Prevenzione Movimentazione manuale dei carichi

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Prevenzione Movimentazione manuale dei carichi
Movimentazione
manuale
dei carichi
Si possono verificare anche parestesie e disturbi neurovegetativi (tipo Raynaud,
acrocianosi), interessanti di solito le dita, ma che possono coinvolgere la mano e
irradiarsi lungo l’avambraccio.
Tra queste possiamo citare le tendiniti e le tenosinoviti, la sindrome del tunnel
carpale, la sindrome del canale di Guyon, l’epicondilite, la tendinite della cuffia
dei rotatori, la sindrome da tensione cervico-brachiale.
NO
SI
Prevenzione
Premesso che la soluzione ottimale, ai fini della massima riduzione del rischio,
consiste nella meccanizzazione delle operazioni di trasporto e scarico, possono
essere suggerite le seguenti misure di prevenzione:
Prevedere adeguate pause di lavoro;
Alternare, se possibile, le mansioni con impegno diversificato delle strutture
muscolo-scheletriche;
Non sollevare pesi superiori a 30 chili per i maschi adulti e a 20 chili per i
maschi adolescenti e le donne adulte e ai 15 chili per le adolescenti di sesso
femminile;
Usare cassette di minori dimensioni, che portano conseguentemente ad una
riduzione del peso trasportabile;
Riduzione delle distanze tra punti di scarico e di caricamento delle bilance
e delle tramogge (nei frantoi);
Adozione di sistemi meccanici (es. piattaforme di sollevamento e discesa a
servizio dei mezzi di trasporto, transpallet a conduzione manuale, ecc.);
Uso di carrelli per agevolare le azioni di trascinamento e spinta dei carichi;
riduzione delle altezze di impilamento delle cassette.
Rumore
RUMORE
Generalità
Il rumore è quel fenomeno acustico sgradevole che viene prodotto in particolare
dalle macchine agricole, dalle attrezzature e dagli impianti produttivi nei frantoi,
in misura che può crescere anche in relazione alla loro “vecchiaia “.
La valutazione dell’esposizione professionale al rumore tiene conto delle diverse
attività lavorative e soprattutto dei tempi di esposizione dei lavoratori. E’ necessario,
quindi, analizzare tutte le fasi della lavorazione, considerando le macchine, le
attrezzature e le modalità d’uso. Per i frantoi bisogna considerare, ovviamente,
gli ambienti di lavoro e la dislocazione delle macchine all’interno degli stessi.
Tradizionalmente l’attività del frantoio, dopo le operazioni di pesatura, è svolta in
un unico locale.
L’evoluzione delle norme di sicurezza in materia di protezione degli alimenti ha
portato alla separazione delle operazioni riguardanti le olive da quelle proprie di
trasformazione delle stesse in olio; ciò ha determinato la separazione anche della
fase di lavaggio dalle altre operazioni. I frantoi più evoluti hanno generalmente
due locali separati, con la separazione fisica del processo produttivo in due fasi.
Fonti di pericolo
I trattori, lo scuotitore, la motosega, l’atomizzatore, il decespugliatore, sono le
principali fonti di rumore nelle lavorazioni olivicole.
Nel frantoio tradizionale le macchine che producono rumore in misura tale da
poter causare un danno uditivo, sono la macina, la lavatrice-defogliatrice e il
separatore centrifugo ad asse verticale. Nel frantoio di tipo continuo risultano
rumorose anche il frangitore e il separatore centrifugo ad asse orizzontale (decanter).
Nella tabella seguente si riportano i valori desunti da valutazioni del rumore
eseguite in frantoio, per tipologia di macchina:
Fase / Macchina
dB(A)
Lavatrice-defogliatrice
85-95
Frangitore
85-90
Estrattore (decanter)
85-90
Separatore
80-90
Rumore
Secondo la normativa vigente in materia (D. Lgs n. 277/91) questi valori di rumorosità
debbono essere correlati con il tempo che il lavoratore trascorre esposto al rumore.
Il valore che si ricava, rappresenta il livello di esposizione personale quotidiano o
settimanale (Lep-d o Lep-w) da cui derivano gli adempimenti che l’imprenditore
agricolo o il frantoiano devono adottare.
A diversi livelli di esposizione al rumore corrispondono differenti condizioni di rischio
e differenti criteri di prevenzione.
Generalmente il valore di Lep- d calcolato per l’addetto al frantoio si trova nell’intervallo
85-90 dB (A) con valori prossimi ad limite inferiore per i frantoi tradizionali ed al limite
superiore per i frantoi continui. La metodologia e la procedura indicata vale comunque
per qualsiasi esposizione al rumore, anche per quella presente nella olivocoltura,
derivante dall’utilizzo di macchine e attrezzature (trattori, scuotitori, motoseghe, ecc..)
1° Livello: Esposizione quotidiana personale inferiore a 80 dB A
• Valutazione della rumorosità durante il lavoro.
2° Livello: Esposizione quotidiana personale tra 80 e 85 dB A
• Misurare i livelli di esposizione a rumore.
• Informare i lavoratori sui rischi e sui dispositivi di protezione
individuale (DPI) da utilizzare
3° Livello: Esposizione quotidiana personale tra 85 e 90 dB A
• Fornire ai lavoratori i dispositivi di protezione individuale dell’udito adatti al
singolo individuo e alle sue condizioni di lavoro.
• Provvedere affinché i lavoratori ricevano un’adeguata formazione sull’uso corretto
dei mezzi di protezione individuale e sull’uso di utensili, macchine e apparecchiature.
