«
.'
,
.
io ebbi hiogò di foddisfà*
mia
curiolità in vedere al paragono la maniera di cavalcare, edì
,
-o
"•>
*
maneggiare
'
tà \ che da
no
befl
•
cavalli tanto dagli AraTurchi ; giacché ognumontato faceva i' maggio:
i
i
,
risfor-
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sforzi
ri
per
fuperate
V
altro
.
lu offe r vava adunque la comporta maniera Turthefca ^ e la beli»
. colla quale poiibn o piccarli ì
grazia
Turchi- di cavalcare
;
dall' altea par-:
te la fcòrapòfta: maniera degli Arabi
ma
,
il
maneggio,
ioro maggior ardire nel.
maggior
e la loro
là neiiarcorÉt.
*<.
;>
veloci-!
cl-i-.-
Q
-•>
Gertamente che^ più bel ; rir.
fcontro di quello, non poteva desidemeiwre i. Turchi. procuravanodi comparire i più bravi non tanto
per elfcfc^fotto gli occhi. del lor
Maggiora» quanto ancora per una
:
'
A«
'
1
,
:
rarli,
,
patticolar gara, che vi. è fra eflì, e
Arabi 4 e- dall'altra banda gli
gli
Arabi baldanzofi , e lìcuri di quanto portano compròmetterfi de i loro veloci dettrieri, non lafciarono
di
farli
icre
.
.
maggiormente ftinrnre,.eva<)
r,
Arrivato
il
i
ih ..Ini
Governatore, allac*»/!;**.'
;•
fua tenda
fu Cubito fpedito dalla '» fu"
parte de i Padri di T. S. e degli alJfm
Rragooianno ac- ff„jn.
tri Europèi :un
M
f^
:
il
.
cosà-
t*rf-
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com pagliato
d a du c Giannizzeri tut-
a cavillo t i fargli -un corapJimtnquale;
to per il fuo. felice arrivo
ti
grazi sfamante
accertatolo
iiikz' ora
lo
re
fo di
Cwif
mandò ancor
Rtìì-.ì
'-
ir:
.
Quando
jf r».
,
dopo.
elio a caval-
un Giooadar uomo della fui Corii alare l' iftefia aitenzijiie </&-.
fi
;i
1.1
:.i
2
,i
5.:
.
il!
arrivo-in quella Pia-
mira trovammogia prepanuekTen-
dormano
deyflftó
TtnimYt
gianwriti
r
<fidti
:
fcrvire
di
allog--
tanto alla nofira Caascari a Quella de'.
quanw
rovana,
gli'-Oriimtèii-GriftiaBi'v^dalfiover--;
a- gli Arabi
avendo oaichcduacr pMtWaro »
mandarle qeàlèhò giotna i<anttópa3 < <l(\.ji';ritid
ramente
narore, e <fìl*g*ixe,i-ef]
;
fteflì,
.
Difttfndefi tale AooamfrimcntCT
nella patte Setrentritsnato dell* Pia^
più a Ponente 'tónlidcmira-*,
HA
da Oriente a Occidcrw
attendamenti dUtMfltfelìm i
degli Arabi reftahò a< Tramar^
rana ; dopo no vengono quei de <i
Rdigiofi dt T. S. o'fiftnfr gotgfide'
randola
-«wiV *'*'JG8
1
'
'
-;>w3
gli
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/
Europèi
gli
altri
,
i
4l
c finalmente tutti gli
andando Tempre verfo Auilro
I
cavalli fon rutti intorno
al-
per accomoda,
poco fopra di terra
delle corde in quadrato raccomandate negli angoli > e ne i mezzi a va-
le tefpettive
re
rj
ì
tende
quali tirano
pioli, e a dette corde legano Ì
la cavezza in poca di-
cavalli per
uno dalf altro, e qui fe ne
Manno fenza efièr loro mii cavata la
ftanza
Arabi deiìiniti alia cuftodia di effi penfano a dare ad elfi da
mangiate fecondo il foliro una fola
;
volta per giorno
:' J ''..
Cinque padiglioni erano ivi
deftinati per ufo della Carovana de
il maggiore era per i Rei Latini
ligioli; uno per noi EuropÉi fecolari ; un altro per i Criftiani focolari
Il
Latini , ma' Orientili di Patria
quarto per le perforte di fetvizio ad-
fella, e gli
.
_
;
.
dette alla T. S, ed il quinto fetviva
di cucina , e difpenfa Anche
le altre Religioni avevano le loro
varie tende diftribuite per i Religio.
ad ufo
.
fi
»
per
i focolari
,
e per la loro fer-
-:, ,lJ:VÌoe procuratore di T. S.
era.in quanto a noi il noiiro MagugU ordini del quale Infogna-
gioro
va cfegaire
.
1
tutti gli altri
Greci
ci
.
Ma
,
gli
Armeni, e
Criiliani
rendevano ancor
refpettivi
elfi
Scifmanct
ubbidienza a
i.
loro fuperiori Eccleliafti-
tutti
riconofeerc
,
iniieme poi bifognava
dirò così , per noftro:
Genqraici il Governatore Turco a
i comandi, del quale ce ne davamo,
in tutto ciò, che riguardava i movi-:
..-<
menti della Carovana- ;
fia per antico coftume , o
perchè i Padri di T. S. fpendono
meglio, il che veramente non fa-i
.
:
O
prei dice, noi
eramo
inteii
datMuf-
preventivamente di ruttociòima tutti -i cenni ci etano dati a -fuo tempo col
fuono. .del tamburo , mediante ih
quale dovevamo intendere le ore di
ritirarli alle tende i quelle di prepar
tacci , eqaelie, che fi doveva cavalfclìiw
che.ii doveva fare;
:
ì
li
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momento , che dovevamo
care, ed
il
menerei
in
marcia
ni di cognizione
;
eflèndo
tali
cen-
dei refp etti vi Dra-
gomanni.
Fra le tende vi fono conrinovamentc non fola i Giannizzeri di
fervizio, che fanno guardia, quanto ancora divedi Soldari dalla parte
del Governatore, per oilèrvare , che
non fogliano feoncerti
tra
Pellegrini
i
,
torno
alle
,
o
difputc
coinè
fcacciarc quegli Arabi
,
ancora pen
che girano in-
medeiìme per accattare.
Tutto il commelHbile per noufo era qui flato mandato antecede n rei ti ente da Gerufalemme ; e
d'ipo aver fatto quefta mattina un
ragionevol delirare, ce ne andamftro
mo
diihibuiri in varie
fpaftb
donc
Ì
compagnie
a
per quella Pianura oifervanfua fonazione, e dilettando
fopra le varie cofe
fi
prefentavano a noi
la
noftri occhi
che
°
allora
La Pianura
di Gerico è
tornata in femicircolo da
K
i
con-*"*^
&
Monti mra
del-
Gerito-
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14*
Giudèa , i quali fi eftendono dall'
Settrnmone , alcuni de i quali declinando ver.
fo della medelìma, formano come
una fpccie di teatro. Hierkbus eli
Minibus c'trcamdata , quae
la
Atìftro a Ponente fino a
planicies
in Tbeetri fptckm ed iffam alìcubi
declinai. Strab. Lib. FI 11 Fiume
Giordano, che le Icorre a Oriente
ne è come il diametro i che la divide di i Paeli , c dalle Pianure de t
Moabiti > le quali fono dominate
,
dall'alte
Montagne dell'Arabia Pc-
Dette Montagne fi prefentano
Pianura di Gerico nel più gra-
tréa.
alla
molo profpetto
,
fentbrando
l'
ellre-
mixh delle loro cime tirata poco
men che a livello , fenza che li veggano quegli ahi , e baffi , che ordinariamen:e fona fra i Monti.
Trovandoli tal Pianura così
contornara, e quafi tinchìufa da tanti
Monti
aiti »
e
Iterili
,
è
perciò
dominata dal più cocente calore»
a fegno tale, che, quantunque noi
fufiùuo verfo la meià di Aprile, fi
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fofTrl in qoefto luogo un eccellivi}
nè vi è da fperare follie™
;
dal vento Affrico , il quale quantunque iia benigno per altre parti
caldo
Sorla
della
non porta
>
e della Paleftina
refrigerio alcuno
,
qui
,
men-
tre travcrfando per tante terre aride, efecehe, egli è piut torto caldo;
io
che ebbi luogo di fperimcntare
medelìmo , avendo in queft' an-
no
principiato a farli fentire alquan-
il
to anticipatamente.
Dell'enervi in quefla Pianura
crudo dell'Inverno piutrouna Primavera , lì raccogb'e andall' 1/lorico Giufeppe : Tanta
nel più
flo
che
efi a'érii
cimi in
gi!
,
cireimfuji temperie: , ut
ludaeae fartibus tin-
al'tìs
bk
linea vefte utantur indige-
nae.lofeph. de Beilo Ub. V.
Caj>. IV.
L' eiteniione di quefla Pianura Ffiafar.c
è di circa venti miglia in lunghezza j e di circa dieci in larghezza .
"™
f
t
Terra , five campeftrìa Hieriebe
,
longa
cho ,
,
,
eft
lataque Planities ìntcr Hteri-
lordmiem kngitudims
K
i
ere-
ut
trcditur
decem
di
vigiliti
,
circiter
Montibus
T. S.
latitudini*
,
Uh-
YL
.
ver»
cemclufa
miUuir'ta
& aqms
,
Quarefm. Elu-
Cap. X. Peregria.
VI.
éorttvzr, di
"" 'rs*i
Furono gii in
Gerico, e vicino
deiima varj Calteli!
aitri
Cria,
luoghi forti
,
,
quella^ Pianura
alla
e
Cini mc-
fortezze, ed
c ben muniti
,
de
quali Pompeo due ne diftruife l'
uno chiamato Thra\ , e l' altro Taurus Ac quantum omnino pondi latroloca , ubi
vum recepiscala dir uh ,
Gaza Tyramorttm recondita erat ;
quorum d'io Tbrax , atquc Taurus
i
.
&
in Hitricbmtis ìngnlfu /ita
erant
XVI Di un altro Cachiamato Datone ne fi men-
Strato». Uh.
rtello
zione Giufeppe Iftorico nelle fue anGiudaiche Lib. XIII. Cap XIII.
tichità
e net Lib.
I.
Cap. VI.
della
Guerra
Giudaica. Ed Erode l'Afcalonita vi
aveva fabbricata uni buona Fortezza chiamata Cipro in coniìderazione della fua Madre Cypris. Nee«ornine Matris heum wxta
non
&
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149
miminone,
Ql>rum noUà. XVI.
Iht'rivhinttem scdlUsvis
£f
optimum
detiiiciiiis
,
,
mingvit. lojepb. Aut.
Ind.
Cap. V.
Fu
quella Fortezza dulrutra da
alcuni feditoli folto il Re Agrippa
II.
antan compre bende atei
qnod nppiihitar Cyprus ,
St-ditioji
prui-lhìium
,
immilli- iìs J:,;i!;us i Ir.-yk'jiii.'tis
des
ta
i/ttidcni
inìerfecerum
autem deftruxerunt
Belio Imi. Lib.
II.
.
,
etisia-
mttnimen-
,
lofepb.
De
XX.
Cap.
Un altro Cade Ho trovo enervi
fiato fabbricato da Vcfpailana , allorché offendo in Gerico vedeva, che il
popolo di Gerii fa lem me penfava a
tombini. Idemibtd. Lib. V.Cap. X.
Le acque della fonte di Eliféo
A*th»
fopra deferitte al Cap. Vili, feor- tmdizìmi
la Pianura di Gerico per il
tratto di fettanta fladii in lunghez- Geritoza ,
e di venti in larghezza , e
rendevano tanto fecondo quel terreno i che bagnavano , che vi erano
revano
mantenuti
orti
.
Vili.
delizioli
lofi'pb.
De
K
,
e
Beilo
3
fecondiflìmi
Lib.
V. Cap.
Su-a-
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Straberne indie
prima di Fla-
vio Giufcppe aveva no:aro, che le
campagne erano fertili per le
acqoe, dalle quali erano irrigate per
fpazio di cento ftadu, e che erapiene di abitatori Louis ferax ,
Ptilmìs ahmdans , fpacio centum fiadette
I >
no
.
dtoritm totus irriguus eff,
babi-
Str abati. Lìb. XVI.
tatoribtts pknus
La fecondità procurata a q/;efto fpazio di Pianura per mezzo delle dette acque fu per opera di Archelao figlio di Erode il Grande ,
che ve le divile in più rufcclii per
adacquarne più facilmente i campi.
Stimi aquti Arche/ans Taparcba H«.
rodis
fittiti
dediixit
in
rivos phires
ad irrigathnem Campi , Pratoram
Pa/marum , cannarum meilis , àr
Ibrtorum fcr'tcho. Adricom, pag. iy.
Tutto il rimanente del terreno) che era dalia pane del Giordano ) e del Mar morto > era fecco , e
&
Aerile
Ad hrdanem -vero
cum Afyhahiùn humiiìns quidam
.
folum
j
,
ee qtit tamen dejertum
,
laejl
atque
ìnfru-
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infingiferum. Iofipb. de Bello lìb V.
Cap. VIU.
A'
noftri dì
molto minore fpa-
zio di cerno iladii è quello, che li
*ll'™"
int
ivi frutrare , non ellcndo coiti- Ài
vaia quella Pianura , fe non in quei Pi"""" contorni più precifamente vicini al-
vede
Fontana di Eliféo , c porzione di
quel poco di terreno, che renava a
la
Settentrione
del
noltro
mento, eflendo tutto
falvarico
,
Non
feorrcndo
e incolto
vi è
non
Ciccia
accamparimanente
il
.
Autore
ridia
produzioni de
,
il
fertile i
quale
,
di- D'i
un.
e delle }*"•-
,
campi di Clerico .
particolar menzione del
i
Balfanio, cncn'j nafeeva. Ciiufcppe
Monco dice, che fecondo la comune opinione invaila Ira il popolo,
l'
era
quella,
dalla
pianta (lata già
portata
Regina babà in dono a Saloallorché avendo ella Tentilo
e dcùde,
mone,
parlare della di luì virtù
rofa di vederlo, venne fino dall'
Etiopia in Gcrufalemme. bfipb. Aut.
lud. Lib. Vili. Cap. VI.
K
+
E'
fla-
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E' itato da molti creduto
non
albero
queflo
fciuto in
iia
parte del
altra
mai
,
cbc
cre-
Mondo
non in Giudea , ma tal feniimcnto non incontra l' approva/ione di
ognuno: e gli Arabi vogliono, che
quella una pariicolar pianta delfe
(ia
Arabia felice
ro , che anche
l'
fee ne
i
Monti
;
,
rapendo noi da lotempi noftri cre-
a'
e nelle Pianure ver-
Mecca, e di Medina,
maggior parte fenz'arte umana,
ovecchè quel;
lo , che era in Gerico, aveva bifugno
fo le Città di
la
c
fpontaneameme
di ellcre cullodito , e diligentemente coltivato , acciò non d^gencrallc :
e la giornaliera clpcrlenza ci dimo-
erà
l'ifteffo
anche appretto di noi
verfo alcune piante , le quali trovandoli in terreno forelìiero richieggono una particolare attenzione, c
Continovò ad cfTere qui coltivato an^hedopo la conquida, e definizione
Città di
fatta
da
i
Romani
come
Gccufalemme
,
della
chia-
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.
ramentc ce lo dimoftra Plinio
,
Liù.
Cap. XXV.
In progrcllo di tempo fu trafpotrato dagli Egi/j in Babilonia d'
XII
Egitto j che è la prcfcnte Città del
Cairo Procedente* miteni tempore
ab JEgypt'ns trans hit um eft in campimi rivitatts /Egyptia, quac Babilonia nwicupatur.
Vttrìacut Hi/!.
Hierof Cap. LXXXV.
Quelli eccellente pianta , fe-
condo ì naturalìfti , crefee
za dì un Melagrano , a cui
all'altezalfai
fomiglia ne' fuoi rami lunghi
,
af-
fi
e Infil-
fono tivciUti radamente
, i quali
di piccole foglie, quali lìmiti a quelle della pianta di Ruta , ma colorite di
zi
un
bel verde.
Il
legno è fortìccio
dì colore , ed è gommofo , ed il fiore , che è piccolo , e bianco , ha un
gratiflìmo odore.
Il frutto è un piccolo nocciolo
ricoperto fcnipliccmente di una pellicina fecca , e bruni ; contiene una
mandorla
,
e talvolta
mancando di
quella, allora in fua vece trovali
noe-
il
nocciolo pieno di un liquore giallaamaro, e piccante.
Ne i meli di Giugno, di Lu-
ftro,
glio, e di Agofto
no
gli
Arabi incido-
col ferro quello piccoi albero
,
c
n'eflraggono poi una liquida ragia.
Si vede da ciò , che adeflò quei
popoli fendendolo, non ufano più
quella diligenza , che fenteli folle
prima praticata ; e ciò fari forfè perchè le piante, chenafeono nell'Arabia , vale a dire nel iìio vero fuolo ,
non richiederanno quella diligenza ,
che volevano allora quando nafeeva-
no nella Pale/lina ; le quali affinchè
non li feccalfero , era necclfario d'incolla picrra
col vetro , o
colicllo d' olio , ed in olrre
Infognava anche ofiervare , che l'innon folTc più profonda della
feorza , o corteccia dell' albero ; le
cime per altro de i rami , teftimonio Plinio , po'evanli potare anciderle
,
con un
cilione
che col ferro.
de,
Liciti» tur
offìifvè culte Ili s
ta/ìa
odit
.
.
Emoritur
vitro
,
lapi-
Ferr* /aedi vi'
protiiitts , ea-
dem amputati Jhfervotua
mantis
Incidenti s
fatteti*
librainr
4
artifici
temperamento nec quid ultra tortiesm violet. Plin. Lib. XII. Gip. XXV.
11 fugo j che n" efce dall' alberetto del Balfamoi chiamali OpoB a! fimo ; il frutto Carpo-balfamo ,
ed il legno Xilobalfamo
L' Opobalfamo è la parte più perfetta» ed
è bianco quando Milla dalla pianta;
,
.
diventa poi verde > e indi color d*
oro ; ed invecchiando prende finalmente un colore alquanto (òmigliante al mele > e li condenfa come la
trementina di Cipro 11 tuo odore è
grato ma è altresì penetrante ; ed il
.
.
fapore è amaro
Nel Balfamo
a noi viene
,
li
,
che
dall'
Arabia
trova fpelTo dell' in-
ganno Certa cofa è f e tanto dicono
gli Arabi , ed i Turchi , che tornano
.
dal loro Pellegrinaggio della
Mec-
ca! e di Medina) che quelb Pianta fomminiftra pochìflìmo di quel li-
quore, che,
Balfamo
.
come difli,
chiamali
Opo-
Conliile perranto la fro-
de
de nel mefcuglìo , clic di elfo fanno
colli Trementina di Cipro, c tale
alterazione è opera de i Turchi
Haggi, o (ìano Pellegrini, che fanciò appena rornari dalia Mecca
o in Damafco , o in Aperciò allorché alcuno volere Bali'amo veramente fchìeno , hiL;j ricrebbe, che li trovalTe in qualchc-
no
in Cairo
,
leppo.E
dana
di quelle Città
all'
arrivo del-
la Carovana dall' Arabia ; ne ciò farebbe ballante fcrcza avere una perfetta cognizione del vero Opo-lìaiTarilo > iii-jii-rc la uiagijior parte , che
i Pellegrini portano dalla Mecca , è
il
fugo dd k^no i de i rami, c del
frutto cftrauo a forza di fuoco, il
fjjile l- d' uni q ulità fempre inferiore a quello, che naturalmente cfee per inciiionc dall'albero.
Per diftmgnere
vi
Ila
altra
fe
nel
Balla:::.»
mefcolata della Trementina
gomma
vn vafo
;
lì
di acqua
verfa
,
il
il
,
o
liquore in
quale in un fu-
abballi) poche dita,
ed immediatamente torna a galla, fi
bito precipita
fcio-
zegby
Co okie
^
fcioglie,
c
fi
poco dopo
mefcola con effa , ma
dall'acqua, e li
feparali
coaguli diventando bianco conio il
Jane. Allorché relitte a quella prova è certo , che ì! Ballarne, farà lenza mefcuglio di Trementina : ovecchè quando fari fjlfiikaro, mettendolo neir acqua , onderà frinirò a
rondo, e lì reiteri appallottolato
fenza tornare a galla.
Il
Lemery nel Trattato delle
droghe fempliet chiama quelli Pianta coi
nome
di Balfamo
Giudaico
,
e feguitando l'errore dialtri,egli dice,
che è un arbofccllo, il quale una
volta nafeeva folamente nella Pianura di Gerico, ma che quando il
Gran-Turco conquisola Terra Santa , ne fece rrafportare lutti gli alberi, che erano nella Giudèa ne i
fuoi giardini del gran Cairo Ma per
altro di prefentc non trovali pià
neppure ivi.
Nafeeva altresì ne i giardini di^""
Gerico il Cipro, picculo albero ,X*ic/3nc
che in Ebraico chiamali Copher.
.
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(Calmet
pianta è
ali»
voce Cyprus
comune ne
i
.)
Quella
giardini dell'
Ifola di Cipro, chiamali ora Kennà,
del quale parlai al T. I.Cap. I. Fre-
quenti erano altresì le piante de i
Mirabolani, delle quali anch' oggi fc
ne nuova qualcheduna
Ab condannili me
Mi'
pjiae.
furono
ftelTa
e fertili vi
,
Palme, per cui la
li vede in più
Sacre Carte chiamata
altresì le
Cina
luoghi
di Gerico
delle
Civitas
Palmarum
XXXIV.
ver.
}.
.
Deut.
Indie. Cap.
Cap.
i.
ver.
XXVUl
ver. ^.diIteflb
Flavio Giufeppe
nel Liè. V. Cip. Vili, della Guerra
16. Parai. Cip.
cendoci lo
,
Giudaica, ed il medefimo troviamo anche in Strabene al lib. XVI.
ed in molti altri Idonei Sacri , e
Piofani ; e pure anche di tali alberi
pochiflìmi io ne trovai in quei
contorni , e fola vidi varj polloni 1 i
quali fpuntano nuovamente dalle
antiche radiche. La maggior parte
Palme , che qui vi erano , fono Hate tagliate per farne delle rradelle
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vi per fofìcnere le rafticali capanne
di quegli Arabi) che foggiornano in
quelle pani.
La Palma, fu chiamara dagli 0e rlr;x im ,
Thamar , da i Greci Foenix ,a,iu Ptimt
Ebrei
e dagli
Arabi Nachla. Si e (lolle co-
munemente molro
in alto, c parti-
colarmente quella di rronco Cottile,
ove che le altre , che lo hanno graffo
,
fe
.
e robuilo fi mantengono più bafIn Soria crefeono facilmente ; e
,
dopo cinque
,
o
fei
quali aìl'alrezza di
anni afcendono,
un uomo.
Il tronco è fcagliofo , le quali
fcaglie provengono da i rami, che
ogni anno
tagliano , acciocché li
follevi più prefto in alro
Porta i
rami folo in cima , o lìa in reità del
tronco , i quali fon rivediti di foglie , che nella forma li alTomigluno ad una fpada, e guardano femfire terra , eccettuati quei rami , che
ii
.
puntano dal mezzo dell'albero, i
iì mantengono diritti, finian-
quali
tochè fpinti dalla nuova generazione dell' albero, ii dilatino, evenuti
prò-
TfiO
provetti prendono ancor
elfi il
nie-
delimo pendio.
Sotto i rami, e precifamenre
tramezza quei, che fono Ilari tagliati
nell'anno antecedente
,
elee
i'
Kla-
ta, la quale è una invoglia grande,
che contiene inviluppati dentro di
i fiori
quefta fi apre a poco alla
fe
;
volta
e fen/a cadete
,
albero
.
fiori ,
I
alquanto
limili a
come
chi quali
in de
lecca
li
full*
che n' efeono fono
i
gelfomini falvari-
fe
fufcelli di
i
follerò
infilzati
faggina
,
i
quali
fono attaccati per de i fottili racinbretti ad una fpe;ie dì grono ramo
,
dal quale pendono.
Da
frutto
, il
fiori poi fe ne forma il
quale nel principio è rollo
i
e indi verde, e feguita ad cllcre tale fino alla metà della fua grofièzza
divenra giallo , o
fecondo le varie qualità
11 frutto, che è chia-
finalmente
;
feuriccio
delle
Palme.
mato
Dattilo
, o Dattero allorquan,
è di fapore molro agiunto poi alla fua maturità è
do c acerbo
fpro
;
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i6i
dólce, febbene ririen qualche codi afprezzai come fegue nelle,
fa
nolìre forbe , alle quali quando è
frefeoj e maturo , alquanto li aflò,
miglia
,
iìa perde aitano 1'
ed è più grato
le Palme- nella Io-
Cecco che
aiprezza
,
Contengono
ro tefla un midollo chiamato da i
Greci e>k4>»am ( vale a dire Cervello,
il
quale in occaiìone di eifere Hata,
una Palma, ebbi luogodi e-
tagliata
fa min arto
,
che trovai altro nonef-
fcre, fe non il germe della Palma
medeirma , il quale poi fptintando
fuoti poco alia volta, fi convette
ne i-rami, e nelle foglie. Meglio io-
non
faprei ailòmigliarlo per la confi-,
ftenza della materia, che al capo , o
piuttoilo torfolo de > gobbi , o
catducci, ma molto più bianco,,
dolce , e buono al gufló , contenen-.
do in fe un fugo latteo •
fia
:
Utiliflima
pianta
,
è
all'
,
.uomo quefì»
, che S^ok-^'^l
fene fanno ap- palma.
ove nifce.. Il;
e di tutto ciò
mente fomminiftra
%
profittare quei Popolii
DigitizecTby
legno
è
buono per
far
travi
,
le
retillono * de i grollì pcquantunque (icno fcnipre inolio
quali
fi,
non è compono
fe non di un anima lo
o meno ferrate. Della
porofe,' mentre
queft' albero
di fibre
piti
foglie molli
fanno
,
ma
,
,
.
fono i lavori , che ne
particolarmente delle
fpone per metrervi varj generi di
mercanzie, e più comune mente per
ÌIRifo, dentro
alle quali dall'I gitro
lo mandano fino a noi
De i rami
oltre ben altri t& formano gli Sca.
o lìanocerte Celte per riporvi
alcune altre Ipécic di mercanzie
fra le quali J'Inccnfó . e la Mirra , facendone in oltre delle gabbie da uccelli, delle lite da polli, crino de'
lerci
Facendo un buco nella cima
dell'albero, ricevelì da elio un liquore, che bevelì tale quale fenza
mcltura akuna Gli Arabi lo chiamano Lebbi , «he in nollra lingua
Vale Lacrima di Palma. Crederi, che
iafli,
.
