aprile 2016 - Belluno Magazine
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www.bellunomagazine.it Anno VI n. 28 - Editrice Media Belluno srl Autorizzazione Tribunale di Belluno n. 691/2009 del 26/08/09 APRILE 2016 Ora parliamo di Alpago Al caldo senza riscaldamento? Concorso culinario BM food L’Oro di Cornia Storia di Bortolo cavatore di pietre 2016 Anno VI n. 28 - Editrice Media Belluno srl Autorizzazione Tribunale di Belluno n. 691/2009 del 26/08/09 Iscrizione al R.O.C. Registro Operatori della Comunicazione n. 21851 Aprile Il periodico gratuito di informazione ed attualità delle Dolomiti 06 10 15 24 05 BM Belluno Magazine ti invita a fotografare la tua città 22 Casa delle mamma 06 Alpago Ora parliamo di Alpago È nato il nuovo comune: cosa cambierà e prospettive di rilancio turistico 24 Libri L’Oro di Cornia La natura e gli uomini nel paesaggio delle Masiere di Vedana 09 Food Concorso culinario BM food Il piatto del territorio 26 Manifestazioni 10 Arte Vivian Maier: la fotografa ritrovata 27 Fiori 12 Bellezza Idee per la testa Alla ricerca dello style perduto 28 Filosofia 15 Cortina Cortina vince il bitaward 2016 e si prepara per l’estate 16 Architettura Al caldo senza riscaldamento? Il modello di progettazione Passivhaus 28 La salute perineale e la rieducazione Florovivaistica Scariot I problemi dell’arte e il “caso Duchamp” 31 Storia GHINO DI TACCO 32 Letto per voi Storia di Bortolo cavatore di pietre 33 Cucina 20 Sport “Cavarzano c’è” La rucola 21 Sicurezza Antincendi Viel, fare sicurezza… in sicurezza Direttore responsabile Andrea Ferrazzi In redazione Chiara Reolon Direzione e amministrazione Via Monte Grappa, 346 - 32100 Belluno Editore Media Belluno srl Concept ed impaginazione www.toolgraphic.it - Belluno Stampa Tipografia Marca Print - Treviso Contatti Tel. 347 6773331 [email protected] www.bellunomagazine.it Il Treno nelle Dolomiti 24 e 25 aprile 2016 Hanno collaborato a questo numero: Francesca Casali, Sebastiano Saviane, Barbara Meletto, Paolo Tesser, Francesca Busetti, Margherita De Martini, Rosetta Girotto Cannarella, Enrico Valmassoi, Eleonora D’Inca, Daniele Tormen, Ilario Tancon, Mago Yamil 34 Oroscopo Aprile 2016 Per informazioni sulla tua pubblicità chiama il 340 7788290 Oppure invia una mail a [email protected] Per segnalazioni, consigli ed informazioni scrivi a [email protected] BM è anche su Iscriviti al gruppo per condividere le tue opinioni ed essere sempre aggiornato sulle novità. www.bellunomagazine.it è vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, dei testi e materiali presenti nel magazine. © Belluno Magazine e n i z a g a M o n u l l e B M B e r a f a r g o t o f a a t i v ti in à t t i c a u t a l i, angoli g g a s e a p i d i immagin : ” à t t i c a u t “Fotografapliclaemente luoghi dei tuoi ricordi. gli amanti a a t a ic d e d a nascosti o sem c nuova rubri la ia c n la e in z ri scatti. a p g o a r p M i i o t t n u u t ll a e B BM ita a mostrare v in li e ia con il consenso f .) a r.. r fe g n o a t tr e o f w a x, o ll de o mail, dropb to (tramite jumb e.it fo e tu le ia v in bellunomagazin @ fo in : o z iz Per partecipare ir d te in zione al seguen a c li tutto il 2016! b b te u p n a ro r u lo d i r alla e m u ostri n bblicate nei n u p o n n a r r e v i r Le miglio Facebook lo fi ro p ro t s o fo, visita il n in i r io g g a m r e P le notizie delleDolomiti BM | 5 Alpago di Francesca Casali Ora parliamo di Alpago È nato il nuovo comune: cosa cambierà e prospettive di rilancio turistico S i chiama Alpago e dal 23 febbraio 2016 è ufficialmente il nuovo comune che unisce quelli di Puos, Farra e Pieve. Il referendum del 17 gennaio ha riportato in numeri le chiare idee dei cittadini: il desiderio di unirsi sotto un’unica bandiera con la volontà di organizzare un piano comune, efficace e proficuo. E si è realizzato con la Legge Regionale n. 6 del 18 febbraio: “Al momento – spiega Antonio Dazzi, (ormai ex) sindaco di Puos - il neo comune di Alpago è supervisionato da un Commissario. Il ruolo è stato assegnato al dirigente della Prefettura di Belluno Nicola De Stefano. Resterà fino alle elezioni amministrative di giugno, quando verrà votato dai cittadini il progetto migliore e la persona che diventerà il primo sindaco di Alpago.” quella operativa e l’urbanistica a Farra. In ognuno comunque ci sarà un referente per i cittadini che avrà il compito di rispondere alle necessità in maniera diretta o suggerire il percorso da seguire per ottenere ciò di cui si ha bisogno. Abbiamo scelto di mantenere il personale già esistente per promuovere la continuità e dare ai cittadini un servizio trasparente.” “Lo statuto del nuovo comune – conferma Floriano De Pra, ex sindaco di Farra - è già pronto e approvato. I tre municipi si divideranno i compiti: la sede legale sarà a Pieve, la sede amministrativa a Puos, Alpago, proprio per i presupposti che ne hanno portato la nascita, avrà la possibilità di usufruire di incentivi dallo Stato (circa 800.000 Euro all’anno per 10 anni), premi dalla Regione per 3 6 | BM Anche per Umberto Soccal, ex sindaco di Pieve, questa fusione è un punto di partenza importante per lo sviluppo della conca dell’Alpago. “I tre comuni assieme hanno potenzialità tutte da sfruttare. Partendo dalla zona industriale di Paludi, seconda in termini di grandezza nella provincia di Belluno. Per poi passare alle peculiarità del territorio in senso turistico ed enogastronomico.” anni e si vedrà assegnato un punteggio decisamente più alto anche nei bandi europei. I vantaggi che ne deriveranno andranno a toccare in particolare il settore turistico. La foresta del Cansiglio (la seconda in Europa per estensione) regala paesaggi unici e sul tavolo di lavoro ci sono già in cantiere interventi per la realizzazione di un museo della Guerra Fredda in Caserma Bianchin e numerose iniziative inserite nel piano neve. Il lago di Santa Croce offre opportunità di vacanza indimenticabili per chi è appassionato di canoa, pesca, kitesurf, windsurf e vela: la spiaggia, affollatissima la scorsa estate, avrà nuovi servizi e docce; il Centro Velico di Santa Croce