Giornalino RME - n.ro 2 - Ottobre 2013 - III raduno

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Giornalino RME - n.ro 2 - Ottobre 2013 - III raduno
Circolo 6 R.M.E.
°
Circolo del 6° R.M.E. – Numero 2 – anno 2014
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Bilancio consuntivo Anno 2013
Buon giorno,
Bilancio preventivo Anno 2014
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Quote sociali anno 2013 (n° 130)
€
1.970,00
Quote sociali anno 2014 (n° 11)
€
165,00
Contributi da Sponsor
€
6.650,00
Raccolta bazar di beneficienza
devoluti a SIGHTSAVERS
€
300,00
Quote pranzo soci+ospiti
€
2.175,00
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300,00
Realiz. labaro del Circolo 6° RME
€
580,80
Realiz. medaglie per oggetto ricordo
Raduno 2013
€
7.758,52
Spese tipografiche
€
1.906,84
Spese per realizzazione magliette con logo del circolo
€
456,41
Organizzazione Raduno e saluto Natalizio
€
181,44
Pranzo Soci più propri ospiti partecipanti al raduno
€
2,175,00
Spese pranzo Autorità, Sponsor e Ospiti del Circolo
più quota ricognitoria
€
675,00
Spese di cancelleria e Postali
€
105,30
Spese tenuta conto bancario
€
266,10
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11.652,00
8.022,99
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Saldo Entrate - uscite
€
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14.673,16
3.021,16
Saldo
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€
3.021,16
5.001,83
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Fondo cassa al 01/01/2013
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Carissimi Soci,
Quote sociali 149 soci (totale soci circolo 160 nr
11 hanno già pagato nel 2013
€
2.235,00
Contributi da sponsor
€
5.000,00
Quote pranzo soci e loro ospiti
€
2.000,00
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Spese tipografiche
Spese di cancelleria e Postali
Pranzo per partecipanti raduno
compreso autorità e sponsor
Spese tenuta conto bancario
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€
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2.500,00
1.000,00
2.936,83
1.000,00
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2.500,00
300,00
€
4.000,00
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9.235,00
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€
14.236,83
€
5.001,83
€
€
5.001,83
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Saldo anno 2014
Fondo cassa al 01/01/2014
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TQPOTPS
Farmacia
Scarfò
L’importo del FONDO CASSA di € 5.001,53
sarà utilizzato per attività sociali anno 2014
Studio
Commercialista Cicco
Dott. Corrado
Oggi, 18 ottobre 2014, ci incontriamo, per il nostro Raduno annuale, su questo aeroporto
che ha visto il Reparto, da cui deriva il nome della nostra Associazione, muovere i primi incerti
passi che in breve lo avrebbero portato ad essere un polo tecnico elicotteristico di eccellenza e
non solo in seno all’Aeronautica Militare, ma anche di altre Forze Armate e Corpi dello Stato.
A creare questa “eccellenza” è stata sicuramente, la vostra appartenenza a questo Reparto
negli anni, la vostra capacità tecnica la vostra passione. Passione che si è rivelata anche oggi
con la vostra appartenenza al Circolo, in ricordo del periodo più esaltante della vostra e nostra
carriera aeronautica. Certo non siamo tutti, potremmo essere molti di più, ma io confido che con
la perseveranza e con il tempo riusciremo a convincere sempre più Ex ma anche e soprattutto
personale in servizio ad unirsi a noi per dare impulso e continuità a questa Associazione.
In occasione di questo nostro terzo Raduno potremmo dire che si conclude la fase di avvio
del Circolo, con le votazioni a cui siete chiamati per il rinnovo del Consiglio Direttivo parte la
seconda fase della nostra Associazione, e noi componenti del Consiglio Direttivo uscente, alla
conclusione del nostro mandato, vogliamo rendere atto dell’impegno e ringraziare tutti i soci
che, con il loro supporto e con la loro adesione hanno creduto a questa avventura.
Ecco perchè ad inizio del giornalino di quest’anno figura l’elenco nominativo completo di
tutti i soci che hanno aderito all’Associazione dalla sua costituzione ad oggi, dai fondatori ai
soci ordinari ed ai soci onorari e perché no anche di quelli che dopo l’adesione iniziale hanno
voluto uscire dall’associazione per prendersi una pausa di riflessione.
A tutti loro vada il mio personale ringraziamento e l’invito ad impegnarsi per il futuro
affinché questa iniziativa rappresenti sempre più il personale e lo spirito del 6° Reparto
Manutenzione Elicotteri.
VIVA L’AERONAUTICA MILITARE, VIVA IL 6° R.M.E. VIVA IL CIRCOLO DEL 6°R.M.E.
