Febbraio 2013 - "Isabella Gonzaga" – Chieti
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Febbraio 2013 - "Isabella Gonzaga" – Chieti
Addio Maiella mia, montagna innevata e accogliente, nota a chi è cresciuto sulle tue pendici e agli stranieri che ogni anno accogli e benedici; foglie rosse e gialle d’autunno che colorano il tuo manto di colori vivaci; fiocchi di innevato e che nasconde tanta sto- neve leggeri e bianchi che scendono ria, tanta felicità, tanta amicizia e dal cielo come mille coriandoli; vento tanti segreti. fresco di primavera che porta il profu- Non vedrò più il castello bianco in mo dei fiori del bosco; scroscio inces- mezzo al verde degli alberi; non posante del fiume Foro che accompagna trò più correre su per le infinite strade e le mille scale, non mi perderò le nostre giornate e che ci porta i ricordi dei tempi passati...addio! più tra le tante viuzze strette e intri- Dimmi, Maiella mia, come posso allon- cate… Tutto questo rimarrà nel mio cuore e tanarmi da tutto questo...Come? E’ qui la mia vita e non posso immagi- verrà tramandato alle generazioni future che, a loro volta, godranno di nare d’andar via! Eppure siamo costrette a separarci, tutto ciò, con lo stesso entusiasmo e non potrò più vivere nel mio adorato amore di chi vi ha vissuto preceden- paese, Pretoro, arroccato sulla Maiel- temente! la, che d’inverno sembra un presepe “Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! (…)”. A.Manzoni Mariagiulia Filoso 2N Disegno di Michela Cavalli 2N Sono pronta. I miei bagagli sono nell’atrio. È giunta l’ora. Ma il mio cuore non è pronto a dire addio! Addio! Una parola già triste di per sé. Il mio cuore è in pena; batte come forse non ha fatto mai. Che cosa mi aspetta? Cosa troverò? Chi mi aspetterà? Qui ho ancora tutto: la mia casa, la mia scuola, i miei compagni, la mia città… la mia vita! Potrò continuare a chiamare “tutto” una nuova casa, una nuova scuola, nuovi amici, una nuova vita? Ho paura. Sono angosciata. I piedi devono andare avanti, anche se per inerzia. Una parte di me è ancora nella mia casa,nella mia camera lilla. Mi sento male; è come avere il cuore in gola. Sto per lasciare tutto; sto per dire addio al mio piccolo mondo magico. Addio. Che possa soggiornarvi qualcuno che ti ami come ti ho amato io e possa, da lassù qualcuno, vegliare su tutta questa sofferenza e su questo giorno infelice. Che Dio mi aiuti oggi più di ieri a dire...Addio! Alessandra Perrino 2 N La voce del Gonzaga E’ lunedì 11 febbraio 2013,ore 11,45. Durante il Concistoro che deve decretare la causa di beatificazione dei martiri di Otranto il Papa, in lingua latina, annuncia di lasciare il Ministero petrino. In pochi minuti la notizia fa il giro del mondo; il Papa si è dimesso! Ora Gianmarco Medoro racconta la sua esperienza: “ Mi è arrivato un SMS; aprendolo ho letto la notizia, non volevo crederci, pensavo …”a Carnevale ogni scherzo vale”. Poi sentendo altre voci mi son convinto che la notizia era vera. Le gambe tremavano e le guance iniziavano a bagnarsi di lacrime. Il 19 aprile 2005, all’elezione di Papa Benedetto XVI , stavo preparandomi alla prima comunione ! Ciò evidenzia quanto il Papa abbia formato il mio cammino di fede e il mio discernimento vocazionale e abbia arricchito la mia vita spirituale attraverso la sua parola, il suo sorriso, il suo Dottrinale Magistero ! Viene a mancare al Mondo un grande Papa che nel suo Ministero ha risolto il caso di pedofilia nella Chiesa, che si è trovato colpito alle spalle dai suoi stretti collaboratori, che ha sofferto per il caso Lefebvre, che ha lottato per difendere i che ha lottato per difendere i diritti umani, che Pagina 2 ha annunciato attraverso la sua Teologia il Vangelo. E’ con grande sofferenza nell’anima che prego per il Santo Padre , per il mio Papa, anzi per il mio PapA’.. Ora preghiamo per il Conclave,perché i cardinali scelgano un Papa secondo il cuore di Dio! A noi non il giudizio ma la preghiera e la silenziosa riflessione”. Adesso racconta la sua esperienza Fabiana Commito : “La notizia appresa dalla rinuncia del Pontificato ha suscitato una grande emozione nel sapere che questo evento rappresenta un fatto storico che io in prima persona sto vivendo. piace pensare che i miei figli lo studieranno sui libri di scuola. Non so se il Papa abbiamo lasciato il Pontificato per cause fisiche o politiche e vorrei tanto credere che fosse per cause di salute. La prima sensazione è stata di abbandono in un momento così difficile per il nostro Stato ma poi ho capito che il suo è stato un gesto di umiltà e di non attaccamento alla poltrona. Vorrei che i politici seguissero il suo esempio!”. Benedetto XVI ha donato non solo alla Chiesa ma al mondo intero un grande esempio di servizio, di umiltà, di amore a Cristo e alla Chiesa, è stata una trasparente prova d’amore. Non serve fare inutili paragoni con il predecessore Giovanni Paolo II! Se lui ha abbracciato la Croce nella sofferenza, nel dolore, nella malattia, Benedetto XVI ha abbracciato la croce chiedendo perdono “per i suoi difetti”, riconoscendosi debole e fragile, dando una forte importanza alla coscienza personale “esaminata davanti a Dio”. L’eredità che ci lascia il Papa è anzitutto la professione della Verità, il coraggio di denunciare la “sporcizia” all’interno della Santa Chiesa stessa, la forza di difendere secondo il Vangelo i diritti dell’uomo,il suo grande amore alla Chiesa, la sua razionalità nelle scelte di Fede senza mai perdere la riflessione teologica e filosofica. Nel suo discorso conclude : “Continuerò a servire Dio e la Chiesa nella preghiera e nella riflessione”. Negli ultimi anni della sua Vita lui offrirà la sua preghiera in nostro favore. Un grande ministero nella solitudine, in Dio, dono per gli altri” VIVA IL PAPA, Colui che per amore ha fatto il gran rifiuto. Gianmarco Medoro e Fabiana Commito 4C La voce del Gonzaga Dal Celestino di Dante al Celestino di Silone... fino a Benedetto XVI. “Ben consapevole della gravità di questo atto,con piena libertà,dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma.”1 Sono queste le parole che,dall'11 febbraio,stanno girando in Italia e nel mondo,lasciando un vuoto e una grande perplessità nell'animo dei fedeli. Benedetto XVI,dopo otto anni di pontificato,decide di dimettersi dalla sua importante carica,che verrà definitivamente abbandonata il 28 di questo mese. La storia sembra ripetersi: nel 1294 Celestino V, amareggiato dalla corruzione che da tempo infangava l'autorità della Chiesa,è stato il primo Papa a dimettersi. Tutti conosciamo questo personaggio grazie a Dante ,che lo definì “colui che fece per viltade il gran rifiuto” mettendolo nel III canto dell'Inferno tra quei peccatori chiamati ignavi e accusandolo di viltà. Egli, infatti, rinunciò ad un compito molto importante che gli era stato affidato proprio per cambiare la situazione della Chiesa e della Cristianità. A parlare di Celestino V è stato anche lo scrittore Ignazio Silone il quale, nel suo libro “L'avventura di un povero cristiano” parla di questo personaggio con un tono più comprensivo e pacato, lodando il suo gesto e appoggiandolo nella sua decisione. Ma oggi, dopo circa ottocento anni,cosa penserebbero Dante e Silone di quanto è accaduto a Benedetto? Il Papa afferma di non poter continuare a svolgere il suo compito a causa dei suoi problemi di salute. Di fronte a ciò,non possiamo certo accusarlo e condannarlo bensì comprenderlo, proprio come fece Silone con Celestino V. Ma se, nell'ambiguità di questa storia, ci fosse dell'altro? A molti verrebbe in mente che,proprio come accadde ottocento anni fa,ci sia di mezzo la corruzione che ormai in Italia e nel mondo ha preso il sopravvento in ogni questione, politica e non. Altri ancora potrebbero credere che la causa sia la presenza di alcune questione irrisolte dal precedente Papa Giovanni Paolo II. In questo caso verrebbe da dire che forse Dante aveva ragione. Ciò che potrebbe chiarire a tutti le idee è la conoscenza della verità. Ma qual è questa grande verità? Probabilmente non verrà mai a galla. Intanto, nell'attesa dell'arrivo del nuovo Papa ,ricordiamo Benedetto XVI e tutto ciò che di positivo ha fatto per il mondo, ringraziandolo di averci accompagnato durante questi anni. Benedetta Trivelli 3M 1 Benedetto XVI, Annuncio delle dimissioni, Roma,11 febbraio 2013 Pagina 3 La voce del Gonzaga Durante il primo periodo dell'anno scolastico 2012/2013 sono venuti presso il nostro istituto un docente del CeSI dell'Università Gabriele D'Annunzio, professoressa Assunta Pandolfi e il professore Domenico Galasso del “Piccolo Teatro Orazio Costa” di Lanciano, per illustrarci il progetto “PRIMA DI ESSERCI”. Questi ci hanno spiegato le finalità e i dettagli dell'iniziativa, nel corso di un incontro rivolto a tutte le classi terze. Il progetto, alla sua prima edizione, ci proponeva di coniugare scienza e arte in riferimento a una tematica molto delicata: le cellule staminali. Il prodotto finale del lavoro sarebbe dovuto essere una scenetta, una poesia, una canzone o qualsiasi altra forma artistico-comunicativa che trattasse dell'argomento in questione. I ragazzi che hanno deciso di aderire all'iniziativa hanno partecipato inizialmente a due incontri informativi che esaminavano tutto quello che c'era da sapere su arte e scienze. Durante il pri- mo incontro con la Dott.ssa Pandolfi abbiamo trattato l'argomento delle cellule staminali nella sua specificità scientifica. Nel secondo incontro con l'attore D. Galasso ci siamo concentrati sull'aspetto artistico di questa attività, riflettendo su quale fosse la forma d'arte più adatta per il nostro lavoro. Dopo una lunga riflessione abbiamo concordato di svolgere una rappresentazione teatrale che comprendesse i diversi linguaggi artistico-teatrali: mimicogestuale, coreografico, musicale. Una volta terminati i preparativi e le prove, il 5 Dicembre 2012 abbiamo presentato il nostro prodotto davanti alla commissione giudicatrice presso il CeSI. Il momento più bello ed emozionante per noi ragazzi, però, è arrivato il 15 Dicembre, quando presso il Teatro Auditorium Supercinema abbiamo drammatizzato il nostro lavoro. A turno ci siamo esibiti davanti a una numerosa platea con le altre scuole secondarie di secondo grado della nostra città. Que- Lo scorso 16 gennaio le Scuderie del Quirinale hanno ospitato un’affascinante mostra d’arte. Alcune classi quarte dell’Istituto Gonzaga non si sono lasciate scappare quest’iniziativa proposta dal preside. L’ospite d’onore è stato Jan Vermeer, affiancato dai numerosi dipinti dei suoi contemporanei olandesi. Al pittore fiammingo del XVII secolo, l’età dell’oro olandese, vengono attribuite una trentina di opere, soprattutto ritratti, tra i quali ha riscontrato maggior successo una sua originale creazione, “La ragazza con l’orecchino di perla” anche detta “La ragazza col turbante”. Questo dipinto ha ispirato la fantasia di letterati e registi; Tracy Chevalier nel 2000 pubblica il romanzo dallo stesso titolo dell’opera pittorica, a cui seguirà un film. Dunque l’innocente fanciulla del dipinto prende vita e diviene un vero e proprio letterario e cinematografico. La giovane Griet entra a servizio presso una famiglia benestante, come serva, ma pian piano il suo ruolo muta e diviene una sorta di assistente del padrone di casa, l’affascinante pittore Vermeer. Quest’ultimo, in segreto, le insegnerà a produrre i colori permettendole di rimanere nel suo segretissimo atelier. Tra i due si instaura un legame segreto e rispettoso, fatto di sguardi, ma ben presto la giovane posa e diviene musa del suo maestro-padrone: ciò farà andare su tutte le furie la moglie gelosa. Griet si ritrova coinvolta in una situazione complicata che la sua persona non può a lungo sopportare, fino al punto in cui abbandonerà la casa e ritornerà alla sua vita precedente. Il romanzo descrive con minuzia nei dettagli e realisticamente Delft, città olandese dove si svolge l’intera vicenda. Questa descrizione è resa ancora più esplicita nelle scene del film, che rievocano la città com’era nel XVII secolo: le Pagina 4 sto è stato un momento altamente emozionante perchè la giuria era presente e c'era il confronto diretto con le rappresentazioni di altri istituti. Per noi, e credo anche per gli altri, è stato un lavoro molto impegnativo. Lo scopo dell'iniziativa, infatti, era proprio quello di stimolare i ragazzi e renderli sensibili nei confronti di una tematica attuale e dibattuta. Per tutti noi partecipanti, è stata un'occasione di arricchimento sia culturale che emotivo dal momento che come gruppo di lavoro ci siamo affiatati e trovati bene fin dai primi momenti. Ragazzi partecipanti: Classe 3C: Francesca Biasone, Guido Cucchia, Alessia Danese, Vanessa Sammartino, Margherita Visco. Classe 3D: Chiara D'Angelo, Noemi Davide. Classe 3A: Floriana Di Pietrantonio, Benedetta Parlante. Classe 3L: Matteo Di Paolo, Sasha Marinelli. viuzze, il mercato delle carni, del pesce, le case e così via. Come non accostarsi alla lettura di questo famoso bestseller? Soprattutto dopo aver incrociato lo sguardo di Griet, che invita l’osservatore ad avventurarsi nella sua fantastica storia. Giulia Puce IV D La voce del Gonzaga Martedì dodici febbraio quarantacinque alunni