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A002179 1 A002179 FONDAZIONE INSIEME onlus. Da mente&cervello, del 1/8/2009, <<FAMIGLIE ARCOBALENO>> di Paola Emilia Cicerone, giornalista. Per la lettura completa del pezzo si rimanda al quotidiano citato. Ma tu, quante mamme hai? E quanti papà? La biologia non c'entra. È la società che ribalta lo schema di famiglia, proponendo coppie inedite: due mamme o due papà con i loro bambini. Inevitabilmente figli biologici di uno solo dei due, ma cresciuti da entrambi. Famiglie arcobaleno, <<fondate non sulla biologia, o sulla legge purtroppo, ma sulla responsabilità, l'impegno quotidiano, il rispetto, l'amore>>, dichiara l'associazione omonima che si batte per il riconoscimento dei diritti delle coppie gay. Una realtà impensabile fino a pochi anni fa. <<L'idea stessa di una relazione gay da vivere alla luce del sole -per non parlare di matrimonio- era inconcepibile. Nata la coppia, venti o trent'anni fa era inevitabile che nascesse il bisogno di genitorialità>>, spiega Daniele Scalise, giornalista e scrittore gay. Oggi solo in Italia, secondo i dati dell'Istituto superiore di Sanità, 100.000 bambini sono cresciuti da coppie omosessuali. In Francia sono il doppio, negli Stati Uniti circa 14 milioni, tra figli biologici e adottivi. C'è chi ha coniato il termine Gayby boom, per definire il successo delle nuove famiglie. Risposta ai desideri di quanti non trovavano modo di conciliare preferenze sessuali e desiderio di paternità e maternità, e degli aspiranti nonni per cui la scoperta di avere un figlio omosessuale si identificava con il rimpianto di non poter avere un nipotino. Una rivoluzione che spaventa chi era forse disposto ad accertare la trasgressione del mondo gay, <<ma si sente a disagio di fronte alla richiesta di normalità, di poter assumere un ruolo, quello del genitore, che tradizionalmente non gli appartiene>>, spiega lo psichiatra Vittorio Lingiardi. Le sfumature possibili sono molte. È il caso più frequente una coppia cui si aggiungono i figli nati da un precedente matrimonio etero di uno o dei due partner- è anche il più complesso. Spesso l'omosessualità del genitore diventa un'arma di ricatto degli avvocati in caso di affido, molti esitano a rivelarla per paura di vedersi sottrarre i figli. Ma in questo modo diventano ricattabili>>, spiega Scalise. Numerosi anche i figli nati in coppie lesbiche, con una fecondazione assistita realizzata all'estero o con sistemi casalinghi: nell'Associazione Famiglie Arcobaleno le coppie lesbiche battono quelle gay per due a uno: <<Per le donne è meno complicato avere un figlio, gli uomini spesso temono che la madre voglia riprendersi il bambino. Però sono sempre di più i maschi A002179 2 gay che manifestano un desiderio di genitorialità e si mettono in gioco>>, dice Giuseppina La Delfa, presidente dell'associazione e mamma insieme alla sua compagna di Lisa Marie, nata nel 2003 grazie alla fecondazione assistita. <<La madre biologica avrebbe dovuto essere la mia compagna, ma non è stato possibile. Così l'ho fatto io, un po’ controvoglia, anche se ora sono felice>>, spiega. <<Lei c'è rimasta un po’ male, ma questo non ha cambiato la relazione con la bambina>>. Per le coppie gay è invece prassi frequente ricevere l'ovulo da una donna e far portare avanti la gestazione da un'altra, con cui a volte si crea un rapporto di quasi parentela. Come è avvenuto con Nancy, <<mamma surrogata>> americana dei due maschietti di Toni e Franco, una coppia di insegnanti romani, e ora anche testimone del loro matrimonio avvenuto in California. <<Ero soprattutto io a desiderare figli -spiega Toni il mio compagno non ci pensava. Abbiamo sondato diverse possibilità, poi abbiamo scelto quello che di solito si chiama utero in affitto: non abbiamo mai conosciuto la donatrice dell'ovulo mentre abbiamo ottimi rapporti con Nancy, un'infermiera quarantenne: lei e la