Roma li 18 ottobre 2014
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I SO
OCI
AMATO CIRO
AMMOLLO LUIGI
ANDREOTTI ENRICO
ANGLANI ANGELO
ARMETI MARCELLO
BACCI PAOLO
BARALE NELLO
BARBIERI ROBERTO
BARRETTA GENNARO
BARRUCCI BRUNO
BENINCASA FLAVIO
BERGANTINO VINCENZO
BERNACCHIA ORAZIO
BERTINI SERGIO
BERTOLI GIORGIO
BIONDILLO DOMENICO
BIRELLO VALTER
BOBBIO ALESSANDRO
BOCCI MARIO
BORGIA EMILIANO
CACCAVALE ROBERTO
CAMILLI LETIZIA
CANNUCCIARI ALFIERO
CAPONE ANGELO
CAPRIONI RICCARDO
CARLI UMBERTO
CARLUCCI FRANCESCO
CARONE ULISSE
CARRUBBA FRANCESCO
CARUSO ANTONIO
CASINI ANGELO
CASOLI CLAUDIO
CASTALDI FEDERICO
CASTIGLIONE TIZIANA (ved. Vita)
CATILLO NUNZIO
CENSORII FILIPPO
CIARDELLI PIERLUIGI
CICCIONI GIORGIO
CONCA ENZO
COPPOLA GIROLAMO
CORABI GIOVANNI
COSSU ANTONIO CAMILLO
COTUGNO MARCO
COVUCCIA GAETANO
CRIVELLER CARLO
CULEDDU GIOVANNI
CUOZZO FRANCESCO
D’ALESSANDRO MICHELE
DAMIANI ANDREINA
D’AMICO SILVESTRO
D’ARGENIO ALESSANDRO
DE GENNARO MAURO
DE LEONIBUS AMEDEO
DE PERUTA ETTORE
DE SANTIS FERNANDO
DELLA ROTONDA ANTONIO
DELLA VALLE TONINO
DESIDERI GIORGIO
DI BARTOLOMEO BARTOLOMEO
DI BIASE GIANFRANCO
DI COSTANZO MICHELE
DI LAURO MICHELE
DI MARTINO PAOLO
DI PAOLO MICHELE
DI TROCCHIO VALENTINO
DOMINICI FABIO
DOMINICI GIANLUCA
DRAGANO GIUSEPPE
ERNESTI ALESSANDRO
FALCIONI GIANCARLO
FAMÀ MARIO
FAZIOLI GIOVANNI
FERRANTE MARIO
FIORETTI MAURO
FORNARI QUINTILIO
GARGIULO ENRICO
GENTILE CLAUDIO
GENTILI RICCARDO
GIACOMETTI BRUNO
GIGANTE DANIELE
GRAGNANO GIUSEPPE
GRAKANIN STEFANO
GRAUSO GIOVANNI
GUERRESCHI FRANCO
GUZZO EROS
IANNOTTA ANTONIO ( CIVILE )
IANNOTTA ANTONIO ( M.LLO )
IOVINO ANTONIO
LA ROSA MARCO
LA SORSA SAVERIO
LALLI FABRIZIO
LAURETTI VINCENZO
LEONARDUZZI PIERLUIGI
LEPORE FAUSTO
LUPI ROLANDO
MAGGI DIEGO FELICE
MAGLIOCCA FILIPPO
MAGNANTE EMILIO
MAMMOLI MASSIMILIANO
MANCANIELLO MASSIMO
MANCINI AUGUSTO
MANCUSO ANDREA
MANGANELLI MARCO
MARI MAURIZIO
MARINO FRANCESCO
MARIOTTI GIANFRANCO
MAROTTA VINCENZO
MAROZZA ROBERTO
MASCAGNA LIBERATO
MASTURSI PAOLO
MAZZUCA PIERINO
MELCHIORRE GERARDO
MELE ADOLFO
MELE ANTONIO
MELE DONATO
MELONI DANIELE
METE ANTONIO
MILOZZI MARCO
MINOTTI ALESSANDRO
MUZZI MAURO
NASTASI MAURIZIO
NICOLINI CORRADO
NOBILI VINCENZO
NOVIELLO DOMENICO
NUZZI VINCENZO
PAPA PASQUALE
PARADISO MICHELE
PASSEGGIO ALDO
PATRIZI ANDREA
PELLINO PASQUALE
PENNAROLA MAURIZIO CATELLO
PIANTADOSI GIOVANNI
PIAZZA GIULIANO
PIETROSANTI ALVARO
PIILLUCCI ANTONIO
PIRO ENRICO
PISANI ( Vedova )
POLCE MASSIMO
PORTA MASSIMILIANO
RAUCCI GIOVANNI
RECCHIUTI GIOVANNI
RENNA VITO
RIA LUIGI
RIGAMONTI MAURIZIO
RINALDI ENRICO
ROSSINI GIOVANNI
RUBINI STEFANO
RUCCO PASQUALE
SALEMME IVO
SALIS RICCARDO
SANTOBONI VITTORIO
SARNO ANGELO
SCANCELLA ALCIDE
SCIOLI SALVATORE
SICCARDI ROBERTO
SOCCORSI DOMENICO
SORBARA PASQUALE
SPERANZA MARCELLO
SPERANZA PATRIZIO
STORRI DANIELE
TANGORRA MICHELE
TEBANO PIETRO ROMEO
TITTOCCHI SERGIO
TORDI GIUSEPPE
TORNISIELLO ANTONIO
VACCARI DOMENICO
VERILE ANTONIO
VESTITA COSIMO
VITALE FELICE
VOZZA FRANCESCO
ZAIA CLAUDIO
ZAMPONI LUCA
ZANNIELLO SALVATORE
L’air show di Trapani
Fonte Aeronautica Militare
22/07/2014 - Sguardi fissi e nasi all’insù. Le
dita dei bambini che indicavano verso l’alto.
Questo il pubblico dell’air show di Trapani di
domenica 20 luglio. Ma anche da casa, gli Italiani hanno seguito con passione la manifestazione
aerea dell’evento “Fly for Peace” facendo registrare uno share particolarmente significativo.
C’era una volta un uomo che sognava di
volare. La leggenda di Icaro sembra essere oggi,
più attuale che mai. Sono cambiate le ambizioni,
sempre più grandi ma il desiderio di volare rimane nel cuore della stragrande maggioranza delle
persone. Questo, insieme al fascino delle avanzate tecnologie, spiega il milione di telespettatori
incollati alla televisione per la diretta dell’evento andata in onda domenica pomeriggio su Rai
Uno. I dati auditel confermano che l’Aeronautica, dai bambini alle persone più anziane, riesce
ad appassionare tutti, dimostrandosi una certezza
per gli indici d’ascolto.
La tua squadra che vola. Il rombo dei motori degli Eurofighter, che sfrecciavano sul cielo di
Trapani, gli elicotteri del soccorso aereo che volavano a fior d’acqua e le acrobazie delle Frecce
Tricolori sono alcune dell’esibizioni che hanno
contribuito al successo dell’air show di Trapani
insieme agli interventi dei numerosi ospiti in studio tra cui il Colonnello Roberto Vittori, primo
astronauta europeo a conseguire la qualifica di
comandante Soyuz e il Maggiore Luca Parmitano, l’ultimo astronauta dell’Aeronautica Militare
volato nello spazio.
La manifestazione aerea ha permesso al
grande pubblico di sognare ad occhi aperti e di
conoscere un po’ di più chi, tutti i giorni, dall’alto
e non solo, sorveglia e protegge silenziosamente
i cittadini italiani.
