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Puoi effettuare una ricerca sul Web nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com This is a reproduction of a library book that was digitized by Google as part of an ongoing effort to preserve the information in books and make it universally accessible. http://books.google.com HISTORIE PARTE P R I M A HISTORIE TIBVRTINË DI FRANCESCO мда* io TiBVRTíbíó Dottor detíggi,eXáñoní¿odeiraBáííIíca di SAN LpRjgNZa.diTiupli. LIBRI TRE Nelli qualifi narrant t/исеф dall'Origin* &Èk Citedfinirai twm Fe/Uißmodefla J TIVOLI, Appreflo íranccíco felice Mancmi . M. DC. XLVI. Con Lkenta de'Supfriert. BIBIIOTHEC/? * WiwÄ^CElSBIsj ' ill I Si videbitur Admodum Reu. Petri Leftori Fr. Vigilaatw Theantino, Ord . Prod. 9t Priori Conn .5 . Slafij Tiburis Dcputato à Reüc»endi fsimo P, Mag. Sac. Pal. Apoft. Çkriff. Maria Mono/dut, Vif^Gtn. r lmptim*ttt¿ —1 ' — • t " *1 г « Г: i I • . V •. \ ^nrç ;\\гЧ ; ...i...". .' -r H . Frater Vigilantes rheantinus Órd • Predic . ~ DeputatusàReuereodîfeimoP'Mag. Sac?al. Apoft. ..ü.r .. « ~ .3 О '* 7 T '' .i it.'i't u:n .«•••. '& e.. . . »•• AOluftrifs. Sc Reuerendifs. Sig. PADRON MIO COLENDISÍ. •Sr. MONSÍGNOR TT О R S I L I N I I» Ycfcouo <JÍ Monte Mofo, I come vna madre amante de! proprio fjglip , non è contenta-, di hauerlo felicemente partorito i & elpofto alia luce , ma di piü brama d'intendae, ch' egli fia protetto dall'alpetto di beni gne, e propine cofteJIationi .*. Cosi mi perfila do anch'io; che la preíente Opera , benche lia parto dvn' ingegno per ernditione x eperfat $ cpndia. tfondia degnifámo .debbaeon tutto ció'cfé? fccr mo!to di pregjpj guando fia çollocata fol to la protêt tione di perfonaàcui conucnga_« per giufti, e prwprij titoli di fauorirla . Tait-» giudicQ che fia V. S. IlMriifima, perche ella è Cugitio delia fel. mem.di Monfignor Mario Orfini, il quale dal Vefcbuato di Bifignàno , fît trasferito à quefto di Tiuoli , e logouemà lungo tempo con fingolarifiîma prudenza , & amore rifukando di ciô à lui fomma Iode , & alla fua gregia Spiritinle profitto incompara, bile, laonde oltre nifdTere quel gran Prelato di Famegiia Nóbiliífírr/a., & Antichiffima, Signor di Licen2& , ê di Rocca gioùine. luoght ,della mcdeiujia Dioceii di Tiuoli , Venne ad illuttrarc la gloria delia fua Nobiltà , con la_j famà delie fue fegnalate vïrtù, e diede à conofcere ch'egli haueuà ípirifó non men geoerofo in ejercitare la cariià'VCrio i peueri , che_j il dominio fopra i fadditr ; с mentre orné., Se abéll i il Palazzo Epifcopâîe, fece vederet] âtoîa ftima del decora Etifiëitéftico era in lui ib pe rióte 3d ogoi rifpettó mondano, & in ló* ma' fu con le opere, e couTéfTempio Paftore tá to üguirdöttole , che fe к cura di qu.fhGhier v. fa fa, d ñata ordinariamemte aflegnara à Card!nali, eglt nellottimo fuo gouerno , fi moftrô veramente me ri teu ole , e di Porpo ra, e di Co rona., . Di quedo iníígne Prelato tion_, folamente, è VS. iJluftriffíma degno Cugino, má anma fotto 4i iui efercifó 1 Víficiodi Pre pofito,e Sicario Generale di quefta Città; di , 'maniera che fcorgeuafi in 1 ei с hiarament e rifpleridere l'imagine delie virtè file , e con li mit atione di lui, & anche col feo proprio valo re feppe ella renderfi degna d'eífere pramoíío àcotefta Chilía jneleui gouêtntfhà fatto tali progteffi, che fe la flia fíngolare modeftia,& humilrà non me lo vietaffero,íarefebé conttC'rrieme di tëfferne vn Panegirico , non che acce nnar le inbreue . Hor eíTendomi capitata^ al le maní queft'optra , la quale per lé cofc,che contiene , e per la gualirà del l'Au tore che l'hà compiïata/arà verifimilmente« vedtítidaciaícuno con diletto, e con vtilità, ho voluto che I quefto parto Ш sínobile lflgego^.vicendoaîj la luce, per mezzo delle mie Stampe, goda in líeme i fortunan auípici della protettione di V. S. Uluftriffima , credendo io che fe la Citri di Tiuoli , hà ïêntito nel géuewo fpiritua'cjf deH'Anime , il beneficio della (ha vigilanza , e euftodia , fia pet fentirlo ancora in quello, che rifguarda la gloria temporale dell' lftorichej fue memorie,ne'ie quali a fuo tempo campegfyaranno le riguardeuoli attioni dc fuoi iliuftri átenati, come hora il preggie di quefto libro fiappoggia totalmente aUofplendore del no me di V. S. lllnflriffima . Gradifca duoque-i сб 1'vfata humanità шajl dofto e'l'donatore,& infierne eonl'oflerta anche la mía humiliffima ofleruanza, e già che l'opera non Je puô eifere ¿non grata per la materia. , fuppliíca à tutto quello che manca ¡n me fteífof mentre reftet Bregando il Signore che le conceda gratia di fare attioni tali, che eífcndo degne dt eiïer . feritte , reftino ancor da cííe immort alate le_> mie Sumpe . Et à V.S. llliiftriffima fo proferídiífima riuerenra . .« u\ .« ;r. s . ; . . . V. « 0i Tiutili, il di гб. di Marzo 1 64Ä. « . . .Di V. S. llluflr ifsima, ф Reuerendilwma • ' • •\ " • с ■' . . «• • . • ' » :. Hunailifsimo Semitore .. ¡ .. , ¡ • ... j . .У ' . •' :\V « . , . franeeßo Fílict ManciniRomanOt VVV ""' AV. AVTHORIS AD LIBRVM. SVVM EPIGRAMMA. Ш VAD E Líber ávidos non mercaturus hoi nores , Quos niíi mendaces reddercFama folet: Alta fed Heroum rep:ras Tù gefta parentum_j, Ncc es vmqua.m facies cerreat atraMomi, Quod ft pratrabidis contingat morfibus angi : Sic dec us euenict,iic tibi verus honor; Namque hber пoШ ,quam fie pu lchruin , atqut# decorum Pro Patria aс agere, aс fortia queque patí. Del SignorPietro Roncetti Tiburcíno Doctor Ai- Lei T *-e#e , & Arciprete delia BafiHca di de arenzo di TiuoJijAH'Auttore . S. R A quanti illuflri Hcroi , che d'Argo vfciro F Carchi di prede, e di vittoric alteri A mercar nuotie lodi, e ououi imperi. 11 gran Tiburco,e fuoi fratelii am miro Quai su Tantico Aniene accolte vniro Schicrc pid prodi, с fpirtti gusrreri Difcacciando i Sícan barbari, с fieri Di generote imprefe il Latio empiro. E perche inuitta in perigliofa gara Bramó le glorie, e merito gl'honori Ben degna Herculea prole hor fi dichiaraj M A R T I O cô nobil M di quei m aggiorí Difpiegando la fama altera, e chiara T'apprcAano iruoi inchioflri eterni albori. i .a Del Del Signer Т.. С TibuttinoHGano- ^ nicodelJaBafilicadióan Loren: • " ; zo di fiuoli. Ali' Am tot¿; PER lsfciar dope lor fama imraortale f. Di Tiburto i feguaci, honor di Marte, Peril tempo fchernir, fecer collarce ' 1 fatti al nome > e il nome à fatti с guale Celan non cancellar memoria tale Poturoil tempo há fob má pero in parte, Li remí atl'onde, al vento hor dá le farte Di. concetti vie n picoa, e pompa, с falé. Riede alia luce gloriofa, с acquitta M А К TI O il fplendor , che quefta hor Ii ridons . .... . Tanto piu gradirâ, quanto è più vifta. Ammirano le Mufe in Elicona i• . ; Di Tiuoh le lodt, che riacquifta Trd tutte le Citti la íua Corona, Del DcISig. Arciprete Fabio Croce_* ïiburtino, ¿li'Autore . S О N ET Т О. А к Т 10 da Pala de la Fama allera E non à'Icaro inuer lapeana haueßäi м Quinci e tbe in alto fit) ft ben fertueßi BtTIBVRTO, e de[uoi la glo ria vera. Mi mentr'addití à not eon man fmeera De inoRri pri(chi Heroigli bonori, e igeßi : 0 qualardir' , o quafardor ne dеfit, O' com'ognun btn d'imitarglifpeta, Seguidunque de iforth e ebiariArgiui Con taratterifidi ornar le tarte b'ami, eh'in not la lor virtu iauuiuf. Voithe infeoprir Тй eon tua nobiïaite, E inltggernoilorvantiin ciàebefcriui Njtivenfetm'adoprahTüadeternarte, DA M A DR l£ÀjLj. . SE quefte antic he mura • ... ¿ *% ¿ firtc S Anfiàrao dal primó figiio ' . §\ „«• . guando qui di poggiar prefe conßglitb ; ' Non viueflcro al Mondo «terne, e ciliare per il valor de'ifuoi Degni, с íamofi Heroi; • Benli potrcbbedarc :. ^r^u^■%U Ы AR tlO vn'ererna vie* -.r r. Uoapewí* gradiea, \; ' 4 •. Del , Del Sîg. Marc' Antonio Croce Tibortino, Dottor di Legge, Ali'Aiiterc. S О N E T T О, EN T REfcoprendbi pregi afeofi, es vanti м Deila CHU fiMeid* % b M ART 10 •'•" V tap In dottoßrle, il Ciel de'i più bet raù S" orna, eferma ad viirti i ballt, ei canti. DtlpiùpregiàtoÀlkroHCrbt'afiimabtit • . Tergi metalli , e al Tempo inuidiafai ; KeLetbe interШaг potràgià mai Le (hiare ine de inebiofiri ondefonanti. iafto/o vfet dalfuo materno Amello Anient, e inmormorio, eh'al Cielo afçende Dijfe ¡corrtndo in queßolido, e in auetio\ Felicifftma penn*, bor già dißende Per Tila fama ti voló; inTi nouelio, Al prifto lumt vguale vn raglio fpiende , DJ Dei SignoíCarb¿di Pietro Crocc Tibortino . all'Autrore. •' • M A DR IG A LE. A G G / O ïcrittor induftre . \ Ch'in pochi 6, nid ben vergatifogü S Defemofi Tiburti i vanti accogli; O quanco с Торгa Illuftre; O quanto i noftri Cori A'.letti, e fproni ad emular gli honori. Non fia, che la tuapenna hormai s'arreftî Scriuer tutti i lof gcfli; Ch'in fpiegar'i lor roerttt e i fatti egrrgi Fati a]la gloria lor, farran tuoi pregi. ' Neme* NemefijCincij Tiburtini I. V.D. Gathedraltt BafiliceSanti Lanrentii de Tiburc . , : Canonic^..'^ ad Ай&окё*.: E P I G R Á íi •'M' áV MF LTV Tièurtw , muhumque EftensibusM olim « i v'** A ^ ^• T Debebitpatribas Tibur Amittmeum.. Нее I V 10 minuit antiquai çdefqut, domqfyth Dur» pompa attoüi nobuioteinbet. ^ 4/t bimateriem ornaruntv Franeijce айпИЦИ'^Э AddistufoimcTiburis,ingtnto. 'i; iW . Aliud . \ t H S;/ FÄ^WCISC E, ШеопШ in nomi-'.Чю*iШ1* :^*'"Ъ **• .Vt. Impigtr Smiles Martiâ'ulaiaeïs.. 1 Ьo^иm fipropeto adlibrttmi tune arbitra pàçjt* Ingennfa tuo Pa/las infite fidet. л ^ vtrumque dtcus : //f de Cafare d'itllii Palladis,& Martern» & Vallada Marlis babes. « * Hiero* Híeronymi Cocao?rij fcnioris Tiburtini LV.D.adLeâorem. Б P f G RAMM A. V M Patria cunst , dum geßa rtttnfetAMARTl V S » e muttis battfiavelumintbm. Clara rtuim tett Tiburtis gloria gcntu. . ;i. Gloria ittbao fin iftpulta latu. ; Vropterea buh tantum dtbttt Vrbt nofirafatttur, éíttffori quantum dtbuit antefuo, Уrbis enim prtmut fi moenta condtdit Hit, Vlunusbttpatrta eondidtt biíioriam. . t— Ш ratio vult par vt honorjftruttur vtriqut, . „ Voßerhr quamuis ifie fit , Hit prior. . * Çonditor Hercúlea nmauituiyrbii wirout Çm " - • ' ' ' Jam parfit¡axis condert, & eloquiu. 'о Ante- Atvonij Continent!/ /. V' D. Tiburtini, Ad Au&orenî . i.-i .•';• . ) E P I G R A M M A. 1 С' 1 •i d EG LI G AT auríferas emptor pet 4grinus arenas щ ( $&<r **<м Ganges,'« Tagt рае tuas; N Necgtmino liberim partu Jua Rama pe* rennet. >*• 1 • VhaetoMeàm nobs/isvnda Несеm r * Scilicet ad celebres Anients najciturvndas r. yiARtlVÇ liertuléiTiburit vnut keàmr *l nunc rcdde ohm treptos Anjtnis honores Vro metft RegisfuturefamahqHmx ü. ;„ Un mawra part'generofus dóndrepcndif^^ Surrtputt Regemi reddidit H - y * « . r franeifci Masii Tiburtmi in laudera Auäoris>ad Ciuitatem Tiburtinam. EPIGRAM MA. VIDI« /eat*/¡tu loca. veßto i arpare Utu dum c Abfciffaene/ís membra baburfe nolis. M ART IV S Ъ\с lotл №rüuit , tum torporfr artat Collegit, iuttxU:forms Colofón habet, bfvltmi fcslpro F RA NClSCrS prißna hudum ... • Magni/ïeè in Stâùum v'wida membra teftrt. Ergo quid referes} gratmm vie Tibur baberi? ptÜRÍLCtORI tt quoauereddt parem. *: ТАVOLA 00ÓO0000OO00O0O0O0'OO°o0<>00000000000 TA VOL А Delle cofe piüNotabili, che пеИ'Ореггъ fi coatengono. ABorighUtopoHptrthe cost foßtro chama— . tiäfil.1%. dißacciano i sicoli dall'Italia 13 • Ahbcndanza in TiuoUtd' Jeque dijonti ditterfif. di grano , vino, olio 1 t frittti fogniforte 1. di paßcoli. e carnibuene 9, d'vccellami,c peßagionii.di fietre dztte Trauertini t. Acque AÏbule soutro Solfirate,e ftírate in Tmoli, Г faluteuoli 4. A equedeti del Anient vec ;* ebio in с he tempo ßßiro fatti 104. Adrado Ri d'Argo riceut . VolinictfUgito dalfiatelh , egliäd lafua ßglit t iJfOj» if. mноие ¿uer ra ad Etheoele , fß legat ton Ii Prencipi d'Argo 1 4 Affetto deUe Donne Latine, wrJbiloroMartti66. Agrippa Siluio Re de Lati~ ni,quanto tempo regtiaß, J#«i« ' Alba tifia , e reßdenzä'äit: Latini digrutta da Rvmani44 . , Alba Siluio Re de Latinit quanto tempo regnaße^t Alfanifuperati daRomaAlbunea Sibillä Tibitrtinat еСнЛ Prtfetia iff* Alchemeoncfr&tello di Catillo eletto Capitan gene rale d' Argo у di$rti<[gs Thebe,vccide laAiaars e dluieneßrßnnato !?. Ambajciadori Tiburtini , honorOtt da Romani 71. Anßar.10 , aßbrbito de f ff 3 Terra TAY 0 L л: . Terra if. л.. ¿iC.*.. Amulio diftaccia dal Re gno de Latintgfumitore fuofiatello mäggiore 44 « fucc/ß ¿fa Romulo,e Re .muiofondaton di Roma, :'fitoiNepOtÍ 4% . • » f Atico Martio quarto Re de Romaniguerreggia ten i Latiru^. .Antio hora Üettúno perft guitato da Romani 78. funito dellimedemi 96. Aremulo Silûic Rede Latini quanta tempo regnaßAria dl Tiuolifalut еtiole,e fiioi requißtiiAftaniófig lio d'tnea quato tempo regnaße ßopra de Latini 4L Ati Siluio Rè de Latini quant'anni imperafcn. Auentino Siiu?o Rede La tini quanta tempo hftueßßc lo ßetro «а . . . ' В Battaalîafià Latini, с Ro mani a' Veßcuuio Beuepiit d'vn Pifara prouerbio, dede bauefie ori gine 100. Breccia di tiuofí pretiofa 138. С . Caio [Popilio Tiburtino ,м fuá inferítijone atica jo« СaтШa Regina de Yo'ßci condattiera «ift'fßfcrtito diTurmj9' x Cammerino CUtaßi rend» a Romani j8.4 €apeto Siluio Rede Latini quanta tepo regnaffb 4*; Capi ó'í.'mzó Rè de Latini qttanto tepo rcgniffe 41. Capitulationi dt pace fra Romani, e Latini 69. Сaроил Città 1 07. Carfili 10 j. Gatillo figiio deî vecchio Gatillofratello di Tihurto jo.vccid:•iLGigate}?. , Gatillo figHo d' Âmjiàrao è confacrato alii Deida £.i eleo fuo Am,e perche 1%. . laßiala fuz Patria Лгgo 18. eßitto ¿enera ¡e d" Muandrr 19? riecnto da ' Panno Re 19 .'tle¿gt pe t¡ fua habhationi ирлгßi~ chejù poi detto Tino i *f> , mutre laßiandoßgliutli in Tiuôli }(*. 1 Cela- т л y o i x: Celano it j. Cic ig'iàno 'caßeVo de тесào.i, eßiaorieine 30. CijredA thißano ßate inuentatt. Ч9>'£. * • Cinna Confite ß'igt aТitio!i,da cid chiedeßofcorßo 1 1 2 . 1 1j . Citta , che condition! debbia haucre per allcttar .vi' huomini ad habitAr*s f. Conßjrlid' huómini appaß ßonatißno ßmpre pernicioß л с hi If p rtn— de ti. Copopy nobilißimi Сaкalisri Tihnrtir.i jtlodidi qaeßa fU•mtglia м» I ff. il4.-ù.uono ocoi ideßedenti diquela ßimeglia in Cata lo¿na 155. Согясе fhttttb di Tiburte ; 30. Core edifítate da Coract ß.atelh di Tibtirtf j£. Bomandai'mp:rtiiriitcfattadahmi'io C'vrtßole al Senate ¡Lomano до. . .i В Ееleo Pâdre d' Amßarat «mßtcraCatillote laßirpe ¿t lui ailiDeitfyvßdm ZA ¿ticaßopra ¿i ció 18. Edißcy dinerß d'Acqua in Tiuo'i 3Edipo ßo io di Lai» Re di Tele , perche cost fofft «ornato 14, vccideiiRe /из padre ,e com- if. ßpoßa loca¡faRe¿inafia Madre, ^ hà il Regno dl Tebe indote |f¿ Emcntane 64.9e. hmpoli Cit ta del Dominio de Tiburtini, e preßt per fincada Romanizo, Enea in che tempo arriи ~.jje in Italia j j . s'ab* bocea con Latino Re,e n* ettiene laßoliaperifpo* ßa )в . guerrtjgia con Turno,e l'vccide лo.Гнс* Enotroßglo di titaone[RÍ ßpane daÏÂrcadiaptr Italia ц. ft <f Erißle т и г о L л : Erifi'e traJifçe Arnßarao. ßto Marita 16. Eferctiodi Latini di qua ranta inila Fanti ,etre■ niija СлиaЩ,с deRomAnidiventiquattro mila . Fanti,e mille Caualli £7, V de Tjburlini ¿rofsipímo inatutodi Peai> Città94. hteock *e Relinitefioltuoli^ 'diF.dipo Rè di Tebe p'átteggiüMO di gouernare И .Regno a vícenda. it , ißfte.rreßgiifioinßemii6 . ïf'veciaûrio pa diloroij. Huanäro f riccuto da Fau no Rè 1$. habita il mon te daim сh: amato Vola..tinö .zo'.ßt ilprimo, che riverJJfc per ßio Here 0-кгл. . . i '. í РaЫо лmЪ.?о Confúe Ro'viantvtrionfa deTibur• tim o '-'• Faueñza Citta maîtratta. ta da Silla 1 a э. Fï.ukc Rè d'gl' Ábori¿irii riceue Èuabdro, e CatilFlorentino di campagnae proper forlia da Rç. ■ " ' maniit. . rr; t. Francefi gutrreggiano со- ¡ tro de Komam Î* . fonva piazzà d'arme in Ti- . noli, e'tyaconiTibkrtini 8f. Fucino i o } . ' Giu lio Cardinal Koma Ve~ feonodi Tiuoli riedißcü la Cathredale di.àctta Citfa 16.. inftimfíe il Seminario de. chierici , e fabrica per eßi vna fontuojahabitdmn: 4j. . Giulio Ceßtre vende la fua Villa in Tiuoli à Crifpo Salußio., &} fattob.fr tatpre Romano jar . e vecijb nel Senaío 1 ia. Guerra de Sicoíi contro i Sicani 1 1 . degl'Aborigini contro gl'/mhri ta.. degli. medeßmi contro i Sicsli ¡¡.fia Erhiode , с . FoUnie e ßatelU if .'di Adrrßo Rè i" Arno cor.tro d'Eteoeleió.degl'Argiui tontro i ТрЬяm «7.~ diTumocotro Eneaïô. ¿i Tulle Stillio Rède Romani contro oJi Albani 43. ni 4j. del nteießmoçpnr tro iTiburtini,egl'altri Lit im 56. dellimedemi i fontro Anco Martio Rè . deRomani 1 7 .' di tarquinio juperbo contro i .Romani 67 . de Romani contro i Tiburtini %%. .centrai Franc eß tj. ¿i nuouojra Lftini , e Ro mani ft. de Cartaginsß ..tontro i Romani ioj.Citîilifra glHßeßi Roma nicrudeiißimi «op. imperio delie DonnefîprA degl' huomini morbidi ,4». Ingegnipiu atutí , eßjttili ßno ne luoghi d'ariapttra, eßftile, cht in quzlli d'ariagroßar . locaßa Regina diThebe, e ¡bofetada Edipoßiofi~ gho ifItalia dagl'antithi потлta $atumia%\. da quali Rè fiffe anticamenti fignoreggiata+o. HercoU di che tempo arri- Laio Re diTebe ordina,che ilfio ßglinoUnoBdipo (i itaßf in itajiaii .fu adoejponça alliperitolide-ratoperDiOfCfus tempio Ixcampagna , ej?erche in Tivoli , e magnß.ent 4.è vccißdaißglioíf. g.e di eß". »3. »4. Honori dfycilpiente s'àè- Latino Rе deglAbarÀgini. dalcuinome laProuinquißano fenza danari ciaßchiamo Latió , egl' J*i. . \ .. habitatoriLatini }j. coßtcra vn bojeo, efonte a ßauno nel Territorio di Jiuoli, vfànza anticл lana R« delfítali a 40 , . S. ígnatio di Lofolafon idpara di tic а - н. toredflla CoptpaOniadi Latino Siluio Rede Litini quanta tepo regnaffi 41 . Giesit alberga ntíla vil la di Mecenate in Tiuo~ Latini vediguerra. Legatrtíi L,atimToßwir A 40. ' &SX- T А V О Ъ А : е Saine J7j8 . deTihtrtini, & aliri Hpoli con Tarquimo ß.pcrbo^ . ira Pranceß.e Tiburtini is. Lesione , che numero di üoldati ionícnga Libraría Tiburtma ,j. Liane Cittit in Francia jodata.¿a. Munatio Planeo Tibnhino lif. íjo. tfti íft. ' Metió Sutfetio Re dtgfAÍbani, ejatto erudelmente Jqu arpiare da. Tulla Иф/io terZ.9 Ri de Rtmard 44.' Morte di Quintiü'j Poeta 4t :di Virgilio Poeta . d-Qr/fti'.>Poeta,e di Mecenat e t¡tf' '' ' Munatio Planeo "fiburtino da Ц cognofric d'Aiigtttfo M "„ &d Üttaniano. Impera— dore 1*8 .jj'ndala Citfa Maltio combatte an "vn di Ltonein Francia 1»?. Francefi , t perchefv^fe ditto Torquatos*. N Marc'Antonio Con(v'.e fugge da Rema , eJ¡ ricone- NapoKfîair.higia dtgl'Sгл a Tvteli nelin Villa di juñ Romam p9, .QjiiKto Meteflo Cecilio 2v emiluoga Vtiggi de PrawSapiens ix; . fi duo't £:рiaтргфл denariaA foramente di Cicerone Uttauiano t j7. - .. I24. s'ï'nij'e conütia- Numitore drfl.icciato dal itiano ,e Marco I.'f .Jo Rgmàe Latini da A:t~ I lï..s'vccide da fi j?< jp m¡>d!o fno fYatellotVien n.fiime со CtecpatTi' ñi. ripoßo iu.ejji da RomuMario guerrcggi.t con ¿1/¡0 , e R emolo e quant» ¡aln .ß •oendicacrutempo rignifie 4\. dclmentc de ßcinemici in Rema it 9. O Marß Citta ro¿. Mecenatefabrna la Villa Cratofodi fauno inTiuoli inTiuoli , e tedi diluí e douе i 4 . <¡ual ri (pc<3a dege f . a'v ola: dffie .1 Latino Re ¡f. e prefix da Romani 9%. Origine delLatio..}} Pcllepr ina Citîa franchi yrigine dellj• República via, degl' äntichi Efiuli . T ibñrtina 46.._' . . ' Romani 99 . e «d:PruttA " Ottauianoï'.vnf con Marc da Silla no; Antonio., e Lepido i i6.fi Pellefiririefi s'rjnifcono eon ruppe cpn Ini > e lo uinfie Tarftiinio Snperboconi »7 . dm ene Imp erado tro i Romani 6f .fi renre dclllVniueryo 1x7 . dono con otto loro Caßel* ч ' prende i cOjnomidi CeH àlli medefimi 78 . ри- . .fbie.iugHito Í28 .viene niti daU'ifiefîiper la le .П"-о° 1 í'iHob I3*. heregtfatta con Franccßsf* . dií.i h Villa di Mecenas i onfidèfati çon i Tibur' te in Tivoli lia' tini 97 « fdtti Cittadini Romani % 05. ? .• : Pico íntico Re dell' Itajia 40. ~ Palazzo del Senato Tibiir- Polinite figlio d'Edipo Re . diTchbz fugge dalfixz ti>¡0*7,. . \. í Par.'Ae d'Vn Tibitr'tino in te lio inArgo 16 .' .•ÚonQgtio per impedire il Ponte Lucano fiopra delfin paßt л Rumání 7{j , d'emcAniene VrCÍno a Tij.?ijùne d: Tiburtjni con uoliperch с cosí chiama* tra il Cunfole Romano , tb 104.'' . che di loro trionfaua 87. Prencipe non deue fidxro ' di Cinna Confióle Romaad aitre oree chie, cb'al, n .) y er concitare. i Tf- leprtçrie fiinterefisi de 'ínrt'iñi al fiuo fbecorfo. - fitdditîxii. ' V \fi.di vn Veccbio Ti— P'roca Silüio Re ii Latihi¿ bd'rh'nodi Cinna'ii in rifipofla quanta tepo regnrtjft 4*. quelle f.• di Profetiè ..auueratejopralrt Pedo Chta hoggi disfifita^e vеriUta di Gieik Cbrß» fiocccrfii con vngfoffó BNoßro Signore i fircito da Tiburtim f *. Quin" Quintilio Tteta cremone- Saluflio cvtnpra la Villa di fe Ml. G iulio Cejare inTiuoli QuintilioYaro ijs. iai. Saßbla Cittadel dominio de Tiburtini,e prefaper R ßrzadai Romam 9•1. República Tiburtinacome Saturno adorato per Dio , hauejß origine флоте quando , e doue 20 .fao ' fire¿¿ejji47. Tempio in Tiuoli лi. reRieda mugo hora da Sa¿na in Italia^. . tulli6f. 91. Scrittura pnlhcaßtta dal Rieti Gittapoffèdutadaçt' Senato Rbmano afauor* Vmbri, epcßia dagl'Ade Tihurtini 7 y. 16. lorigini i%. Seminario Tihurtino,eßia Rimini Citta.\%4' fabrica 47' Ringhiera m Roma, doue Sepolture come anticameteßfacelero 144. anticamenteß (¡rana , perche chiamata Roßri Seruio TultioRe de Roma* ni ha la Villa in. Tiuoli . 94' . Rema m quai maniera di 60. ' .' Л;'..' ' ueniße ¡¡ignora deglAl- Sieani popóli di Spagna pofsiedeno illuogo hoggi lani 4J. Romani intimano laguer nomato Tiuoli 9. quindi ra a\i Tihurtini %%,guer ßacciatidaSicoloßtraf reggiano c'uj. 'efii Éí . sfirißom nelï Ifila di Trinacffd 1 1 . 1 Trionfano de Tihurtini Sicilia dodefijß cost chia *7. 91. 94. VintonoiLamata 1}. tini,e li punijlomo Mucr Skolidifiacciano iSicani. emente 9S. s'impadronißono delpa . Ф hoggi deuo Tiuoli ,e cms ' т л у o ь л : ccmejoßedaloro chîama ton. ßno vitt dagïÂbo rigini, e fiacciatifiriti. rano neU'lfoladiSicania e da. loroJ fui fu detta Sicilia J3 Siface Re della tfumidia jättoprigime da Scipiotie Afyricano , e mandato aßantiare àfiuoli. i¿8. Sillaguerreggia contra Ma rio It i .faßrage crude lijsima deßtoiAuuerfarij e s' imp adroniße di Ro ma 49. depone Vlmperio 1*0. , Siluio R* de tattm,perche cosififfc ckiamgo, e qua to tempo гЖт$Ъ 4J._ Sitmtione della Gitta drTi ttolii. . Spo leto Citta , maltrattata da Silla 1*0. Superbo Epíteto dato a Ti voli, com viengajpiega Seruio TuUio Re de Ro maniel.s'unifie con i La tini 6%. edqcacciato da Roma 64 . fa lega tontro i Romani con i Tif/ttrtini altripopolib%. Tempio in Tiuoli di Saturno%i. di Henole , efua maonificenza ц .done PSfefituatoií. Terni Citta dameggiata daSillaiio. Tefbri Tiburtini *f • Testamento di Virgilio Peeta 149. Tiberino Siluio Re de Latíni quanti anni regnaffe Tiburtinifotto de quanti ¿ e quali Ri anticamente viueßbro 4%. quando , e come diuenifíero liberie ßformaje República^, ß collegano con Tarquinic.fitperbo cotro de Romaniói .chiudono le por Sulmona Citta danneggiate di TiWli allifîdtttU 1 .' ta da Silla 1*0. fönno legaconiHranteß »4 . fhccbeggiano varit Citta 85 .TeffeggiaHo il Confole Romano , che di Tagliatozzo Terra nobile loro trionfa tj. asaltan» in Abbruzzo\°l leparte di Roma »9.perTarquini o Júperfo vççide. dono Empoli loro СШл • i. J. о •* l т «j .ftfctrro.nq р 0n\)n В Remano сощ го Cartcígl■ fercito£i'ofsjßm3' ladt■ ' 'Heßio^ .preßa denanad 'taàiVeào c«+. fonsfuni■ Octatiiano. \¿t . reßdmtida Romani $f$np№à>. . za'fe¿l'-hhctyhMc3.i^no ajfàtiorg' dcibrti'ed.eßratfi*s¡''• ] ib»C.T|.. mi cintro ¿¿ Çartnginefi Trmacri'a .ijolfy' {júamU*. _. 105 •J.wofiitti CitiaAini Ал Skani SicaniawAttii Roman. to?: .:' , . -^•oH^ûiliAti. í.i • i «Hj "Xiburto da il notes ¡friho- Trionßde RotpvinicoutrT ' lifo . f d/cb'< íM»jf?e 41. átf J¡>^^,^3^rtííí& 4 . foccorre Turno tontroE87, " . '« \ > ' wa }6 ". aAor'atqper.Dio Trcmbetti Rmanifugftüi Acppolar«.ia'morte4l.^. пЪ aТ&скяя . cónqital' Tmoli'A.obeßapo^o t.¡iu^r ' ^utimî'fferô ñmanAa' fo Aßate dà Rma%.cbiä ti a Rp'ttta i'e©'.. .Watu Beato, e'do cep.ha- Tueca, e varopoetiTibitr.. . hiato ptifftierämete'.dn tiniamatid i Mecénats ~viSicanipopoli.ß>rtgnftoli ' ly&f&fivhersAiAA Vir.fi.. epoi da« 1Мс°1Ы0'4нл &itio Vietano , che non ß .Ufitr.om.atoSicuîetP.u.e . bruni ilfuo poema Щб.1o . 7<?$1Ш№Ш$о'Щ«-correggoño 1Л9. , phanen i^.prbnd^tíno- Tulliamoglie AiTarquinio fiiperb» chlftQd il cada*. me dixht olï Aa Twrto ' %.p.quaAto temp'o ßdpriчего AelR'é Sеruio TuUw ma di Rema , e dcpyq la fuo VaAre 4i . • . ¿t¿atiútiAelMúdv«em\a- Tullo hegilioReile Romani p auantila JSat'niiùAi ftperajfcl'Âlbanijj . fa. NofroSigtion}*. netto . xuädere'Metio Soffitiö ¡o ,. Hercúleo ц '..perche Aetsro tafoqi.maAaamba. . foß'.pcrpo'.) 