06 luglio 2006
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Per difendere i tuoi diritti aderisci all’OCST Giornale dell’Organizzazione cristiano-sociale ticinese LE SEDI Segretariato cantonale Lugano, v. Balestra 19, telefono 0919211551, posta elettronica [email protected] Segretariati regionali 6500 Bellinzona, via Pellandini 2, telefono 091 8214151 6 luglio 2006 - Anno LXXIIX - N. 11 - franchi 1 - G.A.A. 6900 Lugano Redazione Il Lavoro - Via Balestra 19 - 6900 Lugano Tel. 091 9211551 - Fax 091 9242471 - [email protected] - www.ocst.com 6710 Biasca, Piazza Centrale telefono 091 8730120 6830 Chiasso, via Bossi 12 telefono 091 6825501 6814 Lamone, via Sirana telefono 091 9660063 6600 Locarno, via della Posta telefono 091 7513052 6900 Lugano, via Balestra 19 telefono 091 9211551 6850 Mendrisio, via Lanz 25 telefono 091 6405111 Prossimo numero: 20 luglio 2006 Le ditte ticinesi, soprattutto quelle del ramo artigianale, faticano a lavorare in Italia. Per le aziende d’oltre frontiera, invece, operare in Ticino è molto più semplice. Libera circolazione La Posta pagina 2 pagina 5 Edilizia Flessibilità e sicurezza pagina 4 pagine 8-9 La reciprocità è ancora lontana La Torno ristruttura e licenzia Il Nazionale difende le regioni periferiche Due realtà che possono andare a braccetto 2 SINDACATO ATTUALITÀ 6 luglio 2006 I CENTO ANNI DALLA NASCITA DI MONSIGNOR LUIGI DEL-PIETRO Sotto la scorza ruvida batteva un cuore grande Maurizia Conti l mio primo incontro con don Del-Pietro risale al 1973. Di questo grande uomo, prete e sindacalista non potrò mai dimenticare la passione, l’amore e il bene che ha dedicato all’Organizzazione cristiano sociale, la sua grande famiglia. Chi non lo conosceva aveva rispetto e timore di quel sacerdote, perché a prima vista appariva l’immagine di un uomo brusco, chiuso, severo e rigido. Era irruento e combattivo, molto esigente, a volte bastava un suo sguardo per dare ordini, incuteva un certo timore, ma sapeva apprezzare e lodare chi svolgeva bene il proprio lavoro. Sotto questa sua apparente scorza ruvida c’era un cuore grande e generoso, che non lesinava mai il suo tempo e la sua disponibilità a nessuno. Monsignore era circondato da ottimi collaboratori e aveva grande considerazione per ogni dipendente, anche per chi svolgeva compiti semplici e di routine. Si preoccupava delle necessità di ogni dipendente e a Natale sceglieva personalmente il regalo per tutti i suoi collaboratori. Anche la bellissima festa dei suoi 70 anni era stata organizzata non solo per i collaboratori più stretti, ma aveva voluto accanto a sé tutti i suoi dipendenti. Grande viaggiatore, si spostava in auto con il fedele autista Plinio Piffaretti ma anche in I treno o in aereo. Ogni volta che tornava dai suoi numerosi viaggi, il quarto piano, dove lui aveva l’ufficio, era sempre in ansia. Se si sentiva nel corridoio il suo respiro simile a un sibilo significava che le trattative non erano andate bene, ed era meglio stare zitti, se iniziava a salutare dalla prima porta con un cordiale «buongiorno» gli incontri erano stati proficui. Grande studioso, divoratore di libri, uomo dagli interessi e dalle conoscenze sconfinate, si documentava su tutto con grande scrupolosità e professionalità. Ricordo che quando entravo nel suo ufficio avevo un timore reverenziale ed ero affascinata dalla sua meravigliosa biblioteca, dalla sua incredibile capacità di trovare al volo, in mezzo a quelle immense pigne di pratiche che coprivano le sue scrivanie, l’incarto da trattare in quel momento. Da quell’ufficio al quarto piano del segretariato cantonale quanti articoli sono stati scritti per il Lavoro, che lui amava tanto e in cui credeva, quanti documenti, quante circolari, quanti programmi tracciati e poi via via realizzati. Ai numerosi datori di lavoro che incontrava ripeteva spesso una frase: «Sono i buoni dirigenti e i buoni sistemi di direzione che producono buoni dipendenti». Ci ha lasciato un grande esempio da seguire, ispirati alla dottrina sociale della Chiesa: anche nel nostro piccolo, dobbiamo contribuire affinché l’uomo e il suo lavoro vengano valorizzati. Passano gli anni, alcuni problemi vengono risolti, si raggiungono conquiste sociali, altri obiettivi non sono ancora realizzati, nuove sfide sempre più ardue si presentano. Il mondo del lavoro cambia, siamo confrontati con una crescente disoccupazione, dilaga il precariato, le conquiste fatte in anni di lotte sindacali vengono scardinate. Ma non ci dobbiamo arrendere, come ci ha insegnato Monsignore, dobbiamo continuare a lavorare per i nostri associati, a lottare per loro. Le nuove e importanti sfide che ci aspettano non devono spaventarci, don Del-Pietro negli anni Cinquanta scriveva: «Il Vangelo è pieno di promesse sociali, alcune delle quali avvolte nell’oscurità: si svolge col tempo, ma scopre ad ogni singola epoca solo quella parte di strada che la stessa è chiamata a percorrere». ■ DA BERNA. DUE INTERVENTI DI ROBBIANI ALLA SESSIONE ESTIVA DELLE CAMERE Lotta contro la disoccupazione giovanile e Accordi bilaterali OCCUPAZIONE GIOVANILE I giovani sono la fascia più colpita dalla disoccupazione. In una recente analisi, l’OCST ha puntato i riflettori su questa piaga, illustrandone i motivi e additando alcuni assi di impegno a sostegno dell’occupazione dei giovani. Meinrado Robbiani, in occasione delle recenti sessioni parlamentari, ha tratto spunto da questi approfondimenti per rivolgersi a due riprese al Governo, sollecitando una strategia di lotta contro la disoccupazione giovanile. Ha in particolare posto l’accento su coloro che, non avendo ultimato una formazione professionale di base, corrono il pericolo, sin dall’ingresso nel mondo del lavoro, di avere una prospettiva lavorativa all’insegna della precarietà. I giovani senza una formazione professionale sono infatti i più penalizzati sul mercato del lavoro. I recenti rilevamenti e le statistiche sull’assistenza sociale confermano che questo gruppo è a rischio e ricorre all’aiuto sociale in misura superiore alla media. Robbiani ha sollecitato il Governo a promuovere, d’intesa con i Cantoni, un’apposita azione e un’adeguata campagna volte a consentire un capillare ricupero formativo per quei giovani che non hanno ultimato una formazione professionale di base. Ha pure chiesto di modificare il limite di età fissato dalla legge sull’assicurazione contro la disoccupazione per avere diritto al sostegno finanziario in caso di ricupero di un tirocinio quale provvedimento favorevole al reinserimento lavorativo. Cosa fa la Confederazione? Robbiani ha inoltre interpellato il Consiglio federale affinché dia l’esempio, nell’ambito dell’amministrazione federale, di una politica favorevole all’occupazione giovanile. Ha propugnato un contributo coerente all’assunzione di giovani anche nella forma di periodi temporanei di stage, grazie ai quali consentire ai giovani di acquisire un’esperienza lavorativa che agevoli il loro inserimento nel mercato del lavoro. LIBERA CIRCOLAZIONE E RECIPROCITÀ La dimensione assunta dal lavoro distaccato testimonia l’esplosione del volume di attività svolta in Ticino da ditte con sede oltre frontiera. Questa nuova fisionomia del mercato tocca in primo luogo i rami artigianali ruotanti attorno all’edilizia. In questo contesto è sin dall’inizio emerso che il fenomeno del lavoro distaccato ha un flusso essenzialmente unidirezionale. Le ditte ticinesi, diversamente da quelle d’oltre frontiera, faticano a operare in Italia. Questa caratteristica del lavoro distaccato è in parte ricollegabile alla debole propensione ed esperienza di lavoro delle ditte locali al di fuori dei nostri confini. È però anche il frutto di una carente reciprocità nel funzionamento delle procedure in materia di libera circolazione. I contatti intercorsi anche recentemente con i rappresentanti delle amministrazioni pubbliche e dell’economia italiane hanno convalidato l’impressione che per le imprese indigene la libera circolazione sia ancora intralciata da un intreccio ingarbugliato e opaco di norme, compiti e responsabilità decisionali. Robbiani, durante la sessione estiva delle Camere federali, si è rivolto al Consigliere federale Deiss, chiedendo se il Governo non intenda intervenire sui Paesi confinanti affinché codifichino in dettaglio le istanze e le procedure che reggono il lavoro distaccato. Solo in questo modo è possibile dare una più compiuta attuazione alla libera circolazione e garantire un’effettiva reciprocità. La risposta evasiva e deludente del Consigliere federale, che ha perlopiù invitato a sottoporre i singoli casi di difficoltà, ha indotto Robbiani a presentare un atto parlamentare formale. Chiede al Consiglio federale di intervenire con sollecitudine in modo che i Paesi dell’Ue, e in particolare quelli confinanti con la Svizzera, definiscano e rendano facilmente accessibili le procedure da seguire in caso di lavoro distaccato. Devono in particolare essere precisate le modalità da ossequiare e gli uffici ai quali rivolgersi per le notifiche di lavoro distaccato. 6 luglio 2006 SINDACATO POLITICA 3 ■ IL CONSIGLIO DI STATO RISPONDE A UN’INTERROGAZIONE DELL’ANNO SCORSO Ecco i dati sulla disoccupazione dei giovani docenti in Ticino l 20 giugno scorso, dopo più di un anno, il Consiglio di Stato ha risposto all’interrogazione di Renato Ricciardi, Giuliano Butti e Gianni Guidicelli, sulla situazione della disoccupazione magistrale in Ticino (9 marzo 2005, n. 41.05). L’interrogazione era volta a stabilire, nell’ambito dell’aumento della disoccupazione giovanile, quali sono le opportunità di entrare nel mondo della scuola. Il Consiglio di Stato ha fornito i risultati di un’indagine, alla quale ha partecipato quasi la totalità dei neodiplomati docenti di scuola dell’infanzia e di scuola elementare dell’ASP. Alla fine di febbraio del 2006 il 66 per cento (41) dei diplomati nel 2005 era occupato in un’attività di insegnamento nelle scuole comunali. Di queste il 17 per cento in qualità di docente incaricato a tempo pieno e il 32 per cento a tempo parziale. Gli altri erano impegnati in attività di appoggio e di supplenza. Al momento solo il 5 per cento dei diplomati I era disoccupato, anche se il 13 per cento svolgeva un’attività al di fuori dell’ambito scolastico e un altro 13 per cento stava proseguendo gli studi. A questo proposito il Consiglio di stato ha notato che la percentuale di diplomati dell’Alta scuola pedagogica che continua la formazione è aumentata grazie al riconoscimento del titolo come bachelor (i primi tre anni della formazione universitaria di cinque anni). I disoccupati nel ramo dell’insegnamento sono, secondo i dati della Sezione del lavoro, 28 nella scuola dell’infanzia e 72 nella scuola elementare, ma si segnalano oltre trecento persone che si sono annunciate per le supplenze nell’anno scolastico 2005/2006. Ci sono complessivamente 36 docenti annunciatisi come disoccupati e con età compresa tra 20 e 29 anni, che non hanno trovato un’occupazione completa nel settore delle scuole dell’infanzia o delle scuole elementari. Il Dipartimento ha assunto nelle scuole cantonali 107 persone per coprire l’aumento di sezioni (23) dovute ad un incremento di allievi. L’aumento di allievi per i prossimi anni si conferma solo per le scuole dell’infanzia, mentre nelle scuole elementari saranno sempre messi a disposizione dei posti di supplenza. ■ LAPS: IL DIRITTO INIZIA IL MESE SUCCESSIVO ALL’INOLTRO DELLA DOMANDA Una modifica che penalizza chi ha poco o addirittura niente ino ad oggi sembrava che la legge sull’armonizzazione delle prestazioni sociali avesse l’obiettivo di razionalizzare l’intervento sociale e di orientare i contributi pubblici ai cittadini in modo finalizzato ai bisogni e sostenibile. Ma la proposta presentata e approvata dal Gran Consiglio altro non è che un risparmio secco e indiscriminato. È stato questo il succo dell’intervento di Gianni Guidicelli che il 19 giugno scorso ha presentato, sostenuto da Giuliano Butti e Renato Ricciardi, un emendamento alla proposta di modifica dell’articolo 23 della Laps e del- F l’articolo 61 della Legge sull’assistenza sociale. Entrambe le modifiche prevedono uno spostamento del diritto ai sussidi al mese seguente l’inoltro della domanda. «Ciò significa concretamente che, adempiuti i presupposti per aver diritto alle prestazioni Laps o Las, si dice all’avente diritto che per quel mese deve farne a meno». Si tratta di prestazioni che garantiscono il mantenimento dei figli o il minimo vitale a chi non ha altre entrate o entrate insufficienti. Questa modifica quindi colpisce le famiglie numerose o monoparenta- li, i disoccupati senza diritto alle prestazioni della cassa disoccupazione e le persone che non trovano un lavoro per problemi di salute. In realtà il diritto al sussidio dovrebbe nascere nel momento di necessità e non dal mese in cui s'inoltra la domanda o dal mese seguente. «Recenti studi sui redditi in Ticino e sul fenomeno dei Working poor, hanno evidenziato come ci sia un preoccupante impoverimento di una fascia di popolazione. La modifica proposta non farebbe altro che aggravare questa evoluzione, togliendo qualcosa a chi ha poco o addirittura niente.» Che voto dare all’Usi e alla Supsi? solo? Nel contratto gli elementi di valutazione sono piuttosto vaghi e non sempre misurabili, per questo motivo è stato suggerito uno sviluppo concettuale degli indicatori che consideri alcuni nuovi dati. La collaborazione dei due enti con istituzioni europee ed extraeuropee, l’alto numero di studenti provenienti dall’estero e dagli altri cantoni svizzeri e le numerose attività di ricerca finanziate da enti pubblici e privati sono una risorsa per il cantone in quanto contribuiscono al rafforzamento della sua credibilità a livello nazionale e internazionale. È inoltre utile capire più a fondo i rapporti delle università con il territorio e con le imprese, analizzando da una parte il ruolo degli istituti di ricerca, e dall’altra la capacità