dell'Istituto Isabella Gonzaga hanno avuto il piacere di visitare in un giorno, la bellezza di Roma e di tutte le sue particolarità. Accompagnati dalle professoresse Massi, G. Tacconelli e Morelli, abbiamo cominciato il nostro breve viaggio d'istruzione alle 10.00. Le professoresse fungendo da guide non hanno avuto problemi a spiegarci la storia e le funzioni dei più importanti monumenti che interessano Roma. Come prima tappa di un lungo percorso, abbiamo visitato il Colosseo e l'arco di Costantino. Il Colosseo. In grado di contenere fino a 50.000 spettatori, è il più grande e importante anfiteatro romano, nonché il più imponente monumento della Roma antica che sia giunto fino a noi. Arco di Costantino. Questo arco trionfale fu dedicato dal senato per commemorare la vittoria di Costantino I contro Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio. Pagina 5 La voce del Gonzaga L'Altare della Patria o "Il Vittoriano" è un monumento costruito in onore di Vittorio Emanuele, il primo re di una Italia unita, con sede a Roma. Il Campidoglio, detto anche Monte Capitolino è uno dei sette colli su cui venne fondata Roma. La fontana di Trevi. La fontana di Trevi è considerata la fontana più celebre del mondo ed è una tra le più grandi e note di Roma. Verso le 13 abbiamo deciso di consumare il nostro pranzo al sacco a Piazza di Spagna. Pagina 6 La voce del Gonzaga Piazza di Spagna. Con la scalinata di Trinità dei Monti è la piazza più importante di Roma. Al centro della piazza vi è la famosa fontana della Barcaccia, che risale al primo periodo barocco, scolpita da Pietro Bernini e da suo figlio, il più celebre Gian Lorenzo Bernini. Nel pomeriggio,verso le 16.15 ci siamo avviati per andare a Palazzo Montecitorio: la sede della Camera dei deputati, una delle principali sedi della democrazia italiana. E proprio qui, a Palazzo Montecitorio che si producono le leggi che regolano la vita della nostra società. Ogni legge nasce dal confronto tra le opinioni espresse dalle donne e dagli uomini che ogni cinque anni vengono scelti dal popolo come suoi rappresentanti al Parlamento. Questo Palazzo fu commissionato al Bernini nel 1653 e più volte rimaneggiato nel tempo da Carlo Fontana e dall’architetto Ernesto Basile. Una volta entrati una guida esperta, ci ha fatto visitare un lungo itinerario che tocca i luoghi più noti e suggestivi della vita parlamentare: l’Aula dove si riuniscono in seduta plenaria i 630 deputati, il grande corridoio prospiciente l’Aula denominato Transatlantico o Corridoio dei passi perduti e le maestose scalinate berniniane che conducono ai piani superiori, le grandi sale di rappresentanza del secondo piano come la Sala della Lupa, Sala Aldo Moro e Sala della Regina. Pagina 7 La voce del Gonzaga Una volta usciti, come ultima tappa del nostro percorso abbiamo visitato il Pantheon. Il Pantheon. Il Pantheon è un Tempio romano dedicato a tutte le divinità (in greco pántheion significa 'di tutti gli dei'). Fatto costruire da Marco Vipsanio Agrippa nel 27 a.C. presso le sue terme nel Campo Marzio a Roma, venne completamente rifatto dall'imperatore Adriano nel II secolo d.C. Nel VII secolo fu trasformato in chiesa, dedicata a Maria e ai martiri, cosa che garantì la sua conservazione, anche se nei secoli venne spogliato dei decori bronzei e marmorei. A Palazzo Montecitorio si trovano più di mille dipinti e sculture datati tra il XVI e XX secolo, alcune migliaia di incisioni e stampe di varie epoche, un nucleo consistente di reperti archeologici e una discreta quantità di beni artistici, quali orologi, mobili d'epoca, arazzi e busti. Pagina 8 Alle 19.00 abbiamo terminato la nostra gita e abbiamo ripreso l'autobus per tornare a casa. E' stata proprio una bella esperienza, mi è capitato spesso di passare per Roma, ma non mi ero mai soffermata ad osservarla nella sua bellezza ed eleganza. Alessandra Grimaldi 2D La voce del Gonzaga I NOSTRI ALUNNI DIVENTANO SCRITTORI Elaborati presentati al Concorso Letterario per Anime rock “ Immagina che non ci sia il Paradiso. Prova,è facile. Nessun inferno sotto ai piedi,sopra di noi solo il cielo. Immagina che la gente viva al presente. “ -- 12 novembre 2012. In una fredda e piovosa giornata di novembre, me ne stavo seduta sul divano di camera mia,accanto alla finestra. Ero sola, rimasta ad osservare uno scenario maledettamente triste. Pioggia incessante, che invece di lavar via le memorie impresse nel marciapiede del mio cuore, non faceva altro che batterci sopra, come per amplificare ogni mio dolore. Rimasi per parecchio tempo con uno sguardo assente a fissare il vuoto. Distante sia dalla realtà,che dalla fantasia e con un nodo alla gola che non mi permetteva di respirare,mi sentivo come imprigionata in un mondo senza luce, sola e abbandonata. La mia vita era triste e monotona,aveva bisogno di un senso, che non riuscivo a trovare. Armata di cuffie auricolari e un infinita playlist di canzoni dei Beatles, riuscii a calmarmi, uscii e dopo aver camminato per qualche minuto, mi sedetti su una panchina gelida. La loro musica era la mia unica ancora di salvezza. Ogni volta che li ascoltavo mi sentivo libera da ogni pensiero, preoccupazione, rimorso. Mi sentivo bene. Le loro parole e la loro musica entravano a far parte di me e non potevo far a meno di sorridere e sentirmi viva. E me ne stavo seduta lì ad ascoltarli sul mio mp3, mentre la pioggia iniziava a farsi sempre più fitta e il cielo a ricoprirsi di un manto scuro e tenebroso. Mi incamminai per tornare a casa, quando improvvisamente incrociai lo sguardo di un ragazzo. I suoi occhi erano marroni, i suoi capelli credo che fossero color castano chiaro. Non so il perché, ma il suo sguardo aveva attirato la mia attenzione. I suoi occhi sembravano infinitamente profondi, era come se mi ci stessi perdendo dentro. Tutto questo accadde però in un solo attimo e fu tutto così fugace e inaspettato che non riuscì neanche a capire chi fosse. Tornai a casa e chiamai il mio gruppo per provare. Ci chiamavamo i Reckless, ovvero gli spericolati. La nostra band si era formata da un anno. Eravamo in quattro. Ricky suonava la batteria, Alessandra la chitarra,Noemi al basso ed io ero la voce. Andavamo forte, ma fino ad allora non avevamo mai suonato davanti a molta gente, non eravamo mai riusciti ad esprimere noi stessi davanti a delle persone. Ogni tanto componevamo canzoni di genere rock, ma solitamente facevamo cover. I nostri grandi ispiratori erano i Beatles, i maestri del rock, i nostri idoli. Era la passione per questo gruppo che ci aveva congiunti. Quando suonavamo,per ognuno di noi era come esprimere i propri sentimenti, gridare emozioni, gridare noi stessi. -- 24 gennaio 2013. Era il gran giorno. Il giorno in cui finalmente avrei cantato con il mio gruppo davanti ad un vero pubblico. Il giorno in cui insieme avremmo affrontato tutte le nostre paure, le nostre incertezze, cercando di esprimerci e di emozionare chi ci avrebbe ascoltato. Lo zio di Alessandra aveva appena aperto il suo locale, e ci aveva chiesto di fare un piccolo spettacolo per la sua inaugurazione. Eravamo eccitatissimi. Quando Matteo, il proprietario, ci presentò alla gente, ero in ansia. Ma salii sul palco, chiusi gli occhi e incominciai a cantare, e d’un tratto tutto passò. Lasciai uscire dalla mia anima ogni sentimento, emozione. Mi divertii come non mai. Era come se dentro ognuno di noi ci fosse un drago da liberare. Quella sera aprimmo i cancelli del nostro cuore e ci lasciammo andare. Arrivati a metà del nostro repertorio, facemmo una pausa. Prima di riprendere però mi accorsi di uno sguardo familiare, tra la folla. Lo riconobbi solo quando, mentre stavamo suonando love me do, canzone dei nostri idoli rock, ritrovai quegli occhi marroni. Era lui, il ragazzo che avevo incontrato in quella giornata maledettamente triste. Quel ragazzo che col suo sguardo m’aveva fatto riflettere. Lo guardai bene e mi accorsi che era dotato di una bellezza incredibile. Distratta da cotanta meraviglia, non mi accorsi che anche lui mi stava guardando, e quando lo feci mi sentii talmente in imbarazzo. Abbassai rapida lo sguardo, poi mi misi a pensare e mi accorsi di un leggero fastidio al petto e di un tremolio alle gambe che non avevo mai avuto prima d’allora. Mi chiedevo come fosse possibile che io provassi ciò per una persona che neanche conoscevo. Alla fine dello spettacolo andai a cambiarmi e, una volta uscita dal camerino, mi fiondai sul bancone del bar per bere qualcosa. Quando chiesi al barista il conto però, mi disse che qualcuno lo aveva già pagato. Mi chiesi chi potesse essere stato, poi mi voltai e vidi quel ragazzo sorridermi. Bizzarro il modo in cui accese in me una forte sensazione di felicità. Si avvicinò e incominciammo a parlare. Ci guardammo negli occhi e solo allora conoscemmo bene i nostri volti ma non serviva, perché noi già ci amavamo. Probabilmente passarono due ore prima che mi riaccompagnasse a casa. Il suo nome era Marco. Aveva 19 anni e si era da poco trasferito dalla Spagna. Parlammo in breve delle nostre vite, ci raccontammo l’essenziale. Entrambi amavamo la musica rock. Fu questo ad accomunarci maggiormente. Col tempo scoprii che era una persona sensibile, romantica, dolce, ma col suo lato.. ‘rock’. Sapeva capirmi e starmi vicino. Sapeva farmi felice. Fummo ottimi amici, per un po’ di tempo, anche se sapevamo di appartenerci, sapevamo di provare l’un per l’altro sentimenti ben più profondi. Non pensavo di poter mai provare certi sentimenti per qualcuno, soprattutto durante quel periodo buio della mia vita. Provammo, a distanza di un anno e più, a scrivere una nostra storia d’amore nel destino. Eravamo felici, e lo siamo tutt’ora, a distanza di tanti anni, rimembrando come una grande passione ci avesse uniti, facendoci scoprire nuovi orizzonti e nuove speranze. Oggi, insieme, senza più timore di vivere, godendoci il presente, canticchiando:“ Love, love me do. ”.MARTINA DE CRECCHIO 2 D Pagina 9 La voce del Gonzaga La realtà è soggettiva 50 Anni. In 50 anni cosa può accadere? Bella domanda, non è vero? Ogni cosa è mutata. E il nostro protagonista si sente solo, tanto solo. È rimasto con la mente agli anni sessanta, anni nei quali ha conosciuto la sua Rosa. Lei, la donna della sua vita, la donna per la quale ha tanto aspettato, la donna che ama. La loro vita insieme è stata travagliata, piena di sofferenza, ma altrettanto piena d'amore, di vita. Hanno tanto desiderato avere figli. Per un lungo periodo è stata la loro sola fissazione. Ma adesso, adesso non importa più. Lei è morta, dicono. Lei, come tutti i loro sogni assieme. Lui non ci crede però; sa in cuor suo che tutto questo è uno scherzo, che tutto quello che continuano a ripetergli da giorni è puramente inventato. Non riconosce l'ambiente. Non riconosce nulla. Perché non riesce ad alzarsi? Perché Rosa non è con lui? Chi è quella gente che entra e esce dalla stanza? E suo padre? Era andato a Venezia per lavoro, ma dovrebbe già essere tornato da parecchio. Non comprende. Chiude gli occhi per cercare serenità e subito gli riaffiora nella mente la dolce figura della moglie. Quegli occhi nocciola, grandi ed espressivi, fantastici; quei capelli color notte che era solita mettere dietro l'orecchio destro; le mani fragili, calde e profumate. Tutto in lei è perfetto. Non si rassegna alla tragica storia che gli hanno raccontato. No. Non è possibile. per caso: ecco una donna che bussa alla sua porta per restituire una lettera arrivatale per sbaglio. Continua a ricordare: vede sua madre passeggiare per la strada di paese, appena fuori il loro piccolo bar a conduzione famigliare. È radiosa e felice perché ha appena comprato un nuovo cappello, uguale a quello della moglie del fioraio che aveva visto una settimana prima a messa. L' immagine diventa sfocata, ma ne arriva subito un'altra, più dolorosa. È una notte calma e scura, il telefono suona e lui risponde; è una voce sconosciuta che gli comunica che c'è stato un incidente, nel quale Salvatore, suo fratello, ha perso la vita. Era poco più che un bimbo, aveva 11 anni, ma il destino aveva voluto così. Salvatore amava avventurarsi in sentieri pericolosi, soprattutto nella notte. Amava il brivido della velocità, ma amava ancor di più le facce sbalordite dei suoi amici quando ascoltavano gli incredibili resoconti dei suoi “viaggi” notturni. Nessuno poteva placarlo, non i suoi genitori, non suo fratello, non sua sorella. Nessuno. Si sentiva invincibile. Ma purtroppo qualcosa era riuscito a fermarlo, e per sempre. Il giorno del suo funerale, 25 Settembre 1961, era presente tutto il paese; persino la ragazzina di città per cui aveva una cotta. Salvatore sarebbe senza dubbio rimasto sorpreso nel trovarla lì, ma ancor di più vedendo la lacrimuccia sul suo viso. E anche sul volto del nostro protagonista compare una lacrima e con lei una calda sensazione, bellissima e malinconica allo stesso tempo. D' un tratto sente la guancia di nuovo asciutta, quasi per miracolo. E via un altro ricordo. Ambiente familiare, casa sua. È con suo padre. I due parlano seduti in soggiorno, sono tranquilli. Discutono riguardo una cosa molto importante: il matrimonio con Rosa è prossimo, quindi stanno facendo uno di quei discorsetti che si affrontano in queste occasioni. Le parole sono solo in sottofondo, però, perché in realtà lui è concentrato su altro: Rosa è di là che cucina cantando. La sua voce. La sua meravigliosa voce. Come gli manca. Da qualche mese è uscita una canzone, una canzone inglese. Il nome del gruppo è impronunciabile per lei, però riesce a cantare qualche verso e mentre lo fa sembra davvero felice :” Lov, lov mi du. Iu no ai lov iu...”