In apertura della manifestazione due velivoli
Eurofighter del 18° Gruppo Caccia del 37°Stormo hanno simulato l’intercettazione e la successiva scorta ad un aeromobile KC-767A del 14°
Stormo. Prezioso poi è stato il supporto logistico
e organizzativo di tutto il personale azzurro del
37° Stormo che ha assicurato anche il controllo
del traffico aereo nel corso della manifestazione
aerea. La Squadriglia TLC di Trapani ha contribuito all’allestimento dei collegamenti telematici,
radio e alla realizzazione dell’impianto di diffusione sonora sul Lungomare Dante Alighieri.
Il Reparto Sperimentale Volo ha partecipato alla manifestazione con i velivoli AMX, C-27J,
Tornado ed Eurofigher che, con le loro presentazioni in cielo, hanno lasciato a bocca aperta
il pubblico di Trapani e i telespettatori. In volo
anche l’Atlantic del 41° Stormo di Sigonella, gli
elicotteri HH3F e HH139A del 15° Stormo. Gli
elicotteri dell’82° Centro Combat SAR hanno effettuato una dimostrazione in volo di “recupero
naufrago”.
La Pattuglia Acrobatica Nazionale, con le
sue evoluzioni aeree e fumi colorati, ha segnato
la conclusione dello spettacolo facendo tornare
tutti un po’ bambini, con quella voglia e desiderio di riuscire ad andare oltre quei limiti che
l’Aeronautica ha dimostrato essere solo apparentemente insuperabili.
“Fly for Peace”
Cenni di storia
Cenni di storia
Aeroporto Centocelle Roma
L’Aeroporto di Centocelle è un aeroporto situato nella zona est della città di Roma tra i quartieri Prenestino Centocelle, Don Bosco e la via
Casilina. Un tempo sede del principale aeroporto
italiano, divenuto poi militare, non è più utilizzato per attività di volo e l’Aeronautica Militare ha
restituito parte del sedime al Comune di Roma
che negli anni 2000 ha provveduto a trasformare
in parco cittadino (Parco Archeologico di Centocelle). L’installazione militare è intitolata all’asso
dell’aviazione Francesco Baracca.
All’interno è conservato il Forte Casilina, di
fine ottocento, facente parte del sistema difensivo della città. Dal 1999 il Comando Aeroporto
ha assunto anche la denominazione di “Quartier
Generale del Comando Squadra Aerea”.
Oggi il comprensorio di Centocelle è sede di
Alti Comandi di Vertice Interforze e di FF.AA. e
del COMAER
ra e il Tenente del Genio Umberto Savoia͘Si passò così alla instaurazione della prima scuola militare di volo italiana.
Nel 1920 da Centocelle presero il volo i velivoli SVA con i quali Arturo Ferrarin e Guido
Masiero portarono a termine il volo Roma-Tokyo.
In breve, quello che era un semplice campo
di aviazione, si trasformò in un vero e proprio aeroporto. Proprio su questo aeroporto venne consegnata la bandiera di guerra all’allora Regia Aeronautica, il 4 novembre 1923, pochi mesi dopo
la sua fondazione come arma autonoma. La bandiera, simbolo della forza armata, venne custodita presso l’aeroporto fino all’ottobre del 1931,
data di inaugurazione del Palazzo Aereonautica
sede del Ministero dell’Aeronautica allora retto
da Italo Balbo.
Nella successiva espansione delle attività
dell’aeroporto, la zona di Centocelle assisté a
una rapida urbanizzazione principalmente per
servire il personale dell’aeroporto.
Durante la seconda guerra mondiale, per il
suo ruolo fondamentale nello scacchiere operativo, la zona dell’aeroporto e di Centocelle fu oggetto di numerosi bombardamenti alleati.
In seguito alla sconfitta nella seconda guerra
mondiale si assistette a un periodo di decadenza che portò al progressivo allontanamento dalla
zona di Centocelle delle attività aviatorie.
STORIA
Il Comando Aeroporto “F. Baracca” ha sede
a Centocelle (dal latino centum cellae - luogo
ove erano stanziati i cento cavalieri della guardia
personale dell’imperatore Diocleziano).
Fu sede del primo aeroporto italiano, proprio
nella zona in cui, a partire dal 15 aprile 1909,
uno dei fratelli Wright, Wilbur, andò a dare una
serie di dimostrazioni del loro Flyer, il primo velivolo a motore più pesante dell’aria che abbia
mai volato. In seguito Wright instaurò di fatto la
prima scuola di volo in Italia con la formazione
dei primi due piloti italiani, l’ufficiale della Regia
Marina il Sottotenente di VascelloMario Caldera-
4 novembre 1923, prima parata della Regia Aeronautica
all’aeroporto di Centocelle.
Francesco
Baracca
Nato il 9 maggio 1888 da una famiglia ricca
(il padre Enrico era uomo d’affari e proprietario
terriero, mentre la madre era la contessa Paolina
de Biancoli) Francesco Baracca studiò dapprima
nella sua città natale di Lugo, in Emilia Romagna,
quindi a Firenze e in seguito scelse la vita militare nell’Accademia militare di Modena, dove fu
ammesso nel 1907 e da cui due anni dopo ne
uscì come sottotenente dell’Arma di Cavalleria
del Regio Esercito.
Nel 1909 frequentò il corso di specializzazione presso la Scuola di Cavalleria di Pinerolo
e l’anno successivo venne assegnato al 2º Reggimento cavalleria “Piemonte Reale” di stanza a
Roma nella caserma “Castro Pretorio”, dove dimostrò le sue doti di cavaliere vincendo il concorso ippico di Tor di Quinto.
Nel 1912, affascinato da un’esercitazione
aerea presso l’aeroporto di Centocelle, passò in
aviazione, che allora era parte dell’esercito. Frequentò i corsi della scuola di pilotaggio a Bétheny in Francia con un Nieuport 10, e il 9 luglio
conseguì il brevetto di pilota numero 1037.
Si distinse presto per l’eccezionale abilità
nelle tecniche acrobatiche.
