Nov. Dicembre 2013

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Nov. Dicembre 2013
Novembre - dicembre 2013
Pericoli dalla rete
La trappola dei Social Network
QUESTO MESE:
La trappola dei “Social Network”
Violenza contro le donne: un affare di tutti
Danziamo contro la violenza
“Amore criminale”: testo canzone rap
Io non bullo... e tu?
In ricordo di Mimmo Domina
Thanksgivingday
Il Tappeto di Iqbal
Intervista alla prof.ssa A. Pugliano
Il Kiwi in Provincia di Latina
Noi siamo ancora qua
Amici a quattro zampe
I have a dream
Winter Camp 2013
Dillo con un fiore
I Volti della Solidarietà
Personaggi del mese
Facce da copertina
Sportivamente
Cinema - Musica
Working flair
Scotti e bruciati
pag. 3
pag. 4
pag. 5
pag. 6
pag. 7
pag. 8
pag. 9
pag. 10-11
pag. 12
pag. 13
pag. 14-15
pag. 16
pag. 17
pag. 18-19
pag. 20
pag. 21
pag. 22-23
pag. 24-25
pag. 26-27
pag. 28-29
pag. 30
pag. 31-32
È ormai molto noto come il modo di
comunicare di noi giovani sia, con il
passare del tempo, estremamente
cambiato rispetto alle generazione
che ci hanno preceduto. Internet, i
social network, gli smartphone oggi
hanno sostituito sguardi e sorrisi…
Perché parlare faccia a faccia con
una persona, quando anche le
espressioni possono essere riprodotte attraverso le famose emoticon?
Ma oltre che togliere “anima” alla
comunicazione, siamo sicuri che tutta questa tecnologia sia davvero un
bene? Negli anni Sessanta si parlava di “Beat-generation”, una generazione caratterizzata da un’immensa voglia di cambiamento, per la
quale l’essenziale era vivere fuori
dagli schemi imposti dalla società
dell’epoca ed essere “unici”, distinti
dalla massa omologata. Oggi invece
la nostra generazione è definita come “Bit-generation”, ovvero una
generazione all’interno della quale i
giovani vivono in un tutt’uno con la
dimensione telematica. Non ci ren-
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PERCHE’
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I.I.S. “San Benedetto”
Via Mario Siciliano, 4
04010 B.go Piave - Latina
tel. 077369881-fax 0773662890
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Siamo su internet!
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Redazione:
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Daniela Fiorentini (direttore)
Silvia Sessa (caporedattore)
Abagnale Alessia, Aneghini Silvia, Bazzucchi Sarah, Bica Laura, Capasso Fabiana,
Cappelletto Petra, Carnali Marika, D’Ambrosio Luca, D’Ambrosio Chiara, De Lucia
Mariangela, Della Corte Fabio, Dell’Unto
Aurora, Di Bella Marika, Di Rocco Cristina, Esposito Bruno, Franceschetti Chiara,
Gallina Eliana, Magrini Maila, Occhipinti
Giuseppe, Polizzi Marco, Quadara Rosanna, Rea Alessandro, Tolli Giorgia, Torrao
Arianna, Valentini Alessandra
(redattori)
Responsabili del Progetto:
Prof.ssa Cristiana Angiello
Prof. Claudio Cappelletto (grafica)
Collaboratori:
Stefano Trichei
Assistenza tecnica:
Mauro Coppotelli
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La trappola dei Social Network
sodio. Un ultimo,
triste caso si è verificato lo scorso ottobre. La vittima si
chiamava Amanda
Todd. Amanda era
una giovane ragazza canadese di 14
anni, residente a
diamo conto di far parte di un siste- Milano che, dopo essere stata vittima che ci cataloga e ci controlla ma di una serie di episodi di cyber
assiduamente ma che non ci tiene bullismo si è tolta la vita. La ragazper niente lontano dai pericoli. È za era stata derisa e insultata dai
irreale pensare al fatto che corria- compagni di scuola a causa di una
mo più pericoli dietro a uno scher- foto osé che era stata pubblicata da
mo, che fuori dalle quattro mura di uno sconosciuto con cui avrebbe
casa. Se da una parte Internet è chattato su facebook.
uno strumento estremamente effi- E come non ricordare i recenti casi
ciente, che più o meno può fornirci di prostituzione minorile proprio
una risposta a tutto quello che cer- attraverso i social network? Essi
chiamo, dall’altra è un sistema col- permettono una facile reperibilità,
senza grandi conmo di insidie e di
seri pericoli. È un
er prima cosa non trolli di nessun tipo
o vincoli di età,
mondo “virtuale” nel chiudere gli occhi!
piattaforme in cui
quale possiamo trotutto
è
realizzabile
e niente sembra
vare individui “reali” di qualsiasi
essere
illegale.
Ragazzine
che ventipo: pedofili, stupratori, gente malata, persone senza scrupoli che, dono il proprio corpo per una ricariper soddisfare le proprie fantasie, si ca, un bel vestito o una borsa firmatravestono da “agnellino” pur essen- ta, per droga… Si tratta di un vero
do “lupi”. Una delle tante realtà e proprio fenomeno che giorno dopo
legate all’uso sbagliato dei social giorno ci svela i mille volti di questa
network è il cyber bullismo. Per tragica società. Per molti adolescen-
P
cyber bullismo s’intende l’insieme
di atti di bullismo che vengono effettuati tramite mezzi elettronici, a
partire dall’e-mail fino ai siti web.
Proprio a causa dell’ampia diffusione di Internet e dei cellulari, i ragazzi sono sempre più facilmente
attaccabili dai cyber bulli che, non
potendo osservare direttamente la
reazione della vittima, non si rendono conto del danno che arrecano e
di conseguenza persistono con le
loro azioni. C’è anche chi diventa
cyber bullo indirettamente, solo
condividendo o dando spazio all’epi-
ti il valore fondamentale della propria vita è diventato apparire e questo può essere uno dei motivi alla
base dei fenomeni del CYBER BULLISMO e della BABY PROSTITUZIONE. Cosa si può fare per combattere tutto ciò? Per prima cosa
NON CHIUEDERE GLI OCCHI!
L’ipocrisia e l’omertà sono ammesse! In più vi sono molte strutture,
organizzazioni, enti che possono
venirci incontro. Tra tutti c’è il TELEFONO AZZURO, pronto ad
ascoltare la voce di bambini e adolescenti che
abbiano bisogno
di
aiuto.
Certamente
i social network hanno
semplificato
la vita di
molti di noi, facilitando la comunicazione e mettendoci in connessione
con il mondo. Ma probabilmente
non ci rendiamo conto di esserci
disconnessi da noi stessi…
Daniela Fiorentini
(4°B Tc)
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Violenza contro le donne:
un affare di tutti!
Le Nazioni Unite, nel 1999, hanno E' di fondamentale importanza poristituito la Giornata Internazio- re un'attenzione maggiore e costannale contro la Violenza sulle te su queste tematiche relativamen-
Procedendo per gradi e facendo pri-
donne, scegliendo il 25 Novembre te alla necessità di favorire la dequale giorno per commemorare la nuncia, il supporto emotivo e convicenda delle tre sorelle Mirabal creto della vittima, l'azione di recu-
familiare, una parente, una collega
violentate, pugnalate e strangolate pero di coloro che mettono in atto
il 25 Novembre 1960 per ordine tali comportamenti affinché non si
plessità del problema
del dittatore della Repubblica Do- ripetano.
menicana, Trujillo.
"L'attuale situazione politica ed eco-
gli atteggiamenti facilitanti della
nomica italiana non può essere uti-
na, non direttivi, non volti a dirle
lizzta come giustificazione per la
cosa lei può o non può fare.
diminuzione di attenzione e di risor-
LEI
se dedicate alla lotta contro tutte le
PUÒ AGIRE NEL STESSO MODO
manifestazioni
IN CUI AGIREBBE CHI NON È
Sorelle Mirabal
Oggi, nonostante le attività da parte dei Governi e delle Istituzioni
di violenza
sulle
ma le appropriate considerazioni.
Quando si approccia un'amica, una
probabile vittima di violenza, bisogna essere consepevoli della come anche
dell'importanza enorme che hanno
relazione, non giudicanti della don-
PROBABILMENTE
NON
donne e sulle bambine in questo
VITTIMA DI ABUSI!
Paese" - parole della Special Rap-
E' quindi possibile aiutare la vitti-
porteur ONU, Rashida Manjoo.
ma, indirizzandola ai servizi anti-
Lo strumento internazionale più
violenza sul territorio, spiegandole
importante sulla violenza contro le
che sono gestiti da personale fem-
donne è la Convenzione del Con-
minile specializzato e non giudican-
siglio d'Europa sulla prevenzione
te, invitandola a cercarne un aiuto
e la lotta contro la violenza nei con-
anche grazie al numero naziona-
fronti delle donne e la violenza do-
le 1522.
mestica,
detta
Dal 2006 infatti il Dipartimento
"Convenzione di Istanbul", ratifi-
per le Pari Opportunità ha svi-
cata dal Parlamento italiano solo
diminuito, anzi risulta drammatica- nel Luglio 2013. Essa dà una definimente aumentato. Il numero delle
zione precisa della violenza con-
luppato, mediante l’attivazione del
tro le donne, che designa una vio-
mersione e il contrasto del fenome-
lazione dei diritti umani e una
no della violenza intra ed extra fa-
forma di discriminazione contro
miliare a danno delle donne.
le donne, che si esprime in atti che
E soprattutto bisogna ricordare che
provocano o possono provocare dan-
la Violenza contro le donne è
ni o sofferenza di natura fisica, ses-
un affare di tutti!
volte alla sensibilizzazione verso il
fenomeno, esso non sembra essere
donne uccise nel corso dell'anno si
fa sempre più allarmante e sconcertanate. Ma non pensiamo che la
violenza sulle donne sfocio solo nel
femminicidio. In realtà esiste un
sommerso di ferocia e di violenza
anora più allarmante. Nel 2006 dieci milioni di italiane confessavano
di avere subito violenza fisica, sessuale o psicologica nella stragrande
maggioranza dei casi per mano degli uomini di famiglia.
la
così
numero di pubblica utilità 1522,
un'ampia azione di sistema per l'e-
suale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali
atti.
Se si ha il sentore che una donna
sia vittima di abusi, si può e si deve
intervenire!
Petra Cappelletto (5°B Agr.)
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Danziamo contro la
violenza
Latina, 25 novembre 2013 - guaggio diretto ed efficace hanGiornata Mondiale contro la no colpito, coinvolto e commosViolenza sulle donne.
so non solo i giovani studenti
Oggi l’I.I.S. San Benedetto di ma l’intera comunità scolastica
B.go Piave ha fatto sentire la presente. I ragazzi hanno parpropria voce gridando un appas- tecipato in maniera gioiosa e
sionato NO alla violenza sulle consapevole all’evento, ascoldonne. Tutto è stato possibile tando con attenzione gli intergrazie alla disponibilità e alla venti del Dirigente scolastico,
fiducia dimostrata dalla Vice- prof.re Nicola Di Battista,
presidenza, nelle persone della della Delegata alle Pari opporprof.ssa
Pina
Cochi
e
del tunità della Provincia di Latiprof.re Enzo Dapit, e della Di- na, prof.ssa Marilena Sisca e
rigenza – prof.re Nicola Di della prof.ssa Antonietta De
Battista -
nei confronti delle Luca. Ma il momento certapromotrici
e
organizzatrici mente più coinvolgente del prodell’evento, prof.sse Cristiana gramma è stato il Flash mob
Angiello, Roberta Archimio esploso nella piazzetta dell’Istie Romanina Ricci. L’intero tuto. Questo è stato il primo
Istituto, dalla Dirigenza, alla flash
mob
organizzato
Vicepresidenza, agli studenti, ai dall’I.I.S. San Benedetto e siaprofessori, al personale ATA ha mo certi che abbia aperto la
partecipato in modo appassio- strada ad altri, importanti
nato all’evento che ha visto co- eventi… Una scuola di circa
me suoi principali protagonisti i 1700 ragazzi, colorata di rosso,
ragazzi del San Benedetto. il 25 novembre ha danzato feTutto ha avuto inizio alle ore stante, per gridare il suo NO
11.30 presso la piazzetta dell’I- alla violenza sulle donne.
stituto. I ragazzi hanno ascolta- Ringraziamo coloro che si sono
to due intensi monologhi contro occupati delle riprese e delle
il “femminicidio”- pronunciati fotografie, i prof.ri Claudio