del mondo del lavoro di occupare coloro che hanno concluso gli studi. In terzo luogo è interessante approfondire il ruolo e il valore per il Cantone degli organi creati dagli istituti universitari ticinesi per assistere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali. Dubbi sul Dipartimento sanità della Supsi a legge sull’Usi e sulla Supsi approvata il 9 novembre dell’anno scorso prevedeva per i due enti un contratto di prestazione per obiettivi. Al momento dell’approvazione dei rapporti annuali, la Commissione scolastica ha presentato al Gran consiglio un rapporto sull’andamento dei due enti alla luce del nuovo contratto. Dopo questa prima esperienza Renato Ricciardi, membro della stessa Commissione, ha suggerito alcuni interventi possibili per meglio misurare l’indotto creato dall’Usi e dalla Supsi rendendo gli elementi di valutazione più significativi nell'analisi del rapporto tra l'impiego dei contributi assegnati ai due enti e svolgimento dell’incarico ricevuto. Tra gli obiettivi assegnati a Usi e Supsi emerge sicuramente un interesse prioritario: cosa danno Usi e Supsi al Ticino? E come misurare questo impatto economico, ma non L opo il passaggio delle competenze per la formazione sanitaria dalla Croce rossa svizzera alla Confederazione, con una programmazione scarsa e prima della necessaria approvazione parlamentare, sono iniziate le assunzioni di docenti e le iscrizioni degli studenti nel nuovo Dipartimento di sanità alla Supsi. Dopo questo inizio frettoloso, alcune questioni restano da chiarire. Innanzitutto è necessario accertarsi che i programmi previsti dalla Supsi vengano armonizzati a livello svizzero ed europeo. Questo aspetto è particolarmente importante per garantire la qualità dell’insegnamento e la mobilità degli studenti. Inoltre bisogna tener conto, sulla linea dell’Alta scuola pedagogica, delle necessità degli studenti adulti con impegni familiari, garantendo loro la possibilità di formarsi a tempo parziale parallelamente all’attività lavorativa. D SINDACATO ATTIVITÀ 4 6 luglio 2006 ■ EDILIZIA - LA TORNO DI MEZZOVICO RISTRUTTURA E LICENZIA 18 DIPENDENTI Con un occhio di riguardo per gli ultracinquantenni e per chi ha figli Paolo Locatelli l settore dell’edilizia principale del cantone Ticino, anche in questo periodo di bonaccia (le occasioni di lavoro abbondano per tutti), è in continua trasformazione. In occasione della conferenza stampa 2006 della Commissione paritetica cantonale dell’edilizia era stato evidenziato come le imprese di costruzione, in modo sempre più marcato, si indirizzano verso una struttura più snella (numero del personale adeguato alle occasioni di lavoro del momento), pronte però ad assumere lavoratori temporanei o lavoratori distaccati per rispondere ai picchi di lavoro. Una trasformazione del settore da tenere sotto stretta osservazione: si tratta anche di evitare che, all’interno di una trasformazione fisiologica di un settore, qualcuno possa trovare soluzioni «estrose, al limite - e anche oltre del lecito» (tanto per non fare nomi, la vicenda Socedil SA che fallisce con 8 milioni di debiti, in larga parte oneri sociali trattenuti anche sulle buste paghe dei lavoratori, e il giorno dopo si «riattiva» sotto le spoglie della Promeng SA). I Ristrutturazione in corso alla Torno di Mezzovico. La riorganizzazione preannunciata in questi giorni dalla Torno SA di Mezzovico, facente parte del gruppo Torno Internazionale Spa di Milano, sarà pertanto seguita con la massima attenzione. Ecco quindi, in estrema sintesi, l’esito delle discussioni e degli accordi presi con la direzione dell’impresa. L’obiettivo della riorganizzazione è esclusivamente legato al mantenimento di una struttura aziendale in Ticino e al suo rilancio (quindi, nessuna operazione del tipo «lasciamo la chiave sotto lo zerbino»): i licenziamenti sono la conseguenza diretta e unica della conclusione del 60 per cento dei cantieri in opera nei prossimi due-tre mesi. La ristrutturazione prevede il licenziamento di 18 collaboratori, di cui 15 lavoratori edili e 3 tecnici-amministrativi (la ditta, prima dei licenziamenti, occupava 140 lavoratori di cui un centinaio attivi sui cantieri). Fissati, compatibilmente alle necessità di cantiere, i criteri di licenziamento (ad esempio, occhio di riguardo per i lavoratori ultra cinquantenni e lavoratori con figli a carico). Le disdette, intimate a fine giugno nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo, prevedono misure di accompagnamento alla stregua di un piano sociale. In particolare, i lavoratori licenziati che troveranno un posto di lavoro durante il periodo di disdetta, potranno lasciare immediatamente il proprio posto di lavoro e riceveranno - sottoforma di indennità - il corrispondente importo «del periodo di licenziamento» sino al 31 agosto. Partenze volontarie di lavoratori non licenziati andranno ad annullare i licenziamenti di colleghi che non avranno trovato un posto di lavoro alternativo. Operazione di collocamento del personale licenziato coordinato tra impresa/sindacati/SSIC-TI (i profili professionali dei lavoratori sono molto validi). Durante il mese di luglio, sarà composta una commissione aziendale di impresa per favorire i flussi di informazioni tra Direzionesindacati-lavoratori. Un piano di rientro degli oneri sociali arretrati (concernenti solo il 2006, doverosa precisazione) e un risanamento dei debiti verso i fornitori saranno messi in atto nelle prossime settimane. In questo contesto, va sottolineata la disponibilità della casa madre di Milano di immettere, ancora una volta, liquidità a favore della sede ticinese. Incontri ricorrenti, a scadenza perlomeno trimestrale, tra sindacati e impresa per l’aggiornamento della situazione. Tante offerte di lavoro ai licenziati. È chia- Per difendere i tuoi diritti aderisci all’OCST OCST è firmataria dei Contratti collettivi di lavoro in L’ tutte le categorie professionali. È il sindacato più rappresentativo del Ticino in tutte le categorie. Mette a disposizione i propri Segretariati in ogni regione del Cantone. LE SEDI Segretariato cantonale Lugano, v. Balestra 19, tel. 0919211551, posta elettronica [email protected] Segretariati regionali 6500 Bellinzona, via Pellandini 2 tel. 091 8214151 6710 6830 6814 6600 6900 6850 ro che la notizia di 18 licenziamenti, ma il principio vale anche per una sola disdetta, allarma e preoccupa chi è colpito da questa misura: un licenziamento, checché se ne dica, è un provvedimento traumatico specie se il destinatario è, come in questo caso, un lavoratore che ha sempre e seriamente svolto il proprio dovere. A questi lavoratori, oltre alle indennità testé citate, c’è però la prospettiva di trovare una nuova occupazione in tempi brevi: il mercato edile chiede molte figure professionali. Prova ne è che già in questi giorni molte imprese si sono rivolte al nostro sindacato per offrire lavoro ai lavoratori della Torno SA licenziati e molte altre imprese lo faranno nelle prossime settimane. Invitiamo questi datori di lavoro a rivolgersi alla sede OCST di Lamone (tel. 0919660063) oppure al segretariato regionale di Lugano (tel. 0919211551) o a inviare segnalazioni all’indirizzo [email protected]. Biasca, Piazza Centrale Chiasso, via Bossi 12 Lamone, via Sirana Locarno, via della Posta Lugano, via Balestra 19 Mendrisio, via Lanz 25 tel. 091 8730120 tel. 091 6825501 tel. 091 9660063 tel. 091 7513052 tel. 091 9211551 tel. 091 6405111 Permanenze Faido (tel. 091 8661293); Grono (tel. 0918271396); Stabio, via Giulia (tel. 0916471414); Cannobio, via Gallaroli 2 (tel. 0039032371086); Cevio, Bar Castello; Lavena Ponte Tresa, via Marconi 59 (tel. 00390332551281); Porlezza, via Osteno 1 (tel. 0039034461687); S. Maria Maggiore, sala municipale. 6 luglio 2006 SINDACATO ATTIVITÀ ■ IL CONSIGLIO NAZIONALE ALLA POSTA: «Le regioni periferiche non vanno oscurate» Lorenzo Jelmini a scorsa settimana è stata presa una decisione significativa al Parlamento federale. Il Consiglio nazionale ha voluto introdurre nella legge sull’organizzazione della Posta una clausola che obbliga il gigante giallo a conservare strutture e impieghi nelle regioni periferiche. La modifica della legge, frutto di un’iniziativa del gruppo Ppd, mira a obbligare la Posta a mantenere le strutture d’attività in modo decentralizzato, nonché posti di lavoro e d’apprendistato nelle varie regioni del paese. L Per evitare nuovi progetti REMA. L’idea di introdurre questa modifica è nata a seguito di progetti di ristrutturazione presentati dalla Posta. In particolare REMA che prevedeva la riduzione da 18 a 3 dei centri di smistamento lettere. La forte opposizione dei sindacati e della popolazione aveva obbligato l’ex regia federale a modificare la sua decisione e pianificare nelle regioni sei ulteriori centri secondari, uno dei quali a Bellinzona. Grazie alla modifica legislativa, in futuro la Posta potrebbe essere tenuta a prendere in considerazione, nell’organizzazione della struttura produttiva, le diversità regionali della Svizzera, così da mantenere strutture aziendali decentralizzate e garantire posti di lavoro e di formazione nelle diverse regioni del Paese. Ma Leuenberger vuole privatizzare. Fa specie, tuttavia, rilevare che sia proprio Moritz Leuenberger a pronunciarsi contro l’inserimento dell’obbligo di garantire occupazione nelle regioni periferiche. Il presidente della Confederazione ha addirittura affermato di non volerne saperne di un nuovo vincolo legale da lui considerato come una distorsione della concorrenza. Un’affermazione preoccupante se pensiamo che viene rilasciata da un ministro socialista. Chissà, allora, come sarà stato felice nel ricevere dal Consiglio federale l’incarico di preparare, entro il 2007, un progetto di revisione della legge inteso a trasformare la Posta in una società anonima e di prevedere la liberalizzazione totale del mercato postale. E pensare che noi temevamo i ministri Udc... La sede della Posta a Bellinzona. ■ CASINÒ DI LUGANO Più moderazione e senso di responsabilità uanto emerso dall’assemblea degli azioniQ sti della Società Casinò di Lugano e le conseguenti deflagrazioni rimbalzate sulla stampa parlata e scritta, evidenzia come la suddivisione degli ottimi risultati d’esercizio, derivanti dalla professionalità e dall’encomiabile lavoro svolto dai dirigenti operativi e da tutto il personale, siano diventati terreno di scontro tra gli azionisti di minoranza e di maggioranza. È indubbio che le mancate intese tra gli azionisti stiano alterando un confronto che tende a farsi sempre più duro, quindi dannoso non solo AutoPostale Personale spiato, l’OCST avvia una procedura legale vo, riteniamo che a un’azienda si possa chiedere un’attenzione maggiore allo sviluppo imprenditoriale e occupazionale in tutte le regioni del paese. Vorremmo ricordare che, nella fattispecie, si tratta di un’impresa pubblica federale, che economicamente gode di ottima salute e che ha il compito di svolgere un servizio a favore di tutta la popolazione su tutto il territorio nazionale. Ora tocca agli Stati. La discussione passa ora al Consiglio agli Stati e non è per nulla scontato che la modifica venga mantenuta. L’opposizione a tale vincolo è, infatti, agguerrita. Non sono pochi, infatti, coloro che ritengono che, di fronte alla crescente concorrenza, la Posta debba avere maggiore libertà imprenditoriale e nessun ostacolo dettato da politiche regionali. Un ragionamento sostenuto soprattutto da settori della destra economica. È troppo chiedere responsabilità sociale alla Posta? Se da una parte possiamo comprendere la perplessità di chi vede in queste decisioni dei vincoli alla libertà imprenditoriale, dall’altra non si può non richiamare un’impresa alle sue responsabilità sociali. Per questo moti- 5 per l’immagine della casa gioco ma anche per il personale che dimostra di saper lavorare con professionalità e senso di responsabilità. È dunque auspicabile che gli azionisti della Società Casinò di Lugano considerino maggiormente il lavoro di tutto il personale, grazie al quale sono stati possibili gli ottimi risultati conseguiti, e sviluppino forme di dialogo e di collaborazione orientate ad un maggior senso di responsabilità e di rispetto reciproco. Settore personale dei Casinò della Svizzera italiana dell’OCST utoPostale ha deciso di dimostrare che, per gestire il personale, non A occorre usare la testa e prosegue nell’attuazione del suo brillante progetto: pagare alcuni passeggeri che controllino e giudichino le prestazioni degli autisti. Un’iniziativa assurda che, a giusta ragione, viene percepita dai collaboratori come una totale mancanza di fiducia. Da parte nostra, non ci opponiamo a puntuali verifiche sulle capacità lavorative dei collaboratori. La Posta Svizzera prevede già una valutazione annuale sulle prestazioni e l’attività svolta da ogni dipendente (Focus). AutoPostale ha però voluto eccedere in questa verifica senza pensare alle conseguenze. L’assunzione delle «spie» non potrà che aumentare la pressione sui collaboratori e la mancanza di fiducia ridurrà la loro motivazione con il conseguente peggioramento della qualità dei servizi. L’OCST aveva chiesto di bloccare questa iniziativa. Di fronte alla cocciutaggine della direzione dobbiamo, tuttavia, modificare la strategia. Abbiamo infatti deciso di avviare una procedura legale presso le istanze competenti per verificare la conformità alle disposizioni legali. Le norme sul lavoro, in particolare l’Ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro, vietano al datore di lavoro la possibilità di mettere sotto sorveglianza il comportamento dei dipendenti e questo per tutelarne la personalità. Il Tribunale federale si è espresso chiaramente contro la posa di telecamere che avevano quale obbiettivo il controllo dell’attività lavorativa del personale. Per analogia, riteniamo che pure l’attività dei passeggeri-spia sia a detrimento della personalità dei dipendenti e dunque illegale. Di tutta questa