7 •Д'йягйф'л fiiadvri a "tiburtini ,e л .; Ae¿l' EjuH R#ma.ni $9 . gVÁltri popoli compagni < Cilta liberл , e ccfidtfaacziój>li.z¡.doiio vbbeAija de Romani v 'i.Piaz.orza 46. za d'arme AelV'ß'fercito Turno пшене guerra cetro Enea. . Encajß.Muoreqo. yicouaro Caßello celebre Tußolani qiiali conditioni 103. Í'ort.ijfiro daRojnani nel yilla iп Tiuoli di Centronio ajcenßta de Latini 9%. ^.HHeruiOTullibRcds R'jmanióo^.M Valerio Confblç ioj'míí Sifacs Rè de. ta .flumidia 1 "i8 . di Mario и*. di Caio GiuVarottTuccaPoeti Tiburtio Ceftte ixi . di CAfiit, tini amati da. Mecenate e di. Bruto 1 i\*di Ü£into ,4%.vietano ,cb4nonß Cecilio, Metete Stifione Irugiú Poema dtfini di Mecenate 1 jo.á' lio í^ê.locorreggonoi^, TfyAtio Poeta \ \6. di CaYelletraniß colleg.tno coji tullo 1 17Л Quintiliot^t. Tarqiiinwfitperbo cqntro ¿VCocceio i.¡9. di Ventii Romani бЩ.попfiüovpíBí0j|4j .di Marca ditída Romaninetíe ort ~ fgtdút ;},diCinthiafa* diflolfiitíonÍ74 .perfi-ъ rita da Pnjpertio Poe. guitati dalli mеДе(Ьп'1*~ 141 . di Marco Lollio Jisptti âairiQeJsi alßu14J.. ' jne Aßura 94. e diQruttA yirglnta'donzella Romana la loro Gitta 96. fu vccifa dal Padre per Via in Tiuoli di Qtrinti— confernarli l'honißa 7*. ¿Liólo vaga ш . Valertaßuo Yiterbtß cojederati de Ti""*fr<yo termine ted& bnrtini fj. chiißßeßttta io)t * L sine; ERRATA ER RATA ERROR/,. pag. j lin. j 8. y. qifefla 61. 15. uenirfi lif. 3. Romini lid. i. che quefli cittadini irá di loro; 117. г$. pellicitus 147. гa. DoäiJ CQRRETTÏONE. quefta unirfi . Rimini ; che haucuano.che queAi cittadini irá di loro Pollicitus ..'.'/- 4 Doöiloqui E s'altri ve ne foCTero fcorfi fi Jafciano alla correetioae del difercto ¿etrorc. 4 DELLE DELLE HISTORIE TIBVRTINE LIBRO PRIMO. m m VA NT I di dar princi pio a! racconto ddl'Hiflorie di TIVOLI ho Himato cofa molto conucneuole di tocear brenemence la fituatione,& alcune doti di que Лa Città , accio hauendo chi legge noti cia del loggettojdi cui fi parla, ne riraanga più appagato. . SiedelaCittddiTIVOLIinvncolie vago , & ameno de! I atio , fra le Cittá mediterranee deU'ltalia , cosiaccon-. ciamente fituata , che !a maggior parA le di d Hißorte •jiburtins libro 5. parlando di Tiuoli iaí . Hoc ex/o, eo mira ißfruSiuum abundantta &c. Et áchi non è notai' efquefitezza dell" olio di Tiuoli , che non Tolo alla menfa d' ogni Signorc di Roma 1 tai anche fin'á queda Augufta di Germania comparifcej? Eche le Piazze, cMercati dell'iftefla Cíe tá di Roma fono refi più copiolî per li pomi di msrauigiiofa groflfezza , & cf. quifito fapore diTiuoh ? e cosi d'ogn'af* tra forte di vue , e particolarmente del pergolcfe fruteo fingolare di quefto luogho t ch'ancor neil* horida ftaggione di jbecembre, e di Gennaro. verde, e fincerofi conferua negl horti Tiburtinu . * Qui fonopafcou fecondi nc'piani , О ne'monti fempre verdi , e pieni d'herbe^ odonfere, che â pocfci altri la cede nei.'a^ teriere'zza, e fapore dellecarni, e pero Gioueuale nella Catira vndecima eofi dif fer . Fereuh nunc Audi nullis ornate maDiTtbmiino vinietpingui/fmutagro. Hœdulm&i. E Martiale libro fettimo Epigrama 79 At Ubi eapttuo famulus mittetur ab 1 ßro Qui Ttbmtmat pajare pofut cues. Libro Primo y Ne vi mancan o cace i agio ni di più fort ed'vcellami , e faluaticine , e cosi di pefcagioni; dando l'Aniene trotte molto faponte, & al tri buoni pefci, che da effo, & da alen riui in quefto territorio fi pelica no. . .' .. « J:.. .': ' ,.'.'• . ./•'». £ quel che più importa godefí quiui vn'aria di non mediocre perfettione . di AriadiTí che vi fono tatfi li■fego¡ á quefta requifitii *J¡?¿^ Poiche d'ogni ftaggione qui s'od ono dolceméte garrirgl augelli,& i tetti fi mirano fern pre purgati, e politi da quell'herbaccie, o lane, che fogliono per Lo più nafeexe frá le cególe, che altro non fono, che.* fcabbia nata dallaría impura . Di più nó folo ne gl'huomini, md anco ne' piccioli Pane i ulli riluce fangue fpiritofo, viuacitá d'ingegno, e pronte*za ntlle rifpofle, effetto proprio dell'aere puro.e fottile, co me inlegna Cicerone de natura D;orum. Acutiora junt ingenia, & aáintelligmili • apiioraeorum, qui terras in со /uní eas , m qutbm aerfit purus ,ae tenuis, quam Hie rum, quivtuntur crojfo calo, atque con. creto. E finalmente fi trouano quiui mol tiffimi, che con la grauitd de gl'anni, ecó la canuta barba, fono cefiimonij veraci della bonU deli' aere, a!h cui lode fi deД 4 uonof . 4 HiRorie Tibürtine & alii giuftchi , fi negl'Horti marauigíiofi GUrdino ¿e Sereniffimi Eftenfi.di sé si vaga , с si Wtení«_, pomp0fa tnoftra , che hâ ftimolato á vagheggiarla fia' da gli vltimi termini deli' Europa i Perfonaggi piú Üluftri. Ав'еье di Serue oltre di ció l'Aniene , per confine uidc il La perpetuo ftà il Latió , e la Sabina , como . ti* dalU afferma Dionifio Alicarnafleo nel libro 5. Sabina^ . jiniofluuius ad Tibttr de alta tupe prac'pttatus per campos deindt labitur, Sabmos à. Romanis determinant, amœnus afpeftu s¿r potи non ingratus, doneс Tiberim influât . Scorrono etiamdio daU'Aniene , molti ralcelli, checondottidiuerfamente inaffiano â vogüa de'padroni , i fruttiferi loro giardini, come difle Horatio nell'Ode fetcima del libro primo. ¥Jptateps Anio,&Tibufti lue us, & vd<t Mobilibus pomarta riuis &c. Ne folo di quefVacque è la Cittâ abon dante , mà anche di molce altre faluteuolî lipide t e Criftalline, frá quali fono il fonte Fonti di- di s. Angelo, quello nella ftrada delia Vil*crJ la Adriana, quello delia Riuelîefe,& il Rufcell© vaghiûme dell'Accorio t che più d' ogn'altro, è ftimato il megliore : Ne fono Acqotj minor pregio per 1 inferinitadi, l'Acqne boaoute ferrate ,ik Y ftcqae Albule,ouetoSolforate , deïle quaii cosí parla Strabone nel li • . Libro Primo f bro quinto . In bat planifie Autofluit, & qua nuncupâturAlbnla aqua frigid* muí tii è fontibus/urgentes ad varios motbos Pa lmares cum potui tumfefftonibus admiffa. £ Martiale libro primo , Epigramma X2. Canaq./u/pbureis albttla fumai aqttis. Eperche à quefto paefe non manca_* veruna cofa , che al viuere humano fà di meñiero , fi pub con ogni ragione chiamare ottima cerra del Mondojconforme Terra oc al fentimento di Alicarnaflco nel primo ^ma del libro iui. At ego terra opts поп лШmo ex "j^ifaj чзпa aUquaftugum fpetie, net mefubit defideriumbabitandi , vbi arua taatum fint pinguia, aliarum vero rerumad vitam vtihum , atit nulla , aut admodum parua copia , fed qua fibi ipfa maximefuffitit aduentityfque bonis minimè indiget , earn puto optimam . Poiche quiui fi raccoglie grano vino t Ferdiita clio,& ogni forte di fructiin tantaabon.« diTmoll. danza , che non folo fono fufficicnti all' habicanti delia Cictà , má fe ne compartono ancora largamente a i luoghi circôvicini joad emerito con ragione il citolo . di fertile, come diffe Horatio nell'ode 5. hb. 3. Sed quaTibar aquafertile perftuüt Ее apеstamete noto ötrabone nel detto A 3 libro Stradí di Quinti gliolo dellaCro ce. S:radt_, ceiliRca li.. i H'tßmeTihurt'me te di efla, edel fuá Territorio, giace inpiano ; poiche dalla parte di Ponente^ godefi vn'aperta , & amena piamira fiu'al Mare, mirandoíí in vaga profpettiua Regia del Mondo.da cui quefta Cittá per fedici miglia s'allontana: Et è dalla parte Oriétale eftiua verfo Settëtrione recinta da vna feofcefa valle , per cui cadendo 1' Aniene in varíe guife fá moflra fi bella_. , che á q uefta fcola Cedendo i pittori han_. fatto le lor tauole diuenir prctiofo. S'ergono foprâdella valle verdeggian ti montagne, le cui falde vengono circô date da vna ben diletteeol via, che inul ta ciafeuno i vagheggiare tante, esi gra. te varietá , operate per delitie dalla gran maeftra Natura, di cui parland' Horatio, che quiui hauçuala füa villa cosi dino .• lile terrarum mtbi peater omnes Angulut ndet.&c. Entornando poi verfo l'Oriente della ÍUggion piû fredda forge vn Mote, antica lede di Catillo , che hoggi ancora il nome fuo ritieríe, i pié di cui s'entra nell' agiata via Valeria tanto celebre appreflb l'Hiftorici, deila quale á fuo iuogho ragg:oneremo. ." •' * •Miranfi dal Settenwione, come da vnA • ., Л alto ' Libro Primi 3 airo íoglió lt campt della Sabina ., & dali' Auftro bá quefta Cittâ la maggior parte de'fuoi oliueti , ira quali le delttielafciate dalli Bruri, da gli Caflîj ,e dall'Adriani t . ancorche dal tempo abbartutc, e (nal ri•dotte i comparifcono nondimeno marauigliofo t Ein oltreTiuoli bagnato da vn fíame AnienO anticarnente chiamato Pareufio , á cui **mC« Anio Rède'Tofcani mutô il nome come vuoJe Plutarco nel 77. de'fuoi paralelli^ poiche per non hauer'egli potuto arriuare Catheto che haueua rapito Salia Гиa Ä gliuola, quiui annegoíTi ; perliche fù poícia nomato Aniene, e cniamafi ancora-, Teuerone. ' Quefto appena entrato ntlla Citri, ab tamente dirupandofi t fí fentire loftrepi. pito horriblie del fuo precipitio , &va- d,T,U0"• riamente diramandofi viene parte da vna profonda voragine aflcrbito , che indi â poco dalla terra vomitato, corre ad inaffiare li campt Ttburtini. Vn'altra parto tirar o per cícure cauerne alia ratita vafferie âferuire à diuerfi edificij di Molini,d» yar¡: c¿¡ olio, e dagrano, di Ferriere,Valche,Car- ^cl, ¿'¿c tiere, Concie dacuoi.ePolueriere . qua. £t vn'altra parte chiamato allí fcherzi , A i &al: : * S Hißorte Tiburtine ueuo riferire quej verfi di Martiale пеШ bro quarto Ep-gramma 47. Ardea Soifittio ießanaq; rmapeûtur Quiq; Cleoneo fydere feruet ager [ Сu Ttburtinas dzneiCun aiius auras Inter laudatas aifiyga mijfus aquatî « N«//e fata loco po/Jù txtludere tum v . mors , i Veneritjn medio Tibure/ardinia cfi I/ifleíToanco teflificano ti ieguenti verfi delia gloriofa memoria di Vr baño Ottauo Sommo Ponceikenell'ode adGabric Icm Chiabrcram nee aer Tufculus, aut Anients ora Líffoue prafïans rore CalabrW, Dumvernat arbos,non aqui chify « £jta manat Etruico/a/ubris Fonte, diem value em mora itur . £ di più quefto paelc aotato di tutta la materia , ckcenjcnti neceflanj perla fa brica , & parcicolarmente delia famofa_. pietra Tiburtina detta altrimenti Trauer tino, fenza di cui aon fi goderebbe bora la machina marauiglíofa del Vaticano, ne i'anticbi haucrebbero lafeiare quelie Гoгь mofe memonedel Golifco, del Panteon, ör alrri mokiflimiedificij , periodic ve- ' «endo Horatio concorrerc iu qutfto luo • \ i > Libro Primo go tante , с fi rare qualità , con tali veríi chi amolle beato. lile te metum locus beata Poflulant arces &c. Et perciö degoo d'eífere antepofto à qualfiuogli'altro paefe bene he nobiliffimocome afferma neU'ode 7. del libro 1. Mi пес tarn patient Lacedamon Nettл harijpt frecuißt cápusopima §^amdomus лl'oипес rejonantis Et prçceps Anio,&Tiburti lucus & Mobilibns pomaria riais (vda Et altroue apertamente- difle. . . . mihi iam non Regia Roma Sed vacuum Tibur placet \&c. Siehe no e da raarauigliarfi fe da Mar tiale neli'Epigramma 30 libro 10. li fia_» Лаю dato tirolo di dolce , iui . Non illejànclç dulce Tibur vxoris . Má с tempo che dalle delitie paíHamo hora mai i ragionare aelli pricai habitatori di quefla Patria. Fù ia Gittá chiamata hoggi Tiuoli pri mieramente habitata da Spagnuoli, che dal hume Sicori , ouero da Sicano loro Ducefurono detti Sicani come firaccoglie da Solino al cap. 8. & 1 1. e viene accennato da Virgilio ueH'8.deH'£neide iui Tum ^4 HißüritTtburt'me X come ínfegna Abramo d'Anuerfa nel Tluolino ftio Tcforo geografico ) ndla Greca lor SET Hngua POLISTEPHANON, che nel noпoя, firo idioma fuoná corona delie Cittá.e fe bene potrebbe queíla voce fignificaro anche molt im dine de corone, nondimeno conforme al foggeteo , pare che più s' addatti la prima interpretan one, . . * Occorfe intanro nellaGreciaiche ha[цТсЬе. Laio Rè di Thebe fupplicato ГОгacolo perhauer figliuoli i gli fù nfpofto , Che meglio fora per lui il no haüerli. Dop во dt che nacqueli vn figlio , & remendo n Rèdiqualchc finiftroauuenimento,cóforme al prefagio dell'Oracolo , forarili i piedi, ordinó, che fí efponefle a i pericoli della campagaa , ma compafiionando il mello all'innocente fanciulÜno , !o diede á Hodrire ad Vna Donna per nome PoliEdipofit bia , che dal forame de'piedi Edipo no|)iodiLa rtlnollo. . • ; i'. •. ...... JO £ doppo il corfo dimoh'anni venne_. defiderio al Padre di fapere fe il figliuolo cosí lafeiato in abbandono fofle viuo , & all'incontro Edipo bramó d'haucrcontezza diíuo Padre. Onde ambedoe, fenza che vno fapeíTc dell'altro, fí mifero ia vtaggifi,ptr confultarrre VOraccloi & ítt— * contrjn- Libro Prime. 15 contrandpfi l'vn l'altro fenza cognofcerfi in vn luogho aguflo, ne volédo il giouine cedere alVecehio il paflo , fi venne hi di loro alle contefe, & all'armi, oue rimafo. l'infelice Rè & Padre vccifo per mano del figlio ; per il che reñó il Regno di Thebe fenza Succeííore , & locafia Regina vedoua, la quale indi i non mo! to tempo toc eo pec ifpofa infierne con ii Regno in~> premio ad Edipo , per hauer faputo icio gliere fenimmapropofto dalla Sfînge.mâ feoperco poi.che la moglie era íua Madre hebbe di ció canco roflbre , che giudicandofi indegno del commercio de gl'huominij 11 condannö fpontaneamenee in per petuo carcerc, lafciando il Regno in potercd'Echeoele,ePolinice íuoi figiiuoligiá grandi natí da /ocafta , quali per sfuggire le contefe , amicheuolmente pattuirono di regnare vn'anno per ciafeuno, Etheocle come maggiore , diede_> principio à queipa Regale vicenda, ckeffendo vicino al fine deil'anno del domi nio, di cui hanendo hauto cosidolce faggio pareuali gia impofiibile ilpoterfenc. priuare, fiche cominciô con cal'arroganza á trattac'con il fraceilo , che il mifero non fojo perde la fperanza di hauer la fua parce .. • nel Laio Rè veciío dalfi'li* Edipo fpofo di Iocafta_, Regina-* fua Mi cke . Edipo diponeilR; gao. Etheocle comincu a rеgna. e in ïbvi). iz " HißorieTiburtine Jndi ânon raolto tempo metiere que* Ш godeuano vna feliciffima pace , acadSnotro de , cheEnotro figliuolo di Licaone Rè figlio di deli' Arcadia, non reftando appagato del Ljcaone la parte del Regno, che in ventidue fuoi Rcdell"; Arcadia . fratelli fi doueua diuidere , determinó in fierne con gran turba de gli Arcadici , & altri Crecí di lafciare ilPeloponnefe , & cercare altroue miglior fortuna : Ondo paffato il Mare Ionio doppo hauer diuer íamente girato il Mondo > (i ridufie nelía parte Occidentale d'Italia fermando l' Rieci Cit allogiamentinellicontorni di Rieti.Cittá antichiffima dell'Vmbria: Arcadici ( foggiunge il medefimo Dionifio ) Prim mi Gracorum hábitautrutít Italiam tra ns {'mum Ionium dtduftt abOenotro Lycaontsfilio . Quali perche fi dilettauano deU'habitationi de' luoghi montuoíbfuAborigî' rono chiamati Aborigini , come infegna ni. с Ьгo rifteflb AÜcarnaííeo nel detto primo li dencHni- bro . Otnotros diélosá Grлеи Aborigines natione. à t^lcntanis fedtbus Arcadicumenim efi dtlMari babitatione Monitum . Quefii dunque commeiarono á poco , à poco , con la loro forza, & valore , à difeacciare Vmbri di gli Vmbri habitatori del paefe Reatino , fcacciau «bli'Abo 6í hauendoli debellati ne reftarono affatto padroni, & ere bbero di numero in mo rigini. * Libro Primol ~ *: íj do, che non bailando loro detto paefo , comínciarono per dilatarfi á mouer guer ra, à i noftri Sicoli, la qaal fti la più crude le, e la piû lunga, che fin'á quei tempi fuf fe mai ftata, refiftendo i Sicoli virilmente á gli Aborigini,come narra il detco Dioniño « máeffendo quefti crefciuti di forze,per eflerfili voiti alcuni popoli Pelaígi, venuti nuouamente dalla Teffaglià , fi rifolfero i Sicoli percio atterriti di lafciare tntto il lor paefe in potere de gli Aborigin¡. At Siculi, ( dice Bionifio > Pelafgisfimvh & jlborigimbus bello impares Itberis, & coniugibus cuta aura , & argen tofubiatis, totam Regionem fuam eis cefferunt , E ritiratifii Sicoli nell'Ifola di Si cania, fupofcia dal nome lorochtamata Sicilia; il che fuccefle nella terza etá auäti la guerra Troiana , come foggiunge-, Dionifio. Mulato nomine Infula vocaxt caepit Sicilia, atq; ita Siculumgtnuf reliquit Itaiiamante bellum Troianum «Ше tertia . 'Gli Aborigini dnnque entrati in poíTeíTo del paéfe abbandonaro da i Sico li, & fattorifleílionealle rara qualiea\o prerogatiuc di quefta Gittàihoggi diTi«oli,giudicarono douerfeli frâ Tai tre la_, palma, с la corona, onde l'appeibrono, (come f3?*?^* ^origin" e sicoli .' Sicoli fug gpao <i» TwoU. оепот;. nado".. delh Sú ciIia_-> . 10 HiПoпе Tíburt'mt Тит manu s jíufonU , (¡Agentes vtnere Sican* . Ttalafcío à bello Audio Fopinione di quelli,cher:í;riícono l'habitatori di que* lia Città , de tempi andati per non eifer fondata nella buona hiftoria, ne ioproi'effo di cumular varie opinioni, ne meno far lunga ferie de'fcritcon ; ma folo riferir quellc.che hô fcelte per le migliori; ilehç da mè farâ ofleruato in tutta queft'opera qualunque ella fi fia, perfuadendomi.cha tamo douera bailare á i miei.Concittadini in proua de'loro nobili principij, e fac ti egregij dell'antenati dieffi,acció hauen doli auanti á gl'occhhprocurino conl'operarlodeuolmente imitarli,e col íuggir le viltái fi vergognino d'ofcuraríi: ЛГе_, d:ue lor parer marauiglia il veder quefle Cuti alquanto deelinara da quell'antico decoro,eíTefido quefio effetto folito della lunga età, e dell'humane vicende , anzi marauiglia douera ftimarfi, che doppo il corlo di migliaia d'anni , doppo canto guerre, e doppo fi varij « e fi firani auue* nimenti -, ancora fi troui in piedi, fenza haucr mai m utato fi to , ilehenon vedia«. mo eflere accaduto â moltiffime Citrâ, che furoHO famofe al Mondo i delle qua 91 .... Lihro Prim* » IX li ne meno le veftigie hoggi apparifcono* ! Sicani dunque d'alcuni de lia L'guria , furono poifotto la condotta diSicolo , sicanidt difcaeciati dall'Ita'lia ,quali ritiratiiï nell". 5д S?u* Ifola ali'hora chiamata Trinacria, da cffi jQ< . (à pofcia nomata Sicania, cosi Alicarnaffeo nel primo libro. Sicani tum earn in\ulamtenebant genus Hi/panitum,qaod fu ga tum à Ligunbus pauh ante ibi habitare ctperantiSicaniamq, defuo nomine voca. ucrant , queprius Trinacria diçebatur i forma triangula, ' . \ r. Er i Ге guací di Sicolo , ehe dal nomo « del loro Capitano furono poi chiamati SitoliV. Sicoli , reftarono padroni di tuteo il pas- impadro,. fe lafciato da Sicani , e particolatmento Tiuojr-*' di quefto hpggi habitato daTiburtiniado M . utc fecero la loro principale habitatione, & Metropoli , e pero lo chiam arono per antonomafia. Oppidum Sicilia. Como riferifee Solino al capitolo octauo ouero т;иoияв Situletum. Come narra Alicarnaueo, nel . minatoSt decto primo libro iui , Prater alias Qiui- culeto. tales condtdtrunt , qua extant nun* quo- . que Entеrinâtes , Tilltnfet , FicuJenßs pr pe ment ts corniculot * aç Tiburtinos a- . pud quot bodieque Ыся/etum part Vrbis¡ dteitur. . .... ..-r ». Polinice: e riceiKO daAdra> ftoRèd' Argo. . Lega del Rè, ccn i Frencipi d'Argo. ffij' ;. . . 'V Ï Tradinrié to d'fir.fi ]e contvo Amfia. rao fuo manto . ! 6" Hïfiarie Tibùrtine nel Regne, ma anco di foprauiuere,fe piú iuifoflfc dimorato;Onde inrimorito fuggiflene ad.Argo, doue dal Rè Adraíb fù honoreuolmentc accolto, & intefo il ca fo, prefe prontamente la di luí protertione, anzi volle eifere fuo Suocero dandoli Argiua fua figl iuola per fpofa, & inco n ti fíente fpediTideo altrofuo genero Ambafeiatore á Etheocle , perla reintegratíone di Polinice,di che hauendone hau-' ra aperta repulía , s'accefe Adra ño i sdegno, e s'accinfe al imprefa della guerra_, contro di Etheoele , e collegoffi perció con Capaneo,Hipomedonte,e Parte no peo huomini fegnalatiffimi di Argo,nè ' altri vi manco che Amfiarao fuo cognato fenza il cui valore fiftimauanon poter queda guerra iortir felice (uccefTo , má no potendofi quefli ritrouare (poiche haué do eglj preueduto , che doueua morire.. in Thebe s'era nafeofto ) diede al Rè trauaglio non mediocre , dal quale pero nè fú tofto tolto da Argiua fpofa di Polini ce) che cotí. l'hauer donato vna preri ofa_. collana d'oro ad Erifile moglfe di An fia rao, & forella di Adrafto fè si ch'ellafcoperfe il m arito , che perció fu coftretto ad andare á quella guerra , il quale fopra di vn Libro Pirmo. tf d*vn Carro doro , comparfe alia battaglia , e combatiendo valorofamente fü infierne con il Carro dalla Terra, che-. prodigiofamente s'aperfe, ingoiato . Morirono anche in qaefta guerra Etbeoele, e Polinice , che frâdi loros'vcci fero, & vi riraafero etiamdio eftinri tutti gl'altri Prenopi collegati , fu o rche Adra fto. Rinouoffi indi à poco tempo la guer ra , & per confeglio d' Apolline fù dato il iupremo commando dell'Argiui ad Al* chemeone figiiuolo d'Anfiarao , e fratello di Catillo j il qnale con tanto animo pigliô l'iraprefa,che fupero il figlio di Echeoele, & entrato in Thebe, la faccheggió, la rouíno, ediftruflearTatto 3donde can co di rieche fpoglie tornoflene vittoriofo ad Argo ; quiai per vendicare il tradimeotofattoad Anfiarao fao Padre , à perfuafionc deU'iftefio Oracolo , vecife-, .Enfile íua madre , mà il mifero in pena di canta íceleragine , reflo priuo di fenao, menando infelicemente il reflo della fua vita . Raccootaíi cueto ció da Diodoro Sieolo nel libro 5 delle fue Hiftoric, & da Scatio poeta_>. £deo dunque vedédo il figli Anfiarao В diuorato Asnfiiraïs afiorbito dalla ter ra-,. Morte di Etheocle, & Polini ce. Alcheme one trate! lo di Ca* tillo pa, dredi Ti bureo . Alcbeme one dif» truggej Tebe»*. VccideE rifiie fua Madre, Catillo'd* ordme d' EcUo par te d' Ar«. f° fua-J 18 HißorUTiburtine diuorato dalla Terra , la nuoraveeifa, & il nipote forfe nato , & curta la fua caía-, irtcorfa neila diígratia della Fortuna-. , confolenni faenfieij confecro a' Dei Ga tillo fuo nipote , alero figiiuoíodi Anfiarao , e tutta la Stirpe di luí , con efpreffi vo ti di fargli abbandonar la pacha giá per loro infufta, & infelices • Eraantica vfanza de' Greciin cafo di fimili difauenture far abbandonar la pa tria à i lorofigli , e pero folennemente-. It confegraaano a Hi Dei, pregandoli.che nel rautar pa efe , fu (Tero fempre â que (Ii fauoreuoli, quali per eiler cosi confecrati > e raccommandari alia protettione_# delli Dei , erano chiamati con cicolo di progenie facra, come rirerifee Alicarnaffeo ncl detto primo libro . ígrtfja tfl qua dam facra luutntus ai querendum vtftli 4fuis emijfa parentibиs more antique . Fatti dunque da Eeleo conforme al detto coflume Ii fudeett voti, e confecratiom,ordinô à Catillo fuo nipote , chc^ con tutta la Tua famiglia, ed al tri compagai П doueffe partir d' Argo fua patria^ & andare altrone , acercar miglior fortuna, come fi legge in Solino al deteoca- 1 "~" picolo oitauo iw.CatWui tmmAmfiar* i Libro Pirmo. 19 i filiut poft prodigialem Patris , apud 7 bebas interitum Oecleuiaui iuffu сиm om nifcetu« vel/aero mißus ф>е, Quefii pofeia s'vnirono con 1 'armara-, nauale d' Euandro fighuolo di Mercurio с lie per aletne fcditioniciuili , abbandonato Pallando , erafi incamminato verfo le noflre parti, e vedendo in Catillo vn' Catilloj. attitudine fingolare neH'arce, militare, lo 9?