da Luciana Littizzetto e Pao- Cappelletto, Stefano Trila Cortellesi - un rap sul tema, chei e il sig.re Mauro Coppocomposto e interpretato da uno telli, i tecnici, sig.ri Andrea
studente del San Benedetto, Menna e Angelo Iannelli.
Bruno Esposito della 2°B Tc
e una commovente riflessione
dell’alunna
Alessia
Alinari
IL
PERCHE’
della 4°B Tc. Soprattutto il momento del rap è stato particolarmente sentito da tutti i presenti. La musica e il suo lin-
Ringraziamo per la stampa gratuita degli striscioni
ARCHIMIO GRAFICA S.N.C. DI ARCHIMIO ROSELLA & ARCHIMIO FRANCO
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Le riflessioni di
Testo canzone rap
Doriana
Amore criminale
Dopo la ricreazione, tutti i ragazzi
del San Benedetto si sono riuniti
in un’esplosione di grinta e voglia di
farsi sentire. Ognuno si è messo in
gioco, indossando un fazzoletto, una
sciarpa, un giacchetto o un paio di
scarpe di colore rosso - in segno di
solidarietà alle donne vittime ogni
forma di violenza. I ragazzi, insieme
ai docenti e al personale ATA, hanno partecipato a un flash mob all’insegna del “rosso’’ per non dimenticare e per non tacere di fronte agli
orrori della violenza sulle donne.
L’evento è stato molto forte e significativo ma soprattutto ha voluto
dare un messaggio d’amore a chi
subisce atti di violenza ma anche a
chi li compie…
Personalmente credo che il nostro
ballo e l’intera manifestazione ab-
Se la amo davvero
Mia moglie non la tocco
Oggi è lutto
Ma non mi vesto nero
Mi vesto di rosso
Oggi non è festa
È un giorno di tristezza
Le donne non si toccano
Se non per una carezza
100 mariti la propria donna la ripudiano
Nel 2012, 124 donne ci salutano
E questo giorno
È per la donna, é la cosa più bella
del mondo
Ami farle del male
Violenza fisica
Violenza psichica
Questo è un amore criminale
Voglio serietà
Per non dimenticare
Voglio serietà
Per non dimenticare
biano davvero smosso nel profondo
il cuore di tutti. È stato un momento
di aggregazione incredibile nel quale ci siamo sentiti particolarmente
legati sia tra di noi, che alle vittime.
Un’occasione per fermarci a riflettere su ciò che accade intorno a noi,
un momento nel quale il nostro ballo, le nostre risa, il nostro entusiasmo sono stati uno stimolo ad agire
con maggiore fermezza contro ogni
forma di sopraffazione!
Combattendo insieme, ma senza
armi…perché la musica non ferisce
nessuno!
Doriana Costanzo
(4°B Tc)
Zitta in silenzio non dice una parola
Sa che se sbaglia, le prenderà ancora
Il volto viola
Rimpiange il passato con
rabbia
Ed è cosciente che questo
animale
Dovrebbe restare in gabbia
Ed ogni volta la stessa storia
Storia da pazzi
Lei con la paranoia
Respira piano
Lui dice “Ti amo”
Mentre la riempie di
schiaffi
E tu saresti un uomo
Perché se tu sei un uomo
Io mi vergogno di essere uomo X2
Ami farle del male
Violenza fisica
Violenza psichica
Questo è un amore criminale
Voglio serietà
Per non dimenticare
Voglio serietà
Per non dimenticare
La tua dignità ma dove é finita
Che diritto hai di rovinarle la vita
Mettitelo in testa
Tra voi due é finita
E la sopravvivenza per lei ormai
una sfida
E vada come vada
Lei non ti denuncerà perché ti ama
Brava
L’ennesima donna rovinata
Ma siamo seri
Dicevi di amarla ma fingevi
Ognuna di voi una stella del firmamento
“Non toccare le donne” 11esimo comandamento
La corda prima o poi si spezza
Danziamo contro la violenza
(Bruno Esposito 2°B Tc)
COMUNICAZIONE DELLA PRESIDENZA: Si rammenta a tutto il personale Docente,
ATA e non di parcheggiare esclusivamente nelle aree consentite, per evitare problemi di
sicurezza e di accesso, in situazioni di emergenza, come recentemente verificatosi.
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Io non bullo… e
tu?
Per quale motivo parlare di
“bullismo” e dedicare a esso una
rubrica del nostro giornale d’Istituto? Perché soltanto affrontando l’argomento, mettendone in luce tutte le
sfaccettature – emotive, psicologiche,
giuridiche - soltanto imparando a
conoscere il fenomeno del bullismo,
che potremo davvero difenderci da
esso. La scuola è il luogo privilegiato per acquisire conoscenze e competenze, ma anche per educare al rispetto degli altri, all’assunzione di
responsabilità dei propri comportamenti, all’acquisizione di condotte
civili e democratiche, alla costruzione di una convivenza pacifica in cui
la dignità di ognuno deve essere tutela e mai calpestata da atti di bullismo. In questo numero de Il Perché
abbiamo affrontato i rischi connessi
all’uso superficiale dei social network. Tra questi rischi vi è anche
quello di cadere nella rete dei
“cyberbulli”, ovvero di coloro che
effettuano atti di bullismo tramite
mezzi elettronici come e-mail, messaggistica istantanea, blog, telefoni
cellulari, cercapersone, siti web... La
cronaca di questi giorni ha aperto un
drammatico squarcio sul mondo degli adolescenti che - per fragilità,
superficialità o costrizione - si rendono disponibili a prostituirsi in cambio del nulla, se paragonato alla
propria dignità. Anche in questi
casi, sembra che i social network
abbiano avuto un ruolo determinante… Il Perché ha dunque voluto
interpellare gli studenti del 1° e del
2° anno del San Benedetto (totale
interpellati n° 396) in merito alla
tematica tanto scottante della prostituzione da parte di minori e del ruolo
in essa assunto dai social network. Il
sondaggio è avvenuto in forma del
tutto anonima e ha dato i seguenti
risultati.
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PERCHE’
Dom. 1: Hai mai avuto la sensazione che intorno a te si verifichino casi di "prostituzione" da parte di minori?
Dom. 2: Pensi che la tecnologia (Social Network) influisca negativamente sul fenomeno della "prostituzione" minorile?
Dom. 3: Pensi che la "prostituzione" da parte di minori per
ottenere ricariche telefoniche, denaro, droghe… sia
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PERCHE’
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In ricordo di Mimmo Domina
ne. Più passava il tempo, più la
sua puntualità, la sua fiscalità...
mia agitazione, come quella di tutti
era una persona molta precisa. Mi
i convittori, aumentava. Alle 17:45
mancherà anche quella semplicità
però la triste notizia...fui uno dei
che lo distingueva dagli altri, il
primi a venire a sapere della sua
suo sorriso che incoraggiava tutti
scomparsa. In quel momento un
ad affrontare la giornata positivadolore molto forte mi assalì. Era
mente.
venuto a mancare un mio idolo, un
Con i convittori, Domina aveva
uomo con il quale ci si poteva confiuna relazione davvero molto prodare, un educatore serio e molto
fonda, era un tipo che si prodigava
preparato, una persona per cui proper i ragazzi, anche se in maniera
vavo una prodiscreta. Le sue
l suo sorriso che incorag- fonda stima e
parole erano capaci di trasmettere va- giava tutti ad affrontare la ammirazione.
Ancora non mi
lori molto importati giornata positivamente
capacito
del
e profondi. In passafatto che lei non sia più tra noi.
to c’erano ragazzi che trascorrevano tutto l’anno in Convitto e tornaIl giorno dei funerali, quando arrivai davanti a quella chiesa, mi venvano a casa solo tre volte l’anno.
ne un nodo in gola e mi parve che
Lui li supportava come un padre,
tutto quello che succedeva intorno
li tutelava, li aiutava a superare i
a me, non avesse più senso.
disagi e il distacco dalle famiglie.
La sua è stata una dipartita troppo
“Mimmo” mi mancherà moltissiveloce, che mi ha fatto riflettere
mo, ci vorrà tempo prima che queprofondamente sul significato della
sta malinconia possa abbandonarvita.
mi. Di lui ho un ricordo vivo e
Lei, un uomo pacato, rispettoso
profondo. Le sue attenzioni e i suoi
delle persone, preciso attento al
consigli mi resteranno per sempre
suo stato di salute, se ne è andato
impressi nel cuore...
via così all’improvviso…
Carlo Petrianni
I
Conoscevo l’educatore Domenico
Domina da quando, nel 1994, fu
istituito, per la prima volta in
questa Scuola, il semiconvitto. In
quell’anno ero nella sua classe e
lui mi teneva molto in considerazione, sia dal punto di vista scolastico che personale, mi voleva bene, come un figlio. Dell’educatore
Domina ho un ricordo molto bello,
legato a un fatto accaduto durante
il Natale del ’94: quell’anno la mia
classe gli fece un regalo a sorpresa, per il quale Domenico rimase
senza parole, cosa non da lui! Da
collega invece il ricordo più bello
fu l’accoglienza che mi riservò
quando presi servizio in questo
Istituto. Ero ancora giovane, poco
più che ventenne e lui mi prese
sotto la sua ala protettiva e mi
spiegò tutte le procedure convittuali. Per questa sua attenzione
nei miei riguardi, in me nacque da
subito una grande stima nei suoi
confronti. Le cose che mi mancheranno di più di “Mimmo” saranno
il suo affetto genitoriale, le sue
attenzioni, le sue battute ironiche
che ti mettevano di buon umore, la
Arrivederci
Educatore
Caro educatore, questo per me non
è un addio ma un arrivederci…
Mi mancheranno molto le sue battute, ma anche le sue critiche,
sempre costruttive. Quel martedì
29 ottobre quando, uscito da scuola, mi dissero che lei non era ancora arrivato, ebbi subito qualche
dubbio. Mi venne però da pensare
che lei fosse andato a fare un giro
in bicicletta, la sua grande passio-
Mi mancherà anche il suo aspetto
burbero ma in fondo buono e mite.
Voglio immaginarla felice che da là
su, mentre ci guarda, prega per
noi…
Arrivederci...
Mattia Moriconi (2°B Agr.)
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Thanksgiving
Day
Il Giorno del ringraziamento,
Thanksgiving Day, è una festa di
origine cristiana osservata negli
Stati Uniti d'America il quarto giovedì di novembre. Questa storica
tradizione, in origine di derivazione
religiosa ma ora considerata secolare, risale all'anno 1621 quando i
Padri Pellegrini, perseguitati in
patria per le loro idee religiose, decisero di abbandonare l'Inghilterra
e andare in America attraversando
l'Oceano Atlantico. Durante il viaggio molti si ammalarono e tanti morirono. Quando arrivarono, l'inverno
era ormai alle porte;
si trovarono di fronte ad un territorio
piuttosto inospitale,
fino ad allora abitato solo da nativi
americani. I Pellegrini avevano portato
dall'Inghilterra
dei semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella
terra dei nuovi territori; vuoi per la
natura del terreno, vuoi per il clima, la semina non produsse i frutti
necessari al sostentamento della
popolazione, per cui quasi la metà
di loro non sopravvisse al rigido inverno. Questa situazione rischiava
di riproporsi anche l'anno successivo se non fossero intervenuti i nativi americani (gli indiani) che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti
coltivare e quali animali allevare,
nella fattispecie il granturco ed i
tacchini. Dopo il duro lavoro degli
inizi, i Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l'abbondanza ricevuta e per celebrare il
successo del primo raccolto. I coloni
invitarono alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto se la
loro comunità aveva potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento nei nuovi territori, gettando
le basi per un futuro prospero e
ricco di ambiziosi traguardi. Nel
menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che
divennero tradizione per le feste in particolare il tacchino e la zucca
insieme ad altre carni bianche, torte di cereali e frutta secca. Nei secoli successivi la tradizione del
Thanksgiving si estese a tutto il
Paese. Le Tredici colonie non
celebrarono contemporaneamente
il Giorno del Ringraziamento
fino all'ottobre del 1777, quando ne
fu indetto uno per festeggiare la
vittoria contro gli inglesi nella
guerra per l'indipendenza. Fu
George Washington a dichiarare
