Descrizione vetture - Museo dell`automobile

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Descrizione vetture - Museo dell`automobile
Museo Nazionale dell’Automobile
“Avv. Giovanni Agnelli”
THE JAGUAR HERITAGE PROJECT
Bonnet Artwork Collection & Iconic Design Cars
Descrizione vetture
SS JAGUAR 2,5 DHC (1937)
Nel 1936 William Lyons, proprietario della "SS Jaguar Ltd" con sede a Coventry, oltre ai modelli Saloon,
mise in produzione la Dropheat Coupè, che nella versione 2,5 montava la nuova testata in ghisa
progettata da Harry Weslake, che incrementò la potenza del motore sino alla fatidica soglia dei 102 cavalli.
Il 14 ottobre del 1937 è la data di costruzione di questo modello, che è il primo dei quattro prototipi sui quali
ha lavorato personalmente William Lyons. Caratteristica di questo affascinante modello era la possibilità di
posizionare la capote in tre posizioni, denominate "Open", "Closed" e "De Ville” ovvero aperta solo su una
parte dell'abitacolo. Il telaio della DHC, essendo in acciaio e legno di frassino, venne rinforzato per
compensare alla minor rigidità dovuta alla mancanza del tetto, con conseguente aggravio di peso di circa
100Kg. La produzione di serie inizia nel 1938 e il telaio fu costruito tutto in acciaio.
(Collezione Schultess)
JAGUAR XK 120 OTS ALUMINIUM (1948)
Nel 1948, all’Earl’s Court di Londra, nessuno avrebbe scommesso che un’auto allestita in fretta e furia per
alloggiare il nuovo motore XK Straight Six e presentarlo al mondo, avrebbe avuto un successo tanto
clamoroso. Con una linea partorita da William Lyons in persona, costruita in soli 240 esemplari nella
versione Alluminium, la Jaguar XK 120 suscitò talmente tanto interesse che la mole di ordinativi lasciò
completamente disorientata la Casa di Coventry. Tutti furono rapiti dall’armonia e dall’eleganza di questo
capolavoro di semplicità e pulizia delle sue linee, così classicamente British. Fu ribattezzata l’auto delle
stelle perché personaggi del calibro di Clark Gable , Liz Taylor , Humprey Bogart e Roger Moore fecero carte
false per possederla nel più breve tempo possibile, ammaliati dal suo fascino. Ma anche altre personalità,
attirate dalla tecnica innovativa e dalle performance, come Juan Manuel Fangio e Tazio Nuvolari non
poterono sottrarsi dall’acquistarla.
(Collezione HPE Classics)
MK VII 3,4 (1952)
Fu presentata all'EARLS Court Motor Show nel 1950. William Lyons voleva creare una grande, comoda
berlina sportiva di lusso quattro porte, adatta al mercato americano. Il nuovo modello, che avrebbe
sostituito la MK V non fu denominato MK VI, perché sul mercato era già presente la Bentley Mark VI: ecco
perché si chiamò Mark VII. Il nuovo motore bialbero e la nuova linea dalle lontane reminiscenze anteguerra
ne decretarono immediatamente un inaspettato successo non solo commerciale ma anche sportivo. Si
ricordano, ad esempio, il secondo e il primo posto al rally di Montecarlo, rispettivamente nel 1953 e nel 1956.
Costruita in due serie: la seconda serie (1954/1956) denominata MK VII M perché, pur avendo la stessa
cilindrata ed il medesimo rapporto di compressione della prima serie (1950/1954), erogava 30 CV di
potenza in più il che permetteva al modello di raggiungere la velocità massima di 167 Km/h. La Jaguar
MKVII qui esposta aggiunge alle suddette caratteristiche tecniche anche una peculiare vita da "star" del
cinema: nel 2008 ha partecipato al film MILK con Sean Penn e nel 2010
al
cortometraggio ÚLTIMO BESO EN ROMA con Giorgio Locuratolo.
(Collezione Annunziata)
JAGUAR XK 140 OTS SE 3,4 (1954)
Verso la fine del 1953 si rese necessaria la sostituzione del modello XK 120 per assecondare le richieste dei
clienti statunitensi - una fetta molto importante del mercato mondiale per la casa costruttrice - che
necessitavano di maggiori prestazioni e confort. Una delle modifiche più importanti fu l'avanzamento della
posizione del motore di 7,5 cm per rendere più spazioso l'abitacolo. Vennero inoltre adottati paraurti più
importanti con 4 grossi rostri, venne aumentato lo spessore della calandra rispetto a quelle della XK 120 e
l'emblema Jaguar fu incorporato nella calandra. Inoltre, dopo la vittoria a La 24 ore di Le Mans, sul cofano
posteriore, in corrispondenza della maniglia di apertura, apparve la scritta Winner Le Mans 1951-53, che
richiamava la vittoria delle due vetture Jaguar - la XK 120 e la C-Type - nella famosa gara. La vettura
esposta è stata scelta nel 2013, dall'attrice Serena Autieri, madrina della "Coppa d'Oro delle Dolomiti", per
partecipare alla manifestazione.
