lettera aperta al presidente Francesco Pigliaru

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lettera aperta al presidente Francesco Pigliaru
Sindacato Dirigenti e
Direttivi Regione Sardegna
DIRER
Federazione Nazionale
Quadri Direttivi Dirigenti delle Regioni
Cagliari, 7 gennaio 2015
Lettera aperta al Presidente della Regione prof. Francesco Pigliaru
Gentile Presidente,
il 13 febbraio 2014 lei ci scrisse parole decisamente incoraggianti, in risposta alla lettera aperta che il
nostro sindacato aveva inviato a tutti i candidati alla carica di Presidente della Regione Sardegna, e dopo un
incontro sul tema “Verso una Regione che risponde alle attese della comunità”:
“Ho apprezzato la lettera che mi avete inviato, che ho trovato propositiva e con sensibilità
coerenti con il mio programma di governo e su cui durante l’incontro abbiamo potuto confrontarci.
Abbiamo potuto parlare di etica, di trasparenza, di responsabilità, di formazione, di partecipazione e organizzazione, di semplificazione e valutazione […]
Abbiamo moltissimo da fare nei diversi ambiti di politica, ma di una cosa sono fermamente
convinto, abbiamo bisogno di lavorare insieme, di mobilitare tutte le energie, le competenze
dell’amministrazione regionale e degli altri attori locali.
Sono convinto che con buona politica, con obiettivi chiari, sia più facile avere anche buona
amministrazione.
Dobbiamo stringere un patto, tra “protagonisti” dell’amministrazione regionale, in cui –
in una leale e trasparente reciprocità - il presidente e la sua giunta si impegnano a dare alle
persone gli strumenti per lavorare bene e le persone si impegnano a dare il meglio della loro
intelligenza e della loro professionalità.
La qualità delle nostre istituzioni è una condizione necessaria per garantire il cambiamento che
ci chiede la comunità e lo sviluppo della Sardegna.”
Abbiamo evidenziato alcuni punti che nella sua lettera ci sembravano particolarmente importanti.
Trascorsi appena 10 mesi da quella risposta, che lasciava intravedere una forte inversione di tendenza rispetto
al passato e ci colmava il cuore di fiducia e ottimismo, i fatti riportano bruscamente alla realtà.
Avevamo chiesto con forza che si mettesse mano ad una riforma radicale e organica della macchina
amministrativa regionale, fondata sulle leggi 1/77 e 31/98, ma dopo aver ottenuto altrettanto forti assicurazioni in tal senso, a pochi giorni dalla pubblicazione della legge regionale 24/2014 i risultati sembrano ben
diversi. Non ci aspettavamo certo norme che sembrano preoccuparsi solo del salvataggio di alcuni ex “facente funzione”, né l’ulteriore proroga di ben individuati contratti di collaborazione coordinata e conti-
SDIRS - Via Mameli 115, 09123 Cagliari - tel. 070.6062761 - fax 070.6062763 - email: [email protected] – web: www.sdirs.it
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nuativa. Tanto meno ci piace quell’oggetto volante non identificato che è l’unità di progetto, che da condivisibile strumento organizzativo rischia di diventare il cavallo di Troia per far rientrare dalla finestra chi non può
accedere dalla porta principale.
Sappiamo molto bene che le leggi nascono in Consiglio regionale e riusciamo a distinguere, tra le
responsabilità, quelle che attengono all’iniziativa e alla proposta, spettanti a lei e alla sua Giunta, da quelle
che attengono alla decisione finale, che invece spettano all’assemblea legislativa regionale (e a quelle sue parti,
anche all’interno della maggioranza di governo, interpreti flessibili dei principi costituzionali e particolarmente affezionate agli emendamenti ad personam). Ma sappiamo altrettanto bene che l’organo esecutivo, in fase di
attuazione, può adottare soluzioni pienamente coerenti con la Carta costituzionale.
Gentile Presidente, lo SDIRS vuole concorsi pubblici e non corsie privilegiate per pochi.
Nei dieci mesi passati abbiamo registrato fin troppi attacchi alla professionalità della dirigenza, riconducibili a valutazioni espresse sui media dall’attuale classe politica, senza che l’assessore competente e la
Giunta sentissero la necessità di intervenire. Non vorremmo che si cadesse in tranelli demagogici e nel contempo ci si dimenticasse che il vertice burocratico e quello politico-amministrativo – ciascuno con le proprie
responsabilità e il proprio ruolo – lavorano in vista di un comune obiettivo.
