associazione nazionale alpini

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associazione nazionale alpini
N. 37 - Anno XLI - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art.1, comma 2, DCB Como
Numero 1 - Como - Anno XLI - Gennaio- Marzo 2015
associazione nazionale alpini - sezione di como
2
La penna Alpina
EDITORIALE
La polaroid della memoria
sommario
Eventi
3
Bangui: mandato
EUFOR-RCA
4
Il ballo degli ostaggi
5
A MÕ ARCORDÕ
5
BaradŽll
festeggia 40 primavere
Toni Capuozzo
Cesare Di Dato
Arcangelo Capriotti
8
Assemblea Sezionale
9
Terzo raduno a Madesimo
per il 72¡ di Nikolajewka
Achille Gregori
Aldo Maero
9
Quegli appelli allÕunitˆ
nazionale
Giangaspare Basile
18 Gli alpini ricordano
il 4 novembre
14 I presepi dei gruppi
23 In ricordo del Beato
Carlo Gnocchi
25 La valle di Sorico
Achille Gregori
Fatti...col
NEWS 2015
Cappello Alpino
Vita dei Gruppi
10-27
Albese con Cassano - Lenno
Camnago Faloppio - Albate
Caslino dÕErba - Cavallasca
Capiago Intimiano - Senna Tremezzo - Valle Intelvi - Olgiate
Mariano - Ponte Lambro - Villa G.
Erba - Sormano - Caglio Rezzago
Griante - Pellio Intelvi - S. Fermo
Barni - Rovellasca - Moltrasio
E' partita proprio da queste poche parole
l'idea del nostro grafico Tiziano Tavecchio,
per studiare il nuovo logo che ci accompagnerˆ durante tutto l'anno: Le polaroid della
memoria. Immagini impresse nella pellicola
dei nostri ricordi. Immagini che a volte sono
stampate su carta fotografica, ma molto pi
spesso alloggiano semplicemente nella nostra
memoria. Parliamo della memoria dei novantacinque anni di vita della nostra Sezione,
che il prossimo mese di luglio festeggerˆ il
compleanno. E il logo che vedremo stampare
su tutte le nostre pubblicazioni, sulle locandine e sulla carta intestata racchiude in sŽ
quattro elementi che hanno un particolare
significato. Elementi che sembrano inseriti
nei telaietti, utilizzati un tempo per contenere
le diapositive. Prima tra tutte, la polaroid di
un cappello alpino, ovviamente irrinunciabile.
Poi arriva la diapositiva che chiarisce pi di
ogni altra l'argomento che stiamo trattando.
Contiene in cifre il numero novantacinque,
quanti sono appunto i nostri anni, vissuti
con grande alpinitˆ, come dice la scritta che
l'affianca. Poi c' la polaroid che contiene il
simbolo della nostra testata sezionale. Il
Baradell, che da decenni annota la nostra
vita alpina, perchŽ nulla vada perduto delle
nostre opere, del nostro impegno, dei nostri
pensieri. E' proprio sfogliando le sue pagine,
che possiamo ritrovare i volti, i gesti e le
parole dei nostri vecchi, che non si sono
limitati a combattere guerre e a ricostruire
un'Italia a pezzi, ma hanno fatto nascere e
coltivato con cura la Sezione A.N.A. di Como.
NEWS
Penna
Nuovi venti
di guerra
di Achille Gregori
3
gli appuntamenti del 2015
Ci avviciniamo sempre pi agli appuntamenti principali di questo 2015, ricco di eventi importanti
a cominciare dallÕAdunata Nazionale a LÕAquila che ci vedrˆ riuniti al fianco degli alpini e della
gente che ha subito il tremendo terremoto del quale porta ancora le conseguenze. Proseguiremo
con le celebrazioni del centenario della Grande Guerra e con il 95esimo della sezione. A questi
si aggiungeranno gli anniversari e gli incontri nei gruppi. Sarˆ un piacere per tutti ritrovarci,
celebrare nel segno del motto Òil ricordo, la ricostruzione, il dovereÓ
Eventi
... inchiostro e
Se oggi la nostra Sezione continua ad essere
fiorente e gode di buona salute, lo dobbiamo
a chi, nel corso di novantacinque anni, se
l'Ž passata di mano in mano, trattandola
con cura e con amore. E per molti di quegli
anni, il nostro giornale ne porta la testimonianza. C'Ž infine un quarto elemento,
un'altra diapositiva di grande importanza.
Contiene l'immagine dell'elmetto Adrian
mod. 16, quello in dotazione ai soldati del
Regio Esercito Italiano durante la Grande
Guerra.
Proprio di Grande Guerra si parlerˆ
quest'anno in tutte le circostanze, visto che
ricorre il centenario del coinvolgimento
dell'Italia nel primo conflitto mondiale. Una
tragedia che rappresenta l'origine della nostra
Associazione, nata nel 1919, all'indomani
della fine della guerra. E subito dopo, nel
1920, nasceva la Sezione comasca. Non
poteva quindi mancare un richiamo alle
origini. Un richiamo alla memoria, assolutamente in linea con il monito scolpito nella
pietra della colonna mozza in Ortigara: PER
NON DIMENTICARE. Bravo davvero il nostro
Tiziano, che ancora una volta  stato capace
di trasformare al meglio una serie di grandi
valori, in un messaggio grafico d'effetto. Il
nostro 2015 sarˆ un anno veramente speciale, denso di impegni importanti, da vivere
con amore, con grande desiderio di partecipare e, soprattutto, con l'orgoglio di essere
gli eredi di uomini fuori dell'ordinario, uomini
con la penna sul cappello.
Chicco Gaffuri
(il calendario pu˜ subire variazioni)
Aprile 10-11-12
maggio 15-16-17
giugno 13
21
31
Como poligono gara sezionale di tiro a segno;
AQUILA 86¡ ADUNATA NAZIONALE;
COMO RADUNO SEZIONALE PER 95¡ FONDAZIONE;
Mariano Comense 85¡ di fondazione;
Solbiate gara sezionale di mountain bike
Appuntamenti nazionali
maggio 2
Torino Beatificazione fratel Luigi Bordino;
giugno 21
Bedonia campionato nazionale corsa in montagna a staffetta;
28
Trento pellegrinaggio al Rifugio Contrin.
3
... inchiostro e
Penna
Nuovi
venti di guerra
di Achille Gregori
Spirano nuovamente venti di guerra nel cuore
dellÕEuropa, altrettanto ai suoi confini pi meridionali.
<ÉlÕEuropa sembra incapace di pensare alla
sicurezza / Minacce dellÕIsis allÕItaliaÉ>
Questi alcuni titoli di cronaca degli ultimi tempi.
Segno di possibile pericolo per il vecchio continente e della sua incompletezza unitaria, vista
la singolaritˆ delle azioni di contrasto. LÕunione,
tanto  applicata in campo economico, altrettanto
risulta blanda nella necessitˆ difensiva. Difronte
a conflitti combattuti e attacchi terroristici i
ventotto stati sono disuniti. Sugli scontri
dellÕUcraina le posizioni sono singole e le trattative
vengono manovrate da chi si pone in prima fila.
Situazione concordata? Forse. Ma non crediamo!
Altrettanto si dica per la vicina Libia, i territori
iracheni e siriani occupati da Isis e Al Qaeda
che minacciano in pi modi il vecchio continente.
LÕUE, gigante economico, appare un nanetto per
la difesa globalizzata verso terrorismo e guerre.
Situazioni giˆ viste. La campagna francobritannica del 2011 contro la Libia, dettata pi
da interessi economici che libertari a vantaggio
della popolazione, ha prodotto lo sfascio del
paese con lo scatenarsi di rivalitˆ tribali nelle
quali il califfato si  inserito a meraviglia, mentre
gli altri stati sono rimasti a guardare. Ora lÕIsis
lancia minacce. LÕEuropa, lÕItalia, Roma, la sua
cristianitˆ, i monumenti, le bellezze e le attivitˆ
sono nel mirino di jiadisti. Segnali di guerriglia
fatti di azioni e intimidazioni. Aggiungiamoci lo
spauracchio dei profughi. Migliaia di disperati
sulle nostre spiagge, con il timore dÕinserimento
di terroristi pronti al sacrificio per colpire al
cuore i paesi europei. LÕItalia  da sempre sola
nel gestire lÕarrivo dei barconi di disperati. Gli
altri paesi se ne disinteressano. E il panorama
si completa con giovani che accorrono nelle file
dei terroristi. Per˜ vediamo capi di stato sfilare
dietro le fiaccole dopo nefasti massacri ma, al
momento opportuno, ciascuno fa e subisce da
sŽ. La difesa unica europea progettata nel 2009
 utopia lontana da venire. Questo anche se la
comunitˆ internazionale (noi compresi)  occupata in una quindicina di operazioni di mantenimento della pace (peace keeping) dopo i fallimenti di pace imposta (peace enforcing) avvenuti
nei paesi mediorientali. Dove si ventilava libertˆ
per il popolo,  arrivato il califfato islamico a
imporre il terrore, la guerriglia estesa. Pericolosamente tornano a soffiare venti di guerra.
Opporsi dichiarando Òje suis CharlieÓ  elegante
ma non allontana i terroristi. La storia insegna.
Nel 1914 nelle capitali europee si pensava al
Can Can, la belle epoque sfornava serate di
gala. Sappiamo comՏ finita. Auguriamoci che
gli attuali venti di guerra restino un allarme e
si continui solo a parlarne. Dio ce ne scampi
dallÕentrare in azione, vista la situazione generale!
La Repubblica Centrafricana  stata teatro,
dal marzo del 2013, di violenti scontri e
diffuse violazioni dei diritti umani ad opera
di gruppi armati contrapposti, che hanno
causato la dissoluzione dellÕautoritˆ statale
e migliaia di vittime tra la popolazione civile,
oltre allÕesodo di un milione di persone. A
seguito dellÕemergenza che si  verificata,
lÕONU ha emanato la risoluzione n. 2134 del
28 gennaio 2014, che autorizza lÕUnione
Europea a lanciare unÕoperazione militare
nel Paese africano.
Il 10 febbraio 2014 il Consiglio dellÕUnione
Europea ha adottato la risoluzione 2014/73,
con cui veniva istituita la Missione
multinazionale EUFOR RCA, che iniziava
formalmente il 01 aprile 2014, avente per
Area di Operazioni tre zone sensibili della
capitale centrafricana Bangui: lÕaeroporto
internazionale di MÕpoko e i quartieri 3 e 5,
in passato colpiti da violenti disordini tra
milizie contrapposte e attualmente in via di
stabilizzazione.
Attualmente EUFOR RCA consiste di un
Comando Operativo con sede a Larissa
(Grecia) e di un contingente militare
multinazionale di 700 militari fornito da 13
nazioni schierato a Bangui, costituito da un
battaglione di manovra, integrato da una
forza di gendarmeria operante sotto lÕegida
di EUROGENDFOR.
In tale contesto, lÕItalia si  resa disponibile
a fornire un impegno concreto, seppur
circoscritto, allÕintervento deciso dallÕUnione
Europea. In particolare, il contingente
nazionale  fornito dallÕEsercito Italiano e
consiste Ð oltre ad alcuni elementi in seno
allo staff di EUFOR Ð in un distaccamento
dellÕ2¡ Reggimento Genio della brigata alpina
Julia che ha avvicendato a Dicembre i colleghi
dellÕ8¡ Genio della Folgore. A capo del
contingente  stato designato il tenente
colonnello Mario Renna, delle Truppe Alpine,
che  anche portavoce di EUFOR a Bangui.
Tra i compiti dellÕassetto genio figurano il
supporto e il mantenimento della mobilitˆ
delle forze EUFOR, la ricognizione e il
mantenimento degli assi di comunicazione,
il supporto alla forza in materia di residuati
bellici, il contributo al mantenimento e alla
difesa passiva dei compound di EUFOR. A
questi compiti si aggiunge la realizzazione
di lavori infrastrutturali di base in favore
della popolazione e del governo locale e il
monitoraggio di un importante progetto di
ricostruzione di un ponte, finanziato dallÕUE
e affidato a imprese locali.
La Francia ha assunto il comando della
missione dellÕUnione Europea con il Generale
di Divisione Philippe Ponties, quale Operational Commander presso lÕEU OHQ di
LARISSA e con il Generale di Brigata Thierry
Lion, quale Force Commander a Bangui.Oltre
allÕItalia, che  il quarto contributore con 51
elementi, attualmente partecipano alla
missione europea a Bangui altre dodici
nazioni: Francia, Spagna, Polonia, Finlandia,
Germania, Ungheria, Estonia, Paesi Bassi,
Lussemburgo, Lituania, Georgia e Serbia.
Il mandato di EUFOR-RCA  stato di
recente esteso fino al 15 marzo 2015
con apposita risoluzione del Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il Colonnello Mario Renna, con cui siamo costantemente in contatto, ci invia da Bangui i suoi
ringraziamenti per aver ricevuto il materiale che la Sezione ha raccolto e direttamente trasportato,
con non poche difficoltˆ, fino a Trento per essere successivamente imbarcato su nostri aerei.
Ricordiamo che Bangui  la capitale Centroafricana, dove 50 genieri alpini del 2¡ reggimento
della brigata Julia (di stanza a Trento) lavorano con la missione dell'Unione Europea insieme
a 700 colleghi di 13 diverse nazioni, per riportare la pace e la sicurezza in un Paese che sta
uscendo da una profonda crisi politica sfociata giusto un anno fa in una spirale di violenze
terribili che hanno provocato migliaia di vittime e un milione di profughi.
il Natale degli Alpini in Africa  stato tutto particolare: il 25 hanno partecipato alla Messa di
Natale celebrata da Federico e Matteo, i due padri carmelitani che gestiscono una missione che
ospita 5.000 persone scappateÊ dalla guerra e dalle violenze che hanno insaguinato Bangui e
il Centrafrica.Il clou  stato il battesimo di dodici bimbi nati nella missione, insieme ai doni
offerti dall'Associazione Nazionale Alpini (compresi i nostri) e portati dai genieri della Julia che
hanno regalato giochi e quaderni ai tanti piccoli che vivono con le loro famiglie in condizioni
precarie. Altra importante iniziativa portata avanti dagli alpini della Julia  stata la costruzione
di un ponte lungo una trentina di metri che  stato chiamato ÒPonte dellÕunitˆÓ perchŽ riunisce
il quartiere mussulmano a quello cristiano di Bangui
4
Ricordiamo bene la situazione delle cooperanti rapite e liberate in Siria dopo diverse
vicende e comunicazioni fatte pervenire ad
hoc per accrescere la tensione e le successive
decisioni. Abbiamo sentito definire le ragazze
ÒvolontarieÓ termine che non collima con
lÕattivitˆ delle cooperanti, lavoro ben differente dal volontariato. Per questo riteniamo
importante un pezzo che Toni Capuozzo,
da noi direttamente contattato, ci autorizza
a pubblicare.
Toni Capuozzo  giornalista professionista.
Collabora con numerose testate del gruppo
Mediaset occupandosi di conflitti in scacchieri
difficili. EÕ un grande amico degli Alpini,
disposto a parlarne nelle sue seguitissime
trasmissioni specie in ÒTerra!Ó, il settimanale
di Retequattro. Tiene inoltre su Tgcom24 la
rubrica Mezzi Toni. Nel corso della sua
carriera ha collezionato innumerevoli riconoscimenti. Nel 2006, allÕAdunata degli Alpini
ad Asiago, ha ricevuto il ÒPremio Giornalista
dellÕannoÓ, che lÕAssociazione conferisce a
un giornalista o alla testata che abbia evidenziato lÕoperato ANA.
Siamo certi che i suoi argomenti susciteranno
interesse in voi, affezionati nostri lettori
strata dai fondamentalisti, cÕera di tutto:
esuli siriani e persone semplicemente indignate, militanti politici e islamici cui prudevano le mani. Avete presente la fotografia
che ritrae le due ragazze abbracciate, con
un cartello scritto in arabo, a una manifestazione italiana ? Il cartello recita: ÒAgli eroi
di Jiwa Shuhada grazie per lÕospitalitˆ e se
Dio vuole vedremo la cittˆ di Idlib libera
quando torneremo Ò. Ognuno si sceglie gli
eroi che preferisce, ma la Jiva Shuhada 
un battaglione di ÒmartiriÓ che gestisce due
prigioni chiamate, con ironia, ÒGuantanamoÓ
e ÒAbu GhraibÓ, di cui si sa che non hanno
nulla da invidiare ai due modelli, almeno per
il fatto che quella  una guerra in cui non si
fanno prigionieri.
Per quel che ne so io, il sequestro delle due
era stato pensato ancora prima della partenza
dallÕItalia, e matur˜ nella casa in cui erano
ospiti. In unÕaltra fotografia delle due volontarie scattate in una manifestazione appare
Haisam Saqan. Un oppositore siriano, e come
tale invitato a un talk di Gad Lerner (del
resto anche Barbara dÕUrso aveva invitato
lÕallora disarmata Maria). Haisam  ritratto
in un filmato ripreso dal New York Times, in
un gruppo di jihadisti che si appresta
allÕesecuzione sommaria di una decina di
militari siriani, inginocchiati e piegati a torso
nudo. Io non dico che non si debba occuparsi
generosamente di cause lontane, ma un poÕ
di cognizione di causa non guasta. Forse ci
si pu˜ accontentare che qualche sostenitore
dellÕIsis, contrapposto ai qaedisti di Jabbat
Al Nusra (lÕorganizzazione che ha preteso
una fetta del riscatto per consentire il passaggio delle due volontarie verso la liberazione nel territorio da essa controllato) abbia
rimproverato alla concorrenza di aver lasciato
libere le Òcrociate italianeÓ.
Ma quanto a cause lontane, ne ho qualcuna
da suggerire: Raif Badawi, un coraggioso
blogger saudita che  intervenuto sul rapporto
tra Islam e modernitˆ  stato condannato a
dieci anni di prigione e mille frustate, inflitte
in pubblico a rate di 50 ogni venerd“. Certo,
il divieto alle donne di guidare in Arabia
Saudita o la permanenza nel braccio della
morte di un carcere della pakistana cristiana
Asia Bibi, la distruzione di villaggi in Nigeria
o lÕaccoltellamento di un imam bosniaco che
dissuadeva dallÕandare in Siria non sono
cause adrenaliniche. Sono davvero felice
siano libere e vive, e a loro due, avendo
saputo qualche dettaglio della loro prigionia,
non ho proprio nulla da rimproverare: si
godano il silenzio, e io comunque, affascinato
pi dai peccatori che dai santi, preferisco i
peccati di generositˆ a quelli di avarizia. Ma
ai profeti del buonismo, alle istituzioni della
correttezza politica, alle banalitˆ da talk
show, alla melassa dellÕipocrisia dico una
cosa: adesso che ci state ripensando, adesso
che forse non si deve offendere le fedi,
adesso che forse tra le matite si  fatta pi
grossa quella rossa dei limiti, adesso che
non siamo pi completamente Charlie, adesso
non fateci passare tutti per Vanessa e Greta.
di Toni Capuozzo*
Il carnevale italiano  iniziato un poÕ prima
della fine del mese. Il tema di giornata  la
liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Non occorre mettersi la maschera dei
buonisti, per essere sollevati dalla loro liberazione, per esserne felici, per gioire del
fatto che i coltelli degli sgozzatori sono rimasti
inutilizzati, stavolta. Non occorre indossare
la maschera dei duri ed inflessibili, per ragionareÊ sulla loro ingenuitˆ, e sulla ambiguitˆ
di quel volontariato. NŽ serve mettere la
maschera dei taccagni, o dei ragionieri di
Stato per dire che dodici milioni di dollari (o
la metˆ, non importa) vanno a ingrassare
le fila del terrorismo, e avrebbero potuto
essere spesi altrimenti: potevamo avere loro
vive senza pagare ? No. Abbiamo pagato
sempre, tranne per i colleghi di Quattrocchi
e per Enzo Baldoni. Mi dicessero che dobbiamo pagare adesso per padre Paolo DallÕOglio
o per Giovanni Lo Porto, direi: subito, ridateceli.
