Rassegna Stampa del 30 settembre 2016

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Rassegna Stampa del 30 settembre 2016
USTICA LINES
Venerdì, 30 settembre 2016
USTICA LINES
Venerdì, 30 settembre 2016
Trasporti Marittimi
30/09/2016 La Sicilia (ed. Agrigento) Pagina 29
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Venduta all' asta la nave Adriatica
29/09/2016 AgrigentoWeb
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Consegnato il traghetto "Adriatica I" all' armatore che l' ha acquistato...
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GIUSEPPE ROMEO
Porto turistico, Legambiente Nebrodi dice no
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Portuali disoccupati Si studiano soluzioni
30/09/2016 L' Avvisatore Marittimo ­
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Il porto di Tunisi riapre alle crociere
30/09/2016 L' Avvisatore Marittimo ­
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Crociere a Cuba, intesa tra Msc e Alitalia
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I porti di Messina e Palermo alla fiera del crocierismo
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Crack Hanjin, rischi legali
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NICOLA CAPUZZO
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La Sicilia (ed. Agrigento)
Trasporti Marittimi
PORTO EMPEDOCLE. Da tre anni in abbandono nella banchina
Venduta all' asta la nave Adriatica
Verrà trainata in un cantiere per il recupero
Da più di tre anni occupa oltre cento metri
della banchina "Sciangula" del porto di Porto
Empedocle. Un muro di ferraglia visibile da
più parti dell' area intorno allo scalo marittimo.
Da ieri il traghetto "Adriatica I", una presenza
ormai familiare per molti, una nave fantasma
per altri, è stato venduto all' asta e presto
lascerà quell' ormeggio per finire in cantiere
ed essere sottoposto a interventi di
manutenzione e ripristino. Il custode
giudiziario, l' avvocato Luca Vetro, ha
consegnato il traghetto al nuovo armatore
straniero, che l' ha recentemente acquistata in
sede giudiziaria. Noleggiato dalla "Compagnia
delle Isole", a quel tempo titolare del marchio
"Siremar", avrebbe dovuto essere il rimedio ai
continui disservizi nella tratta da e per le Isole
Pelagie. Quella che avrebbe dovuto costituire
una soluzione, tuttavia, si è presto trasformata
in un vero e proprio incubo, e le vicende dell'
Adriatica I sono divenute un "caso" sotto
molteplici aspetti: umanitario, giudiziario e
logistico. Dopo qualche settimana dal suo
arrivo e non ancora entrato in servizio, il
traghetto è stato ben presto oggetto di
numerosi provvedimenti di sequestro emessi
da diversi tri bunali italiani a tutela dei crediti
vantati nei confronti della società armatrice. Tale situazione porta anche degli strascichi umanitari: i
marittimi, rimasti a bordo per non perdere il diritto agli emolumenti, rimangono senza provviste ed
energia elettrica. Si mobilita la macchina della solidarietà e i membri dell' equipaggio ottengono il diritto
di sbarcare, lasciando la nave in attesa del proprio destino. Sotto la vigilanza della Guardia costiera, l'
Adriatica I veniva quindi spostata nella sua attuale posizione all' interno dello scalo empedoclino. La sua
ingombrante presenza ha tuttavia continuato a costituire un intralcio ai traffici portuali. La notte tra il 5 e il
6 aprile 2014 la nave iniziava ad imbarcare acqua in circostanze ancora misteriose ed ha seriamente
rischiato di affondare. Da quella notte la nave ha assunto la posizione leggermente inclinata su un
fianco. Qualche mese più tardi, il Tribunale di Agrigento, terminata l' istruttoria del fascicolo
processuale, ordinava la vendita giudiziaria, delegandone le operazioni all' avv. Luca Vetro, nominato
custode giudiziario. Per trovare all' Adriatica I un nuovo armatore tuttavia è stato necessario attendere
un altro anno e mezzo. I primi tentativi di vendita, infatti, sono andati deserti. Nel frattempo il custode
giudiziario si è preoccupato di mantenere "in sicurezza" la nave: «Solo grazie alla competenza e
preparazione tecnica del personale della Capitaneria di Porto, che ha avuto "cura" dell' Adriatica I
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La Sicilia (ed. Agrigento)
Trasporti Marittimi
assieme al sottoscritto, è stato possibile conservare la nave spiega il legale ­, permettendo il buon esito
del procedimento giudiziari ed evitando nelle more e per quanto possibile pericoli a cose, persone e
traffici». L' ultimo tentativo di vendita di fine luglio scorso ha finalmente sortito esito positivo e la nave è
stata acquistata. Ieri si è proceduto alla formale consegna della nave al nuovo armatore.
