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BOLOGNA JAZZ FESTIVAL 2013
I GRANDI CONCERTI A TEATRO
Sabato 26 Ottobre ore 21.15, Teatro Manzoni, Bologna
REMEMBER SHAKTI
Celebrating 40th Anniversary
John McLaughlin (chitarra) Zakir Hussain (tabla)
Shankar Mahadevan (voce) U. Shrinivas (mandolino) V. Selvaganesh (kanjira,
mrindangam, ghatam)
Il ritorno in Europa di John McLaughlin e Zakir Hussain con lo speciale tour dal
nome Remember Shakti per celebrare i 40 anni di amicizia e musica che li uniscono,
nel primo progetto di "World Music" della storia: un gruppo che proponeva
un’inedita fusione di elementi di jazz, rock e musica indiana di tradizioni diverse e
che affascinò anche Bologna con un leggendario concerto nel 1977.
Nato in Inghilterra nel '42, dopo gli esordi in patria a fianco di Alexis Korner e
Graham Bond (ma anche, come turnista, per cantanti come Georgie Fame e un
esordiente David Bowie) John McLaughlin nel giro di soli 4 anni a partire dal 1969,
non solo prese parte ai dischi più rivoluzionari di Miles Davis (In A Silent Way,
Bitches Brew, Jack Johnson, Live Evil..), ma fu protagonista di inedite fusioni di jazz,
funk, rock e psichedelia con i Lifetime di Tony Williams e con i propri album
Devotion (con Larry Young) ed Extrapolation (con John Surman e Tony Oxley), e
incise i primi tre e più celebri dischi della Mahavishnu Orchestra nonché il duetto
Love Devotion Surrender con Carlos Santana, , entrando da allora stabilmente nel
novero dei chitarristi più citati per l'evoluzione della storia dello strumento da parte di
colleghi tanto diversi quanto Jeff Beck, Al Di Meola, Pat Metheny, Joe Satriani e
Greg Ginn dei Black Flag.
Tuttavia alla fine del '73, dopo l'uscita di quello che resta il suo disco più venduto,
Birds of Fire, McLaughlin decise di sciogliere la più famosa incarnazione della
Mahavishnu Orchestra per dedicarsi a un progetto totalmente acustico: Shakti, fondati
con il virtuoso di tabla Zakir Hussain ed il violinista Shankar, che rappresentarono
probabilmente il primo esempio del "genere" che allora non aveva neanche un nome
e che solo anni dopo il marketing avrebbe battezzato come World Music: nella
fattispecie, un'inedita fusione di elementi jazz e rock occidentali e musiche di
tradizioni diverse dell'India, come quella Carnatica e quella Hindustana.
Inizialmente gli Shakti erano un progetto underground che si esibiva in piccoli
concerti in chiese e edifici scolastici, mentre McLaughlin conduceva la seconda e
meno riuscita formazione della Mahavishnu con Jean Luc Ponty, ma dal '75 al '78
diventarono la sua band esclusiva, e nel '77, nel corso di un tour mondiale, si
esibirono anche a Bologna.
Lungo le decadi successive, mentre Hussain pubblicava dal suo canto decine di
album (e annoverava collaborazioni con nomi come Van Morrison, Pharoah Sanders,
Earth Wind & Fire, Bill Laswell, Ryuichi Sakamoto, Wadada Leo Smith e Jan
Garbarek), McLaughlin si è cimentato con numerose altre formazioni, dalla One
Truth Band ai Free Spirits, dagli Heart of Things al trio con Al Di Meola e Paco De
Lucia fino ai 4th Dimension visti al Bologna Jazz Festival nel 2012, ma i Shakti
hanno sempre rappresentato per loro un progetto speciale che hanno voluto riprendere
in più occasioni dal 1997 al 2004, assumendo nel frattempo la forma di quintetto con
l'aggiunta del cantante Shankar Mahadevan.