EÕ vero: in Italia lÕanonima sequestri  stata
sconfitta dal blocco dei beni dei sequestrati,
ma cՏ una differenza tra i criminali e i
terroristi. La differenza, a volerla tradurre
nel modo pi brutale,  tra il brandello di
orecchio di Faruk Kassam, e la gola recisa
di James Foley, e di tanti altri. EÕ vero: si
potrebbe fare come il Giappone con i suoi
sequestrati in Iraq. Lo Stato paga e
lÕinteressato si indebita, restituisce un poÕ
alla volta i soldi alla comunitˆ. Mi si dice:
lÕAustria, alle due ragazzine che avevano
raggiunto la jihad, sono rimaste incinte e
vogliono tornare ha casa, ha detto: fatti
vostri.
Qui invece abbiamo due ragazze che non
sono andate a combattere, ma ad aiutare.
E qui entriamo in un terreno ambiguo, termine che stride con la solidarietˆ, lÕaltruismo,
il farsi carico delle tragedie del mondo e delle
persone. PerchŽ un conto  lÕingenuitˆ, la
sottovalutazione del rischio, il protagonismo,
tutte cose che sono presenti anche nel giornalismo di noi inviati, nel migliore dei casi
convinti che il nostro racconto salverˆ il
mondo.
Altro conto  la confusione. E la missione di
Greta e Vanessa era piuttosto confusa: aiuti
sanitari, acqua e medicine, s“. Ma attraverso
chi? Attraverso il gruppo Ahrar al Sham (il
movimento islamico degli uomini liberi del
Levante), salafita. Nel piccolo mondo che ha
preso a cuore la rivolta siriana contro il
dittatore Assad, prima che venisse seque-
* Per gentile concessione dellÕAutore
5
Per parlare di storia del BaradŽll  assolutamente dovuto
un commento di Cesare Di Dato per 5 anni direttore
della nostra testata. Ecco il suo pensiero.
di Cesare Di Dato
Ho letto l' ÓamarcordÓ di Capriotti sulle
vicende del BARADéLL. Con il suo stile sobrio
ci faÕ ripercorrere l'iter formativo del BARADéLL, dai tempi eroici iniziali all'attuale
forma che colloca la rivista nei primi posti
tra tutte le pubblicazioni alpine. Non 
un'esagerazione. Infatti l'essenza di una
pubblicazione risiede in due dei nostri sensi:
la vista e l'intelletto che senso non  ma 
ci˜ che fa dell'uomo un essere speciale,
anche se non sempre positivo. Aggiungerei
anche il tatto perchŽ  piacevole tenere in
mano quei fogli patinati, aprirli, quasi accarezzarli. PoichŽ la nostra rivista soddisfa
questi requisiti, il gioco  fatto; oggi la
lettura del giornale  piacevole perchŽ 
varia, di ampio respiro, non limitata alla
sola vita alpina. Ne sono prova le rubriche
ÒInchiostro e PennaÓ che ha sostituito l'
ÒIcaroÓ che chi scrive introdusse ancor prima
di diventare direttore nell'intento di commentare un fatto avvenuto nel trimestre;
ne scrisse una sessantina lasciando spazio
Dopo aver pubblicato una infinitˆ di articoli
inerenti il variegato mondo alpino,  giusto
Gildo Perdonati
anche a ottime penne (alpine e per scrivere)
quali Gregori, Gaffuri, Maero, Gobbi, Enrico
Bianchi.
E ancora, ÒValli, strade e sentieriÓ, varato
dal nuovo direttore Achille Gregori, stimolo
per passeggiate e per visite a luoghi forse
non conosciuti, nonchŽ la ÒPagina verdeÓ in
quarta di copertina dove la storia diventa
racconto. Il tutto condito da ÒFattiÉcol
Cappello AlpinoÓ. Insomma la redazione dei
primi tempi, della quale fu colonna portante
Ninetto Capriotti, quella per intenderci che
poco mancava che vedesse gli addetti ai
lavori con la visiera scura sulla fronte, le
mezze maniche e la matita appoggiata
all'orecchio stile anni Venti,  stata sostituita
da un gruppo di persone di alto livello che
hanno collaborato con me e fra loro con
disinteressata dedizione al solo scopo di
Òfare, sapere e far sapereÓ. Nei cinque anni
della mia direzione ho visto entrare firme
di giornalisti di fama quali Gobbi, Pizzul,
Marino e, ultimamente, Gian Gaspare Basile
ben noto a tutti i lettori de L'ALPINO. NŽ
sono mancati nomi di prestigio quali Cenci,
Vicentini, Vidulich, Lavizzari, grazie ad Aldo
che il ÒBaradellÓ parli di se stesso e questo
per due validi motivi.
Il primo intende festeggiare i 40 anni di
presenza nella vita sezionale, essendo stato
pubblicato il primo numero nel mese di
febbraio del 1975. Il secondo vuole ricordare
che ad aprile dellÕanno scorso, durante il
18¡ CISA (Convegno itinerante della stampa
alpina) svoltosi a Marostica, presenti il
presidente nazionale Favero, autoritˆ civili,
militari e i rappresentanti di tutti i giornali
delle sezioni e dei gruppi ANA,  stato
assegnato al nostro periodico ÒBaradellÓ un
attestato che riconosce e premia il valore
dei contenuti degli articoli sui vari aspetti
della vita associativa, lÕ impaginazione e lÕ
ottimo aspetto grafico.
Per questo riconoscimento che  un giusto
compenso morale e premia tanto impegno
e lavoro proficuo, grande  stata la soddisfazione per il direttore Achille Gregori, per
i redattori e per i soci comaschi che stanno
apprezzando sempre di pi il nostro giornale,
anche per i suoi costanti miglioramenti.
Le migliorie si sono realizzate via via negli
anni per il progredire della tecnica di stampa
Cesare Di Dato
Maero che li ha É precettati. Nella penombra,
ma sempre ben presenti, i due editori nelle
persone dei presidenti di sezione, anch'essi
ottimi articolisti, prima Gregori e poi Gaffuri..
Ul Baradell l'Ž bell! E' appagante poterlo
dire sapendo di essere nel giusto.
(* Òmi ricordoÓ espresso in lingua emiliana)
ma, soprattutto, grazie ai soci che nelle
varie epoche, con dedizione, si sono avvicendati nella sua compilazione e pubblicazione, fautori del suo sviluppo.
Meritano di essere ricordati.
Con loro i vari gruppi che, negli anni, hanno
dato un sostegno morale, pratico e finanziario. Possiamo dire che la nascita del
ÒBaradellÓ fu un poÕ una avventura. Vediamo
come avvenne.
Nei primi anni Õ70 alcuni consiglieri e soci
valutarono la possibilitˆ che anche a Como
venisse pubblicato un periodico alpino da
affiancare al mensile nazionale ÒLÕAlpinoÓ,
per riportare notizie ed informazioni locali,
come giˆ avveniva in altre sezioni.
Questi ragionamenti trovavano sempre due
ostacoli che sembravano insormontabili.
Primo ostacolo: non trovare soci disposti
a farsi carico dellÕ impegno per la preparazione degli articoli. Secondo ostacolo, forse
il pi arduo da superare: il consistente
onere finanziario per coprire i costi di stampa, in relazione alla scarsitˆ di fondi del
bilancio sezionale di quellÕ epoca.
(continua a pag. 6-7)
6
(dalla pagina precedente)
Arcangelo Capriotti
Finalmente, dopo aver fatto un poÕ di conti,
sul finire del 1974, con lÕapprovazione del
presidente Cornelio e del consiglio direttivo,
il segretario Giuseppe Bernacchi, lÕaddetto
stampa Gildo Perdonati, il consigliere nonchŽ
capogruppo di Rovellasca Giuseppe Campi
e pochi altri, prepararono i primi articoli,
trovando la collaborazione e lÕ aiuto concreto
di Marzio Botta, il titolare della tipografia
New Press, che ci venne incontro inizialmente
con costi contenuti, ed essendo giornalista,
figur˜ come direttore responsabile, lasciando
sempre alla redazione la libertˆ e la scelta
degli articoli da pubblicare.
Fu cos“ che nel mese di febbraio 1975 usc“
il primo numero di 8 pagine, un poÕ disadorno
e su carta scadente.
Gli articoli scritti a macchina, qualcuno anche
a penna, furono portati alla tipografia, dove
un addetto li ribatteva, trasformandoli in
testi per la stampa. NellÕanno furono pubblicati altri tre numeri di 4 pagine, con un poÕ
di pubblicitˆ per coprire una parte dei costi.
Cos“ avvenne anche per i primi due numeri
del 1976. Poi, durante lÕanno, entrarono
nella redazione i soci Luigino Gallo, Luigi
Brambilla ed Arcangelo Capriotti (il sottoscritto) che, preparato il n. 4, riuscirono a
rendere il ÒBaradellÓ un trimestrale regolare,
con invio ai soci in abbonamento postale. Al
contrario, i primi numeri erano stati consegnati a pacchetti ai gruppi per la distribuzione
manuale ai rispettivi soci.
Questi primi redattori impostarono il
ÒBaradellÓ con le cronache della sezione e
dei gruppi, alcune rievocazioni storiche,
calendari delle manifestazioni, segnalazioni,
anagrafe, decidendo di evitare la pubblicitˆ,
per non svilire il giornale e vista anche la
possibilitˆ di coprire i costi con le oblazioni
di soci e gruppi, provvedendo con regolaritˆ
a numeri di 4 o 8 pagine.
Nel 1980 incominci˜ a frequentare la sede
un ÒbociaÓ di nome Achille Gregori che si
offr“ subito come collaboratore, divenendo
presto uno dei pilastri del ÒBaradellÓ.
Fino a questo momento gli articoli, scritti a
macchina o a penna, portati in tipografia,
venivano preparati per la stampa e collocati
dai compositori nelle varie pagine, secondo
gli spazi disponibili, ma non in un modo
consono, per cui dal 1981 Capriotti e Gregori
prepararono con gli articoli anche il cosiddetto
menab˜, con la loro disposizione sulle 8
pagine, in base allÕimportanza dei testi. Il
giornale, sempre di 8 pagine, incominci˜ a
prendere un aspetto pi gradevole e, soprattutto, un miglioramento dei contenuti degli
articoli, con anche delle caricature, disegnate
dal bravissimo Gregori, il tutto con lÕ approvazione del presidente Mario Ostinelli.
Avvennero avvicendamenti nella redazione
e, tra i collaboratori, entrarono i soci Emilio
Bianchi, Carlo Pagani, Franco Stampa e il
generale Aldo Rasero.
Nel 1986 iniziarono a scrivere per il ÒBaradellÓ
i soci Luigi Mario Belloni, Aldo Rampoldi e
un altro ÒbociaÓ, di nome Enrico Gaffuri, con
riflessioni sui valori alpini ed associativi.
Gregori incominci˜ a presentare la nascita
e crescita del nucleo di Protezione Civile e
Capriotti inizi˜ la stesura della storia della
sezione, presentata su ogni numero. Furono
anni con articoli sui valori alpini, riflessioni
sui cambiamenti della societˆ e sulle incerte
prospettive future delle truppe alpine e della
nostra associazione. Era il tempo dei raid
alpinistici puntualmente riportati. Si fecero
alcuni numeri speciali pubblicati in occasione
di importanti anniversari.
Negli anni Õ90 fu dato spazio allÕ addestramento e primi interventi del nucleo di Protezione Civile, come i lavori sotto il Baradello
nel Parco delle Rimembranze. Si propose il
generale Cesare Di Dato con interessanti
articoli, seguito dai soci Raimondo Beretta,
Zola Genazzini e i ricordi di Vittorio Cattaneo.
Questo, in aggiunta alle cronache dei raduni
e delle attivitˆ dei gruppi.
Essendo ormai alle porte le nuove tecnologie
informatiche, nel 1993 entr˜ in redazione il
socio Tiziano Tavecchio, di professione grafico. Gli articoli incominciarono ad essere
scritti col computer, trasferiti su dischetto e
portati in tipografia con una videoimpagina-
zione del giornale, migliorando ulteriormente
i contenuti e la grafica.
Nel 1995 il generale Di Dato fu nominato
direttore del giornale nazionale ÒLÕAlpinoÓ,
ma continu˜ lodevolmente a collaborare con
il ÒBaradellÓ. Negli anni seguenti, per meglio
evidenziare le cronache dei raduni e le notizie
delle attivitˆ dei gruppi, fu introdotta la
rubrica ÒFatti Écol cappello alpinoÓ su varie
pagine delle 8 che formavano sempre il
ÒBaradellÓ.
Fu dato risalto alla costruzione dellÕ asilo a
Rossosch e alla sua inaugurazione, con il
viaggio in camper, operazione ÒIcaroÓ condotta da Di Dato, le nascite di nuovi gruppi,
inaugurazioni di sedi, lÕintervento per
lÕalluvione in Piemonte, la visita del papa a
Como, lÕassegnazione dellÕ ÒAbbondino dÕoroÓ
da parte dellÕ amministrazione comasca ed
articoli di personalitˆ alpine.
Nel 1999 fu eletto presidente Achille Gregori
che, in aggiunta a questo gravoso incarico,
continu˜ a far parte del cosiddetto zoccolo
duro della redazione, assieme ad Enrico
Gaffuri.
Nel 2000, in occasione dellÕ 80¡ della sezione,
il secondo numero fu pubblicato con caratteristiche speciali su carta patinata e foto a
colori, dando il via ad ulteriori miglioramenti
nei successivi primi anni del nuovo millennio,
grazie anche allÕ inizio della collaborazione
del socio Aldo Maero e ai contributi di Mos
Frighi e Luigi Mario Belloni. Lasciata la vecchia
sede di piazza Roma, passammo nella nuova
e pi accogliente sede di via Zezio, con inizio
del sito della sezione consultabile via Internet
e sul ÒBaradellÓ sempre pi cronache dei
gruppi, riflessioni, storia della sezione a
puntate, attivitˆ dei volontari di protezione
civile, notizie sportive, oblazioni, anagrafe
e tanto altro. Il 2005 vide, nella ricorrenza
dellÕ 85¡ della sezione, un altro numero
speciale di 12 pagine su carta patinata, con
foto a colori, pi un inserto di 4 pagine con
grandi fotografie. Fino a qui abbiamo parlato
dei contenuti e dei fautori del ÒBaradellÓ,
ma vediamo ora di rievocare brevemente
come faceva, una volta stampato, ad arrivare
ai soci.
7
Achille Gregori
Abbiamo visto che dal n. 4 del 1976 fu
instaurata la spedizione con abbonamento
postale, una procedura che richiedeva costi
abbastanza alti. Per contenere tali costi, si
decise di svolgere in proprio la preparazione
per la spedizione. Cos“, quattro volte lÕ anno,
dal 1975 al 2004, avvenuta la pubblicazione
del giornale, la tipografia ci consegnava le
7.000 copie al mattino in sede, allora in
piazza Roma, al primo piano e poi al piano
terreno, e nella serata successiva di marted“
o venerd“, una quindicina di soci provvedeva
ad applicare a tutte le copie le etichette
adesive con nominativo ed indirizzo di ogni
socio, etichette ottenute dalla sede di Milano
e negli ultimi anni preparate dalla nostra
segreteria. Le copie etichettate erano suddivise per localitˆ di destinazione e legate
con lo spago, un pacco per ogni paese. La
mattina successiva, due soci volonterosi
con auto o furgone portavano i pacchi alla
posta-ferrovia per il recapito.
Questa  stata una attivitˆ svolta con entusiasmo e dedizione da diversi soci e ha
permesso alla sezione di risparmiare per
tanti anni una cifra considerevole, arrivando
cos“ con composizione, stampa e spedizione
al 2005.
E veniamo al 2006 , anno in cui il ÒBaradellÓ
fece un salto di qualitˆ con il cambio di
formato e, soprattutto, un adeguamento
dei contenuti alle nuove forme di comunicazione. Fino al 2005 il ÒBaradellÓ era stato
stampato nel formato 30 x 43 ( tipo i quotidiani) su carta mediocre dalla tipografia
New Press, che va ringraziata per la lunga
collaborazione, in particolare il suo titolare
Marzio Botta, che ricopr“ fin dallÕ inizio il
ruolo di direttore responsabile, lasciando
sempre a noi la piena libertˆ di scelta nella
stesura e composizione degli articoli.
Dopo la necessaria riflessione, fu deciso di
trovare un formato pi adeguato, scegliendo
il 24 x 34 su carta patinata (tipo le riviste)
di 16 pagine, per il momento ancora con
foto in bianco e nero, impostato dal grafico
Matteo Rizzi e stampato dalla tipografia Lito
Offset.
Trasformazione sostenuta dal presidente
Gregori insieme con il Consiglio direttivo,
vista la possibilitˆ di affrontare i costi di
stampa e lÕobbligo di effettuare la cellophanatura di ogni copia per la spedizione postale, il tutto grazie al positivo bilancio
economico della sezione e al sostegno di
molti gruppi con le loro oblazioni. Fin“ cos“
la nostra preparazione manuale per la spedizione, rimanendo ancora la consegna alla
posta, svolta da allora egregiamente dal
segretario Gaetano Ragona con lÕaiuto di
volontari e mezzi della protezione civile. Il
miglioramento fu anche determinato dal
nuovo direttore, il generale Cesare Di Dato
che nel frattempo aveva lasciato la direzione
de ÒLÕ AlpinoÓ e dalla redazione ancora
composta dagli inossidabili Capriotti, Gaffuri,
Gregori e Maero. Il nuovo formato ha permesso di mantenere e perfezionare riflessioni, riferimenti allÕattualitˆ e le rubriche
di sempre ÒFattiÉcol cappello alpinoÓ, con
la collaborazione dei gruppi per avere notizie
precise, la storia della sezione, lÕattivitˆ dei
volontari della protezione civile, le notizie
sportive e lÕinizio di nuove rubriche, come
la ÒPagina verdeÓ, il tutto con una grafica
molto gradevole.
Seguirono ulteriori sviluppi con numeri di
20 pagine e, grazie allÕ intermediazione di
Maero, lÕentrata nella redazione del socio
Carlo Gobbi, giornalista della Gazzetta dello
Sport, e alla collaborazione di Bruno Pizzul,
noto giornalista e commentatore televisivo,
del generale Tullio Viduliche dei reduci Nelson
Cenci, Nilo Pes e Carlo Vicentini. Dal 2008
inizi˜ la pubblicazione delle foto a colori,
sempre su 20 pagine, con articoli ed avvenimenti importanti, quale il 90¡ della sezione
e lÕaccoglienza in Duomo dellÕ urna del beato
don Carlo Gnocchi.
Nel 2011  stato eletto presidente Enrico
Gaffuri che ha continuato a collaborare con
i suoi interventi e riflessioni, il generale Di
Dato ha lasciato la direzione del ÒBaradellÓ
e gli  subentrato il giˆ presidente Achille
Gregori. Ancora miglioramenti ed ulteriore
crescita a 24 pagine con ingresso in redazione del vicepresidente Enrico Bianchi e
del consigliere Mario Ghielmetti, bravo fotografo che segue la parte fotografica e cura
anche il sito internet sezionale.