la festa per tutti gli Stati, proclamando una giornata nazionale di
ringraziamento.
Noi, ragazzi del Convitto e Semiconvitto abbiamo deciso di festeggiare questa ricorrenza americana
in maniera diversa riorganizzando
la festa che non
era stata fatta per
il giorno di Halloween. Ci siamo
ritrovati tutti i
ragazzi e le educatrici nella mensa e
abbiamo ballato e
mangiato dei dolci
che avevano portato i ragazzi da casa
o che avevano sfornato i cuochi in
cucina divertendoci e rincontrandoci tutti insieme. Molti sono stati i
timidi che inizialmente sono rimasti a guardare ma alla fine tutti si
sono “buttati nella mischia” dimenticandosi della loro timidezza. Le
vere anime delle festa sono stati i
ragazzi del teatro che, dopo le loro
prove, sono venuti a festeggiare da
noi con la prof.ssa Romanina
Ricci. È stato un bel momento per
ritrovarci tutti assieme, per conoscerci meglio e allontanarci dai libri di scuola tanto noiosi che a volte sembrano opprimerci!
Silvia Aneghini
(1°B Alb.)
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IL GRIDO DEGLI
STUDENTI
Sabato 16 Novembre circa 800
studenti hanno manifestato contro i tagli alla Scuola pubblica, in
occasione della “Giornata internazionale dello studente”.
I rappresentati di Istituto, Marco
Marianelli e Gianmarco Demetrius, hanno raccolto i nostri
compagni in piazza del Popolo da
dove è partito il corteo per le strade di Latina al grido di “SE CI
BLOCCANO IL FUTURO, NOI
BLOCCHIAMO LA CITTÀ” insieme ad altre scuole.
Le ragioni che hanno spinto il
nostro Istituto a protestare sono
legate a varie problematiche interne al San Benedetto stesso:
trasporti pubblici inefficienti,
mezzi affollati e obsoleti, mancanza di aule e di laboratori.
Tutto si è svolto in modo tranquillo, ma con la vitalità che ci contraddistingue.
Vogliamo un Paese che punti a
formare cittadini istruiti e consapevoli, che siano motivo di orgoglio e sviluppo per l’Italia….
Ci battiamo per il nostro futuro!
Scritto da Daniele Favero
(1°D Agr.)
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Il tappeto di IQBAL
“ Togliamo le perle ai porci (con e senza cravatta) ”
In data 20 novembre 2013, l’Istituto San Benedetto è stato sede
dell’ultimo appuntamento del
tour teatrale della compagnia
guidata da Giovanni Savino.
Da tempo impegnato nella lotta
contro la mafia, Savino e la sua
giovane compagnia sono stati accolti nel nostro Territorio come
parte attiva di un Progetto avviato per gli Istituti Superiori dalla
scuola di recitazione di Latina
Latitudine Teatro. Scopo del
Progetto è stato quello di rendere
gli studenti pontini più consapevoli della realtà vissuta da tanti
loro coetanei che si trovano a condurre la propria esistenza nei
luoghi gestiti dalla mafia.
Il Tappetto di Iqbal di Barra
(NA) è una Cooperativa sociale, formata da giovani ragazzi di
strada che, loro malgrado, hanno
già avuto contatti con la criminalità. Lo spettacolo, dal titolo “Lui
chi è”, si snoda attraverso un
susseguirsi di canzoni, monologhi, racconti drammatici e tristemente reali, che hanno suscitato
interesse e commozione tra tutti
gli studenti presenti.
Il Perché, a fine spettacolo, ha
voluto rivolgere alcune domande
ai giovani artisti, per cercare di comprendere meglio la loro realtà di vita
e di giovani adolescenti. Ecco il nostro incontro con Michelangelo Ravone, Marco Ravone e Marco
Riccio.
Com’è nata questa Cooperativa?
Michelangelo Ravone: Questa
Cooperativa è nata nel 1999. Si chiama il Tappeto di Iqbal in memoria
del bambino ucciso nel 1995 per essersi opposto alla mafia pakistana
dei tappeti. In Pakistan infatti è diffusa la cosiddetta mafia dei tappeti,
ovvero un’associazione criminale che
sfrutta i bambini, che per via delle
loro mani piccole riescono meglio nel
lavoro della tessitura dei tappeti. Un
giorno Iqbal riuscì a scappare e andò
dalla polizia, ma STATO E MAFIA
in Pakistan erano e sono la stessa
cosa. La polizia riportò quindi Iqbal
dai suoi sfruttatori. Il bambino però
riuscì a scappare per una seconda
volta, ma in questo caso non si recò
dalla polizia, ma s’imbarcò per gli
Stati Uniti dove si mise in contatto
con grandi associazioni che tutelavano i bambini. Iqbal denunciò la situazione e fece arrestare gli sfruttatori che si servivano di bambini come
lui. Dopo alcuni anni Iqbal decise di
tornare nel suo paese per festeggiare
la Pasqua con la sua famiglia. Men-
tre cammina verso casa, venne colpito
da 4 colpi di pistola e morì. È per
questo che gli operatori della nostra
associazione hanno deciso di chiamare la nostra cooperativa Il Tappeto
di Iqbal
Che tipo di problemi avete incontrato per il fatto di far parte
di questa associazione?
Michelangelo Ravone: Le nostre
famiglie non possono essere altro che
d’accordo sul fatto che noi facciamo
parte dell’associazione. I nostri comportamenti ne sono certamente influenzati in positivo. Se prima ad
esempio tornavo a casa con le tasche
piene di soldi e dovevo dire a mia
madre che li avevo rubati a un ragazzo che li aveva guadagnati, mia madre mi prendeva a calci. Se mia madre sa che sto dalla parte di coloro
che non fanno queste cose, è molto
contenta. La maggior parte dei problemi che noi abbiamo incontrato,
possiamo dire, non siano stati causati dalla Camorra, ma dalle Istituzioni. Come nel caso della struttura; non
possiamo realizzare il nostro progetto
perché quello spazio è occupato da
un’abusiva! Sembra impossibile che
nel 2013 nessuno possa mandare via
una persona da un posto in cui non
può stare. Siamo arrivati addirittura
al punto di avere nella nostra associazione 110 bambini, che vengono
spontaneamente, ma siamo costretti a
rimanere in strada, perché non abbiamo un posto dove stare. I problemi
vengono proprio da parte delle Istituzioni, non della Camorra. A livello
familiare, non è mai capitato che un
genitore si sia opposto a che qualcuno
partecipasse all’associazione, perché
anche il camorrista non vuole che suo
figlio faccia quello che lui ha fatto. Il
camorrista, la maggior parte delle
volte, decide di fare quella scelta, non
perché lo voglia, ma perché è obbligato. La situazione familiare più comune di chi si avvicina alla Camorra è
quella d’avere genitori in difficoltà
lavorative, di vivere quindi una con-
IL
Numero 13
dizione di forte frustrazione psicologica… la Camorra offre la possibilità di facili guadagni. La Camorra
non è altro che l’alternativa, perché
lo Stato non ha aiutato quei genitori
e quella famiglia…
Che tipo approccio avete con i
ragazzi che assistono al vostro
spettacolo?
Marco Ravone: La prima cosa che
ci ha insegnato Giovanni è il contatto. Infatti spesso nei nostri spettacoli
facciamo il gioco dei trampoli: un
ragazzo del pubblico è invitato a
partecipare. Questo ragazzo dovrà
salire sui trampoli e per farlo dobbiamo essere capaci a instaurare
con lui un contatto, così che abbia
fiducia in noi. Perché se lui non si
tiene, cade e si fa male. Ed è qui che
torna il concetto di paura. Come la
paura che viene quando sei per strada, ma ti senti protetto da un gruppo. È allora che s’instaura un contatto visivo e fisico, e si comincia ad
avere fiducia reciproca. Paradossalmente proprio il sentimento di paura, alcune volte, riesce a creare una
sorta di connessione tra noi, che li
facciamo salire sui trampoli e loro
E invece, nel vostro caso, cosa
riuscite a “prendere” dai ragazzi
del pubblico?
Marco Riccio: Sono quattro anni
che facciamo spettacoli in tutta Italia, portiamo le nostre storie e testimoniamo ciò che viviamo giorno per
giorno. Le raccontiamo a voi soprattutto per avvertirvi, perché quella
della criminalità organizzata è una
realtà che si sta avvicinando anche
qui. Di ognuno di voi ci rimangono
molto spesso gli sguardi, sguardi
talora increduli di fronte ai nostri
racconti. Perché per voi sono cose
nuove, che state vivendo e ascoltando solo grazie a noi, in quel momento. Quello è importante, lo sguardo,
perché da noi è difficile avere un
contatto visivo. Un ragazzo non ti
guarda mai negli occhi, ma allo
stesso tempo non abbassa mai la
testa, ma guarda altrove. Da noi
non ci si guarda negli occhi perché
farlo, significherebbe SFIDARSI.
I RAGAZZI DA NOI VIVONO LA
VITA COME UNA GUERRA CONTINUA!
Daniela Fiorentini
(4°B Tc)
Io sono Giovanni
‘‘’Io sono Giovanni’’- ha annunciato
l’uomo con un naso da clown addosso, e da quel momento tutto ha avuto inizio…
Giovanni è l’educatore che 14 anni
fa ha fondato l’associazione “Il Tappeto di Iqbal” per strappare i ragazzi dalla strada e dare loro un’alternativa onesta di vita, anziché la
mafia. Non a caso il motto della sua
associazione è: “Togliamo le perle
ai porci (con e senza cravatta)”.
Il modo che Giovanni ha di avvicinare i ragazzi è del tutto originale:
usa gli attrezzi del mondo circense,
in particolare i trampoli.
“Quando si ha a che fare con questi
ragazzi, non si può certo convincerli
a giocare a palla! Bisogna lanciar
loro una sfida in modo da incuriosirli e attirare la loro attenzione: i
trampoli sono perfetti perché suscitano interesse nei ragazzi e, una volta che ci salgono, sono costretti a
fidarsi di chi sta loro vicino, devono
aggrapparsi per evitare di cadere. O
PERCHE’
Pagina 11
si fidano o cadono. È da lì che s’instaura un rapporto di fiducia, di
sintonia. Il ragazzo inizia a guardarmi negli occhi e io capisco cosa
vuole dire. A volte uno sguardo
vale più di mille parole’’.
Sono i ragazzi di Barra, un quartiere periferico di Napoli e l’associazione, Il Tappeto di Iqbal, è
diventata per loro come una seconda casa.
Non hanno una sede fissa, il loro
posto è la strada. Non per fare
delinquenza, ma per dare una
TESTIMONIANZA.
IDa qualche tempo il gruppo di ragazzi, guidato da Giovanni Savino,
ha iniziato a girare per le scuole,
arrivando anche nella nostra, per
trasmetterci il loro messaggio…
perché al male c’è sempre un’alternativa!
E noi ci siamo appassionati sempre più al susseguirsi delle storie
che Giovanni e suoi ragazzi hanno
voluto rappresentare: storie di
morte, di mafia, d’ingiustizia ma
raccontate da chi sa di avercela
fatta e NON HA PIU’ PAURA!
I ragazzi hanno parlato di sé attraverso la musica, la poesia e il
teatro, ma soprattutto utilizzando
un’inaspettata autoironia… Sono
stati, infatti, in grado di creare
un’atmosfera piacevole, allegra e
di festa, nonostante la serietà dei
temi trattati. E tra una risata e
l’altra ci hanno insegnato a credere nell’importanza dell’onestà e
del combattere con coraggio chi
tenta di sottometterci… “C’è chi a
ogni tuono piega il capo, a ogni
colpo tace. Diciamo NO alla mafia’’.
Il messaggio è chiaro:
non nascondiamoci, scendiamo nelle piazze.
… Non perché tutti sono
artisti, ma perché nessuno sia schiavo!
Doriana Costanzo
(4°B Tc)
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 12
Intervista alla
prof.ssa Antonietta Pugliano
Docente di materie agrarie
Pensa che la creazione di nuovi
indirizzi in questa scuola serva
a completare il percorso della
filiera "agroalimentare"?
Perché lei pensa che gli Studi
Agrari possano ancora oggi offrire buoni sbocchi lavorativi?
Oggi c’è un crescente interesse dei
giovani per l’agricoltura, anche a
causa della crisi economica che ha
creato elevati tassi di disoccupazione nel settore industriale, in quello
finanziario e dei servizi in generale.
Il settore agricolo invece mostra un
trend positivo del tasso occupazionale. Per cogliere le opportunità, che
oggi si presentano nel settore, bisogna avere una solida preparazione
alle spalle e un giusto spirito imprenditoriale, oltre a una buona
apertura mentale alle innovazioni
tecnologiche. Gli Studi Agrari sono
in grado di dare le giuste basi per