{íe creo íoq Gapitano generale, come fi rae coglie daldctto Solino,. Arriuarono que ffi in Italia, feflant'anni auanti la guerra-, Troiana, fecondo che lafcio fcrittoDionifio nel detto primo libro , Non multo poil aliaclaffis Gracorum in earn Italia partem appulitJexaginta ferme annis an te bellum Гroianum,proftela a Pallantio <orbe Arcadiea . earn QolcnUm deduxit Buander Mwurjjfilius. Regciaua in quefti tempi Fauno appref fo gl'Ab origini , il quale vrbaname ate-, accolfequelli nuouiGreci , dandoli am- naV Uale d'E«andro . F*»"0"" S^"e piafacoltàd'elegerfidouc li pareuá la_, gn0Ëuan loro habitatione, comefoggiungel'iftef« dro,eC* fo Alicarnafleo. Apud Aborigines rtgnum "Uo • à maioribut acceptum teneb.it Fannus à Maite ( vtferunt ) oriundus, vir fortist & prndens ; is paueos illas Arcades comiB г ter Mohren rfuaorï rine. * Tiuoli h a bitito da €atil» ao Hißorie Tiburtíne ter exceptos donauit agris ipforú arbitrio! Pcrilchefiuandro s'elefle vn сo le, non lungi dal Teuere , che dal nome della fuá patria noae© Palatino, quale fù pofeia annoeera«°frâ « <etcc colli Ro»ani , с Ca tillo con fuoi difcoftandolî per 'fftdicimíglia da Euandro, peraenae i queftaCi ttá hoggi di Tivoli , & pareadole va colle* molco ameno, deli tiofo , & abbondante, d'acque, & di tucte qnelle cofe , che per il foflentamento dell'haomo,e de' Giomen ti neceflariefono , quiui eleflfc la fua habitatione, cV vifie in amicitia coa quei po chi antichi Sican i , e Sicoli , miTeri auanzi dellc paffate guerre , che farfi per pietá de gli Áborigini, furono quiui lafciaei ha bitare, come da Solino nel detto capito lo f. û raccoglic,& amplio Catillo di mo do ia Citri , che feceli caagiare noua for ma | Q„¿e ¿ ragjone eantô Silio Italico nel libro 8. Hine Tibur Gati/it tuum . Adorauafi da gli Aborigini in quefti tépi Saturno, eflendo da effi ftimato, e riue rito per Nume benefico , & Autore della feliciti , e percio nonfolo haueano ífl. fuo honore iamoltiffimi luoghi, eCittá eretti luperbiflimi Tempi», md anche haueuanoaliuo nome conlscrata tutéala Rcgionc Libro Primé zi Regien* heggi detti Italia ehiamandola Saturnia. cosí Dionifîo nel libro \.Ante aduentum Hereults in Italiam vniuerß ^ил nue voeatur Italia dieata erat S« turno vocata à fuis beminibusfaturnia fútq.pa/si per ei retient multa templa dicata butt Deo. Frá quali Tempi; , vno ve n'era de'più famefi' e più ricchi , edificato in quefla neflra Citri, «he fin nel tem po de'Romani fu tenuto in grandilîma_, veneratione, e doae fi conferuaua vn ricco teíoro , come firaccoghe d'Appiano nel libro ç. delie Guerre ciufli, e più aper carneóte da vna inferittione anrichiffima regiftrara in vn piede fiallo di marme , ebe hora vedefi aella Cbieía di S. Angelo in Piaula fuori delle mura Tiburtine «di quefio tenore. Я. V. V. S. C.IVLIVS.C.R i P. AL. RVFVS TRIB. MILITVM BIS f ANI CVRATOR. V. Q. ABAERARIO SATVRNJ. ""•— в j Per 1иШ« "¿tur" т«тр!э di Sítur no i» Tí" uolÍ . гг Hißorit Tiburtine Fer continuare la noflra Hutoriafecó dolifucceffio j de 'tempi , èdafapcrfi, che cioqnanf anni doppo l'arriuo d* luaodro, & di Cacillo in /talía ( confor me fi raccoglie dal medefimo Dionifio ) approdó in quïfti noftri lidi Ercole forArriued' tiffimo Capicano Argiuoi il cui nome , e Ercolt in Italia-* .• valoçe era celebre per IVniucrfo, per hauer domara la Spagna, diícacciatoi Tirannt, efeminato per doue paííaua benefitij fegnalati, e particolarmente per hauer liberate il paefe hoggi de 'Нom aл/, dalla barbara urannia di quel famofo Ca сo , Onde da quefii habitacori , fù coa fe ft л , e giublio vníuerfale accolto , e nuerito: £c Euandro per catciuarfi tä-o mag« giormence ladilui gratia , hauendonfaputo dalla madre. che Ercole djfcendeua da Gioue , & da Alchmena , e che per Ц fua rara virtù doueua di mortale diuenire immortale, egli il primo fib che come Principie áDio,gli offeriíl'eli dmni honort, vecidell'ado«. dendoli vngiouenco indomito, fecondo racione.., di Ercole Dionifio nel primo libro. Euander verá quoniam antea auajuerat è maire Carme ta ejfe tnfatis , vt natus loue , & AlchmenaHe .cul. s immortalis ex mertali virtutts trgofrerttmcxvbibmt ip/vm * diditit Litro Prima г$ didicit occuparc vo tas ег gratiav primus omnium diuinis dt¿natus efl honorthus tx truelaque ara t x temporals pranimio ñudio ma£lmit ei Iuueneum mdomttum. Dal cui cltempio moifi tutti gli altri popoli circonuicini fi ftudiarono di far Пflcflo.con ergere à quefto Eroe Tempi; > & Altari > come foggiunge il medefimo ßionifio. Pafßm altasper Italian* tempi* buk Dio dteatafunt, Araeq. oppidatim , Ù" per vias4 £ cosí ancora fecero Gatillo , & altri fuoi compagni in quefta loro nuoua habjtationc, quando cflendo vificati i & fommamente benificati da Ercole , ereffero al fuo nome vn /ontuofiffimo Tempio > u per la i magnincenza _ .c • u che % ncchezza , e-, concorfo vniuerfale , fù poi famofo á tutro il Mondo . come fù auuertito da Gio* ftffc Martij , huomo dottiffimo de' tempi noOri in vna fua Oratione fatta á,quefta_* fua.patriain lodedi Monfignor Vincczo Giuftiniani con tali parole . 0 mamur veré Herculemillum icàm in L Шиm demum ptruetiffit, Cacumq. Juorum abaciч rim bouum trucidojjet , Tibur quocue ad Grseos foot mmj\ndos ft contuhjfet', vbt cum multa in tot benrjîçentsffime pra В 4 ßit'ßt j,e?pi<? d TiuolJ Ercole in &fua orj gin*-* • 14 Hißorie Tibwtine fiitijfet, honoribus ampliffimis bonsfiando memoriam viri immortalem reddendum , eommtndandam ejft decreuevunt , quid multa ? prae pietate,ae vtneratioat, quam in Шиm conceperant , vt btneßeiorum effint memores t eum fumm* religtme colè re infíituerunt, timp!urn, cuius etiam in kodierпиm diem рой tot annomm mi/' lia mmumenta perdurant. magwßcentiffimierexerunt, ita vt Herculss Ttburtis fama in nationss emanauerit. e . End vero craquefto Tempto ammi. rabile perla fontuofa machina deíl 'edifi cio, arricchítadi marmi fini'ffimi, como Giouenale per dare vna lode hiperbolica alia Vi'li di Centronioaccennô nella Sa tira 14. Aedtßcator erat Chtroniuti& midoeuruo LittoreCaiitaefumma nunc Ti' uñs arce Nunc praeneßinis m montthus alta parabat Culmina villarum; Gracis fongiquepe titis. Marmortbus vinemsfortuna,atq. Her cults Aedem. I o rendeuano vago , e ríguardeuolo gli ampii , e fuperbi portici foftenuti da greffe colonne^. oue il. grao Monarca-, Auguíb \ ] . Libro Primo, t% Auguflo non sdegno piu fiate rendere ra gione à i Pí?poli, conforme lafcio ootata Suero nio nella di luí vita. T¿buretiamvbi in porticibus Hcreuüs Ttmpii pcrfatpt tus dixit . Aggiungeuafi i quefb vna commodiffima ,e ben difunta fabrica , copiofa di flanze, si per l'habicatione de'mínjftri, со me per la conferuationedelii vafi , & altre fupeilettlii pretiofe appartenéti al cu! to beuche vaniffimo di quefto Oio ; acсгеГсеиaпo la magnificéza d'eflo i copio fi te fori, che iui in ben munito loco ficu- Teforo ftodiuano , come fi raccoglie d'Appiauo Tlburti^ uel libro j delle guerre ciuili, nè gl'era di яa ' minore ornamento vn' infigne, e douitio fa Libraría , che in eflb á commodo pu- ... blico fi conferuaua, nomata В blioteca-, т'ьшт!Tiburcina, delU quale cosi trouafi ferie- na. to in Aulo Gellio libro 19 capitolo $.Pro mit è ßibliotbeta TtkurtiAU* tunc in Нет' culis Templofais tomodeinßruSia librU erat. E nel capitolo 1 4. libro 9. ci tafi parimente la libraría Tiburtina con quede parole. Memmïmus etiam in Tibu. ttBi bliothtca inutmrc nos in eodam Q/auJjf librofmptumHrgeafi V i6 Hißorii Tiburtint Catfi'dra Et geafi quefla mole m quel loco appu ,* to $ oue hora l' inuitto Marcire Lorenzo pio d'Er- l'Archidiacono . e Teforiere di Santa_, cole. Cbiefa , viene da i Tiburtini deuotamente riuerito, che fino a i ttmpi di Coflautino il magno fù vna parte del fcritco To pio al fuo g!or¡ofií5monome dedicato , & oue fedendo di prefence nelia Catedra PaAorale l'Eminentiffimo Cardinal Giulio Roma , ípecchio della facerdotalo vigiláza,e della chri Aiana manificéza, há fatto dalle proprie rouine Trof i del tépo diuoratorc, riforgere quefta Bafilica , all'an tica lúa maeftd, e decoro: Ernello fcauare i fondamcnti , f> fono difnumato alcune infcrittioni > che chiaramenrc teíhficano eflcr qnefto flato Tantico Tem« pio d'Ercole, la prima dellequali ¿di tal tenoro. . C. VIBIVS C. F. VEL. PVBLILIANVS SCR. Q. PRAEF. СОН. Villi TRACVM EQV ITVM AIAt TRIBVNVS MILITVM ETS. LEG. ¡ ' Libro PrimoZ »7 LEG. ПИ M AC ED О NIC Д ET LEG. XXL RAPACI8 IN GERMANIA REVERSVS INDE HER CVLI INVICTO D.D. Et neÜ' alera cofileggefi. . FORTVNAE PRAETORIAE SACRVM L. MVCC1VS N icephok: MjtG. H ERC У LI. AVG. CK. QOPQNIVS EPAGATVS GVRÄTORüS PRIMI. D. S. P. СГ LTORIBVS. D.D. Ne 28 HiJíoritTiburtine Ne addicano anco l'ifteffo Ii feguenti mar mi qu/'ui d'intorno per l'auan ti ritro- . CALVINIAtf i M. SILLANI FIL: DELICIO IVNIAE S, P. F. TYRANNIBI VXORI OPTVMAE C. ALBI VS LYVILLAH t. TYMfiLV* r* HE RC. avgvst; D. M. P. RVSTICELLIVS SA LT ATO R HER. VIGT. m: ¡F Libro Prïmol го HSRCVLI SAXANO SACRVM SER. SVLPITIVSi TROPHIMVS AEÖEM ZOTHECAM CVLINAM J»ECVNIA SVA A SOLO RESTITVIT. IBEMQVE DEDICA VIT K, BECEMBRISL. TVRPILK DEXTRO M. MAECIO RVFO. COS^ EVTICIVS «ER; PERAGEND V M ÇVRAVIT. Boppo $0 Hiñorie Tiburtine Morte di Doppola partita d'fcrcole dall'lraîïa^ Cacillo, catillo fini il corfo della fua vita, con ha uer lafciati doppo di sé tr¿ figliuoli ge neran in quefta fua nuoua habitations, cioèTiburto, Carillo , cCorace, quali Futeih.' noDvolendo hauer feco altri compagni nella Citti, cominciarono ámaltrattare quei pochi Sicani. in modo , che furono forzati á lafciart la loro antica patria., , h che dicefi effer ftaca nel luogho hoggi chiamato Caftrouetere, e fi ritirarono in vn Colle indi diñante íei miglia , doue edificarono vn Caflello dal loro nomo Caßello chiamato Siciliano , & hoggi Cicigliadi Cicigli no, poíTeduto dall'Illuftriffima fameglia_. «¿ de'Teodoli, Eflendodunque queíli trè fratelli refíati '* padroni delia Città, dal nome di Tibnrto diloro il maggiore,ladenominarono T IB V R. Cofi Solino ai capitolo 8. n«¡ont_, CitiUut &c, tres Jiberos in Italia procrea 4iTuioli. иц Ttburturn, Coram , Catillum, qui de fulfis ex opido Sicilia veteribus Spaais à nomine Tiburtifrotris natumaximi vr№ »6<rdr»«/.Ericordeuoli deili bene fiaj ri I ceuti di Ercole , hauende in prima arricchitoilTempio edifica rogli dal loro Cen.itore,con riti folenni confecrarono al fuo Libro Frimol al fuo notne quefta Cittáidegendolo per loro protector с, e tute lare, come (i raccoglieda Suetonio nella vita di Caldco la , e pero fu detto Tsbur Herculewn , Tíaoli . come afferma Strabone nel libro j. & deccoHer Martiale nel libro 4. Epigramma 49. c ' Ttbur in Herculeum migxauit nigra Lycorts . Cosí anche vien chiamaeo da_# Giofeppe Martio nel fuo Tufculano . Hcrcuieasq. vides antiqui Ttburis arces Ampburaeis regnata nepotibus arui . fie vltimamente da Monfignor Querengo Poeta celebre ne'íuoi vertí ad Pau • lum V. libro 6. Non tarnen ambiguo nupsr fermant per arces Ttburis Herculeas percurrens fama. ca nebat. &e. Succefle quefto 50. anni doppo la venuta di Catillo maggiore nel Latio, & altretanti auantilarouiaa di Troia , mentre di Тoргa habbiamo dimoflrato , che_. l'arriuo del fudetto Catillo fu feffant'anni auanti la Guerra Troiana , & in con(equenza, la denominado ne di Tiuolida.* Tiburto fù quattrocento feffant'vno anni auaoci la fondatione di Roma, effendo che quefla fertiffe il fuo principio da Дo- • ruólo, %г HifJorîe Tibarthe тo1oэ& Remo quattrocento trentadoi annidoppo la prefa di Troia, come dal le più veie opinioni conclude AHcaraaf. feo nel fine del primo libro . Pofi Jlmm eaptum CCCCXKXU. an. Alhani Ha muli ,&Rtmi auSiu coloniam miferunt Шmam anno primoSeptim* Olimpiadis. alche s'accorda Eufcbio nella Гиa Groni ca dicendo che dalla prefa di Troia fino alla prima OUmpiade , vi corfero anni quattrocento, ó al più 406. alii quali aggiunti altri trent'vno fcorfi dalla prima_* ÜÜmpsade, fino all'anno primo delia fettiroa5fà il fudetto fpatiod'anni 45 1, ó al 7'iuoli è più 437. che vnitiui ligia detti trenc'anprima di ni auanti la prcfadiTroia, fommanfian° a' P"* 467- auanti la iondatioilsi iП ш n. * ' ne di Roma , efiendo fcorfi 3736• . anni , г. doppo la creitió del Mondo , anni З7*6 ' .Er auanti laNsriai tàdich.i Jïomj. doppo la creation del Mondo, fecondo il calcolo più vero , e riceuto dalla Santa Chiefa,nel tempo che l'Hebrei viuenano fotto ja giudicàtura di Iairo delia Tribu di Manaflë , come vuole Eufebio nclla.» (us. Cronica; di modo che Ti joli prefix*. 4ueft° nome ixi 3. anni aaanti la felice^ Nafcita d'^Noftro Sig. Gicsù Chrifto t che ña all'anno corrente 1645. fifanno anni 2848. Era Libro Primo. ¿i Шлo Era in quefii tempi Latino fucceduto Re' à Fauno Soo Padre ne] Regno degl' Aborig'niiche daî nome di lui furonopoi chiamati Larmî. e tutta quefla noííra_. Prouincia Latio co^re afferma DürtMfio ne' derto Libro Primo. Net itamul tô pod vsteri appellúücne muiata c»a_. с ирг Aborigimkus à loci Rege Lâtini Kuntupati/unt,: ..:'. :. • Quefti per la mma , e riuercr za, che d Fauno teneuanoi e perla grata ricor danza delfuo felicegouerno !o ripofrro nel numero dе loro Iki corJecrandolt vn ombrofoUtdcácon .vn fon«e iui сб.tiguo poftd raeí'.:*UQlorTiburtino vicir.o a!FAcqB&Sarforee,aírrimentj dette Albule, dal cui «orne lancina fù.denominara Albunea ,& ccsi anche il mcdefimo fontevfaero > come viene evpoíío: da Seruio * ^aJtrifopra-quei veril di Virgilio neMettrrü'o Eneide. . .. . • At Цех follicitus monflrity oracula Faunt.4 S r,:iv • • • • . * Fattdici genitorh adit , tutofque fub alta . Г:.: • '• • Confulit Albunea jnemorum qua ma-. xtma batr9." — *' Fonte fomt tfygufitf* exhalât opaca mipbttim. G £гд Orí- re delicio Fauno . adórate Per Di°. Boíco.. te'nte cófícracoáFaano. 34 KiRorie Tibuttine £ra quefio tuogo in tant* veneraeio« ne aPPreiïb quella cieca gentilità.che d' ogni «Storno concorrcuano i Fopoli â far facrificii per coníultar quefi'Oracolo come foggiunge il medefimo Poeta. Hine \tal$gentes,bine omiüs ее nottia ttllus . . " In dubiis rcfponfa petunt Nè dee recarc marauiglía il modo Coftame <*еН' Honorar li Dei Tocto i bofchi.e fon antico d* ti, poiche fù quefto cofiume antico do honour i Greci>& particolarmente degl'ArcadiDciciicosi Euandro ida cui Latino cío ap prête,)honoro il fuo Dio Pane eel mon te Palatino come riferifee Dionifio al detto primo libro. Erat tum/ре/иоеa^ fub tumulo magna densa querceto eontecla &fub petris profundifontieuii ifo/am que rupfbus eontiguum nemorofum, &frequentibust ae proaris opл cum or bor¡bus¡ibi aradieataDeo more patriof* erafeetrunh . . т • . . ,. •. « Et á qucfio Oracolo di Fauno riwrfc ¡l R¿ Latino per confeglio fiando ia du bio , fe doueua dare Lauinia fua figliola per ifpofa á Turno Rè de Ru:oli,ai qua le era di giá fiata prom e fia, & dice Vir gilio nel detto libro fe t timo che ne ripor; Cracole appreffo l'accque iolforate di Tiuo- Libro Primo. 35 Rifpofa porro fomigliante rifpofta. dell'GraNe pete connubjjs natam/ociare lat't- "cine nit ' Kc. • О mел progmies. Thalavsis nett trede parata Bxterni vtniunt generi, qui/angui ne npßrum No*»*» in afiraferant , quorunqnt à fitrpe Nepotes Omnia fub ptdtbu$>qua/oJvttunque t recurrens A/f iat Oceanum vertiquz regiquz* . . . . videbunt. Mutoffi il Rè per quefto Oracolo di ptnfiero, nè volfe profeguirc auanti lo fponfahtio со Turno. In tanto Enea figtiuolo d'Anclwfe, & di genere con al Arrîuo d' tri corrpagni fuggrci dalla гoшпз di ^"f.a 10 Troia approdo ai lidodi Laurentodoia• minio de gli Abongini nel anno trigefimo quinto del Regno di Latino, & cinquante cinque anni doppo la partita d'hrcolc dall'itaUa,coroe vuole Dionifio ne] detto libro primo ii>i. Pofi digre/fiertem Her cutis çtate altera с irci- • ter annum quin tum jupra qunquageß- . mitm, vt ipji Rornam pethibent Rex AI. iorigtnum erat Latinas Faнт, fedfeme С a Her- 36 Hißorte Tibuttine Herealis annum agent Regntfui quintum.& trigefimum,per id tempus Tlioí* ni. tum Enea pofleaptumlltum profitgi Appui'aunt Laurtntum in litus hboti* ginum. AU'arriuo di raí i (Iranien accorfero di repente armad gl' Aborigini per difcacciarli, dalli quali chiefe Enea l' abboccamento con il loro Rè,& impetra tolo rimafe Latino dalla maeftá di lui, e forza nel dire cotanto ammirato,e vin « to, che non folo le conccffe la domandata amicitia, & confederations, miи, aggiunfe di yaneaggio i qneíhii paren bûôudi tad,o,dandoii Lauiniafua figliuola .per latiao ' íp°k, ftimartdo, che di cal genero foraípofara ftiero haocfle intefo l'Oracolo di Fauno ad Еед . neiia gtá narrata rifpofla. Hebbero cio á fdegno grautíftmo non íolo Turno p & Amata moglie di Latino fua Zia, ma Sehe altri popolicir conmeini, vedendo in quelle nozze re« ali effer ftato pofpoíb vn Signor naciuo ad vn Üranieronó conofciuto,onde s'ac cinfero tutei áraoucr perctaaípra guer«55, "controd'ßoea. , e Turno.' &l frAgfaltrrTabartom.concoffe со il maggíor aiuto, poiehc foca à queft'ef. feteo L Libro Primo. 37 fetto fabricar nella fua Cittá gran copia d'armi, come dice Virgilio nelfettirno deH'Encide. . Quinquе adeo magna pófttit insudibui Vrbcs Tela nouant Atina potcns, Tiburque fupetbum. t ' Che tradotei dal Caro cosifuonano Cinquegrtjje Cittá con mille incudi. Afabricar, à rifarcir fidanno D'ognt forte armi. la pojjente Atina Ardea l'antiea; Timlt tífuperbo . Volendo il Poeta cod queiîo tirólo di fuperbo dirroftrar la nobikà,& magnificenza de Tjburtinî,coniefpiegaj Üeruio in quefto luogo dicendo. Super bum, кoс efi nobile , il che volfe anche fignificare Silio Italico riel fuo libro quarto quando appelle» iTiburtini con titolo di grande in queiverfi • ; • ' • Atque olint ceUberrU ma nomina bello . . . Tf battes magnos: . . E neli'iftefla maniera l'ítefe il Marino Poeta сек bre de n ofiri Tempi in alcuni fuet veril re cita ti da Amore in vna foI lennc gioftra fatta in T:uoli,a1ia prefen za deí ma gr; animo prenc/pe AUfíátiro I .Ie 3 Car' Tiburtinj * Alcri no. Tíuolí perche detto fH; Pctb*. 38 Htuerie Tibartint Cardinal'd'Efte quando parlando di que ilaCittâ сo si d i fl>. О lie àquefiofuperbo antieoniào D'honor dt gteria.&di vtrtu celefie, A qui/ta dеlie gratte altera fede, Iteti volgemmo tmmanunenie M pieToglicfí finalmente ogni amarezza di quel! a voce сo l'efpoiuione, che соmunemete vie data à quelle parole det te a Gerufaléme in lfaia ai 60. Ponera te in (uperbiamJacular um , gaudiumin gemrattanem , e*y generatsonem, o«tt quella parola in fuperbiam viene efpo« iiat bot efi ingiortamfcculomm. Si che ch jaramente vedefi, che ferne queft' epiteto di fiiperbo per dieotarc l'honore & la gloria de Tiburtini, ¿V non i¡ vkio dem iupcrbia,come alcuni ипШгamепte interpretano. Et in oltre vi mando Tiburto le fue_# genti, che erano delle più forti , & animofe d i que i tempi,lotto la condotta di Catillo, e Corate fuoi iratelli,comefbg giunge Virgilio. Tumgemnijntres Tièurtia mania linquunt . . Fretги T' burti diflam cognât* ine ge tern Ca- Libro Primo. 39 Catillufqut acerque Corax \rgiua f) • iuutntns. 'V • . . Che dal Caro cosí furono tradortí. V tnntro aparejo i duefratelliAxgiGatillo, e Cens,* di TiburtoilTet^p . Guidar le genti, che da luí nomatt furTiburtine. Dimoflrando il Poeta confidarfi mol to il Rè Turno nel valore delte genri Ti burtinc,all'hor che rincorando egli Ca milla Regina de Volfci.condottierafamoitöma ncl fuo eííercito diffeli nel xi deU'Eneide • •mí%есй acer Mefapus trit tutmçqut la tina - Ttburtique msmus. Ne refto punto defraudaro Tnrno da quefta fua opinione , poiche vcnuti i nemici alle maní fe cero i Ttburtini mal grado loro chiara dimoíkanza del!a_* propria fortezza , oue particolarmente Carillo abbattè & vea fe frá gl'altri vn terribile Gigante nomato Hermoi, mo, come foggiongrl'ifteflo Poeta-. «^"d*. ».„.•; Catíllus Iollam Catiilg? Ingentemque animis in gtnUmíOr» port & amis " °? С 4 Dt- Morte di Turno e ■* " 40 Hifiorie Tiburt'tae. i).;iit\t Hermoniuta. . i . . • Terminote quefta guerra con la mor Enea fuecedea; Regno ae Liiii re di Turno & di Luiao: la onde E iea per retalio di Z.iuirj.ja fua moglie íucceííe al Rsgno de Latini fccoido che., ne (criuono Dionifío & Liuio ne i loro prjmj j,jjrjt q¿ ¡n conf:quenzae(Tendo i Nomi de iRèu'Ita lia, anteceífori di Enea_, . noírn Tiburtini delii trenta Popoli dei Latio ( come voghono i . fudetti ferittori ) rimafero íbero l'imperio d'Enea , Sí pofeia di tut« i fuccefibri nel Regno de Latini.eflendo per l'auanti frati gl'anteceflbri di Tíburto íotto l'Imperío di 1* no, Saturno, Pico, & vltimameatc di Latino, qua!i,regaarono ¿ra Italia per j0 fpjtío di cento cinquante anni in cirC3)Come nota Eufabio tiella fua Cronica . ЛМеЖпелm Ianus,Saturnus,Picus , Fa unas, Laïmus m Itali* regnmsruattA* titer annis С L. ....... .„ E doppoqueftiimpcraronci foprade Tiburrmi, & altri Popoli deV Latio lj fe guenti Rè,feconda che n'harroo laicia* to feritto Dionifio, Liuio, & Hufe bio. Eprimieramente doppo Jamorrcdi Latino regno Enea anni rre . Intorno áquefti Tempi raoriTiburto con tanta gloria,cbefùgmdicato de gno Libro Primo. 41 Tibiirto gno degl'honori diuiní,onde fu dedica- «dorve to aî nome fuoil bofco , e fonte facro Psl'°10' neli'iftefla maniera , che diceffimoefler fíat© fatto à Fauno, come vuole ítefafto de Vrbibus , e viene accennato da_# Oratio neli'Ode 7. lib. t. iui. Et prçceps Anih& Tiburti lucus &c г Succcfle ad Enea Afcanio fuo ñ'Jio Sflíe d(¡ . il quale trent'anni doppo chefuedifi- fl.eLatmi parala Gtttadi Lauinia trasferilafuarc gia in Alba da lui íondata , in cui pofcia rdedettero tutti iRè Latini. Queflo regno anni )8. . ; 3 Süuiocoííchfamato per effer flato nodnto nelleívlue fii affonto al Regno per fuftraggiodel popolo^came quello ch'era naco da Ent.a3e da Lauinia figlio la di Latino,& erede del Regno, efcíu. dendone il fuo corapetitore Giulio figliuolo d'Afcanio,d cui per quietarlo со cefle il popolo l'honor del Sacerdotio; tcnne dun que Siluio 1'Imperio anni ven tinouc, da cui pofcia i Regi dcfcenden. ti fj chiamarono Silu;j. 4 Enea Súüio fig'uuolo del detto Sil uio anni trent'vno. 5 Latino Siluio í pero aonícinquanta ó Alba Siluio íjerd.anni «enta noue 7 AtiSiiuio*Quero£¿itCo Siluioáaii4 4z HiflorieTiburtine. 8 Capi Siluio anni vent'otro 9 Capero Siluio viffe nel Regno an ni Tredici .... 10 Tiberino Siluio da cui il fiume chiamaco anticamcnte Albula íü noma to Teucret imperó anni Qtto . 1 1 Agrippa Siluio regno anni qua ranta. ix Aremulo , ouero Romolo Siluio tenne il Regno anni dicinoue. : 1 3 Aueniino íiluio regno anni treru tafette. 14 Proca Siluio regnô anni ventirre 15 Doppo la mortc.diProca fueccf ie Numirore nel Regno , ma fiinne difcacciato da Amulio fuo írarello mino re j che tirarmeggiô fia canto che fatti grandi queifamoli gemelli Romolo, & Romu]o Remotodatori di Romanan da Rhea Si Remo figliuola di iVumitore vccidehdo Amu ttccidono lio ripofero nel Regno Numitore loro Amu! 10 JoroZio. Auo materno. Tenoero quefli fratelli l'lmperio deLatini in AlbafrâlVno, & Гal tro fecondo Eulcbio anni quaranta., quattro. V V .. Z 16 Regno pofeia Cluilio.il quale (en doli fort'tméte legeîofito deJl'accrefcimento dclla nuoua potenza Лomaпa,п Libro Prim9. 4j [rifoWê per npnmerla mouer jguerra ¿ Tullo Hoflilio terzo Âè de Ronftrií , ma nel maggiorferuored'eflaegh fe ne pafio all alera vita , & in fuo luego fù da gl'^ibanielctto Metio Suffctio . 17 Que fio vedendo il danno grauiffi mo, che da fimil guerra procedeuacon moite raggioni procuro indarre Tullo Rè de Romani à terminarla in qualche modo meno dannoio.