C`era una volta... la donna - Provincia Regionale di Catania

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C`era una volta... la donna - Provincia Regionale di Catania
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NOI LA PENSIAMO COSì
C’era una volta...
la donna
era una volta la donna!
ora non c'e' piu' ! ora ci
su' 'i fimmini! la donna
(con la d maiuscola)non
c'e' piu'.
la donna d'una volta, casalinga,madre dei
figli, ottima cuoca, abbissata, pulita e vistuta di
fimmina, non c'e' piu'.
si signori! la donna d'un tempo, l'ispiratrice di poeti,di scrittori, di pittori, di scultori, s'e'
persa. purtroppo!
la donna d'una volta era donna.
gia' da piccola era educata a fare la donna.
cominciava con le bambole, che fin da bambina
le sollecitavano il futuro istinto materno, proseguiva col corredo, pezzo per pezzo, e ogni pezzo
era il tassello del futuro realizzarsi da donna e arrivava al matrimonio: donna. non sapeva cos'erano le mestruazioni, se non quando le venivano
per la prima volta; ed erano quasi sempre tragedie
perche' il tabu' restava tabu' e la fanciulla, entrata nella puberta', per capire cos'era avvenuto in
lei, doveva arrovellarsi il cervello e interpretare la
spiegazione, tutto a modo suo, fornitale dalla
madre. Pudica nel vestire, nell'incedere, nel muoversi, nel sedersi, era educata a portare e sapere
portare tutti i possibili indumenti intimi da donna.
e fra questi innanzitutto la sottana.
la sottana era quasi il simbolo della femminilita' d'una volta.
Seguivano le calze che, però, a differenza
delle sottane che dovevano indossare anche le
bambine, si portavano da grandi.
A una certa eta' con gli elastici; quindi,
quando la donna era donna, con le giarrettiere.
A quei tempi la donna conosceva perfettamente il fascino della giarrettiera perche' sapeva
esattamente perche' e come quei due rettangoli di
pelle di coscia anteriore e posteriore, delimitate in
alto e da un lato dalla stessa giarrettiera, in basso
e dall'altro lato rispettivamente dalle calze e dalle
mutande, tanta attrazione esercitavano sull'uomo. I vestiti erano sempre confezionati dalla sarta
che si faceva scrupolo (donna anche lei) che la
gonna fosse sempre sotto il ginocchio e la camicetta coprisse realmente il seno, facendone intravedere appena appena l'inizio dell'attaccatura
frontale, per gli stessi effetti(sull'uomo) della giar-
C'
Illustrazione di
Francesco Paolo
Ardizzone
rettiera. Tante volte erano sarte le nonne e le
mamme, e allora la pezza si tagliava sulla scorta
di modelli in carta velina, prestati se non ereditati
e il vestito si confezionava dopo non meno di una
cinquantina di prove.
Qualsiasi acconciatura era sobria, ma sempre tale da sottolineare, se non da valorizzare, la
faccia della donna.
Non c'erano ceroni, latti detergenti, maschere e roba del genere; c'era solo un po' di cipria e, per le adulte, il rossetto nelle sue varie gradazioni, mai eccessive. il rosso violento che sulle
labbra disegnava un cuore era, infatti, il distintivo
''de' buttane''.
Quando la donna era donna, veniva istruita
scolasticamente poco, ma molto per la vita che
doveva affrontare da donna e cosi' era pronta per
il matrimonio e per la futura famiglia, cui si preparava e aspirava con autentica capacita' e devozione. Regina della casa, era realmente casalinga.
Oggi, se esiste qualche casalinga,e' ne'
paisi, e mancu.
I figghi 'i tenunu i baby-sitter, ca i matri
hanu sempri chi fari. 'U mangiari s'accatta bell'e
fattu e si mangia ne' piatti di carta e cchi furchetti di plastica (boni ppi rumpiri i piatti di carta e,
quindi, ppi non fari mangiari nenti).
'A casa, cca scusa ca cammareri non si
nn'attrovunu, e' sempri sutt'e supra.
per quanto riguarda i vestiti, poi, la donna e'
una specie letteralmente estinta. ddi beddi gonni
accoppiate a ddi beddi camicette di fimmina, reggipetti e soprattutto reggicalze non si pottunu
cchiu'. 'A matina si susunu (e se non sono reduci do' iornu prima da un istituto di bellezza , unu
e' megghio ca ne tali'a), acchiappunu 'n paru di
causi e 'na cammisa do' maritu o do' frati, e si
vestunu.
Il seno senza reggiseno, ca non si usa per
vari motivi e sutta de' causi, nenti cosetti, nenti
reggicalze e (mancu a parrarini) nenti giarrettiere,
ma quell'indumento tremendamente antiestetico
e orribile che e' il collant, che, purtroppo, qualche
volta, oggi fa anche da mutande.
Se qualche lettore e soprattutto lettrice
dovesse arricciare il naso dinanzi al nostro drastico giudizio sui collant, e' pregato di fermarsi un
attimo a pensare e cercare di immaginare o vede-
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re una donna nell'atto in cui veste o indossa i collant. Quando li toglie, magari, l'effetto negativo e'
attenuato dal fatto ca resta senza nenti e ne gode
l'occhio.
Ma quando s'i menti, quando soprattutto
da' due colpi di culo finale per portarne l'estremita' alla vita…e' tremendo!