affrontare con successo le nuove prospettive che si aprono nel settore.
Essi hanno una loro precisa identità, forniscono una preparazione ampia, affrontando aspetti dell’agroecosistema che vanno da quelli biofisici a quelli socio-economici; sono
inoltre gli unici che danno le basi
complete per poter trattare i problemi della sostenibilità alimentare, in
equilibrio con le esigenze di tutela
dell’ambiente
Penso di sì! L'Alberghiero, i nuovi
Tecnici e la Specializzazione Tecnica Superiore (ITS) sono un valore
aggiunto indispensabile alla produzione agricola. In questo modo il
nostro Istituto, il “San Benedetto”,
riesce a fare sistema e i diversi indirizzi dovrebbero in quest’ottica
integrarsi e realizzare una vera
filiera dell’istruzione e della formazione e non solo della produzione e
della trasformazione agroalimentare
Consiglierebbe a un nuovo
iscritto l'indirizzo agrario e
perché?
No, a un solo iscritto no!...mi sto
spendendo per l'orientamento e cercherò di trasmettere a molti ragazzi
delle scuole medie l'importanza
degli Studi Agrari, oggi più di ieri.
Posso fare qualche esempio: dissesto idrogeologico e necessità di salvaguardare l'ambiente, agricoltura
ecocompatibile a basso impatto ambientale che, oltre a salvaguardare
l'ambiente, tutela la nostra salute.
Disciplinare di produzione che è la
norma di legge che definisce i requisiti produttivi e commerciali di
un prodotto a marchio DOP o IGP
filiera agro-alimentare, che consiste
nella produzione, trasformazione,
distribuzione, commercializzazione
e fornitura di un prodotto finito.
La diffusione delle informazioni
nella rete internet dimostra un forte
interesse per le problematiche delle
coltivazioni, ma un’altrettanta diffusa mancanza di conoscenza su
terreno, clima e fisiologia delle
piante. L’indirizzo agrario può sicuramente fornire la preparazione
necessaria e integrata con gli altri
indirizzi. E’ chiaro però che ci vogliono studenti motivati. Interessati
alle materie che affronteranno, disponibili ad accettare con fiducia lo
studio delle materie di base formative per poi poter “innestare” le materie professionalizzanti
A che scopo lei ha creato un
gruppo
facebook
dedicato
all'Indirizzo Agrario?
Per far conoscere tutte le attività
dei nostri ragazzi, socializzarle e
condividerle, anche per poter avere
suggerimenti e proposte di miglioramento della nostra attività.
Invito tutti (docenti, studenti, addetti all’azienda agraria……) a
partecipare a questa iniziativa e
ringrazio chi l’ha già fatto. L’unione fa la forza!
Ritiene che le nuove tecnologie (facebook) possano facilitare la comunicazione anche con
finalità di orientamento scolastico?
Lo spero! Facebook è un modo veloce e potente d’informazione, che
mette direttamente in contatto persone, gruppi, strutture, etc. ma io
lo intendo in modo molto selettivo,
nel senso che io metto “mi piace” su
pagine di mio interesse e mi iscrivo
in gruppi di mio interesse e quindi
non ricevo informazioni su ciò che
“penso” che non mi interessa. Probabilmente i ragazzi delle scuole
medie e i loro genitori in questo
periodo stanno cercando notizie e
informazioni sulle varie scuole anche attraverso Facebook!
Fabio Della Corte
(5°B Agr.)
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 13
Il Kiwi
in Provincia di Latina
di studio per le
Attualmente la situazione del
classe quinte agra-
kiwi è particolarmente critica a
rie: durante l’anno
causa della batteriosi, un’infezio-
scolastico gli stu-
ne grave che riguarda in modo
denti
effettuano
particolare il kiwi giallo. Poiché
prove in laborato-
gli impianti di quest’ultimo sono
rio per studiare e
calati notevolmente, il kiwi ver-
ricavare le caratte-
de sta presentando una maggio-
La pianta di Kiwi è originaria della
ristiche di questo frutto. Con il
re tolleranza al batterio grazie
Cina meridionale, si coltivava circa
prof.re Soldà, abbiamo sperimenta-
anche alle migliorate tecniche
700 anni fa, il suo frutto era conside-
to la conservabilità del kiwi e il suo
agronomiche che riguardano la
rato una vera prelibatezza dagli im-
periodo di raccolta con appositi
riduzione
peratori cinesi e conobbe anche un
strumenti: rifrattometro e penetro-
azotate, il minor impiego di fito-
uso ornamentale. All'inizio dell'Otto-
metro. Essi permettono di rilevare
regolatori e l’utilizzo del rame in
cento arrivò in Inghilterra e nel dati che, confrontati con i parametri
alcune fasi fenologiche fra cui la
Novecento si diffuse attraverso col- ottimali previsti, ci indicano se il
caduta delle foglie, dopo la pota-
tivazioni intensive in Nuova Zelan- prodotto è commercializzabile o me-
tura e prima del germogliamen-
da, dove trovò un ambiente abba-
no, il periodo giusto per la raccolta e
to.
stanza favorevole. Per questo il suo
- in base alla durezza della polpa -
nome deriva dall'uccello tipico della
se il frutto può essere frigo conser-
Nuova Zelanda; Kiwi è infatti una
vato o direttamente consumato.
delle
concimazioni
Anna Maule (5°B Agr.)
parola maori usata per indicare un
genere di uccelli (Apteryx) autoctoni
della Nuova Zelanda. Alla fine del
Novecento si diffuse anche in Europa e soprattutto in Italia – primi
anni settanta - che ora ne è il primo
produttore al mondo, soprattutto le
regioni Piemonte e Lazio. Il kiwi
viene raccolto tra ottobre e novembre ed è commercializzabile da novembre ad aprile, anche se in realtà
si trova sul mercato tutto l'anno
grazie ai moderni metodi di conservazione dura a lungo. Per coltivarlo
ha bisogno di abbondante acqua.
Inoltre è un frutto dalle qualità benefiche, per questo alcuni consigliano di mangiarne uno al giorno. Il
kiwi è infatti un frutto ricco di vitamina C (85mg/100gr), potassio, vitamina E, rame, ferro e fibre.
Nel nostro Istituto il kiwi è materia
Le stime del CSO stimano nel Lazio una produzione di 128.900 ton
contro le 159.500 del 2011 (-19%). In quest’area è segnalato un forte
tasso di aziende con batteriosi, variabile a seconda dei comuni. I più
colpiti sono risultati Aprilia, Cisterna, Velletri e Latina, anche se altre
aree minori non sono risultate esenti. Diversamente dalle aree del
Nord, nelle aziende che presentano batteriosi la diffusione della malattia può anche arrivare a interessare il 100% delle piante dell’azienda.
Inoltre, a differenza del 2011 - quando gli effetti della batteriosi erano
perlopiù sulle foglie - quest’anno sono anche su fiori e frutti.
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 14
Noi siamo ancora qua!
tore di piante da frutto
do quarti, ci siamo qualificati ai
in giro per l’Agro Ponti-
Mondiali che si terranno a Raven-
no. È molto dura perché
na l'anno prossimo. Inoltre ho fatto
la
alle
anche le mie prime due gare di Ti-
5.30! Il lavoro termina
ro con l'arco e a entrambe sono
alle 16.00. D’estate inve-
arrivato primo, conquistando l'O-
ce faccio il bagnino sul
ro. Così potrò accedere alle Regio-
Litorale
Sabaudia.
nali e successivamente agli Ita-
Però non mi lamento, in
liani! A marzo avrò gli altri Ita-
questo modo riesco alme-
liani di Dragon boat (5000 me-
no
sveglia
a
“urla”
di
non
pesare sulle
spalle
dei
miei genitori.
Appena torno
E’
molto dura perché
la sveglia “urla” alle
5.30!
ragazzi,
validi
per la qualificazione
ai
mondiali
di
quella specialità. Diciamo che sono
uno sportivo!
al Circolo Canottieri di
Insomma, questo sono io, Manuel
Sabaudia, dove ho da
Cardone, un ragazzo normale che
poco iniziato a praticare
non fa niente di speciale e che so-
in Dragon boat, lette-
prattutto vorrebbe trovare un lavo-
ralmente “barca drago”,
ro per essere indipendente e piena-
il nome deriva dalla for-
mente realizzato!
dell’imbarcazione. Il Dragon boat
tutti
questi
subito vado ad allenarmi
ratteristica della punta
a
anche
da lavoro, mi cambio e
ma a testa di drago ca-
Ciao
tri),
sono
è uno sport che richiede molto sa-
Manuel Cardone, abito a Sabau-
crificio e impegno, come d’altronde
dia, mi sono diplomato nell’anno
tutti gli sport acquatici. Questo
scolastico 2012/2013 e ho frequen-
nobile sport è affiliato al gruppo
tato il 5°G Chi.
sportivo della Marina
Appena uscito, mi sono subito ac-
Militare
corto che la realtà dei fatti era mol-
spero di entrare un gior-
to diversa da quella che noi studen-
no…ma quel giorno è
ti pensiamo esista al di fuori delle
ancora molto lontano!...
mura scolastiche. Lì infatti non ci
Nel frattempo mi alleno
sono sempre mamma e papà a pro-
con grande costanza e
teggerci e a sostenerci…
impegno!
Quindi mi sono rimboccato le mani-
Il 15 ottobre 2013 ho
che e ho cercato da subito un lavo-
disputato, con la mia
ro. Ad oggi d’inverno faccio il pota-
squadra, gli Italiani di
nella
quale
Dragon boat e arrivan-
Manuel Cardone
IL
Numero 13
Ciao a tutti!
de vicine ma al mio posto sono
Sono Irma Federici e ho fre-
di a 23 anni ho deciso di spo-
quentato il 5°B Tec. Chi. Biolo-
sarmi e di fare la mamma, il
gico diplomandomi nel 1994.
più bel lavoro del mondo…
Sono stata una studentessa del
Ricordo con affetto i miei prof.
San Benedetto circa20 anni fa
e alcuni sono ancora lì. La
e …Sono ancora qua! Ora lì
prof.ssa Mercogliano, che mi
c’è mia figlia, Marika Di Bella.
ha
Nonostante
trascorsi
prof.ssa Ceci, italiano e la pro-
diversi anni, sono rimasta in
fessoressa Tremonti, labora-
contatto con 3 amiche di scuo-
torio. Scrivendo questo artico-
la. L'anno scorso abbiamo fatto
lo, mi vengono in mente tanti
una cena di classe, in quell’oc-
ricordi della scuola…in classe
casione
con me veniva la sorella di
PERCHE’
Pagina 15
entrati i raccomandati. E quin-
siano
ho
rivisto la
insegnato
biologia,
la
Ricordo
dei miei compa-
Matteo,
gazzo che a 16
scuola e che possa aprire le
gni…molto cam-
anni - mentre
porte per un buon futuro lavo-
stavamo
a
rativo. Per mia figlia mi augu-
invece che la scuola è rimasta
scuola - si tolse la vita…Fu un
ro tante cose belle anche che
pressoché uguale. È cambiato
evento scioccante sia per noi
non si fermi al diploma ma che
solo il convitto che prima si
che
possa raggiungere obiettivi più
trovava nella palazzina, che
avrebbe mai creduto possibile
voi oggi chiamiate "ex convit-
un simile gesto da parte sua…
to". Inoltre l’edificio dove at-
Mi ricordo anche che l'ultimo
tualmente c’è il convitto prima
anno di scuola un amico, Ales-
non esisteva. Appena mi sono
sandro, ci parlò della sua vo-
diplomata, sono stata chiama-
lontà di diventare sacerdote.
ta da una fabbrica di ricerca a
Noi, anche se non eravamo
Pomezia perché ero uscita con
d'accordo, lo abbiamo sostenu-
il massimo dei voti e con una
to, accettando la sua scelta.
borsa di studio. Ma rinunciai…
Come ho detto prima, mia fi-
era troppo lontano da dove abi-
glia Marika frequenta la mia
tavo io e non avevo i mezzi per
stessa scuola. Sono molto felice
raggiungerlo. Poi ho fatto mol-
di questo perché ritengo che il
tissime domande a varie azien-
San Benedetto sia un’ottima
maggior parte
biati. Devo dire
con affetto i
miei prof. e alcuni
sono ancora lì
per
ra-
Istituto…nessuno
alti!
Irma Federici
IL
PERCHE’
Numero 13
Amici a
quattro zampe
IL
PERCHE’
Pagina 16
Asino sardo
L'asino, chiamato anche somaro o
ciuco, è un mammifero appartenente alla famiglia degli Equidi e il
suo verso viene chiamato raglio. Ha
un aspetto simile al cavallo ma
orecchie più lunghe ed è di dimensioni più piccole, è di colore grigio
(può essere anche nero o bruno)
fatta eccezione per il contorno occhi, il ventre e il muso che sono
bianchi. Le razze di colore grigio
hanno anche una croce nera sulla
schiena chiamata “Croce di
Sant’Andrea”. Veniva utilizzato
dall’uomo come mezzo di trasporto, in particolar modo per traini o
carichi pesanti. L’asino venne definito “cavallo del povero” in quanto,