. Lui sa ancora quelle parole, solo quelle, ma gli bastano, gli sono sufficienti per poter rivivere quei momenti. Ricorda persino il ritmo; forse perché Rosa non faceva altro che cantarla. Gli sembra la canzone più bella del mondo, oltre a essere l'unica che rammenta, naturalmente. Apre gli occhi. Ancora non sa dov'è. Viene colpito da una figura nell'angolo. È una giovane donna. Questa lo guarda affettuosamente tenendolo per mano. Gli parla :” Com'è crudele con te la vita, papà. Mi dispiace molto. Non puoi alzarti dal letto, non puoi camminare, figuriamoci se puoi goderti i tuoi nipoti. Sono così arrabbiata. Non te lo meriti, questo. Hai condotto una vita di sacrifici, di duro lavoro e non puoi vivere serenamente i tuoi ultimi anni. Non so nemmeno se comprendi ciò che dico. Non so nemmeno se mi riconosci!” Lui non sa che fare. Non sa che dire. Non sa che pensare. È sua figlia? Ma, come? Lui e Rosa non erano riusciti ad averne. Non capisce. Tenta di parlare, ma è come dice quella donna: non può, non ce la fa. Fissa la persona seduta alla sua destra con insistenza, ma non percepisce niente, non sente istinto paterno; non prova assolutamente nulla. Cerca di considerare per un secondo l'ipotesi che la storia che gli hanno ripetuto molte volte sia vera. Si vede anziano, cosa che è convinto di non essere, insieme a Rosa e a tanti nipoti. Sì, senza alcun dubbio sarebbe stato bello avere una famiglia numerosa, proprio come l'aveva sempre sognata. Torna al presente, si sente morire: e se fosse vero? Se realmente avesse 82 anni? Si sente stanco e appesantito, ma non vuole credere che sia dovuto all'età. Ma se ipoteticamente fosse la verità, come mai non ricorda la vita, la sua vita? Com'è possibile? A quest'ora dovrebbe essere pieno di ricordi, più numerosi e variegati degli effettivi; ma non ne ha. Perché rammenta fino al 1968? Perché crede di vivere nel 1968? L' ultima immagine nella sua testa è legata a quella melodia, a Rosa che la intona. All' improvviso inizia a piangere lacrime amare di consapevolezza. Ora sa. Sa che per stare bene l'unica cosa da fare è cantare; ma non riesce e questo lo distrugge. Sente la donna asciugargli le gote e, dolcemente, avverte dentro di sé il ritmo. Coinvolgente, pieno di vita; il ritmo magico, il ritmo che ora per lui è tutto VIRGINIA D’ALESSANDRO 2 L Pagina 10 ...E ANCORA... I ricordi rimangono impressi per sempre Son passati già 10 anni dalla morte di mia madre. Ricordo ancora quando mi raccontava le sue belle storie per farmi addormentare, il suo tenero abbraccio e le sue dolci parole. Dopo la sua scomparsa rimasi sola con mio padre. Egli è molto importante per me, perché ha saputo farmi anche da madre, non mi ha mai abbandonata. Io lavoravo in un piccolo ristorante gestito da lui e siccome non potevo andare a scuola, frequentavo i corsi serali. La mia vita è sempre stata monotona, fin quando un giorno, mentre facevo delle compere per il locale, incontrai un bambino che si era perso. Era tutto impaurito e non sapeva dove andare. Allora con calma mi feci spiegare dove abitava e per puro caso viveva in una palazzina vicino al mio ristorante. Durante il ritorno a casa, questo bambino di nome Giulio mi raccontò la sua storia. I suoi genitori erano morti in un incidente stradale e lui era rimasto solo con suo fratello maggiore. Io mi rivedevo in lui, sapevo come si sentiva; in un attimo ti senti tutto il mondo crollare addosso. Suo fratello si chiama Matteo, egli per guadagnarsi da vivere suonava in una band rock e studiava in una università. Era sempre impegnato a fare le prove per i concerti e la maggior parte delle volte era costretto a lasciare il fratellino solo in casa. Gli raccomandava sempre di non andare in giro da solo ma lui faceva sempre il contrario. Il tempo passò così in fretta che arrivammo subito a casa. Giulio era felice del nostro incontro e lo ero anch’io; ero contenta di aver potuto ascoltare la sua storia ed ero curiosa di vedere com’era suo fratello. Mentre mi dirigevo verso il locale, come al mio solito, camminavo con la testa fra le nuvole, e mi scontrai con un ragazzo. Per un attimo rimasi a guardarlo, era alto e magro, aveva due occhi lucenti di colore verde smeraldo e i capelli scuri, con un ciuffo ribelle che gli scendeva sulla fronte. Anche lui mi fissava in un modo strano, come se volesse dirmi qualcosa ma non ne aveva il coraggio. Allora mi scusai per lo scontro, raccolsi in fretta le cose che mi erano cadute e scappai via. Per tutta la notte non riuscii a chiudere occhio, continuavo a pensare a lui. Il giorno dopo non riuscivo a trovare la foto con mia madre e pensai di averla persa durante lo scontro che avevo avuto con quel ragazzo. Per me quella foto significava molto, quindi volevo a tutti costi ritrovarla. Girovagai per giorni per tutte le strade del quartiere ma della foto non c’era la ben che minima traccia. Potevo chiedere a quel ragazzo misterioso, ma non sapevo neanche il suo nome. Giulio a cui mi ero affezionata tanto, spesso veniva a mangiare nel mio ristorante. Un giorno mi chiese se potevo andare a riprenderlo a scuola e mio padre mi diede subito il consenso, perché ormai per lui e anche per me, Giulio era uno di famiglia. Mentre andavo, vidi uscire dalla stessa palazzina di Giulio quel ragazzo con cui mi ero scontrata e senza farmi vedere lo inseguii. Stava andando proprio verso la scuola di Giulio, allora presi una scorciatoia in modo da arrivare prima di lui ed andò proprio così. Lo aspettai e appena mi vide mi riconobbe subito. Molto educatamente mi salutò e si presentò; si chiamava Matteo, come il fratello di Giulio. Tra me pensavo “ma non sarà per caso lui?” e la risposta alla mia domanda arrivò immediatamente. Infatti Giulio appena uscì da scuola abbracciò molto forte Matteo e mi disse che era suo fratello. Matteo rimase molto sorpreso e mi chiese se ero quella Chiara che Giulio nominava sempre e io gli risposi di sì. Mi sorrise e vidi nei suoi occhi che era felice e devo ammettere che lo ero anch’io. Volevo saperne di più di lui e conoscere la sua band, perché Giulio me ne parlava davvero tanto. Matteo mi ringraziò per tutte le cose che facevo per suo fratello e si scusò del disturbo che mi stava causando, ma purtroppo non poteva portare con sé Giulio all’università e a fare le prove; risposi che per me era un immenso piacere, perché ormai lo trattavo come un fratello. Arrivati a casa, Matteo mi salutò e mi chiese se quella sera volevo andare al suo concerto in città. Io non riuscivo a credere alle sue parole, quel giorno erano successe troppe cose. Volevo andare a tutti i costi al concerto di Matteo e per convincere mio padre gli dissi che con me portavo anche Giulio, ma non era vero. Non sapevo cosa mettermi per andare al concerto, alla fine mi vestii in modo semplice. Indossavo dei pantaloni stretti ed una camicetta a fiori, per quell’occasione mi truccai e misi un rossetto rosso. In me sentivo qualcosa di diverso, come se la mia vita stesse cambiando. Durante il concerto Matteo cantò tutto il suo repertorio, e fra tutta quella folla, con quei suoi occhi che brillavano fra tutte le luci del palco, cercava me. Io sentivo solamente quella sua voce melodiosa e mi sembrava di stare in un bellissimo sogno che rappresentava la realtà. Quando il concerto finì, lo aspettai seduta su una panchina. Ad un certo punto sentii una persona avvicinarsi e come mi girai, vidi che era proprio lui. Tra le sue mani teneva la foto che avevo perso e me la restituì dicendomi che mi era caduta il giorno in cui ci eravamo scontrati. Lo ringraziai e mi congratulai con lui per la sua bellissima voce e per la sua meravigliosa band. Mi rispose che era stato solo merito della mia presenza se era riuscito a cantare così bene. Proprio in quel momento, mentre i nostri sguardi si incontrarono, da una radio rimasta accesa, si sentiva la canzone dai Beatles “Love me do”. Mi fece provare forti emozioni e mi commossi talmente tanto che dai miei occhi scesero delle lacrime. Matteo con la mano me le asciugò e mi strinse forte fra le sue braccia; e quell’atmosfera così romantica ci trasportò in un tenero bacio. Insieme tornammo a casa ed entrambi non riuscivamo a credere a quello che era successo. Per la prima volta andai a dormire con il sorriso stampato sulle labbra e nella mente riascoltavo quella bellissima canzone. Non riuscivo a togliermi dalla testa quel ritmo così incalzante e coinvolgente. Da quella sera iniziammo a frequentarci come una vera coppia innamorata ed anche Giulio era felicissimo; lui aveva desiderato ardentemente questo momento, perché in me vedeva una figura materna, che ad entrambi mancava molto. Ci incontravamo spesso di nascosto da mio padre; perché lui è una persona molto complicata, era difficile parlargli di questo argomento, e lo era soprattutto per me. Ma un giorno riuscimmo a parlargli della nostra relazione e lo convincemmo, dicendogli che non riuscivamo a stare separati, perché era troppo sofferente sopportare la lontananza. Alla fine ci comprese e accettò addirittura l’idea del nostro matrimonio. Io sapevo che alla fine ci avrebbe capito, perché anche lui per mia madre provava le stesse emozioni che mi legano a Matteo. Purtroppo la vita non è tutta rosa e fiori, anche io e Matteo abbiamo le nostre debolezze. Lui è sempre circondato dalle sue ammiratrici, perché con i suoi concerti è diventato molto famoso, ed io a volte mi arrabbio e mi ingelosisco per niente. Per calmarmi, mi canta la nostra canzone. Cantandomela mi fa capire che il suo amore è sincero, che nella sua vita ha trovato una persona fantastica da amare e che nel suo cuore c’è posto solo per me. ELODIA SABLONE 2L La voce del Gonzaga La nebbia era fitta, la strada deserta, buia, illuminata solo da quel corpo celeste che a volte c’è e a volte no. Eppure Marta Campobasso la percorreva in auto ogni notte per tornare a casa dopo il turno di lavoro alla radio. Ma quella fu una notte diversa, una notte che avrebbe segnato la sua vita. Ignara di ciò che l’attendeva proseguiva il suo ritorno a casa tranquilla e soddisfatta mentre ascoltava alla radio il suo brano preferito “Love me do” .Ad un tratto dietro tutta quella foschia intravide una luce, così si avvicinò. Era un’altra auto, che era uscita fuori strada. Avvicinandosi vide all’interno un giovane che con gli occhi semi aperti le lanciò uno sguardo. Aveva i capelli castano chiari e gli occhi color oceano, non sembrava italiano.Marta non si fece prendere dal panico scese, e con fatica riuscì a trascinare il giovane nella sua auto, correndo all’ ospedale più vicino. La ragazza, dopo essersi assicurata che i medici si fossero presi cura del giovane, andò via dimenticando l’accaduto e pronta a ritornare alla vita di tutti i giorni: il lavoro alla radio e la sua amata nonna,Maria, che l’aveva cresciuta con tanti sacrifici dopo la morte dei suoi genitori all’età di cinque anni. In ospedale la ripresa del giovane fu più lunga del previsto, rimase stordito dai farmaci tre giorni per poi risvegliarsi in un totale vuoto di memoria, l’ unica cosa nella sua menta era l’immagine di un viso angelico, un viso di una giovane mora coni i capelli lunghi e mossi e gli occhi color mandorla, a cui facevano da sottofondo le parole di una canzone melodiosa “Love me do”. Dopo circa una settimana riacquistò la memoria, riconobbe tutti i parenti che erano andati a trovarlo in ospedale, si ricordò di chiamarsi William Trade di essere il figlio di un ricco imprenditore americano e che era venuto in Italia per approfondire i suoi studi universitari. L’immagine di quella giovane lo perseguitava così si rifiutò di ritornare in America con i genitori, perché voleva ultimare gli studi, ma in realtà il suo unico obiettivo era quello di ritrovare la ragazza a cui doveva la vita. Così lo stesso giorno di uscita dall’ospedale chiese ai medici informazioni su di lei; questi furono molto dettagliati nel poiché spesso Marta svolgeva volontariato nel pronto soccorso che si trovava al piano inferiore. William iniziò subito le ricerche presso la stazione radio che i medici e gli infermieri gli avevano indicato, come luogo dove Marta lavorava da diversi anni. Purtroppo l’esito non fu quello sperato perché quando chiese notizie su di lei allo sportello informazioni gli dissero che da qualche giorno la ragazza non lavorava più lì e che per problemi familiari aveva perfino dovuto cambiare residenza. William non si arrese e con i soldi destinati agli studi ingaggiò un investigatore privato.Nel frattempo un suo domestico aveva tenuto informati i genitori, raccontando loro che il figlio che stava spendendo tutto il denaro per via di una ragazza.I signori Tander assolutamente contrariati per l’accaduto non intesero più finanziare il soggiorno di William. Si prese del tempo per riflettere. Intanto l’investigatore privato aveva scoperto che