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http://books.google.com
HISTORIE
PARTE
P
R
I
M
A
HISTORIE
TIBVRTINË
DI
FRANCESCO
мда* io
TiBVRTíbíó
Dottor detíggi,eXáñoní¿odeiraBáííIíca di
SAN LpRjgNZa.diTiupli.
LIBRI
TRE
Nelli qualifi narrant t/исеф dall'Origin* &Èk
Citedfinirai twm Fe/Uißmodefla
J
TIVOLI,
Appreflo íranccíco felice Mancmi .
M. DC. XLVI.
Con Lkenta de'Supfriert.
BIBIIOTHEC/?
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WiwÄ^CElSBIsj
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Si videbitur Admodum Reu. Petri Leftori Fr.
Vigilaatw Theantino, Ord . Prod. 9t Priori
Conn .5 . Slafij Tiburis Dcputato à Reüc»endi fsimo P, Mag. Sac. Pal. Apoft.
Çkriff. Maria Mono/dut, Vif^Gtn.
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Frater Vigilantes rheantinus Órd • Predic .
~ DeputatusàReuereodîfeimoP'Mag. Sac?al. Apoft.
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AOluftrifs. Sc Reuerendifs. Sig.
PADRON MIO COLENDISÍ.
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MONSÍGNOR
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Ycfcouo <JÍ Monte Mofo,
I come vna madre amante de!
proprio fjglip , non è contenta-,
di hauerlo felicemente partorito i & elpofto alia luce , ma di
piü brama d'intendae, ch' egli
fia protetto dall'alpetto di beni
gne, e propine cofteJIationi .*. Cosi mi perfila
do anch'io; che la preíente Opera , benche lia
parto dvn' ingegno per ernditione x eperfat $
cpndia.
tfondia degnifámo .debbaeon tutto ció'cfé?
fccr mo!to di pregjpj guando fia çollocata fol
to la protêt tione di perfonaàcui conucnga_«
per giufti, e prwprij titoli di fauorirla . Tait-»
giudicQ che fia V. S. IlMriifima, perche ella
è Cugitio delia fel. mem.di Monfignor Mario
Orfini, il quale dal Vefcbuato di Bifignàno , fît
trasferito à quefto di Tiuoli , e logouemà
lungo tempo con fingolarifiîma prudenza , &
amore rifukando di ciô à lui fomma Iode , &
alla fua gregia Spiritinle profitto incompara,
bile, laonde oltre nifdTere quel gran Prelato
di Famegiia Nóbiliífírr/a., & Antichiffima,
Signor di Licen2& , ê di Rocca gioùine. luoght
,della mcdeiujia Dioceii di Tiuoli , Venne ad
illuttrarc la gloria delia fua Nobiltà , con la_j
famà delie fue fegnalate vïrtù, e diede à conofcere ch'egli haueuà ípirifó non men geoerofo in ejercitare la cariià'VCrio i peueri , che_j
il dominio fopra i fadditr ; с mentre orné., Se
abéll i il Palazzo Epifcopâîe, fece vederet] âtoîa ftima del decora Etifiëitéftico era in lui
ib pe rióte 3d ogoi rifpettó mondano, & in ló*
ma' fu con le opere, e couTéfTempio Paftore tá
to üguirdöttole , che fe к cura di qu.fhGhier
v.
fa
fa, d ñata ordinariamemte aflegnara à Card!nali, eglt nellottimo fuo gouerno , fi moftrô
veramente me ri teu ole , e di Porpo ra, e di Co
rona., .
Di quedo iníígne Prelato tion_,
folamente, è VS. iJluftriffíma degno Cugino,
má anma fotto 4i iui efercifó 1 Víficiodi Pre
pofito,e Sicario Generale di quefta Città; di
, 'maniera che fcorgeuafi in 1 ei с hiarament e rifpleridere l'imagine delie virtè file , e con li
mit atione di lui, & anche col feo proprio valo
re feppe ella renderfi degna d'eífere pramoíío
àcotefta Chilía jneleui gouêtntfhà fatto tali
progteffi, che fe la flia fíngolare modeftia,&
humilrà non me lo vietaffero,íarefebé conttC'rrieme di tëfferne vn Panegirico , non che acce nnar le inbreue . Hor eíTendomi capitata^
al le maní queft'optra , la quale per lé cofc,che
contiene , e per la gualirà del l'Au tore che l'hà
compiïata/arà verifimilmente« vedtítidaciaícuno con diletto, e con vtilità, ho voluto che
I quefto parto Ш sínobile lflgego^.vicendoaîj la luce, per mezzo delle mie Stampe, goda in
líeme i fortunan auípici della protettione di
V. S. Uluftriffima , credendo io che fe la Citri
di Tiuoli , hà ïêntito nel géuewo fpiritua'cjf
deH'Anime , il beneficio della (ha vigilanza , e
euftodia , fia pet fentirlo ancora in quello, che
rifguarda la gloria temporale dell' lftorichej
fue memorie,ne'ie quali a fuo tempo campegfyaranno le riguardeuoli attioni dc fuoi iliuftri
átenati, come hora il preggie di quefto libro
fiappoggia totalmente aUofplendore del no
me di V. S. lllnflriffima . Gradifca duoque-i
сб 1'vfata humanità шajl dofto e'l'donatore,&
infierne eonl'oflerta anche la mía humiliffima
ofleruanza, e già che l'opera non Je puô eifere
¿non grata per la materia. , fuppliíca à tutto
quello che manca ¡n me fteífof mentre reftet
Bregando il Signore che le conceda gratia di
fare attioni tali, che eífcndo degne dt eiïer
. feritte , reftino ancor da cííe immort alate le_>
mie Sumpe . Et à V.S. llliiftriffima fo proferídiífima riuerenra .
.« u\ .« ;r. s . ; . . . V. «
0i Tiutili, il di гб. di Marzo 1 64Ä. « . .
.Di V. S. llluflr ifsima, ф Reuerendilwma
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Hunailifsimo Semitore .. ¡
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. , . franeeßo Fílict ManciniRomanOt
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AV.
AVTHORIS
AD LIBRVM. SVVM
EPIGRAMMA.
Ш
VAD E Líber ávidos non mercaturus hoi
nores ,
Quos niíi mendaces reddercFama folet:
Alta fed Heroum rep:ras Tù gefta parentum_j,
Ncc es vmqua.m facies cerreat atraMomi,
Quod ft pratrabidis contingat morfibus angi :
Sic dec us euenict,iic tibi verus honor;
Namque hber пoШ ,quam fie pu lchruin , atqut#
decorum
Pro Patria aс agere, aс fortia queque patí.
Del SignorPietro Roncetti Tiburcíno Doctor
Ai- Lei
T *-e#e , & Arciprete delia BafiHca di
de
arenzo di TiuoJijAH'Auttore .
S.
R A quanti illuflri Hcroi , che d'Argo
vfciro
F Carchi di prede, e di vittoric alteri
A mercar nuotie lodi, e ououi imperi.
11 gran Tiburco,e fuoi fratelii am miro
Quai su Tantico Aniene accolte vniro
Schicrc pid prodi, с fpirtti gusrreri
Difcacciando i Sícan barbari, с fieri
Di generote imprefe il Latio empiro.
E perche inuitta in perigliofa gara
Bramó le glorie, e merito gl'honori
Ben degna Herculea prole hor fi dichiaraj
M A R T I O cô nobil M di quei m aggiorí
Difpiegando la fama altera, e chiara
T'apprcAano iruoi inchioflri eterni albori.
i .a
Del
Del Signer Т.. С TibuttinoHGano- ^
nicodelJaBafilicadióan Loren: • "
;
zo di fiuoli. Ali' Am tot¿;
PER lsfciar dope lor fama imraortale
f.
Di Tiburto i feguaci, honor di Marte,
Peril tempo fchernir, fecer collarce '
1 fatti al nome > e il nome à fatti с guale
Celan non cancellar memoria tale
Poturoil tempo há fob má pero in parte,
Li remí atl'onde, al vento hor dá le farte
Di. concetti vie n picoa, e pompa, с falé.
Riede alia luce gloriofa, с acquitta
M А К TI O il fplendor , che quefta hor Ii
ridons
.
.... .
Tanto piu gradirâ, quanto è più vifta.
Ammirano le Mufe in Elicona
i• . ;
Di Tiuoh le lodt, che riacquifta
Trd tutte le Citti la íua Corona,
Del
DcISig. Arciprete Fabio Croce_*
ïiburtino, ¿li'Autore .
S
О
N
ET
Т
О.
А к Т 10 da Pala de la Fama allera
E non à'Icaro inuer lapeana haueßäi
м Quinci e tbe in alto fit) ft ben fertueßi
BtTIBVRTO, e de[uoi la glo
ria vera.
Mi mentr'addití à not eon man fmeera
De inoRri pri(chi Heroigli bonori, e igeßi :
0 qualardir' , o quafardor ne dеfit,
O' com'ognun btn d'imitarglifpeta,
Seguidunque de iforth e ebiariArgiui
Con taratterifidi ornar le tarte
b'ami, eh'in not la lor virtu iauuiuf.
Voithe infeoprir Тй eon tua nobiïaite,
E inltggernoilorvantiin ciàebefcriui
Njtivenfetm'adoprahTüadeternarte,
DA
M A DR l£ÀjLj. .
SE quefte antic he mura •
... ¿ *% ¿
firtc S Anfiàrao dal primó figiio ' . §\ „«• .
guando qui di poggiar prefe conßglitb
;
' Non viueflcro al Mondo «terne, e ciliare
per il valor de'ifuoi
Degni, с íamofi Heroi;
• Benli potrcbbedarc
:. ^r^u^■%U
Ы AR tlO vn'ererna vie* -.r r.
Uoapewí* gradiea,
\;
' 4 •.
Del
,
Del Sîg. Marc' Antonio Croce Tibortino,
Dottor di Legge, Ali'Aiiterc.
S
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T
О,
EN T REfcoprendbi pregi afeofi, es
vanti
м Deila CHU fiMeid* % b M ART 10
•'•" V tap
In dottoßrle, il Ciel de'i più bet raù
S" orna, eferma ad viirti i ballt, ei canti.
DtlpiùpregiàtoÀlkroHCrbt'afiimabtit • .
Tergi metalli , e al Tempo inuidiafai ;
KeLetbe interШaг potràgià mai
Le (hiare ine de inebiofiri ondefonanti.
iafto/o vfet dalfuo materno Amello
Anient, e inmormorio, eh'al Cielo afçende
Dijfe ¡corrtndo in queßolido, e in auetio\
Felicifftma penn*, bor già dißende
Per Tila fama ti voló; inTi nouelio,
Al prifto lumt vguale vn raglio fpiende ,
DJ
Dei SignoíCarb¿di Pietro Crocc Tibortino
. all'Autrore.
•'
• M A DR IG A LE.
A G G / O ïcrittor induftre
. \
Ch'in pochi 6, nid ben vergatifogü
S Defemofi Tiburti i vanti accogli;
O quanco с Торгa Illuftre;
O quanto i noftri Cori
A'.letti, e fproni ad emular gli honori.
Non fia, che la tuapenna hormai s'arreftî
Scriuer tutti i lof gcfli;
Ch'in fpiegar'i lor roerttt e i fatti egrrgi
Fati a]la gloria lor, farran tuoi pregi. '
Neme*
NemefijCincij Tiburtini I. V.D. Gathedraltt
BafiliceSanti Lanrentii de Tiburc . ,
: Canonic^..'^
ad
Ай&окё*.:
E P I G R Á íi •'M' áV
MF LTV
Tièurtw
, muhumque
EftensibusM
olim
« i v'**
A ^ ^•
T
Debebitpatribas Tibur Amittmeum..
Нее I V 10 minuit antiquai çdefqut, domqfyth
Dur» pompa attoüi nobuioteinbet. ^
4/t bimateriem ornaruntv Franeijce айпИЦИ'^Э
AddistufoimcTiburis,ingtnto. 'i; iW
.
Aliud .
\ t H
S;/ FÄ^WCISC E, ШеопШ in nomi-'.Чю*iШ1* :^*'"Ъ
**• .Vt.
Impigtr Smiles Martiâ'ulaiaeïs.. 1
Ьo^иm fipropeto adlibrttmi tune arbitra pàçjt*
Ingennfa tuo Pa/las infite fidet. л ^
vtrumque dtcus :
//f de Cafare d'itllii
Palladis,& Martern» & Vallada Marlis babes.
«
*
Hiero*
Híeronymi Cocao?rij fcnioris Tiburtini
LV.D.adLeâorem.
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RAMM
A.
V M Patria cunst , dum geßa rtttnfetAMARTl V S » e muttis battfiavelumintbm.
Clara rtuim tett Tiburtis gloria gcntu.
. ;i.
Gloria ittbao fin iftpulta latu.
;
Vropterea buh tantum dtbttt Vrbt nofirafatttur,
éíttffori quantum dtbuit antefuo,
Уrbis enim prtmut fi moenta condtdit Hit,
Vlunusbttpatrta eondidtt biíioriam. . t—
Ш ratio vult par vt honorjftruttur vtriqut, . „
Voßerhr quamuis ifie fit , Hit prior. .
*
Çonditor Hercúlea nmauituiyrbii wirout
Çm
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Jam parfit¡axis condert, & eloquiu.
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Ante-
Atvonij Continent!/ /. V' D. Tiburtini,
Ad Au&orenî .
i.-i .•';• . )
E P I G R A M M A.
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EG LI G AT auríferas emptor pet 4grinus arenas
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$&<r **<м Ganges,'« Tagt рае tuas;
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Necgtmino liberim partu Jua Rama pe*
rennet.
>*• 1
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VhaetoMeàm nobs/isvnda Несеm r *
Scilicet ad celebres Anients najciturvndas
r.
yiARtlVÇ liertuléiTiburit vnut keàmr
*l nunc rcdde ohm treptos Anjtnis honores
Vro metft RegisfuturefamahqHmx ü. ;„
Un mawra part'generofus dóndrepcndif^^
Surrtputt Regemi reddidit H
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* « .
r
franeifci Masii Tiburtmi in laudera
Auäoris>ad Ciuitatem Tiburtinam.
EPIGRAM MA.
VIDI« /eat*/¡tu loca. veßto i arpare Utu
dum c
Abfciffaene/ís membra baburfe nolis.
M ART IV S Ъ\с lotл №rüuit , tum torporfr
artat
Collegit, iuttxU:forms Colofón habet,
bfvltmi fcslpro F RA NClSCrS prißna
hudum ... •
Magni/ïeè in Stâùum v'wida membra teftrt.
Ergo quid referes} gratmm vie Tibur baberi?
ptÜRÍLCtORI tt quoauereddt parem.
*:
ТАVOLA
00ÓO0000OO00O0O0O0'OO°o0<>00000000000
TA
VOL
А
Delle cofe piüNotabili, che пеИ'Ореггъ fi
coatengono.
ABorighUtopoHptrthe
cost foßtro chama—
. tiäfil.1%. dißacciano i
sicoli dall'Italia 13 •
Ahbcndanza in TiuoUtd'
Jeque dijonti ditterfif.
di grano , vino, olio 1 t
frittti fogniforte 1. di
paßcoli. e carnibuene 9,
d'vccellami,c peßagionii.di fietre dztte Trauertini t.
Acque AÏbule soutro Solfirate,e ftírate in Tmoli,
Г faluteuoli 4.
A equedeti del Anient vec
;* ebio in с he tempo ßßiro
fatti 104.
Adrado Ri d'Argo riceut
. VolinictfUgito dalfiatelh , egliäd lafua ßglit
t iJfOj» if. mноие ¿uer
ra ad Etheoele , fß legat
ton Ii Prencipi d'Argo 1 4
Affetto deUe Donne Latine,
wrJbiloroMartti66.
Agrippa Siluio Re de Lati~
ni,quanto tempo regtiaß,
J#«i«
'
Alba tifia , e reßdenzä'äit:
Latini digrutta da Rvmani44 . ,
Alba Siluio Re de Latinit
quanto tempo regnaße^t
Alfanifuperati daRomaAlbunea Sibillä Tibitrtinat
еСнЛ Prtfetia iff*
Alchemeoncfr&tello di Catillo eletto Capitan gene
rale d' Argo у di$rti<[gs
Thebe,vccide laAiaars
e dluieneßrßnnato !?.
Ambajciadori Tiburtini ,
honorOtt da Romani 71.
Anßar.10 , aßbrbito de f
ff 3
Terra
TAY 0 L л:
. Terra if. л.. ¿iC.*..
Amulio diftaccia dal Re
gno de Latintgfumitore
fuofiatello mäggiore 44 «
fucc/ß ¿fa Romulo,e Re
.muiofondaton di Roma,
:'fitoiNepOtÍ 4% . • » f
Atico Martio quarto Re de
Romaniguerreggia ten i
Latiru^.
.Antio hora Üettúno perft guitato da Romani 78.
funito dellimedemi 96.
Aremulo Silûic Rede Latini quanta tempo regnaßAria dl Tiuolifalut еtiole,e
fiioi requißtiiAftaniófig lio d'tnea quato tempo regnaße ßopra
de Latini 4L
Ati Siluio Rè de Latini
quant'anni imperafcn.
Auentino Siiu?o Rede La
tini quanta tempo hftueßßc lo ßetro «а . . . '
В
Battaalîafià Latini, с Ro
mani a' Veßcuuio
Beuepiit d'vn Pifara prouerbio, dede bauefie ori
gine 100.
Breccia di tiuofí pretiofa 138.
С
. Caio [Popilio Tiburtino ,м
fuá inferítijone atica jo«
СaтШa Regina de Yo'ßci
condattiera «ift'fßfcrtito diTurmj9' x
Cammerino CUtaßi rend»
a Romani j8.4
€apeto Siluio Rede Latini
quanta tepo regnaffb 4*;
Capi ó'í.'mzó Rè de Latini
qttanto tepo rcgniffe 41.
Capitulationi dt pace fra
Romani, e Latini 69.
Сaроил Città 1 07.
Carfili 10 j.
Gatillo figiio deî vecchio
Gatillofratello di Tihurto jo.vccid:•iLGigate}?. ,
Gatillo figHo d' Âmjiàrao è
confacrato alii Deida £.i
eleo fuo Am,e perche 1%. .
laßiala fuz Patria Лгgo 18. eßitto ¿enera ¡e d"
Muandrr 19? riecnto da '
Panno Re 19 .'tle¿gt pe t¡
fua habhationi ирлгßi~
chejù poi detto Tino i
*f> , mutre laßiandoßgliutli in Tiuôli }(*.
1
Cela-
т л y o i x:
Celano it j.
Cic ig'iàno 'caßeVo de тесào.i, eßiaorieine 30.
CijredA thißano ßate inuentatt. Ч9>'£. * •
Cinna Confite ß'igt aТitio!i,da cid chiedeßofcorßo 1 1 2 . 1 1j .
Citta , che condition! debbia haucre per allcttar
.vi' huomini ad habitAr*s f.
Conßjrlid' huómini appaß
ßonatißno ßmpre pernicioß л с hi If p rtn—
de ti.
Copopy nobilißimi Сaкalisri Tihnrtir.i jtlodidi
qaeßa fU•mtglia м» I ff.
il4.-ù.uono ocoi ideßedenti diquela ßimeglia
in Cata lo¿na 155.
Согясе fhttttb di Tiburte
;
30.
Core edifítate da Coract
ß.atelh di Tibtirtf j£.
Bomandai'mp:rtiiriitcfattadahmi'io C'vrtßole al
Senate ¡Lomano до. . .i
В
Ееleo Pâdre d' Amßarat
«mßtcraCatillote laßirpe ¿t lui ailiDeitfyvßdm
ZA ¿ticaßopra ¿i ció 18.
Edißcy dinerß d'Acqua in
Tiuo'i 3Edipo ßo io di Lai» Re di
Tele , perche cost fofft
«ornato 14, vccideiiRe
/из padre ,e com- if.
ßpoßa loca¡faRe¿inafia
Madre, ^ hà il Regno dl
Tebe indote |f¿
Emcntane 64.9e.
hmpoli Cit ta del Dominio
de Tiburtini, e preßt per
fincada Romanizo,
Enea in che tempo arriи ~.jje in Italia j j . s'ab*
bocea con Latino Re,e n*
ettiene laßoliaperifpo*
ßa )в . guerrtjgia con
Turno,e l'vccide лo.Гнс*
Enotroßglo di titaone[RÍ
ßpane daÏÂrcadiaptr
Italia ц.
ft <f
Erißle
т и г о L л :
Erifi'e traJifçe Arnßarao.
ßto Marita 16.
Eferctiodi Latini di qua
ranta inila Fanti ,etre■ niija СлиaЩ,с deRomAnidiventiquattro mila
. Fanti,e mille Caualli £7,
V de Tjburlini ¿rofsipímo
inatutodi Peai> Città94.
hteock *e Relinitefioltuoli^
'diF.dipo Rè di Tebe p'átteggiüMO di gouernare И
.Regno a vícenda. it ,
ißfte.rreßgiifioinßemii6 .
ïf'veciaûrio pa diloroij.
Huanäro f riccuto da Fau
no Rè 1$. habita il mon
te daim сh: amato Vola..tinö .zo'.ßt ilprimo, che
riverJJfc per ßio Here 0-кгл. . . i
'. í
РaЫо лmЪ.?о Confúe Ro'viantvtrionfa deTibur• tim o '-'•
Faueñza Citta maîtratta. ta da Silla 1 a э.
Fï.ukc Rè d'gl' Ábori¿irii
riceue Èuabdro, e CatilFlorentino di campagnae
proper forlia da Rç. ■ " '
maniit.
. rr; t.
Francefi gutrreggiano со- ¡
tro de Komam Î* . fonva piazzà d'arme in Ti- .
noli, e'tyaconiTibkrtini 8f.
Fucino i o } . '
Giu lio Cardinal Koma Ve~
feonodi Tiuoli riedißcü
la Cathredale di.àctta
Citfa 16.. inftimfíe il
Seminario de. chierici ,
e fabrica per eßi vna
fontuojahabitdmn: 4j. .
Giulio Ceßtre vende la fua
Villa in Tiuoli à Crifpo
Salußio., &} fattob.fr
tatpre Romano jar . e
vecijb nel Senaío 1 ia.
Guerra de Sicoíi contro i
Sicani 1 1 . degl'Aborigini contro gl'/mhri ta..
degli. medeßmi contro i
Sicsli ¡¡.fia Erhiode , с .
FoUnie e ßatelU if .'di
Adrrßo Rè i" Arno cor.tro d'Eteoeleió.degl'Argiui tontro i ТрЬяm «7.~
diTumocotro Eneaïô.
¿i Tulle Stillio Rède
Romani contro oJi Albani 43.
ni 4j. del nteießmoçpnr
tro iTiburtini,egl'altri
Lit im 56. dellimedemi
i fontro Anco Martio Rè
. deRomani 1 7 .' di tarquinio juperbo contro i
.Romani 67 . de Romani
contro i Tiburtini %%.
.centrai Franc eß tj. ¿i
nuouojra Lftini , e Ro
mani ft. de Cartaginsß
..tontro i Romani ioj.Citîilifra glHßeßi Roma
nicrudeiißimi «op.
imperio delie DonnefîprA
degl' huomini morbidi
,4».
Ingegnipiu atutí , eßjttili
ßno ne luoghi d'ariapttra, eßftile, cht in quzlli d'ariagroßar .
locaßa Regina diThebe, e
¡bofetada Edipoßiofi~
gho ifItalia dagl'antithi потлta $atumia%\. da quali Rè fiffe anticamenti
fignoreggiata+o.
HercoU di che tempo arri- Laio Re diTebe ordina,che
ilfio ßglinoUnoBdipo (i
itaßf in itajiaii .fu adoejponça alliperitolide-ratoperDiOfCfus tempio
Ixcampagna , ej?erche
in Tivoli , e magnß.ent 4.è vccißdaißglioíf.
g.e di eß". »3. »4.
Honori dfycilpiente s'àè- Latino Rе deglAbarÀgini.
dalcuinome laProuinquißano fenza danari
ciaßchiamo Latió , egl'
J*i.
. \ ..
habitatoriLatini }j. coßtcra vn bojeo, efonte a
ßauno nel Territorio di
Jiuoli, vfànza anticл
lana R« delfítali a 40 , .
S. ígnatio di Lofolafon idpara di tic а - н.
toredflla CoptpaOniadi Latino Siluio Rede Litini
quanta tepo regnaffi 41 .
Giesit alberga ntíla vil
la di Mecenate in Tiuo~ Latini vediguerra.
Legatrtíi L,atimToßwir
A 40.
' &SX-
T А V О Ъ А :
е Saine J7j8 . deTihtrtini, & aliri Hpoli con
Tarquimo ß.pcrbo^ .
ira Pranceß.e Tiburtini
is.
Lesione , che numero di
üoldati ionícnga
Libraría Tiburtma ,j.
Liane Cittit in Francia jodata.¿a. Munatio Planeo
Tibnhino lif.
íjo. tfti íft.
'
Metió Sutfetio Re dtgfAÍbani, ejatto erudelmente Jqu arpiare da. Tulla
Иф/io terZ.9 Ri de Rtmard 44.'
Morte di Quintiü'j Poeta
4t :di Virgilio Poeta
.
d-Qr/fti'.>Poeta,e di
Mecenat e t¡tf' '' '
Munatio Planeo "fiburtino
da Ц cognofric d'Aiigtttfo
M "„
&d Üttaniano. Impera—
dore 1*8 .jj'ndala Citfa
Maltio combatte an "vn
di Ltonein Francia 1»?.
Francefi , t perchefv^fe
ditto Torquatos*.
N
Marc'Antonio Con(v'.e fugge da Rema , eJ¡ ricone- NapoKfîair.higia dtgl'Sгл a Tvteli nelin Villa di
juñ Romam p9,
.QjiiKto Meteflo Cecilio 2v emiluoga Vtiggi de PrawSapiens ix; . fi duo't
£:рiaтргфл denariaA
foramente di Cicerone
Uttauiano t j7. - ..
I24. s'ï'nij'e conütia- Numitore drfl.icciato dal
itiano ,e Marco I.'f .Jo
Rgmàe Latini da A:t~
I lï..s'vccide da fi j?< jp
m¡>d!o fno fYatellotVien
n.fiime со CtecpatTi' ñi.
ripoßo iu.ejji da RomuMario guerrcggi.t con ¿1/¡0 , e R emolo e quant»
¡aln .ß •oendicacrutempo rignifie 4\.
dclmentc de ßcinemici
in Rema it 9.
O
Marß Citta ro¿.
Mecenatefabrna la Villa Cratofodi fauno inTiuoli
inTiuoli , e tedi diluí
e douе i 4 . <¡ual ri (pc<3a
dege
f . a'v ola:
dffie .1 Latino Re ¡f.
e prefix da Romani 9%.
Origine delLatio..}}
Pcllepr ina Citîa franchi
yrigine dellj• República
via, degl' äntichi Efiuli
. T ibñrtina 46.._' . . '
Romani 99 . e «d:PruttA "
Ottauianoï'.vnf con Marc
da Silla no;
Antonio., e Lepido i i6.fi Pellefiririefi s'rjnifcono eon
ruppe cpn Ini > e lo uinfie
Tarftiinio Snperboconi »7 . dm ene Imp erado tro i Romani 6f .fi renre dclllVniueryo 1x7 .
dono con otto loro Caßel* ч
' prende i cOjnomidi CeH àlli medefimi 78 . ри- .
.fbie.iugHito Í28 .viene
niti daU'ifiefîiper la le
.П"-о° 1 í'iHob I3*. heregtfatta con Franccßsf*
. dií.i h Villa di Mecenas
i onfidèfati çon i Tibur' te in Tivoli lia'
tini 97 « fdtti Cittadini
Romani % 05.
?
.• :
Pico íntico Re dell' Itajia
40.
~
Palazzo del Senato Tibiir- Polinite figlio d'Edipo Re .
diTchbz fugge dalfixz
ti>¡0*7,. .
\.
í
Par.'Ae d'Vn Tibitr'tino in
te lio inArgo 16 .'
.•ÚonQgtio per impedire il Ponte Lucano fiopra delfin
paßt л Rumání 7{j , d'emcAniene VrCÍno a Tij.?ijùne d: Tiburtjni con
uoliperch с cosí chiama*
tra il Cunfole Romano ,
tb 104.'' . che di loro trionfaua 87. Prencipe non deue fidxro
' di Cinna Confióle Romaad aitre oree chie, cb'al, n .) y er concitare. i Tf- leprtçrie fiinterefisi de
'ínrt'iñi al fiuo fbecorfo. - fitdditîxii. '
V
\fi.di vn Veccbio Ti— P'roca Silüio Re ii Latihi¿
bd'rh'nodi Cinna'ii
in rifipofla
quanta tepo regnrtjft 4*.
quelle
f.• di
Profetiè ..auueratejopralrt
Pedo Chta hoggi disfifita^e
vеriUta di Gieik Cbrß»
fiocccrfii con vngfoffó BNoßro Signore i
fircito da Tiburtim f *.
Quin"
Quintilio Tteta cremone- Saluflio cvtnpra la Villa di
fe Ml.
G iulio Cejare inTiuoli
QuintilioYaro ijs.
iai.
Saßbla Cittadel dominio
de Tiburtini,e prefaper
R
ßrzadai Romam 9•1.
República Tiburtinacome Saturno adorato per Dio ,
hauejß origine флоте
quando , e doue 20 .fao
' fire¿¿ejji47.
Tempio in Tiuoli лi. reRieda mugo hora da Sa¿na in Italia^.
. tulli6f. 91.
Scrittura pnlhcaßtta dal
Rieti Gittapoffèdutadaçt'
Senato Rbmano afauor*
Vmbri, epcßia dagl'Ade Tihurtini 7 y. 16.
lorigini i%.
Seminario Tihurtino,eßia
Rimini Citta.\%4'
fabrica 47'
Ringhiera m Roma, doue Sepolture come anticameteßfacelero 144.
anticamenteß (¡rana ,
perche chiamata Roßri Seruio TultioRe de Roma*
ni ha la Villa in. Tiuoli
. 94' .
Rema m quai maniera di 60. ' .' Л;'..' '
ueniße ¡¡ignora deglAl- Sieani popóli di Spagna
pofsiedeno illuogo hoggi
lani 4J.
Romani intimano laguer
nomato Tiuoli 9. quindi
ra a\i Tihurtini %%,guer
ßacciatidaSicoloßtraf
reggiano c'uj. 'efii Éí .
sfirißom nelï Ifila di
Trinacffd 1 1 .
1 Trionfano de Tihurtini Sicilia dodefijß cost chia
*7. 91. 94. VintonoiLamata 1}.
tini,e li punijlomo Mucr Skolidifiacciano iSicani.
emente 9S.
s'impadronißono delpa
. Ф hoggi deuo Tiuoli ,e
cms
'
т л у o ь л :
ccmejoßedaloro chîama
ton. ßno vitt dagïÂbo
rigini, e fiacciatifiriti.
rano neU'lfoladiSicania
e da. loroJ fui
fu detta Sicilia
J3
Siface Re della tfumidia
jättoprigime da Scipiotie Afyricano , e mandato
aßantiare àfiuoli. i¿8.
Sillaguerreggia contra Ma
rio It i .faßrage crude
lijsima deßtoiAuuerfarij
e s' imp adroniße di Ro
ma 49. depone Vlmperio
1*0. ,
Siluio R* de tattm,perche
cosififfc ckiamgo, e qua
to tempo гЖт$Ъ 4J._
Sitmtione della Gitta drTi
ttolii. .
Spo leto Citta , maltrattata
da Silla 1*0.
Superbo Epíteto dato a Ti
voli, com viengajpiega
Seruio TuUio Re de Ro
maniel.s'unifie con i La
tini 6%. edqcacciato da
Roma 64 . fa lega tontro
i Romani con i Tif/ttrtini
altripopolib%.
Tempio in Tiuoli di Saturno%i. di Henole , efua
maonificenza ц .done
PSfefituatoií.
Terni Citta dameggiata
daSillaiio.
Tefbri Tiburtini *f •
Testamento di Virgilio Peeta 149.