sua famiglia sono molto legati ai bambini>>. Scene di straordinaria normalità, che sfidano le accuse di chi si chiede <<dove andremo a finire>>. <<Spesso si immagina che queste cose siano vissute in clandestinità, invece è stato tutto alla luce del sole>>, raccontano Tom e Franco. <<Con il nostro primo figlio eravamo in sala parto a tagliare il cordone ombelicale, con il secondo non è stato possibile solo per ché è nato con un cesareo d'urgenza>>. A002179 3 LE TAPPE FONDAMENTALI Il termine <<omosessuale>> viene coniato nel 1869 dallo scrittore Karoly Kertbeny che lo in un pamphlet anonimo contro l’introduzione di una legge che puniva gli atti sessuali tra persone di sesso maschile. In precedenza gli omosessuali venivano definisti pederasti, sodomiti, invertiti o uranisti se maschi, lesbiche o tribadi se donne. Il termine eterosessuale viene invece inserito nel dizionario Merriam-Webster nel 1868, ma come termine medico per indicare <<una passione sessuale morbosa per una persona del sesso opposto>>. Solo dalla revisione del 1934 diventa sinonimo di <<sessualità normale>>. Ecco invece un breve elenco con le tappe fondamentali per la conquista dei diritti delle coppie omosessuali. 1973: l’American Psychiatric Association (APA)prende atto dell’assenza di prove scientifiche che giustifichino la precedente classificazione dell’omosessualità come patologia psichiatrica, cancellandola dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Novembre 2003. La Corte di giustizia del Massachussetts dichiara che <<non esistono ragioni costituzionalmente adeguate per negare il matrimonio civile a persone dello stesso sesso>>. Luglio 2005. L’American Psychiatric Association approva un documento nel quale <<sostiene il riconoscimento legale del matrimonio civile omosessuale con tutti i benefici diritti e responsabilità conferiti dal matrimonio civile>>. Gennaio 2006. Il Parlamento Europeo approva una prima risoluzione sull’omofobia in Europa, chiedendo agli Stati membri <<di assicurare che le persone Lgbt vengano protette da discorsi omofobici e da atti di violenza omofobici e di garantire che i partner dello stesso sesso godano del rispetto della dignità e della tutela riconosciute al resto della società>>. Gennaio 2008. La Corte europea dei diritti dell’uomo stabilisce che anche gli omosessuali hanno diritto ad adottare un bambino. Maggio 2008. L’Associazione delle Famiglie Arcobaleno, nata nel 2005, presenta un disegno di legge per l’assunzione della responsabilità genitoriale. All’articolo 1 si legge: <<Una o due persone maggiorenni (…), possono, anche congiuntamente, dichiarare di assumersi ogni responsabilità nei confronti di una persona, anche minorenne, che non sia figlia legittima né legittimata, secondo le forme e la procedura di cui al comma 2. Nota della redazione FI : ovviamente i dati sono aggiornati all’epoca della redazione del pezzo (= 2009) MODELLI TRADIZIONALI IN DECLINO. E che dire delle famiglie con genitorialità condivisa? Due coppie gay che si uniscono per fare un bambino e crescerlo insieme in modo alternato, come un figlio di separati che si divide tra i genitori biologici e i rispettivi compagni: una soluzione ancora ma che sta prendendo piede, e contribuisce a incrinare il modello tradizionale di famiglia. Un modello in realtà piuttosto teorico: la famiglia tipo della pubblicità -papà, mamma e due bambini di sesso diverso- riflette una struttura sociale relativamente recente, non particolarmente stabile, e comunque limitata a certe aree geografiche. <<E non è detto neanche che sia il modello più efficace>>, spiega Chiara Lalli, filosofa e bioeticista. Nel passato a occuparsi dei bambini sono state quasi sempre le donne, madri ma anche zie, nonne, sorelle. A002179 4 <<Per questo probabilmente le coppie lesbiche sono più accettate, nell'immaginario collettivo il tabù vero sono due uomini con un bambino>>, spiega la