la giovane si era trasferita a Roma per portare la nonna in un ospedale specializzato, visto che era molto malata e aveva bisogno di cure.William restava dell’ intenzione di conquistare quella giovane che aveva toccato il suo cuore solo con uno sguardo; sentiva che quella poteva essere la donna con cui avrebbe voluto passare la sua vita: era diversa da tutte le ragazze che lo circondavano nella villa in cui viveva in America, e del tipo che i suoi genitori volevano per lui. Quegli occhi parlavano di una ragazza che aveva affrontato i dolori e le gioie della vita e che tutto ciò che era lo era sicuramente non perché dietro di lei ci fossero genitori facoltosi che l’avevano fatta diventare qualcuno, ma perché con la sua semplicità, la sua genuinità riusciva a conquistare il cuore di tutti. Questi pensieri invasero la mente di William per tutto il viaggio verso Roma in auto stop. Una volta arrivato a destinazione egli cominciò a salire le scale dell’ ospedale con il cuore in gola, consapevole del fatto che era l’ ultima opportunità di poter conquistare quella che voleva come compagna per la vita. Arrivato in reparto chiese di una certa Maria accompagnata da una giovane di nome Marta. I medici gli indicarono la stanza ma gli dissero che le condizioni della di vita della signora ormai non lasciavano più sperare se non nel caso in cui si fossero adottate cure mediche molto costose. Perplesso, amareggiato e preoccupato avanzò verso la stanza: vide Marta in lacrime e la nonna sedata e in un lento spegnimento come un focolare senza legna. William non ebbe neppure il coraggio di avvicinarsi a Marta,ora il suo unico pensiero era come far salvare Maria, perché vedeva il dolore della donna che era diventata il centro della sua vita. Ormai non aveva più nulla, né denaro, né casa, né beni, né appoggio dei genitori. Decise così di rivolgersi agli usurai che gli dettero la quantità di denaro necessaria. Consapevole di non poter estinguere il debito, prese comunque il denaro, lo mise in una busta con un biglietto su cui aveva scritto “Love me do” e lo inserì nella cassetta postale della casa in cui Marta stava temporaneamente alloggiando a Roma. Quei soldi fecero uscire la nonna di Marta dall’ospedale e ridettero il sorriso a quella giovane che nella vita aveva già tanto sofferto. Marta non venne mai a conoscenza dell’ identità dell’ autore del gesto. William distanza di mesi non potè pagare l’enorme debito così fu disposto a morire, sì a dare la sua vita per amore. NAOMI TORTORA 2L Pagina 11 La voce del Gonzaga Kate, 15 anni, un passato alle spalle diverso da quello della maggior parte delle sue coetanee. Un passato DIVERSO. Dopo aver finito di studiare per il giorno seguente, Kate mette le cuffie nelle orecchie, accende il suo I-pod e si sintonizza con la radio. In quell’istante sente ben scandita nella sua mente la voce di Michael Jackson che canta queste parole: “Send them your heart So they’ll know that someone cares And their lives will be stronger and free” “Manda loro il tuo cuore così sapranno che a qualcuno interessa qualcosa di loro e le loro vite saranno più forti e libere” Qualcosa in Kate non va. Si sente persa, si sente piena e allo stesso tempo vuota di emozioni. Nella sua mente scorrono le pagine della sua vita, l’infanzia che non ha avuto, i lividi, i pugni, le ferite sul corpo e nel cuore, l’impossibilità di aver avuto una vita “normale”, un infanzia priva di sorrisi, gioia, divertimento e serenità. Un mondo pieno di “diritti” dai quali fuggire. Qual è stata la condanna più grande della sua vita? Essere nata donna in una realtà sbagliata, una realtà che discrimina e umilia le donne. Kate era una delle ennesime “bambine invisibili” del territorio delle Ande, senza identità, senza istruzione, che già all’età di tre anni era costretta a lavare enormi quantità di biancheria nell’acqua bollente con le sue manine piccole e delicate. Kate non conosceva il significato della parola Amore, era piena di sogni e di ambizioni, soprattutto sperava di svegliarsi da quel brutto sogno che era il suo mondo, la sua vita. Gianni e Maria, una coppia appena sposata, si recano in quel territorio per una missione umanitaria ed un giorno si innamorano a prima vista di Kate. La piccola prova un sentimento che mai aveva sentito in vita sua. Ama e si sente amata. Dopo aver aiutato il suo villaggio, Maria e Gianni riescono a portarla in Italia. Kate è come se nascesse per la seconda volta, le viene attribuita un’identità e inizia a frequentare la scuola, ha dei genitori che la amano e che la accettano per com’è. La sua vita diventa libera, lei stessa ora è una donna forte e libera grazie a due persone fantastiche che ora chiama mamma e papà. Valeria Buccione 2N GLI ALTRI ELABORATI CHE HANNO PARTECIPATO AL CONCORSO, VERRANNO PUBBLICATI NELLE PROSSIME EDIZIONI. Otto domande al professore più discusso dell'anno! 1- Come si trova in questa scuola? E' soddisfatto? Certo! Mi trovo benissimo,davvero. 2- Quali sono state le sue prime impressioni? Ho pensato da subito che questa sia una scuola che funzioni. Gli alunni sono motivati e i colleghi sono molto bravi. 3- Secondo lei,quali sono gli aspetti positivi e negativi? Di aspetti negativi non ne ho trovati. Tra quelli positivi c'è sicuramente il lavorare insieme ai ragazzi. Cerco sempre di comprendere i loro problemi,e questo mi fa sentire anche più giovane! 4- Com'è il suo rapporto con gli altri docenti? Molto buono,ho davvero degli ottimi colleghi. Ovviamente ci sono quelli con cui,tra una battutina e l'altra,vado più d'accordo. Ma devo dire che sono tutti molto bravi. 5- Da quanti anni fa questo lavoro? Posso dire di fare l'insegnante da una vita. Per l'esattezza dal 1985, perciò da circa 27 anni. 6- Avrà notato che la scuola è frequentata maggiormente da una componente femminile. Come si sente al riguardo? E' imbarazzato? Assolutamente no. Devo dire che non mi è mai capitata una situazione del genere, avendo insegnato in scuole quasi del tutto maschili. Ma penso che le ragazze siano molto più studiose e disciplinate, perciò nessun imbarazzo! 7- Se avesse la possibilità,tornerebbe ad insegnare in questa scuola? La possibilità c'è,in quanto sono titolare qui. In realtà,vorrei tanto poter tornare a lavorare a Lanciano; ma,nonostante ciò,sono molto contento di rimanere. 8- Bene. Ora,se non le dispiace, vorremmo chiederle qualcosa di più personale. E' sposato? Sì,certo. Sono sposato ed ho anche un figlio di 22 anni,Matteo. Trivelli, Belluco, La Cioppa, Di Berardino, 3M Soddisfatte pienamente, ce ne torniamo nella nostra classe e aspettiamo con ansia...l’ora di scienze! Pagina 12 La voce del Gonzaga 27 Gennaio 2013 GIORNO DELLA MEMORIA Gli studenti del Gonzaga, riuniti in Assemblea, ...RICORDANO...E IMMAGINANO... L’ULTIMA STELLA di Giorgia Cellini 2N Vorrei raccontarti una storia…parla di me e di te, dei giorni difficili trascorsi a pensare quando finirà tutto questo, quanto dobbiamo soffrire ancora, quanto dobbiamo ancora sopportare per avere la libertà. La libertà mi manca; mi manca la brezza dell’aria sulla pelle, la corsa in un campo assolato, la vista di un tramonto…insieme. ..Mi mancano quei giorni di vita che ora passano velocemente davanti ai nostri occhi… Mi manca guardare il cielo, con le sue stelle che illuminano il buio e fanno felice la notte. Amico mio…sono così difficili le ore e i minuti che passano. Piango all’idea di una vita che avremmo potuto avere. Spero di svegliarmi e di capire che la vera realtà mi sta aspettando lì fuori…Lì dove c’è quella stella, l’ultima stella che si spegnerà…e sarò io, per te, quella stella. IMMAGINA di Francesco Di Giorgio 1L Immagina un bambino troppo spaventato per poter urlare Immagina una donna troppo triste per poter abbracciare Immagina un uomo troppo magro per poter mangiare. Immagina un luogo da cui solo fumo uscirà Immagina un luogo del quale non si saprà, immagina le righe sbiadite dal sudore immagina dei numeri troppo lunghi da poter ricordare. Immagina un uomo troppo freddo per poter perdonare Immagina le macerie di una città di cui mai più si ricorderà. Tutto questo è un incubo, tutto questo è successo e per questo, per non dimenticare, vi chiedo di immaginare e di perdonare l’uomo che senza pensare alzò il fucile e di ricordare l’uomo che sentì il tuono quel tuono che, senza pietà, gli tolse tutto. AL BUIO IL VIAGGIO A AUSCHWITZ di Damiano Di Renzo 1L CARO DIARIO,OGGI E’ UN GIORNO TRISTE PER ME , SONO VENUTI I SOLDATI TEDESCHI A PRENDERMI , SONO ENTRATI IN CASA BUTTANDO GIU’ LA PORTA E CI HANNO TRASCINATI TUTTI SUL CAMION SCOPERTO , TRA LE GRIDA DI MIA MADRE E MIA SORELLA . LEI PIANGEVA DISPERATAMENTE E PAPA’ SUPPLICAVA DI NON FARCI DEL MALE. SUL QUEL CAMION ERAVAMO IN TANTI , TUTTI AMMASSSATI GLI UNI AGLI ALTRI. CI HANNO PORTATO AD UNA STAZIONE DOVE CI ATTENDEVA UN LUNGO E AFFOL-LATISSIMO TRENO; ERA PIENO DI EBREI . SIAMO TUTTI SALITI MA ERA UNO STRANO TRENO, SENZA POSTI A SEDERE, DOVEVAMO PER FORZA STARE IN PIEDI STRETTI TRA DI NOI. MIA MADRE CONTINUAVA A PREGARE CON UN ROSARIO STRETTO TRA LE MANI, PAPA’ TENEVA IN BRACCIO MIA SORELLA ED IO CONTINUAVO A CHIEDERMI COSA SAREBBE STATO DI NOI. E POI QUEL CANCELLO E TANTE , TANTE PERSONE CON LA STESSA ESPRESSIONE SUL VOLTO. IN QUEL MOMENTO, HO CAPITO CHE CHI ENTRA DA QUEL CANCELLO, HA POCHE SPERANZA DI USCIRNE... IO CE L’HO FATTA… di Andrea Capo 1L Al freddo, al buio. PAURA. Questa è la mia vita nel più grande inferno artificiale presente su questo pianeta. Si chiama Auschwitz, un campo di concentramento nazista, dove ogni giorno muoiono centinaia di persone e dove, i soldati nazisti, non hanno pietà per nessuno. Sono vivo per miracolo; i miei fratelli hanno dato la loro vita per salvarmi, sacrificandosi al rastrellamento. Eh già…la vita…. La vita qui è estremamente dura: bisogna correre tutto il mattino e chi si ferma, anche solo per una decina di secondi, è morto. Ci sono tantissime camere a gas ed io ho assistito alla morte di molte persone innocenti. Molto spesso qualche soldato uccide un prigioniero senza motivo, addirittura per puro divertimento. Forse all’inferno si starebbe meglio, e non so come né quando toccherà a me la stessa sorte di tantissimi altri miei compatrioti Ebrei. Non so quanto tempo ancora starò in questa assurda dimora. Spero di uscirne vivo. Pagina 13 La voce del Gonzaga BIOMASSA: SCEMPIO ECOLOGICO di Alessia Pellegrini 4C Negli ultimi decenni, a causa della diminuzione del petrolio, l’uomo ha avvertito l’esigenza di trovare nuove fonti di energie alternative e rinnovabili. Fra le più sviluppate vi sono: l’energia eolica, l’energia solare, l’energia geotermica e l’energia fotovoltaica. A queste, si sta affiancando anche l’energia ricavata dalla combustione delle biomasse. Per biomasse si intendono tutti quei materiali di scarto derivanti dalla lavorazione di prodotti organici come oli vegetali, scarti della lavorazione agricola, scarti derivanti dalla macellazione delle carni, residui della lavorazione del legno e tutti quei materiali di scarto nei cui processi di lavorazione non avvengono sintesi chimiche. Le Centrali a Biomasse sono state progettate circa vent’anni fa nel Nord Europa per sopperire al bisogno di riutilizzare gli scarti di legname prodotti dalle industrie, ridurre il trasporto su gomma, e convertire i materiali riciclabili in energia termica. Infatti, queste centrali sono state utilizzate per il teleriscaldamento di interi quartieri e per produrre l’energia elettrica da rivendere ai gestori locali. La normativa europea sulle biomasse sostiene che il materiale combustibile, per alimentare le centrali, deve essere reperito in un raggio di non oltre dieci kilometri. In Italia, le centrali a biomassa sono state installate qualche anno dopo rispetto a quelle del Nord Europa e si trovano in maggiore concentrazione nel Nord Italia. Negli ultimi cinque anni hanno avuto un maggiore sviluppo anche nel Centro-Sud, successivamente alla chiusura di molti siti adibiti a discariche a cielo aperto. In Italia, a differenza dell’Europa, il raggio di approvvigionamento dei combustibili è stato esteso a cento kilometri. Con l’avanzare della scienza e della tecnologia, è stato dimostrato che queste centrali non sono del tutto a impatto zero sull’ambiente, in quanto esse rilasciano nell’aria quantità di PM10, nano-polveri che attualmente non possono essere bloccate da opportuni filtri. Le PM10 sono estremamente pericolose, perché venendo a contatto con le cellule del corpo, le modificano dando origine a neoplasie, malattie cardiovascolari, malattie delle vie respiratorie, malattie del sangue, ictus e, da ultimo, anche effetti teratogeni. Si è inoltre scoperto che queste centrali rilasciano grandi quantità di Diossina, le quali se non adeguatamente filtrate, si depositano per un raggio di venti kilometri dalla centrale. Purtroppo è cronaca dei nostri giorni la nuova apertura della centrale a biomassa a Vallemare, frazione di Cepagatti (Pe). Le centrali sono state studiate per poter smaltire i rifiuti organici del posto, ma la suddetta non presenta questi requisiti, in quanto il luogo non permette un approvvigionamento di materiale di scarto tale da poter far funzionare la centrale in modo continuo e redditizio, obbligando perciò