Perche'?
Come perche'?
Insomma nei collant le gambe tutto sommato ci trasunu facilmente.
Ma ci ha trasiri magari il sedere!
Ponu arristari senza 'u culu trasutu?
No! sarebbero delle calze!
Chiaro?
Benissimo!
Oggi, poi, la donna fin da piccola e' scavaddata, non si acconcia da donna, non ha
movenze da donna, non ha pensieri da donna e,
naturalmente, non si prepara ad essere e a fare la
donna. Dovesse farlo improvvisamente sono guai.
difatti: avete mai fatto attenzione a quello che c'e'
nella toilette di una donna di oggi? a giudicare dall'enorme quantita' di prodotti di bellezza (cosi'
dicono!) sparsi e ammucchiati dovunque, si ha
l'impressione di trovarsi la' dove a Firenze ,dopo
l'alluvione, operavano i restauri.
Solo che a Firenze restauravano opere d'arte! Comunque sia, la donna, sia pure com'e'
arriddutta oggi, c'e', esiste,deve esistere e ni ll'ham'a cianciri. Ed e' per questo che siamo certi di
fare cosa gradita ai nostri lettori elencandone la
tipologia antica e moderna. c'appoi su' sempri i
stissi. Le donne si potrebbero dividere in tante
categorie, ma chiddi con le quali unu havi sempri
cchi fari nella vita sono: 'a soru, 'a muggheri, 'a
soru da' muggheri e 'a soggira.
'A soru serve, quannu unu e' scapulu, ppi
faricci canusciri le amiche 'o frati.
Esaurito questo compito non ha piu' ragione d'esistere.
Ma cosi' una volta.
Oggi non c'e' cchiu' bisogno da' soru, ca le
amiche (fimmini) si dununu verso da se' per
conoscere i frati. Personaggio centrale della classificazione: 'a muggheri.
'A muggheri e', quasi sempre, la donna
sbagghiata della vita. ca uno prima l'ha vista in un
modo e, all'atto pratico, se la ritrova in altro modo. Mai migliore, sempre peggiore di come l'aveva vista prima.
Nzittari 'a muggheri nella vita e' come un
unico tredici al totocalcio o come una cinquina
secca sulla ruota di palermo al gioco del lotto.
'A muggheri sbagghiata puo' essere ricca, e
allora va bene zoccu fa fa, basta ca si fa l'affari so'.
Di solito, per0', se e' ricca ha troppe pretese e allora, se l'uomo e' ricco a sua volta, ci su'
sempri scerri. Viceversa se 'a ' muggheri ricca
l'uomo non ci ha purtatu nenti, e' il vero cretino,
sempri appressu a' muggheri, arrirennu, ca pensa
ca su dici 'na parola ci finisce 'u spassu.
Alla moglie ricca si contrappone quella che
ha portato il solo corredo e soldi niente.
Di questo tipo e' meglio non parlarne perche' siamo convinti che il novantacinque per
cento degli uomini (noi compresi) e' incappato
nella fattispecie e, dunque, spiegarne le caratteristiche sarebbe come arriuddarini 'u chiovu e ni
putissi magari veniri di cianciri.
Da notare semplicemente che, con l'espressione ''ha portato il solo corredo'', s'intende solo
quello. nient'altro di positivo, neanche di natura
psicologica. Ecco il motivo per cui ni putissi veniri di cianciri, come abbiamo scritto sopra.
La vera disgrazia della vita e' a soggira.
A soggira puo' essere in casa (del genero) e
fuori casa. con l'avvertenza che, anche se fuori
casa, e' come se fosse in casa, perche' appena
trasi 'a soggira, di solito , nesci 'u iennuru e, tante
volte, non s'arricogghi cchiu'.
Di regola 'a soggira o sa tutto o vuole sapere tutto. se sa tutto, veni intra (a casa del genero)
per istruire sua figlia, che'-dice-appicca appicca
n'ha sapiri quantu a idda. se vuole sapere tutto, e'
lo stesso di prima perche' veni sempri intra (a casa
del genero) appunto perche' vuole sapere tutto
e non si nni va su no' sapi.
'A soggira puo' essere vedova o maritata.
se e' maritata c'e' la speranza ca so' maritu
ogni tantu ci dici: ''lassili stari 'e carusi! '' e s'a
teni intra; ma idda sempri ci scappa. Se e' vedova
e' la fine, perche' 'a manciaciumi della vedova se
la sfoga tutta sopra il genero. Per la suocera, poi,
il genero non serve mai(comincia ca non e' bonu,
poi ca e' tintu, all'ultimo ca fa proprio schifo).
Anzi, propriamente, il genero non serve mai
(comincia ca non e' bonu, poi ca e' tintu, all'ultimo ca fa proprio schifo). Anzi, propriamente , il
genero o e' malarucatu (non la saluta, non la chiama mamma e, in ogni caso, non la rispetta)o e'
scunchiurutu (che non si rende conto della fortuna che ha avuto d'incontrare sua figlia che la voleva mezza Catania). In questo secondo caso,
ovviamente, il genero sostiene di essere appartenuto e di continuare ad appartenere alla seconda
mezza Catania. 'A soggira, infine, non muore
mai. Quando finalmente muore, muore sistematicamente dopo lunga malattia e mai di coppu, ca
unu arrifriscassi subito.
Tuccio Musumeci e Tuitto Giardina