HERA LA SAT? - Comune del Parco di Braida

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HERA LA SAT? - Comune del Parco di Braida
il
MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA, ANNO 3
N° 24 - GIUGNO 2007
Distribuzione gratuita
sasso
lino
HERA LA SAT?
S C R I V E R E
Colloqui:
ALL’INTERNO
Fo, Maraini, Augias
D I
S A S S U O L O
Hera la SAT? Molto probabilmente sì: pare proprio che
Hera, la grande holding bolognese, stia per inglobare
uno dei gioielli del nostro territorio. E tutto sembra stia
accadendo quasi sottovoce, almeno nei confronti dell’utenza, che sa poco o nulla di cosa ne sarà della gestione di servizi primari quali gas, acqua, raccolta e smaltimento rifiuti.
Con l’aggregazione i servizi manterrebbero la stessa
qualità? Cosa ne sarà dei dipendenti di SAT? E in linea
generale, è giusto fare business su servizi primari?
Nel costruire un quadro il più possibile completo, abbiamo riflettuto sulla questione con il sindaco Graziano
Pattuzzi e ci siamo confrontati con membri dell’opposizione (constatando come chi sta a sinistra possa affrontare le cose con uno spirito che di solito si addice alla
destra più liberista e viceversa…).
Inoltre abbiamo incontrato importanti dirigenti di Hera,
sindacati e associazioni dei consumatori.
SassuoloVentiquattrOre
Rose in quota*
“Dietro un grande uomo c’è sempre una grande
donna”: è un detto che ha sconfitto il trascorrere
del tempo a testimonianza che, in fondo, qualcosa
di vero deve pur esserci.
Un detto che vale anche per quella realtà sfaccettata come il Distretto Ceramico che, spesso, parla
con voce maschile ma che ha alle spalle una storia
fatta anche da grandi donne.
Donne al comando come Afra Giacobazzi, donne
in regia come Maria Marazzi, donne fedeli consigliere come Gisella Lucchese, donne che lavorano,
donne che pensano.
Prima alla “scelta”, a partire dal periodo pionieristico della ceramica nostrana, poi al decoro, dietro
le scrivanie delle amministrazioni, oggi ovunque:
negli uffici marketing, al personale, dal commerciale al produttivo; ogni settore delle nostre industrie ceramiche vede una spiccata presenza femminile. Per non parlare di quello che viene definito
“indotto”: tra i “creativi” il rosa supera di gran
lunga l’azzurro, nelle moderne industrie “robotizzate” ci sono dita affusolate, adornate da anelli e
con le unghie colorate a pigiare i bottoni.
Senza voler rispolverare un ormai anacronistico
“femminismo”, va riconosciuto al genere femminile quell’importanza che gli spetta nel boom economico di una terra definita depressa “con vocazione agricola” negli anni ’50, oggi fiore all’occhiello di quei distretti che hanno fatto scuola in
tutto il mondo al motto di “piccolo è bello”.
Un ruolo spesso silente, raramente in prima pagina, quasi mai in uno schermo Tv, ma presente,
determinante, indispensabile.
il punto
D.D., F.M. E M.M.
LA REDAZIONE
ALLE PAGINE 2-3-4-5
Subsonica Lumaca
Il nuovo video dei Subsonica è creatura del “sanmichelese” Luca Lumaca
Luca Lumaca, sassolese d’adozione, ha diretto il
videoclip di “Angeles”, il nuovo singolo dei Subsonica in procinto di entrare in rotazione in radio
e tv musicali. Su internet è già un successo.
MARCELLO MICHELONI
A PAG. 9
FABIO PANCIROLI
*“Rose in quota”, ovvero un ciclo di interviste
alle protagoniste femminili della nostra imprenditoria.
In ogni numero del Piastrellino (nelle pagine
interne del Sassolino) incontreremo una figura
diversa, con il suo carico di opinioni, esperienze, visioni del mondo. Buona lettura.
M.M.
All’interno
•
•
intervista
Padre Sebastiano
il sassolino nella scarpa
Comitati, parchi, rotonde
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il
sasso
il
lino
il punto
Hera: “Ecco i benefici della fusione”
Roberto Gasparetto, dirigente Hera, da qualche mese amministratore delegato di SAT, difende la probabile
aggregazione: “Grandi vantaggi per l’azienda senza disagi per i dipendenti”
I sindacalisti interni dell’azienda non nascondono i loro timori: “Siamo sicuri che la qualità dei servizi
rimarrà immutata?”
E si teme una mobilità lavorativa
venendo però convertite in zione, senza davvero sapere
quote del gruppo Hera, cosa ci aspetterà, se ci
intorno allo 0,4% sul totale. dovremo spostare, se dovreQuesto in soldoni è quello mo cambiare ufficio e manche, forse, dopo l’estate suc- sione, se avremo la facoltà
di
scelta.”
cederà.
Senza consiE i lavoratori “Nessuno ci ha mai
derare le predi SAT? Cosa detto niente di preciso,
occupazioni
ne pensano? I
riguardo al
s i n d a c a t i siamo in una sorta di
futuro
del
interni del- limbo”
servizio fino
l'RSU, sezione gas e acqua, ci hanno ad oggi così ben offerto.
detto, alcune settimane fa, La politica di Hera, da qualdi non essere stati ancora che anno a questa parte, si
informati su quello che sarà: nutre di aggregazioni.
“Nessuno ci ha mai detto Ormai controlla l'intera
niente di preciso, siamo in Romagna, parte delle Maruna sorta di limbo.” Perché che e del Lazio e vorrebbe
in ballo, oltre al futuro della estendersi anche nel territosocietà, c'è il loro. “Viviamo rio, decisamente ampio, fino
nella più totale disinforma- ad ora ricoperto da SAT.
“Temiamo la chiusura di
laboratori e uffici di Sassuolo e la conseguente mobilità
lavorativa. Loro parlano di
nuove opportunità di carriera, noi parliamo di rischio di
spostamenti forzati. La speranza è di riuscire ad ottenere una SOT (Servizio Operativo Territoriale) anche a
Sassuolo, com'è successo a
Modena dopo l'aggregazione tra Meta e il gruppo
Hera.” Speranza che rischia
di essere disattesa, e che non
fa che alimentare le preoccupazioni dei lavoratori.
“Con una SOT molti uffici e
laboratori sarebbero manteLa sede della SAT in via Brigata Folgore a Sassuolo. Cosa succederà nel probanuti sul territorio, permetbile caso di aggregazione col gruppo Hera?
(foto Martignoni)
C'è chi la chiama fusione,
chi inglobamento, chi unione, chi ancora accorporamento. In realtà il termine
esatto è aggregazione, ed è
proprio quello che con ogni
probabilità avverrà tra il
gruppo Hera e SAT Spa.
Già dall'ottobre 2006 Hera
controlla il 46,50% delle
quote azionarie di SAT; ora
manca solamente il passo
finale, l'entrata definitiva in
Hera. Il restante 53,50% di
SAT è controllato dai comuni di Sassuolo (18,52%),
Fiorano (6,41%), Formigine
(14,59%),
Maranello
(10,60%) e Serramazzoni
(3,38%). E le quote, in caso
di aggregazione, manterrebbero le stesse proporzioni,
IL SASSOLINO si può trovare anche nelle seguenti edicole:
2
lino
il punto
I dipendenti SAT: “Preoccupati per la qualità
dei servizi e per il nostro lavoro”
• Edicola “Ferrari” (“del centro”),
Via Cesare Battisti
• Edicola “Rivi Sauro”,
c/o Stazione per Modena
• Tabaccheria Edicola
“Termanini”, c/o Stazione per RE
• Edicola “Ruggi Renato”,
V.le XX Settembre
• Edicola “di Via Mazzini”, Via
Mazzini 283 (zona Stadio)
• Edicola “Venturelli Maurizia”
di Via Peschiera
• Edicola “Cervi” di Via
Indipendenza (Parco)
• Edicola “della Posta”, P.za
S. Paolo 22 (Braida)
• Edicola “Mareggini Marina”,
Via Braida 301
• Edicola “Bronzati Loris”,
Via Rometta 36
• Edicola “Spattini Mirella”
di Via Circonv. Sud 31
(Rometta alta)
• “Due Chiacchiere”, Via
Montanara 69 (Pontenuovo)
• “Venus”, c/o Centro
commerciale “Panorama”
sasso
• Tabaccheria Edicola “Ferrari
Omar”, Via Radici in Piano 108
• Tabaccheria “Sandra”, Via
Radici in Piano 546
• Edicola Cartoleria “Valentina”,
Via Ancora 236 (strada per
Magreta)
• Tabaccheria Edicola “Baccarani
Paola” - S. Michele
• “Le Cafè”, Via Radici in Piano
16/a -Veggia (Casalgrande)
• “Edicola Charta” di Margutti
Laura, Via Statale 157/c S. Antonino (Casalgrande)
• “L’edicola” di Frigieri P., Via
San Francesco 201 - Fiorano
• Edicola Tabaccheria “Frigieri”,
Via Collegio Vecchio 3 (incrocio
con via Pedemontana) - Fiorano
• Edicola Cartoleria “del Centro”,
di De Francesco Stefania,
via Veneto 37, Fiorano
• Edicola Cartoleria Profumeria
“Giovannini Graziella”, via
Statale 152, Spezzano (Fiorano)
... e altre
tendoci di continuare ad dibili inoltre eventuali esteroffrire ai cittadini un servi- nalizzazioni di servizi,
appaltando a ditte o coopezio efficiente e veloce.”
Un altro problema sollevato rative settori specifici deldai sindacati riguarda il rap- l'offerta SAT. “In questo
porto tra società ed utente. modo i servizi perderanno
“La centralizzazione certo ancora di qualità, mentre
non darà un servizio miglio- l'azienda potrà risparmiare
re, l'utente potrebbe incon- anche su questi costi, in
trare problemi nel rappor- quanto le spese sarebbero
tarsi con la nuova azienda, decisamente inferiori.”
molto più grande e forse Anche gli investimenti
meno attenta alle esigenze societari subiranno logiche
dei singoli cittadini; oggi modifiche: “È ovvio che il
possiamo offrire tempi deci- capitale a disposizione di
samente brevi. Per esempio, Hera non è neanche paragoper una fuga di gas ci met- nabile a quello di SAT, ma è
tiamo in media 50 minuti, altrettanto vero che Hera,
per una perdita d'acqua al con quel capitale, deve
massimo due giorni, con la coprire quasi mezza Italia,
possibilità di avere analisi di affrontando spese elevatissilaboratorio dell'acqua prele- me e incentrandole probabilmente nella
vata in 3-4
sua zona cengiorni. Dopo
trale di coml'aggregazio- “La centralizzazione
petenza, cioè
ne, i tempi
Bologna e la
s a r a n n o darà un servizio
Romagna.
ancora que- migliore all’utente?”
Quindi verosti?”. Non si
similmente
può ancora
sapere, certo è che tutto il meno soldi da investire, e
sistema organizzativo subirà investimenti forse meno predecisivi cambiamenti. “Il cisi, vista la minore conobacino d'utenza di SAT scenza del territorio.”
copre tutta la provincia a Se niente cambierà, chi scrisud di Modena, un territorio ve prevede un'estate di lotta.
vastissimo. Sarà davvero
dura, in caso di spostamenDANIELE DIECI
ti, coprire tutta quest'area
FRANCESCO MARTIGNONI
partendo ancora da più lontano, che sia Modena o
addirittura Bologna.” Preve-
IL SASSOLINO
SCRIVERE DI SASSUOLO
Direttore Responsabile: Laura Corallo
Redattore: Marcello Micheloni
In Redazione: Catia Bartoli, Daniele Dieci, Andrea
Magnani, Francesco Martignoni, Marco Mazzacani
Contatti: [email protected]
Email personali Redazione: [email protected]
(ad esempio: [email protected])
Infografici: Marcello Bandierini
Hanno collaborato a questo numero: Alessio Anceschi,
Mirella Barchi, Luigi Giuliani, Elisa Guidelli, Stefano
Landini, Maddalena Morandi, Fabio Panciroli,
Giuseppe Sofo, Annalisa Vandelli
Ideazione grafica: Anna Anselmino
([email protected])
Impaginazione: Rossella Tabaroni
([email protected])
Illustrazioni del “Sassolino”: Silvia Casamassima
Stampa: Litostampa “La Rapida” s.n.c.,
Via Garibaldi 1/a, Casalgrande (RE)
Edito e distribuito da: Associazione Culturale “Il Sassolino”
Registrazione Tribunale di Modena N. 1743 del 14/4/05
per le tue inserzioni pubblicitarie
347.9104236 o 346.2128146
[email protected]
Il Sassolino offre inoltre la possibilità di inserimento e distribuzione di volantini pubblicitari
attraverso la rivista, concordando eventualmente
le modalità.
L’amministratore delegato Roberto
Gasparetto, l’uomo Hera in SAT
Con l’entrata di Hera nella
gestione di SAT, Roberto
Gasparetto è stato nominato
Amministratore Delegato
dell’azienda. A sentirlo parlare, si ha la sensazione di una
fusione imminente ma che
nessuno ancora vuole dare
per scontata. Quel che è certo
è che i soci di Hera stanno in
questi giorni definendo le
modalità e la forma tecnica
con le quali potrebbe avvenire
questa aggregazione.
Una delle preoccupazioni
maggiori per la cittadinanza è
che, una volta avvenuta la
fusione e la conversione delle
partecipazioni SAT in azioni
Hera, le amministrazioni
pubbliche possano perdere la
loro influenza sulla gestione e
la qualità di servizi indispensabili alle persone che rappresentano. Gasparetto assicura
che siccome “la governance
di Hera è composta in larga
misura da partecipazioni
pubbliche che contribuiscono
a stabilire gli standard di qualità, le amministrazioni
avranno la possibilità di indicare le linee guida e di vigilare sul rispetto delle stesse”.
Sono anni che SAT è positivamente radicata sul territorio, generalmente ha offerto
un servizio serio e rapido e ha
mantenuto (è opinione di
molti) un ottimo livello di
reperibilità e comunicazione
con il cittadino. Inoltre dai
suoi bilanci escono utili pari a
4 milioni di euro all’anno (se
si esclude quello del 2006 che
è previsto, a detta dei dirigenti, come leggermente inferiore). La fusione con una holding porterà sicuramente la
possibilità di grandi investimenti, ma anche numerosi
punti interrogativi sul mantenimento della qualità e la
velocità del servizio. Da dove
nasce la necessità di affrontare un cambiamento così radicale? “SAT è un’azienda
sana, ma va fatta una considerazione di natura più
ampia - dice l’amministratore
- Il mercato globale sta cambiando e i servizi pubblici tendono ad essere liberalizzati:
con l’aggregazione ad Hera si
stanno ponendo le basi industriali per uno sviluppo ed un
miglioramento del servizio e
per l’ampliamento delle infrastrutture. L’aggregazione con
Hera non è questione di
sopravvivenza per SAT, ma
una grande opportunità”.
Acquedotti, fognature e
gasdotti: l’Italia è arretrata.
L’Emilia è al di sopra della
media nazionale per la qualità di questi servizi, “ma
anche qui le reti di distribuzione e loro interconnessioni
vanno ampliate e risanate, per
ottimizzare il prelievo di
risorse dal territorio, soprattutto di acqua. Inoltre
dovranno essere investiti
capitali per fare interventi di
prevenzione agli sprechi e ai
guasti”.
L’amministratore delegato è
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anche convinto del fatto che
poco o nulla cambierà nella
vita dei cittadini, grazie alla
politica di Hera che tende ad
essere capillare sul territorio
(11 sono gli sportelli per gli
utenti solo a Modena). I sindacati vorrebbero la creazione di una SOT (Servizio Operativo Territoriale), come nel
capoluogo, in modo tale da
poter avere un nucleo consistente ed organizzato sul territorio. La dirigenza non è
dello stesso avviso: “Una
SOT a Sassuolo non sarebbe
un vantaggio - spiega Gasparetto - ed inoltre sarebbe difficilmente sostenibile; è meglio
essere inglobati in una rete
industriale più ampia e riorganizzare la SOT di Modena
per far fronte alle nuove esigenze”. Verrà comunque
aperto un call-center in zona
che risponderà alle richieste
della popolazione e i servizi
basilari continueranno ad
essere erogati da unità operative con sede a Sassuolo. Verranno coinvolte anche ditte
del territorio che, attraverso
appalti, lavoreranno in ambiti
specifici per lo sviluppo del
territorio stesso.