Tiberino Siluio Re de Latíni quanti anni regnaffe
Tiburtinifotto de quanti ¿
e quali Ri anticamente
viueßbro 4%. quando , e
come diuenifíero liberie
ßformaje República^,
ß collegano con Tarquinic.fitperbo cotro de Romaniói .chiudono le por
Sulmona Citta danneggiate di TiWli allifîdtttU 1 .'
ta da Silla 1*0.
fönno legaconiHranteß
»4 . fhccbeggiano varit
Citta 85 .TeffeggiaHo il
Confole Romano , che di
Tagliatozzo Terra nobile
loro trionfa tj. asaltan»
in Abbruzzo\°l
leparte di Roma »9.perTarquini o Júperfo vççide.
dono Empoli loro СШл
• i. J. о •* l т «j .ftfctrro.nq р 0n\)n В Remano сощ го Cartcígl■
fercito£i'ofsjßm3' ladt■ ' 'Heßio^ .preßa denanad
'taàiVeào c«+. fonsfuni■
Octatiiano. \¿t . reßdmtida Romani $f$np№à>. . za'fe¿l'-hhctyhMc3.i^no ajfàtiorg' dcibrti'ed.eßratfi*s¡''• ] ib»C.T|..
mi cintro ¿¿ Çartnginefi Trmacri'a .ijolfy' {júamU*.
_. 105 •J.wofiitti CitiaAini
Ал Skani SicaniawAttii
Roman. to?: .:' , .
-^•oH^ûiliAti. í.i • i «Hj
"Xiburto da il notes ¡friho- Trionßde RotpvinicoutrT
' lifo . f d/cb'< íM»jf?e 41.
átf J¡>^^,^3^rtííí& 4
. foccorre Turno tontroE87, " .
'« \ >
' wa }6 ". aAor'atqper.Dio Trcmbetti Rmanifugftüi
Acppolar«.ia'morte4l.^.
пЪ aТ&скяя . cónqital'
Tmoli'A.obeßapo^o t.¡iu^r ' ^utimî'fferô ñmanAa' fo Aßate dà Rma%.cbiä
ti a Rp'ttta i'e©'..
.Watu Beato, e'do cep.ha- Tueca, e varopoetiTibitr.. . hiato ptifftierämete'.dn
tiniamatid i Mecénats
~viSicanipopoli.ß>rtgnftoli ' ly&f&fivhersAiAA Vir.fi.. epoi da« 1Мс°1Ы0'4нл
&itio Vietano , che non ß
.Ufitr.om.atoSicuîetP.u.e . bruni ilfuo poema Щб.1o
. 7<?$1Ш№Ш$о'Щ«-correggoño 1Л9.
, phanen i^.prbnd^tíno- Tulliamoglie AiTarquinio
fiiperb» chlftQd il cada*.
me dixht olï Aa Twrto
' %.p.quaAto temp'o ßdpriчего AelR'é Sеruio TuUw
ma di Rema , e dcpyq la
fuo VaAre 4i . •
. ¿t¿atiútiAelMúdv«em\a- Tullo hegilioReile Romani
p auantila JSat'niiùAi
ftperajfcl'Âlbanijj . fa.
NofroSigtion}*. netto . xuädere'Metio Soffitiö ¡o
,. Hercúleo ц '..perche Aetsro tafoqi.maAaamba.
. foß'.pcrpo'.) 7 •Д'йягйф'л
fiiadvri a "tiburtini ,e л
.; Ae¿l' EjuH R#ma.ni $9 .
gVÁltri popoli compagni
<
Cilta liberл , e ccfidtfaacziój>li.z¡.doiio vbbeAija de Romani v 'i.Piaz.orza 46.
za d'arme AelV'ß'fercito Turno пшене guerra cetro
Enea. .
Encajß.Muoreqo.
yicouaro Caßello celebre
Tußolani qiiali conditioni
103.
Í'ort.ijfiro daRojnani nel yilla iп Tiuoli di Centronio
ajcenßta de Latini 9%.
^.HHeruiOTullibRcds
R'jmanióo^.M Valerio
Confblç ioj'míí Sifacs Rè
de. ta .flumidia 1 "i8 . di
Mario и*. di Caio GiuVarottTuccaPoeti Tiburtio Ceftte ixi . di CAfiit,
tini amati da. Mecenate
e di. Bruto 1 i\*di ܣinto
,4%.vietano ,cb4nonß
Cecilio, Metete Stifione
Irugiú Poema dtfini
di Mecenate 1 jo.á'
lio í^ê.locorreggonoi^, TfyAtio Poeta \ \6. di CaYelletraniß colleg.tno coji
tullo 1 17Л Quintiliot^t.
Tarqiiinwfitperbo cqntro
¿VCocceio i.¡9. di Ventii Romani бЩ.попfiüovpíBí0j|4j .di Marca
ditída Romaninetíe ort
~ fgtdút ;},diCinthiafa*
diflolfiitíonÍ74 .perfi-ъ
rita da Pnjpertio Poe.
guitati dalli mеДе(Ьп'1*~
141 . di Marco Lollio
Jisptti âairiQeJsi alßu14J..
'
jne Aßura 94. e diQruttA yirglnta'donzella
Romana
la loro Gitta 96.
fu vccifa dal Padre per
Via in Tiuoli di Qtrinti—
confernarli l'honißa 7*.
¿Liólo vaga ш . Valertaßuo Yiterbtß cojederati de Ti""*fr<yo termine ted&
bnrtini fj.
chiißßeßttta io)t
* L
sine;
ERRATA
ER
RATA
ERROR/,.
pag. j lin.
j 8. y. qifefla
61. 15. uenirfi
lif. 3. Romini
lid. i. che quefli
cittadini irá di loro;
117. г$. pellicitus
147. гa. DoäiJ
CQRRETTÏONE.
quefta
unirfi
.
Rimini ;
che haucuano.che queAi cittadini irá di loro
Pollicitus
..'.'/- 4
Doöiloqui
E s'altri ve ne foCTero fcorfi fi Jafciano alla correetioae del difercto ¿etrorc.
4
DELLE
DELLE
HISTORIE
TIBVRTINE
LIBRO
PRIMO.
m
m
VA NT I di dar princi
pio a! racconto ddl'Hiflorie di TIVOLI
ho Himato cofa molto
conucneuole di tocear
brenemence la fituatione,& alcune doti di que
Лa Città , accio hauendo chi legge noti
cia del loggettojdi cui fi parla, ne riraanga più appagato.
. SiedelaCittddiTIVOLIinvncolie
vago , & ameno de! I atio , fra le Cittá
mediterranee deU'ltalia , cosiaccon-.
ciamente fituata , che !a maggior parA
le di
d
Hißorte •jiburtins
libro 5. parlando di Tiuoli iaí . Hoc ex/o,
eo mira ißfruSiuum abundantta &c.
Et áchi non è notai' efquefitezza dell"
olio di Tiuoli , che non Tolo alla menfa d'
ogni Signorc di Roma 1 tai anche fin'á
queda Augufta di Germania comparifcej?
Eche le Piazze, cMercati dell'iftefla Cíe
tá di Roma fono refi più copiolî per li
pomi di msrauigiiofa groflfezza , & cf.
quifito fapore diTiuoh ? e cosi d'ogn'af*
tra forte di vue , e particolarmente del
pergolcfe fruteo fingolare di quefto luogho t ch'ancor neil* horida ftaggione di
jbecembre, e di Gennaro. verde, e fincerofi conferua negl horti Tiburtinu
. *
Qui fonopafcou fecondi nc'piani , О
ne'monti fempre verdi , e pieni d'herbe^
odonfere, che â pocfci altri la cede nei.'a^
teriere'zza, e fapore dellecarni, e pero
Gioueuale nella Catira vndecima eofi dif
fer .
Fereuh nunc Audi nullis ornate maDiTtbmiino vinietpingui/fmutagro.
Hœdulm&i.
E Martiale libro fettimo Epigrama 79
At Ubi eapttuo famulus mittetur ab 1 ßro
Qui Ttbmtmat pajare pofut cues.
Libro Primo
y
Ne vi mancan o cace i agio ni di più fort ed'vcellami , e faluaticine , e cosi di pefcagioni; dando l'Aniene trotte molto faponte, & al tri buoni pefci, che da effo, &
da alen riui in quefto territorio fi pelica
no. . .' ..
« J:..
.':
' ,.'.'•
.
./•'».
£ quel che più importa godefí quiui
vn'aria di non mediocre perfettione . di AriadiTí
che vi fono tatfi li■fego¡ á quefta requifitii *J¡?¿^
Poiche d'ogni ftaggione qui s'od ono dolceméte garrirgl augelli,& i tetti fi mirano
fern pre purgati, e politi da quell'herbaccie, o lane, che fogliono per Lo più nafeexe frá le cególe, che altro non fono, che.*
fcabbia nata dallaría impura . Di più nó
folo ne gl'huomini, md anco ne' piccioli
Pane i ulli riluce fangue fpiritofo, viuacitá
d'ingegno, e pronte*za ntlle rifpofle, effetto proprio dell'aere puro.e fottile, co
me inlegna Cicerone de natura D;orum.
Acutiora junt ingenia, & aáintelligmili
•
apiioraeorum, qui terras in со /uní eas , m
qutbm aerfit purus ,ae tenuis, quam Hie
rum, quivtuntur crojfo calo, atque con.
creto. E finalmente fi trouano quiui mol tiffimi, che con la grauitd de gl'anni, ecó
la canuta barba, fono cefiimonij veraci
della bonU deli' aere, a!h cui lode fi deД 4
uonof .
4
HiRorie Tibürtine
& alii giuftchi , fi negl'Horti marauigíiofi
GUrdino ¿e Sereniffimi Eftenfi.di sé si vaga , с si
Wtení«_, pomp0fa tnoftra , che hâ ftimolato á vagheggiarla fia' da gli vltimi termini deli'
Europa i Perfonaggi piú Üluftri.
Ав'еье di
Serue oltre di ció l'Aniene , per confine
uidc il La perpetuo ftà il Latió , e la Sabina , como
. ti* dalU afferma Dionifio Alicarnafleo nel libro 5.
Sabina^ . jiniofluuius ad Tibttr de alta tupe prac'pttatus per campos deindt labitur, Sabmos à.
Romanis determinant, amœnus afpeftu s¿r
potи non ingratus, doneс Tiberim influât .
Scorrono etiamdio daU'Aniene , molti
ralcelli, checondottidiuerfamente inaffiano â vogüa de'padroni , i fruttiferi loro
giardini, come difle Horatio nell'Ode fetcima del libro primo.
¥Jptateps Anio,&Tibufti lue us, & vd<t
Mobilibus pomarta riuis &c.
Ne folo di quefVacque è la Cittâ abon
dante , mà anche di molce altre faluteuolî
lipide t e Criftalline, frá quali fono il fonte
Fonti di- di s. Angelo, quello nella ftrada delia Vil*crJ
la Adriana, quello delia Riuelîefe,& il Rufcell© vaghiûme dell'Accorio t che più d'
ogn'altro, è ftimato il megliore : Ne fono
Acqotj
minor pregio per 1 inferinitadi, l'Acqne
boaoute ferrate ,ik Y ftcqae Albule,ouetoSolforate , deïle quaii cosí parla Strabone nel li
• . Libro Primo
f
bro quinto . In bat planifie Autofluit, &
qua nuncupâturAlbnla aqua frigid* muí
tii è fontibus/urgentes ad varios motbos Pa
lmares cum potui tumfefftonibus admiffa.
£ Martiale libro primo , Epigramma X2.
Canaq./u/pbureis albttla fumai aqttis.
Eperche à quefto paefe non manca_*
veruna cofa , che al viuere humano fà di
meñiero , fi pub con ogni ragione chiamare ottima cerra del Mondojconforme Terra oc
al fentimento di Alicarnaflco nel primo ^ma del
libro iui. At ego terra opts поп лШmo ex "j^ifaj
чзпa aUquaftugum fpetie, net mefubit defideriumbabitandi , vbi arua taatum fint
pinguia, aliarum vero rerumad vitam
vtihum , atit nulla , aut admodum parua
copia , fed qua fibi ipfa maximefuffitit aduentityfque bonis minimè indiget , earn
puto optimam .
Poiche quiui fi raccoglie grano vino t Ferdiita
clio,& ogni forte di fructiin tantaabon.« diTmoll.
danza , che non folo fono fufficicnti all'
habicanti delia Cictà , má fe ne compartono ancora largamente a i luoghi circôvicini joad emerito con ragione il citolo .
di fertile, come diffe Horatio nell'ode 5.
hb. 3. Sed quaTibar aquafertile perftuüt
Ее apеstamete noto ötrabone nel detto
A 3
libro
Stradí di
Quinti gliolo
dellaCro
ce.
S:radt_,
ceiliRca
li..
i
H'tßmeTihurt'me
te di efla, edel fuá Territorio, giace inpiano ; poiche dalla parte di Ponente^
godefi vn'aperta , & amena piamira fiu'al
Mare, mirandoíí in vaga profpettiua
Regia del Mondo.da cui quefta Cittá per
fedici miglia s'allontana: Et è dalla parte
Oriétale eftiua verfo Settëtrione recinta
da vna feofcefa valle , per cui cadendo 1'
Aniene in varíe guife fá moflra fi bella_. ,
che á q uefta fcola Cedendo i pittori han_.
fatto le lor tauole diuenir prctiofo.
S'ergono foprâdella valle verdeggian ti montagne, le cui falde vengono circô date da vna ben diletteeol via, che inul
ta ciafeuno i vagheggiare tante, esi gra.
te varietá , operate per delitie dalla gran
maeftra Natura, di cui parland' Horatio,
che quiui hauçuala füa villa cosi dino .•
lile terrarum mtbi peater omnes Angulut
ndet.&c.
Entornando poi verfo l'Oriente della
ÍUggion piû fredda forge vn Mote, antica lede di Catillo , che hoggi ancora il
nome fuo ritieríe, i pié di cui s'entra nell'
agiata via Valeria tanto celebre appreflb
l'Hiftorici, deila quale á fuo iuogho ragg:oneremo. ." •'
*
•Miranfi dal Settenwione, come da vnA
•
., Л
alto
'
Libro Primi
3
airo íoglió lt campt della Sabina ., & dali'
Auftro bá quefta Cittâ la maggior parte
de'fuoi oliueti , ira quali le delttielafciate
dalli Bruri, da gli Caflîj ,e dall'Adriani t .
ancorche dal tempo abbartutc, e (nal ri•dotte i comparifcono nondimeno marauigliofo t
Ein oltreTiuoli bagnato da vn fíame AnienO
anticarnente chiamato Pareufio , á cui **mC«
Anio Rède'Tofcani mutô il nome come
vuoJe Plutarco nel 77. de'fuoi paralelli^
poiche per non hauer'egli potuto arriuare Catheto che haueua rapito Salia Гиa Ä
gliuola, quiui annegoíTi ; perliche fù poícia nomato Aniene, e cniamafi ancora-,
Teuerone. '
Quefto appena entrato ntlla Citri, ab
tamente dirupandofi t fí fentire loftrepi.
pito horriblie del fuo precipitio , &va- d,T,U0"•
riamente diramandofi viene parte da vna
profonda voragine aflcrbito , che indi â
poco dalla terra vomitato, corre ad inaffiare li campt Ttburtini. Vn'altra parto
tirar o per cícure cauerne alia ratita vafferie âferuire à diuerfi edificij di Molini,d» yar¡: c¿¡
olio, e dagrano, di Ferriere,Valche,Car- ^cl, ¿'¿c
tiere, Concie dacuoi.ePolueriere .
qua.
£t vn'altra parte chiamato allí fcherzi ,
A i
&al: :
*
S
Hißorte Tiburtine
ueuo riferire quej verfi di Martiale пеШ
bro quarto Ep-gramma 47.
Ardea Soifittio ießanaq; rmapeûtur
Quiq; Cleoneo fydere feruet ager
[ Сu Ttburtinas dzneiCun aiius auras
Inter laudatas aifiyga mijfus aquatî
« N«//e fata loco po/Jù txtludere tum
v .
mors ,
i
Veneritjn medio Tibure/ardinia cfi
I/ifleíToanco teflificano ti ieguenti verfi
delia gloriofa memoria di Vr baño Ottauo Sommo Ponceikenell'ode adGabric
Icm Chiabrcram
nee aer
Tufculus, aut Anients ora
Líffoue prafïans rore CalabrW,
Dumvernat arbos,non aqui chify «
£jta manat Etruico/a/ubris
Fonte, diem value em mora itur .
£ di più quefto paelc aotato di tutta la
materia , ckcenjcnti neceflanj perla fa
brica , & parcicolarmente delia famofa_.
pietra Tiburtina detta altrimenti Trauer
tino, fenza di cui aon fi goderebbe bora
la machina marauiglíofa del Vaticano, ne
i'anticbi haucrebbero lafeiare quelie Гoгь
mofe memonedel Golifco, del Panteon,
ör alrri mokiflimiedificij , periodic ve- '
«endo Horatio concorrerc iu qutfto luo
•
\
i
>
Libro Primo
go tante , с fi rare qualità , con tali veríi
chi amolle beato.
lile te metum locus
beata
Poflulant arces &c.
Et perciö degoo d'eífere antepofto à
qualfiuogli'altro paefe bene he nobiliffimocome afferma neU'ode 7. del libro 1.
Mi пес tarn patient Lacedamon
Nettл harijpt frecuißt cápusopima
§^amdomus лl'oипес rejonantis
Et prçceps Anio,&Tiburti lucus &
Mobilibns pomaria riais
(vda
Et altroue apertamente- difle.
. . . mihi iam non Regia Roma
Sed vacuum Tibur placet \&c.
Siehe no e da raarauigliarfi fe da Mar
tiale neli'Epigramma 30 libro 10. li fia_»
Лаю dato tirolo di dolce , iui .
Non illejànclç dulce Tibur vxoris .
Má с tempo che dalle delitie paíHamo
hora mai i ragionare aelli pricai habitatori di quefla Patria.
Fù ia Gittá chiamata hoggi Tiuoli pri
mieramente habitata da Spagnuoli, che
dal hume Sicori , ouero da Sicano loro
Ducefurono detti Sicani come firaccoglie da Solino al cap. 8. & 1 1. e viene accennato da Virgilio ueH'8.deH'£neide iui
Tum
^4
HißüritTtburt'me
X come ínfegna Abramo d'Anuerfa nel
Tluolino ftio Tcforo geografico ) ndla Greca lor
SET Hngua POLISTEPHANON, che nel noпoя,
firo idioma fuoná corona delie Cittá.e fe
bene potrebbe queíla voce fignificaro
anche molt im dine de corone, nondimeno conforme al foggeteo , pare che più s'
addatti la prima interpretan one,
. .
* Occorfe intanro nellaGreciaiche ha[цТсЬе.
Laio Rè di Thebe fupplicato ГОгacolo perhauer figliuoli i gli fù nfpofto ,
Che meglio fora per lui il no haüerli. Dop
во dt che nacqueli vn figlio , & remendo
n Rèdiqualchc finiftroauuenimento,cóforme al prefagio dell'Oracolo , forarili i
piedi, ordinó, che fí efponefle a i pericoli
della campagaa , ma compafiionando il
mello all'innocente fanciulÜno , !o diede
á Hodrire ad Vna Donna per nome PoliEdipofit bia , che dal forame de'piedi Edipo no|)iodiLa rtlnollo.
.
• ;
i'. •. ......
JO
£ doppo il corfo dimoh'anni venne_.
defiderio al Padre di fapere fe il figliuolo
cosí lafeiato in abbandono fofle viuo , &
all'incontro Edipo bramó d'haucrcontezza diíuo Padre. Onde ambedoe, fenza che vno fapeíTc dell'altro, fí mifero ia
vtaggifi,ptr confultarrre VOraccloi & ítt—
*
contrjn-
Libro Prime.
15
contrandpfi l'vn l'altro fenza cognofcerfi
in vn luogho aguflo, ne volédo il giouine
cedere alVecehio il paflo , fi venne hi di
loro alle contefe, & all'armi, oue rimafo.
l'infelice Rè & Padre vccifo per mano del
figlio ; per il che reñó il Regno di Thebe
fenza Succeííore , & locafia Regina vedoua, la quale indi i non mo! to tempo toc
eo pec ifpofa infierne con ii Regno in~>
premio ad Edipo , per hauer faputo icio gliere fenimmapropofto dalla Sfînge.mâ
feoperco poi.che la moglie era íua Madre
hebbe di ció canco roflbre , che giudicandofi indegno del commercio de gl'huominij 11 condannö fpontaneamenee in per
petuo carcerc, lafciando il Regno in potercd'Echeoele,ePolinice íuoi figiiuoligiá
grandi natí da /ocafta , quali per sfuggire
le contefe , amicheuolmente pattuirono
di regnare vn'anno per ciafeuno,
Etheocle come maggiore , diede_>
principio à queipa Regale vicenda, ckeffendo vicino al fine deil'anno del domi
nio, di cui hanendo hauto cosidolce faggio pareuali gia impofiibile ilpoterfenc.
priuare, fiche cominciô con cal'arroganza
á trattac'con il fraceilo , che il mifero non
fojo perde la fperanza di hauer la fua parce
..
•
nel
Laio Rè
veciío
dalfi'li*
Edipo
fpofo di
Iocafta_,
Regina-*
fua Mi
cke .
Edipo diponeilR;
gao.
Etheocle
comincu
a rеgna. e
in ïbvi).
iz "
HißorieTiburtine
Jndi ânon raolto tempo metiere que*
Ш godeuano vna feliciffima pace , acadSnotro de , cheEnotro figliuolo di Licaone Rè
figlio di deli' Arcadia, non reftando appagato del
Ljcaone la parte del Regno, che in ventidue fuoi
Rcdell";
Arcadia . fratelli fi doueua diuidere , determinó in
fierne con gran turba de gli Arcadici , &
altri Crecí di lafciare ilPeloponnefe , &
cercare altroue miglior fortuna : Ondo
paffato il Mare Ionio doppo hauer diuer
íamente girato il Mondo > (i ridufie nelía parte Occidentale d'Italia fermando l'
Rieci Cit allogiamentinellicontorni di Rieti.Cittá antichiffima dell'Vmbria: Arcadici
( foggiunge il medefimo Dionifio ) Prim
mi Gracorum hábitautrutít Italiam tra
ns {'mum Ionium dtduftt abOenotro Lycaontsfilio . Quali perche fi dilettauano
deU'habitationi de' luoghi montuoíbfuAborigî' rono chiamati Aborigini , come infegna
ni. с Ьгo rifteflb AÜcarnaííeo nel detto primo li
dencHni- bro . Otnotros diélosá Grлеи Aborigines
natione.
à t^lcntanis fedtbus Arcadicumenim efi
dtlMari babitatione Monitum . Quefii
dunque commeiarono á poco , à poco ,
con la loro forza, & valore , à difeacciare
Vmbri di gli Vmbri habitatori del paefe Reatino ,
fcacciau
«bli'Abo 6í hauendoli debellati ne reftarono affatto padroni, & ere bbero di numero in mo
rigini.
* Libro Primol ~ *:
íj
do, che non bailando loro detto paefo ,
comínciarono per dilatarfi á mouer guer
ra, à i noftri Sicoli, la qaal fti la più crude
le, e la piû lunga, che fin'á quei tempi fuf
fe mai ftata, refiftendo i Sicoli virilmente
á gli Aborigini,come narra il detco Dioniño « máeffendo quefti crefciuti di forze,per eflerfili voiti alcuni popoli Pelaígi,
venuti nuouamente dalla Teffaglià , fi rifolfero i Sicoli percio atterriti di lafciare
tntto il lor paefe in potere de gli Aborigin¡. At Siculi, ( dice Bionifio > Pelafgisfimvh & jlborigimbus bello impares
Itberis, & coniugibus cuta aura , & argen
tofubiatis, totam Regionem fuam eis cefferunt , E ritiratifii Sicoli nell'Ifola di Si
cania, fupofcia dal nome lorochtamata
Sicilia; il che fuccefle nella terza etá auäti la guerra Troiana , come foggiunge-,
Dionifio. Mulato nomine Infula vocaxt
caepit Sicilia, atq; ita Siculumgtnuf reliquit Itaiiamante bellum Troianum «Ше
tertia . 'Gli Aborigini dnnque entrati in
poíTeíTo del paéfe abbandonaro da i Sico
li, & fattorifleílionealle rara qualiea\o
prerogatiuc di quefta Gittàihoggi diTi«oli,giudicarono douerfeli frâ Tai tre la_,
palma, с la corona, onde l'appeibrono,
(come
f3?*?^*
^origin"
e sicoli .'
Sicoli fug
gpao <i»
TwoU.
оепот;.
nado"..
delh Sú
ciIia_-> .
10
HiПoпе Tíburt'mt
Тит manu s jíufonU , (¡Agentes vtnere
Sican* .
Ttalafcío à bello Audio Fopinione di
quelli,cher:í;riícono l'habitatori di que*
lia Città , de tempi andati per non eifer
fondata nella buona hiftoria, ne ioproi'effo di cumular varie opinioni, ne meno
far lunga ferie de'fcritcon ; ma folo riferir
quellc.che hô fcelte per le migliori; ilehç
da mè farâ ofleruato in tutta queft'opera
qualunque ella fi fia, perfuadendomi.cha
tamo douera bailare á i miei.Concittadini in proua de'loro nobili principij, e fac
ti egregij dell'antenati dieffi,acció hauen
doli auanti á gl'occhhprocurino conl'operarlodeuolmente imitarli,e col íuggir
le viltái fi vergognino d'ofcuraríi: ЛГе_,
d:ue lor parer marauiglia il veder quefle
Cuti alquanto deelinara da quell'antico
decoro,eíTefido quefio effetto folito della lunga età, e dell'humane vicende , anzi marauiglia douera ftimarfi, che doppo
il corlo di migliaia d'anni , doppo canto
guerre, e doppo fi varij « e fi firani auue*
nimenti -, ancora fi troui in piedi, fenza
haucr mai m utato fi to , ilehenon vedia«.
mo eflere accaduto â moltiffime Citrâ,
che furoHO famofe al Mondo i delle qua
91
.... Lihro Prim* »
IX
li ne meno le veftigie hoggi apparifcono*
! Sicani dunque d'alcuni de lia L'guria ,
furono poifotto la condotta diSicolo , sicanidt
difcaeciati dall'Ita'lia ,quali ritiratiiï nell". 5д S?u*
Ifola ali'hora chiamata Trinacria, da cffi jQ<
.
(à pofcia nomata Sicania, cosi Alicarnaffeo nel primo libro. Sicani tum earn in\ulamtenebant genus Hi/panitum,qaod fu
ga tum à Ligunbus pauh ante ibi habitare
ctperantiSicaniamq, defuo nomine voca.
ucrant , queprius Trinacria diçebatur i
forma triangula,
' .
\
r.
Er i Ге guací di Sicolo , ehe dal nomo «
del loro Capitano furono poi chiamati SitoliV.
Sicoli , reftarono padroni di tuteo il pas- impadro,.
fe lafciato da Sicani , e particolatmento Tiuojr-*'
di quefto hpggi habitato daTiburtiniado
M .
utc fecero la loro principale habitatione,
& Metropoli , e pero lo chiam arono per
antonomafia. Oppidum Sicilia. Como
riferifee Solino al capitolo octauo ouero т;иoияв
Situletum. Come narra Alicarnaueo, nel . minatoSt
decto primo libro iui , Prater alias Qiui- culeto.
tales condtdtrunt , qua extant nun* quo- .
que Entеrinâtes , Tilltnfet , FicuJenßs
pr pe ment ts corniculot * aç Tiburtinos a- .
pud quot bodieque Ыся/etum part Vrbis¡
dteitur. .
.... ..-r
».
Polinice:
e riceiKO
daAdra>
ftoRèd'
Argo. .
Lega del
Rè, ccn i
Frencipi
d'Argo.
ffij' ;.
. . 'V Ï
Tradinrié
to d'fir.fi
]e contvo
Amfia.
rao fuo
manto .
! 6"
Hïfiarie Tibùrtine
nel Regne, ma anco di foprauiuere,fe piú
iuifoflfc dimorato;Onde inrimorito fuggiflene ad.Argo, doue dal Rè Adraíb fù
honoreuolmentc accolto, & intefo il ca
fo, prefe prontamente la di luí protertione, anzi volle eifere fuo Suocero dandoli
Argiua fua figl iuola per fpofa, & inco n ti
fíente fpediTideo altrofuo genero Ambafeiatore á Etheocle , perla reintegratíone di Polinice,di che hauendone hau-'
ra aperta repulía , s'accefe Adra ño i sdegno, e s'accinfe al imprefa della guerra_,
contro di Etheoele , e collegoffi perció con Capaneo,Hipomedonte,e Parte
no peo huomini fegnalatiffimi di Argo,nè '
altri vi manco che Amfiarao fuo cognato
fenza il cui valore fiftimauanon poter
queda guerra iortir felice (uccefTo , má no
potendofi quefli ritrouare (poiche haué
do eglj preueduto , che doueua morire..
in Thebe s'era nafeofto ) diede al Rè trauaglio non mediocre , dal quale pero nè
fú tofto tolto da Argiua fpofa di Polini
ce) che cotí. l'hauer donato vna preri ofa_.
collana d'oro ad Erifile moglfe di An fia rao, & forella di Adrafto fè si ch'ellafcoperfe il m arito , che perció fu coftretto
ad andare á quella guerra , il quale fopra
di vn
Libro Pirmo.
tf
d*vn Carro doro , comparfe alia battaglia , e combatiendo valorofamente fü
infierne con il Carro dalla Terra, che-.
prodigiofamente s'aperfe, ingoiato .
Morirono anche in qaefta guerra Etbeoele, e Polinice , che frâdi loros'vcci
fero, & vi riraafero etiamdio eftinri tutti
gl'altri Prenopi collegati , fu o rche Adra
fto.
Rinouoffi indi à poco tempo la guer
ra , & per confeglio d' Apolline fù dato
il iupremo commando dell'Argiui ad Al*
chemeone figiiuolo d'Anfiarao , e fratello
di Catillo j il qnale con tanto animo pigliô l'iraprefa,che fupero il figlio di Echeoele, & entrato in Thebe, la faccheggió,
la rouíno, ediftruflearTatto 3donde can
co di rieche fpoglie tornoflene vittoriofo ad Argo ; quiai per vendicare il tradimeotofattoad Anfiarao fao Padre , à
perfuafionc deU'iftefio Oracolo , vecife-,
.Enfile íua madre , mà il mifero in pena di
canta íceleragine , reflo priuo di fenao,
menando infelicemente il reflo della fua
vita . Raccootaíi cueto ció da Diodoro
Sieolo nel libro 5 delle fue Hiftoric, & da
Scatio poeta_>.
£deo dunque vedédo il figli Anfiarao
В
diuorato
Asnfiiraïs
afiorbito
dalla ter
ra-,.
Morte di
Etheocle,
& Polini
ce.
Alcheme
one trate!
lo di Ca*
tillo pa,
dredi Ti
bureo .
Alcbeme
one dif»
truggej
Tebe»*.
VccideE
rifiie fua
Madre,
Catillo'd*
ordme d'
EcUo par
te d' Ar«.
f° fua-J
18
HißorUTiburtine
diuorato dalla Terra , la nuoraveeifa, &
il nipote forfe nato , & curta la fua caía-,
irtcorfa neila diígratia della Fortuna-. ,
confolenni faenfieij confecro a' Dei Ga
tillo fuo nipote , alero figiiuoíodi Anfiarao , e tutta la Stirpe di luí , con efpreffi vo ti di fargli abbandonar la pacha giá
per loro infufta, & infelices •
Eraantica vfanza de' Greciin cafo di
fimili difauenture far abbandonar la pa
tria à i lorofigli , e pero folennemente-.
It confegraaano a Hi Dei, pregandoli.che
nel rautar pa efe , fu (Tero fempre â que (Ii
fauoreuoli, quali per eiler cosi confecrati > e raccommandari alia protettione_#
delli Dei , erano chiamati con cicolo di
progenie facra, come rirerifee Alicarnaffeo ncl detto primo libro . ígrtfja tfl qua
dam facra luutntus ai querendum vtftli
4fuis emijfa parentibиs more antique .
Fatti dunque da Eeleo conforme al
detto coflume Ii fudeett voti, e confecratiom,ordinô à Catillo fuo nipote , chc^
con tutta la Tua famiglia, ed al tri compagai П doueffe partir d' Argo fua patria^
& andare altrone , acercar miglior fortuna, come fi legge in Solino al deteoca-
1 "~" picolo oitauo iw.CatWui tmmAmfiar*
i
Libro Pirmo.