&fanguinoleoto. Ht finalmente fù conchiufo,che i tre ira relit Curatij Albani , & altri tre fratelli Horatij Romani fuiTero combattendo fra di loro terminatori di quefia guerra in modo« che quella Patria ,che di effi reftafle uella pugna fuperiorc haueffe_, per fempre âtenere il Principato & do minio fopra dell'altra: & ftabilitiintor'' ' no d cio le condition! pa tti,e gidramen p tra ti neceflarij entrarono i frateili in fteo i'Horatij cato, oue doppo lur,go,e valorofo com « Cur*;ii batnmento ,il Romano Horatio fopra uifluto ali'altri due fuoi fratelli , hauendo vecifo tutti i Curatij rimufe rinci to re, & fè che Roma fu? Patria diuenifle Fadrona, & Signora di quella Íjmofa_, Città d'Alba 5 regia de laíini , & madre de Romani, come feriuono Diooi(. nel libro » MorrcJ 9uffetjo° Diftrutti•nedella Citti d' А1Ья' 44 Hifíorie Tibmüne libro rerzo, ôiLiuionel primo della prima Deca . Et indi à poco tempo fperimento Al ba gl'eifetti crudeli del nuouo vafíallaggie.poiche batiendo ii R¿ Tullo fcoper to in una giornata fatta contro de Fidenati l'iofedeltá di Metio , & degi Vil-; bani. che сo li Bt m ici teneuano intelligenza i fccein pena di rióridurre in-. pianola Citri d'Alba,& Metio ligatoâ Suattro car" tírat ' ^a feroc'^11" corfic ri fû crudelmente fquarcia to:e quefto fu l'cffito irftlice di Soffetio.e cosiAlba_, Cittá regia da i popoli La tini per cinquecento шепo rredici anni riueri— ta fedelirentc per Joro capo,fumiferabilmente rouinata,e disfatta, e сoя eíTa s'efiinfero infiemi i RèLatini, rims tica do i Tiburri ni с gl' bit ri popoli del La tio in fua liberta gouernandofi à modo di Republica , come nel fequente libro narraremo . // Fint del Primo jjbié dille Hiftorit Tiburuntj. DELLE ! HISTORIE TIBVRTINE DEZ, SIGNOR i \ ' ' FRANCESCO MARTH LIJ5RO SECONDO. i O SCIA che il Rè Tul lo hebbe foggiogati со me fié detto ipopoli Albani mandó ambafciadori à ciafcheduna Cited del nome Latino, & in confeguenza i Ti« uoli, acciófe HrcndcíTe vbbidienza,alIsgando, che menere egli haueua vineo gl' Albani Prencipi de Latini veniuano ancora à paliare fotto llmperio fuo tue te raîtreCitcàfoggette al Regno La tino come rife riice Diooifio qcldctto Libro terzo iui, *Rrx i,6 Hifitrie Tiburt'me R~x Romanus dimijfispertriginta Cole m as legatis*poft*lfibat, vt inperatafattrtnt. qmd ad viéi,resc«m a/us klbanorum rebus tranftjftt etiam Latinfgen fis imptrium. Alia qual'arnba (ciara rantoiTiburtini,qu?nto gialtri popoli Latini non_. vcllero dar priuata rifpoita, ma di repence ragunanfi àconfeglio generale al luogcdi Ferenrino, vniramente determinarono di íhrfenein libertá, gii che erano cetfati i Rè Latini; e di non con cederе in maaieia verunal'imperio lo ro i i Romani, come foggiunge Piíh.flo Hiftortco con taii parole . Legatis à null* Ciuitate púuattm refponfum eft* fed ndi&o Ftrtntmumgentis Latmç f($t ciltOideçreuexunt imperii m Romanh nan Origine concеdete. Et in que ira maniera comin dCWiRe" c'arono iTiburtipi., e gl 'alert popoli ÇîbiutU comgagniad cfleriiberugouernandofi Гш ¡, ciafcuAo diefli amodo dt Republican fenza hacer dipendenza da verur. o, fe-, non qua n ro richiedeua l'amici t ia, e fca. bieuole cófedf ratione fra di efli Latiui perl'intercffi commuai ,e percio con* (truarono íempre nell'aiwenire la coflu manza antica di ragunarû que Ш populi fecon- Libro Seeon do 47 fecondo il biíogno i confeglio nella Гa. crafciua di Ferentino á fimih'tudino delle Gittá della Grecia , !e quali haueuano frádüoro vñ Concilio generalo chiamaro A mfittionico. Regeafi per tanto la Republica Tiburtina da ñioi Senator! , che per i( buon gouerno di effa rsgunar fi íoleano R efi<-en« in vn'ampio, e (ontuofo palagio , di cui ¿* as™" fino á quefti vltimi giorni n appariua- tor] Ti- * no veOigia ne i contorni dell'antica col bnreinj. ieggiata di S. Paolo ,oue horacen ím. pareggiabile hbçralitâ del Eminentifsjmo Cardinal Roma ergefi vna fabrica.» del Seminario de Chierici da lui con Г5ma prudenza inflituito,e con pari vigi- , lanza regolato. la quale e per la maeftá dcll'Edificio non cederá punto ali'anti- Serainache magnifieenze, e per la commoditá T,bur dell'habitatione verra inuidiata fin da i 1 *' Colleggi Romani. Quiui dunque vede anfi alcuni fragment! digrofle colonne brugiate, che foflencuanol'ampi,& lua ghi portici di queño Palaggio , le cui volee fu ron o fatte fabricare da Marco Turpilio , & Marco Popilio all'hora_» queftori, o Cammerlenghi della Repu blica Tiburtina > fi come ne moftra vna aл- ' 48 HMarte TibuH'me artica inícrittiotie , quiui d'iotorno rítrouata,çhe с tale. ч m. tvrpilivs l. f. M. POPIUVS M. F. Q. FORNICES DE S. S. F. C. E doï marmiritrouati gli anní adíetro in quefto medefimo luogo fanno chiara reíh'monianza deli'antica fituati one di quefto Palagio, in vno de quali á gran caratteri quaíi d'vn palmo l'vnov' era fcritto. S P, Q TIB V RS Ее nell'âltro v'era incita LLOCVS SÉNAT, Qui- Libro Seconds ¿m Quiui i fcmpiterna memoria regifirane marm i! fenato Tiburcmo l'heroiche attioni defuoi Cictadini , & bencmeriti della Republica , fi come nella medefima_. piazza n' appariua vn íomiglianteáfa uorediCa . .?.<'. . . ЮР© ...i/ tío Tiburtino huomo veramen te heroico , e fegnalato il cut merito, e valoré '. . affai chiaramente . fí dimoftra nel • . •\ : • " Qnefto Mermo Autorc., • „¿ra C.Popilio /0 Hiflorie Tiburtius С. Popilio. С. F, (^Vir. Caro: Pedoni. Cos. Vif. Viro. Epulón! Sodali- Hadrianali. Legar о. Imp. Casfaris. Antonini. Aug. PH Pro Pr. Germante. Super. Et. Exercitus. In. Ea. Tendentis. Curatori.1 Oper. Publicor « Praef. Aerar . Satur. Curatori. Viar. Aureliae. Veteris. Et. Nouae . Corneliae . £t . Triuraphalis. Legato. Legionis. X, Freterifis. A. Cuius. Cura. Se. Excufauit . Praetori4 tTribuno . Plebis . Q¿ Diui . Hadriani . Alig. In. Omnibus. Honoribus. Candidato, ïmperatori. Trib, Laticlauio. Leg. ill (' Cyrenaicae. Donato. Denis. Militaribus , A« Diuo. Hadriane. Ob. ludaicam. Expeditionen!. X. Viro. Stlitibus. Iudicandis. Patrono. Municipi, Curatori. Maximi. Templi; SENATVS. P. CLTIBVRS. Optimo. De. República. Merito. .. > Accreíce- Libro Seconda'. jt ^ccrefceuano il dcroro del Senato Tiburrino i diuerfi nobili Magiftrati, che in quel tempi (icreauano per il buon go nerno della Republica ,frá quali erano i Pretori, i Decemuiri,i ТпитшгЫ Quatrumuiri, g] tidili, i Sopraintendentî degl' Accquedotci, & altri,chr per breuitâ rra].ifcio,come dall'antiche inícrittíoni,che_, fono jerque ttâ.'Cittâ chiaramehte fi raccoglie ; с del Pretore Tiburtiho n'apparifce memoria appreffo Bolfena di quefle tsnore* L, ..«. , Cand « in ftalia , Volfínierífíum. Patriar. Süx Item. Ferent. ET. TlBVRTIVM. Item,, Cobo . Jtalicenf • in . Prou? Bostica , Praet, Etrur. XV., Populor. Sacerdoti « С aemnentiura. M. Heluiu«« M. F . Clemens. Arnenfis , Domo • Carthagin , мaе/. Eq, AJae. Primae Cannanefatunv Praefídi , Saucliff, Et. Rariffimo. Cura - Agente , í . Aconio. Calillo, Trib- Mil. Leg. XUI, . D i " Ser; '$£ Htßorie Tiburt'mè Seruiua il magifirato di diece huomi« ni chiamati Decemuiri .per decider lo caufe, e terminar le liti, alia quale dignicâ non fi promoueano fe non perfone di molto (apere , edifommaincegritd, & cfpcrienza,come furnogiá Publio Mummio,e Torquato Nonellino,lc cui infcrittioni poflc in Tiuoli qui oб regiftro, poiche parmi douere euer fofficiente in pro na che vi fufle il fudetto magifirato la fopranotata infcrittio ne di Caio Popilio.io. cui verfo il fine leggefi efler ftato quel' huomo vno de Decemuiri per giudicar leliti. Apparifce il Magifirato di quattro tiuomini prudenti,ch'ruueano la cura de luoghi publia', degl'edifici,e d'accomodar leflrade nella feguente inferittionc* pofta nella volca ,che cuoprel'antica via Valeria nella vill a di Mecenate , auanti hoggi la porta delfvago,« deliciólo Giardinode i Tobaldi. £.OCT libro Secondai f$ J,. OCTAVIA*; L" F, 3 VITVLVSJ с rvstivís. f: 6 FLAVOS. ITER. I.III, vir; . D. S. S. VIAM INTEGENDÄM \ CVRAVEREJ Il raedefimo dimoflravn marmoaffïïfo nella via del colle in vo antico edificio chiamaco Corte de Conti, ncl quale cosi leggefi. L.NONIVS.L F.PANSA.TVL.' TVLL7VS.TTL. F.IIlI.riRJ D.S.S.F.C.C.MA¡NIV3C. F. • l. M^GILIVS. L. F. ITER V M. D 3 casi 54 Hißorte Tibftrtine. Cosí ancora ¿ella podeftaEdilicia , e 7,refeitura degl' Accque dorti fá chiarauteíiimonianza vnmarmo antico appref. Гo la Chiefa di S. Vmcenzo in cai cosí ê feritto. C. TíiRENTIVS. VALONS. III. V IR. JS.DIHC. POT. Q- Q. S AL. PR£F. Rlrl. SVPEÄNI. PATRONO. M VNl C. Ne vi mancarono per i giuochi.eYpec tacoliá fine di tenerela giouentù tfercitata li fontuofi Amfiteatri , le cui reliquie ftirono disfatte da Pio SecondoSommo Pontcfice per íahricarui la Rocca, ch&> hoggi fi vedcjcome riferifee Pirro Ligono in alctrni íuoi manoferttti. Tralaício per breuitá dt narrare li molti Colleggi di van; Artefici, come di Orcfic!,Fjbn& aitn , che erano in Truolir.de quali fe ne vedono sparfe le memorie in diuerfi marmi ancichi, e per cagioue de'eftmpio uc porro vuo folamen Libro Sicondol 55 te ritrouato appreflo laChiefa di S. Leo* nardo, che dice cosl. ort в яг to': F. COL. FkVSTINO [ADVOCATO FIS. CIPÄAE. F. FAB. PATRONO. MPNICIPI . COLLEÇ IV M FABRPM TIBVRTIVM OB MERITA! L. M. S. c: E tanto bafli hauer detro per hora intorno à quefia materia, effendo hora mai tempo di tornare à profeguir l'hifloria-, ch'habbiamo tralalci?ra. Intefa dunque dal Re Tullo Ja deÜbcratione fatta dalle genti Latin с di noru. D 4 voicr Tullo Rè moue_, _ fatlaî.'*1 Segue la pace_*. *e Latri cen Anсо Martío Re. 5<S HfßorieTibariint roler fortoporfi aU'lmperio fuof moflo contro di loro la guerra,& i Latini di cid prefaghi f'erano giâ all'armi prcparaiiihauen{*° creato nel fodetto Concilio loro Capitani Generali Spurio Vecilio Lauiniefe, & Anco Publicio Cor ano, che fi pud dire attioenre de Tiburtinwpoiche Core fù edificata ds Corace fratello del noftro Tiburtojcome viioîeSeruio ne i Comen» di Virgib'o al fettimo deU'Eneide. E perche in quefia guerra non feguirono mai ftragicrudeli , neconflitti degl' ei'erciti, ma folo femplici fcaramuccie,& feorrerie non fù cofamoko malageuole ï! ridurre quefii Popo! i alla pace , íaqti île fù ftabilita neli'Anno quinro d'efla guer ra,comefoggiangeil medefimoDionifio & è la prima,che trouo effer lbta fatta_, frà i latini turti,& i Romani, fe bene non fù molto ftabile , perche effendo indi X nô.molto tempo morto :¡ Rè Tullo Нoftüo ftimarono i Latini non eíTer tenuti i cfleru2r le Ieggi della pace id Anco Maríio fao íucceíi'ore,e perció comiociarono ^ depredare, e danneggiare il paefe Ro manojperil chefù forzato Anco di porre incampagna vn groíío eíTercirocomt, feriue l'ifteffo iDionifio nel detto libro cerzo Libro Seeonbó. Î7 'terzo & in qucfla maniera i Latini fi rtrarono addoflovna guerra , che non fofo riufci lunga,ma molto per loro dannofa, poichevi pcrderono gran numero do combattentt, & alcune delle loro Cittá, icuiCittadini furono fatti habitare nel monte Auentino da qucfto Rè aggiunfo alla Cittá di Roma,fecondo Liuio nel detto libro primo. Terminoffi finalmente quefta guerra-, con la pace fatta la feconda voira сo Ro mani , ma doppo la morte de! Rè Anco fù da efli nel tempo di Tarquinio Prifco violata,che pcrciô vfcito con vn efercito formidabile in campagna, diede il guafto à gran parte del paeíé Latino , e s'impadroniiràl'aître delia Cittâ di Cornicolo, la quale con atti di hoíulitá É¡eriffimi,co me narra Dionifio fù da Romani pofla à ferro, & à ftíoco. Si effacerbarono percio gl'anîmido Latini talmente,; che ragunatifi á Conci lio ói Pcrenfino concordemente ftabilironod iiïîpiegare tune le forze loro â dannjde Romanij laondchauendo efíi con ogni celeritá ammaífato vn efercita podtrofo coraggiofamente inuiafero la campagna Romana; oue fccero vn grof'• t fo 58 W/torieTtburtine. ío bottino.e prefa di moltiffimi priggïoni & eflendofi pofcía venuto dall'vno e l'aitro efercito alla battaglia fifoflenne 1« pugna con valore fi pah , che non fi po¡ teua difcernere á quai parte la vittoria i a clinaíTe, ma nel fine ella fi fcoperfe á fauo re de .ñomani di modo, che fcnue Oioní fio nel detto libro ccrzoche atterriti per cióalcunide Popo/i Latini fpontaneaPopoliFi mente fi Coteo tnifero all'Imperio Romadi camerrao fi ré dono a| Komani . . LatiiiiTo fcani.eJ. Síbineü . no,c Яие& &гoпo i Fidenati,e Camerini, & alcune altre Caftella, e terriectole; in« tefo cío da i Latini dubicando, che gl'altri nonCeguiflero queft eflempio, eche-» mancando di íbrze nonfufiero neccífitati à render tutti vbbedienza á Romani, intimarono iubito il Concilio al folito luogodi Ferentino, oue determinarono che in ciafcuna Cirtâ;e Caflello de Latini fi iaceife tcel ta d'huomini atti alla guer ra.e fi fpedifl't.ro Ambafciadori à i popo« H Sabini,e Tofcaoi per far con loro lega, c cófederatione, à fine d'hauer il foccorfo da efli in quefta guerra,& eflendo cosí ftato efleguito.acconfenrirono volentier¡ i Sabini alia domanda de i Latini, promettendoli prontamente l'aiuto loro , e cosi anche nípofero cinque de Popoli ' Tofcani, « (f. * Libro Secando. 59 Tofcani,che furono,¡Chiufini,rAretiíii, Volterrani,RotTellani,& Vetulonefi.che doppo molt'annifurono chiamati Viterbefi. Hifuere. Dice Diomfio, Ciuíini Aretiai, V o/atcrrani, T^ujfellam , Vetulanttnfes. Ec hoggi giorno ancora fra i ^ictrbeíí, с ВепенЫё Tíburtini con affetto reciproco e fcam- Z¿¡^IC* bieuolezza de beneficij , viua fi cooferua la memoria di qutftacófederationeímo do , che e gl'vnie gl'altri fono Cictadini dell'vna, e l'altra Cittâ, e orne tali fono fcambi<?uolmente ammeffi a i raagiftrati, & alrrc cariche publiche. Rincorace dunq ie le Republiche del Latio per queda nuoua legade Tofçani, e Sí bini aííaiirono с ó maggioraokno da più bande i Romani, con i quali più e piii voite fi batteronoi ma finalmente, il valore, e la fortuna del Rè Tarquinio Prífco . ridulíe á rale iPopoli Latí ni chefurono neceffitati chiederpace, e confederatio- tr¿ vieer« belie Tibartini.. Terza P* ne á i Romani, dalli quali fù la rerza vol ^Д, ta conogniforted'vrbanitáaccettataín j^tini. modo, che niuna delle Citcá pati danno di forre alcunarimanendo la libertá di ciafcheduna di elle intatta come riferifee Diomfio nel detto libro terzo con cali parole ¿o íiiffork Tibmtm*. parole.Ä«? Romanus 4gro$ fuos Latinis frutndos& Ctustates,fuo quanq. iure vti permtfit. Perfeueraronolúgo tempo i Latini in quefta pace,& amicitia con Romani, poi che Tarquiniofiferui dell'aiuto loro iil. raolte guerre , come narra Dionifio e_. doppo la fua morte molto maggiormente fi continuó con ¿eruio Tulho fucceíío re di lui, efsendofi mofirato fempre amiciffimode Popoli Latioi, con i capi dt* quali vfaua gran familiaritâ, e ftrettezza come nota Liuio neldetto primo libro« Jnttr proceres Latinarli, cum quibus publ'cepriuattmq. bojpitia de mduftriatunxerat, Màpiùtlrcttamerite conucrfaua_* Villa di con , Tiburtinihauendo egli quiui vna_» Trillo*. Re dt-. Romani и Tiuoli. vaßa edelitiofa villa fituata in vn monte vicinolaCittd, che ahbracciauala valle al monte foggetta e chiamofli dalfuo no me |a parte montnola Seruitullia , e la_Vallo Tullía , licui nomihoggi ancora quefhluoghi ritengono , fe bene alquaa to dall'antichitâ corrotti,poiche chiamaíí il monte S eruKola , e la Valle Tru>« g!ia_. . ". Paflô pofciâ queft'amicitia de Latini con pari cornfpondenza ¿ Tarqninio Ц ; .; fuperbo, Libro Secondai 61 fuperbo,che cotila morte empiamento daca á Scrui Tullio too (uocero l'occupo ¡1 luogo & i! Regno ad inftigatione di Tu] lialuamoglie.efigliuoladell'iftefso Setuio Tullio э lacuifceleraggine farrdper fempre abomineuolcpoiche vedfcndo ella li regio cadauero del morco Padre* , che inuolco nel proprio Tangue giaceua eella publica via,ofó со crudeleá più che da fiera paflargli fopracon la fuá Carrozz a; Onde per queíta, e per il goucrao tiranmeofù fempre grauemente Tarqui. fiio da i Romani odiaco,di che egli benif«¡ fimo accorgendofi,procuró di ftrc tramé* ce venirfi con iPopoli foramen > e prin cipalmente con i Latim i fine d'hauer queflii amici fempre pronti á fuoi bifogni e per ftabilimécomaggiore di quefto rao difegno có vna lunga oratione da lui fac ta à tueco il сo ncilio de Latini ragunato al folito luogo di Feren tino ottenneche íl confermaffero con giuramento di cia> (cheduna delie Cittâ del Latio le cpnditieni e pattï delia pace gia per l'auanti fta« шНсе frai Romani, e Latini , & aggionfe in olere a quefta lega tutti i Popoli Her« nici, e doi de folfci cioè gVEcceatraûi,e gVAaziati. Et aceto Crudeidj * 5ffi¡ Tawniinio Super bo , con "° llca~ ^ R&j iu0 padre •- бг Hifforte Tiburtine l .• Et acciô qucfti Popolicô la reciproca cô uerfatione fi eonferüaflero nell'auuenire più Erettamente in amicitiaje p>ù fonda«amente fi ftabiliíTe la fudetta lega л fù à perftiafione dell'iftelio Rè nelmdhte Al ban«t vmbelico di queíh PopoJi. й nomo e ípeü commune de Romani, Latini, Volfcii e Hernici dedicato vn tempio ia ' honore diGioue latíale, doue tutti que.i fli Popoli,che afeendeuano al numero di quaranta fette in alcuni giornt dell' Anno come riferifee Dionifio nèl detto hbro quarro'fi ragunauanoá far íacrificij , fefie: , ficre, e conuiri, fopra de quali íoíennitadi eraui vh capo, e fopraintendenre. che çhiamaualî Pfafiffus Latinarur» feriarищ & appunto in vn marmo an ti co, doue fono notatigli yfficialidel terapio d'Hercole, che hoggí lerue per piedç íbílo di vñadeHe ftatue egittiache poflç relia piazza di San Lorenzo , faíümentione mentione dVnTiburtinochiamato Seuiro , che hebbe quefta Çarica.e Тoрге intf ndehza'dellc Fefte , & ficre Latno. come nt) fine di efíainferimone filegge,i| çuucnore с tale , Q. Pompe, 1 , f Libre Swnitf. Q^Pompeio. Q. F. Qui. Senecion Roicio. Murenac. Cœlio. «Sex. lulio. Frontino . Silio . Deciano. lulio . Euricij . Herculaneo . L . JLuti© . VibuJJio . Pio. Auguftano . Alpino • Bcllicio. Solerti. lulio' Apro . Ducennb . Procub . Rutiliano. , Rufino. Silio. Païen». Valerio. Nigro .CL. Rufio. Saxa. Amintiano ; Sofio. Prifco. Pontifici. Sodali. Hadrianali. Sodali. Antoniani.1 Veriani . «Salio . Collino . Quaeftori l Canditato . Augg . Legato. P R. P R. ACixPrctori. Soi-tito , Praefeâo.Alimentorum. X X . Viro . Monetali . SßVIRO . PR AF. Feriarum . Latinarum . Qj Q • patrono. Municipi. Sa/io. Curatori ,Fani. H.V. CI Viue- ¿4 Hiftonetiburiint. Viueuano in Comma quefti Popoli fri di loro intalguifavniti , che ftimauafi efferla loro lega,& amicitia diuenta indiffolubile. Maichi non sâ che l'interefle , e maflime di ñato è fofficiente, á disfare qualfiuoglia nodoancorche flrettiffimo di be flabilita confederation? Poiche emendo i R omani lotto !a feorta di lunio Bruto, e Tarquín io Collarino primiloro confoli fotrattefi ildurogiogo della foggettione de i Re con hauer di Tarqui— feacciato il fuperbo Tarquinio perla viпюьврег 0]enza vfata daSefto fuo.figliuolo á queld°ifóma 'a^amo^a Lucretia,& hauendo egli per la niftifcac- fuareinregratione fperimentato in vano cuto • l'aiuti di Porfena Rè de T»fcani, procu ro per mezzo de Ottauio MurnlioTufculano fuo genero d'hauer il foccorfo de Latin !. Qu. fío ве] Concilio generale de i Popoli de' Zatio con tal'ardore,& energta, e con quelle raggiom',che li veniuar.o irggr rite daü'interefle , & ambicione d'effitr genero di vn Rè , e Rè de Roma« nifolleuô di modo gl'animi de i £atim,e fè che egilno fcordati aflfatto dell'antica amiriria de iRoaiani,ferza punto hauer riguardo à quelle leggi di çoar'ederationi, • chç Libro Serondo. k 6j che irá di Joro furono con giuramenro ftabilite i vnicamente dctcrminarono di moucr l'armi loro conrro de Romani , e far f srltimedi potenza per rimetterin_. pofic fso del Regno il difcacciato Rè. Fu quefta'loro delibcratione nelTudetto c6« cilio con giuramento confermata, e fot. cofcritta da ciafchedun Popolo del La tio, eparticoíarmente da i noííri Tiburtini , come nel libro quinto lafció feritto Dionifiojil quak per isfuggire li ranimarichi di quefti Popoli. che nelle pretenfioni delle precedenze fogliono nafcere regiflrö i nomi loro ftcondo l'ordinedel l'Alfabetocome fiegue. In hocfcedus nomina dederunt Norbani Ardeatm .n л. • • P*aent(unt Aricini Pedant Souillant Querquetulani Bubttani Satrieani : ^Cprani Seaptenfes Cornetani Sctini Gabini : JLaurentini TIWRTINI Lanuumi Ttiiini Lazíinttnfet Trebiani Labicani Tujculani Vel'tttrni. Nommtani E Sidiede ' Popelií couegani a ftuore di TarquinioSe perbo. иепКг) * ne Latine veríoiio ro Mari*i' 66 Hifiorit Tihurthe Si dieJe dunque principio per parreJ de Latini alia guerra contro de Romani con alcune fcorrerie,ma nel confolato d* AuloSempronio Atratino,e Marco Mina tio fectfi fíá ii loro vna fofpention d'armi,nel quai tempo apparue più chiarala coflanza delje donne ¿atine ,che delie.* Romane, poiche fendofi publicato ban^sc ,cclt0, * ,n aг°кпo tanto delie ^onne Romane maritate ne i L itini , quanto aile Donne Latine maritate net Romani di tornar ciafcuna alla fua Patria le Romaneiiibito ciointefo abbandona сo i figli , le cafe , & i mariti , fe ne ritornarono i Roma, mà non gíá cosí fecero le Latine, le quali Capeado beniffimo d'ef 1er fm'alla morte ftateelettt: con forti de i loro mariti tanto ne i prosperi , quanto oe i Siniftri auuenimeti conftantemente., cutre raor cheduefole perfeueraronoâfta re con i loro Mariti, come notafi da Dionifio nel principio del Libro Seño. . £t eflendo finito il tempo della dettaJ Sofpenfione s accinfero i Latini alfefpeditione dclla guerra,fe bene non tutti con vgual' ardore, eflendo vna buooa parto di toro quafi pen ti ti d'efferft poiti á limit ' jmprcfa>ma rmcuoratipci daOrtauioMa mil to Libro Sícortdol 6f mílio loro Capitano.c con preghi с con raggioni,e con doni fi rifoMero vfcire in Campa gna con vn'eflercitoformidabile di quaranta mila Fanti, e cremila Caual1t. Erano allora confofi Romani Tito Vir gimo , & Aulo Poflumio , il quale per il buon Gouerno di qucfia guerra fù fatto JDittatore.cTttoEburio Helua Maeftro de Caualierhqueih hauend o rifaputo, che l'eíTercito Latino era per viaggio, fecero con iftraordinana celentá marciar dt noetc l'eíTercito !oro,che era di vériquattro mila Faoti.e mille Caualli.e fi fcrmarono vicino al £ago Regillo,hoggi detto di Santa Preflede , nonlungi da gl'alloggiamenti de i Latini: qui con tutee le for* ze dell'vno, с l'attro eflercito 6 véne alla giornata combattendofi lungo tenjpo va lorofamente in modo.che per la mol titudine grande de i feriti, & vecifi dcll'vna-. el'altraparte ,егэ dubia la Sutoria, la_* quale in fine fi certifico á prô deftomani; poiche fendo nella batraglia rimaii eflinti tutti i Capi de Latini, il reife della tur ba procuro con la fuga ridurfí á faluamen to, fe bene quefii íunno molti pochi riferendo Diouiúo nel Libro ícttimo che di E ¿ quaranta EíTercite de Latini d¡4omila fjntí e tre mila Ca, ualU . Eflercito Romano di a.tmila farti t_, mille Ca uaJli, Vittoria de Roma ni contra i Latin« . '68 Hißorie Ttburtini. quaranta tremila.ch'erano, appena fc ne faluarono diecimila, onde diiïe egli efler qucfla (lata la piu memorabil ftrage fino ä quei tempi occorto. Cotai fine hebbe la guerra de i Latíni e fù fi grande i'afflittione.e fi vniuerfalo tanto deTiburtini,quanto degl'altri Popoli collegati, che níuna cafa rimafe Ten« za piâto; onde per l'auuenirc iurono mol I to cauti â non dar l'orecchio á eonfeglt tanto pericolofi d'huomini appaffionatt che non hauendo altra mira, che al pro prio intereflè,poco, o nulla curano fe in di fia per feguirne l'altrui rouina. Per lo che hauendo i Volfct mandad Ambafciadori â i Latiní per far con eux legaàfinedigucrreggiar controde Romanñeglino tenendo pur frefca la memo ria dell'efito infelice della paflata guerra.* conduflero á йотa quefti Ambafciadori ligad ofter endo á Confoli contra de Vol* fei il loro aiuto, comefcríue Liuio nel z. Lib. delta prima Deca.narrando che in— ricompenfa di ció i Romani gratiofamen , .te reflituirono fenza prezzo venino a i LaHnuî- Latini Гс>m'1a dc > loro priggioni rimanberati da dando'i alie cafe loro tutti ben veftiti, e_» Konuni . condeceotcmentc adornati, & aggionge . ' . che Libro Secondo] 69 che quefto fù caggioncche il Senato До mano determinare di accettar i a pace, с confederatíone domandata da i Latini, la quale fù finalmeote Habilita coa le coa ditioni nferitc da Dionifio ael ííae del Li bre fettimo con le feguenti parole* . Romanis>& Latinorum Тoри/it omnibus mutил pax вfio dum Cf/«от. à" terra fia. tioncm eandern obtinent , & neutri alteris bellum infеrant, aut aliunde bofles miutant.net bellum injertntibus iter tutuau, prçbtant>èy bello infefiatit opemftrant to rts virtbus. prçiamq. at ¡poli» (quo dtuù dantfde prmatis contraäibus lites wdieh animantur intra decern dies m foro etus Populi, vbi centraBus isfaHnsßt,Condtti onibusfoederis nihil addatur,aut dematut biß de tbnfenfu Romanovum, & Latino* rum populorum omnium. Furno quefli pa tci,e leggi d i pace con fer m ate con giuramentodi tutti i Roma ni.e Latini, e regiñrate in vnacoionnadi bronzoicome teftifica Liuio nel dctto li bro Secondo.il quale dice cfler ció feguito nel confolato di Spurio Cafso , e Po« ilumio Cominio circa g!i Anni 265. dalla fondationediRoma, deiche fâ ehiara_» mentione Cicerone neli'Oratione in dite£ 3 ía di Capitula ¿íoní di j^^ft* \,uu¿. ' •jo Hißorie Tihmtine. fa di ComcHo Balbo con quefts paroí^. Cum Latmii omntbus joedus ШяmЪР. Cafíto , Fo/lbumto Cadmio COSS. quit t¿norat} quoi qmdtm nuper in Columns fnea memimmví po/t roftra ineifum , óperfiriptumfuiffe. Ma á pena s' erano i Tiburtin i per ral pace alquanto riftorati che diououofurono trauagliati dalli Sabini,che (corren do fino ail'Aniene diedero i! guafto â tutto il 1 oroTerri torio, sr d é do le ville e de , prcdaodo la campagna , quali pero furono coÜodifcacciati dall'eflercito Roma, no condotto da Auto Poflumio come ri« ferifce Liuío nel detto libro Secondo, ¡1 quale dice, che vnitifi i Sabini , gli Equ¡ éi i Volfci non Oioito tempo doppo tor naron*} á far ГШе(Гo,сoп danno grandi (fi mo del Territorio TiburtinOiedc gl'altri Popoli compagni circomuicini , e no confen tendo i ÄomanijChe i Latini con_. l'arme proprie fi difendeíTero,farooo di cffi con mortalitá grande dcncmiciliberati da que fio perieoío. Máperó non fi godé moko tempo l' otio della pace; poiche hauendo i Toíca ci , e maffime i Fcientani vnitifi con i Sabiui fatti danai grauiiïïmi ncl Territo rio dç Libro Secando] ft río de Romani, fu loro di mefh'ero chía* mar l'aiuro de Latini.e degi Hernici,con i quali Pubíio Valerio Confole ando ad e spugnarli.