Nov. Dicembre 2013
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Nov. Dicembre 2013
Novembre - dicembre 2013 Pericoli dalla rete La trappola dei Social Network QUESTO MESE: La trappola dei “Social Network” Violenza contro le donne: un affare di tutti Danziamo contro la violenza “Amore criminale”: testo canzone rap Io non bullo... e tu? In ricordo di Mimmo Domina Thanksgivingday Il Tappeto di Iqbal Intervista alla prof.ssa A. Pugliano Il Kiwi in Provincia di Latina Noi siamo ancora qua Amici a quattro zampe I have a dream Winter Camp 2013 Dillo con un fiore I Volti della Solidarietà Personaggi del mese Facce da copertina Sportivamente Cinema - Musica Working flair Scotti e bruciati pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 pag. 9 pag. 10-11 pag. 12 pag. 13 pag. 14-15 pag. 16 pag. 17 pag. 18-19 pag. 20 pag. 21 pag. 22-23 pag. 24-25 pag. 26-27 pag. 28-29 pag. 30 pag. 31-32 È ormai molto noto come il modo di comunicare di noi giovani sia, con il passare del tempo, estremamente cambiato rispetto alle generazione che ci hanno preceduto. Internet, i social network, gli smartphone oggi hanno sostituito sguardi e sorrisi… Perché parlare faccia a faccia con una persona, quando anche le espressioni possono essere riprodotte attraverso le famose emoticon? Ma oltre che togliere “anima” alla comunicazione, siamo sicuri che tutta questa tecnologia sia davvero un bene? Negli anni Sessanta si parlava di “Beat-generation”, una generazione caratterizzata da un’immensa voglia di cambiamento, per la quale l’essenziale era vivere fuori dagli schemi imposti dalla società dell’epoca ed essere “unici”, distinti dalla massa omologata. Oggi invece la nostra generazione è definita come “Bit-generation”, ovvero una generazione all’interno della quale i giovani vivono in un tutt’uno con la dimensione telematica. Non ci ren- IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 2 I.I.S. “San Benedetto” Via Mario Siciliano, 4 04010 B.go Piave - Latina tel. 077369881-fax 0773662890 E-Mail: [email protected] Siamo su internet! www.ipasanbenedetto.eu Redazione: Daniela Fiorentini (direttore) Silvia Sessa (caporedattore) Abagnale Alessia, Aneghini Silvia, Bazzucchi Sarah, Bica Laura, Capasso Fabiana, Cappelletto Petra, Carnali Marika, D’Ambrosio Luca, D’Ambrosio Chiara, De Lucia Mariangela, Della Corte Fabio, Dell’Unto Aurora, Di Bella Marika, Di Rocco Cristina, Esposito Bruno, Franceschetti Chiara, Gallina Eliana, Magrini Maila, Occhipinti Giuseppe, Polizzi Marco, Quadara Rosanna, Rea Alessandro, Tolli Giorgia, Torrao Arianna, Valentini Alessandra (redattori) Responsabili del Progetto: Prof.ssa Cristiana Angiello Prof. Claudio Cappelletto (grafica) Collaboratori: Stefano Trichei Assistenza tecnica: Mauro Coppotelli IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 3 La trappola dei Social Network sodio. Un ultimo, triste caso si è verificato lo scorso ottobre. La vittima si chiamava Amanda Todd. Amanda era una giovane ragazza canadese di 14 anni, residente a diamo conto di far parte di un siste- Milano che, dopo essere stata vittima che ci cataloga e ci controlla ma di una serie di episodi di cyber assiduamente ma che non ci tiene bullismo si è tolta la vita. La ragazper niente lontano dai pericoli. È za era stata derisa e insultata dai irreale pensare al fatto che corria- compagni di scuola a causa di una mo più pericoli dietro a uno scher- foto osé che era stata pubblicata da mo, che fuori dalle quattro mura di uno sconosciuto con cui avrebbe casa. Se da una parte Internet è chattato su facebook. uno strumento estremamente effi- E come non ricordare i recenti casi ciente, che più o meno può fornirci di prostituzione minorile proprio una risposta a tutto quello che cer- attraverso i social network? Essi chiamo, dall’altra è un sistema col- permettono una facile reperibilità, senza grandi conmo di insidie e di seri pericoli. È un er prima cosa non trolli di nessun tipo o vincoli di età, mondo “virtuale” nel chiudere gli occhi! piattaforme in cui quale possiamo trotutto è realizzabile e niente sembra vare individui “reali” di qualsiasi essere illegale. Ragazzine che ventipo: pedofili, stupratori, gente malata, persone senza scrupoli che, dono il proprio corpo per una ricariper soddisfare le proprie fantasie, si ca, un bel vestito o una borsa firmatravestono da “agnellino” pur essen- ta, per droga… Si tratta di un vero do “lupi”. Una delle tante realtà e proprio fenomeno che giorno dopo legate all’uso sbagliato dei social giorno ci svela i mille volti di questa network è il cyber bullismo. Per tragica società. Per molti adolescen- P cyber bullismo s’intende l’insieme di atti di bullismo che vengono effettuati tramite mezzi elettronici, a partire dall’e-mail fino ai siti web. Proprio a causa dell’ampia diffusione di Internet e dei cellulari, i ragazzi sono sempre più facilmente attaccabili dai cyber bulli che, non potendo osservare direttamente la reazione della vittima, non si rendono conto del danno che arrecano e di conseguenza persistono con le loro azioni. C’è anche chi diventa cyber bullo indirettamente, solo condividendo o dando spazio all’epi- ti il valore fondamentale della propria vita è diventato apparire e questo può essere uno dei motivi alla base dei fenomeni del CYBER BULLISMO e della BABY PROSTITUZIONE. Cosa si può fare per combattere tutto ciò? Per prima cosa NON CHIUEDERE GLI OCCHI! L’ipocrisia e l’omertà sono ammesse! In più vi sono molte strutture, organizzazioni, enti che possono venirci incontro. Tra tutti c’è il TELEFONO AZZURO, pronto ad ascoltare la voce di bambini e adolescenti che abbiano bisogno di aiuto. Certamente i social network hanno semplificato la vita di molti di noi, facilitando la comunicazione e mettendoci in connessione con il mondo. Ma probabilmente non ci rendiamo conto di esserci disconnessi da noi stessi… Daniela Fiorentini (4°B Tc) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 4 Violenza contro le donne: un affare di tutti! Le Nazioni Unite, nel 1999, hanno E' di fondamentale importanza poristituito la Giornata Internazio- re un'attenzione maggiore e costannale contro la Violenza sulle te su queste tematiche relativamen- Procedendo per gradi e facendo pri- donne, scegliendo il 25 Novembre te alla necessità di favorire la dequale giorno per commemorare la nuncia, il supporto emotivo e convicenda delle tre sorelle Mirabal creto della vittima, l'azione di recu- familiare, una parente, una collega violentate, pugnalate e strangolate pero di coloro che mettono in atto il 25 Novembre 1960 per ordine tali comportamenti affinché non si plessità del problema del dittatore della Repubblica Do- ripetano. menicana, Trujillo. "L'attuale situazione politica ed eco- gli atteggiamenti facilitanti della nomica italiana non può essere uti- na, non direttivi, non volti a dirle lizzta come giustificazione per la cosa lei può o non può fare. diminuzione di attenzione e di risor- LEI se dedicate alla lotta contro tutte le PUÒ AGIRE NEL STESSO MODO manifestazioni IN CUI AGIREBBE CHI NON È Sorelle Mirabal Oggi, nonostante le attività da parte dei Governi e delle Istituzioni di violenza sulle ma le appropriate considerazioni. Quando si approccia un'amica, una probabile vittima di violenza, bisogna essere consepevoli della come anche dell'importanza enorme che hanno relazione, non giudicanti della don- PROBABILMENTE NON donne e sulle bambine in questo VITTIMA DI ABUSI! Paese" - parole della Special Rap- E' quindi possibile aiutare la vitti- porteur ONU, Rashida Manjoo. ma, indirizzandola ai servizi anti- Lo strumento internazionale più violenza sul territorio, spiegandole importante sulla violenza contro le che sono gestiti da personale fem- donne è la Convenzione del Con- minile specializzato e non giudican- siglio d'Europa sulla prevenzione te, invitandola a cercarne un aiuto e la lotta contro la violenza nei con- anche grazie al numero naziona- fronti delle donne e la violenza do- le 1522. mestica, detta Dal 2006 infatti il Dipartimento "Convenzione di Istanbul", ratifi- per le Pari Opportunità ha svi- cata dal Parlamento italiano solo diminuito, anzi risulta drammatica- nel Luglio 2013. Essa dà una definimente aumentato. Il numero delle zione precisa della violenza con- luppato, mediante l’attivazione del tro le donne, che designa una vio- mersione e il contrasto del fenome- lazione dei diritti umani e una no della violenza intra ed extra fa- forma di discriminazione contro miliare a danno delle donne. le donne, che si esprime in atti che E soprattutto bisogna ricordare che provocano o possono provocare dan- la Violenza contro le donne è ni o sofferenza di natura fisica, ses- un affare di tutti! volte alla sensibilizzazione verso il fenomeno, esso non sembra essere donne uccise nel corso dell'anno si fa sempre più allarmante e sconcertanate. Ma non pensiamo che la violenza sulle donne sfocio solo nel femminicidio. In realtà esiste un sommerso di ferocia e di violenza anora più allarmante. Nel 2006 dieci milioni di italiane confessavano di avere subito violenza fisica, sessuale o psicologica nella stragrande maggioranza dei casi per mano degli uomini di famiglia. la così numero di pubblica utilità 1522, un'ampia azione di sistema per l'e- suale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti. Se si ha il sentore che una donna sia vittima di abusi, si può e si deve intervenire! Petra Cappelletto (5°B Agr.) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 5 Danziamo contro la violenza Latina, 25 novembre 2013 - guaggio diretto ed efficace hanGiornata Mondiale contro la no colpito, coinvolto e commosViolenza sulle donne. so non solo i giovani studenti Oggi l’I.I.S. San Benedetto di ma l’intera comunità scolastica B.go Piave ha fatto sentire la presente. I ragazzi hanno parpropria voce gridando un appas- tecipato in maniera gioiosa e sionato NO alla violenza sulle consapevole all’evento, ascoldonne. Tutto è stato possibile tando con attenzione gli intergrazie alla disponibilità e alla venti del Dirigente scolastico, fiducia dimostrata dalla Vice- prof.re Nicola Di Battista, presidenza, nelle persone della della Delegata alle Pari opporprof.ssa Pina Cochi e del tunità della Provincia di Latiprof.re Enzo Dapit, e della Di- na, prof.ssa Marilena Sisca e rigenza – prof.re Nicola Di della prof.ssa Antonietta De Battista - nei confronti delle Luca. Ma il momento certapromotrici e organizzatrici mente più coinvolgente del prodell’evento, prof.sse Cristiana gramma è stato il Flash mob Angiello, Roberta Archimio esploso nella piazzetta dell’Istie Romanina Ricci. L’intero tuto. Questo è stato il primo Istituto, dalla Dirigenza, alla flash mob organizzato Vicepresidenza, agli studenti, ai dall’I.I.S. San Benedetto e siaprofessori, al personale ATA ha mo certi che abbia aperto la partecipato in modo appassio- strada ad altri, importanti nato all’evento che ha visto co- eventi… Una scuola di circa me suoi principali protagonisti i 1700 ragazzi, colorata di rosso, ragazzi del San Benedetto. il 25 novembre ha danzato feTutto ha avuto inizio alle ore stante, per gridare il suo NO 11.30 presso la piazzetta dell’I- alla violenza sulle donne. stituto. I ragazzi hanno ascolta- Ringraziamo coloro che si sono to due intensi monologhi contro occupati delle riprese e delle il “femminicidio”- pronunciati fotografie, i prof.ri Claudio da Luciana Littizzetto e Pao- Cappelletto, Stefano Trila Cortellesi - un rap sul tema, chei e il sig.re Mauro Coppocomposto e interpretato da uno telli, i tecnici, sig.ri Andrea studente del San Benedetto, Menna e Angelo Iannelli. Bruno Esposito della 2°B Tc e una commovente riflessione dell’alunna Alessia Alinari IL PERCHE’ della 4°B Tc. Soprattutto il momento del rap è stato particolarmente sentito da tutti i presenti. La musica e il suo lin- Ringraziamo per la stampa gratuita degli striscioni ARCHIMIO GRAFICA S.N.C. DI ARCHIMIO ROSELLA & ARCHIMIO FRANCO IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 6 Le riflessioni