19
i filiut poft prodigialem Patris , apud
7 bebas interitum Oecleuiaui iuffu сиm om
nifcetu« vel/aero mißus ф>е,
Quefii pofeia s'vnirono con 1 'armara-,
nauale d' Euandro fighuolo di Mercurio
с lie per aletne fcditioniciuili , abbandonato Pallando , erafi incamminato verfo
le noflre parti, e vedendo in Catillo vn' Catilloj.
attitudine fingolare neH'arce, militare, lo 9?{íe
creo íoq Gapitano generale, come fi rae
coglie daldctto Solino,. Arriuarono que
ffi in Italia, feflant'anni auanti la guerra-,
Troiana, fecondo che lafcio fcrittoDionifio nel detto primo libro , Non multo
poil aliaclaffis Gracorum in earn Italia
partem appulitJexaginta ferme annis an
te bellum Гroianum,proftela a Pallantio
<orbe Arcadiea . earn QolcnUm deduxit
Buander Mwurjjfilius.
Regciaua in quefti tempi Fauno appref
fo gl'Ab origini , il quale vrbaname ate-,
accolfequelli nuouiGreci , dandoli am-
naV
Uale d'E«andro .
F*»"0""
S^"e
piafacoltàd'elegerfidouc li pareuá la_, gn0Ëuan
loro habitatione, comefoggiungel'iftef« dro,eC*
fo Alicarnafleo. Apud Aborigines rtgnum "Uo •
à maioribut acceptum teneb.it Fannus à
Maite ( vtferunt ) oriundus, vir fortist
& prndens ; is paueos illas Arcades comiB г
ter
Mohren
rfuaorï
rine. *
Tiuoli
h a bitito
da €atil»
ao
Hißorie Tiburtíne
ter exceptos donauit agris ipforú arbitrio!
Pcrilchefiuandro s'elefle vn сo le, non
lungi dal Teuere , che dal nome della fuá
patria noae© Palatino, quale fù pofeia annoeera«°frâ « <etcc colli Ro»ani , с Ca
tillo con fuoi difcoftandolî per 'fftdicimíglia da Euandro, peraenae i queftaCi ttá
hoggi di Tivoli , & pareadole va colle*
molco ameno, deli tiofo , & abbondante,
d'acque, & di tucte qnelle cofe , che per il
foflentamento dell'haomo,e de' Giomen
ti neceflariefono , quiui eleflfc la fua habitatione, cV vifie in amicitia coa quei po
chi antichi Sican i , e Sicoli , miTeri auanzi
dellc paffate guerre , che farfi per pietá
de gli Áborigini, furono quiui lafciaei ha
bitare, come da Solino nel detto capito
lo f. û raccoglic,& amplio Catillo di mo
do ia Citri , che feceli caagiare noua for
ma | Q„¿e ¿ ragjone eantô Silio Italico
nel libro 8. Hine Tibur Gati/it tuum .
Adorauafi da gli Aborigini in quefti tépi Saturno, eflendo da effi ftimato, e riue
rito per Nume benefico , & Autore della
feliciti , e percio nonfolo haueano ífl.
fuo honore iamoltiffimi luoghi, eCittá
eretti luperbiflimi Tempi», md anche haueuanoaliuo nome conlscrata tutéala
Rcgionc
Libro Primé
zi
Regien* heggi detti Italia ehiamandola
Saturnia. cosí Dionifîo nel libro \.Ante
aduentum Hereults in Italiam vniuerß
^ил nue voeatur Italia dieata erat S«
turno vocata à fuis beminibusfaturnia
fútq.pa/si per ei retient multa templa dicata butt Deo. Frá quali Tempi; , vno ve
n'era de'più famefi' e più ricchi , edificato in quefla neflra Citri, «he fin nel tem
po de'Romani fu tenuto in grandilîma_,
veneratione, e doae fi conferuaua vn ricco teíoro , come firaccoghe d'Appiano
nel libro ç. delie Guerre ciufli, e più aper
carneóte da vna inferittione anrichiffima
regiftrara in vn piede fiallo di marme ,
ebe hora vedefi aella Cbieía di S. Angelo
in Piaula fuori delle mura Tiburtine «di
quefio tenore.
Я. V. V. S.
C.IVLIVS.C.R
i
P. AL. RVFVS
TRIB. MILITVM BIS
f ANI CVRATOR.
V. Q.
ABAERARIO SATVRNJ.
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di Sítur
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Hißorit Tiburtine
Fer continuare la noflra Hutoriafecó
dolifucceffio j de 'tempi , èdafapcrfi,
che cioqnanf anni doppo l'arriuo d*
luaodro, & di Cacillo in /talía ( confor
me fi raccoglie dal medefimo Dionifio )
approdó in quïfti noftri lidi Ercole forArriued' tiffimo Capicano Argiuoi il cui nome , e
Ercolt in
Italia-* .• valoçe era celebre per IVniucrfo, per hauer domara la Spagna, diícacciatoi Tirannt, efeminato per doue paííaua benefitij fegnalati, e particolarmente per hauer liberate il paefe hoggi de 'Нom aл/,
dalla barbara urannia di quel famofo Ca
сo , Onde da quefii habitacori , fù coa
fe ft л , e giublio vníuerfale accolto , e nuerito: £c Euandro per catciuarfi tä-o mag«
giormence ladilui gratia , hauendonfaputo dalla madre. che Ercole djfcendeua
da Gioue , & da Alchmena , e che per Ц
fua rara virtù doueua di mortale diuenire immortale, egli il primo fib che come
Principie áDio,gli offeriíl'eli dmni honort, vecidell'ado«. dendoli vngiouenco indomito, fecondo
racione..,
di Ercole Dionifio nel primo libro. Euander verá
quoniam antea auajuerat è maire Carme
ta ejfe tnfatis , vt natus loue , & AlchmenaHe .cul. s immortalis ex mertali virtutts trgofrerttmcxvbibmt ip/vm
*
diditit
Litro Prima
г$
didicit occuparc vo tas ег gratiav primus
omnium diuinis dt¿natus efl honorthus tx
truelaque ara t x temporals pranimio ñudio ma£lmit ei Iuueneum mdomttum.
Dal cui cltempio moifi tutti gli altri popoli circonuicini fi ftudiarono di far Пflcflo.con ergere à quefto Eroe Tempi; >
& Altari > come foggiunge il medefimo
ßionifio. Pafßm altasper Italian* tempi*
buk Dio dteatafunt, Araeq. oppidatim ,
Ù" per vias4
£ cosí ancora fecero Gatillo , & altri
fuoi compagni in quefta loro nuoua habjtationc, quando cflendo vificati i & fommamente benificati da Ercole , ereffero
al fuo nome vn /ontuofiffimo Tempio >
u per la
i magnincenza
_
.c
• u
che
% ncchezza
, e-,
concorfo vniuerfale , fù poi famofo á tutro il Mondo . come fù auuertito da Gio*
ftffc Martij , huomo dottiffimo de' tempi
noOri in vna fua Oratione fatta á,quefta_*
fua.patriain lodedi Monfignor Vincczo
Giuftiniani con tali parole . 0 mamur
veré Herculemillum icàm in L Шиm demum ptruetiffit, Cacumq. Juorum abaciч
rim bouum trucidojjet , Tibur quocue
ad Grseos foot mmj\ndos ft contuhjfet',
vbt cum multa in tot benrjîçentsffime pra
В 4
ßit'ßt
j,e?pi<?
d TiuolJ
Ercole
in
&fua orj
gin*-* •
14
Hißorie Tibwtine
fiitijfet, honoribus ampliffimis bonsfiando
memoriam viri immortalem reddendum ,
eommtndandam ejft decreuevunt , quid
multa ? prae pietate,ae vtneratioat, quam
in Шиm conceperant , vt btneßeiorum effint memores t eum fumm* religtme colè
re infíituerunt, timp!urn, cuius etiam in
kodierпиm diem рой tot annomm mi/'
lia mmumenta perdurant. magwßcentiffimierexerunt, ita vt Herculss Ttburtis
fama in nationss emanauerit. e .
End vero craquefto Tempto ammi.
rabile perla fontuofa machina deíl 'edifi
cio, arricchítadi marmi fini'ffimi, como
Giouenale per dare vna lode hiperbolica
alia Vi'li di Centronioaccennô nella Sa
tira 14.
Aedtßcator erat Chtroniuti& midoeuruo
LittoreCaiitaefumma nunc Ti' uñs arce
Nunc praeneßinis m montthus alta parabat
Culmina villarum; Gracis fongiquepe
titis.
Marmortbus vinemsfortuna,atq. Her
cults Aedem.
I o rendeuano vago , e ríguardeuolo
gli ampii , e fuperbi portici foftenuti da
greffe colonne^. oue il. grao Monarca-,
Auguíb
\
]
. Libro Primo,
t%
Auguflo non sdegno piu fiate rendere ra
gione à i Pí?poli, conforme lafcio ootata
Suero nio nella di luí vita. T¿buretiamvbi in porticibus Hcreuüs Ttmpii pcrfatpt
tus dixit .
Aggiungeuafi i quefb vna commodiffima ,e ben difunta fabrica , copiofa di
flanze, si per l'habicatione de'mínjftri, со
me per la conferuationedelii vafi , & altre fupeilettlii pretiofe appartenéti al cu!
to beuche vaniffimo di quefto Oio ; acсгеГсеиaпo la magnificéza d'eflo i copio
fi te fori, che iui in ben munito loco ficu- Teforo
ftodiuano , come fi raccoglie d'Appiauo Tlburti^
uel libro j delle guerre ciuili, nè gl'era di яa '
minore ornamento vn' infigne, e douitio
fa Libraría , che in eflb á commodo pu- ...
blico fi conferuaua, nomata В blioteca-, т'ьшт!Tiburcina, delU quale cosi trouafi ferie- na.
to in Aulo Gellio libro 19 capitolo $.Pro
mit è ßibliotbeta TtkurtiAU* tunc in Нет'
culis Templofais tomodeinßruSia librU
erat. E nel capitolo 1 4. libro 9. ci tafi parimente la libraría Tiburtina con quede
parole. Memmïmus etiam in Tibu. ttBi
bliothtca inutmrc nos in eodam Q/auJjf
librofmptumHrgeafi V
i6
Hißorii Tiburtint
Catfi'dra
Et geafi quefla mole m quel loco appu
,*
to $ oue hora l' inuitto Marcire Lorenzo
pio d'Er- l'Archidiacono . e Teforiere di Santa_,
cole.
Cbiefa , viene da i Tiburtini deuotamente riuerito, che fino a i ttmpi di Coflautino il magno fù vna parte del fcritco To
pio al fuo g!or¡ofií5monome dedicato ,
& oue fedendo di prefence nelia Catedra
PaAorale l'Eminentiffimo Cardinal Giulio Roma , ípecchio della facerdotalo
vigiláza,e della chri Aiana manificéza, há
fatto dalle proprie rouine Trof i del tépo diuoratorc, riforgere quefta Bafilica ,
all'an tica lúa maeftd, e decoro: Ernello
fcauare i fondamcnti , f> fono difnumato
alcune infcrittioni > che chiaramenrc teíhficano eflcr qnefto flato Tantico Tem«
pio d'Ercole, la prima dellequali ¿di tal
tenoro.
.
C. VIBIVS C. F. VEL.
PVBLILIANVS SCR. Q.
PRAEF. СОН. Villi
TRACVM EQV ITVM AIAt
TRIBVNVS MILITVM ETS.
LEG.
¡
' Libro PrimoZ
»7
LEG. ПИ M AC ED О NIC Д ET
LEG. XXL RAPACI8
IN GERMANIA
REVERSVS INDE
HER CVLI INVICTO D.D.
Et neÜ' alera cofileggefi. .
FORTVNAE PRAETORIAE
SACRVM
L. MVCC1VS N icephok:
MjtG. H ERC У LI. AVG.
CK. QOPQNIVS EPAGATVS
GVRÄTORüS PRIMI. D. S. P.
СГ LTORIBVS. D.D.
Ne
28
HiJíoritTiburtine
Ne addicano anco l'ifteffo Ii feguenti
mar mi qu/'ui d'intorno per l'auan ti ritro- .
CALVINIAtf
i
M. SILLANI FIL:
DELICIO
IVNIAE S, P. F.
TYRANNIBI
VXORI OPTVMAE
C. ALBI VS LYVILLAH
t. TYMfiLV*
r*
HE RC.
avgvst;
D.
M.
P. RVSTICELLIVS
SA LT ATO R
HER. VIGT. m:
¡F
Libro Prïmol
го
HSRCVLI SAXANO
SACRVM
SER. SVLPITIVSi
TROPHIMVS AEÖEM
ZOTHECAM CVLINAM
J»ECVNIA SVA
A SOLO RESTITVIT.
IBEMQVE
DEDICA VIT K,
BECEMBRISL. TVRPILK
DEXTRO M.
MAECIO RVFO. COS^
EVTICIVS
«ER;
PERAGEND V M ÇVRAVIT.
Boppo
$0
Hiñorie Tiburtine
Morte di
Doppola partita d'fcrcole dall'lraîïa^
Cacillo, catillo fini il corfo della fua vita, con ha
uer lafciati doppo di sé tr¿ figliuoli ge
neran in quefta fua nuoua habitations,
cioèTiburto, Carillo , cCorace, quali
Futeih.' noDvolendo hauer feco altri compagni
nella Citti, cominciarono ámaltrattare
quei pochi Sicani. in modo , che furono
forzati á lafciart la loro antica patria., ,
h
che dicefi effer ftaca nel luogho hoggi
chiamato Caftrouetere, e fi ritirarono
in vn Colle indi diñante íei miglia , doue
edificarono vn Caflello dal loro nomo
Caßello chiamato Siciliano , & hoggi Cicigliadi Cicigli no, poíTeduto dall'Illuftriffima fameglia_.
«¿ de'Teodoli,
Eflendodunque queíli trè fratelli refíati
'* padroni delia Città, dal nome di Tibnrto diloro il maggiore,ladenominarono
T IB V R. Cofi Solino ai capitolo 8.
n«¡ont_, CitiUut &c, tres Jiberos in Italia procrea
4iTuioli. иц Ttburturn, Coram , Catillum, qui de
fulfis ex opido Sicilia veteribus Spaais à
nomine Tiburtifrotris natumaximi vr№
»6<rdr»«/.Ericordeuoli deili bene fiaj ri
I
ceuti di Ercole , hauende in prima arricchitoilTempio edifica rogli dal loro
Cen.itore,con riti folenni confecrarono
al fuo
Libro Frimol
al fuo notne quefta Cittáidegendolo per
loro protector с, e tute lare, come (i raccoglieda Suetonio nella vita di Caldco
la , e pero fu detto Tsbur Herculewn , Tíaoli .
come afferma Strabone nel libro j. & deccoHer
Martiale nel libro 4. Epigramma 49. c
'
Ttbur in Herculeum migxauit nigra Lycorts . Cosí anche vien chiamaeo da_#
Giofeppe Martio nel fuo Tufculano .
Hcrcuieasq. vides antiqui Ttburis arces
Ampburaeis regnata nepotibus arui .
fie vltimamente da Monfignor Querengo Poeta celebre ne'íuoi vertí ad Pau •
lum V. libro 6.
Non tarnen ambiguo nupsr fermant
per arces
Ttburis Herculeas percurrens fama. ca
nebat. &e.
Succefle quefto 50. anni doppo la venuta di Catillo maggiore nel Latio, & altretanti auantilarouiaa di Troia , mentre di Тoргa habbiamo dimoflrato , che_.
l'arriuo del fudetto Catillo fu feffant'anni
auanti la Guerra Troiana , & in con(equenza, la denominado ne di Tiuolida.*
Tiburto fù quattrocento feffant'vno anni
auaoci la fondatione di Roma, effendo
che quefla fertiffe il fuo principio da Дo- •
ruólo,
%г
HifJorîe Tibarthe
тo1oэ& Remo quattrocento trentadoi
annidoppo la prefa di Troia, come dal
le più veie opinioni conclude AHcaraaf.
feo nel fine del primo libro . Pofi Jlmm
eaptum CCCCXKXU. an. Alhani Ha
muli ,&Rtmi auSiu coloniam miferunt
Шmam anno primoSeptim* Olimpiadis.
alche s'accorda Eufcbio nella Гиa Groni
ca dicendo che dalla prefa di Troia fino
alla prima OUmpiade , vi corfero anni
quattrocento, ó al più 406. alii quali aggiunti altri trent'vno fcorfi dalla prima_*
ÜÜmpsade, fino all'anno primo delia fettiroa5fà il fudetto fpatiod'anni 45 1, ó al
7'iuoli è più 437. che vnitiui ligia detti trenc'anprima di ni auanti la prcfadiTroia, fommanfian° a' P"* 467- auanti la iondatioilsi iП ш
n. * ' ne di Roma , efiendo fcorfi 3736• . anni ,
г. doppo
la creitió
del Mondo , anni
З7*6 '
.Er auanti
laNsriai
tàdich.i
Jïomj.
doppo la creation del Mondo, fecondo
il calcolo più vero , e riceuto dalla Santa
Chiefa,nel tempo che l'Hebrei viuenano
fotto ja giudicàtura di Iairo delia Tribu
di Manaflë , come vuole Eufebio nclla.»
(us. Cronica; di modo che Ti joli prefix*.
4ueft° nome ixi 3. anni aaanti la felice^
Nafcita d'^Noftro Sig. Gicsù Chrifto t
che ña all'anno corrente 1645. fifanno
anni 2848.
Era
Libro Primo.
¿i
Шлo
Era in quefii tempi Latino fucceduto Re'
à Fauno Soo Padre ne] Regno degl' Aborig'niiche daî nome di lui furonopoi
chiamati Larmî. e tutta quefla noííra_.
Prouincia Latio co^re afferma DürtMfio ne' derto Libro Primo. Net itamul
tô pod vsteri appellúücne muiata c»a_.
с ирг Aborigimkus à loci Rege Lâtini
Kuntupati/unt,: ..:'. :. •
Quefti per la mma , e riuercr za, che
d Fauno teneuanoi e perla grata ricor
danza delfuo felicegouerno !o ripofrro
nel numero dе loro Iki corJecrandolt
vn ombrofoUtdcácon .vn fon«e iui сб.tiguo poftd raeí'.:*UQlorTiburtino vicir.o a!FAcqB&Sarforee,aírrimentj dette
Albule, dal cui «orne lancina fù.denominara Albunea ,& ccsi anche il mcdefimo fontevfaero > come viene evpoíío:
da Seruio * ^aJtrifopra-quei veril di
Virgilio neMettrrü'o Eneide. . .. . • At Цех follicitus monflrity oracula
Faunt.4 S r,:iv •
• • • . *
Fattdici genitorh adit , tutofque fub
alta .
Г:.: • '• •
Confulit Albunea jnemorum qua ma-.
xtma batr9." —
*'
Fonte fomt tfygufitf* exhalât opaca
mipbttim.
G
£гд
Orí- re
delicio
Fauno .
adórate
Per Di°.
Boíco..
te'nte
cófícracoáFaano.
34
KiRorie Tibuttine
£ra quefio tuogo in tant* veneraeio«
ne aPPreiïb quella cieca gentilità.che d'
ogni «Storno concorrcuano i Fopoli â
far facrificii per coníultar quefi'Oracolo
come foggiunge il medefimo Poeta.
Hine \tal$gentes,bine omiüs ее nottia
ttllus
. . "
In dubiis rcfponfa petunt
Nè dee recarc marauiglía il modo
Coftame <*еН' Honorar li Dei Tocto i bofchi.e fon
antico d* ti, poiche fù quefto cofiume antico do
honour i Greci>& particolarmente degl'ArcadiDciciicosi Euandro ida cui Latino cío ap
prête,)honoro il fuo Dio Pane eel mon
te Palatino come riferifee Dionifio al
detto primo libro. Erat tum/ре/иоеa^
fub tumulo magna densa querceto eontecla &fub petris profundifontieuii ifo/am que rupfbus eontiguum nemorofum,
&frequentibust ae proaris opл cum or
bor¡bus¡ibi aradieataDeo more patriof*
erafeetrunh . . т •
. . ,. •. «
Et á qucfio Oracolo di Fauno riwrfc
¡l R¿ Latino per confeglio fiando ia du
bio , fe doueua dare Lauinia fua figliola
per ifpofa á Turno Rè de Ru:oli,ai qua
le era di giá fiata prom e fia, & dice Vir
gilio nel detto libro fe t timo che ne ripor;
Cracole
appreffo
l'accque
iolforate
di Tiuo-
Libro Primo.
35
Rifpofa
porro fomigliante rifpofta.
dell'GraNe pete connubjjs natam/ociare lat't- "cine
nit
'
Kc.
• О mел progmies. Thalavsis nett trede
parata
Bxterni vtniunt generi, qui/angui
ne npßrum
No*»*» in afiraferant , quorunqnt à
fitrpe Nepotes
Omnia fub ptdtbu$>qua/oJvttunque t
recurrens
A/f iat Oceanum vertiquz regiquz*
. . . . videbunt.
Mutoffi il Rè per quefto Oracolo di
ptnfiero, nè volfe profeguirc auanti lo
fponfahtio со Turno. In tanto Enea figtiuolo d'Anclwfe, & di genere con al Arrîuo d'
tri corrpagni fuggrci dalla гoшпз di ^"f.a 10
Troia approdo ai lidodi Laurentodoia•
minio de gli Abongini nel anno trigefimo quinto del Regno di Latino, &
cinquante cinque anni doppo la partita
d'hrcolc dall'itaUa,coroe vuole Dionifio ne] detto libro primo ii>i. Pofi digre/fiertem Her cutis çtate altera с irci- •
ter annum quin tum jupra qunquageß- .
mitm, vt ipji Rornam pethibent Rex AI.
iorigtnum erat Latinas Faнт, fedfeme
С a
Her-
36
Hißorte Tibuttine
Herealis annum agent Regntfui quintum.& trigefimum,per id tempus Tlioí*
ni. tum Enea pofleaptumlltum profitgi Appui'aunt Laurtntum in litus hboti*
ginum.
AU'arriuo di raí i (Iranien accorfero
di repente armad gl' Aborigini per difcacciarli, dalli quali chiefe Enea l' abboccamento con il loro Rè,& impetra
tolo rimafe Latino dalla maeftá di lui, e
forza nel dire cotanto ammirato,e vin «
to, che non folo le conccffe la domandata amicitia, & confederations, miи,
aggiunfe di yaneaggio i qneíhii paren
bûôudi tad,o,dandoii Lauiniafua figliuola .per
latiao ' íp°k, ftimartdo, che di cal genero foraípofara ftiero haocfle intefo l'Oracolo di Fauno
ad Еед . neiia gtá narrata rifpofla.
Hebbero cio á fdegno grautíftmo
non íolo Turno p & Amata moglie di
Latino fua Zia, ma Sehe altri popolicir
conmeini, vedendo in quelle nozze re«
ali effer ftato pofpoíb vn Signor naciuo
ad vn Üranieronó conofciuto,onde s'ac
cinfero tutei áraoucr perctaaípra guer«55, "controd'ßoea.
,
e Turno.'
&l frAgfaltrrTabartom.concoffe со
il maggíor aiuto, poiehc foca à queft'ef.
feteo
L
Libro Primo.
37
fetto fabricar nella fua Cittá gran copia
d'armi, come dice Virgilio nelfettirno
deH'Encide.
. Quinquе adeo magna pófttit insudibui Vrbcs
Tela nouant Atina potcns, Tiburque
fupetbum.
t ' Che tradotei dal Caro cosifuonano
Cinquegrtjje Cittá con mille incudi.
Afabricar, à rifarcir fidanno
D'ognt forte armi. la pojjente Atina
Ardea l'antiea; Timlt tífuperbo
. Volendo il Poeta cod queiîo tirólo
di fuperbo dirroftrar la nobikà,& magnificenza de Tjburtinî,coniefpiegaj
Üeruio in quefto luogo dicendo. Super
bum, кoс efi nobile , il che volfe anche
fignificare Silio Italico riel fuo libro
quarto quando appelle» iTiburtini con
titolo di grande in queiverfi
• ; • ' • Atque olint ceUberrU
ma nomina bello
. .
. Tf battes magnos: .
.
E neli'iftefla maniera l'ítefe il Marino
Poeta сек bre de n ofiri Tempi in alcuni
fuet veril re cita ti da Amore in vna foI lennc gioftra fatta in T:uoli,a1ia prefen
za deí ma gr; animo prenc/pe AUfíátiro
I
.Ie 3
Car'
Tiburtinj
* Alcri
no.
Tíuolí
perche
detto fH;
Pctb*.
38
Htuerie Tibartint
Cardinal'd'Efte quando parlando di que
ilaCittâ сo si d i fl>.
О lie àquefiofuperbo antieoniào
D'honor dt gteria.&di vtrtu celefie,
A qui/ta dеlie gratte altera fede,
Iteti volgemmo tmmanunenie M pieToglicfí finalmente ogni amarezza
di quel! a voce сo l'efpoiuione, che соmunemete vie data à quelle parole det
te a Gerufaléme in lfaia ai 60. Ponera
te in (uperbiamJacular um , gaudiumin
gemrattanem , e*y generatsonem, o«tt
quella parola in fuperbiam viene efpo«
iiat bot efi ingiortamfcculomm. Si che
ch jaramente vedefi, che ferne queft' epiteto di fiiperbo per dieotarc l'honore
& la gloria de Tiburtini, ¿V non i¡ vkio
dem iupcrbia,come alcuni ипШгamепte interpretano.
Et in oltre vi mando Tiburto le fue_#
genti, che erano delle più forti , & animofe d i que i tempi,lotto la condotta di
Catillo, e Corate fuoi iratelli,comefbg
giunge Virgilio.
Tumgemnijntres Tièurtia mania
linquunt
. .
Fretги T' burti diflam cognât* ine ge
tern
Ca-
Libro Primo.
39
Catillufqut acerque Corax \rgiua
f) •
iuutntns. 'V
• . .
Che dal Caro cosí furono tradortí.
V tnntro aparejo i duefratelliAxgiGatillo, e Cens,* di TiburtoilTet^p
. Guidar le genti, che da luí nomatt
furTiburtine.
Dimoflrando il Poeta confidarfi mol
to il Rè Turno nel valore delte genri Ti
burtinc,all'hor che rincorando egli Ca
milla Regina de Volfci.condottierafamoitöma ncl fuo eííercito diffeli nel xi
deU'Eneide
•
•mí%есй acer Mefapus trit tutmçqut la
tina
- Ttburtique msmus.
Ne refto punto defraudaro Tnrno
da quefta fua opinione , poiche vcnuti i
nemici alle maní fe cero i Ttburtini mal
grado loro chiara dimoíkanza del!a_*
propria fortezza , oue particolarmente Carillo abbattè & vea fe frá gl'altri
vn terribile Gigante nomato Hermoi, mo, come foggiongrl'ifteflo Poeta-. «^"d*.
».„.•; Catíllus Iollam
Catiilg?
Ingentemque animis in gtnUmíOr»
port & amis
" °?
С 4
Dt-
Morte di
Turno e
■*
"
40
Hifiorie Tiburt'tae.
i).;iit\t Hermoniuta. . i . . •
Terminote quefta guerra con la mor
Enea fuecedea;
Regno
ae Liiii
re di Turno & di Luiao: la onde E iea
per retalio di Z.iuirj.ja fua moglie íucceííe al Rsgno de Latini fccoido che.,
ne (criuono Dionifío & Liuio ne i loro
prjmj j,jjrjt q¿ ¡n conf:quenzae(Tendo i
Nomi de
iRèu'Ita
lia, anteceífori di
Enea_, .
noírn Tiburtini delii trenta Popoli dei
Latio ( come voghono i . fudetti ferittori ) rimafero íbero l'imperio d'Enea , Sí
pofeia di tut« i fuccefibri nel Regno de
Latini.eflendo per l'auanti frati gl'anteceflbri di Tíburto íotto l'Imperío di 1*
no, Saturno, Pico, & vltimameatc
di Latino, qua!i,regaarono ¿ra Italia per
j0 fpjtío di cento cinquante anni in cirC3)Come nota Eufabio tiella fua Cronica
.
ЛМеЖпелm Ianus,Saturnus,Picus , Fa
unas, Laïmus m Itali* regnmsruattA*
titer annis С L.
....... .„
E doppoqueftiimpcraronci foprade
Tiburrmi, & altri Popoli deV Latio lj fe
guenti Rè,feconda che n'harroo laicia*
to feritto Dionifio, Liuio, & Hufe bio.
Eprimieramente doppo Jamorrcdi
Latino regno Enea anni rre
. Intorno áquefti Tempi raoriTiburto con tanta gloria,cbefùgmdicato de
gno
Libro Primo.
41
Tibiirto
gno degl'honori diuiní,onde fu dedica- «dorve
to aî nome fuoil bofco , e fonte facro Psl'°10'
neli'iftefla maniera , che diceffimoefler
fíat© fatto à Fauno, come vuole ítefafto de Vrbibus , e viene accennato da_#
Oratio neli'Ode 7. lib. t. iui.
Et prçceps Anih& Tiburti lucus &c
г Succcfle ad Enea Afcanio fuo ñ'Jio Sflíe d(¡ .
il quale trent'anni doppo chefuedifi- fl.eLatmi
parala Gtttadi Lauinia trasferilafuarc
gia in Alba da lui íondata , in cui pofcia
rdedettero tutti iRè Latini. Queflo
regno anni )8. .
; 3 Süuiocoííchfamato per effer flato
nodnto nelleívlue fii affonto al Regno
per fuftraggiodel popolo^came quello
ch'era naco da Ent.a3e da Lauinia figlio
la di Latino,& erede del Regno, efcíu.
dendone il fuo corapetitore Giulio figliuolo d'Afcanio,d cui per quietarlo со
cefle il popolo l'honor del Sacerdotio;
tcnne dun que Siluio 1'Imperio anni ven
tinouc, da cui pofcia i Regi dcfcenden.
ti fj chiamarono Silu;j.
4 Enea Súüio fig'uuolo del detto Sil
uio anni trent'vno.
5 Latino Siluio í pero aonícinquanta
ó Alba Siluio íjerd.anni «enta noue
7 AtiSiiuio*Quero£¿itCo Siluioáaii4
4z
HiflorieTiburtine.
8 Capi Siluio anni vent'otro
9 Capero Siluio viffe nel Regno an
ni Tredici
....
10 Tiberino Siluio da cui il fiume
chiamaco anticamcnte Albula íü noma
to Teucret imperó anni Qtto .
1 1 Agrippa Siluio regno anni qua
ranta.
ix Aremulo , ouero Romolo Siluio
tenne il Regno anni dicinoue.
:
1 3 Aueniino íiluio regno anni treru
tafette.
14 Proca Siluio regnô anni ventirre
15 Doppo la mortc.diProca fueccf
ie Numirore nel Regno , ma fiinne difcacciato da Amulio fuo írarello mino
re j che tirarmeggiô fia canto che fatti
grandi queifamoli gemelli Romolo, &
Romu]o Remotodatori di Romanan da Rhea
Si Remo figliuola di iVumitore vccidehdo Amu
ttccidono lio ripofero nel Regno Numitore loro
Amu! 10
JoroZio. Auo materno. Tenoero quefli fratelli
l'lmperio deLatini in AlbafrâlVno, &
Гal tro fecondo Eulcbio anni quaranta.,
quattro.
V V ..
Z
16 Regno pofeia Cluilio.il quale (en
doli fort'tméte legeîofito deJl'accrefcimento dclla nuoua potenza Лomaпa,п
Libro Prim9.
4j
[rifoWê per npnmerla mouer jguerra ¿
Tullo Hoflilio terzo Âè de Ronftrií ,
ma nel maggiorferuored'eflaegh fe ne
pafio all alera vita , & in fuo luego fù da
gl'^ibanielctto Metio Suffctio .
17 Que fio vedendo il danno grauiffi
mo, che da fimil guerra procedeuacon
moite raggioni procuro indarre Tullo
Rè de Romani à terminarla in qualche
modo meno dannoio.&fanguinoleoto.
Ht finalmente fù conchiufo,che i tre ira
relit Curatij Albani , & altri tre fratelli
Horatij Romani fuiTero combattendo
fra di loro terminatori di quefia guerra
in modo« che quella Patria ,che di effi
reftafle uella pugna fuperiorc haueffe_,
per fempre âtenere il Principato & do
minio fopra dell'altra: & ftabilitiintor'' '
no d cio le condition! pa tti,e gidramen p
tra
ti neceflarij entrarono i frateili in fteo i'Horatij
cato, oue doppo lur,go,e valorofo com « Cur*;ii
batnmento ,il Romano Horatio fopra
uifluto ali'altri due fuoi fratelli , hauendo vecifo tutti i Curatij rimufe rinci to
re, & fè che Roma fu? Patria diuenifle
Fadrona, & Signora di quella Íjmofa_,
Città d'Alba 5 regia de laíini , & madre
de Romani, come feriuono Diooi(. nel
libro »
MorrcJ
9uffetjo°
Diftrutti•nedella
Citti d'
А1Ья'
44
Hifíorie Tibmüne
libro rerzo, ôiLiuionel primo della
prima Deca .