Nel 1914 venne assegnato al Battaglione
Aviatori, prima presso la 5ª e poi con la 6ª Squadriglia. Alla vigilia della prima guerra mondiale,
Baracca fu inviato a Parigi dove si addestrò sul
caccia Nieuport 10.
Rientrato in Italia nel luglio del 1915, cominciò i voli di pattugliamento il 25 agosto. Dopo
ripetuti infruttuosi combattimenti, gli venne assegnato un Nieuport 11 “Bébé” con il quale – in
forza alla 70ª Squadriglia – entrò ripetutamente
in azione nella seconda metà del 1915.
Finalmente, il 7 aprile 1916 otteneva la sua
prima vittoria, su un Aviatik biposto.
Il suo primo abbattimento venne effettuato
sopra il cielo di Gorizia: il 7 aprile 1916, ai comandi di un Nieuport 13 presso Medeuzza, dopo
vari minuti di ingaggio riuscì a portarsi con una
cabrata in coda a un ricognitore Hansa-Brandenburg C.I austro-ungarico che, ricevuti quarantacinque colpi, fu costretto ad atterrare e l’equipaggio venne fatto prigioniero.
Per un’altra fonte l’aereo abbattuto era un biposto Aviatik. Per l’azione Baracca venne decorato con la medaglia d’argento al valor militare.
La sua prima vittoria fu anche la prima in assoluto
dell’aviazione italiana. Tornato a terra, incontrò
uno dei due piloti nemici abbattuti e gli strinse la
mano, mostrando simili atteggiamenti di conforto e cavalleria anche verso altri nemici nel prosieguo della guerra;[1] egli, infatti, sosteneva: «è
all’apparecchio che io miro, non all’uomo».
Sarà decorato di altre due medaglie d’argento, delle quali, l’ultima sarà convertita in medaglia d’oro nel maggio 1918. Altre vittorie seguirono presto la prima, e, all’inizio di maggio, aveva
ottenuto già sette vittorie individuali e tre in collaborazione, diventando di fatto uno dei pochi
assi dell’aviazione, con tutta la celebrità che ne
conseguiva.
Il 13 maggio Baracca ottenne un’altra vittoria
in collaborazione. Promosso capitano nel giugno
1916, rimase sempre nella stessa squadriglia, anche quando questa divenne la 70ª.
Il 1º maggio del 1917 si trasferì alla 91a Squadriglia, soprannominata “La squadriglia degli
assi” perché costituita da grandi assi dell’aviazione scelti da Baracca in persona, quali Pier Ruggero Piccio, Fulco Ruffo di Calabria, Gaetano Ali-
Cenni di storia
perta, Bortolo Costantini, Guido Keller, Giovanni
Sabelli, Enrico Perreri e Ferruccio Ranza.
L’unità aveva in dotazione il nuovo Nieuport
17 costruito in Italia dalla Macchi. Sul suo aereo
in onore alla sua Arma di appartenenza Baracca
dipinse il cavallino nero rampante destinato a diventare una delle insegne più cara agli italiani.
Presso questa squadriglia, di cui divenne il
comandante, conseguì ventisei vittorie.
Nel settembre 1917, con diciannove vittorie
al suo attivo, era l’asso italiano con il maggior
numero di abbattimenti. Il 6 di quel mese venne
promosso maggiore.
Altri cinque successi seguirono in ottobre,
con due doppi abbattimenti in due singoli giorni.
La seconda – di queste duplici vittorie – venne
conseguita il 26 ottobre, ai danni di due Aviatik
tedeschi. Quando gli austro-ungarici, rinforzati
da forze germaniche, incluse tre squadriglie di
caccia (Jagdstaffeln, più semplicemente Jastas),
lanciarono la loro offensiva che portò alla disfatta
di Caporetto, la 91ª Squadriglia venne riequipaggiata con lo SPAD S.XIII.
Pilotando questo nuovo aereo, Baracca portò il totale delle sue vittorie a trenta, ma subito
dopo venne messo a riposo. Ritornò in azione nel
maggio 1918, dopo che il 5 gli fu commutata una
medaglia d’argento in medaglia d’oro.
Il 15 giugno, con l’abbattimento di altri due
aerei, conseguì le sue ultime vittorie, abbattendo per ultimo un caccia Albatros D. III con uno
SPAD S.XIII nei pressi di San Biagio di Callalta.
Era la sua vittoria ufficiale numero trentaquattro riportata in sessantatré combattimenti
aerei, sebbene ci sia chi alza questo numero a
trentasei e chi lo abbassa a trentatré.
Il 19 giugno, dopo aver compiuto una missione, il trentenne Baracca rientrò al campo di
Quinto di Treviso; lo SPAD S.XIII con cui aveva
compiuto il primo volo della giornata aveva il rivestimento in tela delle ali e della fusoliera danneggiato, perciò egli decollò con il suo aereo di
riserva, uno SPAD S.VII, per la seconda missione.
Mentre con altri due aerei della 91ª Squadriglia
era impegnato in un’azione di mitragliamento
a volo radente sopra Colle Val dell’Acqua, sul
Montello, il suo aereo venne abbattuto.
Baracca fu ucciso probabilmente da un colpo di fucile sparato da terra, mentre sorvolava le
trincee austro-ungariche, ma non c’è certezza
assoluta in quanto all’epoca un biplano austroungarico sostenne di averlo abbattuto.
La mitragliatrice dell’aereo con cui Baracca
precipitò nel giugno 1918.
Verrà ritrovato qualche giorno dopo, il 23
giugno dal capitano Osnago, compagno dell’utimo volo, che su segnalazione dell’ufficiale Ambrogio Gobbi raggiunse le pendici del Montello
(località “Busa delle Rane”) con il tenente Ranza
ed il giornalista Garinei del Secolo di Milano.
Qui, accanto ai resti del velivolo, si trovava il
corpo di Baracca: ustionato in più punti, presentava una ferita di pallottola sulla tempia destra. Le
ali e la carlinga dello SPAD S.VII erano carbonizzati, il motore e la mitragliatrice infissi nel suolo
e il serbatoio forato da due pallottole.
