associazione nazionale alpini
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N. 37 - Anno XLI - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art.1, comma 2, DCB Como Numero 1 - Como - Anno XLI - Gennaio- Marzo 2015 associazione nazionale alpini - sezione di como 2 La penna Alpina EDITORIALE La polaroid della memoria sommario Eventi 3 Bangui: mandato EUFOR-RCA 4 Il ballo degli ostaggi 5 A MÕ ARCORDÕ 5 Baradll festeggia 40 primavere Toni Capuozzo Cesare Di Dato Arcangelo Capriotti 8 Assemblea Sezionale 9 Terzo raduno a Madesimo per il 72¡ di Nikolajewka Achille Gregori Aldo Maero 9 Quegli appelli allÕunit nazionale Giangaspare Basile 18 Gli alpini ricordano il 4 novembre 14 I presepi dei gruppi 23 In ricordo del Beato Carlo Gnocchi 25 La valle di Sorico Achille Gregori Fatti...col NEWS 2015 Cappello Alpino Vita dei Gruppi 10-27 Albese con Cassano - Lenno Camnago Faloppio - Albate Caslino dÕErba - Cavallasca Capiago Intimiano - Senna Tremezzo - Valle Intelvi - Olgiate Mariano - Ponte Lambro - Villa G. Erba - Sormano - Caglio Rezzago Griante - Pellio Intelvi - S. Fermo Barni - Rovellasca - Moltrasio E' partita proprio da queste poche parole l'idea del nostro grafico Tiziano Tavecchio, per studiare il nuovo logo che ci accompagner durante tutto l'anno: Le polaroid della memoria. Immagini impresse nella pellicola dei nostri ricordi. Immagini che a volte sono stampate su carta fotografica, ma molto pi spesso alloggiano semplicemente nella nostra memoria. Parliamo della memoria dei novantacinque anni di vita della nostra Sezione, che il prossimo mese di luglio festegger il compleanno. E il logo che vedremo stampare su tutte le nostre pubblicazioni, sulle locandine e sulla carta intestata racchiude in s quattro elementi che hanno un particolare significato. Elementi che sembrano inseriti nei telaietti, utilizzati un tempo per contenere le diapositive. Prima tra tutte, la polaroid di un cappello alpino, ovviamente irrinunciabile. Poi arriva la diapositiva che chiarisce pi di ogni altra l'argomento che stiamo trattando. Contiene in cifre il numero novantacinque, quanti sono appunto i nostri anni, vissuti con grande alpinit, come dice la scritta che l'affianca. Poi c' la polaroid che contiene il simbolo della nostra testata sezionale. Il Baradell, che da decenni annota la nostra vita alpina, perch nulla vada perduto delle nostre opere, del nostro impegno, dei nostri pensieri. E' proprio sfogliando le sue pagine, che possiamo ritrovare i volti, i gesti e le parole dei nostri vecchi, che non si sono limitati a combattere guerre e a ricostruire un'Italia a pezzi, ma hanno fatto nascere e coltivato con cura la Sezione A.N.A. di Como. NEWS Penna Nuovi venti di guerra di Achille Gregori 3 gli appuntamenti del 2015 Ci avviciniamo sempre pi agli appuntamenti principali di questo 2015, ricco di eventi importanti a cominciare dallÕAdunata Nazionale a LÕAquila che ci vedr riuniti al fianco degli alpini e della gente che ha subito il tremendo terremoto del quale porta ancora le conseguenze. Proseguiremo con le celebrazioni del centenario della Grande Guerra e con il 95esimo della sezione. A questi si aggiungeranno gli anniversari e gli incontri nei gruppi. Sar un piacere per tutti ritrovarci, celebrare nel segno del motto Òil ricordo, la ricostruzione, il dovereÓ Eventi ... inchiostro e Se oggi la nostra Sezione continua ad essere fiorente e gode di buona salute, lo dobbiamo a chi, nel corso di novantacinque anni, se l' passata di mano in mano, trattandola con cura e con amore. E per molti di quegli anni, il nostro giornale ne porta la testimonianza. C' infine un quarto elemento, un'altra diapositiva di grande importanza. Contiene l'immagine dell'elmetto Adrian mod. 16, quello in dotazione ai soldati del Regio Esercito Italiano durante la Grande Guerra. Proprio di Grande Guerra si parler quest'anno in tutte le circostanze, visto che ricorre il centenario del coinvolgimento dell'Italia nel primo conflitto mondiale. Una tragedia che rappresenta l'origine della nostra Associazione, nata nel 1919, all'indomani della fine della guerra. E subito dopo, nel 1920, nasceva la Sezione comasca. Non poteva quindi mancare un richiamo alle origini. Un richiamo alla memoria, assolutamente in linea con il monito scolpito nella pietra della colonna mozza in Ortigara: PER NON DIMENTICARE. Bravo davvero il nostro Tiziano, che ancora una volta stato capace di trasformare al meglio una serie di grandi valori, in un messaggio grafico d'effetto. Il nostro 2015 sar un anno veramente speciale, denso di impegni importanti, da vivere con amore, con grande desiderio di partecipare e, soprattutto, con l'orgoglio di essere gli eredi di uomini fuori dell'ordinario, uomini con la penna sul cappello. Chicco Gaffuri (il calendario pu subire variazioni) Aprile 10-11-12 maggio 15-16-17 giugno 13 21 31 Como poligono gara sezionale di tiro a segno; AQUILA 86¡ ADUNATA NAZIONALE; COMO RADUNO SEZIONALE PER 95¡ FONDAZIONE; Mariano Comense 85¡ di fondazione; Solbiate gara sezionale di mountain bike Appuntamenti nazionali maggio 2 Torino Beatificazione fratel Luigi Bordino; giugno 21 Bedonia campionato nazionale corsa in montagna a staffetta; 28 Trento pellegrinaggio al Rifugio Contrin. 3 ... inchiostro e Penna Nuovi venti di guerra di Achille Gregori Spirano nuovamente venti di guerra nel cuore dellÕEuropa, altrettanto ai suoi confini pi meridionali. <ÉlÕEuropa sembra incapace di pensare alla sicurezza / Minacce dellÕIsis allÕItaliaÉ> Questi alcuni titoli di cronaca degli ultimi tempi. Segno di possibile pericolo per il vecchio continente e della sua incompletezza unitaria, vista la singolarit delle azioni di contrasto. LÕunione, tanto applicata in campo economico, altrettanto risulta blanda nella necessit difensiva. Difronte a conflitti combattuti e attacchi terroristici i ventotto stati sono disuniti. Sugli scontri dellÕUcraina le posizioni sono singole e le trattative vengono manovrate da chi si pone in prima fila. Situazione concordata? Forse. Ma non crediamo! Altrettanto si dica per la vicina Libia, i territori iracheni e siriani occupati da Isis e Al Qaeda che minacciano in pi modi il vecchio continente. LÕUE, gigante economico, appare un nanetto per la difesa globalizzata verso terrorismo e guerre. Situazioni gi viste. La campagna francobritannica del 2011 contro la Libia, dettata pi da interessi economici che libertari a vantaggio della popolazione, ha prodotto lo sfascio del paese con lo scatenarsi di rivalit tribali nelle quali il califfato si inserito a meraviglia, mentre gli altri stati sono rimasti a guardare. Ora lÕIsis lancia minacce. LÕEuropa, lÕItalia, Roma, la sua cristianit, i monumenti, le bellezze e le attivit sono nel mirino di jiadisti. Segnali di guerriglia fatti di azioni e intimidazioni. Aggiungiamoci lo spauracchio dei profughi. Migliaia di disperati sulle nostre spiagge, con il timore dÕinserimento di terroristi pronti al sacrificio per colpire al cuore i paesi europei. LÕItalia da sempre sola nel gestire lÕarrivo dei barconi di disperati. Gli altri paesi se ne disinteressano. E il panorama si completa con giovani che accorrono nelle file dei terroristi. Per vediamo capi di stato sfilare dietro le fiaccole dopo nefasti massacri ma, al momento opportuno, ciascuno fa e subisce da s. La difesa unica europea progettata nel 2009 utopia lontana da venire. Questo anche se la comunit internazionale (noi compresi) occupata in una quindicina di operazioni di mantenimento della pace (peace keeping) dopo i fallimenti di pace imposta (peace enforcing) avvenuti nei paesi mediorientali. Dove si ventilava libert per il popolo, arrivato il califfato islamico a imporre il terrore, la guerriglia estesa. Pericolosamente tornano a soffiare venti di guerra. Opporsi dichiarando Òje suis CharlieÓ elegante ma non allontana i terroristi. La storia insegna. Nel 1914 nelle capitali europee si pensava al Can Can, la belle epoque sfornava serate di gala. Sappiamo comÕ finita. Auguriamoci che gli attuali venti di guerra restino un allarme e si continui solo a parlarne. Dio ce ne scampi dallÕentrare in azione, vista la situazione generale! La Repubblica Centrafricana stata teatro, dal marzo del 2013, di violenti scontri e diffuse violazioni dei diritti umani ad opera di gruppi armati contrapposti, che hanno causato la dissoluzione dellÕautorit statale e migliaia di vittime tra la popolazione civile, oltre allÕesodo di un milione di persone. A seguito dellÕemergenza che si verificata, lÕONU ha emanato la risoluzione n. 2134 del 28 gennaio 2014, che autorizza lÕUnione Europea a lanciare unÕoperazione militare nel Paese africano. Il 10 febbraio 2014 il Consiglio dellÕUnione Europea ha adottato la risoluzione 2014/73, con cui veniva istituita la Missione multinazionale EUFOR RCA, che iniziava formalmente il 01 aprile 2014, avente per Area di Operazioni tre zone sensibili della capitale centrafricana Bangui: lÕaeroporto internazionale di MÕpoko e i quartieri 3 e 5, in passato colpiti da violenti disordini tra milizie contrapposte e attualmente in via di stabilizzazione. Attualmente EUFOR RCA consiste di un Comando Operativo con sede a Larissa (Grecia) e di un contingente militare multinazionale di 700 militari fornito da 13 nazioni schierato a Bangui, costituito da un battaglione di manovra, integrato da una forza di gendarmeria operante sotto lÕegida di EUROGENDFOR. In tale contesto, lÕItalia si resa disponibile a fornire un impegno concreto, seppur circoscritto, allÕintervento deciso dallÕUnione Europea. In particolare, il contingente nazionale fornito dallÕEsercito Italiano e consiste Ð oltre ad alcuni elementi in seno allo staff di EUFOR Ð in un distaccamento dellÕ2¡ Reggimento Genio della brigata alpina Julia che ha avvicendato a Dicembre i colleghi dellÕ8¡ Genio della Folgore. A capo del contingente stato designato il tenente colonnello Mario Renna, delle Truppe Alpine, che anche portavoce di EUFOR a Bangui. Tra i compiti dellÕassetto genio figurano il supporto e il mantenimento della mobilit delle forze EUFOR, la ricognizione e il mantenimento degli assi di comunicazione, il supporto alla forza in materia di residuati bellici, il contributo al mantenimento e alla difesa passiva dei compound di EUFOR. A questi compiti si aggiunge la realizzazione di lavori infrastrutturali di base in favore della popolazione e del governo locale e il monitoraggio di un importante progetto di ricostruzione di un ponte, finanziato dallÕUE e affidato a imprese locali. La Francia ha assunto il comando della missione dellÕUnione Europea con il Generale di Divisione Philippe Ponties, quale Operational Commander presso lÕEU OHQ di LARISSA e con il Generale di Brigata Thierry Lion, quale Force Commander a Bangui.Oltre allÕItalia, che il quarto contributore con 51 elementi, attualmente partecipano alla missione europea a Bangui altre dodici nazioni: Francia, Spagna, Polonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Estonia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Lituania, Georgia e Serbia. Il mandato di EUFOR-RCA stato di recente esteso fino al 15 marzo 2015 con apposita risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il Colonnello Mario Renna, con cui siamo costantemente in contatto, ci invia da Bangui i suoi ringraziamenti per aver ricevuto il materiale che la Sezione ha raccolto e direttamente trasportato, con non poche difficolt, fino a Trento per essere successivamente imbarcato su nostri aerei. Ricordiamo che Bangui la capitale Centroafricana, dove 50 genieri alpini del 2¡ reggimento della brigata Julia (di stanza a Trento) lavorano con la missione dell'Unione Europea insieme a 700 colleghi di 13 diverse nazioni, per riportare la pace e la sicurezza in un Paese che sta uscendo da una profonda crisi politica sfociata giusto un anno fa in una spirale di violenze terribili che hanno provocato migliaia di vittime e un milione di profughi. il Natale degli Alpini in Africa stato tutto particolare: il 25 hanno partecipato alla Messa di Natale celebrata da Federico e Matteo, i due padri carmelitani che gestiscono una missione che ospita 5.000 persone scappateÊ dalla guerra e dalle violenze che hanno insaguinato Bangui e il Centrafrica.Il clou stato il battesimo di dodici bimbi nati nella missione, insieme ai doni offerti dall'Associazione Nazionale Alpini (compresi i nostri) e portati dai genieri della Julia che hanno regalato giochi e quaderni ai tanti piccoli che vivono con le loro famiglie in condizioni precarie. Altra importante iniziativa portata avanti dagli alpini della Julia stata la costruzione di un ponte lungo una trentina di metri che stato chiamato ÒPonte dellÕunitÓ perch riunisce il quartiere mussulmano a quello cristiano di Bangui 4 Ricordiamo bene la situazione delle cooperanti rapite e liberate in Siria dopo diverse vicende e comunicazioni fatte pervenire ad hoc per accrescere la tensione e le successive decisioni. Abbiamo sentito definire le ragazze ÒvolontarieÓ termine che non collima con lÕattivit delle cooperanti, lavoro ben differente dal volontariato. Per questo riteniamo importante un pezzo che Toni Capuozzo, da noi direttamente contattato, ci autorizza a pubblicare. Toni Capuozzo giornalista professionista. Collabora con numerose testate del gruppo Mediaset occupandosi di conflitti in scacchieri difficili. EÕ un grande amico degli Alpini, disposto a parlarne nelle sue seguitissime trasmissioni specie in ÒTerra!Ó, il settimanale di Retequattro. Tiene inoltre su Tgcom24 la rubrica Mezzi Toni. Nel corso della sua carriera ha collezionato innumerevoli riconoscimenti. Nel 2006, allÕAdunata degli Alpini ad Asiago, ha ricevuto il ÒPremio Giornalista dellÕannoÓ, che lÕAssociazione conferisce a un giornalista o alla testata che abbia evidenziato lÕoperato ANA. Siamo certi che i suoi argomenti susciteranno interesse in voi, affezionati nostri lettori strata dai fondamentalisti, cÕera di tutto: esuli siriani e persone semplicemente indignate, militanti politici e islamici cui prudevano le mani. Avete presente la fotografia che ritrae le due ragazze abbracciate, con un cartello scritto in arabo, a una manifestazione italiana ? Il cartello recita: ÒAgli eroi di Jiwa Shuhada grazie per lÕospitalit e se Dio vuole vedremo la citt di Idlib libera quando torneremo Ò. Ognuno si sceglie gli eroi che preferisce, ma la Jiva Shuhada un battaglione di ÒmartiriÓ che gestisce due prigioni chiamate, con ironia, ÒGuantanamoÓ e ÒAbu GhraibÓ, di cui si sa che non hanno nulla da invidiare ai due modelli, almeno per il fatto che quella una guerra in cui non si fanno prigionieri. Per quel che ne so io, il sequestro delle due era stato pensato ancora prima della partenza dallÕItalia, e matur nella casa in cui erano ospiti. In unÕaltra fotografia delle due volontarie scattate in una manifestazione appare Haisam Saqan. Un oppositore siriano, e come tale invitato a un talk di Gad Lerner (del resto anche Barbara dÕUrso aveva invitato lÕallora disarmata Maria). Haisam ritratto in un filmato ripreso dal New York Times, in un gruppo di jihadisti che si appresta allÕesecuzione sommaria di una decina di militari siriani, inginocchiati e piegati a torso nudo. Io non dico che non si debba occuparsi generosamente di cause lontane, ma un poÕ di cognizione di causa non guasta. Forse ci si pu accontentare che qualche sostenitore dellÕIsis, contrapposto ai qaedisti di Jabbat Al Nusra (lÕorganizzazione che ha preteso una fetta del riscatto per consentire il passaggio delle due volontarie verso la liberazione nel territorio da essa controllato) abbia rimproverato alla concorrenza di aver lasciato libere le Òcrociate italianeÓ. Ma quanto a cause lontane, ne ho qualcuna da suggerire: Raif Badawi, un coraggioso blogger saudita che intervenuto sul rapporto tra Islam e modernit stato condannato a dieci anni di prigione e mille frustate, inflitte in pubblico a rate di 50 ogni venerd. Certo, il divieto alle donne di guidare in Arabia Saudita o la permanenza nel braccio della morte di un carcere della pakistana cristiana Asia Bibi, la distruzione di villaggi in Nigeria o lÕaccoltellamento di un imam bosniaco che dissuadeva dallÕandare in Siria non sono cause adrenaliniche. Sono davvero felice siano libere e vive, e a loro due, avendo saputo qualche dettaglio della loro prigionia, non ho proprio nulla da rimproverare: si godano il silenzio, e io comunque, affascinato pi dai peccatori che dai santi, preferisco i peccati di generosit a quelli di avarizia. Ma ai profeti del buonismo, alle istituzioni della correttezza politica, alle banalit da talk show, alla melassa dellÕipocrisia dico una cosa: adesso che ci state ripensando, adesso che forse non si deve offendere le fedi, adesso che forse tra le matite si fatta pi grossa quella rossa dei limiti, adesso che non siamo pi completamente Charlie, adesso non fateci passare tutti per Vanessa e Greta. di Toni Capuozzo* Il carnevale italiano iniziato un poÕ prima della fine del mese. Il tema di giornata la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Non occorre mettersi la maschera dei buonisti, per essere sollevati dalla loro liberazione, per esserne felici, per gioire del fatto che i coltelli degli sgozzatori sono rimasti