a differenza del cavallo, era meno
costoso dal punto di vista dell’alimentazione: si nutrono di fieno,
paglia ed erba medica. Potature di
alberi e sterpaglie occasionalmente. Saltuariamente e solo in certi
periodi dell'anno, una miscela di
mele, pere, carote, granoturco infranto, crusca di grano, con dosaggio calibrato secondo il soggetto.
Per quanto riguarda la riproduzione, il suo approccio con una
giumenta (cavalla) può dar vita
a un mulo mentre un’asina, che
si incrocia con un cavallo, può
dar vita a un bardotto. Vi sono
varie razze e tipologie diffuse in
tutto il mondo.
L’Asino Sardo
L’asino sardo è una razza tipica
della Sardegna. Esso vive circa 2530 anni mentre se cresce in cattività può arrivare anche fino ai 40-50
anni. In genere si riproduce dopo
un periodo di gestazione
(gravidanza) di un anno. In apparenza mostra un aspetto poco intelligente ma in realtà ha buone
capacità di apprendimento ed è
anche ubbidiente. Oltre che in Sardegna, è possibile trovarlo anche
in altre regioni italiane: Umbria e
Lazio, in seguito agli spostamenti
dei pastori sardi. In Sardegna l'asino, un tempo diffusissimo in tutta
l’isola, ha dato un grande contributo al settore agricolo e a quello dei
trasporti.
Fu
impiegato per
eseguire lavori
di aratura, per
trasportare
acqua, legna.
Venne utilizzato anche nelle
attività belliche. Con l’introduzione e lo
sviluppo
del
settore
automobilistico e dei mezzi meccanici,
le attività dell’asino sono state ridotte sempre più compromettendo
addirittura la sopravvivenza della
specie.
Fabiana Capasso
Chiara Franceschetti
(5°G Chi.)
IL
I HAVE A DREAM!
Numero 13
PERCHE’
Pagina 17
chiamò da sola al numero verde Ferzan Ozpetek e Alberto Neche passava su una pubblicità del grin. Ma anche con attori eccezio"Mini quiz Show", un programma nali come Ricky Memphis, Pierpresentato da Paolo Bonolis. francesco Favino e Tom Hanks.
Qualche giorno dopo arrivò una Al momento sto girando le riprese
chiamata a mia madre che, ignara di un telefilm a Roma, "Un medidi tutto ciò, pensò che avessero sba- co in famiglia", faccio la parte di
gliato. A quel punto le spiegarono Adriano, un ragazzo che va a scuoche Valentina aveva fatto tutto da la con i nipoti di Lino Banfi. Recisola e che era stata presa per par- tare mi dà la possibilità di lavorare
tecipare al programma.
con molti altri ragazzi e fare quindi
Lo vinse! I produttori dissero che anche nuove conoscenze. La sensaValentina era una bella bambina e zione più gradevole che provo,
parlava molto bene, quindi poteva quando sono su un set, è la cortesia
avere le doti per diventare un'attri- che il casting ha verso di me… una
ce. A quel punto mamma decise di volta che sei lì, è come se facessimo
iscriverla a un’agenzia di recitazio- tutti parte di una grande famiglia.
ne, la "PLANET". Io allora avevo Per non parlare dei camerini! Io
circa 4 anni e mamma mi portò con amo i camerini! Tv, aria condiziosé. Con grande sorpresa di mia ma- nata, un frigorifero pieno di cose da
Il sogno di
“recitare”
dre, le proposero di iscrivere anche mangiare! E poi ti fanno sentire un
me, perché potevo anch'io provare vero attore! A breve dovrei fare un
a recitare. Così da lì iniziò la mia provino per un cinepanettone con
carriera...!
Massimo Boldi e Christian De
Ho lavorato in vari campi,: tele- Sica… spero vada tutto bene!...
film, film e sono apparso anche sul
Ciao a tutti, sono Marco Polizzi,
grande schermo. Nel 2003 ci fu la
ho 15 anni e frequento la 2°A TA.
mia prima comparsa in TV, con la
Nella vita ho varie passioni tra cui:
pubblicità della "Parmalat". Poi
recitare, comporre e cantare testi
continuai con vari telefilm tra cui
Rap e praticare MMA.
"R.I.S", "Distretto
Coltivo tanti sogni, ma quelli più
di Polizia" e una
importanti riguardanti il lavoro
comparsa
sono due: continuare la carriera di
"Cesaroni".
attore e provare a diventare famoso
Partecipai
o entrare a far parte della guardia
film: "La vita di
forestale, perché amo molto gli ani-
Bartali" e una com-
mali…non a caso sono vegetariano!
parsa in "Angeli e
La mia passione per la recitazione
demoni".
ha una storia molto buffa. Tutto
Ho avuto la fortuna
cominciò quando mia sorella, Va-
di lavorare con regi-
lentina, più o meno verso i 9 anni,
sti importanti quali
nei
a
due
Aurora Dell’Unto
(2°A Alb.)
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 18
ca ha prodotto modifiche sostanziali anche nelle relazioni e nel
significato di concetti quali amore
e amicizia…La soluzione non è
rinunciare alla tecnologia. Il progresso è una ricchezza ma non può
cancellare le relazioni…dobbiamo
essere in grado di controllare la
tecnologia, altrimenti rischiamo di
diventarne schiavi, trasformandoci
da soggetti a strumenti”.
I ragazzi presenti all’incontro hanno ascoltato con interesse queste
parole, calandole nella propria
realtà quotidiana, con una maggior consapevolezza e senso critico.
La nostra esperienza ha poi vissuto un momento di silenzio: circa 50
Il 5 dicembre 2013, 19 ragazzi del-
particolare momento storico che ci
minuti durante i quali ognuno ha
le classi quinte, corsi A-B-C Agra-
troviamo ad affrontare. Da inse-
scelto un posto dove pensare, leg-
rio, accompagnati dai prof.ri Clau-
gnante, il prof.re Loffarelli ha mo-
gere un libro, parlare, fare una
dio Danieli ed Emanuela Ciar-
do di osservare costantemente co-
passeggiata. Abbiamo anche visi-
la, hanno raggiunto la Chiesa
me cambiano le generazioni negli
tato la vecchia Chiesa di Santa
Nuova di Santa Lucia, a Sezze.
Lucia, la cui storia ci è stata spie-
Una volta sistemate le nostre cose
anni. Egli ha parlato di “passaggi
epocali, segnati dal progresso
nelle stanze, abbiamo conosciuto
scientifico, culturale che hanno
incontro con il prof.re Loffarelli ci
coloro che ci avrebbero guidato in
arricchito il presente, senza cancel-
ha fatto riflettere sul rapporto tra
questa esperienza: Don Antonio -
lare il passato. Il progresso è stato
genitori e figli, ancora più compli-
che ci ha accompagnato per quasi
caratterizzato dal fatto che il nuo-
tutto il percorso – e il prof.re
vo si è aggiunto al vecchio…in que-
cato oggi rispetto al passato “…
Ora più che mai i genitori devono
Giancarlo Loffarelli - docente di
sto momento storico invece si ri-
lasciar
filosofia ma anche attore, regista,
schia di non avere un vero progres-
nell’autonomia delle loro scelte,
presidente diocesano per l’Azione
so: il cellulare, internet, i social
senza ostacolarli!”. Così si è con-
Cattolica, con lui abbiamo avuto
network se offrono qualcosa in più
cluso il nostro incontro con il
due incontri. Il prof.re Loffarelli ci
da aggiungere a ciò che si ha, allo-
prof.re Loffarelli. Quindi la cena!
ha spiegato quale sarebbe stata la
ra costituiscono una ricchezza, ma
È stato un momento molto diver-
finalità dei suoi interventi con noi:
se sostituiscono senza aggiungere,
tente, ognuno cercava di aiutare
fornirci qualche spunto di riflessio-
allora non possono essere conside-
come poteva: cucinare, apparec-
ne utile a comprendere meglio il
rati tali…La rivoluzione tecnologi-
chiare, pulire…tutto sotto la su-
gata dal prof.re Danieli. Un nuovo
crescere
i
propri
figli
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 19
Winter Camp
loro un video che mostrava diverse
circostanze in cui ci possiamo sentire fuori luogo rispetto alla situazione che viviamo, lo slogan del
video era SENZA IMPEGNO NON
SI VINCE! Abbiamo quindi affrontato le nostre paure attraverso
un’esperienza sensoriale…una musica di forte impatto ci ha portati
faccia a faccia con ciò che temiamo… La canzone di Fabrizio Mo-
Rimani
“Rimani nell’amore,
nonostante l’odio.
Rimani nel silenzio,
nonostante il frastuono.
Rimani nella lucidità,
nonostante la follia.
Rimani nella fede,
nonostante il dolore”.
ro, LIBERO, ha chiuso questo
momento molto particolare. L’ultimo giorno è stato Don Antonio a
Prof. Claudio Danieli
guidarci in un’altra bella attività,
emotivamente coinvolgente e ac-
pervisione del coach Matteo Ruz-
compagnata dalla lettura di passi
za, che si è reso disponibile fin
del Vangelo. Così si è conclusa la
dall’inizio a fare la spesa e cucina-
nostra
re. Il 6 dicembre di buon mattino
Winter Camp. Un ottimo pranzo
siamo partiti per una passeggiata
tipico sezzese è stato condiviso an-
in montagna. Abbiamo percorso
che con altri professori delle quinte
più di 14 km, andata e ritorno, sia-
che erano venuti a trovarci. Que-
mo arrivati a un’altezza di 1050
sta esperienza è stata un’opportu-
metri, giungendo a un rifugio di
nità per dedicare del tempo a se
cacciatori. Lì abbiamo acceso il fuo-
stessi, per fermarsi a pensare, per
co e consumato il pranzo a sacco.
interrogarci sui nostri obiettivi e
L’uscita in montagna era concepita
su chi siamo realmente! Ma è stata
come metafora della vita: la sca-
anche un’occasione per approfondi-
lata, le difficoltà, che ogni giorno
re le conoscenze con altri ragazzi,
incontriamo, erano tutte simbolica-
per collaborare, per capire quanto
mente in quella salita. E il nostro
siamo fortunati a casa ad avere un
zainetto, metafora anch’esso di
letto che ci ospita, una famiglia
ciò che portiamo con noi, dei valori
che ci ama , una scuola che ci acco-
a noi cari presenti nella nostra esi-
glie, un futuro che ci attende…
stenza. Tornati all’alloggio, abbiamo incontrato diversi ragazzi di
Azione cattolica: Alessia, Filippo,
Cristina, Luigi… abbiamo visto con
esperienza
denominata
Fabio Della Corte
(5°B Agr.)
Vi auguriamo un natale
semplice ed indimenticabile:
la meravigliosa bellezza di Dio
si manifesta nel poco.
Gli insegnanti di religione
IL
Dillo con un fiore
PERCHE’
Numero 13
Pagina 20
I consigli di Liliana & Stefano
Liliana Filpi & Stefano Campagna
Delphinium
Caratteristiche:
Il Delphinium è un genere di
pianta della famiglia Ranuncolaceae, originario dell'Europa, Asia
e Nord America.
Conta oltre 200 specie erbacee tra
annuali, biennali e perenni, alte
dai 50 cm ai 2m a seconda della
specie. Hanno fiori in una lunga
spiga, colorati in varie tonalità
brillanti, che negli ibridi possono
essere doppi o semidoppi. Molte
delle specie sono note volgarmente
con il nome di Speronella o
Spron di cavaliere.
Le specie perenni vengono utilizzate per la floricultura e il giardinaggi e come ornamento per tappeti
erbosi. La colorazione varia dal
viola al rosa, alcuni tipi sono anche
gialli e rossi, e si ottengono incrociando una specie originaria delle
alpi (D. elatum) con alcune specie
esotiche.
Coltivazione:
Le specie annuali preferiscono posizioni soleggiate, con terreno ricco
di sostanze organiche, neutro poco
calcareo.
I Delphinium perenni prediligono i
climi freddi in posizione soleggiata
o a mezzo-sole, non sopportano le
estati torride del Sud Italia, la zona ideale per queste piante è la
regione dei laghi prealpini e gli
Appennini, dove il periodo estivo è
piovoso con temperature non trop-
po elevate.
Richiedono terreno neutro o leggermente acido, fresco nel periodo vegetativo, privo di calcio, ben drenato e
con abbondante concimazione organica.
Si moltiplicano per seme, divisione
dei cespi o per talea dei getti. La
semina nelle zone meno rigide viene
fatta prima dell'autunno subito dopo
la maturazione delle capsule, nelle
zone con inverni molto rigidi si rimanda la semina alla primavera
successiva con fioritura nello stesso
anno. La moltiplicazione delle varietà, per via agamica con la divisione
dei cespi o talea, va effettuata in
primavera con getti di 10-15 cm di
lunghezza.
Avversità:
 Le temperature torride associate
alla siccità danneggiano gravemente
le specie perenni
 L'eccesso di ristagno idrico provoca il marciume radicale