.
.-.
fòflè q-idfta la Sicera
,
della quale fe
ne trova fatta menzione in più luoghi
del-
delle Sacre
ter. 26.
Carte
htilic.
Deut. Cap. XIv.
Cap. XIII. ver. 14.. S.
.
lue. taf. L ver. iS-
Neppure
cioli d^l frutto rellano inutili
tre
macinali
li
djll' o(lb
,
noc-
i
,
men-
qudti ben fotrilmen-
compongono una
te ne
le, clic
meftura^ ta-
dura fatica a diitinguerla
facendone con elfi varj la-
mi
vori
particolarmente delle co,
rone , le quali ufano i Maomettani di
tenerle in mano per pallatempo in
;
fomma
1
della
Palma nulla lì getta
umverja Palma ,
via : NièiJ elì in
quod refput debeat
,
ila tota
ma medulla ad extremum
hum bumaime nece/fitutis
eommoda
.
lomtnis Meurfit
ab Ìnti-
tifque fo'
aithui ll
<
filii
Ar-
bor. facr. Cap. V.
ta di
Varie perfone credono tal voi- P*'»** «toproprietà delle Palme dclla'^.^;
, e dell' Egitto, ciò, che fo-rfj Z'f'f
Giudèa
'
lo deveii atttibuirc alle
Palme deliVf//'/W«.
Indie
le quali
,
chiamate Cocco
,
per
la forma del loro albero fon ripoite nel genero delle Palme , dulie
quali ne ricavano gì' Indiani gli al-
l'
1
beri
i«4
Navi
beri per le
chiodi
pure
i
,
materia
della
remi
le
,
corruzione
loro
,
gomme, eie
e fino
tavole per
facendone
fteifa
Ì
,
canapi
la
i
come
,
c le
ftoppe per calafatare
i
battimenti . Del frutto poi ne fanno
tazze per bere , tirandone dalla
le
mandorla un fugo
più
ricevendo
latiiginolo
dall' albero
c di
mcdeli-
mo
anche il Pane, ed il Vino,- come più ampiamente potrà olferv tIì
in Francefco Hcrnandcz HiHorin
Piantarmi
XI,.
Notò
ìs'e.
Mexicanorum Cap.
Plinio al Uh. XIII. Cap.
IV. che fi trovano quarantanovc generi di Palme Di quelle , che io ho
vedute, alcune fono alte , e fonili;
.
altre
più balle
Alcune
,
,
e
di groflb
furto
che producono il Dattiloahre, che lo hanno
fenza nocciolo
fonililfiino
,
;
e tenero
>
e di quelle
>
che lo hanno duro, ma bislungo) a
talvolta q>ialì tondo, ma più groffo Una fola Palma ho veduta in
Cipro nel Borgo delle Saline , la
.
qua-
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quale alla fin altezza di due terzi
aveva una branca, quali tanto graffa come ii tronco del rullante dell'
Albero
.
glie, e
, come dal ruufcivano fuori le fo-
e dalla quale
llo principale
tronco
,
formavano gli altri rami. Il
maggiore porta il frutto >
iterile , quantunque non
ma l' altro è
manchi ancor
eifo della fua
dalla quale efeono
i
foliti
Elata,
fiori
,
ma
che poi non divengono frutti
Secondo il Mattioli , che v*„"''L rili
dietro l'autorità di Tcofrafto, è fuor
t
aitrV
di dubbio, che untola Palma fem- fumili.
mina , quanto la mafchia debbano
portare
il
loro frutto
,
il
che per al-
tro è conttatio a quanto ne dicono
oggigiorno i Popoli di Cipro, della
Ma pure
e della Paleflina
quegli Alberi , ai quali io raedeii-
Boriai»,
fe
.
mo ho veduto fare i frutti , erano, e
mafehi alcuni , ed altri femmine e
però certo , che fenza aver sili in
una diftanza da potetti vedere una
di quelle Piante chiamata da quei
popoli mafchia, perchè fono .iterili
,
166
è cerco i dico, che le altre di qualunque genere licno, lolite a porrare i frutti , non generano più ; e
ciò ho avaro io luogo di efamimre
mentre clìcndo (lacoli' efpericnza
ta ragliata in Cipro nel lytìf. una
Palma , che era poco fuori della Città di Lamica , tutte ie altre , che era.
no
in quei contorni
fecero più
i
i
fruttitere
non
loro Datteri
Chiamino poi i naturaliili covogliono qucl'ta iterile Pianta, o
mafehia , o femmina , o in altra mafi è
che tenella le altre non fanno frutti
e remino di produrne quando è ra-
me
.._nicra.il fatro certiflìmo
,
ta di
gliata
;
riprincipiano a farlo
mede-lima riforgi
di più
allorché
quella
dalla fua Pianta
no qualcheduna
na da poter
,
di
o che ne
nuovo
ripianti-
in lìtuazio-
cfler viltà dalle
un
fruttifere; bensì, che
Palme
folo
ma-
rchio, o una delle iterili Palme che
fia, fe-ve per tutte quelle, che pof"'""""=';.
fono vederla.
"«ìm»
tete Palma
La Palma
•
..
fi
-•
può
allevare met-
ten-
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tendo in terra un pollone di quei ,
che qualche volta vengono fu intorno a i piedi della Pianta, ed anche i teneti rami li appiccano , o
feminando
Datpare
tilo
il
nocciolo del
o ancota col mettere
,
in tetra
un pezzo
di quel germe , che ha 1'
albero nella cima, e che chiamali
Cervello. Deriderà
terreno arenofo
,
il
clima caldo,
ma umido,
il
e nì-
trofo , e quando è piantata di nuovo , dcveli all'intorno di eilà in qualche poco di dilìanza , (paniere dal
per darle vigore a crel'cere
il mettere al
Cao pedale della cenere , ma bifogna guardarli dì non concimarla con fterco
di Cane alcuna, nèdi altre materie
putride , che noi chiamiamo conciti , che molto potrebbe nuocere a
fale
Giova molto
quella Pianta
-
ccncti
aiuto
.
P
, che fia la Palma , e
/J;
fuoco al fuo pedale , quelle ,h tù rg,
, che reliano abballo , ed in- fiati m
*
fono di un grande
,
*
perchè ivi rigcrmogli più pre-
Tagliata
dito
torno
alla Pianta
,
.
L
4
fio
1(58
un nuovo albero, il che ho io
più volte ollèrvato fare, con feguirne l'evento. E' la Palma di lunghillima durata , e tanto è vero
che non ho trovato mai ncliiino degli abitanti di quei luoghi , ove naIce , il quale fi ricordane, che alcun
ito
di
quegli alberi
per
fe
li
folle
fcccaro da
fenza avergli dato caufa In
lìmboìcggiara la lun-
,
.
tatti in elfo è
ga diuturnità del tempo,
olTerva
•ver.
Ed
nix
me
come
fi
anche in Giobbe Cip. XXIX.
ove nella volgata li legge ;
18.
Et Jicut
Palma muhìplleabo
in altra verlione
tnultipìtcabo ilies
vedeli, che
rifletta
cofa
,
:
.
dìes
Et fieut Phoe-
E
qui
lìcco-
Palma, e Phoenix è
e giacché la parola ?>4»fi
ifteflb lignifica in Greco ; fi potrebbe da ciò forfè fupporre effere
venuta la favola dell'Arabo Uccello,
chiamato ancor elfo Fenice, il q-tale
V
Palma
morendo incendiato
fuc ceneri , come
]e
rinafee poi dal-.
fa la
Palma.
è nelle Sagre
albero, del quale median-
Celebrariffimo
s^cw- Carte tale
te
.
te
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te le fue perfette qualità
fe
,
i6 9
ne tro-
va fitta menzione mifti cam ente in
più luoghi.
Per la Pianta della Palma vien pa/mj
fimboleggiato il Sole, la Vittoria, il jj»,^,, £
Trionfo , la lunghezza del tempo j l'ww afe.
Innocenza , e
la Giuftizia
,
Giudèa
,
geroglifico della
ed
è
anche
per ligni-
ficare la fertilità del paefe
-
Quando
Gerufalemme fuptefadai Romani
Tito
,
e Vefpalìano fecero
imprimere
monete una donna, che tutta
dolente fe ne flava a federe a pie di
una Palma col motto. [VDjEA
CAPTA La Palma vedefi anche
nelle
.
nelle antiche
medaglie
di Alexan-
dria di Egitto coli' ifcrìzionc
ALE-
XANDR. AEGYPT.
La
celebrata
Rofa
di
Gerico
,
Dilla r,a
#'g(t;«
quale nell' Ecekf. Cap. XXIV.
ver- 18. fi è comparata la Divina
Sapienza , più non trovali nella Piaalla
nura di Gerico , e nè meno nella
fletta Città, o ne i fuoi contorni.
Poteva eiFere quella «ina nobile
Pianta, e tbrfe non diifimile alle
ftef-
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fteue nollre Rofe , fe non in qnanto
o di un orlare più fragrante, e foave, o di uni ipscie più vaga, eviftofa.
Prerendono rallini, che anche
preCenreniente, non menche in altempi , lì trovi in Gerico la celebrata Rofa , c forro cai nome fe ne
veggono ("parie ne i gabincrti de i natri
turalità fra la ferie delle Piante fbrelìierc
.
non meno che
nelle cafe
particolari fra le cofe rare
che talvo! a
,
ed an-
fra le fante.
Quella adunque, che oggi è
chiama-i da alcuni Rofa di Gerico,
è una piccola Punta , la quale ha
una radice groiìctra. e darà non più
lunga di un dito medio. La Pianta
non forma un particolare lido, ma
bensì una fpccie di molti ramicelli,
iqialifono turf uniti nell'atro , che
(piccano faori dalla terra. Si rivafio':n potqueifi dì poche, e ride fomadi molti fiorellini, talmenche potrebheli dire piur'-ollo
te
molti liori in un fui fiore Il loro coglio,
.
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loreè roflìccio, ma dopo impallidi, e crefcendo
diventano quafi
fc orni
K quando quella Pianta è
interamente aperta , e fiorita , coaltri ancora oflèrvarono , è molbianchi;
me
to limile al fior del Sambuco , ma
priva di qualunque odore, e non alza da terra,
le
non quattro, o cinque
dira
Seccandoli
foglie
,
e tutti
i
le
cadono
fiorellini
,
le
poche
rollandovi
folo alcuni piccoli femi
e frattanto tutti i ramettini della Pianta come fe fonerò uno coli' altro intrec;
ciati
li
ferrano in cima
come una
palla,
ma
,
e formano
alla quale rolli
Si chiugin tal maniera nel tempo de
i caldi grandi , e cosi redano fintanto che continovano gli aridori nella
di Cotto attaccata la radica
.
gono
tornando nuovamente ad a, e che il terreno è ahbaflanza umido. Eficndo
terra
prirfi
,
allorché piove
fecco , e rollando fopra il fuolo più
di un anno, i fuoi furti prendono un
colore feuro
,
e
quando fono dell'
anno
anno
medefìino
,
li
mantengono
bianchi
ita
,
Quefìa Pianta non mai fi guao imputridite per quanti anni
poteire continovare a ilare in terra
che
>
forfè l'unico fuo pregio, e
continova a mantenerli ancor
è
tale
quando è colta , e trafporrara altrove, ancorché vecctiiflinia Di. più
.
tenendola nel)' acqua per la fua radice, quantunque feeca , e ferrata ,
principia a
poco
alla
volta a ria-
interamente , ed eftratra dalacqua , torna nuovamente a fer-
prirli
l'
rarli
.
Da
tal
fua
proprietà è
forfè
nato quell'errore, che fi è fatto adito nell' animo di alcune donne
partorienti, che fia di felice annunzio allorché eue partorendo , tal
fiore meno nell' acqua fi apra ; effetto pariicolare di clfa Pianta , che
bene oifervando fapranno fperimentarlo uguale tanto ne i profperij
che ne' cattivi eventi Diceiì anche
che la notte del Santo Natale li aprc
.
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ancorché fecca.
prctefo miracolo il
nuovamente
pre
Ma
ncconie
.tal
oilerva fo!o nelle Piante
nò
no
in tetra fs
colte
Infognai
do
non
che fuol avere
,
,
che
.retta-
in quelle, che fo-
nelle cafe»
, e confervate
perciò attribuirlo all'umi-
terreno in
il
quella ftagiooe.
:
Tanto meno porrà
llo fiore
fe
Ji
non
il
,
que-
nome
avverte
trovali
ta Pianta
darli a
di Rofit di Gerico ,
, che in quella Pianura
neppure quefta deferit-
e folo fui alficuraro dagli
Arabi, che nafeeva
fra
le
arene
nell oppolla riva del Giordano, e
per tutta 1' Arabia Petréa i Ed elfi
medefimi fono quei, che le raccolfece he , e le portano avende-
gono
re in
Gerufalemme
,
delle quali cia-
fchedun Pellegrino ne compra per
portarne alla fu a patria.
Io
n un
fo
come
alcuni viag-
giatori abbiano detto , chetroviii tal
Pianta in Gerico , e che le attribuìTeano l'elfere di Rofa lericuntina.
parmi dì vedere in loro guai-
Ma
che inganno
legge fu
tal
,
come quello che lì
proposta .nell' Adricodalie acque delia pia:>
mio parlando
nura dirCcrico. Prope.. bum fonKm arborei erefemt tuffar Primorum fpiuofae tandem , in qmbus fio-
ra
na/ciuitur
,
rajas
qttas
ìher'f
vu/gus appfltat mirandi
Adric. pag. 17. i quali
tbuntinas
effettui
alberi da elfo nominati per RoGj di
Gerico , vedelì bene , che fono lo
Zaccùra , o Zaccòn , del quale vengo
,
ora a parlare.
Dtll
Un
.
albero
ne
z.^.òfl.one
i
i
\
-
i.:C\
,•
albero particolare
campi di Gerico,
Tuoi contorni,
ii
ed-
.\
li
trovali
anche
quale è chia-
zzi». miro z acc àm, o Zaccòn
quanto
fene
e per
,
mia noiizianontrovamenzione dagli antichi
che hanno paTlaro di quelle
ila a
fatta
Iftorìci,
contrade.
fuppormi
11
loro
che non
,
farebbe
folle fata cognililcnzio
ta la virtù dell'odio, che
fuo frutto
allora quel
li
il
ellraeda!
elio fjpplilìé
, o che ad
Balfamo , di cui poc' anzi
, o elle folle conofeiuto
è parlato
j
fot-
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fotto altro
nome
a noi incognito
L'albero Zaccùm è molto limile al Prugnolo Hi molte fpine ,
lunghe guarito, o cinque pollici,
le quali efeono fotto ciafehedun ramo La feor/a del legno è retata ;
fulla pianta conservali verde 1 ma
t'aliato die ila, in capT a paco tempo prende un color pallida > e giallognolo L' interno è giallo , e qua.
.
.
e quantunque
>
lia della durezza medclìma , non
lafcia per altro di prendere un bel
patimento , c lullro, camehoefperimenraro nel far lare di detto icgno un pomo ad una mazza, che
Le foglie fotengo apprelfo di
li
limile al Ballota
non
.
no
limili a quelle
dell'Ulivo,
ma
al-
quanto più (Irene, e acute in cima , e quali pungenti , c più verdi
ancora, Urtare, per
anemone
degli
Arabi, io fo elfere hìanco, mentre
qrando io vidi quert' albero , non
aveva
fe
non
i
frutti,
t
quali
mal
fi
afiomiglianq ad una grolla
ghianda fenza calice. S>tto la feor-
n-n
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i'7'fi
m
za racchiude pochilTmii polpi, e
quali a niente li riduce quando è
fcccaj ed è attaccata ad un nocciole™ molto fintile a qjcllo di una
uliva , ma più grolle- , entro al quale ricoperta di una fottile pelle con-
una mandorla
fervafi
pinguiifirua di
olio.
Gli
ma
Arabi
hanno
tanta
Mi-
detto olio, che ne i loro
lo preferifeono all' ideilo
di
bifogni
Ballatilo
della
Mecca
,
trovandolo
concome pu-
molto
fpecifico per le interne
lulioni
,
e per le percolTe,
re per le ferite
Allora quando la Carovana di
tutti i Criiliani da Gcrufalcmmc va
ogni anno nel piano di Gerico alcune delle donne Arabe li metto-
no
in
poca diflanza dagli attenda-
menti , porti, n lo feco molta quantità
di q-icfìi frutti di Zaccòn già maturi
che fuppongo iiano coki tino dell'
anno antecedente, e qui in prefenza di ognuno n' ellraggono l'olio,
parlando con delle pietre i frutti
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colla pelle , colla polpa, col nocciolo, e colla mandorla, e dopo ben
battuti n' efpriraono l'Olio colla
palma delle mani. Dipoi gli peitano nuovamente , c gli gettano nell' acqua calda » ove il liquore- oliofo venendo a galla lo. levano con
bella maniera per cavarlo con minor acqua , che iia poffibile , e ciò replicano più d'una volta fintantoché pofla ufeirne. qualche (lilla.
Il
primo Olio eftratto colla
jjreilione delle
mani è quello
,.che ef-
vendono più» dell'altro fatto nel!"
acqua calda. Tale Olio elTendo freli
feo
li
lore-
aflòmiglia nel fapore , e nel coa quello di mandorle dolci ;
non diventa per altro chiaro
dopo qualche
giorno
,
,
fe
non
mentre
la
femplice maniera, colla quale Io
ftringono, h. sì, che vi è. Tempre della, morchia
Porrano le Donne Àrabe dì
detr» Olio anche beli' e fatto , e
vendono
lo
le
,
ma
in piccoli
di queftj ne
M
otri di pel-
hanno poco
foier-
l?3
fme
ciò
,
mentre
fi
è allora foggctti
di averlo alterato con quello di uliva ; onde per cfièr Scuri e meglio
pagarlo qualche cofa di più , e farlo
fare, in fua prefenza
.
lo oilervava
,
che quelle Donne
tempo , che ftrignevano
mani q:iei frutti i ii ugnevano
nel
parti della vita
ralmente tutto
e quali direi
il
lor
corpo
,
colla
varia
genee do-
mandate della ragione , mi dicevano che ciò era buono per Ea lor fa,
che così impedivano la troppa
trafpirazione , che foiìrivano mediante quei caldi 1 e che perciò recavano
llite,
e
meno debilitate di forze.
Anche il Lcmcry parla dell'
eziandio
Olio di Zaccòn, e lo deferive per
molro
freddi
atiivo a difeutere gli umori
,
e vifcoli
Ma ecco qui un'altra teftinionìanza deila virtù di tal Olio. Arabe s
erìtm colligunt grana qttaedam in Arhor'iims HJis naia ,
ex illis oleum
expr'ttnvnt ai! dolore s hypocondriacas t
•vii so/icoi fananUos optimum
eg»
&
,&
tfftr*
Digitizeò by
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179
txpevtiis funi in meipfo , &• in Reverenti» Patre Fratre baimi Barbaro
valorcm bni/is Old. Pater Boni/, ile
perenni QdUt T. S. citato dal Quarcfmìo al Lib. VI. Cap. X. Pereg. VI
Io potrò aggiugnere a quelle
mia notizia più moderna , eilcndone Maro tcftìmonb prefente appun-.
to in quei tempi , clic io mi trovava in Gerii fa lem me Un certo Signore ) che io non nomino forfè per
motivo di religione non volle comparire alfa vilìta de i Santi Luoghi
per Europèo , quantunque tolfe fud.
diro della Repubblica di Venezia
,.
cllcndo nativo di Zante. Quelli effendo nel piaggio di Gerico fra gli
Greci, e non feguitando ben
Carovana, un Arabo folleciian-
altri
la
dolo a camminare
vallo
che
,
fc
e battè
ne
il
cadde da capetto a fegno tale ,
,
elio
flette infermiccio
tutto
quel poco di tempo , che ftemmo
fuori dì Gerufalemme , ove per altro a fatica tornò cllèndogli foprag-
giunto un arlanno grandiflìmo Tor.
i8a
nato adunque in detta Città fa configliaco
di
ricorrere addirittura all'
Olio di Zaccùm , come fece continovando a far dò foli cinque giorni col prenderne una cucchiaiata per
mattina, e ne rifentì un giovamento tale, che cenatali fui terzo giórno interamente l' attanno > il quinto fi rrovo libera anche da ogni
dolore comò fe mai niente avelie
avuto
E* ottimo quefV Olio altresì
per le percoffe i e contulìoni eflcrne
come anche per le ferite; dicendo
però io queAoi foltanto full' afferro
delle perfone di quei paeli
»,
Molte altre Piante io ofTer»ai
campi * le quali fem tirandi non eflere almeno comuni
in quelli
domi
ne ! noitri paeli t e alcune di elle
di un particolare odore , e fpirito ,
procurai
,
per quanto mi permette-
le circoflan/e del tempo, dì
raccorrò alcune di elle, delle quaadendone fatta parte al rino-
vano
li
nutiffimo
noftro
Botanico Signor
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iti
Dottor Saverio Mantftti , furono dal
medefimo gentilmente ricevute t uni'
tamente ad altre direrfe Piante , che
erano ftate d* me trovarci e raccolte
dèa
nelle
montagne della Giu-
fatte detto Signor
e
Dottore
fopra di effe tutte le varie fuc of:
» ne lelfe c ori fecuri vantanuna Lezione nella Società Filìca
fervazioni
te
Botanica Fiorentina il di j.d' Ottobre dell'anno 17S8.
In Comma niente mancava per^
rendere abbondanti , e felici quelle '„„
belie Pianure di
Gerico
trovavali ne' noflri paeli
fe
te
»
,
nè bmoftrtìtifim*,
che ad ef-
non folle proprio « ed abbondanandando inoltre ornata di al-
i
tre Piante ignote alle tetre nofire>
come
fopra dimoftrai
c fra effe piii
fpccialmcnte del Balfatno 1 e della
Palma
«
Dattilifera Exuberant fruget
ad morem praettrque lai
Balfamumi
Palmat. C. Cmietìut
.
iioftrum
,
&
Tacìt.
mp.
La
lÀb. V.
caufa di tanta fertilità fem-
braaGiufeppe Flavio, che
M
3
efferj> 0 -
teila
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tefic il cilor dell' aria , e V abbondanza delle acque ; che uno dava
luogo di dilatare le Piante , e 1' al-
tro di ritardarle, e rinfrefcarle
.
Gw-
fa auleta butus mihì videtnr effe airi* catari £5" aqnaram facundìtas >
rum
Me
qnae
,
at, acque
?/ata fuer'mt prolici-
diffittidat,
lìquor auleta fa-
fiat ut finga/* firmiter radices agant. bfepb. de Beile liù. V. Cap.
.
Vili
Prrftmt
"""""ora vi
-orzo,
li
e
io ti fui
maggiori coltivazioni, che
ranno , fono di grano , e di
nell'Aprile,
in cui
quello
,
era
non
folo in fpiga
principiava a variar colore
j
e
,
ma
farfi
maturo
SehtU Re
Terminerò quelìo Capitolo ramnlcntln do > cne altresì memoratilo
ffiio 'siita
,
'vj/;i
«r/!jfu
la
Pianura di Gerico nelle Sacre
fl
Pianura. Carte nell'anno 1$\6. del Mondo, e
507. avanti di G.C. quando che l'ul-
timo Rè di Giuda Sedecla nell'anno
undecimo del fuo Regno , Scappando da Gerufalemme ,ed abbandonato
da i Cuoi faldati , e da i fuoi più fi-
di
>
lla
rico
fu prefo da i Babilonefi in quePianura vicino alla Città di Ge> colle fue mogli ,e coi figliuo-
i quali
condotti davanti Nabufurono uccili in fu»
prefenza , e ad e Ab offendo flati cavati gli occhi , fu poi condotto Schia-
li,
chodonofor
vo
in
niero
.
Babilonia
,
ove morì prigio-
hfepb. Aut. hid. Ub. X. Cap. X.
M
4
VIAG-
VIAGGIO
~;
..'*
'
©>-' "A-
i
GERICO
.
.
.
FIUME GIORDANO.
DESCRIZIONE DI ESSO FIUME,
E RITORNO IN GERICO.
A
CAP.
X
L
Lia mezza notte fra il dì 13.
e il dì 14. di Aprile ci fu dato il legno per prepararci a
Pianura di Geri-
far partenza dalla
alla volta del Fiume Giordano ;
dopo due ore , accompagnati da diTurche» e Arabe, ci
co
e
verte guardie
mettemmo
in via
;
elFcndo reflata
(boi alloggiamenti la
Carovana de
Cri-
a'
i
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CrìAiani Orientali , che ci feguitò
lì a due altre ore in compagnia
Governatore Turco con tutta
di
del
la fua
gente
partire,
e le feorte
,
che
fi
fa noi
Arabe
.
Il
prima degli
altri, È ad oggetto dì non far nafeere qualche inconveniente tra un
mefcuglio di diverfe nazioni, e particolarmente divife di Religione ,
ed è per la ragione medeiima ,
che i Criftiani Orientali , arrivati
che fiano alla riva del Giordano
danno dittanti da noi più di un
quarto di miglio all' Auftro , quantunque quello partir prima iìa cre-
duto da i noftri una preeminenza
e da i Greci viceveria fia confiderato per loro una diiìinzione il venir gli ultimi.
Travcrlando la Pianura fi pafsò una fpecie di Torrente , e diverii
Fofletti , ma tutti erano fenz' acqua
e mi dicevano gli Arabi , che neppure nell'Inverno fi veggono feorrere ; onde bifogna credere , che foffero quelli quei Rivi, peri quali paf-
i86
favano
le acque della Fonte di Eli*
in più rami fpargevanlì per
Ativà . hfepb. De Bell* Liò. F.