Le esequie si svolsero il 26 giugno a Quinto
di Treviso, alla presenza di autorità civili e militari, e l’elogio funebre venne pronunciato da Gabriele d’Annunzio, ammiratore del pilota di Lugo.
Cenni di storia
...dichiarazione diretta del patron Enzo: Quando vinsi nel ‘23 il primo circuito del Savio, che si correva a Ravenna, conobbi il conte Enrico Baracca, padre dell’eroe; da quell’incontro nacque il successivo, con la madre, la
contessa Paolina. Fu essa a dirmi, “un giorno Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio
figliolo. Le porterà fortuna.” Conservo ancora la fotografia di Baracca, con la dedica dei genitori, in cui mi affidano
l’emblema. Il cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore di Modena”.
L’insegna personale di Baracca, che l’asso faceva dipingere sulla fiancata sinistra del proprio
velivolo - sulla destra trovava posto quella della
91ª Squadriglia - era il famoso cavallino rampante, sulle cui origini e sul cui stesso colore esiste
un piccolo mistero.
Diversi indizi sembrano infatti indicare che il
colore originario del cavallino fosse il rosso, tratto per inversione dallo stemma (che in un quarto
reca appunto un cavallo d’argento in campo rosso) del 2º Reggimento cavalleria “Piemonte Reale” di cui l’asso romagnolo faceva parte, e che il
più famoso colore nero sia stato invece adottato
in segno di lutto solo dopo la morte di Baracca
dai suoi compagni di squadriglia che rinunciarono alle proprie insegne personali.
Secondo un’altra tesi, il cavallino rampante
di Baracca deriverebbe invece non dallo stemma
del suddetto reggimento bensì da quello della città tedesca di Stoccarda.
Gli aviatori di un tempo, infatti, venivano
considerati “assi” solo dopo l’abbattimento del
quinto aereo, di cui assumevano talvolta le insegne in onore del nemico sconfitto. Baracca, noto
per la sua lealtà e il suo rispetto per l’avversario,
avrebbe quindi fatto dipingere sulla carlinga del
suo velivolo il cavallino rampante (già nero, secondo questa tesi) visto su quella del quinto ae-
reo da lui abbattuto, un Aviatik (o secondo altri,
un Albatros B. II) tedesco probabilmente guidato
da un aviatore di Stoccarda. Se così fosse, allora
i cavallini (o meglio le giumente: Stuotengarten
- da cui Stuttgart, il nome tedesco di Stoccarda
cui l’arma parlante fa riferimento - in antico altotedesco significava “recinto delle giumente”) che
compaiono negli attuali stemmi della Ferrari e
della Porsche (quest’ultimo desunto direttamente
dallo stemma della città tedesca) avrebbero, benché leggermente diversi nella grafica, la medesima origine.
In ogni caso, qualche anno dopo il termine
della prima guerra mondiale, nel 1923, la madre di Francesco Baracca diede ad Enzo Ferrari
l’autorizzazione a utilizzare l’emblema usato da
suo figlio, emblema che, modificato nella posizione della coda e nel colore dello sfondo, ora
giallo in onore della città di Modena, ornò le vetture condotte dal pilota per la scuderia da corsa
dell’Alfa Romeo e, più tardi, le vetture della ditta
che Ferrari fondò subito dopo la seconda guerra
mondiale: ancora oggi è il simbolo dell’omonima
casa automobilistica.
Fonte Wikipedia
“S.Gregorio di Sassola 23 novembre 2013”
“Vigna di Valle 18 maggio 2014“
La Festa del II° raduno
Una storia in comune
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Sintesi dei discorsi
Sintesi discorso del presidente
Il Gen Paolo MASTURSI prende la parola
ringraziando il Presidente ed il Vice presidente
onorario sottolineando come l’amicizia dimostrata nei confronti del circolo sia il motivo dominante di questo secondo raduno che vede ancora
una volta i soci confluire nell’Hangar del 6° RME.
L’attestazione di amicizia, come sottolineato dal
presidente si estende anche dalla presenza di elicotteri dei Carabinieri, della Guardia di Finanza
e della polizia presenti in mostra statica sul piazzale prospiciente l’Hangar. Su questo piazzale,
come sottolineato dall’oratore si sono esibiti in
evoluzioni mozzafiato modellini di elicotteri portati magistralmente in volo da appassionati aeromodellisti delle associazioni FLY-ON e G. A.
Aldo Tenerini.
Il Presidente ha introdotto a questo punto la
presentazione del Labaro del Circolo, già benedetto con una toccante cerimonia dal nostro cappellano don Antonio, nato dall’idea del socio e
consigliere Fernando De Santis.
Il gen. Mastursi ha voluto a questo punto ringraziare tutti gli Sponsor che con il loro contributo hanno reso possibile la buona riuscita della
manifestazione consegnando loro l’oggetto ricordo che per questa volta è lo stesso consegnato ai
radunisti, la scelta è stata motivata dal fatto che
l’oggetto è una medaglia di squisita fattura ideata
Sintesi dei discorsi
Ha inoltre ricordato agli intervenuti che i
principi ispiratori de il Circolo sono gli stessi che
si trovano alla base del nostro essere “militari”,
certamente ben radicati nella coscienza dei Soci:
e realizzata appositamente per il Circolo da un
caro amico dell’Aeronautica e del 6° R.M.E. in
particolare, nonché un artista eclettico e geniale
che ha saputo traslare la stessa genialità dell’elica
di Leonardo da Vinci nella realizzazione della
medaglia commemorativa il collega Luciano Zanelli a cui i soci tutti hanno attribuito un caloroso
applauso di ringraziamento.
A questo punto del suo intervento il presidente ha proceduto con lo svolgimento delle attività di routine con l’approvazione del bilancio
consuntivo del 2012 e del bilancio preventivo
del 2013.