Cosa dire ancora ? Siamo arrivati allÕattualitˆ
ed il ÒBaradellÓ si presenta con la grande
immagine di copertina, 24 o 28 pagine,
ricco di articoli di attualitˆ, reportage sui
reparti militari in missioni di pace allÕ estero,
rievocazioni storiche, la rubrica ÒFatti Écol
cappello alpinoÓ con tante notizie dei gruppi
(nel precedente numero ben 18 pagine con
30 articoli), gli incontri con le scuole, le
attivitˆ della protezione civile, le lettere dei
lettori in ÒCi scrivono ÉÓ, la rubrica di
interesse locale ÒValli, strade, sentieriÓ,
molte foto, elenchi delle oblazioni, anagrafe,
la ÒPagina verdeÓ ed altro ancora. Tutto ben
leggibile, con una gradevole ed efficace
grafica a colori.
Il ÒBaradellÓ continua cos“ sulla strada dellÕinformazione, comunicazione alpina intrapresa
40 anni fa che svolge con impegno ed
aperture ad ulteriori miglioramenti. Fra
questi il recente ingresso tra i collaboratori
di Giangaspare Basile, giornalista ed esperto
storico, con una lunga professione anche
nella redazione de ÒLÕ AlpinoÓ, che si affianca
al direttore Achille Gregori e al comitato di
redazione costituito da Enrico Bianchi, Arcangelo Capriotti, Enrico Gaffuri, Mario
Ghielmetti, Carlo Gobbi ed Aldo Maero.
Ed infine, a conclusione, permettetemi di
dare alcuni numeri sui 40 anni del ÒBaradellÓ.
Sono stati pubblicati 158 numeri, compresi
alcuni numeri speciali, un totale di 1.716
pagine e complessivamente sono state
spedite ai soci oltre 1.100.000 copie.
Un milione e centomila copie ! Caspita!!
Arcangelo Capriotti
8
Assemblea di Sezione
Ripercorso il lavoro svolto preparando il novantacinquesimo
<É ci troviamo per parlare delle attivitˆ in
un anno importante per la ricorrenza del
novantacinquesimo di fondazione della sezione -costituita allÕindomani della nascita
dellÕANA- e del centenario dellÕingresso in
guerra dellÕItalia, evento dal quale  nata
lÕassociazioneÉ> Questo lÕesordio della
relazione allÕassemblea dei delegati tenutasi
lÕ8 marzo, dove il presidente Gaffuri ha
rimarcato quanto ci attende nel 2015 e le
attivitˆ dellÕanno passato. LÕinizio vero e
proprio  stato riservato allo sport attraverso
la consegna dei trofei che, secondo nuovo
regolamento, ha visto il gruppo di Appiano
Gentile aggiudicati i trofei Nonno Vittorio e
Presidente di Sezione, dopo la quarta
assegnazione, mentre ad Olgiate Comasco
sono andati i trofei ritornati in competizione
per le nuove sfide.
Piacevole la presenza dei familiari di Pierantonio Biondi per anni addetto allo sport.
Ai delegati di 107 gruppi, hanno fatto da
gradevole contorno importanti personalitˆ.
Il sindaco di Como dr. Lucini, il dirigente
della Prefettura dr. Venturo, i consiglieri
nazionali Cordiglia e Stoppani, il direttore
generale Ana Crugnola, i generali Di Dato
e Romitelli e il col. Lucarelli in servizio a
Milano. Nel suo saluto, il sindaco Lucini ha
elogiato gli alpini per le capacitˆ, lÕimpegno,
il sostegno verso chiunque, cui si aggiunge
lÕattivitˆ culturale e didattica, delineando
quanto gli alpini sanno porre in ogni settore.
Il presidente ha poi ricordato i Reduci andati
avanti prima di passare alla relazione. In
questa ha ricordato gli eventi principali fra
i quali la nascita dei due gruppi di Rodero
e Turate che hanno portato una ottantina
di nuovi iscritti, la mostra sul centenario
della Grande Guerra e della caserma, il
campo scuola tenutosi fra Griante e Villa
Carlotta. Proseguendo, ha richiamato
lÕattenzione sul Raduno Sezionale, il raduno
in ricordo del Btg. Val dÕIntelvi, lÕAdunata
di Pordenone, le ricorrenze dei gruppi, gli
incontri con le scuole, le attivitˆ di sostegno,
i contributi in ogni direzione. Vicende delle
quali il Baradll ha dato puntuale riscontro.
Particolare il richiamo rivolto ai gruppi per
le presenze alla Messa Sezionale e al Raduno
di Raggruppamento tenutosi a Monza. Incontri che hanno avuto una partecipazione
largamente inferiore ad aspettative e importanza. Da qui il richiamo per una maggiore presenza. Al contrario, un elogio 
andato ai volontari di PC anche per il trasferimento della sede, oltre che per lÕabituale
impegno. Cos“ come per il giornale sezionale
e le sette testate dei gruppi. La chiusura 
stata un richiamo allÕimpegno da svolgere
per sopperire ai cattivi esempi che provengono da chi, al contrario, dovrebbe essere
la guida. Ci˜ con particolare riguardo ai
giovani che necessitano di sani esempi.
Il presidente dÕassemblea, nonchŽ capogruppo di Maslianico Italo Colombo, ha chiamato
ad esprimersi il consigliere Cordiglia. Questi
riferendosi ad un paese stanco, incapace di
decidere e reagire, ha ricordato i fondatori
che probabilmente non ritenevano di consegnare qualche cosa di cos“ importante
che, a quasi 100 anni, riesce ad essere
punto di riferimento capace di coinvolgere
LA SANTA MESSA
A MILANO
La Santa Messa della Sezione di Milano,
officiata dal Vescovo Ausiliario S.E. Mons.
Erminio De Scalzi,  ormai diventata la
Messa Nazionale, infatti domenica 14
dicembre ben 53 Vessilli sezionali, 297
gagliardetti e circa 2000 alpini si sono
ritrovati in piazza del Duomo per
partecipare alla Santa Messa, voluta nel
lontano 1955 da Peppino Prisco a ricordo
di tutti gli alpini andati avanti. In Piazza
Duomo la resa degli onori ai Gonfaloni del
Comune di Milano, della Provincia, della
Regione e del Labaro Nazionale scortato
dal Presidente Favero e dal Comandante
delle Truppe alpine, Gen. Bonato.
Tra le autoritˆ presenti anche gli amici:
Gen. Battisti, Gen. Pennino e il Col. Tesolin.
chi vi appartiene in tante iniziative di valore.
AnchÕegli ha ribadito la necessitˆ dÕessere
esempio verso la gente e i giovani in
particolare. Il successivo dibattito si  soffermato sulla posizione dei soci aggregati
che, secondo Zanfrini di Albate, meritano
maggiore rispetto ed evidenza anche durante
le manifestazioni. Altro argomento lÕuso
appropriato del cappello alpino durante la
messa in chiesa, portato da Dotti di Moltrasio. Il vicepresidente Gatti ha poi fatto il
punto sulla situazione lavori in Villa Carlotta,
concludendo con la presentazione di un
giubbino del quale si augura che tutti si
dotino per il futuro, come stanno facendo
gruppi della sponda lago. Commovente il
saluto di Franco Arrigo, costretto per ragioni
di salute a lasciare la PC, il consiglio e il
coordinamento del SOS. Il presidente ha
dato puntuale risposta ai quesiti, condividendo la necessitˆ di valorizzare gli amici,
problema che si sta affrontando a livello
generale. Per il cappello durante le messe,
ha ricordato i disposti della libretta e
lÕeventuale necessitˆ di soddisfare esigenze
e richieste specifiche. Altro argomento le
possibili celebrazioni del 24 maggio inizio
Grande Guerra, sul quale  raccomandata
ai gruppi una partecipazione sobria e disponibile in particolare verso i ragazzi. Prima
dellÕespressione di voto il vicepresidente
vicario Frighi ricorda gli eventi del 95esimo.
Raduno sezionale che si terrˆ a Como di
sabato pomeriggio per coinvolgere la popolazione e il raduno interarma che sarˆ organizzato dagli alpini, il CISA (convegno stampa
alpina) e lÕincontro del Centro Studi ANA
che saranno in ottobre. La presentazione
di Pietro Dassi e Silvano Marmori, candidati
a sostituire Franco Arrigo e Mario Joo dimissionari, ha dato il via alla votazione che ha
chiuso lÕassemblea.
(agr)
9
se ne par la
Madesimo, ha ospitato per la terza volta, in
una bellissima giornata di sole, ÒLa lunga
marciaÓ per ricordare il 72¡ anniversario
della battaglia di Nikolajewka, lo ha fatto
con uno schema ormai collaudato dalle
quattro Sezioni ANA di Como, Colico, Lecco
e Sondrio che in collaborazione con il Consorzio Turistico di Madesimo, organizzano
la manifestazione. Fanfara Alto Lario in testa,
i quattro Vessilli Sezionali e pi di 40 Gagliardetti, abbiamo sfilato fino alla piazza
della Chiesa di San Pietro e Paolo in un
paese imbandierato a festa, oltre a quelle
esposte da noi vedo numerose bandiere
alle finestre, nei negozi e davanti agli alberghi, segno che questa gente di montagna,
notoriamente riservata, ha sangue alpino
nelle vene. Mi ricordo un giorno che entrai
in una baita per comperare del burro, sopra
al camino in bella mostra un cappello alpino,
nomi, penso a cosÕera Madesimo, che oggi
conta 500 abitanti, nel 1940: un povero
alpeggio dove la gente viveva di quel poco
che la montagna poteva dare e mi rendo
conto che venne completamente privata di
tutti i giovani abili molti dei quali sono caduti
pestando altra neve, in terra di Grecia e
Russia. Giˆ: Óquatˆr masccÓ... - La Santa
Messa celebrata da Don Piero Larmi, per
noi ÒDon SergenteÓ e da Padre Alberto della
Congregazione di Fatima. Al termine si 
proseguito in corteo fino alla localitˆ ÒLa
SorgenteÓ dove era stata allestita una rappresentazione di alcune trincee e postazioni
con figuranti in divisa e armamento dÕepoca.
Prima della partenza della ÒLunga MarciaÓ
gli alpini hanno avuto la possibilitˆ di visitare
presso la Sala Congressi una mostra sulla
Grande Guerra allestita dal Circolo C4 di
Chiavenna. Alle 18,30 dal Rifugio Larici 
chiesi chi fosse lÕalpino in famiglia e lÕanziana
signora mi guard˜ orgogliosa e mi disse:
Òquatˆr mascc, quatˆr alpiniÓ.
QuestÕanno a dare maggior lustro alla celebrazione era presente anche il past-president
Corrado Perona accompagnato dal Consigliere Nazionale Cesare Lavizzari. Particolarmente toccanti i loro interventi.
Tra le autoritˆ presenti, oltre a numerosi
sindaci, il Consigliere Regionale Francesco
Dotti e il Console di Romania George Milosan
che nel suo intervento ha ricordato che a
Nikolajewka cÕerano anche soldati rumeni.
Belle le parole di saluto del Sindaco di
Madesimo Franco Masanti che ha ricordato
di essere figlio di un alpino ferito a Nikolajewka e miracolosamente tornato a baita.
Per i militari in servizio i Colonnelli alpini
Fabio Asso e Marco Tesolin, oltre ai comandanti di zona dei Carabinieri, Guardia di
Finanza e Polizia. Dopo lÕalza Bandiera, la
deposizione di una Corona alla lapide dei
Caduti - guardo quella lapide e leggo i loro
proseguita la fiaccolata nella neve fino alla
Nostra Signora dÕEuropa allÕalpe Motta dove,
sotto un cielo stellato, la tromba ha suonato
il Silenzio e tutti i presenti hanno recitato
la Preghiera dellÕalpino. Guardando quelle
stelle ho pensato: ecco gli Alpini, ci stanno
guardando e sorridono, sanno che i loro
bocia non li dimenticano. Con quella marcia
nella neve hanno voluto dire loro che non
erano morti invano, che fino a quando sulla
terra ci sarˆ un Cappello alpino non verranno
mai dimenticati! Purtroppo la domenica le
condizioni meteo sono peggiorate con un
vento misurato in vetta al Groppera a 160
Km/ora e quindi la prevista gara di sci delle
quattro sezioni non si  potuta disputare a
causa degli impianti chiusi.
Ma questo non ha impedito a Corrado
Perona, Cesare Lavizzari, Fabio Asso e al
sottoscritto di fare una sciata approfittando
dei soli due impianti aperti dimostrando che
ci vuole ben altro per fermare gli alpini.
Aldo Maero
Inaspettatamente, avvertiamo un senso di insicurezza e inquietudine. Abbiamo scoperto che 
diventato rischioso viaggiare in aereo, in treno
e in metropolitana, perfino andare al supermercato o al cinema, frequentare ambienti affollati.
La strage compiuta a Parigi nella redazione di
un giornale satirico, la caccia in tutta Europa a
elementi pericolosi, lÕapparato di sicurezza che
protegge obiettivi sensibili anche a casa nostra,
gli aeroporti sorvegliati da militari armati, tutto
questo e altro ancora ci fa sentire esposti a
pericoli di atti di terrorismo e ci fa temere che
non sarˆ pi tutto come prima. Cosa sta succedendo? Come  potuto accadere?
Si stanno confrontando (o scontrando?) Occidente
e Medio Oriente, due modelli di societˆ contrapposti, uno fondato sulla cittadinanza politica laica,
lÕaltra sulla cittadinanza religiosa dai contorni
integralisti. Uno scontro evitato finchŽ non cÕerano
interferenze, ma ora una delle due parti - quella
religiosa - si  rivelata la pi forte e la pi radicale.
E minaccia lÕOccidente facendo anche a casa
nostra proseliti che si trasferiscono in Medio
Oriente per partecipare a una sanguinosa lotta
oscurantista.
Contro i pericoli di questa disgregazione, morale,
prima ancora che civile, che non risparmia gli
stessi fondamenti della societˆ laica - primo fra
tutti la libertˆ e il rispetto della persona - vengono
sollevati da pi parti inviti allÕunitˆ (lÕultimo 
del neo presidente della Repubblica Mattarella)
e al recupero della nostra specificitˆ culturale e
identitˆ storica fatta di leggi e convivenza, fattori
che possono far fronte, con la ragione, agli
estremismi. Che non significa rifiutare lÕaltro ma
adeguare le sue abitudini alle leggi del Paese
che lo ospita. Se non fosse cos“ avremmo una
moltitudine di modelli diversi e spesso contrapposti che finirebbero per snaturare la nostra
stessa civiltˆ e il costume di vita che ci siamo
dati.
Proprio perchŽ siamo una societˆ laica abbiamo
rispetto per la libertˆ, politica e religiosa. Ma
questo non significa rinunciare ad essere ci˜ che
siamo, la risultante di un immenso patrimonio
culturale e civile che abbiamo ereditato attraverso
i secoli. Ma ora i nostri valori fondamentali
sembrano sbiaditi. Forse bisogna ricominciare
dalla scuola, tornare al tempo in cui cÕera una
materia che, purtroppo, non si insegna pi, ed
 lÕeducazione morale e civile. Materia messa da
parte perchŽ ricordava un tragico Ventennio che
fu, ma che invece dovrebbe essere reinserita nei
programmi scolastici sin dalle elementari, senza
rinunciare alle guerre puniche e alla storia delle
Piramidi.
Giangaspare Basile
10
Fatti... col
Cappello Alpino
Inaugurata la nuova sede
della Protezione Civile
LÕannuale incontro con i volontari impegnati
nellÕunitˆ di Protezione Civile, tenutosi
nellÕaula briefing della caserma De Cristoforis,
questÕanno ha avuto particolare rilevanza.
Infatti lÕincontro ha preceduto lÕinaugurazione
ufficiale della nuova sede, della cui ristrutturazione si  riferito in precedenza.
Dopo il saluto del presidente Enrico Gaffuri,
del consigliere nazionale Lorenzo Cordiglia
e del coordinatore nazionale della P.C. Beppe
Bonaldi, seguiti da relazioni e dibattito,
volontari, alpini e autoritˆ, si sono trasferiti
nel retrostante cortile, addobbato con numerosi tricolori. Importante la presenza di
alpini e gagliardetti che ha gratificato gli
Òuomini in tuta giallaÓ. Il taglio del nastro,
ha ufficializzato lÕinizio dellÕuso del nuovo
magazzino sito nella Caserma De Cristoforis.
Il colonnello Mario Pietrangeli - cui va la
gratitudine della sezione per aver dato inizio
alla reciproca collaborazione - insieme con
la signora Barbara, compagna del colonnello
Tesolin attuale comandante della struttura,
ha dato una ÒsforbiciataÓ al nastro tricolore,
invitando i presenti a visitare i locali.
Gradita la presenza del sindaco di Como
Mario Lucini accompagnato dallÕassessore
Iantorno, spesso presenti alle nostre manifestazioni. Un elogio vˆ ai volontari della
P.C. per la cura con la quale hanno sistemato
i locali, insieme alla cortesia con cui hanno
accolto gli ospiti. Come in tutte le cerimonie,
non  mancata la S. Messa, celebrata nella
vicina chiesa di San Giuseppe da Padre Teo,
successore del nostro amato cappellano
Padre Felice. Il coro alpino di Canzo ha
accompagnato la celebrazione. Secondo
abitudine, la serata si  chiusa con la cena
preparata dai cuochi della PC. Elevata la
presenza di commensali. La loro vicinanza
 di buon auspicio per le attivitˆ associative.
(E.Bi.)
Albese con
Cassano
Una scalata per ricordare
Per un alpino, quale miglior pensiero si pu˜
legare ad un evento importante se non la
montagna. Se poi lÕevento  il cinquantesimo
compleanno, ecco uscire il sogno nel cassetto.
Un bel biglietto aereo per il campo base
dell'Everest!
Quale meta migliore pu˜ rispecchiare un
sogno da alpino, per portare il gagliardetto
del gruppo di Albese con Cassano al cospetto
del re delle cime. Quale momento migliore
per la memoria dei Veci e di chi ha incorag-
giato pi volte la partenza per il tetto del
mondo!
A dispetto del maltempo che ha portato
sciagure nella zona, la mattina del 25 ottobre
Il 16 Novembre a Lurago
dÕErba, presso la casermetta Porro dellÕAssociazione
Carabinieri in Congedo, si 
tenuta la commemorazione
per i caduti di Nassirija. Alla
cerimonia hanno preso parte
il Vessillo, scortato dal
consigliere sezionale Flaminio Colombo, i gagliardetti
di Lurago dÕErba, Inverigo,
Lomazzo, Cosio Valtellina e
il Vessillo Artiglieria da
Montagna di Morbegno.
Dopo lÕalzabandiera, sono
seguite la deposizione della
corona e lÕaccensione della
fiaccola. I partecipanti si sono poi trasferiti a Monguzzo, con autocolonna di mezzi militari, per
lÕinaugurazione del monumento ai Caduti di Nassirija.
il gagliardetto del gruppo di Albese con
Cassano e il crest della Sezione di Como,
insieme al cappello del vecio, "prestato" per
l'occasione dal gruppo, sono stati posti al
campo base dell'Everest sul belvedere conosciuto come Kalapattar a quota 5545 mt.,
circondato dalla maestosa cornice dellÕEverest,
Lotze, Nuptze, Pumor, il ghiacciaio del Kumbu
e tutte le cime del Sagharmati che si stagliano
sull'orizzonte a perdita d'occhio.
Altri gagliardetti sono stati lasciati nella celebre
piramide italiana del CNR voluta da Ardito
Desio, organizzatore della vittoriosa spedizione
al K2, posti all' interno della sala adibita a
ufficio analisi, con i tanti gagliardetti di altri
gruppi e sezioni.
La buona sorte, la salute e il meteo hanno
permesso questÕimpresa, grazie anche al
capogruppo Pietro Aiani, alle famiglie, a chi
ha sostenuto e spinto lÕidea, fornendo gli
emblemi lasciati lass. Un voluto e dovuto
pensiero speciale per i Veci andati avanti, per
la loro memoria e per il rispetto dei loro
insegnamenti.