diventerà un punto di riferimento a livello internazionale; un nuovo ufficio turistico sostituirà l’esistente e sarà predisposto un punto di vendita dei prodotti tipici della cucina e cultura dell’Alpago (in collaborazione con il GAL); l’oasi naturalistica di Sbarai verrà risistemata e ci saranno novità anche per i disabili sia nella balneazione, sia nella pesca. Progetti importanti riguardano la Via Regia, che agevola un percorso in mountain bike immerso nella natura dal lago a Soverzene, e la Via dei Papi, che traccia sentieri Bisconti Ma l’appuntamento più importante che sancirà in maniera ufficiale la partenza di Alpago è l’evento ciclistico per eccellenza, il Giro d’Italia che il 21 maggio 2016 partirà con la 14esima tappa proprio da Farra. Si è lavorato tanto già dall’anno scorso in collaborazione tra i tre comuni, con lungimiranza e strategia, visto che al comitato responsabile della gara è stato presentato fin da subito il progetto con il nome “Alpago”. “Speriamo in una bella giornata – continua Soccal - condizioni ideali per mostrare a tutta l’Italia, e non solo, la bellezza dei nostri luoghi. Il tempo meteorologico è sempre stato un punto debole per noi, ma siamo fiduciosi e non vediamo l’ora di vestire Alpago di rosa e che la kermesse abbia inizio.” sita è i v a u t a n U adita! sempre gr Alla floricoltura Bisconti è arrivata la primavera Nel rinnovato center garden vasto assortimento di sementi selezionate e piante da orto. Da Bisconti trovi le piante per il tuo giardino, le piante da frutto e da interno. E tanti consigli gratuiti. © Belluno Magazine Floricoltura adatti alla bici e alla camminata partendo da Lorenzago di Cadore e Canale d’Agordo fino a Feltre passando per l’Alpago e Belluno. Sulle alture a ridosso di Pieve saranno incentivati sport di volo (deltaplano, parapendio). Non va dimenticato inoltre che ora in un unico comune ci sono ben due ristoranti stellati Michelin, riconoscimento che rappresenta uno stimolo per una cultura più attenta e dedicata alle eccellenze del food alpagoto. Molto però dovrà essere fatto per rendere la zona all’avanguardia anche dal punto di vista ricettivo, tallone d’Achille di Alpago che necessita di un rinnovo delle strutture alberghiere esistenti. Mel - Via Bardies, 55 • Cell. 388.3457605 • Tel. 0437 552162 BM | 7 a cura della Redazione di BM e di Sebastiamo Saviane* FOOD *Chef Ristorante “La Nicchia” di Belluno Concorso culinario BM FOOD Il piatto del territorio Il progetto di creare un concorso culinario per non professionisti nasce dalla volontà di dare visibilità a tutte le persone appassionate al mondo della cucina che vogliono esprimersi in campo enogastronomico, portando a conoscenza di tutti i lettori di BM le proprie idee e ricette. Il concorso di terrà quattro volte durante l’anno, una per ogni stagione, in modo da assecondare la stagionalità dei prodotti e la loro presenza sul territorio, con lo scopo di imparare ad usare a rotazione tutti i prodotti che la natura ci offre costantemente ed essere più in armonia con essa. REGOLAMENTO: A. Possono partecipare tutti coloro che desiderino veder pubblicate le proprie ricette nella rivista BM Belluno Magazine, senza limiti di età, ad eccezione dei professionisti del settore o di chi possiede esercizi pubblici nella sfera della somministrazione. B. Le categorie saranno le seguenti: 1: piatti vegani, 2: piatti di carne, 3: piatti di pesce, 4: pasticceria C. Ogni ricetta inviata dovrà comprendere: 1. titolo del piatto – 2. ingredienti per 4 persone con rispettiva grammatura – 3. esecuzione del piatto (con possibile variazione) – 4. foto del piatto D. Le ricette vanno spedite in redazione a Belluno Magazine all’indirizzo: [email protected] E. Ogni mese la redazione di BM, aiutata da una commissione interna, valuterà i primi tre vincitori: PRIMO CLASSIFICATO: Il Ristorante “La Nicchia” di Belluno si impegnerà per 4 mesi a tenere il piatto che ha vinto nel proprio menù à la carte, dando così possibilità alle persone che hanno e che non hanno partecipato al concorso, di degustare un buon piatto del territorio. SECONDO E TERZO CLASSIFICATO: Piccolo corso di cucina con lo chef del Ristorante “La Nicchia” di Belluno - con degustazione finale del piatto – per imparare nuovi piatti, sempre utilizzando i prodotti di stagione. Inoltre, tutte le ricette selezionate verranno pubblicate nel prossimo numero di BM Belluno Magazine con la vostra firma. PONTE NELLE ALPI - Viale Dolomiti 44/B - Tel. 0437 981121 SEDICO - Via Agordina 41/B - Tel. 0437 852036 © Belluno Magazine Attendiamo di ricevere le vostre ricette e di vederle pubblicate nella nuova rubrica BM FOOD. BM | 9 Arte di Barbara Meletto Vivian Maier: la fotografa ritrovata U na vicenda reale che sembra la trama di un romanzo. Delle foto ritrovate. Una tata che si trasforma, come per magia, in una fotografa. Questa è la storia di Vivian Maier, una donna nata nel Bronx nel 1926, cresciuta in Francia e poi ritornata in patria dove venne assunta come babysitter dalle famiglie dell’upper-class, in un quartiere di Chicago. Metodica e diligente, schiva e riservata, solitaria e indipendente, la Maier era animata da un’unica passione: la fotografia. Di lei non si sapeva nulla fino a quando, circa otto anni fa, John Maloof, un giovane agente immobiliare, si trovò a sviluppare alcune pellicole contenute in uno scatolone comprato ad un’asta a Chicago. Subito comprese di trovarsi di fronte a delle immagini straordinarie, tecnicamente perfette ed umanamente commoventi. 