& occorfe,che mentre s'attendcua á debellare i Vcientani , fendofi gli Vo\íc\, & £qui accampati nelle Terre de Latini faccheggiauano ,e depredauano i loro Con fini , à quali efíendo i Tiburtim' ecini fi come patiuano piu danno , cosí furono piu pronti all'armi , onde eglino infierne con Гa lm Latini, e con l'aiuro fo lo degl Hcrnici , íenza partieipatione alcuna de Romani vkki impetuofamente in Campagnaruppero in modogi'Hernici i che impadronitjfi de iloro allogiameati , non folo ricuperarono lc robbe., loroi ma guadagnarono di vantsgio vna groíTiffima preda come vien norato da Li uio ne! derro Libro Sscondo. Menrre ancora dtirauala guerra de_* F'ol[ci, ÖiEquinel Anno rrccenrefimo primo della fondarione di Roma Appio Claudio, huomo famofiffimo , & vno de quei Decemuiri , che s'haueuano in_. turto e per tutto arrogato l'lmperio Ro mano fù rirrouaro morto in Careere po. flou i ad inli.ga tione di Virginio perfona molto ílimata frâ ia plcbe«per frauer cgli £ 4 tciiduto 7г HiflorieTibtirtinf. infîdiato alla pudicitia di Virginia fua fighola di bellezza incomparabile :in modo,cht perhauerlain fuo potere fententio la medefima, appartenerfi à Marco Claudio fuo Clienculo confuppoflo, che Virginia foffe nara da vna fchiaua di lui, per il che Douze!'*- Virginio non rrouando altro feampo per la Roma- fa|uar la ûbertâ , & honeflà delia rrtiiera per mano fuafiglolafù forzato in mezzo delia piazdel'Padre zaâ(cannarla;con dirgli quelle parole riferite da Dionifîo a libro vndecimo. Liberum te ; & baneftam filia ii Mines tuormn progenitorli mitto,nam viuïii ni tro borum tibi potitndum erat. Solleuo quefto cafomiferabile il Popo lo âsdegno tale, che toita ogni poreiii ¿ .i Decemuirifù Appio poflo ю Careare., oue morí di mano fea come feriue Liuio^ ne) libro terzo nella prima Deca , o dt commandamento de Tribuni delia pie. be, comevuole Dionifio ,e Marco Cla udio Clientulo di Appio , e complice dt talfceleragine fù condannato anch'egii in pena delia vita, la quale poi per bentgnitá di Virginio к f'ù condonara, &egli abbandonando la Patria s' ebife Tiuoli per fuo efilio. cofi Ltuio nel detto Libro terzo Marcus Uaudius aj/irtor Virgint* dio L Libro Seconda die dffîa dammtuss ipfo rеmittente Vir ginio vUimxm pœnum , dimsßus Ttbur «xulatum petyt. Perfeuerando tutta via ¡ Tiburtin i nella pace , e confederationefrà Romani, с Latinicenc'Anni fi ftabilita doppo i! fatto d'arme ai lago Regillo hebbero i Ro mani fospetto non mediocre dellaloro * alienatione, qusndo doppo la caduta di Roma Totto de Galli fennoni,e(!endo eífi forzati venire à battag' i a con i P'olíci lo ro perpetui, e fieri nemici, & hauendone i Romani riportaro gloriofa vittoria fj. ronofrá li prigíoni riconofciuti alcuni de popoli Lart'ni, e particolarmente de-, Velletrij e di Circeio, per il che giudicar, do i Romani efler flato queflo motiuo vniueríale di tutti i Popoli Latinideliberarono di mouerglignerra,come violate ri della publica fede. La onde i Latini per ísfuggir fimil tac. cía, e non incorrer nelle ca!amitâdella_. guerra mandarono Ambafciadori à Romaot per rapprefentargli non hauer quei I foldati Latini milicato controdi loro со publico cóíentimento,má di priuataloro volóta,& ádirglialtreraggioni,perle qua Ii cul Amba— di'veîlctri, afpra mèn e* mtrau da Roma Amba-ч íciadorj ni hono* nctatida Remani, 74 Hißerte Tibu rtini effi rimaneflero fincerati. Mâ da gH Ro mani à molri di quefti Fopoli nonrurono ammeffc le fcufe,& altre loro gíuftificationi, с parricolarmente à i Circeienfi , e Velletrani , quali nè riportarono di vanragioaspre rispofre.come notaLiuio nel k'bro fettimo delîa prima Dcca mi. Vercosdtmdies Latines , & Hrnicis fimul Celants Cnctienfibus , t*r à Mellstrtspurgantibus Ci Volfà crimimbelli , capttuos^ repettnttbus , <vtfuis legibus m eos animaâuertennt , ttiftia vespcn¡a rtàdita. ííeftarono pero i Romani molto appa gati delie ragioni addotte per parte de_, Tiburrini daüi ¡oro AmbafciadoriWa on de volieroiche con publica fer ittura fiûcí iTi рiкк al Mondo, e l'innocenza de_* Tibur£ini,e l'smore,che effi verfodiquel conferuauaoo.Ia quale fù ferina nel Té P10 ^ Caltore in vna Tauola di bronzo âdicinquedi Maggio .intorno al Anno trecentefimo ítllagt fimo ottauo dc!la_. fendatior.e di Rom?, e terzo doppo la_j prefadella medeûmada Galli Scnnoni, al chemrei uennero Lucio Cornelio , & Aulo Manlio, Sello GiuliO,e Lucio Pe f u mío, quali oqueft'Anno, ô l'antecedente furono Tribuoi militan con la potcfii Confoiarc. Kpor- Libro Síeoniül 75 Riportaro йo f Ambafciadori Tiburtini con giubilo grandiffimo alia loro Pa tria quefta Tauola, oue furono con quelia dimoflrationc d'allegrezza , che fi coa. uenia riceutia dando la fudettafcritrura_, come cofa graue , e Tanta in euftodia à i SacerdotidelTempiod'Hercole. Epe- » ' v rô non с marauiglia, se 1 A m paffati fuffe quefta Tauola di bronza erouata nel cauare i fonda menti d i vna cafa vicino al ia ßaßlica di S. Lorenzo giá Tempiod' Hercole con vna Teda di marmo á canto che dicoao effer ftata dc4 Dittatore Ti— burtinoipoiche foleuano le RepubÜcho jjb"°r del Latio,comt la Romana ne bifogoi lo- n<J _u,u* ro creare il Dittatore, fi come fi legge in Limo oel detto libro fettimo.che tu creato da Tujcolo il Dittatore per discolparc il fuo Popolo appreíí» i Äoaiani dal medefimo fospetto della violara confederationç. Il Tenore dunque ddla detta Tauola di broiizo è tale. L COR- уб HifiorieTihurtine. L. CORNELIVÍ. С. N. F. SEN. CON. A.D.' HI. NON. MAIAS. SVB. AEDE. KASTORE. ScR. ADF. A. MANULS. A. F. sEXJrurs. L. wtfrmvS. S. F. QVOD.TEIBVRTEÍ. V. F. QVIBVSQVE. DE. REBVS. VOS. PVRGAVISTIS. MA. SENATS. ANIMVM . ADVOÄTir . . : 7rA.VrEJ.AEQVOM.FVlr. NOSQVE.EA.ÍTA. AVDÍVERAMVS. VT. VOS. DEl XtSTIS. VOBIS NONTI ATA. ESSE. £A. NOS. AN/M \M. NOSTR VM. NON.lNDOVCEBAMVS lTA FACTA. ESSE. PÄOPTFREA.QfOD. SC1BAMFS. EA, VOS. MERITO. NOSTRO. F/4CbRE. NON. POTHSSE. NEQVE. VOS. DIGNOS. s¿Sfi. QVfii.EA FACERETIS NEQVß ZJbro Seeonbôl 77 NEQVE.IB.VOBEIS. NEQPE. RRTPOBL/CAE. V05TR¿E. O/TILE. ESSE. F ACERE. ET,POSQVAM.VOSTRA.VERBASENÁTVSAVDIVIT « TANTO. MAG/S. ANIUVM. NOSTRVM: JNDOVCJMVS. ITA.VTEI; ANT&.ARBITRABAMVR. ÜE.EIEIS.tEBVS.AF. VOms. PECCiíTVM. NOS. ESSE7 QrON£rE.DEEIiIS.REBVS. SENATVl. PVRGAT/, ESTIf. GREDMÍfS. VOsQVE. ANIMVM. VOSTRVM. WDOyCiRE« OPP ORTET. ITEM .VO S. PQPVLO. ROMANO. PfRGArOS.FORE,1 . . . Pcrfe- Antio , Velletn. na con ot'oiuoi Caßelli, fidàa'Ro тШ. FVentin di cimpa gha. pic. fo dá' Ro 1113111 ' 78 Hißorit Tiburtme Perfeguttarono pbfcia i Romani mol< tiPopo iiirini come violatoridtllaloroconfederationc , efrâglialtri Antio , Vellctri,e Pelleftrina.quale doppo hauer virilmente íoftcnuto la guerra - ekaffedio f¿ infierne con otto foot Caftelli coftrettaârenderfiâRomani:doppodiche pro teftarooo ael Anno $9$. dalla fondatione di Roma.la guerra contro gli Hernici,de quali fe bene riportaronola Ksttonanon tu perô per loro molto felicejpoiche co me narra Liuio nel libro 7. della prima_. Deca vi perderono vn Confole , e mottt ca pi di guerra,per lo ch.- tornarono l'anno feguenre di nuouo ad infeibrli.e non_. troujndo rcííftenza di forte alcuoa,s'irr>padroni per forza di Fierennno luogo del Dominio degi'Hernici.enelritornare d Roma inuiarono 1'eflVrcito per la via Anagnina à fine di paflare per la Cittâ di Tiuoli . 11 che incefo da i Tiburrini , fii con gran eeleritá inrimato il Renato, oue fiando eglino fospefi, & irrefoluti in de liberare qtiellojche in ft graue vrgenza_. far fi douc iTe, vnode piÙJtimari Scnatori cosí parló. Non iiimo in termine, ô Cittadini di coafomarc il tempo in Confulte.poiche anana LibroSecondo. 73 auantí i che noi hauremo deliberate di quello fartbbe espediente,g¡á i Romani faranno dentro di Tiuoli . Ne i pcricolr cftrernièneceflario pigfiare quelle rifolutioni, che fono piü á propofito per isfug. gire ilfopraftance male , ancorche polli no poi caggionarne vn alero futuro, E pe ro fono di parère, che à Romani, ô vengano come amici , o come nemici fe li chiudanole porte della Cited, <& onninamente fe Ii vieti il paflfo , poiche ( foppo* ni imo , che ventffero come amici ) e chi potrà refifiere,e tenereâ/reno l'ardirc.e la baldanza di vn'efferciro v7ttoriofo,e di vna íoldatefca tanto auuezza á depreda re, e tanto pronta alle violenzt ? e quai' ingiuria, qual'danno, e qual'infolenzi no farreffimo per patire,fe foffimo tâto flolti ad introdurli in cafa?Mi dirrete.che fe roi li chiudiamo il paflo , venimo à rom per le leggi di quell'amicitia , che tanto chiaramente pro teftaíTimo i Romani giâ venticinque annifono ,5г effiánoi , del che hoggi ancora frefea fe ne conferua la memoria nel nofiro Tempio d'Hrrcole, с per confeguenza haueranno i Romani raggioneuolecaggionc di mouer cort ero di noi vna fierufima guerra . Eco vi rtspondo Paro!e_, di vn Tiburcino in Confí glio per impedirе il paflb à Romani. So Hi/torie Tiburtine. rispoodo effer minor male , il temer la_> guerra lontana , che parir la prefente , e non eifer akrimenti i primi noi , mafi bene i Romani á violar le leggs dell'amiCD, da cni non deuonii chieder cofejche li part onfcano fospetto, ne meno deuefi an dargliin cafa armato.e da nemico. Ditcrniqual necesfità sfofza i Romani dî tornará Roma per quefta ftrada più lun- * ga,&inufitata ? (e non per feguitsrla Vit toria^ la fortuna, e paffar da vn'imprefa a!Гa!сгa,& impadronitifi di Ferentino divenir anco fignori di Tiuoli. с chi non_, vede che loro ad akro non mrrano,che à poco d poco foggiogar i Popoli , & inftgnorirfidel rutto ï fperimenrandofi pal« pajilmente, che vanno esquifitamente., cercando ogni picciola occafione per partirfi dell'amico. Voi hauete vifto quel che fecero ad Antio, Vellern', e Pelleftrina,e finalmente à gl'Ht roici, & hora à Fe rentino.E quai tempo farria più per loro opportuno di quefto per forprender Tiuoli lotto pretefto d'amicitia ? farrebbe_> foriï quefia Cited la prima prefa in quefta maniera ? mancarianoforfi modi , e raggioni à Romani di far poi appanre al mq do efter^îi cosi ftato leciCO?Jo quanto à me Libró Seconde 81 тг tengo per fermo , che quella loro aсcoglienza , che giá verfo di noi fecero, e di cui tenete voi tanto conto alteo noru. fia ñato i che vn íímffimo flratagemma_>, poicheeflcndo eífipur troppo prattici delle nqfire forze,e peritia nell'armi.non parue loro ben facto il romperla alio/a^ con'effi noi,per non haucr tanti nemici, e fi potenri intorno , e perô vollero fotto preteftod'arnicitia,e publica dimoftratione tener ne afficurati, & in buona fedo , ña tan to, che fneruatc, e fminuitc le for* 2C de nofiri vicini. e comparai , noi príui aгТдссo d'ogm íperanza d'altri aiuti foraflieri , hauefllmo vn giorno á cafcaio fenza riparo fotto la loro tirannide,qual giorno parmi o Tiburtini-miei , fia hoggi per loro gionto fe non vi faprete guar dare. . Sirifolfero 4 quelle parole i Citradini J/jJj"? d'apparecchiaríí alia difefa onde licenti- {ncgjio ц ato il Senato ferraronfi di repente le porte de Ha Gittà, fi diede a! l'arme, ü corfo alie mura , с dimoftra ciafeuno nel fembiante.ch'anzi la vitadarrà , che l'adito á iKomani.Gióti quefli âTiuoli,e viflochi uía 1 étrata,&il tatto bé fornitoie bé guar dato Üimarono nô efier íépo oppprtuno F di burtino. Porte di T^d'nft *¿ g^roa nj. • : , 8г HißorieTiburtmt di far altro tentatiuo ,má ritornatí à Ro ma riferírono al Jenaro quanto in Tiuoli gl'era occorfo , e dall'altro canto non., mancarono i Tiburtini di mandará Ro mani Ambafciadori per dolerfi del terrore, «ípanento che l'efiercito loro hauea_. fcnzaalcun fuo demerito meflfo al popo lo Tiburtinoitanto che «ra flato neccffitato di fare quel,che hauea fatto per afficurár la íalu te propria, e delia Patria , & all'incontro i Romani rimprouerando á i Tiburtini la poca loro corrifpondenza_, Romani verfo di еньргеГсгo quefta per buona oc« íneuerr° cafioncdiinn'marglí la¿guerra. fecondo, ¿J^Xi-"*henefcriueLiuio nel detto libro lettibuttini. moiui. Eavlttmajutt сaм/a, cum mult* Ante querimoniçvitro , citroq. iaSlatç effent , tur per Foeciaies bellum Tiburtt Pa pulo indiceretur , e fù percio da Romani crcato Dittatore Tito Quintio Peno.argomento chiaro della flima grandccht» di quefta guerra faceano , fe bene per al iora non vennt loro in acconcio di poter cerne defiderauano sfogar lo sdegno coa ero de Tíburtini,poiche hauendo effi rifa* puto, che i GaJiiSennoni, della cui fierezza conferuauano ancora dolente la me moria, s'erano auuicinati i Roma, fù loro dime* LibroS icondo. — 9$ ro dimeftieri riuolger l'animo da qocda-* imprefa, e procurar con tutte le íorze di retiñere á nemici fi prodi, e и* po.tenti. Sirallegrarono i Tiburtini fuori di mo do difimil congiuntura , poiche non Tolo non ternt sno d'efler mtanto inquietan , ma entrarono etiandio in fperanza ( gi á , che non gl'era rimado à cht ricorrerc) di poter congiongerfi con i Francefi per te ner in dietro i Romani; & appunto il ca fo.porto, che ¡1 penderá non riufcifle va. no, poiche come narra Liuio nel detto li bro fettimo s' accamparono i Francefi per la via Talara di lá dal ponte del nodro Aniene tre mtglia diftante da Äoma,& al Finco ntro i Äomani poferol'alloggiame* ti di quádall'iOello fiume , e fatte diuerfe ícaramuccie dall'vna , e l'altra parte per pigliare il ponte«finalmente vno de Galli di draordinaria grandezzadicorpocoa voce horribilein mezzo del ponte beffaua li Romani sfi dando ii meglio di loro á fingolar tenzone, con dire effex quedo il tépo &il Uiogoá propodto difarciafcu no chiara dimodranza al mondo del valo re delia propria natione, la cui voce non potendo íoffrireTito Manlio huomo di grae petto, chieda licenzadalDittatore í s ando FraoceG accampaj ti nelia_* via Sala-* ra di Ro ma. 84 HiftomTiburt'mi. ando virilmente ad inconcrare quelia tor re di carne , e con defirezza mirabilo fchiuando i Colpi del ncmico mortaltnen ce lo feri nel ventre; onde lieto, e baldazofo con la collana d'oro tolta dal mor ro Gallo intrifa nel di lui fangue ritornoC fene al Campo Romano, oue con fefta_,, e pompa militare fàgloriofamente riceate , e per dctta collana in La tino chíaManila mato Torques riportô Manlio il cognopercho medi Torquato! che duro poi per tutu foffe d«tto TorJ la fua ddcendenza. quato.c Et all' incontro pofe qaefla victoria^ ¡nafpettata aH'cúercito de Galli tanto fp* vento , che abbandonati la norte fegucnce gl'alloggiameati, con celeritâ piú che ordinaria indi fuggendo fi rícouerarono a Tiuoli t doue furono cortefemente a ceolti, с foccorí» .largamente divcttuoФ glía« Quefla occaííeae ad ambe le parti,che eodriuano Tedio con tro de Romani apri largo il campo al trattare d'vnir infierno le forze loro contro di quelli. ;E perche-» oue regna lo sdegno non s'ammette di mora, o maroma di confeglio , ma veloce mente íi corre ad abbraccîàrquei mez 2j, che piú fono proporüonati á far con» ", • « . feguire Libro Secondf. 9$ feguîre i! fine di eflb, che è !a propria dífeti,c l'offefa del nimicojfù in vn fubíto trá Galli.e Tiburtini ftabilita vna flrettiffima lega ,c tófedcrationc,il che fe güito vfeiro Lega*t" i no iGalli daTiuoli;accomiati alia feoper Jf.ancer • ta , e coa aflfetto indicibile dall'eflercito imttiM Tiburtino cosí Liuio nel fudetto libro, Gallorumtxtreitusproxima поЯе reitSit trepide tafins in Tiburtm agmOL*» atque indeJottetate bellifacia, еоmmеaШ que benigne ab Tibttrtibus adtutus move in Campaniam tranfierit. Rifaputofi ció da Romani fù per deli berarteme di curto ii Popolo decretato di profeguire la guerra contro de Tiburtini, e dato la dura della códotta dell'eflercito й Caio Petilio Confole. Li Tiburtini ehiamarono dalla campa Tiburtini gna in loro aiuto i Gallbdc quali cíTendo Sacchcf, eglino condottieri recero ne i Territorrj £>шo vaLauicani,Albanbe Tulcolani prede.e Гaс* C,K*« cheggiamenti crudeliffimi.come Coggiû. ge l'ifteffo Hiflorico . hd auorum auxilié cum G»Iii ex Camfanialredijffint foede popuiatiovei in Lameano , Tufcula** noque , Alban» agro baud aubie-t Ttburtibus iutibutfunt fufiae. F 3 fiche . 8¿ Wftorie Tiburtme. Si che per il gouerno di fimil guerra_¿ furono moifii Romani come in bifogno rtraordinario di creare ilDittatore.e que fio tu Quinco Ser uil io Hala , fendoíí per confenfode Senator! fatto vorodoppo il buon fucceflo di quefb guerra di celebra re in Roma giuochi,e fefte grandi. Vfcirno dunque iRomzni in Campagna con_> doi eiTerciti vno guidato dal Dittatore,e Taltro dal Confole , fermoffi quefh non lungi dalla CitDá di Tiuoli,rimar.édo qüel lo deí Dittatore pocolontano dalla portaCoilina diRoma , hauendo rifteffa diuinone prima fartoli T¡burtini;, poichc, effi refiarono alla Citrà per ricouero de Frartcefi.e difefa di fe fteffi, e quegli s'aua zarono vicino alie muraglic Romane,oue fu frâ î'eflërciîo de Galli.e quello del Dit tators con cuttolosforzo de Romani ávi Лa de Padri, e Madri, delie Donne, e de figliuoli attaccata la Zuña , in cui fendofi fatta dall'vna, e l'altra parte grande vcciCombat- fione, l'effercitode Francefi finalmente fi timcnto jjicde in fuga verfo la volta di Tiuoli, coвТргм» mc vnic0 ,oro rífugio,& effehdoli vfciti al fi.eTi-. cuoi Tiburtini incontro, furono cntram Luniui. binó lungi da Tiuohincontrau dail'efler CKO del Coufeie , crifpinti fin dentro lev mur* i Libro Second?. Sy mi!ra,come rifcrifce Liuio nel detto libro Magna vtrinqne edita cçde, auertiturtan dem actts Gallorum fuga Tibur, ficut arcem belh ga/¿icipefunt,palat' âCos.Petillo baud ргосиПЫиге extepthtgreífts ad oреmferendam Jiburtibut fimul сиm ys intra portas compeUuntun ózhoggigior noácoraqueftoluogo vicino áTiuoli per taleíh-agedeGalli.chiamafiGalfí. Trionfô perciô i! confolc Jctilio d'or- Deoení* ¿j"™*^ tenutal»* nel cero* *?.rio.di Twoíi- dine del Renato Romano doppiamento de Franceíbe de Tiburtini.Nö poceroao (oteóte quefli fimil force di trionfo conero di loro , parendoli effer fenza verun_. fondamento , e flúnaronoí Tiburtinifar torto alia fortezza , e nobilcá degl'animi . ... , Confole tr¡onta_, deFran-* "fieTiaustmu¡ J loro f per tema forfi delia morte ritener dentro à i termini del filentio, quelcheia ifcanco.e difefa d ella propria riputatione,e della Patria di pregio a (Tai maggtor* della vita palefar fi conueniua ; onde rolrandofi ádileggiar PerAio trionfante pro рaгo^ ruppero in quelle parole. Narra ôTù, <jc,¡f0rie che ti vanti tfefler di noi vittoriofo,ceme de TíDur ci hai vinto?sredi fe faiadditaril luogo do tini wa ne fiamo venutialla battagliaPrammenta fX-j^C quanto fudorc fpargefti, quai deftreZza^ onfmte . qual valor , с quai Oratagersma vfaflippr £ 4 vincerci S8 Hiftorte Tiburtine. vincerci? e quai fu quella ,giomata, itiS cui rimanefli fupcricre,& onde tu baldan zofo ne trionfi? fe dunque o Romani ГЬa uer fcnza combatter riípineo dentro le_, mura alcuni pochi TiWurtini, vfciti fuori per vederelafuga.e lofpauentode Fc&acefi , che indifferentemence da voi veniuano veeifi , & auuedutid polcia, che con tro di loro ancora vfauañla medefima hoñi!itá,da fe fleffi (i ricouerarono alla_. Patria) efel'hauer faKointorno le porte tiellanoftra Cittá qualche rumore ftimate gran íattOi& imprefa degna di trionf э noi v'aíficuriamo , che ci dá l'animo, & habbiam petto di fuscitar alie voflre porce vn taltumulco,che vi caggioaeràaflai uiaggior terrore.Cosi diceuano i Tibur tifti mentre eranocondotti nella folenne pompa trionfale , e con tal coraggio. & energía , che íhipito lo icrittore Padouano come di cofa degna di marauiglia_<, ne piúmai íucceduta, volle che nerimaneffe memoria fempiterna appreílol^ fue hiítarie al detto libro fettimo iui . Irridere VUtly IrmmpbumTiburtes..vbi eaira виm fteum acte conîlixijf: íffeSlatO' es pasteos f*g** trepiiatwntfque Gallortim exjra portas cgrtjfos , pcftquam tn fequoQHtßeri Libre Seconde] 80 quefieri impctum viderint, fmeûifcritn.ne obuios cçii ricepijfi fe m vibem: елт rem taumpho d'tgnam vi/am R imants > ne nimismtrum , magnumqut cenfeicnt tu— muhum exciri in hofliumBortis,maiorem ipfii treptdationtm ante m<xninf»*vifuroi. Si che, corne feguerifteflo autore l'anno fcguenre,che fùil trecento nouantefim» fefio doppo la fondation di Roma per vé dicarfi di tal'ingiuria i Tibuicini, (nonu pero con tutro ilneruo delioro eíTercito ) vcnnero di norte aH'improuifo ad affalire le mura di Äoma,alcui romore impauriti i Romzni , che fpenfierati giaceuano fepolti nel fonno , furono riscoffi à fuono di frombe, e di tamburí.che grids uano i eran fretta all'armi , e tutti corfi fffílt0 . colâ, doue u cemeua armarono per ogm f„ r¿t цт parte le mura; fcopertoíl poi conlapri- biirtini al nía luce del giorno,ch' era numero medí- le porte-* ocre di gente 2"iburcina,firincorarono,óí d' vícirono di repente da due parti ambit Confoii Marco Popilio lenate , fliGneo JVlanlio per difeacciare 1 Tiburtini, 1 qua Ii haue i .do ottenuro finteo to d'hauer at terri» 0 come difiero i ftomam fe no jornarono oo . Hißorie Tiburtine. tornarono alla Patria. Ne diedero i Romani a Tiburtin» al* tro trauaglio di guerra per tre an ni, à ca po de qualifurono fatti confoîidi Roma Marco Fabio Ambufto , & il fodetto M. Popilio lenate. Quefto ricordeaole dell' ingiuria riceuta 'in tempo dell' altro fuo Romani Confolato da iTiburtinî,!i mofle ímpetuno r 'i3'" oíamente centro l'eflercito ,à cui fecero conrro"! cgbno in Cempagna ccraggiofa relíftenTiburti-« «,ma finalmente furono neceffitati dintirarfi dentro laloro Cittd.timanendo il contado diTiuoligrauemenre depredato, e guafto t Centinuoíli pofeia ia guer ra da Caio Sulpitío Potito , e da Marco Valerio Publicola nuoui Confoli , cht* conduflero le loro legioni à dannî de Tiburrini,quaíi vedendofi contro gl'eflerciti d'ambi li confoli per eflercofa inufiitata « che due confoli mitamentes'i'mpiegaflêro in vn iftefla imprefa, й pcrderono d'animo.onde fe bene fi venae frá di loro alle m a ni noo fù pero la batraglia al foliímpoli to va!orofa, e degna di memoria; íí che-. Circà di rimaferoageuoimente iTibortini íupera ííSü " co° Perdita d'vna dellc ,oro Citta chi* áá Roma mata ¿mpoli.di cui ancora fe ne vedono ni. alcuni veítigi oc] Territorio di Cartel Ma dama Libro Stcondó] 91 dama. Smpulum ( foggionge Lîuio ) to jínno exTtburtibus baud memormdo eer txmint Captum Hue duorum CoJf.*tt/pitio bellum sbtgefiu eftie. & vedendo i Ko roani eíTcr i Tiburtini attcrriti, e quafi ca denti, giudicarono non douerfi con ft'tidugio concedergli tempo di ripigliarlc* forze , ma colfeguitar la guerra dargli l' vltimo crollo , onde l'anno íeguente Tot to il comando di Fabio Ambufto nuouo Contole, s'appiccö vnafíera,c ¡unga bactaglia,che noncefsà,fin cheftanchi i Tibartin: firifoluefsero polar l'armi.e erde . re alia fortuna de Romani ; per il che n' auuenue, che perderono vn'altra loro Citti nomata Raffola, con euidence peri colo di perder anche cutti gl'alcri С aflel h del Dominio loro,quando non fi fofsero refi á Romani; с percio fu la loro vitto ria efsercitata có ogni vrbanitâ,e piaceuolezza , mi non fu pero toito il Trionfo dc Tiburtinial Coofole Fabio Am. bu(to,coms riferifee Lmio al detto libro fcttimo. Cum Tiburtibus vfq, ad dedttionem pugnaium&axuh ex bis vrbs еaр$л tçteraq. oppidaeandemfortuna babuiffent ni Vfíiutr/agtm pofitisamh infiiem Co fuiu ventjifot* Triumpbatum atTtbu¡tt~ 1 but, Romani continua no i guet rcgçiare cootro Ü Tibumni. Tibunl.. perdono sallóla_. loro Cío, ta. FabiV Ambulle C°nfols Crioní'i , de ПЬлг с ¡ni. . Battaglü e Roma] nt al Ve, írniio. вг HiftwieTibttrtint. bus. aHoqulnvittoria mittsfuit. Raccogliefi da ció , che fi èdeeto non iolo l'ampiezza del Territorio,e giurisditione de Tiburtmi , ma anche la №ma_>i che di loro faceuano i Romani roentrc per fimü vittoria dauano al Confole il trionfbjche conceder non fi foleua íenon_. in imprefe di momento graue. Non durarono molto tempo i Tiburtiniinamicitia con i Romani , poicho quindiçi anni doppo il (вссеПo predetto íurono cglino infiemi con gl'altri Latini fuoi Compagni per la conferuatione dcU la commune loro hbertáneccí&tatiápré* der l'arme contro de Romani , с con eCferciti formidabili per Г vna.e l'altra parce fivenne á battaglia vicinoal Vefuuio oue ^ combattè da i Latini cosi raiero farolte , che fe bene rim alero inferiori, ííimaron,che la vutoria foffe ñato più to fíocolpo di fortuna,che di valore de Re mani , e ció tanto più l'argo mentauano, quanto che hauean vi lío .grand'cftufione del fangueloro , e morto il Confole Decio i e pero parue loro bene di tentar di nuouo la fortuna; onde rifatti gl'eflcrciti fivenne di nuouo alia giornata ,oue patirono i Latini ílragi, с íaccheggiamepxi crudelufimí" Libro Siconáo] 95 «гudeliffimi,ma quindi eglino più inafpriCi , che attcrriti feeero con ardenza piu che ordinaria feriuer per rottele Cited, e Caftelli del Latio nuoua Soldatefca, & in vn fubito fi vidderoammaifaridoi effer citi, de quaJi vno, ch'era di sec!ta giouctû, s'aecâpà nella pianura fenettana.e Гa! ero , «ui era il maggior neruo de Tiburtini fi fermo á Pedo Citri nö mol to diñace da Tmoli,e da Roma,della quale hoggi non fc ne hâ alera nocida, come riferr » fee Arobramo d'ànuerfa . Apporcaua quefto apparecchio folleci indine nô mediocre á Romani, poiche Гa ceano eglino (lima grande delta potéza , e peritia deLacini come nota ¿iuiotonde contato maggior premura proeurauano di toglierfi d'incorno (¡mili auuerfariuper cié raccomádarono il roâeggio diquefta guerra i Publio Filone, & Emilio Mámer сo Cefole сo quella caldezza, che richiedeua ríportaza di quedo negotio. Pilone prefe la cura d'efpugnarc la gioué ù Lati na; & Emilio cédufíe l'eñcrcico fuo á Pedo.Quegli ádo vinfe, e criôfo in Roma, e queíhcome,chefu(Teftatoá parte della_» vittoria di Filone,abbadonata ïimprefadi jPedotornoffcnc velocemcte d Ro ma pee 94 Hißorie Tïburtine. per rrionfare andi'egli. M l gli fii rifpoftodalSenato.fimilc honore nondarfiie non * ' vincitori;vmccíTe perô egli prima e P°> ¿omandafle di trionfâre,s'offefe Кmiliodital rifpofla.cV alienoiTi dalSenato onde ti dififeri la guerra di Pedo fino all' anno t'eguente. Furono fatei nuoui Confoli Lucio Furio Camil'o, e CaioMeuio.