Roberto Speroni
11
Fatti...col
NEWS 2015
Cappello Alpino
Nikolajewka
Ricordata la ricorrenza a Camnago Faloppio
ÒÉLi ho contati, sono trentatr. Come il
numero che dˆ il titolo alla marcia degli
alpini, sono ben 33 i gagliardetti presenti a
questa commemorazioneÉÓ  l'esordio
dell'intervento del presidente di sezione
Enrico Gaffuri tenuto nel corso della cerimonia organizzata dalla Zona Prealpi Ovest
per il 72¡ anniversario della battaglia di
Nikolajewka. Camnago Faloppio la localitˆ
prescelta per la concomitanza con il mezzo
secolo di fondazione del gruppo e la ricorrenza non  la sola testimonianza dell'intensa
partecipazione ad una commemorazione che
pur si protrae da 12 anni a turno fra i 15
gruppi della Zona. Il 17 gennaio scorso, 300
penne nere hanno sfilato accompagnate dalla
Fanfara di Olgiate Comasco, insieme a 13
sindaci, al presidente provinciale nonchŽ
primo cittadino di Olgiate Comasco, Rita
Livio, a numerose associazioni civili e militari
in congedo, a Carabinieri, Guardia di Finanza,
Polizia Locale. Tanta gente non ha assistito
alla sfilata causa il cattivo tempo, ma ha
gremito la chiesa, per la Messa accompagnata
dal Coro Valbertina di Abbiate Guazzone
assistendo a momenti toccanti, dalla
Òpreghiera dell'alpinoÓ alla consegna della
solidarietˆ alpina per una realtˆ assistenziale
del territorio. A 72 anni di distanza, la memoria dei Caduti di Nikolajewka non si attenua. A chi chiede perchŽ, ha risposto nel
suo intervento il sindaco di Faloppio, Eugenio
Aiani: ÒNo, questa non  una rievocazione
sterile. Stiamo commemorando il coraggio,
l'eroismo, il dolore, la sofferenza e la morte.
Questa circostanza - ha aggiunto -  una
lezione educativa per le nuove generazioni,
alle quali dobbiamo far capire i valori emersi
sulle gelide nevi russeÓ.
Non dovremo dimenticare mai. Conoscere
il passato fa capire quanto siano belle la
pace, la libertˆ. Quanto sia importante proteggerle e conservarle.
(m.ca.)
ci scrivono.....
Caro Direttore,
mi riferisco alla cerimonia del 4 novembre a Como dove, sul piazzale
del Monumento ai Caduti,  stato
consegnato al Presidente Gaffuri il
piastrino dell'artigliere da campagna Malucello
ricuperato nei pressi del campo di prigionia di
Tambov in Russia.
Cerimonia di profondo significato, toccante semplicitˆ, commovente coinvolgimento per
quell'atmosfera fredda e piovosa che, alla lontana,
ricordava il luogo nel quale quel Soldato  spirato.
Come tutte quelle che negli ultimi anni l'hanno
preceduta in varie parti d'Italia,  stata una
giornata straordinaria ove si pensi che, dopo
oltre 70 anni torna nella propria cittˆ lo Spirito
di un Caduto per la Patria attraverso un oggetto,
piccolo di per sŽ, ma di elevata intensitˆ emotiva.
Esso rappresenta il vero legame che ogni Soldato,
a prescindere dal grado, ha con il mondo che lo
circonda;  l'oggetto pi intimo della sua personalitˆ, pi di un documento, di una foto. Quando
un Caduto ne  privo egli  destinato alla schiera
dei Caduti senza nome, Ònoti solo a DioÓ come
 scritto a Redipuglia.
Possa, quello Spirito, aleggiare su di noi in un
clima di pace e di serenitˆ
Cordialmente, Cesare Di Dato.
Caro Cesare,
come sempre le tue parole riescono a descrivere
il valore della memoria, il rispetto e la gratitudine
che un alpino sente nei confronti di chi ha sacrificato la vita per la Patria. La cerimonia tenuta
al Monumento ai Caduti ha avuto un seguito del
quale si riferisce. Giusto tributo a Malucello e a
Pellegrini, dei quali rimane il ricordo nel pezzo
di metallo che ora le famiglie possono vedere
per ricordare meglio i loro cari. Questi modi di
ricordare, dovrebbero essere estesi ai ragazzi,
affinchŽ conoscano quanto valore pu˜ racchiudere
un semplice oggetto appartenuto ad un uomo
che  parte della nostra storia.
Ben vengano queste cerimonie É Òper non
dimenticareÓ
Lenno ricorda la battaglia di Nikolajewka
12
Fatti... col
Cappello Alpino
UN NUOVO NOME
SUL MONUMENTO AI CADUTI
Commemorato il caporal maggiore
Martino Longhi Disperso in Russia
Caduti e Dispersi. LÕimpegno del gruppo 
di continuare ad aggiungere sul monumento
altri nomi, per rendere "Memoria" agli albatesi
che non sono tornati morendo in guerra.
RICORDO DELLA
GRANDE GUERRA
Buscemi, padre di Luca alpino in armi, cha
da anni lavora con assiduitˆ per il gruppo e
Samuele Brambilla figlio di Marco inserito
nellÕ Unitˆ di Protezione Civile, sono diventati
ufficialmente soci aiutanti. Il Coro alpino di
Fino Mornasco, diretto da Davide Benzoni,
ha accompagnato la serata.
S. MESSA AL CARCERE
DEL BASSONE
Il 22 dicembre, presso la casa circondariale
al Bassone,  stata celebrata dal vescovo
Mons. Coletti la messa di Natale. Oltre agli
alpini del gruppo albatese, abituali collaboratori in varie attivitˆ di sostegno agli ospiti,
erano presenti il sindaco Lucini con numerosi
consiglieri comunali, i consiglieri regionali
Gaffuri e Pizzul, rappresentanti di associazioni
che affiancano la struttura. La direttrice ha
ringraziato tutti e in particolare gli alpini,
per aver dato il senso del Natale ai detenuti.
Il 9 Novembre  stato ricordato il caporal
maggiore Martino Longhi (classe 1912 disperso in Russia), papˆ delle signore Lorenza -madrina del gruppo- ed Olimpia.
Don Antonio Fraquelli ha celebrato la S.
Messa che ha dato il via alla commemorazione del 4 Novembre. é seguito il corteo
verso il Monumento ai Caduti, dove  stata
scoperta la nuova epigrafe a ricordo di Martino Longhi, disperso nella campagna di
Russia.
Le figlie non hanno mai saputo dove loro
padre mor“. Le sole informazioni, sono venute
da un commilitone di Brescia il quale, dopo
la guerra, fece visita alla famiglia raccontando
che Martino cadde durante la ritirata, implorando i compagni di proseguire nella loro
marcia. Di Martino  rimasta una lettera
contenente un crostino di pane nero. Chiedeva alla moglie Ines di inviargli delle immagini sacre, perchŽ nella zona in cui si
trovava i contadini erano desiderosi di avere
icone, in cambio di un pezzo di pane o
qualche patata. Dopo la benedizione
dellÕiscrizione, sono seguiti gli Onori ai Caduti
e i discorsi del capogruppo Massimo Ricetti,
del vicesindaco di Como dr.sa Silvia Magni
e di Flavio Pedretti rappresentante della
sezione. Fra i presenti, Domenico Pisani,
luogotenente dei Carabinieri di Albate, il vice
comandante delle guardie carcerarie del
Bassone e il Corpo Musicale Albatese che
ha accompagnato la manifestazione.
La nuova iscrizione,  la continuazione della
doverosa volontˆ di memoria per ricordare
CONCERTO DI NATALE
Folta affluenza, venerd“ 30 ottobre, per la
serata ÒLaÊ Grande Guerra: centÕ anni di
Memoria sul territorioÓ, organizzata dal
gruppo in occasione del centenario dellÕinizio
della guerra. Argomento principale la tesi di
laurea della dott.ssa Claudia Rossi. Questa,
studia lÔelaborazione del lutto collettivo, la
celebrazione della Memoria avvenuta negli
anni successivi alla Grande Guerra e la
costruzione dei monumenti ai Caduti dei
nostri paesi. La tesi studia evoluzione e
inserimento nello spazio urbano delle nostre
cittˆ della ÒMemoriaÓ in loro onore. La
Dott.ssa Rossi ha scelto di approfondire
come il fenomeno si sia sviluppato nella cittˆ
di Como. Questo lavoro, scoperto casualmente durante la mostra allestita in Caserma
a cura della sezione,Ê ha indotto gli alpini a
presentarlo, attraverso un incontro pubblico
offerto agli albatesi e non solo.
Si sono potute scoprire le ragioni che hanno
spinto la neo dr.sa a stendere la sua bellissima tesi basata sul fenomeno sociale nato
alla fine della Grande Guerra. Per meglio
comprendere il significato, sono stati mostrati
i luoghi della Memoria sparsi a Como e nei
quartieri esterni fra i quali Albate. I monumenti rappresentano il Ricordo e la Memoria
di chi non  tornato alle proprie famiglie .
Costituiscono il monito dei lutti e il ÒSacrificioÓ
di tanti giovani per la necessaria riflessione
affinchŽ i conflitti non abbiano a ripetersi.
Conclusione dedicata al gruppo. Angelo
Fra le molte attivitˆ natalizie, il 13 dicembre
presso la chiesa di S. Antonino si  tenuto
il concerto di Natale. Oltre a ricordare il
Natale, lÕincontro ha dato inizio alle celebrazioni del 120esimo del Corpo Musicale Albatese e gli 85 anni di fondazione del gruppo,
nonchŽ il quarantesimo di ricostituzione che
ricorreranno nel 2015. Molto apprezzata dal
pubblico presente lÕesecuzione della banda,
assortita in vari stili, dallÕoperistico al jazz.
é seguita lÕesibizione del Coro Monte Colmenacco di Nesso, sempre vicino agli alpini.
Anche i cantori, diretti da Moreno Pertusini,
hanno riscosso un meritato successo grazie
alle conosciute capacitˆ e la varietˆ del
repertorio. Il folto pubblico, ha espresso
gratitudine agli alpini per aver ricevuto un
regalo in preparazione del Natale.
IL CUORE ALPINO PER COMOCUORE
Se dico agli Alpini che ho freddo scuoteranno la testaÉ.e allora continua
ad aver freddo in silenzio. 31 dicembre nella magia di piazza del Duomo
a Como a vendere le noci per Comocuore in compagnia degli Alpini 
stato emozionante. La piazza vestita di colori ci fa vivere in un sogno
Silvana, Io, Franca e Imma e il dottor Ferrari , anche lui Alpino che 
venuto a salutarci. Tante persone si sono messe al collo il foulard di
Comocuore. La piazza aveva cuori rosi e blu. Noi salvate dal vin brul
offerto dagli Alpini con la tradizionale fetta di panettone ci siamo
rinvigorite. Le noci portano fortuna gli alpini ancora di pi. Buon Anno
a tutti!
Federica Frigerio
13
Concerto di Natale in Villa Olmo
Marted“ 17 dicembre, la Banda Baradello,
secondo tradizione, ha tenuto la dodicesima
edizione del Concerto di Natale nella sala
di Villa Olmo. La nostra sezione e la Famiglia
Comasca hanno fiancheggiato e prestato
sostegno allÕiniziativa che, fin dal suo inizio,
 svolta in favore della Piccola Casa Ozanam,
associazione che assiste i bisognosi.
Gli interventi del Vicepresidente vicario,
Mos Frighi, del rappresentante la Famiglia
Comasca e del Presidente di Ozanam, hanno
ricordato il compianto Presidente della Famiglia Comasca, Piercesare Bordoli, fautore
dellÕiniziativa, recentemente scomparso.
La Banda Baradello ha eseguito i pezzi
seguendo un programma ricco di repertori
diversi. Musica classica, operistica, di intrattenimento, leggera e ritmi moderni. Magistrale la direzione del maestro Ettore Anzani.
Altrettanto gradite le esecuzioni dei solisti.
La violinista prof. Magda Ughetti e il tenore
Bernardo Peduzzi, alpino iscritto al gruppo
di Schignano.
Particolarmente apprezzato il ÒtrentatreÓ,
inno degli alpini, cantato dagli alpini presen-
ti.ÊA conclusione il tradizionale ÒVin BrulÓ
preparato dai volontari della nostra Protezione Civile, accompagnato dallÕimmancabile
panettone.
AUGURI DI NATALE IN SEDE
Il 19 dicembre nella sede sezionale si  svolto un intrattenimento musicale per mantenere
la tradizione degli auguri di natale. Simpatica serata con molte presenze e lÕimmancabile
allegria. Le musiche, sono state eseguite dal complesso mandolinistico di Como. Alessandro
Clerici e Nando Colombo, del gruppo di Como centro, hanno curato lo svolgersi della
serata aperta a tutti i soci della sezione.
Te Deum
in Duomo:
saluto
con gli
Alpini
AllÕingresso, gli addetti hanno ceduto stelle
di natale per sostenere la Casa Ozanam. La
tradizione continua e proseguirˆ.
(mg)
14
Fatti... col
15
Fatti... col
Cappello Alpino
Secondo consuetudine, riportiamo le immagini di quanto svolto
nei gruppi per lo scorso Natale. Presepi, attivitˆ, iniziative
curiose, il tutto per intrattenere associati e popolazione. Non
solo per fare festa, ma per essere ancora pi vicino alla gente
nel periodo che unisce maggiormente gli alpini con i propri
concittadini in grandi e piccoli centri. Pubblichiamo con piacere
il materiale pervenuto. Sappiamo che altri gruppi hanno allestito
presepi e svolto iniziative di cui, purtroppo, non abbiamo avuto
informazione, perci˜ non possiamo inserire.
Cappello Alpino
LURAGO DÕERBA
SORMANO
MARIANO COMENSE
MONTE OLIMPINO
PROTEZIONE CIVILE
UGGIATE TREVANO
MOLTRASIO
LAMBRUGO
PELLIO INTELVI
CAGLIO REZZAGO
S. MARIA REZZONICO
PONTE LAMBRO
16
Fatti... col
Cappello Alpino
Un detto popolare definisce Camnago Faloppio Òil paese dei tre soliÓ.
Uno di questi ÒsoliÓ lo ha preso in prestito il Capo Gruppo degli alpini
per la celebrazione dei 50 anni di fondazione. Domenica 16 novembre,
infatti splendeva un bel sole e Francesco Valsecchi ha potuto festeggiare
con gli alpini del suo gruppo e quelli della zona Prealpi Ovest, il 50¡
di fondazione del gruppo e i suoi 50 anni da capo gruppo. Festeggiamenti che proseguiranno nel 2015 con la celebrazione di Nikolajewka
e il clou, con gli altri gruppi gemelli di Gaggino, Ronago e Uggiate
Trevano, il 19 Luglio 2015 con la manifestazione definita Cinquanta
per 4 che si terrˆ a Uggiate. Semplice la cerimonia di incontro tenutasi
presso la sede di Camnago. Presenti: il Vicepresidente Enrico Bianchi
di scorta al Vessillo sezionale, insieme con i consiglieri Silvano
Miglioretto, responsabile di zona, e Mario Ghielmetti. Inizio con
Alzabandiera e interventi delle autoritˆ. Quindi sfilata per le vie del
paese, accompagnata dalla Banda S. Cecilia di Uggiate Trevano.
Chiusura con Onori e deposizione di corona al monumento ai Caduti,
Santa Messa celebrata dallÕex parroco, artigliere alpino, Don Giuseppe
Corti e immancabile rinfresco per i partecipanti.
Abituale cerimonia per ricordare la fondazione del gruppo, questa
volta il novantaduesimo compleanno. Calorosa la partecipazione
della popolazione e, in particolare, dei bambini delle scuola materna
ed elementare che sfoggiavano orgogliosi la pettorina del gruppo e
degli amici del Corpo Musicale di Caslino. LÕincontro ha mantenuto
il consueto rituale con apertura al monumento per lÕonore ai Caduti,
la sfilata lungo le vie del paese e chiusura al parco degli alpini dove,
nel 1972, fu costruito un monumento in onore degli alpini caslinesi
andati avanti, collocato accanto alla baita, sede del gruppo.
Qui la celebrazione con gli interventi del capogruppo Giuliano Vanossi,
del Sindaco Marcello Pontiggia e del consigliere delegato di zona
Maurizio Invernizzi.
Per la comunitˆ caslinese il gruppo alpini rappresenta una certezza
di salvaguardia e sostegno del territorio, impegno svolto a favore
della cittadinanza e di chi ha necessitˆ, come la recente collaborazione
con una onlus dedita ai disabili del territorio erbese.
LÕincontro di anno in anno rinnova un impegno in favore della comunitˆ
locale. Questa volta cՏ stata la pulizia del torrente Piot, la bonifica
delle falde montane dietro la baita, oltre alla manutenzione dellÕintera
area del parco.
(g.va)
Cavallasca con le scuole
La ricorrenza del centenario dellÕinizio della Grande Guerra ha spinto
gli alpini di Cavallasca allÕincontro con la locale scuola. Il 5 Febbraio,
hanno incontrato i ragazzi di quarta e quinta della primaria per parlare
delle penne nere e della prima guerra mondiale. Carlo Pedraglio, alpino
e ex insegnante, ha tenuto una lezione sugli eventi della Grande Guerra.
Il 22 febbraio, presso la sala consiliare di San Fermo, si  aperta la
mostra ÒGli alpini e la guerra 1914-1918Ó realizzata con il contributo
degli assessorati alla cultura e delle biblioteche dei comuni di Cavallasca
e San Fermo, oltre allÕlÕAssociazione Nazionale Volontari di Guerra, che
ha fornito cimeli e documenti di rara importanza. Gli alunni della
secondaria Marie Curie di San Fermo, per lÕinaugurazione hanno allestito
uno spettacolo liberamente tratto dal romanzo ÒPer lÕImperatore e per
il ReÓ di Maurizio Casarola.
Gli alpini del gruppo di Capiago Intimiano e Senna Comasco, sabato
4 e domenica 5 ottobre hanno collaborato con UNICEF allÕiniziativa
nazionale destinata alla raccolta di fondi per i diritti dei bambini, attraverso
la vendita di tazze. é stata unÕesperienza positiva, anche per il sicuro
risultato e la destinazione che sarˆ data a quanto raccolto. Alleviare le
pene di bambini  un piacere per tutti, in particolare per gli alpini, sempre
disposti ad aiutare chi ha delle necessitˆ.
17
Fatti... col
Cappello Alpino
Agosto 1914: inizia il massacro
di Emiliano Comaschi
Il gruppo di Fenegr˜, sotto la direzione del capogruppo Guffanti, ha
iniziato la rievocazione della Prima Guerra mondiale il 15 novembre
u.s. presso l'Auditorium delle Scuole medie, con una conferenza del
nostro socio Cesare Di Dato sul tema: <La fine di quattro Imperi
e il trionfo della democrazia>.
Presenza di pubblico soddisfacente, malgrado il nubifragio che si 
abbattuto nella serata su Como e sulle campagne adiacenti nelle
quali giace Fenegr˜, sita, come dice il nome (Finis Agrorum: termine
della campagna per i Romani) al limite tra la pianura e le prime
ondulazioni delle Prealpi. Tra gli intervenuti il vice presidente della
Scuola Frigerio, la signora Sassi Assessore provinciale, il Sindaco
Canobbio, il sindaco di Appiano Gentile, nonchŽ alpino, Pagani, il
vice presidente vicario della sezione Frighi, il prof. Mascetti, storico
di Olgiate, il dott. Clerici del Lyons di Monticello, il dott. Trotti curatore
del Museo della Guerra Bianca. Filo conduttore, i motivi che hanno
portato allo scoppio di quella che fu ritenuta la pi grande conflagrazione mai abbattutasi sul pianeta, superata, peraltro, dalla
seconda guerra mondiale in fatto di massacri, devastazioni e aree
investite.