inutilizzati, stavolta. Non occorre indossare la maschera dei duri ed inflessibili, per ragionareÊ sulla loro ingenuit, e sulla ambiguit di quel volontariato. N serve mettere la maschera dei taccagni, o dei ragionieri di Stato per dire che dodici milioni di dollari (o la met, non importa) vanno a ingrassare le fila del terrorismo, e avrebbero potuto essere spesi altrimenti: potevamo avere loro vive senza pagare ? No. Abbiamo pagato sempre, tranne per i colleghi di Quattrocchi e per Enzo Baldoni. Mi dicessero che dobbiamo pagare adesso per padre Paolo DallÕOglio o per Giovanni Lo Porto, direi: subito, ridateceli. EÕ vero: in Italia lÕanonima sequestri stata sconfitta dal blocco dei beni dei sequestrati, ma cÕ una differenza tra i criminali e i terroristi. La differenza, a volerla tradurre nel modo pi brutale, tra il brandello di orecchio di Faruk Kassam, e la gola recisa di James Foley, e di tanti altri. EÕ vero: si potrebbe fare come il Giappone con i suoi sequestrati in Iraq. Lo Stato paga e lÕinteressato si indebita, restituisce un poÕ alla volta i soldi alla comunit. Mi si dice: lÕAustria, alle due ragazzine che avevano raggiunto la jihad, sono rimaste incinte e vogliono tornare ha casa, ha detto: fatti vostri. Qui invece abbiamo due ragazze che non sono andate a combattere, ma ad aiutare. E qui entriamo in un terreno ambiguo, termine che stride con la solidariet, lÕaltruismo, il farsi carico delle tragedie del mondo e delle persone. Perch un conto lÕingenuit, la sottovalutazione del rischio, il protagonismo, tutte cose che sono presenti anche nel giornalismo di noi inviati, nel migliore dei casi convinti che il nostro racconto salver il mondo. Altro conto la confusione. E la missione di Greta e Vanessa era piuttosto confusa: aiuti sanitari, acqua e medicine, s. Ma attraverso chi? Attraverso il gruppo Ahrar al Sham (il movimento islamico degli uomini liberi del Levante), salafita. Nel piccolo mondo che ha preso a cuore la rivolta siriana contro il dittatore Assad, prima che venisse seque- * Per gentile concessione dellÕAutore 5 Per parlare di storia del Baradll assolutamente dovuto un commento di Cesare Di Dato per 5 anni direttore della nostra testata. Ecco il suo pensiero. di Cesare Di Dato Ho letto l' ÓamarcordÓ di Capriotti sulle vicende del BARADéLL. Con il suo stile sobrio ci faÕ ripercorrere l'iter formativo del BARADéLL, dai tempi eroici iniziali all'attuale forma che colloca la rivista nei primi posti tra tutte le pubblicazioni alpine. Non un'esagerazione. Infatti l'essenza di una pubblicazione risiede in due dei nostri sensi: la vista e l'intelletto che senso non ma ci che fa dell'uomo un essere speciale, anche se non sempre positivo. Aggiungerei anche il tatto perch piacevole tenere in mano quei fogli patinati, aprirli, quasi accarezzarli. Poich la nostra rivista soddisfa questi requisiti, il gioco fatto; oggi la lettura del giornale piacevole perch varia, di ampio respiro, non limitata alla sola vita alpina. Ne sono prova le rubriche ÒInchiostro e PennaÓ che ha sostituito l' ÒIcaroÓ che chi scrive introdusse ancor prima di diventare direttore nell'intento di commentare un fatto avvenuto nel trimestre; ne scrisse una sessantina lasciando spazio Dopo aver pubblicato una infinit di articoli inerenti il variegato mondo alpino, giusto Gildo Perdonati anche a ottime penne (alpine e per scrivere) quali Gregori, Gaffuri, Maero, Gobbi, Enrico Bianchi. E ancora, ÒValli, strade e sentieriÓ, varato dal nuovo direttore Achille Gregori, stimolo per passeggiate e per visite a luoghi forse non conosciuti, nonch la ÒPagina verdeÓ in quarta di copertina dove la storia diventa racconto. Il tutto condito da ÒFattiÉcol Cappello AlpinoÓ. Insomma la redazione dei primi tempi, della quale fu colonna portante Ninetto Capriotti, quella per intenderci che poco mancava che vedesse gli addetti ai lavori con la visiera scura sulla fronte, le mezze maniche e la matita appoggiata all'orecchio stile anni Venti, stata sostituita da un gruppo di persone di alto livello che hanno collaborato con me e fra loro con disinteressata dedizione al solo scopo di Òfare, sapere e far sapereÓ. Nei cinque anni della mia direzione ho visto entrare firme di giornalisti di fama quali Gobbi, Pizzul, Marino e, ultimamente, Gian Gaspare Basile ben noto a tutti i lettori de L'ALPINO. N sono mancati nomi di prestigio quali Cenci, Vicentini, Vidulich, Lavizzari, grazie ad Aldo che il ÒBaradellÓ parli di se stesso e questo per due validi motivi. Il primo intende festeggiare i 40 anni di presenza nella vita sezionale, essendo stato pubblicato il primo numero nel mese di febbraio del 1975. Il secondo vuole ricordare che ad aprile dellÕanno scorso, durante il 18¡ CISA (Convegno itinerante della stampa alpina) svoltosi a Marostica, presenti il presidente nazionale Favero, autorit civili, militari e i rappresentanti di tutti i giornali delle sezioni e dei gruppi ANA, stato assegnato al nostro periodico ÒBaradellÓ un attestato che riconosce e premia il valore dei contenuti degli articoli sui vari aspetti della vita associativa, lÕ impaginazione e lÕ ottimo aspetto grafico. Per questo riconoscimento che un giusto compenso morale e premia tanto impegno e lavoro proficuo, grande stata la soddisfazione per il direttore Achille Gregori, per i redattori e per i soci comaschi che stanno apprezzando sempre di pi il nostro giornale, anche per i suoi costanti miglioramenti. Le migliorie si sono realizzate via via negli anni per il progredire della tecnica di stampa Cesare Di Dato Maero che li ha É precettati. Nella penombra, ma sempre ben presenti, i due editori nelle persone dei presidenti di sezione, anch'essi ottimi articolisti, prima Gregori e poi Gaffuri.. Ul Baradell l' bell! E' appagante poterlo dire sapendo di essere nel giusto. (* Òmi ricordoÓ espresso in lingua emiliana) ma, soprattutto, grazie ai soci che nelle varie epoche, con dedizione, si sono avvicendati nella sua compilazione e pubblicazione, fautori del suo sviluppo. Meritano di essere ricordati. Con loro i vari gruppi che, negli anni, hanno dato un sostegno morale, pratico e finanziario. Possiamo dire che la nascita del ÒBaradellÓ fu un poÕ una avventura. Vediamo come avvenne. Nei primi anni Õ70 alcuni consiglieri e soci valutarono la possibilit che anche a Como venisse pubblicato un periodico alpino da affiancare al mensile nazionale ÒLÕAlpinoÓ, per riportare notizie ed informazioni locali, come gi avveniva in altre sezioni. Questi ragionamenti trovavano sempre due ostacoli che sembravano insormontabili. Primo ostacolo: non trovare soci disposti a farsi carico dellÕ impegno per la preparazione degli articoli. Secondo ostacolo, forse il pi arduo da superare: il consistente onere finanziario per coprire i costi di stampa, in relazione alla scarsit di fondi del bilancio sezionale di quellÕ epoca. (continua a pag. 6-7) 6 (dalla pagina precedente) Arcangelo Capriotti Finalmente, dopo aver fatto un poÕ di conti, sul finire del 1974, con lÕapprovazione del presidente Cornelio e del consiglio direttivo, il segretario Giuseppe Bernacchi, lÕaddetto stampa Gildo Perdonati, il consigliere nonch capogruppo di Rovellasca Giuseppe Campi e pochi altri, prepararono i primi articoli, trovando la collaborazione e lÕ aiuto concreto di Marzio Botta, il titolare della tipografia New Press, che ci venne incontro inizialmente con costi contenuti, ed essendo giornalista, figur come direttore responsabile, lasciando sempre alla redazione la libert e la scelta degli articoli da pubblicare. Fu cos che nel mese di febbraio 1975 usc il primo numero di 8 pagine, un poÕ disadorno e su carta scadente. Gli articoli scritti a macchina, qualcuno anche a penna, furono portati alla tipografia, dove un addetto li ribatteva, trasformandoli in testi per la stampa. NellÕanno furono pubblicati altri tre numeri di 4 pagine, con un poÕ di pubblicit per coprire una parte dei costi. Cos avvenne anche per i primi due numeri del 1976. Poi, durante lÕanno, entrarono nella redazione i soci Luigino Gallo, Luigi Brambilla ed Arcangelo Capriotti (il sottoscritto) che, preparato il n. 4, riuscirono a rendere il ÒBaradellÓ un trimestrale regolare, con invio ai soci in abbonamento postale. Al contrario, i primi numeri erano stati consegnati a pacchetti ai gruppi per la distribuzione manuale ai rispettivi soci. Questi primi redattori impostarono il ÒBaradellÓ con le cronache della sezione e dei gruppi, alcune rievocazioni storiche, calendari delle manifestazioni, segnalazioni, anagrafe, decidendo di evitare la pubblicit, per non svilire il giornale e vista anche la possibilit di coprire i costi con le oblazioni di soci e gruppi, provvedendo con regolarit a numeri di 4 o 8 pagine. Nel 1980 incominci a frequentare la sede un ÒbociaÓ di nome Achille Gregori che si offr subito come collaboratore, divenendo presto uno dei pilastri del ÒBaradellÓ. Fino a questo momento gli articoli, scritti a macchina o a penna, portati in tipografia, venivano preparati per la stampa e collocati dai compositori nelle varie pagine, secondo gli spazi disponibili, ma non in un modo consono, per cui dal 1981 Capriotti e Gregori prepararono con gli articoli anche il cosiddetto menab, con la loro disposizione sulle 8 pagine, in base allÕimportanza dei testi. Il giornale, sempre di 8 pagine, incominci a prendere un aspetto pi gradevole e, soprattutto, un miglioramento dei contenuti degli articoli, con anche delle caricature, disegnate dal bravissimo Gregori, il tutto con lÕ approvazione del presidente Mario Ostinelli. Avvennero avvicendamenti nella redazione e, tra i collaboratori, entrarono i soci Emilio Bianchi, Carlo Pagani, Franco Stampa e il generale Aldo Rasero. Nel 1986 iniziarono a scrivere per il ÒBaradellÓ i soci Luigi Mario Belloni, Aldo Rampoldi e un altro ÒbociaÓ, di nome Enrico Gaffuri, con riflessioni sui valori alpini ed associativi. Gregori incominci a presentare la nascita e crescita del nucleo di Protezione Civile e Capriotti inizi la stesura della storia della sezione, presentata su ogni numero. Furono anni con articoli sui valori alpini, riflessioni sui cambiamenti della societ e sulle incerte prospettive future delle truppe alpine e della nostra associazione. Era il tempo dei raid alpinistici puntualmente riportati. Si fecero alcuni numeri speciali pubblicati in occasione di importanti anniversari. Negli anni Õ90 fu dato spazio allÕ addestramento e primi interventi del nucleo di Protezione Civile, come i lavori sotto il Baradello nel Parco delle Rimembranze. Si propose il generale Cesare Di Dato con interessanti articoli, seguito dai soci Raimondo Beretta, Zola Genazzini e i ricordi di Vittorio Cattaneo. Questo, in aggiunta alle cronache dei raduni e delle attivit dei gruppi. Essendo ormai alle porte le nuove tecnologie informatiche, nel 1993 entr in redazione il socio Tiziano Tavecchio, di professione grafico. Gli articoli incominciarono ad essere scritti col computer, trasferiti su dischetto e portati in tipografia con una videoimpagina- zione del giornale, migliorando ulteriormente i contenuti e la grafica. Nel 1995 il generale Di Dato fu nominato direttore del giornale nazionale ÒLÕAlpinoÓ, ma continu lodevolmente a collaborare con il ÒBaradellÓ. Negli anni seguenti, per meglio evidenziare le cronache dei raduni e le notizie delle attivit dei gruppi, fu introdotta la rubrica ÒFatti Écol cappello alpinoÓ su varie pagine delle 8 che formavano sempre il ÒBaradellÓ. Fu dato risalto alla costruzione dellÕ asilo a Rossosch e alla sua inaugurazione, con il viaggio in camper, operazione ÒIcaroÓ condotta da Di Dato, le nascite di nuovi gruppi, inaugurazioni di sedi, lÕintervento per lÕalluvione in Piemonte, la visita del papa a Como, lÕassegnazione dellÕ ÒAbbondino dÕoroÓ da parte dellÕ amministrazione comasca ed articoli di personalit alpine. Nel 1999 fu eletto presidente Achille Gregori che, in aggiunta a questo gravoso incarico, continu a far parte del cosiddetto zoccolo duro della redazione, assieme ad Enrico Gaffuri. Nel 2000, in occasione dellÕ 80¡ della sezione, il secondo numero fu pubblicato con caratteristiche speciali su carta patinata e foto a colori, dando il via ad ulteriori miglioramenti nei successivi primi anni del nuovo millennio, grazie anche allÕ inizio della collaborazione del socio Aldo Maero e ai contributi di Mos Frighi e Luigi Mario Belloni. Lasciata la vecchia sede di piazza Roma, passammo nella nuova e pi accogliente sede di via Zezio, con inizio del sito della sezione consultabile via Internet e sul ÒBaradellÓ sempre pi cronache dei gruppi, riflessioni, storia della sezione a puntate, attivit dei volontari di protezione civile, notizie sportive, oblazioni, anagrafe e tanto altro. Il 2005 vide, nella ricorrenza dellÕ 85¡ della sezione, un altro numero speciale di 12 pagine su carta patinata, con foto a colori, pi un inserto di 4 pagine con grandi fotografie. Fino a qui abbiamo parlato dei contenuti e dei fautori del ÒBaradellÓ, ma vediamo ora di rievocare brevemente come faceva, una volta stampato, ad arrivare ai soci. 7 Achille Gregori Abbiamo visto che dal n. 4 del 1976 fu instaurata la spedizione con abbonamento postale, una procedura che richiedeva costi abbastanza alti. Per contenere tali costi, si decise di svolgere in proprio la preparazione per la spedizione. Cos, quattro volte lÕ anno, dal 1975 al 2004, avvenuta la pubblicazione del giornale, la tipografia ci consegnava le 7.000 copie al mattino in sede, allora in piazza Roma, al primo piano e poi al piano terreno, e nella serata successiva di marted o venerd, una quindicina di soci provvedeva ad applicare a tutte le copie le etichette adesive con nominativo ed indirizzo di ogni socio, etichette ottenute dalla sede di Milano e negli ultimi anni preparate dalla nostra segreteria. Le copie etichettate erano suddivise per localit di destinazione e legate con lo spago, un pacco per ogni paese. La mattina successiva, due soci volonterosi con auto o furgone portavano i pacchi alla posta-ferrovia per il recapito. Questa stata una attivit svolta con entusiasmo e dedizione da diversi soci e ha permesso alla sezione di risparmiare per tanti anni una cifra considerevole, arrivando cos con composizione, stampa e spedizione al 2005. E veniamo al 2006 , anno in cui il ÒBaradellÓ fece un salto di qualit con il cambio di formato e, soprattutto, un adeguamento dei contenuti alle nuove forme di comunicazione. Fino al 2005 il ÒBaradellÓ era stato stampato nel formato 30 x 43 ( tipo i quotidiani) su carta mediocre dalla tipografia New Press, che va ringraziata per la lunga collaborazione, in particolare il suo titolare Marzio Botta, che ricopr fin dallÕ inizio il ruolo di direttore responsabile, lasciando sempre a noi la piena libert di scelta nella stesura e composizione degli articoli. Dopo la necessaria riflessione, fu deciso di trovare un formato pi adeguato, scegliendo il 24 x 34 su carta patinata (tipo le riviste) di 16 pagine, per il momento ancora con foto in bianco e nero, impostato dal grafico Matteo Rizzi e stampato dalla tipografia Lito Offset. Trasformazione sostenuta dal presidente Gregori insieme con il Consiglio direttivo, vista la possibilit di affrontare i costi di stampa e lÕobbligo di effettuare la cellophanatura di ogni copia per la spedizione postale, il tutto grazie al positivo bilancio economico della sezione e al sostegno di molti gruppi con le loro oblazioni. Fin cos la nostra preparazione manuale per la spedizione, rimanendo ancora la consegna alla posta, svolta da allora egregiamente dal segretario Gaetano Ragona con lÕaiuto di volontari e mezzi della protezione civile. Il miglioramento fu anche determinato dal nuovo direttore, il generale Cesare Di Dato che nel frattempo aveva lasciato la direzione de ÒLÕ AlpinoÓ e dalla redazione ancora composta dagli inossidabili Capriotti, Gaffuri, Gregori e Maero. Il nuovo formato ha permesso di mantenere e perfezionare riflessioni, riferimenti allÕattualit e le rubriche di sempre ÒFattiÉcol cappello alpinoÓ, con la collaborazione dei gruppi per avere notizie precise, la storia della sezione, lÕattivit dei volontari della protezione civile, le notizie sportive e lÕinizio di nuove rubriche, come la ÒPagina verdeÓ, il tutto con una grafica molto gradevole. Seguirono ulteriori sviluppi con numeri di 20 pagine e, grazie allÕ intermediazione di Maero, lÕentrata nella redazione del socio Carlo Gobbi, giornalista della Gazzetta dello Sport, e alla collaborazione di Bruno Pizzul, noto giornalista e commentatore televisivo, del generale Tullio Viduliche dei reduci Nelson Cenci, Nilo Pes e Carlo Vicentini. Dal 2008 inizi la pubblicazione delle foto a colori, sempre su 20 pagine, con articoli ed avvenimenti importanti, quale il 90¡ della sezione e lÕaccoglienza in Duomo dellÕ urna del beato don Carlo Gnocchi. Nel 2011 stato eletto presidente Enrico Gaffuri che ha continuato a collaborare con i suoi interventi e riflessioni, il generale Di Dato ha lasciato la direzione del ÒBaradellÓ e gli subentrato il gi presidente Achille Gregori. Ancora miglioramenti ed ulteriore crescita a 24 pagine con ingresso in redazione del vicepresidente Enrico Bianchi e del consigliere Mario Ghielmetti, bravo fotografo che segue la parte fotografica