La leale collaborazione è il necessario collante di un rapporto che è alla base di quel “patto tra protagonisti dell’amministrazione regionale” di cui si parlava in periodo elettorale. Un patto che ha bisogno di essere
rinsaldato e curato, nutrito tutti i giorni, anche alla luce dei tanti progetti in campo, destinati a cambiare il
volto del Sistema Regione. Invece, da parte della Giunta da lei presieduta, rileviamo un atteggiamento preconcetto, che purtroppo non è eccessivo definire vagamente punitivo.
Come avevamo accennato nella lettera aperta ai candidati, il tema della valutazione e l’istituzione
dell’organismo indipendente di valutazione erano e sono sempre per il nostro sindacato un elemento irrinunciabile di una amministrazione efficiente. Rileviamo però che l’articolo 2 della legge regionale 24/2014 non
solo solleva alcune perplessità tecniche (si veda ad esempio la “graduazione della valutazione” e l’incidenza
retroattiva dei principi al 2014), ma sembra permeato da un intento chiaramente e fortemente penalizzante,
specie se letto assieme alla drastica riduzione del fondo di risultato prevista dalla manovra finanziaria.
Il principio di equità avrebbe dovuto suggerire un intervento a largo raggio, che coinvolgesse proporzionalmente la generalità dei soggetti di cui l’amministrazione si avvale, direttamente o indirettamente, o che
comunque comportano un onere a carico del bilancio regionale.
Sul punto in questione, la dirigenza regionale vuole fare chiarezza, dati alla mano, al di là della demagogia imperante. Siamo pronti a fare la nostra parte, anche in considerazione del particolare momento di
difficoltà economica della Sardegna. Ma ancora una volta chiediamo regole eque e scelte congrue.
Per cominciare, ci sembra importante che gli interventi di riorganizzazione di Servizi e Direzioni generali, avviati sulla base della già richiamata legge 24/2014, siano governati con assoluta chiarezza, trasparenza,
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oggettività, massima valorizzazione delle competenze, informazione e coinvolgimento dei lavoratori e dei
sindacati. Non è il momento per fughe in avanti, non sono accettabili né le corsie privilegiate né le ingiuste
penalizzazioni.
Chiediamo una profonda e partecipata riflessione, in particolare, sulla riorganizzazione e valorizzazione dell’Avvocatura regionale: un tema particolarmente delicato, sul quale la Giunta sta muovendo i
primi passi. Lo avevamo chiesto nella nostra lettera aperta ai candidati a Presidente: “Di fronte al sempre più
variegato e specializzato universo dell’impiego pubblico, quale rilevanza hanno le professioni - quelle che
richiedono l’iscrizione ad un albo, come gli avvocati o gli ingegneri - ma anche tutte le nuove professionalità
che all’interno dell’amministrazione regionale si vanno delineando?”.
Anche qui è quanto mai necessario un confronto, al fine di perseguire pari opportunità di accesso,
in un quadro organico di riorganizzazione e valorizzazione delle competenze, perché ognuno possa dare il
meglio della propria intelligenza e professionalità.
Non ci si può arrendere all’inesorabilità dello scollamento tra governo e comunità di riferimento. E
non dimentichiamo che fanno parte di questa comunità anche i lavoratori della Regione Sardegna, tutti in
egual misura.
In nome di quel patto tra protagonisti dell’amministrazione regionale che lo SDIRS vuole assolutamente
rispettare e rinsaldare, le chiediamo un incontro urgente, per discutere sulle infauste conseguenze che scelte
sbagliate o poco opportune avranno - se non immediatamente corrette - sulla qualità delle nostre istituzioni e
sulla possibilità di garantire il cambiamento che ci chiede la comunità, per un nuovo sviluppo della Sardegna.
Sarebbe importante poter incominciare il 2015 con una piena mobilitazione di tutte le energie e le competenze dell’amministrazione regionale e degli altri attori locali, come auspicava 10 mesi fa un candidato alla
carica di Presidente che ha poi conquistato la fiducia dei sardi.
il Comitato direttivo SDIRS
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