10 | BM Ma chi era l’autore di quegli scatti? Una serie di autoritratti permise di dare risposta a questa domanda: il geniale artista era una donna. Maloof cercò di rintracciarla, ma tutto ciò che riuscì a trovare fu un necrologio: Vivian Maier era morta senza sapere che, di lì a poco, sarebbe diventata famosa in tutto il mondo. A metà tra il mito e la leggenda, prende così forma la favola di Vivian Maier, la nanny fotografa che scattava per diletto scene di vita quotidiana. Per tutta la sua esistenza ritrasse tutto ciò che la circondava lasciandone traccia in oltre quarantamila negativi, molti dei quali ancora all’interno di rullini non sviluppati. www.barbarainwonderlart.com Vivian non ambiva alla fama né alla notorietà, non le interessava esibire le sue foto, per lei la fotografia era qualcosa di molto personale, un modo per dare un senso alle cose e offrire ordine al suo universo privato. Scattava in continuazione, in modo maniacale ed ossessivo, rivolgendo il suo sguardo alla moderna città americana con le sue architetture, i suoi ambienti e, soprattutto, la sua variegata natura umana: dai quartieri residenziali alle zone più popolari, dalle signore impellicciate ai barboni ai bordi delle strade, dai bambini intenti a giocare ai garzoni sorridenti, nulla sfuggiva all’obiettivo implacabile della Maier. E fotografava anche se stessa, riflessa negli specchi o nelle vetrine: la sua inseparabile Rolleiflex appesa al collo, l’espressione austera, l’aspetto mascolino, il naso pronunciato, i capelli corti e scuri. La grandezza dell’opera della Maier risiede nella sincerità del suo occhio, un occhio preciso capace di cogliere il lato marginale della realtà. Dettagli, scorci, particolari ed inquadrature rivelano un universo parallelo, quello del non detto, analizzato con una sensibilità tutta femminile. Nessuna trita compassione, ma un’autentica partecipazione emotiva con quell’umanità che amava immortalare, un’umanità fissata in un’istante, in un momento magico cristallizzato nell’eternità. Il mondo è una ruota che non smette di girare, ogni spazio viene occupato non appena si libera. Vivian Maier 1) Vivian Maier, Autoritratto, 1953 2) Vivian Maier, Autoritratto, 1955 3) Vivian Maier, Autoritratto,1956 4) Vivian Maier, Chicago, 1961 5) Vivian Maier, Chicago, 1962 6) Vivian Maier, Chicago, 1970 7) Vivian Maier, Florida, 1960 8) Vivian Maier, New York (2) 9) Vivian Maier Albergo - Ristorante - Pizzeria “Da Beio” Specialità carne alla griglia Pizze cotte con forno a legna DA SOSTITUIRE Riaper to con la stor gestio ica ne Viale Alpago 150/152 Bastia• Puos d’Alpago - Belluno tel. 0437 454320 - 0437 46177 • [email protected] - www.hoteldabeio.com BM | 11 Bellezza di Paolo Tesser IDEE PER LA TESTA Alla ricerca dello style perduto C apita di chiedersi al mattino “Come mi vesto oggi?” piuttosto che “Come mi pettino oggi?”, anzi molto probabilmente è uno dei primi self listening della giornata. Ma ho dubbi se a questa prima domanda ci si risponda con “Oggi cerco il mio stile!”. Sembra una banalità, quando invece la ricerca di quello che viene definito “style” può rivestire un’importanza rilevante. Molte sono state nel corso della storia, anche recente, le definizioni di stile da parte di pensatori, filosofi, artisti, designer e stilisti; e tutte a segnalare come dentro questo termine si annidino molteplici sfacettature della personalità umana. Sono da sempre molto attratto da questa dimensione, che mi ha portato durante il mio percorso professionale, a cavalcare costantemente la ricerca del bello, dell’innovazione e soprattutto della miglior soluzione estetica per la persona, finalizzata a farla sentire bene con se stessa. Quanto conta, per l’individuo, non tanto piacere quanto piacersi? Direi tantissimo. Un’importante componente dell’autostima, essenziale sostegno alla positività, passa attraverso questo fattore. Cercare di ottenere un buon livello di apprezzamento significa sicuramente rincorrere la ricerca dello style, magari perduto. I capelli sono l’unico abito naturale, esclusivo ed inimitabile che l’individuo possiede: tutti gli altri sono esteriori e ripetibili. Da qui l’importanza di cercare attraverso questo fantastico “abito” che madre natura ci ha donato, la soluzione stilistica più adatta e che più valorizzi la vostra personalità. LO STILE COME ESPRESSIONE DI SE STESSI 12 | BM L U N G A V I T A A L L E Questo è il nostro impegno, il nostro credo, il nostro obiettivo, il nostro unico scopo di fare azienda. Attraverso questa comunicazione vogliamo condividere con voi il nostro progetto e mostrarvi la nostra idea di fare azienda. Tutto inizia da un pensiero, una idea, un sogno, un modo di essere e di agire ed è per questo che da anni portiamo avanti tutti questi valori: Onestà, Trasparenza, Rispetto, Passione, Senso Civico, Ottimismo verso il presente e verso il futuro. È nostro PROGETTO portare avanti l’impegno di proporre a voi, prodotti di Qualità, Italiani, certificati, duraturi nel tempo e con il giusto equilibrio tra qualità e prezzo. V O S T R E E M O Z I O N I È nostro CREDO volere essere sempre Professionali, Aggiornati, Competitivi e dare a voi tutte le informazioni per poter fare la scelta corretta in base ai vostri obiettivi. È nostro OBIETTIVO rendere le vostre scelte Realizzate e farvi vivere la casa in modo Sicuro, Confortevole, Pratico ed Armonioso usando prodotti rispettosi della salute vostra e dei vostri cari in equilibrio con la natura che ci circonda. È nostro SENSO CIVICO proporre sempre e comunque prodotti MADE IN ITALY da aziende che proggettano, sviluppano, producono solo nel nostro paese, perché solo cosi si può garantire a noi e al futuro dei nostri figli una opportunità di sviluppo e crescita MORALE E MATERIALE. 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L’intento è quello di andare oltre all’offerta lusso, tipica della località, e direzionare le strategie di marketing per soddisfare anche il turista che ha esigenze diverse, con un target di spesa ridimensionato. Questo progetto parte con la presenza in BIT, la fiera internazionale milanese (11-13 febbraio 2016), dove Cortina si è mostrata in tutta la sua bellezza attraverso la nuova piattaforma web cortinadolomiti. eu e le proposte per la prossima stagione estiva. Il risultato: Cortina Marketing Se.Am. ha ricevuto il BitAward 2016, premio che la fiera ha dedicato alle eccellenze del turismo e dei beni culturali che riconosce le idee innovative. Il nuovo brand Cortina, caratterizzato dallo scoiattolo rosso, parla di una località dalle molte chiavi di lettura, “multiskin” ovvero capace di cambiare pelle, offrendo un’esperienza sempre nuova attraverso l’offerta turistica e eccellenze gastronomiche