Et indi à poco tempo fperimento Al
ba gl'eifetti crudeli del nuouo vafíallaggie.poiche batiendo ii R¿ Tullo fcoper
to in una giornata fatta contro de Fidenati l'iofedeltá di Metio , & degi Vil-;
bani. che сo li Bt m ici teneuano intelligenza i fccein pena di rióridurre in-.
pianola Citri d'Alba,& Metio ligatoâ
Suattro car" tírat ' ^a feroc'^11" corfic
ri fû crudelmente fquarcia to:e quefto fu
l'cffito irftlice di Soffetio.e cosiAlba_,
Cittá regia da i popoli La tini per cinquecento шепo rredici anni riueri—
ta fedelirentc per Joro capo,fumiferabilmente rouinata,e disfatta, e сoя eíTa
s'efiinfero infiemi i RèLatini, rims tica
do i Tiburri ni с gl' bit ri popoli del La
tio in fua liberta gouernandofi à modo
di Republica , come nel fequente libro
narraremo .
// Fint del Primo jjbié dille
Hiftorit Tiburuntj.
DELLE
!
HISTORIE
TIBVRTINE
DEZ, SIGNOR
i
\
'
'
FRANCESCO MARTH
LIJ5RO SECONDO.
i
O SCIA che il Rè Tul
lo hebbe foggiogati со
me fié detto ipopoli
Albani mandó ambafciadori à ciafcheduna
Cited del nome Latino,
& in confeguenza i Ti«
uoli, acciófe HrcndcíTe vbbidienza,alIsgando, che menere egli haueua vineo
gl' Albani Prencipi de Latini veniuano
ancora à paliare fotto llmperio fuo tue
te raîtreCitcàfoggette al Regno La
tino come rife riice Diooifio qcldctto
Libro terzo iui,
*Rrx
i,6
Hifitrie Tiburt'me
R~x Romanus dimijfispertriginta Cole
m as legatis*poft*lfibat, vt inperatafattrtnt. qmd ad viéi,resc«m a/us klbanorum rebus tranftjftt etiam Latinfgen
fis imptrium.
Alia qual'arnba (ciara rantoiTiburtini,qu?nto gialtri popoli Latini non_.
vcllero dar priuata rifpoita, ma di repence ragunanfi àconfeglio generale al
luogcdi Ferenrino, vniramente determinarono di íhrfenein libertá, gii che
erano cetfati i Rè Latini; e di non con
cederе in maaieia verunal'imperio lo
ro i i Romani, come foggiunge Piíh.flo
Hiftortco con taii parole . Legatis à
null* Ciuitate púuattm refponfum eft*
fed ndi&o Ftrtntmumgentis Latmç f($t
ciltOideçreuexunt imperii m Romanh nan
Origine concеdete. Et in que ira maniera comin
dCWiRe" c'arono iTiburtipi., e gl 'alert popoli
ÇîbiutU comgagniad cfleriiberugouernandofi
Гш ¡,
ciafcuAo diefli amodo dt Republican
fenza hacer dipendenza da verur. o, fe-,
non qua n ro richiedeua l'amici t ia, e fca.
bieuole cófedf ratione fra di efli Latiui
perl'intercffi commuai ,e percio con*
(truarono íempre nell'aiwenire la coflu
manza antica di ragunarû que Ш populi
fecon-
Libro Seeon do
47
fecondo il biíogno i confeglio nella Гa.
crafciua di Ferentino á fimih'tudino
delle Gittá della Grecia , !e quali haueuano frádüoro vñ Concilio generalo
chiamaro A mfittionico.
Regeafi per tanto la Republica Tiburtina da ñioi Senator! , che per i(
buon gouerno di effa rsgunar fi íoleano R efi<-en«
in vn'ampio, e (ontuofo palagio , di cui ¿* as™"
fino á quefti vltimi giorni n appariua- tor] Ti- *
no veOigia ne i contorni dell'antica col bnreinj.
ieggiata di S. Paolo ,oue horacen ím.
pareggiabile hbçralitâ del Eminentifsjmo Cardinal Roma ergefi vna fabrica.»
del Seminario de Chierici da lui con Г5ma prudenza inflituito,e con pari vigi- ,
lanza regolato. la quale e per la maeftá
dcll'Edificio non cederá punto ali'anti- Serainache magnifieenze, e per la commoditá
T,bur
dell'habitatione verra inuidiata fin da i 1 *'
Colleggi Romani. Quiui dunque vede
anfi alcuni fragment! digrofle colonne
brugiate, che foflencuanol'ampi,& lua
ghi portici di queño Palaggio , le cui
volee fu ron o fatte fabricare da Marco
Turpilio , & Marco Popilio all'hora_»
queftori, o Cammerlenghi della Repu
blica Tiburtina > fi come ne moftra vna
aл-
' 48
HMarte TibuH'me
artica inícrittiotie , quiui d'iotorno rítrouata,çhe с tale.
ч m. tvrpilivs l.
f.
M. POPIUVS M. F. Q.
FORNICES
DE S. S. F. C.
E doï marmiritrouati gli anní adíetro in quefto medefimo luogo fanno
chiara reíh'monianza deli'antica fituati
one di quefto Palagio, in vno de quali á
gran caratteri quaíi d'vn palmo l'vnov'
era fcritto.
S
P,
Q
TIB V RS
Ее nell'âltro v'era incita
LLOCVS
SÉNAT,
Qui-
Libro Seconds
¿m
Quiui i fcmpiterna memoria regifirane marm i! fenato Tiburcmo l'heroiche attioni defuoi Cictadini , & bencmeriti della Republica , fi
come nella medefima_.
piazza n' appariua vn
íomiglianteáfa
uorediCa .
.?.<'.
. .
ЮР©
...i/
tío Tiburtino huomo veramen
te heroico , e fegnalato
il cut merito, e valoré
'.
.
affai chiaramente
. fí dimoftra nel
•
. •\
: •
"
Qnefto
Mermo
Autorc.,
• „¿ra
C.Popilio
/0
Hiflorie Tiburtius
С. Popilio. С. F, (^Vir. Caro:
Pedoni. Cos. Vif. Viro. Epulón!
Sodali- Hadrianali. Legar о.
Imp. Casfaris. Antonini. Aug.
PH Pro Pr. Germante. Super. Et.
Exercitus. In. Ea. Tendentis. Curatori.1
Oper. Publicor « Praef. Aerar . Satur.
Curatori. Viar. Aureliae. Veteris. Et.
Nouae . Corneliae . £t . Triuraphalis.
Legato. Legionis. X, Freterifis.
A. Cuius. Cura. Se. Excufauit . Praetori4
tTribuno . Plebis . Q¿ Diui . Hadriani . Alig.
In. Omnibus. Honoribus. Candidato,
ïmperatori. Trib, Laticlauio. Leg. ill ('
Cyrenaicae. Donato. Denis.
Militaribus , A« Diuo. Hadriane. Ob.
ludaicam. Expeditionen!. X. Viro.
Stlitibus. Iudicandis. Patrono.
Municipi, Curatori. Maximi. Templi;
SENATVS. P. CLTIBVRS.
Optimo. De. República. Merito.
.. >
Accreíce-
Libro Seconda'.
jt
^ccrefceuano il dcroro del Senato
Tiburrino i diuerfi nobili Magiftrati, che
in quel tempi (icreauano per il buon go
nerno della Republica ,frá quali erano i
Pretori, i Decemuiri,i ТпитшгЫ Quatrumuiri, g] tidili, i Sopraintendentî degl'
Accquedotci, & altri,chr per breuitâ rra].ifcio,come dall'antiche inícrittíoni,che_,
fono jerque ttâ.'Cittâ chiaramehte fi raccoglie ; с del Pretore Tiburtiho n'apparifce memoria appreffo Bolfena di quefle
tsnore*
L, ..«. , Cand
«
in ftalia , Volfínierífíum.
Patriar. Süx Item. Ferent.
ET. TlBVRTIVM.
Item,, Cobo . Jtalicenf • in . Prou?
Bostica , Praet, Etrur. XV., Populor.
Sacerdoti « С aemnentiura.
M. Heluiu«« M. F . Clemens.
Arnenfis , Domo • Carthagin , мaе/.
Eq, AJae. Primae Cannanefatunv
Praefídi , Saucliff, Et. Rariffimo.
Cura - Agente , í . Aconio. Calillo,
Trib- Mil. Leg. XUI,
.
D i
"
Ser;
'$£
Htßorie Tiburt'mè
Seruiua il magifirato di diece huomi«
ni chiamati Decemuiri .per decider lo
caufe, e terminar le liti, alia quale dignicâ
non fi promoueano fe non perfone di
molto (apere , edifommaincegritd, &
cfpcrienza,come furnogiá Publio Mummio,e Torquato Nonellino,lc cui infcrittioni poflc in Tiuoli qui oб regiftro, poiche parmi douere euer fofficiente in pro
na che vi fufle il fudetto magifirato la fopranotata infcrittio ne di Caio Popilio.io.
cui verfo il fine leggefi efler ftato quel'
huomo vno de Decemuiri per giudicar
leliti.
Apparifce il Magifirato di quattro
tiuomini prudenti,ch'ruueano la cura de
luoghi publia', degl'edifici,e d'accomodar leflrade nella feguente inferittionc*
pofta nella volca ,che cuoprel'antica via
Valeria nella vill a di Mecenate , auanti
hoggi la porta delfvago,« deliciólo Giardinode i Tobaldi.
£.OCT
libro Secondai
f$
J,. OCTAVIA*; L" F,
3
VITVLVSJ
с rvstivís. f:
6
FLAVOS.
ITER. I.III, vir;
.
D. S. S.
VIAM INTEGENDÄM
\
CVRAVEREJ
Il raedefimo dimoflravn marmoaffïïfo nella via del colle in vo antico edificio
chiamaco Corte de Conti, ncl quale cosi
leggefi.
L.NONIVS.L F.PANSA.TVL.'
TVLL7VS.TTL. F.IIlI.riRJ
D.S.S.F.C.C.MA¡NIV3C. F. •
l. M^GILIVS. L. F.
ITER V M.
D 3
casi
54
Hißorte Tibftrtine.
Cosí ancora ¿ella podeftaEdilicia , e
7,refeitura degl' Accque dorti fá chiarauteíiimonianza vnmarmo antico appref.
Гo la Chiefa di S. Vmcenzo in cai cosí ê
feritto.
C. TíiRENTIVS. VALONS.
III. V IR. JS.DIHC.
POT. Q- Q. S AL.
PR£F. Rlrl. SVPEÄNI.
PATRONO. M VNl C.
Ne vi mancarono per i giuochi.eYpec
tacoliá fine di tenerela giouentù tfercitata li fontuofi Amfiteatri , le cui reliquie
ftirono disfatte da Pio SecondoSommo
Pontcfice per íahricarui la Rocca, ch&>
hoggi fi vedcjcome riferifee Pirro Ligono in alctrni íuoi manoferttti.
Tralaício per breuitá dt narrare li
molti Colleggi di van; Artefici, come di
Orcfic!,Fjbn& aitn , che erano in Truolir.de quali fe ne vedono sparfe le memorie in diuerfi marmi ancichi, e per cagioue de'eftmpio uc porro vuo folamen
Libro Sicondol
55
te ritrouato appreflo laChiefa di S. Leo*
nardo, che dice cosl.
ort в яг to':
F.
COL.
FkVSTINO [ADVOCATO
FIS. CIPÄAE. F. FAB.
PATRONO. MPNICIPI .
COLLEÇ IV M
FABRPM TIBVRTIVM
OB MERITA!
L.
M.
S.
c:
E tanto bafli hauer detro per hora intorno à quefia materia, effendo hora mai
tempo di tornare à profeguir l'hifloria-,
ch'habbiamo tralalci?ra.
Intefa dunque dal Re Tullo Ja deÜbcratione fatta dalle genti Latin с di noru.
D
4
voicr
Tullo Rè
moue_, _
fatlaî.'*1
Segue la
pace_*.
*e Latri
cen Anсо Martío Re.
5<S
HfßorieTibariint
roler fortoporfi aU'lmperio fuof moflo
contro di loro la guerra,& i Latini di cid
prefaghi f'erano giâ all'armi prcparaiiihauen{*° creato nel fodetto Concilio loro
Capitani Generali Spurio Vecilio Lauiniefe, & Anco Publicio Cor ano, che fi pud
dire attioenre de Tiburtinwpoiche Core
fù edificata ds Corace fratello del noftro
Tiburtojcome viioîeSeruio ne i Comen»
di Virgib'o al fettimo deU'Eneide.
E perche in quefia guerra non feguirono mai ftragicrudeli , neconflitti degl'
ei'erciti, ma folo femplici fcaramuccie,&
feorrerie non fù cofamoko malageuole
ï! ridurre quefii Popo! i alla pace , íaqti île fù ftabilita neli'Anno quinro d'efla guer
ra,comefoggiangeil medefimoDionifio
& è la prima,che trouo effer lbta fatta_,
frà i latini turti,& i Romani, fe bene non
fù molto ftabile , perche effendo indi X
nô.molto tempo morto :¡ Rè Tullo Нoftüo ftimarono i Latini non eíTer tenuti i
cfleru2r le Ieggi della pace id Anco Maríio fao íucceíi'ore,e perció comiociarono
^ depredare, e danneggiare il paefe Ro
manojperil chefù forzato Anco di porre
incampagna vn groíío eíTercirocomt,
feriue l'ifteffo iDionifio nel detto libro
cerzo
Libro Seeonbó.
Î7
'terzo & in qucfla maniera i Latini fi rtrarono addoflovna guerra , che non fofo
riufci lunga,ma molto per loro dannofa,
poichevi pcrderono gran numero do
combattentt, & alcune delle loro Cittá,
icuiCittadini furono fatti habitare nel
monte Auentino da qucfto Rè aggiunfo
alla Cittá di Roma,fecondo Liuio nel
detto libro primo.
Terminoffi finalmente quefta guerra-,
con la pace fatta la feconda voira сo Ro
mani , ma doppo la morte de! Rè Anco
fù da efli nel tempo di Tarquinio Prifco
violata,che pcrciô vfcito con vn efercito
formidabile in campagna, diede il guafto
à gran parte del paeíé Latino , e s'impadroniiràl'aître delia Cittâ di Cornicolo,
la quale con atti di hoíulitá É¡eriffimi,co
me narra Dionifio fù da Romani pofla à
ferro, & à ftíoco.
Si effacerbarono percio gl'anîmido
Latini talmente,; che ragunatifi á Conci
lio ói Pcrenfino concordemente ftabilironod iiïîpiegare tune le forze loro â
dannjde Romanij laondchauendo efíi
con ogni celeritá ammaífato vn efercita
podtrofo coraggiofamente inuiafero la
campagna Romana; oue fccero vn grof'• t
fo
58
W/torieTtburtine.
ío bottino.e prefa di moltiffimi priggïoni
& eflendofi pofcía venuto dall'vno e l'aitro efercito alla battaglia fifoflenne 1«
pugna con valore fi pah , che non fi po¡ teua difcernere á quai parte la vittoria i a
clinaíTe, ma nel fine ella fi fcoperfe á fauo
re de .ñomani di modo, che fcnue Oioní
fio nel detto libro ccrzoche atterriti per
cióalcunide Popo/i Latini fpontaneaPopoliFi mente fi Coteo tnifero all'Imperio Romadi camerrao fi ré
dono a|
Komani
.
.
LatiiiiTo
fcani.eJ.
Síbineü .
no,c Яие& &гoпo i Fidenati,e Camerini,
& alcune altre Caftella, e terriectole; in«
tefo cío da i Latini dubicando, che gl'altri nonCeguiflero queft eflempio, eche-»
mancando di íbrze nonfufiero neccífitati à render tutti vbbedienza á Romani,
intimarono iubito il Concilio al folito
luogodi Ferentino, oue determinarono
che in ciafcuna Cirtâ;e Caflello de Latini fi iaceife tcel ta d'huomini atti alla guer
ra.e fi fpedifl't.ro Ambafciadori à i popo«
H Sabini,e Tofcaoi per far con loro lega,
c cófederatione, à fine d'hauer il foccorfo da efli in quefta guerra,& eflendo cosí
ftato efleguito.acconfenrirono volentier¡ i Sabini alia domanda de i Latini, promettendoli prontamente l'aiuto loro , e
cosi anche nípofero cinque de Popoli
' Tofcani,
«
(f.
*
Libro Secando.
59
Tofcani,che furono,¡Chiufini,rAretiíii,
Volterrani,RotTellani,& Vetulonefi.che
doppo molt'annifurono chiamati Viterbefi. Hifuere. Dice Diomfio, Ciuíini
Aretiai, V o/atcrrani, T^ujfellam , Vetulanttnfes.
Ec hoggi giorno ancora fra i ^ictrbeíí, с ВепенЫё
Tíburtini con affetto reciproco e fcam- Z¿¡^IC*
bieuolezza de beneficij , viua fi cooferua
la memoria di qutftacófederationeímo
do , che e gl'vnie gl'altri fono Cictadini
dell'vna, e l'altra Cittâ, e orne tali fono
fcambi<?uolmente ammeffi a i raagiftrati,
& alrrc cariche publiche.
Rincorace dunq ie le Republiche del
Latio per queda nuoua legade Tofçani,
e Sí bini aííaiirono с ó maggioraokno da
più bande i Romani, con i quali più e piii
voite fi batteronoi ma finalmente, il valore, e la fortuna del Rè Tarquinio Prífco
. ridulíe á rale iPopoli Latí ni chefurono
neceffitati chiederpace, e confederatio-
tr¿ vieer«
belie Tibartini..
Terza P*
ne á i Romani, dalli quali fù la rerza vol ^Д,
ta conogniforted'vrbanitáaccettataín j^tini.
modo, che niuna delle Citcá pati danno
di forre alcunarimanendo la libertá di
ciafcheduna di elle intatta come riferifee
Diomfio nel detto libro terzo con cali
parole
¿o
íiiffork Tibmtm*.
parole.Ä«? Romanus 4gro$ fuos Latinis
frutndos& Ctustates,fuo quanq. iure vti
permtfit.
Perfeueraronolúgo tempo i Latini in
quefta pace,& amicitia con Romani, poi
che Tarquiniofiferui dell'aiuto loro iil.
raolte guerre , come narra Dionifio e_.
doppo la fua morte molto maggiormente fi continuó con ¿eruio Tulho fucceíío
re di lui, efsendofi mofirato fempre amiciffimode Popoli Latioi, con i capi dt*
quali vfaua gran familiaritâ, e ftrettezza
come nota Liuio neldetto primo libro«
Jnttr proceres Latinarli, cum quibus publ'cepriuattmq. bojpitia de mduftriatunxerat, Màpiùtlrcttamerite conucrfaua_*
Villa di con , Tiburtinihauendo egli quiui vna_»
Trillo*.
Re dt-.
Romani
и Tiuoli.
vaßa edelitiofa villa fituata in vn monte
vicinolaCittd, che ahbracciauala valle
al monte foggetta e chiamofli dalfuo no
me |a parte montnola Seruitullia , e la_Vallo Tullía , licui nomihoggi ancora
quefhluoghi ritengono , fe bene alquaa
to dall'antichitâ corrotti,poiche chiamaíí
il monte S eruKola , e la Valle Tru>«
g!ia_. . ".
Paflô pofciâ queft'amicitia de Latini
con pari cornfpondenza ¿ Tarqninio Ц
; .;
fuperbo,
Libro Secondai
61
fuperbo,che cotila morte empiamento
daca á Scrui Tullio too (uocero l'occupo
¡1 luogo & i! Regno ad inftigatione di Tu]
lialuamoglie.efigliuoladell'iftefso Setuio Tullio э lacuifceleraggine farrdper
fempre abomineuolcpoiche vedfcndo ella li regio cadauero del morco Padre* ,
che inuolco nel proprio Tangue giaceua
eella publica via,ofó со crudeleá più che
da fiera paflargli fopracon la fuá Carrozz a; Onde per queíta, e per il goucrao
tiranmeofù fempre grauemente Tarqui.
fiio da i Romani odiaco,di che egli benif«¡
fimo accorgendofi,procuró di ftrc tramé*
ce venirfi con iPopoli foramen > e prin
cipalmente con i Latim i fine d'hauer
queflii amici fempre pronti á fuoi bifogni
e per ftabilimécomaggiore di quefto rao
difegno có vna lunga oratione da lui fac
ta à tueco il сo ncilio de Latini ragunato
al folito luogo di Feren tino ottenneche
íl confermaffero con giuramento di cia>
(cheduna delie Cittâ del Latio le cpnditieni e pattï delia pace gia per l'auanti fta«
шНсе frai Romani, e Latini , & aggionfe
in olere a quefta lega tutti i Popoli Her«
nici, e doi de folfci cioè gVEcceatraûi,e
gVAaziati.
Et aceto
Crudeidj
* 5ffi¡
Tawniinio Super
bo , con
"° llca~
^ R&j
iu0 padre
•-
бг
Hifforte Tiburtine l .•
Et acciô qucfti Popolicô la reciproca cô
uerfatione fi eonferüaflero nell'auuenire
più Erettamente in amicitiaje p>ù fonda«amente fi ftabiliíTe la fudetta lega л fù à
perftiafione dell'iftelio Rè nelmdhte Al
ban«t vmbelico di queíh PopoJi. й nomo
e ípeü commune de Romani, Latini,
Volfcii e Hernici dedicato vn tempio ia
' honore diGioue latíale, doue tutti que.i
fli Popoli,che afeendeuano al numero di
quaranta fette in alcuni giornt dell' Anno
come riferifee Dionifio nèl detto hbro
quarro'fi ragunauanoá far íacrificij , fefie: , ficre, e conuiri, fopra de quali íoíennitadi eraui vh capo, e fopraintendenre.
che çhiamaualî Pfafiffus Latinarur»
feriarищ & appunto in vn marmo an ti
co, doue fono notatigli yfficialidel terapio d'Hercole, che hoggí lerue per piedç
íbílo di vñadeHe ftatue egittiache poflç
relia piazza di San Lorenzo , faíümentione mentione dVnTiburtinochiamato
Seuiro , che hebbe quefta Çarica.e Тoрге
intf ndehza'dellc Fefte , & ficre Latno.
come nt) fine di efíainferimone filegge,i|
çuucnore с tale ,
Q. Pompe,
1
,
f
Libre Swnitf.
Q^Pompeio. Q. F. Qui. Senecion
Roicio. Murenac. Cœlio. «Sex.
lulio. Frontino . Silio . Deciano.
lulio . Euricij . Herculaneo . L .
JLuti© . VibuJJio .
Pio. Auguftano . Alpino •
Bcllicio. Solerti. lulio' Apro .
Ducennb . Procub . Rutiliano.
,
Rufino. Silio. Païen». Valerio.
Nigro .CL. Rufio. Saxa. Amintiano ;
Sofio. Prifco. Pontifici. Sodali.
Hadrianali. Sodali. Antoniani.1
Veriani . «Salio . Collino . Quaeftori l
Canditato . Augg . Legato. P R. P R. ACixPrctori. Soi-tito , Praefeâo.Alimentorum.
X X . Viro . Monetali . SßVIRO . PR AF.
Feriarum . Latinarum . Qj Q • patrono.
Municipi. Sa/io. Curatori ,Fani. H.V.
CI
Viue-
¿4
Hiftonetiburiint.
Viueuano in Comma quefti Popoli fri
di loro intalguifavniti , che ftimauafi efferla loro lega,& amicitia diuenta indiffolubile.
Maichi non sâ che l'interefle , e maflime di ñato è fofficiente, á disfare qualfiuoglia nodoancorche flrettiffimo di be
flabilita confederation?
Poiche emendo i R omani lotto !a feorta di lunio Bruto, e Tarquín io Collarino
primiloro confoli fotrattefi ildurogiogo della foggettione de i Re con hauer di
Tarqui— feacciato il fuperbo Tarquinio perla viпюьврег 0]enza vfata daSefto fuo.figliuolo á queld°ifóma 'a^amo^a Lucretia,& hauendo egli per la
niftifcac- fuareinregratione fperimentato in vano
cuto •
l'aiuti di Porfena Rè de T»fcani, procu
ro per mezzo de Ottauio MurnlioTufculano fuo genero d'hauer il foccorfo de
Latin !. Qu. fío ве] Concilio generale de i
Popoli de' Zatio con tal'ardore,& energta, e con quelle raggiom',che li veniuar.o irggr rite daü'interefle , & ambicione
d'effitr genero di vn Rè , e Rè de Roma«
nifolleuô di modo gl'animi de i £atim,e
fè che egilno fcordati aflfatto dell'antica
amiriria de iRoaiani,ferza punto hauer
riguardo à quelle leggi di çoar'ederationi,
• chç
Libro Serondo.
k 6j
che irá di Joro furono con giuramenro
ftabilite i vnicamente dctcrminarono di
moucr l'armi loro conrro de Romani , e
far f srltimedi potenza per rimetterin_.
pofic fso del Regno il difcacciato Rè. Fu
quefta'loro delibcratione nelTudetto c6«
cilio con giuramento confermata, e fot.
cofcritta da ciafchedun Popolo del La
tio, eparticoíarmente da i noííri Tiburtini , come nel libro quinto lafció feritto
Dionifiojil quak per isfuggire li ranimarichi di quefti Popoli. che nelle pretenfioni delle precedenze fogliono nafcere
regiflrö i nomi loro ftcondo l'ordinedel
l'Alfabetocome fiegue.
In hocfcedus nomina dederunt
Norbani
Ardeatm
.n
л. • •
P*aent(unt
Aricini
Pedant
Souillant
Querquetulani
Bubttani
Satrieani
: ^Cprani
Seaptenfes
Cornetani
Sctini
Gabini
: JLaurentini
TIWRTINI
Lanuumi
Ttiiini
Lazíinttnfet
Trebiani
Labicani
Tujculani
Vel'tttrni.
Nommtani
E
Sidiede
'
Popelií
couegani
a ftuore
di TarquinioSe
perbo.
иепКг) *
ne Latine
veríoiio
ro Mari*i'
66
Hifiorit Tihurthe
Si dieJe dunque principio per parreJ
de Latini alia guerra contro de Romani
con alcune fcorrerie,ma nel confolato d*
AuloSempronio Atratino,e Marco Mina
tio fectfi fíá ii loro vna fofpention d'armi,nel quai tempo apparue più chiarala
coflanza delje donne ¿atine ,che delie.*
Romane, poiche fendofi publicato ban^sc ,cclt0, * ,n aг°кпo tanto delie
^onne Romane maritate ne i L itini ,
quanto aile Donne Latine maritate net
Romani di tornar ciafcuna alla fua Patria
le Romaneiiibito ciointefo abbandona
сo i figli , le cafe , & i mariti , fe ne ritornarono i Roma, mà non gíá cosí fecero
le Latine, le quali Capeado beniffimo d'ef
1er fm'alla morte ftateelettt: con forti de i
loro mariti tanto ne i prosperi , quanto
oe i Siniftri auuenimeti conftantemente.,
cutre raor cheduefole perfeueraronoâfta
re con i loro Mariti, come notafi da Dionifio nel principio del Libro Seño. .
£t eflendo finito il tempo della dettaJ
Sofpenfione s accinfero i Latini alfefpeditione dclla guerra,fe bene non tutti con
vgual' ardore, eflendo vna buooa parto
di toro quafi pen ti ti d'efferft poiti á limit '
jmprcfa>ma rmcuoratipci daOrtauioMa
mil to
Libro Sícortdol
6f
mílio loro Capitano.c con preghi с con
raggioni,e con doni fi rifoMero vfcire in
Campa gna con vn'eflercitoformidabile
di quaranta mila Fanti, e cremila Caual1t.
Erano allora confofi Romani Tito Vir
gimo , & Aulo Poflumio , il quale per il
buon Gouerno di qucfia guerra fù fatto
JDittatore.cTttoEburio Helua Maeftro
de Caualierhqueih hauend o rifaputo, che
l'eíTercito Latino era per viaggio, fecero
con iftraordinana celentá marciar dt
noetc l'eíTercito !oro,che era di vériquattro mila Faoti.e mille Caualli.e fi fcrmarono vicino al £ago Regillo,hoggi detto
di Santa Preflede , nonlungi da gl'alloggiamenti de i Latini: qui con tutee le for*
ze dell'vno, с l'attro eflercito 6 véne alla
giornata combattendofi lungo tenjpo va
lorofamente in modo.che per la mol titudine grande de i feriti, & vecifi dcll'vna-.
el'altraparte ,егэ dubia la Sutoria, la_*
quale in fine fi certifico á prô deftomani;
poiche fendo nella batraglia rimaii eflinti tutti i Capi de Latini, il reife della tur
ba procuro con la fuga ridurfí á faluamen
to, fe bene quefii íunno molti pochi riferendo Diouiúo nel Libro ícttimo che di
E ¿
quaranta
EíTercite
de Latini
d¡4omila
fjntí e tre
mila Ca,
ualU .
Eflercito
Romano
di a.tmila
farti t_,
mille Ca
uaJli,
Vittoria
de Roma
ni contra
i Latin« .
'68
Hißorie Ttburtini.
quaranta tremila.ch'erano, appena fc ne
faluarono diecimila, onde diiïe egli efler
qucfla (lata la piu memorabil ftrage fino
ä quei tempi occorto.
Cotai fine hebbe la guerra de i Latíni
e fù fi grande i'afflittione.e fi vniuerfalo
tanto deTiburtini,quanto degl'altri Popoli collegati, che níuna cafa rimafe Ten«
za piâto; onde per l'auuenirc iurono mol
I
to cauti â non dar l'orecchio á eonfeglt
tanto pericolofi d'huomini appaffionatt
che non hauendo altra mira, che al pro
prio intereflè,poco, o nulla curano fe in
di fia per feguirne l'altrui rouina.
Per lo che hauendo i Volfct mandad
Ambafciadori â i Latiní per far con eux
legaàfinedigucrreggiar controde Romanñeglino tenendo pur frefca la memo
ria dell'efito infelice della paflata guerra.*
conduflero á йотa quefti Ambafciadori
ligad ofter endo á Confoli contra de Vol*
fei il loro aiuto, comefcríue Liuio nel z.
Lib. delta prima Deca.narrando che in—
ricompenfa di ció i Romani gratiofamen
, .te reflituirono fenza prezzo venino a i
LaHnuî- Latini Гс>m'1a dc > loro priggioni rimanberati da dando'i alie cafe loro tutti ben veftiti, e_»
Konuni . condeceotcmentc adornati, & aggionge
.
' .
che
Libro Secondo]
69
che quefto fù caggioncche il Senato До
mano determinare di accettar i a pace,
с confederatíone domandata da i Latini,
la quale fù finalmeote Habilita coa le coa
ditioni nferitc da Dionifio ael ííae del Li
bre fettimo con le feguenti parole* .
Romanis>& Latinorum Тoри/it omnibus
mutил pax вfio dum Cf/«от. à" terra fia.
tioncm eandern obtinent , & neutri alteris
bellum infеrant, aut aliunde bofles miutant.net bellum injertntibus iter tutuau,
prçbtant>èy bello infefiatit opemftrant to
rts virtbus. prçiamq. at ¡poli» (quo dtuù
dantfde prmatis contraäibus lites wdieh
animantur intra decern dies m foro etus
Populi, vbi centraBus isfaHnsßt,Condtti
onibusfoederis nihil addatur,aut dematut
biß de tbnfenfu Romanovum, & Latino*
rum populorum omnium.
Furno quefli pa tci,e leggi d i pace con
fer m ate con giuramentodi tutti i Roma
ni.e Latini, e regiñrate in vnacoionnadi
bronzoicome teftifica Liuio nel dctto li
bro Secondo.il quale dice cfler ció feguito nel confolato di Spurio Cafso , e Po«
ilumio Cominio circa g!i Anni 265. dalla
fondationediRoma, deiche fâ ehiara_»
mentione Cicerone neli'Oratione in dite£ 3
ía di
Capitula
¿íoní di
j^^ft*
\,uu¿. '
•jo
Hißorie Tihmtine.
fa di ComcHo Balbo con quefts paroí^.
Cum Latmii omntbus joedus ШяmЪР.