Un’altra tematica molto
calda è quella che concerne i
dipendenti SAT. È probabile
che alcuni, soprattutto ai
piani alti, vengano spostati in
altre sedi; ad altri saranno
assegnate nuove mansioni, e
comunque tutti i 220 dipendenti saranno inglobati in un
sistema lavorativo ben più
ampio. Anche su questo
punto però Gasparetto è rassicurante: “Non possiamo
rischiare che il tema dipendenti vincoli l’ottimizzazione
del lavoro. Siamo dotati di
un’enorme capacità organizzativa e di tecnologie che ci
permetteranno di sopperire
alla distanza fisica tra le sedi.
Ad oggi, di 6000 dipendenti
Hera, solo 30 sono stati spostati forzatamente: è una percentuale molto esigua. Inoltre
daremo opportunità in più:
spingeremo affinché chi ha
competenze possa sviluppare
la sua professionalità spostandosi in sedi e ambienti dove
ottimizzare il proprio lavoro.
La mobilità sarà legata ad
uno sviluppo personale e professionale.” Dalle parole del-
l’amministratore
sembra
quindi che il grosso dei dipendenti rimarrà sul territorio.
Investimenti e sviluppo professionale; miglioramento dei
servizi e sviluppo tecnologico
e infrastrutturale. Per l’uomo
di Hera dentro SAT la fusione porterà benefici a tutti i
livelli.
FRANCESCO MARTIGNONI
(HA COLLABORATO
MARCELLO MICHELONI)
La parola al presidente
Gianferrari:
“Tuteleremo servizi e occupazione”
“L'aggregazione con Hera non deve andare a discapito della
qualità dei servizi”. Con queste parole il presidente di SAT
Spa, Rossano Gianferrari, precisa le condizioni dell'imminente
fusione: “Il mercato sta cambiando molto in fretta, SAT è
costretta a fare i conti con operatori decisamente più grandi.
Proprio per questo, la fusione con Hera è l'unica possibilità di
futuro per la nostra società. Bisogna però imporsi di mantenere lo stesso standard di qualità, al quale i nostri cittadini sono
abituati da ormai più di vent'anni.”
Altra questione invece quella dei lavoratori: c’è chi teme che gli
spostamenti possano essere numerosi, senza contare i possibili
cambiamenti di mansione lavorativa. “La tutela della professionalità e dell'occupazione sono due nostre ferme richieste.
SAT non ha un esubero di dipendenti e la qualità dei lavoratori è indiscutibile, tutti punti a vantaggio della preservazione
dello stato lavorativo attuale.” Certo, come richiedono i sindacati, tutto sarebbe più semplice se si creasse una SOT (Servizio
Operativo Territorio) anche a Sassuolo, com'è stato fatto a
Modena. “Difficilmente questa richiesta verrà soddisfatta,
molto più probabile - continua Gianferrari - un distaccamento
locale della SOT di Modena. Non dobbiamo comunque
dimenticare che spesso gli eventuali spostamenti si trasformano, agli occhi del lavoratore, in possibilità di carriera all'interno
di una società ben più vasta e potente.”
Problemi questi da affrontare attorno a un tavolo, dove molto
probabilmente sarà Hera a fare la voce grossa. “Sarà compito
del c.d.a., i veri proprietari della SAT, rapportarsi con Hera per
raggiungere un accordo risolutivo - spiega Gianferrari - Il sottoscritto e gli altri dirigenti non potranno fare molto; noi, in
fondo, siamo solo dei dipendenti.”
D.D.
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3
il
sasso
il
lino
il punto
il punto
Pattuzzi: “Avanti tutta”
Critiche da Destra: “Così no”
Il sindaco di Sassuolo ha un ruolo importante all’interno delle operazioni per l’aggregazione tra Hera e SAT:
“Se la trattativa non andasse in porto sarebbe una sconfitta”.
Ma con lui abbiamo parlato anche del reale potere che manterrebbe
il Comune, dei servizi offerti agli utenti e di etica del business
Signor Sindaco, qual è il suo
ruolo nella transizione SATHera?
I consigli comunali di Sassuolo, Fiorano, Formigine e
Maranello hanno deliberato
un mandato ai sindaci affinché si occupino della trattativa, nell’intento di vedere se ci
sono le condizioni per un
superamento di SAT. All’interno di questo patto sono
stato scelto come rappresentante.
A che punto siamo della
trattativa?
Siamo sulla strada che porta
ad una soluzione rapida,
anche perché altrimenti
sarebbe una sconfitta sia per
le amministrazioni che per
Hera.
Quindi lei è d’accordo con
questa soluzione…
Certamente. La logica è questa e anche la prospettiva
futura ci porta in questa direzione: i comuni non devono
essere soci in nessun tipo di
azienda. Devono avere un
chiaro contratto con l’azienda che eroga un determinato
servizio; e bisogna munirsi di
una struttura interna, sia
politica che tecnica, che faccia seriamente un lavoro di
verifica costante per vigilare
sul rispetto del contratto stesso.
Ma non vede la possibilità
che le amministrazioni pubbliche perdano peso all’interno di un sistema indispensabile come quello dell’erogazione dei servizi primari?
È chiaro ed evidente che la
catena si allunga. Ma innanzi
tutto Hera adotta un modello
che ha molta attenzione nei
riguardi del territorio; inoltre
se transitassimo le partecipazioni pubbliche del territorio
SAT all’interno della holding
che controlla quelle del territorio ex-Meta (parte della
provincia di Modena, ndr)
avremmo un peso notevole
all’interno delle decisioni dell’azienda.
Non ci ridurremmo quindi
ad una provincia dell’impero Hera…
No. Certo non avremo un
comunale
rappresentante
come avveniva con SAT ma i
sindaci avranno la possibilità
di sollevare questioni e fare
richieste; attraverso le partecipazioni si potrà collaborare
per stabilire gli standard di
qualità e le amministrazioni
potranno controllare che gli
accordi contrattuali per l’erogazione del servizio siano
rispettati.
In Italia il futuro delle exmunicipalizzate è ancora
molto indefinito. Perché qui
a Sassuolo si stanno accelerando tanto i tempi per
giungere a questa fusione?
In Italia sia il governo che c’è
stato fino al 2006 sia quello
odierno, seppure con risvolti
differenti, hanno spinto
molto perché si puntasse a
questo tipo di aggregazioni;
ma è giusto che sia così: il
mercato va in quella direzione e il capitalismo italiano ha
bisogno di aziende che possa-
no sopportare la concorrenza
straniera quando verranno
varate le prime gare per la
gestione dei servizi. Servizi
che senza grandi aziende di
multiservizi sarebbero in
pochi anni fagocitati da spagnoli, francesi e tedeschi.
Hera potrà partecipare alle
future gare di assegnazione
come SAT non avrebbe potuto.
Quindi è una questione di
sopravvivenza per SAT?
Assolutamente sì. Visto il
trend globale fatto da colossi,
se continuo a difendere la
mia aziendina tra qualche
anno non mi rimarrà altro
che vendere quei tre ferri vecchi che mi sono rimasti e
mettere tutto in liquidazione.
Cosa ne facciamo della SAT
se non sarà in grado di vincere gare e appalti?
Per quanto una Fiat 500 sia
una bellissima macchinina
non ci possiamo certo correre
un GranPremio di Formula1.
Viene spontaneo il parallelismo con le Ferrovie dello
Stato: non crede che come
per Trenitalia si finirà per
galleggiare in una sorta di
monopolio per lunghi anni?
Trenitalia è ancora all’interno di un processo in evoluzione. Presto arriveranno
gare per la gestione dei servizi di erogazione di gas, acqua
e rifiuti.
Non le sembra però che le
amministrazioni, così facendo, perdano un business crescente a favore di privati?
Si va verso i privati, è vero.
Paolo Vincenzi, consigliere di Forza Italia, accusa:
“Questa azione ha dietro di sé una precisa volontà politica”.
E si chiede come “un’azienda quotata in borsa possa offrire servizi
migliori e a più buon mercato”
Il sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi. Il primo cittadino ha un ruolo importante all’interno della trattativa e rappresenta anche gli altri comuni coperti da SAT
Ma è una cosa che succederà
anche per gli asili e le scuole;
anche l’Unione Europea
spinge in questa direzione.
Non sono lungimirante se
guardo solo al mio orticello,
si va verso le privatizzazioni e
il mercato nella speranza di
raggiungere maggiore efficienza. La pubblica amministrazione è sempre di più un
elemento di freno allo sviluppo, per colpa dei processi
decisionali che sono fuori da
ogni logica e per colpa della
gestione dei servizi, spesso
non sufficienti e troppo
costosi.
Questa aggregazione sarebbe una scelta irreversibile.
Fra qualche anno un’altra
giunta, di qualsiasi colore
politico, non potrebbe tornare indietro. Questa condizione non fa un po’ paura?
Certamente stiamo affrontando una bella sfida, e stiamo facendo una scommessa.
Io ci credo. L’importante sarà
riuscire a mantenere un equilibrio fra remunerazione del
capitale privato e qualità dei
servizi erogati; credo che in
assenza di qualità per il terri-
torio nemmeno i capitali privati investiti sarebbero remunerati. E poi bisogna operare
per l’abbattimento dei costi:
le aziende parapubbliche
come SAT sono ancora troppo ingessate nella loro struttura e nella tutela del lavoro.
e per l’abbattimento dei costi
i grandi numeri e gli investimenti contano.
Ma i dipendenti SAT?
Mi auguro una maggior flessibilità e la creazione di
incentivi per ottimizzare il
lavoro e per dare nuove
opportunità di crescita professionale.
Un’ultima domanda rivolta
ad un sindaco rappresentante di una giunta di sinistra…
Centro sinistra.
Centro sinistra. È eticamente corretto fare business su
servizi primari come quelli
erogati da SAT?
Se l’azienda è efficiente e fornisce un servizio di qualità e
se i lavoratori sono pagati ciò
che gli è dovuto, credo che sia
eticamente corretto.
FRANCESCO MARTIGNONI
MARCELLO MICHELONI
L'imminente aggregazione
tra il colosso Hera e la SAT
Spa suscita diverse perplessità, anche da parte del
mondo politico. “Questa
azione ha dietro di sè una
precisa volontà politica. Se
dobbiamo aiutare SAT, perchè non sentire qualche altra
offerta?”. Così il consigliere
comunale di Forza Italia
Paolo Vincenzi affronta la
fusione tra le due società.
“Hera ormai controlla tutta
la Romagna - continua Vincenti - oltre a parte delle
Marche e del Lazio. SAT gli
serve per chiudere il cerchio,
per controllare l'ultimo tassello mancante del suo progetto di espansione territoriale.” L'entrata in un gruppo così grande comporta
diverse conseguenze, soprattutto per i cittadini: “Più
un’azienda è grande, più si
allontana dall'utente. La
comunicazione tra azienda e
cittadino, dilatandosi, può
diventare lenta e poco precisa, cosa che con SAT non
succede, grazie alla sua profonda radicalizzazione nel
territorio.”
La strada dell'aggregazione
sembra però essere ineluttabile, anche se a detta di
molti non così urgente. SAT
infatti rischia di vedersi
accerchiata e schiacciata dai
grandi monopoli che si
vanno via via formando.
Vincenzi ne è consapevole,
ma critica i metodi di scelta
dell'offerente, denunciando
“una totale mancanza di
concorrenza”. Non solo;
affidarsi a una società quotata in borsa “vuol dire affidarsi a una realtà che segue
regole totalmente diverse da
quelle di SAT. Un'azienda
quotata in borsa è infatti
tenuta ad incrementare gli
utili trimestrali, quindi ha
come obiettivo il continuo
saldo in attivo. È difficile
che possa offrire servizi
migliori, e magari più a
buon mercato, costretta
com'è a perseguire il guadagno ogni tre mesi.” Inoltre,
problema tra l'altro già sollevato dai sindacati, si andrà
incontro a “sicure esternalizzazioni di servizi, date in
appalto a una qualche cooperativa e società, con il probabile calo qualitativo dei
servizi, a fronte di una spesa
certamente minore per
l'azienda.” Per queste ragioni è quindi difficile pronosticare una “diminuzione delle
tariffe”.
Vincenzi infine sottopone
un altro problema, quello
degli investimenti:
“Un’azienda così vasta spiega il consigliere - ha ben
altre priorità. Di certo non
potrà dimostrarsi attenta e
tempestiva sul territorio,
dovendo impegnarsi in progetti ben più importanti,
come la costruzione di
gasdotti nel Mediterraneo o
la probabile fusione con
ENEL.” Che fare dunque? “
Aspettare; cercare la strada
che possa tutelare il più possibile i cittadini e non essere
precipitosi. Oltretutto bisogna seguire da vicino l'iter di
alcune normative statali, che
riguarderebbero da vicino le
aziende pubbliche, come
SAT.”
DANIELE DIECI
(HA COLLABORATO
MARCELLO MICHELONI)
lino
Codacons: “Cittadini
costretti a subire”
Perplesse le associazioni dei consumatori.
Ferrari di Adiconsum: “Hera sta mangiando
tutti. Si va verso il monopolio totale”
“Anni fa a Modena si vedeva un autocarro che con un aspiratore montato sul cassone aspirava le foglie secche dagli
alberi prima che cadessero in terra.
Quel servizio che oggi non viene più effettuato costava alla
collettività quanto segue: il costo di ammortamento del
mezzo, il costo di utilizzo del medesimo, lo stipendio dell'operatore e quello dell'ufficio amministrazione che ne curava la posizione dipendente.
Ora quello stesso servizio (che andrebbe ripristinato così non
avremmo le caditoie costantemente intasate) costerebbe: il
costo di ammortamento del mezzo, il costo di utilizzo del
medesimo, lo stipendio dell'operatore, quello dell'ufficio
amministrazione che ne curerebbe la posizione dipendente
oltre ai faraonici stipendi dei vari amministratori e agli utili
che giustamente gli azionisti pretendono a fine anno.
Qual'è dunque il beneficio per il consumatore/utente? I servizi non migliorano e le tariffe aumentano in continuazione.” La “parabola” che ci ha raccontato l’avvocato Fabio
Galli, responsabile per Modena e provincia del Codacons,
illustra bene qual è il punto di vista della suddetta associazione per i diritti dei consumatori a proposito dell’aggregazione
delle ex municipalizzate: “La fusione di tali aziende - continua Galli - ha determinato una situazione di esclusività che
porta il cittadino ad essere costretto a ‘subire’ il servizio nei
modi, nei tempi e sopratutto al prezzo che la nuova holding
imporrà.”
Dall’Adiconsum (area Cisl) le critiche non sono meno
taglienti: “Siamo preoccupati per il regime di monopolio che
si verrà a creare quando Hera avrà mangiato tutti i concorrenti sul territorio - dice il responsabile provinciale Angelo
Ferrari Valeriani - E poi: loro come azienda dovranno fare
giustamente degli utili, ed è per questo che mi chiedo come
si potrà, in quest’ottica di utili, andare verso un risparmio
dell’utenza”. Ci siamo rivolti anche a chi ha dovuto affrontare il discorso fusione in passato, come gli addetti dell’Adiconsum di Cesena che negli anni scorsi hanno seguito l’aggregazione in Hera della ex municipalizzata locale: “Ci pare
rischioso mettere così all’improvviso nello stesso calderone
molte realtà piccole che prima agivano nel loro limitato territorio. Inoltre anche noi ci domandiamo se sia giusto sviluppare un’impresa e fare business su beni indispensabili come
acqua e gestione rifiuti”.
MARCELLO MICHELONI
Un veicolo in forza a SAT: tra qualche mese avrà il logo di Hera?
(foto D.D)
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Una “semplice” intellettuale
“La mia verità sull’uomo chiamato Gesù”
Quattro chiacchiere con Dacia Maraini, una delle scrittrici italiane
più note ed apprezzate.
Una vita intensa alle spalle, un approccio alla vita ancora genuino
Si apre con una domanda l’ultima opera del noto giornalista e scrittore Corrado Augias:
“Chi era l’uomo che ha cambiato il mondo?”. Non solo il figlio di Dio ma un uomo in carne e ossa.
Ne ha parlato con noi durante la presentazione del libro “Inchiesta su Gesù” avvenuta a Fiorano
Ha una vita intensa alle spalle ma esprime la semplicità
di una intellettuale senza
artifici. Dacia Maraini, figlia
dell’antropologo Fosco Maraini e compagna per molti
anni di Alberto Moravia, è
fra le più conosciute scrittrici
al mondo e da sempre impegnata sul piano politico e
Dottor Augias, lei ha detto
che questo suo ultimo lavoro potrà essere apprezzato
sia da chi si dichiara credente, come da coloro che
non lo sono.