vicenda, tuttavia, l’aspetto più deleterio è l’assurda politica del personale adottata, ancora una volta, dall’azienda pubblica federale. Ma ci vuole poi così tanto a capire che, prima ancora che illegale, questa iniziativa è semplicemente stupida perché danneggia i rapporti con i propri dipendenti? Anziché pagare le spie, non si potrebbero aumentare gli stipendi così che gli autisti possano recuperare le perdite salariali degli ultimi anni e lavorare bene, tranquilli e motivati? Ma forse questa è un’idea troppo ragionevole. L.J. 6 SINDACATO ATTIVITÀ 6 luglio 2006 ■ IL DOPPIO RUOLO RICOPERTO DALLE DONNE CREA PROBLEMI ALLA SALUTE Lavoro e famiglia, un enorme peso da non sottovalutare sione, ansia, instabilità emotiva, disturbi del sonno. Un’attenzione particolare del mondo ingresso della donna nel economico deve essere data a favore mondo del lavoro ha prodotto il della donna in gravidanza, cercando fenomeno della condizione del di proteggere, prima come gestante e doppio lavoro: domestico e professiodopo come puerpera, da tutti quei fatnale. Il lavoro femminile quindi è carattori (sociali, fisici, ergonomici, chimici, terizzato da un’attività ripartita su 16 ambientali) che possono influire negaore al giorno. Questa qualità specifica tivamente sulla sua salute e su quella fondamentale, sociale ed economica del nascituro. Ad esempio, le donne della donna e le sue particolarità fisioche lavorano in piedi devono benefilogiche comportano disturbi che posciare, oltre alla pausa legale, un’ultesono ripercuotersi sul rendimento lavoriore pausa di dieci minuti ogni due ore rativo. di lavoro e dal sesto mese di gravidanIl periodo fecondo della donna è za non devono essere occupate oltre caratterizzato dal ciclo mestruale costile quattro ore giornaliere. tuito da una complessa interreazione L’aumento di rischio di malformaziodel sistema ormonale. Questo periodo ni del nascituro può provenire quando di vita della donna corrisponde genela lavoratrice è sottoposta allo spostaralmente all’intero periodo della sua mento di carichi superiori a cinque attività lavorativa e, come risaputo, gli chili, dall’esposizione a temperature agenti ambientali e le condizioni occueccessive (caldo o freddo), dal livello pazionali interferiscono e agiscono sul della pressione acustica > a 85 dB (A) ciclo mestruale producendo disfunzioni (Leq 8h) e dalle esposizioni della lavoorganiche quali metrorragia, amenorratrice a microrganismi, radiazioni rea, menorragia, dismenorrea ecceteionizzanti, pesticidi, piombo, mercurio, ra. Tra lavoro domestico e professionale le donne sono occubenzene, cloruro di vinile, tutte sostanLe motivazioni individuate da questi pate 16 ore al giorno. Mettendo a rischio la propria salute. ze che possono aumentare il rischio di disturbi sono: stress, spossatezza, malformazioni del nascituro. stanchezza, nervosismo. Alterazioni di Un ultimo aspetto da considerare, questo tipo si hanno maggiormente in alcuni cicli di produzioni. Tra le categorie più specie per le conseguenze negative che comsulle donne che subiscono mobbing o che esposte troviamo le commesse, i medici, le porta a livello professionale, è la depressione. lavorano a turni. infermiere, le donne occupate nelle industrie La mancanza effettiva di pari opportunità, Per le donne sottoposte ad intensi sforzi fisichimiche, nell’agricoltura, le assistenti di volo parità salariale, limitate aspettative d’avanzaci e a professioni che richiedono turni di lavoro eccetera. mento professionale, unite a particolari situanotturno vi sono anche seri rischi di sterilità. La menopausa è un altro periodo molto critizioni personali (cura della famiglia, dei genitori Il problema dell’infertilità può avvenire anche co per la lavoratrice: essa è caratterizzata da e/o suoceri anziani, della casa), sottopongono a carico d’alterazioni ormonali, d’agenti infettimolteplici disturbi fisici che agiscono inevitabilla donna a essere più esposta a soffrire di vi della vagina, d’infiammazioni dovute ad alcumente sulla psiche femminile. depressione e molte volte ad abbandonare il ne posizioni (sedute o in piedi per molte ore al I principali disturbi, che evidenziano anche mondo del lavoro. giorno) o al contatto con sostanze nocive usate un calo di produttività lavorativa, sono: depres- Mara Valente L’ ■ AGENDA OCST ■ VENDITA - L’OCST NON VUOLE TATTICISMI POLITICI FESTA FAMILIARE EDILIZIA E RAMI AFFINI L’appuntamento è per domenica 9 luglio a Faido, nella pineta vicino alla cascata della Piumogna. Questo il programma: ore 10.30, ritrovo a Faido; ore 11, messa da campo; ore 11.30, saluto dei dirigenti OCST; ore 12, pranzo (grigliata mista con contorni), bibite, dolce e caffè; ore 14, parte ricreativa (musica); ore 16, chiusura della manifestazione. L'invito è esteso ai familiari, parenti e amici. Sarà chiesta una partecipazione di 5 franchi per persona. In caso di cattivo tempo, la manifestazione sarà annullata. In caso di tempo incerto, chiamare il n. 1600, rubrica 5 (dal Ticino) o 0041848801600, rubrica 5 (dall’Italia). Per raggiungere Faido: uscita autostradale a Faido/Chiggiogna, procedere verso Faido (il parcheggio sarà segnalato dalla piazza Stefano Franscini, nel centro di Faido). Un contratto per tutti, i tempi sono maturi AVVISO Il Segretariato di Stabio rimarrà chiuso dal 30 luglio al 3 settembre. Rivolgersi al Segretariato di Mendrisio (tel. 091 6405111). li eventi degli ultimi giorni lasciano intravedere scenari volti a possibili forzature, per il cambiamento della Legge sul commercio e per invertire la rotta intrapresa dalla Comunità contrattuale - operativa tramite la Commissione paritetica - del settore della vendita. L’OCST evidenzia come sia già esistente un Contratto collettivo cantonale per il personale di vendita, per il quale sono già sul tavolo trattative sostanziali con proposte di miglioramento delle normative che regolano gli aspetti sociali e salariali del personale. Esistono, dunque, le condizioni per diffondere un contratto collettivo che possa essere definito tale e proseguire sulla via del cambiamento di una Legge che condiziona l’attività, lo sviluppo e l’occupazione nel ramo del commercio. L’OCST è del parere che sia questa la via più concreta per arrivare, in tempi brevi, alla G soluzione dei problemi del settore, regolando i diritti fondamentali del personale di vendita e in parallelo i disposti di una Legge ormai superata dal tempo. La Commissione paritetica di settore, che fino a oggi ha dimostrato di fare un ottimo lavoro di mediazione e di concertazione, dovrà essere l’organo indispensabile attraverso il quale rendere concreti tra le parti accordi seri e duraturi di collaborazione, che tengano conto degli interessi generali del commercio, ma in uguale misura anche quelli del personale di vendita. L’OCST si opporrà, dunque, a ogni forma di tatticismo politico e ideologico che, per svariate ragioni e interessi di parte, sono difformi dalla logica di dover tutelare gli interessi delle aziende del commercio senza trascurare i diritti fondamentali, sociali e salariali, di tutto il personale di vendita. SINDACATO FORMAZIONE 6 luglio 2006 I CORSI ALL’OCST INFORMATICA Corsi intensivi estivi di informatica, mezze giornate, dal 7 al 18 agosto, dal 21 agosto al 1° settembre, minimo 5 partecipanti, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12 oppure dalle 14 alle 17, 36 ore. Costo: fr. 350 soci, fr. 550 non soci. Corso Ecdl Core (inclusi Skills Card e tassa per 7 esami) da settembre, martedì e giovedì, dalle 19.10 alle 21.55, 99 ore. Costo: fr. 1.557 soci, fr. 1.730 non soci. Introduzione all’informatica, da settembre, lunedì e mercoledì, diurno o serale, 36 ore. Costo: fr. 350 soci, fr. 550 non soci. Power Point per principianti, da settembre, lunedì e mercoledì, diurno o serale, 36 ore. Costo: fr. 350 soci, fr. 550 non soci. Access per principianti, da settembre, martedì e giovedì, orario diurno o serale, 36 ore. Costo: fr. 350 soci, fr. 550 non soci. Word per principianti e avanzati, da settembre, lunedì e mercoledì, orario diurno o serale, 36 ore. Costo: fr. 350 soci, fr. 550 non soci. 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Gottardo n. 14 8 LAVORO DOCUMENTI 6 luglio 2006 La flessibilità allunga i tentacoli Chi tutela la sicurezza dei lavoratori? I Paesi europei affrontano questa nuova realtà in modo diverso. Lorenzo Jelmini, nella sua tesi di laurea, ne mette a confronto quattro: Svizzera, Italia, Francia e Danimarca Lorenzo Jelmini, responsabile cantonale OCST delle aziende pubbliche federali e delle imprese di trasporto, ha raggiunto un importante traguardo. Il 26 giugno ha discusso brillantemente la sua tesi di laurea, dal titolo «Flessibilità e sicurezza nel percorso lavorativo», all’Università di Pavia. Adesso può fregiarsi del titolo di dottore in Scienze politiche. L’OCST e la redazione del Lavoro si complimentano per il risultato ottenuto e augurano al neolaureato di sfruttare al meglio, in el dibattito contemporaneo sull’organizzazione «post-fordista» del lavoro, il termine «flessibilità» assume spesso differenti significati, non sempre coerenti fra loro. Nell’interpretazione più usuale, soprattutto da parte dei mass media, la flessibilità è omologata alla de-regulation: grande libertà per le imprese di utilizzare la forza lavoro «come, quando e quanto» serve per rispondere con rapidità ai mutamenti dei mercati, a cui fa riscontro la generalizzazione dei rischi connessi alla precarietà per i lavoratori. In tal senso, la flessibilità viene spesso considerata inconciliabile con la tutela, nella misura in cui si tende a ritenere che, per garantire un adeguato livello di sicurezza al lavoratore, occorre introdurre forti elementi di rigidità per l’impresa. Questo modo di intendere il rapporto tra flessibilità e sicurezza scaturisce da modelli di organizzazione del lavoro e di corrispondenti sistemi di welfare che si sono imposti nelle società industriali e che oggi sono superati dalle trasformazioni radicali sviluppatesi con la globalizzazione dei mercati, l’introduzione delle nuove tecnologie nei processi produttivi, i mutamenti nelle modalità di consumo e negli stili di vita. Sono questi cambiamenti ad esigere in tutti i paesi occidentali - soprattutto in Europa - un ripensamento globale del rapporto tra flessibilità e sicurezza, nel tentativo di individuare modelli capaci di coniugare ciò che, storicamente, è sempre apparso inconciliabile: da una parte, una maggior flessibilità per l’impresa capace di garantire sviluppo e occupazione; dall’altra, la garanzia per tutti i cittadini di poter godere di un reddito continuativo e dignitoso, di opportunità di crescita personale, di tutela contro i principali rischi che la vita prospetta. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è quello di raccogliere elementi utili all’analisi di queste due esigenze, apparentemente divergenti e, contemporaneamente, egualmente cruciali per lo sviluppo dei sistemi economici e sociali contemporanei. Per cogliere le ragioni e le condizioni delle trasformazioni in atto, può essere utile prendere le mosse da un sintetica ricostruzione delle principali fasi di sviluppo dei modelli produttivi e del mercato del lavoro nella fase fordista, mettendo a fuoco le modalità con le quali hanno preso forma i moderni sistemi di tutela del lavoro, soprattutto in Europa. Successivamente, ci proponiamo di analizzare i più recenti mutamenti intervenuti nell’organizzazione dello Stato sociale, in conseguenza della necessità di rispondere adeguatamente alle nuove richieste di tutela in un mondo dove l’occupazione non è più un valore garantito per tutti e nuove regole s’impongono nell’organizzazione delle risorse umane. In tal senso intendiamo prestare particolare attenzione alle nuove forme di regolazione e de-regolazione che si stanno profilando nel mercato del lavoro dei paesi occidentali. Cercheremo, quindi, di verificare che cosa s’intende per politiche del lavoro e dell’occupazione e come tali politiche siano state sviluppate dagli Stati e delle organizzazioni sopranazionali che si sono direttamente confrontati con la necessità di trovare soluzioni ai problemi della crescita del lavoro e dell’occupazione. Analizzeremo, da ultimo, i principali esiti delle politiche nazionali e dei modelli attuati, o proposti, per fare fronte alle nuove esigenze di flessibilità e di sicurezza. Proporremo, in particolare, l’analisi di quattro paesi europei: Italia, Francia, Danimarca e Svizzera. Si tratta di contesti emblematici della varietà dei percorsi che sono stati seguiti in anni recenti al fine di promuovere riforme significative delle condizioni N Le trasformazioni del mondo del lavoro impongono ai Paesi occidentali un ripensamento globale del rapporto tra flessibilità, richiesta dalle imprese, e sicurezza dovuta al lavoratore seno alla nostra Organizzazione, le conoscenze acquisite in anni di studio. Essendo il tema sviluppato dal nostro collega di attualità e di estremo interesse per il sindacato e i nostri lettori, proponiamo in queste pagine una sintesi della sua tesi. lavorative per garantire maggiore flessibilità alle imprese e migliorare l’occupazione senza perdere di vista le esigenze di tutela. In questa tesi, abbiamo voluto proporre una lettura degli importanti cambiamenti in atto nel mondo del lavoro. In particolare abbiamo verificato i contrasti e le sinergie che sussistono tra due esigenze, diverse tra loro, che, tuttavia coesistono nei mercati del lavoro di tutti i paesi occidentali: la necessità di flessibilità e il bisogno di sicurezza. Nello sviluppare queste riflessioni, abbiamo, inizialmente, verificato come siano state declinate storicamente le esigenze di libertà e di sicurezza nei paesi di antica industrializzazione. Abbiamo potuto constatare che questo intreccio ha dato esiti diversi, favorendo differenti declinazioni nei modelli di Stato sociale e di mercato. Abbiamo, quindi, cercato di mettere in luce i motivi per cui oggi si