di Testo canzone rap Doriana Amore criminale Dopo la ricreazione, tutti i ragazzi del San Benedetto si sono riuniti in un’esplosione di grinta e voglia di farsi sentire. Ognuno si è messo in gioco, indossando un fazzoletto, una sciarpa, un giacchetto o un paio di scarpe di colore rosso - in segno di solidarietà alle donne vittime ogni forma di violenza. I ragazzi, insieme ai docenti e al personale ATA, hanno partecipato a un flash mob all’insegna del “rosso’’ per non dimenticare e per non tacere di fronte agli orrori della violenza sulle donne. L’evento è stato molto forte e significativo ma soprattutto ha voluto dare un messaggio d’amore a chi subisce atti di violenza ma anche a chi li compie… Personalmente credo che il nostro ballo e l’intera manifestazione ab- Se la amo davvero Mia moglie non la tocco Oggi è lutto Ma non mi vesto nero Mi vesto di rosso Oggi non è festa È un giorno di tristezza Le donne non si toccano Se non per una carezza 100 mariti la propria donna la ripudiano Nel 2012, 124 donne ci salutano E questo giorno È per la donna, é la cosa più bella del mondo Ami farle del male Violenza fisica Violenza psichica Questo è un amore criminale Voglio serietà Per non dimenticare Voglio serietà Per non dimenticare biano davvero smosso nel profondo il cuore di tutti. È stato un momento di aggregazione incredibile nel quale ci siamo sentiti particolarmente legati sia tra di noi, che alle vittime. Un’occasione per fermarci a riflettere su ciò che accade intorno a noi, un momento nel quale il nostro ballo, le nostre risa, il nostro entusiasmo sono stati uno stimolo ad agire con maggiore fermezza contro ogni forma di sopraffazione! Combattendo insieme, ma senza armi…perché la musica non ferisce nessuno! Doriana Costanzo (4°B Tc) Zitta in silenzio non dice una parola Sa che se sbaglia, le prenderà ancora Il volto viola Rimpiange il passato con rabbia Ed è cosciente che questo animale Dovrebbe restare in gabbia Ed ogni volta la stessa storia Storia da pazzi Lei con la paranoia Respira piano Lui dice “Ti amo” Mentre la riempie di schiaffi E tu saresti un uomo Perché se tu sei un uomo Io mi vergogno di essere uomo X2 Ami farle del male Violenza fisica Violenza psichica Questo è un amore criminale Voglio serietà Per non dimenticare Voglio serietà Per non dimenticare La tua dignità ma dove é finita Che diritto hai di rovinarle la vita Mettitelo in testa Tra voi due é finita E la sopravvivenza per lei ormai una sfida E vada come vada Lei non ti denuncerà perché ti ama Brava L’ennesima donna rovinata Ma siamo seri Dicevi di amarla ma fingevi Ognuna di voi una stella del firmamento “Non toccare le donne” 11esimo comandamento La corda prima o poi si spezza Danziamo contro la violenza (Bruno Esposito 2°B Tc) COMUNICAZIONE DELLA PRESIDENZA: Si rammenta a tutto il personale Docente, ATA e non di parcheggiare esclusivamente nelle aree consentite, per evitare problemi di sicurezza e di accesso, in situazioni di emergenza, come recentemente verificatosi. IL Numero 13 PERCHE’ Io non bullo… e tu? Per quale motivo parlare di “bullismo” e dedicare a esso una rubrica del nostro giornale d’Istituto? Perché soltanto affrontando l’argomento, mettendone in luce tutte le sfaccettature – emotive, psicologiche, giuridiche - soltanto imparando a conoscere il fenomeno del bullismo, che potremo davvero difenderci da esso. La scuola è il luogo privilegiato per acquisire conoscenze e competenze, ma anche per educare al rispetto degli altri, all’assunzione di responsabilità dei propri comportamenti, all’acquisizione di condotte civili e democratiche, alla costruzione di una convivenza pacifica in cui la dignità di ognuno deve essere tutela e mai calpestata da atti di bullismo. In questo numero de Il Perché abbiamo affrontato i rischi connessi all’uso superficiale dei social network. Tra questi rischi vi è anche quello di cadere nella rete dei “cyberbulli”, ovvero di coloro che effettuano atti di bullismo tramite mezzi elettronici come e-mail, messaggistica istantanea, blog, telefoni cellulari, cercapersone, siti web... La cronaca di questi giorni ha aperto un drammatico squarcio sul mondo degli adolescenti che - per fragilità, superficialità o costrizione - si rendono disponibili a prostituirsi in cambio del nulla, se paragonato alla propria dignità. Anche in questi casi, sembra che i social network abbiano avuto un ruolo determinante… Il Perché ha dunque voluto interpellare gli studenti del 1° e del 2° anno del San Benedetto (totale interpellati n° 396) in merito alla tematica tanto scottante della prostituzione da parte di minori e del ruolo in essa assunto dai social network. Il sondaggio è avvenuto in forma del tutto anonima e ha dato i seguenti risultati. IL PERCHE’ Dom. 1: Hai mai avuto la sensazione che intorno a te si verifichino casi di "prostituzione" da parte di minori? Dom. 2: Pensi che la tecnologia (Social Network) influisca negativamente sul fenomeno della "prostituzione" minorile? Dom. 3: Pensi che la "prostituzione" da parte di minori per ottenere ricariche telefoniche, denaro, droghe… sia Pagina 7 IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 8 In ricordo di Mimmo Domina ne. Più passava il tempo, più la sua puntualità, la sua fiscalità... mia agitazione, come quella di tutti era una persona molta precisa. Mi i convittori, aumentava. Alle 17:45 mancherà anche quella semplicità però la triste notizia...fui uno dei che lo distingueva dagli altri, il primi a venire a sapere della sua suo sorriso che incoraggiava tutti scomparsa. In quel momento un ad affrontare la giornata positivadolore molto forte mi assalì. Era mente. venuto a mancare un mio idolo, un Con i convittori, Domina aveva uomo con il quale ci si poteva confiuna relazione davvero molto prodare, un educatore serio e molto fonda, era un tipo che si prodigava preparato, una persona per cui proper i ragazzi, anche se in maniera vavo una prodiscreta. Le sue l suo sorriso che incorag- fonda stima e parole erano capaci di trasmettere va- giava tutti ad affrontare la ammirazione. Ancora non mi lori molto importati giornata positivamente capacito del e profondi. In passafatto che lei non sia più tra noi. to c’erano ragazzi che trascorrevano tutto l’anno in Convitto e tornaIl giorno dei funerali, quando arrivai davanti a quella chiesa, mi venvano a casa solo tre volte l’anno. ne un nodo in gola e mi parve che Lui li supportava come un padre, tutto quello che succedeva intorno li tutelava, li aiutava a superare i a me, non avesse più senso. disagi e il distacco dalle famiglie. La sua è stata una dipartita troppo “Mimmo” mi mancherà moltissiveloce, che mi ha fatto riflettere mo, ci vorrà tempo prima che queprofondamente sul significato della sta malinconia possa abbandonarvita. mi. Di lui ho un ricordo vivo e Lei, un uomo pacato, rispettoso profondo. Le sue attenzioni e i suoi delle persone, preciso attento al consigli mi resteranno per sempre suo stato di salute, se ne è andato impressi nel cuore... via così all’improvviso… Carlo Petrianni I Conoscevo l’educatore Domenico Domina da quando, nel 1994, fu istituito, per la prima volta in questa Scuola, il semiconvitto. In quell’anno ero nella sua classe e lui mi teneva molto in considerazione, sia dal punto di vista scolastico che personale, mi voleva bene, come un figlio. Dell’educatore Domina ho un ricordo molto bello, legato a un fatto accaduto durante il Natale del ’94: quell’anno la mia classe gli fece un regalo a sorpresa, per il quale Domenico rimase senza parole, cosa non da lui! Da collega invece il ricordo più bello fu l’accoglienza che mi riservò quando presi servizio in questo Istituto. Ero ancora giovane, poco più che ventenne e lui mi prese sotto la sua ala protettiva e mi spiegò tutte le procedure convittuali. Per questa sua attenzione nei miei riguardi, in me nacque da subito una grande stima nei suoi confronti. Le cose che mi mancheranno di più di “Mimmo” saranno il suo affetto genitoriale, le sue attenzioni, le sue battute ironiche che ti mettevano di buon umore, la Arrivederci Educatore Caro educatore, questo per me non è un addio ma un arrivederci… Mi mancheranno molto le sue battute, ma anche le sue critiche, sempre costruttive. Quel martedì 29 ottobre quando, uscito da scuola, mi dissero che lei non era ancora arrivato, ebbi subito qualche dubbio. Mi venne però da pensare che lei fosse andato a fare un giro in bicicletta, la sua grande passio- Mi mancherà anche il suo aspetto burbero ma in fondo buono e mite. Voglio immaginarla felice che da là su, mentre ci guarda, prega per noi… Arrivederci... Mattia Moriconi (2°B Agr.) IL Numero 13 Thanksgiving Day Il Giorno del ringraziamento, Thanksgiving Day, è una festa di origine cristiana osservata negli Stati Uniti d'America il quarto giovedì di novembre. Questa storica tradizione, in origine di derivazione religiosa ma ora considerata secolare, risale all'anno 1621 quando i Padri Pellegrini, perseguitati in patria per le loro idee religiose, decisero di abbandonare l'Inghilterra e andare in America attraversando l'Oceano Atlantico. Durante il viaggio molti si ammalarono e tanti morirono. Quando arrivarono, l'inverno era ormai alle porte; si trovarono di fronte ad un territorio piuttosto inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. I Pellegrini avevano portato dall'Inghilterra dei semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori; vuoi per la natura del terreno, vuoi per il clima, la semina non produsse i frutti necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Questa situazione rischiava di riproporsi anche l'anno successivo se non fossero intervenuti i nativi americani (gli indiani) che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare, nella fattispecie il granturco ed i tacchini. Dopo il duro lavoro degli inizi, i Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l'abbondanza ricevuta e per celebrare il successo del primo raccolto. I coloni invitarono alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto se la loro comunità aveva potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento nei nuovi territori, gettando le basi per un futuro prospero e ricco di ambiziosi traguardi. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che divennero tradizione per le feste in particolare il tacchino e la zucca insieme ad altre carni bianche, torte di cereali e frutta secca. Nei secoli successivi la tradizione del Thanksgiving si estese a tutto il Paese. Le Tredici colonie non celebrarono contemporaneamente il Giorno del Ringraziamento fino all'ottobre del 1777, quando ne fu indetto uno per festeggiare la vittoria contro gli inglesi nella guerra per l'indipendenza. Fu George Washington a dichiarare la festa per tutti gli Stati, proclamando una giornata nazionale di ringraziamento. Noi, ragazzi del Convitto e Semiconvitto abbiamo deciso di festeggiare questa ricorrenza americana in maniera diversa riorganizzando la festa che non era stata fatta per il giorno di Halloween. Ci siamo ritrovati tutti i ragazzi e le educatrici nella mensa e abbiamo ballato e mangiato dei dolci che avevano portato i ragazzi da casa o che avevano sfornato i cuochi in cucina divertendoci e rincontrandoci tutti insieme. Molti sono stati i timidi che inizialmente sono rimasti a guardare ma alla fine tutti si sono “buttati nella mischia” dimenticandosi della loro timidezza. Le vere anime delle festa sono stati i ragazzi del teatro che, dopo le loro prove, sono venuti a festeggiare da noi con la prof.ssa Romanina Ricci. È stato un bel momento per ritrovarci tutti assieme, per conoscerci meglio e allontanarci dai libri di scuola tanto noiosi che a volte sembrano opprimerci! Silvia Aneghini (1°B Alb.) PERCHE’ Pagina 9 IL GRIDO DEGLI STUDENTI Sabato 16 Novembre circa 800 studenti hanno manifestato contro i tagli alla Scuola pubblica, in occasione della “Giornata internazionale dello studente”. I rappresentati di Istituto, Marco Marianelli e Gianmarco Demetrius, hanno raccolto i nostri compagni in piazza del Popolo da dove è partito il corteo per le strade di Latina al grido di “SE CI BLOCCANO IL FUTURO, NOI BLOCCHIAMO LA CITTÀ” insieme ad altre scuole. Le ragioni che hanno spinto il nostro Istituto a protestare sono legate a varie problematiche interne al San Benedetto stesso: trasporti pubblici inefficienti, mezzi affollati e obsoleti, mancanza di aule e di laboratori. Tutto si è svolto in modo tranquillo, ma con la vitalità che ci contraddistingue. Vogliamo un Paese che punti a formare cittadini istruiti e consapevoli, che siano motivo di orgoglio e sviluppo per l’Italia…. Ci battiamo per il nostro futuro! Scritto da Daniele Favero (1°D Agr.) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 10 Il tappeto di IQBAL “ Togliamo le perle ai porci (con e senza cravatta) ” In data 20 novembre 2013, l’Istituto San Benedetto è stato sede dell’ultimo appuntamento del tour teatrale della compagnia guidata da Giovanni Savino. Da tempo impegnato nella lotta contro la mafia, Savino e la sua giovane compagnia sono stati accolti nel nostro Territorio come parte attiva di un Progetto avviato per gli Istituti Superiori dalla scuola di recitazione di Latina Latitudine Teatro. Scopo del Progetto è stato quello di rendere gli studenti pontini più consapevoli della realtà vissuta da tanti loro coetanei che si trovano a condurre la propria esistenza nei luoghi gestiti dalla mafia. Il Tappetto di Iqbal di Barra (NA) è una Cooperativa sociale, formata da giovani ragazzi di strada che, loro malgrado, hanno già avuto contatti con la criminalità. Lo spettacolo, dal titolo “Lui chi è”, si snoda attraverso un susseguirsi di canzoni, monologhi, racconti drammatici e tristemente reali, che hanno suscitato interesse e commozione tra tutti gli studenti presenti. Il Perché, a fine spettacolo, ha voluto rivolgere alcune domande ai giovani artisti, per cercare di comprendere meglio la loro realtà di vita e di giovani adolescenti. Ecco il nostro incontro con Michelangelo Ravone, Marco Ravone e Marco Riccio. Com’è nata questa Cooperativa? Michelangelo Ravone: Questa Cooperativa è nata nel 1999. Si chiama il Tappeto di Iqbal in memoria del bambino ucciso nel 1995 per essersi opposto alla mafia pakistana dei tappeti. In Pakistan infatti è diffusa la cosiddetta mafia dei tappeti, ovvero un’associazione criminale che sfrutta i bambini, che per via delle loro mani piccole riescono meglio nel lavoro della tessitura dei tappeti. Un giorno Iqbal riuscì a scappare e andò dalla polizia, ma STATO E MAFIA in Pakistan erano e sono la stessa cosa. La polizia riportò quindi Iqbal dai suoi sfruttatori. Il bambino però riuscì a scappare per una seconda volta, ma in questo caso non si recò dalla polizia, ma s’imbarcò per gli Stati Uniti dove si mise in contatto con grandi associazioni che tutelavano i bambini. Iqbal denunciò la situazione e fece arrestare gli sfruttatori che si servivano di bambini come lui. Dopo alcuni anni Iqbal decise di tornare nel suo paese per festeggiare la Pasqua con la sua famiglia. Men- tre cammina verso casa, venne colpito da 4 colpi di pistola e morì. È per questo che gli operatori della nostra associazione hanno deciso di chiamare la nostra cooperativa Il Tappeto di Iqbal Che tipo di problemi avete incontrato per il fatto di far parte di questa associazione? Michelangelo Ravone: Le nostre famiglie non possono essere altro che d’accordo sul fatto che noi facciamo parte dell’associazione. I nostri comportamenti ne sono certamente influenzati in positivo. Se prima ad esempio tornavo a casa con le tasche piene di soldi e dovevo dire a mia madre che li avevo rubati a un ragazzo che li aveva guadagnati, mia madre mi prendeva a calci. Se mia madre sa che sto dalla parte di coloro che non fanno queste cose, è molto contenta. La maggior parte dei problemi che noi abbiamo incontrato, possiamo dire, non siano stati causati dalla Camorra, ma dalle Istituzioni. Come nel caso della struttura; non possiamo realizzare il nostro progetto perché quello spazio è occupato da un’abusiva! Sembra impossibile che nel 2013 nessuno possa mandare via una persona da un posto in cui non può stare. Siamo arrivati addirittura al punto di avere nella nostra associazione 110 bambini, che vengono spontaneamente, ma siamo costretti a rimanere in strada, perché non abbiamo un posto dove stare. I problemi vengono proprio da parte delle Istituzioni, non della Camorra. A livello familiare, non è mai capitato che un genitore si sia opposto a che qualcuno partecipasse all’associazione, perché anche il camorrista non vuole che suo figlio faccia quello che lui ha fatto. Il camorrista, la maggior parte delle volte, decide di fare quella scelta, non perché lo voglia, ma perché è obbligato. La situazione familiare più comune di chi si avvicina alla Camorra è quella d’avere genitori in difficoltà lavorative, di vivere quindi una con- IL Numero 13 dizione di forte frustrazione psicologica… la Camorra offre la possibilità di facili guadagni. La Camorra non è altro che l’alternativa, perché lo Stato non ha aiutato quei genitori e quella famiglia… Che tipo approccio avete con i ragazzi che assistono al vostro spettacolo? Marco Ravone: La prima cosa che ci ha insegnato Giovanni è il contatto. Infatti spesso nei nostri spettacoli facciamo il gioco dei trampoli: un ragazzo del pubblico è invitato a partecipare. Questo ragazzo dovrà salire sui trampoli e per farlo dobbiamo essere capaci a instaurare con lui un contatto, così che abbia fiducia in noi. Perché se lui non si tiene, cade e si fa male. Ed è qui che torna il concetto di paura. Come la paura che viene quando sei per strada, ma ti senti protetto da un gruppo. È allora che s’instaura un contatto visivo e fisico, e si comincia ad avere fiducia reciproca. Paradossalmente proprio il sentimento di paura, alcune volte, riesce a creare una sorta di connessione tra noi, che li facciamo salire sui trampoli e loro E invece, nel vostro caso, cosa riuscite a “prendere” dai ragazzi del pubblico? Marco Riccio: Sono quattro anni che facciamo spettacoli in tutta Italia, portiamo le nostre storie e testimoniamo ciò che viviamo giorno per giorno. Le raccontiamo a voi soprattutto per avvertirvi, perché quella della criminalità organizzata è una realtà che si sta avvicinando anche qui. Di ognuno di voi ci rimangono molto spesso gli sguardi, sguardi talora increduli di fronte ai nostri racconti. Perché per voi sono cose nuove, che state vivendo e ascoltando solo grazie a noi, in quel momento. Quello è importante, lo sguardo, perché da noi è difficile avere un contatto visivo. Un ragazzo non ti guarda mai negli occhi, ma allo stesso tempo non abbassa mai la testa, ma guarda altrove. Da noi non ci si guarda negli occhi perché farlo, significherebbe SFIDARSI. I RAGAZZI DA NOI VIVONO LA VITA COME UNA GUERRA CONTINUA! Daniela Fiorentini (4°B Tc) Io sono Giovanni ‘‘’Io sono Giovanni’’- ha annunciato l’uomo con un naso da clown addosso, e da quel momento tutto ha avuto inizio… Giovanni è l’educatore che 14 anni fa ha fondato l’associazione “Il Tappeto di Iqbal” per strappare i ragazzi dalla strada e dare loro un’alternativa onesta di vita, anziché la mafia. Non a caso il motto della sua associazione è: “Togliamo le perle ai porci (con e senza cravatta)”. Il modo che Giovanni ha di avvicinare i ragazzi è del tutto originale: usa gli attrezzi del mondo circense, in particolare i trampoli. “Quando si ha a che fare con questi ragazzi, non si può certo convincerli a giocare a palla! Bisogna lanciar loro una sfida in modo da incuriosirli e attirare la loro attenzione: i trampoli sono perfetti perché suscitano interesse nei ragazzi e, una volta che ci salgono, sono costretti a fidarsi di chi sta loro vicino, devono aggrapparsi per evitare di cadere. O PERCHE’ Pagina 11 si fidano o cadono. È da lì che s’instaura un rapporto di fiducia, di sintonia. Il ragazzo inizia a guardarmi negli occhi e io capisco cosa vuole dire. A volte uno sguardo vale più di mille parole’’. Sono i ragazzi di Barra, un quartiere periferico di Napoli e l’associazione, Il Tappeto di Iqbal, è diventata per loro come una seconda casa. Non hanno una sede fissa, il loro posto è la strada. Non per fare delinquenza, ma per dare una TESTIMONIANZA. IDa qualche tempo il gruppo di ragazzi, guidato da Giovanni Savino, ha iniziato a girare per le scuole, arrivando anche nella nostra, per trasmetterci il loro messaggio… perché al male c’è sempre un’alternativa! E noi ci siamo appassionati sempre più al susseguirsi delle storie che Giovanni e suoi ragazzi hanno voluto rappresentare: storie di morte, di mafia, d’ingiustizia ma raccontate da chi sa di avercela fatta e NON HA PIU’ PAURA! I ragazzi hanno parlato di sé attraverso la musica, la poesia e il teatro, ma soprattutto utilizzando un’inaspettata autoironia… Sono stati, infatti, in grado di creare un’atmosfera piacevole, allegra e di festa, nonostante la serietà dei temi trattati. E tra una risata e l’altra ci hanno insegnato a credere nell’importanza dell’onestà e del combattere con coraggio chi tenta di sottometterci… “C’è chi a ogni tuono piega il capo, a ogni colpo tace. Diciamo NO alla mafia’’. Il messaggio è chiaro: non nascondiamoci, scendiamo nelle piazze. … Non perché tutti sono artisti, ma perché nessuno sia schiavo! Doriana Costanzo (4°B Tc) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 12 Intervista alla prof.ssa Antonietta Pugliano Docente di materie agrarie Pensa che la creazione di nuovi indirizzi in questa scuola serva a completare il percorso della filiera "agroalimentare"? Perché lei pensa che gli Studi Agrari possano ancora oggi offrire buoni sbocchi lavorativi? Oggi c’è un crescente interesse dei giovani per l’agricoltura, anche a causa della crisi economica che ha creato elevati tassi di disoccupazione nel settore industriale, in quello finanziario e dei servizi in generale. Il settore agricolo invece mostra un trend positivo del tasso occupazionale. Per cogliere le opportunità, che oggi si presentano nel settore, bisogna avere una solida preparazione alle spalle e un giusto spirito imprenditoriale, oltre a una buona apertura mentale alle innovazioni tecnologiche. Gli Studi Agrari sono in grado di dare le giuste basi per affrontare con successo le nuove prospettive che si aprono nel settore. Essi hanno una loro precisa identità, forniscono una preparazione ampia, affrontando aspetti dell’agroecosistema che vanno da quelli biofisici a quelli socio-economici; sono inoltre gli unici che danno le basi complete per poter trattare i problemi della sostenibilità alimentare, in equilibrio con le esigenze di tutela dell’ambiente Penso di sì! L'Alberghiero, i nuovi Tecnici e la Specializzazione Tecnica Superiore (ITS) sono un valore aggiunto indispensabile alla produzione agricola. In questo modo il nostro Istituto, il “San Benedetto”, riesce a fare sistema e i diversi indirizzi dovrebbero in quest’ottica integrarsi e realizzare una vera filiera dell’istruzione e della formazione e non solo della produzione e della trasformazione agroalimentare Consiglierebbe a un nuovo iscritto l'indirizzo agrario e perché? No, a un solo iscritto no!...mi sto spendendo per l'orientamento e cercherò di trasmettere a molti ragazzi delle scuole medie l'importanza degli Studi Agrari, oggi più di ieri. Posso fare qualche esempio: dissesto idrogeologico e necessità di salvaguardare l'ambiente, agricoltura ecocompatibile a basso impatto ambientale che, oltre a salvaguardare l'ambiente, tutela la nostra salute. Disciplinare di produzione che è la norma di legge che definisce i requisiti produttivi e commerciali di un prodotto a marchio DOP o IGP filiera agro-alimentare, che consiste nella produzione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di un prodotto finito. La diffusione delle informazioni nella rete internet dimostra un forte interesse per le problematiche delle coltivazioni, ma un’altrettanta diffusa mancanza di conoscenza su terreno, clima e fisiologia delle piante. L’indirizzo agrario può sicuramente fornire la preparazione necessaria e integrata con gli altri indirizzi. E’ chiaro però che ci vogliono studenti motivati. Interessati alle materie che affronteranno, disponibili ad accettare con fiducia lo studio delle materie di base formative per poi poter “innestare” le materie professionalizzanti A che scopo lei ha creato un gruppo facebook dedicato all'Indirizzo Agrario? Per far conoscere tutte le attività dei nostri ragazzi, socializzarle e condividerle, anche per poter avere suggerimenti e proposte di miglioramento della nostra attività. Invito tutti (docenti, studenti, addetti all’azienda agraria……) a partecipare a questa iniziativa e ringrazio chi l’ha già fatto. L’unione fa la forza! Ritiene che le nuove tecnologie (facebook) possano facilitare la comunicazione anche con finalità di orientamento scolastico? Lo spero! Facebook è un modo veloce e potente d’informazione, che mette direttamente in contatto persone, gruppi, strutture, etc. ma io lo intendo in modo molto selettivo, nel senso che io metto “mi piace” su pagine di mio interesse e mi iscrivo in gruppi di mio interesse e quindi non ricevo informazioni su ciò che “penso” che non mi interessa. Probabilmente i ragazzi delle scuole medie e i loro genitori in questo periodo stanno cercando notizie e informazioni sulle varie scuole anche attraverso Facebook! Fabio Della Corte (5°B Agr.) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 13 Il Kiwi in Provincia di Latina di studio per le Attualmente la situazione del classe quinte agra- kiwi è particolarmente critica a rie: durante l’anno causa della batteriosi, un’infezio- scolastico gli stu- ne grave che riguarda in modo denti effettuano particolare il kiwi giallo. Poiché prove in laborato- gli impianti di quest’ultimo sono rio per studiare e calati notevolmente, il kiwi ver- ricavare le caratte- de sta presentando una maggio- La pianta di Kiwi è originaria della ristiche di questo frutto. Con il re tolleranza al batterio grazie Cina meridionale, si coltivava circa prof.re Soldà, abbiamo sperimenta- anche alle migliorate tecniche 700 anni fa, il suo frutto era conside- to la conservabilità del kiwi e il suo agronomiche che riguardano la rato una vera prelibatezza dagli im- periodo di raccolta con appositi riduzione peratori cinesi e conobbe anche un strumenti: rifrattometro e penetro- azotate, il minor impiego di fito- uso ornamentale. All'inizio dell'Otto- metro. Essi permettono di rilevare regolatori e l’utilizzo del rame in cento arrivò in Inghilterra e nel dati che, confrontati con i parametri alcune fasi fenologiche fra cui la Novecento si diffuse attraverso col- ottimali previsti, ci indicano se il caduta delle foglie, dopo la pota- tivazioni intensive in Nuova Zelan- prodotto è commercializzabile o me- tura e prima del germogliamen- da, dove trovò un ambiente abba- no, il periodo giusto per la raccolta e to. stanza favorevole. Per questo il suo - in base alla durezza della polpa - nome deriva dall'uccello tipico della se il frutto può essere frigo conser- Nuova Zelanda; Kiwi è infatti una vato o direttamente consumato. delle concimazioni Anna Maule (5°B Agr.) parola maori usata per indicare un genere di uccelli (Apteryx) autoctoni della Nuova Zelanda. Alla fine del Novecento si diffuse anche in Europa e soprattutto in Italia – primi anni settanta - che ora ne è il primo produttore al mondo, soprattutto le regioni Piemonte e Lazio. Il kiwi viene raccolto tra ottobre e novembre ed è commercializzabile da novembre ad aprile, anche se in realtà si trova sul mercato tutto l'anno grazie ai moderni metodi di conservazione dura a lungo. Per coltivarlo ha bisogno di abbondante acqua. Inoltre è un frutto dalle qualità benefiche, per questo alcuni consigliano di mangiarne uno al giorno. Il kiwi è infatti un frutto ricco di vitamina C (85mg/100gr), potassio, vitamina E, rame, ferro e fibre. Nel nostro Istituto il kiwi è materia Le stime del CSO stimano nel Lazio una produzione di 128.900 ton contro le 159.500 del 2011 (-19%). In quest’area è segnalato un forte tasso di aziende con batteriosi, variabile a seconda dei comuni. I più colpiti sono risultati Aprilia, Cisterna, Velletri e Latina, anche se altre aree minori non sono risultate esenti. Diversamente dalle aree del Nord, nelle aziende che presentano batteriosi la diffusione della malattia può anche arrivare a interessare il 100% delle piante dell’azienda. Inoltre, a differenza del 2011 - quando gli effetti della batteriosi erano perlopiù sulle foglie - quest’anno sono anche su fiori e frutti. IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 14 Noi siamo ancora qua! tore di piante da frutto do quarti, ci siamo qualificati ai in giro per l’Agro Ponti- Mondiali che si terranno a Raven- no. È molto dura perché na l'anno prossimo. Inoltre ho fatto la alle anche le mie prime due gare di Ti- 5.30! Il lavoro termina ro con l'arco e a entrambe sono alle 16.00. D’estate inve- arrivato primo, conquistando l'O- ce faccio il bagnino sul ro. Così potrò accedere alle Regio- Litorale Sabaudia. nali e successivamente agli Ita- Però non mi lamento, in liani! A marzo avrò gli altri Ita- questo modo riesco alme- liani di Dragon boat (5000 me- no sveglia a “urla” di non pesare sulle spalle dei miei genitori. Appena torno E’ molto dura perché la sveglia “urla” alle 5.30! ragazzi, validi per la qualificazione ai mondiali di quella specialità. Diciamo che sono uno sportivo! al Circolo Canottieri di Insomma, questo sono io, Manuel Sabaudia, dove ho da Cardone, un ragazzo normale che poco iniziato a praticare non fa niente di speciale e che so- in Dragon boat, lette- prattutto vorrebbe trovare un lavo- ralmente “barca drago”, ro per essere indipendente e piena- il nome deriva dalla for- mente realizzato! dell’imbarcazione. Il Dragon boat tutti questi subito vado ad allenarmi ratteristica della punta a anche da lavoro, mi cambio e ma a testa di drago ca- Ciao tri), sono è uno sport che richiede molto sa- Manuel Cardone, abito a Sabau- crificio e impegno, come d’altronde dia, mi sono diplomato nell’anno tutti gli sport acquatici. Questo scolastico 2012/2013 e ho frequen- nobile sport è affiliato al gruppo tato il 5°G Chi. sportivo della Marina Appena uscito, mi sono subito ac- Militare corto che la realtà dei fatti era mol- spero di entrare un gior- to diversa da quella che noi studen- no…ma quel giorno è ti pensiamo esista al di fuori delle ancora molto lontano!... mura scolastiche. Lì infatti non ci Nel frattempo mi alleno sono sempre mamma e papà a pro- con grande costanza e teggerci e a sostenerci… impegno! Quindi mi sono rimboccato le mani- Il 15 ottobre 2013 ho che e ho cercato da subito un lavo- disputato, con la mia ro. Ad oggi d’inverno faccio il pota- squadra, gli Italiani di nella quale Dragon boat e arrivan- Manuel Cardone IL Numero 13 Ciao a tutti! de vicine ma al mio posto sono Sono Irma Federici e ho fre- di a 23 anni ho deciso di spo- quentato il 5°B Tec. Chi. Biolo- sarmi e di fare la mamma, il gico diplomandomi nel 1994. più bel lavoro del mondo… Sono stata una studentessa del Ricordo con affetto i miei prof. San Benedetto circa20 anni fa e alcuni sono ancora lì. La e …Sono ancora qua! Ora lì prof.ssa Mercogliano, che mi c’è mia figlia, Marika Di Bella. ha Nonostante trascorsi prof.ssa Ceci, italiano e la pro- diversi anni, sono rimasta in fessoressa Tremonti, labora- contatto con 3 amiche di scuo- torio. Scrivendo questo artico- la. L'anno scorso abbiamo fatto lo, mi vengono in mente tanti una cena di classe, in quell’oc- ricordi della scuola…in classe casione con me veniva la sorella di PERCHE’ Pagina 15 entrati i raccomandati. E quin- siano ho rivisto la insegnato biologia, la Ricordo dei miei compa- Matteo, gazzo che a 16 scuola e che possa aprire le gni…molto cam- anni - mentre porte per un buon futuro lavo- stavamo a rativo. Per mia figlia mi augu- invece che la scuola è rimasta scuola - si tolse la vita…Fu un ro tante cose belle anche che pressoché uguale. È cambiato evento scioccante sia per noi non si fermi al diploma ma che solo il convitto che prima si che possa raggiungere obiettivi più trovava nella palazzina, che avrebbe mai creduto possibile voi oggi chiamiate "ex convit- un simile gesto da parte sua… to". Inoltre l’edificio dove at- Mi ricordo anche che l'ultimo tualmente c’è il convitto prima anno di scuola un amico, Ales- non esisteva. Appena mi sono sandro, ci parlò della sua vo- diplomata, sono stata chiama- lontà di diventare sacerdote. ta da una fabbrica di ricerca a Noi, anche se non eravamo Pomezia perché ero uscita con d'accordo, lo abbiamo sostenu- il massimo dei voti e con una to, accettando la sua scelta. borsa di studio. Ma rinunciai… Come ho detto prima, mia fi- era troppo lontano da dove abi- glia Marika frequenta la mia tavo io e non avevo i mezzi per stessa scuola. Sono molto felice raggiungerlo. Poi ho fatto mol- di questo perché ritengo che il tissime domande a varie azien- San Benedetto sia un’ottima maggior parte biati. Devo dire con affetto i miei prof. e alcuni sono ancora lì per ra- Istituto…nessuno alti! Irma Federici IL PERCHE’ Numero 13 Amici a quattro zampe IL PERCHE’ Pagina 16 Asino sardo L'asino, chiamato anche somaro o ciuco, è un mammifero appartenente alla famiglia degli Equidi e il suo verso viene chiamato raglio. Ha un aspetto simile al cavallo ma orecchie più lunghe ed è di dimensioni più piccole, è di colore grigio (può essere anche nero o bruno) fatta eccezione per il contorno occhi, il ventre e il muso che sono bianchi. Le razze di colore grigio hanno anche una croce nera sulla schiena chiamata “Croce di Sant’Andrea”. Veniva utilizzato dall’uomo come mezzo di trasporto, in particolar modo per traini o carichi pesanti. L’asino venne definito “cavallo del povero” in quanto, a differenza del cavallo, era meno costoso dal punto di vista dell’alimentazione: si nutrono di fieno, paglia ed erba medica. Potature di alberi e sterpaglie occasionalmente. Saltuariamente e solo in certi periodi dell'anno, una miscela di mele, pere, carote, granoturco infranto, crusca di grano, con dosaggio calibrato secondo il soggetto. Per quanto riguarda la riproduzione, il suo approccio con una giumenta (cavalla) può dar vita a un mulo mentre un’asina, che si incrocia con un cavallo, può dar vita a un bardotto. Vi sono varie razze e tipologie diffuse in tutto il mondo. L’Asino Sardo L’asino sardo è una razza tipica della Sardegna. Esso vive circa 2530 anni mentre se cresce in cattività può arrivare anche fino ai 40-50 anni. In genere si riproduce dopo un periodo di gestazione (gravidanza) di un anno. In apparenza mostra un aspetto poco intelligente ma in realtà ha buone capacità di apprendimento ed è anche ubbidiente. Oltre che in Sardegna, è possibile trovarlo anche in altre regioni italiane: Umbria e Lazio, in seguito agli spostamenti dei pastori sardi. In Sardegna l'asino, un tempo diffusissimo in tutta l’isola, ha dato un grande contributo al settore agricolo e a quello dei trasporti. Fu impiegato per eseguire lavori di aratura, per trasportare acqua, legna. Venne utilizzato anche nelle attività belliche. Con l’introduzione e lo sviluppo del settore automobilistico e dei mezzi meccanici, le attività dell’asino sono state ridotte sempre più compromettendo addirittura la sopravvivenza della specie. Fabiana Capasso Chiara Franceschetti (5°G Chi.) IL I HAVE A DREAM! Numero 13 PERCHE’ Pagina 17 chiamò da sola al numero verde Ferzan Ozpetek e Alberto Neche passava su una pubblicità del grin. Ma anche con attori eccezio"Mini quiz Show", un programma nali come Ricky Memphis, Pierpresentato da Paolo Bonolis. francesco Favino e Tom Hanks. Qualche giorno dopo arrivò una Al momento sto girando le riprese chiamata a mia madre che, ignara di un telefilm a Roma, "Un medidi tutto ciò, pensò che avessero sba- co in famiglia", faccio la parte di gliato. A quel punto le spiegarono Adriano, un ragazzo che va a scuoche Valentina aveva fatto tutto da la