Istruzioni di semina:
La semina di questa pianta è un po'
impegnativa. Si semina a fine estate
(21-24°C) utilizzando un terriccio
fresco e sano, leggero, possibilmente
ricco di vermiculite o pomice. Impiegate delle cassettine o dei vasetti e
inumidite accuratamente il terriccio.
Dopo aver sparso i semi sul terriccio
ricopriteli con 2 mm circa di terra.
Inumidite ancora la superficie e coprite con un nylon che mantenga i
semi in umidità costante. Quando i
primi semi iniziano a germogliare si
rimuove la copertura e si mantiene
in luogo luminoso e fresco. Circa 1
mese dopo la semina si possono ripicchettare le piantine in singoli
vasetti. Si lasciano irrobustire, poi
si spostano al sole. Si mettono a dimora nella primavera successiva.
Curiosità:
-Il Delphinium nome viene dal
Greco e significa il “delfino piccolo’’
Il nome è stato scelto perché la figura del fiore è rievocativa del naso di
un delfino.
-Gli indiani d’America macinavano
le speronelle per ricavarne il colore
blu, successivamente furono utilizzate anche in Europa per ottenere l’inchiostro.
-La specie e la varietà di questo fiore
sono sorprendenti. I fiori possono
essere blu, blu scuro, azzurro, viola,
lilla, bianco ed in combinazione con
il colore nero, il bianco, il grigio e la
panna donano a questa pianta un
fascino irresistibile. Questo fiore
ama il sole e non tollera alcun tipo
di ombra, anche se nei giorni più
caldi ha bisogno di un po’ d'ombra
per non essere bruciato dai raggi di
sole.
-Tutte le parti vegetali sono velenose
a causa della presenza dell’alcaloide
delfinidina, il cui contenuto diminuisce con l’invecchiare della chioma.
Doriana Costanzo
Luca D’Ambrosio
(4°B Tc)
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 21
I Volti della Solidarieta’
CLOWN TERAPIA: SOLIDARIETA’ RECIPROCA
Mi chiamo Cristina Di Rocco, ho 18
anni e frequento il 4°A Tc. Da due
anni faccio volontariato presso la Croce Rossa e Mezza Luna Rossa Italiana, nel comitato locale di Ariccia,
Genzano, Lanuvio. Il secondo anno, in
Croce Rossa, ho frequentato un corso
di specializzazione per clown terapia, volta non solo ai bambini, ma
anche ad adulti, presso il comitato
locale di Anzio. Inizialmente la mia
iscrizione all’associazione è stata spinta da motivazioni puramente personali, avevo bisogno di staccarmi dalla
monotonia, ma soprattutto volevo superare il più grande ostacolo che da
anni mi frenava: il timore di mostrare
al pubblico la mia personalità. In seguito, proprio durante il corso di formazione, ho avuto modo di scoprire
che tutti gli altri volontari del gruppo
con cui collaboravo, si erano iscritti a
quel corso per le mie stesse ragioni:
superare se stessi e affrontare i propri
limiti. Tutto questo, visto da fuori, può
sembrare un atteggiamento egoistico!
Ma si tratta di un “egoismo positivo”,
quello che ci teorizzò la nostra istruttrice: regalare sorrisi ad altri per gratificare anche se stessi. Ricordo ancora
il primo giorno che entrai nel locale in
cui svolgevo i corsi: ero terrorizzata
all’idea di dovermi presentare, confrontare con altre persone, perché “da
quel momento in avanti - così ci disse
l’istruttrice, avremmo dovuto essere
una famiglia”. Era dunque fondamentale instaurare legami di fiducia tra
noi, tutte cose che inizialmente non
riuscivo a comprendere. Non è stato
per niente facile per me, aprire la
mia mentalità e immergermi nel
surreale, perché è questo il compito
di un clown: riuscire a vedere ciò che
gli altri danno per scontato, o che
addirittura non esiste. Qualunque
oggetto per un clown assume infinite
realtà, che solo chi ha la capacità di
“leggere tra le righe” può capire, come solo un bambino sa fare. Non era
assolutamente la fantasia che mi
mancava ma la forza di volontà necessaria a estraniarmi dai giudizi e
dai pregiudizi degli altri e dalla paura di sbagliare. Avevo comunque
tutte queste paure, pur essendo
all’interno di un gruppo di adulti e
non di coetanei pronti a giudicare.
Durante la preparazione, abbiamo
fatto molti esercizi sia teorici che
pratici. Il gioco della “zattera”, che
consisteva nel camminare o correre,
a seconda del ritmo della musica,
all’interno di un rettangolo, nel quale tutti si impegnavano a riempire
gli spazi vuoti e a non percorrere gli
stessi punti. Questo ci ha aiutato a
gestire gli spazi sul palco e a stabilire i primi rapporti all’interno del
gruppo. Altri esercizi miravano a
migliorare la nostra capacità di
ascoltare e di parlare. L’ascolto andava al di là dell’udito, scavava alla
ricerca dei sentimenti più profondi
che un determinato argomento suscitava in noi. Il parlare non era fatto
di parole, spesso un bambino non
comunica ciò che gli succede perché
non sa come esprimersi, in questo
caso il parlare si traduce in gesti: la
paura, ad esempio, la si può disegnare con le mani, la felicità può
diventare un abbraccio, il coraggio
può essere una stretta di mano. La
parte del corso che maggiormente
mi ha fatto riflettere è stata il
“BURN OUT” (gestione del fallimento). Non è facile svolgere il compito di clown. La figura del clown,
non deve essere banale, ridicola, ma
deve rispecchiare la realtà nelle sue
diverse e molteplici sfaccettature e
significati. A volte però si sbaglia e
sentirsi dire da un bambino “non
fai ridere”, fa male perché lo si percepisce come un fallimento morale e
psicologico del clown. Da questa
spiegazione, capii l’importanza del
gruppo-famiglia e del rapporto di
fiducia tra noi. Dopo ogni spettacolo, il gruppo si riunisce, si parla
delle sensazioni provate sul palco e
se c’è stato un fallimento, il gruppo
ha il dovere di far comprendere al
compagno che non deve portarsi
l’abbattimento morale nella vita
privata: “Io, Cristina, non devo essere toccata dallo spiacevole accaduto,
il fallimento riguarda la mia figura
di clown, che ha un proprio nome
d’arte e una propria identità”. Da
questo insegnamento, io ne trassi
altri significati, che mi portarono a
comprendere l’inutilità di vergognarsi nel mostrarsi per ciò che si é.
Solo ora riesco a capire quanto sia
gratificante la libertà nel sapersi
esporre, porsi all’altro sicuri di sé,
perché solo facendo così, si ricevono
sorrisi veri che ti esaltano e scaldano il cuore!
Cristina Di Rocco
(4°A Tc)
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 22
Personaggi del mese
Nome Cognome:
Maria Ceci
Professione: Docente
Disciplina: Italiano
Da quanti anni in-
meno, quindi si creavano situazio-
traffico creato da macchine e auto-
segna
ni più familiare. Ora c'è troppo
bus. Insomma, tutti questi disagi
scuola?
caos, anche con i colleghi ci vedia-
non li hanno soltanto gli alunni,
Eh...direi un bel po'! ...circa 25-26
mo molto meno, anche fuori scuola.
ma anche noi professori!
anni!
Negli anni passati era tutto diver-
Quali sono per lei i valori fon-
Ha sempre insegnato o ha pro-
so!
damentali su cui la scuola do-
vato qualche altra professione?
Ci dica qualcosa in più su di
vrebbe puntare?
Sì! (ride), ho sempre insegnato!
lei! Cosa fa al di fuori della
Tanti anni fa insegnavo Educazio-
"Sicuramente il rispetto per gli altri, la solidarietà e l'essere sempre
ne Fisica, allenavo la squadra di
scuola?
Faccio la nonna a tempo pieno!!!
atletica Latina! Ero e sono ancora
Ho due bellissimi nipotini, uno di
ai ragazzi l’importanza di non la-
una sportiva, anche se gli anni
4 anni e l'altro di 6 mesi! Vi voglio
sciarsi trasportare da quelle che
passano…
raccontare due piccoli “riti” che da
sono le situazioni negative che la
Come si trova in questa scuo-
sempre vivo con mio marito… il
vita ci mette davanti quotidiana-
la?
In questa scuola ci sto bene! La
sabato mattina è dedicato al “rito
mente. Quando faccio lezione, mi
della colazione al bar seguita poi
piace anche affrontare argomenti di
considero la mia seconda famiglia!
dalle classiche spese per la casa”, il
diverso genere, che toccano un po'
Che rapporto ha con gli alun-
secondo invece si svolge di domeni-
tutti noi. Parliamo di ciò che ci ac-
ni?
Il rapporto con gli alunni è sempre
ca mattina...ovvero la passeggiata
cade intorno ogni giorno, anche al
in bicicletta!
di fuori della scuola. Fare “lezioni
stato ottimo, perché basato sul reci-
In cosa pensa dovrebbe miglio-
di vita” è utile per trasmettere ai
proco rispetto! Mi piace stare con i
ragazzi i valori fondamentali su cui
ragazzi. Tra qualche anno andrò
rare il San Benedetto?
Innanzitutto, nelle strutture. Sia-
in pensione e a pensarci bene, que-
mo molto più numerosi rispetto
sono basilari per loro formazione!
sto mi crea già un po’ d'ansia e di
agli altri anni, la scuola dovrebbe
malinconia…
adeguarsi con strutture idonee al
Che differenza trova tra i pri-
numero rilevante di studenti! Poi
mi anni di servizio e oggi, in
c’è la questione del trasporto, dei
relazione alla sua professione?
I ragazzi sono bravi, sono "puliti".
pullman, delle navette... All’uscita
Ma negli anni passati eravamo di
fusione perché non c'è chi diriga il
IL
PERCHE’
in
questa
da scuola, si crea una grande con-
se stessi! Cerco di far comprendere
basare la propria esistenza e che
Petra Cappelletto
(5°B Agr.)
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 23
Nome Cognome:
Sabrina Massaro
Professione: Docente
Disciplina: Sala
Bar
Da quanti anni fa l'insegnante ?
Sono dieci anni che insegno. La
mia prima esperienza è iniziata a
Roma in un quartiere diciamo "non
dei migliori", si chiama Laurentino
38. Un’esperienza altamente formativa, diciamo che ho dovuto impegnarmi anche in ambito sociale. In
quella scuola ho sempre insegnato
Tecniche operative di Sala Bar e ho
iniziato con più ore e meno classi,
mentre ora ho meno ore e più classi
In seguito ha avuto altre esperienze come insegnante?
Come precaria ho lavorato in molti
istituti, ne cambiavo uno ogni anno. Sono passata di ruolo soltanto
nel 2007, quando lavoravo a Velletri dove ero già da molti anni. Soltanto un anno fa sono venuta a conoscenza dell'esistenza dell'Istituto
"San Benedetto" con indirizzo Alberghiero ed essendo di Latina, ho
fatto domanda qui
Migliorerebbe qualcosa nella
nostra scuola?
Sì, migliorerei sicuramente i servizi per poter fare pratica con i miei
alunni sia di cucina che di sala bar
Pregi e difetti degli alunni del
San Benedetto?
Il miglior pregio è che anche i peggior alunni si trovano ad affrontare
situazioni lavorative e hanno dunque un confronto diretto con il mondo del lavoro. In quelle situazioni
migliorano tutti e danno il meglio
di loro. Invece il lato peggiore è che
la maggior parte degli alunni sono
ingestibili e ineducati nell'ambiente
scolastico e per questo motivo si fa
fatica a far lezione e ad avere un
riscontro positivo
Ha fatto altre esperienze lavorative che riguardano l'alberghiero prima di iniziare a fare
l'insegnante?
Ho iniziato a 14 anni a lavorare in
strutture alberghiere per poi intraprendere a 26 anni il percorso come insegnante. Inizialmente ho
cercato di coordinare i due lavori,
successivamente però questa situazione era diventata troppo pesante,
quindi ho continuato il percorso di
insegnamento, accantonando quello ristorativo. Il mio sogno è quello
comunque
diventare
manager
all’interno di una struttura alberghiera…MAI DIRE MAI!
Come fa a capire le attitudini
di un alunno?
Io cerco sempre di consigliare ai
ragazzi di scegliere ciò che pensano
di voler fare realmente nella loro
vita. Alcuni sono portati per una
materia e non per un'altra, ma
non se ne rendono conto. Magari
sono partiti con un’idea e non intendono cambiarla. Spesso spinti o
suggestionati dai propri genitori,
dalle scelte dei compagni... Io mi
affido alle mie percezioni che nascono dall’osservazione degli studenti….in base ad esse, do i miei
suggerimenti
Qual è la sua passione più
grande?
La mia passione è l'insegnamento,
oggi essere professori non è facile…
bisogna essere anche psicologi, sociologi e cercare di interagire nel
migliore dei modi con gli alunni
Andiamo sul personale, ha degli animali a casa?
A casa ho due cagnolini di piccola
taglia, Tamburino ed Emy. Dato
che non ho figli, loro riempiono le
mie giornate e vengono trattati
come se fossero dei veri e propri
figli!
Se potesse scegliere tra fare
l'insegnante o lavorare in un
albergo cosa sceglierebbe?
Sono due ruoli completamente diversi! Entrambi si basano sul rapporto umano; diciamo però che, nel
contesto ristorativo, il cliente è di
passaggio quindi il rapporto finisce lì, mentre in quello scolastico
gli alunni crescono insieme a noi
docenti, arrivano che sono "piccoli"
e raggiungono la maggior età ancora qui con noi…ed è una bella
soddisfazione!
Se ne avesse la possibilità, risceglierebbe Sala come indirizzo o cambierebbe?
Se dopo due anni, avendo provato
sala, cucina e ricevimento, avessi
potuto scegliere, penso che avrei
optato ancora per Sala, ma avrei
dato un’opportunità anche a ricevimento. Voi avrete la possibilità
di sperimentare tutto questo nel
primo biennio, invece io ho avuto
la "sfortuna" di scegliere subito,
fin dal primo anno. Avrei valutato
comunque Sala-bar, forse perché
mi piaceva lavorare nel mondo
ristorativo, soprattutto nell'organizzazione e nella banchettistica.
Quello che preferisco è l'organizzazione di buffè, eventi…
Quali erano le materie in cui
andava meglio?
Andavo bene in tutte le materie,
ma soprattutto in Sala!
Coltiva qualche hobby nel
tempo libero?
In questo periodo il mio hobby
principale è la lettura che è orientata su libri che trattano argomenti di filosofia, meditazione, rincarnazione e sviluppo della mente
Aurora Dell'Unto
Sarah Bazzucchi (2°A Alb.)
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 24
Facce da copertina…?
no
e dovevo giocare con i ragazzi più
Ti piace il tuo aspetto fisico? E
grandi di me che, puntualmente,
come ti curi?
mi facevano stare in panchina!
Sono molto soddisfatto del mio
Quindi ho abbandonato il calcio e
aspetto fisico! Mi piace emanare
mi sono dedicato a un altro spor: il
sempre un ottimo “odore” e lasciare
nuoto! Il primo anno è stato fanta-
una scia di profumo al mio passag-
stico ma poi continuavano a farmi
Puoi descrivere in
gio!...
fare sempre le stesse cose, quindi
due parole il tuo
Cosa pensi che piaccia alle ra-
ho deciso di lasciarlo
Sono un ragazzo molto vivace, alle-
gazze di te?
Penso che alle ragazze, a prima
Qual è la tua passione attuale?
Sono quattro anni che seguo il La-
gro e a volte lunatico…
vista, non piaccia nulla del mio
tina Calcio e questa è diventata la
Qual è il tuo rapporto con le
aspetto fisico… però, se mi conosco-
mia “passione” più grande! Inoltre
ragazze?
Se incontro una ragazza che mi pia-
no bene, non possono fare a meno
da essa ogni tanto ricevo grandi
di innamorarsi del mio carattere!
soddisfazioni che mi portano a fare
ce, divento un pochino timido o me-
Perché hai scelto l'indirizzo
piccole pazzie… come per esempio
glio, controllo la mia vivacità, per-
tagliarmi i capelli a forma di “B”
ché non vorrei che questa si facesse
agrario?
Perché amo l'odore della terra ba-
un'idea sbagliata di me. Cerco di
gnata, mi piace stare a contatto con
serie B!
farla ridere, mi piace trattarla come
la terra e lavorare con i trattori
Quali sono per te i valori fon-
una “principessa” e metterla al cen-
Pratichi sport?
damentali della vita?
tro dell'attenzione
Ho praticato per circa nove anni il