tipiche della provincia bellunese. Non più solo meta d’élite quindi, Cortina vuole diventare un punto di riferimento per il turista in senso lato: spazio gli amanti del trekking, della corsa in montagna e della mountain bike. La zona offre 475 chilometri percorribili, 18 tracciati mappati e servizi dedicati a chi ama il running d’alta quota e nei mesi di giugno e luglio sono in programma ben 5 appuntamenti fra cui il Campionati Italiani Assoluti di Corsa in Montagna (31 luglio) che ripercorre i luoghi che 60 anni fa furono protagonisti dei Giochi Olimpici di Cortina. Sempre a luglio, il 16, ci sarà la prima edizione del Wilier Trophy Corti- na, competizione internazionale che porterà nel cuore di Cortina migliaia di appassionati MTB per una marathon off-road mozzafiato. Numerose le strutture alberghiere che hanno apportato i restyling necessari a diventare ideali per i bikers. Spazio agli amanti della natura incontaminata del Parco delle Dolomiti Ampezzane, con itinerari a totale contatto con flora e fauna unici, adatti anche ai bambini che portano anche ai laghi d’alta quota o ai falconieri di Vervei. I rifugi (Nuvolau, Croda da Lago, Cinque Torri) raccontano storie di avventure dolomitiche e echi lontani della Grande Guerra. Non mancano le occasioni per associare il rombo dei motori alla località: oltre alla storica Coppa delle Dolomiti (22-24 luglio), terranno alta l’adrenalina il Rally Dolomiti Historic – Dolomiti Revival (11-12 giugno), l’evento Ferrari Cavalcade (23 giugno) e la corsa con auto storiche Cortina Fabulous Race (26-28 agosto). Curling, tiro con l’arco, tennis e molto altro. Per informazioni più dettagliate non resta che visitare il sito e partire. www.cortinadolomiti.eu MADE IN CADORE ALPI HAUS Srl - Via De Amicis 16 - 32040 Valle Di Cadore www.alpihaus.com - [email protected] Chiedici un preventivo gratuito - 348.5900596 LA VOSTRA CASA ECOLOGICA BM | 15 Architettura di Francesca Busetti Al caldo senza riscaldamento? Il modello di progettazione Passivhaus A bitare in una casa senza impianto di riscaldamento e non avvertire il freddo quando fuori è inverno. Anzi, provare addirittura una sensazione di piacevole comfort. Senza l’utilizzo di maglioni o di coperte aggiuntive. Quando si sente parlare di Passivhaus, termine tedesco che può essere reso con l’espressione “casa passiva”, questo è il concetto che rimane impresso, frammisto a un senso di incredulità e di scetticismo. Nel dialogo con un entusiasta progettista, immagini confuse si affastellano nella mente di chi ascolta: finestre serrate, isolamenti termici a tutto tondo, impianti di ventilazione, muffe (che non ci sono) e, soprattutto, l’assenza di termosifoni, serpentine a pavimento, stufe, insomma di qualunque oggetto a cui avvicinarsi per trovare tepore rientrando da una rigida giornata invernale. Una sorta di bunker o una soluzione originale? Ne parliamo con due progettisti Passivhaus della provincia di Belluno, l’architetto Enrico Bortoluzzi e il termotecnico Per. Ind. Omar Da Rold. Che cos’è una Passivhaus e da che idea nasce? Una Passivhaus è un edificio a energia quasi zero. Questo significa che la dispersione di energia dell’abitazione è ridotta al minimo, a prescindere dalla quota energetica che una casa può produrre autonomamente, ad esempio col fotovoltaico. Il fulcro della progettazione Passivhaus è l’involucro termico (quella parte della struttura della casa che confina o con l’esterno o con locali interni più freddi come garage e vano scale), che va curato nei dettagli allo scopo di disperdere meno calore possibile. È questo che consente di rinunciare, all’interno di una Passivhaus, all’impianto di riscaldamento tradizionale. Il concetto di Passivhaus nasce nel 1988 in Germania da una collaborazione tra Wolfgang Feist – fisico edile dell’Istituto per l’Ambiente e l’Edilizia – e Bo Adamson, professore all’università di Lund in Svezia. Feist cercava di progettare un’abitazione confortevole dal punto di vista di qualità dell’aria e dell’ambiente interno, allo scopo di ridurre la presenza di muffe e allergeni. Le soluzioni adottate sono state l’eliminazione dei ponti termici – punti freddi della struttura dove è favorita l’umidità e la conseguente crescita di spore – e la realizzazione di un sistema di ventilazione dotato di filtri per mantenere l’aria sempre pulita. Da queste premesse, quasi come un corollario, è uscita un’abitazione ben isolata, che disperde pochissima energia termica. Quali sono le caratteristiche di una Passivhaus? Innanzitutto il comfort. Due terzi delle verifiche che stanno alla base del protocollo PassivHaus sono verifiche di criteri di comfort universalmente riconosciuti e codificati. Poi vi sono alcuni parametri più collegati all’energia: il più importante è che il fabbisogno termico per il riscaldamento, ossia il consumo per riscaldare la casa, non può superare i 15 kWh/m2 all’anno. Tradotto in altri termini, posto che 1 litro di gasolio produce circa 10 kWh, il massimo consumo deve essere di 1,5 litri di gasolio per metro quadro di abitazione all’anno. Ma è importante anche il modo in cui si riesce a mantenere costante la temperatura all’interno della casa: è un parametro che in termini tecnici si definisce come potenza di picco al metro quadro, e che deve rimanere al di sotto dei 10 W per metro quadro. Cosa significa? Che con la potenza di un phon (1 kW) io devo essere in grado, in ogni condizione meteorologica, di climatizzare un appartamento di almeno 100 metri quadri. Un’altra caratteristica fondamentale è, inoltre, la buona tenuta all’aria della casa, ovvero l’eliminazione di spifferi e infiltrazioni d’aria incontrolla- te tra interno ed esterno. Questi consumi che temperatura garantiscono all’interno dell’abitazione? 