Il relatore ha sottolineato come i due colpi di pistola sparati dal
terrorista Gavrilo Princip a Sarajevo contro l'Arciduca Francesco
Ferdinando e la consorte Sofia, rappresentano la sentenza di morte
per sette milioni di militari e per cinque milioni di civili. Sostenuto
da quattro DVD di alto livello selezionati da Christian Berlusconi,
giovane cinefilo, il relatore ha parlato delle operazioni belliche iniziali
descrivendo le battaglie di agosto - settembre della Marna in Francia
e di Tannenberg oggi in Polonia. Senza voler apparire cinici si pu˜
affermare che i tedeschi attuarono due capolavori dell'arte militare
anche se la resistenza dei francesi e la potenza dei russi negarono
loro il successo finale.
Poi la guerra a novembre divenne quell'orribile guerra di trincea
che, anche sul fronte italiano, avrebbe inchiodato per anni gli eserciti
contrapposti. Di Dato ha anche citato i luoghi della ÒnostraÓ guerra,
legando ad essi i nomi dei fenegrolesi che vi combatterono, tra cui
Giuseppe Uboldi, medaglia di bronzo, caduto il settimo giorno di
guerra.
Tremezzo ricorda Teresio Olivelli
Cerimonia nel 70° della morte
Domenica 11 Gennaio ha avuto luogo a Tremezzo la commemorazione
di Teresio Olivelli, il Beato dalla Penna Nera. Ricordo effettuato su
iniziativa della Parrocchia, dellÕAnpi, del Comune, del gruppo alpini
e delle altre associazioni locali.
Folta la presenza degli alpini che hanno accompagnato tutte le fasi
della cerimonia. Funzione religiosa nella chiesa di San Lorenzo,
commemorazione ufficiale a lato della chiesa accanto al busto che
ricorda il Beato.
QuestÕanno la ricorrenza  stata particolarmente sentita per il 70¡
della morte avvenuta il 17 gennaio 1945. Pronto lÕappuntamento
per il prossimo anno che coinciderˆ anche con il centenario della
nascita, avvenuta a Bellagio il 7 Gennaio 1916.
(mg)
I gruppi della Valle Intelvi da anni lavorano
insieme ponendosi obiettivi importanti, attraverso iniziative di ogni genere. Per ricordare il Natale, si sono impegnati con attivitˆ
locali, conclusesi con una serata benefica a
San Fedele. Finalitˆ dellÕiniziativa, il sostegno
alla Cooperativa Azalea Onlus Tremezzina,
organizzazione di assistenza ad inabili di
ogni genere, che opera nel territorio del
medio lago. LÕimpegno dei gruppi ha portato
ad una importante raccolta di fondi da destinare allÕattivitˆ assistenziale. Nella serata
in cui i rappresentanti dei gruppi della valle
si sono riuniti e stretti intorno agli operatori
della cooperativa, Agostino Peduzzi consigliere sezionale responsabile di zona, ha
consegnato a nome di tutti i gruppi,
lÕimportante contributo di 7.000 euro messi
insieme nelle attivitˆ precedenti e nella
serata stessa.
Un ulteriore atto di generositˆ che segue i
precedenti nei quali i gruppi della Valle si
sono sempre distinti. Complimenti perci˜
agli alpini intelvesi per tanta capacitˆ e per
il sostegno ad una organizzazione cos“ benefica. Segno di solidarietˆ e spirito alpino.
18
Fatti... col
Cappello Alpino
GLI ALPINI RICORDANO IL 4 NOVEMBRE
Molti gruppi hanno impostato cerimonie per ricordare il 4 novembre. Abbiamo ritenuto di unificare la descrizione del
loro impegno in un unico spazio, per rimarcare lÕimportanza del lavoro finalizzato alla memoria e al coinvolgimento degli
studenti, primi destinatari del nostro motto Òper non dimenticareÓ. Riportiamo le cronache relative a gruppi che ci hanno
trasmesso notizie inerenti le celebrazioni effettuate nelle loro localitˆ.
OLGIATE COMASCO
LÕ Amministrazione comunale, con in testa il Sindaco Prof. Maria
Rita Livio, ha coinvolto gli studenti delle scuole Olgiatesi, delegando
lÕorganizzazione della cerimonia agli alpini che sono particolarmente
impegnati al fianco degli studenti. Purtroppo la pioggia ha impedito
lo svolgersi dellÕ intero programma, riducendolo ad una piccola
sfilata e allÕalzabandiera, spostando la cerimonia allÕauditorium del
Medio Evo. Presenti Autoritˆ civili e militari, Vessillo sezionale con
il vicepresidente Mos Frighi, Medagliere Combattenti e Reduci con
il Presidente Ernesto Maltecca, Insegne delle associazioni dÕ Arma,
Associazioni locali , la Fanfara Alpina di Olgiate, studenti con i loro
insegnanti.
Il Sindaco prof.sa Livio ha ripercorso la tragedia della prima guerra
mondiale sottolineando il sacrificio di una intera generazione che
ha costruito lÕItalia che oggi conosciamo. Ha poi esortato i ragazzi
a non dimenticare, invitando i non italiani ad imparare la storia del
paese che li ospita nel quale cresceranno diventandone cittadini.
Ernesto Maltecca, presidente della Combattenti, ha ricordato il padre
prigioniero dagli Austro-Ungarici, mostrandone la Croce di Cavaliere
di Vittorio Veneto. Rivolgendosi agli studenti ha dichiarato <vi
abbiamo consegnato unÕ Italia libera, democratica, aperta al progresso.
Benefici conquistati ad altissimo prezzo e voi dovete difenderli >.
é seguita la lettura del Bollettino del 4 novembre, dichiarazione del
termine del conflitto, effettuata da Pietro Dassi. Successivamente
Mos Frighi ha letto una tra le tantissime lettere dal fronte per
ricordare i sacrifici patiti dai soldati, invitando i ragazzi ad essere
vigili, perchŽ la storia insegna che le guerre non vedono mai
vincitori. Una delegazione composta da Autoritˆ Civili, Militari e
Associative, ha chiuso la celebrazione con il doveroso omaggio ai
Caduti Olgiatesi.
(M.F.)
MARIANO COMENSE
i valori della pace, della solidarietˆ e la necessitˆ di praticarli per
evitare tragedie come la Grande Guerra. Ha anche ricordato i militari
impegnati allÕestero ed i due Mar˜. Nella Santa Messa don Stefano
Dolci, ha esortato ad essere buoni cittadini e cristiani in onore di
chi ha dato la vita per la Patria.
Marted“ 4, tradizionale celebrazione con gli alunni dellÕistituto
comprensivo. Nella palestra della scuola si sono riunite le 9 classi
della secondaria Aldo Moro, le quarte e quinte della primaria Roberto
Lepetit e della primaria Santa Chiara. Quasi 400 alunni. Presenti i
sindaci di Ponte Lambro, Castelmarte e Caslino dÕErba con i gonfaloni,
i gruppi alpini dei tre paesi, il dirigente scolastico, nonchŽ alpino,
Riccardo Radaelli. Inizio con alzabandiera e Inno Nazionale. A seguire
gli onori ai Caduti. Gli alunni hanno cantato la leggenda del Piave
ed ascoltato i nomi dei caduti dei tre paesi, letti dai capigruppo degli
alpini, rispondendo per ciascuno <Presente>. Il silenzio eseguito
dal trombettiere ha chiuso la celebrazione. I tre sindaci hanno
rimarcando lÕimportanza di ricordare il passato e studiare la storia
per costruire un futuro di pace e solidarietˆ. Emozionanti le letture
di testimonianze inerenti il conflitto, le riflessioni sulla pace nel
mondo e il canto Òsul cappelloÓ eseguito da alunni, alpini e preside
Radaelli, il quale ha raccomandato ai ragazzi di vivere in pace e
solidarietˆ anche con il vicino di banco, applicandosi allo studio della
storia. Il crest della Sezione donato al preside, ha suggellato la
collaborazione tra alpini e istituto scolastico. Ammainabandiera e
canto dellÕinno degli alpini hanno concluso la mattinata.
(ma.br.)
VILLA GUARDIA
Gli alpini del gruppo hanno onorato la ricorrenza del 4 novembre
al fianco degli alunni della locale scuola primaria G. Del Curto. Alpini
e ragazzi hanno cantato insieme l'Inno di Mameli, ricordando
successivamente alcuni eventi della Grande Guerra. Il segnale e
lÕintenzione sono quelli di sempre: ricordare per guardare meglio
al futuro. La celebrazione si  svolta in tono ridotto causa lÕinclemenza
del tempo. Presenti, oltre ad alpini, alunni e insegnanti, il Sindaco
Marchisio con il gonfalone del Comune, insieme ad una rappresentanza
delle locali forze dell'ordine.
Marco Colombo
PONTE LAMBRO
Doppia commemorazione per il 4 Novembre. Domenica 2 si  tenuta
la manifestazione ufficiale, iniziata con la partenza del corteo dalla
lapide che ricorda i Caduti di Lezza. Presenti il Sindaco Ettore
Pelucchi, amministratori comunali, gli alpini che hanno curato
lÕallestimento della cerimonia e il locale Corpo Musicale. Durante il
corteo, accompagnato dalla banda, sono stati resi gli Onori ai Caduti
a Lezza, poi al monumento di piazza 4 Novembre ed al monumento
agli Alpini. Dopo il ricordo di Roberto Lepetit e Giancarlo Puecher
alle rispettive lapidi, si  svolta la parte principale con Alzabandiera,
onori ai Caduti, posa della corona. Quindi lettura del nome dei caduti,
cui i partecipanti hanno risposto Presente. Il sindaco ha ricordato
Il 4 novembre, gli alpini di Villa Guardia si sono radunati davanti
al monumento per ricordare i caduti di tutte le guerre. Alla breve,
ma significativa cerimonia, erano presenti il sindaco Valerio Perroni
con alcuni consiglieri, circa 80 alunni delle classi 5¡ della primaria
"Don Milani " accompagnati da insegnanti e dirigente. La cerimonia
 iniziata con lÕalzabandiera e l'Inno Nazionale cantato dai presenti.
AllÕonore ai Caduti, i bambini accompagnati dal sindaco e dal
capogruppo, hanno deposto la corona davanti al monumento. Quindi,
i convenuti si sono riuniti nella sala consiliare per la riflessione sul
significato della cerimonia. Durante l'incontro con i ragazzi, il
vicepresidente sezionale Enrico Bianchi, ha presentato il reduce
Pietro Bianchi e in suo onore ha letto un testo scritto dal gen. Di
Dato. Poi gli interventi del sindaco e del capogruppo. Al termine,
una rappresentanza di alunni ha letto alcune poesie e testi inerenti
gli eventi ricordati. Successivamente, gli alpini hanno donato alcuni
libri per la biblioteca scolastica.
19
Fatti... col
Cappello Alpino
ERBA: MOSTRA RIEVOCATIVA E CELEBRAZIONE
Gli alpini di Erba sono da tempo al fianco delle scuole e del locale
assessorato alla cultura, motivo per cui sono stati chiamati a
impostare le celebrazioni del 4 novembre. Importante la mostra
dedicata alla Grande Guerra, tenuta nella Biblioteca Comunale. Il
collezionista Gianfranco Donzelli e lÕAssociazione Cime e Trincee
attraverso Danilo Morel, hanno fornito quanto necessario. Donzelli
ha esposto materiale inserito in teche, mentre Morel ha fornito i
pannelli fotografici ritraenti localitˆ e momenti del primo conflitto
mondiale. La mostra  rimasta a disposizione dei visitatori dal 24
ottobre al 13 novembre. Nei giorni di apertura e chiusura, si sono
tenute le specifiche cerimonie. Molto interessate le visite delle scuole
locali e dei paesi vicini. I ragazzi sono stati accompagnati da
insegnanti ed alpini per la descrizione di quanto esposto. Ci˜ 
servito a preparare la cerimonia del 4 novembre, alla quale hanno
partecipato le terze medie e le prime liceo dei quattro istituti cittadini.
La mattina di marted“ 4, dopo la messa celebrata nella chiesa di S.
Maria Nascente sita accanto a villa Majnoni, sede del municipio e
nei pressi del monumento ai Caduti, opera del Terragni posto sul
colle del Licinium, sul quale, causa cattivo tempo, solo una delegazione
ha provveduto a deporre la corona in Onore ai Caduti. La cerimonia
principale si  svolta nella sala consigliare del comune, dove ragazzi
ed insegnanti hanno incontrato autoritˆ e alpini. Qui, dopo la breve
descrizione dellÕincontro, il sindaco dr.sa Marcella Tili ha ricordato
la necessitˆ della memoria, invitando i ragazzi ad approfondire i
fatti storici pi drammatici per scongiurarli in futuro. La parte
principale  stata tenuta dal direttore del Baradll Achille Gregori,
il quale, oltre a ricordare eventi e fatti della Grande Guerra, ha
intrattenuto i ragazzi rendendoli partecipi attraverso letture, espressioni, risposte, opinioni su quanto presentato. Molto sentita la
partecipazione degli studenti che hanno risposto con entusiasmo.
Al momento del commiato hanno chiesto a gran voce di poter
continuare ad approfondire le vicende legate alle persone e ai fatti
bellici di alta umanitˆ appresi nella mattinata. Alcune classi hanno
successivamente iniziato lavori di gruppo sulla Grande Guerra. Lavori
che presenteranno in chiusura dellÕanno scolastico.
(Lu.Vi.)
SORMANO - CAGLIO REZZAGO
GRIANTE
Gli alpini di Griante sono conosciuti in particolare per i bellissimi
pannelli di fiori. Ma il gruppo sa fare tante altre cose. Fra queste
intrattenere le scuole sui fatti storici. Motivo per cui il 9 novembre
sono stati riuniti scolari, insegnanti e abitanti per commemorare i
Caduti della Grande Guerra e degli altri conflitti. La cerimonia ha
coinvolto fino in fondo gli scolari che oltre ad aver partecipato al
corteo, hanno cantato lÕInno Nazionale, effettuato lÕalzabandiera e
ricordato i caduti. In maniera semplice ma partecipata hanno cos“
ricordato, rinnovando la memoria dei ÒnonniÓ che hanno dato tutto
per condurli alla vita libera di oggi. DÕaltra parte il gruppo in estate
aveva supportato in modo eccellente il campo scuola, sapendo stare
vicino ai ragazzi, ricordando i ÒveciÓ.
PELLIO INTELVI
Domenica 9 novembre, alpini e amministrazione comunale di Pellio
Intelvi, insieme hanno organizzato la Cerimonia della commemorazione
presso i monumenti che, in entrambe le frazioni che costituiscono
il Comune, sono dedicati ai Caduti.
Come ormai  radicata consuetudine, alla cerimonia hanno attivamente partecipato gli alunni della Scuola Primaria, che hanno scandito
e sottolineato con il canto e la lettura di brevi passi legati ad eventi
della prima guerra mondiale, le fasi salienti della celebrazione. Sono
loro, i piccoli e fedeli amici degli alpini che, di anno in anno pur
ciclicamente rinnovandosi, danno forte segno di continuitˆ e volontˆ
di ricordare.
(ra.ad)
CONCERTO DELLA BANDA BARADELLO
A S. FERMO DELLA BATTAGLIA
Tra i molti gruppi che hanno commemorato il 4 novembre con le
scuole, ci sono anche Sormano e Caglio Rezzago. Alpini, insegnanti
e alunni si sono ritrovati con le autoritˆ dei tre Comuni: Sormano,
Caglio e Rezzago, presso le scuole di Sormano. Da qui un breve
corteo ha condotto i partecipanti al monumento ai Caduti per
lÕalzabandiera, il canto dellÕInno dÕItalia da parte della scolaresche,
gli onori ai Caduti, la deposizione e benedizione della corona. Sono
seguiti gli interventi del Sindaco Sormani e del capo gruppo di
Sormano Mazza. Importante e numerosa le presenza dei ragazzi
e insegnanti.
(m i)
Per il centenario dellÕinizio della Grande Guerra, per richiamare
lÕattenzione sulla tragedia voluta dagli imperi centrali e dagli interessi
territoriali degli allora governanti del vecchio continente, la sezione
e la Banda Baradello hanno voluto regalare alla gente un concerto
particolare, tenutosi nellÕauditorium del centro sportivo di San Fermo
della Battaglia. LÕincontro si  svolto la sera del 4 novembre,
attraverso lÕesecuzione di musiche di inizio Ô900, letture di brani
sulla Grande Guerra, proiezioni di immagini e filmati dÕepoca.
Gli acquazzoni scatenatisi nellÕintera giornata, hanno tenuto lontano
parte del potenziale pubblico. La serata ha comunque avuto un
discreto seguito e, ci˜ che conta, uno svolgersi interessante
nellÕinsieme della sua evoluzione. Molto seguite le musiche composte
da marce, inni, canzoni. Fra questi la Marcia Reale, lÕInno di
Montelungo, le Campane di San Giusto, la Bandiera dei Tre Colori
e inni alpini. Il sindaco di San Fermo Maurizio Falsone, il presidente
di Sezione Enrico Gaffuri e il presidente della Banda Giacomo Griante,
hanno esternato i motivi dellÕincontro, ricordando quanto sia
importante tenere vivo il senso della memoria di eventi legati al
sacrificio di migliaia di innocenti vittime cadute su ogni fronte e nei
propri territori di residenza, per ogni genere di causa.
La serie di letture ha riportato eventi particolari e fatti vissuti da
partecipi alla tragedia. Anche questÕincontro ha ribadito la volontˆ
di ricordare e non disperdere la memoria.
20
Fatti... col
Cappello Alpino
Colletta alimentare
Sabato 29 novembre si  svolta la 18esima
giornata della Colletta Alimentare della quale
lÕANA  partner sin dalla prima edizione. La
crisi che da anni ci attanaglia, non ha impedito agli italiani di dimostrare le armi vincenti:
generositˆ e solidarietˆ. 9.201 tonnellate
di alimenti raccolti a livello nazionale. il 2
per cento pi dello scorso anno. 156 tonnellate nella nostra provincia, con incremento in linea allÕandamento nazionale. La
Sezione si  comportata bene. A supporto
del Banco Alimentare sono stati schierati
680 volontari su 130 punti di raccolta, cui
vanno aggiunti 50 volontari dellÕ Unitˆ di
Protezione Civile impegnati nella logistica.
Gli oltre 700 volontari si meritano un grosso
grazie per il generoso impegno. Altrettanta
gratitudine va al Col. Marco Tesolin per avere
concesso di stoccare gli alimenti raccolti
nella Caserma De Cristoforis. La rinnovata
esperienza ha arricchito i cuori dei partecipanti, nella certezza del sostegno che arriverˆ
a chi, meno fortunato, ha grosse necessitˆ.
Purtroppo queste persone sono sempre in
aumento.
Oltre la cronaca, ritengo far rivivere un poÕ
la storia e lÕevoluzione del giorno di raccolta.
Correva lÕanno 2001É A volte le storie iniziano
cos“. Per questo racconto la mia esperienza
personale, direttamente collegata con quella
degli alpini della Sezione.
Ero entrato da poco nel Consiglio sezionale
e ricevetti dal Presidente Achille Gregori il
difficile incarico di coordinare la Giornata
della Colletta Alimentare. Dovevo mantenere
i contatti con i responsabili del Banco, capirne
le necessitˆ, organizzare e disporre gli alpini
secondo i gruppi di provenienza, indirizzarli
in funzione delle esigenze del territorio.
Iniziai a frequentare lo storico gruppo del
Banco. Marco, Sonia, Camilla, Vanni, Fulvio
e i tanti altri, con ripetute riunioni per conoscerci, capire e valutare cosa fare per migliorare.