Eoi che
quelli'
Gip. Vili
Ellendo noi vicini
lafciò fulla delira
no
,
un
ove mediante
al
Giordano fi
rialto di terre-
la
none
fi
potè
feorgere folo qualche fabbrica, la
quale olTervammo meglio al ritor-
no
emendaci allora contentati di fapere» che arano quelle le rovine di
una Chielà di S. Giovan Batifia
)
.
Per
tutto
il
ncdlro
fummo accompagnati da
viaggio
diverjì uo-
mini a cavallo t che portavano
al-
cune fiaccole acccfctdaem" chiamaMafdallà» le quali fon certi fanali di ferro patti in cima di un'
te
quali bruciano del legno di
i ne'
pino 1 o di altro albero con ragia
E' quefto un cofhime molto comune in Oriente camminando di notte , particolarmente fra le perfone
di rango , c di diftinzionc
Si arrivò in un bel Prato prefafta
fo la riva del Giordano due ore
.e
mez-
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mezzo dalla
noftra partenza da Gerì,
co, che vale a dire erano ore quattro
e mezzo del dì i+- di Aprile giorno
del Martedì Santo
condo Giufeppe
.
U Giordano
ftadj feffanta
mezzo. De
con poca ,
Vili, e
,
fe-
da
o lìeno miglia
lilorico, è diftante
Gerico
fette, e
,
Bello Lib. V.Caf.
non
fc
piuttolto
nell'una differenza di diftanzà trova -
deferìtto al
fi
rico di S.
Cap.
II.
Willibaldo
.
Odepo-
dell'
;
:
.
Non emendo ancor giorno > ed
avendo fecondo il folito confegnatì
nolìri cavalli agli Arabi, che vennero a prenderli ; fu immediatameni
un Altare il quale veniformarne due mediante una
tendina , che gli divideva , e così furono fubiro celebrate fei MeiTe
cioè due per volta , nè gli altri Relìgiofi ebbero tempo di celebrare
mentre quando terminarono le fuddette fei , facevali giorno, la quale
te cretto
va
,
a
ora è deftinata per andare fulla Ri-
Fiume, e oflervafe
Del felice Giarda» le unì/il onde
va del
,,
:
Ivi
i88
Ivi giunti
procurammo
disfàre alia nolira
di fod-
pietà nella con-
(iderazione di quelle benedette
ac-
que i occupando poi le rimanenti poche ore, che qui il flette, ad attignere delle medeiìme, come purea
odorofe , delfono fparfe quelle rive ; e
raccogliere dell' erbe
le quali
Grappando de' rami degli aiberi , che fono lungo il Fiume t ognuno ingegnandoli di portare da quel
altresì
luogo
moria
alle cafe
loro
qualche
me-
.
Mi dinero» che Ì Greci appena che arrivano filila riva di quello
Fiume ,
s'
mifcuamente
immergono
colle donne
in erto pro-
credendo
i più idioti fra di loro, che folo allora iìeno veramente ben battezzati . Ed oiTervai , che l' ifteflb facevano anche molti de Criiliani Latini
forfè per la venerazione
che hanno
per quelle acque. Il Vefcovo S,
Willibaldo quando nell'anno 7 li*
i
,
di
Nolko
quivi
fi
Signore era in Paìeilìna,
bagnò ancor
eflb
.
M
Sa"-
Ù»T.
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ISO
fior,
in Vita e'ms al dì
coftume di
Il
7.
'
di Luglio.
lavarli nel
Gior-
dano è antichilfimo , particolarmente per il giovamento , che fi trova
per alcuni mali cutanei, e fcabbioli. Nuaman di Socia per comando
di Elisén edendolì bagnato fette volte in tal fiume , fu mondato dalla
lebbra Mi/tf{ue ad etim Eìifaéus nimlavare fepties
lium dicetif vaie,
in lordane ,
reàpiet janitatent
.
:
&
carotila, atque mundaleris
IV. Cip.
lavit tu
ver, io.
Reg.Lib.
V.
,
w
ro tius
pueri parvu/i ,
,
&
Ùefcendit
lordane feptìes ìuxta ferreHituta ejl ca,
moiiem viri Dei
ficut caro
mundatut
£f*
e fi. ver. 14.
Il fiume
Giordano è chiamataO'fi"
oggidì dagli Arabi Sceriah. Ha qwe-^n,fG
M
'
01 '-
certamente I' origine nelle Monlagne del Libano, e più propria, in quella parte di
elfo , che diftinguefi col nome dì
Antilibano, nella Regione, che è
ora chiamata da i popoli della Sorta Vadettein , fcaiurendo le fue acque
flo
mente parlando
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qne non molto lontano di ove era
Una volta Cefaréa di Filippo , da
due Sorgenti , che una chiamata Jor
,
e l' altra Dan , le quali unendoli iniieme , ne è nato poi dalla loro conneffione
il
folo
nome
di Jordanis in
, e l' ideilo in Greco IV*"1< ,
ed in noUra lingua Giordano l!ie fo-
latino
.
cus
Caefareae Philippi,ubi hrdarìts
eft
oritur
ad
&
Ubami
habet
unum nomine hr
radìces
duos Fontes
,
,
Dan , qui fimul
mmen efficium S.
attertm
«is
.
&
mixtì lorda'
Hieron. lik
Commeitt. in Matth. Cap. XVI.
ver. ij. Quelle tali fonti iono di-
III
una dall'altra un miglio , recando Jor a Oriente ^ e Dan all'Occidente .
Alcuni Scrittori hanno rigettata , e confìderara come falfa , ed
danti
t'
aflurda
1'
etimologia
della
parola
Giordano, e l'origine di eflo Fiume da i due Fonti Jor , e Dan
quantunque veggafi ciò più di uria volta
replicato da S. Girolamo , e -da altri pofteriori Scrit-
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Sacri
tori
anche
nj
Profani
e
,
di
villa
teflimofuc Sor-
,
delle
genti.
Sono quefti tali appoggiati a
quanto ne dicono Autori più antichi, daiquali rilevano> che il Giorfua origine dalla fola
dano abbia
k
Fonte di Paneadc (i) lordami amoriiur a fonte Paueade. Pira. Lia.
ms
V. Caj>. Xfi.
Dopo
lì attengono i più
Giufeppc , il quale oltre il dire lacofa fteflài foggiugnei
che per atiro il vero principio del
Plinio
all' lilorico
Giordano
è dal piccolo
Lago
di Pilla-
la,, che è nella Traconitide dinanre
centoventi ftadj , o iiano quindici mida Gefarù-a di Filippo (i) fog-
glia
(ij
La Fonte
quella
di
Paneadé è la medefima che
Dan. mentre fu primi cosi
di
,
chiamala dalla Cini , che vi era dicalriome, ed in apprefìò denomrnolli da quella
di
Paueade, che
era una volta
La Citta'
la
fu fabbricala
Cirri
di
Ch'are*
Dm
ovegià
.
Fililo
fu
fabbrica» di Filippo Tetrarca, della Trace-
(a)
nt
di
giugnendu, che prima non ii fapevi il vero principio di tal Fiume ,
ma clic fu icoperto da Filippo Tetrarca della Traconitide , il quale
gettando delle paglie nel Lago di
Phiala , furono poi quelle trovate
Fonte di Panio » o fia Panea-
nella
f di dove rilevarono allora , che
il Giordano . Et hrdanis
quìdem Foni Panium effe v'tdetur ;
terram vero- bue occulto deferturex Phiala, ut appellatiti ttaet
de
derivane
j'ub
attieni
e£l
afieiiditur
in Tracbonìtìdem
, qua
ad CKX. Stadimn a CaeCumque olim hoc ef-
fé lordanti frincipium nefeiretur , a
Tetrarcba
quondam Traebonitidis
Philipp» defrehenfum efi. Immifis
enim
eius juffu in Phialatn paleis
ìnventae junt ielatat in Panium
;
nitide in onore di Celare Augutlo, Ja
quale fa poi chiamata nel tempo medefi-
mo
anche Panesdc, ed è quefta
Cittì , ove era gii quella di Dan
II ftelTi
.
Dan ,
linde
amì'quìth F/iivhiM
~&dkr*nt.
hjcph,
De
'
.
Scrittore,
come
lì
p-j'ò
ere-
nafc't
Bello
't&f.xvm.
Anche Adamnàno»
'
Lìk III
'---t
;
vecchio
vedére pref*-
fo il Quarcfmió, dà l' origine alla
Fonte di Paneade dalla Tracomi idei
'
di'rtinguendo per altro
l'
origine dèi
Giordano da t'dUe. Fonti Jof *'é
Dan Aratlphm tr.ojh?
ad Ulani
pervemt iti im fa Provincia Pho£
nìcts , ubi lordami ad Libanì radi'
&
.
ces,de duobus vicfats Fontibus emerge-
re videtur ,
quorum ritius «ornine
lor >
6" alter Dan voatatur qui fimi! tmxti compefitum lordakis accipiuntno*
rnen. Seà iiotandttm , non effe fa Pania
txordmm
lordanìs , (ed in Trachini^
ride tèrra cenfum ligmtì ìnterìeBii
ftadih ufque ad Caejaream Philipp i
Quarefh. lib VI,- taf. IV- Pereti FU
Per conciliare Plinio-,- e Gìùfeppe Flavio foli» Stiglile detGiof-'
dartoi con (pianto dìdèrcn rem ènte"
ne parlano S. Girolamo , il Monaca
Suida,'-e moiri altri,
N
parmW
chc
p 0 f-
..
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polla
eflcr» qucfhi
facile,
quando
che Jor è un piccolo RulLeluna grolla Sori <f che Dan è
date da per fe foi capace di
un buon incorninciamento ad un
Fiume; onde fembra, che Plinio ab-
fappiafì i
leito
ritc
bia voluto forfè parlare foltanto di
quella Fonte maggiore i avendo trala (ciato dì ftr menzione dell'altra
tome di cu Hi di poca confeguenza,
e come un Rivola rifperto a quella
di Dan
L'iftefla
Giufcppe
l'
ragione averi avuta
e tanto più
i
Iitarico
glie ad eflà era cognita l' origine
della Fontana di Paneade dalla Tra-
conitide
.
onde con qualche buona
ragione poteva dire
Giordano dalla
neade» giacché
,
che derivane w
Fontana di
molto più lonta-
(bla
di
no aveva il fuo vera principio ; e le
acque della Sorgente di Jor le averi
coniiderate come quelle di moki altri Torrenti , e Fonti , che altro non
fcnno. che ingraiìàre
U
furreferito
i
Fiumi.
Adamnano
afflile
ral mio parete , mentre dopo aver
fatto vedere, che dalle due
Fonti di Jor, e Dan deriva il nome
»
ed il Fiume Giordano li vede , che
egli
;.
elio confiderà poi in certa
maniera
la
tal
qual
Fontana di Paneade*odi
Dan come
Ja fuperiore, dalla quale
foggiugne , che non ha il Giordano
vera origine , ma bensì dalla Tra-
la
coniride , volendo riferire al
Phiala
Lago dì
Inoltre è manifeflo » che a Giufeppe Iftorico era ben anche cogni-
to
che il Giordano aveflè la fna
,
origine preflb. di Paneade da più
Fonti, menrre egli dice nelle fue Antichità
Tribù
Giudaiche
di
,.
che quei della
eflèndo moleftati , ed
Dan
ìnfeguiti da
i
Cananèi,
Il
rifugiarono
ne
t Montile fabbricarono
una. CitDan non lontana dal
monte Libano » e dalle Fonti del
Minor Giordano, delqnalefi parlerà in appreflò
o; h ,ì
t* a<J3iW Spuc Mi .Uimutt l' Mr K tQp rq(f
yiw &c. liti vero- mm protri a
Li-
tà chiamata
,.
..
N
ì
h9~
>9°
batto Monte,
t'étis
cip.
& Minorìs hrdanìs Fon-
ère. lofeph. Aut.
Ind. Lib.
V,
m.
Della fletta efprdìkme fi ferve
parlando ahrove do i due Vitelli d'
oro fatti da Gcroboamo, che uno
Bethcl, e l'altro in Dan, io»
pto EdJ(A 9 iriXI ito trff.-v ir h ùitn
% SI iqi iTfto Tàil rnyuit i(S ftitpi Veléni. Unum qui/km in Urbe Bethala,
m
alterimi
vi
Dati
baec
,
apud Fontes hrdanìs.
lud
est
attieni
lojepb. Aut.
lib. Vili. Cap. Vili.
E
deferivendo
l'
irtolfo lflorico
quelle Terre, che toccarono in forte
alla Tribù di Nephtali , park delle
medeiimo Fonti, e di piùconlidera
quelle come provenienti dal monte
Libano. Tà Jì Tfit ri* iaanhiit Tlrp«(ifif»3
plxpi A*(iM**B: riatta
«al
,
vii
rtfUafiov , Vm n§ Attimi Spcus
ri, tu Vallarti Ttiyi, ài tfr/l S*H»«.i«
tS ipwt %x,tv*ir
Verum ad Oriente»
.
.
fpectant ufqae
DamafeumUrbein,
jiiperior 'Galilaea
Nepbtaiitis
&
obti-
Digitized by
Google
'91
&
£H ,
ufque J,ib0ii Monttm ,
hrdants Fontes , qitì ex bue Mente ortwttur &f> bfiph. Aut. luti. Lìb. V.
Ca?
.
III.
,.
Con
-
.
efempj fcmbratni , cha
che tanto
che Giufeppe , ed altri loro
tali
pollali giuftarnente rilevare»
Plinio
,
aderenti,, pollano
dandoci
la
aver detto bene
detenzione dell'origine
dei Giordano
E che bene abbia
detto anche San. Girolamo b chi
i
lo ha feguitato,. dovendo anzi rìcò.
da quefto Santo .Dottore
éfattezza
mediante
quelle cirqoflarize i
che avevano
omefle gli,. Scrii tori antecedenti ad
riofeerc
una
maggior
elio; tanto più che egìit non man
che egiino fa pratico a palmo a pai-*
iho di tutta
la, Paleflina-
La Fontana
feorfo
di
Dan dopo
quanta miglia,
avere Cor/9 #f
poco me- Gw-Aw-
e
no quella di Jór , ir iinjfconò infame apparito pvc era Cefarca di Filippo U qua! .Città di prefeme altro,
non èf fènohun
gio chiamato felina
,
groffo Villag-
che
lo-
abita-
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Googli
io8
no ì Druli , i quali hanno in quei
contorni diverti altri Villaggi
Così raccolte, ed. unite le acque il Giordano prende il Tuo corfo
,
fra l'Oriente
e l'Auftro
,
miglia entra nel
o Meron
(i)
,
Lago
di
e dopo fei
Samochon ,
'1 mezzo
,
e feorre pe
di elfo per lo fpaziodi fette inolia.
m
o Ssmechon ,
da altri chiamato lo Stagno di Meron
e di prefenre Hulet-Fanias ; e lutilo fa.
te miglia da Tramontani > Meiiogìorno,
ed e largo quattro miglia da Levante
Ponente . E' copiolb di acque folo nell"
Inverno, e nella Primavera; nell'Edite
è quali lécco, ed allora pad bene oflervirfi, che la terra del fuo letto è dicolor nero . Viene aumentato quello Stagno
dalle acque della Fontana. di Daphne, le
quali entrano in efl'o dalla parte di Po-
(0
11
Lago
nente,
era
la
Sàmdchom
,
tflendo già prima paffute donde
Cittì di Reblata , Citta della Tri-
bi di Nephtali, e nella' quale da i Caldèi fu condotto alla prcfenia di Nabuchodonotòr, Sedecfa ultimo Re di Giuda,
al Cap.
X. Queffo Lago £
contornato da moltiflimi arbolèelli , e
frutici, ma particolarmente da giunchi
« da canne , «ti qutlle , elle fi fervo™ sii
di cui parlai
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In diftanza dì due miglia dal detto
Lago » eflò parta Cotto un ponte dì
gli Arabi 1* appellano
» che
Gisr Jaacub» cioè Ponte di Gii*
Cobfi) il quale è lungo circa fefiàn-
pietta
braccia
ta
avendo
t
e largo dicci braccia»
Egli è fab-
le fue spallette
.
bricato di buone pietre riquadrate
»
t e Cembri eiìcre di antica coftfuzione ; e
ieguirando la direzioni: medelìma
ed è (ottenuto da tre archi
dopo
tredici miglia
N
avendo hùia-
»
Hi
4
Orientali per fcrivere in luogo di penne,
che è Fornati ditte dette
<
diverfei e Vàrie Piatite fa ili che a IH he
lineila felvetta
-,
a'noltti di li ricoverino ili tKi degli I»
(limali ralTàrichi. e feroci» DM partko»
lirmenre delle Tigri.
[I)
PoNte
Giacobbe
iti
co<l chiamato,
men-
tre fecondo le antichi cfadiiibtii fi Vuo*
t che il Patriarca Giacobbe «afljffepef
l*
ijuLi!»
kii'jo allorché ftìggl dal ita
Efeù
Fra.
Nella parte Orientale pittato
detto l'onte) e fbr.ra uha pìtcblà eminenza Balduino IV. Re di Gertilalemme
i'anhotija. ed il quinto del Ita Regno
In tempo di ftiefr fti fabbricò un forte
Cartello to"t-o l'incUrfioni rV Sanciti!
telìo
Cuti- Tyr.
.
£*, xxr. e»t„ XXCI.
ti all' Oriente |a Traconitidei e, ad
Occidente 1' [turca, c la Galilea con
voltare a Bollante ep.rra.nel Lago dì
Ti.bpriade fi), fra. fytozaia » è Cai
fi), e già' ha ter.-.:i:ie quella
rorre del. Qtprdano , che chiamali
Minor Giordano (3).
firmo
,
Lago bi Ti t£ piade io «e parlai
T.,11. Cap. Vili.
CoItnZAiN reftava nella parie Orieitat Cafarnao nella «irte Occidentale all'
d,eL Giordano nel Lago di
(•) Qc(
.ci
;,
iiriWccatiiri
T&eriade . Corosaln.tra una dello Città
„JèlLi Decapoli > e tanto, dj effa, the ili
_,Cjfarnao fe ne fa meniione neli' livangc...lo di S. Matteo Cap. XI. ver. n. * »!
fono pr denteine nre riilotre a nulla
FitrMl Giordano <i divide in Minor
—
.
ria
, ed in Giordano Maggiore j II
Giord;ano principia dall' oriate
ona (ne
Fiume, c termim ni l.r.-o Jì Td.eappunto fra Coroiaui , c Cafar1-riEr.i
poi in detto Lago ( ed efee
r:ume Jiboc
dj ilio appreììb
ed
Torrente Cifon , che di aneli' ultimo feti nicimonc nel T. II. Cap. HI. e Cap.
!>.".
Cliiiou'i Già- ..lino Maggiore iinoalfua fine, cric i nei Mar Morto.
lardami fiutai a tkiaia vtl Ist ,. '&
-
I
riade
i;:;o
.
il
.
,
i!
.1.1
"
wi
Din
Foniil'as
ufqae
ni Mure Gdil<n.se
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Partii
go
mezzo
poi di
a detto la-
di Tibcriade per la Lunghezza di
diciotto miglia,- prende, di
11
nuovo
corfo Tempre per Mezzogiorno , e
dividendola Perda dalla Samaria , e
i paeii de i Moabiti dalla Giudèa ; lì
fa poi ^iù' grolTo per 1' unione di
divertì Torrenti , e di diverfi Fiumi (t^epaflando di mezzo alla Valle
:
[
,
re
-v
-
>
,!di
4ufi*r aquis turrrnth Cìfm ab Qaiab Qrìtntaiì eqait la-
,
iinlall finga,
&
uhm
bili
imfs lardanti, Maior dt 'mafs apftliatur. Qttircjm. tib- PI- Cttf. IV.Ptrtg- VI.
(i) 1 piò rimarchevoli di detti Fiumi, e
Torrenti fona gii apprefib - Jaboc, Dibon ,
jAZts Tafhua , Cahitm , e il To>«en.
te, che ni/ce dalla Fontana Òi Eliseo .
Il Fiume Jaboc
che entra nel Gior,
,
dano
dalla
banda dì Oriente, ha origine
Montagne dell' Arabia. Pallaio alleFiume, Giacobbe lotrii coli" Angelo
dalle
rto
w.
Ùen. Cap. XXXlì.
»i. e i4'
Dibon è un Fonte, che nafte vitine
ove era la Cittì di Dibon, che fu giade t
Moabiti, ma poi conquista dal Re deS& Amorfi . If. Cip. XP. Itrem. Cap.
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di Save
,
oggi chiamata la
Campa-
gna di Avlon», dopo aver corfodal
Lago di Tibcriade per fé triti taci nquc
;
XWHI- Le
acque di quello Fonte Coirono perenni ili Oriente nel Giordano
J«iEtt è un Fiume, il quale prende il
.
nelle parti Orientali
'
d' ap-
Jaier Cittì delia Tribù di
ncor effo nel Giordano . ««.
lucer ì npHni faxrr -mmpfns »
a
«
larUie ftfiipitar. AJtìc. p*g. Jt,
Tawuà Torrente, che * «ella parte
delGordano Prende h de,
Occidentale
.
nominaiione
dilla Cittì
mime,
quale
dell*
,
e Fonte
parlali in Jofitó
di tal
Caf.
Caritii , è unTorrenle, ilqUaleehtra
nel Giontsno dalla riva O addentate . In
quefk. iuojo fi ritirò Blh per ordine del
Signore, oie i torvi manilla , e giorno gli portavano per tibarfi del pam!,
e della carne, bevendo dell' icqila dt quello Torrente
arvi
Jrfabi-t ti
pintm, &i*r«ti m«f . faìlittr paatm
tamts vtfperi , ir bthtbat Aè Torri*,
tt. Rfg . Ùh. Itt. Gap. trit vtr- 6.
Prefló ani S. F>na fabbricò Una Ol ieri. Nittpt
tu. via. &p. xxx.
Le acque della Fonra ni di Eiilèo , del.
U quale parlai al Cip. Vili, vanno incoi'
«He a perderli nel Giordano.
&
m
Digitized by
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que
miglia
Mar Morto
entra finalmente
,
,
ove
confonde
fi
perde con quelle acque
ti
,
nel
e
lì
Anni
.
Il Giordano è celebre per mol- ninti y,I
ragguardevoli fatti Volendo ld- pàti liappreflò gl* I- ^'
.
dio cfaltare Giofuè
dopo Moisc ne dipermeile con porten-
fdraelitì, di cui
venne Duce
,
^
'""
j
n °J
nuovo prodigio
entrando
, che
nella Terra prometta, paflafle con tutto .il popolo Ebrèo quello Fiume a
piedi afeiurti.
Cap.IIl al che fi
riferifee anche il ver. 3. del Salmo
CXII1. del Profeta: Mare vi die ,
tofo
Ma
&
fttgil
:
hrdanh
converfus
efi
retror-
fum.
Elia avanti di edere rapito inviandoti
oon Elifeo verfo quello Fiu-
me
, e percotendone col tuo mantello
acque , quelle fi divìfero ed ambidue lo pattarono a fecco Eliieo poi
avendo raccolto il mantello , che
cadde ad Elia, allorché fu trafportato al Cielo , e volendo tornare
nell'oppoftariva, barrendo le acque
col mantello Hello tfh fi divifero
nuo-
le
,
.
!
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nuovamente
e pafsò
,
il
fiume
.
Ret,
Hi Eliféo msdduqb
tali acque fece venire a galla
feure di ferro, che era caduta
Uh. IV. Cap.
fopra
una
il Batte/imo della Penitenza
Et ve-,
niì in omnem Regionali lordami
,
praedicans Bapiijmiim pàsmtentiac in
.
remijfioiicm fetcaiBVMn. S. Lue. Capi
TU. ver. %.
.In aliai altri luoghi delle Sacre
Pagine trovali fatta irenzione di
qucfto
Fiume
ma
;
fnpratrutto fu
eccellentemente nobilitato , e fanti fteaco da Noftro Signore
, il quale
fin dalla Galilea volle qui venire per
ricevere
1'
acque Battelimali per
lo.
mani del fuo Precurfore Giovanni
Balilla.
Tmc
verni lefus a Galtlaea
ut ìordanetn ad loannem. ut baptizuraur abeo. S.Maitb. Cap.- Ili ver.
.
i
il
)-
E quì
battezzato che fu
,
apertoli
Cielo, fecfe fopra. di elio lo SpinSignore Baptizatus auteni]
to del
.
Digitized
lefus
,
MnfefHm
afietì&t de aqiia
&
Et ecce aperti finn ei Coeli ,
vidit
Spiritum Dei defiendeiitem jicttt Colutnbam ,
veuientem fttper fe Ibid.
ver. 16. E udiiìì allora la voce del
Divìn Padre , che nominò il filo diletto Figliuolo Et esce vox de Coelis
diceus. Hie e&Fttus meni dileBus ,
in quo mibt compiaciti. Ibid. ver. i 7.
&
.
.
Il
Finme Giordano
fervi in cer-
ta maniera al trionfo di Tito
le altre fpoglia
fregio dell'
Arco
Imperatore
.
,
men-
Roma
tre fg ne vede in
ne fra
l' immagiGiudaiche nel
trionfale di dotto
lordanti
Fluvitis
in
Tr'mmpbttm ducttur
fenex efl decumbens ,
mverjkt urnae iimixits , quo modo flitmina fileni admnbrari. Pater Bernard. Montfaucon
in Amiqu. Explk. T. IV. Ub. VI.
;
&
Cap. V. Tab. 1U.
Colle acque di quefto Fiume fu
.battezzato da Mc-niig.
berto Bolognetti
Figlio
ti
di
il
di
Nunzio Al-
Principe Filippo
Francefco
Gran Duca
I.
de'
Tofana
,
Medidi cui
io
ne ho
nelle
letta
l'
apprettò
Memoiie Fiorentine
valier
dì
19.
notizia
Ca-
del
Francefco Settima!) i forto il
di Settembre 1577.
cui
m
Battemmo » Quivi MonNunzio sfliftito da quattro
feguì detto
„ (ignor
„ Canonia del
Duomo
fece le prime
„ cerimonie,
c poi inChiefa lo b«tezzò coU'icqut delFiume Gìorda» no fitte venire apporta per tale cffetto di Terra Sanra di alcuni
» negozianti Fiorentini. „ Codice
DC11. della Biblioteca Palatina.