impone un po’ ovunque una riforma del mercato del lavoro dove diventa possibile l’incontro tra flessibilità e sicurezze. Nell’affrontare il tema della flessibilità del 6 luglio 2006 LAVORO DOCUMENTI 9 «La logica che ha ispirato i modelli più innovativi si fonda sulla convinzione che le forme di sostegno informativo, formativo ed economico ai percorsi professionali, necessarie per ridurre i nuovi rischi (di disoccupazione, di insufficienti conoscenze professionali, di disorientamento ecc.) vadano continuamente reinventate se vogliamo vincere le attuali sfide del mondo del lavoro». lavoro, ci siamo, inoltre, interrogati sulle molteplici valenze di questo termine, sulle modalità con cui si possono introdurre elementi di deregolamentazione nella tradizionale regolazione del mercato del lavoro e sulla possibile evoluzione di questo processo. Questo ci ha permesso, successivamente, di esaminare quali, tra queste forme, vengono adottate concretamente dagli Stati europei nelle loro politiche per il rilancio della crescita economica e dell’occupazione, alla luce della necessità di porre rimedio ad una persistente crisi occupazionale che caratterizza il mercato del lavoro europeo. Nell’esaminare questo aspetto, abbiamo fatto riferimento alle indicazioni fornite dall’Unione europea, da una parte, e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, dall’altra. Nei rapporti elaborati da questi organismi, da una parte si sottolinea l’importanza di superare talune rigidità che ostacolano la capacità dei diversi sistemi di tutelare i lavoratori nella misura in cui frenano la produttività; occorre, quindi, aprire il mercato del lavoro ad una maggior flessibilità. D’altra parte, viene sottolineata la necessità di attuare misure attive e propositive a sostegno del lavoro, in particolare, per i soggetti più deboli. Si tratta di introdurre forme di flessibilità che facilitino l’inserimento nel mondo del lavoro di nuovi soggetti senza, tuttavia, privare i lavoratori delle necessarie tutele e migliorando, aggiornandoli, gli ammortizzatori sociali. L’importanza di un certo grado di sicurezza è data anche dal fatto che il lavoro richiede una certa continuità nel tempo che avvantaggia sia il lavoratore, sia l’impresa. È nella continuità che si accrescono l’esperienza e la competenza, si consolida la fiducia reciproca tra l’impresa, da un lato, e il lavoratore, oltre che il cliente, dall’altro. Tuttavia, in un sistema dove la tecnologia e i mercati mutano rapidamente e la vita media di un’organizzazione sovente dura qualche anno soltanto, il lavoro non può che essere un percorso che modifica via via radicalmente la propria configurazione, sia in termini formali, sia in termini relazionali. Sono quindi necessarie misure attive capaci di accompagnare i soggetti nell’evoluzione dei loro percorsi lavorativi. Il lavoro costituisce un valore, in quanto strumento per la persona di creatività e di sviluppo della sua personalità. Per questo, esso non può svolgersi in condizioni tali da limitarne la libertà e la dignità e ridurre le garanzie di tutela, condizioni essenziali in termini di reddito, continuità e durata nel tempo. Tuttavia, è proprio il tempo che determina il cambiamento nel mondo del lavoro poiché oggi mutano repentinamente i mezzi, le tecniche, i bisogni e i con- testi. Negli ultimi due capitoli abbiamo voluto verificare in che modo quattro paesi europei, Francia, Italia, Danimarca e Svizzera, hanno sviluppato le riforme del mercato del lavoro a partire dal dibattito sull’esigenza di coniugare flessibilità e sicurezza. Nell’analisi, abbiamo innanzitutto colto alcuni aspetti che accomunano Paesi come Francia e Italia, caratterizzate da norme sul lavoro abbastanza rigide e da livelli di disoccupazione elevati. Nei due Paesi, si è affrontata la riforma del mercato lavoro per eliminare le barriere che ne rendono difficile l’ingresso, in particolare per i giovani, per i soggetti meno specializzati o per le donne. Abbiamo messo a fuoco opportunità e limiti delle riforme proposte, cercando di verificare che fondamento abbia l’ipotesi secondo la quale la flessibilità, di cui le imprese hanno bisogno, significhi, per definizione, aumento della precarietà per i lavoratori. Le imprese stesse non hanno interesse ad un tale risvolto negativo perché anch’esse preferiscono dotarsi di lavoratori stabili e professionalmente capaci. Ne è una prova, ad esempio, il fatto che l’introduzione del lavoro interinale in Italia, promosse dalla riforma Biagi, non ha dato vita a due mercati del lavoro paralleli ed impermeabili, caratterizzati da forti disuguaglianze l’uno rispetto all’altro come alcuni temevano e come, in realtà, si è verificato negli Usa. D’altra parte abbiamo osservato come il bilanciamento tra i due interessi, che vengono sovente contrapposti ad arte, deve permettere di mantenere elevati livelli di protezione e tutela per i più deboli senza tuttavia impedire che nuovi soggetti possano fare il loro ingresso sul mercato del lavoro. Italia e Francia hanno norme sul lavoro rigide e alti tassi di disoccupazione. In Svizzera e Danimarca l’incontro tra le esigenze delle imprese con i bisogni dei lavoratori è possibile ma si può fare di più L’analisi degli altri due Paesi, Danimarca e Svizzera, ha permesso di osservare come sia possibile l’incontro tra le esigenze delle imprese, confrontate con necessità di professionalità sempre aggiornata, polivalenza nelle funzioni e flessibilità negli orari, con i bisogni dei lavoratori, affinché questi ultimi possano muoversi con maggiore sicurezza nelle mutate condizioni del mercato del lavoro. L’equilibrio tra flessibilità e tutele è stato perseguito con il sistema danese (la flexsecurity) che presenta caratteri decisamente innovativi. In questo modello, si è cercato un punto d’incontro tra domanda e offerta, tenendo in debita considerazione, tuttavia, la necessità di pianificare percorsi paralleli (formazione ed aiuto nella ricerca d’impiego) affinché la libertà non si trasformi in sopraffazione. Anche il modello di organizzazione del lavoro svizzero dimostra come sia possibile coniugare le due esigenze, senza che l’una incida nella possibilità di soddisfazione dell’altra. Se il patto lavorativo tradizionale tra l’impresa e il lavoratore di ieri prevedeva lo scambio di subordinazione contro la sicurezza, oggi, lo scambio avviene piuttosto tra responsabilità attiva e crescita professionale, nel senso di accumulazione di esperienza, di conoscenza e di rapporti fiduciari. Di fronte a tali mutamenti, le occasioni devono trasformarsi in opportunità di esperienza e di formazione ed occorre aiutare il soggetto affinché le sappia cogliere. In questo senso, sono significative le misure adottate in Svizzera che, malgrado taluni limiti, ha voluto affiancare alla flessibilità numerica e organizzativa, a favore delle imprese e delle loro necessità produttive, anche importanti opportunità di continuo sviluppo della professionalità dei lavoratori. La logica che ha ispirato i modelli più innovativi si fonda sulla convinzione che le forme di sostegno informativo, formativo ed economico ai percorsi professionali, necessarie per ridurre i nuovi rischi (di disoccupazione, di insufficienti conoscenze professionali, di disorientamento ecc.) vadano continuamente reinventate se vogliamo vincere la attuali sfide del mondo del lavoro. Lorenzo Jelmini 6 luglio 2006 ANNUNCI DI LAVORO Internet: www.ocst.com RICERCHE DI COLLABORATORI muratori, impresa costruzioni Walter Sassi, 6968 Sonvico. Tel. 091 9435258. piastrellista diplomato o in grado di svolgere attività in modo indipendente. Ditta Tettamanti Piastrelle, Porza. Tel. 079 2238701. estetista collaboratrice indipendente o terapista per Istituto centro Mendrisio. Tel. 079 6138368, dopo le 19. igienista dentale diplomata, CH o frontaliera. Studio dentistico Jermini, Mendrisio. Tel. 091 6464422. abili cucitrici, Unifashion SA Facoma, zona Industriale Cadempino. 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Paolo Ravaioli, presidente della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, non ha usato mezzi termini nel suo discorso in veste di nuovo presidente della Regio Insubrica (è succeduto a Marco Reguzzoni), all’assemblea annuale della Comunità di lavoro, tenutasi a Verbania in giugno alla presenza di un folto pubblico, tra cui spiccavano personalità del mondo politico insubre. «Nel Verbano non c’è la consapevolezza della Regio Insubrica - ha sottolineato - Per questo occorre accrescere la conoscenza della nostra Comunità di lavoro e lavorare per attuare azioni concrete. Innanzitutto bisogna confermare gli incontri La Regio Insubrica si presenta, per illustrare le cose fatte e le opportunità da cogliere e promuovere la Regio soprattutto tra i giovani. Occorre poi utilizzare il diritto internazionale per dare alla Comunità il consolidamento della struttura giuridica, gestendo le operazioni e confermando l’immagine di soggetto unitario sul territorio». Sulla stessa lunghezza d’onda Carla Speziali, sindaco di Locarno e neopresidente del Comitato direttivo (in sostituzione di Giorgio Giudici). «La Regio Insubrica dovrebbe farsi conoscere di più e fare dei frontalieri i primi cittadini insubrici. Inoltre, occorre migliorare la viabilità sul Gottardo, sul Sempione e sul Verbano, puntare sull’itinerario turistico e culturale Locarno-Venezia e trovare soluzioni sulle S Montagne e laghi diventano il marchio dell’Insubria turistica n marchio che identificasse a livello mondiale l’Insubria e che fosse semplice ed efficace. Così la SS&C marketing e comunicazione di Varese ha ideato «Insubria, Lakes and Alps», una frase legata a un logo (delle montagne e un lago), nell’ambito del progetto Interreg III «Insubria terra dei Laghi» finanziato con un contributo di 232 mila euro (partner del progetto, con capofila la Provincia di Varese, sono la Provincia di Como, Lecco, Novara e Verbano Cusio Ossola, la Regio Insubrica e Ticino Turismo). Il proseguimento e il potenziamento dell’attività di promozione turistica integrata sono assicurati da un ulteriore finanziamento di 500 mila euro. Il progetto - accolto con entusiasmo dagli imprenditori ma con scetticismo da molte istituzioni, che lo hanno percepito come un’ingerenza dell’Insubria nel turismo - ha portato alla realizzazione di una brochure (nella foto, la cover), il cui punto di forza sono le immagini dei luoghi più belli e incantevoli della regione insubrica: dal lago dei Sabbioni della provincia di Verbania all’Isola Bella sul Lago Maggiore, passando dalle Isole di Brissago e dalla U esondazioni del Lago Maggiore. È importante favorire gli scambi commerciali e culturali; in quest’ottica si terrà il 25 settembre a Locarno una giornata tematica durante la quale presenteremo il Ticino culturale». Sulla scarsa conoscenza della Regio è meno drastico Roberto Forte, Segretario generale della Comunità di lavoro. «L’interesse da parte di cittadini, privati e associazioni verso la Regio è aumentato. Lo constatiamo dal crescente numero di telefonate e dalle e-mail che riceviamo ogni giorno al Segretariato. Le richieste sono delle più disparate: dalle aperture delle dogane ai giri turistici, fino alle informazioni su come aprire un’azienda nella Regio». Novara e Lecco nell’Insubria. Segnali positivi sull’accresciuto interesse verso l’Insubria giungono anche da altri fronti: l’adesione in qualità di membri di diritto della Provincia di Novara e, tra breve, di Lecco; l’incontro tra Roberto Forte e Raffaele Cattaneo, Sottosegretario della Regione Lombardia, che ha riconosciuto nella Regio Insubrica un importante partner nell’ambito delle questioni di cooperazione transfrontaliera (nei prossimi mesi sarà aperto un dialogo anche con la Regione Piemonte); l’entrata di nuovi soci (oggi sono 176), tra cui la Rtsi e Lugano Airport. Il ruolo dei gruppi di lavoro. La Regio si avvale della collaborazione di diversi gruppi di lavoro, ma non sempre sono efficienti poiché, come ha sottolineato Forte, «sono composti da collaboratori di milizia». Il gruppo più proficuo è stato quello che ha gestito il progetto Valle Verzasca in Ticino, da Villa Olmo a Como, dal Battistero di Castiglione Olona, in provincia di Varese, e da Corenno (Lecco). Non solo. La brochure mostra anche altri volti dell’Insubria: quello sportivo (le montagne insubriche sono un punto di ritrovo perfetto per gli amanti dello sci, dello snowboard, dell’alpinismo e dell’arrampicata) e quello del business (strutture e ville fanno da cornice a congressi di alto livello). Le immagini, accompagnate da brevi descrizioni tradotte in quattro lingue (italiano, francese, tedesco e inglese), stuzzicano l’appetito del turista, il quale, attraverso altri due canali informativi creati dal progetto (carta geografica dell’Insubria e sito internet) posso- Interregg III «Insubria Terra dei Laghi», il cui lavoro ha portato alla realizzazione di una brochure, di una cartina e di un sito internet (vedi articolo in basso). Anche il gruppo Sanità e ambiente ha ottenuto risultati degni di nota: ha stilato un rapporto sullo smog invernale e sta preparando quello sullo smog estivo. Soddisfazione anche per il gruppo che segue la realizzazione della piattaforma logistica a Chiasso: una proposta di studio di fattibilità è stata presentata di recente agli enti toccati dal progetto. Proposte e progetti. La volontà di collaborare traspare dai diversi interventi a margine dell’assemblea. La Camera di Commercio di Varese ha presentato l’e-crossing, la Borsa per gli affari transfrontalieri (www.borsaitalosvizzera.it), che mira a rendere più trasparenti e fluide le economie di frontiera, attraverso la promozione e lo sviluppo dell’interscambio commerciale fra Italia e Svizzera. La Camera di commercio di Como ha creato un vademecum sui Bilaterali, che sarà on line sul sito della Regio Insubrica (www.regioinsubrica.org) a fine luglio, che, ad esempio, spiega a uno svizzero cosa fare per