L’amore per mio fratello Mirko, il
Cosa fai nel tempo libero?
Nel tempo libero faccio dei lavoretti
calcio. Fin da bambino avevo que-
rispetto per la famiglia, in partico-
sta passione o meglio, fissazione
lare per mia madre e per mio pa-
per sistemare casa, aiuto la mia
per il calcio! Poi ho smesso perché
dre!
famiglia ma specialmente mio non-
la squadra della mia età non c'era
Cognome: Biscuola
Nome: Simone
Età: 18
anni
Classe: 3°B
IL
PERCHE’
Agr.
carattere?
per la promozione del Latina in
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 25
Facce da copertina…?
Cosa fai nel tempo libero?
Pratichi sport?
Cognome: Franchi
Nel tempo libero adoro andare a
Sì, pratico kickboxing da due an-
Nome: Simone
pesca, uscire con i miei amici e la-
ni. Questa passione è nata in un
vorare in campagna
primo momento per seguire l'e-
Ti piace il tuo aspetto fisico? E
sempio di mio fratello, poi ho ini-
come ti curi?
ziato ad appassionarmici vera-
Mi piace molto il mio aspetto fisico.
mente! Ho ottenuto grandi soddi-
Sono molto perfettino nel modo di
sfazioni da questo sport e fra non
due parole il tuo carattere?
pormi e di vestire
molto potrò iniziare a praticarlo a
Non sono un ragazzo timido. Sono
Cosa pensi che piaccia alle ra-
livello agonistico. Pratico kickbo-
molto allegro. Se devo dire una co-
gazze di te?
xing per divertimento e non per
sa, non faccio giri di parole ma te
Penso che alle ragazze piaccia il
apparire forte agli occhi degli al-
la dico subito e in faccia, quindi mi
mio modo di fare, il mio fisico e il
tri!
reputo un ragazzo molto leale!
mio sorriso!
Quali sono per te i valori fon-
Qual è il tuo rapporto con le
Perché hai scelto l'indirizzo
damentali della vita?
ragazze?
agrario?
Il rispetto per la mia famiglia,
Con le ragazze inizialmente cerco
Ho scelto l'indirizzo agrario per la
l'amicizia e godermi la vita con il
di instaurare un rapporto di amici-
passione che nutro fin da bambino
divertimento!
zia e se poi la persona mi prende
per la campagna. Inoltre questo
Marika Di Bella
veramente, riesco a far diventare
indirizzo di studio mi permette di
Arianna Torrao
quel rapporto un po' più sentimen-
ampliare le mie conoscenze a livello
(2°B Tc)
tale…
sia tecnico che teorico
Età: 18
anni
Classe: 3°B
IL
Agr.
PERCHE’
Puoi descrivere in
IL
Sportivamente
PERCHE’
Numero 13
Pagina 26
Nome e Cognome:
Andrea Caprari
Età: 18
Classe: 5°B Chi.
Sport: PALLANUOTO
Da quanto tempo pratichi questo sport?
Pratico pallanuoto da 9 anni
Come è iniziata la passione
zione fisica è fondamentale ed è ac-
perché in questo sport la squadra è
per la pallanuoto?
compagnata da un duro allenamen-
tutto!
La passione per questo sport è na-
to, che mi permette di dare il massi-
È difficile conciliare l’impegno
ta grazie a mio fratello. Spesso
mo in gara
scolastico con quello sportivo?
seguivo i suoi allenamenti ed ero
Come si svolge una gara?
Sì… molto! La stanchezza dell'alle-
presente durante le sue gare. Que-
Si gioca 7 contro 7, il campo ha una
namento si accumula e spesso impe-
sto ha suscitato in me grande en-
lunghezza di 30m e una larghezza
disce di utilizzare al meglio il tempo
tusiasmo che, in breve tempo, si è
di circa 20m. I giocatori si differen-
per studiare. Cerco di dare il meglio
trasformato in una vera e propria
ziano per il colore della cuffia, chia-
sia a scuola che nello sport
passione. Oggi non ne potrei più
mata “calottina”, utilizzata per le
Quali sono le emozioni che si
fare a meno!
applicazioni protettive nella zona
provano prima dell’inizio di una
Praticavi altri sport, prima di
orecchie. L'obiettivo è quello di fare
gara?
iniziare la pallanuoto?
goal, come nel calcio, in una porta
Prima di una competizione sono mol-
Sì, prima della pallanuoto facevo
galleggiante. Una delle regole più
to agitato e teso, ma allo stesso tem-
nuoto libero. Poi, come ho detto,
importanti è che per giocare si deve
po determinato e con la voglia di vin-
seguendo mio fratello, mi sono av-
utilizzare solo una mano. I giocato-
cere!
vicinato alla pallanuoto
ri sono chiamati in causa sia per
La paura più grande che provi
l'attacco che per la difesa Questo fa
in gara?
questo sport?
sì che la pallanuoto sia uno sport
La paura di perdere, anche se nello
La pallanuoto richiede tanto sacri-
molto dispendioso a livello di ener-
sport bisogna sapere accettare la
ficio, poiché è uno sport che impe-
gie fisiche, poiché si è in continuo
sconfitta
gna tutta la settimana per due o
movimento. Una partita dura 40
Perché consiglieresti di pratica-
tre ore al giorno
minuti variabili, sono 4 tempi,
re la pallanuoto?
Come ti prepari a una gara?
ognuno da 7 minuti
Secondo me, la pallanuoto è uno
Alla gara inizio a pensare molti
Qual è il rapporto con i tuoi
sport che può dare molte soddisfazio-
giorni prima e credo che la prepa-
compagni, essendo la pallanuo-
ni… che probabilmente non potresti
razione più importante non sia
to uno sport di squadra?
mai avere dalla vita!
tanto quella fisica quanto quella
Ho un buon rapporto con i miei
mentale. Ovviamente la prepara-
compagni, dobbiamo essere uniti
Quanto
sacrificio
richiede
Martina Borgia (4°A Tc)
IL
Sportivamente
PERCHE’
Numero 13
Nome e Cognome:
Emiliano Lo Pinto
Età: 17 anni
Classe: 4°A Tc
Sport: TAEKWONDO
Da quanto tempo pratichi questo sport?
Pratico taekwondo da circa 5 anni
Come è iniziata la passione
preparazione
per il taekwondo?
principalmente sulla corsa. Molto
Inizialmente questo sport non mi
importante è l'alimentazione: deve
attraeva più di tanto perché, come
essere senza grassi e contenere tan-
tutti i ragazzi della mia età, prefe-
te proteine e carboidrati
rivo il calcio. Un'altra ragione che
Come si svolge una gara?
mi teneva lontano dal taekwondo
Dopo il peso, si svolgono i sorteggi
era la presenza di combattimenti
e si assegna a ogni atleta un nu-
corpo a corpo. Un giorno però mio
mero che corrisponde all'ordine
zio mi chiese se volessi fare una
del combattimento. Ogni match
prova; ero un po' titubante, ma
prevede 3 round da 2 minuti cia-
accettai.
scuno. Il punteggio varia dal tipo
Ho avuto la fortuna di avere mio
di calcio sferrato e dalla modalità
zio allenatore, e dopo svariati alle-
con cui è stato tirato
namenti, partecipai al mio primo
Quali sono le emozioni che
campionato. Lottai agli interregio-
provi?
nali e ottenni il secondo posto.
Dipende
Quali sono state le tue vitto-
gara. Più è importante, più l'emo-
rie?
zione aumenta
Il secondo posto agli interregionali
La paura più grande che pro-
di Bolsena e il secondo posto al
vi?
campionato italiano di Caserta,
E' quella di svenire dopo un forte
che mi ha dato il titolo di vice-
calcio o di farmi male seriamente
campione italiano
Come ti prepari per una gara?
Prima di ogni gara bisogna rientrare in una precisa categoria, che
si basa sul peso degli atleti.
Se sono in 'sovrappeso', svolgo una
specifica
basata
dall'importanza
della
Glauco Fantauzzi
(4°A Tc)
Pagina 27
IL
Numero 13
Il perche’:
Pagina 28
cinema
Cyberbully
PETTEGOLEZZI ON-LINE
Anno:
Genere:
Cast:
PERCHE’
2011
drammatico-adolescenziale
Emily Osment: Taylor Hillridge
Kay Panabaker: Samantha Caldone
Kelly Rowan: Kris Hillridge
Jon McLaren: Scott Ozsik
Meaghan Rath: Cheyenne Mortenson
Jade Hassouné: Caleb
Nastassia Markiewicz: Lindsay Fordce
Robert Naylor: Eric Hill ridge
Caroline Redekopp: Karen Caldone
Ronda Louis-Jeune: Becca Dick
Ideatore: Teena Booth
Regia:
Charles Binamè
Trama: Questo film tratta una forma di bullismo,
oggi molto diffusa ma di cui si parla ancora poco: il
cyberbullismo.
La protagonista è una ragazza di 17 anni, di nome
Taylor Hillridge. i suoi genitori sono separati e lei vive
con la mamma e il fratello. La mamma, pur essendo
iperprotettiva, decide di regalarle, per il suo diciassettesimo compleanno, un personal computer alla condizione di non pubblicare informazioni personali online.
Spinta dalle amiche e dall'interesse per un ragazzo –
Scott – Taylor decide di iscriversi a un social network
molto popolare nel suo Istituto. Inizia a pubblicare
foto e stati, che Lindsay Fordyce, sua nemica e ragazza più popolare della scuola, commenta con offese, alle
quali si aggiungeranno presto insulti da parte di altri
compagni. Da questo momento in poi la vita di Taylor
sarà un crescendo di situazioni drammatiche che le
renderanno un inferno anche il semplice andare a
scuola… C’è chi pubblicherà sul social di avere avuto
rapporti con lei e di aver contratto una malattia venerea, di averla pagata perché lei si spogliasse… Taylor
conoscerà la solitudine e la disperazione, sarà abbandonata anche dalle sue migliori amiche. Le offese arriveranno al punto da far pensare a Taylor di suicidarsi… Ma Taylor sarà in grado di riprendere in mano la
propria vita e di fare qualcosa di concreto per combattere il cyberbullismo…
Recensione
Cyberbully - Pettegolezzi Online é un film dalla
tematica molto forte e sconosciuta sotto molti aspetti.
Nato come film-denuncia verso la società che si ostina
ancora a essere cieca di fronte a questo fenomeno, il
film contiene un insegnamento molto importante per
tutti quei ragazzi, vittime silenziose di una prigione
psicologica e virtuale. L’insegnamento è quello
di non arrendersi davanti alle
minacce e agli
insulti ma di
farsi coraggio e
di
denunciare
l’accaduto. Perché è facile e
vigliacco fare i
bulli da dietro
uno schermo, è
difficile
avere
quegli stessi atteggiamenti davanti
ad
un
gruppo compatto e deciso, con il quale neanche il più
forte dei bulli può competere. Questo film parla anche
dell’amicizia e di quanto, nell’adolescenza, possa essere fragile e spesso sopravalutata. Mette in luce i sentimenti della protagonista, come ci si senta a essere
prese di mira, come questo possa portare le vittime a
vivere una crisi d’identità e a vedere nel suicidio la
soluzione finale del disagio che vivono. Non si deve
cedere davanti alle avversità, il suicidio non è mai la
soluzione. Questo film fa capire che non si è mai soli
in una situazione simile ma che, al contrario, ci sono
moltissimi ragazzi e adulti pronti a tendere una mano. Con il silenzio non si può vincere il rumore, bisogna impegnarsi per fare qualcosa di concreto, uscendo
dall’ipocrisia che spesso impedisce di schierarsi dalla
parte giusta…lo sbaglio di uno è lo sbaglio di tutti.
Nel film anche le parole del preside sono molte importanti: sono un invito, ai giovani, al senso di responsabilità nell’utilizzo dei social network. Oggi per molti
ragazzi il confine tra mondo reale e mondo virtuale è
davvero sottile, se non confuso o sovrapposto. Cyberbully - Pettegolezzi Online apre una finestra allarmante proprio sul lato oscuro del web e troppo spesso
ignorato da chi ne fa uso. Ma Cyberbully - Pettegolezzi Online offre anche utili consigli per giovani e
genitori, soprattutto per quest’ultimi che troppo spesso, per mancanza di tempo o per ingenua superficialità, lasciano i propri figli vittime della trappola del
web!
Martina Sabbatini (4°B T.C.)
Cristina Corsi (3°B P.I.)
IL
Numero 13
PERCHE’
Pagina 29
SCELTA PER VOI DA
VOCI DELL’ANIMA
Io sono Asia una ragazza come tante
Ma giudicata perché non vesto grandi marche
Non porto borse o scritto Gucci sotto
gli occhi
penso agli insulti non dormo le notti
Mi ritrovo qui, a rigirarmi nel mio
letto
Mi ricordo di tutto quello che mi
hanno detto
Gli insulti, gli sfregi
Tu che parli, dimmi, una vita così la
reggi?
Ho solo un pantalone e una giacca
stracciata
Come la mia dignità che è stata calpestata
Da ragazze snob che si sentono superiori
Perché sicuramente hanno vite migliori
Allora penso a come fare
Ma solo una soluzione riesco a trovare,
scrivo una lettera a mia ma’ e mio
pa’
Spero mi perdoneranno di questo
gesto qua
Mi affaccio dal balcone al settimo
piano
Ho in testa solo un piano
Guardo in cielo i miei nonni morti
Guardo in terra le persone, così forti
Prendo un bel respiro e mi lascio cadere
Pensando " Il genere umano dove
andrà a finire? Beh, non lo voglio
sapere!"
Io sono Chiara
Quella che sta al primo banco
Violentata da una baby gang
Ma non tutti lo sanno
È passato qualche anno
Ma quel giorno, non riesco più a dimenticarlo
Vivo in un mondo sordo
Ma adesso grido
Affogo ogni singola lacrima
Dentro quel panino
Adesso sono a 100
E non perdo neanche un chilo
L'unica cosa che perdo
Credo sia il sorriso
Colpa degli altri
Continuano a giudicarmi
La mia domanda è “Quanto
male volete farmi?”
Ai soldi spesi per la dieta
Io ci provo ma è la tiroide
che mi frega
Sento ancora il freddo
Di quel pomeriggio d’ inverno
Ogni mattina mi sveglio
Per andare in quella scuola
inferno
Ripenso sempre se fare questa scelta
un’altra adolescente suicidata in cameretta
Io sono Luca, un ragazzo omosessuale
Soffro perché non vengo considerato
normale
Da persone con una grande chiusura
mentale
che giudicano diverso chiunque sia
speciale
Mi rinchiudo nel mio buio interno
Perché fuori vivo un inferno
Mi sento oppresso, giudicato, sbagliato
Non voglio più stare in questo mondo
malato
Da tempo è morta mia madre
Mi rimane mio padre
Che da solo non capiva
Che ero in depressione e la mia mente non reagiva
In più mi giudicava per questo fatto
Un genitore violento e sempre fatto
Mi ricordo bene il suo torto
"Più che frocio, preferisco un figlio
morto! "
Mi rimangono queste parole in testa
come un chiodo
E per levarlo non trovo nemmeno un
modo
Mi lego al collo un nodo scorsoio
Di me rimarrà solo un fantasma in
questo lungo corridoio
Mi chiamo Kiki, la Nigeria è il
mio paese
Sempre il sorriso
in viso
Anche se non arrivo a fine mese
Il mio problema palese
Mi guardano la pelle e dopo partono le offese
“Torna da dove sei venuto”
A volte manco vi capisco
E resto muto
Nel buio più assoluto
Seduto sulla panchina
L’unica amica questa birra
Credo in qualcosa di migliore anche se dista mille miglia
Un giorno come tanti altri
Pensavo a come arrangiarmi
Nella giungla urbana o corri o
vengono a mangiarti
E quel giorno erano in otto
Capello rasato
Scarponcini fino al ginocchio
“Brutto negro” il mio aggettivo
Sento il botto
Calibro nove
Mi trapassa il petto
Mi risveglio su un lettino
Di una sala d’aspetto
E dopo il vuoto
Non sentivo più me stesso
Questa é la storia di Kiki morto
perché reputato diverso
Bruno Esposito (2°B TC)
Lo giudichi, ti credi di essere il più
Marco Polizzi (2°A TA)
tosto
Fatti questa domanda piuttosto
E se domani, ci fossi tu al suo posto?
Non credo che faresti così tanto il
grosso
Se vuoi sentire e scaricare l’MP3 vai sul nostro sito
www.ipasanbenedetto.eu/giornale.html
IL
Numero 13
PERCHE’
Working flair
Dal 2005 la Barman Agency
svolge corsi di formazione e organizza gare di Barman acrobatico. Nel mese di novembre,
presso il nostro istituto è stata
fatta una dimostrazione di
WORKING FLAIR. Si tratta di
una disciplina che insegna i movimenti di flair, ovvero le acrobazie, utilizzate nella preparazione dei cocktail e drink. I movimenti consistono fondamentalmente in lanci di bottiglie o
strumenti (come shaker, tin,
ecc…) e alla loro ripresa per
l’utilizzo in una preparazione. I
ragazzi delle prime e delle seconde Alberghiero hanno potuto
assistere dunque a un vero e
proprio spettacolo di abilità e
maestria. Ma hanno avuto modo
anche di ascoltare consigli utili
per riuscire a ottenere ottimi
risultati in questo particolare
ambito lavorativo.
CONSIGLI:

Essere umili

Conoscere l’inglese

Ascoltare i professori e
non buttare via gli anni
scolastici
Colui che si è esibito di fronte ai
ragazzi del San Benedetto è Daniele Arciello, un vero e proprio campione nell’ambito del
Working flair
DANIELE ARCIELLO
Da quanto tempo fa questa
professione?
Lo pratico da… 16 anni
Dove hai imparato?
Fortunatamente sono figlio d’arte, cioè figlio di due artisti, mio
padre faceva il Barman
Ha conosciuto molte persone famose?
Tante, per esempio: Max Pezzali, Francesco Totti, uno dei com-
ponenti dei Duran Duran e
Claudia Shiffer
E’ difficile conciliare famiglia e lavoro?
E’ molto difficile ma non impossibile. Il Barman è principalmente un play boy!
Dove lavora?
In un locale molto famoso di
Roma, si chiama On The Rocks
Come le è nata questa passione?
Leggendo un libro di Barman,
all’età di 8 anni
Questo lavoro dà molte soddisfazione?
Sì molte, sia a livello economico,
che a livello competitivo, quando vinco gare acrobatiche!
Silvia Aneghini
(1°A Alb.)
Pagina 30
IL
Numero 13
Scotti e bruciati ….
PERCHE’
Pagina 31
dal mondo
Natale in Francia
L’Europa è un Continente
fantastico dal punto di vista
alimentare, in quanto contenitore di diverse culture e tradizioni, ognuna portatrice di
diversi gusti ed abitudini in
cucina.
Una delle feste in cui la tradizione gastronomica tocca i
suoi apici è il Natale. Tutti
noi conosciamo i piatti tipici
di Natale italiani, ma la globalizzazione incalza!
In questo mese, ho voluto presentare una delle tante ricette
di dolci natalizi che ho scoperto proprie di altri paesi europei. In particolare si tratta di
un dolce consumato il giorno
del 6 Gennaio – giorno dell’Epifania - in Francia, chiamato Gallette des Rois.
Prima di procedere con la ricetta vediamo alcune curiosità
sul Natale francese. Il Natale in Francia viene celebrato
in modo differente a seconda
della località e della regione
di appartenenza. Accanto ad
una tradizione più che altro
commerciale, vissuta in particolare nelle grandi città turistiche come Parigi, si affiancano quelle appartenenti a
una cultura più popolare. I
bambini francesi ricevono i
doni da Pere Noel, Babbo
Natale, assistito da una seconda figura sconosciuta altrove: Pre Fouettard, che ha
il compito di ricordare a Babbo Natale il comportamento di
ogni bambino durante l’anno
appena trascorso. Gli adulti si
scambiano invece i doni non a
Natale, bensì a Capodanno. I
piatti della cena di Natale
sono quelli della tipica cucina
francese, quali ostriche, sal-
mone affumicato, il Fois Gras,
o le lumache. In Alsazia é
molto utilizzata l’oca, mentre
nella Borgogna è diffuso come portata principale della
cena della Vigilia il tacchino
ripieno di castagne. Sono molto diffusi nelle cene di Natale
Francesi il pollo arrosto e il
prosciutto al forno.
GALETTE DE ROIS
Ingredienti per 4 persone:

1 rotolo di pasta sfoglia;

200 gr di farina di mandorle;

4 tuorli;

1 uovo intero;

80 gr di burro;

200 gr di zucchero;

200 gr di crema pasticcera
Preparazione della crema pasticcera
INGR: latte fresco intero, amido, vaniglia, tuorlo d’uovo) Unire tuorlo d’uovo e
zucchero e mescolare; Unire l’amido e mescolare ancora; Incidere la bacca di
vaniglia estrarre la polpa e aggiungere al composto di prima; Mettere il baccello
di vaniglia nel latte e portare a ebollizione; Versare il latte sul composto e mescolare; Rimettere il composto nella pentola e portare a 85/90 °C; Versare il tutto in un contenitore basso e coprire con pellicola.
1 bicchierino di rum, qualche goccia di essenza di mandorle
Per la decorazione
1 tuorlo d’uovo con poca acqua da spennellare in superficie
Preparazione
Ricavare due dischi ritagliando la pasta sfoglia e trasferirli per qualche minuto
in frigorifero con la carta forno. Per la crema frangipane, (la crema frangipane
è una crema molto simile alla crema pasticcera, che viene preparata però utilizzando la farina di mandorle) in una ciotola impastare la farina di mandorle
con uovo, tuorli, burro ammorbidito e zucchero. Unire anche la crema pasticcera e amalgamare. Aggiungere il rum e qualche goccia di essenza di mandorle.
Disporre il primo disco di sfoglia in una teglia e ricoprirla all'interno con uno
strato sottile di crema frangipane. Spennellare i bordi della pasta sfoglia con
l'uovo, inserire la statuetta nella crema e ricoprire col secondo disco di sfoglia,
sigillando bene i bordi prima con le dita infarinate poi con una posata. Fare
delle piccole incisioni sulla parte superiore della sfoglia e infornare a 200° gradi per circa 20-25 minuti.
Curiosità
La torta Galette des Rois "galletta dei re", si spiega con il suo riferimento ai
Re Magi, festeggiati proprio il giorno del 6 gennaio. Nel dolce si nasconde per
tradizione la piccola figura di un re, simile a un soldatino: la persona a cui capita di avere la figura nel suo pezzo di dolce - in francese chiamata la fève - è
considerata il re o regina della festa.
E…
Buon Natale a Tutti
Giorgia Tolli (1°B Alb.)
IL
Scotti e bruciati ….
PERCHE’
Numero 13
Pagina 32
...dal mondo
ZUPPA CINESE AL MAIS
Ingredienti:






200 g di crema di mais in scatola
600 ml di brodo di pollo (con ossa)
½ cucchiaino di sale fino
Un po’ di zucchero
1 uovo sbattuto
1 e ½ cucchiaio di fecola di patate (farina
usata nella cucina cinese)

2 cucchiai di acqua
Preparazione:
In un recipiente versare la fecola e scioglierla
con acqua.
In una pentola versare il brodo di pollo scaldare
a fuoco medio e far bollire, quando inizierà a
bollir, aggiungere la crema di mais e mescolare.
Unire il sale, lo zucchero e far bollire di nuovo.
Mescolare la fecola precedentemente sciolta in
acqua e unirla a poco a poco alla zuppa.
Unire lentamente l’uovo sbattuto continuando a
far bollire la zuppa e mescolare.
Quando il composto sarà diventato soffice e avrà
raggiunto una cottura intermedia, spegnere il
fuoco.
Servire nel piatto e….. Buon appetito!!!
CROSTATA ALLA ROMANA
Ingredienti:

500 g di ricotta

300 g di farina setacciata tipo 00

150 g di burro

3 uova (2 tuorli e uno intero)

pizzico di sale

buccia grattugiata di mezzo limone

succo di mezza arancia
Preparazione:
Per fare l’impasto, unite 300 gr di farina di tipo
00 setacciata, 150 gr di burro, 2 uova, un pizzico di sale e la buccia grattugiata di mezzo limone. Preparate un bell’impasto e lasciatelo riposare. In una terrina unite 500 gr di ricotta, 150
gr di zucchero, 2 tuorli d’uovo, un uovo intero e
la buccia grattugiata di mezzo limone e mezza
arancia. Stendete parte della pasta sul fondo di
una teglia imburrata, versate il composto e, con
CURIOSITÀ SULLE ZUPPE CINESI
In un buon pasto cinese le zuppe non mancano mai.
Fanno parte sia dei semplici pasti familiari sia dei banchetti
delle feste. Al contrario di quanto avviene sulle tavole europee, la zuppa non apre il pasto, ma è in genere servita dopo i
piatti di riso, come conclusione e ultimo atto di un menù.
In famiglia spesso ne viene preparata una maggiore quantità, poi consumata sia nel corso del pasto sia tra una portata
e l’ altra. A un banchetto informale le zuppe si servono per lo
più verso la fine del pasto ed è possibile consumare il contorno con le bacchette.
In Cina ci sono diversi tipi di zuppe: la scelta varia dai più
semplici brodi alle zuppe più ricche, che possono costituire
un piatto unico. Normalmente la zuppa si mangia con cucchiai di porcellana in ciotole apposite, leggermente più piccole delle altre ciotole. Logicamente i cinesi mangiano una
quantità limitata di zuppa, perché viene servita dopo una
serie di piatti squisiti. Un cuoco cinese ha detto che lui mangia solo zuppe di verdura, che trova un toccasana per pulire
lo stomaco e rendere il pasto più digeribile.
C’è un unico inconveniente… dopo poche ore dal pranzo, si
ha subito voglia di rimettermi a tavola!
Giorgia Tolli (1°B Alb.)
la pasta rimanente, preparate delle striscioline per decorare
la vostra crostata. Un segreto per renderla ancora più squisita? Aggiungete al ripieno delle gocce di cioccolato! Mettete in
forno a 180° e prima di gustarla, spargete un po’ di zucchero
a velo sopra la crostata. Pronti per una buonissima merenda
con gli amici? E come si dice a Roma, “Chi nu’ magna, ha
magnat‘” (chi non ha fame è perché ha già mangiato)… anche perché altrimenti sarebbe impossibile resistere a questa
delizia!
Alessandro Rea (2°B Alb.)