psicologa Margherita Bottino. Ma il desiderio di genitorialità resta forte, tanto che le richieste di adozioni, nei paesi in cui sono permesse, sono molto alte: secondo un'indagine americana il 49 per cento dei gay o lesbiche che non hanno bambini vorrebbe adottarne. Le perplessità sono ancora diffuse: c'è chi dice che due omosessuali non possono crescere bene un figlio, che questi bambini sono destinati ad avere problemi psicologici, a diventare loro stessi omosessuali. O nel migliore dei casi a patire le reazioni di una società che non è pronta ad accettarli. <<Ho cercato le ragioni per cui in questo tipo di famiglie ci sarebbe qualcosa di strano e immorale, ma non ne ho trovate>>, spiega Lalli. Molti studi confermano che questi bambini ostinatamente voluti e molto amati crescono bene. L'American Psychological Association afferma, nel documento Lesbian and gay parenting, che dalle ricerche esistenti emerge chiaramente come coppie gay o lesbiche possono allevare un bambino garantendogli uno sviluppo sano ed equilibrato, sottolineando che i problemi sono creati semmai dal mancato riconoscimento di queste coppie. E già nel 2002 l'American Academy of Pediatrics sosteneva che i figli di genitori omosessuali hanno le stesse prospettive di sviluppo dei figli delle coppie etero, a patto che si riconosca il loro diritto a una relazione stabile e legalmente riconosciuta con i genitori. <<Le ricerche che abbiamo fatto confermano un'altissima capacità genitoriale da parte di queste coppie>>, spiega Bottino. <<C'è molta convinzione, un attento monitoraggio del bambino, una maggiore presenza a livello scolastico. Ogni sforzo per costruire un nido sicuro>>. Lo ammettono anche gli scettici quando entrano in contatto con una di queste famiglie. Cui capita di sentirsi dire: <<Voi siete ottimi genitori, ma in generale non penso che due omosessuali possano allevare un figlio>> DOVE TUTTI POSSONO DIRE DI SÌ. I gay possono sposarsi nei Paesi Bassi (dai 2001), in Belgio (2003), Spagna (2005), Canada, Sudafrica, Norvegia (2008) e Svezia (2009), e in quattro Stati USA: Massachusetts, Connecticut, Iowa e Vermont. In California il matrimonio gay è stato legalizzato da una sentenza della Corte Suprema dello Stato nel maggio 2008, ma abrogato nel novembre dello stesso anno da un referendum popolare, decisione confermata dalla Corte Suprema. In Francia, in Israele, nelle Antille Olandesi e nello Stato di New York non è possibile contrarre matrimoni gay, ma sono riconosciuti quelli celebrati dove consentito. In altri paesi (Francia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Danimarca, Repubblica Ceca) i gay possono accedere alle unioni civili. Nota della redazione FI : ovviamente i dati sono aggiornati all’epoca della redazione del pezzo (= 2009) A002179 5 RIVOLUZIONE DI VELLUTO. Ma è possibile generalizzare? E davvero i figli di famiglie gay sono <<come gli altri>>? Qualche studio ha cercato di individuare differenze specifiche <<scoprendo che in questi ragazzi c'è maggiore tolleranza nei confronti di altre diversità e apertura verso i ruoli di genere>>, spiega Bottino. <<Anche se -osserva Lingiardi- non si può escludere che la tendenza alla ribellione degli adolescenti porti chi cresce in una famiglia aperta a ostentare un atteggiamento conservatore>>. Per quanto riguarda la maggiore propensione all'omosessualità dei ragazzi cresciuti nelle coppie gay -a parte l'ovvia constatazione che la maggior parte degli omosessuali cresce in famiglie etero- non ci sono dati che la confermino. <<È invece probabile che i figli omosessuali di coppie omosessuali vivano la loro condizione con più serenità>>, spiega Bottino. <<E abbiamo visto che i figli di queste coppie nell'adolescenza ammettono con maggiore frequenza di avere avuto fantasie omoerotiche: si tratta però di un atteggiamento diffuso, che in questi casi viene vissuto in modo meno traumatico e quindi emerge