ANTONINO RAVANÀ.
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29 settembre 2016
AgrigentoWeb
Trasporti Marittimi
Consegnato il traghetto "Adriatica I" all' armatore che
l' ha acquistato all' asta giudiziaria
[ 29 settembre 2016 ] Meningite, donna di
Villaseta ricoverata al San Giovanni di Dio
Agrigento Ricerca per: Home Dai Comuni
Agrigento Consegnato il traghetto "Adriatica I"
all' armatore che l' ha acquistato all' asta
giudiziaria Consegnato il traghetto "Adriatica I"
all' armatore che l' ha acquistato all' asta
giudiziaria 29 settembre 2016 Redazione
Agrigento , Cronaca , Ultime Nel pomeriggio
di oggi il custode giudiziario nominato dal
Tribunale di Agrigento, Avv. Luca Vetro, ha
consegnato al nuovo armatore il traghetto
ormai fermo da più di tre anni nel porto
empedoclino. Una società estera lo ha infatti
recentemente acquistato in sede di asta
giudiziaria ed il Tribunale di Agrigento ne ha
quindi autorizzato la consegna al nuovo
proprietario. Personale dell' acquirente è già al
lavoro per consentire di trasferire prima
possibile la nave in cantiere e rimetterla in
linea. Si avvia quindi a conclusione una delle
vicende più singolari di cui si abbia memoria
nello scalo empedoclino. Si ricorderà come la
nave arrivò a Porto Empedocle per essere
noleggiata della siremar ed utilizzata nella
linea con le Isole Pelagie, ma non entrò mai in
servizio. Il vecchio armatore fece perdere le
tracce, abbandonando nave ed equipaggio a
Porto Empedocle. La nave venne sottoposta a sequestro e poi a procedura esecutiva. Rischiò anche di
affondare in porto, nella primavera del 2014 ed in circostanza misteriose: solo la prontezza degli uomini
della Guardia Costiera e dei Vigili del Fuoco ha evitato maggiori danni. Per trovare un acquirente è stato
necessario ricorrere a diversi tentativi di vendita, ma finalmente negli scorsi mesi un armatore s' é fatto
avanti. Si spera adesso che nel giro di qualche giorno il traghetto possa finalmente lasciare Porto
Empedocle, liberando un lungo tratto di banchina che potrà tornare ad essere utilizzato per i normali
traffici navali.
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L' ipotesi di realizzazione della struttura a Santo Stefano di Camastra
Porto turistico, Legambiente Nebrodi dice no
«Opera di notevole impatto ambientale e di dubbia utilità»
Giuseppe Romeo SANT' AGATA MILITELLO
Giunge una presa di posizione forte sull'
ipotesi di realizzazione del Porto turistico di
Santo Stefano di Camastra, sempre più
accreditata e concreta visto il recente supporto
finanziario di ben 45 milioni conferito col Patto
per il Sud. A intervenire è il circolo di
Legambiente Nebrodi ponendo dub bi sulla
necessità di tale opera, sia in considerazione
della presenza di altre importanti infrastrutture
portuali n e l l o s t e s s o t e r r i t o r i o s i a p e r l e
ricadute di carattere ambientale.