Cafíto , Fo/lbumto Cadmio COSS. quit
t¿norat} quoi qmdtm nuper in Columns
fnea memimmví po/t roftra ineifum , óperfiriptumfuiffe.
Ma á pena s' erano i Tiburtin i per ral
pace alquanto riftorati che diououofurono trauagliati dalli Sabini,che (corren
do fino ail'Aniene diedero i! guafto â tutto il 1 oroTerri torio, sr d é do le ville e de ,
prcdaodo la campagna , quali pero furono coÜodifcacciati dall'eflercito Roma,
no condotto da Auto Poflumio come ri«
ferifce Liuío nel detto libro Secondo, ¡1
quale dice, che vnitifi i Sabini , gli Equ¡
éi i Volfci non Oioito tempo doppo tor
naron*} á far ГШе(Гo,сoп danno grandi (fi
mo del Territorio TiburtinOiedc gl'altri Popoli compagni circomuicini , e no
confen tendo i ÄomanijChe i Latini con_.
l'arme proprie fi difendeíTero,farooo di
cffi con mortalitá grande dcncmiciliberati da que fio perieoío.
Máperó non fi godé moko tempo l'
otio della pace; poiche hauendo i Toíca
ci , e maffime i Fcientani vnitifi con i Sabiui fatti danai grauiiïïmi ncl Territo
rio dç
Libro Secando]
ft
río de Romani, fu loro di mefh'ero chía*
mar l'aiuro de Latini.e degi Hernici,con
i quali Pubíio Valerio Confole ando ad e
spugnarli.& occorfe,che mentre s'attendcua á debellare i Vcientani , fendofi gli
Vo\íc\, & £qui accampati nelle Terre de
Latini faccheggiauano ,e depredauano i
loro Con fini , à quali efíendo i Tiburtim'
ecini fi come patiuano piu danno , cosí
furono piu pronti all'armi , onde eglino
infierne con Гa lm Latini, e con l'aiuro fo
lo degl Hcrnici , íenza partieipatione alcuna de Romani vkki impetuofamente
in Campagnaruppero in modogi'Hernici i che impadronitjfi de iloro allogiameati , non folo ricuperarono lc robbe.,
loroi ma guadagnarono di vantsgio vna
groíTiffima preda come vien norato da Li
uio ne! derro Libro Sscondo.
Menrre ancora dtirauala guerra de_*
F'ol[ci, ÖiEquinel Anno rrccenrefimo
primo della fondarione di Roma Appio
Claudio, huomo famofiffimo , & vno
de quei Decemuiri , che s'haueuano in_.
turto e per tutto arrogato l'lmperio Ro
mano fù rirrouaro morto in Careere po.
flou i ad inli.ga tione di Virginio perfona
molto ílimata frâ ia plcbe«per frauer cgli
£ 4
tciiduto
7г
HiflorieTibtirtinf.
infîdiato alla pudicitia di Virginia fua fighola di bellezza incomparabile :in modo,cht perhauerlain fuo potere fententio la medefima, appartenerfi à Marco
Claudio fuo Clienculo confuppoflo, che
Virginia foffe nara da vna fchiaua di lui, per il che
Douze!'*- Virginio non rrouando altro feampo per
la Roma- fa|uar la ûbertâ , & honeflà delia rrtiiera
per mano fuafiglolafù forzato in mezzo delia piazdel'Padre zaâ(cannarla;con dirgli quelle parole riferite da Dionifîo a libro vndecimo.
Liberum te ; & baneftam filia ii Mines
tuormn progenitorli mitto,nam viuïii ni
tro borum tibi potitndum erat.
Solleuo quefto cafomiferabile il Popo
lo âsdegno tale, che toita ogni poreiii ¿
.i Decemuirifù Appio poflo ю Careare.,
oue morí di mano fea come feriue Liuio^
ne) libro terzo nella prima Deca , o dt
commandamento de Tribuni delia pie.
be, comevuole Dionifio ,e Marco Cla
udio Clientulo di Appio , e complice dt
talfceleragine fù condannato anch'egii
in pena delia vita, la quale poi per bentgnitá di Virginio к f'ù condonara, &egli
abbandonando la Patria s' ebife Tiuoli
per fuo efilio. cofi Ltuio nel detto Libro
terzo Marcus Uaudius aj/irtor Virgint*
dio
L
Libro Seconda
die dffîa dammtuss ipfo rеmittente Vir
ginio vUimxm pœnum , dimsßus Ttbur
«xulatum petyt.
Perfeuerando tutta via ¡ Tiburtin i nella pace , e confederationefrà Romani, с
Latinicenc'Anni fi ftabilita doppo i! fatto d'arme ai lago Regillo hebbero i Ro
mani fospetto non mediocre dellaloro
*
alienatione, qusndo doppo la caduta di
Roma Totto de Galli fennoni,e(!endo eífi
forzati venire à battag' i a con i P'olíci lo
ro perpetui, e fieri nemici, & hauendone
i Romani riportaro gloriofa vittoria fj.
ronofrá li prigíoni riconofciuti alcuni
de popoli Lart'ni, e particolarmente de-,
Velletrij e di Circeio, per il che giudicar,
do i Romani efler flato queflo motiuo
vniueríale di tutti i Popoli Latinideliberarono di mouerglignerra,come violate
ri della publica fede.
La onde i Latini per ísfuggir fimil tac. cía, e non incorrer nelle ca!amitâdella_.
guerra mandarono Ambafciadori à Romaot per rapprefentargli non hauer quei
I
foldati Latini milicato controdi loro со
publico cóíentimento,má di priuataloro
volóta,& ádirglialtreraggioni,perle qua
Ii cul
Amba—
di'veîlctri, afpra
mèn e*
mtrau
da Roma
Amba-ч
íciadorj
ni hono*
nctatida
Remani,
74
Hißerte Tibu rtini
effi rimaneflero fincerati. Mâ da gH Ro
mani à molri di quefti Fopoli nonrurono
ammeffc le fcufe,& altre loro gíuftificationi, с parricolarmente à i Circeienfi , e
Velletrani , quali nè riportarono di vanragioaspre rispofre.come notaLiuio nel
k'bro fettimo delîa prima Dcca mi.
Vercosdtmdies Latines , & Hrnicis fimul
Celants Cnctienfibus , t*r à Mellstrtspurgantibus Ci Volfà crimimbelli , capttuos^ repettnttbus , <vtfuis legibus m eos animaâuertennt , ttiftia vespcn¡a rtàdita.
ííeftarono pero i Romani molto appa
gati delie ragioni addotte per parte de_,
Tiburrini daüi ¡oro AmbafciadoriWa on
de volieroiche con publica fer ittura fiûcí iTi рiкк al Mondo, e l'innocenza de_*
Tibur£ini,e l'smore,che effi verfodiquel
conferuauaoo.Ia quale fù ferina nel Té
P10 ^ Caltore in vna Tauola di bronzo
âdicinquedi Maggio .intorno al Anno
trecentefimo ítllagt fimo ottauo dc!la_.
fendatior.e di Rom?, e terzo doppo la_j
prefadella medeûmada Galli Scnnoni,
al chemrei uennero Lucio Cornelio , &
Aulo Manlio, Sello GiuliO,e Lucio Pe f u
mío, quali oqueft'Anno, ô l'antecedente
furono Tribuoi militan con la potcfii
Confoiarc.
Kpor-
Libro Síeoniül
75
Riportaro йo f Ambafciadori Tiburtini con giubilo grandiffimo alia loro Pa
tria quefta Tauola, oue furono con quelia dimoflrationc d'allegrezza , che fi coa.
uenia riceutia dando la fudettafcritrura_,
come cofa graue , e Tanta in euftodia à i
SacerdotidelTempiod'Hercole. Epe-
»
' v
rô non с marauiglia, se 1 A m paffati fuffe quefta Tauola di bronza erouata nel
cauare i fonda menti d i vna cafa vicino al
ia ßaßlica di S. Lorenzo giá Tempiod'
Hercole con vna Teda di marmo á canto
che dicoao effer ftata dc4 Dittatore Ti—
burtinoipoiche foleuano le RepubÜcho jjb"°r
del Latio,comt la Romana ne bifogoi lo- n<J _u,u*
ro creare il Dittatore, fi come fi legge in
Limo oel detto libro fettimo.che tu creato da Tujcolo il Dittatore per discolparc
il fuo Popolo appreíí» i Äoaiani dal medefimo fospetto della violara confederationç.
Il Tenore dunque ddla detta Tauola
di broiizo è tale.
L COR-
уб
HifiorieTihurtine.
L. CORNELIVÍ. С. N. F. SEN. CON. A.D.'
HI. NON. MAIAS. SVB. AEDE. KASTORE.
ScR. ADF. A. MANULS. A. F.
sEXJrurs. L. wtfrmvS. S. F.
QVOD.TEIBVRTEÍ. V. F.
QVIBVSQVE. DE. REBVS. VOS. PVRGAVISTIS.
MA. SENATS. ANIMVM . ADVOÄTir .
.
: 7rA.VrEJ.AEQVOM.FVlr.
NOSQVE.EA.ÍTA. AVDÍVERAMVS.
VT. VOS. DEl XtSTIS. VOBIS NONTI ATA. ESSE.
£A. NOS. AN/M \M. NOSTR VM.
NON.lNDOVCEBAMVS lTA FACTA. ESSE.
PÄOPTFREA.QfOD. SC1BAMFS.
EA, VOS. MERITO. NOSTRO.
F/4CbRE. NON. POTHSSE.
NEQVE. VOS. DIGNOS. s¿Sfi. QVfii.EA FACERETIS
NEQVß
ZJbro Seeonbôl
77
NEQVE.IB.VOBEIS.
NEQPE. RRTPOBL/CAE. V05TR¿E.
O/TILE. ESSE. F ACERE.
ET,POSQVAM.VOSTRA.VERBASENÁTVSAVDIVIT
« TANTO. MAG/S. ANIUVM. NOSTRVM:
JNDOVCJMVS. ITA.VTEI;
ANT&.ARBITRABAMVR.
ÜE.EIEIS.tEBVS.AF.
VOms. PECCiíTVM. NOS. ESSE7
QrON£rE.DEEIiIS.REBVS. SENATVl.
PVRGAT/, ESTIf. GREDMÍfS.
VOsQVE. ANIMVM. VOSTRVM. WDOyCiRE«
OPP ORTET. ITEM .VO S.
PQPVLO. ROMANO. PfRGArOS.FORE,1
. . .
Pcrfe-
Antio ,
Velletn.
na con
ot'oiuoi
Caßelli,
fidàa'Ro
тШ.
FVentin
di cimpa
gha. pic.
fo dá' Ro
1113111 '
78
Hißorit Tiburtme
Perfeguttarono pbfcia i Romani mol<
tiPopo iiirini come violatoridtllaloroconfederationc , efrâglialtri Antio ,
Vellctri,e Pelleftrina.quale doppo hauer
virilmente íoftcnuto la guerra - ekaffedio
f¿ infierne con otto foot Caftelli coftrettaârenderfiâRomani:doppodiche pro
teftarooo ael Anno $9$. dalla fondatione
di Roma.la guerra contro gli Hernici,de
quali fe bene riportaronola Ksttonanon
tu perô per loro molto felicejpoiche co
me narra Liuio nel libro 7. della prima_.
Deca vi perderono vn Confole , e mottt
ca pi di guerra,per lo ch.- tornarono l'anno feguenre di nuouo ad infeibrli.e non_.
troujndo rcííftenza di forte alcuoa,s'irr>padroni per forza di Fierennno luogo
del Dominio degi'Hernici.enelritornare d Roma inuiarono 1'eflVrcito per la via
Anagnina à fine di paflare per la Cittâ di
Tiuoli . 11 che incefo da i Tiburrini , fii
con gran eeleritá inrimato il Renato, oue
fiando eglino fospefi, & irrefoluti in de
liberare qtiellojche in ft graue vrgenza_.
far fi douc iTe, vnode piÙJtimari Scnatori
cosí parló.
Non iiimo in termine, ô Cittadini di
coafomarc il tempo in Confulte.poiche
anana
LibroSecondo.
73
auantí i che noi hauremo deliberate di
quello fartbbe espediente,g¡á i Romani
faranno dentro di Tiuoli . Ne i pcricolr
cftrernièneceflario pigfiare quelle rifolutioni, che fono piü á propofito per isfug.
gire ilfopraftance male , ancorche polli
no poi caggionarne vn alero futuro, E pe
ro fono di parère, che à Romani, ô vengano come amici , o come nemici fe li
chiudanole porte della Cited, <& onninamente fe Ii vieti il paflfo , poiche ( foppo*
ni imo , che ventffero come amici ) e chi
potrà refifiere,e tenereâ/reno l'ardirc.e
la baldanza di vn'efferciro v7ttoriofo,e di
vna íoldatefca tanto auuezza á depreda
re, e tanto pronta alle violenzt ? e quai'
ingiuria, qual'danno, e qual'infolenzi no
farreffimo per patire,fe foffimo tâto flolti ad introdurli in cafa?Mi dirrete.che fe
roi li chiudiamo il paflo , venimo à rom
per le leggi di quell'amicitia , che tanto
chiaramente pro teftaíTimo i Romani giâ
venticinque annifono ,5г effiánoi , del
che hoggi ancora frefea fe ne conferua la
memoria nel nofiro Tempio d'Hrrcole,
с per confeguenza haueranno i Romani
raggioneuolecaggionc di mouer cort
ero di noi vna fierufima guerra . Eco vi
rtspondo
Paro!e_,
di vn Tiburcino
in Confí
glio per
impedirе
il paflb à
Romani.
So
Hi/torie Tiburtine.
rispoodo effer minor male , il temer la_>
guerra lontana , che parir la prefente , e
non eifer akrimenti i primi noi , mafi
bene i Romani á violar le leggs dell'amiCD, da cni non deuonii chieder cofejche li
part onfcano fospetto, ne meno deuefi an
dargliin cafa armato.e da nemico. Ditcrniqual necesfità sfofza i Romani dî
tornará Roma per quefta ftrada più lun- *
ga,&inufitata ? (e non per feguitsrla Vit
toria^ la fortuna, e paffar da vn'imprefa
a!Гa!сгa,& impadronitifi di Ferentino divenir anco fignori di Tiuoli. с chi non_,
vede che loro ad akro non mrrano,che à
poco d poco foggiogar i Popoli , & inftgnorirfidel rutto ï fperimenrandofi pal«
pajilmente, che vanno esquifitamente.,
cercando ogni picciola occafione per
partirfi dell'amico. Voi hauete vifto quel
che fecero ad Antio, Vellern', e Pelleftrina,e finalmente à gl'Ht roici, & hora à Fe
rentino.E quai tempo farria più per loro
opportuno di quefto per forprender Tiuoli lotto pretefto d'amicitia ? farrebbe_>
foriï quefia Cited la prima prefa in quefta
maniera ? mancarianoforfi modi , e raggioni à Romani di far poi appanre al mq
do efter^îi cosi ftato leciCO?Jo quanto à
me
Libró Seconde
81
тг tengo per fermo , che quella loro aсcoglienza , che giá verfo di noi fecero, e
di cui tenete voi tanto conto alteo noru.
fia ñato i che vn íímffimo flratagemma_>,
poicheeflcndo eífipur troppo prattici
delle nqfire forze,e peritia nell'armi.non
parue loro ben facto il romperla alio/a^
con'effi noi,per non haucr tanti nemici, e
fi potenri intorno , e perô vollero fotto
preteftod'arnicitia,e publica dimoftratione tener ne afficurati, & in buona fedo ,
ña tan to, che fneruatc, e fminuitc le for*
2C de nofiri vicini. e comparai , noi príui aгТдссo d'ogm íperanza d'altri aiuti foraflieri , hauefllmo vn giorno á cafcaio
fenza riparo fotto la loro tirannide,qual
giorno parmi o Tiburtini-miei , fia hoggi per loro gionto fe non vi faprete guar
dare.
.
Sirifolfero 4 quelle parole i Citradini J/jJj"?
d'apparecchiaríí alia difefa onde licenti- {ncgjio ц
ato il Senato ferraronfi di repente le porte de Ha Gittà, fi diede a! l'arme, ü corfo
alie mura , с dimoftra ciafeuno nel fembiante.ch'anzi la vitadarrà , che l'adito á
iKomani.Gióti quefli âTiuoli,e viflochi
uía 1 étrata,&il tatto bé fornitoie bé guar
dato Üimarono nô efier íépo oppprtuno
F
di
burtino.
Porte di
T^d'nft
*¿ g^roa
nj.
• : ,
8г
HißorieTiburtmt
di far altro tentatiuo ,má ritornatí à Ro
ma riferírono al Jenaro quanto in Tiuoli gl'era occorfo , e dall'altro canto non.,
mancarono i Tiburtini di mandará Ro
mani Ambafciadori per dolerfi del terrore, «ípanento che l'efiercito loro hauea_.
fcnzaalcun fuo demerito meflfo al popo
lo Tiburtinoitanto che «ra flato neccffitato di fare quel,che hauea fatto per afficurár la íalu te propria, e delia Patria , &
all'incontro i Romani rimprouerando á i
Tiburtini la poca loro corrifpondenza_,
Romani verfo di еньргеГсгo quefta per buona oc«
íneuerr° cafioncdiinn'marglí la¿guerra. fecondo,
¿J^Xi-"*henefcriueLiuio nel detto libro lettibuttini. moiui. Eavlttmajutt сaм/a, cum mult*
Ante querimoniçvitro , citroq. iaSlatç effent , tur per Foeciaies bellum Tiburtt Pa
pulo indiceretur , e fù percio da Romani
crcato Dittatore Tito Quintio Peno.argomento chiaro della flima grandccht»
di quefta guerra faceano , fe bene per al
iora non vennt loro in acconcio di poter
cerne defiderauano sfogar lo sdegno coa
ero de Tíburtini,poiche hauendo effi rifa*
puto, che i GaJiiSennoni, della cui fierezza conferuauano ancora dolente la me
moria, s'erano auuicinati i Roma, fù loro dime*
LibroS icondo. —
9$
ro dimeftieri riuolger l'animo da qocda-*
imprefa, e procurar con tutte le íorze di
retiñere á nemici fi prodi, e и* po.tenti.
Sirallegrarono i Tiburtini fuori di mo
do difimil congiuntura , poiche non Tolo
non ternt sno d'efler mtanto inquietan ,
ma entrarono etiandio in fperanza ( gi á ,
che non gl'era rimado à cht ricorrerc) di
poter congiongerfi con i Francefi per te
ner in dietro i Romani; & appunto il ca
fo.porto, che ¡1 penderá non riufcifle va. no, poiche come narra Liuio nel detto li
bro fettimo s' accamparono i Francefi
per la via Talara di lá dal ponte del nodro
Aniene tre mtglia diftante da Äoma,& al
Finco ntro i Äomani poferol'alloggiame*
ti di quádall'iOello fiume , e fatte diuerfe
ícaramuccie dall'vna , e l'altra parte per
pigliare il ponte«finalmente vno de Galli
di draordinaria grandezzadicorpocoa
voce horribilein mezzo del ponte beffaua li Romani sfi dando ii meglio di loro á
fingolar tenzone, con dire effex quedo il
tépo &il Uiogoá propodto difarciafcu
no chiara dimodranza al mondo del valo
re delia propria natione, la cui voce non
potendo íoffrireTito Manlio huomo di
grae petto, chieda licenzadalDittatore
í s
ando
FraoceG
accampaj
ti nelia_*
via Sala-*
ra di Ro
ma.
84
HiftomTiburt'mi.
ando virilmente ad inconcrare quelia tor
re di carne , e con defirezza mirabilo
fchiuando i Colpi del ncmico mortaltnen
ce lo feri nel ventre; onde lieto, e baldazofo con la collana d'oro tolta dal mor
ro Gallo intrifa nel di lui fangue ritornoC
fene al Campo Romano, oue con fefta_,,
e pompa militare fàgloriofamente riceate , e per dctta collana in La tino chíaManila mato Torques riportô Manlio il cognopercho medi Torquato! che duro poi per tutu
foffe d«tto TorJ la fua ddcendenza.
quato.c
Et all' incontro pofe qaefla victoria^
¡nafpettata aH'cúercito de Galli tanto fp*
vento , che abbandonati la norte fegucnce gl'alloggiameati, con celeritâ piú che
ordinaria indi fuggendo fi rícouerarono
a Tiuoli t doue furono cortefemente a ceolti, с foccorí» .largamente divcttuoФ
glía«
Quefla occaííeae ad ambe le parti,che
eodriuano Tedio con tro de Romani apri
largo il campo al trattare d'vnir infierno
le forze loro contro di quelli. ;E perche-»
oue regna lo sdegno non s'ammette di
mora, o maroma di confeglio , ma veloce mente íi corre ad abbraccîàrquei mez
2j, che piú fono proporüonati á far con»
", • «
. feguire
Libro Secondf.
9$
feguîre i! fine di eflb, che è !a propria dífeti,c l'offefa del nimicojfù in vn fubíto trá
Galli.e Tiburtini ftabilita vna flrettiffima
lega ,c tófedcrationc,il che fe güito vfeiro Lega*t" i
no iGalli daTiuoli;accomiati alia feoper Jf.ancer •
ta , e coa aflfetto indicibile dall'eflercito imttiM
Tiburtino cosí Liuio nel fudetto libro,
Gallorumtxtreitusproxima поЯе reitSit trepide tafins in Tiburtm agmOL*»
atque indeJottetate bellifacia, еоmmеaШ
que benigne ab Tibttrtibus adtutus move in
Campaniam tranfierit.
Rifaputofi ció da Romani fù per deli
berarteme di curto ii Popolo decretato di
profeguire la guerra contro de Tiburtini,
e dato la dura della códotta dell'eflercito
й Caio Petilio Confole.
Li Tiburtini ehiamarono dalla campa Tiburtini
gna in loro aiuto i Gallbdc quali cíTendo Sacchcf,
eglino condottieri recero ne i Territorrj £>шo vaLauicani,Albanbe Tulcolani prede.e Гaс*
C,K*«
cheggiamenti crudeliffimi.come Coggiû.
ge l'ifteffo Hiflorico . hd auorum auxilié
cum G»Iii ex Camfanialredijffint foede popuiatiovei in Lameano , Tufcula**
noque ,
Alban» agro baud aubie-t
Ttburtibus iutibutfunt fufiae.
F 3
fiche .
8¿
Wftorie Tiburtme.
Si che per il gouerno di fimil guerra_¿
furono moifii Romani come in bifogno
rtraordinario di creare ilDittatore.e que
fio tu Quinco Ser uil io Hala , fendoíí per
confenfode Senator! fatto vorodoppo il
buon fucceflo di quefb guerra di celebra
re in Roma giuochi,e fefte grandi. Vfcirno dunque iRomzni in Campagna con_>
doi eiTerciti vno guidato dal Dittatore,e
Taltro dal Confole , fermoffi quefh non
lungi dalla CitDá di Tiuoli,rimar.édo qüel
lo deí Dittatore pocolontano dalla portaCoilina diRoma , hauendo rifteffa diuinone prima fartoli T¡burtini;, poichc,
effi refiarono alla Citrà per ricouero de
Frartcefi.e difefa di fe fteffi, e quegli s'aua
zarono vicino alie muraglic Romane,oue
fu frâ î'eflërciîo de Galli.e quello del Dit
tators con cuttolosforzo de Romani ávi
Лa de Padri, e Madri, delie Donne, e de
figliuoli attaccata la Zuña , in cui fendofi
fatta dall'vna, e l'altra parte grande vcciCombat- fione, l'effercitode Francefi finalmente fi
timcnto jjicde in fuga verfo la volta di Tiuoli, coвТргм» mc vnic0 ,oro rífugio,& effehdoli vfciti al
fi.eTi-. cuoi Tiburtini incontro, furono cntram Luniui. binó lungi da Tiuohincontrau dail'efler
CKO del Coufeie , crifpinti fin dentro lev
mur*
i
Libro Second?.
Sy
mi!ra,come rifcrifce Liuio nel detto libro
Magna vtrinqne edita cçde, auertiturtan
dem actts Gallorum fuga Tibur, ficut
arcem belh ga/¿icipefunt,palat' âCos.Petillo baud ргосиПЫиге extepthtgreífts ad
oреmferendam Jiburtibut fimul сиm ys
intra portas compeUuntun ózhoggigior
noácoraqueftoluogo vicino áTiuoli per
taleíh-agedeGalli.chiamafiGalfí.
Trionfô perciô i! confolc Jctilio d'or-
Deoení*
¿j"™*^
tenutal»*
nel cero*
*?.rio.di
Twoíi-
dine del Renato Romano doppiamento
de Franceíbe de Tiburtini.Nö poceroao
(oteóte quefli fimil force di trionfo conero di loro , parendoli effer fenza verun_.
fondamento , e flúnaronoí Tiburtinifar
torto alia fortezza , e nobilcá degl'animi
. ... ,
Confole
tr¡onta_,
deFran-*
"fieTiaustmu¡ J
loro f per tema forfi delia morte ritener
dentro à i termini del filentio, quelcheia
ifcanco.e difefa d ella propria riputatione,e della Patria di pregio a (Tai maggtor*
della vita palefar fi conueniua ; onde rolrandofi ádileggiar PerAio trionfante pro рaгo^
ruppero in quelle parole. Narra ôTù, <jc,¡f0rie
che ti vanti tfefler di noi vittoriofo,ceme de TíDur
ci hai vinto?sredi fe faiadditaril luogo do tini wa
ne fiamo venutialla battagliaPrammenta fX-j^C
quanto fudorc fpargefti, quai deftreZza^ onfmte .
qual valor , с quai Oratagersma vfaflippr
£ 4
vincerci
S8
Hiftorte Tiburtine.
vincerci? e quai fu quella ,giomata, itiS
cui rimanefli fupcricre,& onde tu baldan
zofo ne trionfi? fe dunque o Romani ГЬa
uer fcnza combatter riípineo dentro le_,
mura alcuni pochi TiWurtini, vfciti fuori
per vederelafuga.e lofpauentode Fc&acefi , che indifferentemence da voi veniuano veeifi , & auuedutid polcia, che con
tro di loro ancora vfauañla medefima
hoñi!itá,da fe fleffi (i ricouerarono alla_.
Patria) efel'hauer faKointorno le porte
tiellanoftra Cittá qualche rumore ftimate gran íattOi& imprefa degna di trionf э
noi v'aíficuriamo , che ci dá l'animo, &
habbiam petto di fuscitar alie voflre porce vn taltumulco,che vi caggioaeràaflai
uiaggior terrore.Cosi diceuano i Tibur
tifti mentre eranocondotti nella folenne
pompa trionfale , e con tal coraggio. &
energía , che íhipito lo icrittore Padouano come di cofa degna di marauiglia_<,
ne piúmai íucceduta, volle che nerimaneffe memoria fempiterna appreílol^
fue hiítarie al detto libro fettimo iui .
Irridere VUtly IrmmpbumTiburtes..vbi
eaira виm fteum acte conîlixijf: íffeSlatO'
es pasteos f*g** trepiiatwntfque Gallortim
exjra portas cgrtjfos , pcftquam tn fequoQHtßeri
Libre Seconde]
80
quefieri impctum viderint,
fmeûifcritn.ne obuios cçii ricepijfi fe m vibem: елт
rem taumpho d'tgnam vi/am R imants > ne
nimismtrum , magnumqut cenfeicnt tu—
muhum exciri in hofliumBortis,maiorem
ipfii treptdationtm ante m<xninf»*vifuroi.
Si che, corne feguerifteflo autore l'anno
fcguenre,che fùil trecento nouantefim»
fefio doppo la fondation di Roma per vé
dicarfi di tal'ingiuria i Tibuicini, (nonu
pero con tutro ilneruo delioro eíTercito ) vcnnero di norte aH'improuifo ad affalire le mura di Äoma,alcui romore impauriti i Romzni , che fpenfierati giaceuano fepolti nel fonno , furono riscoffi à
fuono di frombe, e di tamburí.che grids
uano i eran fretta all'armi , e tutti corfi fffílt0 .
colâ, doue u cemeua armarono per ogm f„ r¿t цт
parte le mura; fcopertoíl poi conlapri- biirtini al
nía luce del giorno,ch' era numero medí- le porte-*
ocre di gente 2"iburcina,firincorarono,óí d'
vícirono di repente da due parti ambit
Confoii Marco Popilio lenate , fliGneo
JVlanlio per difeacciare 1 Tiburtini, 1 qua
Ii haue i .do ottenuro finteo to d'hauer at
terri» 0 come difiero i ftomam fe no
jornarono
oo
. Hißorie Tiburtine.
tornarono alla Patria.
Ne diedero i Romani a Tiburtin» al*
tro trauaglio di guerra per tre an ni, à ca
po de qualifurono fatti confoîidi Roma
Marco Fabio Ambufto , & il fodetto M.
Popilio lenate. Quefto ricordeaole dell'
ingiuria riceuta 'in tempo dell' altro fuo
Romani Confolato da iTiburtinî,!i mofle ímpetuno r 'i3'" oíamente centro l'eflercito ,à cui fecero
conrro"! cgbno in Cempagna ccraggiofa relíftenTiburti-« «,ma finalmente furono neceffitati dintirarfi dentro laloro Cittd.timanendo il
contado diTiuoligrauemenre depredato, e guafto t Centinuoíli pofeia ia guer
ra da Caio Sulpitío Potito , e da Marco
Valerio Publicola nuoui Confoli , cht*
conduflero le loro legioni à dannî de Tiburrini,quaíi vedendofi contro gl'eflerciti d'ambi li confoli per eflercofa inufiitata « che due confoli mitamentes'i'mpiegaflêro in vn iftefla imprefa, й pcrderono
d'animo.onde fe bene fi venae frá di loro
alle m a ni noo fù pero la batraglia al foliímpoli to va!orofa, e degna di memoria; íí che-.
Circà di rimaferoageuoimente iTibortini íupera
ííSü " co° Perdita d'vna dellc ,oro Citta chi*
áá Roma mata ¿mpoli.di cui ancora fe ne vedono
ni.
alcuni veítigi oc] Territorio di Cartel Ma
dama
Libro Stcondó]
91
dama. Smpulum ( foggionge Lîuio ) to
jínno exTtburtibus baud memormdo eer
txmint Captum Hue duorum CoJf.*tt/pitio bellum sbtgefiu eftie. & vedendo i Ko
roani eíTcr i Tiburtini attcrriti, e quafi ca
denti, giudicarono non douerfi con ft'tidugio concedergli tempo di ripigliarlc*
forze , ma colfeguitar la guerra dargli l'
vltimo crollo , onde l'anno íeguente Tot
to il comando di Fabio Ambufto nuouo
Contole, s'appiccö vnafíera,c ¡unga bactaglia,che noncefsà,fin cheftanchi i Tibartin: firifoluefsero polar l'armi.e erde .
re alia fortuna de Romani ; per il che n'
auuenue, che perderono vn'altra loro
Citti nomata Raffola, con euidence peri
colo di perder anche cutti gl'alcri С aflel
h del Dominio loro,quando non fi fofsero refi á Romani; с percio fu la loro vitto
ria efsercitata có ogni vrbanitâ,e piaceuolezza , mi non fu pero toito il Trionfo dc Tiburtinial Coofole Fabio Am.
bu(to,coms riferifee Lmio al detto libro
fcttimo. Cum Tiburtibus vfq, ad dedttionem pugnaium&axuh ex bis vrbs еaр$л
tçteraq. oppidaeandemfortuna babuiffent
ni Vfíiutr/agtm pofitisamh infiiem Co
fuiu ventjifot* Triumpbatum atTtbu¡tt~
1
but,
Romani
continua
no i guet
rcgçiare
cootro Ü
Tibumni.
Tibunl..
perdono
sallóla_.
loro Cío,
ta.
FabiV
Ambulle
C°nfols
Crioní'i ,
de ПЬлг
с ¡ni.
.
Battaglü
e Roma]
nt al Ve,
írniio.
вг
HiftwieTibttrtint.
bus. aHoqulnvittoria mittsfuit.
Raccogliefi da ció , che fi èdeeto non
iolo l'ampiezza del Territorio,e giurisditione de Tiburtmi , ma anche la №ma_>i
che di loro faceuano i Romani roentrc
per fimü vittoria dauano al Confole il trionfbjche conceder non fi foleua íenon_.
in imprefe di momento graue.