e cura anche il sito internet sezionale. Cosa dire ancora ? Siamo arrivati allÕattualit ed il ÒBaradellÓ si presenta con la grande immagine di copertina, 24 o 28 pagine, ricco di articoli di attualit, reportage sui reparti militari in missioni di pace allÕ estero, rievocazioni storiche, la rubrica ÒFatti Écol cappello alpinoÓ con tante notizie dei gruppi (nel precedente numero ben 18 pagine con 30 articoli), gli incontri con le scuole, le attivit della protezione civile, le lettere dei lettori in ÒCi scrivono ÉÓ, la rubrica di interesse locale ÒValli, strade, sentieriÓ, molte foto, elenchi delle oblazioni, anagrafe, la ÒPagina verdeÓ ed altro ancora. Tutto ben leggibile, con una gradevole ed efficace grafica a colori. Il ÒBaradellÓ continua cos sulla strada dellÕinformazione, comunicazione alpina intrapresa 40 anni fa che svolge con impegno ed aperture ad ulteriori miglioramenti. Fra questi il recente ingresso tra i collaboratori di Giangaspare Basile, giornalista ed esperto storico, con una lunga professione anche nella redazione de ÒLÕ AlpinoÓ, che si affianca al direttore Achille Gregori e al comitato di redazione costituito da Enrico Bianchi, Arcangelo Capriotti, Enrico Gaffuri, Mario Ghielmetti, Carlo Gobbi ed Aldo Maero. Ed infine, a conclusione, permettetemi di dare alcuni numeri sui 40 anni del ÒBaradellÓ. Sono stati pubblicati 158 numeri, compresi alcuni numeri speciali, un totale di 1.716 pagine e complessivamente sono state spedite ai soci oltre 1.100.000 copie. Un milione e centomila copie ! Caspita!! Arcangelo Capriotti 8 Assemblea di Sezione Ripercorso il lavoro svolto preparando il novantacinquesimo <É ci troviamo per parlare delle attivit in un anno importante per la ricorrenza del novantacinquesimo di fondazione della sezione -costituita allÕindomani della nascita dellÕANA- e del centenario dellÕingresso in guerra dellÕItalia, evento dal quale nata lÕassociazioneÉ> Questo lÕesordio della relazione allÕassemblea dei delegati tenutasi lÕ8 marzo, dove il presidente Gaffuri ha rimarcato quanto ci attende nel 2015 e le attivit dellÕanno passato. LÕinizio vero e proprio stato riservato allo sport attraverso la consegna dei trofei che, secondo nuovo regolamento, ha visto il gruppo di Appiano Gentile aggiudicati i trofei Nonno Vittorio e Presidente di Sezione, dopo la quarta assegnazione, mentre ad Olgiate Comasco sono andati i trofei ritornati in competizione per le nuove sfide. Piacevole la presenza dei familiari di Pierantonio Biondi per anni addetto allo sport. Ai delegati di 107 gruppi, hanno fatto da gradevole contorno importanti personalit. Il sindaco di Como dr. Lucini, il dirigente della Prefettura dr. Venturo, i consiglieri nazionali Cordiglia e Stoppani, il direttore generale Ana Crugnola, i generali Di Dato e Romitelli e il col. Lucarelli in servizio a Milano. Nel suo saluto, il sindaco Lucini ha elogiato gli alpini per le capacit, lÕimpegno, il sostegno verso chiunque, cui si aggiunge lÕattivit culturale e didattica, delineando quanto gli alpini sanno porre in ogni settore. Il presidente ha poi ricordato i Reduci andati avanti prima di passare alla relazione. In questa ha ricordato gli eventi principali fra i quali la nascita dei due gruppi di Rodero e Turate che hanno portato una ottantina di nuovi iscritti, la mostra sul centenario della Grande Guerra e della caserma, il campo scuola tenutosi fra Griante e Villa Carlotta. Proseguendo, ha richiamato lÕattenzione sul Raduno Sezionale, il raduno in ricordo del Btg. Val dÕIntelvi, lÕAdunata di Pordenone, le ricorrenze dei gruppi, gli incontri con le scuole, le attivit di sostegno, i contributi in ogni direzione. Vicende delle quali il Baradll ha dato puntuale riscontro. Particolare il richiamo rivolto ai gruppi per le presenze alla Messa Sezionale e al Raduno di Raggruppamento tenutosi a Monza. Incontri che hanno avuto una partecipazione largamente inferiore ad aspettative e importanza. Da qui il richiamo per una maggiore presenza. Al contrario, un elogio andato ai volontari di PC anche per il trasferimento della sede, oltre che per lÕabituale impegno. Cos come per il giornale sezionale e le sette testate dei gruppi. La chiusura stata un richiamo allÕimpegno da svolgere per sopperire ai cattivi esempi che provengono da chi, al contrario, dovrebbe essere la guida. Ci con particolare riguardo ai giovani che necessitano di sani esempi. Il presidente dÕassemblea, nonch capogruppo di Maslianico Italo Colombo, ha chiamato ad esprimersi il consigliere Cordiglia. Questi riferendosi ad un paese stanco, incapace di decidere e reagire, ha ricordato i fondatori che probabilmente non ritenevano di consegnare qualche cosa di cos importante che, a quasi 100 anni, riesce ad essere punto di riferimento capace di coinvolgere LA SANTA MESSA A MILANO La Santa Messa della Sezione di Milano, officiata dal Vescovo Ausiliario S.E. Mons. Erminio De Scalzi, ormai diventata la Messa Nazionale, infatti domenica 14 dicembre ben 53 Vessilli sezionali, 297 gagliardetti e circa 2000 alpini si sono ritrovati in piazza del Duomo per partecipare alla Santa Messa, voluta nel lontano 1955 da Peppino Prisco a ricordo di tutti gli alpini andati avanti. In Piazza Duomo la resa degli onori ai Gonfaloni del Comune di Milano, della Provincia, della Regione e del Labaro Nazionale scortato dal Presidente Favero e dal Comandante delle Truppe alpine, Gen. Bonato. Tra le autorit presenti anche gli amici: Gen. Battisti, Gen. Pennino e il Col. Tesolin. chi vi appartiene in tante iniziative di valore. AnchÕegli ha ribadito la necessit dÕessere esempio verso la gente e i giovani in particolare. Il successivo dibattito si soffermato sulla posizione dei soci aggregati che, secondo Zanfrini di Albate, meritano maggiore rispetto ed evidenza anche durante le manifestazioni. Altro argomento lÕuso appropriato del cappello alpino durante la messa in chiesa, portato da Dotti di Moltrasio. Il vicepresidente Gatti ha poi fatto il punto sulla situazione lavori in Villa Carlotta, concludendo con la presentazione di un giubbino del quale si augura che tutti si dotino per il futuro, come stanno facendo gruppi della sponda lago. Commovente il saluto di Franco Arrigo, costretto per ragioni di salute a lasciare la PC, il consiglio e il coordinamento del SOS. Il presidente ha dato puntuale risposta ai quesiti, condividendo la necessit di valorizzare gli amici, problema che si sta affrontando a livello generale. Per il cappello durante le messe, ha ricordato i disposti della libretta e lÕeventuale necessit di soddisfare esigenze e richieste specifiche. Altro argomento le possibili celebrazioni del 24 maggio inizio Grande Guerra, sul quale raccomandata ai gruppi una partecipazione sobria e disponibile in particolare verso i ragazzi. Prima dellÕespressione di voto il vicepresidente vicario Frighi ricorda gli eventi del 95esimo. Raduno sezionale che si terr a Como di sabato pomeriggio per coinvolgere la popolazione e il raduno interarma che sar organizzato dagli alpini, il CISA (convegno stampa alpina) e lÕincontro del Centro Studi ANA che saranno in ottobre. La presentazione di Pietro Dassi e Silvano Marmori, candidati a sostituire Franco Arrigo e Mario Joo dimissionari, ha dato il via alla votazione che ha chiuso lÕassemblea. (agr) 9 se ne par la Madesimo, ha ospitato per la terza volta, in una bellissima giornata di sole, ÒLa lunga marciaÓ per ricordare il 72¡ anniversario della battaglia di Nikolajewka, lo ha fatto con uno schema ormai collaudato dalle quattro Sezioni ANA di Como, Colico, Lecco e Sondrio che in collaborazione con il Consorzio Turistico di Madesimo, organizzano la manifestazione. Fanfara Alto Lario in testa, i quattro Vessilli Sezionali e pi di 40 Gagliardetti, abbiamo sfilato fino alla piazza della Chiesa di San Pietro e Paolo in un paese imbandierato a festa, oltre a quelle esposte da noi vedo numerose bandiere alle finestre, nei negozi e davanti agli alberghi, segno che questa gente di montagna, notoriamente riservata, ha sangue alpino nelle vene. Mi ricordo un giorno che entrai in una baita per comperare del burro, sopra al camino in bella mostra un cappello alpino, nomi, penso a cosÕera Madesimo, che oggi conta 500 abitanti, nel 1940: un povero alpeggio dove la gente viveva di quel poco che la montagna poteva dare e mi rendo conto che venne completamente privata di tutti i giovani abili molti dei quali sono caduti pestando altra neve, in terra di Grecia e Russia. Gi: Óquatr masccÓ... - La Santa Messa celebrata da Don Piero Larmi, per noi ÒDon SergenteÓ e da Padre Alberto della Congregazione di Fatima. Al termine si proseguito in corteo fino alla localit ÒLa SorgenteÓ dove era stata allestita una rappresentazione di alcune trincee e postazioni con figuranti in divisa e armamento dÕepoca. Prima della partenza della ÒLunga MarciaÓ gli alpini hanno avuto la possibilit di visitare presso la Sala Congressi una mostra sulla Grande Guerra allestita dal Circolo C4 di Chiavenna. Alle 18,30 dal Rifugio Larici chiesi chi fosse lÕalpino in famiglia e lÕanziana signora mi guard orgogliosa e mi disse: Òquatr mascc, quatr alpiniÓ. QuestÕanno a dare maggior lustro alla celebrazione era presente anche il past-president Corrado Perona accompagnato dal Consigliere Nazionale Cesare Lavizzari. Particolarmente toccanti i loro interventi. Tra le autorit presenti, oltre a numerosi sindaci, il Consigliere Regionale Francesco Dotti e il Console di Romania George Milosan che nel suo intervento ha ricordato che a Nikolajewka cÕerano anche soldati rumeni. Belle le parole di saluto del Sindaco di Madesimo Franco Masanti che ha ricordato di essere figlio di un alpino ferito a Nikolajewka e miracolosamente tornato a baita. Per i militari in servizio i Colonnelli alpini Fabio Asso e Marco Tesolin, oltre ai comandanti di zona dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia. Dopo lÕalza Bandiera, la deposizione di una Corona alla lapide dei Caduti - guardo quella lapide e leggo i loro proseguita la fiaccolata nella neve fino alla Nostra Signora dÕEuropa allÕalpe Motta dove, sotto un cielo stellato, la tromba ha suonato il Silenzio e tutti i presenti hanno recitato la Preghiera dellÕalpino. Guardando quelle stelle ho pensato: ecco gli Alpini, ci stanno guardando e sorridono, sanno che i loro bocia non li dimenticano. Con quella marcia nella neve hanno voluto dire loro che non erano morti invano, che fino a quando sulla terra ci sar un Cappello alpino non verranno mai dimenticati! Purtroppo la domenica le condizioni meteo sono peggiorate con un vento misurato in vetta al Groppera a 160 Km/ora e quindi la prevista gara di sci delle quattro sezioni non si potuta disputare a causa degli impianti chiusi. Ma questo non ha impedito a Corrado Perona, Cesare Lavizzari, Fabio Asso e al sottoscritto di fare una sciata approfittando dei soli due impianti aperti dimostrando che ci vuole ben altro per fermare gli alpini. Aldo Maero Inaspettatamente, avvertiamo un senso di insicurezza e inquietudine. Abbiamo scoperto che diventato rischioso viaggiare in aereo, in treno e in metropolitana, perfino andare al supermercato o al cinema, frequentare ambienti affollati. La strage compiuta a Parigi nella redazione di un giornale satirico, la caccia in tutta Europa a elementi pericolosi, lÕapparato di sicurezza che protegge obiettivi sensibili anche a casa nostra, gli aeroporti sorvegliati da militari armati, tutto questo e altro ancora ci fa sentire esposti a pericoli di atti di terrorismo e ci fa temere che non sar pi tutto come prima. Cosa sta succedendo? Come potuto accadere? Si stanno confrontando (o scontrando?) Occidente e Medio Oriente, due modelli di societ contrapposti, uno fondato sulla cittadinanza politica laica, lÕaltra sulla cittadinanza religiosa dai contorni integralisti. Uno scontro evitato finch non cÕerano interferenze, ma ora una delle due parti - quella religiosa - si rivelata la pi forte e la pi radicale. E minaccia lÕOccidente facendo anche a casa nostra proseliti che si trasferiscono in Medio Oriente per partecipare a una sanguinosa lotta oscurantista. Contro i pericoli di questa disgregazione, morale, prima ancora che civile, che non risparmia gli stessi fondamenti della societ laica - primo fra tutti la libert e il rispetto della persona - vengono sollevati da pi parti inviti allÕunit (lÕultimo del neo presidente della Repubblica Mattarella) e al recupero della nostra specificit culturale e identit storica fatta di leggi e convivenza, fattori che possono far fronte, con la ragione, agli estremismi. Che non significa rifiutare lÕaltro ma adeguare le sue abitudini alle leggi del Paese che lo ospita. Se non fosse cos avremmo una moltitudine di modelli diversi e spesso contrapposti che finirebbero per snaturare la nostra stessa civilt e il costume di vita che ci siamo dati. Proprio perch siamo una societ laica abbiamo rispetto per la libert, politica e religiosa. Ma questo non significa rinunciare ad essere ci che siamo, la risultante di un immenso patrimonio culturale e civile che abbiamo ereditato attraverso i secoli. Ma ora i nostri valori fondamentali sembrano sbiaditi. Forse bisogna ricominciare dalla scuola, tornare al tempo in cui cÕera una materia che, purtroppo, non si insegna pi, ed lÕeducazione morale e civile. Materia messa da parte perch ricordava un tragico Ventennio che fu, ma che invece dovrebbe essere reinserita nei programmi scolastici sin dalle elementari, senza rinunciare alle guerre puniche e alla storia delle Piramidi. Giangaspare Basile 10 Fatti... col Cappello Alpino Inaugurata la nuova sede della Protezione Civile LÕannuale incontro con i volontari impegnati nellÕunit di Protezione Civile, tenutosi nellÕaula briefing della caserma De Cristoforis, questÕanno ha avuto particolare rilevanza. Infatti lÕincontro ha preceduto lÕinaugurazione ufficiale della nuova sede, della cui ristrutturazione si riferito in precedenza. Dopo il saluto del presidente Enrico Gaffuri, del consigliere nazionale Lorenzo Cordiglia e del coordinatore nazionale della P.C. Beppe Bonaldi, seguiti da relazioni e dibattito, volontari, alpini e autorit, si sono trasferiti nel retrostante cortile, addobbato con numerosi tricolori. Importante la presenza di alpini e gagliardetti che ha gratificato gli Òuomini in tuta giallaÓ. Il taglio del nastro, ha ufficializzato lÕinizio dellÕuso del nuovo magazzino sito nella Caserma De Cristoforis. Il colonnello Mario Pietrangeli - cui va la gratitudine della sezione per aver dato inizio alla reciproca collaborazione - insieme con la signora Barbara, compagna del colonnello Tesolin attuale comandante della struttura, ha dato una ÒsforbiciataÓ al nastro tricolore, invitando i presenti a visitare i locali. Gradita la presenza del sindaco di Como Mario Lucini accompagnato dallÕassessore Iantorno, spesso presenti alle nostre manifestazioni. Un elogio v ai volontari della P.C. per la cura con la quale hanno sistemato i locali, insieme alla cortesia con cui hanno accolto gli ospiti. Come in tutte le cerimonie, non mancata la S. Messa, celebrata nella vicina chiesa di San Giuseppe da Padre Teo, successore del nostro amato cappellano Padre Felice. Il coro alpino di Canzo ha accompagnato la celebrazione. Secondo abitudine, la serata si chiusa con la cena preparata dai cuochi della PC. Elevata la presenza di commensali. La loro vicinanza di buon auspicio per le attivit associative. (E.Bi.) Albese con Cassano Una scalata per ricordare Per un alpino, quale miglior pensiero si pu legare ad un evento importante se non la montagna. Se poi lÕevento il cinquantesimo compleanno, ecco uscire il sogno nel cassetto. Un bel biglietto aereo per il campo base dell'Everest! Quale meta migliore pu rispecchiare un sogno da alpino, per portare il gagliardetto del gruppo di Albese con Cassano al cospetto del re delle cime. Quale momento migliore per la memoria dei Veci e di chi ha incorag- giato pi volte la partenza per il tetto del mondo! A dispetto del maltempo che ha portato sciagure nella zona, la mattina del 25 ottobre Il 16 Novembre a Lurago dÕErba, presso la casermetta Porro dellÕAssociazione Carabinieri in Congedo, si tenuta la commemorazione per i caduti di Nassirija. Alla cerimonia hanno preso parte il Vessillo, scortato dal consigliere sezionale Flaminio Colombo, i gagliardetti di Lurago dÕErba, Inverigo, Lomazzo, Cosio Valtellina e il Vessillo Artiglieria da Montagna di Morbegno. Dopo lÕalzabandiera, sono seguite la deposizione della corona e lÕaccensione della fiaccola. I partecipanti si sono poi trasferiti a Monguzzo, con autocolonna di mezzi militari, per lÕinaugurazione del monumento ai Caduti di Nassirija. il gagliardetto del gruppo di Albese con Cassano e il crest della Sezione di Como, insieme al cappello del vecio, "prestato" per l'occasione dal gruppo, sono stati posti al campo base dell'Everest sul belvedere conosciuto come Kalapattar a quota 5545 mt., circondato dalla maestosa cornice dellÕEverest, Lotze, Nuptze, Pumor, il ghiacciaio del Kumbu e tutte le cime del Sagharmati che si stagliano sull'orizzonte a perdita d'occhio. Altri gagliardetti sono stati lasciati nella celebre piramide italiana del CNR voluta da Ardito Desio, organizzatore della vittoriosa spedizione