«Il porto di Santo Stefano sarà una struttura di
notevole impatto ambientale e di dubbia utilità
­ afferma il presidente del circolo di
Legambiente Nebrodi, Enzo Bontempo ­ non
certo il porto della natura, come è stato
definito. È un' opera del tutto antitetica rispetto
al modello di sviluppo tipico di un' area
protetta che è basato invece sulla
conservazione delle bellezze naturali, sulla
tutela del paesaggio, sulla valorizzazione della
cultura tradizionale, sulla promozione del
turismo naturalistico e relazionale».
L' analisi di Legambiente si basa
principalmente su considerazioni legate all'
eccessivo sfruttamento delle coste.
«L' inserimento di una struttura portuale nel
litorale altera l' equilibrio delle spiagge e determina gravi dissesti nelle zone sottoflutto che restano
soggette a erosione. Gli esempi so no evidenti ­ scrive Bontempo ­ come lo sono pure le conseguenze
economiche, sia dirette per i danni arrecati alle infrastrutture sia indirette per la drastica riduzione delle
spiagge balneabili e dunque della loro fruizione turistica. Nel solo tratto di costa tra Tusa e Tin dari ­
sostiene Bontempo ­ ci sono due porti in costruzione, Capo d' Orlando e Sant' Agata di Militello, uno
finanziato, Santo Stefano di Camastra, e almeno altri cinque progettati, un pratica, uno ogni otto
chilometri. Per inseguire il sogno di un turismo per vip si rischia di distruggere una risorsa naturale e
paesaggistica rilevante».
Secondo Legambiente Ne brodi tale proliferazione andrebbe persino in contrasto con la posizione
ufficiale dell' Assomarine, l' associazione dei gestori dei porti turistici, ha chiesto al Governo nazionale e
alle Regioni di stoppare la costruzione di nuovi posti barca, in virtù di una domanda insufficiente.
«Non è improbabile ­sostiene Legambiente Nebrodi ­ che questa corsa ai porti turistici sia innescata dal
concorso di altri fattori, come il flusso di finanziamenti pubblici come quota di compartecipazione ai
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Trasporti Marittimi
project financing».4.
GIUSEPPE ROMEO
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Gazzetta del Sud
Trasporti Marittimi
La vertenza
Portuali disoccupati Si studiano soluzioni
Ieri una riunione nella sede dell' Authority: obiettivi condivisi
Non ci sono molti margini di manovra, ma si
farà di tutto per assicurare ai lavoratori portuali
la possibilità di svolgere la loro attività
compatibilmente con quanto previsto dall'
applicazione del bando ex art. 17 per il
reperimento della manodopera da utilizzare
per le operazioni commerciali nel porto.
La riunione di ieri mattina presso l' Autorità
portuale non ha aperto grandi sbocchi, non
fornendo sostanzialmente nuove risposte alle
maestranze che lunedì avevano protestato, ma
comunque è venuto fuori l' impegno dell'
Autorità portuale, condiviso da tutti i soggetti
intervenuti (per il Comune erano presenti il
sindaco e l' assessore Maisano) di dare delle
opportunità anche alternative a questi
lavoratori.
Tra un paio di giorni sarà convocato un tavolo
tecnico a Milazzo per vedere quali spazi sono
disponibili per le maestranze che restano fuori
dall' attività di movimentazione delle banchine.
Il sindaco e il presidente della cooperativa
hanno ribadito la situazione di grande
emergenza non solo occupazionale ma anche
sociale, visto che molti portuali sono gli unici a
portare un reddito a casa chiedendo un
impegno a riunire nuovamente tutti gli
operatori del porto per chiedere la loro
disponibilità ad utilizzare queste maestranze.3.
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L' Avvisatore Marittimo ­
Trasporti Marittimi
Il porto di Tunisi riapre alle crociere
Ma le grandi compagnie non si fidano ancora del Nord Africa
Il prossimo 6 ottobre una nave da crociera
tornerà nel porto di Tunisi, per la prima volta
dopo gli attentati del 2015. Lo ha annunciato il
ministro tunisino del Turismo e dell'Artigianato,
Selma Elloumi Rekik, in occasione della
Giornata mondiale del turismo. Rekik ha detto
che nel corso del 2016 la presenza di turisti
nel paese è aumentata, soprattutto a partire
dalla seconda metà dell'anno. La nave che
arriverà alla Goulette, porto croceristico di
Tunisi, è la Europa della compagnia tedesca
Hapag Lloyd Cruises (gruppo Tui), che può
portare 350 passeggeri. Una nave piccola e di
lusso, tanto che la stessa compagnia la
promuove come lo yacht migliore del mondo.