à quali inculсo grauemenre il SenatoH'iroprfífa di Pe do , e che tralafciata ogni altr a cura ,;. á quefta Tola atrendeíferofenra perder rem yo , poicheeflendo i Latini per le molti, . plicate rotte mancati aflai di forzeje po co men.che dis farti non erano fe non per forrire feliciffimo fine;per il che Furio Ca millo fe ne corfeá Pedo, e MeuiohauenVelletra- <jo rifjputo, che i Felletrani, Aricini , o m.& An Lanuuini congreeauanoconiVolfeigl' Çini Ol*» , , , .... B -e . . . r n Irani al aísalt^ all improuiio vicino al num« Altuíium«_, ra,oue furono queíh Popoli rotti dal Coa Altura--, foie, e sbaragliati, (i che Pedo non poté EíTercito eíser foccorío fe non da i Tiburtini, quali groüiiii, con vn groffiffimo cfsercito s oppoferod mo de Ti Camillo,e valorofamente combat terono humo come r^crifcc k'u'° nel libro ottauo del¿i Pe<Jo detta prima Deca . СлтШт ad Pedá Сlit». tum Tiburtibus maxtmo valido exereitu maiori Domjn— da imper kmiifo Cunioit. Libro Seeoncldl 95 maiori mole quanqxam сque piofptretuen, tu pujnjt. Fù la Cíttá di Pedo alla fine prefa con- Pedo pre leScate,& efpugnata: efeguitando Camil £^Ко" lo la vittoria condufle l'cfercito d'ogni in ni' corno per le Cittá del Litio, quali per ef fer del turto debilitate con ogni ageuolez Rom Jn¡ zafurono vinte; onde tornoísene Camil- vinconoj lo vittoriofo à Roma, doue con iftraordi tutti i La naria folennitá trionfö infierne con l'ai- j&jj * ero Confole de popoli Latini } e riputan- °oro> do i Romani quefta vittoria di confeguen za grandifsima in loro prô , aggionfero . di più al trionfo vna cofa , che rarifsime volte far fi foleua,e fù che, crefsero á per petua memoria de iConfoli vittoriofi due flatae diefsi á Cauallo nella publica. piaz za,come notait fudetto Liuio , il quafo Cafligo íoggionge,che finita la pompa, e fefta tri- dato da i onfalefiinel Senato confultato fopra la R?™«.. релa » che dar fi doueua à quefii Popoli a í£lni vinti, e fù rifoluto come di fotto. u¡n. A rLanuuini fù datala ciujlti , e readute le proprie cerimonie, e facrifici. Popoli L'Aricini, Nomentani, cPedaniac. del/a Ríe cquiftarono le Ciuiltd eome i Lanuuini. J,a'e Jel1' A ¡Tufculani fù conferuata quella ciuijj ¡¡JJ^ *" tá, che effi haueuaao,e la colpa delta ri, bellioaer ' 96 Hißorit Tiburtim lione fù attnboita á pochi.cafHgando heWio fríamente coloro , ch'erano ftati capí di quelle. Città di A i Velletrani fù disfatta la Citri, & al Velletri li Cittadini fù confegnata Г habitation da i Ro- in Trafteuere con patto, che niuno di lo ro poteífe paffar ¿i quâ dal Teuere fotto vna certa pena la quai Citá per efierui da Romani Пaсе mandate Colonie fii ш breue rifatta. A'gl' Antiati funno tolte le naui lunghe, Antiati hoggi net parte de quali fù condotta ncil'Arfcna!t> tuncii. di Roma, с parte ne fù arfa,e de roftri , <? fpronidiefla,funne fabricara qnella RmRinghieti p и Ы i* ghiera rileuarain piszza, che poi chiama ca doue rono Roflri , doue s Romani ancichi vfauano far le loro Örationi, c.dicerie al Po gl' Atiti— polo. ' chi per Etd i noflri Tiburtini ,! e PelleArini fu che chiamata Ro Ieuato vna gran parte del Territorio lo ro, e quefto non folo per la ribellione fal mi. lo commune di tutti gl'altri Xatini, ma-* anco perche per tedio delia fignoriade_, Romani s'erano'con i Galli collegaci co sí Liuio nel detto libro ottauo.7/¿«r¿«, Pratntßiniq. 0£romul¿iath neque ob rtetns tantnm rtbtlliomi commune tum a/ffs /aliáis tr$m»j fed quod t¡dio 1щегу Ro* . mani Libro Seconde. 97 mai cum Gal/is ¿tute tjferata arma quo daw tinjotiajfnt . Onde churamente fi Tiburtîci vede, che i T-burtinúe Pelleíírinefi era eaP.el1^" no loliemi confederan. Accadde tutro ció nell'anno 4i7.dalla fond atioijc di Tcoma , & auanti !a nafcita del Saluator del Mondo anni trecento trc ta quattro . E pcrcV d'aouerfiríí.ché alla Citri di Ti noli non fi legge, с he fuífe leusro alero, che ilTerrttono, come di íopra fi e detro effendo tntti l'altri fuoi mag¡ftrart,giu« rifditioni, eprcrogarme re Sate libere, & i jtatte come fi forra vedere nel Tcrzo Li bto. II Fine , del Secando Libro dtil' Htfiorie Tiburtmt. G DELLE punitiper Гa lega^ ^С[а Fran«fi • DELLE HISTORIE TIBVRTINE DEL SIGNOR FRANCESCO MARTH t/BRO TERZO. E bene à i Tiburcini fù ( сo me fi è detto) fcemato i! Territorio, nulla perô per dcrono delle ragionidell' antica loro liberta , e giu« rifditione, che al parère di chi hi vero fentimeoto fono fuperiori , e di preggio ) e di eccellenza ad ogni alera cofa fenfiblic, e terrena. Reñarono dunque i Tiburtini compagnie no fudditi de Romanceome (pefliffimo vien notatoda Líií: o, e liberi in modo > che non ofaua_. il Romano Liccore (lendere il braccio со era тп HißorieTiburtint 90 tra vn cor.dannato di Roma , che dentro âilimitidella Tiburtina giurisditione fi foffc ricouerato; affermádoPolibio nel li bro fefto eflcrquegli ficuro folamentein Napoh, Tiuoli, e Pelleftrina, & viea con- Tiuoli firmacu da vn cafo feguitoio Roma ven- Napoli, ticinque anni doppo la giá feritta rotta_. 4 de £atioi , narrato da Liuio nel libro no- f/án^ no della prima Deca. Et è,çhe fendo fta- o¡ideji'e to da Appio Claudio, e Caio Plautio Ce fuli Ro.w fori ne gl'aani 44г. dalla fondatione di юaп'« Rsma,feueramente vietato i i Trombet ti di рoс г più neU'auuenire mangiare , e bere neiTépi; inoccafionr delie iolleni tadi, e facrificij ; eglino diew fieramente fdegnati fuggendofi concordemente da Roma, fi trasferirone tutti á Tiuoli, сo- J/^"" me à Città libera, e fuori delia giurisditù Vu^gono* one Romana. Venuta pofeia la Pefia, s' à Tiuolú accorfero i Romani , non efferui Trombetta alcuno, che fccôdo il coflume fuooaffe nelle loro fontioni , hauendo rifaputo,che tutei á Tiuoli dimorauanoco animo di non tornar più á Roma , e Ш mando egíinoeffer queilo mancamento graue alla loro vana religione,c culto del , U Dei, con premura india bile , inuiarono ái Tiburtini Ambafciadorí iftantemenec G 2 pregan- loo ' ISbroTetzo] ' _ pregandoli, che inueíbgaffcro maniera-, per rimandargli qucíVhuomini . Legatos. diccLiuio . Ttbar miferunt. vt dattnt operan, vi hi homines reflitusrenlz*. Et i Tiburtini,che di giá viueuano con reciproca corrifpondenza d'affctto con i Romani , prontamente gli promifero d' vfare ogni induftria, acciô n'otteneflero 1' intento ; & hauendo i Tiburtim, e con.. preghi,e con promefle tentato in vano la pertinacia de Trombetti, finalmente per compiacere à ÍRomani ritrouarono vn_partito non alieno da quefta forte d'huomini. Vnái di FcOafurono i Trombetti inuitati ad alcuni folenni conuiti; oue gli porfero i Tiburtini occafione di berc oltra mtfura , & effi corrifpofero ín modo, Froûer** chediederoluogo áqiiel volgato Profcie" uerbio: Ei be ue piu d'vn Pifaro . Ondo reíhrono in breue vinti dai vino , cV op« ргеШ dal fon no, qusií poíciacosi addormentati, pofli fopra de Carri , furono la notte condotti á Koma, e lafeiati la mac tina in mezzo della piazza; oue era con, corfo tutto il Popolo : fi rifcoflero final mente i Trombetti dal fonno,& accortifi della burla saccefero fieramente à sdegno i perloche volcuano di nuouofug. gire WftorieTtburline. ! loi gire,ma accarezzati da Romani , с conJ premij, e con priuilegij furono fatti rima« nere . Raccontafi anco quefto fatto da_, Ouidio ncl libro 6. de fuoi fafli , il quale dimoftra chiaramente la liberta di Tiuo; li io tali verfi. Exilio mutant vrbtm,Ttburque netdunt. Exiltum quo dam tempore Tibur erat] ÜMtriturin/с$пл сaил tibia , quçritur ans. Duett futremos nania valla cboror.' Serta erat qui de m quantelibet ordtne átgnut. Tibure, fed longo tempore über erat Dalli quali vcífichiaramente fi raecoglie none (Гег íheo Tiuoli nel numero di quelle Cittá, che li Romani çhiamaua no Colonie > Prefetture , e Muncipij , ma_, delie Compagnie cófederate,íopra del ie quali non haueuano еШ alrra raggione che quella,che portauano le leggi ,e par ti della Confederatione , e ne! rimanente i'c erano libere , gouernando i Citradini la ^ót 1"' Republica loro .con 3ÍTnluta potelláTen. rata¿*~, za dipendeaza da verur 'a'tro; fono chia- Hoasani; re in quefto propolito di ubertâ le paro le de Cicerone ne lI' orútione á fauore G J di Cor« ■ юг Libro Тerzo. diCofoelioBalbo. Multiin Ciuiutem^, riceptt exliberisfoeder*tifque PopuItr, ùi quaíi Snouçra i Tiburtini íoggiongetido. Quomodo igitar L.Coßinius Tiburs pater kuius tquitis Romanl optimi, atque orna « tifñmt viri, damnât o Caito , quomodo ex eadem Ctuitate T . Coponhtr ciuit éter» Jumma virtute, ¿7* dtgnitate [ Nepotes T. ¿rC Coponios noflii 2 dammto C, AIof fene Ciuis Romanus eßfaäusi fit in quelle Curd confederate como TiuoH eralecito agl'Efu'i Romani di poterfi ritirare ó difpontanealorovolontá, ¿per condannaggíone cor.ro di loro fat ta dal Renato Romano , e peí ció Ouidio nell'Elcgia quinta del primo libro ae P6 to inui di a i Romani antichi d'vn ЁШ10 cost dolce, come era quello di Tiuoit dicédo. §¡>uid referam vetevеs Romany gentis , apuaqnos íx Itbus tellus vltima Tib urerat. InqueitoiOeflo fecolo ne gl'an n délia fondatione di Roma 447 Marco Valerio Mailimo Confole Romano , doppo fla uer foggiogato 1 Popoli Marfi faDrice viValeria cino al lagodiFucino vnaCirtâ, che dal ' fuo neme appellô Valeria, nobilitata po feia Hi/iorieTib*rt¡ne. ioj fc/a da i iNTatali del gran Pontefíce Boni fatio Quarto , e voile di più ornar qucfti 7ae(i d'vna commodiííima Orada С co me ñ rae coglie da Liuio nel libro nono della prima Deca , 3 che parimenti da_. lui fù detca viaKaleriaTrahea que Пa il fuo principio dal Territorio di Tiuoli ricino l'accqucfolforate, e paflando perla Citrá,feguiua per vna villa del medefimo Сo foie , chiamata hoggi ancora Valeria-. , o concifamente Valera , conducendo â ficouaro Caftello a (Tai celebre appreffo gl'Hiflorici i indi a Carfoli , e quindi nö iungi dalla nobil terra hoggi chiamata_, Tagliacozzo verfoil Caflello di Capod' o ti© fi ftend eua à Fucino, Celano, Marfi Cittá antichi ifima, e Corfioio M ctropoti Via Vàfev ría. VicOua-i тo Coríoli. * Tagl¡a«* co«oCa de i Popoli Peligni, fecondo, che n hab- l°¿¡°™~ biamo d a Stra bone al libro quinto , e da Celano Raffaelle Volate rrano al libro íntimo de Marfi fuoi Commenta rij iui. ValeruRtgk bic Corfinio Straboni ponuur , que à Tiburtmh inu tiumeaptenj ad Marfos, & QorfiniuttL* ductt t w ta Vrbt Vahria PatnaBomfaey §^uarti tam extit«¿ia,Car/eoU quodfippidüPlmius i Ptíltmeus inter Equiculos ponunttqua gtns ad mar/os pertinebat, (mui cum Qlaßidto, quifane omnis inteG 4 гиге л Vó 4 Libro 11 erтл) riete , ex horumque rviais ex citaba fuut пoил cpptda viemamíлШшшm Vieoua rum, Celanum. Et indi á non moíto tempo negl' anni di Лoma ^So.fêdo Confoii .Lucio Papirio Curfore la feconda volta, e Spurio Caruilio ,fù procuraro, che con danari riportati dalla preda di Pirro Rè d .Epiro forte condotta Г Acqua del nofiro Aoíene á Roma per via di Acquedotti , с íu.... • rono fopradi cío creati doifopramren — Accque . demi Curio Demato,e Fuluio Flacco,má dott del- pcrche Curio mori cinque gierni doppOj vxxehitT г'ma^ tutta *a glom di queO'imprefa á Flaccon! qua!e compi Topera (come vo gliono alcuni) ncl!o (patio di noue anni; с fu chiamato que fío l'Accquedotti dell' Anienc vecchio,fe<:6do Frontino nel fuo trarrarodegl'A'ccquedotti. E perche in quefii ifteifi anni furono da ßomani fuperari iTopoliLucaru' non fenza l'aiuto ancora deTsburtmiloro co fedrrat! , non è cofa fuori dell'humaha-. credenza , che con l'accqmfto di qiiefta vittoria foíTe anche fabricato quel PonteíopradellAnienenonlungi daTiuoli , PóteLu. nomato hoggt ancora daî nome di qu?i cano. Popoli^outf Lucano. Eraao WfioritTièurtiKe. toj Erap.oncl vero per la giá fperimentata corrifpondenza d'affetto gionti i Ti-« burtint ¿cal fegno di confidenza côRo. manj, che in quei rempi , che Anibale diuenaroîi giá formidabile , e che à gran_. paffi fe necorreuaalladiftruttionediRo ma , non feppero quefii crouar luogonè più corfidécc,nè piùcapace perfar mai fa dell'Eflercito in fi graue vrgenza,quan" tola Cittâ d.7"iuql!,doue per conaman" damento di Fabio Mafsimo DitratoreJ■" fù ragunato non folo l'Eflercito de Ro— mans má anche de tutti 1 Popolí loro сo pagrii:econfederati,come vedeíiregiftra to in Lï'uîo a! fecondo libro ddia terza_* Deca , e per lo Ipatio di fedici anni , che durô quella guerra con nô minor coraggio , ehe fedelrá mïlitaronoi Tiburtinid prôde Romani, onde áraggione Si'io /talico fiádi loroindiuerfeoccorrenze-, diqueíhgnerra hoiioreuole mentioue, poiche riel quarto libro eosi leggefi. . . . Atque olim celebеrrima nomi na belia. Tikurtet ma jnos Hifpeilatcmque Ыеtaurumq'ue. EtDamum aubia mеditâtus cu/pide vui ms. с poco * Tiueli ^^¿-1 \>cff.rci* to Koma «o cô:ro Annibala nef."**1 Tibiirtiri militano * feeong „¡^0™ Arábale i oб Libro Terz*. с poco di Toteo foggiongc. Quofque fub Htrcukis taciturnoflumi ne mûris. íomifeta arua crеant, anienico/çquG-, Catbilli. с nell'ottauD libro. Hine Ttbur Catbille tmm , facrifque donatum. Fortuna Ptanejle iugis. epoco doppo. §(uique Anientt babent ripat,gelidoque xigantur Symbriuio. E per leu raí ono i Tiburtini in quefta mliiciafenza mai íhncarlbche non fecero moltifsimi Popoli t quali non potendo piú tolerare ie rnifehe grauifsime di guerra fiafpra s'alienarono affatto da_i i Romani ; fi che nè !e ftragi crudeli , 6* rotte famofe di Ti ebia, del Tranfimeno, di Canne, ne l'aíledio .e fopraftante rouina deH iftc fía Roma furono mai bafteuoliá rimouer punto iTiburtini da quelle fcdelrâ, che proftflauaoo à Romani; anzi quindipiùinfleriti anelauano tanto p ù feruentemente alia vendetta , & alia to tale dtftruttíone del nimico carraginele, che pur troppo baldanzofo fi glor aua_. d'abbatter Popoli, ch'erano giá ali'Kniucrío Hißorte Tibmtiue l loj uerfo diuenuti infuperabili Q.теЛo ftimo- . lo fè.che non fi ritraeiîero mai dall'afledio di Cap ouancoucrod' Ambale , fin.. Cipoiia che cadcíTe preda lacrimeuolc de Roma Citca. ri , onde i Tiburtini con gl'akri Latin i fu fono guiderdonan de i Priggioni Capouani. Cosí feíK'ggiarono anco i medefimi ínfiemi có Romani , per ia fegnaiara vic toria riporuara conrro doi porenriffimi eferciri guidati da Anibale , & Aftrubale, vedendo roffeggiar le Cumpagne del Me tauro del langue Cartaginefe , che fatte Tombe d'Afirubale,e di cinquanrafei mila > e quattro ce ico nemici.furono fepolcro ancora di queifobbrobrio , ch'eiíi giá riceuerono i Canne; e di cio non ben paghi i Tibur cini feguirono Scipione,che рaй ato ncH'Aífrica , fè confelfare á tutti quei Popo li i óefler íorza.che poffi tan gamente refiflereal valore, e potenza de Äomani ; onde ancorche Anibale abbandonafle l'Italiaperfoccorrer la Patria^, .fdnondimeno coftrettoá cedere à Scipi, one.E Sifoce.e per l'ampia fua nechezza, с per la moltitudine de fudditi di natura guerrieri , porenriffimo Rè delü Numidia> che colkgatoli con i Cartagtnefi ofó contra- Siratt^ Namfdia fatreprfe gions de Rpmaai . án¡ di Ro ílfactj mandato à Tuioii. «8 hibroTerzo. contraflare à Romani , in breue priuato e del Äegno,e dell!l Conforte Sofonisba, cnePcr l'impareggiabii Au bellczzavi è pi" del Regno prcgiaua, anzi delJa propria libertade , ri.nafe ludibrio infelices delia fortuna, e teflimonio, irrefragabile dclia Romana poíTanza. Queítífendoda Scipione mandato priggione àÂ.>ma ie mm prima aiTegnEU J'habitionem.<ílba, & indi tramandato dTiuol>, comeferiue Liuso nel decimo libro della cerza Deca. ^ùfiRO 3J'a fua morte fimo regiamente-* fiantiare in vna villa vicino la Cittâ lungo la riua deü'^nienejper lo che dicono,chc la flradü foprafiante alia detta Villa cangiato Tantico nome di Valeria fi nomafle daqucftoRè via reale, e quellaparte del fiume , oue eglifoleua diportarfi fufst* detta Accqua Regia , che hoggi ancora .con vocabolo non difsomigltantechiamafi Accquaregna, contrada perisfuggi re еГеШш arderi mol to da i Tïburtiai ire quenrata. S¡ che hau endo i T'iburtín¡ per i Ro mani íoflenuto tante fatichej fuperaco ta ti pericoli , e combattuto fi fedelmento per la lorojcom e fs fuffe ñata propria Pa tria i furono da R omam Compre accarezzati Hiftorie Ttburtine. юр zatij e tenuti in grandiffima fiima , e pee э eper maggior oftétatione della loro beneuolenza vo!lero,che i Tiburtini iafiemi cotí íPeilcftrinefi fufiero efpreffamente de-chiarati Cirtadini Romani, cô tutti i priuileggi, facoltâ , e prerogatiue de gl'aftri loro Cirtadini raccogliefi cioda^ppia«~ no ne! primo libro delie guerre Ciuiii. Se bene non poterono i Tiburtini godere-t lungamente gl'effettí di queda reciproca corrifpondenza , poiche ne furono affactodifiurbati dalle guerre Ciuiii principi are ne i Tempi di Tiberio , e CaioGracchi, 1equali continuaronopermolti anni con fierezz з taie, che mai fperiméto Ro ma hollilitá cosí crudeleda iBarbarinimî ci come da i proprij figli,eCittadini frá di loro infuriati,& acciecati dalli priuati intcreffi, e dalla fempre perniciofa cupídigia di regnsre,poichc viddefpettatrice* infelice inondar le сaГеЛе vie, e le piazze del fangue ciuile per mano de íuoi ambitiofi Çittadini, i quali s'aftennero allora dall'vccidere, quâdo mancarono gVhuomini da poterfi ferire . Eovfqueffuiétihus odds , donee dtejfft homines, qui ontdeVhtm dice Floro nel libro terzo,oue ro qnando giudicarono bene douer vinere alcuai íopra de' quali s' hauefle ad f г *"я»п™ Tibwtíni j^f^j" ottidini Romani i ro Libro Terz» imperare. Come foggiongc l'ifteflo. quit autem tl/os pctefí computare ,c¡uos inVt~ bipajfim qws qutivoiuit oteidit ? donee Aàmontrttî'urßdius vuere aMquos debtrt vt ejpntqntbut imperar ent. к concitando qui lii feditiofi i Popoli e Cittd vicine, e confederate de Romani ciaícuno âfanorc delia propria fattione_>, ne traíTero mohiffime al precipirio, e to tale roüina. come fi legge efser feguito ne i tempi caîamitofi di Жaп'o,е di Silla, ne quali Tiuoli hauerebbe corfo il medefimo pericoio i fe con la prudenza non fe ne foise prtferuato , ókaccadde cío in_, qiufla maniera , che fendoftart creati Cor loli Romani Silla,e Quinto Pompeo e diuife frá di loro 1c prouincie come era foliro, toccô á Si'la l'eípedirione contro Mirndate Be di Ponto : Má quellt, en' hanno guflatc vna volta il latee foauiffimo de i maneggi della Republica , difficilmente fe ne diftaccano; t fe pur vn tan tino fe ne difcoflano, ncorrono fubito al feno di Madre cost vtile,e liberale,copré do col preccíb dell'amore.e гйo delle со fe deí Público quefto finiflSmo interefse priuaro, fi tengono cattiuati gl'animi del Pujolo mal'accortcaccio piufacilmen: WflorieTiburtine] ut . te gli fortifca og i difegno , che per lo piiiriefcc perniciofo al Publico: Vno diquefticra Mario auuezzo â ihr fempre attaccato alle roammelle delta Repu blicaRo nana .dalla quale era giá per molt'anni flato come vnico figlio trattaCO in modo , che tucto il meglio erafuo, poiche haueuareteo fei volte ilConfolaco,e goduto le più vtili,& honoreuod ca liche di efsa } onde non poceua (offrirez, che la fopraintédëza delia detta guerra» ch'era d'emoluméto non ordinario fofse cófenta ad a ltri,ch'á lui ,e perô có diuer fe raggioni induise il popolo per mezzo di Solpitio Tribuno delia plebe , che riuocádo Silla.eleggefsero lui Capí tano di quefta guerra ; Ecosi perl'appuntofù fatto.AllVdiredi tal deliberations fù afsalito Silla da tanto sdegno,che determi no di farne quella vendetta>che meritaua ingiuria cesi graue;la 6dc mefso infiemi tutto l'eferoto , ch'á fuoi commandi haueua nell'Afia,íe ne venne impetuofamen te i Дoma, e vin ti aforza d'arme tutti li fuoi Auuerfarij s' impadroni del Campi« doglio, e fuoi Senatori in modo, che or ten ne tutto quello ,ch'egli ordinô ,& in particolare fece publicamente bandire di Дoma cínn*-*. 'i;6«,10.1*1' à Tinoli. Viîla di Mario m T;uuü. иг. % LibroTerzo. Rom* Mario,e fuoi Compagni, comir.adando ch'â cisicano fofle lecito d'vcciderglijil che fateo rornofsene allafua impreía dell'Ma ; ní lía cui sfsenza furono cresti ConfoüOf.tauio., eCiona , quefto ptoemo con ogni sforzo di íaranoullare le cofistutioni di Silla , e principal mente, che fullero riehiamati alla Patria Mario, с füoiadherenti,3l che Otrauio, che tencua le parti di Silla s'oppoíciri-. guifa , che fu d/meftiero decider qiiefle pietenfioniconí'armi, e nöpotedoCinnan filler aile forze diOrtauicche di giâ 'îaucua vecifi molti de íuoi parteggiani,fe ne fuggi à Tiuoli, fperando quiui tronar foccoríó, fi perche iTiburtioi eraro poco auantiflati fatti Cittadim Romanceome pondera Appiano , che narra qm fio fatto riel primo fibro delie guerre ciuili . ß anche, perche Mario era moito amato in Tiuoh per bauerui vn fontuohffimo pabgio , o yilla ai cu i boggi ancora quell' antico fitq conferua il nome, poiche la_. Chiefs d tila compagnie celia Cari. à de' pouciri carceraü chiamafi Santa diaria in colle Mario. Gionto dunque Cinna á Tiuoli , с rí« dottofi ncfta piazaa dtl Tcmpio d'Hcr, cole VLißoritTiBurtme. 113 cole , Otfera coHCorfor ft popolo, ch'Jïauea vdito l'improuiía vennta dei Contó le, с veriílmile che per concitarlo alfuo fauore cosi parlafle. \iu • «vr« : . So Tiburtini mici , che. v^apporteri par°b di qualchemarauigliailveder qui va Con- 9'£a foie Кom ano , е di canta auttoriri, quafi linráni' fagg úuo, i voi efler ricorfo; Marauiglia fenaa dubio. vi douera parère;., poi cho non à tutti corne à nrc è cosi à cuore laa* difcfa dell'Amico, e delli deeceti.de 1 Po polo , fatti da voi, ó Tiburtini , ne' quali voi ancora come Girtadim Romani, fla uere li vofln voti . Sidunque io Confole perquefta cagionc , per zeb dellavo* ftra riputacrone fono Dato dal mió Col* lega Ottauio, e fuoi parteggtani fílmen te abbattuto, che appena con lafuga mi ^ !? fono poroto fottrarre dal pericolo della > vita, ericouerarmi qui à voi , dal. valo re de' quaîi fpero reprimer l'orgoglio di quefii , che temerariamente afpiraao al la Tirannide. Voi di giá fapete, che Ma rio canto voflro amoreuole , ftato giá fei volte Confole', che con pericolo della-« fua vita há dilatate i confini alla Roma na giurifditione, che con la fua deltra, ej valore háoperato imprcíe marauigliofc , ¿. . '-• H per 114 LibroTerzo. per hauervolutodifenderle voflre raggioni , & aderire al popolo, è íhto yituperofamentc difcacciato da Roma, о priuato dells caía, e de figli, viue ramin* go per ilMondo,ne troua vn'angolo,cbe glilia ficuro albergo, quello, che tanto volte commando allTniuerfo: tueto per audacia,c potenza di Silla,;chc pretende viuere à Cao modo , onde il popolo Äo«nano, e voi ô Tiburtini miei,vîuete priuati dal dare i Fotinell'elettione.de Ma giftrati, e nelle confirmation! delie Leggi : perloche io corne Confoie hauendo con ogni sforzo procurato di reintegra re il popolo , e voi nell'antico fuo ftato , с Mario nellafua JPatria, hanno Ottauio mio Collega , e iuoi aderenti in odio voflro, in odio di quel gran Mario , hanno ( dico ) hauto ardire con l'armi in mano, с con la forza far violeazaá queílo mio canto giufto, e tanto Tanto defiderio . £ voi ô Tiburtini , non folleuarete per védicare tante fceleraggini , i voftrigene-ofifpiriti ? non s'infiameráil petto ma gnanimo di ciafcheduno ágiu/Iosdegno, mentre ode vn'amico íbaodito,& vn be nemerito della Republica cenuto lonta. no á forzade malcuoli ? mentre ode vn, Cinna . HifiorieTibftrtine. il % Cínna tanto partiale de Tiburtini , vru Nobile , vn Confole Romano tanto ma lamente trattato , tanto afpramen te perfeguitato, à tal termine ridotto, che è necefiîtato inuocare, с pregare il yoOro foc corfo, il voftro aiuto . Sli dunque Tiburti ni all'armi . Si richiami l'amico alia fua Patria. Siraffreni la fuperbia, & ambitio, ne di quefli Tiranni. Sifolleui vn Confole à voi ricorfo, e le ragioni popolari con,, la voftra forza , e valore íi riponghino ncll o flato loro primiero. Cosí diffe il Confole con tanta maefli & energía, che di giâ il popolo s'cra со. moflo, e fi farebbe fenza dubio folleuato, fe vn vecchio Tiburtino di prudenza, & auttoritá più che ordinaria non l'hauclfe acquietato , con operare che fi ragunafle il Confeglio, ouc poicos! il veut; rando vecchio difle. . . . rf Noa è dubbio aleono , ô cari Citradioii che il cafo del Confole, è degno d'ogni compalfio ne, с merita ogni aiu to,mi perd auanti di fare aloma rifolutione deuonfi maturamente confiderare molte* cofe , poiche s'e vifto per efperienza, che dalle inconfiderate deliberationi delpopolo fono proceduti á quefta noftfa Cittâ H z traua. j • * i Arrlgo <f ÏÏ^yV burtino ï çôfeglio. - . v Xf,»' Libro Terco.' eraua g!i, & afflittio ni grandiffime,e quafi la totale diftruttione di efla. Deuefi dun, que pri mie ra m étе aauertire per chi hab biamo da moucr l'armi , & contro chi , cioè i fauore d' vn Confole Romano , сotrol'altrn.