di più. Con il passare degli anni l’identità di genere si assesta, non ci sono differenze rispetto ai ragazzi allevati in famiglie etero>>. Lo stesso vale per la salute mentale, anzi c'è qualche studio da cui i figli di coppie lesbiche emergono come ancora più equilibrati: <<In Italia abbiamo pochi dati sulle famiglie pianificate, visto che in genere i bambini sono ancora piccoli>>, spiega Bottino. <<Ma di solito queste sono coppie flessibili in cui i ruoli sono intercambiabili. C’è grande attenzione al bambino , e i risultati si vedono>>. Resta il problema dell’impatto con il mondo esterno. Anche se spesso gli altri reagiscono meglio del previsto, <<quando si accorgono che dietro le parole ci sono le persone>>, come dice La Delfa. Che insomma la famiglia gay non è l’inquietante scenario dipinto da qualche moralista, ma la coppia di vicini che incontri per le scale alle prese con pupo e passeggino, o le mamme dell'amichetta di tuo figlio. Così, può succedere che un paesino dell'Irpinia di 1500 abitanti accolga senza troppi problemi una coppia lesbica <<pacsata>> in Francia e la loro bambina: <<Vivendo qui abbiamo voluto che fosse tutto chiaro dall'inizio, e ci siamo rese conto che è la scelta vincente>>, spiega La Delfa. <<Certo, abbiamo preparato la strada perché la bambina non dovesse rispondere a domande strane: un’opera di sensibilizzazione che è stata la nostra rivoluzione di velluto. A volte c'è un po' di imbarazzo, ma di solito l'accoglienza è buona: di fronte a un neonato gli italiani si sciolgono>>. A002179 6 <<Chi fa queste scelte ha particolari doti caratteriali, la capacità di proteggere se stesso e i propri cari dalle esperienze traumatiche>>, spiega Lingiardi. <<Ci sono momenti di difficoltà, ma nella mia esperienza le persone più vulnerabili sono quelle che esitano a fare chiarezza: una scelta convinta, anche se controcorrente, di solito genera rispetto. Magari anche per ipocrisia: è più facile prendersela genericamente “con i gay” che insultare la persona che hai di fronte>>. <<Quando c'è la pancia da spiegare è inevitabile fare chiarezza. E se il bambino chiama tutte e due “mamma” è meglio che la gente sappia perché>>, spiega Giuliana Beppato, psicoterapeuta, tre figli con la sua compagna cui è legata da 17 anni. Qualche volta poi sono i bambini stessi a lanciare proclami che impongono spiegazioni anche a perfetti estranei: <<Se la prendi per il verso giusto -assicura Beppato- è divertente. Spesso le persone si sentono messe a parte di una confidenza, e questo le induce a maggiore disponibilità. In certe cose il difficile è rompere il ghiaccio, poi la vita è più semplice di quanto si pensi>>. SCANDALO A VIA MAZZINI In un piccolo paesino della Puglia arriva Aurora, figlia dì Riccardo, un coltivatore del posto tradizionalista e rispettato: Aurora ha lasciato l'Italia anni prima per trasferirsi a Barcellona, dove lavora come fotografa e dove si è sposata con Rosario, la titolare di una scuola di ballo separata con una figlia. L'insolita famiglia è accolta con ostilità, ma dopo molte peripezie riesce a farsi accettare dalla piccola comunità e soprattutto da papà Riccardo. È la trama del film per la tv Il padre delle spose, una produzione Rai del 2006 interpretata da Lino Banfi, Rosaria Banfi e Mapi Galan, che ha fatto discutere fin dalle settimane precedenti la messa in onda. Questa fiction coraggiosa, nonostante le accese polemiche, è stata premiata dal pubblico: oltre 4,5 milioni di italiani si sono commossi di fronte all'inevitabile lieto fine. Nota della redazione FI : ovviamente i dati sono aggiornati all’epoca della redazione del pezzo (= 2009) BUTTARE ALL’ARIA GLI STEREOTIPI. Restano i problemi con gli altri bambini, <<difficilmente quantificabili, anche se c'è chi dice che scherzi e canzonature a scuola sono comunque inevitabili», spiega Bottino. La maggioranza delle famiglie arcobaleno sono formate da