" Giordano prendendolo dal
Lago di Tiberiade fino al Mar Mor-
,„
»
laigbtzxa,
t'fnfoB-
GhtZ'ne.
^
Un0 d °
'
'
"5
Ua ''
mantiene per il corfo di tutto 1'
anno.- l'altro l'occupa alloraquan-
do aumenrato
di acque efee da i
fuoi limiti confueti dilatandoli fullc
fuo corfo ordinario non ha di larghezza fe non circa
trenracinque braccia ; ma quando è
pieno di acque 1 fembra , che fi dilati
rive adiacenri
.
II
anche per un quarto di miglio
.
La
ao.7
.
fui maggior profondità è di cui
que, o Sci braccia.
Qucfto Fiume (corre con gran wlt rut
velociti > e come altri ancora hanno Ajat .
oflérvato
,
traverfare
farebbe
difficile di poterli
Due
notando.
itagioni
dell'anno è maggiormente abbondante di acque , cioè riéll' Invernoi
Primac più ancora Culla fine della
vera quando fi difciolgono le nevi
del Libano. Qyefta periodica eferefeenza, che ogniannooHervalia'noanche colle
ftri giorni , confronra
antichiiìime Sacre
tre
quando
il
Memorie, men-
popolo
pafsò a piedi afeiurti
,
Israelita lo
era anche più
pieno eiiéndo U tempo della raccolta, lardaìm aatem ripa* alvei fui
tempore mefjis impkvertkt bfite Cap.
.
ver 15.
Ordinariamente e torbido, ma
divieti
attintane 1" acqua pretto
limpidiffima , come ebbi, luogo di
III.
ofièrvare in
una boccia piena
della
medelima , la quale io tnfportai meco , e che tuttavia confervo . Gflervali
va fi in
un
efla
fediraento nero
.
ed
inoltre mefcolato con qualche particella bituminola
li.
,
la
quale fu ppongo ,
che venga per la partecipazione» che
il Giordano può avere per fotterrameati di quelle fteflè materie bituminofe del Marc AsfaLiréVdi cui
parlerò in apprettò
Le acque del
Giordano fono contuttociò dólci i
riei
.
fono incorruttibili, e producono
molto pefee.
Lungo il Giordano dail' una > e
dall' altra riva vi
ad
ma
tanto
folta
fitti
che
>
>
che formano una
,
la quale fi rende
ed in molti luoghi impe-
bofcaglta
più cupa
netrabile per
11,
fono molti canneti
alberi di varie fpecie falvariche
la
i
,
graffi cefpugli fpìno-
tramezzano.
Una
graii
quantità di uccelletti fcherzano fra
quefte macchie , e fra cfTe è tale la
moltiplicità
non può
de
in
i
Rufignuoli,
delìderarfì di 'più
Sentcfi in
che
tali
che
.
alcuni Viaggiatori
luoghi
delle Tigri, de'
fi
ricoveravano
Leoni, ed altre beilie
Aie feroci. Anche
manca certamente
di preferite
di
non
enervi delle
Tigri , ma de i Leoni fui aflicucaro
che in quefte parti non le ne veggono Bifogna per altro credere, che
quelli lì lieno ritirati da tali contrade mentre , che ve ne fodero negli antichiflimi tempi li può rilevare
anche da Geremia, allorché paragona i nemici , che verrebbero ad
.
;
straccare
Gerusalemme a
Leoni, che
gire da
i
de' feroci
follerò collretti a fug-
ripari del
eferefeenza
delle
Giordano per V
fuc
acque
Ecce
qua/i Leo afeendet de juperbia lordami? ad pulcMiitdìnetn rabnjìam
rem. tip. L. ver. 44.
Erano ore
giorno
14- di
7. di
quello
.
k-
mede fimo
Aprile quando
a!rft
,
r
ci par- ifoaifiin
dalle rive del Giordano per
tornare in Gerico. Dopo un qjarto
timmo
di miglio
fi
arrivò alle rovine della
S. Giovan Batifla, laudanon avevamo bene oiTervatà neìt'
andare, non cllèndo ancor giorno.
Ci retavano quelle falla parte (ìi;i-
Chiefa di
le
r\
a..
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1 IO
fi
«ni piccola elevazione di
in
lira
terreno
*
fino a Oriente della quale
diftendé
il
i
Giordano quando è
groflò.
Le rovine
lio
grandi
di tal
Chiefa fo-
e magnifiche
,
e quello
,
che È ne può dire , non
ravvifiiridofi precifamenre qua! ferina ella abbia avuta , che per altro
mi parve di tre navate * ed al folifo delle Chiefe antiche colla Tribuna maggiore volta a Oriente
Fa quella Chiefa fabbricata da
Nicepb. Db. Vili. Cai.
S. Elena
XXX. AnnefTo alla medefima vi fu
è quel folo
,
•
.
un Monderò
di
Monaci. Peraflo
itinere quartae partii miniarti circiter oceurrtt Ecclejia
,
quae
S-
Ioan-
nis Baptiftae nunenpatut , cui Aionacborum Monafleritim annexum eYat , in pre stantìa tantum ilìius ingente! ruinae cernuntur Quarefa.
Db. VI. Cap. VI. Pereg. VI.
Giuflùiiano Imperatore aveva ivi
.
fatto
>.u
h
un pozzo ih ri «fi AytrflW
rifU* <petht Proeopius de
ri
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JE&ficiit
Jujlin.
Uh- V.
Cap.
'/£
S. Maria Egiziaca dopo la tua
converlìone venne in quello Monafiero . ed ove por iftruirlì della vera vita religiosa andò a ritrovarla
quel Zofimo Abate di
pajrero della Pale/lina. ,
un altro Moil
quale ci tu
deferitta rifiorii della vita di ei&.
Di qui pafsò poi quella Santa Penitente in un .deferto dall'altra parte
del Giordano > ove dopo quarantafetta anni di penitenza (erminò di
«vere
Continovando di qui il
gio i a ore nove , e mezzo
viagfi
tu
di ritorno alle noftre tende nella
Pianura di Gerico i ove di lì a po-
co tornò
Greci con
anche
la
Carovana de i
Qrion-
gli altri Ciiftiani
O
a
VIAG*
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VIAGGIO
DALLA PIANURA
GERICO
A
L
MAR MORTO.
Detenzione di detto Mare,
E
RITORNO IN ESSA
CAP.
Muflelim
,
o
PIANURA
.
XII.
Governatore
allorquando
fi parte da eflà Città colla Carovana de i Criftìani , non ha altro
impegno 5 che di condurli nella Pianura di Gerico , ed al fiume Giordano ; e perciò chi vuol andare a
vedere il Mar Morto i bìfogna , che
ILdi
fia il
Gcrufalemme
.
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faccia nuove fpefe contrattando col
Governatore per avere da eflb pri-
ma
la
licenza
pendere da
i
giacche bifogna dedipoi
,
fuoi voleri
,
e
prendere le neceflarie Guide per andar iicuri.
-Ne i Greci, ne altri de i Criftiani Orientali hanno alcuna curiolitì
per trasferirli a quel Mare > onde
non cercano di andarvi. I Religioni di Terra Santa fc ne rollano
i
-
.
alle
Tende
permettendo
non
,
il
Convento di far per loro quella
fpefa, mentre tal gita non è di devoto Pellegrinaggio ; onde pare riferbata folo a
i
Secolari Europèi
,
i
quali per altro volendo fare in pro-
prio le fpefe a qualche Religiofo
il loro Superiore non fuo-
in tal cafo
le.
impedire di andare
SÌ parte pertanto dalla Pianura Ofrftt *
.
di Gerico
dal
,
dopo
Giordano
il
della
ritorno in
eflà
Carovana de
i
Greci. Prefe allora quattro fcorte»
cioè due Arabi , e due Turchi li
prende la ftrada direttamente per
O
3
Au-
Mmufter*
„fj„^
nuovo per
, e panando di bel
miglia »
piani di (serico , dopo tre
una gran Chiefa quali de-
Auftro
i
arriva ad
Monaftc-
molita , come pure un
1 noftn Draro , che l'era contiguo.
gomanni avvezzi a racconrar foltànto quel
,
che hanno Tenuto dire
ferritotio la valla
,
a
quel
chiamafi
rapprefenrano, che
Solitudine di S.
Girolamo', e che la Chiefa era defaprei
nteata a detto Santo Io non
fabbricadire nè da chi folle quella
poreflc erteta , ne da quali Religiofì
abiuro il Monaftcro Dinio.
le (lato
Ilrerò folamente
.
quanto ne
fcrilléro
alcuni Viaggiato-
tempi
e la
ri, che veddero il Monaftero ,
Chiefa in miglior condizione , ed
ébbero luogo di tìrtervarne alcune
ne_refta
pitture, delie-quali non ve
avanzo , lenza
tira 'fc non qualche
già in altri
che
vi
fi
Vazioni
ret
.
porta fare delle
Il
nuove
,
&
olfer-
Padre Bonifazio Occorìììerenjm
filitiido
:
itla 'vttffa
Sanai
i'ripfa
,
Ecchfia,
& Mo-
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Google
Qmtfirt maitrì , ut ttftùt , eji iffamet imago puristi iepìBtt eii$em
Divi Meronymt De
,
Perenni Culla T. S. lib. II.
U Padre Neau Gefirita , che nel
gloriojiftmi
&
.
fece quel viaggio col Marchete di Nointel Ambafciator dì
Francia alla Porrà Ottomanna > vi
oilèrvb molte
pitture
d'
Immagini
di Santi Greci , con intorno le intenzioni in caratteri Greci , e non vi
vedde alcun Santo di rito Latino, fe
.
non
S. Silveltro
aveva di
Papa
Romano
,
il
quale
altro, che la
non
ma-
niera di dare la benedizione , cioè il
pol!ice>ed i due feguenti diti .ftefi»
e gli altri due piegati alla palma
della mano , ove che i Greci prendono il dito annuiate col pollice ed
ellendono gli altri ; e che del rima,
nente poi quello Santo era rivefliro
Pontificali all' ufo del!»
abiti
di
Chic fj Greca
Zuallardo
Il Padre
,
il
quale
fece nell'anno i6S<S. il medeiimo
1' efviaggio, vi vedde ^ncot elfo
figw
4
O
di San Girolamo , e i fatti lid, ma già gf Infedeli avevano principiato a guadare quel-
"figie
ia fua vira
le pitture
Signore Errico Maundcell
11
Miniilro, o Ila Prete Inglefe nel
ióy7. vide ivi li Chicfa quali in cf.fcrc, nella quale erano delle pitture
di Santi Greci, tra elle la rappreTcnr a/ione dell' ultima Cena dì noIc'apprefTo parole Aij3*r( pxytri
CIO.
he
i
caratteri
jftero
da
(jn
i
i
che
e
tali lìeno ancontutrociò dì
farei
che quella Chicfa > c Mona(Uno flati fahbHcari, o reftaurati
Larini Europei dopo la con*
'quitta*,
"lotto
-fi
<grc.
jgg^.^J^J,^
miniera Grecai
'parere
,'
della
Città di
Genifalemme
Goffredo di Buglione
,
e che
liano vahi per farla dipignere di
Pittore
polla
elfére
Greco
fiata
io dìmoflrercbhe
Che Greca non
.
detta Chicfa
figura
ce
fteffa
di
San Silvcftro nell'atto di dare
la.
la
benedizioni
Romana
;
ufo della Chiefa
più ancora ce lo di-
all'
ma
moftra l'Immagine diS. Girolamo,
il quale, come -oifervò anche il Padre Neau , i Grcoi non lo collocano
He i lòrtì Menologj fra i Santi
quantunque però nel VI- Concilio
Ecumenico
per uno de
il non
lo abbiano riconofeiura
i
Dottori delta Chiefa.
enervi poi le Immagini
di alcun Santo di rito Latino , credo
che con ciò voglia dire l' iiteilb Padre Neau > che foltanto non vi tbffero effigiati di quei Santi, de i quali
commemorazione
fa
foto
la
Chiefa Latina, mentre fecóndo il
folìto vi faranno itati dipinti e S.
Balilio, e S. Ciò. Grifoftomo , c S.
Niccolò , e S. Saba , e molti altri de'
commemorazione
quali
ne
fi
\ina
e
altra
,
l'
tre in antico
devano
,
e
I'
che inol(i ve-
mot ro frequente
dipinti
Latine
Intorno a
L
alla
Chiefa
e
Greca co'
!
anche nelle Chiefe
—
i
'
•
gli abiti Ecclefia itici
quali-
erano dipinti
Immagini di (jueila Chiefa e
Monaftero di S. Girolamo , è da lapere , che a uticamen ce quei de i Lale
,
,
quegli
de irGrecii e per quanto
in
da noi, che *
abbiamo molto va-
diltèrenza idipende
poco
a .poco gli
Per 'ragion di efempio la figuPianeta d'oggi diverlìnca
quella , che avevano !
jioiln Latini tee fccolì fono
Raccontano i no/tri vecchi, che cinquantanni fono potevali oifervarc
una iimil Pianeta , di color rono
riati
.
ra della
non popò da
.
nella noftra CliiefadiS.
Croce,
al-
erano già tre fccoli , che
rò donata con altri paramenti da
Tommafo Spinelli gran benefattore
di detta Chiefa . EU' era nel fuo
la quale
principio fatta a foggia di campana ; queih coLifecvali tuttavia ma
ridotta alla
moda
prefentc
.
Il
co-
Jtume di alzarli dal Minilìro la Pianera all' elevazione trae origine dal
Ijifogno, che vi e» alloi;a di alleggeri-
ligilized
by-Google
il pefo
al Sacerdote , che Te
rimboccava fulle braccia Inoltre
fimili antiche Pianete li veggono
anche in alcuni ladroni amichi alle
fepolture delle noftre Chiefe
gerire
la
.
Dopo tre miglia dal Monade- Lui Mar
to di S. Girolamo li arriva per una M"">deferta 'Pianura a quell'unione di
acque
il
Mar Morto
antichi
negli
;
di
falfiflìmo
Mar
,
di
quale
il
anche
autori
denominazione
la
Asfaltile.,
Mar
comunemente ap-
che è
,
pellata
trovali
fotto
Lago
di
Sodoma
e finalmente di
,
di
Lago
Sirbone itfgmtlt tifiti , come li ha in
Strabene Lib. XVI gli Ambi lo chiamano ora Babheret - Lut i cioè il Mar
di
Lot
Ha
quefto
Lago fecondo Giù-
feppe Itterico Lib. V. Cap V. della
ftadj cinquecenrortanta di 'lunghezza, e fladj cencinquanra dì larghezza , che feconla noflra maniera di mifurare farebbero miglia fettantaduc , e mezzo per un verfo, t diciorjto , .e tre
Guerra Giudaica ,
do
quarti per
1"
altro-
...
ft».
,
^ *
„
La
Tua circonferenza è di cir-
ca cenrottanra miglia. Dalla parte di Oriente li prefentano Copra di
Monti) che fono degli antichi Paeli de' Moabiti
e da
queita parte entrano in detto Lago
il Torrente Arnon (i)éd il Torrente
cito degli alti
,
Zared
no
(2)
.
Da Ponente
degli altri
gli fovraila-
Monti , che fono i conGiu-
fini delle vafte folitudini della
dèa .11 Torrente Cedron, deliba-
dovrò parlarne altrove
le
nel
Da
Mar Morto da
Settentrione ha
Avlona
f
Abnon
è
fi
fcarica
Campagna
'
.'
la
.
di
parte
.'.Oneri-
un Torrcnre nrecipirolb
quale nafte ne
1
,
quella banda
la
che comprende
';'.:/.
(1)
,
:
i|
Arabia.'*
de i Moabiti .'dividendo i paefi loro da quei degli Ammoni ri ; Volta poi per Qcc iderite t
ove 'ricevendo le acque ilei Torrente Natiglieli va con efie filialmente nel Mar MorKt.-fSuH.Orp. XXI. Drut.-Cap. II. hf'pi
Ant . hi. tit>. IV. Cip, IV,
(1) Z amo ... Torrente del quale i fatta pià
vdte menzione nella Sjcra Scrtrtura Sua.
Cap. XXI. Dtut. Cip. II. reffa ad Aultfo
cW'Torrerue Armo, i'k'i
'...-.vp
"
[fborrè ve-WÓ'
1
Molili
Andro per
dell'
i
Pitti
.
,
Orientale , e la parte Occidentale
del Giordano) il quale gli palla tra-
mezzo entrando
me
lico
l'
in quello Marc , codeferii al Gap. XL Dall' Aupoi è confinato da i Monti del-
Iduméa; da i quali ha origine una
fiumara chiamata dagli Arae la quale non ho mai
,
grolla
bia Safria
veduta fegnata nelle carte Geogra5
fiche.
In tal forma il Mar Morto non
ha alcun vilìbiie sfogo, onde ò dato da taluno detjo , che per fegreacque nel Mar
Mediterraneo , e da altri ii conget, che vadano a fgorgare nel Mar
te vie pallino le fue
tura
RofTo
,
e qucfto è
il
fentimenro più
comune Gli Arabi, che non mancan
.
forfè di buon criterio, fuppongono
che pallino in evaporazione
Tutto quello fpazio di luogo
oggi occupato dal Mar Morto, fu
già una volta là fertile , e doviziofa
.
Stlv 'r r'-
Valle Silveftre commendata dalie Sacre Carte Gen. Cap. XIV. ver. 3 S. e
.
1
o. e
.
per cui feorrendo il Fiume Giorda-
Digitized by
Google
Ili
doveva
anche maggiormente amena.
ohm amoemjjima Plamtiei , qitai*
dano
rendere quarta Pianura
Fm
brdanh fluvitu rìgabat CeUariiu
Geog. Art. Lio. III. Cap. XIII
Conteneva!! in elio Paefe la
Pentapoli-,
o
fra
le
cinque Città,
Sodoma , Gomorra, Adama , Seboim , e Segor , in ciafeheduna delle
un Re Gen. Cap. XIV.
cioè
quali vi era
ver.
.
i.
In Sodoma abitava Lot ; e qui
tu avvifato dagli Angeli del Signore
di partire con tutta la fua famiglia
da quella Citta , e da quel paefe >
mentre Iddio più non voleva (ofiniquità dì quei popoli
frire le
dtfcefa
una pioggia di fuoco
,
;
e
e di
zolfo, fu diftrutta tutta quella Regio-
ne
,
con
tà
,
e
tutti gtt abitanti delle
incenerite
le
Cit-
verdeggianti
Campagne. Gen- dp.XIX.ver. 15.
Dcut. Cap. XXIX- ver. ij. La fola
Città di Segor (1) par
le
preghiere
(i)Sicoil piccol, Giti dell» F.nupoli. f«
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di
Lot
rifparmiara dal!' Ira
fu'
Di-
vina.
Pretendono taluni di' far vedeMare, anche oggidì,
re in quello
gli
avanzi delle
infelici
Città, dicen-
rendono alcun poco vi,
abili quando le acque fono più baffe del folito
E' ben vero però , che
vedefi anche a i noftri giorni tutto
fl paefe intorno al Mar Morto mol-
do
che
fi
.
to fterile , e bruciato , e folo vi nafcono alcune erbe , la maggior parte delle quali fono di acntiflìmo o-
dore
Le
fue-
acquo fonò limpide, e2gaUià,i
chiare , e come quelle del noftro^^"*.
fono fetide ; fono bensì
Mar
; né
amariffime, e falare ecceflìvamente ; M»n.
M
Mare
né
altrimenti chiamala Zoara . L' Adr'icomio
li tua
male nella fin Carta dal Teatro della
Terra Santa quella Cittì, mentre non
era lotto
il
Monte Engaddi, ma bensì
nella parte auftrate all' cftremltì del Lago
Aifiltile, teftimonio l'Iftorico GlufeppB:
mini
Itilis
tmgitKio
rfi
quìngentorUT*
nò in
pefee
ivc
elle vi
,
c quella
,
alcuna fpecic u.
che vi può efler
trafporrato dall' impeto delle acque
del Giordano , immediatamente vi
muore
Nuotandoli in quello Mare foftiene con una forza 11 raord inaria
ma mi dicevano quegli Arabi, che
non Capendo nuotare , lì affogherebbe , e lì anderebbe finalmente al
fondo come in tutte le altre acque.
E pure leggeli in Flavio Giufeppe, che Vefpaliano efiéndo andato
a vedere qucfto Lago , fece legate le
mani
di dietro a diverti
Uomini",
che non fapevano nuotare , e che
acque, immediatamente tornavano a galla, come fé
.gettati in quelle
Nam
follerò flati rifpinti per forza
&
Vefpajiaitus
gratta
Mandi
,
cum
illue venvret
tnjeios
,
vifendi
iujjìt
e'ms
qitodam
v'tnBts poli terga
ma-
è* omnibus
, in alluni proiki
ève tiit ut quafi fpiritus alkuìus vi
De
fnrfiim repulfi fupernaterent
tiibus
.
Bello Ind. Lib. V. Cab. V.
-
'
""
K.l
fcc alcuna forra dì erbe,
ed
do è tutto fangofo, e nero
mente quello rango è quello
un odore
fetente ,
ftropiccìandolo colle
e
più
mani;
il
fon-
e diache ha.
,
,
ancora
le
Ghia-
ie del fuo contorno fono quali tutte
nere, e conibuftibili come il carbone foifile, e fregandole hanno V
iiteflò cattivo odore.
Tutti gli ftcrpi.che cadono in
quell'acque, fi riveitono di una fpe-
cie di petrifìcazione
, la quale di alnon è comporta , che dì fari , c
gettandovi un legno , profio iì rivecorpi falfedinofi Io prelT
Kcrpì , che avevano quella
tro
Ite di tai
.
diverfi
, ma non mi fi confervanon pochi giorni, mentre
rivefritura
rono
fi
fai
fc
fclolfero a poco alla volta ;
in appretto , che non fonerò
pende i
più vecchi , mentre ne vidi poi in
Gerufalemmc delle pctrificazioni
mc4ro belle , e ben confervate .
Ogni fotta, di volatile ha libe-
ro paflàggio fopra
le
acque del
Mac
JWorro, e non vi muoiono, come fu
da taluni pretefo e ciò poterteli
oflèrvare delle Rondini , che era al;
lora il volatile più frequente
In alcuni giorni è ricoperto
quello Mare da una deniiflìma nebbia nera , la quale non occupa di
più che la fua cftenlionc Queir»
prima volta i che lo vidi , era fcarico
.
di ogni caligine
;
ma
l'
ho dipoi
oiler-
vato in altre occalioni, che ne era
ben occupato da ogni parrc, e ciò
particolarmente fa mattina prima
che
'Sole aveife tutta la forza per
dileguare quei vapori
Aif«!it
,
t
iiirumt
GJuiiie»,
to
,
il
Produce il Mar Morto l'Asfalo fia quello , che ordina rianien-
le c hia r, la )i Bitume Giudaico Quefto non (ivede ogni anno, e quando comparifee , viene a galla dell'
.
acqua come grotfc zolle I venti poi
le acque in agitazione ,
.
mettendo
lo
trafportano
la
parte di Oriente
di Occidente
tità"
da
,
preflò le
ma
quella, di
,
rive
e dalla
dal-
parte
in maggior quanOriente, non get-
Digilized.by
tandone punto di Settentrione
pochillimo verfo i'Auitro. Gli
vanno
rabi Jo
a raccogliere, e
po
lo dividono col Bailsà di
sco
,
ai
,
e
Ado-
Dama-
quale ne appartiene la mag-
gior quantità
.
Gli Arabi
gli rilafcia-
no comunemente anco il loro, ricevendone in contraccambio moneta*
0 robe per
loro ofo
L' Asfalto , o (ia Bitume Giudaico è una materia fulfurea. confluente
molto
,
ma
fragile nel
tempo
a !ibm imitandoli alla
flelTo,
Pece
ne-*
E' combuftìbile al paragon-di ofed cfaij rjn odor penetrante , q
Quello, conte ne parlano anche
, venendo
a galfaiqpt*
le acque del Lago Asfai tire a- flmilitudinediPece ifrurta, yien.poi col
tempo condenfato" dal calor, dej Sole, e dal fale,,chc vi fi mefcoja;,-,
Anticamente gli Arabi, come.abWamoda Strabone lib-.XVL ij
vano di quello. Bitume per fpainia,-;
ra
.
fa
,
forte
1
re
.
naturaliiti
1:
battimenti.,
adoperavano
6 molto ancora, la
gli Egiij allorché
im<-
11»
i corpi de i loro moreffondo atto a confervare dulia
balfamavano
ti
putrefazione
Gli Arabi chiamano ora queBitume col nome di Lamar, e
coli' olio , ungono le
llo
{temperandolo
piante di alcuni alberi per guardar-
da
le
Silhtftif
/'
ì
vermi
Mar
Sulla riva Occidentale del
*''*" Morto vi fono delle Saline naturali
""
'
che producono del candidiamo Sale
e di elfo
i
non
fervono per
fi
i
cibi
folo gli Arabi di quei contor-
ni) ma ancora gli abitanti della
Città di Gerufalemme. Vi è ancora
un Monte
tra
è
pemi di
Stthm»,
i
di Sale
duro come
ma calcinato un poco,
la pie-
c peftaro
i
buono ancor eflò per condimento.
Neffiino mi feppe dar raggua-
Pomi
di quei frutti chiamati
Sodoma
tori
,
di
che fecondo alcuni Scrit-
trovanti
ripe
alle
del
Mar
Morto > i quali dicono t che fonbrino belli in apparenza i ma cattivi in
foftanza
do, che
,
e pieni di cenere
,
fieno così diventati
-
.
volen-
dopo V
in-
Digilized by
Google:
incendio j e la fommerfìorte della
Città di Sodoma
Il
Carnotenfc
dice di averli veduti IH vidi p»ma
in arborilrns i quae cum eortisem
rupiffent , interim effe pulverulenta comperi-, iùr nigra . Gefta Peregria. Frane. Cap. XXIIL Ann.
.
,
niòo.