Confermo quanto detto,
perché i non credenti vi troveranno il ritratto accurato,
per quanto possibile, di una
figura straordinaria, di un
uomo che come nessun
“I giorni di Antigone. Quaderno
dei cinque anni” (Rizzoli 2006),
ultimo libro di Dacia Maraini
sociale. Ha circa settant’anni
ma esprime la freschezza di
una ragazzina. Nata a Fiesole nel 1936 la Maraini ha
respirato e vissuto intensamente un’epoca di grandi fermenti intellettuali e a contatto con scrittori, tra i quali
Pier Paolo Pasolini, che
hanno contribuito a delineare la letteratura italiana del
dopoguerra. L’autrice ha
pubblicato tantissimi libri tra
i quali Isolina, Bagheria, Una
nave per Kobe, La lunga vita
di Marianna Ucria, Voci, Buio
e pezzi teatrali di cui ricordiamo Maria Stuarda, Dialogo di una prostituta con un
suo cliente, Camille.
È stata ospite al Teatro Astoria nell’ambito della rassegna
“Fiorano incontra gli autori”
a presentare il suo ultimo
libro I giorni di Antigone Quaderno di 5 anni, una raccolta articoli-saggi, rivisti,
ampliati e aggiornati, pubblicati dal 1996 al 2006 su quotidiani e riviste, che segnano
il nostro tempo. E proprio in
quella occasione ha rilasciato
un’intervista al Sassolino.
Signora Maraini, partiamo
dal titolo del suo libro, I
giorni di Antigone. Cosa rappresenta per lei questo personaggio della tragedia
greca?
Antigone (figlia di Edipo e
Giocasta) rappresenta la
disobbedienza, ma che alle
intolleranze rispose con un
atto d’amore. Senza usare
violenza. Per me è un grande
esempio.
Lei è sempre stata impegnata sul fronte politico e sociale, occupandosi di diritti
civili e dei diritti delle
donne. Come si è evoluto il
rapporto tra uomo e donna?
Penso che mentre sul piano
dei diritti civili molte cose
sono cambiate decisamente
per il meglio, sul piano dei
costumi e della mentalità
siamo molto indietro.
In effetti dati recenti danno
un quadro drammatico della
situazione delle donne nel
mondo: stupri e violenze in
numerosi paesi del mondo e
spesso impunite a causa
Dacia Maraini
delle leggi locali. Cosa ne
pensa?
Credo che sia una questione
di cultura. Bisognerebbe
insegnare ai bambini, fin da
piccoli, a rispettare l’altro, il
diverso, cominciando dalla
persona del sesso opposto.
Naturalmente anche le leggi
dovrebbero essere più severe.
Ma c’è molta strada da fare.
In molti paesi, fuori dall’Europa, le leggi sono assolutamente tolleranti verso chi
infierisce sul corpo delle
donne.
Come è stato il rapporto di
Dacia Maraini con suo
padre Fosco, noto antropologo che amava tanto le
montagne e, tra l’altro, presente anche nei suoi romanzi?
Ho trascorso una infanzia
molto diversa dai bambini
della mia età. Il rapporto con
mio padre è stato caratteriz-
zato da una certa complessità. Più che padre e figlia eravamo compagni di avventure
sportive. Tutto ciò ha contribuito a fortificarmi e ad
amare la natura.
Aveva pochi mesi quando
partì con la sua famiglia per
il Giappone. Da allora ha
continuato sempre a girare
il mondo anche assieme al
suo compagno, lo scrittore
Alberto Moravia. Cosa rappresenta per lei il viaggio?
Viaggiare permette l’introspezione e guardare se stessi
e i propri problemi con
distacco e coscienza dei problemi altrui. Inoltre viaggiando si conquistano degli spazi
che sono anche mentali e psicologici. Spazi spesso essenziali per la necessaria complessità mentale.
LAURA CORALLO
Corrado Augias
altro ha segnato la storia
dell’umanità; i credenti
potranno invece integrare la
visione teologica che hanno
di Gesù con molti dati
attendibili relativi alla sua
biografia terrena.
Recentemente su “Repubblica” lei ha scritto
“Credo che si possa comprendere molto meglio la
figura di Cristo proprio se
si prescinde dalla fede”,
questo in aperto contrasto
con quanto sostiene la
Chiesa.
La mia idea è l’esatto contrario rispetto quanto affermato dai vertici ecclesiastici. Negare una conoscenza
razionale indipendente dalle fedi significa condannare
la nostra società ad una
radicalizzazione dello scontro tra credenti e non credenti, o tra credenti di fedi
diverse. Durante la mia
ricerca ho scoperto il profondo sollievo che si prova
quando si esce dai fiumi
della teologia per avvicinarsi direttamente alla figura di
Cristo. Io credo che la teologia stessa abbia rivestito
Gesù con un mantello di
pesantezza al fine di renderlo congruo alla dottrina di
fede e celandone la valenza
storica. Così facendo è stato
sì reso omogeneo e coerente
ma al contempo ha perso
quella contraddittorietà e
quella tragicità che sono
invece parte della sua grandezza.
Si assiste ormai spesso allo
scontro aperto tra laici e
cattolici in merito al ruolo
della Chiesa nella politica
e nella vita pubblica nazionale. Qual è la sua visione
riguardo a quelle che molti
considerano ingerenze, e in
particolare riguardo le
polemiche successive alle
parole del comico Andrea
Rivera durante il concerto
del 1 Maggio?
Reazioni esagerate, convulse, quelle successive al 1°
Maggio, tanto che la sera
stessa l’accorto Cardinal
Tarcisio Bertone ha provveduto a sdrammatizzare. La
chiesa cattolica in questo
momento sta combattendo
in Italia una precisa battaglia politica, però cerca di
contrastare la propria debolezza nel paese non attraver-
so la fede ma muovendosi
come soggetto politico vero
e proprio. Questo, nella mia
personale visione, non è
accettabile, e non può esserlo nemmeno per chi si definisce cattolico.
MARCO MAZZACANI
“Inchiesta su Gesù. Chi era l’uomo
che ha cambiato il mondo”
(Mondadori 2006), ultima fatica di
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Sciappinare coi Subsonica
Luca Lumaca, sassolese d’adozione, ha diretto “Angeles”,
l’ultimo video dei Subsonica
Il fantasma del castello - parte II La giornalista e scrittrice Paola Giovetti, specializzata nel
campo del paranormale, ci illustra alcune teorie che possono
far luce sulla vicenda del Castello di Spezzano
riescano a liberarsi. Queste
entità produrrebbero anche
fenomeni fisici, come l’accensione e lo spegnimento
improvviso di luci, lo spostamento di oggetti, i frastuoni
inspiegabili ed improvvisi.
L’altra interpretazione, più
tecnica e scientifica, è invece
che questi luoghi rimangano
come impregnati della memoria di ciò che è stato, memoria
che come energia viene rianimata quando nel luogo in
questione si trovano soggetti
di particolare sensibilità.” Per
quale interpretazione quindi
propendere quando ci si trova
di fronte a casi di questo tipo?
“Credo che esistano entrambe
le possibilità - continua -. Lo
stesso Jung, che era anche un
sensitivo e fu testimone di
molti fenomeni cosiddetti
paranormali che spiegò con la
teoria della spiccata sensibilità
di alcuni soggetti a percepire
determinate energie legate ai
luoghi, non riusciva però a
spiegare le apparizioni che
venivano osservate da più persone contemporaneamente. A
testimonianza del fatto che
non può sempre trattarsi di
visionari o mitomani basti
ricordare che in Inghilterra,
patria dei fantasmi, è riconosciuto un considerevole sconto sull’affitto per chi decida di
andare ad occupare abitazioni
considerate infestate”. Ci chiediamo se queste presenze
abbiano uno scopo nel manifestarsi: “Può accadere che,
nel momento in cui cercano
un contatto con i vivi, lo facciano per chiedere giustizia o
risolvere una situazione rimasta sospesa. Anche in questo
caso, partendo addirittura da
una testimonianza di Plinio il
giovane, potremmo raccontare di decine di casi durante i
quali, tramite l’assistenza di
qualche spirito, siano stati
risolti misteri rimasti celati per
centinaia di anni. Quelli delle
apparizioni non sono mai
fenomeni pericolosi, spaventano e basta”.
Al lettore dunque, ancora una
volta, la libertà di interpretare
ciò che sembra accadere nel
nostro Castello di Spezzano.
CATIA BARTOLI
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Sciappinare è una di quelle
parole nostre che non vogliono dire niente ma che spiegano tutto. Un po’ come “scancherare”, che Emilio Rentocchini non a caso ha usato, nel
documentario che gli hanno
dedicato, per descrivere l’ingegno dei pionieri della ceramica. Luca Lumaca, artista
eclettico 28nne, modenese di
nascita ma sassolese d’adozione, usa la parola sciappinare quando ricorda come ha
imparato a fare videoclip. Un
vero autodidatta. E sciappina
bene, si converrà, dato che
persino i Subsonica si sono
accorti di lui. Parliamo proprio della band italiana che ha
fatto più tendenza negli ultimi
dieci anni, quella del front
man Samuel, delle tastiere di
Boosta, del pop elettronico
elegante e da classifica. E del
leader nascosto Max Casacci,
chitarrista e vera mente del
gruppo: “È stato proprio
Casacci a contattarmi - ci racconta Luca - Aveva notato
alcuni miei lavori su Mtv e poi
su internet.” Prima di Max se
ne erano accorti, con ogni
probabilità,
anche tutti
coloro che
avevano
visto i precedenti clip di
Lumaca, realizzati, tra gli
altri, pure per i Julie’s Haircut.
Semplici genialate (provare
per credere su www.myspace.com/lucalumaca).
Beh, fatto sta che Lumaca ha
diretto il video di Angeles, il
nuovo singolo del gruppo torinese in procinto di entrare in
rotazione in radio e tv musicali. “Mi hanno commissionato il lavoro a febbraio. In tre
mesi ho dovuto creare tutto:
trama, stile, grafica”, ricorda
Luca. Angeles, terzo singolo
tratto dall’album Terrestre live
e varie altre disfunzioni, è una
cover di un brano di Elliott
Smith, tormentato cantautore
statunitense, trovato “misteriosamente suicidato” nel
2003. Il video è stato presentato l’11 maggio alla Fiera del
libro di Torino, dove tra l’altro
Luca ha conosciuto per la
prima volta i Subsonica al
completo: “Tutti si sono detti
soddisfatti del risultato raggiunto,
me compreso. E
sono soddisfatto
anche
per
la
libertà
totale che mi hanno concesso
nella realizzazione del lavoro:
non mi hanno imposto nulla.
Mi hanno solo detto che se
avessi messo dentro loro fisicamente al clip sarebbe stato
più facile farlo passare in tv,
ma senza farmi pressioni.” E
così Luca ha avuto la possibilità di lasciar correre la sua
creatività: “Visto che al
momento ‘pago le bollette’
con altro (facendo il fotografo
pubblicitario, ndr) nei video
mi lascio andare.” Per Angeles
Lumaca ha scelto il 3D digitale ed ha scavato in un immaginario ben definito: la trama è
un evidente omaggio alla fantascienza letteraria e cinematografica del ‘900, da Philip
K.Dick al fin troppo citato
1984 di Orwell, da Metropolis
di Fritz Lang a film degli anni
’80, come Tron. Tematiche da
“grande fratello che ci spia”,
da “il mondo non è quello che
pensiamo che sia”, eccetera:
ma Lumaca, ben consapevole
del rischio di impantanarsi in
qualcosa di già raccontato, si
è affidato a scelte estetiche
particolari: “Presente lo Spectrum? Erano i primi anni ’80,
la maggior parte dei ragazzi
giocava col Vic 20 o col Commodore 64, me compreso. Ma
qualcuno aveva lo Spectrum:
un computer più piccolo degli
altri, scuro. Era
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Dopo la pubblicazione dell’articolo relativo al Castello di
Spezzano (sul numero di
Aprile, ndr) siamo stati contattati da alcuni lettori che hanno
voluto raccontare di altri
“strani” avvenimenti accaduti
presso l’antico maniero. Per
questo motivo abbiamo voluto
incontrare Paola Giovetti,
nota scrittrice e giornalista che
da anni si occupa di paranormale, la quale ci ha fornito
qualche ulteriore spiegazione
a fatti come quelli già riportati. “Nei luoghi così carichi di
memoria, soprattutto quando
teatro di tragici avvenimenti
(al Castello di Spezzano sono
ancora integre le prigioni ed il
pozzo rasoio, ndr) vengono
spesso segnalati episodi come
quelli che pare accadano nel
vostro castello. Quello dei fantasmi, nell’ambito della parapsicologia, è in assoluto il
fenomeno più antico e documentato, malgrado rimanga
estremamente misterioso. Per
spiegare perché accade che
queste presenze, a volte per
secoli interi, compaiano ed
agiscano negli stessi luoghi
che hanno fatto da sfondo alla
loro tragica fine od esistenza –
spiega la dottoressa – esistono
due teorie: la prima è che il
fenomeno è ciò che sembra
essere, cioè ciò che resta di
queste persone (l’anima, lo
spirito, l’entità) in un qualche
modo ritorna nel luogo che li
vide tragicamente protagonisti, luogo della cui oppressione queste anime sembra non
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Una bozza del protagonista del video di “Angeles”, ultimo singolo dei Subsonica. Questo personaggio è stato pensato e disegnato dal regista Luca Lumaca: è chiara l’ispirazione ai manichini di Giorgio De Chirico.
Il video di “Angeles” è stato realizzato da Lumaca in collaborazione con “Signum Digit”, 3d Media Lab di Modena
Luca Lumaca, primo a sx, in compagnia di Boosta, Samuel e Max dei
Subsonica alla Fiera del Libro di Torino, in occasione della presentazione del
video di “Angeles”
un po’ il Mac di quei tempi e
aveva giochi con righe e colori basilari affondati nel nero.”
È nato così il mondo del
video di Angeles, fatto di rettilinei, tunnel, grattacieli, catene di montaggio: il tutto
immerso in un buio indefinito. L’omaggio a quei videogame che ci mettevano una vita
a caricarsi ha conquistato
anche Boosta, Samuel e compagnia, cui è piaciuto anche il
protagonista del video, ispirato nientemeno che ai manichini di De Chirico: “Sono
inquietanti. Pur piacendomi
di più roba in stile Pop-Art,
vicina a quello che espongo
nelle mie mostre, apprezzo
comunque la scuola metafisica italiana. Quei soggetti di
De Chirico sono surreali e
adatti al video.” Dove il protagonista, identico agli altri abitanti di quel mondo, ad un
certo punto ha un’illuminazione e cerca di fuggire. Ma
invano: “Penso spesso a chi
dice ‘un altro mondo è possibile’. Però in realtà un altro
mondo non c’è, non è applicabile... Certo, da qui si
potrebbe aprire un discorso
che non finisce più, ma per il
finale pessimista del video ho
pensato a questo.”
Nonostante per ora sia apparso solo su internet, Angeles è
probabilmente il video dei
Subsonica che ha scatenato,
nel bene e nel male, le maggiori reazioni dei fan, con
grande stupore della stessa
band: sul sito del gruppo c’è
chi si complimenta (la maggior parte), c’è chi apprezza il
fatto che Samuel e soci non si
vedano in prima persona, ma
c’è anche chi critica l’operazione. “L’importante è che se
ne parli, me lo ha detto anche
Max. Fa parte del loro modo
di intendere le cose.” In attesa
che Angeles atterri in radio e
poi in tv, Luca prova a dare
un’occhiata al futuro, consapevole che potrebbero esserci
ulteriori collaborazioni con i
Subsonica e con Casasonica,
l’etichetta discografica del
gruppo che si occupa di personaggi “come un certo
Postal_M@rket, un ragazzo
palermitano che fa musica
suonando i Gameboy...”.
La sera prima che Luca
andasse a Torino a conoscere
la band è stato raggiunto al
telefono da Bugo, decadente e
originale cantautore molto in
voga: “Mi ha raccontato che
sta registrando il nuovo disco
e mi ha chiesto di fare qualcosa assieme. Lo spero, perché è
davvero un gran personaggio.”
Sciappinare è un termine che
sa più di fabbrica o motori
piuttosto che di computer,
Subsonica e Bugo. Ma evidentemente è solo un’impressione: per fortuna, ad esserne
capaci, si può sciappinare proprio con tutto.