20°C durante la stagione invernale e 26°C durante l’estate. Vanno garantite anche nelle condizioni più sfavorevoli, vale a dire nei giorni dell’anno in cui le temperature esterne sono più rigide (o più calde), o l’apporto solare è ridotto al minimo per la nuvolosità o per la nebbia. Sinora abbiamo visto molti dati tecnici, ma come funziona una Passivhaus? Quali sono le sue fonti di produzione di calore? Come dicevamo, la casa è molto ben isolata, generalmente da una sorta di cappotto che passa anche sotto le fondamenta e ricopre tutte le disomogeneità strutturali; la dispersione attraverso le finestre è ridotta grazie a tripli vetri bassoemissivi. Riducendo la dispersione termica, il calore emesso dalle persone che vivono dentro la casa, dal sistema di illuminazione e dagli elettrodomestici in funzione (ad esempio il computer, il frigorifero…) è sufficiente a riscaldare l’ambiente. Importantissimo è anche l’apporto termico del sole che entra dalle finestre, le quali devono essere possibilmente grandi ed esposte a sud, con i dovuti accorgimenti per l’ombreggiamento. A tal proposito, è interessante capire come sia fondamentale tenere presente il contesto in cui sorge l’abitazione, le sue caratteristiche climatiche e ambientali: quali sono le temperature, qual è il percorso del sole, è una zona ventosa, ho degli alberi in prossimità della casa, c’è una montagna che ombreggia il terreno? Non esiste una soluzione unica, né una modalità di costruzione unica, e questo vale anche per i materiali con cui vengono realizzate le Passivhaus: si possono utilizzare il legno, i laterizi, il cemento, oggi vediamo persino case prefabbricate in paglia e terra cruda. L’essenziale è individuare la solu- Prodotti per gelateria e pasticceria via Cogne, 24/B - Zona Artigianale Mel 3• 32036 MEL (Belluno)• tel. 0437548176 [email protected] • www.ladolomitica.it 16 | BM zione più adatta a quel contesto unico e specifico, progettando quindi l’involucro nel miglior modo possibile, curando l’orientamento, gli ombreggiamenti e i materiali in modo che esso stesso funzioni come una macchina autoregolante: meglio viene progettato l’involucro, più esile potrà essere l’impiantistica, minori i costi. E se il calore all’interno della casa non è ritenuto sufficiente da chi vi abita? Qui entra in gioco l’impianto di ventilazione, che non serve solo a cambiare e a depurare l’aria, ma eventualmente anche a riscaldare l’aria in entrata, apportando quella quota di calore in più di cui si può avvertire il bisogno. L’impianto di ventilazione è costituito da un sistema di bocchette che aspirano l’aria viziata della casa da alcuni punti come bagni, cucine, ripostigli e immettono nel contempo aria “nuova” dall’esterno, lavando gli ambienti in modo impercettibile ma efficace. In una macchina chiamata recuperatore di calore i due flussi si incrociano passando attraverso un sistema a nido d’ape, che serve a far cedere all’aria calda in uscita almeno il 75% del suo calore a favore di quella in entrata. Qualora fosse necessaria una piccola integrazione termica, a valle di questo punto viene inserito un dispositivo capace di scaldare ulteriormente l’aria sino alla temperatura massima di 52°C. È questa l’unica, per così dire, “caldaia” della casa. Per questa ragione si dice che in una Passivhaus non esiste un impianto di riscaldamento tradizionale. Ecco, un altro piccolo sistema di integrazione che a volte viene richiesto è lo scaldasalviette in bagno, principalmente per una questione di comfort. E l’acqua come viene scaldata? Tramite un sistema che possiede al suo interno una pompa di calore, e che può funzionare con l’elettricità, col solare termico o con qualunque altra fonte energetica. Come dicevamo prima, le soluzioni possono essere le più varie. Noi insistiamo tanto sui dati tecnici del consumo energetico perché questi sono i veri parametri stringenti perché una Passivhaus possa essere definita tale. Un luogo comune: è vero che non si possono aprire le finestre di una Passivhaus? No, si possono aprire. Semplicemente non è utile, poiché l’aria viene continuamente cambiata e depurata in maniera migliore e senza dispersione di calore tramite il sistema di ventilazione. I filtri utilizzati trattengono spore, allergeni, e soprattutto polveri sottili, fra le quali le PM 10. Aprendo una finestra questo tipo di pulizia dell’aria viene completamente a mancare. Il sistema Passivhaus può avere ricadute positive dal punto di vista della tutela ambientale? Sì. Innanzitutto si riduce la produzione di CO2: questo è uno degli obiettivi europei da raggiungere entro il 2020, insieme all’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili e alla riduzione del fabbisogno di energia primaria. La minor necessità di consumo di combustibili fossili per il riscaldamento comporta inoltre una ridotta emissione di polveri sottili nell’atmosfera. Infine, da non sottovalutare è la riduzione della dipendenza energetica dall’estero. Qui entra anche in gioco un diverso approccio alla questione della ricerca di fonti energetiche: per un periodo si è addirittura rivalutato il nucleare, invece la soluzione dovrebbe passare attraverso la riduzione del fabbisogno, del consumo, della dissipazione di energia. Ma c’è un altro aspetto da considerare, la ricaduta positiva sull’aspetto sociale. In che senso? Quali sono i possibili risvolti sociali? In Italia le persone indigenti ricevono dal Comune degli alloggi che sono quasi sempre in classe G o F. Oltre a vivere in una casa tendenzialmente fredda, queste persone hanno spese di riscaldamento che non riescono a sostenere, pertanto capita che sia ancora il Comune a farsene carico. Questo non conviene né all’amministrazione comunale, né a coloro che abitano in quelle case. In Germania invece, dove questa tecnica di costruzione viene utilizzata largamente, gli alloggi popolari sono spesso passivi, con una notevole quota di risparmio per la società. Per questo diciamo che le ricadute positive ci sono anche a livello “sociale”. Una Passivhaus è sostenibile economicamente? Quanto costa in più rispetto a un’abitazione tradizionale? L’investimento iniziale è maggiore, siamo nell’ordine di un 7-10% in più rispetto a un’abitazione in classe A. Tuttavia bastano circa dieci anni per ammortizzarlo, grazie a minori consumi e costi di gestione. Inoltre, una volta edificata, non sono più necessarie ulteriori migliorie, ma vi sono solamente le ordinarie spese di manutenzione. Basti pensare che la