Nella parte
di
Ponente del La-
P«»
«B
go Asfàltìte, ma più verfo Mezzogiorno, vi fono alcuni Pozzi,» per
meglio dire alcune Voragini, in fondo delle quali vi è del Bitume , o Ila
piuttofto di quella materia oliofa ?
la quale conden fata dal Sole» e collegata dal Sale del Mar Morto , fi
converte. poi in quell'Asfalto Copra deferitto
e iìccome tali Vo;
ragini reflano falla riva alcun poco
dittanti dall' acque del Lago ; avevano perciò anticamente avuta la
cura di contraucgnarle con alcune
Piramidi , per avvertir forfè ì Viandanti, acciocché non vi cadefléro den-
tro. L' acca rat iflimo Broccardo ci
lafciò ferino di aver veduti tali
P
5
Poz2i,
Digitized by
Google
fei ,
e
tali
"Piramidi
tB putti
.
ttfqte
in hodia-iiiiM iU:;n ce riun, tur in Ut*
ìifrf rius, hakntes fingali pyrami'
Hes ¥ftéfas
ìli
.
,
le
mas
id quoti
DeJcrip. T.
S.
ocuRt vi*
Cap. VII.
non ho veduti nei Pozzi \
non cilendomi avan-
tu
nè
Piramidi)
zato fino a quella parte cllcndo iolo
affi cu rato dalla
gente pratica
;
!'
*
''
"'
-fiato
-di quei luoghi,
che
vi fon
tuttavia
"fé predette Voragini, e che confervanli le Piramidi , ma quelle quali
-demolite. L' Adricomio nella fila
iGàrta Geografica della Terra Saro;t's; legna bene t ai Pozzi nella parte
-'Occidentale del
Lago
Asfaltile
.
Al-
cune altre Carte gli accennano nel-la 'riva Orientale , ove gli Arabi non
•mi feppero ragguagliare, che ve ne
"follerò degli altri,
vano
ma
folo
mi dice-
enervi bens! delie Sorgenti di
acque calde, limili a quelle di Ammaiis predo della Tiberiadc , delle
-quali
feci
menzione nel T, li.
Cap.
piitn umImfi itili.
III.
Ne
i
monti
ali'
_
,
Mac
Mor-
intorno del
Digitized by
Google
Morto fonovi molte pietre nere di
poca durezza come l'alabailro al par
j
del quale prendono un bel luftro.Cori
quelle ornano in Gerufaiemme i pa-
vimenti delle Chiele
,
delle
Mofchée»
e delle cafe Nel mentre che
no
i
tido
le lega-
tramandano un odore mqltp
,
e quali infofiribile
lo lafciano
mandano
dopo
più fe
fe-
ma. quello
,
luftrate
,
nè lo tra-
non fregandole Di
.
ho veduto in Betlemche facevano una fpecie di corone j delle quali li fervono quei , che
alfiftono a i malati di qualche morbo attaccaticcio , che ttrofinandole y
tali
pietre
me >
e facendo loco gertar fuori quel cattivo odore, le fperimenrano per ,unr
buon prefervativo per guardarli
ferc attaccati dall'
Quella
illefla
me de ma
li
pietre c combultibile
> p.
in luogo
-
di carbone
di ef-
malattia.
qualità
dt
ijuo fervire
Arabi la
chiamano Muffa, p,c|edelì , che li*
piefxa >"À# a ua ! e P acla
3
bone descrivendo i contorni det
Mar Morto , da elfo chiamato Lago»
tJf illeflà
di Sirbone
jit
,
.
Quei autem
per multa
nam
& petras
ni
1
regia ignea
alia figlia
afferurtt
ajptras exttìias circa
Strab. Lib. XVI.
Quella Moafada vogliono alcuche fia qucll' ittciìb luogo . che
Jtfoajada aSiendunt
.
Maomettani chiamano Moisè , per una piccola Cappella , che
ivi hannoi ove, fattamente credendo
lo
dicono eilère feppelliro Moisè
oggi
i
.
crederei piuttorto che fotTe il Cartello di Mafada, di cui Plinio-- Mafada
Caflellum in rupe
procul Afpbaltite
Cap.
.
,
&
ipfiim
ìiift.
band
Nat. Lib. V.
XV
fi.
Inoltre Culla riva Occidentale
;,«tus £
sut .
di quello Lago vorrebbero quei popoli inoltrare * che tuttavia vi fullì-fta la Statua di fale, nella quale fa
convertita la Moglie di Lot nell*
arto , che contro il divieto di Dio
fi
volti addietro a rimirate le infeCittà gii in preda delle fiam-
lici
me.
Gen. Cap.
quella
Anno
XIX. ver. 26. Ma
Statua , che ci
lor pretefa
vedere a
i noftri
giorni
,
altro
Digitized by
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non
è
,
fc
non un mano
di pietra del
tutto informe.
Negli andati fecoli fi vede
che feguirava tuttavìa l' opinione
,
che fuififtellé detta Statua . mentre
il Broccardo nel fecoio XIU. dopo
aver fortini de i faticoli viaggi per
vederla, conrutrociò non potè appagare il fuo deiìderio Quam Sia'
tutu* ut viderem
re*
i
ingentesjubti labo-
itmerum , fid iueajfum D*fcrip,
VII
.
T. S. Cap.
locredo, che potrà riporfi anche (metta fra le molte altre farolette, che ii fentono racconrare intorno al Mar Morto, delle quali
quantunque fe ne vegga fatta qualche volta menzione ne' vecchi Scritfono conturrociò tanto frivotori
le t che non meritano , che fe ne
faccia più particolar
Tutto
il
menzione.
Paefe, che è dall'una )D*
tbiabi-
c l'altra ripa del Mar Morto , con **«
quei contorni , fono abitati da Ara- ^"'.''^J'
Beduini , i quali fpeflò fono in^,,
guerra fra di loro.
bi
Tor-
Digitized by
Google
Tornando da
quello
Mare ver-
poto diGirolamo
fo Gerito rrovanii qualche
Monalìero
fcoili dal
di S.
quale più fupra parlai , alcuni
avanzi di acquidocci , o liano piutcanali per condurre l'acque
verfo di derto Monalìero ; ma liccoiue non fe ne vede il loro principio , non li può preci l'amen ce faperc di dove li partiilèro ; ma lì potrehhe credere , che venifTero dalla
del
tollo
Fontana
di tliséo fopra deferitta al
C]ap. Vili, giacché
tizia,
che
non è
mìa no-
a
in quei contorni vi lìcno
ahrc acque dolci
Dal
Ila
defericco
Mar Morto
Lago
Asfaltite, o
facendo quali
,
1'
ilrada, che all' andare, dopo
miglia fi fu di ricorno nella Pia-
iiìelià
{d
nura
di,
Gerico
i
ove
tina 14. di Aprile
do
li
la
(Iella
mat-
definii fecon-
ne i noilri padiglioni,
occupando il rimanente del giorno
iLilblito
a nuovamenre palleggiare
gna-i
ed
'
la
campa-
Piani di Gerico.
PAR-
A" R T E N Z
Pi
A.
.
v
« a
•
:
.
a
t
•
PIANURA DI GERICO,
-,
.
S'tr.osNO is
;1
i
GERUSALEMME.
w (mmvs»i
:,q
-
I
1767.
^•-j^
noftri
vemmo
1'
ci
.
ofinxA; P.
^fXUella
^
,
a
.
£ IJ.L
.
..
>
fera de* 14. di Aprile
ritiratici,
ognuno 3
i
Attendamenti , riceawifo » che ii fteflè pronti
per la partenza, ed in fatti alle ore
otto i ricevuto il cenno col folito
fuono del tamburo dalla tenda del
Governatore » lì cavalcò , e ci mettemmo in marcia alla volra di Gemfaremme, ed un'ora dopo fece 1'
ifteifo anche la Carovana de i Cri;:
:
;„.
.ftia-j
fluni Orientali
,
colli quale
lì
unì
il
Governatore niedeiimo avendo noi
per guide i foliti Arabi , che qui ci
avevano condotti , ed alcuni Tur-
MuffeHm
chi delia guardia del
La
ftrada
i
che
fi
prete
,
fu al-
cun poca d illerente e più corta ,
ma per altro molto pericoloni » mediante i gran precipizj, che trovammo fra quei Monti deferti. Si arri,
vò al Kan dal Samaritano in quel
medeiìmo luogo i che menzionai al
ci
fermammo per
e qui li trovò precarFc per rutta la Carovalì facendo Tempre i' Mena
che fatta avevamo all' andaarrivò finalmente lotto il
Olivero pretto la Grotta del
Gethfemani , che erano ore quattro
del dì ij. di Aprile
Cap. VI. ove
poco tempo ,
parato
na
;
i
.
il
e di
ftrada
re
,
lì
Monte
,
La maggior parte della Carovana continovò il fuo viaggio fino
Gerufalemme ma io con pochi
altri mi fermai nella detta Grotta
giacché cadendo in tal giorno il Merin
,
co-
, i Padri di Terra Sanfecondo un' antica coltumanza
di buonillìm' ora da Geruin detta Grotra per eferci-
coledì Santo
ti
vennero
falemme
alcuni atti di penitenza» per
celebrarvi la Mefìà , e cantare il corrente Pajfio
Dopo di che per la
porrà di S. Stefano me ne tornai in
Gerufalemme ; ove trovai» che da
qualche ora erano già tornate tutte
le Carovane; e per quella mattina
non lì ufcl da i noilri confueri quartarvi
.
tieri
,
vale a dire dai
Convento
di S.
Salvatore
la
Dopo mezzo giorno fi fcefe alChìefa della Re Correzione , ove fi
a i primi Ufizj , che furono
aflifiè
cantati nel piccolo Coro de i Latini, che è davanti alla Cappella del
Santo Sepolcro.
EIFendoci poi dato awìfo > che
la Chiefa fi ferrava, fi prefe prima
congedo dal Reverendiffìmo » che
per tutta quella fettimana abitò in
detta Chiefa» e ce ne tornammo a
S.
Salvatore.
A
A QJJÀNTO
CI
TROVAMMO
GERUSALEMME
IN
Negli ultimi giorni
DELLA SETTIMANA SANTA,
CAP.
XIV.
A
Ore fctre della mattina del
dì i(5. di Aprile, giorno del
Giovedì Santo > fu riaperta
Chiefa della Refurrezionc , ove
andammo per adempire all'obbligo
Pafquale , e alMere alle Funzioni
Giovali
11
Reverendiffimo fece quella
S**e, mattina il Pontificale! e celebrò la
Mena ad un Altare eretto Copra il
piccolo Presbiterio della Cappella
del Santo Sepolcro , ove comunicò
tutti i Criftiani Latini . Terminata
Mena fu fatta la confimi Prola
b
co filone cantando
il
Pange lingua ag-
girando tre volte intorno
al
Santo
Sepolcro , ed uni intorno alla Piedell' Unzione , col Venerabile
portato dal R ève rend illìmo , il quaentrato poi nel Santo Sepolcro, lo
tra
le
ripofe ivi in degni Culloflia per
de i Fedeli , con1' ufo
praticato nelle noflre
Chiefe in tal giorno.
Tre ore , e mezzo durarono le
Funzioni di quella mattina, né fummo fraflornati dalle ufi/iature Je i
Cnltiani Orientali, mentre in tal
giorno to non feppi vedere , che
eiTÌ (stellerò alunna partico!ar l'unitone A ore ondici li tornò a desinare a'noiìri quartieri, ed il rimanente di dio giorno effondo flato
chiufo il Tempio della Reforre/ione, il dopo pranzo (i affittè a iconfucti TJfoj nella Chicfa di S. Salvatore
La mattina del Venerdì Santo
17. di Aprile coll'illeiìa pace del
giorno antecedente furono fatte
nella Chiefa del Santo Sepolcro le
Funzioni , che cadono in tal dì ; le
quailtare all'adorazione
forme
.
.
ebbero
quali
principio
Altare
all'
Monte Calvario , ove fu cantato
Pa0o. Fu terminata la Funzione
del
il
Proceflione cantando
colla folita
Vextlla
fumò
ili
,
ed
il
la Sacra
R ève rendi Aimo
Odia
il
con-
Men-
Copra la
del Santo Sepolcro
Serrandoli poi la Chicfa ce ne
tornammo
a S. Salvatore
dì
,
dove a
ore una , e mezzo dopo mezzo giorno ci partimmo nuovamente per
andare agli Ufizj nella Cbiefa della
Refurrezione , ed appena terminati]
fi falì nelle Gallerie > che contorna-
no quella parte de) Tempio
,
mezzo
Cap-
del quale reità ifolata la
nei
pella del Santo Sepolcro
I Cnti fi
V'icVwt
il
fiat»
fitn
.
Di
principiai a ve-
he
^ er P roninare da Greci Scifmatici
H P'ù Arguito Tempio di Dio . Furono introdotti in Chiefa de i Venditori di varj generi di commellibiIÌ t
qui fu c
c fino chi faceva
il
carte
,
e
Ima-
mente alcuni, che vendevano delle
merci. Nè qui ebbero tet mine le indecenze , mentre fi rifvegliò per la
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Chicli un. gran tumulto, e chiana,
del quale ne erana autori quei della
plebaglia Greca. Quelli nella più
icandabfa maniera correvano inroralla Cappella del Santo Sepol, dandoli fra loro delle rpìncc , e
alcuni lottavano inlicde' pugni
no
cro
:
me;
altri fc
nel correre incontrava-
no qualcheduno , Jo prendevano
a ca-
, e con elfo feguiravano a
correre. Vedevanlì di quci»chc prelì per le braccia , e per i piedi era-
valluccio
no Urafcìnati cosi per terra accompagnando tali fciocchczzc con delle voc iacee gridando continuamente Huia - Huia , voce Araba , che
vale a dire Eccolo , eccolo , o pure :
E' quello, è quello. Vidi alcuni fare in terra tre , o quattro, capiton,
nno
doli.
che
dietro
all'
altro
mettevano colla
li
mani
in terra, e !e
altri
unendoli
l'
altro
,
cheduno
;
alcuni
,
tefta, e le
gambe
iniieme
delle piramidi, falendo
in aria.;
formavano
uno
fopra al-
e fpeflb la caduta di qualdi loro era oggetto di dj-
fpute , e di rìlFe Ma troppo lungq
farebbe il raccontare le ltravagan/.e 1
.
che io veddi fare a quella gente,
talmentcchè fcmbravamì allora di
eli ere piuttofto in un Circo , che in
un Tempio di Dìo.
lo
non poteva capacitarmi come
tra i Criftiani
che tali finalmente
erano quei Greci, quantunque Scifmatici, potettero permetterli limili
empietà Reftai anche di più forprefo , quando mi fu detto , che i
primarj fra i Greci, ed i più opulenti erano quei , che pagavano mol,
.
ta di quella canaglia di altri
acciò
e (pronamente
ftrepiro
;
face Ile
Greci)
quello
e che pagano profumatadella
il Governatore
mente anche
Città , ed Ì Cuftodi del Tempio perchè fopportino tuttociò.Ma peraltro le guardie Turche del Tempio
benché ancor eiTe pagate per enetto medelìmo , non lafciayano di fa-
T
te fpeflo lavorare
i
loro baftoni
,
ed
i
itaflìli , non potendo erti medefimi , quantunque Infedeli , capacitarli
loro
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come- fra i Criftiini poita pcn&ni in
queil' indegna maniera , e che abbiano particolarmente in quel giorno tanto poco rifpctto per quella Chiefa,
Tutte queitc ftravaganze erano fatte ad effetto , dicevano elfi , di
pregate Dio, acciocché nel giorno
confccutiro li compiacene , fecondo
il folito i di fare feendere dal Cielo
il Fuoco Sacro
Ciò , che ila quello
lor fuppollo fuoco Sacro , iì vedrà
nei Capitolo apprelfo
lo pertanto temeva certamente > che yoleflèro elTere efaudìti prima del tempo ,
e che il Cielo fdesrnaro da tanti obbrobri, che commettevano nella
Cafa del Signore, non gli fulminalìc quanti erano
Dopo diverfe ore , che continovava quefto itrepito , fu fatto terminare da Ì Turchi a forza di frullate, e fu pertanto ferrata la Porta
.
.
...
Tempio c
cienti quartieri
del
polo
-,
,
che
non efièndovi fuffiper il molto po-
vi reilò
,
in diverfe parti
non
della Chiefa, altro
die smezzi da cucina,
vedevano
fi
e preparati-
vi per la cena di quella fera; pren-
dendo poi ognuno a tuo piacere rjpofo in quei luoghi i che più loro li
adattavano, eccettuato che dentro
le Cappello de ì Santuarj.
Quella fera ancor noi rollammo con gli altri Religioni nel Tempio della Rcfurrezionc ove vi fono
fc para lamento alcuni quartieri per
gli Europèi , c qui al tramontar del
>.
Solq
fi
fece una. parca reiezione .
' ° ri
e ml,Z i0 àl nQI>
'
CÌrM Un
0<l»H
Pr ostruite te tutti
i
R:. ,\±\o'a
'
Sacerdoti
C Lai-
,
fattefa ìcì,
tstui,
i Pellegrini, e i Crifltani Catcne j n qUe |> a notte in
(
numero eranyi reflati, fi adunarono nella Cappella dell' Ap-
to i; c j
gran
parizione dì fopra accennata al Cap.
IV. ove
il
Rcverendiifimo
pontificalmente con
Abiti
ii
di
velli
vel-
nobilmente ricamati d'
oro » c coli' accompagnamento di
Tonacclle (imili . Tutti gli altri
Religioii li niellerò in Cotta , e qualuto nero
by Ci
finta Fancìulletti
abiti roffi
,
e
erano veftiri di
Rocccrto fopra Fu da.
ta ad ognuno una candela accefa»
non men che a i Pellegrini, ed a
quei Cfìftìalii Cattolici ivi concorSi recitarono dipoi alcune Preii.
ci t terminate le quali fu ferrata la
porta t che mette in detta Cappella» a reiteri noi dentro, fi fpenfero
tutte le candele , non meno che
ijuclle degli Altari
Eilèndo così al buio da Un Re-
venne
ligiofo Italiano
fatta
una
fer-
Vorofa Predica in lingua Italiana fo-
>ra
Varj
della
Mirtei- j
Palliane
di
Noifro Sigriofe; terminata la quale
furono riaccefe tutte le candele , e
riaperta la porta della Cappella , di
'dove addirittura fi mette in moto la
Froccilione
,
la
quale era preceduta
da un Sacerdote
che portava urla
Croce fenza CrocifilTo ; ne feguira^vario a coppia, adoppia i quaranta
Fànciullitti
,
iridi i Laici , e finalmente i Sacerdoti col Reverendi/lìmo
parato pontificalmente con tutti
'
"...
-
,
Q.3
:
'
'
gli
Digitized by
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Nel!' ufcìrè
, c Popolo
alcuni de' Religioprincipiarono il Salmo Mifireré
canto mulicale > ma cori maAppena ebc devota
effi terminato un veffetto, che
gli Affittenti
.
dalla Cappella*
ni
"con
niera grave
.
,
bero
un coro
di Fanciullcrti principiò ef-
fo a cantare a più voci Uri ilrro
verfetto dèli' Inno Stnbat Mafrt ,
e cosi feguitarono a faro alternativamente in tempo della Proceflioné
ìnfpirando negli animi degli alianti
tenerezza > c devozione .
Arrivata la Proceffioné alla
Cappella della Dìvilìone delle Velli »
venne fofpefo il canto , e fu fatta
uria Predica ih lingua Francefc
Jay
a un Rcligiofo di quella nazione ;
terminata la quale ii feguitì» alla
Cappella della Colonna' dell' Incoro-
nazione, chiamata anche la Cappella dcgl* Impropèri i c vc un Religtófo
Porrughefe fece un'altra Predica In
'
lingua Portuglicfe
-
l
*
~
'
.
,
SÌ aTcefe dipoi fui Monte Calvario t e nel luogo» ove fu diftcfdf
c Cro'
Digilizsdby
Google
è Crocidilo in Croce Noftro Signoteì il fece ivi commemorazione di
inchiodando
Miftero
ral
fopra
Croce uni devota Immagine
la
(col-
in legno i rapprefentanrc il
Salvatore , nel qual mentre fu fatpita
ti
una Predica in lingua Latina
Di
qui
pafsò
fi
.
un'altri
in
Cappella del Monte Calvario , ove è
i!
forai nel quale fu già piantata li
Cróce con Noftro Signore
;
In efio
il
Sacerdote collocò quella Croce > che
cfìo portava , e qui un Rcligìofo Italiano ftando apprellò al Crocififlo ;
fece un affettilo!» Predica in lingua
Italiana
folle
parole
;
Et inclinato
emfìt Spiritttm. Finita
quella Predica lo fieno Sacerdote
"Capite
blc
aiutato da
due
Hi Giufcppe d'
il
altri
,
fece là figura
Àrimatéa {laccando
Croce , il quale
Crocififlò dalla
èra adattato con varj ordigni per
rendere fleflìbìli le pani del Corjioì e rapprefentare cosi più al na-
turale tal niiftero
'
<
'
Fu.poi mèifo in un lenzuolo
_Qigitized by
le
quattro
cocche
quale erano
ili!
da quattro Sacerdoti j c
par rendo la Proceflìonc dal Calvi*
follenute
rio
iì
fede abbailo
Unzione
Pietra dell'
alla
l'opra della
,
quale fu dirtefo
il detto Crocìriffo i e qui il Reverendi/lìmo afpcrfc fopra del medelimo
dcH'lnccnfo
,
della Mirra
romati. Retando
ivi
,
ed
altri a-
tosi cfpofto»
da un altro Rcligiofo Minore Oficrvanre fu fatta una Predica in lingua Araba per intelligenza di quei
Criltiani
Cattolici, ma di nafeita
e fu in elfa riepilogata
Orientali
,
tutta
Pailìonc del
la
Signor
No-
ftro.
Terminata quella Predica fu
in-
volta quell'Immagine di
Gesù mor-
to nell'ifteflo lenzuolo
e proceilio-
>
nalmcntc fu portata'j e riporta nel
Santo Sepolcro, dopo di che fu fatta la fettima , ed ultima Predica in
lingua Spagnuola : e terminato dì
cantare, il Mifirere , e io Stubat.
Mater , fi tornò nella Cappella
dell' Apparizione , di dove , dopo il
riiigraZianlcrito , ci
der ripofo ne
tri già
i
durammo a pren-
quartieri per noi al-
preparati
Tutte le Funzioni di qoefta
notte, che durarono quattri ore, lì
fecero con molta tranquillità fenza
nè pure qui fralìornati nè
dal canto i uè dal fuono, nèdal bacefière
cano degli altri Criltaani Orientali *
miglior parte de i quali erano a
tipofate, fdraiati in qua , e là per la
).i
.
Cruciai IHilenzio del luogo, e il decoro » con cui furono fatte quelle
Funzioni , e la rimembranza di quanto fegui in' quefto Sacro Tempio
nella Pailìone > Morte, e Rcfurrey.ione del Redentore , erano tutte co ;
:
fé capaci di rifVegliar la pietà.
II dì 18. dì Aprile la mattina
a ore cinque principiarono le Funzioni , che cadevano in quefto gior-
no
del Sabato Santo, Le quali rifecero alla Cappalla del Santo Sepolcro ; ove il Revorendilfima cantò la
Mena pontificalmente; e tutto ciò
venne
fatto colla
maggior pompa
,
c
Subii*
Sflnf *
decòro
;
,
6
luffa di arredi fieri,
polla ini macinarli
mo
L' Altare
celebrò la
,
.
t
;
ove
il
Mena,
che
'
ReverendilTifu cretto da-
rantì al Salito Sepolcro , non poterittó in'tal;occalione ufiziare dentro titr la piccolezza
,
e riftrettezza
del luogo ; Ricchiflimo era l'apparato dell' Altare , ("opra del quale ri-
fedevàno fei grandi Candelieri di argento f dorati in varj luoghi i- e tutti
temperati di gioie i é pietre preziofe , cótiie pute laCròcC; In tramezzò
vi eritfó fei V'ali iimilmenre d' argentò brnati nella fte/Ta maniera ;
cori fei ciocche di fiorii lavorate fui
gulto mcdelinio, ed intiriiitc di gioie
La Credenza era ornata difuperbi vali d'argento; e di orbi e di
.
altro' ricche
di alcune
fuppellettili
>
:
e fra cflè
guantiere eccelle titani cni
te lavorate irroro
pietre pre/iofe
,
j
ed
'intarliate di
ffa le quali 'lina
pra tutte le altre
fo-*
era ammirabile
eccellenza del lavoro, e per
ri*
ricchezza dell' ornato",' eflendò
tut-
„
Digiti_zed bj/
Gpogle
I
temperata di brillanti, di ru-
'tutta
bini
,
non
dì
fmcraldi
diflìmile
in
,
e di granati
ricchezza
era
,
e
la
Croce, e le varie Mitre , che erano Copra la Credenza medelima 11 Pafto.
rale
,
del quale
fi
fervi quella matti-
vedeva ancor quello ricoperto di gioie ; ed à
tutto ciò corrifpondcvano anche »
Sacri paramenti , i quali erano di
Sopra la porta del
broccato d' oro
Santo Sepolcro faceva fpicco un
belliflìmo quadro della Refurrezionc , ed il contorno cfterno della
na
Revercndiflimo
il
,
li
.
Cappella
lo
ricoprivano
diverfi
arazzi rapprc fontani i vàrj 'miltéfj
della Pattone di Nóilro Signore .
Le Funzioni dì quella mattina
'
'durarono cinque ore* onde.à orò
dièci era tutto terminato colla .'falita pacci là quale ci fri procurali
"dà
ì
Giannizzeri', e dalle Guardie
Santo' Sepolcro ; le Oliaa freno ì Greci, che
èrano impazienti 'di ripHncìpiarc le
Stravaganze del giorno antecede hté
per
Turche del
li
tcneW
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GoogI
per prepararli a ricevere
fuppolio
il
Fuoco Sacro, che doveva venire dai
Ciclo a due ore dopo meizo giorno ónde disfacro il noilro Altare
(j
c levati da cito tutti gli ornamenti
il
lafciò
il
Sacro
Tempio
i
tutto in
bilia alla loro beiHalità, ritirandoci
appartamenti
negli
di
noftfa
fola
giuri fdiz ione i ove a ore undici lì andiia delìnarc ìn compagnia del Rcvcrcndiilìmo , e di tutti gli altri Religiofi.
tartari-
Dopo pranzo
fi
pafsò
nelle
ci* «„,»» T«nSS."^*!
termine
cunoii
vedere
fora fono.
