FORESTALE/Polizia ambientale - Corpo Forestale dello Stato
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FORESTALE/Polizia ambientale - Corpo Forestale dello Stato
Il Forestale n. 77 60 pagine 29-11-2013 17:10 Pagina 5 FORESTALE / Polizia ambientale FURTI DI LEGNA: LA NUOVA FRONTIERA DELLA MISERIA Sono aumentati vertiginosamente i furti di legname, enormi i danni inferti all’ecosistema per un giro di ricavi ancora difficile da stimare di Luisa Lauricella ovevano passare più di 150 anni per ricominciare a parlare di furti di legna. Pare che la crisi ci abbia riportato ad antichi reati, quelli legati alla mancanza di mezzi di sussistenza che spinge ad accaparrarsi le derrate più semplici da reperire: quelle offerte dalla natura e in particolare dalle foreste. Ricordiamo i dibattiti di Karl Marx nel 1842 sulla legge dei furti di legna, dove l’autore specificava la distinzione tra il reato di furto e l’appropriazione abusiva di legna e come a quest’ultima non fosse percepita come reato. Ad oggi facciamo fatica a pensare che qualcuno non conosca la natura demaniale dei boschi e ritenga lecito appropriarsi del legname e altresì ancor più audace sarebbe pensarlo per chi preleva legna da terreni privati. Succede sempre più di frequente di imbattersi in furti di legname da fondi privati e demaniali e spesso la scusa addotta da chi viene colto nell’intento di trafugare il legname è l’abbandono dello stesso. Così è accaduto a Foggia dove il personale della Forestale ha bloccato un uomo intento a portare via diversi chilogrammi di assi, a suo dire misero quantitativo per il proprietario ma più necessario alle sue esigenze! D Ricavi e danni La rivendita del legname invero non produce guadagni paragonabili ai furti di rame, ma vista la facile reperibilità sono certamente accessibili ad un numero elevato di persone, ladri, che riescono ad ottenere un profitto elevato dalla vendita del materiale ricavato dai tagli illeciti. Il Forestale n. 77 - 5 Il Forestale n. 77 60 pagine 29-11-2013 17:10 Pagina 6 Il ricavo è stimato dai 3 agli 8 euro al quintale a seconda della specie lignea rivenduta e, in generale, tra i furti più appetibili risultano le specie quercine, cerro in particolare ma anche carpino nero, rovere, farnia e piante d’olivo. I raccoglitori illeciti, utilizzando boschi altrui o terreni demaniali riescono ad ottenere la materia prima senza alcun investimento economico iniziale né relativo ai costi per il rinnovo del bosco e, ovviamente, falsano l’economia dei piccoli produttori locali che non sono in grado di sostenere la differenza monetaria. Il danno economico per la società è enorme, infatti oltre alla perdita della pianta in sé o del ricavo che il privato avrebbe potuto trarre dalla vendita, nella maggior parte dei casi i tagli effettuati risultano particolarmente lesivi per la rigenerazione e la sopravvivenza del bosco stesso. Si percepisce, così, come tali arbitrari e insensati gesti creino un danno ambientale e paesaggistico di notevoli dimensioni, ben più grande del ricavo ottenuto, spesso con difficoltà anche per gli operatori del settore di rimediare alle ferite inferte al patrimonio boschivo. Il danno paesaggistico si somma ai deterioramenti inflitti al territorio in zone sottoposte a vincoli idrogeologici: un taglio a raso di porzioni rilevanti di bosco, aumenta la permeabilità del terreno mettendo in pericolo la tenuta dei terreni dal rischio di frane e cedimenti nel breve o nel lungo periodo. Dove Il furto di legno non conosce confini, sono stati riscontrati illeciti in tutto il territorio nazionale anche se con prevalenza nelle regioni del centro e del sud, Calabria, Basilicata e Puglia in particolare, spesso in zone di grande valore ambientale come parchi nazionali e regionali nonché riserve e aree demaniali. I dati ufficiali, relativi al monitoraggio effettuato per l’anno 2012, registrano un totale di 823 illeciti penali che hanno portato al deferimento di 384 persone, 4.014 illeciti amministrativi per un importo pari a 3.332.775 euro, su 40.179 controlli effettuati. Per quanto emerge dal controllo eseguito nel primo semestre del 2013 vengono confermate le aree maggiormente interessate dal fenomeno e si riscontra un ulteriore incremento degli illeciti accertati rispetto allo stesso semestre di riferimento dell’anno precedente. I furti avvengono solitamente in maniera continuata per un lasso di tempo sufficiente a caricare un camion e organizzare un trasporto fino a distruggere svariati chilometri di selva. L’attività della Forestale a contrasto del fenomeno Proprio per questa caratteristica del reato, l’attività investigativa è stata in grado di cogliere in flagrante i responsabili anche grazie all’utilizzo della tecnologia. Il Corpo forestale ha infatti individuato numerosi criminali intenti a segare e caricare legna in furgoni e camion grazie all’ausilio di videocamere occultate nei boschi. 6 - Il Forestale n. 77 Il Forestale n. 77 60 pagine 29-11-2013 17:10 Pagina 7 Le aree protette vengono monitorate costantemente e lì dove si notano movimenti in zone boschive, vengono intensificati i controlli per assicurarsi che l’attività si svolga lecitamente e con la necessaria accuratezza. Il ruolo di controllo e garanzia svolto dal Corpo forestale ha trovato riconoscimento anche nella normativa comunitaria, che ha assegnato proprio alla Forestale un compito preponderante attraverso i controlli periodici previsti sugli ultimi “Organismi di controllo”. La creazione dei primi due Organismi di controllo ha completato l’iter previsto dal “Regolamento del Legno”, la normativa europea che contrasta proprio il commercio di legno e di prodotti derivati di origine illegale. Sono il NEPCon (www.nepcon.net), operativo in tutti gli Stati membri, e il “Consorzio servizi – legno sughero” (www.conlegno.it), specifico per l’Italia e si occuperanno di supportare gli operatori commerciali del settore. Gli Organismi manterranno e svilupperanno, verificando anche il corretto impiego, il sistema funzionale della “dovuta diligenza” che prevede l’immissione sul mercato soltanto di merci di cui si sia appurata la legalità del percorso del legno fino al prodotto finito. Gli Organismi rappresenteranno un filtro per chi è impegnato tanto nella produzione che nella lavorazione del legno e che potrà utilizzarli proprio come garanti dell’iter di trasformazione della materia prima fino al prodotto finale. Grazie alla garanzia offerta dagli Organismi sulla filiera degli operatori del legno sarà possibile intervenire efficacemente per contrastare il fenomeno illegale del commercio del legno trafugato e impedire gli enormi danni inferti all’ambiente dai tagli arbitrari e sconsiderati praticati dai trafficanti. Purtroppo i casi si moltiplicano e nonostante vengano denunciati e deferiti alle autorità competenti decine di predoni del legno, sono ancora troppi i reati perpetrati a carico dei boschi. Manca la coscienza sociale dei danni che si provocano sia al paesaggio che alla stabilità del terreno, danni di incalcolabile valore economico e che espongono il territorio a gravissimi rischi sia nel breve che nel lungo periodo. Il Forestale n. 77 - 7