al K2, posti all' interno della sala adibita a ufficio analisi, con i tanti gagliardetti di altri gruppi e sezioni. La buona sorte, la salute e il meteo hanno permesso questÕimpresa, grazie anche al capogruppo Pietro Aiani, alle famiglie, a chi ha sostenuto e spinto lÕidea, fornendo gli emblemi lasciati lass. Un voluto e dovuto pensiero speciale per i Veci andati avanti, per la loro memoria e per il rispetto dei loro insegnamenti. Roberto Speroni 11 Fatti...col NEWS 2015 Cappello Alpino Nikolajewka Ricordata la ricorrenza a Camnago Faloppio ÒÉLi ho contati, sono trentatr. Come il numero che d il titolo alla marcia degli alpini, sono ben 33 i gagliardetti presenti a questa commemorazioneÉÓ l'esordio dell'intervento del presidente di sezione Enrico Gaffuri tenuto nel corso della cerimonia organizzata dalla Zona Prealpi Ovest per il 72¡ anniversario della battaglia di Nikolajewka. Camnago Faloppio la localit prescelta per la concomitanza con il mezzo secolo di fondazione del gruppo e la ricorrenza non la sola testimonianza dell'intensa partecipazione ad una commemorazione che pur si protrae da 12 anni a turno fra i 15 gruppi della Zona. Il 17 gennaio scorso, 300 penne nere hanno sfilato accompagnate dalla Fanfara di Olgiate Comasco, insieme a 13 sindaci, al presidente provinciale nonch primo cittadino di Olgiate Comasco, Rita Livio, a numerose associazioni civili e militari in congedo, a Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale. Tanta gente non ha assistito alla sfilata causa il cattivo tempo, ma ha gremito la chiesa, per la Messa accompagnata dal Coro Valbertina di Abbiate Guazzone assistendo a momenti toccanti, dalla Òpreghiera dell'alpinoÓ alla consegna della solidariet alpina per una realt assistenziale del territorio. A 72 anni di distanza, la memoria dei Caduti di Nikolajewka non si attenua. A chi chiede perch, ha risposto nel suo intervento il sindaco di Faloppio, Eugenio Aiani: ÒNo, questa non una rievocazione sterile. Stiamo commemorando il coraggio, l'eroismo, il dolore, la sofferenza e la morte. Questa circostanza - ha aggiunto - una lezione educativa per le nuove generazioni, alle quali dobbiamo far capire i valori emersi sulle gelide nevi russeÓ. Non dovremo dimenticare mai. Conoscere il passato fa capire quanto siano belle la pace, la libert. Quanto sia importante proteggerle e conservarle. (m.ca.) ci scrivono..... Caro Direttore, mi riferisco alla cerimonia del 4 novembre a Como dove, sul piazzale del Monumento ai Caduti, stato consegnato al Presidente Gaffuri il piastrino dell'artigliere da campagna Malucello ricuperato nei pressi del campo di prigionia di Tambov in Russia. Cerimonia di profondo significato, toccante semplicit, commovente coinvolgimento per quell'atmosfera fredda e piovosa che, alla lontana, ricordava il luogo nel quale quel Soldato spirato. Come tutte quelle che negli ultimi anni l'hanno preceduta in varie parti d'Italia, stata una giornata straordinaria ove si pensi che, dopo oltre 70 anni torna nella propria citt lo Spirito di un Caduto per la Patria attraverso un oggetto, piccolo di per s, ma di elevata intensit emotiva. Esso rappresenta il vero legame che ogni Soldato, a prescindere dal grado, ha con il mondo che lo circonda; l'oggetto pi intimo della sua personalit, pi di un documento, di una foto. Quando un Caduto ne privo egli destinato alla schiera dei Caduti senza nome, Ònoti solo a DioÓ come scritto a Redipuglia. Possa, quello Spirito, aleggiare su di noi in un clima di pace e di serenit Cordialmente, Cesare Di Dato. Caro Cesare, come sempre le tue parole riescono a descrivere il valore della memoria, il rispetto e la gratitudine che un alpino sente nei confronti di chi ha sacrificato la vita per la Patria. La cerimonia tenuta al Monumento ai Caduti ha avuto un seguito del quale si riferisce. Giusto tributo a Malucello e a Pellegrini, dei quali rimane il ricordo nel pezzo di metallo che ora le famiglie possono vedere per ricordare meglio i loro cari. Questi modi di ricordare, dovrebbero essere estesi ai ragazzi, affinch conoscano quanto valore pu racchiudere un semplice oggetto appartenuto ad un uomo che parte della nostra storia. Ben vengano queste cerimonie É Òper non dimenticareÓ Lenno ricorda la battaglia di Nikolajewka 12 Fatti... col Cappello Alpino UN NUOVO NOME SUL MONUMENTO AI CADUTI Commemorato il caporal maggiore Martino Longhi Disperso in Russia Caduti e Dispersi. LÕimpegno del gruppo di continuare ad aggiungere sul monumento altri nomi, per rendere "Memoria" agli albatesi che non sono tornati morendo in guerra. RICORDO DELLA GRANDE GUERRA Buscemi, padre di Luca alpino in armi, cha da anni lavora con assiduit per il gruppo e Samuele Brambilla figlio di Marco inserito nellÕ Unit di Protezione Civile, sono diventati ufficialmente soci aiutanti. Il Coro alpino di Fino Mornasco, diretto da Davide Benzoni, ha accompagnato la serata. S. MESSA AL CARCERE DEL BASSONE Il 22 dicembre, presso la casa circondariale al Bassone, stata celebrata dal vescovo Mons. Coletti la messa di Natale. Oltre agli alpini del gruppo albatese, abituali collaboratori in varie attivit di sostegno agli ospiti, erano presenti il sindaco Lucini con numerosi consiglieri comunali, i consiglieri regionali Gaffuri e Pizzul, rappresentanti di associazioni che affiancano la struttura. La direttrice ha ringraziato tutti e in particolare gli alpini, per aver dato il senso del Natale ai detenuti. Il 9 Novembre stato ricordato il caporal maggiore Martino Longhi (classe 1912 disperso in Russia), pap delle signore Lorenza -madrina del gruppo- ed Olimpia. Don Antonio Fraquelli ha celebrato la S. Messa che ha dato il via alla commemorazione del 4 Novembre. é seguito il corteo verso il Monumento ai Caduti, dove stata scoperta la nuova epigrafe a ricordo di Martino Longhi, disperso nella campagna di Russia. Le figlie non hanno mai saputo dove loro padre mor. Le sole informazioni, sono venute da un commilitone di Brescia il quale, dopo la guerra, fece visita alla famiglia raccontando che Martino cadde durante la ritirata, implorando i compagni di proseguire nella loro marcia. Di Martino rimasta una lettera contenente un crostino di pane nero. Chiedeva alla moglie Ines di inviargli delle immagini sacre, perch nella zona in cui si trovava i contadini erano desiderosi di avere icone, in cambio di un pezzo di pane o qualche patata. Dopo la benedizione dellÕiscrizione, sono seguiti gli Onori ai Caduti e i discorsi del capogruppo Massimo Ricetti, del vicesindaco di Como dr.sa Silvia Magni e di Flavio Pedretti rappresentante della sezione. Fra i presenti, Domenico Pisani, luogotenente dei Carabinieri di Albate, il vice comandante delle guardie carcerarie del Bassone e il Corpo Musicale Albatese che ha accompagnato la manifestazione. La nuova iscrizione, la continuazione della doverosa volont di memoria per ricordare CONCERTO DI NATALE Folta affluenza, venerd 30 ottobre, per la serata ÒLaÊ Grande Guerra: centÕ anni di Memoria sul territorioÓ, organizzata dal gruppo in occasione del centenario dellÕinizio della guerra. Argomento principale la tesi di laurea della dott.ssa Claudia Rossi. Questa, studia lÔelaborazione del lutto collettivo, la celebrazione della Memoria avvenuta negli anni successivi alla Grande Guerra e la costruzione dei monumenti ai Caduti dei nostri paesi. La tesi studia evoluzione e inserimento nello spazio urbano delle nostre citt della ÒMemoriaÓ in loro onore. La Dott.ssa Rossi ha scelto di approfondire come il fenomeno si sia sviluppato nella citt di Como. Questo lavoro, scoperto casualmente durante la mostra allestita in Caserma a cura della sezione,Ê ha indotto gli alpini a presentarlo, attraverso un incontro pubblico offerto agli albatesi e non solo. Si sono potute scoprire le ragioni che hanno spinto la neo dr.sa a stendere la sua bellissima tesi basata sul fenomeno sociale nato alla fine della Grande Guerra. Per meglio comprendere il significato, sono stati mostrati i luoghi della Memoria sparsi a Como e nei quartieri esterni fra i quali Albate. I monumenti rappresentano il Ricordo e la Memoria di chi non tornato alle proprie famiglie . Costituiscono il monito dei lutti e il ÒSacrificioÓ di tanti giovani per la necessaria riflessione affinch i conflitti non abbiano a ripetersi. Conclusione dedicata al gruppo. Angelo Fra le molte attivit natalizie, il 13 dicembre presso la chiesa di S. Antonino si tenuto il concerto di Natale. Oltre a ricordare il Natale, lÕincontro ha dato inizio alle celebrazioni del 120esimo del Corpo Musicale Albatese e gli 85 anni di fondazione del gruppo, nonch il quarantesimo di ricostituzione che ricorreranno nel 2015. Molto apprezzata dal pubblico presente lÕesecuzione della banda, assortita in vari stili, dallÕoperistico al jazz. é seguita lÕesibizione del Coro Monte Colmenacco di Nesso, sempre vicino agli alpini. Anche i cantori, diretti da Moreno Pertusini, hanno riscosso un meritato successo grazie alle conosciute capacit e la variet del repertorio. Il folto pubblico, ha espresso gratitudine agli alpini per aver ricevuto un regalo in preparazione del Natale. IL CUORE ALPINO PER COMOCUORE Se dico agli Alpini che ho freddo scuoteranno la testaÉ.e allora continua ad aver freddo in silenzio. 31 dicembre nella magia di piazza del Duomo a Como a vendere le noci per Comocuore in compagnia degli Alpini stato emozionante. La piazza vestita di colori ci fa vivere in un sogno Silvana, Io, Franca e Imma e il dottor Ferrari , anche lui Alpino che venuto a salutarci. Tante persone si sono messe al collo il foulard di Comocuore. La piazza aveva cuori rosi e blu. Noi salvate dal vin brul offerto dagli Alpini con la tradizionale fetta di panettone ci siamo rinvigorite. Le noci portano fortuna gli alpini ancora di pi. Buon Anno a tutti! Federica Frigerio 13 Concerto di Natale in Villa Olmo Marted 17 dicembre, la Banda Baradello, secondo tradizione, ha tenuto la dodicesima edizione del Concerto di Natale nella sala di Villa Olmo. La nostra sezione e la Famiglia Comasca hanno fiancheggiato e prestato sostegno allÕiniziativa che, fin dal suo inizio, svolta in favore della Piccola Casa Ozanam, associazione che assiste i bisognosi. Gli interventi del Vicepresidente vicario, Mos Frighi, del rappresentante la Famiglia Comasca e del Presidente di Ozanam, hanno ricordato il compianto Presidente della Famiglia Comasca, Piercesare Bordoli, fautore dellÕiniziativa, recentemente scomparso. La Banda Baradello ha eseguito i pezzi seguendo un programma ricco di repertori diversi. Musica classica, operistica, di intrattenimento, leggera e ritmi moderni. Magistrale la direzione del maestro Ettore Anzani. Altrettanto gradite le esecuzioni dei solisti. La violinista prof. Magda Ughetti e il tenore Bernardo Peduzzi, alpino iscritto al gruppo di Schignano. Particolarmente apprezzato il ÒtrentatreÓ, inno degli alpini, cantato dagli alpini presen- ti.ÊA conclusione il tradizionale ÒVin BrulÓ preparato dai volontari della nostra Protezione Civile, accompagnato dallÕimmancabile panettone. AUGURI DI NATALE IN SEDE Il 19 dicembre nella sede sezionale si svolto un intrattenimento musicale per mantenere la tradizione degli auguri di natale. Simpatica serata con molte presenze e lÕimmancabile allegria. Le musiche, sono state eseguite dal complesso mandolinistico di Como. Alessandro Clerici e Nando Colombo, del gruppo di Como centro, hanno curato lo svolgersi della serata aperta a tutti i soci della sezione. Te Deum in Duomo: saluto con gli Alpini AllÕingresso, gli addetti hanno ceduto stelle di natale per sostenere la Casa Ozanam. La tradizione continua e proseguir. (mg) 14 Fatti... col 15 Fatti... col Cappello Alpino Secondo consuetudine, riportiamo le immagini di quanto svolto nei gruppi per lo scorso Natale. Presepi, attivit, iniziative curiose, il tutto per intrattenere associati e popolazione. Non solo per fare festa, ma per essere ancora pi vicino alla gente nel periodo che unisce maggiormente gli alpini con i propri concittadini in grandi e piccoli centri. Pubblichiamo con piacere il materiale pervenuto. Sappiamo che altri gruppi hanno allestito presepi e svolto iniziative di cui, purtroppo, non abbiamo avuto informazione, perci non possiamo inserire. Cappello Alpino LURAGO DÕERBA SORMANO MARIANO COMENSE MONTE OLIMPINO PROTEZIONE CIVILE UGGIATE TREVANO MOLTRASIO LAMBRUGO PELLIO INTELVI CAGLIO REZZAGO S. MARIA REZZONICO PONTE LAMBRO 16 Fatti... col Cappello Alpino Un detto popolare definisce Camnago Faloppio Òil paese dei tre soliÓ. Uno di questi ÒsoliÓ lo ha preso in prestito il Capo Gruppo degli alpini per la celebrazione dei 50 anni di fondazione. Domenica 16 novembre, infatti splendeva un bel sole e Francesco Valsecchi ha potuto festeggiare con gli alpini del suo gruppo e quelli della zona Prealpi Ovest, il 50¡ di fondazione del gruppo e i suoi 50 anni da capo gruppo. Festeggiamenti che proseguiranno nel 2015 con la celebrazione di Nikolajewka e il clou, con gli altri gruppi gemelli di Gaggino, Ronago e Uggiate Trevano, il 19 Luglio 2015 con la manifestazione definita Cinquanta per 4 che si terr a Uggiate. Semplice la cerimonia di incontro tenutasi presso la sede di Camnago. Presenti: il Vicepresidente Enrico Bianchi di scorta al Vessillo sezionale, insieme con i consiglieri Silvano Miglioretto, responsabile di zona, e Mario Ghielmetti. Inizio con Alzabandiera e interventi delle autorit. Quindi sfilata per le vie del paese, accompagnata dalla Banda S. Cecilia di Uggiate Trevano. Chiusura con Onori e deposizione di corona al monumento ai Caduti, Santa Messa celebrata dallÕex parroco, artigliere alpino, Don Giuseppe Corti e immancabile rinfresco per i partecipanti. Abituale cerimonia per ricordare la fondazione del gruppo, questa volta il novantaduesimo compleanno. Calorosa la partecipazione della popolazione e, in particolare, dei bambini delle scuola materna ed elementare che sfoggiavano orgogliosi la pettorina del gruppo e degli amici del Corpo Musicale di Caslino. LÕincontro ha mantenuto il consueto rituale con apertura al monumento per lÕonore ai Caduti, la sfilata lungo le vie del paese e chiusura al parco degli alpini dove, nel 1972, fu costruito un monumento in onore degli alpini caslinesi andati avanti, collocato accanto alla baita, sede del gruppo. Qui la celebrazione con gli interventi del capogruppo Giuliano Vanossi, del Sindaco Marcello Pontiggia e del consigliere delegato di zona Maurizio Invernizzi. Per la comunit caslinese il gruppo alpini rappresenta una certezza di salvaguardia e sostegno del territorio, impegno svolto a favore della cittadinanza e di chi ha necessit, come la recente collaborazione con una onlus dedita ai disabili del territorio erbese. LÕincontro di anno in anno rinnova un impegno in favore della comunit locale. Questa volta cÕ stata la pulizia del torrente Piot, la bonifica delle falde montane dietro la baita, oltre alla manutenzione dellÕintera area del parco. (g.va) Cavallasca con le scuole La ricorrenza del centenario dellÕinizio della Grande Guerra ha spinto gli alpini di Cavallasca allÕincontro con la locale scuola. Il 5 Febbraio, hanno incontrato i ragazzi di quarta e quinta della primaria per parlare delle penne nere e della prima guerra mondiale. Carlo Pedraglio, alpino e ex insegnante, ha tenuto una lezione sugli eventi della Grande Guerra. Il 22 febbraio, presso la sala consiliare di San Fermo, si aperta la mostra ÒGli alpini e la guerra 1914-1918Ó realizzata con il contributo degli assessorati alla cultura e delle biblioteche dei comuni di Cavallasca e San Fermo, oltre allÕlÕAssociazione Nazionale Volontari di Guerra, che ha fornito cimeli e documenti di rara importanza. Gli alunni della secondaria Marie Curie di San Fermo, per lÕinaugurazione hanno allestito uno spettacolo liberamente tratto dal romanzo ÒPer lÕImperatore e per il ReÓ di Maurizio Casarola. Gli alpini del gruppo di Capiago Intimiano e Senna Comasco, sabato 4 e domenica 5 ottobre hanno collaborato con UNICEF allÕiniziativa nazionale destinata alla raccolta di fondi per i diritti dei bambini, attraverso la vendita di tazze. é stata unÕesperienza positiva, anche per il sicuro risultato e la destinazione che sar data a quanto raccolto. Alleviare le pene di bambini un piacere per tutti, in particolare per gli alpini, sempre disposti ad aiutare chi ha delle necessit. 