coppie già visibili e integrate nel loro ambiente, il problema nasce per le coppie nate dopo una separazione, che spesso tengono nascosta la relazione gay di uno dei due genitori. <<Molti genitori gay o lesbiche non dicono ai figli che sono omosessuali -spiega Scalise- invece la chiarezza è fondamentale, altrimenti si crea un non detto che pesa>>. A002179 7 Quando l'altro genitore non è presente, come nel caso delle coppie lesbiche, c’è chi si pone il problema di garantire al bambino una figura maschile di riferimento, nonno, zio o un amico disponibile. <<Ci sono studi che mostrano come l'atteggiamento dei nonni sia fondamentale>>, spiega Bottino. <<Specialmente il ruolo della famiglia del genitore non biologico, che potrebbe avere difficoltà ad accettare il “nipote”. Anche se quando i rapporti sono buoni i nonni riescono senza problemi a integrare i bambini nel nucleo familiare>>. Resta da vedere quanto i bambini si identifichino con i genitori: <<La nostra bambina è molto femminile, ha curiosità per la moda e il trucco che non ha certo preso da me, né dalla mia compagna>>, osserva Beppato. In realtà, i due ruoli richiesti possono essere intercambiabili: <<Si può essere alternativamente materni e paterni, autorevoli e protettivi. Un'esperienza come la nostra contribuisce a buttare all'aria gli stereotipi>>, spiega La Delfa. Non è forse vero che anche nelle famiglie etero ci sono padri coccoloni e madri autoritarie? <<I bambini hanno bisogno di sentirsi amati, di avere fiducia negli adulti che hanno accanto. Certo, poi ci vuole delicatezza nel proporre un compagno. Ma questo a prescindere dal fatto di essere due uomini o due donne>>, afferma Scalise. <<Il privato è privato. Ma con amore, chiarezza e un po' di buonsenso i problemi si risolvono>>. Intanto sta nascendo un mondo a misura dei bambini <<con due mamme>>, e di quelli che cominciano il tema <<la mia famiglia>> scrivendo: <<I miei genitori sono separati, la mamma vive con un altro uomo e il papà anche>>. Ci sono scuole che aboliscono la Festa del papà o propongono un’inedita Festa dei genitori, inventano filastrocche speciali o propongono libri sulle famiglie <<diverse>>. L'Associazione Famiglie Arcobaleno è un'opportunità per mettere a confronto i nuovi modelli di famiglia. E superare i pregiudizi che esistono anche nel mondo omosessuale: <<Ammetto che alcune di noi avevano qualche perplessità pensando a un bambino piccolo affidato a una coppia di uomini: saranno capaci>>, sorride Giuseppina La Delfa. Gli stereotipi sono duri a morire. E nel mondo omosessuale più variegato di quanto immaginino molti etero- non tutti sono entusiasti di questa ventata di normalità, o semplicemente pronti a viverla. <<Anni di discriminazioni non sono semplici da superare per chi le ha vissute sulla propria pelle>>, spiega Lalli. In generale però predomina l'ottimismo. <<Fare i padri? Meno faticoso di quello che pensassimo, ma anche più faticoso», azzardano Tom e Franco. E spiegano: <<La fregatura è che il primo anno non è troppo impegnativo, specie se come noi si ha la fortuna di avere un bambino A002179 8 buonissimo, e questo ci ha spinto ad avere il secondo. Per scoprire che quando crescono diventano un terremoto>>. <<Come è cambiata la nostra vita? Beh, un bambino la cambia: frequentiamo più etero, per esempio le famiglie dei compagni di scuola>>, spiega Beppato. <<Mi è capitato di dire alle altre mamme che si lamentavano del marito che neanche la mia compagna si assume certe incombenze, e ho visto sguardi di solidarietà>>. LE REGOLE PER ADOTTARE. L'adozione da parte di coppie dello stesso sesso è legale in Regno Unito, Spagna, Svezia, Belgio, Olanda, Islanda e Israele oltre che in USA, ma solo in alcuni Stati, Canada, Australia e Germania. Norvegia, Danimarca e Finlandia prevedono la stepchild-adoption, ossia permettono ai partner di una unione civile di adottare i figli naturali (o