lavorare in Italia. La Provincia di Varese sta lavorando a un progetto per promuovere l’Insubria a livello tematico (turismo sportivo ed enogastronomico, patrimoni dell’Unesco eccetera), mentre dal Verbano Cusio Ossola giunge la richiesta di avere liberi accessi reciproci ai corsi universitari, con una maggiore collaborazione con il Ticino, e di aprire nuovi corsi di laurea legati al turismo e all’economia della montagna. no organizzare la loro vacanza nella nostra regione. La presenza su internet. Il portale web www.lakesandalps.com, ideato da Tinext di Manno e ancora in fase di completamento, riprende la grafica della brochure ed è in quattro lingue. I contenuti sono suddivisi in categorie: sport, enogastronomia, natura e territorio, turismo congressuale eccetera. Sono proposti l’agenda delle manifestazioni, divise per regioni, le strutture turistiche su cartine interattive, le previsioni meteorologiche e alcuni filmati. Per rendere più completo il portale, è auspicabile che i privati presentino le proprie offerte turistiche alla loro amministrazione provinciale, che provvederà a farle pubblicare on line. Info: Regio Insubrica, via San Gottardo 1, Balerna, tel. 091 6820017, posta elettronica [email protected]; uffici turistici della propria provincia e Ticino Turismo (tel. 091 8257056, www.ticino-tourism.ch). UN’INFORMAZIONE PUNTUALE. Il progetto Interreg ha permesso di realizzare una brochure, una cartina e un portale informativo sotto il marchio «Insubria, Lakes and Alps». Della Regio Insubrica fanno parte il Ticino e le province di Como, Varese, Verbano-Cusio-Ossola, Novara e Lecco. ECONOMIA ATTUALITÀ 6 luglio 2006 13 ■ DAL CREDIT SUISSE UN VADEMECUM SUL COSTO DELLA VITA IN SVIZZERA I cantoni si fanno concorrenza. Ma vivere in Ticino conviene? Benedetta Rigotti i parla spesso dell’influenza che la concorrenza fiscale fra i cantoni ha sulla scelta del luogo di residenza, ma non si considerano altre variabili come le spese di alloggio, il costo della cassa malati o il costo dell’energia. Spesso infatti accade che il vantaggio acquisito da alcuni cantoni o comuni molto favorevoli dal punto di vista fiscale sia reso vano dai prezzi proibitivi del mercato immobiliare. Se si considera il problema nel suo complesso ci si rende conto che le imposte non sono che una parte delle uscite fisse di una famiglia, anche se sono la più rilevante soprattutto per i redditi alti. Per le famiglie con un reddito medio o basso infatti le altre spese, come la cassa malati o l’energia, possono avere un’incidenza determinante. L’ufficio ricerche economiche del Credit Suisse ha presentato lo studio «Il reddito disponibile in Svizzera: cosa resta alle famiglie?», che prende in considerazione proprio questi problemi. Il punto di partenza della ricerca è la costruzione di un campionario di 59.388 tipi di famiglie che sono state classificate in base al numero di componenti, al tipo di alloggio che occupano (in affitto o di proprietà, casa o appartamento), al reddito (sono stati analizzati 101 scaglioni) e al capitale. È stata inoltre compiuta un’analisi dei flussi migratori in base al censimento dell’anno 2000. Per ciascuno di questi tipi di famiglia è stato stimato il reddito liberamente disponibile nei diversi comuni della Svizzera a partire dalla valutazione dell’entità delle entrate sotto forma di sussidi statali e delle spese fisse. In particolare sono stati calcolati i contributi sociali, la riduzione dei premi delle casse malati e gli assegni per i figli, che subiscono delle variazioni considerevoli nei vari cantoni. Cambia infatti sia il reddito massimo per l’ottenimento dei sussidi, sia l’importo dei sussidi stessi. La maggior parte delle componenti fisse di spesa delle famiglie svizzere (vedi riquadro sotto) può variare sensibilmente a seconda del S Ecco le spese fisse che gravano sul bilancio delle famiglie comune di domicilio; oltre alle imposte comunali sul reddito e sulla fortuna, le spese d’alloggio e di energia possono essere molto diverse anche in due comuni confinanti. Le famiglie che abitano nelle grandi città hanno, per esempio, un reddito disponibile sensibilmente inferiore rispetto agli abitanti dei centri suburbani e di periferia, dato che il livello dei prezzi nel mercato immobiliare, il carico fiscale, i premi dell’assicurazione malattia e il costo dell’energia, sono normalmente più alti nei grossi centri. In questo modo, coloro che lavorano in città, vivendo nei centri di periferia, aumentano il livello di reddito liberamente disponibile. Per questo per le famiglie con il reddito molto basso è più conveniente vivere nei comuni in cui sono alti gli aiuti sociali. Le famiglie con il reddito alto invece preferiranno i comuni con una bassa imposizione fiscale. Questi aspetti in particolare sono presi in considerazione dall’analisi del reddito marginale liberamente disponibile, cioè ciò che rimane di ogni franco guadagnato in più. e famiglie svizzere utilizzano in media il 26 per cento del loro reddito per far fronte agli obblighi legali delle imposte sul reddito e sulla sostanza, delle assicurazioni sociali e della cassa malati obbligatoria. Le imposte in particolare rappresentano quasi la metà dell’importo dovuto allo Stato. A queste si aggiungono le spese a copertura del fabbisogno vitale come le spese per l’alimentazione, l’abbigliamento e l’alloggio che comprendono da una parte l’affitto o il mutuo e dall’altra le spese accessorie per l’energia e l’acqua. Il resto è a disposizione delle famiglie per il libero consumo. L I cantoni Appenzello Interno, Svitto, Nidvaldo e Glarona sono i «meno cari» e si situano tutti al di sopra della media svizzera per percentuale di reddito che rimane nelle tasche delle famiglie dopo le spese fisse. Il canton Glarona, per esempio è molto più conveniente rispetto alla media svizzera per i bassi costi di alloggio e della salute. Il canton Grigioni invece si distingue per un mercato immobiliare favorevole e per i costi dell’energia contenuti. Nella Svizzera francese, solo il Vallese e il Giura si assestano sopra la media svizzera, mentre Ginevra ha il primato negativo per l’altissimo costo degli alloggi, un’imposizione fiscale elevata e un elevato costo della vita. Una famiglia di quattro persone, per esempio, paga nel canton Ginevra un premio di assicurazione malattia obbligatoria doppio rispetto ad una famiglia appenzellese. Il Ticino invece si situa poco al di sotto della media svizzera per percentuale di entrate disponibili liberamente e la voce di spesa che sembra incidere maggiormente su questa valutazione è la cassa malati. Nel sottoceneri una famiglia con due figli spende all’anno dai 10 ai 13 mila franchi di cassa malati. La stessa famiglia spenderebbe nel canton Grigioni da 6 mila a 8 mila franchi. I premi dell’assicurazione malattia stanno diventando una voce di spesa sempre più pesante nei budget delle famiglie e hanno avuto un incremento del 45,6 per cento negli ultimi cinque anni. SGUARDI OLTRE 6 luglio 2006 15 ■ LA 27ESIMA EDIZIONE DEL MEETING DI RIMINI SI TERRÀ DAL 20 AL 26 AGOSTO Chi non si apre all’infinito (il mistero) mortifica la ragione «La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti». È questo il titolo dell’edizione numero 27 del Meeting per l’amicizia fra i popoli che si terrà a Rimini dal 20 al 26 agosto. l Meeting di Rimini è uno degli appuntamenti culturali più conosciuti e apprezzati dell’estate italiana. Nel 2006 è stato «visitato» da oltre 700 mila persone che, quest’anno troveranno spazi ancora più ampi per mostre, spettacoli, incontri e anche per ristorarsi. La sede dove si svolge il Meeting è la nuova Fiera di Rimini, alla periferia nord della città. È facilmente raggiungibile con l’auto (vi sono 10 mila parcheggi gratuiti) ma anche con i treni che fermano nella stazione ferroviaria interna sulla linea Milano-Bari. I La prima presentazione del Meeting 2006 è avvenuta a Bruxelles nella sede del Parlamento europeo (nella foto in basso), a dimostrazione di quanto sia forte l’esigenza degli organizzatori di proporre un momento di dialogo, partendo da un’identità precisa, con l’istituzione che determina ambiti sempre più vasti della vita concreta di chi vive in Europa. Dopo la presentazione del 21 giugno a Roma è stato invece inserito nel sito del meeting (www.meetingrimini.it) il programma provvisorio della manifestazione che si svolgerà dal 20 al 26 agosto. Balza agli occhi in modo evidente il tema della ragione e dell’infinito che quotidianamente verrà affrontato nelle diverse manifestazioni previste. Meraviglia poi che i due termini non siano visti in contrasto tra di loro ma anzi che siano considerati costitutivi dell’uomo: l’uomo ragionevole si apre all’infinito (al Mistero). Una bella differenza con chi ritiene che l’uomo che voglia usare la ragione non può desiderare l’infinito. Senza essere filosofi, non viene da pensare che una posizione simile limiti l’uomo nel senso che traccia dei confini alla ragione che cerca? Come si può dire che non sia ragionevole una persona che, tenendo conto delle sue esigenze e desideri e rendendosi conto dell’inadeguatezza delle risposte che riesce a trovare, non neghi questo sospiro e lasci che la ragione cerchi? Riprendo dal volantino: «Solo se la ragione … si spalanca verso qualcosa che non è "finito", e pertanto non pretende di essere misura di tutte le cose, viene pienamente valorizzata e non mortificata la sua capacità di conoscere e di incidere nel tessuto della realtà». Per raccontare la verità di questa posizione - come è caratteristica del meeting - sono stati invitati vescovi, cardinali, una regina, ministri, studiosi, imprenditori, scrittori, musicisti eccetera. Persone che nel concreto della loro vita hanno cercato di non reprimere i desideri del loro cuore e racconteranno quale è stato l’esito di questa apertura all’infinito. Al Meeting 2006 saranno presenti anche testimonianze che richiamano al Canton Ticino: oltre a un incontro già previsto per il 22 agosto, dove Padre Giuseppe Lepori (ticinese), abate di Hauterive parlerà della «gratuità: una ragione senza misura», verranno presentati due volumi che raccolgono scritti di Monsignor Eugenio Corecco, vescovo di Lugano dal 1986 al 1995, ricordato non solo per il suo insegnamento dottrinale ma anche perché diede una luminosa testimonianza di fede negli ultimi tre anni della sua vita trascorsi in una dolorosa esperienza di malattia. I padiglioni aprono alle 11, l’entrata è gratuita, così come la visita alle mostre e agli incontri (solo alcuni spettacoli sono a pagamento). Per saperne di più e visionare il programma completo della manifestazione, potete visitare il sito del Meeting. G.B. ■ ORIZZONTI NORD-SUD Un succo d’arancia che disseta anche chi lo produce Rosario Mastrosimone* l succo d’arancia è una bevanda che si presta per essere consumata praticamente a qualsiasi ora della giornata. Quando la stagione lo consente, lo possiamo preparare a casa, altrimenti possiamo contare su un’ampia scelta di prodotti e marche nei negozi e supermercati. Il percorso del prodotto è piuttosto semplice: dalle arance al concentrato fino alla preparazione della bevanda e al suo imballaggio. La produzione del succo d’arancia è stata progressivamente monopolizzata da poche grandi multinazionali, con moltissimi piccoli produttori sempre più in difficoltà a competere sui mercati. In molte regioni in cui le popolazioni vivono della coltivazione e della raccolta delle arance, le condizioni di mercato sono divenute sempre più sfavorevoli. Sovente il prezzo di vendita delle arance alle aziende che ne ricaveranno il succo non arriva neppure a coprire i costi di produzione sostenuti I dagli agricoltori. Nelle grandi piantagioni del Sudamerica, le condizioni di lavoro sono spesso insostenibili con decine di migliaia di «raccoglitori», anche bambini, costretti a turni di lavoro massacranti e mal pagati, mentre la diffusione di sterminate monocolture causa gravissimi danni all’ambiente. Ecco perché le organizzazioni di commercio equo hanno promosso succhi d’arancia la cui produzione garantisca condizioni di vita accettabili ai lavoratori senza compromettere gli equilibri naturali delle zone coltivate. I succhi d’arancia del commercio equo, contraddistinti in Svizzera dal marchio Max Havelaar, possono essere facilmente reperiti presso Manor, Migros, Coop, Claro, Caritas e le Botteghe del mondo a un prezzo che oscilla tra 1,50 e 3,20 franchi. In Svizzera, il 6 per cento del commercio al dettaglio del settore è costituito da succhi d’arancia del commercio equo. *Alliance Sud INFO BALCANI 16 6 luglio 2006 Pagina a cura di Slavko Bojanic GRADJEVINA Revizija Pravilnika o prevremenom penzionisanju acionalna konferencija gradjevinskih radnika, clanova sindikata SYNAOCST odrzana je pocetkom maja u Bernu. Razmatran je projekat revizije Pravilnika i Ugovora o prevremenom penzionisanju gradjevinara (PEAN). N Fondu ekonomsku podlogu, od povecanja ucesca radnika koji trenutno finansiraju Fond sa 1% od bruto zarade, s obzirom da do 2012. godine ne dolazi u obzir povecanje procenta ucesca poslodavaca koji danas finansiraju Fond sa iznosom od 4% bruto zarade radnika, pa do predloga da se prevremno penzionisanje odgodi za godinu dana, odnosno da bude obavezno sa 61. godinom starosti umjesto 60, sa smanjenjem panzija sa 8o% na 70%, da se ukine placanje dopriniosa za starosnu penziju (AVS) i ucescem radnika u finansiranju fonda za penzijsku kasu (II° pilastro). Ndesto manje od 3 godine nakon stupanja na snagu ovog Ugovora koji, bez sumnje, predstavlja istorijski napredak i veliku sindikalnu pobjedu, Savjet Fondacije za prevremeno penzionisanje koji je sastavljen od predstavnika poslodavaca u ovom sektoru i predstavnika sindikata, trazio je od ugovornih strana da uvedu hitne i neophodne korekcije koje ce garantovati ekonomsku sigurnost fonda na duzi period. Neophodnost uvodjenja dodatnih mjera proistekla je nakon provjera koje su izvrsene od neutralne komisije i koje su pokazale Radnici koji koriste prevremnu penziju da je pokrivenost penzija garanOdbijeni zahtjevi (neispunjavanje uslova) tovana sa 103,7%. Placene penzije u navedenom periodu Ovaj procenat garantuje isplaSrednji iznos mjesecne penzije tu tekucih penzija, ali dovodi u Srednji godisnji doprinosi pitanje akumulaciju sredstava u za starosnu penziju Fondu za buduce penzije. Dakle, Platna masa za 2005. godinu rijec je o potrebi da se garantuje ekonomska solidnost Fonda na od kojih se izdvaja 5% u Fond duze vrijeme. Tokom prethodnih Procjena iznosa koji uplacuju pregovora ispitane su sve agencije za zaposljavanje mogucnosti koje bi garantovale Kao sto se zna danas radnici u gradjevini mogu kosristiti prevremeno penzionisanje sa 60 godina starosti i imaju oko mjesecnu renditu od oko 80% od zadnje plate a Fond placa kompletno doprinose za starosnu penziju i penzijsku kasu do 65 godina starosti radnika. U pregovorima se pokusalo naci kompromisno rjesenje koje ce imati negativne posledice za buduce penzionere koji ce koristiti prijevremnu penziju. Od 1. januara 2007. godine penzija ce biti smanjena za 5% i Fond nece placati doprinose za starosnu penziju. Ostaje u obavezi svakog penzionisanog radnika da sam dobrovoljno placa penzijski staz (AVS) tokom 5 godina. Osim toga utvdjen je i maksimalni iznos penzije koja nece prelaziti 5'160.