Dopo poche date in India nel 2012, per il 2013 McLaughlin e Hussain hanno deciso
di celebrare i loro 40 anni di amicizia e musica con l'incisione di un nuovo cd, e lo
"speciale e storico tour" di Remember Shakti, che il Bologna Jazz Festival presenta
nella propria serata d'apertura.
Martedì 5 Novembre ore 21.15, Teatro Duse, Bologna
JACK DEJOHNETTE GROUP feat. DON BYRON
Jack DeJohnette (batteria) Don Byron (clarinetto, sax tenore)
George Colligan (pianoforte, tastiere) Jerome Harris (basso)
Il Bologna Jazz Festival presenta uno dei più grandi batteristi jazz di tutti i tempi,
titolare di innumerevoli progetti e collaborazioni (tra cui Gateway, New Directions,
Special Edition, i Parallel Realities con Hancock e Metheny, e la trentennale
militanza nel trio di Keith Jarrett), in uno straordinario quartetto che vede come
ospite l'originalissimo strumentista e arrangiatore Don Byron.
Martedì 5 Novembre ore 16.30, Teatro Duse:
Questions & Answers with Jack DeJohnette, modera Stefano Zenni
Batterista fuori dagli schemi, capace di passare dagli standard all'avanguardia e
dall'acustica all'elettronica, Jack DeJohnette esordì discograficamente nel 1966 nel
quartetto di Charles Lloyd trovandosi a fianco nientemeno che Keith Jarrett,
inaugurando con lui un sodalizio artistico proseguito fino ad oggi nel fortunatissimo
trio con Gary Peacock.
Nel '68 partecipò al classico live a Montreux di Bill Evans, per poi entrare nel gruppo
di Miles Davis con cui incise Bitches Brew, Jack Johnson e Live Evil. Come
bandleader esordì nel '69 con The DeJohnette Complex (con Miroslav Vitous, Stanley
Cowell, Roy Haynes..) per poi condurre una serie di progetti tra cui il trio Gateway
(con Dave Holland e John Abercrombie), i Directions e i New Directions (con
Abercrombie e il bassista Eddie Gomez) e soprattutto gli Special Edition, con
musicisti come David Murray, Arthur Blythe e Chico Freeman, formazione oggetto
di un recente box retrospettivo da parte della ECM.
Nel 1990 un acclamato tour con Pat Metheny e Herbie Hancock produsse il cd
Parallel Realities, e a metà decennio resuscitò i Gateway. Nel 2005 ha fondato la
propria etichetta Golden Beams Productions, per la quale ha inciso album di sola
elettronica ambient (vincendo un Grammy con il suo Peace Time come miglior disco
New Age nel 2008), ed altri con Foday Musa Suso, Bill Frisell, Danilo Perez e John
Patitucci, fino al recente Sound Travels, un progetto Latin con Esperanza Spalding e
Luisito Quintero.
Per la data bolognese, DeJohnette verrà accompagnato dal pianista George Colligan
(con all'attivo anche incisioni con John Tchicai, la Mingus Dynasty e perfino un
singolo con Gary Thomas e Jovanotti!), il bassista Jerome Harris (da molto al suo
fianco ma anche a lungo collaboratore di Sonny Rollins, Oliver Lake, Amina
Claudine Myers e Bobby Previte) e soprattutto Don Byron, clarinettista e sassofonista
fattosi notare in proprio per originali progetti di arrangiamento dedicati alle musiche
di Mickey Katz, Raymond Scott, Junior Walker, e alle canzoni gospel di Thomas
Dorsey e Rosetta Tharpe.
Lunedì 18 Novembre ore 20.30, Teatro Comunale, Ferrara
STEFANO BOLLANI DANISH TRIO
Stefano Bollani (pianoforte)
Jesper Bodilsen (contrabbasso) Morten Lund (batteria)
Produzione di Ferrara Musica con la partecipazione del Bologna Jazz Festival.