il gestore a dover importare materiale da altri luoghi. Inoltre, sembra che la nostra centrale non rispetti le distanze necessarie dai centri, dalla zona commerciale e soprattutto dai fiumi Nora e Pescara. Un altro dato, non trascurabile, è che la Vallata del Pescara, dove essa è situata, è stata ritenuta una delle vallate più inquinate d’Europa tanto che le ultime ricerche condotte dal WWF hanno evidenziato nelle zone del pescarese lo stesso grado di inquinamento da PM10 di Istanbul. Inoltre, l’area circostante alla centrale ha registrato, nell’arco degli ultimi decenni, un aumento esponenziale di neoplasie, ictus e malattie cardiovascolari. Le autorità locali e regionali hanno concesso l’autorizzazione alla costruzione della centrale, ma per contrastare questo ennesimo scempio ambientale, sono nate delle associazioni locali che stanno combattendo in modo attivo. Nel Nord-Europa, molte centrali a biomassa stanno chiudendo, perché si è notato che non hanno apportato il previsto beneficio e, nella maggior parte dei casi, hanno peggiorato la situazione ambientale locale. L’Italia, infatti, è stata sanzionata dalla Comunità Europea, perché dovrebbe ridurre le sue centrali soprattutto nel Nord, dove si registrano altissimi livelli di PM10. Sarebbe opportuno che tutti noi riflettessimo sulla necessità di custodire l’ambiente in cui viviamo, che è fonte di tutto, per tutelare l’intero patrimonio ambientale, ma soprattutto per proteggere la nostra salute e la nostra vita! Pagina 14 ...e non solo... "LE IDEE CHE BLOCCANO IL PROGRESSO E MINACCIANO IL FUTURO" Un gruppo di fondamentalisti islamici, il 7 febbraio scorso ha causato la morte di dieci volontari tra cui 9 donne. Loro stavano effettuando il vaccino anti-poliomielite ad alcuni bambini, in una clinica nigeriana. Per i terroristi non è stato il primo attacco,poiché già in precedenza avevano provocato la morte di 1400 anime. Tale questione divide i pareri occidentali da quelli orientali, divisioni queste derivate da profonde radici culturali: la disinformazione degli jhiadisti, che vedono nei vaccini un pericolo per il loro popolo. La situazione evidenzia la presenza di “ due aghi di una stessa bilancia”. Da una parte gli occidentali che vogliono aiutare a prevenire le malattie che ogni giorno decimano le popolazioni africane, dall'altra l'Oriente timoroso, guidato da un sentimento di non fiducia. F. Liberatore, F.Sulpizio, C. Gentile, C. D'aloisio 3M SARA’ SOLO SUPERSTIZIONE??? Vi ha mai attraversato la strada un gatto nero? Vi è mai successo di svolgere un compito in classe, decisivo per l'anno scolastico, di venerdì 17? O mentre vi truccavate il vostro specchietto preferito si è rotto in mille pezzi ? Vi è mai capitato di inciampare in palestra e di ricevere dalle compagne di scuola frasi del tipo <<forse ti devi far ribenedire?>>. Vi è mai capitato di avere un forte mal di testa davanti a vostra nonna ? Forse avete pensato che era solo colpa di una jettatura (dal verbo "gettare") un tremendo influsso negativo, gettatovi addosso dall' invidia di qualcuno. Ma eccovi alcuni rimedi : evitate di camminare sulle crepe; buttate un pò di sale per terra; fatevi togliere il malocchio dalla nonna con il suo “dito magico” e osservate bene l'olio nel piatto pieno d'acqua; mettetevi al collo un bel cornetto rosso ; riempitevi la scrivania di civette e di amuleti. Sono tante le credenze popolari ma saranno vere? Lasciamo a voi la risposta a questo quesito, ma se avete dei dubbi da chiarire potete leggere "La Patente" nelle “Novelle di un anno” di Luigi Pirandello, lo scrittore siciliano che nel 1934 ottenne il primo premio Nobel per la Letteratura . E’ un racconto divertente che narra di un uomo che si ritiene porti sfortuna con la sua sola presenza, e che sia in grado di gettare il malocchio e di esercitare influssi negativi sulle vite altrui. Questi allora si rivolge ad un giudice per denunciare i suoi calunniatori. Qualora non vinca la causa sarà per sempre in possesso della “patente da jettatore” che gli frutterà altrettanta ricchezza. “La patente” di Pirandello fu anche interpretata da Totò nel film “Questa è la vita” nel 1954 nella parte dello jettatore , che riscosse molto successo per la simpatia e la grande comicità. Roberta Mincarelli Classe 1^ D La voce del Gonzaga Sensazionale scoperta destinata a cambiare il mondo HOMO ERECTUS SCOPRE IL FUOCO Finalmente può cuocere i cibi, scaldarsi e difendersi dalle belve feroci ...DIRETTAMENTE DALL’ANTICHITA’ A Babilonia vige la legge. ESPOSTO IN PIAZZA IL CODICE DI HAMMURABI Il sovrano intima ai cittadini…”E adesso tutti attenti ai denti” Secondo alcune testimonianze, sembrerebbe che Homo Erectus abbia fatto una scoperta sensazionale in grado di proteggere le tribù da invasioni nemiche. Si tratta di una misteriosa fonte di calore comparsa per caso, mentre stava lavorando delle pietre in una foresta vicina al villaggio. Alla prima visione di quello strano fenomeno sembra che sia ritornato terrorizzato dagli altri membri della tribù, i quali, credendo che si trattasse di una maledizione da parte degli dei, gli avrebbero proibito di recarsi nuovamente in quella foresta. Homo Erectus, spinto dalla curiosità di scoprire di cosa si trattasse, ha deciso di tornare nel bosco tentando di far apparire nuovamente quella strana fonte di calore sfregando due pietre, finché dopo alcune scintille è arrivato il momento tanto atteso da Homo Erectus, che per la forte emozione non si è accorto che la sua mano stava bruciando! In preda al panico è scappato alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarlo, ma l'unica cosa che ha trovato, pare sia stato un branco di lupi affamati. Istintivamente ha avvicinato il fuoco verso gli animali che sono fuggiti spaventati. Quando Homo Erectus è ritornato al villaggio, ha raccontato quell'incredibile esperienza ai suoi compagni che hanno subito disposto sul confine delle torce per proteggersi dall'attacco di bestie selvagge. Siamo andati a visitare questa tribù e abbiamo scoperto che sono stati trovati altri modi per poter utilizzare il fuoco: per illuminare e scaldarsi durante le notti gelide, per cuocere i cibi... insomma, gli abitanti della tribù che affermavano che il fuoco fosse una maledizione si sono dovuti ricredere: sembrerebbe che si tratti di una vera e propria benedizione che sta cambiando le loro vite in meglio! Letizia Maggi 1M Babilonia 1782 a.C. Il Re Hammurabi unifica le norme che da tempo regolano la vita in un’unica raccolta di leggi che porta il suo nome: ''Codice di Hammurabi''. Da troppo tempo il sovrano è costretto ad analizzare e giudicare le discussioni fra i suoi cittadini, così ha incaricato gli scribi di scrivere ed incidere le regole su una pietra enorme posta in pubblico per metterle a conoscenza di tutti. In questo modo noi cittadini babilonesi abbiamo la possibilità di verificare la nostra condotta secondo le leggi del sovrano e quindi di evitare determinati comportamenti o scegliere di attuarli a nostro rischio e pericolo. Il Re ammonisce “E adesso tutti attenti ai denti” infatti la pena per i vari reati è spesso indicata dal torto o dal danno provocato secondo il criterio “occhio per occhio,dente per dente”. Ad esempio la pena per l'omicidio è la morte. Ovviamente le varie classi hanno diritti e doveri diversi, e differenti pene che possono essere corporali o pecuniarie, scelte, purtroppo, in base alle possibilità economiche del cittadino coinvolto, nonchè allo stato sociale della vittima. Siamo ancora lontani da una vera giustizia…ma forse fra tanti ‘denti’ capiremo che nessun reato vale più di un sorriso splendente.. Marta Zampoli 1M Prevista per 438 a.C. prossimo venturo una straordinaria Nuova Apertura ad Atene IL MEGA-PARTENONE Un maestoso tempio dedicato ad Atena si erge sull’Acropoli della città. Dopo nove anni finalmente il Partenone è pronto. Spicca sull’Acropoli di Atene in tutta la sua maestosità come se volesse dominare la città. Sotto iniziativa di Pericle e progettato dall’architetto Ictino, il tempio è stato realizzato con marmo locale, seguendo lo stile dorico e ionico. Al suo interno potremo ammirare la statua della dea Atena , protettrice della città, alla quale è stato dedicato il tempio. Non passa inosservato lo splendido fregio che l’architetto nonché scultore Fidia ha realizzato lungo tutto il perimetro. In quest’ultimo potremo ammirare scene di cavalieri in sella ai loro cavalli, uomini, musici e tantissime altre scene che ci faranno rievocare la nostra cultura, ma per far questo non ci spetta altro che ammirare da vicino il nuovo padrone della città. All’interno oltre a gigantesche statue troveremo anche un'ara su cui si svolgeranno i sacrifici, ma alla quale potranno avvicinarsi solo i sacerdoti. Inizialmente si pensava che a causa della vicinanza con il tempio di Efesto il Partenone sarebbe passato in secondo piano, ma questo pensiero non ha sfiorato neanche per alcuni secondi gli abitanti di Atene. Le dimensioni eccezionali del monumento, il prestigio dei suoi progettisti e la precisione della posa in opera fanno già presagire che è destinato a diventare il simbolo imperituro della nostra maestosa acropoli...l'eterna Atene Eleonora Pelaccia IN Che ci sia un nuovo amore in arrivo? FEELING TRA TESEO E ARIANNA: I RETROSCENA DELLA LOTTA CONTRO IL MINOTAURO La figlia del re di Creta attratta dal giovane ateniese, Minosse dichiara: “Non me lo sarei mai aspettato da mia figlia”. In questo periodo non si parla d’altro. Teseo, il giovane ateniese, ha sconfitto il Minotauro che Minosse, re di Creta, teneva al centro del labirinto nel palazzo a Cnosso. Ormai da tempo Atene doveva mandare sette ragazzi e sette ragazze a Creta, in pasto al mostro. Ma quest’anno c’è stata una svolta: Teseo ha sconfitto il Minotauro, ponendo fine a quest’obbligo. Molti si sono fermati all’atto eroico compiuto dal giovane, ma noi siamo voluti andare in fondo alla vicenda. Teseo non sarebbe mai riuscito nell’impresa senza un inaspettato aiuto, quello di Arianna, figlia di Minosse. La ragazza lo ha aiutato, donandogli un filo magico per non perdersi nel labirinto e una spada avvelenata. Quello che ci chiediamo è: perché l’ha fatto? Che la giovane sia rimasta affascinata dal ragazzo quando lo ha visto scendere dalla nave che l’ha condotto a Creta? Che ci sia sotto un sentimento nei confronti del giovane? Ammettiamo che Teseo è davvero un bel ragazzo. Con quei capelli neri e ricci e quegli occhi verdi come il mare conquisterebbe tutte le ragazze della Grecia. E forse sono stati proprio quegli occhi ad affascinare così tanto Arianna da farle decidere di aiutare il ragazzo, a discapito del padre. L’interesse sembra essere reciproco, dato che Teseo, secondo molte voci, avrebbe proposto ad Arianna di scappare insieme a lui. La ragazza ha accettato senza indugi, scatenando l’ira del padre, che non si sarebbe mai aspettato che la figlia potesse fare una cosa del genere. Fonti accertate ci dicono che proprio ieri Teseo e Arianna sono salpati sulla nave che li riporterà ad Atene, dove, secondo molti, hanno intenzione di iniziare una vita insieme. Non sappiamo come andranno le cose. Chissà, magari Afrodite ha in serbo sorprese per il loro amore… L’unica cosa di cui siamo certi è che Arianna deve stare molto attenta. Ora che ha anche la fama di essere un eroe, chi riuscirà più a resistere al bel Teseo? Debra Di Pietrantonio 1N Pagina 15 La voce del Gonzaga Cleopatra, altera e accogliente regina, signora di spirito e compagna perduta d’amore,donna d’affari e moglie affettuosa ci svela i suoi segreti di bellezza! Comincia la sua esposizione di prodotti premettendo di affidarsi UNICAMENTE a ciò che la natura offre: sostanze naturali e vegetali, abilmente scelte e preparate. “Una nave fa spola tra Egitto e Grecia per procurarmi la maggior parte dei miei prodotti, dagli unguenti ai balsami, e sono inoltre molto economici” – ci confida. Il bagno non è solo un momento di igiene personale, ma è una vera e propria cura di bellezza! Bagni lenitivi, impacchi naturali e fanghi a base di puro limo del Nilo sono le cure quotidiane della regina Cleopatra la cui bellezza è sempre impeccabile. Nei prossimi articoli, vi sveleremo i segreti della Regina per donare un aspetto impeccabile alla vostra pelle. Sara Spinosa IN 1870: entra in vigore la legge contro il lavoro minorile. I nostri bambini possono finalmente fare i bambini. Inghilterra: I bambini lavorano come schiavi, finalmente la legge si schiera dalla loro parte. Le fabbriche sfruttano i nostri bambini facendoli lavorare come uomini, anzi peggio, loro che sono il nostro futuro devono svolgere il lavoro definito “inferiore”, quello più duro. Sono per lo più orfani o poveri che vengono reclutati e messi a lavorare in condizioni disumane, in luoghi malsani, con orari insostenibili. Oggi, la legge ha voluto regolamentare questo problema e prenderne consapevolezza. I bambini hanno il diritto naturale di crescere ed essere educati dalle proprie famiglie, di istruirsi e di giocare. E’ ripugnante pensare che un paese abbia sviluppato il proprio sistema industriale sfruttando il lavoro disumano di questi piccoli uomini e di queste piccole donne, costretti a crescere troppo in fretta, non avendo potuto