I primi anni furono difficili. Si dovevano
trasmettere agli alpini motivazioni, idealitˆ
e significato della Colletta. La nostra partecipazione non doveva essere solo disciplina
associativa, come sosteneva lÕallora Presidente nazionale Beppe Parazzini ponendo
lÕAssociazione quale partner del Banco Alimentare. Attraverso i tanti incontri riuscivo
a spiegare perchŽ serviva condividere il
bisogno del senso della vita pensando ad
altri.
Oggi possiamo essere soddisfatti. I primi
anni partecipavano 60 / 70 volontari. LÕultima
volta eravamo oltre 700. Il messaggio, quello
vero, importante,  stato metabolizzato. La
solidarietˆ, la caritˆ, sono sentimenti che
possono essere condivisi con altre persone
animate da uguali sentimenti. Gli alpini
svolgono da sempre attivitˆ per il prossimo,
anche grazie agli insegnamenti di altri importanti alpini come Don Carlo Gnocchi. Si
possono paragonare a un motore diesel.
Lento, rumoroso, in alcuni casi bofonchiante
ma costante, di lunga durata, potente in
ogni situazione. Molte volte mi hanno chiesto
dove finisse il frutto della raccolta. La risposta
era ed  semplice. Il lungo elenco degli Enti
dÕassistenza che ne beneficiano nel nostro
territorio. Cos“ di anno in anno il risultato 
migliorato. Devo ricordare, con piacere, il
grande impegno dei volontari della Protezione
Civile, senza i quali sarebbe stato tutto pi
arduo. Sin dallÕinizio, grazie allÕimpulso del
Presidente Gregori e la collaborazione dei
Coordinatori della P.C., prima Enzo Confalonieri, poi Marco Gesilao, e le costanti valutazioni nel coordinamento, di anno in anno
venne migliorata logistica, magazzinaggio,
trasporti e necessitˆ di gestione di quanto
raccolto. Nel tempo ho potuto constatare
quanto  grande lÕanimo umano. Persone
che si recano al supermercato solo per offrire
la spesa o riempiono il carrello per donarlo.
Vecchiette malandate che intendono partecipare ad ogni costo. Extracomunitari con
molti problemi che vogliono comunque essere
partecipi. Alpini che finito il loro turno di
collaborazione si trasformano in donatori.
La Colletta  diventata una festa che non
dimentica i valori di umanitˆ per chi ha
bisogno. I miglioramenti continuano. Del
vecchio gruppo siamo rimasti in pochi. Chi
 subentrato lavora con altrettanto impegno
e passione. I miei sponsor sono il Presidente
Enrico Gaffuri, il Coordinatore P.C. Lodi
Rizzini, i volontari, i colleghi consiglieri e
i capigruppo, vere inesauribili fonti di volontari. In chiusura esprimo un augurio: che la
Colletta continui ad essere unÕesperienza
indispensabile per tutti ed esempio alle future
generazioni.
Mos Frighi
CONSIGLIO SEZIONALE
Riunione del 20 novembre 2014
Apertura con il rituale onore al Vessillo, cui  seguita la comunicazione della presenza sezionale a Solbiate Olona per il saluto
al generale Battisti, passato ad altri incarichi.
Ordine del giorno.
Preparazione CISA Ð si svolgerˆ il 23 e 24 ottobre 2015 secondo
le usuali impostazioni. In contemporanea si terrˆ lÕincontro del
Centro Studi. Riunioni e lavori presso la sede ANCE.
Protezione Civile Ð avvenuto il trasferimento negli spazi concessi
nella caserma De Cristoforis. é prevista concessione annuale
rinnovabile. Riconsegnato al comune di Como il magazzino di via
Giussani. Inaugurazione nuova struttura il 6 dicembre.
Varie Ð Messa sezionale: presenze considerate insufficienti, serve
maggiore impegno. Villa Carlotta: sono in atto incontri per
operativitˆ e uso futuro. Riunione naz.le presidenti: argomenti
principali adeguamento Statuto e attivitˆ per ricordare la grande
Guerra. Futuro associativo: ci saranno incontri con la Sede
Nazionale. é seguito il dibattito.
Riunione del 5 febbraio 2015
Presentazione candidati allÕassemblea del 8 marzo. Fra questi
Pietro Dassi e Silvano Marmori, sostituti di dimissionari. Nomina
delegati allÕassemblea nazionale del 31 maggio.
Discussione bilancio consuntivo e nota previsione spese. Commento
revisori su relazione finanziaria, segue dibattito.
Varie: Villa Carlotta - definizione stato normativo e prosecuzione
intervento. Protezione Civile - possibili convenzioni con Enti;
revisione organizzativa. Attivitˆ sportiva- precisazione novitˆ
sanitarie. Eventi prossimi - Nikolajewka a Madesimo; Ciaspolata
S. Fedele I.; Campionati Nazionali sport invernali.
21
Fatti... col
Cappello Alpino
Saluto in due tempi
E cos“, l'amico artigliere da montagna Generale di C.A. Giorgio
Battisti ha lasciato il comando di NRDC-Ita, le Forze di Reazione
Rapida della NATO in Italia, di stanza nella grande caserma di
Solbiate Olona. Giorgio Battisti, il Generale che, se non era in giro
per il mondo, aveva il piacere di organizzare quella che lui chiama
la 'cena verde', un momento conviviale riservato agli alpini che
lavorano alle sue dipendenze e a quelli delle Sezioni A.N.A. amiche.
Lo scorso settembre aveva anche stretto un legame pi forte con
le Sezioni di Varese, Milano e Como, stipulando una sorta di
gemellaggio. Ma sappiamo bene che gli Ufficiali dell'Esercito sono
sempre 'amici di passaggio', poichŽ soggetti a frequenti trasferimenti,
soprattutto se di rango elevato. Cos“, il nostro amico ha ceduto il
comando al Generale di C.A. Riccardo Marchi˜, un bersagliere, e si
 trasferito a Roma, dove ha assunto il comando dell'Ispettorato
delle Infrastrutture dell'Esercito. Incarico importante, che per˜ lo
allontana dai rapporti con le Sezioni A.N.A. che era solito frequentare.
Prima di lasciare l'incarico a Solbiate, il Gen. Battisti ha voluto
incontrare i tre presidenti delle Sezioni gemellate, per un saluto
fuori dall'ufficialitˆ delle cerimonie. Un bell'incontro assolutamente
tra amici, nel salotto del suo ufficio a scambiare reciprocamente
idee e considerazioni. Ad ogni Sezione ha donato un quadro e, al
termine dell'incontro ci ha abbracciati, proprio come si fa tra amici
fraterni. Siamo poi tornati a Solbiate per la cerimonia della cessione
del comando. Questa volta siamo arrivati con le 'truppe', perchŽ
sono stati proprio tanti gli alpini arrivati a salutare il Generale. Anche
da Como c'erano numerosi gagliardetti. Cerimonia in grande stile,
anzi, grandissimo, con la partecipazione delle pi alte Autoritˆ locali
e del Gen. Primicerj. Reparti schierati e onori alle Bandiere di tutti
gli Stati aderenti alla NATO, accompagnati dagli inni nazionali suonati
dalla fanfara della Brigata Alpina Taurinense. Una lunga serie di
discorsi in lingua italiana e inglese e passaggio in rassegna dello
schieramento, da parte delle pi alte Autoritˆ militari. I vessilli e i
presidenti delle Sezioni di Varese, Milano e Como erano insieme,
primi nello schieramento alpino. Bello il passaggio dei Generali,
quando Battisti ha sorriso ai tre amici e salutato con la mano.
Chicco
Serata Prevost a Barni
Per ricordare un grande italiano a molti sconosciuto
Sinceramente, il suo nome mi diceva poco
e c'Ž voluto il Gruppo di Barni per farmi
conoscere un grande personaggio. Attilio
Prevost, ingegnere, nato nel 1890 e scomparso nel 1954. Pioniere della fotografia e
cinematografia. Prevost fu progettista di
macchine da ripresa e proiezione e inventore
della moviola, strumento che rivoluzion˜
completamente il modo di far cinema e lo
port˜ a conoscere i pi grandi registi del suo
tempo. Fu anche il primo sindaco del dopo-
guerra nel comune di Magreglio. Ma quella
che ho chiamato 'Serata Prevost', organizzata
nella sede degli alpini di Barni,  stata
l'occasione per conoscere questo personaggio
nella sua veste pi avventurosa, ovvero
quella di cineoperatore e di fotoreporter, tra
i pi importanti della Grande Guerra. Al
seguito del Comando Supremo della III
Armata, comandata da Emanuele Filiberto
Duca d'Aosta, Attilio Prevost prese parte al
conflitto, con le sue attrezzature foto-
Rovellasca:
alpini e scuole
Gli alpini del gruppo di Rovellasca, come negli scorsi anni, hanno
donato alla locale scuola per l'infanzia R. Colombo, numerose
confezioni di giochi per attivitˆ di gruppo.
La consegna  avvenuta fra gioia e stupore dei piccoli allievi che
hanno emozionato gli alpini presenti, con il loro spontaneo ringraziamento. Altrettanta gioia  stata espressa dalle educatrici.
Perfetta la collaborazione con la direzione che ha coordinato la buona
riuscita dell'incontro. Alla fine, con un grande applauso  esploso
un simpatico saluto con un "viva gli alpini!"
cinematografiche, ben diverse dalle attuali.
Metro dopo metro, percorse tutto il fronte,
fissando nei suoi fotogrammi la vita di trincea,
i combattimenti, la distruzione, le sofferenze
e la morte. Fu lui a immortalare le visite al
fronte di personaggi famosi, tra i quali Arturo
Toscanini, Gabriele D'Annunzio e altri. La
letteratura sul tema della Grande Guerra 
vastissima. Ci sono centinaia, migliaia di
libri, che ci raccontano e descrivono nei
particolari gli eventi. Ma il bello della lettura
sta proprio nella libertˆ di far ricorso alla
fantasia e ognuno costruisce i volti, l'ambiente
e i fatti secondo la propria immaginazione.
Un'immagine invece descrive tutto in modo
inequivocabile. Quindi  proprio ai fotoreporter di guerra che dobbiamo la visione reale
dei fatti, purtroppo in tutta la loro crudezza.
All'incontro di Barni, avvenuto il 22 novembre
scorso, sono intervenute la nipote e la pronipote di Prevost, quest'ultima giornalista e
scrittrice, che ha proiettato e commentato
una serie di immagini interessantissime, mai
viste prima. Serata coinvolgente, con un
pubblico veramente attento.
eg
22
Fatti... col
Cappello Alpino
Il
dovere
della
Memoria
Consegnati a parenti di dispersi i Piastrini ritrovati in Russia
Per gli alpini la memoria  tutto. DÕaltra
parte i padri fondatori ci hanno iniettato il
sentimento del dovere di trasmettere il
ricordo di chi ha dato tutto per la Patria,
scolpendo nella pietra il motto Per non
Dimenticare, diventato codice genetico di
ciascuno di noi. Motivo per il quale ogni volta
che ci  consentito ricordare chi ha perso la
vita per assolvere il suo dovere, cerchiamo
di onorarlo in ogni modo.
Conferma avvenuta con lÕincontro del 30
gennaio nel quale  stato reso onore a due
Dispersi in terra russa.
Questa volta non si  trattato di alpini ma
di soldati di altre armi. Bortolo Malucello ed
Erminio Pellegrini. Il primo appartenente
allÕartiglieria motorizzata, il secondo bersa-
gliere. Malucello, classe 1916, prest˜ un
lungo servizio. Soldato nel 1936, poi nel Õ38,
quindi di nuovo in divisa nel Õ40 e destinato
in Russia. Pellegrini, nato nel 1921, inquadrato nel III Bersaglieri, con la Divisione
Celere in terra russa. Malucello fu dichiarato
disperso a fine dicembre Õ42. Per Pellegrini
i documenti ne determinano la sparizione il
19 gennaio Õ43. I piastrini sono stati ritrovati
nella zona di Mrykhin (oggi Mryhovskij) da
Antonio Respighi, alpino del gruppo di Abbiategrasso che si reca annualmente in
Russia per recuperare, attraverso cittadini
russi, quanto pi possibile di Caduti e Dispersi. AllÕincontro erano presenti la sig.ra
Caterina nipote di Malucello e la sig.ra Giovanna nipote di Pellegrini.
Il capogruppo di
Abbiategrasso
Alberto Piva e
Antonio Respighi hanno spiegato i modi per
arrivare al recupero di oggetti appartenuti
a nostri militari, alcune volte attraverso
acquisti. Letture di brani collegati a vicende
belliche hanno intervallato gli interventi
coordinati dal presidente di sezione. Fra
questi ci sono state le esternazioni della
vicesindaco Silvia Magni, emozionata anche
in ricordo di nonno e papˆ entrambi alpini.
Fra le altre cose, Silvia Magni ha riferito la
necessitˆ di ricordare e tramandare come
fatto ad Albate con le iscrizioni sul monumento, rimarcando lÕimportanza di fatti in
alcuni casi poco ricordati, quali le Foibe e la
sofferenza di ogni parte. Ai vari momenti,
hanno fatto da cornice le insegne dei Bersaglieri e i soci dellÕassociazione Carosello
Storico, abbigliati con divise dellÕepoca.
I numerosi presenti hanno potuto apprendere
particolari inerenti le difficoltˆ del recupero
di oggetti, normalmente sconosciuti. Emozionante il momento in cui il presidente
Gaffuri, la vicesindaco Magni e i due alpini
di Abbiategrasso hanno consegnato ai familiari i quadretti contenenti il piastrino dei
dispersi. In sostanza quanto rimane di Bortolo
ed Erminio. Fra le numerose testimonianze
da portare ai ragazzi nelle scuole, possono
rientrare anche questi pezzi di memoria, con
le difficoltˆ di reperire ci˜ che resta del
sacrificio di chi non ha esitato a servire il
suo Paese, per assolvere al dovere.
Cosa che noi dobbiamo ricordare.
(agr)
Il 31 gennaio, in una bella mattinata dal
sapore invernale, gli alpini di Ponte Lambro
hanno condotto la cerimonia di intitolazione
della scuola dÕinfanzia e del primo ciclo
primario al pontelambrese Roberto Lepetit,
M.O della resistenza morto in campo di
prigionia.
La comunitˆ locale, con alla testa il sindaco
Ettore Pelucchi, ha voluto accanto gli alpini,
abituali sostenitori delle scuole locali. LÕiniziativa impostata dal precedente sindaco
Andrea Cattaneo, dal dirigente scolastico,
alpino Riccardo Radaelli, ha inteso dedicare
la scuola al concittadino. Sul piazzale esterno
si sono ritrovati i bimbi con insegnanti,
genitori, autoritˆ locali e alpini. Inizio con
alzabandiera e canto dellÕInno Nazionale
eseguito da tutti i presenti. Simpatica la
precedente distribuzione del Tricolore ai
bimbi che con gioia lo hanno sventolato. La
cerimonia ha visto i bambini leggere brani
legati a vicende di prigionia, canti eseguiti
in coro dai ragazzini che hanno intervallato
gli interventi. Ad esternare le vicende di
Lepetit, industriale farmaceutico schierato
con la resistenza, il sindaco e il suo predecessore, il nipote Alberto, il preside. Per la
sezione il consigliere Tavecchio ha rimarcato
lÕimportanza della memoria per tutti i fatti
drammatici della guerra.
In chiusura la benedizione della targa con
il nome di Roberto Lepetit nato a Lezza (oggi
Ponte Lambro) il 29 agosto 1906 e morto
nel campo di prigionia di Ebensee il 4 maggio
1945. A settantÕanni dalla sua morte, un
ulteriore riconoscimento nel suo paese di
nascita.
23
Fatti... col
Cappello Alpino
In ricordo del Beato Carlo Gnocchi
Presentato da vari gruppi il libro Lembi di Cielo di Silvio Colagrande
<ÉGli occhi di un santo, gli occhi di un prete,
gli occhi di un uomo. Occhi stanchi di guerra,
quelli di don Carlo, dopo il terribile massacro
di Russia. Eppure proprio per questo ancora
capaci di combattere per i suoi ragazzi, per
i suoi alpini, per la sua Italia appena liberata.
Un santo, don Carlo, ma un santo disobbediente, come tante volte  capitato ai figli
migliori della Chiesa. Se la legge vietava i
trapianti, in quellÕItalia degli anni Cinquanta,
lui era pronto a violarla in un ultimo gesto
dÕamore per lÕuomo. Senza quella scelta
contro, oggi Silvio Colagrande non potrebbe
vedere i suoi lembi di cielo. Non potrebbe
raccontare, come fa nelle pagine intense e
spesso commoventi, una storia unica, speciale. Una storia privata che diventa racconto
collettivo, perchŽ Colagrande non  solo
lÕuomo che vede con gli occhi di un santo.
é anche il testimone privilegiato di una
grande opera di fede, che don Carlo volle
con tutte le sue forze e alla quale lavor˜
fino agli ultimi giorni, affidandone lÕereditˆ
con quel Òamis ve racumandi la mia baracaÓ
che pi di tutto racconta di questo prete
speciale. CՏ una luce unica, negli occhi
chiari di Silvio Colagrande. Come se quel
pezzetto di cornea ricevuta da don Carlo gli
consentisse di scrutare i cuori nel profondoÉ>
Questa  una parte dellÕintroduzione di
Vittorio Colombo (responsabile dellÕedizione
di Lecco del quotidiano La Provincia), al libro
ÒLembi di cieloÓ scritto da Silvio Colagrande,
giˆ direttore del centro La Rotonda di Inverigo, una delle prime sedi della ÒPro
JuventuteÓ -oggi Fondazione don Gnocchi,
in cui per decenni si  praticato il dettato di
don Carlo.
Il libro  stato presentato in varie localitˆ a
cura di vari gruppi alpini che hanno voluto
ricordare il Ònostro santoÓ, attraverso la
diffusione di questo libro.
Ad Albate il 21 novembre, nella sala
parrocchiale, presenti molti alpini fra questi
il gen. Di Dato e il nostro direttore Gregori,
oltre al pubblico. Attenzione massima al
susseguirsi di letture, immagini, interventi
e cante eseguite dal Coro Nigritella. Colagrande, nel suo intervento, ha ricordato quel
lontano 19 febbraio 1956 quando fu sottoposto al trapianto, ricevendo la cornea che
aveva 56 anni (etˆ di don Gnocchi) e altrettanti se ne sono aggiunti, permettendogli,
in questo tempo, di vedere i lembi di cielo
che lo hanno legato a don Carlo, facendogli
comprendere quanto quellÕuomo, quel cappellano, quel prete, abbia cercato Dio restando fra gli uomini. Molto interessante il filmato
proiettato. Immagini che hanno ricordato la
sofferenza degli anni del dopoguerra a seguito
delle vicende belliche. Immagini che riteniamo potrebbero essere utilissime ai giovani
che ignorano totalmente la triste realtˆ della
guerra vissuta anche lontano dal fronte, fra
la gente che ha subito i bombardamenti.
Particolari alcune espressioni di ragazzi con
negli occhi la voglia di ricominciare, di vivere
anche con grandi mutilazioni. Perfino di
rincorrere un pallone su di una sola gamba,
aiutati da una stampella.
La sera successiva, il 22 novembre,  stata
la vota del gruppo di Capiago Intimiano
che ha impostato un incontro a Senna Comasco, con il sostegno e la partecipazione
degli alpini di Cant e del Coro I Sempreverdi.
Anche qui si  svolto un programma simile,
con letture, immagini ed espressioni dellÕautore, il quale ha ricordato come ancora porti
al collo una medaglietta con la scritta: ÇIo
sono la massima reliquia di don GnocchiÈ,
uno degli oggetti pi amati in questi anni.