Prima di cedere la parola al Vice presidente
onorario Gen Pierluigi Leonarduzzi ed al presidente onorario gen. Nello Barale, il presidente ha
chiesto all’assemblea di votare sulla proposta di
alcuni soci di spostare la data del raduno dalla
prima settimana di giugno alla seconda settimana
di ottobre, l’Assemblea si è espressa favorevolmente al cambiamento per cui il generale Mastursi comunica ufficialmente che il terzo raduno
del Circolo si terrà il 18 ottobre 2014.
-
Spirito di corpo
-
Cameratismo
-
Amore per la Forza Armata e per la Patria.
Il Col. Nastasi ha pertanto esortato tutto il
personale del 6° RME intervenuto a prendere
esempio da coloro che quotidianamente operano
in maniera disinteressata con l’unico scopo
di garantire al Sodalizio un futuro di crescita e
soddisfazioni, dicendosi convinto che la strada
intrapresa dal nostro “giovane” Circolo sia quella
giusta.
Nel suo discorso di saluto, il Col. Nastasi ha
rivolto un caloroso benvenuto agli ospiti ed ai soci
intervenuti, ringraziando, in modo particolare, il
Gen. S.A. Barale per la sua graditissima presenza,
insieme con la Sua Signora, ed i rappresentanti
degli Enti coubicati che hanno contribuito alla
buona riuscita dell’evento, a testimonianza dello
spirito di collaborazione ed amicizia che unisce
da sempre tutti gli Enti “elicotteristici”.
Il Direttore del 6° RME ha poi espresso vivissimo
compiacimento per l’encomiabile entusiasmo
dimostrato nell’organizzazione dell’evento da
un gruppo di soci, che, animati da un comune
senso di appartenenza al Reparto, hanno deciso
di dedicare parte del proprio tempo libero al
consolidamento dello spirito di corpo.
Piccole storie del 6° R.M.E.
UN’AVVENTURA IN SARDEGNA
Metà di gennaio 1998. Giovedì sera, per la
precisione. Il cellulare che squilla, allora, era
accolto con un misto di apprensione e speranza
perché il numero non era mai visibile… La voce
dall’altra parte del telefono era quella del Direttore, l’allora Col. Mastursi. La solita voce, che predispose il sottoscritto a giustificare tutto ciò che era
sicuro di aver fatto, ma era stranamente ignoto al
capo. La notizia che il Direttore portava era invece grossa: c’era un elicottero (Onda 06) spanciato
in Sardegna, parcheggiato in una piazzola lancio
del Poligono Interforze del Salto di Quirra, Distaccamento di Capo San Lorenzo. Il Col. Mastursi stava andando laggiù assieme al Comandante
del 15° Stormo per una prima visita nel sito, dove
l’elicottero era stato portato dall’equipaggio dopo
aver urtato il terreno con la parte posteriore della
fusoliera, vicino alla rampa, aprendo una finestra
al posto del vano Doppler e storcendo il pilone
di coda. Il fatto che l’equipaggio fosse riuscito a
portare l’elicottero in un sol pezzo in piazzola la
diceva lunga su quanto il mitico Pellicano – da
pochissimo pensionato – fosse un ottimamente
costruito “padre di famiglia”. Insieme a loro un
tecnico dell’Agusta che rassicurò tutti: si poteva
riparare, ma tirandolo fuori di là.
Problema: sulla strada di accesso alla piazzola c’era un bellissimo ponte Bailey, una travatura reticolare pensata durante la Seconda Guerra Mondiale che alla semplicità costruttiva univa
il difetto di non consentire il passaggio di un camion con semirimorchio, necessario per portar
via l’elicottero. Guardandosi in giro, però, c’era
un’alternativa: un secondo ponte in cemento
che attraversava in un altro punto lo stesso fiumiciattolo del ponte Bailey. Piccolo dettaglio: in
Sardegna, a gennaio, piove abbastanza spesso e
quell’anno non fece eccezione. Il ponte era diventato un vero guado, con quasi 30 cm d’acqua
sopra e attorno.
Pochi giorni di preparazione e, su un G-222
del 2° Gruppo Volo della 46^ Brigata Aerea diretto a Decimo, c’era una bella squadra di recupero. In ordine rigorosamente alfabetico: Valter
Birello, Claudio Casoli, Mauro De Gennaro,
Claudio Gentile, Settimio Gilardi, Mauro Picchi e
Giancarlo Versi. Assieme a due colleghi dell’82°
Centro SAR di Trapani, il sottoscritto completava la squadra, probabilmente in quanto sardo e
“revisore” delle selle con cui trasportare la fusoliera sul camion (mossa strategica del capo, della
serie “te la canti e te la suoni”: se fosse successo
qualcosa, non c’era alcuna possibilità di dare la
colpa ad altri per averle usate male…). L’indomani la Sardegna ci fece capire che – a gennaio
– il binomio “sole e mare” non era esattamente
vero. Per due lunghe settimane ci fecero ottima
compagnia pioggia, freddo e umido di mattina,
mentre a mezzogiorno rasserenava – scaldandosi – per chiudere la giornata con la temperatura in discesa, pericolosamente vicina allo zero.
Tre stagioni e mezzo al giorno. Smontammo tutto abbastanza in fretta: motori, pale, trasmissione principale e scatole ingranaggi intermedia e
di coda furono smontate in poco meno di una
settimana e portate via a revisione causa penuria
di componenti. L’avionica, manco a parlarne: fu
letteralmente fatta sparire da un sottufficiale specialista di Trapani arrivato con il Comandante del
Centro SAR di Trapani, l’allora T.Col. Messina,
nella mattinata del primo venerdì. Questo ragazzo era un siculo atipico: un giovane bassottino,
smilzo, biondo, quasi angelico e fatto su misura
per entrare nelle baie avioniche dell’HH-3F. La-
sciato solo per circa mezz’ora, l’angioletto aveva
ridotto le non poche slitte avioniche a ricettacolo
di polvere.