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Fo: “Crisi del teatro? È anche colpa di cittadini e artisti”
In occasione dei recenti “Incontri con l’autore” organizzati per il Maggio fioranese, abbiamo incontrato
Dario Fo. Ne abbiamo approfittato per porre al grande premio Nobel alcune questioni che toccano
direttamente anche la nostra città
Egregio Fo, viviamo in una
città, Sassuolo, che è molto
ricca…
Conosco bene Sassuolo.
Ecco. Nonostante sia molto
ricca sono diversi anni che
c’è un problema che si ripete:
il teatro cittadino (naturalmente il Carani, ndr), questa
istituzione così importante,
rischia ogni stagione di chiudere. Adesso non la stiamo
ad annoiare con il perché ed
il percome, però le chiediamo: qual è in generale il
ruolo che un’istituzione
come un teatro dovrebbe o
potrebbe avere in una comunità?
Ma lei viene a dire ad uno che
fa le frittelle se è importante
fare le frittelle…
Sì, esatto!
Il teatro è essenziale. Il problema grave è che stiamo
distruggendo una grande tradizione che vedeva in Italia,
come in nessun altra nazione,
voglia di far nascere teatri
anche in paesi dove esistevano appena 700 persone.
Anche nel Sud. E qui nella
Romagna, nell’Emilia, nella
Toscana, nella Lombardia,
sono nate addirittura associazioni per costruire un teatro, e
poi sul nascere del teatro si è
magari costruita una scuola.
Sono nate espressioni culturali altissime: la voglia di stare
insieme non soltanto in
un’osteria ma anche la voglia
di godere insieme di una
musica, di un canto, di una
rappresentazione. È stato un
momento altissimo della cultura italiana. Lasciarlo crollare significa lasciar crollare
qualcosa che non è una dote
casuale ma realizzata con sofferenza, con fatica, con lavoro. Ci sono teatri, e non so se
è il vostro caso, in cui gli abitanti del luogo hanno dato il
loro lavoro manuale per
poterli realizzare, si sono tassati l’un l’altro, li hanno
sostenuti anche in momenti
difficili.
E ora?
È arrivato un tempo in cui si
parte dall’alto, già dalla dire-
zione dei governi, gli ultimi
tre o quattro, in cui si è detto:
se si deve tagliare, tagliamo la
cultura. Poi hanno tagliato
anche nella scuola, negli ospedali. E poi han cominciato a
vendere gli spazi. C’è stato
soprattutto il Governo Berlusconi che ha venduto patrimoni per miliardi di valore,
svendendo ai grandi trust economici. Ora bisogna battersi,
bisogna produrre un’azione di
resistenza davanti a questi
amministratori che lasciano
franare e morire queste
espressioni di cui loro hanno
una responsabilità, perché
quando arriverà il tempo in
cui si dirà “avevamo un teatro, adesso non ce l’abbiamo
più”, il responsabile non sarà
la casualità ma l’amministrazione. E anche i cittadini, che
non si puntano abbastanza
per poterlo sostenere.
Restando sul discorso della
carenza di fondi per l’arte,
per la cultura, per le politiche giovanili: quando lei ha
iniziato la sua carriera
com’era la situazione? C’era
più sostegno da parte delle
amministrazioni
oppure
c’era più coraggio da parte
degli artisti e degli intellettuali?
Era appena finita la guerra:
avevamo un foglio enorme,
immenso, bianco sul quale
scrivere e fare. Non c’erano
aiuti, anzi, c’era una censura
terribile. Ma c’era anche gente
che si muoveva in una direzione nuova e capiva che bisognava dare spazi ai giovani:
ad esempio ci sono stati mesi
in cui abbiamo lavorato grazie
al fatto che Il Piccolo Teatro
di Milano nelle estati ci offriva lo stabile a prezzi ragionevoli. E abbiamo prodotto
lavori che coinvolgevano il
pubblico! Non ricercavamo
l’edonismo, non facevamo un
discorso soltanto di stile… Lo
facevamo anche, per carità:
con noi c’era Le Coque,
Decroux, c’era un movimento culturale raffinato nel muoversi e nell’agire. Ma c’erano
soprattutto le tematiche, che
infatti infastidivano il potere:
ogni sera venivano i censori
che prendevano nota per poi
cercare di bloccarci. Ma non
ce la facevano, perché sarebbe
scoppiato uno scandalo vista
l’enormità di pubblico che ci
sosteneva. Stile, divertimento
e satira: queste sono le tre
cose fondamentali da utilizzare. Cercando di avere l’appoggio della società…
…quindi secondo lei viviamo in un’Italia più o meno
libera a livello artistico, culturale, giornalistico rispetto
a quella di 30/40 anni fa?
Sono tanti i fattori che si muovono. Avevamo i giornali di
destra anche allora che ci
attaccavano, che ci dicevano
che la nostra era una forma
cialtrona, che parlavamo dei
panni sporchi da lavare in
casa, che si aveva poco rispetto per la Chiesa… Lo stesso
discorso che si fa oggi. Ed
erano molto più duri, se
vogliamo. La censura doveva
concederti la firma per far
passare il testo: oggi questo
non c’è più, e ce lo siamo guadagnato noi allora, lottando.
Adesso la censura c’è in
forme “preventive”: a quelli
bravi diamo del denaro, a te
che sei un rompiscatole non
lo diamo; a lui diamo lo spazio e a te non lo diamo. Però
vedo che ci sono giovani che
riescono a guadagnarsi degli
spazi, che riescono ad andare
in giro con anche “una sola
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D E L
S A S S O L I N O
“Confindustria Ceramica? Dimentica le piccole e medie aziende”
Apriamo il ciclo di interviste alle donne del nostro mondo economico con Maria Giovanna Ferrari,
che ci racconta della sua lunga esperienza nel settore. E ai signori uomini non le manda certo a dire
Una vita intensa, divisa tra il
mondo dell’imprenditoria e il
ruolo di moglie e di madre.
Maria Giovanna Ferrari, classe 1939, sassolese, è una delle
poche donne imprenditrici nel
distretto ceramico. È infatti
titolare con i figli di tre aziende
(Duomo Marmi, Tanimar e
Viki) dedicate alla produzione e
commercializzazione
dei
marmi e delle pietre naturali
con un fatturato di 10 milioni di
euro ed il 60 per cento della
produzione esportata all’estero.
Maria Giovanna è una donna
determinata e coraggiosa che
negli anni sessanta ha deciso di
avventurarsi in un terreno,
quello della ceramica, di esclusività maschile.
“Il Piastrellino” l’ha incontrata per i suoi lettori.
Signora Ferrari, ci racconti la
sua esperienza di imprenditrice.
Ho cominciato a lavorare negli
anni sessanta, gli anni d’oro
della ceramica. Da poco mi
ero trasferita a Sassuolo con la
mia famiglia da Roncoscaglia
di Sestola, paese dove sono
nata. Mi piaceva lavorare in
quel settore e avevo intuito che
sarebbe diventato un distretto
fortissimo. Acquistai la Ceramica Rio a Roteglia specializzata in grandi formati e successivamente la ceramica San
Prospero a Fiorano. Era una
buona azienda ma la vendetti
perché c’era una nuova concorrenza che proveniva dai
paesi emergenti e io avevo
capito che per le aziende della
nostra dimensione sarebbe
stato difficile reggere il confronto. Così cambiai settore,
dedicandomi al marmo assieme ai figli, con la Duomo
Marmi di Fiorano a cui in
seguito viene affiancata la
Tanimar che coprono vari
mercati. Successivamente abbiamo acquistato la Viki specializzata ne servizio dei corredi in abbinamento ai prodotti
da pavimento e rivestimento
per l’industria ceramica.
Quali sono state le sue difficoltà come donna a lavorare
in un settore fatto prevalentemente da uomini?
All’inizio le difficoltà sono
state tante, ma ho capito subito che per vendere i miei prodotti dovevo prima conquistare la fiducia delle donne che li
affiancavano e che mi hanno
sempre aiutato. Ho dovuto
dimostrare di voler lavorare
seriamente, puntando tutto
sulla serietà e sulla correttezza
sul lavoro. Negli ultimi anni le
donne che decidono di realizzarsi nei vari settori hanno più
possibilità. È pur vero però che
la donna per emergere deve
dimostrare di essere più brava
degli uomini. Se fai un errore
difficilmente te lo perdonano.
Confindustria Ceramica ha
recentemente rinnovato il
consiglio direttivo per il biennio 2007/08. Ma nella “stanza dei bottoni” non ci sono
donne. Come se lo spiega?
Le donne che lavorano nel settore ceramico tendono a far
ricoprire i ruoli decisionali agli
uomini perché preferiscono
non esporsi. Ma anche in
campo nazionale sono poche
le donne ai vertici: pensiamo
alle nuove icone del capitalismo italiano: Anna Maria
Artoni, vice presidente di Confindustria, ed Emma Marcegaglia, ex presidente dei Giovani
Imprenditori. Sono assolutamente contraria alle “quote
rosa”. Parteggio invece per la
meritocrazia: deve andare
avanti chi è capace e chi ha le
competenze per svolgere un
determinato lavoro.
Sotto quali aspetti pensa che
le donne possano rendere
meglio degli uomini, in
campo ceramico?
Le donne dimostrano maggiore sensibilità ed uno spirito di
abnegazione e sacrificio più
sviluppato rispetto agli uomini. Questo atteggiamento le
porta anche ad avere rapporti
migliori con i dipendenti.
Se lei occupasse il ruolo di
Alfonso Panzani, presidente
di Confindustria Ceramica,
quali decisioni prenderebbe
per il settore?
Coinvolgerei maggiormente i
piccoli e medi imprenditori,
ascoltando le loro problematiche e accompagnandoli durante tutto l’anno e non solo
durante le assemblee annuali.
Il comprensorio ceramico vive
un momento di grande difficoltà e Assopiastrelle, invece di
pensare in grande, dovrebbe
occuparsi di aggregare le piccole aziende che hanno più
difficoltà ad espandersi, rispetto alle grandi ceramiche. Tante
piccole imprese del distretto
creano prodotti di eccellenza
ma vengono abbandonate a
loro stessi.
Che differenze nota tra il settore ceramico attuale e quello
in cui lei ha esordito?
Nel mondo della ceramica di
qualche decennio fa c’era più
spazio per crescere senza concorrenza estera. Oggi ci sono
più difficoltà ma chi parte con
Maria Giovanna Ferrari
un’idea vincente prima o poi si
afferma. L’importante è non
adeguarsi al già fatto.
Il migliore imprenditore ceramico della storia di Sassuolo
della generazione passata?
Minozzi, titolare del Gruppo Iris.
E invece il migliore imprenditore emergente?
Ve ne sono alcuni molto validi,
personalmente ritengo che si
distingua maggiormente Emilio Mussini, amministratore
delegato della ceramica Lea.
Quante ore al giorno lavora?
Non ho mai guardato l’orario.
Quali consigli darebbe ad un
giovane che volesse imitare la
sua carriera?
Occorre avere molta determinazione, ambizione ed essere
disposti a sacrificare la propria
vita privata ed essere pronti a
recepire un attimo prima degli
altri le tendenze di mercato del
settore in cui si opera. Le
donne possono emergere con
brillanti risultati poiché sono
molto creative, ma devono
essere molto determinate e
devono avere più coraggio per
imporre le loro idee.
LAURA CORALLO
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Le donne della nostra economia
...CONTINUA NEL PROSSIMO NUMERO
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lampadina”, dando però un
risultato straordinario. Mentre gli altri, quelli che vanno,
tanto per essere chiari, nelle tv
a fare il pagliaccismo, a fare
gag fini se stesse, a vestirsi da
donna o a mostrare il culo se
sono donne vere: quelli dopo
un po’ si bruciano e non esistono più, sono veramente
come le falene. Danno l’impressione di cose esorbitanti,
ma sono quelli che contribuiscono ad atterrare, abbassare
e distruggere il valore della
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il
piastr
il
ellino
“Cambiano i governi, ma noi ripetiamo sempre le stesse cose”.
Alfonso Panzani, presidente riconfermato di Confindustria
Ceramica, invita i politici a fare di più e meglio.
E poi parla di formazione, ricerca, Est Europa.
E della speranza chiamata Germania…
sulla fascia più alta di prodotti.
Lo sta facendo bene e questo gli
è riconosciuto da tutti i mercati
mondiali.
C’è un obiettivo sul quale
intende puntare in modo particolare?
Ce ne sono diversi. Uno dei
principali è quella legato alla
formazione avvicinando sempre di più il mondo della scuola
a quello del lavoro e della ricerca. Dobbiamo, sempre più,
creare strutture, indirizzi professionali indispensabili a gestire questi cambiamenti.
Le piastrelle italiane continuano a mantenere la leadership su quasi tutti i mercati
del mondo. Ci sono, però,
alcune importanti sofferenze
come quella degli Stati Uniti.
Ci sarà un’inversione di tendenza?
I timori di una recessione c’erano tutti e si stanno confermando sia in termini di volumi sia
di fatturati. Questo non riguarda solo dal prodotto italiano,
ma da una situazione dell’economia degli Stati Uniti che,
dopo tanti anni di crescita, registra una battuta d’arresto nel-
Alfonso Panzani, riconfermato Presidente di Confindustria Ceramica
l’area immobiliare. Si aggiunga
la debolezza del dollaro rispetto
all’euro e il tutto non permette
d’essere ottimisti. Speriamo di
mantenere la perdita dentro a
dei numeri accettabili.
Altri mercati, ad ogni modo,
stanno andando molto bene…
In particolare la Russia e i paesi
dell’Est. Io mi auguro, in controtendenza a dodici mesi fa,
che la Germania possa riservare delle piacevoli sorprese. È
una nazione in forte ripresa che
fa da traino anche all’economia
italiana. Da sempre, la Germania, è stato il mercato di sbocco
delle piastrelle italiane e mi
auguro torni ad esserlo per
compensare la perdita di quote
su altri mercati.
Guardando al mercato interno, all’Italia in generale, da
anni gli imprenditori ceramici
avanzano, il più delle volte
inascoltate, le loro richieste in
materia d’energia, burocrazia,
costo del lavoro e infrastrutture. È cambiato qualche cosa
con il nuovo Governo?
Purtroppo ripetiamo sempre le
stesse cose. Quelli citati rimangono i punti principali per il
nostro settore, fondamentali
per una piena ripresa non solo
dell’economia nazionale, ma
soprattutto per il nostro distretto. Basti citare, in materia d’infrastrutture, la bretella di collegamento del distretto con il
sistema autostradale; sull’energia chiediamo la liberalizzazione al fine di ottenere tariffe più
basse per un settore energivoro
come quello ceramico e anche
in questo siamo ancora molto
lontani dall’ottenere risultati
concreti. Il “cuneo fiscale” c’è
stato promesso e questo va
mantenuto e, da ultimo, la
burocrazia che blocca, per i
tempi che comporta, aziende e
Pubblica Amministrazione.
Quindi, le belle parole non
bastano, ci vogliono dei fatti.
LUIGI GIULIANI
ellino
Tagliaferri: “Prevedibile cassa integrazione
anche per uno dei grandi gruppi”
“Cari politici: servono fatti, non parole”
Da due anni Presidente di Confindustria Ceramica, Alfonso
Panzani è stato riconfermato
nell’incarico per il prossimo
biennio di un settore che, alla
fine del 2006, ha registrato una
sostanziale stabilità nelle quantità prodotte, mentre le vendite
sono state in lieve aumento. Il
rialzo dei prezzi medi, sia sul
mercato interno sia su quelli
internazionali, è stato eroso
dall’aumento nei costi dei fattori produttivi, soprattutto energia e trasporti. Alfonso Panzani, che nel frattempo è diventato anche membro della giunta
di Confindustria, ha risposto
così ad alcune nostre domande
sul futuro del comparto ceramico italiano.
Presidente, lei rimarrà in carica fino a metà del 2009. Con
quali attese affronta questo
periodo?
L’andamento del settore ceramico italiano non si discosterà
molto da quello del 2006. Mi
auguro che rimanga una tenuta
nei volumi prodotti così come
una crescita nei fatturati dovuti
alla produzione italiana che si
sta sempre più riposizionando
piastr
Per il segretario provinciale della Femca-Cisl, Enzo Tagliaferri,
si potrebbe andare incontro al rischio cassa integrazione anche
per uno dei gruppi più importanti.