(Collezione Dell’Aversano)
D TYPE REPLICA (1960)
La Jaguar D vede la sua genesi dalla precedente C-Type a cui furono apportate diverse migliorie. Il telaio e
il motore furono rivisitati, mentre la carrozzeria assunse una linea ancora più aerodinamica. La produzione
totale di questo modello ammontò a circa 53 esemplari in versione originale e 18 in versione gara. La D
Type dominò per tre edizioni consecutive la 24 Ore di Le Mans, dal 1955 al 1957, dimostrando la sua
supremazia tecnica. Molti piloti che all’epoca non potevano accedere alle vetture ufficiali si rivolsero a vari e
noti costruttori di auto sportive che nei primi anni ‘60 hanno seguito fedelmente le impostazioni della Jaguar.
La vettura esposta è una fedele replica degli anni 1960 ad uso appunto di piloti che volevano all’epoca
competere senza poter disporre delle vetture della casa ma utilizzando costruttori qualificati come la March
(nota factory di F1) rispettando il passaporto tecnico della Federazione Internazionale.
(Collezione privata)
JAGUAR E TYPE 3,8 FHC (1961)
Conosciuta anche come XK-E o anche XKE , fu prodotta dal 1961 al 1975. La E-Type fu una vettura
rivoluzionaria e all’ avanguardia per progettazione, caratteristiche di guida e estetica. Disegnata da Malcolm
Sayer al quale si devono anche le precedenti Jaguar C-Type e D-Type . La E-Type Series 1 è stata
concepita come coupé gran turismo sportivo a due posti: nel linguaggio Jaguar "Fixed Head Coupé" o "FHC"
e presentata il 15 marzo 1961 al Salone dell'automobile di Ginevra. In ambito fumettistico, la E-Type è la
vettura personale di Diabolik e Eva Kant. Inizialmente, negli anni sessanta, la casa britannica diffidò gli autori
dal nominare la marca dell'auto in quanto temeva una pubblicità negativa, in seguito la stessa Jaguar chiese
alla casa editrice, Astorina, di inserire delle immagini tratte dal fumetto nel libro che celebrava i cinquant'anni
del modello. Nel film ispirato al fumetto Diabolik guida la sua Jaguar E-Type nera, mentre Eva usa una sua
personale bianca.
(Collezione De Vito)
JAGUAR E TYPE OTS 3,8 (1961)
Quando si aprirono le porte del Salone di Ginevra del 1961 Jaguar E Type divenne subito la star della
manifestazione e la stampa si mobilitò scrivendo meraviglie su quel fantastico giocattolo per adulti.
Significativo il pensiero di Enzo Ferrari che dichiarò: "L'auto più bella mai costruita". La versione cabriolet
venne presentata lo stesso anno al Salone di Parigi e fu nuovamente un grande successo. Questa E Type
cabriolet costruita il 13 dicembre 1961, di colore Opalescent Bronze, è uno dei primissimi esemplari
costruiti, conosciuti con il nome di flat floor (pianale piatto). Tale definizione si riferiva alla forma del
pavimento che non consentiva alle persone di alta statura di inserirsi al posto guida e di guidare
comodamente. Questa particolarità non durò a lungo, dal marzo 1961 a gennaio 1962, e un adattamento,
messo a punto dalla Jaguar, permise di andare incontro ai guidatori di statura superiore a 1 metro e ottanta
per una guida più agiata.
(Collezione Reggiani)
JAGUAR MK X (1963)
Presentata al Salone di Londra del 1961, la prima Saloon del nuovo corso si fece subito notare sia per le
caratteristiche tecniche, le stesse adottate anche sulla E Type, sia per le imponenti dimensioni. Molti
carrozzieri, essendo la scocca portante molto rigida, riuscirono a trasformarla in cabriolet senza difficoltà. La
comodità di quest'auto era proverbiale, con smisurate poltrone anteriori munite di tavolini ribaltabili in radica
incorporati negli schienali e divano posteriore su cui sedevano comodamente tre persone. L'abitacolo era un
trionfo di pelle, radica e soffice moquette che creavano un ambiente esclusivo e lussuoso, tanto da essere
in concorrenza con le lussuose berline dell'epoca: la Rolls Roice Silver Cloud e la Mercedes 600, che però
appartenevano a una fascia di prezzo molto più elevata. Peculiarità di questo modello è l'adozione, in
anteprima, di un frontale con quattro fari, che diventò segno distintivo delle future berline Jaguar.