Non durarono molto tempo i Tiburtiniinamicitia con i Romani , poicho
quindiçi anni doppo il (вссеПo predetto
íurono cglino infiemi con gl'altri Latini
fuoi Compagni per la conferuatione dcU
la commune loro hbertáneccí&tatiápré*
der l'arme contro de Romani , с con eCferciti formidabili per Г vna.e l'altra parce fivenne á battaglia vicinoal Vefuuio
oue ^ combattè da i Latini cosi raiero
farolte , che fe bene rim alero inferiori,
ííimaron,che la vutoria foffe ñato più to
fíocolpo di fortuna,che di valore de Re
mani , e ció tanto più l'argo mentauano,
quanto che hauean vi lío .grand'cftufione
del fangueloro , e morto il Confole Decio i e pero parue loro bene di tentar di
nuouo la fortuna; onde rifatti gl'eflcrciti
fivenne di nuouo alia giornata ,oue patirono i Latini ílragi, с íaccheggiamepxi
crudelufimí"
Libro Siconáo]
95
«гudeliffimi,ma quindi eglino più inafpriCi , che attcrriti feeero con ardenza piu
che ordinaria feriuer per rottele Cited, e
Caftelli del Latio nuoua Soldatefca, & in
vn fubito fi vidderoammaifaridoi effer
citi, de quaJi vno, ch'era di sec!ta giouctû, s'aecâpà nella pianura fenettana.e Гa!
ero , «ui era il maggior neruo de Tiburtini fi fermo á Pedo Citri nö mol to diñace da Tmoli,e da Roma,della quale hoggi non fc ne hâ alera nocida, come riferr »
fee Arobramo d'ànuerfa .
Apporcaua quefto apparecchio folleci
indine nô mediocre á Romani, poiche Гa
ceano eglino (lima grande delta potéza ,
e peritia deLacini come nota ¿iuiotonde
contato maggior premura proeurauano
di toglierfi d'incorno (¡mili auuerfariuper
cié raccomádarono il roâeggio diquefta
guerra i Publio Filone, & Emilio Mámer
сo Cefole сo quella caldezza, che richiedeua ríportaza di quedo negotio. Pilone
prefe la cura d'efpugnarc la gioué ù Lati
na; & Emilio cédufíe l'eñcrcico fuo á Pedo.Quegli ádo vinfe, e criôfo in Roma, e
queíhcome,chefu(Teftatoá parte della_»
vittoria di Filone,abbadonata ïimprefadi jPedotornoffcnc velocemcte d Ro
ma pee
94
Hißorie Tïburtine.
per rrionfare andi'egli. M l gli fii rifpoftodalSenato.fimilc honore nondarfiie
non * ' vincitori;vmccíTe perô egli prima
e P°> ¿omandafle di trionfâre,s'offefe Кmiliodital rifpofla.cV alienoiTi dalSenato
onde ti dififeri la guerra di Pedo fino all'
anno t'eguente.
Furono fatei nuoui Confoli Lucio Furio Camil'o, e CaioMeuio.à quali inculсo grauemenre il SenatoH'iroprfífa di Pe
do , e che tralafciata ogni altr a cura ,;. á
quefta Tola atrendeíferofenra perder rem
yo , poicheeflendo i Latini per le molti, .
plicate rotte mancati aflai di forzeje po
co men.che dis farti non erano fe non per
forrire feliciffimo fine;per il che Furio Ca
millo fe ne corfeá Pedo, e MeuiohauenVelletra- <jo rifjputo, che i Felletrani, Aricini , o
m.& An Lanuuini congreeauanoconiVolfeigl'
Çini Ol*» , , , ....
B -e . .
. r
n
Irani al aísalt^ all improuiio vicino al num« Altuíium«_, ra,oue furono queíh Popoli rotti dal Coa
Altura--, foie, e sbaragliati, (i che Pedo non poté
EíTercito eíser foccorío fe non da i Tiburtini, quali
groüiiii, con vn groffiffimo cfsercito s oppoferod
mo de Ti Camillo,e valorofamente combat terono
humo come r^crifcc k'u'° nel libro ottauo del¿i Pe<Jo
detta prima Deca . СлтШт ad Pedá
Сlit».
tum Tiburtibus maxtmo valido exereitu
maiori
Domjn—
da imper
kmiifo
Cunioit.
Libro Seeoncldl
95
maiori mole quanqxam сque piofptretuen,
tu pujnjt.
Fù la Cíttá di Pedo alla fine prefa con- Pedo pre
leScate,& efpugnata: efeguitando Camil £^Ко"
lo la vittoria condufle l'cfercito d'ogni in
ni'
corno per le Cittá del Litio, quali per ef
fer del turto debilitate con ogni ageuolez Rom Jn¡
zafurono vinte; onde tornoísene Camil- vinconoj
lo vittoriofo à Roma, doue con iftraordi tutti i La
naria folennitá trionfö infierne con l'ai- j&jj *
ero Confole de popoli Latini } e riputan- °oro>
do i Romani quefta vittoria di confeguen
za grandifsima in loro prô , aggionfero .
di più al trionfo vna cofa , che rarifsime
volte far fi foleua,e fù che, crefsero á per
petua memoria de iConfoli vittoriofi due
flatae diefsi á Cauallo nella publica. piaz
za,come notait fudetto Liuio , il quafo Cafligo
íoggionge,che finita la pompa, e fefta tri- dato da i
onfalefiinel Senato confultato fopra la R?™«..
релa » che dar fi doueua à quefii Popoli a í£lni
vinti, e fù rifoluto come di fotto.
u¡n.
A rLanuuini fù datala ciujlti , e readute le proprie cerimonie, e facrifici.
Popoli
L'Aricini, Nomentani, cPedaniac. del/a Ríe
cquiftarono le Ciuiltd eome i Lanuuini. J,a'e Jel1'
A ¡Tufculani fù conferuata quella ciuijj ¡¡JJ^ *"
tá, che effi haueuaao,e la colpa delta ri,
bellioaer '
96
Hißorit Tiburtim
lione fù attnboita á pochi.cafHgando
heWio
fríamente coloro , ch'erano ftati capí di
quelle.
Città di
A i Velletrani fù disfatta la Citri, & al
Velletri li Cittadini fù confegnata Г habitation
da i Ro- in Trafteuere con patto, che niuno di lo
ro poteífe paffar ¿i quâ dal Teuere fotto
vna certa pena la quai Citá per efierui
da Romani Пaсе mandate Colonie fii ш
breue rifatta.
A'gl' Antiati funno tolte le naui lunghe,
Antiati
hoggi net parte de quali fù condotta ncil'Arfcna!t>
tuncii.
di Roma, с parte ne fù arfa,e de roftri , <?
fpronidiefla,funne fabricara qnella RmRinghieti p и Ы i* ghiera rileuarain piszza, che poi chiama
ca doue rono Roflri , doue s Romani ancichi vfauano far le loro Örationi, c.dicerie al Po
gl' Atiti— polo. '
chi per
Etd i noflri Tiburtini ,! e PelleArini fu
che chiamata Ro Ieuato vna gran parte del Territorio lo
ro, e quefto non folo per la ribellione fal
mi.
lo commune di tutti gl'altri Xatini, ma-*
anco perche per tedio delia fignoriade_,
Romani s'erano'con i Galli collegaci co
sí Liuio nel detto libro ottauo.7/¿«r¿«,
Pratntßiniq. 0£romul¿iath neque ob rtetns tantnm rtbtlliomi commune tum a/ffs
/aliáis tr$m»j fed quod t¡dio 1щегу Ro* .
mani
Libro Seconde.
97
mai cum Gal/is ¿tute tjferata arma quo
daw tinjotiajfnt . Onde churamente fi Tiburtîci
vede, che i T-burtinúe Pelleíírinefi era eaP.el1^"
no loliemi confederan.
Accadde tutro ció nell'anno 4i7.dalla
fond atioijc di Tcoma , & auanti !a nafcita
del Saluator del Mondo anni trecento trc
ta quattro .
E pcrcV d'aouerfiríí.ché alla Citri di Ti
noli non fi legge, с he fuífe leusro alero,
che ilTerrttono, come di íopra fi e detro effendo tntti l'altri fuoi mag¡ftrart,giu«
rifditioni, eprcrogarme re Sate libere, &
i jtatte come fi forra vedere nel Tcrzo Li
bto.
II Fine , del Secando Libro dtil'
Htfiorie Tiburtmt.
G
DELLE
punitiper
Гa lega^
^С[а
Fran«fi •
DELLE
HISTORIE
TIBVRTINE
DEL
SIGNOR
FRANCESCO MARTH
t/BRO TERZO.
E bene à i Tiburcini fù ( сo
me fi è detto) fcemato i!
Territorio, nulla perô per
dcrono delle ragionidell'
antica loro liberta , e giu«
rifditione, che al parère di
chi hi vero fentimeoto fono fuperiori , e
di preggio ) e di eccellenza ad ogni alera
cofa fenfiblic, e terrena. Reñarono dunque i Tiburtini compagnie no fudditi de
Romanceome (pefliffimo vien notatoda
Líií: o, e liberi in modo > che non ofaua_.
il Romano Liccore (lendere il braccio со
era тп
HißorieTiburtint
90
tra vn cor.dannato di Roma , che dentro
âilimitidella Tiburtina giurisditione fi
foffc ricouerato; affermádoPolibio nel li
bro fefto eflcrquegli ficuro folamentein
Napoh, Tiuoli, e Pelleftrina, & viea con- Tiuoli
firmacu da vn cafo feguitoio Roma ven- Napoli,
ticinque anni doppo la giá feritta rotta_.
4
de £atioi , narrato da Liuio nel libro no- f/án^
no della prima Deca. Et è,çhe fendo fta- o¡ideji'e
to da Appio Claudio, e Caio Plautio Ce fuli Ro.w
fori ne gl'aani 44г. dalla fondatione di юaп'«
Rsma,feueramente vietato i i Trombet
ti di рoс г più neU'auuenire mangiare , e
bere neiTépi; inoccafionr delie iolleni
tadi, e facrificij ; eglino diew fieramente
fdegnati fuggendofi concordemente da
Roma, fi trasferirone tutti á Tiuoli, сo- J/^""
me à Città libera, e fuori delia giurisditù Vu^gono*
one Romana. Venuta pofeia la Pefia, s' à Tiuolú
accorfero i Romani , non efferui Trombetta alcuno, che fccôdo il coflume fuooaffe nelle loro fontioni , hauendo rifaputo,che tutei á Tiuoli dimorauanoco
animo di non tornar più á Roma , e Ш
mando egíinoeffer queilo mancamento
graue alla loro vana religione,c culto del ,
U Dei, con premura india bile , inuiarono
ái Tiburtini Ambafciadorí iftantemenec
G 2
pregan-
loo
'
ISbroTetzo]
' _
pregandoli, che inueíbgaffcro maniera-,
per rimandargli qucíVhuomini . Legatos.
diccLiuio . Ttbar miferunt. vt dattnt
operan, vi hi homines reflitusrenlz*.
Et i Tiburtini,che di giá viueuano con
reciproca corrifpondenza d'affctto con i
Romani , prontamente gli promifero d'
vfare ogni induftria, acciô n'otteneflero 1'
intento ; & hauendo i Tiburtim, e con..
preghi,e con promefle tentato in vano la
pertinacia de Trombetti, finalmente per
compiacere à ÍRomani ritrouarono vn_partito non alieno da quefta forte d'huomini. Vnái di FcOafurono i Trombetti
inuitati ad alcuni folenni conuiti; oue gli
porfero i Tiburtini occafione di berc oltra mtfura , & effi corrifpofero ín modo,
Froûer** chediederoluogo áqiiel volgato Profcie"
uerbio: Ei be ue piu d'vn Pifaro . Ondo
reíhrono in breue vinti dai vino , cV op«
ргеШ dal fon no, qusií poíciacosi addormentati, pofli fopra de Carri , furono la
notte condotti á Koma, e lafeiati la mac
tina in mezzo della piazza; oue era con,
corfo tutto il Popolo : fi rifcoflero final
mente i Trombetti dal fonno,& accortifi
della burla saccefero fieramente à sdegno i perloche volcuano di nuouofug.
gire
WftorieTtburline.
! loi
gire,ma accarezzati da Romani , с conJ
premij, e con priuilegij furono fatti rima«
nere . Raccontafi anco quefto fatto da_,
Ouidio ncl libro 6. de fuoi fafli , il quale
dimoftra chiaramente la liberta di Tiuo;
li io tali verfi.
Exilio mutant vrbtm,Ttburque netdunt.
Exiltum quo dam tempore Tibur erat]
ÜMtriturin/с$пл сaил tibia , quçritur
ans.
Duett futremos nania valla cboror.'
Serta erat qui de m quantelibet ordtne
átgnut.
Tibure, fed longo tempore über erat
Dalli quali vcífichiaramente fi raecoglie none (Гег íheo Tiuoli nel numero di
quelle Cittá, che li Romani çhiamaua no
Colonie > Prefetture , e Muncipij , ma_,
delie Compagnie cófederate,íopra del
ie quali non haueuano еШ alrra raggione
che quella,che portauano le leggi ,e par
ti della Confederatione , e ne! rimanente
i'c
erano libere , gouernando i Citradini la ^ót 1"'
Republica loro .con 3ÍTnluta potelláTen. rata¿*~,
za dipendeaza da verur 'a'tro; fono chia- Hoasani;
re in quefto propolito di ubertâ le paro
le de Cicerone ne lI' orútione á fauore
G J
di Cor«
■
юг
Libro Тerzo.
diCofoelioBalbo. Multiin Ciuiutem^,
riceptt exliberisfoeder*tifque PopuItr, ùi
quaíi Snouçra i Tiburtini íoggiongetido.
Quomodo igitar L.Coßinius Tiburs pater
kuius tquitis Romanl optimi, atque orna «
tifñmt viri, damnât o Caito , quomodo ex
eadem Ctuitate T . Coponhtr ciuit éter»
Jumma virtute, ¿7* dtgnitate [ Nepotes T.
¿rC Coponios noflii 2 dammto C, AIof
fene Ciuis Romanus eßfaäusi
fit in quelle Curd confederate como
TiuoH eralecito agl'Efu'i Romani di poterfi ritirare ó difpontanealorovolontá,
¿per condannaggíone cor.ro di loro fat
ta dal Renato Romano , e peí ció Ouidio
nell'Elcgia quinta del primo libro ae P6
to inui di a i Romani antichi d'vn ЁШ10
cost dolce, come era quello di Tiuoit dicédo.
§¡>uid referam vetevеs Romany gentis ,
apuaqnos
íx Itbus tellus vltima Tib urerat.
InqueitoiOeflo fecolo ne gl'an n délia
fondatione di Roma 447 Marco Valerio
Mailimo Confole Romano , doppo fla
uer foggiogato 1 Popoli Marfi faDrice viValeria cino al lagodiFucino vnaCirtâ, che dal
'
fuo neme appellô Valeria, nobilitata po
feia
Hi/iorieTib*rt¡ne.
ioj
fc/a da i iNTatali del gran Pontefíce Boni
fatio Quarto , e voile di più ornar qucfti
7ae(i d'vna commodiííima Orada С co
me ñ rae coglie da Liuio nel libro nono
della prima Deca , 3 che parimenti da_.
lui fù detca viaKaleriaTrahea que Пa il fuo
principio dal Territorio di Tiuoli ricino
l'accqucfolforate, e paflando perla Citrá,feguiua per vna villa del medefimo Сo
foie , chiamata hoggi ancora Valeria-. ,
o concifamente Valera , conducendo â
ficouaro Caftello a (Tai celebre appreffo
gl'Hiflorici i indi a Carfoli , e quindi nö
iungi dalla nobil terra hoggi chiamata_,
Tagliacozzo verfoil Caflello di Capod'
o ti© fi ftend eua à Fucino, Celano, Marfi
Cittá antichi ifima, e Corfioio M ctropoti
Via Vàfev
ría.
VicOua-i
тo
Coríoli.
*
Tagl¡a«*
co«oCa
de i Popoli Peligni, fecondo, che n hab- l°¿¡°™~
biamo d a Stra bone al libro quinto , e da Celano
Raffaelle Volate rrano al libro íntimo de Marfi
fuoi Commenta rij iui. ValeruRtgk bic Corfinio
Straboni ponuur , que à Tiburtmh inu
tiumeaptenj ad Marfos, & QorfiniuttL*
ductt t w ta Vrbt Vahria PatnaBomfaey §^uarti tam extit«¿ia,Car/eoU quodfippidüPlmius i
Ptíltmeus inter Equiculos ponunttqua gtns ad mar/os pertinebat,
(mui cum Qlaßidto, quifane omnis inteG 4
гиге л
Vó 4
Libro 11 erтл)
riete , ex horumque rviais ex citaba fuut
пoил cpptda viemamíлШшшm Vieoua
rum, Celanum.
Et indi á non moíto tempo negl' anni
di Лoma ^So.fêdo Confoii .Lucio Papirio Curfore la feconda volta, e Spurio
Caruilio ,fù procuraro, che con danari
riportati dalla preda di Pirro Rè d .Epiro
forte condotta Г Acqua del nofiro Aoíene á Roma per via di Acquedotti , с íu.... • rono fopradi cío creati doifopramren —
Accque . demi Curio Demato,e Fuluio Flacco,má
dott del- pcrche Curio mori cinque gierni doppOj
vxxehitT г'ma^ tutta *a glom di queO'imprefa á
Flaccon! qua!e compi Topera (come vo
gliono alcuni) ncl!o (patio di noue anni;
с fu chiamato que fío l'Accquedotti dell'
Anienc vecchio,fe<:6do Frontino nel fuo
trarrarodegl'A'ccquedotti.
E perche in quefii ifteifi anni furono
da ßomani fuperari iTopoliLucaru' non
fenza l'aiuto ancora deTsburtmiloro co
fedrrat! , non è cofa fuori dell'humaha-.
credenza , che con l'accqmfto di qiiefta
vittoria foíTe anche fabricato quel PonteíopradellAnienenonlungi daTiuoli ,
PóteLu. nomato hoggt ancora daî nome di qu?i
cano.
Popoli^outf Lucano.
Eraao
WfioritTièurtiKe.
toj
Erap.oncl vero per la giá fperimentata corrifpondenza d'affetto gionti i Ti-«
burtint ¿cal fegno di confidenza côRo.
manj, che in quei rempi , che Anibale diuenaroîi giá formidabile , e che à gran_.
paffi fe necorreuaalladiftruttionediRo
ma , non feppero quefii crouar luogonè
più corfidécc,nè piùcapace perfar mai
fa dell'Eflercito in fi graue vrgenza,quan"
tola Cittâ d.7"iuql!,doue per conaman"
damento di Fabio Mafsimo DitratoreJ■"
fù ragunato non folo l'Eflercito de Ro—
mans má anche de tutti 1 Popolí loro сo
pagrii:econfederati,come vedeíiregiftra
to in Lï'uîo a! fecondo libro ddia terza_*
Deca , e per lo Ipatio di fedici anni , che
durô quella guerra con nô minor coraggio , ehe fedelrá mïlitaronoi Tiburtinid
prôde Romani, onde áraggione Si'io
/talico fiádi loroindiuerfeoccorrenze-,
diqueíhgnerra hoiioreuole mentioue,
poiche riel quarto libro eosi leggefi.
. . . Atque olim celebеrrima nomi
na belia.
Tikurtet ma jnos Hifpeilatcmque Ыеtaurumq'ue.
EtDamum aubia mеditâtus cu/pide vui
ms.
с poco
*
Tiueli
^^¿-1
\>cff.rci*
to Koma
«o cô:ro
Annibala
nef."**1
Tibiirtiri
militano
* feeong
„¡^0™
Arábale
i oб
Libro Terz*.
с poco di Toteo foggiongc.
Quofque fub Htrcukis taciturnoflumi
ne mûris.
íomifeta arua crеant, anienico/çquG-,
Catbilli.
с nell'ottauD libro.
Hine Ttbur Catbille tmm , facrifque
donatum.
Fortuna Ptanejle iugis.
epoco doppo.
§(uique Anientt babent ripat,gelidoque
xigantur Symbriuio.
E per leu raí ono i Tiburtini in quefta
mliiciafenza mai íhncarlbche non fecero moltifsimi Popoli t quali non potendo piú tolerare ie rnifehe grauifsime di
guerra fiafpra s'alienarono affatto da_i
i Romani ; fi che nè !e ftragi crudeli , 6*
rotte famofe di Ti ebia, del Tranfimeno,
di Canne, ne l'aíledio .e fopraftante rouina deH iftc fía Roma furono mai bafteuoliá rimouer punto iTiburtini da quelle
fcdelrâ, che proftflauaoo à Romani; anzi quindipiùinfleriti anelauano tanto p ù
feruentemente alia vendetta , & alia to
tale dtftruttíone del nimico carraginele,
che pur troppo baldanzofo fi glor aua_.
d'abbatter Popoli, ch'erano giá ali'Kniucrío
Hißorte Tibmtiue l
loj
uerfo diuenuti infuperabili Q.теЛo ftimo- .
lo fè.che non fi ritraeiîero mai dall'afledio di Cap ouancoucrod' Ambale , fin.. Cipoiia
che cadcíTe preda lacrimeuolc de Roma Citca.
ri , onde i Tiburtini con gl'akri Latin i fu
fono guiderdonan de i Priggioni Capouani.
Cosí feíK'ggiarono anco i medefimi
ínfiemi có Romani , per ia fegnaiara vic
toria riporuara conrro doi porenriffimi
eferciri guidati da Anibale , & Aftrubale,
vedendo roffeggiar le Cumpagne del Me
tauro del langue Cartaginefe , che fatte
Tombe d'Afirubale,e di cinquanrafei mila > e quattro ce ico nemici.furono fepolcro ancora di queifobbrobrio , ch'eiíi
giá riceuerono i Canne; e di cio non ben
paghi i Tibur cini feguirono Scipione,che
рaй ato ncH'Aífrica , fè confelfare á tutti
quei Popo li i óefler íorza.che poffi tan
gamente refiflereal valore, e potenza de
Äomani ; onde ancorche Anibale abbandonafle l'Italiaperfoccorrer la Patria^,
.fdnondimeno coftrettoá cedere à Scipi,
one.E Sifoce.e per l'ampia fua nechezza,
с per la moltitudine de fudditi di natura
guerrieri , porenriffimo Rè delü Numidia> che colkgatoli con i Cartagtnefi ofó
contra-
Siratt^
Namfdia
fatreprfe
gions de
Rpmaai .
án¡ di Ro
ílfactj
mandato
à Tuioii.
«8
hibroTerzo.
contraflare à Romani , in breue priuato
e del Äegno,e dell!l Conforte Sofonisba,
cnePcr l'impareggiabii Au bellczzavi è
pi" del Regno prcgiaua, anzi delJa propria libertade , ri.nafe ludibrio infelices
delia fortuna, e teflimonio, irrefragabile
dclia Romana poíTanza. Queítífendoda
Scipione mandato priggione àÂ.>ma ie
mm prima aiTegnEU J'habitionem.<ílba,
& indi tramandato dTiuol>, comeferiue
Liuso nel decimo libro della cerza Deca.
^ùfiRO 3J'a fua morte fimo regiamente-*
fiantiare in vna villa vicino la Cittâ lungo
la riua deü'^nienejper lo che dicono,chc
la flradü foprafiante alia detta Villa cangiato Tantico nome di Valeria fi nomafle
daqucftoRè via reale, e quellaparte del
fiume , oue eglifoleua diportarfi fufst*
detta Accqua Regia , che hoggi ancora
.con vocabolo non difsomigltantechiamafi Accquaregna, contrada perisfuggi
re еГеШш arderi mol to da i Tïburtiai ire
quenrata.
S¡ che hau endo i T'iburtín¡ per i Ro
mani íoflenuto tante fatichej fuperaco ta
ti pericoli , e combattuto fi fedelmento
per la lorojcom e fs fuffe ñata propria Pa
tria i furono da R omam Compre accarezzati
Hiftorie Ttburtine.
юр
zatij e tenuti in grandiffima fiima , e pee
э eper
maggior oftétatione della loro beneuolenza vo!lero,che i Tiburtini iafiemi cotí
íPeilcftrinefi fufiero efpreffamente de-chiarati Cirtadini Romani, cô tutti i priuileggi, facoltâ , e prerogatiue de gl'aftri
loro Cirtadini raccogliefi cioda^ppia«~
no ne! primo libro delie guerre Ciuiii. Se
bene non poterono i Tiburtini godere-t
lungamente gl'effettí di queda reciproca
corrifpondenza , poiche ne furono affactodifiurbati dalle guerre Ciuiii principi
are ne i Tempi di Tiberio , e CaioGracchi, 1equali continuaronopermolti anni
con fierezz з taie, che mai fperiméto Ro
ma hollilitá cosí crudeleda iBarbarinimî
ci come da i proprij figli,eCittadini frá di
loro infuriati,& acciecati dalli priuati intcreffi, e dalla fempre perniciofa cupídigia di regnsre,poichc viddefpettatrice*
infelice inondar le сaГеЛе vie, e le piazze
del fangue ciuile per mano de íuoi ambitiofi Çittadini, i quali s'aftennero allora
dall'vccidere, quâdo mancarono gVhuomini da poterfi ferire . Eovfqueffuiétihus odds , donee dtejfft homines, qui ontdeVhtm dice Floro nel libro terzo,oue
ro qnando giudicarono bene douer vinere alcuai íopra de' quali s' hauefle ad
f
г
*"я»п™
Tibwtíni
j^f^j"
ottidini
Romani
i ro
Libro Terz»
imperare. Come foggiongc l'ifteflo. quit
autem tl/os pctefí computare ,c¡uos inVt~
bipajfim qws qutivoiuit oteidit ? donee
Aàmontrttî'urßdius vuere aMquos debtrt
vt ejpntqntbut imperar ent.
к concitando qui lii feditiofi i Popoli
e Cittd vicine, e confederate de Romani
ciaícuno âfanorc delia propria fattione_>,
ne traíTero mohiffime al precipirio, e to
tale roüina. come fi legge efser feguito
ne i tempi caîamitofi di Жaп'o,е di Silla,
ne quali Tiuoli hauerebbe corfo il medefimo pericoio i fe con la prudenza non fe
ne foise prtferuato , ókaccadde cío in_,
qiufla maniera , che fendoftart creati
Cor loli Romani Silla,e Quinto Pompeo
e diuife frá di loro 1c prouincie come era
foliro, toccô á Si'la l'eípedirione contro
Mirndate Be di Ponto : Má quellt, en'
hanno guflatc vna volta il latee foauiffimo de i maneggi della Republica , difficilmente fe ne diftaccano; t fe pur vn tan
tino fe ne difcoflano, ncorrono fubito al
feno di Madre cost vtile,e liberale,copré
do col preccíb dell'amore.e гйo delle со
fe deí Público quefto finiflSmo interefse
priuaro, fi tengono cattiuati gl'animi del
Pujolo mal'accortcaccio piufacilmen:
WflorieTiburtine]
ut .
te gli fortifca og i difegno , che per lo
piiiriefcc perniciofo al Publico: Vno
diquefticra Mario auuezzo â ihr fempre attaccato alle roammelle delta Repu
blicaRo nana .dalla quale era giá per
molt'anni flato come vnico figlio trattaCO in modo , che tucto il meglio erafuo,
poiche haueuareteo fei volte ilConfolaco,e goduto le più vtili,& honoreuod ca
liche di efsa } onde non poceua (offrirez,
che la fopraintédëza delia detta guerra»
ch'era d'emoluméto non ordinario fofse
cófenta ad a ltri,ch'á lui ,e perô có diuer
fe raggioni induise il popolo per mezzo
di Solpitio Tribuno delia plebe , che riuocádo Silla.eleggefsero lui Capí tano di
quefta guerra ; Ecosi perl'appuntofù
fatto.AllVdiredi tal deliberations fù afsalito Silla da tanto sdegno,che determi
no di farne quella vendetta>che meritaua
ingiuria cesi graue;la 6dc mefso infiemi
tutto l'eferoto , ch'á fuoi commandi haueua nell'Afia,íe ne venne impetuofamen
te i Дoma, e vin ti aforza d'arme tutti li
fuoi Auuerfarij s' impadroni del Campi«
doglio, e fuoi Senatori in modo, che or
ten ne tutto quello ,ch'egli ordinô ,& in
particolare fece publicamente bandire di
Дoma
cínn*-*.
'i;6«,10.1*1'
à Tinoli.
Viîla di
Mario m
T;uuü.
иг. %
LibroTerzo.
Rom* Mario,e fuoi Compagni, comir.adando ch'â cisicano fofle lecito d'vcciderglijil che fateo rornofsene allafua impreía dell'Ma ; ní lía cui sfsenza furono
cresti ConfoüOf.tauio., eCiona , quefto
ptoemo con ogni sforzo di íaranoullare le cofistutioni di Silla , e principal
mente, che fullero riehiamati alla Patria
Mario, с füoiadherenti,3l che Otrauio,
che tencua le parti di Silla s'oppoíciri-.
guifa , che fu d/meftiero decider qiiefle
pietenfioniconí'armi, e nöpotedoCinnan filler aile forze diOrtauicche di giâ
'îaucua vecifi molti de íuoi parteggiani,fe
ne fuggi à Tiuoli, fperando quiui tronar
foccoríó, fi perche iTiburtioi eraro poco
auantiflati fatti Cittadim Romanceome
pondera Appiano , che narra qm fio fatto riel primo fibro delie guerre ciuili . ß
anche, perche Mario era moito amato in
Tiuoh per bauerui vn fontuohffimo pabgio , o yilla ai cu i boggi ancora quell'
antico fitq conferua il nome, poiche la_.
Chiefs d tila compagnie celia Cari. à de'
pouciri carceraü chiamafi Santa diaria
in colle Mario.
Gionto dunque Cinna á Tiuoli , с rí«
dottofi ncfta piazaa dtl Tcmpio d'Hcr,
cole
VLißoritTiBurtme.
113
cole , Otfera coHCorfor ft popolo, ch'Jïauea vdito l'improuiía vennta dei Contó
le, с veriílmile che per concitarlo alfuo
fauore cosi parlafle. \iu
• «vr« : .
So Tiburtini mici , che. v^apporteri par°b di
qualchemarauigliailveder qui va Con- 9'£a
foie Кom ano , е di canta auttoriri, quafi linráni'
fagg úuo, i voi efler ricorfo; Marauiglia
fenaa dubio. vi douera parère;., poi cho
non à tutti corne à nrc è cosi à cuore laa*
difcfa dell'Amico, e delli deeceti.de 1 Po
polo , fatti da voi, ó Tiburtini , ne' quali
voi ancora come Girtadim Romani, fla
uere li vofln voti . Sidunque io Confole
perquefta cagionc , per zeb dellavo*
ftra riputacrone fono Dato dal mió Col*
lega Ottauio, e fuoi parteggtani fílmen
te abbattuto, che appena con lafuga mi
^ !?
fono poroto fottrarre dal pericolo della
>
vita, ericouerarmi qui à voi , dal. valo
re de' quaîi fpero reprimer l'orgoglio di
quefii , che temerariamente afpiraao al
la Tirannide. Voi di giá fapete, che Ma
rio canto voflro amoreuole , ftato giá fei
volte Confole', che con pericolo della-«
fua vita há dilatate i confini alla Roma
na giurifditione, che con la fua deltra, ej
valore háoperato imprcíe marauigliofc ,
¿. . '-•
H
per
114
LibroTerzo.
per hauervolutodifenderle voflre raggioni , & aderire al popolo, è íhto yituperofamentc difcacciato da Roma, о
priuato dells caía, e de figli, viue ramin*
go per ilMondo,ne troua vn'angolo,cbe
glilia ficuro albergo, quello, che tanto
volte commando allTniuerfo: tueto per
audacia,c potenza di Silla,;chc pretende
viuere à Cao modo , onde il popolo Äo«nano, e voi ô Tiburtini miei,vîuete priuati dal dare i Fotinell'elettione.de Ma
giftrati, e nelle confirmation! delie Leggi : perloche io corne Confoie hauendo
con ogni sforzo procurato di reintegra
re il popolo , e voi nell'antico fuo ftato ,
с Mario nellafua JPatria, hanno Ottauio
mio Collega , e iuoi aderenti in odio voflro, in odio di quel gran Mario , hanno
( dico ) hauto ardire con l'armi in mano,
с con la forza far violeazaá queílo mio
canto giufto, e tanto Tanto defiderio . £
voi ô Tiburtini , non folleuarete per védicare tante fceleraggini , i voftrigene-ofifpiriti ? non s'infiameráil petto ma
gnanimo di ciafcheduno ágiu/Iosdegno,
mentre ode vn'amico íbaodito,& vn be
nemerito della Republica cenuto lonta.
no á forzade malcuoli ? mentre ode vn,
Cinna
. HifiorieTibftrtine.
il %
Cínna tanto partiale de Tiburtini , vru
Nobile , vn Confole Romano tanto ma
lamente trattato , tanto afpramen te perfeguitato, à tal termine ridotto, che è necefiîtato inuocare, с pregare il yoOro foc
corfo, il voftro aiuto . Sli dunque Tiburti ni all'armi . Si richiami l'amico alia fua
Patria. Siraffreni la fuperbia, & ambitio,
ne di quefli Tiranni. Sifolleui vn Confole
à voi ricorfo, e le ragioni popolari con,,
la voftra forza , e valore íi riponghino
ncll o flato loro primiero.