Il sindacalista commenta poi le situazioni di Emilceramica,
Saicis e non solo
Quasi 20 imprese in meno, ma aumentano
i metri quadri venduti
Nel corso del 2006 è calato di 18 unità il numero delle imprese
italiane produttrici di piastrelle in ceramica che si è attualmente
attestato sul numero di 207. Di queste, 71 sono localizzate nella
provincia di Modena, 33 in quella di Reggio Emilia, 15 nelle
rimanenti province dell’Emilia Romagna. Le restanti 88 nelle
altre regioni italiane. Attivi 671 forni (26 in meno); gli investimenti sono stati pari a 256 milioni di euro, in flessione
dell’8,40% e con un’incidenza pari al 4,46% del fatturato, mentre
nuovi piani di espansione precedentemente deliberati prevedono
per il 2007 un valore complessivo di 331,7 milioni di euro
(+29,57%). Lo scorso hanno sono stati prodotti 568,6 milioni di
metri quadrati, con una ulteriore flessione di 1,4 milioni di metri
quadri,
pari
al -0,25%: il calo è il quinto consecutivo dal 2001 anche se rappresenta quello di minore intensità. Le quantità vendute nel
corso del 2006 sono risultate essere pari a 566,3 milioni di metri
quadrati, con una crescita del +1,07%. In termini di mercati di
destinazione, i 170,5 milioni di metri quadrati venduti in Italia
(+0,29%) corrispondono al 30,11% del totale; i 395,8 milioni di
metri quadrati esportati, in crescita del +1,41%, danno origine al
69,89% delle vendite.
L.G.
IL PIASTRELLINO
LE PAGINE ECONOMICHE DEL SASSOLINO
Da un’idea della Redazione del Sassolino
A cura di Luigi Giuliani e Fabio Panciroli
Il Piastrellino vuole essere una tavola rotonda sull’economia.
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Coordinatore comm.le: Maria Pia Venturelli Della Casa - tel. 348.9030101
Il logo del Piastrellino è stato elaborato da Stefano Landini
Nel settore, 741 operai in meno in un anno.
Reggono gli impiegati
Chi maggiormente paga il calo d’occupati nel settore delle piastrelle in ceramica? Se nella fascia superiore si registra una
sostanziale stasi sia nella classe dei dirigenti (-9) che in quella dei
quadri e degli impiegati amministrativi (variazione nulla per
entrambe), in lieve flessione appaiono invece gli “impiegati commerciali (-28 unità), gli “intermedi” (-35 dipendenti) e gli
“apprendisti” (-10 addetti). Epicentro della flessione dell’occupazione, quale assestamento sui volumi di produzione inferiori, è
l’area manifatturiera: gli “operai”, in un solo anno, registrano
una perdita di 741 posti di lavoro (-3,89% del comparto) a cui si
sommano gli “impiegati tecnici”, in calo di 1656 unità (-7,73%).
Prosegue, lungo una linea delineata da tempo, il fenomeno di
concentrazione settoriale e di razionalizzazione della struttura
produttiva. Nel 1996 il numero complessivo delle aziende italiane produttrice di piastrelle di ceramica era pari a 320, operanti in
410 stabilimenti e con un’occupazione pari a 31.507 addetti. In
cifre, negli ultimi dieci anni le aziende hanno aumentato la propria dimensione media da 98 a 135 addetti ed il numero di stabilimenti per ciascun’azienda è passato da 1,28 a 1,46. Preoccupazione sugli investimenti: nel corso del 2006 l’industria italiana
della pistrella di ceramica ha investito 256,0 mln di euro, in flessione dell’8,40% rispetto all’anno precedente.
L.G
Il Magazine del Distretto Ceramico
IN ONDA SU TRC:
venerdì ore 21,15 - sabato ore 13
domenica ore 19,50
IN ONDA SU VMT:
venerdì ore 23 - domenica ore 12,15
Una produzione Quarto Elemento srl
Al 31 dicembre 2006 gli occupati diretti dell’industria italiana delle piastrelle in ceramica erano 28.093, in calo di
991 unità rispetto l’anno 2005
(-3,41%). Si tratta del sesto
anno consecutivo di flessione
dell’occupazione, con una
variazione che, sia in valore
assoluto sia in percentuale, è
la più elevata nel corso degli
ultimi 16 anni. Composita la
situazione nelle diverse aree
di produzione, nelle quali si
registra un saldo negativo di
614 addetti nella provincia di
Modena (oltre un migliaio nel
biennio appena concluso),
una sostanziale stasi (+16)
nella provincia di Reggio
Emilia, una crescita di 93
addetti nelle restanti province
dell’Emilia Romagna e di una
marcata flessione (-486 addetti) nelle restanti regioni d’Italia. Un trend occupazionale
che preoccupa il sindacato.
Enzo Tagliaferri, segretario
provinciale della Femca-Cisl,
rispondendo ad alcune nostre
domande, esprime così il suo
stato d’animo.
In questi primi mesi del 2007
si è registrato un calo occupazionale nel settore ceramico. A cosa è riconducibile
questa criticità?
Si sono persi posti di lavoro
particolarmente in due aziende: Emilceramica e Saicis. A
livello provinciale rappresentano due casi particolari, pur
alla presenza di una differenziazione delle motivazioni:
l’Emilceramica di Fiorano è
interessata da una profonda
ristrutturazione produttiva
interna; la Saicis d’Ubersetto
si dibatte nella ricerca di un
quadro societario che permetta di continuare la produzione.
È stato trovato?
Si sta lavorando per il salvataggio
dell’azienda
con
un’operazione di scissione
della società: una che produce e l’altra ha il capitale
immobiliare. Ultimamente è
subentrato un imprenditore
che ha immesso dei capitali
finalizzati al rilancio di quest’azienda. Intanto c’è un
piano di rientro del personale
graduale.
All’Emilceramica,
oggi,
qual è la situazione?
Procede la riorganizzazione e
la ristrutturazione che comporta l’uscita dall’azienda di
una novantina di dipendenti.
Così come prevede l’accordo.
Guardando all’intero settore, non tutto, ad ogni modo,
è negativo?
Ci sono aziende che stanno
ottenendo dei buoni risultati
economici. Anche nelle vendite.
Può farci qualche nome?
Marazzi Group che, in materia di vendite, sta attingendo
al magazzino. Alcuni reparti
hanno lavorato anche durante
il periodo di Pasqua proprio
per far fronte alle richieste del
mercato.
Guardando i bilanci risulta
che non tutti i grandi Gruppi hanno un futuro di sviluppo. È così?
Sì. In modo particolare abbiamo una realtà dove la situazione è abbastanza critica. Ha
spento tre forni ed è prevedibile, a breve, il ricorso alla
cassa integrazione visto che
ha i magazzini pieni.
Enzo Tagliaferri
Lo stato di criticità a cosa è
dovuto?
La sofferenza rimane per
quelle aziende che non hanno
una grossa specializzazione
sullo smaltato. Producono
piastrelle molto belle, con un
alto valore aggiunto, sostanzialmente materiale tecnico.
Sul porcellanato smaltato,
oggi, c’è il margine che ti permette d’essere concorrenziale
con gli altri grandi produttori
mondiali. Cinesi in primis.
Queste realtà, ferme sul prodotto tecnico, come si stanno comportando?
Si riorganizzano attraverso
delle ristrutturazioni.
Cosa significa?
Ricollocarsi sui mercati con
prodotti diversi, mantenendo
le rispettive specificità, sempre in un’ottica di fascia
medio-alta. Chi si è cullato
sugli allori, sul nome, sul blasone, oggi paga le conseguenze della sua inerzia. Chi, invece, ha sempre seguito una
politica d’espansione, andando anche a produrre dove c’è
il mercato, è premiato per la
sua offerta.
L.G.
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il
piastr
il
ellino
rubriche
LORIS LORICI. DIRIGENTE TECNICO MARAZZI DAL '61 ALL'87 E IN SACMI DALL'87 AL 2002
CI HA MANDATO UN SUO PERSONALE CONTRIBUTO SOTTO FORMA DI AUTO-INTERVISTA
Ing. Lorici, le chiedo un
parere sul comprensorio
ceramico.
Le risponderò con alcune
considerazioni che faremo
insieme partendo da una correlazione: (materie prime +
energia) x Tecnologie = Potere Competitivo.
Se un comprensorio dispone
di buone materie prime, locali o vicine e di costo contenuto dispone di un punto di
forza. Se dispone anche di
energia pulita e di basso
costo dispone di un secondo
punto di forza. Se poi dispone anche di ottime tecnologie
è al massimo delle proprie
capacità competitive.
Ho due domande. Perché
dice tecnologie e non ha
considerato la manodopera?
Rispetto alle tecnologie devo
dirle che effettivamente possiamo considerarne due. Una
la possiamo chiamare intrinseca o relativa al corpo ceramico o supporto della piastrella, la seconda è invece
riferita alla sua superfice, alla
sua forma, a tutti gli aspetti
legati all’ estetica e al design.
La manodopera non la consideriamo come possibile elemento di differenziazione
competitiva, non per la ceramica attuale. Non avrà mai
sentito dire ad un industriale:
sono andato a produrre in
quel sito perché la manodopera costa meno.
(a dire la verità ciò è stato
fatto dagli Stati Uniti d’america riguardo al vicino Messico, ma solo per produzioni
specifiche legate a particolari
tipologie)
Ho capito. Ora mi dica del
comprensorio.
Sassuolo, con la tipologia
produttiva attuale, non ha
materie prime, né vicine, né a
basso costo. Deve importarle
in grandi quantità da paesi
lontani. Milioni di tonnellate
all’anno.
Non ha energia a basso prezzo. È il punto dolente dell’
intero paese. L’ Italia conta
in proprio con la sola energia
idroelettrica, assolutamente
insufficiente e qualche deposito di idrocarburi, insignificanti a livello nazionale . È
infatti risaputo che il costo
energetico è per il comprensorio un elemento decisivo.
Ha invece una tecnologia
intrinseca di base ottima e
sempre all’avanguardia. Essa
è italiana, emiliana, frutto
delle innovazioni e delle
ricerche effettuate dal comparto meccano ceramico
anch’esso operante nello
stesso comprensorio o nelle
immediate vicinanze. Essa è ,
tuttavia, facilmente esportabile. Dai suoi stessi produttori, in ogni caso un nostro
vantaggio seppur legato fortemente alla dinamica dei
processi produttivi.
Ho capito. Se la tecnologia
evolve velocemente il vantaggio per il comprensorio è
maggiore. In caso contrario
lo è molto meno.
Sassuolo ha anche una tecnologia relativa alla superficie
della piastrella e al suo
design di assoluta e continuata validità. Essa è localizzata
nel comprensorio, in un
paese, l’ Italia, dove buongusto e fantasia imperano da
secoli. È il nostro punto di
forza principale, destinato a
durare nel tempo..ceramica
significa infatti colore, estetica, rapporto con i diversi
ambienti, affinità con usi e
costumi locali.
Sarà sufficiente per rimanere competitivi? E…
Se tutti gli abitanti della terra
avessero lo stesso utilizzo pro
capite di Italiani e Spagnoli,
la produzione mondiale di
piastrelle dovrebbe essere 5 o
6 volte maggiore dell’attuale.
Ciò vuol dire che permane
ancora un enorme margine
di utilizzo.
È vero ma molto teorico. In
realtà le variazioni economiche che ne stanno alla base
sono lentissime. Ci si può
ancora contare sopra ma per
il comprensorio, non sarà
sufficiente.
Lei non può saperlo ma un
vecchio professore di Bologna diceva sempre che l’Italia
è un paese ricco di materie
prime ceramiche povere. E,
aggiungiamo noi, privo di
ogni combustibile fossile,
povero di energie. Il destino e
i Sassolesi hanno fatto sì che
in un simile contesto si sviluppasse, negli ultimi cinquant’anni, la migliore tecnologia ceramica per la produzione di Piastrelle. Il destino ha influito poco, i primi
Sassolesi molto di più.
In un primo tempo questa
tecnologia utilizzava le
nostre materie prime con
processi a basso contenuto
energetico (a eccezione dell’energia termica utilizzata in
cottura) ma le ulteriori evoluzioni portano con se migliori
materie prime non disponibili nel comprensorio e processi decisamente più costosi dal
punto di vista energetico. La
tecnologia utilizzata tuttavia
era nostra, non ancora diffusa. Vendevamo prodotti e
tecnologia. Tempi felici.
Oggi purtroppo non è più
così. Essa è diffusa, in tutto il
mondo, soprattutto in paesi
con buone materie prime e
minori costi energetici.
Abbiamo dato loro le possibilità che oggi ci vengono
offerte a costi minori. Il buon
gusto e la fantasia non ci
hanno abbandonati ma se la
tecnologia intrinseca non si
AMERICA
TRE ELLE
evolve ancora riducendo l’influenza negativa dei due fattori citati il comprensorio
non potrà che augurarsi un
lento ma sicuro declino.
Sarà possibile?
Penso di sì. Si dovranno utilizzare meglio le materie
prime, studiarne altre o usarne di meno. Le piastrelle
ceramiche vendono superficie, non volume la riduzione
intelligente degli spessori
deve continuare devono studiarsi materiali compositi al
fine di ridurre il costo energetico della loro preparazione,
utilizzando altri processi e
combustibili.
L’utilizzo del gas metano per
ogni essiccamento di semilavorati è un vero controsenso
il metano deve essere utilizzato per l’ottenimento di alte
temperature. Il comparto
meccano-ceramico è già al
lavoro, alcuni più di altri.
Ma allora, cosa manca?
Ho la gran paura che manchino i primi Sassolesi, con
la loro semplice grande forza
di volontà. Dispiace dirlo ma
non si vede più la spinta di
pochi e l’emulazione di
molti.
Una tecnologia rivista e indirizzata verso la nostra attuale
realtà è già in parte presente,
occorre adottarla e cominciare a giocare in difesa. L’esperienza ci ha insegnato che
quello che chiamiamo meccano-ceramico non ha futuro
se non si evolve congiuntamente.
Ricordi anche che lo spostamento produttivo-commerciale verso gli altri paesi aiuta
l’imprenditore-azienda ma
non il comprensorio se non
minimamente.
LORIS LORICI
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Lettere sui temi economici?
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senza superare le 4000 battute
di Stefano Landini
di Giuseppe Sofo
Per quasi un anno, la rubrica che state leggendo è stata dedicata agli Stati Uniti. Un anno di brevi racconti con uno sguardo critico ma allo stesso tempo affascinato da una nazione tanto importante per
il passato, il presente e il futuro di questo mondo, nel bene e nel male. Quando vivi così a lungo in un
posto, cominci in qualche modo a sentirlo tuo, a sentirlo parte di te e cominci a vederlo con affetto.
Allo stesso tempo ti senti anche più autorizzato a criticarne gli aspetti che non riesci a comprendere,
perché sai di averli vissuti in prima persona e non nei pregiudizi dei racconti di un viaggio a Disneyland. Dopo un anno in quella che tutti chiamiamo “America”, dimenticando che di Americhe ce n'è
più di una, un po' di affetto lo sento per questo posto e devo ammettere che non me lo aspettavo. I
miei pregiudizi li avevo quando sono partito e molti si sono confermati, ma non c'è momento più
bello di quello in cui vedi un pregiudizio crollare di fronte ai tuoi occhi. Quando vieni ospitato da una
famiglia di una gentilezza unica, che ti fa scoprire che un hamburger può essere non solo buono ma
anche salutare se non lo mangi da Mc Donald's e che una buona conversazione si può avere in qualsiasi parte del mondo, esattamente come una piena di luoghi comuni. Quando scopri che una buona
birra, anche se si fa un po' più fatica, la si trova anche da queste parti e che le facce da gangster che
incontri nei bar di quarta categoria, sono i primi ad abbracciarti la decima volta che ti vedono entrare e ordinare la stessa cosa. Ho trovato chi dopo avermi chiesto il mio nome mi ha chiesto se ne avevo
un altro che fosse pronunciabile, ma ho anche trovato chi ha provato per dieci minuti di fila a pronunciarlo finché non è riuscito a farlo correttamente. Ho visto le due facce della medaglia dell'American
Dream, quella che vive nei sobborghi con sei macchine e quella che vive nelle strade di San Fran (non
chiamatela Frisco). Quando si vive all'estero è molto facile diventare patriottici e anche un po' razzisti verso la cultura che ci ospita. È molto facile vederne le mancanze e gli errori, ma i momenti più
belli sono quelli in cui per un momento ci si sente a casa, anche se si è dall'altra parte del
mondo. Quelle pubblicate negli ultimi mesi del Sassolino sono solo
alcune delle storie che sono pronto a raccontarvi, se mi fermate per
strada, ma ci tengo a precisare che quella che ho raccontato non è l'America, ma la mia
America. Vi auguro di vivere la
vostra.