áfauorc de'Cittadini , contro i medefimi, che totci egualmente fono atnicí noftri. E vero , che Mario è neftro amico, i cut molto dobbiamo per hauer promofle le raggiom' popo!ari,nelle quaIi noi altri ancora,cóme cittadini Roma ni babbiamo la noftra parte ;ma è vero ancora , ehe egli nó hebbe cioper fuo fi ne principale, maft bene il proprio iritereife,acciô moltiplicatii foftragi/egli piu facilmente foffe eletto Capitano della_j guerra corro Mitridate , delia quale Sil la haueua attualmente il gouerno . E quai giuflitia vole , ch с fi fpoglï di fatt • il compagno delia fua carica fenza deme nti ? e non parui, che .Villa hauefie giufta cagionc di perfeguirar Mario, e con effa anco la Patria iftefi'a ? Voî Tapete con_. /che furore, con qualifier cito , e con che forza venne Silla a Romaic con quai ficre?za,& hoñilita abbattè, e diftrufle i luoi 'jienu'c! ? & in fóma voi hauete pur viRo. , «br quelia Koma auuczza i non patentar df tut- W/trieTthartine. "~ iif ' . di tutto il Mondo s per чao folo Silla itnpallidij tremo, fe li diè per vin ta , & vbbedi prontamente afnoi command i . E che refillenza farrete voi , 6 Cittadini á quefi'huomo tanto pocente , e tanto fortunato, allor che hauendo egli rifaputo la voííraadhercnza con i fuoinitnici , tornato dall'Afia , e veadicatofi crudelmente de'fuoi auuerfarij in Roma al fuo foli to verrâ qui conlefferato fuo formidable? âquefio biiogna penfare, a queftoè neçeffario diprouedere;& auantj che rifoluiate di compaUre à Cinna propongo agl'animi voflri la compaffione, che douece hauere delia voftra Patria , de i iïgli, délie moglie , e delie robbe vofirej perche non è dubio alcunc, ch'io tengo, che íarria per fuccedere l'vlnmo efterminiodiqucíía Gitta, Che dite o miei Citcadini? che penfare ? vi da l'animo di poter refifter a vn Silla? Apprendo dalla voiîra taciturnitá, ch'hauetepoca voglia_, dipigliar fîgran pefo fopra le vollre /pal le 1 e tirarut addoilo tanta rouina . Мг. che farremo dunque? darremo aperça rit pulía al Coniole , che anziofo atiende la noftra rifolutione?. ci moiiraremojngratiallamico, eperisfuggire le cemicitie ' H 3 auuen,; îi8 Libra Terz*. auuenire, incontraremo nellc preferí? Го per me confeiTo , che in tanta varietà rcjlo cotifufo . Souuiemmi nondimeno vn penfiero, che (ará moltoâ propofito per far que fio prefente paflo Гепгa períeolo. Et è che fi dica al Confole , chela noftra Cittá á too luogo', e tempo procurera di corrifpondere airaffetto di lui , с di Ma rio i ma che fra tanto , ch'egli da gl'alcri Popoli va facendo raccolta di gente giudichiamo cfler bene moflrar la noflra folita neutral i táá Romani , fenza far per hora altro rnotiuo , e dandogli ad intendere, che il tueto fi fa fttfe. acetô il nego cio caminí con buona prudenza, fiimo di certo ch'egli rimarrá appagato di quefta noflra buona intentione; H nell'auuenire poi i! tempo , fuol effer ne paffi dubij e pericolofi appoggío ficuro , ne confer gliará più opportunamenre di quello farremo per operare á be neficio nollro, C# d ella Patria. • r' Piacqut a tutto il configlio que fio pa rère ; onde fù con tale rilpofta licentiate irConfolo. Moflro poi il tempo quanco fanafuffe ftata quefta rifplutione , poiche hauendo Mano con Cioua ammafsato vn groíTo Etícrcito HifjloritTïburtine. 119 EíTerciro , entro in Roma con quella for zaron la quale ne fù difçacciaro, ouc fece del Confole Otcauio fuo oimico , e di Vendetta naoltiffimi partegiani di Silla afpra veo- '^"V* derea à quali tutti con barbarie incfplica« fue0c[° fi.* bile rolfe la vita ; difcaccio da Дoma la_* mie¡. Aíog\ic,ii ifigli di Silla ,e riduflcin pol"*^я неге la fuá cafa. Riíeppe со Silla d all'Aña e giurè che preño haurebbe Mario con fuoi á loro mal coilo íperiraentato affai tnaggiore la fierezza di Sílla:onde venu, to con l'efscrcito fuo victoriofo á Roma fece de i cittadini (lrage fi crudele , e fi grande, che Lucio Ploro fuma impoffibileil rintracciare i! numero dcgl'eííinti t má nondimeno egli ne conta fettanta., quattro mila,& Appiano cento mila de- Strag.V gl'huomini ordinarii , nouanta Senators, с più di fei céto Caualieri. Et in oltre impadronitofi del Câpidoglio, priuo la Roanana Republica delia fua antiea libertade t arrogandofene egli il fnpremo./mperto, &afsoluto Dominio. Cosi ancora., moite nobiliffime » e ricchiffime Cittâ d' Italia , ch'haueuano aderito à Mario, & a Ciona patirono fotto di Silla calamitá indicibili,per non dir l'vltimo eiïerminio come Faenza, Xpolcti , Terni, Sulmona, H 4 e iopra {j™,*^ ta da Siû la in Ro« ma-" no IíibröTerzo^ Cïttà maJ e (öpri turto Pill eflrina.l a qyale.ßcr h a.dà ¿illa—* Faenzi_i Spoleto Terñ'^úí ïïfcjgjS na. * uervo'uto virilmente difender Mar|o*tf giouintiumileramente facchsggiataco morte crudele di quafi tur ti i Ciitaditii , ecccrto lcdonnca qualiiendopçrmçfsQ l'andarc iibcramentcdoue voleuano, foво aicuni di parère , che moltiiîime nt-, íufscro riceute in Tiuoli Città amica, о confederate de PelíeOrinefi. Onde chiaraméte vedefi in che graue rrauaglio farrebbero incorfi i Tiburtini , fe haueffero . dato orecchioalle pcrfijafioni di Cmn^f. . ¡ Silla finalmí te doppo hauer poíse du ro m olc'annj la «îomana Mon згео щеоa gxncrofcá ínag^iorftdi quelia , con Quit occupé ¡pontaneamenteia depofe,e гс~ %.г .г..*? iUtwiallai'ÂÎat/'^ la.priçieraUberCade. . ~ . Má Giutí'ó Ceíare , che fin dagjouane«^ ."'г i,.". to ammiro le glorie di ¿'¡lia , пoл appro- 1 .эл.- ivo quaft vkimaïtfadeliberatipn:, onde fi, . • propofe:neiranimo d'imkarío neJla pri- ; ma impreía, má non gid feguirlo ne lia fecooda \ e per coafequir quel ío fuo in reuto . cominciô ad aprirfila Orada à gfnotion. fsnza i quaííriueritO; non puo nolciuto,e da i l'huomo Topoli, eefier.eofapen-• 'V do cgli , che qucíH malageuolmente s' acqu¡íhno íenza i denari , mafifime nel > " i. pria- HißorieTiburtim, izi principio delia giouentü , in cui fuol cffer per lo pin oícuro il merito di chi 1 abifce, procuro con tal potentiffimo mez zo cattiuarfi li vori de i Cittadini ; ondo efpreflàmentedice Appianonel fecondo librodelle guerre çjuili , che Celare fi compró á prezzo le dignitádCÜ'Edile^ , e pofcia del Pretore: & è verifimilc, che in queíie occorrcnze vendeíFe á Criípo Saliuiio Prencipe degli Romani Hiflorici la villa , che çgli haueua nel{ Territo- Villa di rio di Tiuoli, in quella parce , che hoggi Cefarc«» , ancora dal fuo nome chiamafi.Cefarano »К*0ГЧ. del che (i . jraentionc Marco 7ullio in_. . vna Oratione contro íaluftio dicen— «fo. . Villam Tibwti C. Cafaris, reliquat рйГfefsionei paraueris. Ее afcendendp Cefare da vna carica all' al era peruenne âfegno tale t che iuperato , & veeifo Pom peo il ilfagnOi ottenne d'efler dalla Republica Romana creato Di tea tore, che tanto luona , quanco Monarchal ; & eíjfendo gl' auuanzámenti degl" hoaori , e maffime de i fopremi cagioñе> negl'altri d'odio, ed'inuidia mortales, quindi è / che cuoprendo alcuai ..í Pren- "'. иг libro Terzo. ?rencípi -Romani quefta loro paflSonc* cö Ü zelo di ricuperare alia Patria la pu blica libertade congiurarono contro la_a vita di Cefarci capi de quali furono Bru to, e Caffio, e credefi da molti , «he tofíe Villa di quefta congiura concertara nella Villa_,, Cafsio,e che Caffio haueua nel fuolo Fiburtino * ««©. 00Q jungj dalla Cittá míoTAuftro chiamata hoggi in vece di Caffiano , CarciaOO) e nó oiolto diñante da quella di Bru to il Giurifta aeceonara da Cicerone nel ? : libro г de Orat. Effet tuarooo finalmen te quefli i loro empi trattati.ôt aftaltádo ' Ccfare Dell'ifteflo Renato lo fecero á for* ?a di venti trè ferite cader'a' terra eftinro, *. cosi empi del proprio fangue la corte, quegli,ch'haueua col fangue Viuile per l' auanti empito l'^niuerfo. Srmaua il Po* polo Romano hauer сo Pompeo ,c Cefare fepolto ancora gl'odi;, le (ediooni, e le guerre ciuili,&eikf in quefta maniera" ritornati alia priíbna quiete, e libertado, « faria inuero riufcito loro quefto difegno/e quegh non hauefle lafciato figliuoJi.e quefti he rede, o per dir meglio fe non foflefoprauifluto Marc' Antonio , che e« mofo dt lia gloria di Criare fufeito incen* ' dij aflai maggion , ерш peraiciofi deljj .V paflar,/» Hi/ïw/V Tibártine . . íxj pafsati , poiche non pocendo quefto foffrire, che Ottauio da altri detto Ottauiano Nipire dellaforella di Cefarc da lui adottato per figlio , e nominato heredo afpiraíse alla monarchia . procuró d'oppotfeli cô turte le forze, e per maggiormente eôettuarlo , ottenne dalfenatoil gouerno dell' efscrcito, ch' era in Mace donia di fei (celte legioni;md il nouo Ce lare, e con doni, e maniere foaui tirando alla fua il Popolo, & i Soldan (t fi, cho ribelládofi da Marc' Antonio duc legioni nomata vna la Marria , e Гalera la quarta s'accoflaflero i lui , onde egli incimorito ñ parti da Roma , e fuggifsenc in Alba_., má fendo iüái riggittato, con buona comitiua di foldatefea, e nobile apparato Д trasferi á Tiuoli, doue fù regiamente ac * coito in vn íontuofo palagio di Quinto Cecilio Mecello Scipione.le cui Reliquie fino á noflri tempi (¿no rimafte ne i con comí della Chicía della Sátiffima Anaútiara , il cui fito viene hoggi da i Tipurtíni nomato Campitello in vece di capo Mecello■ Mentre quiui dimoraua M. .'An tonio, che m quel tempo era Confole , fi méfie quai* tuteo il Senato da Roma ao compagnato da moltiffimi Caualïcri , & altri 4".- .- iz+ • LiiraTerzth .í altri nobiliilomani ,evenné âvifîrarlo ioTiuoli , cosiAppiano nelterzo libro delie guerre ciuili. M. ^Antonius Confuí folus poft С • Cafaris cadem,cù exlejionibas :as, que Martia Ô- §l¡*arta aрpeliabätur, ad С. Cas. Otttuium%ahf* t*anfijßh Rumi cogneuiffit, Albam tvbt Martia co~ frierat ргф&Ы Ф vt eam azfuam rtuo~ tant aïiêiorttatem; fedfxelufiitvr.be> ¿y r.eicJus à mûris retroeefsit., Ipfe cura ifs, qui àierani\ Tibur vfqysprogttditur ap-: paratum babens y s, qut in hoflem \tnàbt<% confueta Eo in loco afstiitnti Stnatusfere . omnis, ae.plurtmt equiium cumbmorcaccç/itre,expopulo quoqut pars non conternnenda, Quiui M. Antonio gnuemente . ft dolfe del üenato , che cosi tacamente., pre/hua l'orecchio alle parole di vnfuo infeftiíCmo nemico come era Cicerone« •> di cui afpramente fi qucrelô. De mein* ï "Xibnxtino beipionis dtc!a?mtautt. 7>arla di M.AnromoriAeflo TuUionellaFilip.1 \ pica quinta, ne cio in vero fenza ragione.poiche vio quefto iVltimo d'eJoqiJêza perrapprefentareal Seoato non ne uer hauto Äoma inimico maggiore di • Marc .Antonio , perloche mnalzofino . alle liellc quelle doi legioni, che! hauca. no Hißörie Tibmtine l 1 1/ no abban donato , chiaimndole celefli, e diuine nell'illeila .Filippica iuí.^íd legia Martial quid quartàï cur hudaniurt ß fnim Confitlem Tum reliquerant vituperédefuñí , fi inimicum iaudanâ$ . E poi ibggior.gc. Tu Uias c%\efits diuinafq . h.¿iones Martiam,&<§uartam, quibut,cum Confu/emfuum non modo reUquijstnt,/ed bello etiz perfequerentur,bonortst &pratniafpoçondiflis. A raggione dunque vfô M. Antonio parole feuere , e minacciofe in modo, che dice Appiano, che fpauentati percià molriflîmi del Popolo ,e de* (bldati s'indnffero á preíhrlt giarameato di non fi difcoflar mai dalla fede , & Im perio di lui , & in quefta maniera fece M. Antonio inTiuoli una buoita raccolta., de Soldad, de quali hauendone dato la_, moftrs.trouo l'Eflercito fuo eíTer di quattro legioni , che à 5400. perlegtone> fanno il numero di ventun'mita , efeicentoSoldati , con'i quall fi parti da Tiuoli,& âdefiene alla Cittá de 2t omuni « 0:tauio doppo hauer guerreggiatográ tempo cbn Marc'Antonio conl'aiuto 3 .cora deiKtilcffo Senato, s'accorfe, fitnil iauore non proceder dall'affcttOt che i -Äomanigltportafiero, mi dal defiierio ' .'•...«. che • ix6 LibroTerzo. Chequefti Ciftadini frá di loro con lo guerre ,e dificfioni fi f¡ieruaflero,e s'eftingueflero, à fine di rimanere vnavoltali« beri da trauagli si graut j' per lo che Ottauio menue era Confole s'vni со Marc. Antonio , & d queflo s'aggionfe Marco Le pido, i quali trè s'ípadronirono di tur to l'lmperio Romano, e prefero delli ne nnet loro tali vendette, che ¿ impoffibile leggere l'Huloric funefle di quefti tempi fenzainhorridirfi. .« . Ma non doppo molt'anni fi verifico i! prodigio apparíb io Roma di trè foli,che à poco à poco fi f>du{ïero in vno1. Rojbç tresfila ex orti paulatim in eundem orbem íútrunt R:fcníce Eufcbio nella fua Cronica; poiche hauédo Ottauiano fpogliaro Lepido del fuo princtpato , ruppe con Marc. Antonio facilmente quei legami deilaconíederatione , e della paren tela, che per eíserftati tante volte rotti, e rannodat) hauean perduto il lor vigore, e tanto pió facilmente gli riufci ,quanto che la caggione di farlo,hebbe apparéza d¡ giu¿io. Ripudio Marc. Antonio Ot> tauia fua mqglie , e forella di Ottauiano* per ifpoiärfi con Cleopatra Äegina delf Çgitto * onde vedcndofi egli vilipefo Coí.'.j goato Hîtlork Tiburtíne I ' tvf gnato .s'apprcfento ful Promontorio d' Atûo à gl'occhi di M. Antonio, с di Cíeopatra inimico fi fiero,che elefscro i mal' auuen curan piùtofio voló tan a la morte, che venire in mano dell'irato Cefare. ¡Et ¡n quefta guifa rimafe egli foío Stgnore* , e Monarca dell'Imperio Romano.hauédo per confeguir queflo fuo intento, vo« cato gl'Erarij nó Tolo di qúei paefi, ch'hauea guerreggiando efpugnaco.ma fcemo ancora grandemente queiabbondatiffirai tefori, che in Roma,7-iuoli., e Ncmi fi coferuauano apprefso de Sacri Tempi; coa hauerfida queííi luoghi fotto titolo di prefianza fatto fommmiírrare il de« caro, che per lo mantenimento delle fue guerre gli fu necefsario, come certifica-, Appiano nel quinto libro deHe guerre ciuili con queík parole . Cafari OHaaio pecunia aderant, quas ab omnibus accept, rAt , atque expugnarat , fardit exetptit\t & quat mutua exfacrit,retributionugratiam ptlliàtutt ajfumpferat , Roma dCam pitoUoab Antoniano Libanubto, à Nemis aс Tibure i quibus in lotis thefauri nune, vel maximefacrarum pecuniarum adferuantur copioftffimi. Otteaae dunquc Ottauiano la Roma na Mo- M. Ante* ¡¡¡¡JJ5 ' Vccidano da loro №*t. _, Nèmi рге^ ftmo de narj à Oe «au¡an0 • ; . in ^chtj îep\!5~ я tauianou comin— сЫГе я chiamare ^'.д""* *l °• 'liS " Libro 1'er zo. na Monarchie nell'anno decimo quarto doppo la morte di Giulio Cefare fecondo h ufe biojil quale aggionge,che i'anno fe guente prefe Ottauiano licognomi dî Cefare ./ÍUEUíto , de quali non folamenre , , vr л г n ando egli gloriolo, metre vifle.ma palfaronoetiandio pofeia a tutti gl'altri fucccfioridell'Imperio Romano h auendofi egli attribuito il primo in virtù per del fentitefiamenro di Cefare ,& il fecondo mento dï Munatio Flanco ; fecondo che ne ichue Suetonio nella di lui vita . C<*faris , if- dtindt Aügufli tognomtn ajfñffit , aiterum te/lamento tpaioris Auntu« 4i , alterum Manatí/ ilami fententia . Munatie Fü quefto Munatio nobile Tiburtino, Planeo come chiaramente teftifica i! Poeta liriTibuiti— сo ñelfodefettimacarm Jib. I. in queno« üi verfi ícrítei all'iftetío Planeo. .••/••. ~ , * . . . Sic tù fapiensfitiiti memento * : ;■ Trißitiam,*uttaq, laborer. ". . .- \ Mclh Piante men , fett tifuugtntix^ '. fiptff.' ' l y •** Qaßra tenent, ¡en denfa tenebit. '•« л ' Tibftr'uvmbratui. Oue i Comenèatori ai Horario ineubi tatamente sffermano , Tiuoli eiTcr flato la Patria di Muna tio Flanco ; Queflviii infigno nejltfette . • re, HiñorieTibúrftnel 119 re, e neli'armi, poiche рш volte i Лoma« ni , с con efli l'ifleiïb Marco Tulîio Гam» miraroDO facondo,& eloquente oratorç egl'Eflerciti più volte lo riucrirono pror de, e valorolo loro Jcnperadore. Leggafí in proua di cio DionciSueutoio, e Ci cerone nel decimo libco delie lúe Hpiliole ad Plancum. . ' ¡>. . Mâ ridica pur le glorie di Munatio la gra Cirta di Lione, che riconofee da que- Cittâ dp i\o Tiburtinoi ftioi natali,poiche mentre p'one. tencua egli il gouernodeÜaGel<iadet«u, edificará* Romana fu da luí edificara. CosiEufebio da Muna. nella fua Cronica interprеtalo daSá Gi- uo Placo lamo. CMunatíUS Planeas Ciceronis £)/'. /eipulus. Orator habetur infigms, qui cum Guliam Romanar» r(¿eret,Lu¿du»uau» condtdit. • je ir ZJoppo, che Cefare Augufto hebbe сo la morte di Bruto, di Caffio, di Sefto Pópeo , e di Marc. Antonio fpenta in Roma l'ambitione.e ndotta la Republica à Mo. . '. . T ? narchia, ceffarono anattole diíTenfionijC le guerre ciuili; onde con l'otio, e eon la pacenforfero le lettere , e ¡c feienze ,;á ■ i- ' . * quali pare,che foífe aúegpato per fcggio s:. • с refidenza particolare,laGittàdi Тшо'« Ü poiche qaiui fi ragunauano ipnmi iai geg'ni 71 tftjo ! Libre Terzo1. gegni } che in quefli tempi fioriua no ia_. tuttol'Vniucrfo , come erano Virgilio, Horatio, Quintilio , Fofco, ¡Talgio; Coc ceio,Propertio,lo giá mentouato Munatio, Plotio Tueca, ParoH'ifleflb Augu. fio , e Meccnaèe Padre , e protertore di tutti gi'huomini virtuofi. Quefli fabricó Villa di ш Tiuoli non si ie mi dica vna Villa ,d Mecona- VDa Cittâ,poiche l'ampio circuito de i fu- j^"?1 j° albergad neiia Vil« ladi Mem «пaсе (a imu. perbi veftigi, che di effa â noflri giorni fi vedono dalla Chiefa disfattadi San ta_, Maria del paflo, fin alia piazza di Sá Lo renzo, tale la dimoftrano; e perche quefta douea efler refugio , e refidenza do' virtuofi ,che nófoggiacciono all'jngiurie del tépo, edell'oblto, ordíno Mecenatc vna fabrica fifoda.e fi ftabilechefébraua dedicara all'immortalka , aftinche petef« fe efsere ancor doppo mille Cinquecento fefsátaanni albergo ficuro del Padre degl'huomini, che (anno, e rifloratore delle letterc Ignatio di Loiola, poiche quiui come à ragionc di hofpitio douutoli fi ricouerô il Santo ne i principe delia oafeéte fua Auguftiífima Religione. t £ra Mecenate fi alieno dalle cure , e_i foggertioni della corte , che rifiuiè le рш hoaortuoli cariche, che potïfse dare vn' „ . Zmpc- Hifiorie Tihúrtíne. jjr /mperadore deli'Vniuerfo ad vnfuofau'onto, qual'egl'cra, econtentädofi dello flato di priuato,má riccoCaualiero,godc ua oltre modo dello ftare in villa, с particolarmente in quefta di Tiuoli , in guifaf che Horatio nell'ode vigefima quarta_, del tcrzo libro de fuoi verfi cosi gli fcriffe. Г Nefemper via m Tibur, & ïifufç. Dtcitue contemp/eris, aruum. Quiui allettato dall'amenità del paefe Tiburtino • e dalla foauc conuerfatione di Mccenate foleua da Дoma bene fpefso venire Augufio, nel cui viaggio confumaua per lo più lo fpatio di doi giorna taco me nferifce Saetonio.Itinera lefliea , noätbusfere, eaq. lenta* & imminutafaettbat, vt Tibur biduo procèdent. Dicen, do Dione, che Auguflo folca di notte viaggiare per non apporter incomodo alle Cittá,douc egli andana . S'auuanzo tac' oltre l'affetta di Gefare verfo Mccenate , che ftimaua non poter nell'occorrenzo delle fue infirmitadi> ne piú ficuramente ne più diligentemente efser curato , come che in cata di Mccenate. Aeger Dico ¿uetonio Jn domo Mcecenatss cubabat, Ь pure vna con fid cnza fi grande di Pré...I/ г cipe I3¿ Libro Ttrz&l cipe ñ potente non altero panto quellaJ fua tanto bcn compofia mente, anzi qua-« to fi vidde più portare en alto, fi conten. ne tanto più,per non precipitare, dentro à i rtpari ficuri della modeflia ■, onde n' aииеппе quello, che per lo più non fuole áfauoritide Prencipi ,ch'egli nonfolo fufle mai inuidwto, & odiato, má da tut« ti cordialmen te amato ,e riuerito, veg— gendo ciafcunojche non ferniuaii Mccenate delfauore di Cefare per fopraftarc à gl'altri, & isfogarelefue paffioni, ma per recare a tutti giouaméto,¡fenza mai aftenerfi di farlo per tema di pregiudicare_. alie proprie pretendenze , & accrebbeíí maggiormente la lode , e fama di lut perj Гa ftetto partiale , chefempre porto à gl huomini letterat i;s verfo de quafi fù fi be nеfico, e liberale, che n'acquiftô il nome di loro Padre , e protettore , perloche* perpetuandofi in quefii aísai più , che ne ifigli naturalila memoria del benefattore,marauig!ia no é, fe hoggi ancora dop* po fi lungo fpatio di tantifecoli ícorfi,fia tanto celebrato il noms di Mecenare-.. Amo quefti &i gl'altri fommamen te fío "tio Tueca , e Lucio , Pario, o Varo intimi cqrteggiant di Augufto,e Poeti infigni Tiburtipi Hi/tritTiburtiae. ijf Tiburtini, fecondo, che ne hanrro laiciatofcritto Marc. Antonio Nicodemi , ed Antonio del Rè miei Cócittadini, & huomini di molta erudltione ne ilorolibri delie Aatichitá Tiburtine, & è i nue ro da credere, che fi grand'Accademia , ch'a!lorarioriüa in Tiuoli, non foío quefli,má mol t'altri ancora eminenti letteratino producefle. .. -';.;л ! E(íédoTueca,e Vito in tr infecí d'Horatio Flacc0,vfarono infiemi con Virgi lio ogni induftria,peritrodurlonell'amicitia dl Mecenate , il quale poiá preghr d'huomini di tanta fiima ammefle Hora tio nel numero defuoiamici.e commenfali, come egli flefso confefs a neila fatira fefia. Virgilius , pofl báe Varan dixer* quid tjfem. Vtveni coram , ßnguhlpauc»locutus% Infanus narr.quepuaor prohibebat plura profaril \ e poi foggionge . . . Лauca ab to& reupeas nonopaß menfe lubefque. ' Ejfein amicorum numero : magnli hoc . egoducO. •' Г . 1*2 ./^"lü Et in vero fu dital giouamentoj'ainiI 3 cicia î$4 Libro Terzï. cîria di Mecenâte ad Horatio, ch'egli d' infelice, ch'era, ne diucnoe felice ; poiche fendo cgi i nemico di .Augufto, per hauer feguitaco le parti di Bruto, e di Caflio,ad intercelfione di Mecenate lo riceuè nellafuagratia. e li conferí honori.e dignitâ grandit & ol tre di cio fù da Mecenate talmente regalate , che egii ne dinenno ricco. lHàmèfecifti locupletem gli fcriue k> ftefso Poeta nel primo libro delie fue Epiftole . Ferio che hauea giuftiflima-, cagione di port are à queftitrèfuoi ami ci quell'obiigatione & aflitto tanto fmi» furatoj che dimoftra nell* Sadra quinta-, iui. > . S. :i, от. Toñera lux oritur , mult оgratiffimz-» namque. ÍJotius, & Variui Sinue£é,Virgiliufque . Ottmrunt : àn'vng , qua les ntque tan» didiotet. -. . и * . •„ Terra colit , ñeque qu is méfttdcuin¿ íiior alter. . .4 :.. O qut implexas, fagaudia quant лfuerunt. Erafi Horatio taimé te inuaghito dell' a menitá del paefe Tiburtino, che lo giudicódegno d'dser cele brato íopra le più . famofe HiftoritHburtine. • ijf famote Cittá del mondo, & apertamente canto ncll 'ode fcrtima del fuo libro pri mo. Lauda bunt alt/ daram Rbodon,aut Mi* tylentn Ara Epbe/um, bimarifque Corintbi. Moenia,vel Baccbo Tbebas, vel Apol line Delpbos. lnfignestautTbeßtla Tempe. Sunt quibus vnum opus iß itailл Palladit wbem. Carmine perpetuo celebrare. Vnàique deterptavt fronti praponttt oliuam. Tturimus in lunonlt honorem upturn dicet equis Argos,dttefqu e My cenas. Mè пес tarn pattens lacedçmon . Nee tarn tarifsaperculfit campus op im\. Quamdomus Al tunc $ ttfonamis. Et prxceps Anio Tiburti lueui&vda. Ъ/íobilibus pomarta riuis. &c. Enell'odcfefta delfecondo libro cosí tá cantando. Tibur Argao pofttum colonoSit meafedes vtinamftnecía. ist modus UJfo maris, & viarum« MtUtteque. I 4 la onde t$6 • Libro Terzo. : La óde fù oltra modo grato ad HeraVilla d' tioil donatiiioiattolida Mecemse s íe- j Poetad conc*° Parere 4* Afcenfio nel comraentódeliadettaodefettima,di vna amemi(ima villa pofla nel fuolo Tiburrinolungo latjuadeil'Aniene , di cui n'apparifcono alcuni vtOig lotto il Conuento de Padri di Sant. Antonio di Padoua , & oue egli come dice nell'ode ieconda del quarto libro, foleua fpeflo trattenerfi a poerare. .... Ego apis Matin*, .r.s.. More,modoque. '. . • x : Grstacerpentis thyma ver laborem',. • ~£lurimzsfri,circa nemus, vuiàtque T(àurisnpas,eptro/aparuus. . .