Cosí diffe il Confole con tanta maefli
& energía, che di giâ il popolo s'cra со.
moflo, e fi farebbe fenza dubio folleuato,
fe vn vecchio Tiburtino di prudenza, &
auttoritá più che ordinaria non l'hauclfe acquietato , con operare che fi ragunafle il Confeglio, ouc poicos! il veut;
rando vecchio difle.
. .
. rf
Noa è dubbio aleono , ô cari Citradioii che il cafo del Confole, è degno d'ogni compalfio ne, с merita ogni aiu to,mi
perd auanti di fare aloma rifolutione deuonfi maturamente confiderare molte*
cofe , poiche s'e vifto per efperienza, che
dalle inconfiderate deliberationi delpopolo fono proceduti á quefta noftfa Cittâ
H z
traua. j
• *
i
Arrlgo <f
ÏÏ^yV
burtino ï
çôfeglio.
- .
v
Xf,»'
Libro Terco.'
eraua g!i, & afflittio ni grandiffime,e quafi
la totale diftruttione di efla. Deuefi dun,
que pri mie ra m étе aauertire per chi hab
biamo da moucr l'armi , & contro chi ,
cioè i fauore d' vn Confole Romano , сotrol'altrn.áfauorc de'Cittadini , contro
i medefimi, che totci egualmente fono atnicí noftri. E vero , che Mario è neftro
amico, i cut molto dobbiamo per hauer
promofle le raggiom' popo!ari,nelle quaIi noi altri ancora,cóme cittadini Roma
ni babbiamo la noftra parte ;ma è vero
ancora , ehe egli nó hebbe cioper fuo fi
ne principale, maft bene il proprio iritereife,acciô moltiplicatii foftragi/egli piu
facilmente foffe eletto Capitano della_j
guerra corro Mitridate , delia quale Sil
la haueua attualmente il gouerno . E
quai giuflitia vole , ch с fi fpoglï di fatt • il
compagno delia fua carica fenza deme
nti ? e non parui, che .Villa hauefie giufta
cagionc di perfeguirar Mario, e con effa anco la Patria iftefi'a ? Voî Tapete con_.
/che furore, con qualifier cito , e con che
forza venne Silla a Romaic con quai ficre?za,& hoñilita abbattè, e diftrufle i luoi
'jienu'c! ? & in fóma voi hauete pur viRo. ,
«br quelia Koma auuczza i non patentar
df tut-
W/trieTthartine.
"~ iif
' . di tutto il Mondo s per чao folo Silla itnpallidij tremo, fe li diè per vin ta , & vbbedi prontamente afnoi command i . E
che refillenza farrete voi , 6 Cittadini á
quefi'huomo tanto pocente , e tanto fortunato, allor che hauendo egli rifaputo la
voííraadhercnza con i fuoinitnici , tornato dall'Afia , e veadicatofi crudelmente de'fuoi auuerfarij in Roma al fuo foli to
verrâ qui conlefferato fuo formidable?
âquefio biiogna penfare, a queftoè neçeffario diprouedere;& auantj che rifoluiate di compaUre à Cinna propongo agl'animi voflri la compaffione, che douece hauere delia voftra Patria , de i
iïgli, délie moglie , e delie robbe vofirej
perche non è dubio alcunc, ch'io tengo,
che íarria per fuccedere l'vlnmo efterminiodiqucíía Gitta, Che dite o miei Citcadini? che penfare ? vi da l'animo di poter refifter a vn Silla? Apprendo dalla voiîra taciturnitá, ch'hauetepoca voglia_,
dipigliar fîgran pefo fopra le vollre /pal
le 1 e tirarut addoilo tanta rouina . Мг.
che farremo dunque? darremo aperça rit
pulía al Coniole , che anziofo atiende la
noftra rifolutione?. ci moiiraremojngratiallamico, eperisfuggire le cemicitie
'
H 3
auuen,;
îi8
Libra Terz*.
auuenire, incontraremo nellc preferí? Го
per me confeiTo , che in tanta varietà rcjlo cotifufo . Souuiemmi nondimeno vn
penfiero, che (ará moltoâ propofito per
far que fio prefente paflo Гепгa períeolo.
Et è che fi dica al Confole , chela noftra
Cittá á too luogo', e tempo procurera di
corrifpondere airaffetto di lui , с di Ma
rio i ma che fra tanto , ch'egli da gl'alcri
Popoli va facendo raccolta di gente giudichiamo cfler bene moflrar la noflra folita neutral i táá Romani , fenza far per
hora altro rnotiuo , e dandogli ad intendere, che il tueto fi fa fttfe. acetô il nego
cio caminí con buona prudenza, fiimo di
certo ch'egli rimarrá appagato di quefta noflra buona intentione; H nell'auuenire poi i! tempo , fuol effer ne paffi dubij
e pericolofi appoggío ficuro , ne confer
gliará più opportunamenre di quello farremo per operare á be neficio nollro, C#
d ella Patria.
• r'
Piacqut a tutto il configlio que fio pa
rère ; onde fù con tale rilpofta licentiate
irConfolo.
Moflro poi il tempo quanco fanafuffe
ftata quefta rifplutione , poiche hauendo
Mano con Cioua ammafsato vn groíTo
Etícrcito
HifjloritTïburtine.
119
EíTerciro , entro in Roma con quella for
zaron la quale ne fù difçacciaro, ouc fece del Confole Otcauio fuo oimico , e di Vendetta
naoltiffimi partegiani di Silla afpra veo- '^"V*
derea à quali tutti con barbarie incfplica« fue0c[° fi.*
bile rolfe la vita ; difcaccio da Дoma la_* mie¡.
Aíog\ic,ii ifigli di Silla ,e riduflcin pol"*^я
неге la fuá cafa. Riíeppe со Silla d all'Aña
e giurè che preño haurebbe Mario con
fuoi á loro mal coilo íperiraentato affai
tnaggiore la fierezza di Sílla:onde venu,
to con l'efscrcito fuo victoriofo á Roma
fece de i cittadini (lrage fi crudele , e fi
grande, che Lucio Ploro fuma impoffibileil rintracciare i! numero dcgl'eííinti t
má nondimeno egli ne conta fettanta.,
quattro mila,& Appiano cento mila de- Strag.V
gl'huomini ordinarii , nouanta Senators,
с più di fei céto Caualieri. Et in oltre impadronitofi del Câpidoglio, priuo la Roanana Republica delia fua antiea libertade t arrogandofene egli il fnpremo./mperto, &afsoluto Dominio. Cosi ancora.,
moite nobiliffime » e ricchiffime Cittâ d'
Italia , ch'haueuano aderito à Mario, &
a Ciona patirono fotto di Silla calamitá
indicibili,per non dir l'vltimo eiïerminio
come Faenza, Xpolcti , Terni, Sulmona,
H 4
e iopra
{j™,*^
ta da Siû
la in Ro«
ma-"
no
IíibröTerzo^
Cïttà maJ e (öpri turto Pill eflrina.l a qyale.ßcr h a.dà ¿illa—*
Faenzi_i
Spoleto
Terñ'^úí
ïïfcjgjS
na.
*
uervo'uto virilmente difender Mar|o*tf
giouintiumileramente facchsggiataco
morte crudele di quafi tur ti i Ciitaditii ,
ecccrto lcdonnca qualiiendopçrmçfsQ
l'andarc iibcramentcdoue voleuano, foво aicuni di parère , che moltiiîime nt-,
íufscro riceute in Tiuoli Città amica, о
confederate de PelíeOrinefi. Onde chiaraméte vedefi in che graue rrauaglio farrebbero incorfi i Tiburtini , fe haueffero .
dato orecchioalle pcrfijafioni di Cmn^f.
. ¡ Silla finalmí te doppo hauer poíse du
ro m olc'annj la «îomana Mon згео щеоa
gxncrofcá ínag^iorftdi quelia , con Quit
occupé ¡pontaneamenteia depofe,e гс~
%.г .г..*? iUtwiallai'ÂÎat/'^ la.priçieraUberCade. .
~ .
Má Giutí'ó Ceíare , che fin dagjouane«^
."'г i,.". to ammiro le glorie di ¿'¡lia , пoл appro- 1
.эл.- ivo quaft vkimaïtfadeliberatipn:, onde fi,
.
• propofe:neiranimo d'imkarío neJla pri- ;
ma impreía, má non gid feguirlo ne lia fecooda \ e per coafequir quel ío fuo in reuto .
cominciô ad aprirfila Orada à gfnotion.
fsnza
i quaííriueritO;
non puo
nolciuto,e
da i l'huomo
Topoli, eefier.eofapen-•
'V
do cgli , che qucíH malageuolmente s'
acqu¡íhno íenza i denari , mafifime nel
> " i.
pria-
HißorieTiburtim,
izi
principio delia giouentü , in cui fuol cffer per lo pin oícuro il merito di chi 1 abifce, procuro con tal potentiffimo mez
zo cattiuarfi li vori de i Cittadini ; ondo
efpreflàmentedice Appianonel fecondo
librodelle guerre çjuili , che Celare fi
compró á prezzo le dignitádCÜ'Edile^ ,
e pofcia del Pretore: & è verifimilc, che
in queíie occorrcnze vendeíFe á Criípo
Saliuiio Prencipe degli Romani Hiflorici la villa , che çgli haueua nel{ Territo- Villa di
rio di Tiuoli, in quella parce , che hoggi Cefarc«» ,
ancora dal fuo nome chiamafi.Cefarano »К*0ГЧ.
del che (i . jraentionc Marco 7ullio in_. .
vna Oratione contro íaluftio dicen—
«fo. .
Villam Tibwti C. Cafaris, reliquat рйГfefsionei paraueris. Ее afcendendp Cefare da vna carica all' al era peruenne âfegno tale t che iuperato , & veeifo Pom
peo il ilfagnOi ottenne d'efler dalla Republica Romana creato Di tea tore,
che tanto luona , quanco Monarchal ;
& eíjfendo gl' auuanzámenti degl" hoaori , e maffime de i fopremi cagioñе>
negl'altri d'odio, ed'inuidia mortales,
quindi è / che cuoprendo alcuai ..í
Pren- "'.
иг
libro Terzo.
?rencípi -Romani quefta loro paflSonc*
cö Ü zelo di ricuperare alia Patria la pu
blica libertade congiurarono contro la_a
vita di Cefarci capi de quali furono Bru
to, e Caffio, e credefi da molti , «he tofíe
Villa di quefta congiura concertara nella Villa_,,
Cafsio,e che Caffio haueua nel fuolo Fiburtino
* ««©. 00Q jungj dalla Cittá míoTAuftro chiamata hoggi in vece di Caffiano , CarciaOO) e nó oiolto diñante da quella di Bru
to il Giurifta aeceonara da Cicerone nel
? :
libro г de Orat. Effet tuarooo finalmen
te quefli i loro empi trattati.ôt aftaltádo
'
Ccfare Dell'ifteflo Renato lo fecero á for*
?a di venti trè ferite cader'a' terra eftinro,
*. cosi empi del proprio fangue la corte,
quegli,ch'haueua col fangue Viuile per l'
auanti empito l'^niuerfo. Srmaua il Po*
polo Romano hauer сo Pompeo ,c Cefare fepolto ancora gl'odi;, le (ediooni, e
le guerre ciuili,&eikf in quefta maniera"
ritornati alia priíbna quiete, e libertado,
« faria inuero riufcito loro quefto difegno/e quegh non hauefle lafciato figliuoJi.e quefti he rede, o per dir meglio fe non
foflefoprauifluto Marc' Antonio , che e«
mofo dt lia gloria di Criare fufeito incen* '
dij aflai maggion , ерш peraiciofi deljj
.V
paflar,/»
Hi/ïw/V Tibártine .
. íxj
pafsati , poiche non pocendo quefto foffrire, che Ottauio da altri detto Ottauiano Nipire dellaforella di Cefarc da lui adottato per figlio , e nominato heredo
afpiraíse alla monarchia . procuró d'oppotfeli cô turte le forze, e per maggiormente eôettuarlo , ottenne dalfenatoil
gouerno dell' efscrcito, ch' era in Mace
donia di fei (celte legioni;md il nouo Ce
lare, e con doni, e maniere foaui tirando
alla fua il Popolo, & i Soldan (t fi, cho
ribelládofi da Marc' Antonio duc legioni
nomata vna la Marria , e Гalera la quarta
s'accoflaflero i lui , onde egli incimorito
ñ parti da Roma , e fuggifsenc in Alba_.,
má fendo iüái riggittato, con buona comitiua di foldatefea, e nobile apparato Д
trasferi á Tiuoli, doue fù regiamente ac *
coito in vn íontuofo palagio di Quinto
Cecilio Mecello Scipione.le cui Reliquie
fino á noflri tempi (¿no rimafte ne i con
comí della Chicía della Sátiffima Anaútiara , il cui fito viene hoggi da i Tipurtíni nomato Campitello in vece di capo
Mecello■ Mentre quiui dimoraua M. .'An
tonio, che m quel tempo era Confole , fi
méfie quai* tuteo il Senato da Roma ao
compagnato da moltiffimi Caualïcri , &
altri
4".- .-
iz+
• LiiraTerzth .í
altri nobiliilomani ,evenné âvifîrarlo
ioTiuoli , cosiAppiano nelterzo libro
delie guerre ciuili. M. ^Antonius Confuí
folus poft С • Cafaris cadem,cù exlejionibas :as, que Martia Ô- §l¡*arta aрpeliabätur, ad С. Cas. Otttuium%ahf* t*anfijßh
Rumi cogneuiffit, Albam tvbt Martia co~
frierat ргф&Ы Ф vt eam azfuam rtuo~
tant aïiêiorttatem; fedfxelufiitvr.be> ¿y
r.eicJus à mûris retroeefsit., Ipfe cura ifs,
qui àierani\ Tibur vfqysprogttditur ap-:
paratum babens y s, qut in hoflem \tnàbt<%
confueta Eo in loco afstiitnti Stnatusfere .
omnis, ae.plurtmt equiium cumbmorcaccç/itre,expopulo quoqut pars non conternnenda, Quiui M. Antonio gnuemente .
ft dolfe del üenato , che cosi tacamente.,
pre/hua l'orecchio alle parole di vnfuo
infeftiíCmo nemico come era Cicerone« •>
di cui afpramente fi qucrelô. De mein* ï
"Xibnxtino beipionis dtc!a?mtautt. 7>arla
di M.AnromoriAeflo TuUionellaFilip.1 \
pica quinta, ne cio in vero fenza ragione.poiche vio quefto iVltimo d'eJoqiJêza perrapprefentareal Seoato non ne
uer hauto Äoma inimico maggiore di •
Marc .Antonio , perloche mnalzofino .
alle liellc quelle doi legioni, che! hauca.
no
Hißörie Tibmtine l
1 1/
no abban donato , chiaimndole celefli, e
diuine nell'illeila .Filippica iuí.^íd legia
Martial quid quartàï cur hudaniurt ß fnim Confitlem Tum reliquerant vituperédefuñí , fi inimicum iaudanâ$ . E poi
ibggior.gc. Tu Uias c%\efits diuinafq . h.¿iones Martiam,&<§uartam, quibut,cum
Confu/emfuum non modo reUquijstnt,/ed
bello etiz perfequerentur,bonortst &pratniafpoçondiflis. A raggione dunque vfô
M. Antonio parole feuere , e minacciofe
in modo, che dice Appiano, che fpauentati percià molriflîmi del Popolo ,e de*
(bldati s'indnffero á preíhrlt giarameato
di non fi difcoflar mai dalla fede , & Im
perio di lui , & in quefta maniera fece M.
Antonio inTiuoli una buoita raccolta.,
de Soldad, de quali hauendone dato la_,
moftrs.trouo l'Eflercito fuo eíTer di quattro legioni , che à 5400. perlegtone>
fanno il numero di ventun'mita , efeicentoSoldati , con'i quall fi parti da Tiuoli,& âdefiene alla Cittá de 2t omuni «
0:tauio doppo hauer guerreggiatográ
tempo cbn Marc'Antonio conl'aiuto 3
.cora deiKtilcffo Senato, s'accorfe, fitnil
iauore non proceder dall'affcttOt che i
-Äomanigltportafiero, mi dal defiierio
' .'•...«.
che
•
ix6
LibroTerzo.
Chequefti Ciftadini frá di loro con lo
guerre ,e dificfioni fi f¡ieruaflero,e s'eftingueflero, à fine di rimanere vnavoltali«
beri da trauagli si graut j' per lo che Ottauio menue era Confole s'vni со Marc.
Antonio , & d queflo s'aggionfe Marco
Le pido, i quali trè s'ípadronirono di tur
to l'lmperio Romano, e prefero delli ne
nnet loro tali vendette, che ¿ impoffibile
leggere l'Huloric funefle di quefti tempi
fenzainhorridirfi.
.« .
Ma non doppo molt'anni fi verifico i!
prodigio apparíb io Roma di trè foli,che
à poco à poco fi f>du{ïero in vno1. Rojbç
tresfila ex orti paulatim in eundem orbem íútrunt R:fcníce Eufcbio nella fua
Cronica; poiche hauédo Ottauiano fpogliaro Lepido del fuo princtpato , ruppe
con Marc. Antonio facilmente quei legami deilaconíederatione , e della paren
tela, che per eíserftati tante volte rotti,
e rannodat) hauean perduto il lor vigore,
e tanto pió facilmente gli riufci ,quanto
che la caggione di farlo,hebbe apparéza d¡ giu¿io. Ripudio Marc. Antonio Ot>
tauia fua mqglie , e forella di Ottauiano*
per ifpoiärfi con Cleopatra Äegina delf
Çgitto * onde vedcndofi egli vilipefo Coí.'.j
goato
Hîtlork Tiburtíne I '
tvf
gnato .s'apprcfento ful Promontorio d'
Atûo à gl'occhi di M. Antonio, с di Cíeopatra inimico fi fiero,che elefscro i mal'
auuen curan piùtofio voló tan a la morte,
che venire in mano dell'irato Cefare. ¡Et
¡n quefta guifa rimafe egli foío Stgnore* ,
e Monarca dell'Imperio Romano.hauédo per confeguir queflo fuo intento, vo«
cato gl'Erarij nó Tolo di qúei paefi, ch'hauea guerreggiando efpugnaco.ma fcemo
ancora grandemente queiabbondatiffirai tefori, che in Roma,7-iuoli., e Ncmi
fi coferuauano apprefso de Sacri Tempi;
coa hauerfida queííi luoghi fotto titolo di prefianza fatto fommmiírrare il de«
caro, che per lo mantenimento delle fue
guerre gli fu necefsario, come certifica-,
Appiano nel quinto libro deHe guerre ciuili con queík parole . Cafari OHaaio
pecunia aderant, quas ab omnibus accept,
rAt , atque expugnarat , fardit exetptit\t
& quat mutua exfacrit,retributionugratiam ptlliàtutt ajfumpferat , Roma dCam
pitoUoab Antoniano Libanubto, à Nemis
aс Tibure i quibus in lotis thefauri nune,
vel maximefacrarum pecuniarum adferuantur copioftffimi.
Otteaae dunquc Ottauiano la Roma
na Mo-
M. Ante*
¡¡¡¡JJ5 '
Vccidano
da loro
№*t.
_,
Nèmi рге^
ftmo de
narj à Oe
«au¡an0 •
;
.
in ^chtj
îep\!5~ я
tauianou
comin—
сЫГе я
chiamare
^'.д""*
*l °•
'liS
" Libro 1'er zo.
na Monarchie nell'anno decimo quarto
doppo la morte di Giulio Cefare fecondo
h ufe biojil quale aggionge,che i'anno fe
guente prefe Ottauiano licognomi dî
Cefare ./ÍUEUíto , de quali non folamenre
,
,
vr
л г
n ando egli gloriolo, metre vifle.ma palfaronoetiandio pofeia a tutti gl'altri fucccfioridell'Imperio Romano h auendofi
egli
attribuito
il primo
in virtù per
del fentitefiamenro
di Cefare
,& il fecondo
mento dï Munatio Flanco ; fecondo che
ne ichue Suetonio nella di lui vita . C<*faris , if- dtindt Aügufli tognomtn ajfñffit , aiterum te/lamento tpaioris Auntu«
4i , alterum Manatí/ ilami fententia .
Munatie
Fü quefto Munatio nobile Tiburtino,
Planeo come chiaramente teftifica i! Poeta liriTibuiti— сo ñelfodefettimacarm Jib. I. in queno«
üi verfi ícrítei all'iftetío Planeo. .••/••.
~ ,
*
. . . Sic tù fapiensfitiiti memento * :
;■ Trißitiam,*uttaq, laborer. ". . .- \
Mclh Piante men , fett tifuugtntix^
'. fiptff.' '
l
y
•**
Qaßra tenent, ¡en denfa tenebit. '•« л
' Tibftr'uvmbratui. Oue i Comenèatori ai Horario ineubi tatamente sffermano , Tiuoli eiTcr flato la Patria di Muna
tio Flanco ; Queflviii infigno nejltfette .
•
re,
HiñorieTibúrftnel
119
re, e neli'armi, poiche рш volte i Лoma«
ni , с con efli l'ifleiïb Marco Tulîio Гam»
miraroDO facondo,& eloquente oratorç
egl'Eflerciti più volte lo riucrirono pror
de, e valorolo loro Jcnperadore. Leggafí in proua di cio DionciSueutoio, e Ci
cerone nel decimo libco delie lúe Hpiliole ad Plancum.
. ' ¡>. .
Mâ ridica pur le glorie di Munatio la
gra Cirta di Lione, che riconofee da que- Cittâ dp
i\o Tiburtinoi ftioi natali,poiche mentre p'one.
tencua egli il gouernodeÜaGel<iadet«u, edificará*
Romana fu da luí edificara. CosiEufebio da Muna.
nella fua Cronica interprеtalo daSá Gi- uo Placo
lamo. CMunatíUS Planeas Ciceronis £)/'.
/eipulus. Orator habetur infigms, qui cum
Guliam Romanar» r(¿eret,Lu¿du»uau»
condtdit.
• je ir
ZJoppo, che Cefare Augufto hebbe сo
la morte di Bruto, di Caffio, di Sefto Pópeo , e di Marc. Antonio fpenta in Roma
l'ambitione.e ndotta la Republica à Mo. . '. . T ?
narchia, ceffarono anattole diíTenfionijC
le guerre ciuili; onde con l'otio, e eon la
pacenforfero le lettere , e ¡c feienze ,;á ■ i- ' . *
quali pare,che foífe aúegpato per fcggio s:. •
с refidenza particolare,laGittàdi Тшо'«
Ü poiche qaiui fi ragunauano ipnmi iai
geg'ni
71
tftjo
!
Libre Terzo1.
gegni } che in quefli tempi fioriua no ia_.
tuttol'Vniucrfo , come erano Virgilio,
Horatio, Quintilio , Fofco, ¡Talgio; Coc
ceio,Propertio,lo giá mentouato Munatio, Plotio Tueca, ParoH'ifleflb Augu.
fio , e Meccnaèe Padre , e protertore di
tutti gi'huomini virtuofi. Quefli fabricó
Villa di ш Tiuoli non si ie mi dica vna Villa ,d
Mecona- VDa Cittâ,poiche l'ampio circuito de i fu-
j^"?1 j°
albergad
neiia Vil«
ladi Mem
«пaсе (a
imu.
perbi veftigi, che di effa â noflri giorni fi
vedono dalla Chiefa disfattadi San ta_,
Maria del paflo, fin alia piazza di Sá Lo
renzo, tale la dimoftrano; e perche quefta douea efler refugio , e refidenza do'
virtuofi ,che nófoggiacciono all'jngiurie
del tépo, edell'oblto, ordíno Mecenatc
vna fabrica fifoda.e fi ftabilechefébraua
dedicara all'immortalka , aftinche petef«
fe efsere ancor doppo mille Cinquecento
fefsátaanni albergo ficuro del Padre degl'huomini, che (anno, e rifloratore delle letterc Ignatio di Loiola, poiche quiui
come à ragionc di hofpitio douutoli fi ricouerô il Santo ne i principe delia oafeéte fua Auguftiífima Religione.
t £ra Mecenate fi alieno dalle cure , e_i
foggertioni della corte , che rifiuiè le рш
hoaortuoli cariche, che potïfse dare vn'
„ .
Zmpc-
Hifiorie Tihúrtíne.
jjr
/mperadore deli'Vniuerfo ad vnfuofau'onto, qual'egl'cra, econtentädofi dello
flato di priuato,má riccoCaualiero,godc
ua oltre modo dello ftare in villa, с particolarmente in quefta di Tiuoli , in guifaf
che Horatio nell'ode vigefima quarta_,
del tcrzo libro de fuoi verfi cosi gli fcriffe.
Г
Nefemper via m Tibur, & ïifufç.
Dtcitue contemp/eris, aruum.
Quiui allettato dall'amenità del paefe
Tiburtino • e dalla foauc conuerfatione di
Mccenate foleua da Дoma bene fpefso
venire Augufio, nel cui viaggio confumaua per lo più lo fpatio di doi giorna taco
me nferifce Saetonio.Itinera lefliea ,
noätbusfere, eaq. lenta* & imminutafaettbat, vt Tibur biduo procèdent. Dicen,
do Dione, che Auguflo folca di notte viaggiare per non apporter incomodo alle
Cittá,douc egli andana . S'auuanzo tac'
oltre l'affetta di Gefare verfo Mccenate ,
che ftimaua non poter nell'occorrenzo
delle fue infirmitadi> ne piú ficuramente
ne più diligentemente efser curato , come
che in cata di Mccenate. Aeger Dico
¿uetonio Jn domo Mcecenatss cubabat,
Ь pure vna con fid cnza fi grande di Pré...I/ г
cipe
I3¿
Libro Ttrz&l
cipe ñ potente non altero panto quellaJ
fua tanto bcn compofia mente, anzi qua-«
to fi vidde più portare en alto, fi conten.
ne tanto più,per non precipitare, dentro
à i rtpari ficuri della modeflia ■, onde n'
aииеппе quello, che per lo più non fuole
áfauoritide Prencipi ,ch'egli nonfolo
fufle mai inuidwto, & odiato, má da tut«
ti cordialmen te amato ,e riuerito, veg—
gendo ciafcunojche non ferniuaii Mccenate delfauore di Cefare per fopraftarc à
gl'altri, & isfogarelefue paffioni, ma per
recare a tutti giouaméto,¡fenza mai aftenerfi di farlo per tema di pregiudicare_.
alie proprie pretendenze , & accrebbeíí
maggiormente la lode , e fama di lut perj
Гa ftetto partiale , chefempre porto à gl
huomini letterat i;s verfo de quafi fù fi be
nеfico, e liberale, che n'acquiftô il nome
di loro Padre , e protettore , perloche*
perpetuandofi in quefii aísai più , che ne
ifigli naturalila memoria del benefattore,marauig!ia no é, fe hoggi ancora dop*
po fi lungo fpatio di tantifecoli ícorfi,fia
tanto celebrato il noms di Mecenare-..
Amo quefti &i gl'altri fommamen te fío "tio Tueca , e Lucio , Pario, o Varo intimi cqrteggiant di Augufto,e Poeti infigni
Tiburtipi
Hi/tritTiburtiae.
ijf
Tiburtini, fecondo, che ne hanrro laiciatofcritto Marc. Antonio Nicodemi , ed
Antonio del Rè miei Cócittadini, & huomini di molta erudltione ne ilorolibri
delie Aatichitá Tiburtine, & è i nue ro da
credere, che fi grand'Accademia , ch'a!lorarioriüa in Tiuoli, non foío quefli,má
mol t'altri ancora eminenti letteratino
producefle.
.. -';.;л
! E(íédoTueca,e Vito in tr infecí d'Horatio Flacc0,vfarono infiemi con Virgi
lio ogni induftria,peritrodurlonell'amicitia dl Mecenate , il quale poiá preghr
d'huomini di tanta fiima ammefle Hora
tio nel numero defuoiamici.e commenfali, come egli flefso confefs a neila fatira
fefia.
Virgilius , pofl báe Varan dixer* quid
tjfem.
Vtveni coram , ßnguhlpauc»locutus%
Infanus narr.quepuaor prohibebat plura profaril \
e poi foggionge .
.
.
Лauca ab to& reupeas nonopaß menfe
lubefque.
' Ejfein amicorum numero : magnli hoc
. egoducO.
•' Г
. 1*2 ./^"lü
Et in vero fu dital giouamentoj'ainiI 3
cicia
î$4
Libro Terzï.
cîria di Mecenâte ad Horatio, ch'egli d'
infelice, ch'era, ne diucnoe felice ; poiche
fendo cgi i nemico di .Augufto, per hauer
feguitaco le parti di Bruto, e di Caflio,ad
intercelfione di Mecenate lo riceuè nellafuagratia. e li conferí honori.e dignitâ grandit & ol tre di cio fù da Mecenate
talmente regalate , che egii ne dinenno
ricco. lHàmèfecifti locupletem gli fcriue
k> ftefso Poeta nel primo libro delie fue
Epiftole . Ferio che hauea giuftiflima-,
cagione di port are à queftitrèfuoi ami ci quell'obiigatione & aflitto tanto fmi»
furatoj che dimoftra nell* Sadra quinta-,
iui. >
. S. :i, от.
Toñera lux oritur , mult оgratiffimz-»
namque.
ÍJotius, & Variui Sinue£é,Virgiliufque .
Ottmrunt : àn'vng , qua les ntque tan»
didiotet.
-. . и * .
•„
Terra colit , ñeque qu is méfttdcuin¿
íiior alter.
. .4 :..
O qut implexas, fagaudia quant лfuerunt.
Erafi Horatio taimé te inuaghito dell'
a menitá del paefe Tiburtino, che lo giudicódegno d'dser cele brato íopra le più
.
famofe
HiftoritHburtine.
• ijf
famote Cittá del mondo, & apertamente
canto ncll 'ode fcrtima del fuo libro pri
mo.
Lauda bunt alt/ daram Rbodon,aut Mi*
tylentn
Ara Epbe/um, bimarifque Corintbi.
Moenia,vel Baccbo Tbebas, vel Apol
line Delpbos.
lnfignestautTbeßtla Tempe.
Sunt quibus vnum opus iß itailл Palladit wbem.
Carmine perpetuo celebrare.
Vnàique deterptavt fronti praponttt oliuam.
Tturimus in lunonlt honorem
upturn dicet equis Argos,dttefqu e My cenas.
Mè пес tarn pattens lacedçmon .
Nee tarn tarifsaperculfit campus op im\.
Quamdomus Al tunc $ ttfonamis.
Et prxceps Anio
Tiburti lueui&vda.
Ъ/íobilibus pomarta riuis. &c.
Enell'odcfefta delfecondo libro cosí
tá cantando.
Tibur Argao pofttum colonoSit meafedes vtinamftnecía.
ist modus UJfo maris, & viarum«
MtUtteque.
I 4
la onde
t$6
• Libro Terzo.
: La óde fù oltra modo grato ad HeraVilla d' tioil donatiiioiattolida Mecemse s íe- j
Poetad conc*° Parere 4* Afcenfio nel comraentódeliadettaodefettima,di vna amemi(ima villa pofla nel fuolo Tiburrinolungo
latjuadeil'Aniene , di cui n'apparifcono
alcuni vtOig lotto il Conuento de Padri
di Sant. Antonio di Padoua , & oue egli
come dice nell'ode ieconda del quarto
libro, foleua fpeflo trattenerfi a poerare.
.... Ego apis Matin*,
.r.s..
More,modoque. '. . • x :
Grstacerpentis thyma ver laborem',. •
~£lurimzsfri,circa nemus, vuiàtque
T(àurisnpas,eptro/aparuus. . .\Ç
• ' „ . Ç&minafingOi. . .