Per la traballante economia tunisina
rappresenta una boccata d'ossigeno e un
segno di speranza. L'entusiasmo del ministro
Rekik, tuttavia, non convince le grandi
compagnie che operano nel Mediterraneo
come Costa, Royal Caribbean e Msc, che per
il momento non hanno in programma di
toccare la Tunisia né quest'anno né nel 2017.
«La Tunisia non è nei nostri programmi per il
2016 e 2017», conferma un portavoce di
Costa. I problemi per compagnie che devono
riempire navi di grandi dimensioni, con
migliaia di passeggeri sono da un lato quello
della sicurezza e dall'altro le preoccupazioni dei clienti. Le compagnie italiane aspettano poi il via libera
da parte del ministero degli Esteri, che finora non è arrivato. Dopo l'attentato del Bardo del 18 marzo
2015, vi furono polemiche proprio perché erano state sottovalutate le indicazioni della Farnesina.
Probabilmente bisognerà aspettare la fine del conflitto in Libia perché anche la Tunisia torni sicura.
Tuttavia l'ambizione delle grandi compagnie è quella di tornare appena le condizioni lo permetteranno.
Da Royal Caribbean aspettano proprio il via libera della Farnesina. «Nel 2017 ­ spiegano però ­ non
andremo in Tunisia. Sarà così finché la situazione non sarà totalmente stabile. L'anno prossimo
osserveremo attentamente quello che succederà». Anche Msc sembra pronta a tornare, ma
ufficialmente non dà indicazioni sui propri progetti. La compagnia partenopea è quella che subisce la
maggiore pressione per tornare da parte della stessa Tunisia, essendo stata una tradizionale cliente del
porto di Tunisi. Sul sito internet della compagnia, La Goulette è ancora offerta come destinazione, sia
pure sospesa, e una scritta spiega che «il programma di escursioni per questo porto è in fase di
realizzazione ». La nave di Hapag potrebbe quindi restare un caso isolato. La compagnia tedesca ha
inserito la toccata tunisina nella crociera da 14 notti, destinata al mercato dei turisti tedeschi, che partirà
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L' Avvisatore Marittimo ­
Trasporti Marittimi
il 4 ottobre prossimo da Barcellona e che dopo aver visitato diverse destinazioni del Maghreb arriverà
alle isole Canarie. Si tratta di un viaggio di fascia alta, con costo medio dei biglietti di 8 mila euro.
Nell'offerta vengono sottolineate le bellezze dei suk della medina (il centro storico), del museo del
Bardo, con i suoi mosaici greci e latini, e delle rovine delle ville romane. Sono i segni di un ritorno alla
normalità per il turismo tunisino molto auspicato dal ministro Rekik. Un'altra zona che è stata toccata da
attentati, ossia la Turchia, sta tornando negli itinerari dopo esserne uscita nel corso del 2016.