(Collezione Tutinelli)
JAGUAR MK II 3,8 (1966)
Introdotta dalla Jaguar il 2 ottobre del 1959 al salone londinese di EARL'S COURT, il modello MARK II,
sostituisce la precedente MARK I, pur sembrando una vettura completamente nuova grazie all'aumento delle
superfici vetrate e all'alleggerimento delle strutture di sostegno del padiglione. Dotata di un ideale equilibrio
delle masse la JAGUAR MARK II, rappresenta un perfetto esempio di berlina compatta , una "sport saloons"
capace di conciliare il piglio delle sportive con la comodità delle berline. Ha rappresentato, in una felice
sintesi, lo sport e il turismo familiare, senza con questo escludere il lusso, la raffinatezza, il comfort e il
carattere Jaguar sottolineato dal giaguaro cromato all'anteriore. L'auto qui presente è uscita dallo
stabilimento di Browns Lane il 7 marzo 1966 e inviata in Italia dove è stata immatricolata con targa originale
il 2 gennaio 1967.
(Collezione privata)
JAGUAR F-TYPE PROJECT 7
Creata inizialmente come una pura concept car, semplicemente ispirata dall'entusiasmo dei disegnatori e dei
progettisti Jaguar, la F-TYPE Project 7 originale è stata realizzata in meno di quattro mesi e presentata al
Goodwood Festival of Speed del 2013. Con i suoi 575 cavalli e una coppia da 680 Nm, il motore 5.0 V8 con
compressore volumetrico della F-TYPE Project 7 garantisce la migliore accelerazione mai ottenuta da una
Jaguar di serie. Con soli 250 esemplari prodotti in tutto il mondo, la F-TYPE Project 7 è una delle Jaguar più
rare e ricercate mai realizzate. Gli inserti in fibra di carbonio e i freni carboceramici sottolineano il l’estrema
modernità di questa vettura, mentre la pinna aerodinamica è un omaggio alle Jaguar D-Type da corsa che
hanno vinto a Le Mans.
NUOVA JAGUAR XF
La nuova Jaguar XF è una vettura creata per chi desidera distinguersi dalla massa. La sua bellezza
contemporanea e il suo stile innovativo sono il frutto del lavoro effettuato dal team di designer guidati da Ian
Callum. La nuova XF è equipaggiata con tecnologie di livello assoluto che garantiscono una massima
connettività, una massima configurabilità e una grande sicurezza sia attiva che passiva. Novità assoluta è il
nuovo sistema d’infotainment InControl Touch. Grandi tecnologie anche per quanto riguarda i propulsori, con
le nuove unità diesel della famiglia Ingenium totalmente in alluminio, disponibili nella versione 2,0 litri da 163
e 180 CV. Al top della gamma c’è il potentissimo 3,0 litri V6 biturbo da 300 CV che roga l’incredibile coppia
di 700 Nm.
F-TYPE AWD
Le versioni All Wheel Drive della F-TYPE esaltano ancora di più le eccezionali prestazioni della
supersportiva di casa Jaguar. L’AWD offre una grande stabilità e un'eccezionale guidabilità in tutte le
condizioni. Il cambio Quickshift a 8 rapporti offre cambiate rapide e fluide, lavorando in abbinamento al
differenziale a slittamento limitato e alle sospensioni Sport con Adaptive Dynamics. La Coupé, con un
volume del bagagliaio di ben 407 litri, dispone di una carrozzeria estremamente rigida che garantisce doti di
agilità eccezionali e grande risposta per il conducente. Due le versioni disponibili, S e R. La prima è
equipaggiata con il 3,0 litri V6 sovralimentato da 380 CV, in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 5,1
secondi e di raggiungere una velocità massima di 275 km/h. La seconda è dotata del 5,0 litri V8
sovralimentato da 550 CV, che raggiunge i 100 km/h in 4,1 secondi e arriva a 300 km/h
Con la collaborazione di:
Ufficio stampa Museo Nazionale dell’Automobile di Torino:
Lorenza Macciò, T.011-677666, [email protected]