- franaka mjesecno. Prevremno penzionisanje od 1.7.2003. do 31.03.2006 3.838 korisnika 913 radnika 425 miliona franaka 4.642 franka 1.600 franaka 4.340 miliona franaka 217 miliona franaka oko 6 miliona franaka Zbog svega sto smo naveli delegati sindikata SYNA-OCST nerado su i uz dosta kritike prihvatili ove promjene. Najcesce pitanje bilo je sta preduzima Fond PEAN kako bi naplatio sve doprinose za prevremenu penziju? Naveden je primjer preduzeca Socedil SA iz Lugana koje je otislo u falimento a fond nije inkasirao 900.000 franaka za zadne 3 godine iako je radnicima od plate redovno odbijan iznos od 1%. Samo za tranzit Poziv na druzenje u Faidu u nedjelju 9. jula Na odmor bez viza «Schengen» Familijarna festa proslom broju nasih novina najavili smo ukidanje obaveze za trazenje "Schengen" vize za putovanje, odnosno tranzit. Ta vijest je zvanicna i stupa na snagu od 10. jula. Dovoljno je prilikom prelaska granice pokazati vazeci putni dokument i «permesso». Nismo bili sigurni dali ce, ili ne, to vaziti i za prelazak granice Republike Slovenije. Dobili smo zvanicnu potvrdu od sluzbenika slovenskog Konzulata u Bernu da osim pasosa i «permessa» za prelazak granice nije potrebno nista drugo, pod uslovom da tranzit kroz Sloveniju nije duzi od 5 dana. Isto to vazi i za gradjane Kosova, vlasnike pasosa UNMIK. Nazalost, za njih za prolazak kroz Hrvatsku je potrebna viza a kroz Srbiju nemogu proci jer pasos UNMIK nije priznat od vlasti Republike Srbije. Napominjemo i ovog puta da i dalje ostaje na snazi potreba vadjenja turisticke «Schengen» vize za sve one koji zele ici u Italiju zbog kupovine ili odmora. Ta viza moze biti izdata sa rokom vazenja od godinu dana i za vlasnike «permessa B» (zavisno od roka vazenja licnih dokumenata i duzine boravka u Svajcarskoj). radicionalno druzenje gradjevinskih radnika iz cijelog Kantona u Faidu T iz godine u godine okuplja sve veci broj U clanova naseg sindikata, clanova njihovih porodica i prijatelja. Nadamo se da i ovogodisnji susret biti na nivou proslogodisnjeg. Skup ucesnika proslave i ove godine predvidjen je za 10:30 sati u Faidu kod vodopada, a nakon sluzenja mise i pozdrava od celnika sindikata, druzenje se nastavlja zajednickim ruckom sa specijalitetima sa rostilja i picem. Rekreativni i muzicki dio susreta pocinje u 14 sati. Poziv je upucen svim radnicima, clanovima njihovih porodica i prijateljima. Za svakog ucesnika susreta placa se simbolicna nadoknada od samo 5 franaka uz dobijanje bona za rucak i pice. Planirajte da vase slobodno vrijeme provedemo skupa u Faidu uz rostilj i muziku. 17 6 luglio 2006 Pagina a cura di Franco Narducci Legge sugli assegni familiari Non c’è consenso sul referendum L’Unione svizzera delle arti e dei mestieri fatica a raccogliere le firme Unione svizzera delle arti e dei mestieri non può nascondere le grandi difficoltà che sta incontrando per condurre in porto il referendum contro la Legge sugli assegni familiari, difficoltà che nella fattispecie hanno un nome ben preciso: la raccolta delle firme per la validità del referendum non avanza come voluto. Non ce ne meravigliamo, visto che gli argomenti addotti a sostegno dell’iniziativa cadono nel vuoto. Le cifre propagandate per ora sui costi aggiuntivi indotti dall’entrata in vigore della Legge, mostrano la faccia incomprensibile del referendum, che se dovesse fallire già nella fase di lancio darebbe un successo enorme a Travail.Suisse e a tutti i protagonisti che negli ultimi 15 anni hanno combattuto per migliori assegni familiari, senza mai perdersi d’animo. Inspiegabilmente, l’Unione svizzera delle arti e dei mestieri fa i conti ancora con le cifre preventivate nella vecchia proposta di legge in materia di assegni familiari. Nel frattempo, l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas) ha attualizzato le succitate cifre con una nuova relazione tecnica e le ha corrette notevolmente al ribasso. Posto che la legge entri in vigore come auspicato nel 2009, non si avrà una maggiorazione dei costi di 700 milioni di franchi, bensì di 470 milioni. Per l’economia restano pertanto preservati 330 milioni di franchi; una cifra che potrebbe subire ulteriori riduzioni, L’ seppure lievi, poiché già oggi non si tiene conto degli assegni familiari volontari superiori alle tariffe minime cantonali. Ma c’è un’altra novità aggiuntiva e confortante per i sostenitori della legge: l’attuale tasso medio di contribuzione gravante sulle casse di compensazione, pari a 1,52 per cento, dovrebbe aumentare soltanto di pochi decimali, salendo a 1,57 per cento. Per migliorare le condizioni di vita di un milione di bambini e giovani, dunque, occorre soltanto il 5 per mille della massa salariale. Laddove si consideri che l’economia ha risparmiato da tempo i predetti costi grazie alla riduzione dei tassi contributivi, si comprende l’inattendibilità delle argomentazioni prodotte dai referendari. Considerando, ad esempio, il periodo che va dal 2002 al 2006, si rileva che il tasso medio di contribuzione per gli assegni familiari è diminuito del 2 per mille. Le ragioni di tale diminuzione sono da attribuire in particolare alla massa salariale aumentata proporzionalmente in misura superiore agli assegni familiari e la diminuzione delle nascite. Inoltre, l’Unione svizzera delle arti e dei mestieri cerca di alzare i toni della campagna referendaria agitando lo spauracchio dei costi supplementari per l’erogazione degli assegni spettanti ai figli degli assicurati, residenti all’estero. In primo luogo occorre precisare che non sono 230 mila i bambini che percepiscono gli assegni familiari, come sostiene il comitato Età pensionabile flessibile Travail.Suisse rivendica una rendita ponte individuale er Travail.Suisse, un’adeguata flessibilità in fatto di età pensionabile costituisce tuttora un compito centrale della revisione in corso d’opera dell'Avs. Le proposte del Consiglio federale al riguardo, non sono sufficienti, per cui Travail.Suisse invita la competente Commissione del Consiglio nazionale ad esaminare l’introduzione di una rendita ponte individuale destinata ai lavoratori con reddito medio-basso. La prima versione dell’undicesima revisione dell’Avs fu bocciata senza scampo in sede di referendum. Il progetto di legge fu giudicato troppo unilaterale e la questione centrale della flessibilità dell’età pensionabile non ebbe la considerazione che merita. Anche nel messaggio di accompagnamento al nuovo progetto dell’undicesima revisione dell’Avs, il Consiglio federale resta fermo su posizioni arretrate, che non soddisfano le aspettative. P Una rendita ponte individuale. Secondo Travail.Suisse, la soluzione da perseguire in pro- spettiva è quella di un modello che prevede il diritto ad una prestazione in rapporto al reddito vincolante (calcolato sulla media di tutti gli anni reddituali). Ciò significa in altri termini, l’introduzione di una rendita ponte nel 1° pilastro a partire da 62 anni, di cui dovrebbero fruire gli assicurati a reddito medio-basso. Un simile modello si orienterebbe alla rendita ponte parzialmente già esistente nelle Casse pensioni. Si otterrebbe in tal modo anche un’equiparazione di carattere sociale, giacché oltre alle persone che dispongono di un alto reddito o di una generosa copertura nel 2° pilastro, anche gli assicurati con redditi modesti e copertura altrettanto modesta sul versante della cassa pensione potrebbero godere di una rendita ponte. Stante le stime per altro approssimative, soprattutto le donne beneficerebbero della rendita ponte individuale, per cui il modello rivendicato da Travail.Suisse compenserebbe in buona parte l’elevamento della loro età pensionabile. referendario, bensì 190 mila, e in seconda battuta anche in questo caso l’estensione delle prestazioni indotta dalla nuova legge avrebbe costi minimi: le proiezioni di calcolo dell'Ufas rilevano che l’aumento dei costi ricadrebbe solo su 200 bambini e dunque gli allarmismi sono del tutto ingiustificati. Per la chiarezza a cui tutti dovrebbero rigorosamente attenersi, si deve precisare che gli assegni spettanti ai bambini residenti nei paesi terzi, non appartenenti all’area Ue/Aels, saranno adeguati al potere d’acquisto, cosa che comporterà un ulteriore risparmio. Un 5 per mille della massa salariale e 200 assegni supplementari destinati ai bambini che vivono all’estero, sono argomenti debolissimi per sostenere un referendum contro la famiglia e siamo convinti che ciò spiega le difficoltà che i referendari incontrano nella raccolta delle firme. L’Unione svizzera delle arti e dei mestieri difficilmente condurrà in porto il lancio del referendum, evitando comunque ai promotori una cocente bocciatura da parte del popolo. Se anche la raccolta delle firme dovesse avere successo, l’elettorato svizzero sarà certo favorevole ad una legge che uniforma la legislazione svizzera in materia di assegni familiari e garantisce la parità di trattamento a tutte le famiglie. E il barometro elettorale segnala già oggi che la popolazione è nettamente favorevole ad assegni per i figli più giusti. Il Syna dice no al partenariato con Migros opo due anni dalla firma del contratto collettivo di lavoro, il sindacato Syna pone D fine, per ragioni di politica sindacale, al partenariato contrattuale con Migros. Infatti il concetto di partenariato sociale difeso da Migros impedisce al Syna di tutelare seriamente gli interessi dei lavoratori. Il sindacato nutre seri dubbi sulle clausole di riserva stipulate, la cui applicazione significherebbe un peggioramento delle condizioni. Inoltre durante il partenariato sociale sono emersi i seguenti aspetti inaccettabili: Migros detta le soluzioni piuttosto che contrattare con il sindacato; il Syna sembra essere utilizzato solo come marchio di qualità sociale; Migros ha tentato a più riprese di intromettersi nelle modalità di comunicazione del sindacato, cercando di censurare le informazioni e non attenendosi agli accordi inerenti alla comunicazione, e ha preteso il silenzio stampa non soltanto nei confronti dell’opinione pubblica, ma anche degli aderenti. 18 6 luglio 2006 Pagina a cura di Moises Palmeiro EL SISTEMA FUNCIONA SOBRE TODO EN LA SUIZA FRANCESA Seguros sociales para clandestinos El cantón de Los Valles introdujo el sistema ya en 1998 ara los trabajadores clandestinos no es fácil hacer valer sus derechos; por eso suelen cobrar menos y no les resulta fácil reclamar. Un problema son también el seguro de enfermedad y los seguros sociales. Desde hace unos años, en la Suiza francesa han puesto en marcha el llamado «Check-System», al que pueden adherirse las empresas para pagar las cotizaciones sociales de sus empleados. Con este sistema también pueden cotizar los trabajadores sin permiso de residencia. Esto lo saben perfectamente las autoridades, pero lo toleran, ya que piensan que es importante que tengan, al menos, la protección del seguro. Las cotizaciones se pagan a una oficina de recaudación, quien liquida después con los seguros sociales. El cantón de Los Valles introdujo el sistema ya en 1998 y actualmente hay ya unas 270 empresas que lo utilizan. El año pasado cotizaron por un volumen salarial de más de un millón de francos. Ginebra y Waadt introdujeron el sistema en el 2004, Neuenburg lo hizo en el P Mejora en el Seguro de Paro a se sabe: La prestación por desempleo se calcula sobre la base del último salario. Y puede suceder que uno acepte un empleo con menor salario para evitar el desempleo. Si luego se vuelve a quedar en paro, la prestación es menor, ya que el último sueldo también era menor. Pues bien, desde 1° de Julio la ley ha cambiado cambiar para aquellos trabajadores que pierdan su empleo en los cuatro años anteriores a la fecha de jubilación. Podrán cobrar la prestación original, que para ellos abarca un máximo de 520 dietas, sin que se la rebajen al haber tenido un empleo intermedio de, al menos, doce meses. Un ejemplo: Pepe, que tenía un salario de 4.000 francos, perdió su empleo cuando tenía 61 años. Estuvo en el paro durante seis meses y durante ese tiempo cobró dietas por valor de 2'800 francos mensuales. Luego encontró un empleo en el que ganaba 3'500 francos al mes, pero un año y medio después volvió a quedar en paro. Por la vieja ley ahora tendría derecho a una prestación mensual de 2.450 francos mensuales. Gracias a la nueva norma, seguirá cobrando la dieta de 2.800 francos. Y esto durante unos 20 meses. Y 2005 y Friburgo acaba de anunciar su incorporación. En la Suiza alemana hasta ahora sólo utilizan sistemas parecidos los cantones de Berna y Basilea Ciudad. El año pasado en el cantón de Ginebra utilizaron el sistema 1'400 empresas que cotizaron por un volumen salarial de más de 4 millones de francos. Las autoridades ginebrinas declararon que algo así estaba siendo necesario; se demostró que muchas empleadas de hogar estaban trabajando clandestinamente. LA PREGUNTA Y SU RESPUESTA PRESTITI Via Cantonale 4 6814 CADEMPINO Lu - Sab 08.00/20.00 Tel. (091) 950.08.80 Natel (079) 620.73.34 MUTUI CASA 2,5% comprare - costruire ristrutturare in Italia SVIZZERI - STRANIERI - FRONTALIERI - ANCHE SE AVETE ALTRI PRESTITI Derecho a pensión española PREGUNTA.