Una delle grandi lezioni di questo evento
fu che pianificazione e programmazione sono
arti di difficile gestione, specie quando gli altri
non hanno la memoria che si vorrebbe avessero. In effetti, fu detto che – su a Perdasdefogu
– era rimasto “qualcosa”, perché l’elicottero era
rischierato là e volava fino al poligono partendo
da quella base. Una passeggiata lassù, oltre a
consentire a chi scrive e al mitico Valter Birello
di ammirare la perizia del Campalgenio a costruire strade (trenta km circa, forse trecento curve),
insegnò che “qualcosa” può essere letteralmente
“di tutto”. Infatti, vi erano cassoni pala, selle ed
altro materiale altrimenti ignorato ed amabilmente sparso presso la 672^ Squadriglia di Perdas:
il tutto stivabile a fatica in almeno due viaggi di
HH-3F. Scoprimmo altresì che nel 1998, tra Perdasdefogu e Capo San Lorenzo, i camion erano
merce rarissima. Grazie ai buoni uffici dello stesso col. Messina riuscimmo a portar tutto giù in
due viaggi di Pellicano.
La seconda cosa che un giovane ufficiale
può imparare da esperienze come questa è che
l’inventiva è una gran cosa, se tenuta lontana dal
JP-8. Infatti, se si vogliono svuotare i serbatoi di
un elicottero come l’HH-3F di alcune migliaia di
libbre di combustibile, non è assolutamente sufficiente accendere APU e pompe di bordo, dopo
aver rimediato due raccordi adatti, un grosso
tubo di gomma di provenienza ignota ed una bettolina (approvata) di capacità sufficiente a contenere tutto il kerosene. Bisogna accertarsi soprattutto che raccordi e tubo vadano d’accordo fra
loro e – insieme – con il JP-8: dentro l’elicottero,
durante l’operazione, c’erano un bel po’ di JP-8,
il sottoscritto e Claudio Gentile; lo schiocco del
tubo che saltava dal raccordo sorprese entrambi
e, siccome tra le molte e notevoli virtù dell’allora maresciallo Gentile non figurava l’alta statura,
fu solamente il sottoscritto a beccarsi la doccia
di kerosene. Tutto bene, se non che il m.llo Gilardi insisteva che proprio in quel momento gli
era venuta voglia di fumare… Fortunatamente,
scherzava. Prurito e doccia chilometrica a parte,
l’unico danno vero di quel piccolo incidente lo
subì la signora della lavasecco di Muravera che,
sebbene il sottoscritto l’avesse avvisata del molto kerosene sulla tuta, la lavò a secco insieme a
tutti i panni che aveva in negozio. Uscirono tutti
pulitissimi, con un certo sentore di JP-8, però. La
signora non mancò di far notare la cosa…
Altra “lezione appresa” fu che non tutti i
mezzi dichiarati 4x4 sono in grado di uscire da
qualsiasi pantano, come due del gruppo impararono guidando il camion gru Astra assegnato per
l’impresa. Pagarono pegno. Una sgobbata extra
per pulire dal fango il camion… Più che appresa, la lezione fu “rappresa”, perché lasciarono il
fango sul camion circa mezz’ora prima di pulirlo,
accorgendosi che argilla asciutta e parti metalliche tendevano a restare abbracciate molto solidamente.
All’inizio del racconto c’era un guado. La
pioggia di quasi tutte le mattine aveva fatto amicizia con il fiumicello. Tra strada e ponte, l’acqua
scavò un buco profondo mezzo metro, che nessuno sapeva come colmare né passare. Quando il
sottoscritto chiese al Col. Filipponi (ora scomparso e allora capo del Distaccamento del Campalgenio di Perdas) se si potesse far qualcosa, la risposta dell’ufficiale fu semplicissima: no, perché
far qualcosa avrebbe significato problemi con il
Comune, la Forestale, gli ambientalisti e una serie di altre persone non meglio definite. Di usare
travi, putrelle, tavole o altro manco a parlarne: la
corrente del fiume sconsigliava avventure del genere. Pochi giorni prima che arrivasse il camion
con il semirimorchio, magicamente, la strada e il
ponte erano state ben raccordate da ghiaia che
forse il fiume, impietosito, aveva trascinato proprio fin là (quando si dice la fortuna…).
Gli ultimi giorni furono abbastanza stressanti. Per fortuna che, dall’arrivo del camion, il tempo tenne magnificamente e fu con un anticipo di
quasi estate che ci disponemmo a partire. All’arrivo a Capo San Lorenzo dell’elicottero e della
carovana di mezzi che avevamo fu una liberazione poter chiamare il Direttore dicendogli che
eravamo riusciti a trarre il dado, passando anche
noi il nostro Rubicone. Onda 06 tornava a casa.
Firmato
Tenente Colonello
Antonio Camillo Cossu
Curiosità
Curiosità
“Messina, esaudito il sogno del bimbo che voleva
volare in elicottero per essere vicino alla mamma
morta. Due Crocerossine hanno accompagnato
in volo il piccolo di 8 anni che nell’alluvione ha
perso madre, sorella e nonna.”
Il piccolo D., di 8 anni, ha realizzato il suo
grande desiderio: volare in elicottero per essere
più vicino in cielo alla sua mamma, scomparsa
nella tragedia di Messina insieme con la sorellina
e la nonna.
Dopo l’alluvione il bimbo e il suo papà avevano girato invano in cerca della mamma, della
nonna e della sorellina di 4 anni disperse sotto la
marea di fango. Poi, a casa di amici di famiglia,
assieme a M., suo coetaneo, il piccolo è scoppiato in lacrime quando ha appreso dalla tv che
la mamma era morta. All’Infermiera Volontaria
della Croce Rossa che l’assisteva ha chiesto: “tu
che ti chiami Stella, saresti capace di farmi volare
in cielo così sono più vicino alla mia mamma?”.
Per alleviare il dolore del dramma e per regalargli un momento di distrazione due Crocerossine hanno accompagnato D. e l’amichetto M.
in volo con un elicottero HH3F messo a disposizione dall’Aeronautica Militare, che ha collaborato all’iniziativa.
Il velivolo, decollato alle 11.00 dalla base del
41° Stormo dell’Aeronautica Militare a Sigonella,
ha compiuto un giro di circa tre quarti d’ora sorvolando tra l’altro Siracusa e Caltagirone.
