Il rumore disturba, stressa e fa male

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Il rumore disturba, stressa e fa male
«Giornata contro il rumore»
Il rumore disturba, stressa e fa male
“Un giorno l’uomo dovrà combattere il rumore come il colera e la peste”. Robert
Koch, lo scienziato che scoprì la tubercolosi, aveva già intuito, all’inizio del
19º secolo, che l’inquinamento fonico sarebbe diventato una vera e propria “malattia
popolare”. La conseguenza diretta dell'aumento della mobilità a partire dagli anni 50
è il fatto che oggi circa due terzi della popolazione svizzera sono disturbati dal
rumore. Il rumore è la forma di inquinamento ambientale maggiormente percepita
dalla popolazione.
In quanto organo particolarmente sensibile, il nostro udito è stato “programmato” per permetterci di
sentire il sottofondo rumoroso tipico di un paesaggio naturale ormai scomparso da tempo. In epoche
remote, i rumori forti e inusuali rappresentavano un segnale di pericolo al quale il corpo umano reagiva
con un particolare stato di allerta che lo preparava alla fuga o alla lotta. Da allora, il sottofondo
rumoroso è cambiato in modo drastico e siamo costantemente sommersi da un’infinità di rumori dalle
origini più disparate. Il nostro corpo, tuttavia, reagisce ai rumori forti e molesti proprio come centinaia di
anni fa, generando uno stress che compromette il nostro benessere e la nostra salute. Contrariamente
a quanto facciamo con gli occhi, non possiamo chiudere le orecchie. Le onde sonore raggiungono la
membrana timpanica persino durante la notte e, di conseguenza, vengono continuamente rielaborate
nel cervello. Gli effetti del rumore sull’uomo dipendono non soltanto dal volume e dalla durata del
rumore stesso, ma anche dal tipo di rumore, dalla sensibilità acustica individuale e dalla situazione
individuale delle persone nel momento in cui sono esposte agli stimoli sonori. Nelle ore notturne, ad
esempio, siamo molto più sensibili al rumore che durante il giorno.
Il nostro corpo è costantemente sotto stress
Una continua esposizione al rumore fa ammalare poiché il corpo si trova costantemente sotto stress. Il
nostro organismo genera “falsi allarmi” e si prepara a reazioni di lotta o di fuga che poi non trovano
riscontro nella realtà. Inoltre, il rumore copre i veri segnali di pericolo, provocando una sensazione
d’insicurezza. Queste continue reazioni di allarme e di stress possono causare danni alla salute, come
disturbi digestivi, ipertensione, infarto cardiaco o turbe del sonno. Il rumore può inoltre far diminuire la
concentrazione e provocare cambiamenti d’umore (come depressione o comportamento aggressivo).
Ogni anno in Svizzera vengono ricoverate in ospedale quasi 500 persone vittime del rumore. Il corpo
non si abitua mai all’inquinamento fonico.
Il rumore uccide l’udito
I suoni forti, come ad esempio la musica, possono tuttavia danneggiare l’udito anche in maniera diretta.
Contrariamente a quanto in genere si pensa, la membrana timpanica è in pericolo soltanto se è esposta
al rumore causato da esplosioni. In tutti gli altri casi, è l’orecchio interno ad essere danneggiato. Qui si
trova l’organo uditivo vero e proprio: la coclea, che ha pressoché le stesse dimensioni di un pisello. Le
minuscole cellule ciliate presenti nella coclea inviano segnali elettrici al nervo acustico non appena
l’orecchio viene raggiunto da un rumore. In presenza di livelli sonori eccessivi, diminuisce innanzitutto
la sensibilità delle cellule ciliate, da cui la sensazione di avere le orecchie ovattate. Se il rumore
diminuisce, l’udito può tornare normale, ma la situazione diventa critica quando gli episodi di rumore
eccessivo si accumulano. In tal caso, infatti, il ritorno alla normalità non è completo e, con il tempo, le
cellule ciliate muoiono. Le cellule colpite non possono essere rigenerate né con operazioni né con
farmaci, e la conseguenza è un danno permanente all’udito. Solo se proteggiamo le nostre orecchie,
quindi, potremo continuare a sentire, anche in futuro, tutti i suoni che ci circondano. Ecco alcune
precauzioni da adottare:
•
in discoteca, ai concerti o durante prove musicali, indossare una protezione auricolare;
•
mantenersi a una distanza sufficiente dalle casse;
•
far riposare le orecchie ogni tanto, in particolare quando si ascolta musica ad alto volume;
•
in caso di volume eccessivo, chiedere di abbassarlo;
•
tenere basso il volume quando si ascolta musica.
Fuga dall’inquinamento fonico e propagazione del rumore
Non sorprende che le persone tormentate dal rumore cerchino di sfuggire al chiasso. Anche la fuga,
però, ha il suo rovescio della medaglia, visto che gli abitanti dei centri cittadini si trasferiscono infatti in
sobborghi tranquilli ma poi vanno a lavorare in automobile. Nemmeno durante il tempo libero vogliamo
rinunciare a spostarci in macchina, tanto che il 50 per cento del traffico motorizzato è legato proprio alle
attività ricreative. Anche quando cerchiamo svago e relax, quindi, produciamo continuamente rumore.
La fuga dall’inquinamento fonico, inoltre, ha anche una componente sociale. Infatti, le persone che
rimangono sono quelle che non possono permettersi un appartamento più tranquillo e, di conseguenza,
più caro. Gli appartamenti vuoti vengono così acquistati o affittati dai gruppi di popolazione
finanziariamente più svantaggiati. Il rumore crea in tal modo una segregazione sociale che causa
isolamento ed emarginazione.
Cosa possiamo fare?
Premesso che l’attuale problema dell’inquinamento fonico dev’essere affrontato a livello politico,
ognuno di noi può fornire un contributo importante alla riduzione del rumore con il proprio
comportamento, soprattutto sulle strade e in casa. Ecco alcuni accorgimenti:
•
se possibile, utilizzare i mezzi pubblici o la bicicletta, oppure andare a piedi se il tragitto è
breve;
•
in automobile, guidare in modo tranquillo e mantenere un’andatura regolare, evitando brusche
frenate e accelerazioni;
•
in casa, evitare di tenere troppo alto il volume del televisore, della radio e dello stereo, e ciò per
rispetto sia dei vicini che delle proprie orecchie;
•
durante i lavori di giardinaggio, utilizzare se possibile apparecchi (tosaerba, seghe a catena ecc.)
manuali o elettrici, che sono molto meno rumorosi di quelli a motore;
•
nel tempo libero, non creare disturbo ai vicini quando si svolgono attività all’aperto, in particolare
la sera e nei week-end.
Koordinationsstelle «Giornata contro il rumore»
c/o ökomobil Umweltberatung
Andrea Kaufmann
Klosterstrasse 21a
6003 Luzern
www.rumore.ch
Telefono 041 410 51 52
Fax 041 410 51 53
[email protected]