\Ç • ' „ . Ç&minafingOi. . . . y •îopraftâua a queíu la villa del Poeta Catullo,*he mori vndecianni auanîi la Ditraturadi Giulio Cefare pofta ntli antico fito di queiia , che diceffimo efler fiata di Scruio Tuüio Rè de Romani, & oue hoggi forge ü Monalleriode ЖoпatiOiiuetani noniato Sant úngelo inPiauola , e perche era queila pofia di lá dal hume Anieae, che ditiide il Latio dalla_* Sabina, prefero alcum occafione d'aâer. mare eiler ella di Sabina ,ancorcheíbfse rcalmtme dt Tiuoli , per. efser nel fuo Territorio Hißqr /VT ibmtine. 137 7>'erritorio,de];chefi moflra Catullo (ao- Villa di ri di modo grauato ne i feguenti vertí С*ш11o drizzati dquefiaiua villa in rendimento °'ta" di gratie d'eiferfi in tfla liberato da(vna_* to ¿Te infopportabiledicendo. 0 funde noiier, feu Sabine> Seu ТЛЬиу. Nam te ejfe Tiburteta au. и nant> qüibutnoneß. ..щ. Qordi Catullum Udere*& quibus wdieff. fi~, §(Houis Sabinwa pignore ejfecöteninnt'« bedfeu Sabme, feu vertut Ttburs. Futlibentertntuafuburbana, VtHa>malamquepe¿iori expuli tufsim. Ja quem Hieíii tempi , quindi nonJuagi, in vn'ameniflimopoggio , out fempiterna godefi la primauera fabricó Quintilio Varo vna fonmofiffima VAU . Mà non ofcrei pero d'affermarcfe queíb fuffe quel Quífilio Cremonefe amico d'tíoratio , âcui eglinell ode 18 de! primo li bro fcrifse la maniera , che douca cenere in piätar le viti nel deiicato iuolo Tiburtino, iui. Nul/am Vare , fiera vUepriut Uuetu arborent. Circa mitcfohm Tiburis , & moernxj Catylli. f V f 138 LtbroTerza] О pure quel Varo , per le foe difauenture non meno , che peril fuo valore ce lebre , e famofo Capitano d'Augufto , il quale negl'in tricati íétieri delle folre fe!ue di Germania, fùcoflretto infiemicon le fue trèlegioni álafciar mifer amente-* la vita , la eui grauiffima perdita pianta inconfolabilmente daü'imperadore , vol. le che con'anntHcrfaria meíVitia , foffe an co dal Popolo perpetuamente rammentata.Dirro folOjchedal home di Quinti« Iip chiamali al giorno d'hoggi que Нa cótrada Quintigliolo , luogo affai noto , e f'amofo appreffo de yiburtini per vna_* moltoantica ,e miracolofa imagined! noflra Signora $ che in vna Chiefa quiui iltuatacon deuotione vniuerfale fi riuerifee, nominata volgarmente la Madon na di Quintigliolo. Veggôfialcuni vefligi noteuoli dique. fia villa nella vigna di Domenico Giámitij, la cui deflrtzza, с valore nè i maneggi più grandi,è motto ben conolciuta appreflb la Corte Romaoa,ouc gl'anni paffati furono ritrouate vnagran qnantirá di Brecvtut pietre, che per la varietà, e vaghezzade diTiuoli colon', e per lo fplend ore , che rendeuapr«Joi« . no ?ennero ftimatc pretiofe dall' Emin¿> tiffimo Hi/tori* Tlburtine . I $9 ti filmo Cardinal Montino,che mencre (i tratteneua in Tiuoli per ord ine del Santo Pontefice Pío Quinto i nefecc vnagroffa raccolta in modo , che di prefente p ù non le ne trouano. N5 eccedeuano que-. fie la tnifura d>npaJmo,e mezzo,ù duo, delia fpçcie de quali non v'elîcndo altra_. notitia , glifii datoil nome di Breccia dt Tiuoli. ;r: Scorgeafi pid auáti Ц villa di Cocceio Villa huomo per la fuanobiltá , ricchezza , o 0CCI íoauitá de coflumi di ftiraa non ordinaria, e fauoritiflimo coreeggiano d'Auguílo, dell'opera di cui foleafi egli valere ne i ne got!) di momento graue , come (i raccoglie da Horario nellafatira quinta iui . Hue ventи 'us trat Matenas optimut atqut. Coeceiur, moffi magnis de rebus vterque. Legat], auiterfos foliti componen amt. '.: .: ... .". Dilla qual villa altro bora non h ab « biamo,che il femplice voeabolo, e queito anche corrotto,poiche chiamafi il luogo in vece di Cocceiano; Cocciano , ouero Cozzano. .Sorgea di fotto i quefta in vna vaga, e fertile piannra la villa di Marco L-pido . , .'. che Ц0 Libto Tetz** ' che infiemi c&Ottauio, e Marc'Antonio affaporo la gran potenza del Tríumuirato: accénafi que lia villa da 7.ullio nell'octauo libro all'Epifloia 14. ad A tticums e_, chiamoffi daldi lui nome campoLepido, che pofcia da i moderni alquanto mutato vien detto campo Límpido. • •" ' ' .b Preflo áquefta, с forro quella di Varo in quel luogo , che hoggi nom a fi Vafsi, ouero Baffi , feorgonfi alcuni viefti'gi di Ventidio vna тл, che dicono €íftr ftata dí VentiBüflo. dioBaflo AfcoíanO ,àcut Ottairianorifegnó il Confolaro nel principio del fuo triumuirato; faffidi quetto Vencí. •'• dio mentione in vn marmo an ' tico , che ftaua nella anticjiiffima Chiefa pa« rocchiale diS. Sjlueftro , di : . í Tiuoli, ¡n cui . . •••.-•" " .•. cosí leg " ' Г ß-J « gefi. •• - i. Щ i : C.LV- f\ HiflvrleTiburtinf. ЦТ С. bVTl VS. L. F. dVLlANl Q.Pbi^VÄNIVS.C.F. VARVS . LV£NT/DIV5:.2:.F BASSV*. : с С. OCTAV.jGJ. F . GÄACCH/N. | V r. V ni. vir; PORTICOS. P.CC £V. : ET. EXSEDRAM. EZ\ PÄONAON, ET . PORTIO VM . ET . SCAENAM; lon@. p; a :..• '/.S.C .F.C.' CXU £ Cinthiafauorita di Properties , che fiori in quefti iftefli tempi voile ella an cora hauer la Villain Tiuoli ,fe bene ¿Íçertoil luogo,doue fituaca fiíoffc.Quin Цг LibroTerzül. di (cride quefta vna letrera ai Poeta commandandoli, che á quell'ora , che glifoffe gionta nelle mani , f* ponefle inviaggio, e da Roma fi crasferiíTe fenz'altra dimora à Tiuoli , ne dubbitaua d'efler ella vbbedira , fapendo quanto poffil'imperio d¡ vna dona fopra degl'htiomini morbidi , h quale ( come dice lo fteífo Pro« pertio all'elegia nona del rerzo libro) « Tratte additfum fub Jua iura virum, Ri ce«! égii là letrera appunto sù la mezza norte , & ctfendo ñato alquanto iofpcfo, e dubbiofojíe doueuain hora fifcomoda с pcrigliofa merterfi in viaggio, al fine fi rifolfe d'vbbedire ,giodicando efler più terribileil voito d'vna donna ¡rata , che i'horroïè d'vna notre qlianto fi uoglia o . fcura,e tenebrofa:á tal fegno di follia peruiene , chi merci delia fua cieca paffione feordarofi di queirimperio , ch'd lui diè l'Altiflimo fopra delia .donna volontaris me n te fi (ottopone al troppo duro ,Sc indiferero dominio di lei . Confería turto ció IVrTeminato Foeta nelli feguenti veríi regt Ora ti nel luo libro rerzo aH'elegia». i4.dictnao. i' . ':. i ..:r. .. N<№#ie4td•, & Domine mbi vtnit Epi. „ Hol* nQÛ*\i. '. .:.cb Tiburt Hifiorie Tihurt'me . 143 Tibure me mijfa tu/sit adejpt mora. Candida quà geminas oßendunt eulmi. na turns. Et cadit ¡n fatulos ¡ympba Anttna la. eus. Huid factamZ.obduftts committam mène tembùt. Vt timeam audaces in mea mübraménus. Atfi bee dißulero noßro mandatait. more, NoÜurnofletusfautor hoRe mihi, con quelche fiegue, Vifleinquefti tépi Marco Lollioperfona Confolarc.e celebre côdottiero degl'cíTerciri d'Auguflo contro i Germant rebell i, quali fnrooo da lui valorofamente íuperaci . Germanos in arma verfos M. Lollius fuperat nota Eufebio пеПaшa Cronica , le cuílodi da Horario nell'ode nona del terzo libro de fuoi carmi furono egregiamente decantare . Sono alcuni di parère , che quefto ancora hauefse la fua Villain Tiuoli .fenzaperô afsegnareil ^ Lob luogo doue fi fofse ptâtata , moisi non Гo- цa'. lo dalla m i ci tiл , ch'egli ha ueua con Ho ratio, edall'eíserverifimile. che como pratico corteggiano, haucfscpcr incontrare 144 LibroTerzo. : trän й guflo del fuo Prencipe procurato d'hauer rgli äcora qualche podere in Tiuoli , di cui tanto i'imperadore Ottauia* nofidiicttauaiind più iriuamente dall'hauer quiuiMarco Lollio elctt o il luogo per la fuafepoltura ,e dellafua fameglia, lecondo il coflume degl'antichi , che foleuano á tal effetto circondar de muri>o di macera vn pezzo di terreno , che per lo piùibleaefstrin vn. canto de ä poderi,e_> delie Ville , il quai fundo cosi rinchiufo, e recinto diueniua religio'o , e fuori delf humano dominio . Tilt appunto vieno additatoil luogo elctto periepolcro da_. Marco Lollio ш vn'mfcrutiooe, che hoggivedefiinvnmarmo antico afi'fso nel pauimento di Santa Maria Maggiore di Tiuoli dePadri dell'ofseruanza diSaru. Franccfco del feguente tenore. « «. *HIÇ LOCVS VTI MACERIA m . " CLVSVS EST AÙ RELIGIONEM SEPYLTVRvlE LOLLIARVM '* ATTICILUE FILIAE ET STACTES . TXORISΫACM. LQLLI AMARANTT. ,•*?•.. Equeñe lÄiftwieTibürthe. 145 E queftefono le Vilfe , che per tjuanCQ 1 .«• > " Ь o piocuto nrroua re,íuron o á qaefti g:or- « ' ' \ m fabricate nel Уerrkorio di Tiuoli,qua* ii hi vüluco femplicemerue эссеппaге lecondojcherichiedeua I'ordine de tempi, fi come farro acora col fauor diuino del' le altre molte edificare doppo quefte . *.4'' nell'altra parte delle noftre Hifbrie/Potrá peco il curioío hauerne piii ampia-, сo itetza dal tratrato, che il Oottor An tonio del ile ha di efle diffufamëte lafciato feritto. . •- .. Garnpeggtfluano «orne diffi nel fuofb Tiburtino i più vaghi, e fceltifiori dcgl* huomioi virruoíbcne nel mondo viucífero, quali facendo in elfo û pompofa , e> rnaeftofa la motfra.rédeuano queda Cittá più dell'altre riguardeuole.c gloriofa. Mi inuidiando.per cosí dire, la morte trionfatríce dcil' Vniucrío à fi gra fafto.comm« ció con l'ineuitabile fua tag'iente falco ádargli crudeliflimo il gnafto,fe bene пo puotè fpogliarli d'altro , che del caduco verde delta vita , má non giá della fraga za di qudt'odore , che inariditi ancora_. fpirano fempre foaueàsuttala poftcrità <li vn nome lodcuoSe ,& immortalo. Caddc duque ítá di quefti il primo Q ЛK úho 1 Мoле di tilio il Poeta Cremonefe , la cui mortis Quïtiho COn abbondeuoli lacrime, pianfeil peen-: Foeça. cjpC ¿e ibftfc^ e pofeia ncll'anno vigefi- ¡ Tejbmé t0 morte di Virgilio Poeta. ' mo frilo d'AuguftoJ giaceque reciío il più vago, e più leggiadre flore t ch'orñafie 1' Italia tuna ¡1 lume,e lo fplend ore de Po • eti Firgilio ¡l Mantuano . Queftipriadi terminare ii periodo defooi giorni,ordix o. • r.r . no 'uo teftamento, in cui (_ comenferu IceElio donato nella di lui vita] nomi no heredi l'lmp. AugufkbMecenate, Va lerio Procolo fuo frarelloiC Ii Poeti Pio-, tio Tueca , e Lucio Varo noflri Tiburtini, come di fopra diceffimo , fuoi intimi familiari . £ perche non puotè Virgilio* come voleuacort egge r ,e darlVlnma-. mano al fiio famofo, heroico Poema dell! Encide , non lo flirno degno d'altra luce, chediquella delle tiamme , onde com mando nel medí fimo teftame hto , che fi douefle brugiare. Non poterono tolera re li fidiamici Tueca , с Varo, che opera cosipregiata,e fatiga filunga fortifie fine cotanto infelice ; perfuaderono pero ad Augufto , che ¡a modo venino permetteñe , che legato cosi crudele con tro del proprio parto fi efseguifse il quale mof so dal pregio dciropera> e dalle ragioni loro commando i | 4 Sfitorietiburtíne . 147 commando , che fi conferuafse •., como apertamente vicn dimoflrato daSulpùio Cartaginefeín queíH »crfi.; " ' lußirathaerapiiis aboleri carminaflammts. '....m \\ V'vtgiliuu FbrigW, que cetinere Duct.: Tucta vttat,\'orиfque ftmul, T« maxi me Cafar .1 Г• ? N0» finis, atque aliç Confulls Hitloriç « Infeliz gemino cecidtt propt Pergàmon Et p tne eß alio Trota cremate rogo. £ feriue Pietro Crinico ne! cerzo libro de Poetilarini al capo trigefimo fettimo, che fiando Auguíb fofpefa fe doueua có« trauenire alia volontá di chtíímuoréJ, che deue eífer legge inuiolabile; al fino in quefti fuoi ver fi efclamando proruppe. Jârço nejùpremis potuit vox improba verbis " . тam dirum mandare nefas? Ergo ibit ini~ gnes. •' " 1• '•• • Magnaque doñiloqui morietur Muja Maro— mi? ' . « ' — '-.—... Ahß elus indignum,foluetur littera' dbtеs, ' Htpotería speBar6.ôtn!i,nec pariere hoitori flammafuo; op:rißruabit amore? Pukher ApolloV;ta,Mufi prohíbete latitats bih:r,& a'ma Ceresfuccurite, veflerinarfnis Vejîer mi les erat: doevisper rura co'onisi jfa docuit qtiid ver agent, quid ccgerct e.ftat, Qvidpater Auttimnus , quid brnma nouif• tt * • Стa 148 LifoôTer&o". * ftm* ferret. Arbutajormauit, fociauitvitibus vimos: Curauit pecudes^apibusfua caftra dicauit. Hfc dеdit vt pereant?ipßtmß dicer efas eft , Sed leaum eft femando. ßdcs;fuprema vo luntas. Qnodmadatfieriqtte iuhet 3 parère neceffè eft. £ pofcia rifolutodi voler conferuarc*, vu libro di tanta ftiraa , ancor contro la volonrá del Tcftatore, cosí foggiunfe. Frankaturpotius lepim veneranda poteftas Quam tot cogeftos noñefque diefq tts labores Hauferitvnadies ..fupremaque verbapareniis Ammittat vigilaffe futtm : ftfortefuperbuz Errauitque in morte pigerift lingua loquuta tfefcio quid titubante animo nonfpote,fed altis Bxpu^nütamaHstcdieJangutrisiniqui. Si mens eçcafiiit' iterum sentire ruinas Troia fitasi iterum cogetur rediere voces'. Ardebtt mifèra poß vulnera , vulnus EliÇk. Tampurumfoluetttr cpuSjtot beila, tot anfes. 'X ' > Incineres dabit ora mees, & perßdus er rer Вис кис Vio iAcs dateflumina cuntíaforares. '. i«.\. . Ex pirent ignes. Viuat Maro doñus vbiquе Inçratufque fui ,ftudiorumque ïuidus вгЦ htfàiiuspoftfhta nocens; quodiufferat Ole ßUvetuiffi mенm:fais efipcftteporavite.. Imàfît {ternum tota refînante canixntt Сaппеп,& inpopu!o dmifub mimine nome Landetur, ■oioeat,pMeat,relcgaHir,nmetur. HißorieTifartine'. «49 Ep:rôingionfe Augulto 4 Тассз,е Vato, nel cui valore molto confidaua , che, riucdcffcro ¡1 Poema dii Virgilio, сб quefia conditio ne , che non vaggiongeffero cofa alcuna .e cosí eglioo cífeguirono lafeiando i verû rorti, & ímperfettii , come ícriíTc Eufebio nclla fuá Cronica. Varus, & Tutea Virgilj¡ , & Horaty conturbenales Poetfil/uftres, quïÈjjeidum libros poßeatmendaueruM/bb legeta ,vt nihil addertnt. Etinquefia maniera il granPoema di Virgilio per opera di queffi Tiburtini dal Mondo hora с goduto« N5 rnoíto tenipo doppo fùfueltodal- Varo, • ¿¡SJ^ no i"En"e~ id«\diVir guio, Morte di la terra il pregiato. бoге de Liria Poeci peet*£° Horado Fjacco amatore partialiffirao di quefta Patria , negl'anni dell'/mреиo d" Augufto trenta quattro.e delfctá fiiaciaquanta fette fecondo Eufebio, . . ' lipofcutrionfô.pôpofamenee ia mQr* Morte di te di Mecenate ,conducendo {¿colígate Meeéüu al carro fuó tenebrofo la magnificenza-, , tev ¡^j'^i la iiberaKtâ , «la tutela degVhuomini '•., deditixlle virtù, & alie feienze . ¿afeio quefli erede riroperadoreOttauiaoQ,co« шс vuole Dione Hiftonco nel libro ein. Ciír£ quanta cinque in cui afferma effer flato '£«¿¡0.!* Mecenate il primo ntrouatorc dеlie çi. BenttBv К 3 fre, •Hd IJbnTthtà* .... fre,lö«o de qualî , più che fottöde i rno• bilifigiïli fi potefiero ficuttmènte nafcô? ik* helle carte i piû prôïondiienrmienti dcifàfiimaf, per douer íofb effcr paWati á chi reciproca n4>cteflewalà:côrnrp6dez^ Per Tägione donqfce hercdirafia pet•uenne ad Augufto la fonruofiffimaPilla di Mecenate inTiuolijonde non hderrato (tomfc haeno penfato situai ) Pirro Li gono edcbre Architertb della g1oriofa_, memoria del Cardinal ferrara j mentre tratcando in alcuni fuoi ma nofcntti del ie Ville di Tiuoli dá il nome di quefta_/» chefndi Mecenate,aa Au°uftó>potcde~ ífeoídiftinguerci tempi, render a.geuoímenreverdadif íi quei femtori i}c quali Circa il medefimó foggetto appariícono varie , ediícordanti ropiriionb. Delcriuefi per tanto da! Ligorio quefta Vi! la со VílUdel le fcguc'nti parole. • ' 1 • " ~rí-u'* che vmeoçni&tra de i, e .fitdeyt d¡ МaцщЯ- vrinpurjarto It fue eqiiamm,fïcoZo чесцfino WfiorhTibtfrtint. Jt$i tflnbiffolsàrittionijcb'ntifobdJctHtte nelle ca tarat te äell'edifitio. Hà la Villa dueporticid' tntornoiJ'/vnoripuardaud íldifitort per Ogni lato di tffa, per veder da lontano, e per dejen~fi'mede¡l''aere;el'altro dentro detl'Atrio,ö vogliamodir piazza. Б trà Cvno, e l'altro porJico erano lejlanze, & habitationi. Sel mezXopoißprastante añafiazza circondata dalTbno'delli detliporticí,era vn'aítro appartaméntájñflfá сЫ intrata Pyrfbfiegno del.efca4»«ranocogegnateartibtiojhmetegrotticomfäfle di tartarí, dotteßiitauanq ;e fiaturiuaщaсдщ , Ntlßanco deU'appdrtamentöfon» mè^efcint^pwrconjèrued^aiaiia , douefi fjfrgttnairfinti t Taçquà deponeua ognifua iordura. ti mezzo delïcdifitio dimofira hauer jnoitiliuoghi daßarui,dal qualïandaua difipraaglaltriYortici dJordine Iónico. Sotto air (à Villa medefitna e vn àltrô edifitio, come vn TÈMPIÔ . ott'angolo .ornato dt iuogi digli Щ puflo nell'afienfo delta Villa, ne lia.quale verfî f&mentefi ntontauajier lefiale oltrA modobel* lipime. La prima faczua due móntate difor9nao.rdmâna;fa!tra ntfactyâynà'fola , mà làfcàlaerd di mèzzo cerchió , è digran minthta, tanto , ehe per leifimontaua su la piaz~ %a dtkl&Vills, doue hjrafinopgrgqjej & altra cçfieche produconogH horfi dthiwri tempi . Quiui fouenti voice ricreandofî AuguЛo non fi dimenticô di quel pefo , che ffime infeparabile da] Prencipe , che tiene â cuore l'ottimo reggiméto de fuoi ftati, cjoè di non fîdar ad alrre oreccîue.ch'a!ië proprie gl'intercffi de fudditi..ondo' К 4 traste- r fx л. LibroTerZïXZ trasferendofi di pcrfona da qmñáfaxj Villa al vicino ,'anzi contirrguo Tem pío d'Hercole ,/oleuafpeffiffimp neg^arnpi Portici di eflo rendcre ragione a í popoIi , quel fstto accio feruiife a';nfegnamentoachi dcfiadi bene , eregola ta merito dominard non volle paflar forro Шепсю il Tranquillo pella di lui vira, dicodo. Tiburetiam* vbi in porUttbm Herculis Templi per/fpifus dtxi^ tfsvsxs. ta 1 i iVop dcup'tràiafciarе áitjüi inferire,* che fiori in qúefli tempi ¡a celebre fame, glia de Coponij Caualier i nobiltuími Tiburfini tabbondante fempre d'huomintt & in vítiú , с dignird infîgni , e Tíguardeuolt г. Щ di quefti fùTiro.Copôoio Carro CittadmoÄomano comcielbfîca il Padre dellaLat:na faco -ita nell'oratfore ápró dt Cprnefio Baíbo íui . ^uomoS'eX eadem Ciuitatt ( idei't Tiburtma ) T . Copanius etuis ilem fumma mrtnie , ¿T dtgnitauWepotts T . r> С . Copcnioi noftts ) aзmпaНО. С. Majfons çiuti Romanus tß fi elш} у''"'»".у.' ..' ß diCaiô Co rïômo riferifcetaiuióOf-' fino nçllafameglia Cpponiá,eíTer egÜfta* to Pretôre Kománoiporcaodo in proua di ció Viia Medaglia antíca,nel cui dinero ..:J.«J ... wa Hiflwie Tiburtme . 153 era fcolpitarimmagine dilute nel гакг' io>q«eUad'Hercole «refuto di peile dile- one cbn queue lcttereintorno C. C.QI PONIES PRAE TOR. S. G.E di qui. to eôpoaip legged apprefso di Ceiare ne i commentarij al terzo libro delie guer re ciuili,che fu magnanimo capitano ge nerale dell' armata nauale Äodiana di ' -Pompeo il magno сбгго dí.Cefire, i$¡¡j* . tm Qqoanius fjdic'egi ] Q&i ТЗ ггяссьд QLffi Rbodiçprçtrtt . E narra; clic h iuendo Coponio prefentita la yenuta tuf di Celare íi moïse di repente d al P orzo Jî Durazzo in Macedonia , per lacontrar 11. pemico . ne punto dubit? ancor con tro •Ja foraa de veiti contranjfeguiraíe Ь.ед* che faticoûlfimo il viaggio , e reco áCefarianicai ípauentotchefifarrebberp an che perdutid animo; má la fortuna chç> fempre arrife â Ceiare fauoreucîc fè fi che l'iíkfsa horrida repella toito lui dal íopralbnte penglio diueiûïse miniftra_, fedele dVna tanto piú auuenturofa, quá* to m t. rio afpertata vitroria de fuoi r*emiei poiche creicccdo ii vento, e con eQa ina« i fprendofi la tempefta , furo no i Cclariani fpinti in (ïcunflîmo Porto , с к riaui di Gopomo furono ii fieramente s battute, che flj4 Libro Terto. "ehe'ài numero d¡ ícdici fdru(citis,e lace re có naufragio miíerabiic tu«c pcrirono. 'W * y : « ' EGiofeflfo Hebreo nel primo capó del libro decimo ottauo .deU'Ántichitá Giu~daichefá honoreliole mentioned! Co* ponio prodc capitan de Caualli ., il quale Iii mandato da' Augufto con ampliffima poteíiá â goueroaré il vaRo.domimo del ia Gtudea turra . Cosi Giöfeffö . Mitti« tur ttiam Copomuf àuflûr totius , equefiriíágrninhipoteltat^úcluHtiÜmñé* nrnrtrcn/. ' ^tenr. Я .п"л,. ! Nedeue ípreggiarfi !a memoria > che de Cóponi/ fi ritiuennè ÜrTilioli nell'ano 164Ö. d'vn'antica infcrïtrione , giunta ion vnaOatua della Fortnna preflola_. muraglialaterale del Duomo ,£giâTêpio d'Hercófe 1 che diceífimo efler ftato dali'inreriniriata magnanirnitd del CardinalRoma da i fondamentireidificato>nella quaiííiícnuione ce si ícggeuafi. FORTVNAE PRETORIAE 3ACRVM L. MVCCIVS. mOhfHuK MAG. HtKÇVL. AVG CN. CÙPON1VS. EPAGATVS. CVRA1ÜR. FRIMl. V: S. P. CrLTQRLVV* . : J> и . D¿\ che tíiJiorUTthurt'me. it% Da! chcraccogliefi .cheGneoGopo, nio.e Lucio MucciofráTiburtiftípi&íiguardcuoli furonofondatorii ouero Vfficíalrprirnari) di quella radunanza , cho 'dagl'antichi era detta Sodalitio, e nornafi da not confraternita , inftiruita allora_, follemeote in honore d'Hercoie , e delia Fortuna , ereflero á fpefe loro vn' Altare., con laíhtuadella Fortuna Pretoria coSl denominara dal Pretorio delTempío iPHercolé, «r curera fituatj. ' 'fiuono hoggi i defcendenri di queflâ famsglia non punto ti alignanti d airan, tico (plendore ne1 Pwnelpato di Catalogna trafportati colà in finda quefiitempi , che narriamo d'Áugufto ventifei an ni prima del parto felïciîfimo dejla Vergine, per qu'antoii legge in vn libro inti:olato Proelamations Cattolicaá Filippo quarto per il Confeglio de cento di Bar celona riel /8to.oue a fogli iij.fihâno quefte parole, che tradotre dal Spagnuohrc'o'si fuonano.Z.« Copcntj nobiliTi&qrtirà in tempo d'.Oitàuùino Auguffo , venti fit àrini prima delit vtnutadi N.S.Giesà Gbfißo , fe n'atiàan no à Rama, dt douefe nevenneroinCatJ¡3j>na. *' Mâ è tépo hora;mat di ftabilire il con. fiac . y Fime^lia ¿i Opom'ifoi'r kelm$gt Jôgna! * Pïofetîc adinipue nut* 3 dl Noftrosi gnor«_, Sfií u ij<î l,ibr*Terz» fi0¿ ai Racconto de i fuccefli di queflè* infclíc» etadi , che giacquero fepolte neU' <»&urc tеnèbre delïinfedeltâ , vedendofl á quefli giurni auuerate quelle Profetie» checbiaramenteidimofh-anoeflerviqina la venuta del promeflo Alcffia.e Satoator del Mondo:poiche gia deplora la Giudea il perdu сo Rçame nella fucceffionc di Giuda i feorgendolo trasterito per voler di Auguilo in Hcrodc Idumco, öde s'accorfe cifer gionta â quel tcrmincchc profetando prtfiile il gran côndottiero deî pppoioeletro Mosècori queiic parolo Non deßetet Princeps de luda tnequx* Dux defczmonbuíleíuSi donee vtnïat, eut repojitum eft , ф. iр/е trft i.xptftatio gen tium £ cànto più«che iniîemi col Regno cérminoffi anco il íbmmo Sacerdocio: nella medefima torpe di Giuda ;poiche> fin! Ponte fice Hircano dal nouello.Rc Htrode empiamerite vccifo.e pofeia an che il fuo ñgh'o Ariftoboio ¿eh'eraal .Sa« çerdotio/uccedutogU ,есoи csTomtra_, ía fuafameglia. Herodes. £ dice fiufebio ne gl âni 36. deli'/ñi peno d Auguilo Д Wyr Canum , qui ihm baeerdoi lud%prum fuerat de capttuita t J?arthiearegrejfítm4. ¿rfilium etut,qmt SacaiQthpAtttsJuç* cijferai Hifhrte Ttburtine. \%<f ctjjtrat t inttrfetit >ferorem quoqm eiut *xoremfmrnxum duobus proprysfih]t ia adoh/cenubus , matrem vxorts occi/ç, focrunt fuam crsdelifstme meat . Doppo diche furono promoffi al Ponteficato huomini forafticri, vili.e iconofciuti,cbe à queda delié dignitâ Ja più fablimo • per mezzo de fauori ,e di danari veniajao ioalza tijcome narra Giofefic fHifioriсo de Antiq. lud . 15 . cap. 9. periodic* verifieoffi 1 altra Profctia cosi d al S meo Daniele annuntiata. InteribitCbrifma, ¿f indicium non trit into tit Templum Stnfium corrumpet populas , Duce vtnu ente, & cçdentur catac/y/mo belli coiu, quefche fiegue, : . Serraronfi in oltre in qnefli tempi dalf Imperador Augufto leporte del Tempio di lano ifegno d'vna quiete tranquille, e pîcevniucrfale in tuteo il mondo:&ecco adëpiuto il Vaticinio delia Si billa AU bunea noflrá Tibortina.rifertto dâl Car* doli, & aim moftf .¿littorij cñt dice. Na/eeturCbriñut in Betheleem,annâtiabitur to N»Kareth , rеgnante lampactfitofuniatore quietis.O felix ilia mater, caw vbera Шиm iafiabunt. „i Siehe iç8 LibroTirzo. Si ehe deponendo io qui ia pen n a, lafeiero , che Santa Chiefs riuolta al figtio dcU'Altiflimo, diuota j с fefieggiante id— tuoni. « ''.г Din vtnit , dies tua, - .•.. Jo qua reßorent pmnii: Latemur in bac ad tuam \ « . . \ $(r banc redutitgrattam .f * ••:Lr»¿'¿ $. : . .... ' ! m Ëmébtrein'acc/ngo à fauelfcire nell'altra parte dell' etadi рш fortunate del mo do rtnafcentc , piacciauiincanro di beni gnamente gradire quefta picciola mia fa uca accio ipcirato dalla voíhra cortefia_* , tanto più m'inferuoriica i profeguir сo! fauor diuino 'l incoK,^ .yinçiya jittprç»' i^?s?l^t«*««^rüiva.?»: .•. /гз•«мa tV*.. •aVví; O. • 'V •.••• '. •'. •.: i . . .