con i nipoti di Lino Banfi. Recisola e che era stata presa per par- tare mi dà la possibilità di lavorare tecipare al programma. con molti altri ragazzi e fare quindi Lo vinse! I produttori dissero che anche nuove conoscenze. La sensaValentina era una bella bambina e zione più gradevole che provo, parlava molto bene, quindi poteva quando sono su un set, è la cortesia avere le doti per diventare un'attri- che il casting ha verso di me… una ce. A quel punto mamma decise di volta che sei lì, è come se facessimo iscriverla a un’agenzia di recitazio- tutti parte di una grande famiglia. ne, la "PLANET". Io allora avevo Per non parlare dei camerini! Io circa 4 anni e mamma mi portò con amo i camerini! Tv, aria condiziosé. Con grande sorpresa di mia ma- nata, un frigorifero pieno di cose da Il sogno di “recitare” dre, le proposero di iscrivere anche mangiare! E poi ti fanno sentire un me, perché potevo anch'io provare vero attore! A breve dovrei fare un a recitare. Così da lì iniziò la mia provino per un cinepanettone con carriera...! Massimo Boldi e Christian De Ho lavorato in vari campi,: tele- Sica… spero vada tutto bene!... film, film e sono apparso anche sul Ciao a tutti, sono Marco Polizzi, grande schermo. Nel 2003 ci fu la ho 15 anni e frequento la 2°A TA. mia prima comparsa in TV, con la Nella vita ho varie passioni tra cui: pubblicità della "Parmalat". Poi recitare, comporre e cantare testi continuai con vari telefilm tra cui Rap e praticare MMA. "R.I.S", "Distretto Coltivo tanti sogni, ma quelli più di Polizia" e una importanti riguardanti il lavoro comparsa sono due: continuare la carriera di "Cesaroni". attore e provare a diventare famoso Partecipai o entrare a far parte della guardia film: "La vita di forestale, perché amo molto gli ani- Bartali" e una com- mali…non a caso sono vegetariano! parsa in "Angeli e La mia passione per la recitazione demoni". ha una storia molto buffa. Tutto Ho avuto la fortuna cominciò quando mia sorella, Va- di lavorare con regi- lentina, più o meno verso i 9 anni, sti importanti quali nei a due Aurora Dell’Unto (2°A Alb.) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 18 ca ha prodotto modifiche sostanziali anche nelle relazioni e nel significato di concetti quali amore e amicizia…La soluzione non è rinunciare alla tecnologia. Il progresso è una ricchezza ma non può cancellare le relazioni…dobbiamo essere in grado di controllare la tecnologia, altrimenti rischiamo di diventarne schiavi, trasformandoci da soggetti a strumenti”. I ragazzi presenti all’incontro hanno ascoltato con interesse queste parole, calandole nella propria realtà quotidiana, con una maggior consapevolezza e senso critico. La nostra esperienza ha poi vissuto un momento di silenzio: circa 50 Il 5 dicembre 2013, 19 ragazzi del- particolare momento storico che ci minuti durante i quali ognuno ha le classi quinte, corsi A-B-C Agra- troviamo ad affrontare. Da inse- scelto un posto dove pensare, leg- rio, accompagnati dai prof.ri Clau- gnante, il prof.re Loffarelli ha mo- gere un libro, parlare, fare una dio Danieli ed Emanuela Ciar- do di osservare costantemente co- passeggiata. Abbiamo anche visi- la, hanno raggiunto la Chiesa me cambiano le generazioni negli tato la vecchia Chiesa di Santa Nuova di Santa Lucia, a Sezze. Lucia, la cui storia ci è stata spie- Una volta sistemate le nostre cose anni. Egli ha parlato di “passaggi epocali, segnati dal progresso nelle stanze, abbiamo conosciuto scientifico, culturale che hanno incontro con il prof.re Loffarelli ci coloro che ci avrebbero guidato in arricchito il presente, senza cancel- ha fatto riflettere sul rapporto tra questa esperienza: Don Antonio - lare il passato. Il progresso è stato genitori e figli, ancora più compli- che ci ha accompagnato per quasi caratterizzato dal fatto che il nuo- tutto il percorso – e il prof.re vo si è aggiunto al vecchio…in que- cato oggi rispetto al passato “… Ora più che mai i genitori devono Giancarlo Loffarelli - docente di sto momento storico invece si ri- lasciar filosofia ma anche attore, regista, schia di non avere un vero progres- nell’autonomia delle loro scelte, presidente diocesano per l’Azione so: il cellulare, internet, i social senza ostacolarli!”. Così si è con- Cattolica, con lui abbiamo avuto network se offrono qualcosa in più cluso il nostro incontro con il due incontri. Il prof.re Loffarelli ci da aggiungere a ciò che si ha, allo- prof.re Loffarelli. Quindi la cena! ha spiegato quale sarebbe stata la ra costituiscono una ricchezza, ma È stato un momento molto diver- finalità dei suoi interventi con noi: se sostituiscono senza aggiungere, tente, ognuno cercava di aiutare fornirci qualche spunto di riflessio- allora non possono essere conside- come poteva: cucinare, apparec- ne utile a comprendere meglio il rati tali…La rivoluzione tecnologi- chiare, pulire…tutto sotto la su- gata dal prof.re Danieli. Un nuovo crescere i propri figli IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 19 Winter Camp loro un video che mostrava diverse circostanze in cui ci possiamo sentire fuori luogo rispetto alla situazione che viviamo, lo slogan del video era SENZA IMPEGNO NON SI VINCE! Abbiamo quindi affrontato le nostre paure attraverso un’esperienza sensoriale…una musica di forte impatto ci ha portati faccia a faccia con ciò che temiamo… La canzone di Fabrizio Mo- Rimani “Rimani nell’amore, nonostante l’odio. Rimani nel silenzio, nonostante il frastuono. Rimani nella lucidità, nonostante la follia. Rimani nella fede, nonostante il dolore”. ro, LIBERO, ha chiuso questo momento molto particolare. L’ultimo giorno è stato Don Antonio a Prof. Claudio Danieli guidarci in un’altra bella attività, emotivamente coinvolgente e ac- pervisione del coach Matteo Ruz- compagnata dalla lettura di passi za, che si è reso disponibile fin del Vangelo. Così si è conclusa la dall’inizio a fare la spesa e cucina- nostra re. Il 6 dicembre di buon mattino Winter Camp. Un ottimo pranzo siamo partiti per una passeggiata tipico sezzese è stato condiviso an- in montagna. Abbiamo percorso che con altri professori delle quinte più di 14 km, andata e ritorno, sia- che erano venuti a trovarci. Que- mo arrivati a un’altezza di 1050 sta esperienza è stata un’opportu- metri, giungendo a un rifugio di nità per dedicare del tempo a se cacciatori. Lì abbiamo acceso il fuo- stessi, per fermarsi a pensare, per co e consumato il pranzo a sacco. interrogarci sui nostri obiettivi e L’uscita in montagna era concepita su chi siamo realmente! Ma è stata come metafora della vita: la sca- anche un’occasione per approfondi- lata, le difficoltà, che ogni giorno re le conoscenze con altri ragazzi, incontriamo, erano tutte simbolica- per collaborare, per capire quanto mente in quella salita. E il nostro siamo fortunati a casa ad avere un zainetto, metafora anch’esso di letto che ci ospita, una famiglia ciò che portiamo con noi, dei valori che ci ama , una scuola che ci acco- a noi cari presenti nella nostra esi- glie, un futuro che ci attende… stenza. Tornati all’alloggio, abbiamo incontrato diversi ragazzi di Azione cattolica: Alessia, Filippo, Cristina, Luigi… abbiamo visto con esperienza denominata Fabio Della Corte (5°B Agr.) Vi auguriamo un natale semplice ed indimenticabile: la meravigliosa bellezza di Dio si manifesta nel poco. Gli insegnanti di religione IL Dillo con un fiore PERCHE’ Numero 13 Pagina 20 I consigli di Liliana & Stefano Liliana Filpi & Stefano Campagna Delphinium Caratteristiche: Il Delphinium è un genere di pianta della famiglia Ranuncolaceae, originario dell'Europa, Asia e Nord America. Conta oltre 200 specie erbacee tra annuali, biennali e perenni, alte dai 50 cm ai 2m a seconda della specie. Hanno fiori in una lunga spiga, colorati in varie tonalità brillanti, che negli ibridi possono essere doppi o semidoppi. Molte delle specie sono note volgarmente con il nome di Speronella o Spron di cavaliere. Le specie perenni vengono utilizzate per la floricultura e il giardinaggi e come ornamento per tappeti erbosi. La colorazione varia dal viola al rosa, alcuni tipi sono anche gialli e rossi, e si ottengono incrociando una specie originaria delle alpi (D. elatum) con alcune specie esotiche. Coltivazione: Le specie annuali preferiscono posizioni soleggiate, con terreno ricco di sostanze organiche, neutro poco calcareo. I Delphinium perenni prediligono i climi freddi in posizione soleggiata o a mezzo-sole, non sopportano le estati torride del Sud Italia, la zona ideale per queste piante è la regione dei laghi prealpini e gli Appennini, dove il periodo estivo è piovoso con temperature non trop- po elevate. Richiedono terreno neutro o leggermente acido, fresco nel periodo vegetativo, privo di calcio, ben drenato e con abbondante concimazione organica. Si moltiplicano per seme, divisione dei cespi o per talea dei getti. La semina nelle zone meno rigide viene fatta prima dell'autunno subito dopo la maturazione delle capsule, nelle zone con inverni molto rigidi si rimanda la semina alla primavera successiva con fioritura nello stesso anno. La moltiplicazione delle varietà, per via agamica con la divisione dei cespi o talea, va effettuata in primavera con getti di 10-15 cm di lunghezza. Avversità: Le temperature torride associate alla siccità danneggiano gravemente le specie perenni L'eccesso di ristagno idrico provoca il marciume radicale Istruzioni di semina: La semina di questa pianta è un po' impegnativa. Si semina a fine estate (21-24°C) utilizzando un terriccio fresco e sano, leggero, possibilmente ricco di vermiculite o pomice. Impiegate delle cassettine o dei vasetti e inumidite accuratamente il terriccio. Dopo aver sparso i semi sul terriccio ricopriteli con 2 mm circa di terra. Inumidite ancora la superficie e coprite con un nylon che mantenga i semi in umidità costante. Quando i primi semi iniziano a germogliare si rimuove la copertura e si mantiene in luogo luminoso e fresco. Circa 1 mese dopo la semina si possono ripicchettare le piantine in singoli vasetti. Si lasciano irrobustire, poi si spostano al sole. Si mettono a dimora nella primavera successiva. Curiosità: -Il Delphinium nome viene dal Greco e significa il “delfino piccolo’’ Il nome è stato scelto perché la figura del fiore è rievocativa del naso di un delfino. -Gli indiani d’America macinavano le speronelle per ricavarne il colore blu, successivamente furono utilizzate anche in Europa per ottenere l’inchiostro. -La specie e la varietà di questo fiore sono sorprendenti. I fiori possono essere blu, blu scuro, azzurro, viola, lilla, bianco ed in combinazione con il colore nero, il bianco, il grigio e la panna donano a questa pianta un fascino irresistibile. Questo fiore ama il sole e non tollera alcun tipo di ombra, anche se nei giorni più caldi ha bisogno di un po’ d'ombra per non essere bruciato dai raggi di sole. -Tutte le parti vegetali sono velenose a causa della presenza dell’alcaloide delfinidina, il cui contenuto diminuisce con l’invecchiare della chioma. Doriana Costanzo Luca D’Ambrosio (4°B Tc) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 21 I Volti della Solidarieta’ CLOWN TERAPIA: SOLIDARIETA’ RECIPROCA Mi chiamo Cristina Di Rocco, ho 18 anni e frequento il 4°A Tc. Da due anni faccio volontariato presso la Croce Rossa e Mezza Luna Rossa Italiana, nel comitato locale di Ariccia, Genzano, Lanuvio. Il secondo anno, in Croce Rossa, ho frequentato un corso di specializzazione per clown terapia, volta non solo ai bambini, ma anche ad adulti, presso il comitato locale di Anzio. Inizialmente la mia iscrizione all’associazione è stata spinta da motivazioni puramente personali, avevo bisogno di staccarmi dalla monotonia, ma soprattutto volevo superare il più grande ostacolo che da anni mi frenava: il timore di mostrare al pubblico la mia personalità. In seguito, proprio durante il corso di formazione, ho avuto modo di scoprire che tutti gli altri volontari del gruppo con cui collaboravo, si erano iscritti a quel corso per le