prima Passivhaus, realizzata appunto nel 1988, è stata recentemente riesaminata ed è ancora altamente performante. Una tecnologia interessante, esistente da 30 anni, ecologicamente vantaggiosa… eppure in Italia se ne parla poco. Come mai? Ci sono Passivhaus anche in Italia, principalmente in Trentino e in Alto Adige, ma non solo. Questa tecnica di costruzione è stata adottata soprattutto dai paesi del nord Europa, dove il freddo è più pungente, ma poiché isola anche dal caldo si presta a essere utilizzata anche in paesi dai climi caldi. Probabilmente è una tecnica poco conosciuta e poco diffusa anche per una questione culturale. Come dicevamo prima, vi è ancora forse poca sensibilità per il tema della salvaguardia ambientale e, inoltre, non c’è l’abitudine a progettare sin dall’inizio in un’ottica di risparmio energetico. Siamo 30 anni indietro rispetto ad altri paesi del nord Europa. Infine c’è da dire che nel nostro territorio, soprattutto negli ultimi anni, si tende a recuperare e ristrutturare l’esistente piuttosto che a costruire case nuove. Rendere passiva un’abitazione pre-esistente è possibile, ma il risultato è meno buono rispetto a una Passivhaus progettata da zero e il risparmio energetico è inferiore. Per questi fabbricati esiste un protocollo diverso, che si chiama EnerPhit e consente maggiore elasticità prestazionale pur nel rigoroso controllo del comfort. Da poco è inoltre attivo un ulteriore protocollo denominato EuroPhit, che prevede la possibilità di intervenire su fabbricati esistenti anche in tempi diversi, avendo già previsto inizialmente ogni fase in modo che risulti complementare alle precedenti. Ripensiamo alla riflessione sulla buona norma di costruire in sintonia con il contesto e diamo un ultimo sguardo al nostro territorio, alle nostre tradizioni, al modo di costruire dei nostri nonni. Lo stile architettonico è andato uniformandosi, nel tempo, nelle varie parti del mondo, ma in fondo le soluzioni vanno cercate nel passato. Le nostre vecchie case non erano certo Passivhaus, eppure l’orientamento delle finestre a sud, con l’aggetto del “piol” (scala esterna con balcone), che consentiva l’ingresso in casa del basso sole invernale e riparava dalla calura dell’alto sole estivo, rappresenta una delle soluzioni che anche oggi vengono riproposte in un contesto di progettazione ragionata. Guardiamo al passato per progettare il domani. Enrico Bortoluzzi Omar Da Rold BM | 17 SVENDIAMO TUTTO Proprio tutto... per cambio look! IVO FONTANA MOBILI Viale Cadore 71/M - 32014 Ponte nelle Alpi (BL) Tel. 0437 998441 - [email protected] - www.ivofontana.it PAGAMENTI RATEALI AGEVOLATI FINO A 64 MESI E TASSO ZERO ORARIO CONTINUATO da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 19.30 DOMENICA dalle 10.00 alle 19.00 dal 26 febbraio sconti fino al 80% CUCINE - SOGGIORNI SALOTTI - CAMERE - CAMERETTE QUADRI - TAPPETI E LAMPADE Sport “Cavarzano c’è” È vittoria, al Trofeo Bonazzola ai lunghi anni in Seconda categoria; dall’approdo in Prima categoria, sul finire degli anni Settanta, alla conquista della Promozione, all’inizio degli anni Duemila, per arrivare ai giorni nostri, giorni nei quali la società di via Andrea Di Foro milita in Prima categoria. Il secondo capitolo è costituito da una serie di interviste a personaggi ognuno rappresentativo di un’epoca: personaggi che danno voce a ricordi, situazioni e riflessioni. Il terzo capitolo è dedicato al settore giovanile: un ambito importante per la società giallorossa che oggi conta oltre 200 tra bambini e ragazzi per i quali l’impegno sportivo non è solo agonismo ma costituisce anche un’occasione di formazione e di crescita umana. Altro capitolo è quello dedicato al calcio a cinque, un’intensa parentesi che ha visto protagonista il Cavarzano dal 2007 al 2013. L’ultima parte del libro è dedicata alle “rose”, vale a dire le formazioni scese in campo nel corso dei cinquant’anni di storia. Perché il titolo “Cavarzano c’è”? Aneddoto simpatico, che si trova nella prefazione. «Abbiamo ancora negli occhi quelle singolari immagini televisive nella sera del 24 ottobre 1995. La Rai trasmetteva da Piacenza la partita di calcio di Coppa Italia tra l’Inter e il Fiorenzuola. Le riprese sovente indugiavano su un lungo striscione in cui campeggiava la scritta “Cavarzano c’è”. Per noi è diven- tato il titolo, preso a prestito, del nostro libro dei 50 anni» si legge. «Un remoto omaggio a quel gruppo di giovani giocatori giallorossi che a Piacenza tifavano alla grande per i loro beniamini del Fiorenzuola, cresciuti proprio nelle giovanili del Cavarzano: Andrea Da Rold e Michele De Min. Fu uno striscione che fece ... epoca per via delle immagini in diretta tv e per il fatto che il giorno dopo ne scrisse anche la Gazzetta dello Sport: uno striscione enorme per un paese di montagna, un’apparente contraddizione di una realtà, quella del Cavarzano Calcio, che, seppur piccola, ha lasciato il segno e continua a scrivere pagine importanti nella storia del calcio bellunese, riferimento non solamente sportivo, ma anche contributo alla crescita sociale». Per ulteriori dettagli sulla pubblicazione: www.cavarzanocalcio.it. 1) foto del 1965 2) foto del 2015 Erotic Dream Sex Shop Erotic Ti aspettiamo da noi, troverai tutto ciò che desideri. Via San Gervasio, 9 - Belluno - Tel: 0437 291434 - [email protected] orari di apertura: da lunedì a sabato dalle 10.00 alla 12.00 e dalle 14,30 alla 20.00 Domenica pomeriggio dalle 14,30 alla 19.00 Negozio on line - www.sexshopbelluno.it Aquista online! Pacchi anonimi e consegne di persona previ accordi 20 | BM © Belluno Magazine questo il titolo del libro, uscito recentemente, che ripercorre la storia del Cavarzano Calcio. Una storia lunga mezzo secolo. Era infatti il 23 gennaio 1965, quando al Cral del popolo quartiere di Belluno (Cral oggi scomparso, ma allora insostituibile punto di ritrovo per bocce, calcio e alpini) si riuniva una ventina di persone che gettava le basi della grande avventura calcistica della squadra giallorossa. Il libro, curato da Claudio Sella (attuale presidente del sodalizio), Angelo Tolotti e Ilario Tancon, vuole