Compagnie come ad esempio Princess, Holland America Line e Cunard hanno inserito Istanbul e
Kuadas nei loro itinerari per il 2017, ma non Tunisi. I programmi per il prossimo anno sono già quasi
completi, ma il picco della stagione è lontano e le compagnie possono apportare cambiamenti nei loro
itinerari. Il gruppo Tui ha aumentato nel 2016 la propria offerta con i due marchi controllati, Thomson
Cruises e Hapag Lloyd Cruises. Recentemente ha rivisto al rialzo le proprie previsioni di bilancio
annuale, che riguardano tutte le attività turistiche del gruppo, ma che hanno beneficiato in particolare del
settore croceristico. Per l'esercizio finanziario che si conclude oggi, 30 settembre, si prevede un +12 per
cento del margine operativo Ebita, contro il +10 per cento annunciato in precedenza. E questo
nonostante che nel terzo trimestre abbiano inciso negativamente proprio gli attacchi terroristici, che
hanno penalizzato destinazioni come Turchia, Egitto e Tunisia. le prenotazioni nel 2016 sono cresciute
dell'1 per cento rispetto al 2015. Alberto Ghiara
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30 settembre 2016
L' Avvisatore Marittimo ­
Trasporti Marittimi
Crociere a Cuba, intesa tra Msc e Alitalia
Partnership Msc Crociere­ Alitalia per
rafforzare la rispettiva presenza a Cuba. Lo
hanno reso noto le due società, precisando
che i primo volo Alitalia da Roma per L'Avana
partirà il 29 novembre e i passeggeri Msc
potranno usufruire del collegamento del
sabato per trascorrere una crociera ai Caraibi
in partenza dalla capitale cubana. L'offerta
durerà per tutta la stagione invernale. Msc
Crociere ha raddoppiato la propria presenza
su Cuba con due navi, e ne avrà per la prima
volta una anche per l'estate 2017. Questa
presenza permetterà alla Compagnia di
portare a Cuba un totale di circa 300.000 ospiti
principalmente europei, di cui una parte
importante dall'Italia, dall'inizio delle
operazioni sino al aprile 2018. Lo scorso
inverno Msc Crociere, ha portato 30.000
crocieristi a visitare Cuba. Alitalia ha deciso di
puntare sull'isola caraibica con voli Boeing 777
ogni martedì e sabato, a partire dal 29
novembre.. «Msc Crociere è stata la prima
compagnia ad aprire Cuba al turismo
crocieristico già a partire dal 2015 ­ ha detto
Gianni Onorato, ceo di Msc Cruises ­. I risultati
raggiunti sono stati eccezionali, soprattutto nel
mercato italiano». «Per Alitalia, Cuba
rappresenta una delle destinazioni più ambite.
Il volo diretto rafforza le relazioni tra i due Paesi siamo molto orgogliosi di questa partnership con Msc»
ha dichiarato Cramer Ball, a.d. di Alitalia.
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Centonove
Trasporti Marittimi
UOMINI&BUSINESS
I porti di Messina e Palermo alla fiera del crocierismo
I porti siciliani di Palermo e Messina sono
presenti al Seatrade Med di Tenerife,
appuntamento itinerante del settore
croceristico in uno stand allestito con il
patrocinio gratuito dell' assessorato regionale
del Turismo, il Comune di Palermo e quello di
Milazzo, il Messina tourism Bureau.
Secondo i dati forniti da Cemar, le crociere
continuano nel loro trend di sviluppo anche se,
dopo il segno più del 2016, si registrera'
complessivamente nel 2017, una riduzione del
10 per cento per i porti italiani, dovuto anche
alle nuove dislocazioni delle navi da parte
d e l l e compagnie c h e p r i v i l e g i a n o l e
destinazioni del Far East, dell' Alaska e dei
Caraibi.
Durante il Seatrade sono stati potenziati gli
incontri promozionali con i rappresentanti delle
compagnie crocieristiche, interessati alle
offerte dei porti, anche in relazione a nuove
escursioni, servizi turistici e rispetto delle
normative internazionali in materia di security
e ambiente con particolare riferimento alle
nuove tecnologie, utilizzate dalle navi d a
crociera d i n u o v a g e n e r a z i o n e p e r l o
sfruttamento del Lng come fuel.
Importanti gli ono to one organizzati con il
cluster armatoriale e durante il summit dello
scorso 20 settembre, durante il quale si è
altresì discusso su i temi di maggiore interesse per compagnie, porti / destinazioni turistiche.