Pianista virtuoso e istrionico, Stefano Bollani ormai non è più solamente uno dei
jazzisti maggiormente apprezzati in Italia, ma la sua fama lo ha ormai da tempo
consacrato a livello mondiale. Per il BJF torna a esibirsi al Comunale di Ferrara in
uno specialissimo concerto dedicato ai dieci anni di sodalizio con il suo Danish
Trio, il bassista e batterista danesi Jesper Bodilsen e Morten Lund noti anche come
"resident band" della fortunata serie di trasmissioni televisive "Sostiene Bollani".
Dopo il diploma di conservatorio conseguito a Firenze nel 1993 e una breve
esperienza come turnista nel mondo della musica pop (con Raf, Irene Grandi e
Jovanotti, fra gli altri) Stefano Bollani si afferma nel jazz, collaborando con
grandissimi musicisti (Richard Galliano, Phil Woods, Lee Konitz, Miroslav Vitous,
Han Bennink, Aldo Romano, Michel Portal, Gato Barbieri, Pat Metheny, Chick
Corea, Bobby McFerrin, Franco D' Andrea, Martial Solal, Uri Caine, Kenny
Wheeler...) e suonando sui palchi piú prestigiosi del mondo (da Umbria Jazz alla
Town Hall di New York alla Fenice di Venezia, fino alla Scala di Milano).
Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione iniziata nel 1996 - e
da allora mai interrotta - con il suo mentore Enrico Rava, al fianco del quale ha inciso
ben tredici dischi. Tra questi Tati (ECM 2005), in trio con Paul Motian alla batteria
(disco dell' anno per l'Academie du jazz francese), The Third Man (ECM 2007),
(miglior disco dell' anno per l'americana Allaboutjazz e per l' italiana Musica Jazz) e
New York Days (ECM 2008), in quintetto con Mark Turner, Larry Grenadier e Paul
Motian (disco dell'anno per Musica jazz).
Il referendum di Musica jazz lo ha proclamato miglior nuovo talento del 1998 e
musicista dell'anno nel 2006 e nel 2010. In Danimarca ha realizzato in compagnia di
Jesper Bodilsen e Morten Lund i cd Mi ritorni in mente (2004) e la raccolta di
canzoni scandinave Gleda (Stunt records, 2005).
Per la prestigiosa etichetta francese Label Bleu realizza 4 dischi: un omaggio allo
scrittore Raymond Queneau, in trio con Scott Colley e Clarence Penn (Les fleures
bleues, 2002), il solo Smat Smat, 2003 (segnalato dalla rivista inglese “Mojo” come
uno dei migliori dieci dischi jazz dell’anno), un disco per trio jazz e orchestra
sinfonica con Paolo Silvestri e l' Orchestra Regionale Toscana (Concertone, 2004), e
un doppio album (I visionari, 2006) col suo quintetto più Mark Feldman, Paolo Fresu
e Petra Magoni come ospiti. Di grande successo sono state, in ambito classico le sue
collaborazioni con Riccardo Chailly (Rhapsody in Blue e Sounds of the 30's). Il suo
amore per la musica brasiliana ha prodotto tra gli altri, i dischi Carioca (Emarcy
2008) e O que Será (con Hamilton de Hollanda, ECM 2013)
Mercoledì 27 Novembre ore 21.15, Arena Del Sole, Bologna
JAN GARBAREK GROUP feat. TRILOK GURTU
Jan Garbarek (sassofoni) Rainer Brüninghaus (piano, tastiere)
Yuri Daniel (basso) Trilok Gurtu (batteria, percussioni)
Il concerto di chiusura dell'ottava edizione del Bologna Jazz Festival, in esclusiva
nazionale, è affidato a Jan Garbarek, una delle voci-simbolo che hanno plasmato il
suono della ECM Records. Autentico viaggiatore tra i mondi sonori di jazz,
classica, ambient, melodie scandinave e world music, il sassofonista norvegese si
presenterà a Bologna a capo del suo rodato quartetto formato dal tastierista tedesco
Rainer Brüninghaus, dal bassista brasiliano Yuri Daniel, e dal polistrumentista
indiano Trilok Gurtu.