Nel racconto ha ricordato dÕaver scoperto
molto dopo ci˜ che don Carlo, ormai morente
e consapevole che i trapianti erano allora
illegali, aveva comunicato al professor Cesare
Galeazzi chiedendogli: ÇSei disposto a rischiare la galera per fare una cosa?È. I
trapianti erano vietati e lÕazione di don Carlo
avrebbe portato conseguenze pesanti, che
fortunatamente non si verificarono. La
cornea che allÕetˆ di dodici anni gli restitu“
la vista,  una delle due che don Carlo decise
di donare. LÕaltra  stata trapiantata ad
Amabile Battistello, lÕallora bambina che
ricevette la seconda cornea di don Carlo. Le
letture di alcuni stralci del libro, le immagini
e lÕatmosfera dei canti, hanno coinvolto gli
oltre duecento convenuti allÕincontro.
Venerd“ 28 Novembre, quasi in un rincorrersi
del desiderio di parlare di don Carlo e ricordarlo attraverso il libro di Colagrande, presso
la baita del gruppo di Lurago dÕErba, con
la collaborazione del gruppo di Inverigo, si
 rinnovato lÕincontro fra alpini e popolazione,
per presentare e far conoscere Lembi di
Cielo. Nel parterre il presidente Gaffuri, il
sindaco di Brenna dr. Vismara, don Carlo
Leo, insieme ai capigruppo di Brenna, Lambrugo, Inverigo, Orsenigo. Ospiti anche gli
alpini di Mariano Comense, Seregno e Monza.
Uguale il copione, il susseguirsi di immagini,
letture, conversazioni, musiche, emozioni
dei partecipanti. Il piacere di parlare di Don
Carlo e di quanto ha saputo fare, porta gli
alpini di molti gruppi a diffondere questÕopera
che sa raccontare i pregi del Beato, lÕamore
riposto in lui dagli alpini, i suoi insegnamenti
e la conseguente santitˆ.
Per questo si impegnano affinchŽ tanta gente
possa conoscerlo ancora di pi attraverso il
libro di chi gli  vissuto accanto e porta con
se, facendola vivere, una parte di don Carlo.
Don Gnocchi sempre nei nostri cuori
Una reliquia del Beato collocata all’Istituto Borletti di Arosio
Il 14 dicembre presso lÕIstituto Borletti di Arosio, cittadini, ospiti
della casa, il sindaco Alessandra Pozzoli, sindaci dei paesi limitrofi
e alpini, hanno accolto ancora una volta il Beato Don Carlo Gnocchi.
Una reliquia Òex ossibusÓ (come da dichiarazione del cardinale
Tettamanzi)  stata situata sullÕaltare della cappella sita nellÕIstituto,
nella quale, ogni giorno, negli anni dal 1945 al 1948, don Carlo
celebr˜ la Santa Messa. Alcuni dei presenti ne ha testimoniato la
frequentazione personale. Nello stesso periodo, don Gnocchi inizi˜
la sua missione caritatevole di assistenza ai bisognosi proprio
nellÕIstituto Borletti.
Al termine della Santa Messa, concelebrata dal Cardinale Tettamanzi
e dal parroco don Angelo Perego, un corteo accompagnato dalla
banda del paese e scortato da un buon numero di alpini di Arosio
e dintorni con alla testa il Vessillo sezionale, ha raggiunto piazza
Montello dove, davanti al monumento a Don Gnocchi ed al suono
dellÕInno Nazionale, si  proceduto alla deposizione di un omaggio
floreale. Al termine, rientrati allÕIstituto Borletti, un momento di
condivisione e festa con i discorsi delle autoritˆ. Una piacevolissima
nota. Gli alpini, pi volte citati nei discorsi anche dal Cardinale nella
sua omelia, hanno avuto un ruolo di rilievo durante tutta la cerimonia.
E.B.
24
Fatti... col
Cappello Alpino
Buone nuove da Villa Carlotta
Il desiderio di chiarire alcuni aspetti del nostro impegno nel cantiere
di Villa Carlotta ci ha spinti ad organizzare un incontro con la
Direzione dell'Ente, avvenuto a fine novembre. Era sorta infatti una
serie di curiositˆ che portava ad un unico quesito: come si prospetta
il futuro della nostra presenza in Villa Carlotta? Argomento emerso
anche in sede di riunione di Consiglio sezionale.
Ci si chiedeva se fosse il caso di ampliare l'area del recupero, o
concentrare gli sforzi sul mantenimento di ci˜ che  giˆ stato fatto.
Ci si chiedeva anche se ci fossero sviluppi sul piano della ristrutturazione delle piccole costruzioni e se si fosse deciso qualcosa in
merito all'impianto di un nuovo uliveto. Le risposte sono arrivate
puntuali e buone, anzi, ottime da parte della Dott.sa Bertolucci,
MOLTRASIO: UN POMERIGGIO
CON GLI ANZIANI DELLA PARROCCHIA
Il 18 gennaio i Soci del gruppo di Moltrasio si
sono riuniti per lÕAssemblea annuale.
Come consuetudine prima dellÕ incontro, gli alpini
si ritrovano nella chiesa Regina Pacis per la S.
Messa in ricordo dei soci che nei 91 anni di vita
del gruppo sono andati avanti.
é particolare la vicinanza a questa chiesa perchŽ
fu costruita al termine della seconda guerra
mondiale dai reduci che vollero cos“ ringraziare
la Madonna Regina della Pace. Inoltre, anni fa,
il gruppo  intervenuto per la sistemazione dello
spazio che la circonda. Durante la celebrazione,
 stato ricordato con una preghiera Teresio
Olivelli, il Beato dalla penna nera, nel 70¡ della
morte. Per molti anziani, non alpini, Teresio
Olivelli era uno sconosciuto. Il parroco e il
Gruppo Anziani, hanno invitato gli alpini a
raccontare la vita di questÕuomo, eroe per amore.
La richiesta  stata accolta con entusiasmo.
Quando cՏ da parlare di Alpini e valori, la
disponibilitˆ  totale. Per far conoscere le vicende
del laghe Teresio Olivelli, sono stati ricordati
i punti pi rilevanti che esaltano il percorso di
un laico che ha testimoniato il Vangelo con la
sua vita. Dopo le prime vicende belliche vissute
al fianco dellÕautoritˆ del tempo, pass˜ alla
clandestinitˆ e pubblic˜ il foglio segreto e illegale
IL RIBELLE sul quale spiegava il suo pensiero
contro la violenza attraverso un percorso di vita
cristiana. Scrisse pure la preghiera ÓSignore
facci liberiÓ letta al termine dellÕincontro, di cui
sono state distribuite alcune copie. Terminato
lÕincontro ho pensato alle azioni di alta umanitˆ
e cristianitˆ di Olivelli che lo porteranno verso
la santitˆ, e ho ricordato con commozione alcuni
suoi pensieri fra i quali: ÒSolo in Dio la vita
acquista un senso. Dio  lÕesigenza pi imperiosa
dellÕumanitˆ, la meta di una inquietudine irrimediabile che ci spinge fuori da noi stessiÓ [É] ÒLa
vita  prova, combattimento, milizia dei forti.
La gioia  frutto di una lotta continua, di una
riconquista di se stessi momento per momentoÓ
Gianmario Porro
Direttrice dell'Ente, con la quale abbiamo instaurato un rapporto di
vera amicizia. Per quanto riguarda il seguito dei lavori, ci siamo
trovati concordi nel privilegiare il buon mantenimento di ci˜ che si
 realizzato, piuttosto che espanderci. Si  deciso invece concordemente di lavorare al recupero dei numerosi sentieri, ormai inghiottiti
dalla vegetazione. La Direzione ci ha addirittura autorizzato a inserire
un certo numero di capre e asini in zone compartimentate, per
ripulire dalla vegetazione infestante senza sforzo. Altra bella notizia
in tema di costruzioni. A breve partiranno i lavori di ristrutturazione
di uno dei piccoli edifici, che dopo il recupero ci verrˆ affidato. Si
verrˆ a disporre di un bell'ambiente, utilizzabile anche per svolgere
incontri e riunioni.
Soddisfazione anche per la zona dell'antico uliveto, che a brevissimo
verrˆ implementata con qualche centinaio di nuove piante. Il nuovo
uliveto verrˆ affidato agli alpini, che lo gestiranno e non  da
escludere che fra qualche anno se ne colgano i frutti. L'Ente Villa
Carlotta sta anche lavorando a un progetto, per la creazione di un
percorso di visita delle zone recuperate dagli alpini, a beneficio dei
visitatori della Villa. Una serie di notizie che pu˜ fare solo bene,
perchŽ rappresenta un'iniezione di entusiasmo per i volontari che
svolgono i lavori e per tutti gli alpini che abbiano voglia di dedicare
anche un solo sabato al cantiere di Villa Carlotta, uno dei nostri
prestigiosi fiori all'occhiello.
Chicco
Olgiate Comasco
Inaugurata la sede dopo la ristrutturazione
Il gruppo di Olgiate Comasco ha iniziato il
2015 alla grande. Dopo 2 anni di intenso
lavoro, il 4 Gennaio ha inaugurato la sede
completamente ristrutturata. Gli alpini olgiatesi hanno chiamato alla manifestazione gli
amici abruzzesi che hanno dato lustro alla
tre giorni di festeggiamenti. DallÕAbruzzo
sono arrivate una quarantina di persone.
Domenica appuntamento a San Gerardo per
la S. Messa allietata dal coro Stelutis. A
seguire il corteo preceduto dalla Fanfara
Alpina olgiatese, fino alla sede. In serata, il
riuscitissimo concerto della Banda di Olgiate.
Nesso
Ricordo del disperso ANGELO MOLINARI
Il 13 Dicembre, il gruppo di Nesso ha commemorato lÕalpino Angelo Molinari, disperso in
Russia (nato il 3.06.1922 e disperso il 21.01.1943). La commemorazione svoltasi presso
la sala consiliare, ha avuto quale tema principale la consegna ai familiari del Caduto del
piastrino di riconoscimento, recuperato dallo storico e ricercatore Ferdinando Sovran,
anchÕegli alpino e appartenente al gruppo di San Donˆ di Piave. Per la commemorazione
sono intervenuti il Sindaco di Nesso Anna Scorti Perlasca, il capo gruppo Luigi Morini, il
Presidente Gaffuri e lÕAlpino Ferdinando Sovran. Molto commovente ed apprezzata la
testimonianza della nipote. Al termine cerimonia,  stato benedetto il piastrino di Angelo
Molinari poi consegnato alla famiglia.
25
Fatti... col
Cappello Alpino
La valle di Sorico
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e
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di Achille Gregori
Nella descrizione precedente ci siamo lasciati
ricordando il confine di teresiana memoria,
ancor oggi segnalato da un cartello al cambio
di provincia. Pu˜ sembrare una curiositˆ
eccessiva, ma la demarcazione del Catasto
Teresiano (MailŠnder Kataster in tedesco),
oggi  ancora valida per la Òconfinazione
catastaleÓ (termine burocratico) fra le Provincie di Como e Sondrio zona fra i comuni
di Sorico, di Dubino e Samolaco, a rimarcare
che tutto ci˜ che  passato non sempre 
da buttare.
A cavallo di questa linea si trovano le cime
montuose che caratterizzano il territorio.
Gradiremmo iniziare la loro descrizione con
il monte Berlinghera (possibile nome dÕorigine
Beling-iŽra, forse monte della luce o forse
monete, le conosciute berlinghe secentesche,
riscosse in loco come dazio). Sulla sua cima
passa il confine tra la provincia di Como e
la provincia di Sondrio. Le pendici scoscese
sono delimitate dal torrente Mera, dal lago
di Mezzola e alla confluenza del fiume col
lago, ospitano il tempietto romanico di San
Fedelino. Sulle pendici le localitˆ di Albonico,
Bugiallo e Dascio. Il monte  sempre stato
particolarmente caro agli alpini. Nei pressi
della cima, nel 1969, il gruppo alpini di Sorico
(allora appartenente alla sezione di Como e
passato a Colico nel 1973 con la costituzione
di questa sezione) vi costru“ una cappella
votiva. All'interno si conservavano diverse
lapidi provenienti da vari gruppi alpini a
ricordo dei caduti di tutte le guerre. La
costruzione, fu poi colpita e gravemente
danneggiata da un fulmine. Oggi esistono
solo i muri perimetrali e una parte della
copertura a forma di cappello alpino.
UnÕaltra cima importante  il Sasso Canale
che domina, con la sua punta, la testata del
Lago di Como e la confluenza fra Valtellina
e Valchiavenna. Purtroppo due ripetitori
occupano la cima per la sua posizione strategica. Il monte  il vertice di un imponente
pilastro angolare fra il Lago di Como e la
Valchiavenna. Alla base del Sasso Canale
troviamo il Monte Peschiera (698 mt), sul
cui fianco si trova San Fedelino. Alcune
placche solitarie e selvagge, indicano la
vicina Cima delle Dune o "Balzun" (1417
mt). Il Berlinghera, di cui abbiamo detto,
completa questo contrafforte dal quale la
vista spazia verso la Mesolcina, il Lario, la
Valchiavenna e le sue importanti cime.
Particolare caratteristica del territorio vallivo
e della sottostante piana  costituito dalle
opere di difesa militare. Tra queste
l'antichissima torre di Olonio e il castello di
San Giorgio. La prima, (demolita nel 1523
ed ora del tutto scomparsa), di origine
romana, serv“ per circa 1500 anni alla riscossione dei dazi per gli scambi commerciali
sul lago tra la direttrice del fiume Mera e la
Valchiavenna. Il castello di San Giorgio  di
etˆ feudale. Le sue rovine sono ancora visibili
nel bosco sopra l'abitato di Sorico. Queste
due fortezze, insieme al castello del Baradello
di Como, furono donate alla chiesa di Como
da Federico Barbarossa il 25 ottobre 1167.
Altra opera difensiva  il Forte d'Adda o di
Fuentes (secolo XVII), eretto al tempo di
Filippo II di Spagna. Costituisce un esempio
ben conservato della presenza militare iberica. Da qui il termine di Pian di Spagna.
Riteniamo interessante riportare vicende
legate a questo territorio. Fatti di carattere
ambientale ed eventi storici particolari.
Nell'estate del 1520, dopo forti piogge, il
fiume Adda fece ingenti danni in Valtellina
e nella piana di Sorico. In precedenza l'Adda
sfociava nel lago di Mezzola. Per quellÕalluvione, nel corso di una sola notte, la foce
del fiume modific˜ il percorso di 2 km verso
sud, nei pressi dell'attuale Ponte del Passo.
La Torre di Olonio venne distrutta da questa
spostava la gente da maggio a fine settembre. Ancor oggi alcune famiglie mantengono
un diritto di pascolo in quota a Madesimo.
Negli ultimi anni del Regno Lombardo-Veneto
lÕAdda venne fatto sfociare nellÕattuale posizione verso Colico. Fu la prima bonifica che
riport˜ il Pian di Spagna ad essere vivibile
e idoneo alla coltivazione
Dopo gli eventi storici che videro lÕistituzione
del regno dÕItalia, le trasformazioni del
territorio, i primi sviluppi legati allÕindustria,
a grandi passi si arriv˜ allÕinizio della prima
guerra mondiale. Questa zona fu inserita
nei punti di sostegno alla cosiddetta
ÒFrontiera NordÓ che conosciamo come Linea
Cadorna. Punti avanzati aggiunti diretti
verso la Valchiavenna e lo Spluga con le
gallerie di monte (San Giacomo e Filippo) e
i forti di Fuentes e Montecchio, baluardi posti
verso Valtellina e Valchiavenna. Sappiamo
che la Linea fu inutilizzata e i forti rimasero
inoperativi, lontani dalle battaglie condotte
molto pi avanti sullo Stelvio, Ortles e Cevedale, allÕestremo della Valtellina. Gli anni
successivi portarono lo sviluppo di alcune
piena. Prima del 1520 lÕAdda era navigabile
fino a Dubino in Valtellina, dove esiste ancora
la localitˆ porto. L'impaludamento delle aree
agricole fu inevitabile. Ne consegu“ lÕimpossibilitˆ di coltivare i terreni. La zona divenne
una grande area alluvionale. Le paludi crearono un microclima insalubre pervaso di
malaria. La vita media era di poco superiore
ai 20 anni. Sembra che durante la presenza
militare spagnola del XVII sec. la malaria
face pi vittime tra i soldati del Forte di
Fuentes che gli assedi subiti dello stesso.
Anche in conseguenza a ci˜ nel periodo fra
il XVI e XIX sec. la gente si trasfer“ sui
versanti montani fondando nuclei abitativi,
sviluppando l'agricoltura su terrazzamenti.
Inoltre inizi˜, in forma massiccia, la transumanza verso gli alpeggi dell'alta Valchiavenna
anche per sfuggire alla malaria. Questa
coinvolgeva quasi lÕintera popolazione del
piano ed era definita in gergo locale <Cargˆa
i Alp> (caricare gli alpeggi). Operazione che
aziende nel territorio, arrivando alla seconda
guerra mondiale. Durante le fasi finali di
questa, sulle pendici del monte Berlinghera
operava la 52» Brigata Garibaldi "Luigi Clerici". Dopo aver ricevuto rifornimenti di armi
da aerei britannici, ferm˜ la scorta di Mussolini. Gli abitanti pi vecchi ricordano anche
la visita di Winston Churchill fatta nel
1945/46. Con il falso nome di colonnello
Waltham vag˜ sul Lago di Como e nel retroterra cercando gli incartamenti del cosiddetto
Carteggio Churchill-Mussolini, compromettente per gli inglesi. Sappiamo come si
evolsero i fatti, nessuno seppe nulla dei
carteggi e le vicende furono variamente
raccontate. Questo appartiene alla storia
che non manchiamo di riportare. Intendiamo
per˜ tornare allÕambiente, le sue caratteristiche e i monumenti posti su di esso. Di
questi parleremo al prossimo incontro, chiudendo il lungo discorso legato alla valle pi
settentrionale dellÕalto Lario.
in cammino...
26
Fatti... col
Cappello Alpino
Campionato nazionale fondo
Sabato 14 e domenica 15 febbraio, la nostra
sezione ha partecipato alla 80esima edizione
del Campionato Nazionale di Fondo, gara
che quest'anno  stata organizzata dalla
sezione di Asiago.
Per comporre la squadra i gruppi di Lanzo,
Fenegr˜, Caslino al Piano e Monte Olimpino
hanno "fornito" gli alpini per rappresentare
la sezione in questa importante competizione,
preceduta dalla manifestazione celebrativa.
Gara, organizzazione, ed entusiasmo dei
partecipanti hanno contribuito alla riuscita
dellÕincontro nel migliore dei modi, nonostante le condizioni metereologiche avverse.
La nostra sezione, grazie ai sei partecipanti,
ha ottenuto il 25¡ posto sulle 40 che vi hanno
preso parte.
angelo moretti
OBLAZIONI
PROTEZIONE CIVILE
GR. Bulgarograsso
Gr. Argegno
Gr. Fenegr˜
Gr. Olgiate C.
Gr. Blessagno
Gr. Villa Guardia
Gr. Casasco I.
Gr. Rovellasca
Gr. Orsenigo
Gr. Lipomo
Caminetto
Gr. Solbiate
Gr. Caslino dÕErba
Gr. Montano L.
Gr. Mozzate
Gr. Albate
Gr. Como Centro
Gr. Canzo
Gr. Cant
BARADELL
Cason Gigi
Gr. Bulgarograsso
Gr. Argegno
Gr. Fenegr˜
Gr. Olgiate C.
Gr. Blessagno
Caminetto
Gr. Pigra
Gr. Villa Guardia
Gr. Rovello Porro
Gr. Casasco
Gr. Solbiate c.