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MF
Trasporti Marittimi
Intanto è allarme sulle merci italiane dirottate a Valencia
Crack Hanjin, rischi legali
Secondo Fuochi (OmLog) ora gli spedizionieri dovranno difendersi per la scelta di
imbarcare i container sulle navi della compagnia sudcoreana fallita
I l c r a c k d e l l a compagnia d i navigazione
sudcoreana Hanjin ha messo in ginocchio
molti anelli della catena logistica italiana e
internazionale e rischia di avere gravi
ripercussioni anche sul mondo degli
spedizionieri. Un grido d' allarme viene
lanciato tramite MF Shipping&Logistica da
Riccardo Fuochi, amministratore delegato
della casa di spedizioni OmLog. «Finora la
priorità nostra e dei clienti è stata quella di
portare a casa la merce, senza mettere in
discussione in questa fase gli aspetti
economici. Ci aspettiamo però che, in qualità
di spedizionieri, ci possa poi essere contestata
da parte dei caricatori e dei ricevitori la scelta
della nave e della compagnia con cui abbiamo
imbarcato la merce. La tendenza a scaricare
su di noi i costi aggiuntivi, se non addirittura
chiedere risarcimenti danni, per alcuni è già
iniziata. Perciò temo che alcuni alcune società
corrano il rischio di affrontare grossi
contenziosi con i committenti». OmLog, ad
esempio, aveva merce in viaggio dentro 500
container del vettore coreano quando è
scoppiato il caso e ha immediatamente dovuto
correre ai ripari. Fuochi spiega infatti che la
sua azienda, quando possibile, ha scelto di
«trasbordare la merce da un container a un
altro a Singapore e in altri scali asiatici con un onere aggiuntivo in media di 5 mila dollari per ogni box.
Poi siamo stati costretti a far partire parte della merce via aereo sempre con costi molto elevati, se si
pensa che la tariffa per ogni contenitore dall' Asia all' Europa è attualmente di circa 30 mila dollari».
Questo scenario spiega quanto sia difficile per gli spedizionieri marittimi muoversi in un mercato
contraddistinto da costante incertezza sulla solidità finanziaria dei vettori marittimi che da tempo
operano in perdita e con noli al minimo. «Se dovessimo agire con la dovuta diligenza dovremmo
sconsigliare ai nostri clienti di caricare merci su compagnie che hanno bilanci in pesante perdita. Il
problema è che il 95% dei global carrier ha bilanci in rosso», aggiunge Fuochi, che in qualità di
presidente del Propeller Club­Port of Milan ha organizzato per oggi un convegno intitolato «Cosa ci
insegna il caso Hanjin». Ad oggi ci sono quasi 3.500 container destinati nel breve termine ai porti italiani
ma che saranno dirottati verso il porto spagnolo di Valencia e da lì dovranno poi essere trasferiti nel
nostro Paese con conseguente aggravio di costi, quantificati da Confetra in 20 milioni. Per questo la
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Trasporti Marittimi
Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, assieme a Fedespedi (federazione
nazionale spedizionieri) e Federagenti (federazione degli agenti marittimi), ha sollecitato l' impegno dei
ministeri dei Trasporti e dello Sviluppo Economico affinché «Hanjin depositi urgentemente alla Corte d'
Appello di Roma un ricorso per ottenere protezione legale che consenta alle navi coreane di attraccare
nei porti italiani senza correre il rischio di essere sequestrate con tutto il loro carico». Esattamente la
procedura che permette alla compagnia coreana di scaricare in Spagna e anche in Germania la merce
senza temere sequestri.
Alla luce di questa situazione che rischia di mettere in ginocchio molte case di spedizioni Fuochi chiede
che vengano riviste le responsabilità dello spedizioniere sia a livello nazionale che internazionale,
affrontando questo tema attraverso la federazione mondiale Fiata. La conclusione dell' esperto
spedizioniere milanese ha un sapore amaro: «Alla fine non credo che questa lezione di Hajin sia servita:
i caricatori continueranno a chiedere le tariffe più basse possibili. Il nostro comparto non è riuscito a far
comprendere i rischi del gigantismo navale e della concentrazione in atto fra operatori che
inevitabilmente porterà a situazioni di oligopolio». (riproduzione riservata)
NICOLA CAPUZZO
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