'
di
qua!
alerebbe avuta la funzione del Fuoco .Sacro de i Greci Scifmaticì. Ofgiorno avanti c/lì giravano*
e correvano intorno alla Cappella
del Santo Sepolcro > é qui befano tilt gli fchiamazzi > ed i tumulti i lo
.indecenze, e le. profanazioni ,da '^tlì comme/Te, che le .Guardie Turtp, del
che hori potettero'
entrar di
far' di
meno
mezzo co'baftoni,
c
di
con
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gli ftaffili
runiulti
;
»J3
per fedarc alquanto quei
già 1' entuliafmo ave-
ma
va prefo piede fra loro , mentre li
erano relì , dirò cosi , infallibili anche alle percoflc > ne altro penfavano i che a continovare gli fieffi indecenti fìrepiri;-
'.
A
un'ora dopo mezzo giorno
il
Mulìclim , o Ila
Governatore della Città accompagnato dalle fue Guardie Turche
arrivò in Chiefa
il
e fc ne venne Tulle Gallerie , ove noi
eramo > clTendogli ivi preparato un
Sofà j e qui li affife per vedere ancor elfo quella Funzione
Si calmò un poco la furia del
popolo, c lìvide, che tanto i Greci Sdfmaricì, che tutti gli altri Criftiani Orientali , che fono fcparati
dalla vera Chiefa , avevano in mano
de i groffi mazzi di moccoli tinti di
colori, tenendoli pronti per
accendere col Fuoco Sacro , che prefio , dicevano eli! , dover venire
Fu pertanto fatta un" efàtta
perquillzione per la Chiefa , e fu-
varj
rono
rono fpcnte le Lampane , che vi eraper i Santuarj, C fi no quelle del
Santo Sepolcro.
Principiò confccutìvamcntc (a
proceifionc de i Greci , che la fecero aliai confufamente , fenza ordine > e correndo per la Chiefa; terminata la quale entrarono nel Santo Sepolcro il Vcfcovo de i Cre-
no
j ed il Patriarca degli Armeni , i
quali ben chiufero di dentro la porta ( e di fuori vi pofero delle Guar-
pi
die
Turche per tenerne lontano
il
doppiati gli. urti, le corfe, c gli
Urenti.! Fu con ti nevato cosi ancora
fino alle ore due , allorché da due
fori laterali t
la
che corrifpondono nel-,
Cappella del Santo Sepolcro, da
una parte
l'
altra
il
il
Vefcovp Greco , e dalArmeni
Patriarca degli
uni fiaccola accefa.ll
popolo furibondo credendo di effe-
niellerò fuori
rato
dall' allegrezza
,
cominciò a
dar-
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de i movimenti dì gioia , e di
contentezza , attendendo ognuno
confufamente ad accendere i Cuoi
moccoli, e candele , ed in un Tubilo fi vide tutto il gran Tempio
flarlì
illuminato
Il
-
tumulto durò ancor mezz'
ora per ìa Chiefa
ra
nuove fpecie
,
enervandoli allo; chi
di flravaganze
lì abbracciava, chi fi bagiaya , chi fi
fpegneva quelle fiaccole fui petto
chi taceva lo fteflò ne i fuoi bcrret-r
ti, ed in alcune camice fatte apporta , nelle quali poi ftimano effère
di gran confeguenza per la falutc
•
della loro
Anima di
efiere fepp$|lttj.
Soddisfatti quelli primi fervorofi
fentimenti di ridicola ^pietà» princi-
piarono le Procefiìoni degli Armeni,
de i Cofti, de i Soriani , .e degli
Abiffini, dopo le quali tornò nella
Chiefa un perfettiflimo filenzio.
Lafciata noi quefta fera la
Chiefa della Refurrezione , ci tras-
ferimmo a' noifrì folìti alloggi nel
Convento di San Salvatore
DEL
H6
DEL FUOCO SACRO,
CHE
GRECI SCISMATICI:
I
Credono difcendere
dal Ciclo
SABA TO SANTO
IL
-
NEL SANTO SEPOLCRO..
C
/
AP.
XV.
""lÙtti quei Criftiani
I che non fono ora
Orientali,.
più fegua-
ci del Cattolicifmo
,
dacché
allontanarono
impropriamente
fi
dalla Chiefa Cattolica , non folamente caddero in mólti, e varj er;
rori
di
Religione
ignoranza
gli
elfi
i
ma
inoltro
1'
neloro» che
più
(ufficiente lume da
prefe
animi de
manca ad
;
tal
poneflb
di
po-
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Googlt
poter conofccre anche quegli ertoche fono materiali >.e contrari
,
, e al buon ienfb
Si è veduto nello feorfo Capiri
alla ragione
tolo qua.1 fanatifmo entri fra
ci
Scamatici
fiderazione
il
i
Gre-
Sabato Santo in con, che
del Fuoco- Sacro
fuppongono venir loro dal Ciclo
anno in quel giorno :
prefenre Capirolo moftreremo
veramente come ciò fegua
ciafehedun
nel
La maniera, colla quale è accefo quello Fuoco, è interamente artificiale, mentre il Patriarca Greco , inlìeme col Patriarca Armeno
entrando nel Santo Sepolcro- hanno
i'eco i neceiiàrj Itnimenri, e robe adattate per accenderlo. Ciò per altro vien da loro collantemente ne-
gato , e tanto conviene ad elfi di fare per tenere il popolo in quel!' illuderne, dalla quale ne ricavano vantaggi grandinimi , mentre la fiduciadi trovarli prc-fe-mi i Pellegrini alla
difecfa det Sacro
Fuoco
,
c quella co-
fa, clic
per
la
da tanti Paci gli fa andar?
Pafuua in (ìerul'alcmme
Che
Fuoco
tal
lia
artificiale,
hanno fano più
feoptire. bi racconta mollo
frequentemente, e li afficuta Ja i
Turchi tlcITi, che in ralc occalion;
fono (lati viri anni di curtodia alla
Porta della Cappella de! Santo Sepolcro . di avete udito molto tiene
battete I' acciaino, e di aver jèntito l'odore dello zolfo appena apatdiverfi accidenti In
volte
ia
porta del mcdeiinwi e
la
Ì
fra-
Crc, e le pazzia, che fanno
ci. cominciando dal giorno avanti,
fiuoni
i
tutto H tempo, che coloro
Hanno dentro > fono appolla poiché
non li venga dal popolo più idiota
c pet
in cognizione di i]uel
,
che
lo interrogava vat) di
ivi
li
clìi
,
fa
-
che
cofa pretende \'ano di fare con quelle
girate, che feni' ordine » econome!
facevano intorno al Santo
Sepolcro i ma li trovai fempre fta
alcuni mi dicevano,
loro difeordi
che così fupplicavano il Signore a
chiallb
i
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Google
359
volerli
degnare dalla l'olita grazia ,
maniera dì pregare al-
lìravaganre
!
che fcgjùavano un colonie veduto praticare da' loro, maggiori; c
tri
,
finalmente) che ciò facevano
per rifcaldare il terreno, dai quale
altri
doveva ufcìre l'afpettato, e bramato Fuoco e qui io potetti (coprire,
che alcuni fra di loro credono , che
;
Fuoco difeenda addirittura dal
Cielo, e che altri credono, che elea
dal Sepolcro medefimo.
Nel tempo, che io era per il
Levante, aveva fentito molle volte
parlare da i Greci Scifmarici di quella lor Funzione del Sabato Santo,
onde trovandomi allora prefente,
tal
volli
olTervarnc
minutamente
tut-
che facevafi in tal occalìone
trovai , che avanti chq venilìe
Cielo quello lor fuppofto Fuoco
Sacro , dovevano prima combinarli
lenza che niente po,
teva feguìre , quali che Dio doto ciò
e
dal"
diverfe cofe
vette tare a
modo
loro
Fintantoché
R
il
2
.
Governator
Tur-
Turco non arriva in Chicfi , pervedere la loro tumultuaria Funzione,
è certo che ii Fuoco non viene , o
concerebbe loro auai caro fc ardiitcro domandare al Cielo, che gli
efaudiiTe prima d' allora .
Di più fe idue Patriarchi, che
fono rinchiulì nella Cappella del
Santo Sepolcro , tardano alquanto ,
il
Governatore medelimo non fa
per lo più l'offrire neppure quella
tardanza , onde nel dato tempo di
circa mezz ora hifogna , che aifolu1
tamenre venga fuori
,
e iìa diftribni-
to il Fuoco Sacro. Sì racconta, che
una volta ritardarono a fegno tale
che
Governatore impaziente fece
il
gettar giù la Porta della Cappella,
ove fu trovato
, che i due eletti a tal
funzione nulla ancora avevano conclufo , onde entrato dentro in quel
mentre un fanciulletto Greco
cefe egli
felce
,
,
ac-
il fuoco col ferro , c colla
ivi trovò , e fu ricevuFuoco Sacro. I
che non negano quefto fat-
che
,
to dalla Plebe per
Greci
ìoi portano per ifcufa, che Iddio irt
quell'anno non gli efaudiva propter Mulii-res menjlruantes in Sancì» Tempio tane exìHentes
Per fare quella Funzione quei
Crifiiani Scifmatici pagano ogni anno al Governatore una grolla (bru.-.
mai
lenza la quale
non porrebbero
azzardarli ad intercedere dal Cielo
k fofpirata grazia Non ha molti
anni , che un Muflèlim , o fia Governatore di Gerufalemme ) avaro
di volere ciigere una fomma maggiore , dille ebe ci medefimo voleva eiièr prefenta nel Santo Sepol,
,
cro allorché veniva
il
Fuoco Sacro t
una
un
è che perciò lo attendefleró ad
tal ora
.
Nacque
fra
quei Criltiani
grande fcompiglio i onde fu refohito di mandare al Governatore una
groffa fomma di danaro , mediante
la quale fi contentò) che loro foli
fodero teftimonj dì quanto fegue
I Greci poi medelìmi
raccontano
tutte quelle cofe ; volendo debolmente provar con quello , che ld;
dìo non concederebbe loro quelli
grazia fe vi folle nella medeiima
Cappella altre Perfonc.
1 Greci Stimatici dicono, che
Dio diitingue. Colo loro di quello
Fuoco Celeltein comrallcgno di venire da
gione ;
elio
ma
de' loro
triarca
approvar!
non
più
inganni
Armeno,
.
E'
la loro
Reli-
accorgono
fi
pure un Pa-
quello, clic col lor
Patriarca entra nel S.into Sepolcro
.'
duina Religione, per la
hanno un' awerlione gran-
vale a dire
quale
diflima
La
preferenza di ricevere, c
quello fuppofto Fuoco
difpenfare
Sacro, era folo riferbata ai Criftiani Abiflinì , gente molto povera .
Ma i Greci dell' Alia , e dell' Europa come più ricchi avendo eiibite fomme maggiori di denaro al
Governo Turco
,
hanno
in tal
ma-
niera fatto trasfondete in loro fteflì
un tal privilegio, Gli Armeni più
de
i
Greci, fecero delle offèrte grandio-
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; e ottennero dalla Porta di eCfernd a parte. 1 Greci lo sverebbero immediatamente impedito, con
dire anche delle fornii» molto
diofe
maggiori,
non ellcndo flati in
la prima vol-
riia
tempo
di fralìornarlo
ta
perciò
c
,
l'atto
l'ciar
nicfiì
del fegeéto
correrei e
i
ancora
è lor
la-
fcambievoi-
poiché
i
loro al
convenuto
forlrirli
Gli AbifTìni
ora
fi
veggono
efeluii di eilere
a parte di quell'
Onore , fenza niente alterarli di ciò
li unilcono con gli altri a far credere
al
dal
popolo
Ciclo
tollè
fra
i
i
che quel fuoco venga
mentre , mancata che
quei
Criilìaiii
fede
tal
i
mancherebbero a i loro Conventi
Gerufalemme quelle Limoline i
;t!i
calie quali pagano
i
groffi tributi al
Gran Signore
i c le quali fervono a
mcdelimi per fare in quel foggiorrio una vita più comodai ondé
è di reciproco interelfe » che conferVitì fra elfi quefta credenza
Vorrebbero dimollrare la rc-
lor
;
R
+
;
alti
alta di eflcre tal
Fuoco veramente
Celeftc, con dire, che elio non arde , e non confinila Io non Capeva
.
comprendere come
fere
balordi
effi
potcllcro ef-
quello
fino a
allorquando
fegno
;
coli' cfpcrienza fra le
mira provano rimo ii contravio»
mentre veggono bene . che ì loro
moccoli . e candele , che fono accefi da quel Fuoco , fi confumano beRicoprono quefra lor n lani iTtmo
nifera minchionaggine i Preti me.
delimi
dando ad
i
intendere
plebaglia) che l'attività di
fumare
minuti
la ritiene
j
per
foli
acquiftando
alla
noncon-
due
poi
i
1'
forza del fuoco ordinario; nè
o tre
iitefia
fi
ac-
corge quel cieco popolo , che i Prepreparano il falcetto de' loro
moccoli bagnandoli efteriormenre
con materie atre a dar luce per un
breve tempo prima che il fuoco fi
attacchi agli ftoppini ; perciò il Patriarca Greco dopo avere accefo il
fno mazzo di moccoli, lo moftraal
Popolo, e fa Tedere efprelTamcnte
ti
,
che
—
..-
.
._^Gigilizedb^GQDgl£_
the quello fi fpegne lenza aver dato fuoco a i medefimi, dopo di che
torna ad accenderlo , ed allora , puffati già i due, o tre minuti, lo dial Popolo , il quale fpeflè vol-
fpenfa
te
credendo
,
che veramente non
bruci, fc lo accorta, o al vifojoal
petto , o alle moni , ma io veddi
che ben pretto lo ritiravano : e contali in Gerufalemme , che alcuni
troppo creduli
ciati
,
fi
cllcndo poi
fono talvolta bruIlari
coilretti a ri-
correre alla Spezieria de i Padri di
Terra Santa , ove fono itati caritatevolmente curati.
Qui
è ove fpicca lui altro lo-
ro errore allorché vorrebbero far
credere , che quel Fuoco non brucia
perchè è un Fuoco difecfo dal Cielo ,
mentre all' oppolto abbiamo degli
efempj nelle Sacre Carte , «he quello mandato dal Cielo da Dio in teftimonianza di approvare i Sacrifizj
di quei , che gli erano cari , era elio
appunto combuftibile , e con quello
contornava
i
Sacrifizj
ad
elfo fatti
.
%6&
Inoltre fc Iddio è quello
che a lo*
ro Io invia, per qual ragione nonlafoian eglino, che al Popolo tutto iìa
«libile il Santo Sepolcro nel tempo i che deve » come elfi dicono
ivi difeendere ? ma così facendo 1*
inganno pretto farebbe ftoperro , e
la Pellegrinazione
terminata
i
Alcuni Greci più fenfati, co'
ho avuta tal confidenza da
poter loro parlare l'opra di ciò ; mi
fenìci ra m ente
detto t che
trovano grandi difficoltà * le quali
contraitano alla loro ragione la realtà di quel Fuoco miracoiofo; ma ciò
conYiehc ad elfi di dimò/trarlo alfai
politicamente, mentre fe fonerò
fcaperti dagli altri Greci, di quel
loro contrario fe'ntimenro , farebbero perfeguitati a fegno da non eflèrc più iicuri non folo i lord beni s
quali
hanno
ma
neppure
Un
la loro
il
ci là
vita
altro aflègnamento
ticolar .provento ricavano
Patriarca
quello loi
i e pàrtanto il
Greco , che K Armeno da'
Fuoco vendendolo al mag--
igitizedby
Goog
li
25-J
giore offerente
;
compra
qual
la
al-
non è , che edere il primo diitìnto tra gli altri ad accendere il mazzo de i fuoi moccoli a quella fiaccolata di altri moccoli , che mettono fuori i Patriarchi dalle due bucoline laterali del Santo Sepolcro ;
Il Patriarca Greco lo confegna dalla buca , che è nella parte Settentrionale della Cappella , e 1' Arme-
tro
A
no da quella della parte
u lira le
Mi dillèro , che in quell' anno fu
venduto il detto Fuoco Zecchini
cinquecento prezzo all' incirca Tempre limile
.
I
e Jo creindifpeniabil rimedio per
la falvazionc dell'
me
dice
vttam
.
Compratori poi tengon
un grand' onore ,
ciò per
dono un
un
potiti*
anime loro
*
e co-
accreditato Scrittote
bomutbus
quam concefssm
illis
:
erifias »
depo*
fententiam
nant>
Di dove potenc prendere
gine
fra
quei
Criftiani
ori-1
Orientali
i
bi fave
Pu>> év,r
.
che fon lontani dalla Chiefi Catcolica
j
l'
errore fra
elfi
invalla di at-
trrtn
il
by
Google
tendere ciaichedun anno tal Fuocd
non fo trovarne precifa
ben darli , che
; ma potrebbe
dal Cielo,
notizia
co' foro inganni abbiano voluto dare ad intendere al credulo Popolo i
che tuttavia feguiti
mento
i
del
quel!' avveni-
quale
trova fatta
li
menzione negli Annali
Eeciefiafti-
Baronie all'anno 1095. ove
difeorfo fatto da Papa
ci del
riporta un
Urbano IL nel Concilio dì Clermont col quale efib inculca a Po,
i
poli di induro
mani
a riacquillare
degl' Infedeli
Santi
i
dalle
Luoghi
, ed ivi
per maggìoranimarli alia recupcrazione
della Paìeftina
mentt
della Terra Santa,
,
propone
il
Mira-
colo del Fuoco j il quale, come egli
dice , veniva ogni anno dal Cielo
nel Santo Sepolcro , e con elfo ac-
cendevano tutte le Lampade già
fpcnte ti tamen in ilio loco ( non
ignara Joquor } requievit Deus ibi
Pro nobh mortuus eli, ibi fipu/tus
tfi. Neqiie eqiùdem ibi Deus hoc unnuat'm prmermittit facere miraculum 1
.
.-
f/fm . eum in dìebiis Paffonis Jìiae exin Sepulcbro ,
tinilis omnibus ,
>n Ecclejia circumcirca lumintbas,
iuhare Divina Lampades extinBae
reaccenduntur
Cuius peftus filici-*
num fdtiìim, tantum miraculum no»
&
&
.
emolliat ?
Card.
Saron.
ad Ann.
1935.
Qualunque
ne fanno menzione anche Guglielfifone tal prodigio
mo
Malmesburienfc Lib. IL De geAng. e Fulcherio Carno-
fiis Reg.
tenfe in
Ann.
i
1
quali
Sacre
.
Geff.
101.
Peregr-
come pure
hanno forino
Ma
Frane,
ad
altri
Autori,
delle
Guerre
tutto ciò niente contri-
buite in favore degli Scifmatici Greci , mentre lì è furto chiaramente
vedere > che il Fuoco loro è oggidì
un fuoco terrefte accefo materialmente , e distribuito poi al Popolo
con fraudolente inganno.
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A QUANTO CI TROVAMMO
IN GERUSALEMME
Ne
i
tre
giorni
DELLA PASQUA DI RESURREZIONE..
CAP.
"V TEnne
XVI.
Pafqua di
Refurrezione , che in quel!'
anno 1767. cadeva nel di 11/.
fi accozzò appunto nel
giorno medefimo , che la celebravano anche tutti i Crifìiai.i Orientali , i quali , come altrove accennai
non avendo ricevuta la Correzione
Gregoriana , ne viene perciò , che
non sì fpeliò s' incontra la Pafqua
pertanto la
%/
-
T
di Aprile, e
loro inlicme colla
andò
noftra...
Quefta mattina a ore cinque fi
dalla Chiefa di S. Salvatore a
nella
della Refurrezione ,
trovò un perfetto filenzio
fi
quella
quale
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e|a ogni banda, eflendo già fiata èva*
cuata dalla maggior parte de i.CriOrientali , i quali at far del
ftiani
giorno avevano terminate le loro
Funzioni Pafquali
Tutta la Ghiera deJIa Refi»,
rezione fembrava adunque riferbata.
in quello di folo a
i
Latini
,
Per ogni
Santuario
furono celebrate cqntirwarrtente delle Mefiè; ma nel Santo Sepolcro vi celebrarono foltanro quei Rcligiolì di Terra Santa
, che
trovavano ivi in qualità dì Pel; le
MelTe de i quali furono
fervite da altri Pellegrini Religbfi
Laici , e da i Pellegrini Secolari , fra
i quali toccò anche a me una fimi!
il
legrini
forte
Terminate tutto
le
Mene
pia-
ne
,
fu eretto il folito Alrarc fui
Presbircrio del Santo Sepolcro, ed
ivi
Reyerendiilìmo cantò la jMefPontificalmente ; e fra' divedi
Terra Sanra potette!! in
quella mattina mettere inlieme una
fcelta Mulìcadivoci, edi finimenti.
il
fa
Religiofi di
Finiti la
Mena
Proceflione
lcirne
principiò la fo-
Era quella pre-
.
ceduta da una gran Croce di argento fenza banda , ed in erta vi era
una Reliquia del Legno della Sanra
Croce ne venivano i Fanciulletti
veftiti di vefte rolla, con roccetto ,
;
:
cantando varj Inni
un
altra limile
eflà tutti
Ì
feguitava
Indi
.
Croce, e dietro ad
Religiofi Laici veftiti di
Tonicella; e finalmente una terza
tutti Ì Religiofi Sacerdo-
Croce con
; ed in ultimo il
Reverendiffimo con Mitra, e Paflo-
ti parati di Piviale
rale, venendo, dopo di elfo i Pellegrini, e tanto e(lì,che tutti i Religiofi
,
e
gli
pagnavano
un
alttfSecolari
,
cho accomavevano
la Proceflione,.
torcetto accefo
L'efterno della Cappella der"
Santo Sepolcro era parato di belliflì-
mi
ti
arazzi rapprefen tanti divedi fat-
alhiìvi alla Refurrezione di
ftro Signore
.
Pietra dell'
No-
Si girò tre volte in-
torno a quello, ed una intorno
Unzione
,
alla,
cantandofi in
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fermate quattro Evangclj
diverte
uno
,
dalla parte delira del Sunto Se-
polcro
zo
uno
,
dalla
liniltra
Pietta deli'
alla
j
ter-
il
Unzione
>
ed
quarto fulfa Porta della Cappelmcdciinia del Santo Sepolcro i
il
la
dopo di che cantando il Te Demn
lì andò nella
Cappella dell' Apparizione i ore il Rcverendiflìmo diede la Benedizione Papale dopo la.
quale fa quella mattina terminata
ogni Funzione.
, e quiete
Cenfeflanra Relìgioiì di Tetra
S. tra Sacerdoti
e Laici decorarono la Proceffione di quella matti-
con pace
i
na
re
;
ed
a
il
numero
quello
dì
loro
era fuperitir
quanti
ordinaria-
mente foggiomano in Gerufaleuime, mentre in occaiione della Pafqua vengono anche motti dì quei
che abitano ne i Conventi di Betlemme, e di S. Giovanni in Montanis Iudaeae I Piviali j e le Tonar
.
celle, di cui
di broccato
fi
videro parati, erano
d' argento, o
d'oro, e
ricamate riccamente
S
.
La maggior
par-
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parte di detti parati fono doni de i
Principi Criftiani c di Signori Gran,
di
,
e di pie perfor.e
,
che hanno
to a gara in 'ogni tempo
lire
,
fat-
nell' abbel-
e arricchire quella Chiefa di
Sacri arredi
durò
La Funzione
dì quella mattina
quattr' ore
c a ore dicci of-
,
fendo tutto terminare, ce ne tor-
nammo
a S. Salvatore
inlieme col
Reverendi/fimo , il quale per tutti
Settimana Santa li era trattenuto nel Santo Sepolcro; e venne ferrata la Chiefa della Refurrczione, ove non vi fu più ingrefio libero, e il rimanente della giornata
la feorfa
li pafsò nel Convento
di S. Salvatore, ove i! RevercnduTiino affitte
Pontificalmente
al
Il
Lunedì
Vefpro
dopo ave-
di Pafqua
re affittito alla Metta cantata in San
Salvatore,
li
fi principiò ad ufeire
prima volta per la Città di Gerufalcmmc , e prima di tutto il pafsò
alla
ni
,
Chiefa principale degli Armeper ottervarne i fuperbi arredi
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Era eflà ornata dì duemila Lampane d'argento, e molte di oro, diJtribuite in buona limctria a guifa
di
fettoni.
L'Aitar maggiore
trovai limile a
gradini , fopra
chiilìmi
i
ì
noitri,
io
con divedi
quali vi erano po-
candelieri,
ma
quella
in
vece viveddi molte Croci di argenIl fuolo lo ricoprivato , e di oro
no varj fuperbi tappeti di Perda
Dalla Chiefa lì parso ne i con.
tigui quartieri a
reverire
il
Patriar-
ca Armeno , il quale ci ricevè molto compitamente , trattandoci dì rinfrefchi all' ufo Orientale > e dì lì ce
ne tornammo a S. Salvatore
11 dopo pranzo tanto il Patri.
arca
Armeno
come
,
Greco, mandarono
al
il
Vefeovo
RevercndÙTi-
mo
dì Terra Sanra varj regali con?
il
, e dopo due ore
Procuratore del Patriarca Armeno,
e quello del Vefeovo Greco venneliftenti in dolci
ro a fargli una viiìta di complimento augurandogli le buone feite
.
Dopo
il
fervido dalla Chiefa
S
a
finn-
amiti dì
rifa».
1J6
andò nuovamente quella mattina
Pafqua a girare per la
Città di Gerufalcmme, principiando
ad olTervarnei varj quartieri , c rio,
che di più particolare in clfa vi è ,
il che li troverà minutamente raccolto ne i fullcguenti Tomi.
I tre Signori
Francali , ed io
fummo quella mattina trattali a
pranzo molto fplcndidamcnre in
Cafa dei Sig. Bernardo Damiano fratello del Sig. Giovanni Damiano
Vice -Confole Imperiale i e Tofeano
in Giaftà , il quale pure fi trovava
prefenre , eflendo venuto in GcrufaIcmme in occalione della Pafqua.