A decidere il piano di volo è stato lo stesso
D., che prima della partenza ha voluto tracciare
su una carta, assieme al Comandante, Col. Luca
Tonello, il percorso.
Incontenibile la gioia dei due bambini, che
hanno descritto con entusiasmo la loro avventura. “Il momento più emozionante - ha raccontato
il piccolo D. - è stato quando il mare e il cielo si
sono confusi tanto che era impossibile distinguerli”. Commozione da parte dell’equipaggio e delle
Crocerossine nel momento in cui il bimbo duran-
te il volo ha mandato verso il cielo qualche bacio
alla mamma, alla sorellina, alla nonna.
Per evitare che la tristezza prendesse il sopravvento il Comandante gli ha permesso di “pilotare” l’elicottero.
A memoria dell’indimenticabile esperienza D.
e M., che prima del decollo hanno anche compiuto una visita all’interno della base del 41°
Stormo AM, hanno ricevuto dal Comandante un
attestato per aver “con coraggio ed entusiasmo effettuato il primo volo con elicottero HH3F”.
PHASE OUT HH3F
PRATICA DI MARE 26 settembre 1914
L’Aeronautica Millitare nello spazio
Il Circolo del 6° R.M.E. con grande stima ringrazzia il Maggiore Luca Parmitano, per la missione
svolta e augura un buon lavoro alla nuova astron
nauta Capitano Samantha Cristoforetti.
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CIRCOLO DEL 6° R.M.E. CONSIGLIO DIRETTIVO
[email protected]
QUOTA ASSOCIATIVA PER IL 2014
Si comunica che a seguito delle deliberazioni dell’Assemblea Generale
la quota associativa per il 2014 è stata mantenuta a 15,00 Euro.
Per le nuove iscrizioni, come per il rinnovo delle quote sociali, gli interessati possono:
Mastursi Paolo
Presidente
Nastasi Maurizio
1° Vice Presidente
[email protected]
Amato Ciro
2° Vice Presidente
[email protected]
rivolgersi sul sito: www.circolo6rme.com
De Leonibus Amedeo
Segretario
[email protected]
oppure inviando una email all’indirizzo: [email protected]
Cuozzo Francesco
Tesoriere
[email protected]
Tebano Pietro Romeo
Revisore dei conti
Camilli Letizia
Consigliere
[email protected]
De Santis Fernando
Consigliere
[email protected]
Di Biase Gianfranco
Consigliere
[email protected]
Gragnano Giuseppe
Consigliere
[email protected]
Iovino Antonio
Consigliere
[email protected]
Casini Angelo
Consigliere
[email protected]
Rucco Pasquale
Consigliere
[email protected]
[email protected]
effettuare il versamento tramite Conto corrente bancario intestato a:
“Circolo del 6°Reparto Manutenzione Elicotteri”
0)(5!0;- Paolo Mastursi
Amedeo De Leonibus
Francesco Cuozzo
Ciro Amato
Giuseppe Gragnano
Letizia Camilli
Pasquale Iovino
Angelo Casini
GianFranco Di Biase
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Fernando De Santis
Storia del
Pietro Romeo Tebano
6° R.M.E.
dalle origini ad oggi
Ore 08,00 - 10,30
Arrivo Soci in Aeroporto e trasferimento in area Raduno
Servizio caffè
Disbrigo pratiche iscrizione e ritiro oggetto ricordo
Votazione per elezione Consiglio Direttivo
Ore 10,30 - 11,30
Presentazione ufficiale Crest del Circolo del 6° RME
Inaugurazione quadro dedicato alle flotte in phase-in ed in phase-out
Inaugurazione bacheche elicotteri volute dal compianto M.llo Pisani Marco
Ore 11,30 - 12,30
Benvenuto all’Assemblea Generale - Presentazione del Consiglio Direttivo provvisorio
Presentazione del Vicepresidente onorario - Presentazione del Presidente onorario
Approvazione dello Statuto del Circolo - Approvazione quota sociale
Approvazione del Bilancio - Progetti futuri
Ore 12,30 - 13,00
Celebrazione Santa Messa
Ore 13,30
Pranzo sociale presso la mensa del Circolo Ufficiali
Proclamazione del primo
Consiglio Direttivo
Ore 16,30
Termine Raduno, partenza Soci
“La storia e nascita del Circolo”
“Passaggio di consegne del comandante”
“Lo Statuto del Circolo”
Circolo del 6° R.M.E. – Numero 0 – anno 2012
Pasquale Rucco
La segreteria del Circolo del 6° R.M.E. è aperta per ogni eventuali suggerimenti e proposte.
Recapito segreteria: Circolo del 6° R.M.E. presso Comando 6° R.M.E. 00040 Pratica di Mare Roma.
NP\NUV
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e-mail: [email protected]
Circolo del 6° R.M.E. – Numero 1 – anno 2013
Circolo 6° R.M.E.
PROGRAMMA
Ore 08,00-11,15
Arrivo Soci in Aeroporto
e trasferimento in area Raduno
Servizio caffè
Disbrigo pratiche iscrizione
e ritiro oggetto ricordo
Presentazione in volo aeromodelli
“Passaggio di consegne del comandante”
“Presentazione del Labaro”
Ore 10,30 -11,00
Arrivo Autorità
Ore 11,15-12,00
Assemblea Generale
Ore 12,10-12,40
Celebrazione Santa Messa
Ore 13,30
HH-139A
Questo periodico non è in vendita, ma viene dato ai Soci che in regola con il versamento
della quota associativa annuale di Euro 15,00. I “Non Soci” possono richiederne copia ricevendola gratuitamente con l’invito ad associarsi.
Pranzo sociale
presso la mensa del Circolo Ufficiali
Ore 16,30
Termine Raduno, partenza Soci
Circolo del 6° R.M.E. – Numero 3 – anno 2014
III RADUNO - XVIII - X - MMXIV
“Elezioni del nuovo Comitato Direttivo”
AEROPORTO CENTOCELLE
FRANCESCO BARACCA
Circolo 6° R.M.E.
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Realizzazione grafica e stampa
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Farmacia
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Via Trento, 46 - 00046 Grottaferrata (Rm)
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