Mount Rushmore National Memorial (South Dakota). Le teste scolpite, alte 18 metri, raffigurano quattro grandi presidenti della storia americana: George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln
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L’avv. Alessio Anceschi esercita la professione legale a Sassuolo ed è autore di diverse pubblicazioni in materia di famiglia (Reati in famiglia e risarcimento del danno e La famiglia nel
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Per antica tradizione giuridica, l’animale rappresenta una “cosa mobile”, al pari di qualsiasi altro
oggetto inanimato. L’idea di attribuire specifici diritti agli animali è molto recente e risale all’incirca
all’evolversi della società industriale nel XVIII sec. Nell’ordinamento occidentale, il primo paese a riconoscere il diritto degli animali è stata la Svizzera, che nel 1992 ha attribuito loro lo status giuridico di
“essere viventi” e non quello di “cose”. Nel 2002, attraverso una riforma costituzionale, la Germania
ha riconosciuto i diritti fondamentali degli animali, mentre nello stesso anno la Nuova Zelanda ha ratificato, per prima, la carta dei diritti delle grandi scimmie antropomorfe.
Nel nostro ordinamento si è assistito unicamente ad una maggiore sensibilizzazione verso il sentimento per gli animali. A questo riguardo, la legge 189 del 2004 ha introdotto nel codice penale i “delitti
contro il sentimento degli animali” che sono volti a tutelare non i diritti degli animali bensì il sentimento di affetto ed umanità che per essi provano gli esseri umani.
All’estero, la giurisprudenza ha già riconosciuto molteplici volte un “danno morale” a seguito della sofferenza subita dall’uomo per la perdita dei propri animali d’affezione.
In Italia, il ristoro del danno morale (ovvero di un danno ulteriore rispetto a quello meramente patrimoniale) per la perdita del proprio animale d’affezione può essere riconosciuto unicamente qualora sia
stato causata da un fatto illecito.
Tuttavia, se da un lato è comprensibile ottenere un risarcimento anche per la perdita “affettiva” di un
animale al quale si è particolarmente legati, non sembra neppure possibile equiparare totalmente gli
animali agli esseri umani (anche quando, talvolta, ci verrebbe da dire che qualcuno sia migliore di alcuni di essi…) ovvero pretendere risarcimenti del tutto immotivati, come nel caso (del tutto vero e successo nel nostro comprensorio) di quella padrona che pretende il risarcimento perché la sua cagnetta è
stata “ingravidata” dal cane del vicino.
In ogni caso, se veramente gli animali potessero giudicarci, come descritto in numerosi “casi letterari”
(ad esempio, ne I viaggi di Gulliver, dove il viaggiatore viene giudicato dagli “Houyhnhnms” - cavalli,
o ne Il pianeta delle scimmie, dove l’astronauta George Taylor viene giudicato dalle scimmie) non so
quanti esseri umani potrebbero reggere il confronto con essi.
CENTRO FITNESS
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Sassuolo
Tel. 0536 811963
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il
sasso
lino
rubriche
Delirando
di Eliselle ---> www.delirio.net
BRIVIDI DAL WEB
il
Confessate: state già facendo progetti per i vostri week end prevacanzieri. Incoraggiati dal bel tempo, da queste ondate di
caldo africano dono degli scompensi del clima, e stressati dalla
vita intensa che i ritmi contemporanei vi impongono. Sicuramente state riflettendo anche a un modo per evitare le code in
autostrada che vi tolgono il piacere del viaggio e a volte (ma
solo a volte) vi fanno sentire come disperati alla ricerca di un
posto al sole. Ebbene, un modo per ovviare a questi brividi esiste. Come? Seguendo la regola del “chiodo scaccia chiodo” e
sostituendoli con altri brividi. Ad esempio, alla ricerca di fantasmi e apparizioni, luoghi misteriosi, ville abbandonate, castelli
inquietanti, cancelli e mura che nascondono segreti e storie da
raccontare nelle notti di luna piena. Per ritrovare il gusto delle
storie fantastiche nell’era imperante (piatta, avvilente) della tv.
Se non sapete dove cercare o da dove iniziare, ci sono un paio
di siti web molto seguiti e sempre aggiornati che vi possono
dare qualche idea, ricchi di itinerari e suggerimenti “da paura”:
http://www.creepynet.it/ specializzato in fantasmi, misteri e
leggende, e http://www.daltramontoallalba.it/ vero e proprio quartier generale di appassionati di argomenti “ai confini
della realtà”. In entrambi troverete, divisi per province e regioni, nomi e indicazioni di case infestate, spettri, apparizioni,
castelli stregati, leggende e luoghi sinistri. Per un fine settimana diverso dal solito. Una volta che avete scelto la destinazione, non dimenticatevi a casa
il rilevatore di fantasmi per
cellulare che rileva i cambiamenti nelle onde elettromagnetiche: un meccanismo si
attiva ogni 10 secondi per
segnalare eventuali anomalie,
così il gingillo si accende e vi
prepara a incontri del quarto
tipo. Costa solo 19 dollari.
Sarà utilissimo per il vostro
weekend “da brivido”. Le
inventano proprio tutte, eh?
Rilevatore di fantasmi per telefono
i vostri racconti
Così lontano, così vicino
di Annalisa Vandelli, dall’Etiopia
LÀ DOVE NASCE LA TERRACOTTA
Il profumo delle poche foglie
bruciate dell’eucalipto è inebriante e nero. C’è una
donna che con un bastoncino le dispone a fuoco invisibile e le passa, sempre con lo
stesso legnetto, sulle terracotte, che cambiano magicamente colore, diventando
come la caligine. Le mani
callose asciugano la fronte e
ci indicano un’altra donna,
magrissima, senza muscoli,
che batte con forza dentro
un mortaio, come se volesse
tirare giù una risposta tenuta
segreta in cielo da un Dio
ostinato. Pesta qualche coccio di scarto, seccato male Una donna etiope al lavoro sulla terracotta: un’arte antica e affascinante
dal sole e da un fuoco che
lavora prezioso nella pira delle forme a vaso, a gallina, a scultura… Un’altra colma di anni e
di carne, bassa e rugosa sorride, mentre plasma tutto ciò che finiranno le altre. Un grosso
vaso con la bocca aperta, che è poi una stufa, sembra il suo autoritratto essenziale, ben levigato: come vorrebbe essere lei, con quel fuoco dentro che concede alle sue creature di rompere il vuoto.
C’è anche una specie di ufficio sala mostra, dove la contabile imprime il tocco finale: i puntini sulle galline stilizzate, rigonfie e panciute, come penne timide pronte ad uscire da un
momento all’altro, a mettere in guardia sulla loro esistenza invisibile e ritirata.
Siamo in un uno dei luoghi più poveri di Addis Ababa, dove si vive con molto meno di un
euro al giorno. Dove alcune donne si sono messe insieme, portando avanti una sapienza di
dosi e di forme che si perde nella notte dei tempi e dove l’arte concede la dignità di un lavoro onesto per tutta la famiglia.
Tra queste donne che mescolano la terra per farne un presente dignitoso, non posso non pensare ai nostri nonni, o padri, alla loro idea di futuro che è ormai il nostro presente sassolese,
a come le cose nascono e cambiano, a come si usa la terra, a come non sta più tra le nostre
mani.
sasso
lino
Questa sezione sarà dedicata alla creatività dei lettori.
Mandateci i vostri racconti (max 6000 battute) o le vostre poesie a:
[email protected]
COME UN CAVALLO
DI
ERIKA FERRARI
Fra uomo e cavallo vi è poca differenza, in taluni casi si potrebbe addirittura
confondere l’uomo per cavallo ed il cavallo per uomo. Badate bene che quanto affermato non è per nulla un’idiozia, anzi è un dato di fatto più evidente di
quanto pensiate. Sono consapevole che in molti potrebbero non essere proprio
d’accordo con quanto dichiarato, obiettando innanzi tutto, con disinvolta
sicurezza, che un uomo è uomo mentre un cavallo è un cavallo! Potrebbero
poi continuare elencando alcune apparenti differenze, come ad esempio che il
secondo cammina su quattro e non due gambe, che in questo caso si dovrebbero chiamare zampe e che dorme in posizione eretta (almeno è questo che
mi hanno sempre raccontato) e non comodamente sdraiato sul proprio sofà
con il telecomando in una mano ed il rivolo di saliva seccato sulla guancia,
pronto a scattare sull’attenti appena qualcuno osi provar a cambiare canale
urlando, in un impeto di pazzia isterica, che - io non stavo dormendo! - Un
cavallo queste cose le ha forse mai dette?
Non di poco conto vi potrebbe poi essere la constatazione che l’erbivoro in
questione possiede ritte orecchie a punta, che a dir il vero richiamano leggermente quelle del più noto personaggio di Star Trek, personaggio appunto e
quindi legato al mondo dell’immaginazione e non a quello reale dell’uomo.
Già questo basterebbe per smontare la tesi sopra esposta e archiviarla come
stupidaggine infondata, frutto di qualche mente esagerate che sarebbe meglio
contasse fino a dieci prima di parlare, ecc… ecc…
I più spavaldi potrebbero però continuare citando altre caratteristiche abbastanza peculiari dell’animale in questione, come la presenza di una folta criniera e di una lunga coda. I più svelti da soli potrebbero però far notare che il
modo in cui il cavallo porta la sua criniera ricorda l’abitudine radicate in alcuni signori di una certa età a mascherare con estrema disinvoltura, quasi con
un certo che di sobria eleganza, l’ardire che da sempre hanno gli anni nell’avanzare inesorabile sulle persone, creando al centro della loro zucca una
fastidiosa zona desertica. Per porre rimedio a tale sventura, proprio come i
cavalli, anche questi signori acquisiscono l’abitudine di trascinare da destra a
sinistra oppure da sinistra a destra (sinceramente non so se questa scelta possa
essere guidata da una qualche tendenza politica) i quattro peli che ancora con
orgoglio esibiscono alla vita, riportando un po’ di vegetazione dove non se ne
accompagnati da qualche nota biografica e, se volete,
da una fotografia (o un disegno, etc.) da affiancare al testo.
Grazie e buona lettura…
vede più. Ma la coda no! Si è forse mai visto o sentito che un uomo abbia
qualcosa di simile? Forse non nella stessa posizione del cavallo ma, a pensarci bene, piantata sempre sulla propria nuca sì! Se c’è chi per mala sorte è
costretto ad intraprendere una guerra logorante ed in posizione di svantaggio
contro la perdita di capelli vi è chi, alla stregua del più maldestro dei ronzini,
mostra con altezzoso orgoglio la propria “coda da cavallo”.
Ma scusate signori miei, al di là delle peculiari caratteristiche fisiche, che già
come abbiamo potuto notare ce ne sarebbe da discutere per un po’, se si è in
grado di andar un po’ oltre, scavalcando il limite dell’apparenza per arrivare
sino all’essenza, si può riconoscere che, come fra le povere bestiole vi è chi ha
la fortuna sfacciata di nascere stallone e per tale motivo ammirato da tutti, circondato e conteso dalle più belle puledre della zona, essere per natura leader
indiscusso del branco oppure nascere proprio il giorno in cui la signora dea
bendata si era assentata un attimo (forse per un caffè o per una capatina alla
toilette) e ritrovarsi ronzino e quindi costretto ai sacrifici più pesanti, soggetto
a continui pregiudizi ed evitato con fastidio dalle belle puledre, non è forse
così anche per gli uomini? Di generi umani ce ne sono di tanti tipi, certo, non
si può sempre semplificare tutto. Però a ben guardare quanti fra voi, all’udire
la descrizione appena fatta, sono sobbalzati sulle loro sedie spinti da estremo
narcisismo oppure smossi da triste vergogna perché, non c’è dubbio, è proprio
di lui che si stava parlando!
Erika Ferrari nata a Parma il 30/10/1981, si è laureata nel 2005 in Scienze della Comunicazione all'Università di Modena e Reggio Emilia.
Dall'anno della laurea collabora con la rivista “Il Mese Magazine” edito
da Edita. L'anno scorso ha partecipato alla realizzazione del volume “Un
libro di racconti” nel quale è stato pubblicato il suo primo racconto dal
titolo “È arrivato il maestro”. Durante l'università ha conosciuto “il Sassolino” di cui ha “subito apprezzato - dice - lo stile giovane ed il taglio editoriale tenuto nei servizi pubblicati”. Si è quindi messa in contatto con la
redazione per valutare la possibilità di una collaborazione.
giugno 2007, FIRENZE
PITTI IMMAGINE UOMO
luglio 2007, BARCELLONA
BREAD AND BUTTER
WWW.DEADMEAT.IT
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il
sasso
il
lino
fatevi gli scatti vostri
...la foto del mese
l’intervista
Padre Sebastiano
sasso
Questo spazio verrà dedicato ogni mese alle fotografie dei lettori.
Mandateci i vostri scatti in bianco e nero
(e comunque contattateci per qualsiasi domanda) all’indirizzo:
[email protected]
Il tema? Assolutamente libero, compresi soggetti sassolesi.
La definizione e la qualità della carta ovviamente non possono essere paragonate
a quelle della carta fotografica, ma d’altra parte è l’idea che conta.
“Il Signore di me non può fidarsi, e mi deve tenere per mano!”
Mirco Fontana, l’autore
della foto, si racconta:
“Mirco Fontana nasce 36
anni fa nella terra della
piastrella, dove le ciminiere del comprensorio hanno
fatto da cornice al quartiere dove ha vissuto fino alla
sua adolescenza: ‘la
Motta’, mitica zona franca
tra Spezzano e Maranello.
Il tintinnio delle mattonelle rotte e le sirene delle
ceramiche lo hanno
accompagnato al punto da
trarne una professione,
quella del ‘tecnico di laboratorio ceramico’.
La passione per la foto è
nata come alternativa alla
pittura, un’arte molto più
immediata, chiusa in un
clic. La foto è stata scattata
in Toscana, terra rilassante
ed imponente, dove ama
rifugiarsi.”
“Ho compiuto quattro volte vent’anni, e quante cose ho ancora da fare…”
Così padre Sebastiano Bernardini, figura storica sassolese, fa un bilancio dei suoi primi ottant’anni
“Dei giovani che vengono a
trovare dei vecchietti, ma
cos’è ‘sto lavor…” Così ci
accoglie Padre Sebastiano, a
Pavullo, nel convento situato accanto alla sua nuova
creatura, il centro servizi per
la terza età “Francesco e
Chiara”, moderna ed accogliente casa di riposo per
anziani, dove domenica 20
maggio è stata inaugurata la
“grotta di Lourdes”, uno
spazio che ricrea la suggestione del santo luogo omonimo, dove tutti i credenti
sono invitati a lasciare una
preghiera. Quale sassolese
over 30 non si ricorda di lui?
Per 25 anni (dal 1955 al
1980) figura di riferimento
storica del Ricreatorio San
Francesco, il “direttore” dei
Diavoli Rossi, i suoi cannibali, come ama ricordarli, la
famosa squadra di calcio
della San. Una storia “eroica” quella dei suoi ragazzi,
chiamati così per il colore
delle maglie usate in campo.
E sapete perché? Perché i
bordini rossi delle magliette
bianche utilizzate nelle
prime partite stinsero, a
causa dell’usura, e per
buona economia si decise di
colorarle tutte di rosso, quello che diventò il colore simbolo della squadra... È un
fiume di parole e ricordi:
Turrini, Corradini, Mariani
che “con me, il frate, era
come il diavolo e l’acqua
santa!”, tutti suoi ragazzi.
Quelli del Ricreatorio li
ricorda come gli anni più
belli, giovane circondato dai
giovani. Con un po’ di amarezza, citando la crisi attuale della struttura e il tentativo, alla fine degli ’70, di
farlo chiudere, e l’atto di
forza che fece recandosi a
Roma dal Papa, con tutti i
suoi ragazzi, per evitare che
accadesse. I suoi Diavoli
Rossi lo riempirono di soddisfazione: vincendo tornei
su tornei arrivarono diverse
volte all’Olimpico e a San
Siro, per disputare, con le
giovanili di importanti squadre come la Roma, la Juve,
il Milan, le anteprime di
importanti partite di calcio
di serie A. Si commuove
ricordando di quando uno
dei suoi allenatori prediletti,
Taccini, sostenuto dalle
stampelle a causa di una
grave malattia, fu accolto
all’Olimpico da un’enorme
ovazione che fece tremare lo
stadio. È impossibile in queste poche righe riassumere
quelle che sono state tutte le
vicende che hanno visto
Padre Sebastiano protagonista: più di ottanta volte in
udienza dal Papa, mi
mostra una fotografia dove
il Santo Padre Giovanni
Paolo II, simpaticamente,
gli tira la famosa barbetta
bianca. Mi ricorda delle sue
apparizioni televisive accanto a Mike Bongiorno, Gerry
Scotti ed innumerevoli altri
personaggi dello spettacolo,
che donandogli visibilità gli
permisero di realizzare tante
Parla
importanti opere.
della nascita del Presepio
Itinerante, quando nel 1990
una delegazione in visita da
Berlino a Pavullo per osservare il presepio che conteneva un frammento del muro,
caduto l’anno precedente,
viene sorpresa dall’affermazione di Padre Sebastiano
che disse: “Vi piace? Allora
l’anno prossimo lo portiamo
da voi!”. E da allora il Presepio, benedetto dal Papa,
su un camion blu donato
dalla Fiat, iniziò a girovagare per tutte le strade dell’Europa dell’Est, nelle zone
martoriate dalla guerra e
dalla miseria. “Il Signore di
me non può fidarsi e quindi,
se non vuol fare brutta figura, mi deve tenere un po’ per
mano”, così, simpaticamente, sintetizza il successo di
tutte le sue iniziative.