II
B ève rend Mimo in quello
giorno rendè Je fue vilìtc al PaJì
xtr/a. Fella di
Armeno
triarca
,
ed
al
Vefcovo
Greco , avendo , fecondo il coliumo
Orientale .preventivamente mandaancor elio de i regali di patte , e
ti
altre galanterie di
così
commelnbili
finirono le Felle
tutta la
cordia
,
tranquillità
,
fenza ellcrvi nato
i
:
e
Pafquali con
e buona condift urbo al-
cu-
.
—
Digilized
t>y
Googte.
ciino fra gli Scifmàtici
,
ed
i
Latini
elfendovi da temer fenipre in con-
allorché le Pifquc fono uni-
trario
,
te
che perciò
,
e
fi
è in neceifirà di
doverli trovare ad ufiziarc nel
po
ileflo, e nella
ed
è tuttavia in
la
memoria
terr.-
mede lima Chiefa ;
Gerufalemme viva
fediziofo tumulto
del
feguito già dodici anni fono nella
Chiofa della Rcfurrezione fra i Greci
Scifmàtici
noftra
,
c
i
Latini.
Pafqua veniva a rifeonrrarfi »,/;„ àìtdella Chiefa Orientale, fi <!'' Ss'/" ; '"'
con quella
come appunto in quell'anno 1767.
di cui ho fopra parlato
In tale occalione tutte le varia
Nazioni , che ulìziano nel gran Tempio delia Refurrezionc , fanno a gara per meglio ornare i particolari
Santuarj ' c Cappelle di loro giurifdizione
La Nazione ) che
in
tale efterna
mente
Greca
,
,
fuperi le altre
apparenza, è cèrta-
anche al giorno d'oggi* !a
mentre , come dimoerai nel
S 3
Cap.
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Cap.1V.
il
loro
Lampane
mila
Coro
è ornato di treargento , e tra et-
d'
d'oro; e per ladifpoche ad elle danno, non vi è
) che non tacciano una bel-
fe di alcune
(izione
i
da negare
la compartii
Gli Armeni
curano
fi
di tal
pompa lino a un certo fegno , c li
riferbano a feria maggiore nella loro propria Chiefi
mandano
,
ove
elfi foli
co-
.
Gli altri Crifliani Orientali
non avendo gran poffibilirà , fanno le
loro Fette
con proprietà
i
ma
fenza
sfarzo ; onde gli Armeni per la loro politica , e gli alrri per la loro
povertà non fono a
i
Greci oggetto
di gelosia.
1
Padri di Terra S. e rutta la
i Latini nelle loro
Comunione de
Funzioni
li portano
faviamente . e
fcguiranole antiche rubriche, colle
fon fempre regolati in
lì
quali
quei Santuari
l'
re
,
onde per quel , che
anzianità , non
difpute
lì
lia
trovano ad ave-
con quegli Scifmatici.
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179
pure fri gli ornamenti loro erafrati fempre un oggetto di grangelosia per i Greci tre fuper biffimi Lampadari d' argento t
ed altre Lampane d' oro , e d' argento, che tfigni anno i Padri di
Terra Santa mettevano di faccia i e
d'avanti al Santo Sepolcro; le quali venivano in oltre ad impedire in
qualche parte il bel colpo d' occhio che fa il Coro di elfi Greci
.
Ma
no
diflìma
,
quando
è illuminato
;
Fu pertanto meditato da i
Greci di colpire l'occalione; e dt
mettere in pezzi le dette Lampane ;
onde in detto anno 1757- introdotti
Sabato precedente
ca delle
alla DomeniPalme molti Uomini nel
Tempio
del
il
cori baffoni
te
,
avanzata
avventarono
S.
e
Sepolcro
mazze
j
ferrate
;
armati
a not-
tumultuariamente
alle dette
Lampane,
fi
le
quali a colpi di battone le fracaflarono tutte
;
Padri di Terra Santa , che corfero per impedire il danno ; che vedcS 4
I
DiQirized^by
Googk
devano foffrire !e loro
ne riceverono ancor
stonate
,
vemente
fuppcllertili
eflì
e venti di loro
onde
feriti,
delle
ba-
furono gratrovarono
fi
correrti a ritirarli , c ben ferrarli
ne i loro quartieri, ne fecero per
queir anno le folite Funzioni della
Settimana Santa nella Chiefa del
Santo Sepolcro , come nò pure la
Pafqua, avendo avuto di grazia di
and^rfene dal S. Sepolcro alla Chiefa di S. Salvatore bene accompagnati da una Guardia di Soldati Turchi , che mandò ad eflì il Governatore della Città per fcortarli nella
flrada, ed impedire, che dal Popolo
dri
non
tre
veniilero intuitati
Ebbero in tale incontro i PaTerra Santa tutto il popo-
di
lari fol
d'inlidic
ebe feguiva
zione delle
edìfrodi, nel men-
,
il
tumulto della
Lampane ,
andavano fpargendn
alrri di
fra quel'
fra-
loro
popo, che
lo, non intefo delle loro trame
i
Padri
ilcfli
,
e gli altri Latini era-
no
28
no
(lati
gli aggreflori
dando
i
fafli-
dio ad alcun di loro, che flava o-
rando nel Tempio. Ma rcftò paleil loro inganno allorché venendo
C-fame del fatto , non feppero dare i Greci difcolpa per qua! ragione quella notte contro il foliro erano entrati nella Chicfa con de i bifc
all'
lioni. Ma alcuni gencrolì sborfidi danaro farti da i Greci al Governatore, fecero fofpendere in Gerufalcmmc ogni ProcelTo Copra tal proporrò ; effendi» però proibito forro gradi potere in appretto mai
più entrare in detto Tempio con
alcun battone.
vi pene
Quello fatto fu fenlibile all' cftremo al Reverendillimo di quel
giorni an, giacché quindici
tecedentemente era (iato in qualche
maniera avvifato dì una cofpirazione, che era intelaiata fra i Greci
per quella notte
ma fu da elfo
creduto un difeorfo infuffiftente ,
tempo
;
onde
pio
fece folo
pochi
mettere nel
Giannizzeri dì
Tempiù
p«
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per eller guardati di elfi in cafo di
bifogno , i quali perù non ferverono
per rcliilerc al furore dèi Popolo
Dopo quello fitto mai più i
Padri di Tetra Santa non mettono
Lampanenc d'argento, ne d'oro in
queir irtciiò porto ; ma in vece di
ne, le quali femprc vi ftanno , ed
anche per quatlìiia Gran Solennità
i
La nota
prima
delle
vi erano
,
Lampane* che
è quefta
UnaLampana d'orotempeftV
ta di
Gemme
pietà del
Re
offerta dalla generala
delle
due
Sicilie
,
di
Monarca delle Spagne.
Una limile Lampana d'oro donata da un altro Monarca Cattolico
prefente
.
Un'altra limile inviata dalla
Cefatea Maeftà del fu Carlo VI.
dalla quale,
quantunque maltrattata
fe non foli due An-
non ne caddero
gioli di getto.
Tre
grani!!,
Lammoke al-
e magnifici
padari d'argenio, ornati di
tre
Digilized by
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78;
f re
te
,
Lampane
>
e di cinquanta ftatuet-
maggior parte
la
dì getto
c dell'
,
mezzo braccio. Uno di
eflì era un dono de i due Regni di
Napoli e di Sicilia forto la denominazione de i Monarchi CattoliUno de i Granduchi di Tofcaci
na della Cafa de' Medici , e il terzo
altezza di
i
.
del
Re
Cattolico Filippo
HL
Quattro Lampane lavorate
gli di batìbrilicvo
,
a gi-
che facevano di-
lUnguerli per doni olimi da
i
Mo-
narchi Criftianiffimi
Cinque
grolle
Lampane
d'ar-
gento inviate dal Regnante di Portogallo
.
Sei
venute
Lampane ugualmente
dall'
Una
blica di
grotte
Indie
della SerenilTima
Repub-
Genova,
Una
della Nobiliflima Religio-
ne de i Cavalieri di Malta.
Tutti quelli monumenti prezioli
per
per la materia , e inellimabili
perfezione del lavoro , co'
la
quali la pietà
de
i
Monarchi
,
e Prin-
cipi Cattolici
dm
ria
)
e quella de' loro (ai-
era concorfa ad ornare
go
mo
,
il
luo-
più adorabile del Criltiancfifurono con difprczzo , c ingiu, e la maggior parte ra-
abbattuti
piti dalla
mcnte
ie
Greca
due prime Lampanti
rabbia
,
e fpeciald'
oroj ie cinque d'argento di Portogallo
,
le
quanto
del
Re
Criftianif-
iìmo , e le feì dell' Indie , e il Lampadario di Tofcana. Le altre tutte
furono affatto guade, e deformate
da i colpi ; ed io le ho vedute cosi
fpezzate in una follitta della Chic
del S. Sepolcro ammontate in
fe folle roba di
-
fa
un armadio come
poca confeguenza , e di poco valore ; ed ivi credo, che rimarranno per molto tempo quei premiabili lavori
degni certamente di miglior forte.
Dalla pazza maniera , colla quai Greci dettero addotfo alle dette Lanipane, ne vennero dei danni
anche alle altre fuppellittili , mentre elTendofi fparfo dell' olio in qua
le
e in
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28;
e in là) rcftò perciò da elfo
chiata , e guaita in più luoghi
macuna
ricchiflima Tappezzeria dì Aorta d'
e velluto cremili , guarnita di
,
larghi galloni , e frange d' oro ; ed
oro
ìniìeme con
li
ftrappati
ella
i
furono in varie par-
fontuolì
arazzi,
dono
del Re di Francia Luigi XIV. i quali fervivano per ricoprire le mura
del Santo Sepolcro.
I Padri di Terra Santa , che ebbero tutte le ragioni in queil' incontro, non ortennero per altro una
congrua foddàfazione dalla Porta i
anzi
ii
vatj de
videro in appreflò privari di
i
P iu cofpicui Santuarj del-
che erano farro la lo, e che
furono meffi in
Greci Scifmatici
Fede , e le Funzio-
la Paleilina,
ro cuiiodia
mano de
i
In tutte le
ni
tro
Greche non
,
golarità
i
Ceppi diftìnguere al-
che del difordine
;
c
non
,
e
in altre loro
molte
irre-
potetti ravvifate
Gtcci gran rifpetto per
Dìo , ciò, che io aveva
Chiefe
la
ne
Cafa di
anche
oftervato
,
nelle quali
ode
ii
1
236
ode continuamente un gran bisbiglio t ed il maggior loro rifpetto
fembra , ebe fia riferbaro lòlo a quel
luogo delle loro Chicfc che chiamano Aghia Aghion, cioè il Sanila SancltruiH
Per quel , che fiano le Funzioni
fanno nel Tempio della
Reiurrezione in occafione de i giorni che precedono la Pafuua, i Maomettani li formalizzano della poca loro proprietà ì e le Guardie Turche ,
cofa quali incredibile, fono quelle,
che regolano le Proceflioni de i
Greci, e bcncfpeflò adoperano perciò anche gli ftaffifi ; ne ferve » che
propongano ad efli per modelli le
Proccllìoni , e le Fefte de i Latini
della proprietà, del lilenzto* e della modelìia de' quali molto ii compiacciono gli ftclfi Maomettani, i
quali Hanno ad oiTcrvarle anche con
le quali effi
,
;
piacere
DEL-
_. Digitizatì
Gaggie—
DELLO STATO PRESENTE
DELLA
CHIESA GRECA
I
N
LEVANTE.
CAP.
X V
io diverfe
AVendo
qui parlato
de
finarici, ciò
i
I
L
volte
fin
Greci Sci-
mi ha dato mo-
tivo di dire in quello Capitolo
fe-
pamamente
qualche cofa dello flato preferite della loro Chiefa in Levante. Sì fon veduti fopra tal foggetto anche degli altri ferirti j ma
non
tezza
in tutti ha fatto fpicco
e
l'
esat-
oltre
a ciò è flato tralafeiato molto di quello , che era eflenziale; al che di prefente io ho in
,
qual-
i38
qualche parte
procurato di rimc-
.diare
La Chiefa Greca Orientale
pertanto è divifa in quattro Patriarcati) cioè in quello di Coftantinopoi) . in quello dì Antiochia, in quello di Alcirandria, e nell'altro di
'
Gerufalemme
, e
fono quefti indipendenti l'uno dall'altro , benché pero il Patriarca di Co (tantino poli abbia if primo polio , ed è veramente
quello , che gode la prima dignità
nella Ghiefa Greca ; quantunque tal
preeminenza non gli (ia accordata
Sai Patriarca di AlelTandria , il quale fi fi chiamare Papa,c Patriarca;
cohtùttocìò citeriormente gli £ nccelfario di dimoftrare diverfamente
per il maggior potere, che ha quello di Collant in opoli per olière il più
vicino alla Porta
11
Patriarcaro di Cofranrino-
poli è fpeiTo conferito dal
gnore
,
o dal Gran Vilir
;
ne , alla quale da fe ftclìi
mcttono ì Greci; mentre
-
i'
Gran
Si-
foggeziolì
i
Ibrto-
Sovrani
dell'
28 p
dell'
no
Impero Òttomanno non hanpretefo di cilcce loro
ni ai
i
di-
llriburon di tal Polio , avendo Tempre efatro foltanro quella fomma »
che è ncceiiaria per la (pedizionc
del Diplomi' di Patriarca Ma fic.
comc afecndano
dignità per mezzi
ciò- neceifirió
sborfi di
fono
illeciti
di
danaro
ficuri
a quella
Talvolta
,
fare
è loro per-
,
de
mediante
groffi
i
i
quali
di ottenere dalla Porta
folo il Patriarcato , ma ancora
di far deporre quello, che attual-
non
mente
1'
occupane, quantunque
fof-
Soggetto di probità , e fenza demeriti ; e mentre quciìi potrebbero
fe
fotEopofti
effere
a vederli
dalla Sedia nella manieri
sbalzati
medefima
da un altro; perciò appena entrati
in portello del Patriarcato, procurano d' impórre delle gravezze fono
titoli fpeciolì a i Vefcovi , a gli Arcivefeovi, a tutto il Clero, e finalmente a tutti i Criftiani Greci Regolari
e Secolari , che fono fotto la
loro Ciurifdizione ; mediante i qua,
li
pretto fi rimborfano delle
fatte, molto, avanzando nel;
per lori} ftelìi , e
ben
Ipefe
tempo medeiimo
per amcurarli di una oocita fortuna
incafo di qualche liniftrq. Gli. altri.
Patriarcati fono conferiti coli' iftef»,
£b mezzo del danaro dagli altri Mimitri del Gran Signore , s fono forropofti alle medcfinie, vicende
Si
conlìdpri di qui in quanta miferabilc condizione iia, .ridotta ora laChiefa Greca , una volta sì florida , a
.
.
iUuftrè;.,
I
...
.
?
Patriarchi doverebbero elfe-
re prefcelti dall' ordine de
i
Caloi-
cioè de i Monaci Regolari ,
,
nientedimeno vi fono de i molisai che un
Papàs , cioè un
Prete fccolare arrivò ad occupare
Sede Patriarcale di Coftantinopoli
ma già gli era morta la Mo-
ri
ni efcnipj
la
;
glie
,
colla quale al fianco
non
jio afpirare a tanta dignjt^j,
polìb;
,
H titolo , che ei^ono i Patriarchi ferivendo , o parlando loro , li è
Panaghiotitafu , cioè V'olirà Gran
Santità
'
.
x
H
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II
Greca
i
291
fecondo rango nella Chiefa Aruwjhoccupano, gii Arcivefcovi, "jj,^,"
1'
.
dcpcndono da i loro rcfperPatriarchi, ed hanno, folto di
quali
tivi
Vefcovi fulfraganei.
L' Arcivefcovo per altro di
Nicosia nell' Ifola dì Cipro è indipendente interamente da tutti a
quattro i Patriarchi , come dimoArai già nel T. I. Cap. XIII ed anzi ne gode gli ftefli onori come fc
fe
de
folte
i
un Patriarca,
Ancor
gli
Arcivefcovi
,
ed
Ì
Vefcovi devono ellcre dell'ordine
de Ì Caloiri , quantunque anche i
Preti fecolari , morra loro prima la
moglie, pollano afeendere ad occupare una Cattedra , e fcraprc più
facilmente
fe
vi
coiicorrelle
qual-
che buona fonimi di danaro da paloro Patriarca, e fuoi adeIl titolo,
che prendono gli
, e i Vefcovi , fi è di Ma, cioè Voltra Beatitudine
Gli Arcivefcovi, c i Vefcovi
Greci vanno ancor eifi in vilita per
garli al
renti.
Arcivefcovi
chariotifu
T
i
la
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Dioccli qualche volta dell'
la loro
anno
;
ma non
^li abuii delle
per
già
correggere,
loro Cliicfc
danaro
rifeuorcre
,
Tali
.
bensì per
vilite
principiano ordinariamente
dopo
le
1*
Epiphania, ecjuci miferabili Villaggi, per ove pallino, fono tutti medi
a contribuzione
I Caloiri
fono
.
:
;
,
Monaci Rego-
lati dell'ordine di S. Balilio, o di
S. Elia , o di S. Marcello , i quali
fanno voto di eaftità , di povertà ,
di obbedienza, e di attinenza. U loro Urinilo proibifee a tutto rigore
di celebrare
non
volta
la
Mena
ma
,-
ficcarne
ottante ciò afeendono qualche
a
quella
dignità
chiamano Jeromonachos
,
;
allora
lì
con tintò-
rio celebrano folranto per le Solennità , o aiTai di rado , e per fupplire
ai fcrvizio delle loro
Chiefc tengo-
no qualche Prete fccolare.
Mediante il Voto di attinenza,
che fanno tali Monaci , non mangiano mai carne, e poflono mangiare
del pefee
,
folamcntc
i-
*
perii in quei
gìor-
giorni , che non fono di particola!
Digiuno , e che gli altri Greci iecomangiano carne.
Il Superiore de i Caloiri ha il
diìgumenos, che è l'ifteno,
altri fono didimi con
i che propriamente vale Prelati In fomma le
prime cariche della Chicfa Greca
Jari
titolo
che Abate;
quello di Archìmandritis
.
ibn poflcdntc da
i
Caloiri.
1
Monaci Greci accudirono
molte ore del giorno anche al lavoro del terreno, ed hanno pure fra
elfi varj meftieri; il rimanente della giornata l' occupano in fervizio
della Chiefa , e particolarmente nel
falmeggiare
Le loro prime Preghiere prin- prigtìtrt
cìpiano a mezza notte , e perciò le dtic*nM<
Me io nidi ne bini c durichiamano
,
no due ore . Nelle Solennità
poi
,
ed
in qualche Fcfta particolare del Pao-
o
le
,
la
notte
Hanno tutta
domandano quel
dell' Ilh'tuto loro
fervizio
in
Chiefai e
,
Olonichtichon
Un' altra
Preghiera hanno alla punta del gior.
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ho j
e
domandan
qncfta Oortros; dipoi
Ceguitano, e dicono 1' Ore Canoni, cioè Prima) Terza , Setta , che
chiamano Proti- ora Trìti - ora ,
ed Echxi-ora i e dopo attaccano la Li-
che
eflì
turgia, cioè Ja
Mena; terminata
la
quale dicono P Eri nati > che è Nona
Dopo mezzo giorno hanno 1'
Elp=rinòs , cioè la Preghiera dell'
ora di Vefpro ; e dòpo vanno a celia i
terminata la quale hanno P
ultima Preghiera chiamata Apodi.
fÒ5
,
che equivale a un diprellò
Compieta
" primo ordine, che
alla
noftra
jfnàgmfth,
o
riro fra
fia
Ltittn
.
avarir i
fi
i
Greci
p ec
il
a quei
,
è confe-
che
ti
tirano
Servizio della Chìefa»
è quello di Lettore, da elfi chiae l'obbligo loro
mato Anagnoftìs;
è di leggere nelle folcnnità
Scrittura al Popolo
^
Pii PfiU
-'f
.
o fin
II
fecond' ordine
Cantore, chiamalo
Iti
carica
,
la Sagra
è quello di
Pfaltis
afcerxlono
*"
2; 'Suddiaconi
Diettm, Colli.
e
al
,
da quegrado di
Dia-
e indi al porto di
:
-
Ri-
Digitizsd by
GoOg
Ricevuto l' ordine del Diaco-1
nato, fe vogliono, portone.
prender Moglie per uni volta tanto , il chc^ accennai anche nel T. II.
Cap. IX. La Spofa , che effi -fcelgono devc'efferc favia,. cafta,ebel-
^
^^ÌS'-
!
h. Ricevono
re, che
...
•
\
allora l'ultimo-ordi-
è quello di
JeroHni, cioè di
Sacerdoti » o Kofmìcus Jcreus , cioè
Unendo perdì Sacerdoti Secolari
venuti a qufcfto grado » ed" avendo)
Moglie - non pofiòno celehtare la
Mei& > fa la notte antecedente han.
no trattata colla fora Donna,
riè
pofiono riniaritat (i una feconda volta dopo che fbue loro morta la pri-
ma
Moglie.
I
si
-
Patriarchi,
:.j
.:
come pure
gli
'
Arcivefcovi, c i Vefcovihanno lotto
p 'J"
di fe tre cariche di diftinzione, na- rrvtairt
di loro
pan isolar fervido, che ven-
sono polTedut*
fono qùe(te, quella dell' Iconofnos , cho è come Vicario -quella
del Sachcllarios , o ila Teforiere , elati
,
i
P'
f >>
*»•'•" •
Colo da' Preri Seco-
:
-
;
r-alrta Kattofilachzv,
T
4
che vaio- Àrchi-
'
•chivifta;'
maggior pofto poi,
1
il
al
quale. poffiiio pervenire i Preti Secolati» fi è quello di Protopapàs,
"**>*
che equivale
all'
Arciprete della uo-
flra.Chief»!
...
'.,
vi fono inoltre nella Cbiefa
Altri u.
riibt
Greca gli Schevofilachcs , che fono
i Sagreitani ; i Colonarchi , o foni».
.
Antifonari; i. Tiroros ,<dpè Portinai • *à. i Condilaphti, i quali ren-,
fono conto de i lumi. Quelle ultime cariane. fono per lo più efercita-
dai figliuoli.de. i PapàSi oda altri- ragazzetti i e gióvani , che vo^
tirarli avanti per il Pretifmo ,
che porrebboniì
,
chiamare Chetici.
J libri i che come Una fpecie di
Breviario , -dovrebbono avere i Greci Eccleiiaftici , fono fétte, cioè il
giorni
di digiuno ; 1*
Triodo/fi per i
Efchologhion i che contiene tutte
le Oraìioni, il Parali» fch i , nel
quale fonò raccolti tuttijgl' Inni per
te
gliono
e.quefti.;fenibra
a-rpìM-k
**Gr«.
..
la
Madonna
i
11
che contiene tutto
Pentichelìarion
il
*
fervi*» da do-
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po
Patqua fino alla Penrecoilc
la
Mineon
il
,
nel quale trovali
;
tur-,
il fervizio
mcnfuale della Chie1' Orologhion ,
che contiene le
;
ore Canoniche; e l' Antologhion , che
è tinello, nel quale vi è il fervizio
ordinario di tutto 1' anno , ed 0 il
più neceilario , o almeno è quello
<(el quale nell'uria :Chiefa Gifeca ne
è fprovvii'la. Il quotidiano Urtziode;
i
Greci è aliai lungo , ma molti li
4ifpenfano di recitarlo..
t
Le Chiefe Greche fon» :jrc.
,(
Esntemente divife in due parti , che dr ; f, ffl£
j
una chiamata Aghia- Aghion , cioè Gmi.
to
fa
;
.
Sunti, i Sanéloritm , che occupa la
Tribuna L'altra parte È tutto U rimanente del Tempio > che chiamai!
il
;
.
Naòs , cioè la Navata . L' antica
Chiefa aveva anche un Veftibolo .
Lungo lungo la Chiefa vi fono
.
molto limili a quelCori, ma più alte, più
delle manganelle,
le de' noftri
{tretre
tre
i
,
e fenza inginoecfc iatoio,; men-
Greci non
fi
mettono'mai
gjnocchioni, epnliftendo
il lori;
in-
of-
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i<j8~
-,
in
fequio
molte
po-
reverenze;
mag-
clullupo anche feggono ,
Chiefa'
gior parte del Servizio della
«anno ritti , e appoggiati co' goe la
mmai bracci
nelle. Qoefte
ti
timo
per
delle
dette
manga-
non effendo fuffiaen-'
Popolo, e volendo
il
alcuno prendere qualche ripoio*
per tal effètto fi trovano per le1
-
Chiefe cctti baffoni, in cima de v
che
quali -vi è un legno attraverso ,
»'
viene a formare come una gruccia
vita.
,,«-fopra di éffi appoggiano
..
: .
m
..
,
U
il Pulpito , che elfi
Analoghio , da cui predt^
è anche
f^?,-' chiamano
Scrittura al
Sacra
leggono
ma alcune Chiefc le ho vedute anche fenza di elio. Vi è pure il Battiftcrio , che è per lo più ap-
r» ;
cano
,'
e
la
Popolo",
'
piè della Chiefa.
Avanti di entrare nel Sanila
SanSinm vi è mvluego limile ad
1
.'
»»>fciM."
r, 0
.