vivere con dignità una tappa fondamentale della vita dell’essere umano: l’INFANZIA. Certamente questa legge non Pagina 16 potrà fare miracoli, ma è rilevante che si sia voluto cercare di porre fine a questa catena infinita di sfruttamento dei bambini costretti a lavorare come schiavi, senza dignità e senza nemmeno un pizzico di rispetto e tutela. E’ spiacevole constatare che ragazzi tra i 7 e i 12 anni costituiscono parte rilevante della manodopera delle fabbriche statunitensi e pensare che da adulti saranno sordi per via degli ambienti di lavoro rumorosi, storpi per l’eccessivo sforzo fisico o asmatici per l’assidua inalazione di prodotti chimici. BASTA! Poniamo fine a questo vergognoso abuso! Costruiamo solide e ciclopiche mura di difesa intorno al concetto di INFANZIA, per difendere e promuovere questo inderogabile diritto alla vita. Antonella Alessia Di Cola 4 M La voce del Gonzaga Cronaca di un lutto che sconvolge l’Europa MUORE NAPOLEONE BONAPARTE ‘Così percossa e attonita la Terra al nunzio sta’ Ieri 5 Maggio 1821 e precisamente alle ore 05 e 49 minuti nell’isola di Sant’Elena dove è stato esiliato per la seconda volta, è venuto a mancare uno dei generali più importanti che la storia abbia mai conosciuto: Napoleone Bonaparte. L’uomo che ha condotto i francesi oltre i confini del mondo, come nessuno era mai riuscito a fare. Le cause della morte sono tuttora incerte. L’autopsia verrà effettuata nei prossimi giorni, ma le ipotesi più accreditate sono ulcera o avvelenamento da arsenico. Fra pochi giorni sapremo tutto con certezza. Il lutto si estende non solo a tutta la nazione francese, ma anche oltre, infatti quest’oggi moltissime persone piangono questo grande Generale. Le lacrime sono infinite perché mai nessuno riuscirà a rimpiazzare la figura maestosa di Napoleone: abile stratega e conquistatore insaziabile di territori, ma soprattutto di consensi popolari. Tutti l’hanno amato, acclamato e lodato, forse perché è stato l’unico generale che sia mai riuscito a conquistare anche la stima dei nemici. Muore accerchiato da poche persone che gli sono state vicine durante gli ultimi anni della sua vita, in segno di una instancabile volontà di stargli sempre accanto nel bene e nel male: quattro generali e militari francesi, il maggiordomo, il cameriere privato, gli ufficiali britannici e un nobile che ha raccolto tutte le memorie dell’imperatore, Las Cases. Il mondo commosso porge l’estremo saluto all’uomo che passerà alla storia come il più amato e odiato di tutti i tempi… Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza. Dall’inviata nell’isola di S.Elena Grazia Luberti IV M Gazzetta della Francia - 20 brumaio, anno VIII COLPO DI STATO A SAINT-CLOUD Napoleone Bonaparte, fautore di numerose campagne belliche vittoriose pone fine al Direttorio con il Colpo di Stato tra le giornate del 18 e del 19 Brumaio. Napoleone Bonaparte attacca nuovamente, ora più forte che mai. Abile stratega nelle campagne belliche francesi, che grazie alle sue mosse tattiche e alla sua tenacia è sempre riuscito ad ottenere ciò che desiderava. Ma già da tempo si vociferava nelle zone di Parigi che si sarebbe interessato di politica e che avrebbe preso il controllo della Francia. Le voci di corridoio sono state confermate due giorni fa, dopo aver studiato a tavolino il colpo di stato lo ha attuato uscendone vittorioso. Ma cosa è successo due giorni fa? Il nuovo direttore del Direttorio, Seyes, il 18 Brumaio ha tentato di modificare la costituzione per rafforzare i poteri del Direttorio a discapito delle assemblee moderate e monarchiche, ma Napoleone è intervenuto prima che ciò accadesse anticipando Seyes, strumentalizzando la riforma costituzionale del direttore e ponendo la premessa dell’Impero. Adesso la Francia è cambiata, un regime autoritario retto da 3 consoli, di cui solo il primo detiene il potere e il Direttorio è stato definitivamente sciolto. Matteo Galvan 4M Pagina 17 La voce del Gonzaga Dalla residenza napoleonica nell’isola di Sant’Elena, la sconcertante verità sulla rovinosa campagna di Russia. NAPOLEONE E LA CAMPAGNA DI RUSSIA: FU DAVVERO COLPA DEL “GENERALE INVERNO”? 20 Luglio 1821, clamorosa scoperta, durante una perquisizione della residenza di Napoleone Bonaparte nell’ isola di Sant’Elena. Trovati appunti e memorie scritti per mano dell’esiliato da cui potrebbe emergere una seconda verità riguardante la disfatta della Grande Armata francese. Si tratta infatti di importanti ritrovamenti in cui l’imperatore stesso smentisce autorevolmente i racconti e le leggende sul Generale Inverno, riproponendo sotto diversa luce l’analisi della campagna russa e della Grande Armata. In uno dei suoi appunti si legge precisamente: “… la campagna era persa prima che ad Ottobre cominciassero le grandi gelate: l’inverno non fu nemmeno tanto severo secondo gli standard russi”. Un affermazione, questa, che evidenzia la pesante vittoria dei francesi nella battaglia di Borodino, una vittoria che costò migliaia di vittime, anche se spianò la strada verso Mosca a Napoleone e ai suoi, che vi arrivarono comunque in condizioni disagevoli. L’imperatore sostiene inoltre che a ferirlo a morte fu proprio la vittoria di Borodino dove un generale russo tentò invano di sbarrargli la strada verso Mosca; ciò comportò un grandissimo dispendio di forze per i francesi che arrivarono stremati alla seconda fase della campagna. Fu una battaglia strepitosa, molto accanita. Sembrava ad un certo punto che la situazione precipitasse per la Grande Armata, quando Napoleone con i suoi generali ordinò l’ultimo decisivo assalto. Le perdite furono rilevantissime, alla fine Borodino fu presa, ma a che prezzo? Nella battaglia infatti vennero coinvolti oltre 250.000 soldati con la perdita di circa 80.000 uomini. Napoleone la definì “la più terribile delle mie battaglie”. Quando la battaglia riprese, la Grande Armata non era più la stessa, anche se conservava lo stesso spirito. Mai vittoria fu così dannosa. Napoleone pagò la sua presunzione, convinto di avere la Russia ai suoi piedi, invece dovette assistere, alla distruzione e infine al crollo della Grande Armata. Il grande inverno non c’entrava (scrive lui nei suoi appunti di Sant’Elena). Il grande freddo al quale i francesi non erano preparati non esisteva. Sta di fatto che l’imperatore a testa bassa con i resti di quella che fu l’Armée, fu costretto alla ritirata ingloriosa. Claudia De Leonardis 4M Dopo la bruciante sconfitta ecco cosa accadrà. Per quanto ricorderemo Waterloo? L’imperatore Napoleone I di Francia sconfitto definitivamente? A pochi giorni dalla vittoria della Coalizione sulla Francia di Napoleone, si prova a pensare che cosa accadrà in Francia, in Europa e nel mondo. Sempre se questa sia la sconfitta definitiva del despota d’oltralpe! A Waterloo Napoleone perde contro la Settima Coalizione. Cosa gli succede? Avrà perso il suo intuito da generale, dopo la rocambolesca fuga dall’Isola d’Elba? Potremmo trovarci davanti alla fine dell’Imperatore dei Francesi e non rendercene conto. Il 18 giugno (1815) nei piani dell’Imperatore c’è di conquistare Bruxelles, ma bisogna passare per Waterloo. I soldati Pagina 18 nemici sono pronti alla battaglia, sono di gran lunga superiori all’Armata. I due schieramenti si fronteggiano per tutta la giornata e la Coalizione è in vantaggio quando Napoleone decide d’impiegare, forse troppo tardi, la Vecchia Guardia; questa sembra portare una buona folata di vento, purtroppo non reale. Arriva la sera, Napoleone decide la ritirata dei francesi. Questa pare che sia la sconfitta più pesante della sua carriera. Giunge dopo appena un centinaio di giorni dal suo ritorno dall’esilio e al potere. Qual è il destino della Francia? Ora il suo più grande condottiero di tutti i tempi, che sembra aver perso quell’istinto che l’aveva portato in 15 anni a conquistare buona parte dell’Europa e a essere primo imperatore di Francia, è stato nuovamente vinto. Ora cosa farà? Potrebbe tornare ancora, come ha fatto dopo l’esilio all’Elba, oppure provare a chiedere un patto con le forze straniere. E poi c’è l’ipotesi, per alcuni la peggiore, per altri la migliore, che l’Imperatore Napoleone I si consegni ai vecchi nemici e, così, venga ancora esiliato, chissà se per sempre… Staremo a vedere. Enrica Rutolo 4M VOX POPULI La voce del Gonzaga LABOR LIMAE PER IL NVOVO POEMA DI VIRGILIO QVALCOSA DI EPICO IL SOMMO POETA CI RIVELA ANTICIPAZIONI EPICHE SI DIREBBE CHE QVEST’VOMO ALTO, ROBVSTO E DAL COLORITO SCVRO SIA VN CONTADINO, SE NON IO, LA LESBIA DI FOSSE PER IL BARLUME DI SAPIENTIA CHE RICATULLO. SPLENDE VIVIDO NEI SUOI OCVLIS. DOPO IL SUCA CIRCA XXV ANNI DALLA CESSO OTTENVTO GRAZIE ALLA DIFFVSIONE DELMORTE DEL POETA, CLOLE ‘’BVCOLICHE’’E ‘’GEORGICHE’’, DIA, SORELLA DI CLODIO PVBLIO VIRGILIO MARONE CI INRIPRENDONO I TRIBVNO DELLA PLEBE, SI FORMA CHE STA ATTUANDO UN ULLAVORI PER IL CONFESSA IN EXCLUSIVA: TEMPIO DI MARTERIORE LABOR LIMAE ALLA SUA TE VLTORE: AF“IO SONO LA LESBIA CATULNVOVA OPERA.<<E’ UN’ OPERA MOFIDATI I LAVORI LIANA. IN GIOVENTU’ FV NUMENTALE E CELEBRATIVA>> IPAD UN NUOVO COLTA MA SPREGIUDICATA, SE DIXIT <<INCIPIT, ERO SPAVENTAARCHITETTO. TANT’E’ CHE CICERONE LA CONTINVA A TO ALL’IDEA DI SCRIVERE VN’OPEDEFINI’ UNA “PROSTITVTA PAGINA III. RA COSI’, MA POI MI SONO DETTO D’ALTO RANGO”. ‘’AVDENTIS FORTVNA IVVAT”. SICCONTINVA A PAGINA IV. COME TEMPVS IRREPARABILE FVGIT, MI SONO SUBITO MESSO A LAVORARE>> MA DI COSA PARLERA’ MAI QVEST’OPERA “MONVMENTALE”? <<LA STORIA E’ QVELLA DEL FONDATORE DELLA ‘’IENS IVLIA”, DINASTIA ALLA QVALE APPARTIENE IL NOSTRO IMPERATORE OTTAVIANO AVGVSTO. ENEA, DOPO VN VIAGGIO PIENO DI PERIPEZIE, APPRODA SVLLE COLLINE ROMANE, DOVE PORTERA’ PACE TRA DVE POPOLAZIONI IN GVERRA TRA LORO.>> NUOVE PROVINCE QVANDO POTREMO LEGGERE QVEST’OPERA? CONQUISTATI E STERMINATI <<ATTVALMENTE, L’OPERA NONDVUM MATVRA I SALASSI, SOTTOMESSE LE POPOEST, INFATTI A BREVE PARTIRO’ PER L’ASIA MINORE, LAZIONI DELLA REGIONE IBERIPER RACCOGLIERE QUANTO PIV’ MATERIALE POSSICA, MESIA TRASFORMATA IN VNA PROVINCIA MILITARE. BILE AL FINE DI RIFINIRLA MEGLIO>>. CONTINVA A PAGINA II. SE E’ VERO CHE HISTORIA MAGISTRA VITAE, SIAMO SICURI CHE IL POEMA SARA’ QVALCOSA DI EPICO, POICHE’ AB VN DISCE OMNIS. CLODIA SI CONFESSA: SCANDALO SALLVSTIO: LE INDAGINI CONTINVANO CONTRO LO STORIOGRAFO, IL SENATO di Quici Francesca 4M VERIFICA LA VERIDICITA’ DELL’ACCVSA DI PROBRVM. Pagina 19 La voce del Gonzaga IL CYBERBULLISMO COLPISCE ANCORA. Il fenomeno del cyberbullismo si stia divulgando in maniera spropositata tra i giovani. Il cyberbullismo o "bullismo" online, è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari. Spesso i telefonini degli adolescenti non sono controllati dai genitori e con questa app ormai i messaggi sono sempre più spinti, poiché si è convinti che non venga lasciata alcuna traccia. Infatti ne vengono scambiati 50 milioni al giorno e in questi è sempre più frequente il sexting (ossia l’invio di immagini sessualmente esplicite). La foto viene I DISCHI...PARLI FORSE DI QUELLI “VOLANTI”? La crisi delle case discografiche É noto a tutti che gli ultimi tempi siano caratterizzati da una crisi economica che sta mettendo in ginocchio mezzo mondo; sembra che anche la musica, di qualunque genere o nazionalità essa sia, stia cominciando a mostrare qualche segno di cedimento. Da considerare é la crisi delle grandi case discografiche le quali sono costrette a dichiarare bancarotta perché, onestamente, i dischi non li compra più nessuno. Una delle ragioni più importanti riguarda sicuramente il prezzo, spesso ingiustificatamente troppo alto. A ciò si aggiunge un’ altra realtà che sta mandando in rovina l’industria che gira intorno alla musica: Internet. Esso è da una distrutta in pochi secondi al contrario di Facebook, che preleva i tuoi dati e li conserva anche se li cancelli dal social network. Frequenti sono i ricatti da parte di pedofili o compagni di classe che, non considerando la gravità di questi atti, inducono la vittima a compiere gesti estremi. Questo è accaduto a Davide, il ragazzo preso in giro a Roma, solo perché era troppo serio e riservato. Dunque, le tecnologie informatiche sono un’arma a doppio taglio: sicuramente agevolano e velocizzano la vita di giovani ma, se usate male, possono danneggiare la loro esistenza. Di Bartolomeo G., Garzarella I., Gialluca M, Di Risio F. 3M parte una risorsa per giovani band che vogliono farsi conoscere, dall'altra diventa un modo per scavalcare le case discografiche . Nel 1981 in America venne lanciata MTV, il primo vero sconvolgimento dell'industria musicale. Molti pensarono che sarebbe bastato vedere il video del tuo artista preferito, per farti passare la voglia di comprare CD. Fortunatamente, non è così; ci sono ancora gli amanti della tradizione i quali, piuttosto che “scaricare” musica da internet, preferiscono riempire i loro scaffali di preziosi CD da ascoltare o mettere in bella mostra. Quindi, se occorre parlare di crisi, di certo questa non riguarda il mondo della musica ma dell’accanimento di quell 'industria cinica e spietata che le si nasconde dietro. Marco Candeloro 2N Intervista a Sara Di Vincenzo, alunna meritevole della 4 D appena tornata dal viaggio di una settimana a Londra. 