- Tengo 58 años y no pienso retornar a España hasta alcanzar la edad de jubilación. He emigrado muy joven, así que sólo he cotizado unos 3 ó 4 meses a la Seguridad Social Española. ¿Tendré derecho en su día a una pensión española de vejez? RESPUESTA.- Tengo entendido que desde la entrada en vigor del Tratado Bilateral para tener derecho a la pensión española es necesario acreditar un mínimo de un año de cotizaciones a la Seguridad Social Española. Naturalmente, si usted retornara a España un par de años antes de cumplir los 65, tendría la posibilidad de cotizar, aunque no trabajara. Pero ya me dice que no tiene intención de hacerlo. Otra posibilidad sería que la administración española reconociera como periodo cotizado el tiempo pasado en el servicio militar. En el caso de los funcionarios ya es así ahora y no se entiende muy bien el por qué de resta discriminación para los no funcionarios. Parece que se está realizando algún esfuerzo en este sentido. Como a usted le faltan todavía siete años, a lo mejor tiene suerte y le pilla. 19 6 luglio 2006 Pagina a cura di Rogerio Sampaio Governo prefere bilateralismo em vez da adesão à União Europia A Suíça tem de se contentar de implementar os acordos bilaterais existentes ara o governo suíço, a prioridade política nas relações com a UE continua sendo os acordos bilaterais, considerados como o melhor meio de defender os interesses diplomáticos e económicos da Suíça, a médio prazo. Aprovado pelo Conselho Federal, o Executivo suíço, o relatório «Europa 2006» provoca críticas dos que defendem a adesão e dos meios isolacionistas. «Nossa relação com a União Europeia (UE) não deve ser julgada no sistema estereotipado do tipo aderir ou não aderir», declarou a ministra das Relações Exteriores, Micheline Calmy-Rey. Significa que a Suíça tem de se contentar, por enquanto, de implementar os acordos bilaterais existentes e aprofundar a colaboração nos sectores da saúde, agricultura ou electricidade. O governo não quer mudar de estratégia porque as condições são boas. Se a situação mudar, outras alternativas seriam possíveis. Só está excluída uma possibilidade, a do fechamento, segundo a ministra. Detalhe importante: a adesão à UE, arquivada em Bruxelas desde 1992, não será retirada. O governo, que durante muito tempo considerou a adesão como objectivo estratégico, colocara essa possibilidade com de longo prazo, em Outubro passado. Esse relatório analisa os efeitos de cada opção bilateral, união aduaneira, adesão ao Espaço Económico Europeu (EEE) e à União Europeia (UE). Faz isso considerando cerca de vinte temas-chaves como a democracia directa, o mercado de trabalho e a fiscalidade. Férias merecidas P O melhor caminho. Ao Conselho Federal (governo federal suíço) falta coragem, reagiu o Partido Socialista (PS) à leitura do relatório. A União Democrática do Centro (UDC) - o mais à direita dos quatro partidos governamentais - lamenta que o governo continue estendendo a mão à adesão. Entre os dois extremos, os demais partidos saúdam a continuidade na via bilateral. Esta é a melhor maneira de defender os interesses da Suíça frente a Europa, estima o Partido Radical (direita) e o Partido Democrata Cristão (centro-direita). Os radicais realçam apenas que o governo não disse como pretende defender as bilaterais no plano interno pois os acordos são atacados a cada seis meses pela UDC. Uma escolha provisória. Para o Novo Movimento Europeu Suíço (NOMES), o que falta actualmente é uma avaliação da situação política da Suíça. O relatório é mais um catálogo de opções do que a definição de uma política européia, afirma o movimento favorável à adesão. O sindicato Trabalho.Suíça considera que as bilaterais são apenas um modus vivendi provisório. O bilateralismo já mostrou seus limites e deve ser ape- s férias estão a porta, lentamente começam A os preparativos para a parti- nas uma etapa para uma integração maior. Uma alternativa errada. «Mesmo que os inconvenientes políticos e económicos graves de uma adesão de nosso país à UE sejam incontestáveis, o Conselho Federal não tem a vontade nem a força de distanciar-se dessa opção errada», critica a Acção por uma Suíça Independente e Neutra (ASIN), próxima da UDC. Do lado europeu, a Comissão tomará posição nos próximos dias, depois de analisar o relatório. Mas, segundo os primeiros comentários de fontes próximas do Executivo europeu, o relatório deverá ser bem acolhido. Tudo o que contribui da maneira mais objectiva possível ao debate sobre as relações da Suíça com a UE seria positivo. Um debate fundamentado. No relatório, estimase que uma adesão à UE poderia custar cerca de 3,4 biliões de francos por ano à Suíça. A TVA (imposto sobre o consumo) passaria de 7,6 para 15% e os direitos populares (iniciativa e referendo popular) sofreriam restrições. A via bilateral também não gratuita. A participação da Suíça nas agências e diferentes programas europeus é estimada em mais de 440 milhões de francos por ano, entre 2007 e 2007. Some-se a isso a contribuição de 1 bilhão de francos, por um período de cinco anos, para o fundo de coesão da UE, ameaçada por um referendo. «Não ouso imaginar o que seriam de nossas relações bilaterais com Bruxelas, caso o povo vote contra esse fundo», inquieta-se a ministra das Relações Exteriores. O relatório apresentado em Berna será examinado pela Câmara e pelo Senado. Ele deve servir de base para um debate e uma discussão objectiva das relações entre a Suíça e a UE. É o que espera a ministra Micheline Calmy-Rey. (swissinfo) da. O encontro ansioso com os familiares e amigos, levanos por vezes a agir de forma menos racional, descurando os conselhos importantes. Nunca é demais repetir que mais vale perder um minuto na vida do que a vida num minuto. Por isso meu amigo, antes da partida faz serviço ao teu carro , controla o excesso de peso e evita ingerir bebidas alcoólicas. Em cada 150 km, faz uma pausa para recuperar os reflexos e recarregar as baterias, se sentir cansaço pare é sinal que o sono está eminente. O sono é uma das maiores causas de morte na estrada, por isso pense na sua família e seja prudente. Queremos que faças umas férias sem aborrecimentos. Faz muita atenção a conduzir em Portugal, os policias estão cada vez mais rigorosos e podes arruinar às tuas férias. Carta de condução. É aconselhável levar a carta internacional, porque há restrições nas conduções com carta a Suiça em Portugal e Espanha. Os detentores do “Permi L” que estejam aqui mais de 8 meses devem trocar as suas cartas de condução assim como a matricula do carro português. Informa-te nos serviços de registo de automóveis da tu área de residência. Desejo a todos os leitores amigos e simpatizantes do jornal il Lavoro Boas Férias. Para a grande equipa do Jornal Il Lavoro os votos de óptimas férias. Rogério Sampaio 20 6 luglio 2006 ASSOCIAZIONE ANZIANI PENSIONATI INVALIDI DELL’OCST Piccoli suggerimenti per difendersi dal caldo una buona bibita dovrebbe essere attorno e elevate temperature di questi giorni ai 10 gradi; stanno facendo soffrire tutta l’Europa. usare vestiti di colore chiaro, di cotone, E gli anziani devono stare attenti alla lino o fibre naturali. I vestiti scuri o di matesalute: il loro corpo è meno abile nell’adatriale sintetico trattengono il calore. In casa, tarsi alla temperatura attraverso i normali è meglio vestirsi in maniera leggera, evitanmeccanismi di raffreddamento, come la do le correnti d’aria e i flussi diretti di ventisudorazione. latori o condizionatori; Ecco alcuni suggerimenti per affrontare se la casa è rinfrescata con i climatizmeglio il periodo estivo: zatori, è importante pulirne i filtri periodicaevitare di uscire fra le ore 12 e le 17, le mente (sono un ricettacolo di polveri e batore più calde della giornata, che nelle città teri) e regolare la temperatura a 25-27°C, sono accompagnate da un aumento della non troppo più bassa rispetto a quella esterconcentrazione di ozono nell’aria; na. Così si evitano i bruschi sbalzi di temmangiare molta frutta e verdura, cibi peratura, spesso fonte di malesseri; che contengono una grande percentuale di se si è affetti da diabete o ipertensione, acqua: una pesca, per esempio, è compoo altre patologie che implicano un’assunsta di acqua per il 90 per cento, un melone zione continua di farmaci, è importante conper l’80 per cento. Fare pasti leggeri, prefesultare il medico per conoscere eventuali rendo pasta e carboidrati rispetto a carni e reazioni che possono essere provocate formaggi fermentati; dalla combinazione caldo/farmaco o bere molta acqua (almeno un litro e sole/farmaco. Tra le più frequenti, vi è l’ecmezzo al giorno, di più se si svolge un’atticessiva sensibilizzazione alla luce o i cali di vità che comporta un’intensa sudorazione). pressione e il rischio di svenimento. È importante bere anche se non si ha sete chi soffre di patologie bronco-polmoper evitare il pericolo di disidratazione; nari deve evitare passeggiate nelle ore più evitare di bere alcolici, caffè, bevande calde e bruschi sbalzi di gassate (contengono caftemperatura corporea, feina) o zuccherate. Alcol e come per esempio l’entrare caffè sono infatti sostanze sudati in un grande magazche hanno un effetto diurezino con l’aria condizionatico: l’acqua espulsa con ta. Se non si può evitare, è l’urina non è disponibile per importante cercare di non i processi di raffreddamenrespirare con la bocca to dell’organismo, quale la aperta, ma solo con il naso, sudorazione. Vanno evitate almeno nei primi minuti; anche le bevande troppo chi è affetto da diabecalde o troppo fredde: quelte, deve esporsi al sole con le calde hanno l’effetto di molta cautela perché, a aumentare la temperatura causa della possibile minor corporea, mentre quelle sensibilità al dolore, potrebtroppo fredde possono caube ustionarsi anche in sare crampi e congestioni. Importante mangiare tanta maniera seria. La temperatura ideale di frutta e verdura. L ■ AGENDA Soggiorno a Igea Marina Locarno Martedì 25 luglio, gita pomeridiana dedicata al Mendrisiotto, con visita guidata dal presidente dell’AAPI sezione di Mendrisio, Carlo Fontana, alla chiesa Rossa di S. Pietro. Segue merenda in un grotto della zona. Costo fr. 35 (non soci fr. 40). Iscrizioni: tel. 091 7513052 entro il 19 luglio. Martedì 19 settembre, gita culinaria nelle Langhe (seguirà programma dettagliato). Iscrizioni: tel. 091 7513052. A partire da settembre, ogni primo giovedì del mese, riprendono gli incontri mensili per il pranzo. Lugano Gita in Umbria, dal 2 al 6 ottobre. Costo fr. 1.055, suppl. singola fr. 190, assicurazione annullamento obbligatoria, fr. 32. Info e iscrizioni: tel. 091 9102021, entro il 31 luglio. Al Centro AAPI, tombola tutti i martedì alle ore 15. Pedicure curativa in sede, al giovedì mattina. Costo: fr. 35-45. Info: tel. 0919102021. Dal 26 agosto al 7 settembre (fr.1.050) Supplementi: fr. 300 camera singola, fr. 53 assicurazione annullamento obbligatoria. Hotel Diana ***. La quota comprende: viaggio, pernottamento, pensione completa con bevande ai pasti, mance, assistenza. Minimo: 18 partecipanti. Iscrizioni entro il 28 luglio. Info: Sergio Ercolani, Segretariato Cantonale AAPI, Lugano. Tel. 091 9102021. La parola al nuovo Presidente L a nostra Associazione si prefigge dei compiti sociali altamente qualificati. È stata fondata 26 anni fa, ma le sue radici attingono linfa a una profondità ben maggiore nel tempo. Monsignor Luigi Del-Pietro, nel 1937, esprimendosi sulle persone anziane, così scriveva sul Lavoro: «È assurdo, odioso, penoso, rivoltante e contrario al diritto naturale che, chi ha lavorato tutta la vita si trovi senza un soldo quando il verno della vecchiaia gli intirizzisce le membra. La Provvidenza non può ratificare un tale destino». A quel tempo, al termine della fase lavorativa, c’era il problema della sopravvivenza, l’aspetto che Monsignor Del-Pietro definiva del contingente, che fu poi risolto con l’AVS e altri aiuti sociali. Mons. Del-Pietro quindi, può essere considerato il padre della nostra associazione. Nell’ultimo ventennio, la società dei consumi, della fretta, dell’efficienza e del profitto a tutti i costi, ha generato un altro problema per l’anziano: l’emarginazione. È un problema nefasto tanto quanto il precedente, perché avvilisce la persona. In questo contesto, emerge con evidenza la validità del motto che ci ha lasciato la nostra presidente Celina Merlini: «con gli altri e per gli altri» ossia colloquio e solidarietà per contrastare l’emarginazione. A noi il compito di continuare con questo motto, nel solco tracciato da svariati decenni, dove le profonde radici dell’AAPI attingono linfa dai valori cristiani della persona. In occasione della cerimonia del venticinquesimo, il presidente Romano Rossi ha definito chiaramente il compito che ci aspetta. Rossi ha detto: «...affermare e diffondere la cultura della vita, del valore intrinseco della persona indipendentemente dall’età». Se da un lato il presidente Rossi ci ha facilitato nella designazione dell’obiettivo, dall’altro ci chiama ad assumere una grande responsabilità, perché ci mette di fronte a un compito estremamente impegnativo. In effetti, promuovere «la cultura della vita, il valore intrinseco della persona», significa non solo riempire il tempo dell’anziano, ma dare senso al tempo dell’anziano. Non dobbiamo per questo perderci d’animo. Siamo collocati in un contesto favorevole, di cui noi stessi, probabilmente, non valutiamo sufficientemente l’importanza. Il connubio AAPI-OCST, ossia Anziani-Organizzazione, dà vita ad una situazione di particolare efficienza. Potremmo dire, usando un termine commerciale, che questa unione genera un «valore aggiunto» all’attività della nostra associazione. Possiamo perciò porre in questi termini l’obiettivo che ci è stato indicato: all’interno dell’AAPIOCST, gli aderenti devono poter trovare una risposta alle loro necessità materiali e spirituali. Vi renderete subito conto che un presidente, da solo, può fare ben poco. Chiedo perciò a tutti collaborazione e partecipazione. Tutti, nessuno escluso, devono sentirsi coinvolti nel promuovere la qualità di vita della persona anziana. Giacomo Falconi 21 6 luglio 2006 ASSOCIAZIONE ANZIANI PENSIONATI INVALIDI DELL’OCST La spiritualità degli anziani è nella Bibbia e nel volontariato E la saggezza sta nel vivere in modo sobrio e sano Don Emilio Conrad* ono anch’io un anziano, un prete anziano. Con gli anni vado verso gli ottanta e da più di sedici un pace-maker cerca di mantenere attivo il mio cuore che da solo non ce la faceva più. Nonostante alcuni acciacchi mi sento relativamente in buona salute ma quando gli amici mi dicono «Ti trovo bene», mi vien da ridere pensando alle vignette umoristiche sulla terza età di Paolo Del Vaglio. Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sulla spiritualità dell’anziano, tema per me ancora un pò tutto da scoprire. Non sono un teologo di professione e nemmeno un maestro di spiritualità. Sono più portato all’azione che alla contemplazione. Che un vecchio prete viva dignitosamente una sua spiritualità è appena logico. Ci mancherebbe altro! Suppongo però che qualunque anziano che abbia conservato e vissuto con sincerità il dono della fede cristiana mantenga come ultimo riferimento e motivo di speranza il mistero della vita eterna. Pensare di poterlo dimenticare è come fare il gioco dello struzzo. Il mio vecchio parroco mi diceva spesso: «Ricordati, i giovani possono morire ma i vecchi devono morire». E mi meraviglio che una recente inchiesta abbia potuto affermare che anche da noi «credenti doc» e perfino preti e suore si dimostrino meno tranquilli di fronte al gran passo che non tanti agnostici e non credenti. Forse in passato si è insistito troppo dai nostri pulpiti sui timori dell’ultimo giudizio e il pericolo di cadere tra le fiamme dell’inferno o anche solo quelle purificatrici del purgatorio. Com’è diverso l’atteggiamento del vero credente che ricorda sempre con immenso sollievo le parole del salmista: «L’anima mia ha sete del Dio vivente, quando vedrò il suo volto?» (Salmo 41). S Ma nell’attesa di questo incontro, c’è modo di pensare seriamente come fare, degli anni che ci rimangono da vivere, una testimonianza di gratitudine al Dio della vita che ha messo nelle nostre mani la responsabilità di fare, dell’esistenza terrena, una meravigliosa e irripetibile avventura. Si vive una sola volta su questa nostra Madre terra e penso che, la più grande soddisfazione per tutti, sarebbe quella di lasciare questo mondo soddisfatti, come sognava Baden-Powel, il padre dello scautismo, di averlo fatto un pò migliore di come l’abbiamo trovato. Parlando oggi di spiritualità dovremmo innanzitutto togliere dalla nostra mente ogni residuo di disprezzo per ciò che è materiale. La tendenza manichea di certa religiosità di un passato non molto lontano, non ha più ragione d’essere. L’opposizione tra carne e spirito si giustifica ancora fino a un certo punto. È certo che la nostra vita è condizionata da molte preoccupazioni di carattere materiale, ma basta metterle al loro posto. Che sarebbe oggi della nostra anzianità senza gli straordinari progressi dell’alimentazione e della medicina? Il nostro corpo non è solamente un frate asino da sottomettere a stangate, ma un’opera meravigliosa della creazione da stimare ed educare perché serva a dare dignità e felicità alla persona nella quale abita il soffio di una spirito immortale. La saggezza della nostra Terza età deve, oggi più che mai, ispirarsi all’ideale di una vita intelligentemente sobria. È tutto relativo, certo. Ma nell’uso dei beni materiali non possiamo lasciarci dominare solamente da una mentalità consumista che l’attuale ideologia del mercato cerca di imporre, creando un seguito di esasperanti contraddizioni. La sobrietà dev’essere per noi, oggi, il nuovo nome di un’intelligente e dignitosa povertà. Pensare di mantenere il corpo in buona salute, significa educarlo con criteri di comportamento che possono imporre anche rinunce, sforzi e sacrifici se vogliamo che sia un buon servitore e non un cattivo padrone. Certi metodi e abitudini del passato, quando eravamo più poveri, potrebbero aiutarci non solo a rendere più efficiente la nostra salute ma anche a fare più generosa la nostra solidarietà con chi ha ricevuto dalla vita molto meno di noi. Fa quindi parte di una nuova spiritualità essere disponibili, sebbene anziani e nella misura del possibile, ad aiutare chi è nel bisogno non solo materiale ma anche affettivo e spirituale. Il volontariato offre oggi molte possibilità da anziani e per gli anziani. Pensiamo soprattutto alle persone ammalate temporaneamente o, addirittura in stato terminale. Far del bene senza molte pretese di essere ricambiato, farlo con discrezione, con prudenza e affetto è segno di un’effettiva ed encomiabile maturità spirituale. Qui la spiritualità va oltre ogni distinzione di carattere religioso e confessionale e comprende anche ogni impegno di carattere sociale e politico da diventare universale. Basti ricordare la figura del vecchio Mahatma Gandi. Il suo sogno non era solo quello di creare un’economia basata sulla semplicità di vita come fonte di felicità, ma predicava l’amore come motore della vera spiritualità che si manifesta in ogni aspetto della vita, pubblica e privata. Per lui, non cristiano, l’amore del prossimo non era se non l’espressione più autentica dell’amore per Dio. La spiritualità vera non ha confini. Il comandamento evangelico «Amare il prossimo come se stessi», per essere veramente capaci di amare Dio ci porta a concepire tutta la nostra esistenza come un dono meraviglioso da trasformare in un costante atteggiamento di gratitudine a Dio e alla vita. Ma le radici vere della nostra spiritualità affondano nel mistero della Rivelazione. È meditando ogni giorno sulle pagine del libro sacro, la Bibbia, che la storia dell’umanità e di ciascuno di noi acquista una luce meravigliosa e rivelatrice. Dev’essere preso attentamente tra le mani ogni giorno questo santo libro con l’umile desiderio di scoprire il volto di un Dio che si fa sempre più vicino all’uomo. È il Dio che si fa egli stesso uomo nel Figlio nato povero, morto e risorto per rivelarci l’essenza stessa di Dio che è Amore. La preghiera, come respiro dell’anima, conosce però molte forme, tutte buone, tutte utili se fatta con sincerità e umiltà di cuore. E con la preghiera c’è la strada della sofferenza che ci avvicina sempre di più al mistero di Dio e dell’eternità. Il dolore con ogni forma di sofferenza fisica e morale ci fa paura. Quando ancora non si conoscevano, come oggi, le risorse della medicina palliativa, la spiritualità esaltava, e non sempre con il buon senso dei santi, il voler e il saper soffrire. Si ricorda come il nostro vescovo Bacciarini, chiamato dal papa del suo tempo, «il Giobbe del suo pontificato», rispose a un sacerdote desideroso di imitarlo nelle sue sofferenze: «La sofferenza si accetta, non si cerca!». Proprio così! Nonostante tutto la sofferenza rimane una grande maestra di spiritualità. Ma non c’è solo la sofferenza fisica. C’è pure la sofferenza morale della solitudine, dell’abbandono, della perdita degli affetti più cari che può farci sentire la stanchezza di vivere e cedere magari alla tentazione di farla finita con interventi ritenuti pietosi ma che rivelano la tentazione di crederci padroni, non solo della nostra vita, ma anche della nostra morte. Pur nella compassione pietosa verso casi estremi di sofferenza e di abbandono, la fede ci ricorda che la vita è un dono di Dio e va vissuta fino all’ultimo con dignità e con il solo diritto di dire, una volta esaurita ogni ragionevole possibilità di vita: lasciatemi andare, lasciatemi tornare alla casa del Padre. È la grande lezione che ci ha lasciato il grande pontefice Giovanni Paolo II, un uomo che ha saputo amare e valorizzare la vita in tutte le sue più nobili aspirazioni. Non importa che sia santo subito. Il suo esempio ci basta per capire dove e come incontrare oggi la vera spiritualità. *Assistente spirituale dell’OCST 6 luglio 2006 GIORNALE APERTO ■ LE DOMANDE DEI LETTORI Da inviare alla redazione. Le risposte sono degli esperti OCST e associazioni affiliate. 23 Sono vedova, ho diritto anche agli assegni familiari? D R Sono una frontaliera e lavoro a Chiasso. Vi scrivo su indicazione della Cisl di Como per questa informazione: ho diritto anche agli assegni familiari per il mio lavoro da frontaliera, pur percependo la rendita per me e mio figlio a seguito del decesso di mio marito ? P. Perego Gentile signora Perego, il figlio riceve una rendita in quanto orfano. Tale rendita è compatibile con gli eventuali assegni famigliari a lei spettanti sullo stipendio. Occorre comunque tenere presente che gli assegni familiari vengono erogati fino al compimento dei 16 anni di età, oppure fino ai 20 se i figli proseguono gli studi. La rendita per orfani viene concessa fino al compimento dei 18 anni, oppure anche successivamente a tale data, ma non oltre i 25 anni di età, in caso di prosecuzione agli studi o inizio attività lavorativa con contratto di apprendistato. Spero di avere risposto in modo chiaro alle sue richieste. Cordiali saluti. Roberto Crugnola Responsabile Inas -Cisl Svizzera ■ VITA NOSTRA Felicitazioni a Roberto Pini di Porlezza, socio settore Commercio, e alla moglie Marisa, per la nascita di Francesco, al quale facciamo tanti auguri di un futuro sereno accanto ai fratellini Alessio e Marco. ad Angelo Satriano, socio segretariato Mendrisio, e famiglia, per la nascita del secondogenito Raffaele, al quale auguriamo ogni bene. a Vincenzo Schillaci di Viggiù, socio segretariato Luganese, settore Edile, e alla moglie Cristina, per la nascita di Margherita, alla quale facciamo tanti auguri accanto al fratellino Mattia. Condoglianze alla moglie Caterina, ai figli Ivan e Lorena, alla nipote Sara, ai cugini Francesco, Davide e Stefano, soci OCST, e parenti tutti, per la prematura e improvvisa scomparsa del loro caro congiunto Enrico Trivelli, di Bene Lario, socio segretariato del Luganese. a Enrico Lorenzon e famiglia, socio segretariato di Mendrisio, per la morte della mamma Alice. a Iginio Canova di Morbio Inferiore, socio AAPI Mendrisio, e familiari tutti, per la scomparsa della sorella Lidia Bajetta. ai familiari di Antonio La Torre di Saltrio, socio segretariato di Mendrisio, deceduto negli scorsi giorni. a Tiziana Serra, socia sezione perso- Editore Organizzazione cristiano-sociale ticinese (OCST), via Balestra 19, 6900 Lugano Redattrice responsabile Antonella Sicurello Segretaria di redazione Maurizia Conti Angelo Pellegrini nale di Vendita Locarno, e familiari tutti, per la morte del papà Nicolino. a Sergio e Elio Gianolli, soci segretariato di Mendrisio, per la morte della mamma Savina. In memoria Sono trascorsi quattro anni dalla sua scomparsa, ma chi l’ha conosciuto non dimentica il sorriso, la forza e l’impegno che Pin Riva ha profuso all’OCST e all’Associazione Anziani. Uomo semplice, riservato, di grande fede, in 35 anni di attività alla pretura di Lugano-Ceresio (era segretario assessore) aiutò con competenza e disponibilità centinaia di persone. Collaborò con Mons. Del-Pietro, e fu l’iniziatore del sindacato cristiano sociale dei dipendenti dello stato e dell’Associazone Anziani Pensionati e Invalidi; di entrambi è stato attivissimo animatore e presidente. a cinque anni dalla scomparsa, avvenuta il 6 luglio 2001, ricordiamo con affetto Bruno Bregonzio, già collega al segretariato di Mendrisio, quale responsabile del servizio esterno. Redazione e amministrazione via Balestra 19, 6900 Lugano, tel. 0919211551, fax 0919242471, e-mail [email protected] Stampa Corriere del Ticino SA via Industria, 6933 Muzzano Pubblicità Areafin Communication SA tel. 0919101070, fax 0919101071 e-mail [email protected] Tiratura controllata REMP 41.616 copie Sindacalista e politico di prim’ordine ono già passati quattordici anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 6 luglio 1992, ma il ricordo di S Angelo Pellegrini è ancora vivo. Il suo impegno a livello sindacale, sociale e politico ha lasciato una profonda traccia. Sindacalista della prima ora, iniziò l’attività all’OCST nel 1937. Dopo una breve esperienza a Lugano a fianco del segretario cantonale mons. Luigi Del-Pietro, assunse la carica di responsabile al segretariato regionale di Mendrisio. Affiancò l’impegno sindacale a quello politico. Dal 1941 al 1960 rappresentò, come deputato in Gran Consiglio, il Ppd. Nel 1960 entrò in Consiglio di Stato. Nel 1968 lasciò il Governo per assumere la carica di presidente dell’OCST. Fu nominato segretario cantonale nel 1979, succedendo a Mons. Luigi Del-Pietro, fino al 1987, quando passò il mandato a Meinrado Robbiani. La dedizione, l’impegno professionale e politico e l’attaccamento ai principi cristianosociali hanno contribuito a rafforzare e potenziare il nostro sindacato. Consiglio esecutivo Presidente: Romano Rossi Vicepresidente: Bruno Ongaro Membri: Carla Albertoli, Fausto Leidi, Gianfranco Poli, Roberto Poretti, Enrico Pusterla, Meinrado Robbiani, Flavio Ugazzi Segretario cantonale e Copresidente Meinrado Robbiani Segretario amministrativo Fausto Leidi Vicesegretari cantonali Nando Ceruso, Renato Ricciardi Segretari regionali Lugano: Dario Tettamanti Mendrisio: Alessandro Mecatti Bellinzona: Paolo Locatelli Locarno: Arturo Trezzini Tre Valli: Giancarlo Nicoli