“Quando non ero vecchio
ero con i giovani a Sassuolo,
ora che non sono giovane
sono con gli anziani a
Pavullo, non è tutto un ricamo? Sia il Ricreatorio che
Padre Sebastiano in occasione di una delle sue tante occasioni di incontro con
Papa Giovanni Paolo II.
A Wojtyla, il frate presentò anche dirigenti, collaboratori e benefattori delle
sue due creature: il Ricreatorio San Francesco ed il centro per la terza età
Francesco e Chiara
questo meraviglioso centro
per anziani sono un miracolo della provvidenza.” Per
inciso, è iniziato il processo
di beatificazione dei genitori
di Padre Sebastiano, Sergio
Bernardini e Domenica
Bedonni, che ebbero 10
figli, di cui 6 suore e 2 sacerdoti, più l’adozione di un
seminarista africano, oggi
vescovo. “Se il Signore vi
chiama andate – ripetevano
– che a noi penserà la provvidenza. Se non vi trovate
bene tornate, che qui a casa
c’è posto per tutti. Tutta la
mia vita e quella dei miei
cari, tutto ciò che ho, con
fantasia, cercato di realizza-
re - sottolinea - è stato finalizzato dal disegno della
provvidenza”.
Dopo qualche giorno dall’incontro ricevo una lettera
da parte di Padre Sebastiano: “Ripeti ai sassolesi il
mio applauso e la mia gratitudine per aver dato significato e contenuto alla mia
esistenza, sempre con tanta
amicizia, simpatia, stima e
fiducia”.
Come non ricambiare, sentitamente, questo gesto d’affetto nei confronti della
nostra città?
CATIA BARTOLI
Mirco Fontana: NOTTURNE
TOSCANE
Riflessioni in Blu alla Galleria Annovi Sunghe Oh fino al 24
Continua fino al prossimo 17 Giugno presso lo spazio Annovi
Arte Contemporanea Riflessioni in Blu, mostra personale di Pietro G. Bortolotti. Per l’occasione l’artista frignanese espone una
ventina di nuovi lavori che rappresentano riflessioni sul tema della
città. Le tonalità del blu dominano vedute notturne di strade trafficate, luoghi di ritrovo di matrice hopperiana ma pienamente
rispondenti alle caratteristica estetiche e sociali del nostro tempo.
Le riflessioni di Bortolotti infatti, prendono in considerazione non
solo la città come luogo fisico ma anche il rapporto che si stabilisce tra essa e l’uomo che la abita e la vive.
La mostra presenta anche una sezione a parte composta da piccoli dipinti che traggono ispirazione da fotogrammi cinematografici.
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• Si eseguono servizi per l’auto completi, anche senza prenotazione
La personale dell’artista sudcoreana Sunghe Oh prosegue, dopo il grande successo, fino al 24 di Giugno. Il tutto viene presentato grazie all’impegno dell’associazione culturale Magazzini Criminali.
E-voto, il titolo della personale, è una rivisitazione in chiave contemporanea del concetto religioso di
dono votivo. Nella nuova accezione proposta dall’artista l’oggetto devozionale viene a perdere ogni
legame con aspetti mistici e sacrali per essere riproposto come pura forma di riferimento, nella sua
peculiarità simbolica di ringraziamento intimistico e strettamente personale.
Sunghe Oh è nata a Seoul nel 1968. In Corea del Sud ha conseguito la laurea in Belle Arti presso l’Università di Seoul. Si è trasferita in Italia nel 1990, ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Faenza e l’Accademia di Bella Arti di Bologna. Nel nostro Paese ha partecipato a diversi eventi
artistici ed esposizioni personali.
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Le “imprese” del Morante
Una vittoria importante per 30 ragazzi dell’ I.P.S.S.C.T. Elsa
Morante al concorso “Bella Coopia – Premio Liana Stradi”.
Il progetto, organizzato dalla Legacoop per promuovere a
Modena e provincia la conoscenza e la sperimentazione di
un’impresa cooperativa, ha visto due classi dell’istituto sassolese, la 4a B e la 5a E, assieme a sei classi delle scuole superiori modenesi approdare alla finale. La 5a ha partecipato nella
la sezione riguardante la ricerca sulla cooperazione si è classificata al primo posto, vincendo 3500 euro. La 4a , ha invece
aderito alla sezione Impresa Cooperativa Virtuale ideando il
progetto “Oltre le barriere” ovvero una ipotesi di cooperativa
sociale con ragazzi diversamente abili, piazzandosi seconda e
vincendo un assegno di 200 euro. Soddisfazione dai tutor che
hanno seguito il progetto Alberto Capizzi e Lucia Manfredini e dal preside Antonio Orienti che ha sostenuto l’iniziativa.
RUVINELLO
“Ciao Sassolino, sono Edoardo Di Mezzo, sono nato a Sassuolo ho sette anni e frequento
la 2°B della scuola “C.Stradi” di Maranello. Mi piace giocare a calcio e la mia squadra preferita è il Milan e il mio giocatore del cuore è Kakà!!!!
Mi piace suonare la chitarra come mio papà.
Vi regalo il disegno di Spaidermen, il mio migliore supereroe!
Ciao da Edoardo”
Cari bambini, se avete tra i 3 e i 10 anni e avete voglia di mandarci un vostro disegno
da pubblicare, dite a mamma o papà di contattarci all’indirizzo di posta elettronica
[email protected]
E mi raccomando, usate un pennarello nero!
Anche a noi piacciono tanto i colori, ma in questa occasione non ci è possibile usarli. A presto!
Ginnastica nei parchi
Fino al 3 agosto c’è la possibilità di effettuare attività ginniche nei parchi sassolesi.
Le attività saranno proposte da tecnici della Federazione Italiana di Atletica Leggera
della Delta Atletica di Sassuolo.
Per partecipare occorre presentarsi direttamente nei parchi. La tessera di iscrizione è di
10 euro, da effettuare in loco; la tessera resta valida per tutto il periodo e per tutti i parchi. Chi parteciperà occasionalmente non avrà obbligo di iscrizione.
Dove e quando?
LUNEDÌ
dalle 19 alle 20 al Ducale
dalle 20 alle 21 al Fossetta
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
VENERDÌ
dalle 19 alle 20 all’Albero d’Oro
dalle 20 alle 21 presso la pista d’atletica in zona piscina
dalle 19 alle 20 al Ducale
dalle 20 alla 21 al Collegio Vecchio
dalle 19 alle 20 all’Albero d’Oro
dalle 20 alle 21 al Braida
dalle 19 alle 20 ancora alla pista d’atletica in zona piscina
In caso di maltempo le attività non verranno effettuate.
Info Ufficio Sport: 0536.1844715
PULITO GRAZIE AGLI
ALPINI
Il gruppo di Protezione Civile degli Alpini di Sassuolo e Fiorano ha sistemato, alcune settimane fa, gran parte della strada Ruvinello che collega il tiro a segno di Sassuolo e il duomo
di Fiorano. Sono sempre più numerosi e senza distinzione di
età i nostri concittadini che amano percorrere questo itinerario. Sarà così più piacevole la bella passeggiata che permette
di godere dall’alto un bel panorama dei due comuni.
Un grazie sincero a chi ha contribuito alla cosa!
Le Primo Levi sul podio musicale
Hanno sbaragliato trenta scuole provenienti da tutta Europa.
La scuola Media Primo Levi di via Mercadante ha rappresentato egregiamente Sassuolo conquistando il podio al “Festival
europeo della musica nella scuola” svoltosi a Loreto il 19
maggio scorso. Erano 55 ragazzi sassolesi (classi 1a - 2a - 3a - 4a
B, 2a e 3a E, 3a C - F - 1a, 2a e 2a D) e solo una parte di questi
possedevano competenze musicali. Il gruppo di Sassuolo che
si è esibito per venti minuti sul palco del Teatro Comunale di
Loreto era composto da 3 batteristi, 2 bassisti, 5 chitarre elettriche e 1 solista, 1 clarinetto, 15 chitarre acustiche, 20 tastiere, 3 pianisti, 2 voci soliste e il coro. Il tutto coordinati dalla
professoressa di ed.musicale Fernanda Frongia e da Norma
Veronesi, insegnante presso la scuola comunale di musica “O.
Pistoni”. I brani eseguiti dai bravissimi ragazzi sono stati tratti dal repertorio classico ma anche contemporaneo riuscendo
a conquistare il giudizio della giuria che ha deciso di premiare la creatività della scuola Primo Levi. Soddisfazione da
parte del preside dell’Istituto Mauro Nicolini e dell’assessore
alla cultura Stefano Cardillo, presenti alla manifestazione.
il sassolino nella scarpa
sasso
lino
SCRIVETECI!!!
...la parola ai lettori
Tutte le critiche verranno ascoltate;
le lettere ed i messaggi più significativi saranno pubblicati.
[email protected]
Quartieri dimenticati o chi si lamenta esagera?
Caro direttore,
mi dichiaro pronto a scendere in strada e in piazza, lancia in resta e striscioni in mano, a fianco dei tanti
comitati nascenti e prosperanti a Sassuolo, tutti in difesa dei rispettivi quartieri, vessati, ma di più, ignorati, abbandonati dall’amministrazione locale.
Le ultime settimane di cronache ci hanno offerto un desolante quadro del disinteresse dell’istituzione per
tante zone della città, del menefreghismo di chi dovrebbe governare.
Partendo dalla fine, sono pronto a scendere in campo con le schiere che difendono il Circolo del tennis
di Rometta, in predicato di chiudere a causa della grave indifferenza dell’amministrazione per la zona e
il quartiere, letteralmente abbandonati. Come potranno eventualmente, i nostalgici del circolo, consolarsi soltanto con la presenza a meno di duecento metri di distanza del più grande parco cittadino, nel quale
si trova il più grande circolo cittadino, con adiacenti campo da calcio grande e piccolo, campo da calcetto, pista polivalente per pattinaggio e altro? Potranno mai trovare un po’ di socialità in quest’area, a consolazione del fatto che per giocare a tennis potrebbero essere costretti addirittura a percorrere una pista
ciclabile realizzata in completa sicurezza dal quartiere fino a via Nievo, distanza in linea d’aria meno di
un km, dove dovrebbero sorgere altri campi da tennis? Dimenticati, che altro termine si può usare per
un quartiere che negli scorsi sei mesi ha visto realizzare rotatoria e svincolo lungo la circonvallazione
per la messa in sicurezza degli accessi a tutta la zona, rifare completamente tutti i marciapiedi?
Avanti con le prove dell’indifferenza governativa, giorni fa si è vista in consiglio comunale una rappresentanza dell’abbandonatissimo quartiere Ancora-Pista, che lamentando giustamente la presenza di criminalità e spacciatori in alcune zone, non si è limitato a richiedere tutela e controlli, ma ha sottolineato
l’abbandono da parte dell’insensibile amministrazione: “siamo un quartiere dimenticato”, hanno denunciato, come dimostrato del resto dalla presenza di appena due circoli cittadini nel raggio di 500 metri
(unico caso in città) di campi sportivi assortiti, pista ciclabile lungo l’intero fiume Secchia, asfalti rifatti
non più di un mese fa e scuola elementare ristrutturata per metà lo scorso anno e metà quest’anno per
una spesa complessiva non lontana da 1 milione e mezzo di euro. Chiari segni di abbandono e disinteresse della cinica amministrazione locale.
Che risultano ancora più evidenti nel quartiere Quattroponti, dove si annuncia la nascita di un comitato a tutela di un altro quartiere vittima dell’indifferenza del palazzo. Pallidi e inutili palliativi la pista
ciclabile che lo attraversa interamente e arriva fino a Ponte Fossa, la rotatoria di Madonna di Sotto in
fase di realizzazione, la scuola materna in costruzione con un vicino centro disabili, la scuola elementare totalmente ristrutturata di recente. L’abbandono è sotto gli occhi di tutti e merita una decisa reazione.
Non parliamo poi dei vessati storici, come la zona di San Michele, scesa in campo per avere la connessione Adsl non più tardi di un anno fa, anche con illustri testimonial (parroco e ingegnere Ferrari) al
grido di “siamo dimenticati”. Palese del resto, se si escludono opere minime come il raddoppio del cimitero locale, la sala di quartiere, i nuovi spogliatoi del campo da calcio e la nuova superficie sintetica del
campo stesso, la nuova piazza del centro, la messa in sicurezza dell’intera frazione dopo le frane seguite
alla piena del Secchia.
Oppure il quartiere Rometta/via Torino, sfregiato dalla decisione di costruire, orrore, una palazzina
popolare, lavandosi la coscienza appena con il circolo di quartiere totalmente ristrutturato due anni fa (e
subito usato per una riunione affollatissima in cui si denunciava l’abbandono da parte dell’amministrazione) , l’intervento sulle aree verdi della zona, la nuova segnaletica e viabilità dei quartieri interni e dell’intera area fino a largo Verona, comprese ciclabili e abbattimento delle barriere architettoniche.
Abbandonati, dimenticati, trascurati. Scendiamo tutti in campo insieme a questi quartieri vittima dell’indifferenza. Non lasciamoli così soli.
WILLY RAGAZZI
(LETTERA FIRMATA)
passatempo
“Hanno spostato la Festa dell’Unità…”
Egregio Direttore,
innanzitutto complimenti per il suo “SASSOLINO”.
Trovo il giornale ben impostato.
Chi scrive è un pugliese, trapiantato a Sassuolo per motivi di lavoro da circa 20 anni.
Sono amante di manifestazioni quali sagre, Feste dell’Unità e
quant’altro e per questo scrivo perché ci hanno tirato via un “GIOCATTOLO” quale appunto la Festa dell’Unità di Sassuolo, che si
svolgeva a Borgo Venezia, ora trasferita a Montegibbio.
Era una manifestazione con spazio giovanile, ballo liscio, ristorante, dibattiti etc… di circa 7/10 giorni, in cui ci si trovava tutta Sassuolo. Sembra che tale spostamento, e uso il condizionale, sia
dovuto al fatto di lamentele da parte dei residenti del borgo per via
di starnazzi notturni, auto parcheggiate male…
Le chiedo nel limite delle sue possibilità, tramite la segreteria dei
DS, un suo interessamento a far tornare tale manifestazione a
Borgo Venezia.
Certo di una sua gradita risposta, la saluto.
LUCIANO S., SASSUOLO
(LETTERA FIRMATA)
CRUCIVERBA SASSOLESE
chi più ne ha, più ne metta!
In corsivo, le definizioni di Sassuolo e dintorni
Orizzontali
1. In dialetto, indica un “parolaio” un po' tonto... – 9. La via dove è sito il Comune di Sassuolo (vedi foto) – 10.
La Corte d'Appello Federale del calcio – 12. La targa di... Gianna Nannini – 13. Vi può entrare un matrimonio – 15. Un male da... bambino – 17. Lo è il malocchio! – 19. Si usa anche per saltare – 20. Solitamente dopo “hip-hip” – 21. Può conservare le ceneri – 23. Uno dei sette peccati capitali – 26. Dudu, cantante
sassolesissimo dei Modena City Ramblers – 32. Il dinosauro più celebre e temuto – 36. Simbolo chimico dell'Astato – 37. Storica ceramica cittadina, legò il suo nome al volley – 38. Una delle caravelle di Cristoforo
Colombo.