adottati) del/la partner. In Irlanda e Francia i single, sia omosessuali che eterosessuali, possono accedere alle pratiche per l'adozione. Nota della redazione FI : ovviamente i dati sono aggiornati all’epoca della redazione del pezzo (= 2009) L’UNICA VIA POSSIBILE. C'è chi dice che non è giusto far nascere un bambino in una famiglia irregolare: <<Ma per nostra figlia era l'unica vita possibile. Lei è nata perché siamo state io e la mia compagna a volerla>>, dice La Delfa. <<I nostri figli crescono in una società in cui la norma è avere un papà e una mamma -spiega Toni- sta a noi cogliere le frustrazioni, aiutarli a vivere bene la loro condizione. Siamo insegnanti, sappiamo che cosa vuol dire sentirsi diversi. Capita anche ai figli dei testimoni di Geova o dei Rom>>. E se un giorno il bambino chiedesse perché non ha una mamma? <<Risponderemo che desideravamo molto averlo e amare qualcuno che facesse parte della nostra famiglia>>, dichiarano i due papà. <<È possibile che questi ragazzi incontrino qualche ostacolo in più, ma non è un motivo per mantenere un'ingiustizia, semmai per cambiare le cose>>, afferma Lalli. Il vero problema nel nostro paese, e non solo resta infatti quello della tutela legale: il mancato riconoscimento del genitore non biologico che crea ostacoli pratici e rappresenta un dolore per molti figli, costretti a fare i conti con un genitore <<un po' meno genitore dell'altro>>. <<Emerge l'ipocrisia di chi parla di difendere la famiglia e i bambini e poi accetta che ci siano famiglie, sempre più numerose, prive di tutela. Bambini che potrebbero essere separati da una persona che li ha cresciuti e che loro riconoscono come genitore>>, denuncia Lalli. Sono proprio i bambini a pagare il prezzo più alto della discriminazione. A002179 9 In più la nostra legge vieta il riconoscimento di matrimoni omosessuali contratti all'estero: se una di queste famiglie varca il confine italiano il bambino <<perde>> automaticamente uno dei due genitori. <<La nostra richiesta è che ci sia un riconoscimento per il genitore elettivo, che i figli possano ereditare da entrambi, che esista la possibilità di mantenere la relazione genitoriale in caso di disgrazia o di separazione>>, sintetizza La Delfa. All'estero qualcosa si fa: <<In Francia c'è una legge un po' ambigua clic permette “in caso di necessità e nell'interesse del bambino” di affidare parte dell'autorità genitoriale a un'altra persona>>, prosegue La Delfa. Negli Stati Uniti e in molti paesi del Nord Europa,oltre che in Spagna, è possibile adottare i figli del proprio compagno. In Italia alcuni stipulano un accordo privato per decidere che fare in caso di separazione: <<Lasciare una traccia scritta del rapporto, fare riferimento a un progetto comune ha comunque importanza ai fini della relazione>>, sostiene Beppato. Ciò che crea ansia e stress è la precarietà, il non sapere come andrà, o meglio il sapere che la possibilità di stare vicino al bambino in ospedale o di seguirne l'andamento scolastico è legata alla disponibilità di medici e insegnanti: <<Il riconoscimento giuridico crea anche un riconoscimento sociale>>, osserva Bottino. <<Noi non abbiamo avuto problemi, con i medici o le maestre, ma legalmente i bambini sono figli del genitore biologico: uno mio e uno del mio compagno>>, spiega Franco. <<Non vogliamo essere trattati meglio degli altri, solo veder riconosciuti i nostri diritti>>, conclude La Delfa. È quello che Scalise definisce il diritto a una vita banale: <<Il 90 per cento degli omosessuali sono indistinguibili dagli etero. Non rinnego quella minoranza che si fa notare, trans e transgender, le ammiro e sostengo le loro battaglie. Ma non è corretto identificare con loro la realtà omosessuale. Una realtà che si sta, se vogliamo usare questo termine, banalizzando>>, conclude Scalise. <<La strada è ancora lunga, ma quella che si è avviata è una rivoluzione irreversibile>>.