descrivere le variegate situazioni che hanno consentito al Cavarzano calcio di toccare il mezzo secolo di storia: un susseguirsi di fatti, di risultati, di iniziative – soprattutto per i giovani dell’Oltrardo – gestite negli anni da un manipolo di dirigenti; il tifo della gente; l’ entusiasmo di mille e mille giocatori che hanno calcato l’erba di Camp de Nogher, il vecchio e caro terreno di gioco che ancora oggi risuona per i gol giallorossi. La pubblicazione è divisa in cinque capitoli. Il primo ripercorre cronologicamente le vicende di cinquant’anni: dall’esordio, con Sicurezza L’azienda bellunese è l’unico rivenditore autorizzato per i marchi leader di settore Antincendi Viel, fare sicurezza… in sicurezza L a sicurezza è uno degli aspetti più delicati di ogni realtà; È anche affidarsi a professionisti qualificati e competenti. Tra i migliori del Bellunese e del Veneto c’è senza dubbio Anticendi Viel, un vero punto di riferimento nel mercato dell’antincendio, antinfortunistica, spazi confinati, segnaletica e dell’impiantistica (antincendio, videosorveglianza e antintrusione). L’azienda, con 47 anni di esperienza, conta oltre venti dipendenti specializzati. Le competenze specifiche permettono di soddisfare ogni esigenza e di essere un partner affidabile e veloce. È tra le poche realtà attrezzate con apparecchiature speciali, per test di simulazione o interventi fuori sede. Opera in qualunque ambiente, fino al massimo rischio. L’azienda vuole crescere ancora, puntando su un servizio che garantisca la migliore qualità: nel prodotto, nella consulenza e nelle persone. Antincendi Viel da sempre seleziona i prodotti per efficienza, affidabilità e durata. Grazie alla sua esperienza e competenza, è l’unico rivenditore nella provincia di Belluno di brand leader nel settore, sinonimi di qualità ed efficienza: CEA (antincendio), UVEX e BLAKLADER (antinfortunistica), MSA (impiantistica e antinfortunistica). Antincendi Viel è diventato negli anni sempre più un punto di riferimento per tutto ciò che concerne l’antinfortunistica: protezione del capo, dell’udito, della vista, delle vie respiratorie, calzature an- tinfortunistiche, guanti, DPI anticaduta, linee vita, spazi confinati, vestiario da lavoro. I prodotti per la protezione della vista e dell’udito e le calzature antinfortunistiche possono essere realizzati completamente su misura, soddisfacendo anche le esigenze più complesse. Grazie al grande successo ottenuto e la sempre maggiore richiesta dei suoi servizi, Antincendi Viel ha recentemente aperto il nuovo showroom, presso la sede dell’azienda (Via Vecellio 45/B a Belluno), dedicato all’antinfortunistica. Uno spazio che offre al cliente la possibilità di conoscere e provare prodotti ad alto livello qualitativo con design d’avanguardia e tecnologia innovativa per la protezione delle persone sul luogo di lavoro. ›ESTINTORI ›ANTINFORTUNISTICA ›IMPIANTI DI RILEVAZIONE ›IMPIANTI DI SICUREZZA ›IMPIANTI AUTOMATICI ANTINCENDIO ›CONSULENZA Belluno Via Vecellio 45/B TEL. 0437 31101 - FAX 0437 31019 www.antincendiviel.it [email protected] BM | 21 Casa delle mamma di Margherita De Martini La salute perineale e la rieducazione I n questo numero parleremo di piano perineale perché mi sono resa conto che, nella mia professione, spesso parlo di pavimento pelvico, suggerisco movimenti od esercizi, tengo corsi sul piano perineale, ma il tutto è alonato da un velo di “sconosciuto”, da molti tabù, e da un non parlare di salute della donna o di sessualità. Che cos’è il piano perineale? A cosa serve? Come possiamo usarlo? Quali benefici arrivano con una buona competenza muscolare? Il piano perineale è quella parte di muscoli, fasce e legamenti che chiudono in basso la cavità pelvica, ha il compito di sostenere gli organi pelvici, ed un ruolo fondamentale nella continenza, riproduzione e durante il travaglio/parto. Presenta uno jatus (apertura) attraverso il quale uretra, vagina e retto si pongono in comunicazione con l’esterno. Come tutti i muscoli se non vengono usati perdono tono trofismo ed elasticità, ma se allenati possono recuperare le loro funzioni. Ad oggi è ancora difficile sentire parlare di recupero funzionale del pavimento pelvico: l’incontinenza urinaria da sforzo, il prolasso e la frigidità sono sintomi nella maggior parte del tempo latenti ma che possono venire alla luce nel momento in cui un fattore si aggiunge, ad esempio il parto, la menopausa, una separazione o l’uscita di casa di un figlio. Il piano perineale è costituito da un insieme di fasce muscolari composto da tre strati che sono dall’interno verso l’esterno: • il diaframma pelvico; • il diaframma urogenitale; • lo strato dei muscoli sfinterici superficiali ci sono inoltre le strutture fasciali e legamentose di rinforzo. Nelle varie fasi di vita della donna (pubertà, gravidanza, menopausa,..) il piano perineale subisce dei cambiamenti anatomo-funzionali che possono comprometterne la salute. Si possono avere svariate sintomatologie dall’incontinenza, alla difficoltà nei rapporti, alle infezioni recidivanti. L’obiettivo della riabilitazione perineale è di portare consapevolezza corporea affinchè la donna possa riprendere le proprie competenze, fisiche ed emozionali, restituendo ad esso le sue abilità. La rieducazione si avvale di molte tecniche tra cui quella fisica dove si cerca di portare consapevolezza corporea attraverso il respiro ed il movimento muscolare con lo scopo di migliorare il tono e la contrattilità della muscolatura. Trattandosi di muscolatura in gran parte volontaria è possibile seguire un allenamento sia in gruppo che individuale di sensibilizzazione tonificazione e quindi rieducazione. Quando pensare alla riabilitazione del perineo: • Perdita di urina sotto sforzo (tosse, starnuto, sollevamento di pesi) oppure con urgenza minzionale, Insoddisfazione sessuale – Dispareunia (dolore durante i rapporti) • Sensazione di pesantezza pelvica • Difficoltà a mantenere un assorbente interno • Fuoriuscita di acqua dalla vagina dopo un bagno • Fuoriuscita di aria dalla vagina (per es. durante esercizi ginnici) • Difficoltà a trattenere