1- Che voto daresti da 1 a 10 all'esperienza appena vissuta? 9 è stata un'esperienza bellissima. Non do’ 10 perchè avrei tanto voluto che una delle mie compagne di classe fosse venuta con me. 2- Come è stata la partenza? Sconvolgente: c'era Hermes che mi diceva che l'aereo sarebbe precipitato, che saremmo andati a schiantarci contro qualche montagna. Alla fine, per fortuna, abbiamo avuto un viaggio tranquillo, sia all' andata sia al ritorno. 3- Hai sofferto di mal d' aereo? No, mi ha dato fastidio solo lo sbalzo di pressione. E' stato il mio “battesimo dell' aria” e non posso dimenticare l' emozione di affacciarsi dall' oblò e scrutare dall' alto le nuvole e il cielo azzurro. 4- Come era la famiglia che ti ha ospitato? E' vero che tu e la tua compagna siete state destinate ad una casa diversa da quella stabilita? Perchè? All' ultimo momento, prima di conoscerli, abbiamo saputo che era crollato il tetto della loro casa a causa della neve, pertanto siamo state ospitate presso un altro nucleo. 5- Del college cosa ci dici? Il college aveva una struttura piccola rispetto alle mie aspettative in quanto era destinato esclusivamente a ragazzi stranieri per le lezioni di lingue inglese. Ad esempio non c' erano alunni inglesi come tutti si sarebbero aspettati. I docenti sono stati all' altezza, infatti la mia istruttrice era molto brava, simpatica e alla mano e ci ha fatto capire molte cose. 6- Invece per quanto riguarda il cibo cosa ci dici? Beh, non era il massimo…Indubbiamente il cibo italiano è il migliore. Alcune famiglie non sapevano Pagina 20 cucinare. Io sono stata fortunata perchè "la mia famiglia" cucinava cibi commestibili. 7- Capivi cosa diceva la famiglia quando ti parlava? Si, abbastanza, anche se i bambini erano incomprensibili. Ero molto in ansia, era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere. 8- Andavi d' accordo con la tua compagna? Si, anche se è stato difficile perchè non la conoscevo. Avrei preferito andare con una mia compagna di classe. 9- Quali posti avete visitato? Sono stata a Purley il primo giorno per fare la spesa perchè io ed Hermes avevamo fame, poi siamo andati a Londra a visitare St. James Park, dove molti animali circolano liberamente,Greenwich che ospitava il laboratorio, il Museo delle Scienze, Candem Market, Portobello Road. L' ultimo giorno siamo tornati di nuovo a Londra a vedere il Tower Bridge, le Tower of London, il London Bridge. Sono rimasta impressionata dalla nave-museo, un importante relitto della seconda guerra mondiale attraccato sul lungo Tamigi. Qui i turisti possono osservare "un mondo di cera", innumerevoli scene di vita quotidiana realizzati da oggetti e personaggi di cera. 10- Hai visitato l' Hardrock cafè? Si, solo che ho speso tutti i soldi per comprare cibo e regali per "gli altri" e quindi io non mi sono comprata niente. 11- Qual è stata la cosa che ti è piaciuta di più? Non saprei scegliere, ma sono stata colpita soprattutto dallo stile di vita londinese. 12- Hai visto la statua di Nelson? Si, solo che non ci siamo soffermati in quanto siamo corsi a Piccadilly circus . 13- Come andavi in giro per Londra? Con autobus, treni, macchina, metropolitane, taxi e gambe specialmente. 14.- Che musica ti è capitato di ascoltare? Tutte canzoni inglesi? Si, ma sono tutte famosissime, tutte quelle che ascoltiamo anche in Italia. 15- Allora ti è piaciuto starci, ci torneresti? E come è stato ripartire? Mi è piaciuto moltissimo, è stata una bella esperienza. Ci tornerei; però insieme a qualche mia amica. Andarmene è stato brutto e bello allo stesso tempo, perchè non vedevo l'ora di rivedere tutti. 16- Per concludere la nostra intervista devi rispondere all' ultima domanda: Conosci il gioco del coniglio bianco? << No, non lo conosco quindi non ci possiamo giocare>> Questo era uno dei tanti giochi fantastici di Hermes! :) Grazie per la bellissima intervista. La voce del Gonzaga L'activité de l'immeuble est très utile parce qu'elle nous donne l'occasion d'enrichir notre compétence lexicale. Grace à cette activité nous devons communiquer; c'est magnifique parce que nous pouvons mieux connaitre nos amies. Nous devons aussi inventer de toutes pièces des histoires et des personnages en développant notre créativité. Nous sommes en train d'affronter des sujets importants de notre société, comme l'intégration et le racisme ou l'homosexualité, pour nous mesurer avec la réalité dans laquelle nous vivons. Federica Peres Classe IVL Le travail de « L’Immeuble » est une activité originale. Les élèves de la 4 L ont créé des personnages et des familles avec différentes origines et habitudes. Treize familles environ habitent dans « L’Immeuble » et nous avons donné une identité à chaque habitant. Nous nous sommes identifiées dans ces personnages et nous avons raconté leurs histoires. Après un travail individuel on a dû mettre en relation les personnages entre eux, on a dû inventer des sujets d’entente et de mésentente. Avec ce projet les élèves ont eu la possibilité d’ouvrir une petite fenêtre sur le monde des autres, de développer leur fantaisie et leur créativité. Un travail qui développe les compétences non seulement orales mais aussi écrites. C’est une occasion pour être plus créatives sans négliger les compétences grammaticales, textuelles et culturelles. Cette année Mesdames Morelli et Lecomte, nos professeurs de français, nous ont proposé d'écrire un roman appelé "L'immeuble". Nous avons trouvé cette idée vraiment intéressante parce que les activités proposées permettent de développer nos compétences linguistiques et créatives tout en nous amusant. Notre travail consiste à élaborer des textes chez nous à partir d'activités faites en classe et à mettre en commun toutes les informations à l'école avec le groupe-classe. Chaque éleve doit inventer et écrire l'histoire d'une personne qui habite dans cet immeuble. Ensuite, toutes les données sont regroupées pour former le roman. Cette activité est définie ''simulation globale'', c'est-àdire que chacun se crée une indentité et une nouvelle vie, comme si on était quelqu'un d'autre. C'est vraiment une belle expérience! Nadia Desisto et Marianna Masci 4L Irene Falasca IVL Cette année pendant l'heure de conversation française avec les profs Morelli et Lecomte on a fait une nouvelle expérience. Nos profs nous ont proposé une activité différente: l'immeuble,une nouvelle facon d'apprendre la langue française. L'immeuble se trouve en France. Ici les vies de beaucoup de personnes qui ont différentes personnalités se rencontrent. Comme dans un véritable immeuble il y a des amitiés et de mauvais rapports entre les locataires,des amours,des disputes. Les habitants ont des animaux: des chiens,des chats,des perroquets. Il ya des Francais,des étrangers,des hommes,des femmes,riches ou pauvres. Ce que nous devons faire consiste à inventer les vies de ces personnages et à créer des liens entre eux. Nous devons préciser tous les détails: leurs voitures,leurs animaux... Les professeurs nous ont proposé ce travail non seulement pour dévélopper notre créativité,mais surtout pour dévélopper nos compétences orales et écrites. On trouve que c'est une idée originale et amusante qui vise également améliorer le rapport entre nous car nous travaillons en groupes, nous collaborons, nous décidons ensemble, ... On va absolument conseiller cette activité aux autres car elle permet d'apprendre tout en s'amusant! Firmani Gloria e Di Filippo Nicole 4L Pagina 21 La voce del Gonzaga A scuola con la valigia Sì, è proprio cosi! Ventiquattro studenti dell’Istituto Gonzaga sono stati ospiti del Purley Language College di Londra per ben due settimane. Il gruppo, individuato tra i meritevoli due indirizzi della scuola, e ulteriormente selezionato con un test in lingua inglese era formato da alunni delle classi seconde, terze e quarte promossi a giugno con una valutazione di almeno 7/10 in inglese. Questo è stato possibile grazie all’impegno di alcune insegnanti che hanno redatto il progetto durante le vacanze pasquali dello scorso anno, rispondendo ad un Avviso Pubblico della Regione Abruzzo nell’ambito del progetto Giovani Protagonisti. Un ringraziamento particolare va riservato From February the 3rd to the 17th I spent my days in London with some students of my school. There we have improved our English attending Purley Language School. Every day we visited the big city of London, and we have learnt a lot about English culture. It was a wonderful experience and we have been very lucky to have had this opportunity. Michela Placido III L all’ente locale che ha finanziato il progetto per più dell’80% delle spese, permettendo a questi ragazzi l’opportunità di vivere un’esperienza unica ed irripetibile nella capitale britannica come essi stessi raccontano… Every time I visit London, I feel like home and this experience in English households was useful because it helped me improve my English and learn a new culture, very different from ours. I met new people and everyone, in the family and at school, was nice to me. I think that when you go to London, this stunning, chaotic, dreamy city takes a little part of you that you have to take back, coming back again; that's why I enjoyed this experience so much and I'm very thankful to my teachers and to the Purley Language School, which gave me this chance. Marta Angelini III L This journey was my first time abroad and it was fantastic. I had a great time with friends and teachers. Thanks to this experience, I visited the beautiful city of London, I improved my English, I met new people and I found out a new culture different from mine. I hope I will have another experience like this one. What an amazing experience! Two gorgeous weeks in British style: eggs and bacon, sandwiches and fish and chips. Our days? Waking up in the morning with the smell of toasts, going to school paying attention when crossing the road, learning a lot and having fun at the same time... And then? London was waiting for us! Simona D’Orazio III L G. Bucci, V. Buccione, M. Pepe, M. Sigismondi 2N Pagina 22 La voce del Gonzaga I really enjoyed my time in London. What I loved most was the city, but also the lessons were really interesting, and the teachers were fantastic. If I have the possibility I will go back to England one day, even though I felt sick on my way back to Italy Valeria Ferrante III M It was an unforgettable experience once in a lifetime. I've really enjoyed being to England for two awesome weeks. The family was kind and very polite. London is wonderful I visited a lot of museums, and famous places: The National Gallery, The Big Ben Tower, Trafalgar Square and lots more.... . I’ve made a lot of friends, and I recommend everyone to do this fantastic experience with the school or on one’s own. I think that this was the most beautiful experience in my lifetime . Daniele Perconti II L In my personally experience, the difference between the English and the Italian culture impressed me a lot. My host family was very kind and made me feel part of it. The lessons aimed at improving students’ pronunciation and intonation. I think it has been a very exciting experience that has given me a lot. I'd like to take part in such activities again in the future Francesca Di Girolamo III M I really enjoyed London and its attractions, and what I liked most was Portobello Market full of shops, boutiques, stands ... ; it is a very sophisticate area of the city! Our journey has been warmed up by the host families who made us feel like being at home. I think everyone would like to have that chance again! Francesca Marvulli III M It has been an amazing experience! I've really enjoyed the trips in London and I've improved my English a lot thanks to the teachers and my host family. Everyone has been kind, and I really recommend Purley Language College to everyone who would like to study English or visit England Lucia Del Rosario II L Pagina 23 La voce del Gonzaga Érase una vez, una joven llamada Nimrodel. Tenía el pelo largo y blanco, como su piel. Llevaba una capa blanca boradada de oro y los zapatos gris plata. Su voz sonaba como gotas de plata entre el agua de las Cascadas Nimrodel, que llevaban su nombre. Vivía en un castillo, junto a su esposo Amroth, Rey de los Elfos, Señor del árbol y del claro. En Primavera en Lothlórien los ramos brillaban de oro. Pero un día el mal llegó a Lothlórien … los Elfos tuvieron que dejar el Reino para evitar la muerte y en la Bahía de Belfalas fueron preparadas las naves que zarparon enseguida. Nadie se dio cuenta de que Nimrodel no estaba en la nave porque ella se había ido a las cascadas para dar un paseo. Rey Amroth, al ver que su esposa no estaba, se sumergió en las aguas para volver al lido cercano. Los Elfos no supieron nada más del Rey y de su esposa, que nunca regresaron a Lothlórien. Es así que durante la primavera, cuando el viento susurra entre las hojas, se escucha el eco de la mujer cerca de las cascadas que llevan su nombre. Y cuando el viento sopla al sur, la voz de Amroth llega desde el mar. Valeria Miscia IIM SCAMBIO SCOLASTICO CON IL LICEO OSKAR VON MILLER DI MONACO Si avvia nel corrente anno scolastico lo scambio con la scuola partner di Monaco per gli alunni che studiano il tedesco nel Liceo