17 Fatti... col Cappello Alpino Agosto 1914: inizia il massacro di Emiliano Comaschi Il gruppo di Fenegr, sotto la direzione del capogruppo Guffanti, ha iniziato la rievocazione della Prima Guerra mondiale il 15 novembre u.s. presso l'Auditorium delle Scuole medie, con una conferenza del nostro socio Cesare Di Dato sul tema: <La fine di quattro Imperi e il trionfo della democrazia>. Presenza di pubblico soddisfacente, malgrado il nubifragio che si abbattuto nella serata su Como e sulle campagne adiacenti nelle quali giace Fenegr, sita, come dice il nome (Finis Agrorum: termine della campagna per i Romani) al limite tra la pianura e le prime ondulazioni delle Prealpi. Tra gli intervenuti il vice presidente della Scuola Frigerio, la signora Sassi Assessore provinciale, il Sindaco Canobbio, il sindaco di Appiano Gentile, nonch alpino, Pagani, il vice presidente vicario della sezione Frighi, il prof. Mascetti, storico di Olgiate, il dott. Clerici del Lyons di Monticello, il dott. Trotti curatore del Museo della Guerra Bianca. Filo conduttore, i motivi che hanno portato allo scoppio di quella che fu ritenuta la pi grande conflagrazione mai abbattutasi sul pianeta, superata, peraltro, dalla seconda guerra mondiale in fatto di massacri, devastazioni e aree investite. Il relatore ha sottolineato come i due colpi di pistola sparati dal terrorista Gavrilo Princip a Sarajevo contro l'Arciduca Francesco Ferdinando e la consorte Sofia, rappresentano la sentenza di morte per sette milioni di militari e per cinque milioni di civili. Sostenuto da quattro DVD di alto livello selezionati da Christian Berlusconi, giovane cinefilo, il relatore ha parlato delle operazioni belliche iniziali descrivendo le battaglie di agosto - settembre della Marna in Francia e di Tannenberg oggi in Polonia. Senza voler apparire cinici si pu affermare che i tedeschi attuarono due capolavori dell'arte militare anche se la resistenza dei francesi e la potenza dei russi negarono loro il successo finale. Poi la guerra a novembre divenne quell'orribile guerra di trincea che, anche sul fronte italiano, avrebbe inchiodato per anni gli eserciti contrapposti. Di Dato ha anche citato i luoghi della ÒnostraÓ guerra, legando ad essi i nomi dei fenegrolesi che vi combatterono, tra cui Giuseppe Uboldi, medaglia di bronzo, caduto il settimo giorno di guerra. Tremezzo ricorda Teresio Olivelli Cerimonia nel 70° della morte Domenica 11 Gennaio ha avuto luogo a Tremezzo la commemorazione di Teresio Olivelli, il Beato dalla Penna Nera. Ricordo effettuato su iniziativa della Parrocchia, dellÕAnpi, del Comune, del gruppo alpini e delle altre associazioni locali. Folta la presenza degli alpini che hanno accompagnato tutte le fasi della cerimonia. Funzione religiosa nella chiesa di San Lorenzo, commemorazione ufficiale a lato della chiesa accanto al busto che ricorda il Beato. QuestÕanno la ricorrenza stata particolarmente sentita per il 70¡ della morte avvenuta il 17 gennaio 1945. Pronto lÕappuntamento per il prossimo anno che coincider anche con il centenario della nascita, avvenuta a Bellagio il 7 Gennaio 1916. (mg) I gruppi della Valle Intelvi da anni lavorano insieme ponendosi obiettivi importanti, attraverso iniziative di ogni genere. Per ricordare il Natale, si sono impegnati con attivit locali, conclusesi con una serata benefica a San Fedele. Finalit dellÕiniziativa, il sostegno alla Cooperativa Azalea Onlus Tremezzina, organizzazione di assistenza ad inabili di ogni genere, che opera nel territorio del medio lago. LÕimpegno dei gruppi ha portato ad una importante raccolta di fondi da destinare allÕattivit assistenziale. Nella serata in cui i rappresentanti dei gruppi della valle si sono riuniti e stretti intorno agli operatori della cooperativa, Agostino Peduzzi consigliere sezionale responsabile di zona, ha consegnato a nome di tutti i gruppi, lÕimportante contributo di 7.000 euro messi insieme nelle attivit precedenti e nella serata stessa. Un ulteriore atto di generosit che segue i precedenti nei quali i gruppi della Valle si sono sempre distinti. Complimenti perci agli alpini intelvesi per tanta capacit e per il sostegno ad una organizzazione cos benefica. Segno di solidariet e spirito alpino. 18 Fatti... col Cappello Alpino GLI ALPINI RICORDANO IL 4 NOVEMBRE Molti gruppi hanno impostato cerimonie per ricordare il 4 novembre. Abbiamo ritenuto di unificare la descrizione del loro impegno in un unico spazio, per rimarcare lÕimportanza del lavoro finalizzato alla memoria e al coinvolgimento degli studenti, primi destinatari del nostro motto Òper non dimenticareÓ. Riportiamo le cronache relative a gruppi che ci hanno trasmesso notizie inerenti le celebrazioni effettuate nelle loro localit. OLGIATE COMASCO LÕ Amministrazione comunale, con in testa il Sindaco Prof. Maria Rita Livio, ha coinvolto gli studenti delle scuole Olgiatesi, delegando lÕorganizzazione della cerimonia agli alpini che sono particolarmente impegnati al fianco degli studenti. Purtroppo la pioggia ha impedito lo svolgersi dellÕ intero programma, riducendolo ad una piccola sfilata e allÕalzabandiera, spostando la cerimonia allÕauditorium del Medio Evo. Presenti Autorit civili e militari, Vessillo sezionale con il vicepresidente Mos Frighi, Medagliere Combattenti e Reduci con il Presidente Ernesto Maltecca, Insegne delle associazioni dÕ Arma, Associazioni locali , la Fanfara Alpina di Olgiate, studenti con i loro insegnanti. Il Sindaco prof.sa Livio ha ripercorso la tragedia della prima guerra mondiale sottolineando il sacrificio di una intera generazione che ha costruito lÕItalia che oggi conosciamo. Ha poi esortato i ragazzi a non dimenticare, invitando i non italiani ad imparare la storia del paese che li ospita nel quale cresceranno diventandone cittadini. Ernesto Maltecca, presidente della Combattenti, ha ricordato il padre prigioniero dagli Austro-Ungarici, mostrandone la Croce di Cavaliere di Vittorio Veneto. Rivolgendosi agli studenti ha dichiarato <vi abbiamo consegnato unÕ Italia libera, democratica, aperta al progresso. Benefici conquistati ad altissimo prezzo e voi dovete difenderli >. é seguita la lettura del Bollettino del 4 novembre, dichiarazione del termine del conflitto, effettuata da Pietro Dassi. Successivamente Mos Frighi ha letto una tra le tantissime lettere dal fronte per ricordare i sacrifici patiti dai soldati, invitando i ragazzi ad essere vigili, perch la storia insegna che le guerre non vedono mai vincitori. Una delegazione composta da Autorit Civili, Militari e Associative, ha chiuso la celebrazione con il doveroso omaggio ai Caduti Olgiatesi. (M.F.) MARIANO COMENSE i valori della pace, della solidariet e la necessit di praticarli per evitare tragedie come la Grande Guerra. Ha anche ricordato i militari impegnati allÕestero ed i due Mar. Nella Santa Messa don Stefano Dolci, ha esortato ad essere buoni cittadini e cristiani in onore di chi ha dato la vita per la Patria. Marted 4, tradizionale celebrazione con gli alunni dellÕistituto comprensivo. Nella palestra della scuola si sono riunite le 9 classi della secondaria Aldo Moro, le quarte e quinte della primaria Roberto Lepetit e della primaria Santa Chiara. Quasi 400 alunni. Presenti i sindaci di Ponte Lambro, Castelmarte e Caslino dÕErba con i gonfaloni, i gruppi alpini dei tre paesi, il dirigente scolastico, nonch alpino, Riccardo Radaelli. Inizio con alzabandiera e Inno Nazionale. A seguire gli onori ai Caduti. Gli alunni hanno cantato la leggenda del Piave ed ascoltato i nomi dei caduti dei tre paesi, letti dai capigruppo degli alpini, rispondendo per ciascuno <Presente>. Il silenzio eseguito dal trombettiere ha chiuso la celebrazione. I tre sindaci hanno rimarcando lÕimportanza di ricordare il passato e studiare la storia per costruire un futuro di pace e solidariet. Emozionanti le letture di testimonianze inerenti il conflitto, le riflessioni sulla pace nel mondo e il canto Òsul cappelloÓ eseguito da alunni, alpini e preside Radaelli, il quale ha raccomandato ai ragazzi di vivere in pace e solidariet anche con il vicino di banco, applicandosi allo studio della storia. Il crest della Sezione donato al preside, ha suggellato la collaborazione tra alpini e istituto scolastico. Ammainabandiera e canto dellÕinno degli alpini hanno concluso la mattinata. (ma.br.) VILLA GUARDIA Gli alpini del gruppo hanno onorato la ricorrenza del 4 novembre al fianco degli alunni della locale scuola primaria G. Del Curto. Alpini e ragazzi hanno cantato insieme l'Inno di Mameli, ricordando successivamente alcuni eventi della Grande Guerra. Il segnale e lÕintenzione sono quelli di sempre: ricordare per guardare meglio al futuro. La celebrazione si svolta in tono ridotto causa lÕinclemenza del tempo. Presenti, oltre ad alpini, alunni e insegnanti, il Sindaco Marchisio con il gonfalone del Comune, insieme ad una rappresentanza delle locali forze dell'ordine. Marco Colombo PONTE LAMBRO Doppia commemorazione per il 4 Novembre. Domenica 2 si tenuta la manifestazione ufficiale, iniziata con la partenza del corteo dalla lapide che ricorda i Caduti di Lezza. Presenti il Sindaco Ettore Pelucchi, amministratori comunali, gli alpini che hanno curato lÕallestimento della cerimonia e il locale Corpo Musicale. Durante il corteo, accompagnato dalla banda, sono stati resi gli Onori ai Caduti a Lezza, poi al monumento di piazza 4 Novembre ed al monumento agli Alpini. Dopo il ricordo di Roberto Lepetit e Giancarlo Puecher alle rispettive lapidi, si svolta la parte principale con Alzabandiera, onori ai Caduti, posa della corona. Quindi lettura del nome dei caduti, cui i partecipanti hanno risposto Presente. Il sindaco ha ricordato Il 4 novembre, gli alpini di Villa Guardia si sono radunati davanti al monumento per ricordare i caduti di tutte le guerre. Alla breve, ma significativa cerimonia, erano presenti il sindaco Valerio Perroni con alcuni consiglieri, circa 80 alunni delle classi 5¡ della primaria "Don Milani " accompagnati da insegnanti e dirigente. La cerimonia iniziata con lÕalzabandiera e l'Inno Nazionale cantato dai presenti. AllÕonore ai Caduti, i bambini accompagnati dal sindaco e dal capogruppo, hanno deposto la corona davanti al monumento. Quindi, i convenuti si sono riuniti nella sala consiliare per la riflessione sul significato della cerimonia. Durante l'incontro con i ragazzi, il vicepresidente sezionale Enrico Bianchi, ha presentato il reduce Pietro Bianchi e in suo onore ha letto un testo scritto dal gen. Di Dato. Poi gli interventi del sindaco e del capogruppo. Al termine, una rappresentanza di alunni ha letto alcune poesie e testi inerenti gli eventi ricordati. Successivamente, gli alpini hanno donato alcuni libri per la biblioteca scolastica. 19 Fatti... col Cappello Alpino ERBA: MOSTRA RIEVOCATIVA E CELEBRAZIONE Gli alpini di Erba sono da tempo al fianco delle scuole e del locale assessorato alla cultura, motivo per cui sono stati chiamati a impostare le celebrazioni del 4 novembre. Importante la mostra dedicata alla Grande Guerra, tenuta nella Biblioteca Comunale. Il collezionista Gianfranco Donzelli e lÕAssociazione Cime e Trincee attraverso Danilo Morel, hanno fornito quanto necessario. Donzelli ha esposto materiale inserito in teche, mentre Morel ha fornito i pannelli fotografici ritraenti localit e momenti del primo conflitto mondiale. La mostra rimasta a disposizione dei visitatori dal 24 ottobre al 13 novembre. Nei giorni di apertura e chiusura, si sono tenute le specifiche cerimonie. Molto interessate le visite delle scuole locali e dei paesi vicini. I ragazzi sono stati accompagnati da insegnanti ed alpini per la descrizione di quanto esposto. Ci servito a preparare la cerimonia del 4 novembre, alla quale hanno partecipato le terze medie e le prime liceo dei quattro istituti cittadini. La mattina di marted 4, dopo la messa celebrata nella chiesa di S. Maria Nascente sita accanto a villa Majnoni, sede del municipio e nei pressi del monumento ai Caduti, opera del Terragni posto sul colle del Licinium, sul quale, causa cattivo tempo, solo una delegazione ha provveduto a deporre la corona in Onore ai Caduti. La cerimonia principale si svolta nella sala consigliare del comune, dove ragazzi ed insegnanti hanno incontrato autorit e alpini. Qui, dopo la breve descrizione dellÕincontro, il sindaco dr.sa Marcella Tili ha ricordato la necessit della memoria, invitando i ragazzi ad approfondire i fatti storici pi drammatici per scongiurarli in futuro. La parte principale stata tenuta dal direttore del Baradll Achille Gregori, il quale, oltre a ricordare eventi e fatti della Grande Guerra, ha intrattenuto i ragazzi rendendoli partecipi attraverso letture, espressioni, risposte, opinioni su quanto presentato. Molto sentita la partecipazione degli studenti che hanno risposto con entusiasmo. Al momento del commiato hanno chiesto a gran voce di poter continuare ad approfondire le vicende legate alle persone e ai fatti bellici di alta umanit appresi nella mattinata. Alcune classi hanno successivamente iniziato lavori di gruppo sulla Grande Guerra. Lavori che presenteranno in chiusura dellÕanno scolastico. (Lu.Vi.) SORMANO - CAGLIO REZZAGO GRIANTE Gli alpini di Griante sono conosciuti in particolare per i bellissimi pannelli di fiori. Ma il gruppo sa fare tante altre cose. Fra queste intrattenere le scuole sui fatti storici. Motivo per cui il 9 novembre sono stati riuniti scolari, insegnanti e abitanti per commemorare i Caduti della Grande Guerra e degli altri conflitti. La cerimonia ha coinvolto fino in fondo gli scolari che oltre ad aver partecipato al corteo, hanno cantato lÕInno Nazionale, effettuato lÕalzabandiera e ricordato i caduti. In maniera semplice ma partecipata hanno cos ricordato, rinnovando la memoria dei ÒnonniÓ che hanno dato tutto per condurli alla vita libera di oggi. DÕaltra parte il gruppo in estate aveva supportato in modo eccellente il campo scuola, sapendo stare vicino ai ragazzi, ricordando i ÒveciÓ. PELLIO INTELVI Domenica 9 novembre, alpini e amministrazione comunale di Pellio Intelvi, insieme hanno organizzato la Cerimonia della commemorazione presso i monumenti che, in entrambe le frazioni che costituiscono il Comune, sono dedicati ai Caduti. Come ormai radicata consuetudine, alla cerimonia hanno attivamente partecipato gli alunni della Scuola Primaria, che hanno scandito e sottolineato con il canto e la lettura di brevi passi legati ad eventi della prima guerra mondiale, le fasi salienti della celebrazione. Sono loro, i piccoli e fedeli amici degli alpini che, di anno in anno pur ciclicamente rinnovandosi, danno forte segno di continuit e volont di ricordare. (ra.ad) CONCERTO DELLA BANDA BARADELLO A S. FERMO DELLA BATTAGLIA Tra i molti gruppi che hanno commemorato il 4 novembre con le scuole, ci sono anche Sormano e Caglio Rezzago. Alpini, insegnanti e alunni si sono ritrovati con le autorit dei tre Comuni: Sormano, Caglio e Rezzago, presso le scuole di Sormano. Da qui un breve corteo ha condotto i partecipanti al monumento ai Caduti per lÕalzabandiera, il canto dellÕInno dÕItalia da parte della scolaresche, gli onori ai Caduti, la deposizione e benedizione della corona. Sono seguiti gli interventi del Sindaco Sormani e del capo gruppo di Sormano Mazza. Importante e numerosa le presenza dei ragazzi e insegnanti. (m i) Per il centenario dellÕinizio della Grande Guerra, per richiamare lÕattenzione sulla tragedia voluta dagli imperi centrali e dagli interessi territoriali degli allora governanti del vecchio continente, la sezione e la Banda Baradello hanno voluto regalare alla gente un concerto particolare, tenutosi nellÕauditorium del centro sportivo di San Fermo della Battaglia. LÕincontro si svolto la sera del 4 novembre, attraverso lÕesecuzione di musiche di inizio Ô900, letture di brani sulla Grande Guerra, proiezioni di immagini e filmati dÕepoca. Gli acquazzoni scatenatisi nellÕintera giornata, hanno tenuto lontano parte del potenziale pubblico. La serata ha comunque avuto un discreto seguito e, ci che conta, uno svolgersi interessante nellÕinsieme della sua evoluzione. Molto seguite le musiche composte da marce, inni, canzoni. Fra questi la Marcia Reale, lÕInno di Montelungo, le Campane di San Giusto, la Bandiera dei Tre Colori e inni alpini. Il sindaco di San Fermo Maurizio Falsone, il presidente di Sezione Enrico Gaffuri e il presidente della Banda Giacomo Griante, hanno esternato i motivi dellÕincontro, ricordando quanto sia importante tenere vivo il senso della memoria di eventi legati al sacrificio di migliaia di innocenti vittime cadute su ogni fronte e nei propri territori di residenza, per ogni genere di causa. La serie di letture ha riportato eventi particolari e fatti vissuti da partecipi alla tragedia. Anche questÕincontro ha ribadito la volont di ricordare e non disperdere la memoria. 20 Fatti... col Cappello Alpino Colletta alimentare Sabato 29 novembre si svolta la 18esima giornata della Colletta Alimentare della quale lÕANA partner sin dalla prima edizione. La crisi che da anni ci attanaglia, non ha impedito agli italiani di dimostrare le armi vincenti: generosit e solidariet. 