Gr. Albiolo
Gr. Albate
Gr. Montano L.
Gr. Civiglio
Gr. Caslino dÕerba
Mary Boggia
Gr. Albavilla
Gr. Gironico
Gr. Laglio
Gr. Lipomo
Gr. Como Centro
Gr. Cant
50,00
50,00
50,00
50,00
50,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
101,50
150,00
250,00
250,00
250,00
300,00
500,00
1000,00
1000,00
45,00
50,00
50,00
50,00
50,00
50,00
54,50
94,00
100,00
100,00
100,00
100,00
150,00
200,00
200,00
200,00
250,00
250,00
250,00
250,00
300,00
300,00
400,00
500,00
MANIFESTAZIONI SOCIALI
15,00
Oreste Cerea (gr. Breccia)
50,00
Soci bar
100,00
Gr. Villa Guardia
250,00
Marry Boggia
VILLA CARLOTTA
Gr. Como Centro
300,00
Nuova barca ANA CAM
Il gruppo di Torno e Coro
Amici Montagna hanno
partecipato alla
cerimonia di benedizione
della nuova barca da
competizione donata alla
Soc. Canottieri Plinio
Torno con dedica ANA
CAM
Claino con Osteno...
nonni felici
Agli eventi avvenuti nello scorso anno, in particolare 55esimo del gruppo e Raduno di
Valle in ricordo del Btg. Val dÕIntelvi, se ne sono aggiunti altri un poÕ particolari. Ben
cinque componenti il consiglio fra cui il capogruppo sono diventati nonni nel giro di
pochi mesi. Immensa la gioia di tutti e la volontˆ di crescere i nipotini secondo i valori
dellÕalpinitˆ. Le immagini esprimono la gioia della continuitˆ.
27
Anagrafe Alpina
Defunti
Appiano G.
Bellagio
Sala Luigi classe 1935
Gilardoni Angelo classe 1925
Gilardoni Antonio classe 1918 reduce
Gandola Aurelio classe 1933
Bulgarograsso Baitieri Luciano classe 1933
Capiago I.
Galante Massimo
Caslino dÕErba Nino Locatelli classe 1949
Claino
Berlusconi Aurelio classe 1955
Griante
Cattaneo Alessandro classe 1922
Laino
Cer Arnaldo classe 1934
Lipomo
Gasparini Giuseppe
Lurate Caccivio Alessandro Bianchi classe 1922 Reduce
Cavicchiolo Gianfranco classe 1940
Menaggio
Abbate Battista
Mariano C.
Cappellini Marco classe 1954
Torno
Carlo Boggia classe 1935
Anniversari
Albate
Albavilla
Blessagno
Casasco I.
Garzeno
Griante
Lurago dÕErba
Mezzegra
Pellio
S. Pietro S.
Torno
50¡
55¡
55¡
50¡
40¡
60¡
50¡
50¡
50¡
40¡
50¡
di
di
di
di
di
di
di
di
di
di
di
Navoni Angelo e Enrica
Parravicini Mario e Gisella
Canevali Edoardo e Rosanna
Prioni Mario e Ornella
Gesta Giancarlo e Emilia
Ortelli Valerio e Lidia
Consonni Sergio e Luigia
Galli Pasquale e Rosanna
Pedroni Marco e Rita
Spiatta Sergio e Angela
Zullato Remo e Elide
Matrimoni
Cabiate
Garzeno
Lurago dÕErba
Zoia Alessandro e Benedetta
Bizzanelli Emil e Primina
Conti Danilo e Benedetta
Nascite
Cant
Claino
Laglio
Lenno
Par
Ronago
S. Pietro S.
Stazzona
Valentino di Grassi Davide
Simone di Gianoli Luca e Loredana
Chiara di Silvano Monticelli e Silvia
Michela di Davide Bordoli
Alessandro di Corti Marino e Patrizia
Mattia di Conconi Paolo e Sabrina
Ludovico di Paolo e Alessandra Pirovano
Giorgia di Gestra Flavio e Debora
Lutti
Albate
Olimpia sorella di Bormetti Silvio
Carla sorella di Bonomi Renzo
Augusto padre di Aramini Marco
Appiano
Candida madre di Pellizzari Giovanni
Cant
Marilena moglie di Antonio Pellizzoni
Casasco
Rino suocero di Del Fante Vittorio
Caslino dÕErba Marco padre di Rolando Regazzoni
Claino
Maria madre di Rainoldi Giuseppe
Franca moglie di Moldini Ermelindo
Garzeno
Virgilio padre di Matteri Giampeitro
Aldina sorella di Ferrario Paolo
Lanzo I.
Vittoria madre di Novi Giacomo
Lenno
Irmo padre di Strada Giuseppe
Lurago dÕErba Ida madre di Maurizio Piavano
Lezzeno
Clelia madre di Valerio Vito
Lurate Caccivio Angela madre di Piatti Luigi
Mariano C.
Fortunato padre di Callisti Antonio
Menaggio
Elio fratello di Pezzati Ugo
Aldo padre di Carlo Bianchi
Mezzegra
Giovanna suocera di Martinoni Michele
Rosanna moglie di Galli Pasquale
(madrina del gruppo)
Benito fratello di Bianchi Vittorio
Orsenigo
Emilia madre di Citterio Elio
Ossuccio
Paolo padre di Augusto Ronia
Rovenna
Lucia madre di Schmidinger Walter
S. Pietro S.
Luigi nonno di Magno Ciriaco
Grazia sorella di Ciaramella Salvatore
Sormano
Maria madre di Sormani Marino
Torno
Maria madre di Bernardinello Fiorenzo
Valsolda
Bruna madre Pelizzoni Giovanni
Antonio fratello di Copis Roberto
sono...andati avanti!
ANTONIO GILARDONI, di Bellagio, classe1918, da tutti conosciuto col nomignolo di Pierino,  andato avanti. La sua vita
militare  stata densa di esperienze e sofferenze. Inquadrato
nel Btg. Morbegno partecip˜ alla Campagna di Russia. LÕincarico
di cuoco non gli evit˜ di combattere, perfino a Nikolajewka, dove
sub“ ferita alla gola. Con l'aiuto di amici e una slitta riusc“ a
rientrare pur con i piedi congelati. Fu poi deportato in un campo
di concentramento tedesco. Di Pierino resta un ricordo vivace.
Nel 2014 ha partecipato al raduno dei Ômorbegnini' ad Albese,
al 90¡ del suo gruppo di Bellagio, all'incontro con i ragazzi del campo scuola, a Barni
per la serata alla biblioteca comunale, e a Solbiate Olona col Gen. Battisti, in occasione
del gemellaggio con NRDC-Ita. Di Pierino ricorderemo simpatia, brio e luciditˆ,
nonostante i suoi novantasei anni.
MOSé DE GIOVANETTI reduce del gruppo di Fino Mornasco  andato avanti. Artigliere
da montagna, nato 94 anni fa in Valtellina e trasferitosi a Fino, era uno degli ultimi
reduci del gruppo. A 19 anni part“ per la guerra. Partecip˜ alle campagne dÕAlbania e
di Grecia. Dopo lÕ8 settembre 1943 fu deportato in Germania al campo di Bitterfeld
da cui usc“ nel giugno 1945. Mos amava raccontare le sue vicende e le tante volte
che ha rischiato di morire. EÕ stato uno dei fondatori del gruppo Alpini di Fino, della
Casa dellÕAlpino e dellÕoasi verde. Il suo ricordo resterˆ nel tempo.
ALESSANDRO BIANCHI, alpino paracadutista -Btg Morbegno del 5¡ Alpini- nonchŽ
Reduce, appartenente al gruppo di Lurate Caccivio,  andato avanti. Con lui se nՏ
andato un pezzo di storia. Sandrino ne aveva davvero molta da raccontare. Part“ nel
Ô42 per lÕAfrica settentrionale, destinazione Tobruk. Partecip˜ alla battaglia di El Alamein.
Riusc“ a sfuggire allÕaccerchiamento con alcuni commilitoni. Partecip˜ poi alla conquista
di Takruna e Gabes. Alla fine, senza alzare le mani in segno di resa, fu catturato dagli
inglesi insieme ai suoi commilitoni. Trascorse la prigionia ad Alessandria dÕEgitto. Da
qui fugg“ facendo rientro in Italia nel Ô47. Con i racconti delle sue storie molti, a Lurate
Caccivio, hanno vissuto emozioni che solo i fatti di guerra possono trasmettere.
Massimo Ascoli
LA DIFESA DEI CONFINI.
Il generale Federico Baistrocchi e la Guardia alla frontiera.
Bacchilega Editore.
Tra Ottocento e Novecento in Italia fu sentita la necessitˆ di
disporre di una specifica sorveglianza ai confini montani, in
parte attuata sino ad allÕora dai reparti alpini e dalle fortificazioni
sulle principali vallate. Fu cos“ che negli anni trenta, per
sorvegliare tutto lÕ arco alpino, si arriv˜ allÕ istituzione della
Guardia alla Frontiera, un apposito Corpo del Regio Esercito,
sotto le direttive del generale Federico Baistrocchi, Corpo militare
che fu poi sciolto al termine della seconda guerra mondiale.
Il generale Massimo Ascoli, lÕ autore di questo libro, dopo una
lunga ed impegnativa ricerca negli archivi di notizie e di dati,
 riuscito a realizzare una pregevole opera che integra le rare
pubblicazioni sullÕ argomento con un testo molto interessante
e leggibile, arricchito da cartografie, tabelle e un notevole
apparato fotografico, in parte inedito.
Trimestrale della Associazione Nazionale
ALPINI di COMO
Spedizione in abbonamento postale Como
Direzione, redazione e amministraz.
via Zezio, 53 - 22100 Como
[email protected] - [email protected]
www.alpinicomo.it
Direttore responsabile: Achille Gregori
Comitato di redazione:
Enrico Bianchi - Arcangelo Capriotti - Enrico Gaffuri
Mario Ghielmetti - Carlo Gobbi - Aldo Maero
Aut. Trib. Como n.21 del 7/10/1976
Grafica: Matteo Rizzi Design
Stampa: Lito Offset S.r.l.
via Stanga, 7/A - Erba - Co
Ricordi e...
GRANDE GUERRA
memorie
la pagina
VERDE
di Giangaspare Basile
● 1. Riabilitare i disertori della Grande Guerra? Ridare onore
alle migliaia di fucilati per insubordinazione, per rifiuto di
obbedienza a ordini insensati o semplicemente mandati al
plotone di esecuzione per rappresaglia e per dare un esempio
di disciplina assoluta a tutti gli altri? O, pi semplicemente,
riabilitarli per fare giustizia - sia pur tardiva - alla memoria di
tanti sventurati di quella Òinutile strageÓ?
● 2. Altri Paesi, come Inghilterra, Francia e Germania, lo hanno
fatto. Da noi se ne sta discutendo ed il ministro della Difesa
Pinotti ha promesso di valutare il problema. Parlamentari e
istituzioni culturali hanno promosso iniziative, cՏ anche chi ha
proposto di dedicare loro una strada (a Milano con una mozione
presentata in Consiglio comunale) e chi, nel corso di convegni
di storici e politici, ha chiesto di riabilitare tutti, fucilati e
condannati a pene detentive, spesso innocenti o vittime casuali
Nel contempo vengono riconsiderate le responsabilitˆ di alcune
figure di primo piano che sbiadiscono alla luce delle responsabilitˆ
e della veritˆ storica.
● 3. *
● 4. Va fatta comunque una premessa: va bene riconsiderare
i tanti casi dei fucilati purchŽ la loro memoria non prevalga su
quella degli altri Caduti. Se nellÕimmane tragedia che fu la
Grande Guerra molti ebbero un rifiuto, tanto pi valore morale
e civile hanno coloro che in circostanze anche peggiori hanno
compiuto il proprio dovere sacrificando in centinaia di migliaia
la loro vita.
● 5. Detto questo, a centÕanni dal conflitto che cambi˜ le regole
della guerra e la geografia dellÕEuropa assistiamo ad un rifiorire
di interesse, di analisi storiche e di pubblicazioni di memorie e
di documenti come se oltre che ÒgrandeÓ fosse stata anche
lÕunica vera guerra. Forse perchŽ fu combattuta con armamenti
moderni prodotti da industrie la cui tecnologia mirava allo
sterminio di massa e allÕesaurimento delle risorse dellÕavversario:
avrebbe vinto il pi preparato, il pi ricco.
● 6. Ma  ancora attuale soprattutto perchŽ avvenne a casa
nostra, fra le nostre montagne divenute successivamente veri
musei allÕaperto, testimonianze di uomini che da confinanti
erano stati trasformati in avversari, che conoscevano quei luoghi
per averli frequentati insieme in tempo di pace. E infine perchŽ
non cՏ famiglia che non abbia avuto un combattente, e centinaia
di migliaia di famiglie anche un caduto in quella guerra e del
quale conservare una foto ormai ingiallita e stinta.
● 7. *
● 8. Ora  tempo di riabilitazione dei fucilati, dunque, perchŽ
spesso furono doppiamente vittime di regolamenti inumani.
● 9. Il primo segnale si  avuto nel 1996, quando lÕamministrazione comunale di Cercivento dedic˜ un monumento a quattro
alpini della 109» compagnia del battaglione Monte Arvenis fucilati
per Òinsubordinazione e ribellioneÓ. Erano il caporalmaggiore
Silvio Ortis di Paluzza, i caporali Giambattista Corraduzzi di Forni
di Sopra e Basilico Matiz di Timau, e infine lÕalpino Angelo
Massaro di Maniago. Comandati di un assalto in pieno giorno
alla vetta del Cellon, conoscendo quei luoghi familiari sapevano
che sarebbe stato un assalto suicida per cui avevano chiesto al
comandante di compagnia di attendere la notte per avere
maggiori possibilitˆ di successo. Subirono un immediato processo
sommario e furono fucilati al muro del cimitero del paese. Altri
29 alpini della stessa compagnia ebbero complessivamente 145
anni di carcere. Pochi giorni dopo la compagnia venne trasferita
sul fronte di Asiago e fu qui che, durante una scaramuccia, il
capitano cadde colpito da undici colpi alla schiena, ufficialmente
sparati dagli austriaci.
● 10. Una richiesta ufficiale di riabilitazione avanzata nel 1996
da Gaetano Ortis, nipote del caporal maggiore Silvio Ortis,
venne respinta dal tribunale militare di sorveglianza di Roma
perchŽ - incredibile! - Òla riabilitazione deve sempre essere
richiesta dallÕinteressatoÓ.
● 11. Ancora poco era cambiato dalla giustizia militare del 1518 che si ispirava al codice sardo del 1869, peggiorato da un
inasprimento delle norme contro disertori e disfattisti. Quel
codice, messo in pratica con ferrea determinazione da Cadorna,
fu un vero strumento di repressione di ogni atto di intolleranza,
di disobbedienza, di critica o insofferenza che tenne al fronte
un immenso numero di uomini, per lo pi contadini e operai,
ma anche emigrati costretti a rimpatriare, che spesso non
comprendevano gli ordini ma non per questo rinunciarono a
sacrificarsi fino allÕestremo e a comportarsi da Òbravi soldatiÓ,
come vennero definiti dagli stessi avversari.
● 12. Bastava un nulla per essere fucilato. Un saluto non proprio
formale a un superiore, una esitazione, una frase ritenuta
sovversiva e si finiva davanti al plotone di esecuzione. In
quellÕinferno che fu la Grande Guerra impazzirono a migliaia,
graduati compresi e tanti furono i soldati che al suono del
fischietto rifiutarono di lanciarsi dalla trincea per andare a morire
sotto il fuoco delle mitragliatrici avversarie e altri che dissero
di no in tante circostanze, che non rientrarono dalla licenza e
che disertarono per licenze negate dopo mesi di prima linea.
● 13. Sono storiche le decimazioni dei reparti dopo Caporetto:
ÒQui si fucila senza pietˆÓ, denunci˜ lÕallora vescovo di Treviso
monsignor Giacomo Longhin (canonizzato da papa Wojtyla nel
2002).
● 14. I dati, pur imprecisi, ci dicono che nei 41 mesi di guerra
le condanne a morte furono 4028, di cui 750 eseguite. A queste
vanno aggiunte non meno di 350 fucilazioni in zona di guerra
e centinaia di altre decise allÕistante, senza processo, per
ribellione, disobbedienza o ritenuta codardia. Non cՏ da meravigliarsi del numerosi casi di pazzia: 4500 in una sola Armata.
● 15. Era la conseguenza del profondo senso di ingiustizia
diffuso fra la truppa per le dure condizioni di vita, di disciplina
punitiva e della scarsa considerazione per la vita dei combattenti.
● 16. Cos“ voleva Cadorna, che aveva emanato ordini precisi
- condivisi da tutta la corte di generali accondiscendenti, Badoglio,
Capello in primis ma, purtroppo, anche tanti altri come Salazar
e Graziani (questi fece fucilare un soldato che lÕaveva salutato
con la sigaretta in mano) - affinchŽ le sentenze non si discostassero dalle richieste dallÕaccusa. Cadorna aveva anche
ammonito i giudici delle corti marziali a non concedere attenuanti.
Non si preoccupava delle perdite: la sua unica strategia era di
insistere tenacemente con gli attacchi ripetitivi e assalti alla
baionetta condotti tutti allo stesso modo sotto il tiro spietato
della mitragliatrici, convinto comÕera che gli austro-tedeschi si
sarebbero alla fine stancati. Cos“ i nostri fanti, bersaglieri,
finanzieri, alpini continuavano a farsi massacrare, alfieri,
sottotenenti e tenenti in testa, per andare contro i reticolati,
camminando sui morti e sui feriti degli assalti precedenti, senza
alcuna speranza di raggiungere la trincea avversaria.
● 17. Dopo Caporetto Cadorna sarˆ destituito per espressa
imposizione dei comandanti francesi e inglesi come condizione
indispensabile per inviare truppe e artiglierie alleate. Verrˆ
Diaz, che adotterˆ una strategia diversa e darˆ fiducia ai soldati.
E infine,Vittorio Veneto.
● 18. *
● 19. Per questÕanno, in cui ricorre il centenario dellÕentrata in
guerra dellÕItalia, sono programmate tante manifestazioni:
mostre, celebrazioni, convegni, rievocazioni. Nel frattempo, i
sindaci dei Comuni dei quattro alpini del battaglione Monte
Arvenis hanno chiesto ufficialmente la revisione del processo,
ci sono iniziative parlamentari, lÕintervento della Commissione
Difesa: tutto lascia pensare che sarˆ compiuto finalmente un
atto di giustizia per rimuovere un macigno che pesa ancora
sulla storia di tante famiglie. é tempo anche di sollevare certi
veli del politicamente corretto per ristabilire la veritˆ sui tanti
eroi - nostri nonni e bisnonni, nostri Padri- ai quali va la nostra
riconoscenza e su coloro che attribuirono le proprie sconfitte ai
combattenti, personaggi - retaggio dÕun passato che non passa
- i quali vengono ricordati ancora oggi con dedicazioni di strade,
piazze e scuole, cos“ lontani del semplice soldato che usciva
dalla trincea pur senza sapere se vi avrebbe fatto ritorno.
● 20. Chi scrive ricorda il proprio nonno Bepi, un santÕuomo,
mutilato per una baionettata al gomito e una scheggia alla
schiena e decorato. Raccontava di fucilazioni e delle decimazioni
dopo Caporetto, di ripetuti rincalzi della compagnia, assalti e
contrassalti: Prima venia un giro de sgnappa, poi tuti fora.
Geresimo Ômbriaghi noioaltri e anca i todesc. E chi avea paura
e diseva Ôstavolta i me copa, stavolta i me copa, nol tornea pi
indrio.... Di notte si svegliava urlando: credeva di andare ancora
allÕassalto.