Presbiterio , ove tono altre manganelle, nelle quali fta il Clero , o
Inche' nerfonè 'focolari più cofpidi.
cue , ed in quella rrtfte , che fi-
un
-
reb-
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rebbe noi in Corna Epifìolae , vi è
Relìdenza dell' Arcivcfcovo , o
Vefeovo , la quale non ha paramento alcuno ma è tutta di legni intaintarliati con madrcperle,
come deferirti nel T. I Gap. lt<
la
,
gliati, e
Il S.m£la SanBorum è il piàinnofinfin^
cofpicuo luogo della Chiefa , e quefto è fcpararo da un Intavolato chiaIchonoftalion , die lì direbbe
Tavola dell'Altare. Tali intavolati fono intagliati , c Talvolta ben
mato
dorati: in
re,
la
fon dipinti
elfi
Madonna
i
il
Tutelare
tri
Santi ancora.
dipinti molti
Vi
milterj
In cima, ed in
,
Salvatoil San-
S.Giorgio,
della Chiefa,
to
Noftro Signore
ed
al-
fogliono eflère
della vira di
e della
mezzo
Madonna.
di quefto in-
tavolato vi è un gran Crociliuo ancor elfo dipinro , non ammettendo
i
Greci
gini di
venerazione delle ImmaI Greci conrinuafulla tavola , c per
maniera confervano rutra, che
poteva eflère
la
rilievo
.
no a dipìgnere
la
loro
via quella fte/Ta
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A
ti*
A
ghiim,
già in ufo fino ne i fscoli più baffi
0 nc "' l^hgnollaP orte
' e t ua '' u entra nel Snuda
l
SanÙarum Quella di mezzo , clie è
Ja
p j u grande, chiamali la Porta
Santa, la quale l'aprono in tempo
Meflà , allorché il Diacono
legge l'Evangelo, come pure quando portali il Pane, che dev'efler.onfacrato : 1' aprono ancora
re
quando fomminiilrano la Comunione al Popolo : ed in occalione di
qualche Solennità ila aperta in tem-
l ^ on > P er
SanBa
StuBonm
.
della
po dell' Ufizio
Dentro il Sanila Santìorum
vi fono tre Altari , ma ad uno folo
celebrano la Mena , che è quello di
mezzo , fopra ddl quale vi è una
Croce , ed il Libro degli Evangeli
e quefto corrifpondc per 1' appunto
dirimpetto alla porta di mezzo
Gli altri due Alrari, che fon
più piccoli , reftano refpetiivaniente
in faccia dell'altre due porte. L'
Altare , che trovali entrando nel
Santuario a man delira , è deilina-
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to per tenervi (opra gli Àbiti Ecclei Libri, ed i Vafi Sacri. So-
iìailici,
pra l'alrro pongono il Pane, che
dev'eiiere poi confacraro. La Tribuna , ove fono tali Altari , è Tempre
volta verfo Oriente, come era 1*
antico coftunie anche delle Chiefe
Latine
-.'
.
Dentro
al
trebbero avere
Santuario
l'
ingrelfo
>
non vi pofe non i
,
Sacerdoti i e i Diaconi , il che non
è oflervato con troppo rigore i mentre ho veduto entrarvi anche della
gente, che non aveva nè pure alcun impiego nel miniftero Eedeiiarticx)
ed anzi nella Chiefa di
Gcrufalemme, quantunque Patriarcale, io Hello fon entrato nel Santuario più dì una volta per oiTervarne la fua coftruzionc Ben è vero , che nel tempo, che celebrano la Meflà , ufano qualche maggior riguardo , e non vi fogliono entrare fe non i ferventi , o altre perforo addette al fetvizio della Chie:
.
Siccome
le
Donne
nelle Chie-
ftanno in tempo degli
MitfchU ^ Greche
Ufizj, e della Mcfla feparaie dj^ i
fi Grtihì
fanne fi- Uomini; vi è perciò per loro un
paria dt- l UOg„ appartalo, che è fempre apumin •
jg]^ c[,j e ra fu [| a porta a lìmilitudine dì un'Orcheltra , ma rutta graticolata di legni. In altre Chiefc lo
£i
hanno
in
cancelli
;
piana terra ferrato con
occupando ordinariamente
nelle Chiefe più antiche
go
,
che era
il
Vellibolo
quel luo.
Le Don-
ne Greche hanno qualche giorno
del mele, che per rifperto non dovrebbono avanzarli più oltre , che
porta della Chiefa , ed in quei
non potreòbonli comunica-
alla
giorni
re, nè tampoco baciare
ni dei Santi;
ciò
DtlU
Li.
"ut/rj
Oriti.
da
lìa
ma non
le
Immagi-
Caprci dire fe
clic el'cguiio
a rigare.
Sacerdote , che deve cetebrane va al piicolo Altare, che reAitar Maggio-
11
' re
i
Ha
re
di
fulla linilìra dell'
,
e
prima di tutto
li
la tre
legni
Croce, e ad ogni legno piega
profondamente
la vita
verfo la ter-
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ra
,
venendo a
nuilcilione
.
una
fare
fpccie- di ge^.
-
.
.
.
.
.
Greci per fegnarfi unìfeono
1
in triangolo
inficine
il
dito pollice»
f
c-tei
il medio , abbacando
, c
mino gii altri
falla palma della
indi principiano a legnarli
due
mettendo la mano delira così di-
coli' indice
:
fport» alla fronte
poi alla fpalla de-
,
lira, e finalmente
alla
fi ni [fra ,
di-
cendo Agbìos
o Tbeòi , Àgbios Ijcbìròs, Agbios Athanacos ek\finimàs t
cioè Sdiittus
Deus
Sauttus immortaiis
fatto
il
fegno
,
,
SauHus finis
»,
mifirere nobis , e
Croce fanno,
.della
femore la follia genuflemoner.
P"" B"""I Paramenti de i Sacerdoti. Greci,
co 'quali celebrano
fiftono in
il
la
Melfi
,
ima fpecie di Camice
con,
ma
quale è di broccato , o altra ricca
mettono fopra di elio la
flotta. Si
Stola, che arriva quali a toccar terra' ,
ed
c
b
falcia
fondo di clfa vi fono appenappine Legano il Camice
alla vita con una lunga
che chiamano Perizoma , alla,
qua-
in'
fe varie
.
Stola
,
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quale fella man deftra tengono appefo per un angolo un pezzo di
ftoffà tagliato in quadrato , a ogni
angolo del quale vi è una nappa.
Mettono finalmente la Pianeta, la
.
quale è fatta a campana > come già
io la' defcriffi al Cap. XII. c ìa fot-"
leggono fopra le braccia.
tanti
II Sacerdore, parato che fia,fc
0
'x'fp'™* ne va all'altro piccolo Altare, 'ove
è gii preparato il Pane lievito , che'
fecondo l'ufo delia Chiefa Greca»
dev'eflere confacrato y ih luogo dct1
tirJto.
1
fazzimo.
'
"
Quello Pane ha fopra di
'
fe tal
felle
che fpiega : Gesù Cnlìó
,
Trionfante. Il Sacerdore taglia in
quadrato con un cultello > fatto
Come una lancia , quel pezzo di
Pane , nel quale fono imprefle le
dette lettere , e lo metre in un
mefee nel Calipiatto Ciò fatto
ce del vino i e dell' acqua , e prende
«uri*
.
,
de nuovamente
q.uell' ifteflb
pezzo
di pane
dalla crolla del quale ne
,
taglia un pezzetto dì figura triangolare , e offre allora il Sacrifizio al
Signore a nome di Maria Vergine
Fatte varie particelle del ri-
manente
di quella porzione di pa-
ne deftìnata al Sacrifizio > le infilza
punta del cukello > ed elevandole a una per volta, pronunzia
1'
i nomi di diverii Santi ; facendo
ifteflb per ognuna di quelle perfone ,
che raccomanda a Dio ; pregando
in ultimo nella maniera medefima
anche per i Morti
Nelle Chiefc Greche nel temnella
-
po
fi fanno varie col
le neceflìtà , l' ultimi
Tempre per conto del
dell' Oftèrto rio,
leire
fecondo
delie quali è
Celebrante
Ricevono
dell' Eleniofine
Sacerdoti Greci
anche da perfone
i
particolari per efièr
Mefla,
e
i
ricordate nella
detti Sacerdoti celebran-
do foddisfanno a tutte nel tempo
rammentando i nomi di quei
fteflbi
tali
di cui hanno" ricevuto del diLa Chiefi non dà alìegni-
,
naro
.
mento
nelìuno
a
i
Sacerdoti Gre-
ci, e Colo li pervengono loro le. cone di
fa ete orlètte di pane» di vino,
che coftanremenre vengon fatpopolo, unitamente a quelraccolti ncll'
, che hanno
ultima colletta. II rimanente del lo-,
ro mantenimento lo ricavano da i'
proprj lavori , giacché , quantunque'
olio
,
te dal
la
moneta
fi applicano anche'
iiano Sacerdoti
\ - J
a i mellicri meccanici.
Terminato l'Orlèrrorio , il Ce-'
lebrante pone tutte le Particole nel
,
:
piatto, e mette dipoi
l'opra di elio
per il piano una Croce , e copre il
tutto con un velo , H qoale non tocca -ih pane, che dev'eilbrcconlacra-
to venendo fofpcfo dall' ifteflà^ Croce. Colloca quelrd piatto così preparato appiè del Calice , e laCciando il tutto Copra il piccolo Altare,
fc ne va all' Aitar Maggiore , ove
principia li Mcllà.
da
11 Celebrante, arrivato che
alla
0
i
gitized by.
G oogle
alia
Confacrazione,
fi
partedall'
Ai-
tar Maggiore , e va a prendere, il
piatto colle particole del pane , ed
Calice j nel quaie è già c.ooie. io
jlvinu, e l'acqua., ed elee. dal
Sonda Saiicìars'ni per la porta pie-,
cola, che è -dirimpetto all'Altare,
delia preparazióne., e rientra nel^anr
il.
,
diffi,
tua rio por la porti di
mezzo >
-j
.
j
.Ne) tempo >,chejl Sacerdote fa
, preceduto, da ji.
,
il"". Popolo
va tacendo
molti legni di Croce t e grandi gè-mifieffioni , e, adorazioni per il parie , ed il vinoi che .dev' elIe.re.-coi>facrato, le quali omette poi d'- Li-
quefta piccola gita
"
Turiferari
veCamcnte lecita la™
CoriCacraziancj il che non piiìS'veicrirJì le non ad una loro craflà;ÌÌgriOq
re allorché
è:
ranza. Altri Scrittori,, che^hanno
fatta una limile òiTcrva/ione , dicono* che ciò polla furie procedere
da un' Eresia di Marco d' Elcio , i(
quale infegnava , che la Contenzione lì taceva mediante le preghie-
re del Sacerdote, e non
delle parole Sacramentali
Avendo
il
in virtù
Sacerdote pofto
il
> ed il Calice fopra la Menfa»
che chiamano Aghia Trapeza,cioc
Tavola Santa , prende dal piatto il
più groiTo pezzo di pane , il quale lo
frange in croce, e così lo mette nel
Calice mefeendovi fopra un poco di
acqua calda, c dipoi pronunzia le
parole della Confacrazione .
Pervenuto il Celebrante al
piatto
tempo
della
Comunione ,
e
non
ef-
fendovi alcuno per dover edere comunicato, egli confuma tutto quel
pane confacrato, che refta nel piatto , e quello , che è nel Calice
Finalmente è diftribuito al Popolo in piccoli pezzetti il rimanente di quel pane , che è avanzato , e
dal quale ne fu già cavata quella
, della quale li è fervilo il
Sacerdote per confacrare.
Nelle Chiefe Greche non diceli altro, che una Mena per giorno.
quantità
Gli
altri
Sacerdoti volendo celebrare
van-
vanno
in altre Cappelle
particola-
mo, e quello credo io , che fia il
Città
i per cui lì reggono nelle
, e per le fue Campagne
tanto frequentemente delle antiche
Chiefe , e Cappelle Greche , ma la
maggior parie diftrutte , mentre i Sacerdoti Greci di oggigiorno non fi
prendono gran penliero dì celebrari
tivo
del Levante
re fpeilò la
Mena
B" tr'
I Greci battezzano per unmer-D"'
"
, come già Io accennai nel T. L
II. tuffando tre volte confeper
il Neonato nell' acqua , e
più non è prefentato al Sacro
Fonte prima dell' ottavo giorno dalfione
Cap.
cutive
Io
la fua nalcita
Dopo
il
Sattefimo conferilco- Crtjtaa.
no Cubito la Crefima ugnendo col
Crifma la fronte del Bambino , gli
occhi , le narici i la bocca > le orecchie, il petto i le mani, e i piedi»
e immediatamente dopo gli fomminiflrano la
Comunione.
La Confeffionc
qualunque Sacerdote
V
3
è afcoltàta daC»»/^»^
ed anche dal
,
più
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più ignorante. Fra i Greci il Sacrailella Penitenza li è rcfo
per la fomma corruzione lidia pre-
mento
lente Chiefa Greca, interamente! llmoniaco, mentre non danno l'alToKizìonc , fc non pacando più , o meno fecondo la polìibiiiià delle per-
fora i e fecondo la gravezza de i
peccati; il che io non averci credutOi fe non ne t'olii fiato aflkurito
da molti degli ftclli Greci » e da al-
cuni poveri
trovati
gran
,
i
quali
accattare
Solennità
io
ho
fpellb
vigilia
la
qualche
moneta per mettere
da poterli confortare
della
piccola
iniienie tanto
,
.
Ma non
è
Sacramento , per U
quale lia nece Ilario a i Greci di pagare del denaro , ma per tutti gli
altri Sacramenti ancora; or.de molti li difpenfano di riceverli pet non
aver con clic pagarli.
11 Signor
Pitron de Tourneforr , col quale mi fono conformato
quello folo
nel
i!
deferivere
della Chiefa
alcune
Greca
.
particolarità
non ha avuta
dif-
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difficoltà alcuni di raccontarci nell'
articolo della ConfelTione de i Greci una par tìcokrirà , che è molto obbrobrìofa alla lor Chiefa Ei dice *
.
fe qualche Penitente va ad aci gli vien dodal Confeilbre, fe il latroad un Grecò , o
ad un Franco t vale a dire a un fuddito di qualche Sovrano Europèo ;
méntre nel primo cafo ne riceve 1'
alfoluzione colla condizione della
reftituzionc ; nel fecondo cafo poi
retta afficuraro il penitente di non
elfervi danno alcuno i quando ne
che
cufarlì di aver rubato
mandato
cinio lo ha fatto
reparcifea
la
metà
all' ilìeilb
teiforc, ritenendo l'altra
Con-
metà per
Tale indegno cofhime non mi
ignoto > mentre fempre io ne
ho.ientko parlare f allorché io eri
Levarne; comuttociò non. fo rifolvcrmi a crederlo vero; quantunque da molti altri lìa (tata avanzata una tal notizia o fe pure 'ciò foglie in qualcheduno j non deyclì. ticera
in
i
Digilized by
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dare tutta la Chicfa Greca di tal
quello, come molti
f potendoli
altri abuiì > referirc alla grande ignoranza di quei MiniO ri Ecclclialtici >
da i quali fono di prefentc governate le loro Ghiefc
Allorché il
Sacerdote alla
Catmahai.
vizio
*
Me flì
è al
tempo
della
Comunione
i
fe vi è gente da comunicare , li avanza fulla porta principale del Sanila
Sanflorum , e pofa
il
lihro del
Ri-
tuale fopra il capo di quelli, clic dcvonfi comunicare , dando ad ognuno un cucchiaino del pane , e del
vino confacrato, mentre i Greci
comunicano
il
nelle
due fpecie anche
popolo.
6/« Stntt.
L* Olio Sanro lo fomminiftrano anche ad una perfona fana , purché paghi una piatirà del Gran Signore} che fono cinque paoli di
noftra moneta
Matrimonio
Del Matrimonio io ne parlai
didimamente
nel T. Il.Cap. IX.
già
Quattro fono i principali DiOiianSmt
corfo
, litri 'giuni , che hanno i Greci nel
Digiuni.
del»
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dell'anno, e chiamano quelli Tiflàracofìì i cioè Quarefime.
La prima Quareiima precede
la Pafqua di Refurrezione , e feguiNella prima fettimata due meli
na di erta poflono mangiare latticini , e pefee > il che per obbligo Ec.
clcfiaftico vien loro
proibito di fa-
re nelle lèttimane confccutive, ec-
cettuatone il giorno delia SS. Annunziata , e la Domenica delle Palme , che allora è ad elfi permeilo di
mangiare delpefcci ma non de i latticini.
corfo
Pofiono per altro in tutto 3
della Quareiima mangiare
delle Oftriche
,
delle Arfelle
;
come
pure de i Polpi > de i Totani , de i
Calamaj , e di altra lìmil qualità di
pefee , eflèndo ad efli ciò permefib fu Ha fuppofizione , che hanno >
che quelli tali pefei non abbiano
fangue
la
,
La feconda Quareiima è quelche precede di quaranta gjarnijtai-rjfaM.
Natale di Noftro SU
gno-
la feftwitì del
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gnorc:> e nel corto di elTa è loro
permeilo dì mangiare del pefee , ec-
«renatine
1
*
il
Mercoledì
nerdt
•
La
l„z,
ed
,
i
il
Ve-
,
terza Quarelima
^arfjfuw.degli Apoftoli. Principia
è quella
Lunedi
il
Pentccoiie , e finite il giorno
dì' Sanii Pietro , e Paolo; perdo
non è fempre eguale, cllendo più corta , o più lunga * fecondo
<he laEafqua è più alra,o più baffa
Se accade t che la fella di detti
Santi: A portoli venga in giorno di
Venerdì, polfono mangiare del pefee t ma .non latticini , e tanto mc-della
quella
.
Qanta no
della carne
Q-srefima.
Quareiìma
La. tpiarta
Madonna
della
primo
fcfta:
di
.
non
è quella
di ,\gollo,
o
.h-.
;
e finifee
.1
to»
eirendo
Cafoin, o
dì
la
ed in quella
Qna-
permeilo di man-
è loro
TrasfigLiraiic-nc di
-*~'v ".'
il
per
Ella principia
Agoftoj
defi;:Afiùnta
refìma,
giar del pefee, eccettuatone
il
il
dì
6.
giorno della
Nolira Signore.
Monadi
jn-queiìeOiiatcìiinc
che fa-
non p iliono
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no ufire ne i cibi ne pure olio , né
tampoco devono ber vìnoi cibandoli ibltanto di uva fecca , di erbe
di ulive feechc , e frutti ben è vero , che eflì bevono del rofolio > e
:
acquavite
dell'
quelli Regolari
Inoltre
hanno
nel corto dell'anno diverti altri digiuni
tltkuro
no
i
proprj
particolari
,
e
de
paeii
i
,
ne
del
1
loro
quali han-
Mona iteri
Tra fettimana tanto
colari,
che
i
Greci Se-
Regolari, hanno due
ì
, che fon quelli il
Venerdì , ne i qua-
giorni di attinenza
Mercoledì
li
,
ed
il
non polFono mangiare
Hanno
latticini.
poi altri digiuni gene-
rali ad ogni luogo , c ad ogni ceto
di perfone, cioè la vigilia dell' Epifania; il dì 24. di Novembre in o-
nore della
S.
S.
Croce
e la vigilia di
;
Giovati Baùtta.
A tutti
topoili
i
i
fono fotvecchi; le
i
malati pro-
efatti
offetvatori
quelli digiuni
giovani,
donne gravide
,
e
e fino
curano di eflèrne
per
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per quanto comporta
il
loro flato
Generalmente ì Greci fono così
fcrupolofamentc attaccati a i digiuni, che credono ogni altro malecfminore a quello dell' inoffervanza de mede/ìmi s e fembra , che
fere
i
in ciò folo
ta
fia
ora
riftretta la periet-
i,
offervanza de' loro obblighi Ec-
clefiafHcì
Martwh
Qnn.
I
Greci dimoArano ne
i
Mor-
tor j un g ran dolore per la perfona
e feguitano de i giorni a
defunta
,
e pagano anche della
,
genre perchè vengano nella cafa t
ivi alla prefenza del corpo morto cantino delle canzoni lugubri
unite a de i continovi piagniftei , e
piangerla
ed
•
nella ftefTa guifa Io accompagnano
alla Chiefa , ove talvolta è fatta
una predica al popolo , terminata la
quale , ed ogni altro ufizio tutti gli
i
amici , e molti altri ancora fi accollano al Defunto, il quale baciano*
e ribaciano , dandogli così )' ultimo
addio. Dalla Chiefa tornano i parenti , ed i piagnoni alla cafa del
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317
Morto, ove terminala funzione ia
mangiare e bere
Vi è poi fra i Greci il coftume di mandarli dalla cafa del Defunto qualche giorno dopo la morte , un'offerta, tanto alla Chiefa ,
che a i parenti , ed amici , confidente in un gran bacino di Grano
,
cotto , mefcolato con mandorle
nette dalla loro feorza , e con de i
chicchi di Melagrane i E' da elfi chiamato quello piatto Coliva- Accomgignano tale offerta anche _con un
ane , fopra del quale vi è molto
femedi Sizami, o
della
quale
T.
Gap.
I.
ftanri
iia
feci già
I.
Da
Giuggiolena,
menzione nel
molti Greci bene-
continovafi a far quello do-,
no, ed a mangiare della Coliva anche ogni Anno nel giorno Anniverfario
FINE
DSL TERZO TOMO,
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N D
I
de
i
1
capitoli,
risGGJO.
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Materie
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CAPITOLO
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finaa.
CAP
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arrivo IN GERUSALEMME
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Travati
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il i fìl£ a Pellt(n«i
4i
Trattamtata . tbt rinvino i Pellegrini
45
«< r. S.
Mi ì far/sai* la ragione degli évvifi ti -
Lm*4l
l Telluri
gli
Arte,
firapazo
É
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t
degli
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Àrlbi.
flemme fa*
CAPITOLO
IV.
VISITA PER LA PRIMA VOLTA AL
)«
SANTO SEPOLCRO.
Entratura fonte del Revertniffinn aell*
<PCbiept itila Refirrezian.
Brtirfane, ibe faft agni fera «ella aiefa della RtfamtUne .
lai'* la Pafqna Mia
tfel 1767-
«
Caie/a
Utìna
(M Orientale
.
«5-
BENEDIZIONE DELLE PALME
•e
famafi
da BttbflHgia
CAPITOLO
E
a
VI.
VIAGGIO DA GERUSALEMME AL La pianura di muco.
&
pagare
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T*ff*
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CAPITOLO
tanltna devota lunga
Ciò
Via
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atti*
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.
VII.
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7.
&
1°7-
Huetan>>>.
in"S-
J3J
CAPITOLO
Dfcl.LA
FONTANI
Vili.
DI
,
Agl'idìlli, r Miia/lir, iìft-utte.
Fonica di F.f!h .
CAPITOLO
nB.
(,)-
n^.
IX.
DELLA CITTA' DI GERICO.
11
t u nauifinta <t., s r li'd^'Uii
H:ct -J, teitii t.titfica Gerita.
12
l'i ita un altra Gerita avanti natila ri-
r.eri.o
velia S.'l fra Ifieria, enei!., Prufii--:,
r,i<i-:a ubb,-llìt.t ih Erede !' A/.
Chiefa, e Sfidali rejiaurati d., Giù
Mollateti di Kiifìliani , di
e di Benedettini in Gerì
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CAPITOLO
CELLA
fim
fi
X.
^IA^'l;R^ ut nEttiffl
jatto
Cumj.inm:;!'.
Mnfclint,
al
rc/la accampati in
i:/:;.;.-,;*
dlll»
F lì,-: fair
i
PMM,,1
Ph^rj
.
,
e
ì9
.
A.
amili Pia
rf/
f?f ricO
I-fS-
.
Gerito.
1*7.
che 'rana ntlU
di
L, Scili, r fa-tr:
Pianura Ai Gerico
«4».
Antica nmdizione Arila Pianura dì Ge.
,
lag.
l'rejrntr condizione ài aiiefla
M
Pianura.
Palma
1
si.
Mi.
Saliamo.
pianta del
Opro,
e del Miraliolant
della Giudèa
-Si-
.
differente Aa auet-
,
.<H,
Alcuni Palme
Pai,,,.:
litrilì
,
e altre
rhrvmwfu, dopi
feconde
effere fiata
,<,,.
.
ta.
1(7.
Palma fprff, nominata arile Sarre Carte
Palma fabilo Ai vane uff
Della rais di G,-,:.,
Dell' albero
2,,-,,
,
<S.
ih,.
1
it, 9 .
.
-,
S..;:c:,n.
'7 5-
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Altre piaste da me cflirvittr in Gerico . ito.
fHavi di r,tri.7«^ftrcìliSi»ia. 1S1.
La
Presti ggcjgggj
,
Giuda
Ai
Ji-rfjctJ
jallll
,
Jggjg
fi
lUl.
gufila Pt'imi"!
CAPITOLO
XI.
DA GERICO
AL FIUni!sc]uz:o\E
MI; (.ioiidavo
DI TASO FIUME , E RITORNO
IN GERICO
i>t Firn* Ohrikm Sai Uh.
VIAGGIO
.
.84.
.
0»™
Cvr/t, del
iSy.
QwAwo
97-
10ì.
dana.
t
aiefi,
Minali tn
e
e
di
Fiumi
dtl
p refenditi
Larghezza*
S-
Gn
1-9-
fi*.
CAPITOLO
XII.
VIAGGIO DALLA PIANURA DI
GERICO AL MAR MORTO. DESCRIZIONE DI DETTO MARE,
E RITORNO IN ESSA PIANU*»»
RA.
CbieJfa
,
e
Mnafitr»
'
dì S.
Giritene
.
ì
1
J
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pnprlttà
dille
CAPITOLO
Acqui Atl
.Vili.
PARTENZA DALLA PIANURA
DI (,! IUCO
E RITQRHO I»
.
CAPiTni.fi
a quanto
ci
mi giorni
n \ Santa .
Ghvràl Siila
.
x
i
trovammo
v.
ix
uell a suiima.
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fi preparano a riavere
/ Cinti
Divata Pnceghnt fati* da
Sfiato. Sann.
t Greti ricevevo
1
DEL FUOCO SACTO, CHE
I
Si
-
fusto
Zi
.
^
>4p,
CAPITOLO
(
il
latini
tifici Furto Satro
.
XV.
1
GRE .
MUTICI CRLUONO
DI -
SCENDERE UAL CIELQ IL SABATO SANTO NEL santo SEPOLCRO.
ufi.
Di dove può aver «mito tri[ìm tale
CAPITOLO
A QUANTO
Nj
CI
DHXA
XVI.
TROVAMMO
IN
!
HEZIONE.
H,
Lunedì
Mariti
-
tm*U o
P ar„ua.
\ <
fiottati Wtf» CUlfì del
170.
.
S-
CA-
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CAPITOLO
XVII.
DELLO STATO PRESENTE DF.L.
LA CHIESA GRECA IN LEVANTE.
»
pairn'ttii Cri,,.
i
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314
Tina
Qua.
FIRENZE MDCCLXX.
Kella stampe ria
Gw litttm
de'
di
S.
A. R.
Sufrrùrì
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