. y
•îopraftâua a queíu la villa del Poeta
Catullo,*he mori vndecianni auanîi la
Ditraturadi Giulio Cefare pofta ntli antico fito di queiia , che diceffimo efler
fiata di Scruio Tuüio Rè de Romani, &
oue hoggi forge ü Monalleriode ЖoпatiOiiuetani noniato Sant úngelo inPiauola , e perche era queila pofia di lá dal
hume Anieae, che ditiide il Latio dalla_*
Sabina, prefero alcum occafione d'aâer.
mare eiler ella di Sabina ,ancorcheíbfse
rcalmtme dt Tiuoli , per. efser nel fuo
Territorio
Hißqr /VT ibmtine.
137
7>'erritorio,de];chefi moflra Catullo (ao- Villa di
ri di modo grauato ne i feguenti vertí С*ш11o
drizzati dquefiaiua villa in rendimento °'ta"
di gratie d'eiferfi in tfla liberato da(vna_*
to ¿Te infopportabiledicendo.
0 funde noiier, feu Sabine> Seu ТЛЬиу.
Nam te ejfe Tiburteta au. и nant> qüibutnoneß.
..щ.
Qordi Catullum Udere*& quibus wdieff. fi~,
§(Houis Sabinwa pignore ejfecöteninnt'«
bedfeu Sabme, feu vertut Ttburs.
Futlibentertntuafuburbana,
VtHa>malamquepe¿iori expuli tufsim.
Ja quem Hieíii tempi , quindi nonJuagi, in vn'ameniflimopoggio , out fempiterna godefi la primauera fabricó Quintilio Varo vna fonmofiffima VAU . Mà
non ofcrei pero d'affermarcfe queíb fuffe quel Quífilio Cremonefe amico d'tíoratio , âcui eglinell ode 18 de! primo li
bro fcrifse la maniera , che douca cenere
in piätar le viti nel deiicato iuolo Tiburtino, iui.
Nul/am Vare , fiera vUepriut Uuetu
arborent.
Circa mitcfohm Tiburis , & moernxj
Catylli.
f
V
f
138
LtbroTerza]
О pure quel Varo , per le foe difauenture non meno , che peril fuo valore ce
lebre , e famofo Capitano d'Augufto , il
quale negl'in tricati íétieri delle folre fe!ue di Germania, fùcoflretto infiemicon
le fue trèlegioni álafciar mifer amente-*
la vita , la eui grauiffima perdita pianta
inconfolabilmente daü'imperadore , vol.
le che con'anntHcrfaria meíVitia , foffe an
co dal Popolo perpetuamente rammentata.Dirro folOjchedal home di Quinti«
Iip chiamali al giorno d'hoggi que Нa cótrada Quintigliolo , luogo affai noto , e
f'amofo appreffo de yiburtini per vna_*
moltoantica ,e miracolofa imagined!
noflra Signora $ che in vna Chiefa quiui
iltuatacon deuotione vniuerfale fi riuerifee, nominata volgarmente la Madon
na di Quintigliolo.
Veggôfialcuni vefligi noteuoli dique.
fia villa nella vigna di Domenico Giámitij, la cui deflrtzza, с valore nè i maneggi più grandi,è motto ben conolciuta appreflb la Corte Romaoa,ouc gl'anni paffati furono ritrouate vnagran qnantirá di
Brecvtut pietre, che per la varietà, e vaghezzade
diTiuoli colon', e per lo fplend ore , che rendeuapr«Joi« . no ?ennero ftimatc pretiofe dall' Emin¿>
tiffimo
Hi/tori* Tlburtine .
I $9
ti filmo Cardinal Montino,che mencre (i
tratteneua in Tiuoli per ord ine del Santo
Pontefice Pío Quinto i nefecc vnagroffa raccolta in modo , che di prefente p ù
non le ne trouano. N5 eccedeuano que-.
fie la tnifura d>npaJmo,e mezzo,ù duo,
delia fpçcie de quali non v'elîcndo altra_.
notitia , glifii datoil nome di Breccia dt
Tiuoli.
;r:
Scorgeafi pid auáti Ц villa di Cocceio Villa
huomo per la fuanobiltá , ricchezza , o
0CCI
íoauitá de coflumi di ftiraa non ordinaria,
e fauoritiflimo coreeggiano d'Auguílo,
dell'opera di cui foleafi egli valere ne i ne
got!) di momento graue , come (i raccoglie da Horario nellafatira quinta iui .
Hue ventи 'us trat Matenas optimut
atqut.
Coeceiur, moffi magnis de rebus vterque.
Legat], auiterfos foliti componen amt. '.: .: ... .".
Dilla qual villa altro bora non h ab «
biamo,che il femplice voeabolo, e queito
anche corrotto,poiche chiamafi il luogo
in vece di Cocceiano; Cocciano , ouero
Cozzano.
.Sorgea di fotto i quefta in vna vaga, e
fertile piannra la villa di Marco L-pido
. , .'.
che
Ц0
Libto Tetz** '
che infiemi c&Ottauio, e Marc'Antonio
affaporo la gran potenza del Tríumuirato: accénafi que lia villa da 7.ullio nell'octauo libro all'Epifloia 14. ad A tticums e_,
chiamoffi daldi lui nome campoLepido,
che pofcia da i moderni alquanto mutato vien detto campo Límpido. • •" ' ' .b
Preflo áquefta, с forro quella di Varo
in quel luogo , che hoggi nom a fi Vafsi,
ouero Baffi , feorgonfi alcuni viefti'gi di
Ventidio vna тл, che dicono €íftr ftata dí VentiBüflo.
dioBaflo AfcoíanO ,àcut Ottairianorifegnó il Confolaro nel principio del fuo
triumuirato; faffidi quetto Vencí.
•'• dio mentione in vn marmo an '
tico , che ftaua nella anticjiiffima Chiefa pa«
rocchiale diS.
Sjlueftro ,
di
: . í
Tiuoli, ¡n cui
. . •••.-•"
" .•. cosí leg " '
Г
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C.LV-
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HiflvrleTiburtinf.
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С. bVTl VS. L. F. dVLlANl
Q.Pbi^VÄNIVS.C.F.
VARVS .
LV£NT/DIV5:.2:.F
BASSV*.
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С. OCTAV.jGJ. F . GÄACCH/N. |
V
r.
V
ni. vir;
PORTICOS. P.CC £V. :
ET. EXSEDRAM. EZ\ PÄONAON,
ET . PORTIO VM . ET . SCAENAM;
lon@.
p;
a :..• '/.S.C .F.C.'
CXU
£ Cinthiafauorita di Properties , che
fiori in quefti iftefli tempi voile ella an
cora hauer la Villain Tiuoli ,fe bene ¿Íçertoil luogo,doue fituaca fiíoffc.Quin
Цг
LibroTerzül.
di (cride quefta vna letrera ai Poeta commandandoli, che á quell'ora , che glifoffe gionta nelle mani , f* ponefle inviaggio, e da Roma fi crasferiíTe fenz'altra dimora à Tiuoli , ne dubbitaua d'efler ella
vbbedira , fapendo quanto poffil'imperio d¡ vna dona fopra degl'htiomini morbidi , h quale ( come dice lo fteífo Pro«
pertio all'elegia nona del rerzo libro) «
Tratte additfum fub Jua iura virum, Ri
ce«! égii là letrera appunto sù la mezza
norte , & ctfendo ñato alquanto iofpcfo,
e dubbiofojíe doueuain hora fifcomoda
с pcrigliofa merterfi in viaggio, al fine fi
rifolfe d'vbbedire ,giodicando efler più
terribileil voito d'vna donna ¡rata , che
i'horroïè d'vna notre qlianto fi uoglia o .
fcura,e tenebrofa:á tal fegno di follia peruiene , chi merci delia fua cieca paffione
feordarofi di queirimperio , ch'd lui diè
l'Altiflimo fopra delia .donna volontaris
me n te fi (ottopone al troppo duro ,Sc
indiferero dominio di lei . Confería turto
ció IVrTeminato Foeta nelli feguenti veríi regt Ora ti nel luo libro rerzo aH'elegia».
i4.dictnao.
i' . ':. i ..:r. ..
N<№#ie4td•, & Domine mbi vtnit Epi.
„ Hol* nQÛ*\i. '. .:.cb
Tiburt
Hifiorie Tihurt'me .
143
Tibure me mijfa tu/sit adejpt mora.
Candida quà geminas oßendunt eulmi.
na turns.
Et cadit ¡n fatulos ¡ympba Anttna la.
eus.
Huid factamZ.obduftts committam mène
tembùt.
Vt timeam audaces in mea mübraménus.
Atfi bee dißulero noßro mandatait.
more,
NoÜurnofletusfautor hoRe mihi,
con quelche fiegue,
Vifleinquefti tépi Marco Lollioperfona Confolarc.e celebre côdottiero degl'cíTerciri d'Auguflo contro i Germant
rebell i, quali fnrooo da lui valorofamente
íuperaci . Germanos in arma verfos M.
Lollius fuperat nota Eufebio пеПaшa
Cronica , le cuílodi da Horario nell'ode
nona del terzo libro de fuoi carmi furono
egregiamente decantare . Sono alcuni di
parère , che quefto ancora hauefse la fua
Villain Tiuoli .fenzaperô afsegnareil ^ Lob
luogo doue fi fofse ptâtata , moisi non Гo- цa'.
lo dalla m i ci tiл , ch'egli ha ueua con Ho
ratio, edall'eíserverifimile. che como
pratico corteggiano, haucfscpcr incontrare
144
LibroTerzo. :
trän й guflo del fuo Prencipe procurato
d'hauer rgli äcora qualche podere in Tiuoli , di cui tanto i'imperadore Ottauia*
nofidiicttauaiind più iriuamente dall'hauer quiuiMarco Lollio elctt o il luogo per
la fuafepoltura ,e dellafua fameglia, lecondo il coflume degl'antichi , che foleuano á tal effetto circondar de muri>o di
macera vn pezzo di terreno , che per lo
piùibleaefstrin vn. canto de ä poderi,e_>
delie Ville , il quai fundo cosi rinchiufo,
e recinto diueniua religio'o , e fuori delf
humano dominio . Tilt appunto vieno
additatoil luogo elctto periepolcro da_.
Marco Lollio ш vn'mfcrutiooe, che hoggivedefiinvnmarmo antico afi'fso nel
pauimento di Santa Maria Maggiore di
Tiuoli dePadri dell'ofseruanza diSaru.
Franccfco del feguente tenore.
« «. *HIÇ LOCVS VTI MACERIA m
. " CLVSVS EST AÙ RELIGIONEM
SEPYLTVRvlE LOLLIARVM
'* ATTICILUE FILIAE ET STACTES
. TXORISΫACM. LQLLI AMARANTT.
,•*?•..
Equeñe
lÄiftwieTibürthe.
145
E queftefono le Vilfe , che per tjuanCQ 1 .«• > "
Ь o piocuto nrroua re,íuron o á qaefti g:or- « ' ' \
m fabricate nel Уerrkorio di Tiuoli,qua*
ii hi vüluco femplicemerue эссеппaге lecondojcherichiedeua I'ordine de tempi,
fi come farro acora col fauor diuino del'
le altre molte edificare doppo quefte . *.4''
nell'altra parte delle noftre Hifbrie/Potrá peco il curioío hauerne piii ampia-,
сo itetza dal tratrato, che il Oottor An
tonio del ile ha di efle diffufamëte lafciato feritto.
. •- ..
Garnpeggtfluano «orne diffi nel fuofb
Tiburtino i più vaghi, e fceltifiori dcgl*
huomioi virruoíbcne nel mondo viucífero, quali facendo in elfo û pompofa , e>
rnaeftofa la motfra.rédeuano queda Cittá
più dell'altre riguardeuole.c gloriofa. Mi
inuidiando.per cosí dire, la morte trionfatríce dcil' Vniucrío à fi gra fafto.comm«
ció con l'ineuitabile fua tag'iente falco
ádargli crudeliflimo il gnafto,fe bene пo
puotè fpogliarli d'altro , che del caduco
verde delta vita , má non giá della fraga
za di qudt'odore , che inariditi ancora_.
fpirano fempre foaueàsuttala poftcrità
<li vn nome lodcuoSe ,& immortalo.
Caddc duque ítá di quefti il primo Q ЛK
úho
1
Мoле di tilio il Poeta Cremonefe , la cui mortis
Quïtiho COn abbondeuoli lacrime, pianfeil peen-:
Foeça.
cjpC ¿e ibftfc^ e pofeia ncll'anno vigefi- ¡
Tejbmé
t0
morte di
Virgilio
Poeta. '
mo frilo d'AuguftoJ giaceque reciío il più
vago, e più leggiadre flore t ch'orñafie 1'
Italia tuna ¡1 lume,e lo fplend ore de Po •
eti Firgilio ¡l Mantuano . Queftipriadi
terminare ii periodo defooi giorni,ordix
o.
• r.r .
no 'uo teftamento, in cui (_ comenferu
IceElio donato nella di lui vita] nomi
no heredi l'lmp. AugufkbMecenate, Va
lerio Procolo fuo frarelloiC Ii Poeti Pio-,
tio Tueca , e Lucio Varo noflri Tiburtini, come di fopra diceffimo , fuoi intimi
familiari . £ perche non puotè Virgilio*
come voleuacort egge r ,e darlVlnma-.
mano al fiio famofo, heroico Poema dell!
Encide , non lo flirno degno d'altra luce,
chediquella delle tiamme , onde com
mando nel medí fimo teftame hto , che fi
douefle brugiare. Non poterono tolera
re li fidiamici Tueca , с Varo, che opera
cosipregiata,e fatiga filunga fortifie fine
cotanto infelice ; perfuaderono pero ad
Augufto , che ¡a modo venino permetteñe , che legato cosi crudele con tro del
proprio parto fi efseguifse il quale mof so
dal pregio dciropera> e dalle ragioni loro
commando
i
|
4
Sfitorietiburtíne .
147
commando , che fi conferuafse •., como
apertamente vicn dimoflrato daSulpùio
Cartaginefeín queíH »crfi.;
" '
lußirathaerapiiis aboleri carminaflammts.
'....m \\
V'vtgiliuu FbrigW, que cetinere Duct.:
Tucta vttat,\'orиfque ftmul, T« maxi
me Cafar .1
Г• ?
N0» finis, atque aliç Confulls Hitloriç «
Infeliz gemino cecidtt propt Pergàmon
Et p tne eß alio Trota cremate rogo.
£ feriue Pietro Crinico ne! cerzo libro
de Poetilarini al capo trigefimo fettimo,
che fiando Auguíb fofpefa fe doueua có« trauenire alia volontá di chtíímuoréJ,
che deue eífer legge inuiolabile; al fino
in quefti fuoi ver fi efclamando proruppe.
Jârço nejùpremis potuit vox improba verbis
" . тam dirum mandare nefas? Ergo ibit ini~
gnes.
•' " 1•
'•• •
Magnaque doñiloqui morietur Muja Maro—
mi?
' . «
' — '-.—...
Ahß elus indignum,foluetur littera' dbtеs,
' Htpotería speBar6.ôtn!i,nec pariere hoitori
flammafuo; op:rißruabit amore?
Pukher ApolloV;ta,Mufi prohíbete latitats
bih:r,& a'ma Ceresfuccurite, veflerinarfnis
Vejîer mi les erat: doevisper rura co'onisi
jfa docuit qtiid ver agent, quid ccgerct e.ftat,
Qvidpater Auttimnus , quid brnma nouif•
tt * •
Стa
148
LifoôTer&o". *
ftm* ferret.
Arbutajormauit, fociauitvitibus vimos:
Curauit pecudes^apibusfua caftra dicauit.
Hfc dеdit vt pereant?ipßtmß dicer efas eft ,
Sed leaum eft femando. ßdcs;fuprema vo
luntas.
Qnodmadatfieriqtte iuhet 3 parère neceffè eft.
£ pofcia rifolutodi voler conferuarc*,
vu libro di tanta ftiraa , ancor contro la
volonrá del Tcftatore, cosí foggiunfe.
Frankaturpotius lepim veneranda poteftas
Quam tot cogeftos noñefque diefq tts labores
Hauferitvnadies ..fupremaque verbapareniis
Ammittat vigilaffe futtm : ftfortefuperbuz
Errauitque in morte pigerift lingua loquuta
tfefcio quid titubante animo nonfpote,fed
altis
Bxpu^nütamaHstcdieJangutrisiniqui.
Si mens eçcafiiit' iterum sentire ruinas
Troia fitasi iterum cogetur rediere voces'.
Ardebtt mifèra poß vulnera , vulnus EliÇk.
Tampurumfoluetttr cpuSjtot beila, tot anfes.
'X '
>
Incineres dabit ora mees, & perßdus er
rer
Вис кис Vio iAcs dateflumina cuntíaforares.
'.
i«.\.
. Ex pirent ignes. Viuat Maro doñus vbiquе
Inçratufque fui ,ftudiorumque ïuidus вгЦ
htfàiiuspoftfhta nocens; quodiufferat Ole
ßUvetuiffi mенm:fais efipcftteporavite..
Imàfît {ternum tota refînante canixntt
Сaппеп,& inpopu!o dmifub mimine nome
Landetur, ■oioeat,pMeat,relcgaHir,nmetur.
HißorieTifartine'.
«49
Ep:rôingionfe Augulto 4 Тассз,е Vato, nel cui valore molto confidaua , che,
riucdcffcro ¡1 Poema dii Virgilio, сб quefia conditio ne , che non vaggiongeffero
cofa alcuna .e cosí eglioo cífeguirono lafeiando i verû rorti, & ímperfettii , come
ícriíTc Eufebio nclla fuá Cronica. Varus,
& Tutea Virgilj¡ , & Horaty conturbenales Poetfil/uftres, quïÈjjeidum libros
poßeatmendaueruM/bb legeta ,vt nihil
addertnt. Etinquefia maniera il granPoema di Virgilio per opera di queffi
Tiburtini dal Mondo hora с goduto«
N5 rnoíto tenipo doppo fùfueltodal-
Varo, •
¿¡SJ^
no i"En"e~
id«\diVir
guio,
Morte di
la terra il pregiato. бoге de Liria Poeci peet*£°
Horado Fjacco amatore partialiffirao di
quefta Patria , negl'anni dell'/mреиo d"
Augufto trenta quattro.e delfctá fiiaciaquanta fette fecondo Eufebio, . .
'
lipofcutrionfô.pôpofamenee ia mQr* Morte di
te di Mecenate ,conducendo {¿colígate Meeéüu
al carro fuó tenebrofo la magnificenza-, , tev ¡^j'^i
la iiberaKtâ , «la tutela degVhuomini
'•.,
deditixlle virtù, & alie feienze . ¿afeio
quefli erede riroperadoreOttauiaoQ,co«
шс vuole Dione Hiftonco nel libro ein. Ciír£
quanta cinque in cui afferma effer flato '£«¿¡0.!*
Mecenate il primo ntrouatorc dеlie çi. BenttBv
К 3
fre,
•Hd
IJbnTthtà*
....
fre,lö«o de qualî , più che fottöde i rno• bilifigiïli fi potefiero ficuttmènte nafcô?
ik* helle carte i piû prôïondiienrmienti
dcifàfiimaf, per douer íofb effcr paWati á
chi reciproca n4>cteflewalà:côrnrp6dez^
Per Tägione donqfce hercdirafia pet•uenne ad Augufto la fonruofiffimaPilla di
Mecenate inTiuolijonde non hderrato
(tomfc haeno penfato situai ) Pirro Li
gono edcbre Architertb della g1oriofa_,
memoria del Cardinal ferrara j mentre
tratcando in alcuni fuoi ma nofcntti del
ie Ville di Tiuoli dá il nome di quefta_/»
chefndi Mecenate,aa Au°uftó>potcde~
ífeoídiftinguerci tempi, render a.geuoímenreverdadif íi quei femtori i}c quali
Circa il medefimó foggetto appariícono
varie , ediícordanti ropiriionb. Delcriuefi per tanto da! Ligorio quefta Vi! la со
VílUdel le fcguc'nti parole.
•
' 1
• "
~rí-u'*
che vmeoçni&tra de i, e .fitdeyt d¡ МaцщЯ-
vrinpurjarto It fue eqiiamm,fïcoZo чесцfino
WfiorhTibtfrtint.
Jt$i
tflnbiffolsàrittionijcb'ntifobdJctHtte nelle ca
tarat te äell'edifitio. Hà la Villa dueporticid'
tntornoiJ'/vnoripuardaud íldifitort per Ogni
lato di tffa, per veder da lontano, e per dejen~fi'mede¡l''aere;el'altro dentro detl'Atrio,ö vogliamodir piazza. Б trà Cvno, e l'altro porJico erano lejlanze, & habitationi. Sel mezXopoißprastante añafiazza circondata dalTbno'delli detliporticí,era vn'aítro appartaméntájñflfá сЫ intrata Pyrfbfiegno del.efca4»«ranocogegnateartibtiojhmetegrotticomfäfle di tartarí, dotteßiitauanq ;e fiaturiuaщaсдщ , Ntlßanco deU'appdrtamentöfon»
mè^efcint^pwrconjèrued^aiaiia , douefi
fjfrgttnairfinti t Taçquà deponeua ognifua
iordura. ti mezzo delïcdifitio dimofira hauer
jnoitiliuoghi daßarui,dal qualïandaua difipraaglaltriYortici dJordine Iónico. Sotto air
(à Villa medefitna e vn àltrô edifitio, come vn
TÈMPIÔ . ott'angolo .ornato dt iuogi digli Щ
puflo nell'afienfo delta Villa, ne lia.quale verfî
f&mentefi ntontauajier lefiale oltrA modobel*
lipime. La prima faczua due móntate difor9nao.rdmâna;fa!tra ntfactyâynà'fola , mà
làfcàlaerd di mèzzo cerchió , è digran minthta, tanto , ehe per leifimontaua su la piaz~
%a dtkl&Vills, doue hjrafinopgrgqjej & altra
cçfieche produconogH horfi dthiwri tempi .
Quiui fouenti voice ricreandofî AuguЛo non fi dimenticô di quel pefo , che ffime infeparabile da] Prencipe , che tiene
â cuore l'ottimo reggiméto de fuoi ftati,
cjoè di non fîdar ad alrre oreccîue.ch'a!ië proprie gl'intercffi de fudditi..ondo'
К 4
traste-
r fx
л. LibroTerZïXZ
trasferendofi di pcrfona da qmñáfaxj
Villa al vicino ,'anzi contirrguo Tem pío
d'Hercole ,/oleuafpeffiffimp neg^arnpi
Portici di eflo rendcre ragione a í popoIi , quel fstto accio feruiife a';nfegnamentoachi dcfiadi bene , eregola ta merito
dominard non volle paflar forro Шепсю
il Tranquillo pella di lui vira, dicodo.
Tiburetiam* vbi in porUttbm Herculis
Templi per/fpifus dtxi^ tfsvsxs. ta
1
i iVop dcup'tràiafciarе áitjüi inferire,*
che fiori in qúefli tempi ¡a celebre fame,
glia de Coponij Caualier i nobiltuími Tiburfini tabbondante fempre d'huomintt
& in vítiú , с dignird infîgni , e Tíguardeuolt г. Щ di quefti fùTiro.Copôoio Carro
CittadmoÄomano comcielbfîca il Padre
dellaLat:na faco -ita nell'oratfore ápró dt
Cprnefio Baíbo íui . ^uomoS'eX eadem
Ciuitatt ( idei't Tiburtma ) T . Copanius etuis ilem fumma mrtnie , ¿T dtgnitauWepotts T . r> С . Copcnioi noftts )
aзmпaНО. С. Majfons çiuti Romanus tß fi
elш}
у''"'»".у.' ..'
ß diCaiô Co rïômo riferifcetaiuióOf-'
fino nçllafameglia Cpponiá,eíTer egÜfta*
to Pretôre Kománoiporcaodo in proua
di ció Viia Medaglia antíca,nel cui dinero
..:J.«J ...
wa
Hiflwie Tiburtme .
153
era fcolpitarimmagine dilute nel гакг' io>q«eUad'Hercole «refuto di peile dile- one cbn queue lcttereintorno C. C.QI PONIES PRAE TOR. S. G.E di qui.
to eôpoaip legged apprefso di Ceiare ne
i commentarij al terzo libro delie guer
re ciuili,che fu magnanimo capitano ge
nerale dell' armata nauale Äodiana di
' -Pompeo il magno сбгго dí.Cefire, i$¡¡j*
. tm Qqoanius fjdic'egi ] Q&i ТЗ ггяссьд
QLffi Rbodiçprçtrtt . E narra; clic h iuendo Coponio prefentita la yenuta tuf
di Celare íi moïse di repente d al P orzo Jî
Durazzo in Macedonia , per lacontrar 11.
pemico . ne punto dubit? ancor con tro
•Ja foraa de veiti contranjfeguiraíe Ь.ед*
che faticoûlfimo il viaggio , e reco áCefarianicai ípauentotchefifarrebberp an
che perdutid animo; má la fortuna chç>
fempre arrife â Ceiare fauoreucîc fè fi
che l'iíkfsa horrida repella toito lui dal
íopralbnte penglio diueiûïse miniftra_,
fedele dVna tanto piú auuenturofa, quá*
to m t. rio afpertata vitroria de fuoi r*emiei
poiche creicccdo ii vento, e con eQa ina«
i fprendofi la tempefta , furo no i Cclariani
fpinti in (ïcunflîmo Porto , с к riaui di
Gopomo furono ii fieramente s battute,
che
flj4
Libro Terto.
"ehe'ài numero d¡ ícdici fdru(citis,e lace
re có naufragio miíerabiic tu«c pcrirono.
'W *
y : « '
EGiofeflfo Hebreo nel primo capó del
libro decimo ottauo .deU'Ántichitá Giu~daichefá honoreliole mentioned! Co*
ponio prodc capitan de Caualli ., il quale
Iii mandato da' Augufto con ampliffima
poteíiá â goueroaré il vaRo.domimo del
ia Gtudea turra . Cosi Giöfeffö . Mitti«
tur ttiam Copomuf àuflûr totius , equefiriíágrninhipoteltat^úcluHtiÜmñé*
nrnrtrcn/. '
^tenr. Я .п"л,.
! Nedeue ípreggiarfi !a memoria > che
de Cóponi/ fi ritiuennè ÜrTilioli nell'ano 164Ö. d'vn'antica infcrïtrione , giunta
ion vnaOatua della Fortnna preflola_.
muraglialaterale del Duomo ,£giâTêpio d'Hercófe 1 che diceífimo efler ftato
dali'inreriniriata magnanirnitd del CardinalRoma da i fondamentireidificato>nella quaiííiícnuione ce si ícggeuafi.
FORTVNAE PRETORIAE 3ACRVM
L. MVCCIVS. mOhfHuK
MAG. HtKÇVL. AVG
CN. CÙPON1VS. EPAGATVS.
CVRA1ÜR. FRIMl. V: S. P.
CrLTQRLVV* . : J> и
.
D¿\ che
tíiJiorUTthurt'me.
it%
Da! chcraccogliefi .cheGneoGopo, nio.e Lucio MucciofráTiburtiftípi&íiguardcuoli furonofondatorii ouero Vfficíalrprirnari) di quella radunanza , cho
'dagl'antichi era detta Sodalitio, e nornafi da not confraternita , inftiruita allora_,
follemeote in honore d'Hercoie , e delia
Fortuna , ereflero á fpefe loro vn' Altare.,
con laíhtuadella Fortuna Pretoria coSl denominara dal Pretorio delTempío
iPHercolé, «r curera fituatj.
' 'fiuono hoggi i defcendenri di queflâ
famsglia non punto ti alignanti d airan,
tico (plendore ne1 Pwnelpato di Catalogna trafportati colà in finda quefiitempi , che narriamo d'Áugufto ventifei an ni
prima del parto felïciîfimo dejla Vergine, per qu'antoii legge in vn libro inti:olato Proelamations Cattolicaá Filippo
quarto per il Confeglio de cento di Bar
celona riel /8to.oue a fogli iij.fihâno
quefte parole, che tradotre dal Spagnuohrc'o'si fuonano.Z.« Copcntj nobiliTi&qrtirà in tempo d'.Oitàuùino Auguffo , venti
fit àrini prima delit vtnutadi N.S.Giesà
Gbfißo , fe n'atiàan no à Rama, dt douefe
nevenneroinCatJ¡3j>na. *'
Mâ è tépo hora;mat di ftabilire il con.
fiac
.
y
Fime^lia
¿i Opom'ifoi'r
kelm$gt
Jôgna! *
Pïofetîc
adinipue
nut* 3 dl
Noftrosi
gnor«_,
Sfií
u
ij<î
l,ibr*Terz»
fi0¿ ai Racconto de i fuccefli di queflè*
infclíc» etadi , che giacquero fepolte neU'
<»&urc tеnèbre delïinfedeltâ , vedendofl
á quefli giurni auuerate quelle Profetie»
checbiaramenteidimofh-anoeflerviqina
la venuta del promeflo Alcffia.e Satoator
del Mondo:poiche gia deplora la Giudea
il perdu сo Rçame nella fucceffionc di
Giuda i feorgendolo trasterito per voler
di Auguilo in Hcrodc Idumco, öde s'accorfe cifer gionta â quel tcrmincchc profetando prtfiile il gran côndottiero deî
pppoioeletro Mosècori queiic parolo
Non deßetet Princeps de luda tnequx*
Dux defczmonbuíleíuSi donee vtnïat, eut
repojitum eft , ф. iр/е trft i.xptftatio gen
tium £ cànto più«che iniîemi col Regno
cérminoffi anco il íbmmo Sacerdocio:
nella medefima torpe di Giuda ;poiche>
fin! Ponte fice Hircano dal nouello.Rc
Htrode empiamerite vccifo.e pofeia an
che il fuo ñgh'o Ariftoboio ¿eh'eraal .Sa«
çerdotio/uccedutogU ,есoи csTomtra_,
ía fuafameglia. Herodes. £ dice fiufebio
ne gl âni 36. deli'/ñi peno d Auguilo Д
Wyr Canum , qui ihm baeerdoi lud%prum
fuerat de capttuita t J?arthiearegrejfítm4.
¿rfilium etut,qmt SacaiQthpAtttsJuç*
cijferai
Hifhrte Ttburtine.
\%<f
ctjjtrat t inttrfetit >ferorem quoqm eiut
*xoremfmrnxum duobus proprysfih]t ia
adoh/cenubus ,
matrem vxorts occi/ç,
focrunt fuam crsdelifstme meat . Doppo
diche furono promoffi al Ponteficato
huomini forafticri, vili.e iconofciuti,cbe
à queda delié dignitâ Ja più fablimo •
per mezzo de fauori ,e di danari veniajao ioalza tijcome narra Giofefic fHifioriсo de Antiq. lud . 15 . cap. 9. periodic*
verifieoffi 1 altra Profctia cosi d al S meo
Daniele annuntiata. InteribitCbrifma,
¿f indicium non trit into tit Templum
Stnfium corrumpet populas , Duce vtnu
ente, & cçdentur catac/y/mo belli coiu,
quefche fiegue, : .
Serraronfi in oltre in qnefli tempi dalf
Imperador Augufto leporte del Tempio
di lano ifegno d'vna quiete tranquille,
e pîcevniucrfale in tuteo il mondo:&ecco adëpiuto il Vaticinio delia Si billa AU
bunea noflrá Tibortina.rifertto dâl Car*
doli, & aim moftf .¿littorij cñt dice.
Na/eeturCbriñut in Betheleem,annâtiabitur to N»Kareth , rеgnante lampactfitofuniatore quietis.O felix ilia mater,
caw vbera Шиm iafiabunt.
„i
Siehe
iç8
LibroTirzo.
Si ehe deponendo io qui ia pen n a, lafeiero , che Santa Chiefs riuolta al figtio
dcU'Altiflimo, diuota j с fefieggiante id—
tuoni.
« ''.г Din vtnit , dies tua,
- .•..
Jo qua reßorent pmnii:
Latemur in bac ad tuam
\ « . . \ $(r banc redutitgrattam
.f *
••:Lr»¿'¿
$.
:
. .... ' !
m Ëmébtrein'acc/ngo à fauelfcire nell'altra parte dell' etadi рш fortunate del mo
do rtnafcentc , piacciauiincanro di beni
gnamente gradire quefta picciola mia fa
uca accio ipcirato dalla voíhra cortefia_*
, tanto più m'inferuoriica i profeguir
сo! fauor diuino 'l incoK,^
.yinçiya jittprç»'
i^?s?l^t«*««^rüiva.?»: .•.
/гз•«мa tV*.. •aVví; O. • 'V •.••• '. •'. •.:
i
.
.
.