Notato da Manfred Eicher nel 1969 mentre suonava nel gruppo di George Russell che
registrò la celebre Electronic Sonata For Souls Loved By Nature, Jan Garbarek ha
iniziato a incidere per la ECM nel 1971 ed è rimasto fedele all'etichetta sino ad oggi,
contribuendo grandemente a caratterizzarne il suono "ambient jazz" con opere come
Dis (1977), nel quale lui e il chitarrista Ralph Towner (degli Oregon) improvvisavano
sui suoni di un'arpa eolica suonata dal vento di un fiordo nel sud della Norvegia.
Per l'etichetta ha successivamente inciso importanti lavori in compagnia di musicisti
come Charlie Haden, Egberto Gismonti, Bill Frisell, Nanà Vasconcelos, Miroslav
Vitous, Peter Erskine e Marilyn Mazur.
Contemporaneamente, ampliava la palette stilistica dei suoi riferimenti dal folk
scandinavo ad altre tradizioni musicali, passando dalle canzoni medievali norvegesi
con Agnes Buen Garnås alle incisioni con Ustad Fateh Ali Khan, Anouar Brahem,
Eleni Karaindrou e Zakir Hussain.
Un vero e proprio caso divenne nel 1994 Officium, la sua collaborazione con
l'Hilliard Ensemble su un repertorio di canti gregoriani, che arrivò in classifica in
diversi paesi e finì per vendere oltre un milione e mezzo di copie, risultando tra i
best-sellers assoluti dell'etichetta.
Importantissima anche la collaborazione con Keith Jarrett, iniziata nel 1974 nel suo
cosiddetto "European Quartet" con l'album Belonging, e proseguita anche in qualità
di unico solista improvvisatore nelle composizioni di Jarrett per orchestra
Luminessence e Arbour Zena. Nel 2012 la ECM ha pubblicato Sleeper, una
straordinaria registrazione del '79 finora rimasta inedita di un concerto del quartetto
con Garbarek, che è stata acclamata dalla stampa internazionale come uno dei dischi
dell'anno.
Nel gruppo che accompagnerà Garbarek a Bologna spicca la presenza di un suo
storico collaboratore come il percussionista indiano Trilok Gurtu, che iniziò la sua
carriera internazionale proprio in Italia. Nel 1974 infatti si unì al collettivo folk
d'avanguardia Aktuala, e incise con loro gli album (oggi ricercatissimi dai
collezionisti) La terra e Tappeto Volante, prendendo inoltre parte alle registrazioni de
Il miele dei pianeti, le isole, le api di Claudio Rocchi. Qui incontrò anche Don
Cherry, che seguì in due anni di tour europeo. Trasferitosi in Germania, le sue
collaborazioni hanno attraversato ogni scibile musicale: dagli Embryo ad Irmin
Schmidt dei Can, da Richard Teitelbaum, agli Oregon, dagli Swans al trio di John
McLaughlin, da Bill Laswell a Pharoah Sanders. I suoi album come leader hanno
avuto ospiti come Joe Zawinul, Pat Metheny, Neneh Cherry, Salif Keita, Angelique
Kidjo, Oumou Sangare e i throat singers siberiani Huun Huur Tu. Richiestissimo
internazionalmente come turnista, è tornato spesso anche in Italia, partecipando a
dischi di Ivano Fossati, Marina Rei, Robert Miles, e all'ultimo album di Adriano
Celentano, Facciamo Finta Che Sia Vero.
Le prevendite dei singoli biglietti e degli abbonamenti ai tre concerti bolognesi, sono acquistabili
presso Vivaticket e presso le casse dei teatri o, con vantaggiosissime offerte per chi si vorrà
tesserare al festival, direttamente dal sito www.bolognajazzfestival.com. Per info scrivere a:
[email protected]
I biglietti per lo Stefano Bollani Danish Trio sono acquistabili presso la biglietteria del Teatro
Comunale di Ferrara ed il sito www.ferraramusica.it