Linguistico. Il Liceo Oskar von Miller è un antico istituto – fu fondato infatti nel 1864 – sito nel quartiere centrale di Schwabing con indirizzo linguistico dove l’insegnamento dell’italiano come terza lingua (dopo il latino e l’inglese) incontra da alcuni anni grande successo. I 19 studenti partecipanti del nostro liceo, che frequentano le classi II L e II N, saranno a Monaco dal 14 al 21 marzo ospitati dai loro partner tedeschi che restituiranno la visita nella seconda metà di aprile. Il programma a Monaco prevede la frequenza alle lezioni, la visita al Deutsches Museum, all’Allianz Arena ed Pagina 24 una escursione giornaliera nelle Alpi bavaresi per visitare il castello di Linderhof, la cittadina artistica di Murnau, musei del movimento espressionista. Non mancherà una cena, tutti insieme, in uno dei più “tipici” ristoranti di Monaco…. Organizzatori dello scambio sono il prof. Philipp Volk, docente di italiano al liceo di Monaco e la prof.ssa Angela Natale, docente di tedesco al nostro liceo. Per saperne di più sulla nostra scuola partner: www.ovmg.de La voce del Gonzaga L’AMORE E’vero…l’amore fa soffrire, ma l’amore è anche la cosa più bella che ci sia. L’amore è magico, fantastico, ti fa sorridere, ti fa piangere, ti fa provare rabbia e felicità. Un piccolo pensiero, un piccolo bacio, una piccola carezza, un piccolo gesto… Tutto questo è Amore.. Sapere che tu ci sei, mi rende felice e se questo amore finirà…ce ne sarà un altro pronto a bussare alla porta per donarmi un po’ di felicità. Michela Di Felice, 1L NOI CHE…(Inno alla nostra amicizia) Noi che ci conosciamo da una vita e che scopriamo ogni giorno una nuova parte di noi. Noi che ci vediamo ogni mattina ed è sempre come se non ci fossimo più riviste. Noi che abbiamo pianto e riso, superando insieme ogni difficoltà. Noi che con un solo sguardo ci intendiamo immediatamente. Noi che trascorriamo il pomeriggio al telefono perché non riusciamo a stare lontane. Noi che non ci accontentiamo neanche dell’eternità per stare insieme. Noi che insieme riusciamo a trasformare ogni momento in un istante meraviglioso. Noi che da sole non siamo utili nemmeno a noi stesse, ma insieme troviamo un senso alla nostra esistenza. Noi che non abbiamo bisogno delle parole; per dire queste cose…ci basta solo un abbraccio. Monaco Miriana e Santarelli Emanuela 1L QUELLO CHE LE DONNE VOGLIONO mAgici Momenti In Compagnnia... Indimenticabili! M.Giulia Filoso 2N La donna. Quell' essere che nella storia, in un modo o nell' altro, è stata sempre al centro del pensiero maschile; quell' essere che ha lottato per i propri diritti, ottenendoli; quell' essere che in fondo, è il pilastro fondamentale di ogni famiglia e di ogni uomo. Ma con buone probabilità, questi ultimi se ne sono dimenticati. Si sono dimenticati del valore che ha e della sua importanza in quanto donna. Si sono dimenticati di come portarle rispetto e soprattutto di come corteggiarla. Spesso sentiamo: “Siamo ancora giovani: divertiamoci”; o, all’opposto:“questa sera il cielo non brillerà perché la stella più luminosa sta dormendo nel suo letto”; “sei bellissima”, “stanotte le stelle in cielo non si vedranno perché le uniche stelle sono i tuoi occhi”; e i più coraggiosi, provano anche con un “hai delle labbra bellissime”. Sono questi i classici esempi di messaggi che servono a tastare il terreno... Ma ammettiamolo: non fanno testo! Sono solo brevi frasi atti a “inorgoglire” una donna o a farle riconquistare l' autostima (qualora l’avesse bassa)...Ma siamo realisti: ad una donna serve ben altro! Una donna non si accontenta di un “mi piace” su Facebook... Vuole delle rose rosse ogni mattina appena sveglia. Vuole una serenata al balcone, piuttosto che ritrovarsi “taggata” su un video di youtube.Vuole un “TI AMO” scritto sul muro sotto casa e non su una “bacheca”. Vuole vivere la quotidianità e condividere ogni singola emozione. Insomma quello che cerca una donna,non è altro che un amore vero. Di Berardino Jennifer, Fusco Martina, Sava Katerina 3M Pagina 25 La voce del Gonzaga AMARE E’… AMARE è gioia nel cuore, Sentimento di un’anima che gioisce ogni secondo al solo tuo sguardo. AMARE è ricchezza di un cuore sereno, AMARE è patire la tua assenza, AMARE è volontà di non dividerti con alcuno, AMARE è tristezza se non ci sei, AMARE è sofferenza e grande gioia, la gioia di non perdere mai la persona che hai accanto. Non c’è tempesta o mareggiata che possa dividere due persone che si amano davvero. Fuciliero Vanessa 2N L'ANGELO DEL MIO CUORE Elisabetta Pulcinella 1L Un giorno incontrai un angelo stupendo, che mi portò con se ad un tratto mi sorrise ed io mi persi in lui. Da quel giorno, l'angelo, GUARDO LE STELLE Guardo le stelle che in cielo risplendono cerco te nella notte ma tu non ci sei. E credevo che il giorno non sarebbe più tornato. Cerco te ma non ci sei quando il sole è ormai sorto. Smetterò di pensarti e smetterò di cercarti quando il sole avrà spento il buio accecante della notte. Ora vedo nella luce che ha oscurato le stelle, un ultimo sguardo che piano si spegne. prese con sè anche il mio cuore. Leonardo Scogna 4M -Il mio cuore vorrebbe raccontare ciò che pensa, che prova e che sente uno di quei tanti pensieri, sei tu se vuoi puoi anche spezzarlo, ma ricorda che dentro, ci sei tu.Ora vorrei dirti che quell'angelo eri tu, il mio unico pensiero,il mio unico grande amore da quel giorno, sei tu. Per me sei un sogno che non passerà mai, sarai irragiungibile e irrealizzabile ma pur sempre il mio sogno sarai. Sarai un sogno capace di far volare, ma che se vuole può fare anche male. Un sogno pieno di magia che, facendo volare la mia fantasia... mi porta via. Pagina 26 LUCE Nell’immenso, riconosco un sussurro, una voce che mi chiama, prigioniera di se stessa. Nell’immenso, trovo una luce, un raggio che illumina il cielo. In una veranda, guardo un’anziana, che sfoglia avidamente le pagine di un libro logoro. E mentre lei, erige dei castelli di sabbia nella sua mente, guarda l’orizzonte, in cerca di mille risposte a mille domande. Giorgia Cellini 2N La voce del Gonzaga L'Amicizia è l'unico “cemento” che terrà insieme il Mondo. L'ho conosciuta tra i banchi di scuola, è alta come me, ha un sorriso stupendo e sa capirmi come nessuno ha mai fatto. E' la persona più dolce del mondo, capace di riconoscere le mie lacrime anche sotto la pioggia; ha quel non so cosa che rende migliore la giornata a chiunque la incontri. La mia migliore amica è una persona speciale, e come tutte le persone speciali, la porterò sempre nel cuore. L'amicizia ha un valore immenso nella nostra vita: basti pensare che il detto comune vuole immaginarla come un qualcosa di molto prezioso, non a tutti accessibile. ''Chi trova un amico, trova un tesoro'': ci è stato tramandato dalla tradizione popolare, e tuttora l'esperienza ce lo suggerisce. ''Quid dulcius quam habere quicum omnia audeas sic loqui ut tecum?'' disse Cicerone, nel suo Laelius de Amicitia; ed aveva ragione, perchè non c'è nulla di più dolce che avere qualcuno che ti ascolta come se stessi parlando con te stesso. Immaginiamo la vita dell'uomo come un albero: questo, senza radici, non si terrebbe in piedi. Allo stesso modo le case, senza fondamenta, crollerebbero facilmente; un fiore, senza petali, non sarebbe più lo stesso. L'uomo, senza un sostegno, è debole. E l'Amico, quello con la A maiuscola, è capace di sostenerti, di aiutarti, di farti riflettere, di darti consigli, sempre e comunque. ''Neque ego nunc de vulgari aut de mediocri, quae tamen ipsa et delectat et prodest, sed de vera et perfecta loquor, qualis eorum qui pauci nominantur, fuit. Nam et secundas res splendidiores facit amicitia, et adversas, partiens communicansque leviores.'' (Cicerone - Laelius de Amicitia) Cicerone distingue, in questo stralcio della sua opera, l'amicizia vera da quella falsa e interessata. Quella vera non è di tutti i giorni. Trovare un amico vero è diventato quasi raro: il mondo ormai è popolato da maschere, che non esitano un secondo di più nel pugnalarti alle spalle. Ma il Vero Amico, in qualsiasi momento della tua vita, ci sarà sempre, ''ti ascolterà e si batterà per te.. E poi tranquillo ti sorriderà, perchè un amico è così'' (Laura Pausini- Un Amico è Così). Un amico è così: saggio, coraggioso, un pò pazzerello, ma sempre fedele. Non avrà mai paura di aiutarti, sarà sempre lì accanto a te e niente e nessuno potrà mai prendere il suo posto. ''E' come un grande amore, solo mascherato un pò, ma che si sente che c'è; nascosto tra le pietre di un cuore che si da, e non si chiede il perchè.'' (op.cit.) Chi trova un amico trova un tesoro... Io ho trovato te! Alessia Chiarini 4L I miei sono i migliori! Liceo linguistico, secondo anno scolastico. Lungo periodo di calvario cinque ore settimanali con la Daddario! Ecco che arriva la Colantoni sicuro ci assegnerà quelle maledette equazioni. Speriamo nella venuta del professor Fantoni ... almeno ci sentiamo fuori dalle prigioni! E perche non ripassare con Mrs. De Crecchio il dialetto? Ehi, ragazzi, con lei l'inglese è perfetto! La prof. D'Angelo con il suo Italiano esclama sempre il mio nome invano. Attenzione! Sta arrivando la Morelli... quasi quasi cade per il peso dei suoi capelli! A dir la verità mi par un leone il professor Bomba con il suo vocione! Ma adesso è meglio non parlare sta arrivando la Natale. E alla fine con La Rovere di motoria, son sicuro per mio volere che otterrò la vittoria. Al mondo ci sono tantissimi professori ma son convinto che i miei siano i migliori! Samuel Marusco 2N E BASTA con queste smancerie! Non angosciarti se non hai un “Valentino” da amare… SI VIVE BENE ANCHE DA SINGLE! Eccovi qualche consiglio: 1– La TV ti bombarda di pubblicità fatte di cioccolatini a mo’ di cuore? “Baci” dalle mille forme? Bene; spegnila coraggiosamente e dedicati alle cose della vita che ti fanno davvero stare bene. 2– Non hai potuto usare i tuoi risparmi per acquistare un peluche al tuo LUI? Che fortuna! Spendili per un comodo paio di jeans all’ultima moda! 3-Lui non ti invita a mangiare una pizza? Che problema c’è! Per divertirsi non c’è mica bisogno di un ragazzo? Prendi le tue amiche più allegre e tra cinema, pop corn e passeggiata, passerai un pomeriggio indimenticabile! CORAGGIO! SEI GIOVANE! NON C’E’ FRETTA! GODITI LA VITA CON GLI AMICI… DI CERTO NON CI SARANNO DELUSIONI! di G. De Ritis, M. La Rovere, V. Capoccia; V. Di Luzio 1L Pagina 27 La voce del Gonzaga Resoconto del progetto più ambito dell'anno: “Progetto Giovani in mobilità” Il 3 febbraio 2013 ha avuto inizio l'avventura dei 24 ragazzi selezionati nell'ambito del progetto “Giovani in mobilità”per uno stage linguistico di 2 settimane a Londra, all'insegna dell'apprendimento della lingua e cultura inglese, ma anche del divertimento. A coppie di due o tre, i ragazzi sono stati presso le famiglie designate dalla scuola, residenti nella cittadina di Purley, nella contea di Croydon, a circa venti minuti dal centro di Londra. Dal lunedì al venerdì tutti hanno frequentato le lezioni presso il Purley English Language College dove, divisi in base al livello ottenuto in seguito al test d'ingresso, hanno messo in pratica le loro competenze comunicative, imparando nuovi termini e approfondendo la fonetica. Dopo 3 ore di lezione, ogni pomeriggio hanno visitato numerosi musei come la National Gallery, il British Museum o il Museun of London, e si sono avventurati tra i quartieri più noti della grande città britannica quali Camden Town, Covent Garden, Notting Hill e Portobello Road, Greenwich, … Immancabili sono stati gli scatti al Big Ben, al Tower Bridge e al London Eye, simboli principali di Londra. Ma oltre all'inglese, un'altra è stata la parola-chiave di queste due settimane da sogno: l'amicizia. E' stato infatti convivendo giorno per giorno e trascorrendo così tanto tempo insieme che si sono instaurate tante amicizie che, a causa dei diversi orari e nonostante la vicinanza dei due plessi, non erano mai sbocciate. Adesso i “figli di Purley” sono tornati e tutto ciò che rimane sono tanti bei ricordi da raccontare e da conservare nel cuore. Queste due settimane hanno permesso non solo di approfondire la lingua, ma anche di conoscere meglio se stessi, rendersi indipendenti e soprattutto conoscere persone straordinarie. Lo stage è filato liscio come l'olio, senza problemi, all'insegna del divertimento, dei giochi, degli scherzi e soprattutto di tanto tanto inglese. Le famiglie si sono rivelate perfette tanto da usare appellativi come “la mia mamma inglese” o “mamma adottiva” mentre si racconta di quanto siano state ospitali e dolci. Tutti i ragazzi sono riconoscenti alle professoresse accompagnatrici Settimio, Belli, Frastornini, De Crecchio e Spaziano e a tutto lo staff della scuola, esempio di totale disponibilità e gentilezza. Monica Di Fiore 4 M Si ringraziano i seguenti docenti: Angeloni Grazia, Bomba Claudio, Ciancetti Serafina, Daddario Stefania, De Crecchio Carla, Di Cicco Silvana, Franceschetti Paola, Massi Luciana, Morelli Rita, Natale Angela, Settimio Annalisa , Villante Gabriella, Vincitorio Lucia, Vittorini Polisena e tutti gli alunni che hanno partecipato. Pagina 28 Direttore Responsabile Responsabile Grafica Prof.ssa Simona D’Angelo Prof.ssa Daniela Liberati