Verticali
1. Attrezzo assai diffuso – 2. Locatari – 3. Pena dimezzata – 4. Più dell'agitazione – 5. Né Quo, né Qua –
6. Sigla dell'Uzbekistan – 7. Celebre canzone di Adriano Celentano – 8. Due romano – 11. Il dio greco della
guerra – 14. Persona amata e riconosciuta da molti – 15. Una collana editoriale – 16. La classica sigla da
annuncio – 18. Ti appartiene – 22. Con “hic” completa il “qui ed ora” latino – 24. La Rivista Italiana di
Difesa – 25. Quello di vetro dà il titolo ad una celebre opera di Tennessee Williams – 26. Esclamazione che
può essere rassegnata – 27. Il “sì” francese – 28. Le iniziali di Rolfo, pilota di moto – 29. Associazione Obiettori Noviolenti – 30. Peterson, la voce per eccellenza del basket – 31. L'Italia nel medagliere dei Giochi Olimpici – 33. In realtà – 34. Nuoro per l'Aci – 35. Le iniziali di Giacobbe, cantante italiano.
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Il Parco Barbolini di Borgo Venezia. La lettera pubblicata qui sotto parla proprio
del “Borgo”. La lettera qui a fianco, invece, fa un discorso più globale relativo a
(foto M.Mazz)
diversi quartieri sassolesi
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La soluzione nel prossimo numero
(foto M.Mazz.)
Soluzione maggio
Giornali • Riviste • Cd • DVD • Libri
...e tanta cortesia!
20
Via Indipendenza - 41049 Sassuolo (Mo)
21
il
sasso
il
lino
il sassolino nella scarpa
sasso
lino
il sassolino nella scarpa
asms
380.4636021
“Secondo me le rotatorie si fanno così”
Buongiorno.
Ho letto il Vs articolo sull'uso delle rotatorie e sulla definizione delle eventuali responsabilità in caso
di incidente.
A mio parere, (ho 42 anni di patente sulle spalle e 3.500.000 km. percorsi) mi permetto di dissentire.
Sulla precedenza nelle rotonde essa spetta a chi per primo ha impegnato la rotonda e pertanto essa
spetta a sinistra!!
Riguardo all'uso delle due corsie per agire in modo corretto si deve agire così:
Si impegna la corsia esterna , dopo esserci accertati che non provenga nessuno da sinistra e:
A) Se si deve uscire al primo svincolo ci si trattiene sulla massima destra sulla stessa per poter uscire
avendo cura di dare eventualmente la precedenza a chi, dalla corsia interna, manifesta l'intenzione
di uscire.
B) Viceversa, se la ns. intenzione é di uscire ad uno svicolo successivo, ci si porta immediatamente
sulla corsia centrale segnalando, a tempo debito, a quale svincolo bisogna uscire.
Non si marcia, nelle rotatorie per file parallele!!!!
È solamente in questo modo che le rotatorie servono a snellire il traffico e non come, da quanto asserisce il Vigile, consentire il verificarsi di situazioni che assolutamente NON dovrebbero verificarsi in
rotatoria.
Dispostissimo a dibattere.
Cordialità
SERGIO NICOLINI
Risponde l’Ispettore Cangelosi della Municipale
Sarebbe utile distinguere le 2 tipologie di “rotonda” esistenti in Europa, ovvero
quella cosiddetta “all'italiana” ove non si riscontra alcuna segnaletica inerente la
precedenza e quella “alla francese” ove esiste il segnale di “dare precedenza” su
ogni immissione alla rotatoria. Nel primo caso i veicoli che si immettono sulla rotatoria hanno la precedenza in quanto quelli che già vi circolano se li trovano alla propria destra; nel caso “alla francese” (le nostre rotonde) la precedenza spetta ai veicoli
già marcianti sull'area della rotonda, in quanto la segnaletica stradale (nella fattispecie il
“dare la precedenza”) ha priorità rispetto alla norma generale della “precedenza a destra”.
Per comprendere meglio l'utilizzo delle corsie su una rotatoria, è opportuno fare alcune considerazioni preliminari: la rotatoria, per il vigente Codice della Strada, non soggiace a specifica normativa, pertanto si applicano su di essa le stesse regole stabilite per qualsiasi tratto di strada privo di specifica segnaletica.
Una rotatoria altro non è che un tratto di strada curva che, per estremo, si chiude su se stessa. Alla
luce delle considerazioni dinanzi espresse, è palese quale debba essere il comportamento di chi si
immette su una rotatoria e di chi già si trova a circolare sull'area della rotatoria stessa: per uscire ad
uno svincolo è evidente che si debba, giocoforza, transitare sulla parte esterna della rotonda, ma il
circolare sulla corsia esterna non implica il fatto che si debba uscire al 1° svincolo, in quanto non
trattasi di canalizzazione. Chi invece, transitando sulla corsia interna, debba uscire ad uno svincolo
dovrà, come previsto dal Codice della Strada, dare la precedenza ai veicoli che circolano alla sua
destra, ovvero quelli transitanti sulla corsia esterna.
In relazione al paventato (dal Sig. Nicolini) “divieto di circolazione a file parallele” sulle rotatorie
ed in considerazione di quanto già accennato in relazione alla struttura della rotatoria, ovvero che è
assimilabile (per il C.d.S) ad un tratto di strada curvilineo, trova piena applicazione la “marcia a file
parallele” come previsto dall'art. 144 del C.d.S.
Sempre disponibile per ulteriori delucidazioni al riguardo porgo
Distinti Saluti
22
ISP. CAPO CANGELOSI
Rotonde faticose per ciclisti e non solo
A proposito del vostro articolo “Gira e Rigira” de “il Sassolino”
di maggio 2007.
Contentissimo di avervi letto interessati allo strano fenomeno
delle rotonde che stan spuntando come funghi. Contento di avere
avuto la spiegazione del fenomeno da parte degli organi amministrativi: l'intento è quello -lodevolissimo- di voler abbassare il
numero di incidenti mortali sulle strade. Però osservo e provo
sulla mia pelle di automobilista e di ciclista che le rotonde non
sono solo rose e fiori.
Provare per credere. Se avete la possibilità di andare a lavorare in
bici, come me, vi accorgerete che le rotonde con cui potreste -con
sempre maggior probabilità- avere a che fare, sono alquanto “brigose”. Per non dire, pericolose.
La ciclo, e il traffico lento in genere, in rotonda è un tabù, o, per
dirla con un eufemismo, una razza in via di estinzione (speriamo
non nel senso letterale della parola).
Qualsiasi diritto del ciclista, quando circoli sulla destra, alla sua
mano, faccia , insomma il suo dovere, viene bellamente spazzato
via dal diritto del più forte, in questo caso il traffico più veloce.
Insomma, nel giro di una settimana, chi aveva l'intenzione e la
possibilità di alleggerire il traffico scegliendo la meno ingombrante due-ruote, torna sui suoi passi e preferisce la più protettiva scatola a 4 ruote. E tanti saluti alla sensibilità ecologica
(tanto necessaria oggigiorno quanto calpestata).
D'altra parte, anche la mia seconda natura di
automobilista viene comunque messa a
dura prova dalla rotonda. Affrontarla è
una fatica: ho letto sul giornaletto del
mio comune un trafiletto che riportava
le istruzioni per il corretto utilizzo delle
rotonde: una bella fila di prescrizioni,
ovviamente sensate (segnalazione dell'intenzione di immettersi, di cambiare
corsia, di uscire dalla rotonda) da
rispettare il più delle volte nel giro di
pochi metri (dati i diametri medio bassi
delle rotonde), mentre già siamo tutti
intenti a guardare a dx, sx, davanti e dietro
per evitare collisioni a tutto campo (forse
poco sanguinose, ma sicuramente sempre
molto pesanti dal punto di vista economico!!).
E oltre a dover vincere la gara coi colleghi automobilisti, per inserirsi in rotonda (sgommata quasi obbligatoria), o
per uscire altrettanto velocemente per evitare il tamponamento,
devo comunque prestare attenzione a quel poco di traffico lento
superstite (le ciclo) che ha la pretesa di girare assieme a me o addirittura di fare attenzione ai pedoni che hanno la pretesa di attraversare la strada sulle strisce pedonali, immancabilmente collocate subito dopo o prima della rotonda. E come bersagli involontari i pedoni attraversano, anzi corrono, scappano sulle strisce mentre le quattroruote sfrecciano fuori dal cerchio.
Quanta nostalgia per i semafori e soprattutto per gli ancora più
insostituibili passaggi pedonali semaforizzati!!
Grazie dell'attenzione e, nella speranza di sopravvivere ancora a
lungo alla roulette-rotonda, sarò molto contento di sentire una
vostra replica o una replica della amministrazione.
Mettere tutti d'accordo è difficile. Ma che ne dite di cominciare a
installare dei rallentatori prima e dopo le rotonde? Giusto per fare
qualcosa. Poi si vedrà.
Saluti
“Un’opinione non di parte su via Verdi”
Un affettuoso saluto a voi del Sassolino.
Avendo letto l’articolo relativo al parchetto di Viale Verdi sul
numero di questo mese, ed avendo letto le varie posizioni, siccome
abito due viali a fianco, mi permetto di dire la mia.
Premetto che non mi sento assolutamente di parte in quanto da
casa mia non si ode alcun schiamazzo; qualche anno fa lo frequentavo pure io (ora ho più di 30 anni) e molti dei ragazzi che van lì
prima venivano nel bar dove ci si ritrova solitamente con la mia
compagnia, per cui voglio dare un opinione realista e non di parte.
Credo che i giovani di oggi debban imparare ad esser rispettosi
degli altri, a tutti i livelli. Se loro schiamazzano danno fastidio,
punto. E chi se ne frega se son ragazzi...son molesti e basta! Quindi non siate ipocriti quando vi metton davanti al naso la verità…e
poi imparate a parcheggiare in modo che si passi senza dover far
lo slalom tra le vostre macchine... costa così poco far le cose come
van fatte!! Anche se ai giorni nostri si imitan più facilmente i cattivi esempi perché fa “duro”... crescete!!!
Ma questi ragazzi non sono nemmeno demoni... cari vicini del
Parchetto.
La tolleranza ormai non l’ha più nessuno ed i 40/50/60enni si
saran già dimenticati della loro gioventù... magari eran peggio di
quelli che ora accusano. Quindi sopportare un pelo di più, non
farebbe male a nessuno...e poi i figli crescono secondo l’educazione dei genitori per cui di riflesso è colpa anche degli “accusatori”.
Va beh... grazie dell’attenzione.
Un saluto a tutti e fate a modo... giovani e meno giovani.
“Redazione, avete ragione voi”
Grazie Luciana!
Tempo fa iscrissi mia figlia alla scuola materna Centro Storico,
senza far caso alle chiacchiere che giravano, pensai di giudicare
dopo la mia esperienza.
Oggi, dopo due anni, mi sento tranquilla e soddisfatta dalla mia
scelta, mi ritengo fortunata, mia figlia qui si è trovata molto bene...
e vedo che il suo percorso educativo procede con normalità, e
soprattutto le piace andare a scuola, che è la cosa più importante.
Vorrei ringraziare sinceramente tutte le persone che lavorano con
voglia per far funzionare questa struttura, specialmente la nostra
carissima Luciana che quest’anno ci lascia, va in pensione...
Grazie per la tua collaborazione, simpatia, accoglienza che durante tutti questi anni hai dato ai nostri bambini.
Luciana, hai regalato un sorriso a tutti noi, con la tua allegria già al
mattino presto... con il tuo viso solare ci hai fatto sentire a nostro
agio.
La scuola e in genere questo mondo di gente scura, che non ha mai
tempo, ha bisogno di persone come te, che siano sempre disposte a
donare un sorriso.
Cari lettori della bella gente esiste ancora...
Rinnovo il grazie più sentito a nome di tutti, specialmente a nome
di quelli che non sanno ancora scrivere...
ASCENSION TAJUELO E TUTTE LE MAMME
Egregia Redazione, quando
girano girano e non si possono
fermare. Io vi faccio i complimenti e sto completamente
dalla vostra parte, xché mi è
capitato di sentire in giro gente
che critica la vostra scelta di
aver pubblicato le lettere dei
ragazzi del parchetto.
No, no e no. E poi no. Quando
girano girano. Xché non avreste
dovuto? Proprio non lo so...
È giusto dare voce a tutti e confrontare le diverse opinioni,
questo mi pare un buon modo
di fare giornalismo.
Ho speso 3 sms per questo msg,
pubblicatelo!!!
CRI DA FIORANO
“No al vittimismo”
Samuele e Luca, non fate le vittime così tanto, per favore...
UN “RAGAZZO” DEL QUARTIERE CHE VORREBBE
SASSUOLO COME 20 ANNI FA :) *
UN LETTORE
“Sogni”
PS: se qualcuno vuol controbattere via mail a mie fandonie od inesattezze, sono a disposizione.
Non rinunciate mai ai vostri
sogni... non fate come me che
* Visto il tenore in cui si è sviluppata sulle nostre pagine la discus-
non ho avuto abbastanza coraggio per trattenere il mio... :*(
sione su via Verdi, la Redazione ha deciso di concedere l’anonimato anche all’autore di questa lettera
MERI
Luciana, la signora citata nella lettera
Insetti al parco
Buonasera, vi ringrazio innanzi tutto per il servizio che offrite alla nostra città con il vostro giornale,
che ha aperto una via di comunicazione tra noi giovani e la nostra città.
Vi scrivo per comunicarvi un disagio sempre più presente nei parchi di Sassuolo, in particolare mi riferisco al Parco Ducale e al Parco Albero d'oro.
È ormai impossibile sedersi sulle panchine la sera senza essere ricoperti da insetti, sopratutto i cosiddetti “tagliaforbici” che da un mese a questa parte invadono il parco.
Speriamo che si possa fare qualcosa prima che gli insetti prendano il comando del parco, e costruiscano le loro basi sui giochi.
Vi ringrazio per la cortese attenzione.
MARTINA, 17 ANNI, SASSUOLO
dal 8/06/2007 al 7/07/2007
DAVIDE GANDOLFI
l’oroscopo
di Mirella Barchi
ARIETE (21/03-20/04)
VANTAGGI FINO
A € 4.000
CON FINANZIAMENTO
ANCHE A TASSO 0%
Siete focosi….
Amore: Vi accendete come una lampadina da 1000 watt!
Lavoro: Irascibili
Salute: Niente fritti!
TORO (21/04-20/05)
Non perdetevi nei vostri viaggi mentali…
Amore: siate meno possessivi
Lavoro: tutto e subito!
Salute: tanti addominali…
GEMELLI (21/05-21/06)
SASSUOLO
Via Circonvallazione N/E 160 -Tel. 0536.812064
CENTRO REVISIONE AUTOVEICOLI
DI TUTTE LE MARCHE
Più rispetto per voi stessi! (e buon compleanno)
Amore: avventure… mirate a qualcosa di serio
Lavoro: che fatica!
Salute: l’acqua è il vostro elemento naturale: piscina!!!
CANCRO (22/06-22/07)
Siate più modesti…
Amore: buoni è un conto, farsi fregare è un altro!
Lavoro: siate più scaltri!
Salute: il sole dà energia: aria aperta!
LEONE (23/07-23/08)
Mai dare niente per scontato
Amore: Fuggire! Ma poi non pentirsene…
Lavoro: viaggi...
Salute: attenzione ai crampi
VERGINE (24/08-22/09)
Siete in un momento di stand by…
Amore: ormai avete ciò che cercavate!
Lavoro: riposo...
Salute: riposo, sole e mare...
BILANCIA (23/09-22/10)
Che noia, che barba...
Amore: noia e solitudine...
Lavoro: la solita routine...
Salute: attenzione agli sbalzi di temperatura...
SCORPIONE (23/10-22/11)
Serenità e riflessione..
Amore: Riflettete sulle decisioni da prendere..
Lavoro: serenità nell'ambito lavorativo...
Salute: la pressione è da controllare...
SAGITTARIO (23/11-21/12)
Rimbocchiamoci le maniche: c'è da fare!
Amore: passato e presente si intrecciano…
Lavoro: siate più ostinati per avere ciò che è vostro!
Salute: fare della analisi di routine…
CAPRICORNO (22/12-20/01)
Rilassatevi...tutto andrà per il meglio!
Amore: felicità è il vostro nome
Lavoro: portate pazienza, arriveranno anche le ferie...
Salute: attenzione ai bruciori di stomaco…
ACQUARIO (21/01-19/02)
La vita è un brivido!!!
Amore: voglia di maternità…
Lavoro: euforici per le novità!
Salute: attenzione: meno carboidrati…
PESCI (20/02-20/03)
Voglia di libertà…ma a che prezzo?
Amore: Siate liberi! Solo cosi riuscite ad amare...
Lavoro: basta con le discussioni!
Salute: siete un po’ nervosi
23
il
sasso
lino