mie stesse ragioni: superare se stessi e affrontare i propri limiti. Tutto questo, visto da fuori, può sembrare un atteggiamento egoistico! Ma si tratta di un “egoismo positivo”, quello che ci teorizzò la nostra istruttrice: regalare sorrisi ad altri per gratificare anche se stessi. Ricordo ancora il primo giorno che entrai nel locale in cui svolgevo i corsi: ero terrorizzata all’idea di dovermi presentare, confrontare con altre persone, perché “da quel momento in avanti - così ci disse l’istruttrice, avremmo dovuto essere una famiglia”. Era dunque fondamentale instaurare legami di fiducia tra noi, tutte cose che inizialmente non riuscivo a comprendere. Non è stato per niente facile per me, aprire la mia mentalità e immergermi nel surreale, perché è questo il compito di un clown: riuscire a vedere ciò che gli altri danno per scontato, o che addirittura non esiste. Qualunque oggetto per un clown assume infinite realtà, che solo chi ha la capacità di “leggere tra le righe” può capire, come solo un bambino sa fare. Non era assolutamente la fantasia che mi mancava ma la forza di volontà necessaria a estraniarmi dai giudizi e dai pregiudizi degli altri e dalla paura di sbagliare. Avevo comunque tutte queste paure, pur essendo all’interno di un gruppo di adulti e non di coetanei pronti a giudicare. Durante la preparazione, abbiamo fatto molti esercizi sia teorici che pratici. Il gioco della “zattera”, che consisteva nel camminare o correre, a seconda del ritmo della musica, all’interno di un rettangolo, nel quale tutti si impegnavano a riempire gli spazi vuoti e a non percorrere gli stessi punti. Questo ci ha aiutato a gestire gli spazi sul palco e a stabilire i primi rapporti all’interno del gruppo. Altri esercizi miravano a migliorare la nostra capacità di ascoltare e di parlare. L’ascolto andava al di là dell’udito, scavava alla ricerca dei sentimenti più profondi che un determinato argomento suscitava in noi. Il parlare non era fatto di parole, spesso un bambino non comunica ciò che gli succede perché non sa come esprimersi, in questo caso il parlare si traduce in gesti: la paura, ad esempio, la si può disegnare con le mani, la felicità può diventare un abbraccio, il coraggio può essere una stretta di mano. La parte del corso che maggiormente mi ha fatto riflettere è stata il “BURN OUT” (gestione del fallimento). Non è facile svolgere il compito di clown. La figura del clown, non deve essere banale, ridicola, ma deve rispecchiare la realtà nelle sue diverse e molteplici sfaccettature e significati. A volte però si sbaglia e sentirsi dire da un bambino “non fai ridere”, fa male perché lo si percepisce come un fallimento morale e psicologico del clown. Da questa spiegazione, capii l’importanza del gruppo-famiglia e del rapporto di fiducia tra noi. Dopo ogni spettacolo, il gruppo si riunisce, si parla delle sensazioni provate sul palco e se c’è stato un fallimento, il gruppo ha il dovere di far comprendere al compagno che non deve portarsi l’abbattimento morale nella vita privata: “Io, Cristina, non devo essere toccata dallo spiacevole accaduto, il fallimento riguarda la mia figura di clown, che ha un proprio nome d’arte e una propria identità”. Da questo insegnamento, io ne trassi altri significati, che mi portarono a comprendere l’inutilità di vergognarsi nel mostrarsi per ciò che si é. Solo ora riesco a capire quanto sia gratificante la libertà nel sapersi esporre, porsi all’altro sicuri di sé, perché solo facendo così, si ricevono sorrisi veri che ti esaltano e scaldano il cuore! Cristina Di Rocco (4°A Tc) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 22 Personaggi del mese Nome Cognome: Maria Ceci Professione: Docente Disciplina: Italiano Da quanti anni in- meno, quindi si creavano situazio- traffico creato da macchine e auto- segna ni più familiare. Ora c'è troppo bus. Insomma, tutti questi disagi scuola? caos, anche con i colleghi ci vedia- non li hanno soltanto gli alunni, Eh...direi un bel po'! ...circa 25-26 mo molto meno, anche fuori scuola. ma anche noi professori! anni! Negli anni passati era tutto diver- Quali sono per lei i valori fon- Ha sempre insegnato o ha pro- so! damentali su cui la scuola do- vato qualche altra professione? Ci dica qualcosa in più su di vrebbe puntare? Sì! (ride), ho sempre insegnato! lei! Cosa fa al di fuori della Tanti anni fa insegnavo Educazio- "Sicuramente il rispetto per gli altri, la solidarietà e l'essere sempre ne Fisica, allenavo la squadra di scuola? Faccio la nonna a tempo pieno!!! atletica Latina! Ero e sono ancora Ho due bellissimi nipotini, uno di ai ragazzi l’importanza di non la- una sportiva, anche se gli anni 4 anni e l'altro di 6 mesi! Vi voglio sciarsi trasportare da quelle che passano… raccontare due piccoli “riti” che da sono le situazioni negative che la Come si trova in questa scuo- sempre vivo con mio marito… il vita ci mette davanti quotidiana- la? In questa scuola ci sto bene! La sabato mattina è dedicato al “rito mente. Quando faccio lezione, mi della colazione al bar seguita poi piace anche affrontare argomenti di considero la mia seconda famiglia! dalle classiche spese per la casa”, il diverso genere, che toccano un po' Che rapporto ha con gli alun- secondo invece si svolge di domeni- tutti noi. Parliamo di ciò che ci ac- ni? Il rapporto con gli alunni è sempre ca mattina...ovvero la passeggiata cade intorno ogni giorno, anche al in bicicletta! di fuori della scuola. Fare “lezioni stato ottimo, perché basato sul reci- In cosa pensa dovrebbe miglio- di vita” è utile per trasmettere ai proco rispetto! Mi piace stare con i ragazzi i valori fondamentali su cui ragazzi. Tra qualche anno andrò rare il San Benedetto? Innanzitutto, nelle strutture. Sia- in pensione e a pensarci bene, que- mo molto più numerosi rispetto sono basilari per loro formazione! sto mi crea già un po’ d'ansia e di agli altri anni, la scuola dovrebbe malinconia… adeguarsi con strutture idonee al Che differenza trova tra i pri- numero rilevante di studenti! Poi mi anni di servizio e oggi, in c’è la questione del trasporto, dei relazione alla sua professione? I ragazzi sono bravi, sono "puliti". pullman, delle navette... All’uscita Ma negli anni passati eravamo di fusione perché non c'è chi diriga il IL PERCHE’ in questa da scuola, si crea una grande con- se stessi! Cerco di far comprendere basare la propria esistenza e che Petra Cappelletto (5°B Agr.) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 23 Nome Cognome: Sabrina Massaro Professione: Docente Disciplina: Sala Bar Da quanti anni fa l'insegnante ? Sono dieci anni che insegno. La mia prima esperienza è iniziata a Roma in un quartiere diciamo "non dei migliori", si chiama Laurentino 38. Un’esperienza altamente formativa, diciamo che ho dovuto impegnarmi anche in ambito sociale. In quella scuola ho sempre insegnato Tecniche operative di Sala Bar e ho iniziato con più ore e meno classi, mentre ora ho meno ore e più classi In seguito ha avuto altre esperienze come insegnante? Come precaria ho lavorato in molti istituti, ne cambiavo uno ogni anno. Sono passata di ruolo soltanto nel 2007, quando lavoravo a Velletri dove ero già da molti anni. Soltanto un anno fa sono venuta a conoscenza dell'esistenza dell'Istituto "San Benedetto" con indirizzo Alberghiero ed essendo di Latina, ho fatto domanda qui Migliorerebbe qualcosa nella nostra scuola? Sì, migliorerei sicuramente i servizi per poter fare pratica con i miei alunni sia di cucina che di sala bar Pregi e difetti degli alunni del San Benedetto? Il miglior pregio è che anche i peggior alunni si trovano ad affrontare situazioni lavorative e hanno dunque un confronto diretto con il mondo del lavoro. In quelle situazioni migliorano tutti e danno il meglio di loro. Invece il lato peggiore è che la maggior parte degli alunni sono ingestibili e ineducati nell'ambiente scolastico e per questo motivo si fa fatica a far lezione e ad avere un riscontro positivo Ha fatto altre esperienze lavorative che riguardano l'alberghiero prima di iniziare a fare l'insegnante? Ho iniziato a 14 anni a lavorare in strutture alberghiere per poi intraprendere a 26 anni il percorso come insegnante. Inizialmente ho cercato di coordinare i due lavori, successivamente però questa situazione era diventata troppo pesante, quindi ho continuato il percorso di insegnamento, accantonando quello ristorativo. Il mio sogno è quello comunque diventare manager all’interno di una struttura alberghiera…MAI DIRE MAI! Come fa a capire le attitudini di un alunno? Io cerco sempre di consigliare ai ragazzi di scegliere ciò che pensano di voler fare realmente nella loro vita. Alcuni sono portati per una materia e non per un'altra, ma non se ne rendono conto. Magari sono partiti con un’idea e non intendono cambiarla. Spesso spinti o suggestionati dai propri genitori, dalle scelte dei compagni... Io mi affido alle mie percezioni che nascono dall’osservazione degli studenti….in base ad esse, do i miei suggerimenti Qual è la sua passione più grande? La mia passione è l'insegnamento, oggi essere professori non è facile… bisogna essere anche psicologi, sociologi e cercare di interagire nel migliore dei modi con gli alunni Andiamo sul personale, ha degli animali a casa? A casa ho due cagnolini di piccola taglia, Tamburino ed Emy. Dato che non ho figli, loro riempiono le mie giornate e vengono trattati come se fossero dei veri e propri figli! Se potesse scegliere tra fare l'insegnante o lavorare in un albergo cosa sceglierebbe? Sono due ruoli completamente diversi! Entrambi si basano sul rapporto umano; diciamo però che, nel contesto ristorativo, il cliente è di passaggio quindi il rapporto finisce lì, mentre in quello scolastico gli alunni crescono insieme a noi docenti, arrivano che sono "piccoli" e raggiungono la maggior età ancora qui con noi…ed è una bella soddisfazione! Se ne avesse la possibilità, risceglierebbe Sala come indirizzo o cambierebbe? Se dopo due anni, avendo provato sala, cucina e ricevimento, avessi potuto scegliere, penso che avrei optato ancora per Sala, ma avrei dato un’opportunità anche a ricevimento. Voi avrete la possibilità di sperimentare tutto questo nel primo biennio, invece io ho avuto la "sfortuna" di scegliere subito, fin dal primo anno. Avrei valutato comunque Sala-bar, forse perché mi piaceva lavorare nel mondo ristorativo, soprattutto nell'organizzazione e nella banchettistica. Quello che preferisco è l'organizzazione di buffè, eventi… Quali erano le materie in cui andava meglio? Andavo bene in tutte le materie, ma soprattutto in Sala! Coltiva qualche hobby nel tempo libero? In questo periodo il mio hobby principale è la lettura che è orientata su libri che trattano argomenti di filosofia, meditazione, rincarnazione e sviluppo della mente Aurora Dell'Unto Sarah Bazzucchi (2°A Alb.) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 24 Facce da copertina…? no e dovevo giocare con i ragazzi più Ti piace il tuo aspetto fisico? E grandi di me che, puntualmente, come ti curi? mi facevano stare in panchina! Sono molto soddisfatto del mio Quindi ho abbandonato il calcio e aspetto fisico! Mi piace emanare mi sono dedicato a un altro spor: il sempre un ottimo “odore” e lasciare nuoto! Il primo anno è stato fanta- una scia di profumo al mio passag- stico ma poi continuavano a farmi Puoi descrivere in gio!... fare sempre le stesse cose, quindi due parole il tuo Cosa pensi che piaccia alle ra- ho deciso di lasciarlo Sono un ragazzo molto vivace, alle- gazze di te? Penso che alle ragazze, a prima Qual è la tua passione attuale? Sono quattro anni che seguo il La- gro e a volte lunatico… vista, non piaccia nulla del mio tina Calcio e questa è diventata la Qual è il tuo rapporto con le aspetto fisico… però, se mi conosco- mia “passione” più grande! Inoltre ragazze? Se incontro una ragazza che mi pia- no bene, non possono fare a meno da essa ogni tanto ricevo grandi di innamorarsi del mio carattere! soddisfazioni che mi portano a fare ce, divento un pochino timido o me- Perché hai scelto l'indirizzo piccole pazzie… come per esempio glio, controllo la mia vivacità, per- tagliarmi i capelli a forma di “B” ché non vorrei che questa si facesse agrario? Perché amo l'odore della terra ba- un'idea sbagliata di me. Cerco di gnata, mi piace stare a contatto con serie B! farla ridere, mi piace trattarla come la terra e lavorare con i trattori Quali sono per te i valori fon- una “principessa” e metterla al cen- Pratichi sport? damentali della vita? tro dell'attenzione Ho praticato per circa nove anni il L’amore per mio fratello Mirko, il Cosa fai nel tempo libero? Nel tempo libero faccio dei lavoretti calcio. Fin da bambino avevo que- rispetto per la famiglia, in partico- sta passione o meglio, fissazione lare per mia madre e per mio pa- per sistemare casa, aiuto la mia per il calcio! Poi ho smesso perché dre! famiglia ma specialmente mio non- la squadra della mia età non c'era Cognome: Biscuola Nome: Simone Età: 18 anni Classe: 3°B IL PERCHE’ Agr. carattere? per la promozione del Latina in IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 25 Facce da copertina…? Cosa fai nel tempo libero? Pratichi sport? Cognome: Franchi Nel tempo libero adoro andare a Sì, pratico kickboxing da due an- Nome: Simone pesca, uscire con i miei amici e la- ni. Questa passione è nata in un vorare in campagna primo momento per seguire l'e- Ti piace il tuo aspetto fisico? E sempio di mio fratello, poi ho ini- come ti curi? ziato ad appassionarmici vera- Mi piace molto il mio aspetto fisico. mente! Ho ottenuto grandi soddi- Sono molto perfettino nel modo di sfazioni da questo sport e fra non due parole il tuo carattere? pormi e di vestire molto potrò iniziare a praticarlo a Non sono un ragazzo timido. Sono Cosa pensi che piaccia alle ra- livello agonistico. Pratico kickbo- molto allegro. Se devo dire una co- gazze di te? xing per divertimento e non per sa, non faccio giri di parole ma te Penso che alle ragazze piaccia il apparire forte agli occhi degli al- la dico subito e in faccia, quindi mi mio modo di fare, il mio fisico e il tri! reputo un ragazzo molto leale! mio sorriso! Quali sono per te i valori fon- Qual è il tuo rapporto con le Perché hai scelto l'indirizzo damentali della vita? ragazze? agrario? Il rispetto per la mia famiglia, Con le ragazze inizialmente cerco Ho scelto l'indirizzo agrario per la l'amicizia e godermi la vita con il di instaurare un rapporto di amici- passione che nutro fin da bambino divertimento! zia e se poi la persona mi prende per la campagna. Inoltre questo Marika Di Bella veramente, riesco a far diventare indirizzo di studio mi permette di Arianna Torrao quel rapporto un po' più sentimen- ampliare le mie conoscenze a livello (2°B Tc) tale… sia tecnico che teorico Età: 18 anni Classe: 3°B IL Agr. PERCHE’ Puoi descrivere in IL Sportivamente PERCHE’ Numero 13 Pagina 26 Nome e Cognome: Andrea Caprari Età: 18 Classe: 5°B Chi. Sport: PALLANUOTO Da quanto tempo pratichi questo sport? Pratico pallanuoto da 9 anni Come è iniziata la passione zione fisica è fondamentale ed è ac- perché in questo sport la squadra è per la pallanuoto? compagnata da un duro allenamen- tutto! La passione per questo sport è na- to, che mi permette di dare il massi- È difficile conciliare l’impegno ta grazie a mio fratello. Spesso mo in gara scolastico con quello sportivo? seguivo i suoi allenamenti ed ero Come si svolge una gara? Sì… molto! La stanchezza dell'alle- presente durante le sue gare. Que- Si gioca 7 contro 7, il campo ha una namento si accumula e spesso impe- sto ha suscitato in me grande en- lunghezza di 30m e una larghezza disce di utilizzare al meglio il tempo tusiasmo che, in breve tempo, si è di circa 20m. I giocatori si differen- per studiare. Cerco di dare il meglio trasformato in una vera e propria ziano per il colore della cuffia, chia- sia a scuola che nello sport passione. Oggi non ne potrei più mata “calottina”, utilizzata per le Quali sono le emozioni che si fare a meno! applicazioni protettive nella zona provano prima dell’inizio di una Praticavi altri sport, prima di orecchie. L'obiettivo è quello di fare gara? iniziare la pallanuoto? goal, come nel calcio, in una porta Prima di una competizione sono mol- Sì, prima della pallanuoto facevo galleggiante. Una delle regole più to agitato e teso, ma allo stesso tem- nuoto libero. Poi, come ho detto, importanti è che per giocare si deve po determinato e con la voglia di vin- seguendo mio fratello, mi sono av- utilizzare solo una mano. I giocato- cere! vicinato alla pallanuoto ri sono chiamati in causa sia per La paura più grande che provi l'attacco che per la difesa Questo fa in gara? questo sport? sì che la pallanuoto sia uno sport La paura di perdere, anche se nello La pallanuoto richiede tanto sacri- molto dispendioso a livello di ener- sport bisogna sapere accettare la ficio, poiché è uno sport che impe- gie fisiche, poiché si è in continuo sconfitta gna tutta la settimana per due o movimento. Una partita dura 40 Perché consiglieresti di pratica- tre ore al giorno minuti variabili, sono 4 tempi, re la pallanuoto? Come ti prepari a una gara? ognuno da 7 minuti Secondo me, la pallanuoto è uno Alla gara inizio a pensare molti Qual è il rapporto con i tuoi sport che può dare molte soddisfazio- giorni prima e credo che la prepa- compagni, essendo la pallanuo- ni… che probabilmente non potresti razione più importante non sia to uno sport di squadra? mai avere dalla vita! tanto quella fisica quanto quella Ho un buon rapporto con i miei mentale. Ovviamente la prepara- compagni, dobbiamo essere uniti Quanto sacrificio richiede Martina Borgia (4°A Tc) IL Sportivamente PERCHE’ Numero 13 Nome e Cognome: Emiliano Lo Pinto Età: 17 anni Classe: 4°A Tc Sport: TAEKWONDO Da quanto tempo pratichi questo sport? Pratico taekwondo da circa 5 anni Come è iniziata la passione preparazione per il taekwondo? principalmente sulla corsa. Molto Inizialmente questo sport non mi importante è l'alimentazione: deve attraeva più di tanto perché, come essere senza grassi e contenere tan- tutti i ragazzi della mia età, prefe- te proteine e carboidrati rivo il calcio. Un'altra ragione che Come si svolge una gara? mi teneva lontano dal taekwondo Dopo il peso, si svolgono i sorteggi era la presenza di combattimenti e si assegna a ogni atleta un nu- corpo a corpo. Un giorno però mio mero che corrisponde all'ordine zio mi chiese se volessi fare una del combattimento. Ogni match prova; ero un po' titubante, ma prevede 3 round da 2 minuti cia- accettai. scuno. Il punteggio varia dal tipo Ho avuto la fortuna di avere mio di calcio sferrato e dalla modalità zio allenatore, e dopo svariati alle- con cui è stato tirato namenti, partecipai al mio primo Quali sono le emozioni che campionato. Lottai agli interregio- provi? nali e ottenni il secondo posto. Dipende Quali sono state le tue vitto- gara. Più è importante, più l'emo- rie? zione aumenta Il secondo posto agli interregionali La paura più grande che pro- di Bolsena e il secondo posto al vi? campionato italiano di Caserta, E' quella di svenire dopo un forte che mi ha dato il titolo di vice- calcio o di farmi male seriamente campione italiano Come ti prepari per una gara? Prima di ogni gara bisogna rientrare in una precisa categoria, che si basa sul peso degli atleti. Se sono in 'sovrappeso', svolgo una specifica basata dall'importanza della Glauco Fantauzzi (4°A Tc) Pagina 27 IL Numero 13 Il perche’: Pagina 28 cinema Cyberbully PETTEGOLEZZI ON-LINE Anno: Genere: Cast: PERCHE’ 2011 drammatico-adolescenziale Emily Osment: Taylor Hillridge Kay Panabaker: Samantha Caldone Kelly Rowan: Kris Hillridge Jon McLaren: Scott Ozsik Meaghan Rath: Cheyenne Mortenson Jade Hassouné: Caleb Nastassia Markiewicz: Lindsay Fordce Robert Naylor: Eric Hill ridge Caroline Redekopp: Karen Caldone Ronda Louis-Jeune: Becca Dick Ideatore: Teena Booth Regia: Charles Binamè Trama: Questo film tratta una forma di bullismo, oggi molto diffusa ma di cui si parla ancora poco: il cyberbullismo. La protagonista è una ragazza di 17 anni, di nome Taylor Hillridge. i suoi genitori sono separati e lei vive con la mamma e il fratello. La mamma, pur essendo iperprotettiva, decide di regalarle, per il suo diciassettesimo compleanno, un personal computer alla condizione di non pubblicare informazioni personali online. Spinta dalle amiche e dall'interesse per un ragazzo – Scott – Taylor decide di iscriversi a un social network molto popolare nel suo Istituto. Inizia a pubblicare foto e stati, che Lindsay Fordyce, sua nemica e ragazza più popolare della scuola, commenta con offese, alle quali si aggiungeranno presto insulti da parte di altri compagni. Da questo momento in poi la vita di Taylor sarà un crescendo di situazioni drammatiche che le renderanno un inferno anche il semplice andare a scuola… C’è chi pubblicherà sul social di avere avuto rapporti con lei e di aver contratto una malattia venerea, di averla pagata perché lei si spogliasse… Taylor conoscerà la solitudine e la disperazione, sarà abbandonata anche dalle sue migliori amiche. Le offese arriveranno al punto da far pensare a Taylor di suicidarsi… Ma Taylor sarà in grado di riprendere in mano la propria vita e di fare qualcosa di concreto per combattere il cyberbullismo… Recensione Cyberbully - Pettegolezzi Online é un film dalla tematica molto forte e sconosciuta sotto molti aspetti. Nato come film-denuncia verso la società che si ostina ancora a essere cieca di fronte a questo fenomeno, il film contiene un insegnamento molto importante per tutti quei ragazzi, vittime silenziose di una prigione psicologica e virtuale. L’insegnamento è quello di non arrendersi davanti alle minacce e agli insulti ma di farsi coraggio e di denunciare l’accaduto. Perché è facile e vigliacco fare i bulli da dietro uno schermo, è difficile avere quegli stessi atteggiamenti davanti ad un gruppo compatto e deciso, con il quale neanche il più forte dei bulli può competere. Questo film parla anche dell’amicizia e di quanto, nell’adolescenza, possa essere fragile e spesso sopravalutata. Mette in luce i sentimenti della protagonista, come ci si senta a essere prese di mira, come questo possa portare le vittime a vivere una crisi d’identità e a vedere nel suicidio la soluzione finale del disagio che vivono. Non si deve cedere davanti alle avversità, il suicidio non è mai la soluzione. Questo film fa capire che non si è mai soli in una situazione simile ma che, al contrario, ci sono moltissimi ragazzi e adulti pronti a tendere una mano. Con il silenzio non si può vincere il rumore, bisogna impegnarsi per fare qualcosa di concreto, uscendo dall’ipocrisia che spesso impedisce di schierarsi dalla parte giusta…lo sbaglio di uno è lo sbaglio di tutti. Nel film anche le parole del preside sono molte importanti: sono un invito, ai giovani, al senso di responsabilità nell’utilizzo dei social network. Oggi per molti ragazzi il confine tra mondo reale e mondo virtuale è davvero sottile, se non confuso o sovrapposto. Cyberbully - Pettegolezzi Online apre una finestra allarmante proprio sul lato oscuro del web e troppo spesso ignorato da chi ne fa uso. Ma Cyberbully - Pettegolezzi Online offre anche utili consigli per giovani e genitori, soprattutto per quest’ultimi che troppo spesso, per mancanza di tempo o per ingenua superficialità, lasciano i propri figli vittime della trappola del web! Martina Sabbatini (4°B T.C.) Cristina Corsi (3°B P.I.) IL Numero 13 PERCHE’ Pagina 29 SCELTA PER VOI DA VOCI DELL’ANIMA Io sono Asia una ragazza come tante Ma giudicata perché non vesto grandi marche Non porto borse o scritto Gucci sotto gli occhi penso agli insulti non dormo le notti Mi ritrovo qui, a rigirarmi nel mio letto Mi ricordo di tutto quello che mi hanno detto Gli insulti, gli sfregi Tu che parli, dimmi, una vita così la reggi? Ho solo un pantalone e una giacca stracciata Come la mia dignità che è stata calpestata Da ragazze snob che si sentono superiori Perché sicuramente