9.201 tonnellate di alimenti raccolti a livello nazionale. il 2 per cento pi dello scorso anno. 156 tonnellate nella nostra provincia, con incremento in linea allÕandamento nazionale. La Sezione si comportata bene. A supporto del Banco Alimentare sono stati schierati 680 volontari su 130 punti di raccolta, cui vanno aggiunti 50 volontari dellÕ Unit di Protezione Civile impegnati nella logistica. Gli oltre 700 volontari si meritano un grosso grazie per il generoso impegno. Altrettanta gratitudine va al Col. Marco Tesolin per avere concesso di stoccare gli alimenti raccolti nella Caserma De Cristoforis. La rinnovata esperienza ha arricchito i cuori dei partecipanti, nella certezza del sostegno che arriver a chi, meno fortunato, ha grosse necessit. Purtroppo queste persone sono sempre in aumento. Oltre la cronaca, ritengo far rivivere un poÕ la storia e lÕevoluzione del giorno di raccolta. Correva lÕanno 2001É A volte le storie iniziano cos. Per questo racconto la mia esperienza personale, direttamente collegata con quella degli alpini della Sezione. Ero entrato da poco nel Consiglio sezionale e ricevetti dal Presidente Achille Gregori il difficile incarico di coordinare la Giornata della Colletta Alimentare. Dovevo mantenere i contatti con i responsabili del Banco, capirne le necessit, organizzare e disporre gli alpini secondo i gruppi di provenienza, indirizzarli in funzione delle esigenze del territorio. Iniziai a frequentare lo storico gruppo del Banco. Marco, Sonia, Camilla, Vanni, Fulvio e i tanti altri, con ripetute riunioni per conoscerci, capire e valutare cosa fare per migliorare. I primi anni furono difficili. Si dovevano trasmettere agli alpini motivazioni, idealit e significato della Colletta. La nostra partecipazione non doveva essere solo disciplina associativa, come sosteneva lÕallora Presidente nazionale Beppe Parazzini ponendo lÕAssociazione quale partner del Banco Alimentare. Attraverso i tanti incontri riuscivo a spiegare perch serviva condividere il bisogno del senso della vita pensando ad altri. Oggi possiamo essere soddisfatti. I primi anni partecipavano 60 / 70 volontari. LÕultima volta eravamo oltre 700. Il messaggio, quello vero, importante, stato metabolizzato. La solidariet, la carit, sono sentimenti che possono essere condivisi con altre persone animate da uguali sentimenti. Gli alpini svolgono da sempre attivit per il prossimo, anche grazie agli insegnamenti di altri importanti alpini come Don Carlo Gnocchi. Si possono paragonare a un motore diesel. Lento, rumoroso, in alcuni casi bofonchiante ma costante, di lunga durata, potente in ogni situazione. Molte volte mi hanno chiesto dove finisse il frutto della raccolta. La risposta era ed semplice. Il lungo elenco degli Enti dÕassistenza che ne beneficiano nel nostro territorio. Cos di anno in anno il risultato migliorato. Devo ricordare, con piacere, il grande impegno dei volontari della Protezione Civile, senza i quali sarebbe stato tutto pi arduo. Sin dallÕinizio, grazie allÕimpulso del Presidente Gregori e la collaborazione dei Coordinatori della P.C., prima Enzo Confalonieri, poi Marco Gesilao, e le costanti valutazioni nel coordinamento, di anno in anno venne migliorata logistica, magazzinaggio, trasporti e necessit di gestione di quanto raccolto. Nel tempo ho potuto constatare quanto grande lÕanimo umano. Persone che si recano al supermercato solo per offrire la spesa o riempiono il carrello per donarlo. Vecchiette malandate che intendono partecipare ad ogni costo. Extracomunitari con molti problemi che vogliono comunque essere partecipi. Alpini che finito il loro turno di collaborazione si trasformano in donatori. La Colletta diventata una festa che non dimentica i valori di umanit per chi ha bisogno. I miglioramenti continuano. Del vecchio gruppo siamo rimasti in pochi. Chi subentrato lavora con altrettanto impegno e passione. I miei sponsor sono il Presidente Enrico Gaffuri, il Coordinatore P.C. Lodi Rizzini, i volontari, i colleghi consiglieri e i capigruppo, vere inesauribili fonti di volontari. In chiusura esprimo un augurio: che la Colletta continui ad essere unÕesperienza indispensabile per tutti ed esempio alle future generazioni. Mos Frighi CONSIGLIO SEZIONALE Riunione del 20 novembre 2014 Apertura con il rituale onore al Vessillo, cui seguita la comunicazione della presenza sezionale a Solbiate Olona per il saluto al generale Battisti, passato ad altri incarichi. Ordine del giorno. Preparazione CISA Ð si svolger il 23 e 24 ottobre 2015 secondo le usuali impostazioni. In contemporanea si terr lÕincontro del Centro Studi. Riunioni e lavori presso la sede ANCE. Protezione Civile Ð avvenuto il trasferimento negli spazi concessi nella caserma De Cristoforis. é prevista concessione annuale rinnovabile. Riconsegnato al comune di Como il magazzino di via Giussani. Inaugurazione nuova struttura il 6 dicembre. Varie Ð Messa sezionale: presenze considerate insufficienti, serve maggiore impegno. Villa Carlotta: sono in atto incontri per operativit e uso futuro. Riunione naz.le presidenti: argomenti principali adeguamento Statuto e attivit per ricordare la grande Guerra. Futuro associativo: ci saranno incontri con la Sede Nazionale. é seguito il dibattito. Riunione del 5 febbraio 2015 Presentazione candidati allÕassemblea del 8 marzo. Fra questi Pietro Dassi e Silvano Marmori, sostituti di dimissionari. Nomina delegati allÕassemblea nazionale del 31 maggio. Discussione bilancio consuntivo e nota previsione spese. Commento revisori su relazione finanziaria, segue dibattito. Varie: Villa Carlotta - definizione stato normativo e prosecuzione intervento. Protezione Civile - possibili convenzioni con Enti; revisione organizzativa. Attivit sportiva- precisazione novit sanitarie. Eventi prossimi - Nikolajewka a Madesimo; Ciaspolata S. Fedele I.; Campionati Nazionali sport invernali. 21 Fatti... col Cappello Alpino Saluto in due tempi E cos, l'amico artigliere da montagna Generale di C.A. Giorgio Battisti ha lasciato il comando di NRDC-Ita, le Forze di Reazione Rapida della NATO in Italia, di stanza nella grande caserma di Solbiate Olona. Giorgio Battisti, il Generale che, se non era in giro per il mondo, aveva il piacere di organizzare quella che lui chiama la 'cena verde', un momento conviviale riservato agli alpini che lavorano alle sue dipendenze e a quelli delle Sezioni A.N.A. amiche. Lo scorso settembre aveva anche stretto un legame pi forte con le Sezioni di Varese, Milano e Como, stipulando una sorta di gemellaggio. Ma sappiamo bene che gli Ufficiali dell'Esercito sono sempre 'amici di passaggio', poich soggetti a frequenti trasferimenti, soprattutto se di rango elevato. Cos, il nostro amico ha ceduto il comando al Generale di C.A. Riccardo Marchi, un bersagliere, e si trasferito a Roma, dove ha assunto il comando dell'Ispettorato delle Infrastrutture dell'Esercito. Incarico importante, che per lo allontana dai rapporti con le Sezioni A.N.A. che era solito frequentare. Prima di lasciare l'incarico a Solbiate, il Gen. Battisti ha voluto incontrare i tre presidenti delle Sezioni gemellate, per un saluto fuori dall'ufficialit delle cerimonie. Un bell'incontro assolutamente tra amici, nel salotto del suo ufficio a scambiare reciprocamente idee e considerazioni. Ad ogni Sezione ha donato un quadro e, al termine dell'incontro ci ha abbracciati, proprio come si fa tra amici fraterni. Siamo poi tornati a Solbiate per la cerimonia della cessione del comando. Questa volta siamo arrivati con le 'truppe', perch sono stati proprio tanti gli alpini arrivati a salutare il Generale. Anche da Como c'erano numerosi gagliardetti. Cerimonia in grande stile, anzi, grandissimo, con la partecipazione delle pi alte Autorit locali e del Gen. Primicerj. Reparti schierati e onori alle Bandiere di tutti gli Stati aderenti alla NATO, accompagnati dagli inni nazionali suonati dalla fanfara della Brigata Alpina Taurinense. Una lunga serie di discorsi in lingua italiana e inglese e passaggio in rassegna dello schieramento, da parte delle pi alte Autorit militari. I vessilli e i presidenti delle Sezioni di Varese, Milano e Como erano insieme, primi nello schieramento alpino. Bello il passaggio dei Generali, quando Battisti ha sorriso ai tre amici e salutato con la mano. Chicco Serata Prevost a Barni Per ricordare un grande italiano a molti sconosciuto Sinceramente, il suo nome mi diceva poco e c' voluto il Gruppo di Barni per farmi conoscere un grande personaggio. Attilio Prevost, ingegnere, nato nel 1890 e scomparso nel 1954. Pioniere della fotografia e cinematografia. Prevost fu progettista di macchine da ripresa e proiezione e inventore della moviola, strumento che rivoluzion completamente il modo di far cinema e lo port a conoscere i pi grandi registi del suo tempo. Fu anche il primo sindaco del dopo- guerra nel comune di Magreglio. Ma quella che ho chiamato 'Serata Prevost', organizzata nella sede degli alpini di Barni, stata l'occasione per conoscere questo personaggio nella sua veste pi avventurosa, ovvero quella di cineoperatore e di fotoreporter, tra i pi importanti della Grande Guerra. Al seguito del Comando Supremo della III Armata, comandata da Emanuele Filiberto Duca d'Aosta, Attilio Prevost prese parte al conflitto, con le sue attrezzature foto- Rovellasca: alpini e scuole Gli alpini del gruppo di Rovellasca, come negli scorsi anni, hanno donato alla locale scuola per l'infanzia R. Colombo, numerose confezioni di giochi per attivit di gruppo. La consegna avvenuta fra gioia e stupore dei piccoli allievi che hanno emozionato gli alpini presenti, con il loro spontaneo ringraziamento. Altrettanta gioia stata espressa dalle educatrici. Perfetta la collaborazione con la direzione che ha coordinato la buona riuscita dell'incontro. Alla fine, con un grande applauso esploso un simpatico saluto con un "viva gli alpini!" cinematografiche, ben diverse dalle attuali. Metro dopo metro, percorse tutto il fronte, fissando nei suoi fotogrammi la vita di trincea, i combattimenti, la distruzione, le sofferenze e la morte. Fu lui a immortalare le visite al fronte di personaggi famosi, tra i quali Arturo Toscanini, Gabriele D'Annunzio e altri. La letteratura sul tema della Grande Guerra vastissima. Ci sono centinaia, migliaia di libri, che ci raccontano e descrivono nei particolari gli eventi. Ma il bello della lettura sta proprio nella libert di far ricorso alla fantasia e ognuno costruisce i volti, l'ambiente e i fatti secondo la propria immaginazione. Un'immagine invece descrive tutto in modo inequivocabile. Quindi proprio ai fotoreporter di guerra che dobbiamo la visione reale dei fatti, purtroppo in tutta la loro crudezza. All'incontro di Barni, avvenuto il 22 novembre scorso, sono intervenute la nipote e la pronipote di Prevost, quest'ultima giornalista e scrittrice, che ha proiettato e commentato una serie di immagini interessantissime, mai viste prima. Serata coinvolgente, con un pubblico veramente attento. eg 22 Fatti... col Cappello Alpino Il dovere della Memoria Consegnati a parenti di dispersi i Piastrini ritrovati in Russia Per gli alpini la memoria tutto. DÕaltra parte i padri fondatori ci hanno iniettato il sentimento del dovere di trasmettere il ricordo di chi ha dato tutto per la Patria, scolpendo nella pietra il motto Per non Dimenticare, diventato codice genetico di ciascuno di noi. Motivo per il quale ogni volta che ci consentito ricordare chi ha perso la vita per assolvere il suo dovere, cerchiamo di onorarlo in ogni modo. Conferma avvenuta con lÕincontro del 30 gennaio nel quale stato reso onore a due Dispersi in terra russa. Questa volta non si trattato di alpini ma di soldati di altre armi. Bortolo Malucello ed Erminio Pellegrini. Il primo appartenente allÕartiglieria motorizzata, il secondo bersa- gliere. Malucello, classe 1916, prest un lungo servizio. Soldato nel 1936, poi nel Õ38, quindi di nuovo in divisa nel Õ40 e destinato in Russia. Pellegrini, nato nel 1921, inquadrato nel III Bersaglieri, con la Divisione Celere in terra russa. Malucello fu dichiarato disperso a fine dicembre Õ42. Per Pellegrini i documenti ne determinano la sparizione il 19 gennaio Õ43. I piastrini sono stati ritrovati nella zona di Mrykhin (oggi Mryhovskij) da Antonio Respighi, alpino del gruppo di Abbiategrasso che si reca annualmente in Russia per recuperare, attraverso cittadini russi, quanto pi possibile di Caduti e Dispersi. AllÕincontro erano presenti la sig.ra Caterina nipote di Malucello e la sig.ra Giovanna nipote di Pellegrini. Il capogruppo di Abbiategrasso Alberto Piva e Antonio Respighi hanno spiegato i modi per arrivare al recupero di oggetti appartenuti a nostri militari, alcune volte attraverso acquisti. Letture di brani collegati a vicende belliche hanno intervallato gli interventi coordinati dal presidente di sezione. Fra questi ci sono state le esternazioni della vicesindaco Silvia Magni, emozionata anche in ricordo di nonno e pap entrambi alpini. Fra le altre cose, Silvia Magni ha riferito la necessit di ricordare e tramandare come fatto ad Albate con le iscrizioni sul monumento, rimarcando lÕimportanza di fatti in alcuni casi poco ricordati, quali le Foibe e la sofferenza di ogni parte. Ai vari momenti, hanno fatto da cornice le insegne dei Bersaglieri e i soci dellÕassociazione Carosello Storico, abbigliati con divise dellÕepoca. I numerosi presenti hanno potuto apprendere particolari inerenti le difficolt del recupero di oggetti, normalmente sconosciuti. Emozionante il momento in cui il presidente Gaffuri, la vicesindaco Magni e i due alpini di Abbiategrasso hanno consegnato ai familiari i quadretti contenenti il piastrino dei dispersi. In sostanza quanto rimane di Bortolo ed Erminio. Fra le numerose testimonianze da portare ai ragazzi nelle scuole, possono rientrare anche questi pezzi di memoria, con le difficolt di reperire ci che resta del sacrificio di chi non ha esitato a servire il suo Paese, per assolvere al dovere. Cosa che noi dobbiamo ricordare. (agr) Il 31 gennaio, in una bella mattinata dal sapore invernale, gli alpini di Ponte Lambro hanno condotto la cerimonia di intitolazione della scuola dÕinfanzia e del primo ciclo primario al pontelambrese Roberto Lepetit, M.O della resistenza morto in campo di prigionia. La comunit locale, con alla testa il sindaco Ettore Pelucchi, ha voluto accanto gli alpini, abituali sostenitori delle scuole locali. LÕiniziativa impostata dal precedente sindaco Andrea Cattaneo, dal dirigente scolastico, alpino Riccardo Radaelli, ha inteso dedicare la scuola al concittadino. Sul piazzale esterno si sono ritrovati i bimbi con insegnanti, genitori, autorit locali e alpini. Inizio con alzabandiera e canto dellÕInno Nazionale eseguito da tutti i presenti. Simpatica la precedente distribuzione del Tricolore ai bimbi che con gioia lo hanno sventolato. La cerimonia ha visto i bambini leggere brani legati a vicende di prigionia, canti eseguiti in coro dai ragazzini che hanno intervallato gli interventi. Ad esternare le vicende di Lepetit, industriale farmaceutico schierato con la resistenza, il sindaco e il suo predecessore, il nipote Alberto, il preside. Per la sezione il consigliere Tavecchio ha rimarcato lÕimportanza della memoria per tutti i fatti drammatici della guerra. In chiusura la benedizione della targa con il nome di Roberto Lepetit nato a Lezza (oggi Ponte Lambro) il 29 agosto 1906 e morto nel campo di prigionia di Ebensee il 4 maggio 1945. A settantÕanni dalla sua morte, un ulteriore riconoscimento nel suo paese di nascita. 23 Fatti... col Cappello Alpino In ricordo del Beato Carlo Gnocchi Presentato da vari gruppi il libro Lembi di Cielo di Silvio Colagrande <ÉGli occhi di un santo, gli occhi di un prete, gli occhi di un uomo. Occhi stanchi di guerra, quelli di don Carlo, dopo il terribile massacro di Russia. Eppure proprio per questo ancora capaci di combattere per i suoi ragazzi, per i suoi alpini, per la sua Italia appena liberata. Un santo, don Carlo, ma un santo disobbediente, come tante volte capitato ai figli migliori della Chiesa. Se la legge vietava i trapianti, in quellÕItalia degli anni Cinquanta, lui era pronto a violarla in un ultimo gesto dÕamore per lÕuomo. Senza quella scelta contro, oggi Silvio Colagrande non potrebbe vedere i suoi lembi di cielo. Non potrebbe raccontare, come fa nelle pagine intense e spesso commoventi, una storia unica, speciale. Una storia privata che diventa racconto collettivo, perch Colagrande non solo lÕuomo che vede con gli occhi di un santo. é anche il testimone privilegiato di una grande opera di fede, che don Carlo volle con tutte le sue forze e alla quale lavor fino agli ultimi giorni, affidandone lÕeredit con quel Òamis ve racumandi la mia baracaÓ che pi di tutto racconta di questo prete speciale. CÕ una luce unica, negli occhi chiari di Silvio Colagrande. Come se quel pezzetto di cornea ricevuta da don Carlo gli consentisse di scrutare i cuori nel profondoÉ> Questa una parte dellÕintroduzione di Vittorio Colombo (responsabile dellÕedizione di Lecco del quotidiano La Provincia), al libro ÒLembi di cieloÓ scritto da Silvio Colagrande, gi direttore del centro La Rotonda di Inverigo, una delle prime sedi della ÒPro JuventuteÓ -oggi Fondazione don Gnocchi, in cui per decenni si praticato il dettato di don Carlo. Il libro stato presentato in varie localit a cura di vari gruppi alpini che hanno voluto ricordare il Ònostro santoÓ, attraverso la diffusione di questo libro. Ad Albate il 21 novembre, nella sala parrocchiale, presenti molti alpini fra questi il gen. Di Dato e il nostro direttore Gregori, oltre al pubblico. Attenzione massima al susseguirsi di letture, immagini, interventi e cante eseguite dal Coro Nigritella. Colagrande, nel suo intervento, ha ricordato quel lontano 19 febbraio 1956 quando fu sottoposto al trapianto, ricevendo la cornea che aveva 56 anni (et di don Gnocchi) e altrettanti se ne sono aggiunti, permettendogli, in questo tempo, di vedere i lembi di cielo che lo hanno legato a don Carlo, facendogli comprendere quanto quellÕuomo, quel cappellano, quel prete, abbia cercato Dio restando fra gli uomini. Molto interessante il filmato proiettato. Immagini che hanno ricordato la sofferenza degli anni del dopoguerra a seguito delle vicende belliche. Immagini che riteniamo potrebbero essere utilissime ai giovani che ignorano totalmente la triste realt della guerra vissuta anche lontano dal fronte, fra la gente che ha subito i bombardamenti. Particolari alcune espressioni di ragazzi con negli occhi la voglia di ricominciare, di vivere anche con grandi mutilazioni. Perfino di rincorrere un pallone su di una sola gamba, aiutati da una stampella. La sera successiva, il 22 novembre, stata la vota del gruppo di Capiago Intimiano che ha impostato un incontro a Senna Comasco, con il sostegno e la partecipazione degli alpini di Cant e del Coro I Sempreverdi. Anche qui si svolto un programma simile, con letture, immagini ed espressioni dellÕautore, il quale ha ricordato come ancora porti al collo una medaglietta con la scritta: ÇIo sono la massima reliquia di don GnocchiÈ, uno degli oggetti pi amati in questi anni. Nel racconto ha ricordato dÕaver scoperto molto dopo ci che don Carlo, ormai morente e consapevole che i trapianti erano allora illegali, aveva comunicato al professor Cesare Galeazzi chiedendogli: ÇSei disposto a rischiare la galera per fare una cosa?