• Sottoporre i lavoratori a controllo sanitario (visita medica preventiva e visite con
periodicità non superiore a due anni o annuale nel caso l’esposizione quotidiana
personale sia superiore a 90 dB A).
Rumore
4° Livello: Esposizione quotidiana personale superiore a 90 dB A
• Comunicare all’organo di controllo (ASL), entro 30 giorni dall’accertamento del
superamento, le misure tecniche e organizzative applicate o che si intendono
applicare;
• Disporre ed esigere da parte dei lavoratori l’uso dei dispositivi di protezione
individuale (DPI);
• Perimetrare e sottoporre ad accesso limitato e munire di segnaletica adeguata
i luoghi in cui vengono superati i 90 dB A.
Danni alla Salute
Effetti acuti
Una esposizione a rumore di tipo acuto può causare una riduzione dell’udito
generalmente monolaterale e può arrivare anche a causare la rottura della
membrana del timpano (140 dB), con perdita conseguente dell’udito.
Rumore
Effetti cronici
L’esposizione prolungata nel tempo a rumori superiori a
80 dB può causare:
- una graduale riduzione dell’udito (ipoacusia bilaterale);
- disturbi a carico del sistema nervoso centrale;
- aumento della pressione arteriosa e della frequenza
cardiaca;
- disturbi a carico dell’apparato ghiandolare endocrino.
Infine il rumore è causa di una riduzione dell’attenzione
e della concentrazione, con conseguente aumento della
probabilità di infortunio.
Prevenzione
Gli interventi per la riduzione dell’esposizione al rumore sono generalmente
riferibili a:
a) sostituzione dei macchinari con macchinari meno rumorosi;
b) riduzione della concentrazione delle macchine all’interno
dell’ambiente rumoroso;
c) chiusura con cabine isolanti delle macchine e delle parti
meccaniche più rumorose;
d) separazione degli impianti o isolamento con barriere
acustiche delle lavorazioni a più alto rischio;
e) rivestimento delle pareti e dei soffitti con materiale
fonoassorbente;
f) uso di dispositivi di protezione individuale.
Rischio chimico
da Fitofarmaci
RISCHIO CHIMICO DA FITOFARMACI
Generalità
L'impiego di antiparassitari comporta indubbi benefici per la collettività, ma anche
rischi potenziali per l'uomo e l'ambiente. L'uso dei fitofarmaci sul territorio italiano
è massiccio, raggiungendo spesso il 100% delle aree coltivate. Nel Sud, le regioni
a più alto consumo sono la Puglia (orticoltura, viticoltura e olivicoltura), la Sicilia
(agrumi) e la Campania (orticoltura, frutticoltura e agrumicoltura).
Più in generale alcune sostanze e/o preparati adoperati in agricoltura possono
risultare pericolosi. Sono considerati pericolosi quelle sostanze e quei preparati
la cui manipolazione o deposito può provocare danni a persone e cose.
In particolare si parla di materiali:
Molto tossici: per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono
comportare rischi estremamente gravi, acuti o cornici, o anche la morte.
Tossici: per inalazione, ingestione o penetrazione attraverso la pelle possono
comportare gravi rischi;
Corrosivi: a contatto con tessuti viventi, possono esercitare su di essi un’azione
distruttiva;
Irritanti: non corrosivi, il cui contatto immediato, prolungato o ripetuto con la
pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria;
Pericolosi per l’ambiente: la loro utilizzazione presenta o può presentare rischi
immediati o differiti per l’ambiente;
Cancerogeni: per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono produrre
il cancro o aumentarne la frequenza;
Teratogeni: influenzando i meccanismi di riproduzione, possono causare riduzione
della fertilità ed effetti tossici a livello di sviluppo della progenie.
Rischio chimico
da Fitofarmaci
Fonti di pericolo
Le condizioni di esposizione a sostanze chimiche in
agricoltura si differenziano da quelle che si incontrano
nell'industria per la molteplicità dei prodotti utilizzati,
per l'uso concentrato in periodi brevi e per le modalità
che condizionano un maggiore peso dell'esposizione
cutanea rispetto a quella inalatoria. La capacità di
penetrare attraverso la cute è molto diversa a seconda
della natura della sostanza, del tempo di contatto,
della zona cutanea interessata, della presenza o meno
di alterazioni anche minime dell'integrità della pelle.
Le fasi lavorative in cui si realizza l'esposizione sono:
• la preparazione della miscela diluita e la sua distribuzione;
• il rientro nelle colture trattate.
La prima operazione espone al fitofarmaco concentrato durante la miscelazione
e in forma di aerosol durante l'irrorazione. Il rientro in coltura dopo trattamento
avviene soprattutto per le colture a frutto, per operazioni di diradamento, potatura
verde, raccolta. Tali attività, che possono durare anche alcune settimane, sono
spesso effettuate da personale non esperto, assunto per brevi periodi per queste
operazioni.
Danni alla Salute
Due sono i più importanti ordini di effetti da considerare:
- effetto tossico metabolico acuto, in base al quale viene fatta l'attribuzione dei
formulati alle classi di tossicità di legge;
- effetto a livello di moltiplicazione cellulare (cancerogenesi, mutagenesi,
teratogenesi).
Controversa e comunque poco nota risulta la patologia cronica, con l'eccezione
delle neuropatie periferiche legate ad un sottogruppo degli insetticidi organofosforici.
Intossicazione acuta
Si tratta di disturbi a carico del sistema nervoso centrale e del sistema neurovegetativo
con un ricco corteo di sintomi che vanno dalla cefalea e nausea all'astenia, ai
tremori, alle convulsioni. Stando alle statistiche ufficiali si tratta di un fenomeno
molto raro.