hanno vite migliori Allora penso a come fare Ma solo una soluzione riesco a trovare, scrivo una lettera a mia ma’ e mio pa’ Spero mi perdoneranno di questo gesto qua Mi affaccio dal balcone al settimo piano Ho in testa solo un piano Guardo in cielo i miei nonni morti Guardo in terra le persone, così forti Prendo un bel respiro e mi lascio cadere Pensando " Il genere umano dove andrà a finire? Beh, non lo voglio sapere!" Io sono Chiara Quella che sta al primo banco Violentata da una baby gang Ma non tutti lo sanno È passato qualche anno Ma quel giorno, non riesco più a dimenticarlo Vivo in un mondo sordo Ma adesso grido Affogo ogni singola lacrima Dentro quel panino Adesso sono a 100 E non perdo neanche un chilo L'unica cosa che perdo Credo sia il sorriso Colpa degli altri Continuano a giudicarmi La mia domanda è “Quanto male volete farmi?” Ai soldi spesi per la dieta Io ci provo ma è la tiroide che mi frega Sento ancora il freddo Di quel pomeriggio d’ inverno Ogni mattina mi sveglio Per andare in quella scuola inferno Ripenso sempre se fare questa scelta un’altra adolescente suicidata in cameretta Io sono Luca, un ragazzo omosessuale Soffro perché non vengo considerato normale Da persone con una grande chiusura mentale che giudicano diverso chiunque sia speciale Mi rinchiudo nel mio buio interno Perché fuori vivo un inferno Mi sento oppresso, giudicato, sbagliato Non voglio più stare in questo mondo malato Da tempo è morta mia madre Mi rimane mio padre Che da solo non capiva Che ero in depressione e la mia mente non reagiva In più mi giudicava per questo fatto Un genitore violento e sempre fatto Mi ricordo bene il suo torto "Più che frocio, preferisco un figlio morto! " Mi rimangono queste parole in testa come un chiodo E per levarlo non trovo nemmeno un modo Mi lego al collo un nodo scorsoio Di me rimarrà solo un fantasma in questo lungo corridoio Mi chiamo Kiki, la Nigeria è il mio paese Sempre il sorriso in viso Anche se non arrivo a fine mese Il mio problema palese Mi guardano la pelle e dopo partono le offese “Torna da dove sei venuto” A volte manco vi capisco E resto muto Nel buio più assoluto Seduto sulla panchina L’unica amica questa birra Credo in qualcosa di migliore anche se dista mille miglia Un giorno come tanti altri Pensavo a come arrangiarmi Nella giungla urbana o corri o vengono a mangiarti E quel giorno erano in otto Capello rasato Scarponcini fino al ginocchio “Brutto negro” il mio aggettivo Sento il botto Calibro nove Mi trapassa il petto Mi risveglio su un lettino Di una sala d’aspetto E dopo il vuoto Non sentivo più me stesso Questa é la storia di Kiki morto perché reputato diverso Bruno Esposito (2°B TC) Lo giudichi, ti credi di essere il più Marco Polizzi (2°A TA) tosto Fatti questa domanda piuttosto E se domani, ci fossi tu al suo posto? Non credo che faresti così tanto il grosso Se vuoi sentire e scaricare l’MP3 vai sul nostro sito www.ipasanbenedetto.eu/giornale.html IL Numero 13 PERCHE’ Working flair Dal 2005 la Barman Agency svolge corsi di formazione e organizza gare di Barman acrobatico. Nel mese di novembre, presso il nostro istituto è stata fatta una dimostrazione di WORKING FLAIR. Si tratta di una disciplina che insegna i movimenti di flair, ovvero le acrobazie, utilizzate nella preparazione dei cocktail e drink. I movimenti consistono fondamentalmente in lanci di bottiglie o strumenti (come shaker, tin, ecc…) e alla loro ripresa per l’utilizzo in una preparazione. I ragazzi delle prime e delle seconde Alberghiero hanno potuto assistere dunque a un vero e proprio spettacolo di abilità e maestria. Ma hanno avuto modo anche di ascoltare consigli utili per riuscire a ottenere ottimi risultati in questo particolare ambito lavorativo. CONSIGLI: Essere umili Conoscere l’inglese Ascoltare i professori e non buttare via gli anni scolastici Colui che si è esibito di fronte ai ragazzi del San Benedetto è Daniele Arciello, un vero e proprio campione nell’ambito del Working flair DANIELE ARCIELLO Da quanto tempo fa questa professione? Lo pratico da… 16 anni Dove hai imparato? Fortunatamente sono figlio d’arte, cioè figlio di due artisti, mio padre faceva il Barman Ha conosciuto molte persone famose? Tante, per esempio: Max Pezzali, Francesco Totti, uno dei com- ponenti dei Duran Duran e Claudia Shiffer E’ difficile conciliare famiglia e lavoro? E’ molto difficile ma non impossibile. Il Barman è principalmente un play boy! Dove lavora? In un locale molto famoso di Roma, si chiama On The Rocks Come le è nata questa passione? Leggendo un libro di Barman, all’età di 8 anni Questo lavoro dà molte soddisfazione? Sì molte, sia a livello economico, che a livello competitivo, quando vinco gare acrobatiche! Silvia Aneghini (1°A Alb.) Pagina 30 IL Numero 13 Scotti e bruciati …. PERCHE’ Pagina 31 dal mondo Natale in Francia L’Europa è un Continente fantastico dal punto di vista alimentare, in quanto contenitore di diverse culture e tradizioni, ognuna portatrice di diversi gusti ed abitudini in cucina. Una delle feste in cui la tradizione gastronomica tocca i suoi apici è il Natale. Tutti noi conosciamo i piatti tipici di Natale italiani, ma la globalizzazione incalza! In questo mese, ho voluto presentare una delle tante ricette di dolci natalizi che ho scoperto proprie di altri paesi europei. In particolare si tratta di un dolce consumato il giorno del 6 Gennaio – giorno dell’Epifania - in Francia, chiamato Gallette des Rois. Prima di procedere con la ricetta vediamo alcune curiosità sul Natale francese. Il Natale in Francia viene celebrato in modo differente a seconda della località e della regione di appartenenza. Accanto ad una tradizione più che altro commerciale, vissuta in particolare nelle grandi città turistiche come Parigi, si affiancano quelle appartenenti a una cultura più popolare. I bambini francesi ricevono i doni da Pere Noel, Babbo Natale, assistito da una seconda figura sconosciuta altrove: Pre Fouettard, che ha il compito di ricordare a Babbo Natale il comportamento di ogni bambino durante l’anno appena trascorso. Gli adulti si scambiano invece i doni non a Natale, bensì a Capodanno. I piatti della cena di Natale sono quelli della tipica cucina francese, quali ostriche, sal- mone affumicato, il Fois Gras, o le lumache. In Alsazia é molto utilizzata l’oca, mentre nella Borgogna è diffuso come portata principale della cena della Vigilia il tacchino ripieno di castagne. Sono molto diffusi nelle cene di Natale Francesi il pollo arrosto e il prosciutto al forno. GALETTE DE ROIS Ingredienti per 4 persone: 1 rotolo di pasta sfoglia; 200 gr di farina di mandorle; 4 tuorli; 1 uovo intero; 80 gr di burro; 200 gr di zucchero; 200 gr di crema pasticcera Preparazione della crema pasticcera INGR: latte fresco intero, amido, vaniglia, tuorlo d’uovo) Unire tuorlo d’uovo e zucchero e mescolare; Unire l’amido e mescolare ancora; Incidere la bacca di vaniglia estrarre la polpa e aggiungere al composto di prima; Mettere il baccello di vaniglia nel latte e portare a ebollizione; Versare il latte sul composto e mescolare; Rimettere il composto nella pentola e portare a 85/90 °C; Versare il tutto in un contenitore basso e coprire con pellicola. 1 bicchierino di rum, qualche goccia di essenza di mandorle Per la decorazione 1 tuorlo d’uovo con poca acqua da spennellare in superficie Preparazione Ricavare due dischi ritagliando la pasta sfoglia e trasferirli per qualche minuto in frigorifero con la carta forno. Per la crema frangipane, (la crema frangipane è una crema molto simile alla crema pasticcera, che viene preparata però utilizzando la farina di mandorle) in una ciotola impastare la farina di mandorle con uovo, tuorli, burro ammorbidito e zucchero. Unire anche la crema pasticcera e amalgamare. Aggiungere il rum e qualche goccia di essenza di mandorle. Disporre il primo disco di sfoglia in una teglia e ricoprirla all'interno con uno strato sottile di crema frangipane. Spennellare i bordi della pasta sfoglia con l'uovo, inserire la statuetta nella crema e ricoprire col secondo disco di sfoglia, sigillando bene i bordi prima con le dita infarinate poi con una posata. Fare delle piccole incisioni sulla parte superiore della sfoglia e infornare a 200° gradi per circa 20-25 minuti. Curiosità La torta Galette des Rois "galletta dei re", si spiega con il suo riferimento ai Re Magi, festeggiati proprio il giorno del 6 gennaio. Nel dolce si nasconde per tradizione la piccola figura di un re, simile a un soldatino: la persona a cui capita di avere la figura nel suo pezzo di dolce - in francese chiamata la fève - è considerata il re o regina della festa. E… Buon Natale a Tutti Giorgia Tolli (1°B Alb.) IL Scotti e bruciati …. PERCHE’ Numero 13 Pagina 32 ...dal mondo ZUPPA CINESE AL MAIS Ingredienti: 200 g di crema di mais in scatola 600 ml di brodo di pollo (con ossa) ½ cucchiaino di sale fino Un po’ di zucchero 1 uovo sbattuto 1 e ½ cucchiaio di fecola di patate (farina usata nella cucina cinese) 2 cucchiai di acqua Preparazione: In un recipiente versare la fecola e scioglierla con acqua. In una pentola versare il brodo di pollo scaldare a fuoco medio e far bollire, quando inizierà a bollir, aggiungere la crema di mais e mescolare. Unire il sale, lo zucchero e far bollire di nuovo. Mescolare la fecola precedentemente sciolta in acqua e unirla a poco a poco alla zuppa. Unire lentamente l’uovo sbattuto continuando a far bollire la zuppa e mescolare. Quando il composto sarà diventato soffice e avrà raggiunto una cottura intermedia, spegnere il fuoco. Servire nel piatto e….. Buon appetito!!! CROSTATA ALLA ROMANA Ingredienti: 500 g di ricotta 300 g di farina setacciata tipo 00 150 g di burro 3 uova (2 tuorli e uno intero) pizzico di sale buccia grattugiata di mezzo limone succo di mezza arancia Preparazione: Per fare l’impasto, unite 300 gr di farina di tipo 00 setacciata, 150 gr di burro, 2 uova, un pizzico di sale e la buccia grattugiata di mezzo limone. Preparate un bell’impasto e lasciatelo riposare. In una terrina unite 500 gr di ricotta, 150 gr di zucchero, 2 tuorli d’uovo, un uovo intero e la buccia grattugiata di mezzo limone e mezza arancia. Stendete parte della pasta sul fondo di una teglia imburrata, versate il composto e, con CURIOSITÀ SULLE ZUPPE CINESI In un buon pasto cinese le zuppe non mancano mai. Fanno parte sia dei semplici pasti familiari sia dei banchetti delle feste. Al contrario di quanto avviene sulle tavole europee, la zuppa non apre il pasto, ma è in genere servita dopo i piatti di riso, come conclusione e ultimo atto di un menù. In famiglia spesso ne viene preparata una maggiore quantità, poi consumata sia nel corso del pasto sia tra una portata e l’ altra. A un banchetto informale le zuppe si servono per lo più verso la fine del pasto ed è possibile consumare il contorno con le bacchette. In Cina ci sono diversi tipi di zuppe: la scelta varia dai più semplici brodi alle zuppe più ricche, che possono costituire un piatto unico. Normalmente la zuppa si mangia con cucchiai di porcellana in ciotole apposite, leggermente più piccole delle altre ciotole. Logicamente i cinesi mangiano una quantità limitata di zuppa, perché viene servita dopo una serie di piatti squisiti. Un cuoco cinese ha detto che lui mangia solo zuppe di verdura, che trova un toccasana per pulire lo stomaco e rendere il pasto più digeribile. C’è un unico inconveniente… dopo poche ore dal pranzo, si ha subito voglia di rimettermi a tavola! Giorgia Tolli (1°B Alb.) la pasta rimanente, preparate delle striscioline per decorare la vostra crostata. Un segreto per renderla ancora più squisita? Aggiungete al ripieno delle gocce di cioccolato! Mettete in forno a 180° e prima di gustarla, spargete un po’ di zucchero a velo sopra la crostata. Pronti per una buonissima merenda con gli amici? E come si dice a Roma, “Chi nu’ magna, ha magnat‘” (chi non ha fame è perché ha già mangiato)… anche perché altrimenti sarebbe impossibile resistere a questa delizia! Alessandro Rea (2°B Alb.)