È. I trapianti erano vietati e lÕazione di don Carlo avrebbe portato conseguenze pesanti, che fortunatamente non si verificarono. La cornea che allÕet di dodici anni gli restitu la vista, una delle due che don Carlo decise di donare. LÕaltra stata trapiantata ad Amabile Battistello, lÕallora bambina che ricevette la seconda cornea di don Carlo. Le letture di alcuni stralci del libro, le immagini e lÕatmosfera dei canti, hanno coinvolto gli oltre duecento convenuti allÕincontro. Venerd 28 Novembre, quasi in un rincorrersi del desiderio di parlare di don Carlo e ricordarlo attraverso il libro di Colagrande, presso la baita del gruppo di Lurago dÕErba, con la collaborazione del gruppo di Inverigo, si rinnovato lÕincontro fra alpini e popolazione, per presentare e far conoscere Lembi di Cielo. Nel parterre il presidente Gaffuri, il sindaco di Brenna dr. Vismara, don Carlo Leo, insieme ai capigruppo di Brenna, Lambrugo, Inverigo, Orsenigo. Ospiti anche gli alpini di Mariano Comense, Seregno e Monza. Uguale il copione, il susseguirsi di immagini, letture, conversazioni, musiche, emozioni dei partecipanti. Il piacere di parlare di Don Carlo e di quanto ha saputo fare, porta gli alpini di molti gruppi a diffondere questÕopera che sa raccontare i pregi del Beato, lÕamore riposto in lui dagli alpini, i suoi insegnamenti e la conseguente santit. Per questo si impegnano affinch tanta gente possa conoscerlo ancora di pi attraverso il libro di chi gli vissuto accanto e porta con se, facendola vivere, una parte di don Carlo. Don Gnocchi sempre nei nostri cuori Una reliquia del Beato collocata all’Istituto Borletti di Arosio Il 14 dicembre presso lÕIstituto Borletti di Arosio, cittadini, ospiti della casa, il sindaco Alessandra Pozzoli, sindaci dei paesi limitrofi e alpini, hanno accolto ancora una volta il Beato Don Carlo Gnocchi. Una reliquia Òex ossibusÓ (come da dichiarazione del cardinale Tettamanzi) stata situata sullÕaltare della cappella sita nellÕIstituto, nella quale, ogni giorno, negli anni dal 1945 al 1948, don Carlo celebr la Santa Messa. Alcuni dei presenti ne ha testimoniato la frequentazione personale. Nello stesso periodo, don Gnocchi inizi la sua missione caritatevole di assistenza ai bisognosi proprio nellÕIstituto Borletti. Al termine della Santa Messa, concelebrata dal Cardinale Tettamanzi e dal parroco don Angelo Perego, un corteo accompagnato dalla banda del paese e scortato da un buon numero di alpini di Arosio e dintorni con alla testa il Vessillo sezionale, ha raggiunto piazza Montello dove, davanti al monumento a Don Gnocchi ed al suono dellÕInno Nazionale, si proceduto alla deposizione di un omaggio floreale. Al termine, rientrati allÕIstituto Borletti, un momento di condivisione e festa con i discorsi delle autorit. Una piacevolissima nota. Gli alpini, pi volte citati nei discorsi anche dal Cardinale nella sua omelia, hanno avuto un ruolo di rilievo durante tutta la cerimonia. E.B. 24 Fatti... col Cappello Alpino Buone nuove da Villa Carlotta Il desiderio di chiarire alcuni aspetti del nostro impegno nel cantiere di Villa Carlotta ci ha spinti ad organizzare un incontro con la Direzione dell'Ente, avvenuto a fine novembre. Era sorta infatti una serie di curiosit che portava ad un unico quesito: come si prospetta il futuro della nostra presenza in Villa Carlotta? Argomento emerso anche in sede di riunione di Consiglio sezionale. Ci si chiedeva se fosse il caso di ampliare l'area del recupero, o concentrare gli sforzi sul mantenimento di ci che gi stato fatto. Ci si chiedeva anche se ci fossero sviluppi sul piano della ristrutturazione delle piccole costruzioni e se si fosse deciso qualcosa in merito all'impianto di un nuovo uliveto. Le risposte sono arrivate puntuali e buone, anzi, ottime da parte della Dott.sa Bertolucci, MOLTRASIO: UN POMERIGGIO CON GLI ANZIANI DELLA PARROCCHIA Il 18 gennaio i Soci del gruppo di Moltrasio si sono riuniti per lÕAssemblea annuale. Come consuetudine prima dellÕ incontro, gli alpini si ritrovano nella chiesa Regina Pacis per la S. Messa in ricordo dei soci che nei 91 anni di vita del gruppo sono andati avanti. é particolare la vicinanza a questa chiesa perch fu costruita al termine della seconda guerra mondiale dai reduci che vollero cos ringraziare la Madonna Regina della Pace. Inoltre, anni fa, il gruppo intervenuto per la sistemazione dello spazio che la circonda. Durante la celebrazione, stato ricordato con una preghiera Teresio Olivelli, il Beato dalla penna nera, nel 70¡ della morte. Per molti anziani, non alpini, Teresio Olivelli era uno sconosciuto. Il parroco e il Gruppo Anziani, hanno invitato gli alpini a raccontare la vita di questÕuomo, eroe per amore. La richiesta stata accolta con entusiasmo. Quando cÕ da parlare di Alpini e valori, la disponibilit totale. Per far conoscere le vicende del laghe Teresio Olivelli, sono stati ricordati i punti pi rilevanti che esaltano il percorso di un laico che ha testimoniato il Vangelo con la sua vita. Dopo le prime vicende belliche vissute al fianco dellÕautorit del tempo, pass alla clandestinit e pubblic il foglio segreto e illegale IL RIBELLE sul quale spiegava il suo pensiero contro la violenza attraverso un percorso di vita cristiana. Scrisse pure la preghiera ÓSignore facci liberiÓ letta al termine dellÕincontro, di cui sono state distribuite alcune copie. Terminato lÕincontro ho pensato alle azioni di alta umanit e cristianit di Olivelli che lo porteranno verso la santit, e ho ricordato con commozione alcuni suoi pensieri fra i quali: ÒSolo in Dio la vita acquista un senso. Dio lÕesigenza pi imperiosa dellÕumanit, la meta di una inquietudine irrimediabile che ci spinge fuori da noi stessiÓ [É] ÒLa vita prova, combattimento, milizia dei forti. La gioia frutto di una lotta continua, di una riconquista di se stessi momento per momentoÓ Gianmario Porro Direttrice dell'Ente, con la quale abbiamo instaurato un rapporto di vera amicizia. Per quanto riguarda il seguito dei lavori, ci siamo trovati concordi nel privilegiare il buon mantenimento di ci che si realizzato, piuttosto che espanderci. Si deciso invece concordemente di lavorare al recupero dei numerosi sentieri, ormai inghiottiti dalla vegetazione. La Direzione ci ha addirittura autorizzato a inserire un certo numero di capre e asini in zone compartimentate, per ripulire dalla vegetazione infestante senza sforzo. Altra bella notizia in tema di costruzioni. A breve partiranno i lavori di ristrutturazione di uno dei piccoli edifici, che dopo il recupero ci verr affidato. Si verr a disporre di un bell'ambiente, utilizzabile anche per svolgere incontri e riunioni. Soddisfazione anche per la zona dell'antico uliveto, che a brevissimo verr implementata con qualche centinaio di nuove piante. Il nuovo uliveto verr affidato agli alpini, che lo gestiranno e non da escludere che fra qualche anno se ne colgano i frutti. L'Ente Villa Carlotta sta anche lavorando a un progetto, per la creazione di un percorso di visita delle zone recuperate dagli alpini, a beneficio dei visitatori della Villa. Una serie di notizie che pu fare solo bene, perch rappresenta un'iniezione di entusiasmo per i volontari che svolgono i lavori e per tutti gli alpini che abbiano voglia di dedicare anche un solo sabato al cantiere di Villa Carlotta, uno dei nostri prestigiosi fiori all'occhiello. Chicco Olgiate Comasco Inaugurata la sede dopo la ristrutturazione Il gruppo di Olgiate Comasco ha iniziato il 2015 alla grande. Dopo 2 anni di intenso lavoro, il 4 Gennaio ha inaugurato la sede completamente ristrutturata. Gli alpini olgiatesi hanno chiamato alla manifestazione gli amici abruzzesi che hanno dato lustro alla tre giorni di festeggiamenti. DallÕAbruzzo sono arrivate una quarantina di persone. Domenica appuntamento a San Gerardo per la S. Messa allietata dal coro Stelutis. A seguire il corteo preceduto dalla Fanfara Alpina olgiatese, fino alla sede. In serata, il riuscitissimo concerto della Banda di Olgiate. Nesso Ricordo del disperso ANGELO MOLINARI Il 13 Dicembre, il gruppo di Nesso ha commemorato lÕalpino Angelo Molinari, disperso in Russia (nato il 3.06.1922 e disperso il 21.01.1943). La commemorazione svoltasi presso la sala consiliare, ha avuto quale tema principale la consegna ai familiari del Caduto del piastrino di riconoscimento, recuperato dallo storico e ricercatore Ferdinando Sovran, anchÕegli alpino e appartenente al gruppo di San Don di Piave. Per la commemorazione sono intervenuti il Sindaco di Nesso Anna Scorti Perlasca, il capo gruppo Luigi Morini, il Presidente Gaffuri e lÕAlpino Ferdinando Sovran. Molto commovente ed apprezzata la testimonianza della nipote. Al termine cerimonia, stato benedetto il piastrino di Angelo Molinari poi consegnato alla famiglia. 25 Fatti... col Cappello Alpino La valle di Sorico v , str a d i l l a e s e n ti e ri di Achille Gregori Nella descrizione precedente ci siamo lasciati ricordando il confine di teresiana memoria, ancor oggi segnalato da un cartello al cambio di provincia. Pu sembrare una curiosit eccessiva, ma la demarcazione del Catasto Teresiano (Mailnder Kataster in tedesco), oggi ancora valida per la Òconfinazione catastaleÓ (termine burocratico) fra le Provincie di Como e Sondrio zona fra i comuni di Sorico, di Dubino e Samolaco, a rimarcare che tutto ci che passato non sempre da buttare. A cavallo di questa linea si trovano le cime montuose che caratterizzano il territorio. Gradiremmo iniziare la loro descrizione con il monte Berlinghera (possibile nome dÕorigine Beling-ira, forse monte della luce o forse monete, le conosciute berlinghe secentesche, riscosse in loco come dazio). Sulla sua cima passa il confine tra la provincia di Como e la provincia di Sondrio. Le pendici scoscese sono delimitate dal torrente Mera, dal lago di Mezzola e alla confluenza del fiume col lago, ospitano il tempietto romanico di San Fedelino. Sulle pendici le localit di Albonico, Bugiallo e Dascio. Il monte sempre stato particolarmente caro agli alpini. Nei pressi della cima, nel 1969, il gruppo alpini di Sorico (allora appartenente alla sezione di Como e passato a Colico nel 1973 con la costituzione di questa sezione) vi costru una cappella votiva. All'interno si conservavano diverse lapidi provenienti da vari gruppi alpini a ricordo dei caduti di tutte le guerre. La costruzione, fu poi colpita e gravemente danneggiata da un fulmine. Oggi esistono solo i muri perimetrali e una parte della copertura a forma di cappello alpino. UnÕaltra cima importante il Sasso Canale che domina, con la sua punta, la testata del Lago di Como e la confluenza fra Valtellina e Valchiavenna. Purtroppo due ripetitori occupano la cima per la sua posizione strategica. Il monte il vertice di un imponente pilastro angolare fra il Lago di Como e la Valchiavenna. Alla base del Sasso Canale troviamo il Monte Peschiera (698 mt), sul cui fianco si trova San Fedelino. Alcune placche solitarie e selvagge, indicano la vicina Cima delle Dune o "Balzun" (1417 mt). Il Berlinghera, di cui abbiamo detto, completa questo contrafforte dal quale la vista spazia verso la Mesolcina, il Lario, la Valchiavenna e le sue importanti cime. Particolare caratteristica del territorio vallivo e della sottostante piana costituito dalle opere di difesa militare. Tra queste l'antichissima torre di Olonio e il castello di San Giorgio. La prima, (demolita nel 1523 ed ora del tutto scomparsa), di origine romana, serv per circa 1500 anni alla riscossione dei dazi per gli scambi commerciali sul lago tra la direttrice del fiume Mera e la Valchiavenna. Il castello di San Giorgio di et feudale. Le sue rovine sono ancora visibili nel bosco sopra l'abitato di Sorico. Queste due fortezze, insieme al castello del Baradello di Como, furono donate alla chiesa di Como da Federico Barbarossa il 25 ottobre 1167. Altra opera difensiva il Forte d'Adda o di Fuentes (secolo XVII), eretto al tempo di Filippo II di Spagna. Costituisce un esempio ben conservato della presenza militare iberica. Da qui il termine di Pian di Spagna. Riteniamo interessante riportare vicende legate a questo territorio. Fatti di carattere ambientale ed eventi storici particolari. Nell'estate del 1520, dopo forti piogge, il fiume Adda fece ingenti danni in Valtellina e nella piana di Sorico. In precedenza l'Adda sfociava nel lago di Mezzola. Per quellÕalluvione, nel corso di una sola notte, la foce del fiume modific il percorso di 2 km verso sud, nei pressi dell'attuale Ponte del Passo. La Torre di Olonio venne distrutta da questa spostava la gente da maggio a fine settembre. Ancor oggi alcune famiglie mantengono un diritto di pascolo in quota a Madesimo. Negli ultimi anni del Regno Lombardo-Veneto lÕAdda venne fatto sfociare nellÕattuale posizione verso Colico. Fu la prima bonifica che riport il Pian di Spagna ad essere vivibile e idoneo alla coltivazione Dopo gli eventi storici che videro lÕistituzione del regno dÕItalia, le trasformazioni del territorio, i primi sviluppi legati allÕindustria, a grandi passi si arriv allÕinizio della prima guerra mondiale. Questa zona fu inserita nei punti di sostegno alla cosiddetta ÒFrontiera NordÓ che conosciamo come Linea Cadorna. Punti avanzati aggiunti diretti verso la Valchiavenna e lo Spluga con le gallerie di monte (San Giacomo e Filippo) e i forti di Fuentes e Montecchio, baluardi posti verso Valtellina e Valchiavenna. Sappiamo che la Linea fu inutilizzata e i forti rimasero inoperativi, lontani dalle battaglie condotte molto pi avanti sullo Stelvio, Ortles e Cevedale, allÕestremo della Valtellina. Gli anni successivi portarono lo sviluppo di alcune piena. Prima del 1520 lÕAdda era navigabile fino a Dubino in Valtellina, dove esiste ancora la localit porto. L'impaludamento delle aree agricole fu inevitabile. Ne consegu lÕimpossibilit di coltivare i terreni. La zona divenne una grande area alluvionale. Le paludi crearono un microclima insalubre pervaso di malaria. La vita media era di poco superiore ai 20 anni. Sembra che durante la presenza militare spagnola del XVII sec. la malaria face pi vittime tra i soldati del Forte di Fuentes che gli assedi subiti dello stesso. Anche in conseguenza a ci nel periodo fra il XVI e XIX sec. la gente si trasfer sui versanti montani fondando nuclei abitativi, sviluppando l'agricoltura su terrazzamenti. Inoltre inizi, in forma massiccia, la transumanza verso gli alpeggi dell'alta Valchiavenna anche per sfuggire alla malaria. Questa coinvolgeva quasi lÕintera popolazione del piano ed era definita in gergo locale <Carga i Alp> (caricare gli alpeggi). Operazione che aziende nel territorio, arrivando alla seconda guerra mondiale. Durante le fasi finali di questa, sulle pendici del monte Berlinghera operava la 52» Brigata Garibaldi "Luigi Clerici". Dopo aver ricevuto rifornimenti di armi da aerei britannici, ferm la scorta di Mussolini. Gli abitanti pi vecchi ricordano anche la visita di Winston Churchill fatta nel 1945/46. Con il falso nome di colonnello Waltham vag sul Lago di Como e nel retroterra cercando gli incartamenti del cosiddetto Carteggio Churchill-Mussolini, compromettente per gli inglesi. Sappiamo come si evolsero i fatti, nessuno seppe nulla dei carteggi e le vicende furono variamente raccontate. Questo appartiene alla storia che non manchiamo di riportare. Intendiamo per tornare allÕambiente, le sue caratteristiche e i monumenti posti su di esso. Di questi parleremo al prossimo incontro, chiudendo il lungo discorso legato alla valle pi settentrionale dellÕalto Lario. in cammino... 26 Fatti... col Cappello Alpino Campionato nazionale fondo Sabato 14 e domenica 15 febbraio, la nostra sezione ha partecipato alla 80esima edizione del Campionato Nazionale di Fondo, gara che quest'anno stata organizzata dalla sezione di Asiago. Per comporre la squadra i gruppi di Lanzo, Fenegr, Caslino al Piano e Monte Olimpino hanno "fornito" gli alpini per rappresentare la sezione in questa importante competizione, preceduta dalla manifestazione celebrativa. Gara, organizzazione, ed entusiasmo dei partecipanti hanno contribuito alla riuscita dellÕincontro nel migliore dei modi, nonostante le condizioni metereologiche avverse. La nostra sezione, grazie ai sei partecipanti, ha ottenuto il 25¡ posto sulle 40 che vi hanno preso parte. angelo moretti OBLAZIONI PROTEZIONE CIVILE GR. Bulgarograsso Gr. Argegno Gr. Fenegr Gr. Olgiate C. Gr. Blessagno Gr. Villa Guardia Gr. Casasco I. Gr. Rovellasca Gr. Orsenigo Gr. Lipomo Caminetto Gr. Solbiate Gr. Caslino dÕErba Gr. Montano L. Gr. Mozzate Gr. Albate Gr. Como Centro Gr. Canzo Gr. Cant BARADELL Cason Gigi Gr. Bulgarograsso Gr. Argegno Gr. Fenegr Gr. Olgiate C. Gr. Blessagno Caminetto Gr. Pigra Gr. Villa Guardia Gr. Rovello Porro Gr. Casasco Gr. Solbiate c. Gr. Albiolo Gr. Albate Gr. Montano L. Gr. Civiglio Gr. Caslino dÕerba Mary Boggia Gr. Albavilla Gr. Gironico Gr. Laglio Gr. Lipomo Gr. Como Centro Gr. Cant 50,00 50,00 50,00 50,00 50,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 101,50 150,00 250,00 250,00 250,00 300,00 500,00 1000,00 1000,00 45,00 50,00 50,00 50,00 50,00 50,00 54,50 94,00 100,00 100,00 100,00 100,00 150,00 200,00 200,00 200,00 250,00 250,00 250,00 250,00 300,00 300,00 400,00 500,00 MANIFESTAZIONI SOCIALI 15,00 Oreste Cerea (gr. Breccia) 50,00 Soci bar 100,00 Gr. Villa Guardia 250,00 Marry Boggia VILLA CARLOTTA Gr. Como Centro 300,00 Nuova barca ANA CAM Il gruppo di Torno e Coro Amici Montagna hanno partecipato alla cerimonia di benedizione della nuova barca da competizione donata alla Soc. Canottieri Plinio Torno con dedica ANA CAM Claino con Osteno... nonni felici Agli eventi avvenuti nello scorso anno, in particolare 55esimo del gruppo e Raduno di Valle in ricordo del Btg. Val dÕIntelvi, se ne sono aggiunti altri un poÕ particolari. Ben cinque componenti il consiglio fra cui il capogruppo sono diventati nonni nel giro di pochi mesi. Immensa la gioia di tutti e la volont di crescere i nipotini secondo i valori dellÕalpinit. Le immagini esprimono la gioia della continuit. 27 Anagrafe Alpina Defunti Appiano G. Bellagio Sala Luigi classe 1935 Gilardoni Angelo classe 1925 Gilardoni Antonio classe 1918 reduce Gandola Aurelio classe 1933 Bulgarograsso Baitieri Luciano classe 1933 Capiago I. Galante Massimo Caslino dÕErba Nino Locatelli classe 1949 Claino Berlusconi Aurelio classe 1955 Griante Cattaneo Alessandro classe 1922 Laino Cer Arnaldo classe 1934 Lipomo Gasparini Giuseppe Lurate Caccivio Alessandro Bianchi classe 1922 Reduce Cavicchiolo Gianfranco classe 1940 Menaggio Abbate Battista Mariano C. Cappellini Marco classe 1954 Torno Carlo Boggia classe 1935 Anniversari Albate Albavilla Blessagno Casasco I. Garzeno Griante Lurago dÕErba Mezzegra Pellio S. Pietro S. Torno 50¡ 55¡ 55¡ 50¡ 40¡ 60¡ 50¡ 50¡ 50¡ 40¡ 50¡ di di di di di di di di di di di Navoni Angelo e Enrica Parravicini Mario e Gisella Canevali Edoardo e Rosanna Prioni Mario e Ornella Gesta Giancarlo e Emilia Ortelli Valerio e Lidia Consonni Sergio e Luigia Galli Pasquale e Rosanna Pedroni Marco e Rita Spiatta Sergio e Angela Zullato Remo e Elide Matrimoni Cabiate Garzeno Lurago dÕErba Zoia Alessandro e Benedetta Bizzanelli Emil e Primina Conti Danilo e Benedetta Nascite Cant Claino Laglio Lenno Par Ronago S. Pietro S. Stazzona Valentino di Grassi Davide Simone di Gianoli Luca e Loredana Chiara di Silvano Monticelli e Silvia Michela di Davide Bordoli Alessandro di Corti Marino e Patrizia Mattia di Conconi Paolo e Sabrina Ludovico di Paolo e Alessandra Pirovano Giorgia di Gestra Flavio e Debora Lutti Albate Olimpia sorella di Bormetti Silvio Carla sorella di Bonomi Renzo Augusto padre di Aramini Marco Appiano Candida madre di Pellizzari Giovanni Cant Marilena moglie di Antonio Pellizzoni Casasco Rino suocero di Del Fante Vittorio Caslino dÕErba Marco padre di Rolando Regazzoni Claino Maria madre di Rainoldi Giuseppe Franca moglie di Moldini Ermelindo Garzeno Virgilio padre di Matteri Giampeitro Aldina sorella di Ferrario Paolo Lanzo I. Vittoria madre di Novi Giacomo Lenno Irmo padre di Strada Giuseppe Lurago dÕErba Ida madre di Maurizio Piavano Lezzeno Clelia madre di Valerio Vito Lurate Caccivio Angela madre di Piatti Luigi Mariano C. Fortunato padre di Callisti Antonio Menaggio Elio fratello di Pezzati Ugo Aldo padre di Carlo Bianchi Mezzegra Giovanna suocera di Martinoni Michele Rosanna moglie di Galli Pasquale (madrina del gruppo) Benito fratello di Bianchi Vittorio Orsenigo Emilia madre di Citterio Elio Ossuccio Paolo padre di Augusto Ronia Rovenna Lucia madre di Schmidinger Walter S. Pietro S. Luigi nonno di Magno Ciriaco Grazia sorella di Ciaramella Salvatore Sormano Maria madre di Sormani Marino Torno Maria madre di Bernardinello Fiorenzo Valsolda Bruna madre Pelizzoni Giovanni Antonio fratello di Copis Roberto sono...andati avanti! ANTONIO GILARDONI, di Bellagio, classe1918, da tutti conosciuto col nomignolo di Pierino, andato avanti. La sua vita militare stata densa di esperienze e sofferenze. Inquadrato nel Btg. Morbegno partecip alla Campagna di Russia. LÕincarico di cuoco non gli evit di combattere, perfino a Nikolajewka, dove sub ferita alla gola. Con l'aiuto di amici e una slitta riusc a rientrare pur con i piedi congelati. Fu poi deportato in un campo di concentramento tedesco. Di Pierino resta un ricordo vivace. Nel 2014 ha partecipato al raduno dei Ômorbegnini' ad Albese, al 90¡ del suo gruppo di Bellagio, all'incontro con i ragazzi del campo scuola, a Barni per la serata alla biblioteca comunale, e a Solbiate Olona col Gen. Battisti, in occasione del gemellaggio con NRDC-Ita. Di Pierino ricorderemo simpatia, brio e lucidit, nonostante i suoi novantasei anni. MOSé DE GIOVANETTI reduce del gruppo di Fino Mornasco andato avanti. Artigliere da montagna, nato 94 anni fa in Valtellina e trasferitosi a Fino, era uno degli ultimi reduci del gruppo. A 19 anni part per la guerra. Partecip alle campagne dÕAlbania e di Grecia. Dopo lÕ8 settembre 1943 fu deportato in Germania al campo di Bitterfeld da cui usc nel giugno 1945. Mos amava raccontare le sue vicende e le tante volte che ha rischiato di morire. EÕ stato uno dei fondatori del gruppo Alpini di Fino, della Casa dellÕAlpino e dellÕoasi verde. Il suo ricordo rester nel tempo. ALESSANDRO BIANCHI, alpino paracadutista -Btg Morbegno del 5¡ Alpini- nonch Reduce, appartenente al gruppo di Lurate Caccivio, andato avanti. Con lui se nÕ andato un pezzo di storia. Sandrino ne aveva davvero molta da raccontare. Part nel Ô42 per lÕAfrica settentrionale, destinazione Tobruk. Partecip alla battaglia di El Alamein. Riusc a sfuggire allÕaccerchiamento con alcuni commilitoni. Partecip poi alla conquista di Takruna e Gabes. Alla fine, senza alzare le mani in segno di resa, fu catturato dagli inglesi insieme ai suoi commilitoni. Trascorse la prigionia ad Alessandria dÕEgitto. Da qui fugg facendo rientro in Italia nel Ô47. Con i racconti delle sue storie molti, a Lurate Caccivio, hanno vissuto emozioni che solo i fatti di guerra possono trasmettere. Massimo Ascoli LA DIFESA DEI CONFINI. Il generale Federico Baistrocchi e la Guardia alla frontiera. Bacchilega Editore. Tra Ottocento e Novecento in Italia fu sentita la necessit di disporre di una specifica sorveglianza ai confini montani, in parte attuata sino ad allÕora dai reparti alpini e dalle fortificazioni sulle principali vallate. Fu cos che negli anni trenta, per sorvegliare tutto lÕ arco alpino, si arriv allÕ istituzione della Guardia alla Frontiera, un apposito Corpo del Regio Esercito, sotto le direttive del generale Federico Baistrocchi, Corpo militare che fu poi sciolto al termine della seconda guerra mondiale. Il generale Massimo Ascoli, lÕ autore di questo libro, dopo una lunga ed impegnativa ricerca negli archivi di notizie e di dati, riuscito a realizzare una pregevole opera che integra le rare pubblicazioni sullÕ argomento con un testo molto interessante e leggibile, arricchito da cartografie, tabelle e un notevole apparato fotografico, in parte inedito. Trimestrale della Associazione Nazionale ALPINI di COMO Spedizione in abbonamento postale Como Direzione, redazione e amministraz. via Zezio, 53 - 22100 Como [email protected] - [email protected] www.alpinicomo.it Direttore responsabile: Achille Gregori Comitato di redazione: Enrico Bianchi - Arcangelo Capriotti - Enrico Gaffuri Mario Ghielmetti - Carlo Gobbi - Aldo Maero Aut. Trib. Como n.21 del 7/10/1976 Grafica: Matteo Rizzi Design Stampa: Lito Offset S.r.l. via Stanga, 7/A - Erba - Co Ricordi e... GRANDE GUERRA memorie la pagina VERDE di Giangaspare Basile ● 1. Riabilitare i disertori della Grande Guerra? Ridare onore alle migliaia di fucilati per insubordinazione, per rifiuto di obbedienza a ordini insensati o semplicemente mandati al plotone di esecuzione per rappresaglia e per dare un esempio di disciplina assoluta a tutti gli altri? O, pi semplicemente, riabilitarli per fare giustizia - sia pur tardiva - alla memoria di tanti sventurati di quella Òinutile strageÓ? ● 2. Altri Paesi, come Inghilterra, Francia e Germania, lo hanno fatto. Da noi se ne sta discutendo ed il ministro della Difesa Pinotti ha promesso di valutare il problema. Parlamentari e istituzioni culturali hanno promosso iniziative, cÕ anche chi ha proposto di dedicare loro una strada (a Milano con una mozione presentata in Consiglio comunale) e chi, nel corso di convegni di storici e politici, ha chiesto di riabilitare tutti, fucilati e condannati a pene detentive, spesso innocenti o vittime casuali Nel contempo vengono riconsiderate le responsabilit di alcune figure di primo piano che sbiadiscono alla luce delle responsabilit e della verit storica. ● 3. * ● 4. Va fatta comunque una premessa: va bene riconsiderare i tanti casi dei fucilati purch la loro memoria non prevalga su quella degli altri Caduti. Se nellÕimmane tragedia che fu la Grande Guerra molti ebbero un rifiuto, tanto pi valore morale e civile hanno coloro che in circostanze anche peggiori hanno compiuto il proprio dovere sacrificando in centinaia di migliaia la loro vita. ● 5. Detto questo, a centÕanni dal conflitto che cambi le regole della guerra e la geografia dellÕEuropa assistiamo ad un rifiorire di interesse, di analisi storiche e di pubblicazioni di memorie e di documenti come se oltre che ÒgrandeÓ fosse stata anche lÕunica vera guerra. Forse perch fu combattuta con armamenti moderni prodotti da industrie la cui tecnologia mirava allo sterminio di massa e allÕesaurimento delle risorse dellÕavversario: avrebbe vinto il pi preparato, il pi ricco. ● 6. Ma ancora attuale soprattutto perch avvenne a casa nostra, fra le nostre montagne divenute successivamente veri musei allÕaperto, testimonianze di uomini che da confinanti erano stati trasformati in avversari, che conoscevano quei luoghi per averli frequentati insieme in tempo di pace. E infine perch non cÕ famiglia che non abbia avuto un combattente, e centinaia di migliaia di famiglie anche un caduto in quella guerra e del quale conservare una foto ormai ingiallita e stinta. ● 7. * ● 8. Ora tempo di riabilitazione dei fucilati, dunque, perch spesso furono doppiamente vittime di regolamenti inumani. ● 9. Il primo segnale si avuto nel 1996, quando lÕamministrazione comunale di Cercivento dedic un monumento a quattro alpini della 109» compagnia del battaglione Monte Arvenis fucilati per Òinsubordinazione e ribellioneÓ. Erano il caporalmaggiore Silvio Ortis di Paluzza, i caporali Giambattista Corraduzzi di Forni di Sopra e Basilico Matiz di Timau, e infine lÕalpino Angelo Massaro di Maniago. Comandati di un assalto in pieno giorno alla vetta del Cellon, conoscendo quei luoghi familiari sapevano che sarebbe stato un assalto suicida per cui avevano chiesto al comandante di compagnia di attendere la notte per avere maggiori possibilit di successo. Subirono un immediato processo sommario e furono fucilati al muro del cimitero del paese. Altri 29 alpini della stessa compagnia ebbero complessivamente 145 anni di carcere. Pochi giorni dopo la compagnia venne trasferita sul fronte di Asiago e fu qui che, durante una scaramuccia, il capitano cadde colpito da undici colpi alla schiena, ufficialmente sparati dagli austriaci. ● 10. Una richiesta ufficiale di riabilitazione avanzata nel 1996 da Gaetano Ortis, nipote del caporal maggiore Silvio Ortis, venne respinta dal tribunale militare di sorveglianza di Roma perch - incredibile! - Òla riabilitazione deve sempre essere richiesta dallÕinteressatoÓ. ● 11. Ancora poco era cambiato dalla giustizia militare del 1518 che si ispirava al codice sardo del 1869, peggiorato da un inasprimento delle norme contro disertori e disfattisti. Quel codice, messo in pratica con ferrea determinazione da Cadorna, fu un vero strumento di repressione di ogni atto di intolleranza, di disobbedienza, di critica o insofferenza che tenne al fronte un immenso numero di uomini, per lo pi contadini e operai, ma anche emigrati costretti a rimpatriare, che spesso non comprendevano gli ordini ma non per questo rinunciarono a sacrificarsi fino allÕestremo e a comportarsi da Òbravi soldatiÓ, come vennero definiti dagli stessi avversari. ● 12. Bastava un nulla per essere fucilato. Un saluto non proprio formale a un superiore, una esitazione, una frase ritenuta sovversiva e si finiva davanti al plotone di esecuzione. In quellÕinferno che fu la Grande Guerra impazzirono a migliaia, graduati compresi e tanti furono i soldati che al suono del fischietto rifiutarono di lanciarsi dalla trincea per andare a morire sotto il fuoco delle mitragliatrici avversarie e altri che dissero di no in tante circostanze, che non rientrarono dalla licenza e che disertarono per licenze negate dopo mesi di prima linea. ● 13. Sono storiche le decimazioni dei reparti dopo Caporetto: ÒQui si fucila senza pietÓ, denunci lÕallora vescovo di Treviso monsignor Giacomo Longhin (canonizzato da papa Wojtyla nel 2002). ● 14. I dati, pur imprecisi, ci dicono che nei 41 mesi di guerra le condanne a morte furono 4028, di cui 750 eseguite. A queste vanno aggiunte non meno di 350 fucilazioni in zona di guerra e centinaia di altre decise allÕistante, senza processo, per ribellione, disobbedienza o ritenuta codardia. Non cÕ da meravigliarsi del numerosi casi di pazzia: 4500 in una sola Armata. ● 15. Era la conseguenza del profondo senso di ingiustizia diffuso fra la truppa per le dure condizioni di vita, di disciplina punitiva e della scarsa considerazione per la vita dei combattenti. ● 16. Cos voleva Cadorna, che aveva emanato ordini precisi - condivisi da tutta la corte di generali accondiscendenti, Badoglio, Capello in primis ma, purtroppo, anche tanti altri come Salazar e Graziani (questi fece fucilare un soldato che lÕaveva salutato con la sigaretta in mano) - affinch le sentenze non si discostassero dalle richieste dallÕaccusa. Cadorna aveva anche ammonito i giudici delle corti marziali a non concedere attenuanti. Non si preoccupava delle perdite: la sua unica strategia era di insistere tenacemente con gli attacchi ripetitivi e assalti alla baionetta condotti tutti allo stesso modo sotto il tiro spietato della mitragliatrici, convinto comÕera che gli austro-tedeschi si sarebbero alla fine stancati. Cos i nostri fanti, bersaglieri, finanzieri, alpini continuavano a farsi massacrare, alfieri, sottotenenti e tenenti in testa, per andare contro i reticolati, camminando sui morti e sui feriti degli assalti precedenti, senza alcuna speranza di raggiungere la trincea avversaria. ● 17. Dopo Caporetto Cadorna sar destituito per espressa imposizione dei comandanti francesi e inglesi come condizione indispensabile per inviare truppe e artiglierie alleate. Verr Diaz, che adotter una strategia diversa e dar fiducia ai soldati. E infine,Vittorio Veneto. ● 18. * ● 19. Per questÕanno, in cui ricorre il centenario dellÕentrata in guerra dellÕItalia, sono programmate tante manifestazioni: mostre, celebrazioni, convegni, rievocazioni. Nel frattempo, i sindaci dei Comuni dei quattro alpini del battaglione Monte Arvenis hanno chiesto ufficialmente la revisione del processo, ci sono iniziative parlamentari, lÕintervento della Commissione Difesa: tutto lascia pensare che sar compiuto finalmente un atto di giustizia per rimuovere un macigno che pesa ancora sulla storia di tante famiglie. é tempo anche di sollevare certi veli del politicamente corretto per ristabilire la verit sui tanti eroi - nostri nonni e bisnonni, nostri Padri- ai quali va la nostra riconoscenza e su coloro che attribuirono le proprie sconfitte ai combattenti, personaggi - retaggio dÕun passato che non passa - i quali vengono ricordati ancora oggi con dedicazioni di strade, piazze e scuole, cos lontani del semplice soldato che usciva dalla trincea pur senza sapere se vi avrebbe fatto ritorno. ● 20. Chi scrive ricorda il proprio nonno Bepi, un santÕuomo, mutilato per una baionettata al gomito e una scheggia alla schiena e decorato. Raccontava di fucilazioni e delle decimazioni dopo Caporetto, di ripetuti rincalzi della compagnia, assalti e contrassalti: Prima venia un giro de sgnappa, poi tuti fora. Geresimo Ômbriaghi noioaltri e anca i todesc. E chi avea paura e diseva Ôstavolta i me copa, stavolta i me copa, nol tornea pi indrio.... Di notte si svegliava urlando: credeva di andare ancora allÕassalto.