gas intestinali e/o feci • Presenza di emorroidi • Stitichezza malgrado un apporto di liquidi e una dieta adeguati. PERINEO E GRAVIDANZA Simbolicamente il ventre e quindi i visceri, luogo delle emozioni rappresentano l’elemento acqua, il perineo sostiene tutti gli organi interni, dal punto di vista elementale il perineo è il centro della terra, per cui acqua e terra, acqua e perineo, da li la funzione del contenimento e del lasciare andare. La terra contiene l’acqua ma è anche in grado di lasciarla andare, l’acqua nutre e protegge la terra, è in grado di aprire gli argini. È durante la gravidanza ed il parto che si rende evidente la funzione del perineo, infatti durante la gestazione la muscolatura contiene e protegge il bambino fino al momento del parto, durante Produzione e posa Scale interne e in legno e acciaio inox Via S. Antonio 22 Bolbeno tel e fax: 0465/321526 - cell: 335/1045790 [email protected] - www.masterlegno.com 22 | BM il travaglio parto si lascerà andare per consentire la nascita del bambino. La prevenzione dei danni perineali comincia con un’adeguata preparazione della donna fin dall’inizio della gravidanza. Il primo passo è la presa di coscienza della muscolatura pelvica da parte della donna e successivamente si passa all’allenamento dei muscoli. PERINEO DOPO IL PARTO Dopo il parto nella maggioranza dei casi le donne sono attraversate da molte emozioni, sensazioni, attenzioni che le allontanano dall’attenzione loro corpo. È importante, che , in questo momento, la donna si prenda cura del suo perineo e della ferita/ cicatrice. La riabilitazione perineale nel dopo parto è in grado di ripristinare la tonicità vaginale, ridurre la sensazione di lassità muscolare del perineo e ripristinare una nuova sessualità. Un buon lavoro svolto già in gravidanza, facilita il ritorno dei muscoli perineali al giusto tono più facilmente e velocemente. PERINEO E MENOPAUSA Durante la menopausa l’assetto ormonale viene a modificarsi, gli estrogeni vengono a mancare e gli androgeni si riducono, ciò comporta una serie di modificazioni corporee ed emozionali nella donna. Il perineo, a seguito della mancanza di estrogeni presenta fenomeni fisiologici di involuzione dell’elasticità della vagina, dell’innervazione dei tessuti e della lubrificazione vaginale. Le conse- ti), vaginismo (difficoltà nella penetrazione vagiguenze possono essere l’incontinenza urinaria, nale) oppure dolore non legato ai rapporti. dolore durante i rapporti, ridotta soddisfazione La riabilitazione perineale assume un ruolo imsessuale. portante per ridurre il riflesso di chiusura che è La riabilitazione del perineo può attenuare que- in risposta al dolore e che peggiora la sensazione ste conseguenze e la sintomatologia permetten- di dolore, per migliorare il tono e l’elasticità della do alla donna di mantenere la salute globale e muscolatura peri-vaginale riportando l’attenziosessuale. ne non solo al buon funzionamento della contrazione, ma anche al momento del rilassamenPERINEO E SESSUALITÀ La donna è stata per moltissimo tempo nella po- to della muscolatura. sizione fallocentrica, vista come essere inferiore BENEFICI con la sola funzione procreativa I benefici di un buon funzionamento perineaDal 1920, inizio della fase scientifica, la donna le sono molteplici, la vita personale, sociale e di viene inclusa come partner, la sessualità viene coppia è sicuramente più libera, aumenta il pialetta come interazione e scambio, pur rimanen- cere sessuale, crea uno stato di benessere globale do in una società maschilista, ( la donna vive la nella donna. sessualità come aspetto della vita, l’uomo come I corsi vengono tenuti a Feltre e a Belluno presespressione della sua potenza). Oggi quindi il so la Casa Delle Mamme, si svolgono in piccoli benessere sessuale è sempre più considerato un gruppi, massimo 5 persone, per dare la possibiaspetto importante della qualità di vita della lità alla donna di esprimersi nei suoi bisogni ed donna. essere seguita in modo più approfondito. Nonostante il ruolo fondamentale della sessualità nella Mi chiamo Margherita De Martini, ho conseguito il diploma di Laurea in Ostetricia vita dell’individuo, l’incinel 1987 all’Università di Perugia, ho lavorato in fino al 2011 come ostetrica presso l’ ULSS feltrino, sia in struttura ospedaliera che consultorio, dal 2011 lavoro come libera denza delle disfunzioni sesprofessionista a Feltre, collaboro con la CASA DELLE MAMME dal 2012. suali è elevata e spesso queNel corso degli anni ho approfondito gli studi e mi sono diplomata counseling ad orientamento core energetico ed integrato la mia formazione con un percorso in sessuoloste problematiche vengono gia clinica. Mi occupo, come ostetrica, di tematiche inerenti la donna e/o la coppia, di nascoste e sottovalutate. accompagnamento alla nascita, ponendo l’attenzione alla naturalità dell’evento parto, di rieducazione perineale nelle varie fasi della vita della donna; il lavoro di counselling Le disfunzioni sessuali che ad orientamento core energetico consiste nel portare l’attenzione al nostro corpo ed alle emozioni imprigionate, liberando, contenendo ed accompagnando la persona in maggiormente si inconun processo di consapevolezza corporea emozionale affinchè possa integrare le sue trano sono: dispareunia qualità nel movimento della vita. (dolore durante i rappor- lasertecinformatica Vendità e assistenza PC e MAC per privati e aziende Via Cortina, 24 Tai di Cadore - Tel: 043533692 www.computerinformatica.it Punto vendità Installatore Convenzionato BeeCloudy.net Gestione servizi internet BM | 23 di Rosetta Girotto Cannarella cultura popolare bellunese La natura e gli uomini nel paesaggio delle Masiere di Vedana di Barbara Meletto D Cucina tradizionale > arte Libri Dentro l’immagine: la Natività Prodotti gastronomici tipici della di Botticelli mistica L’Oro di Cornia “Ora in quei giorni, uscì un editto di Cesare Augua oltre 25 anni Paris realizza catalogo aziendale annovera circa seicento che appartiene, di diritto, a un’in- articoli, comprendenti mie“L’oro di Cornia” si Primizie rivela un’opera interessante fin dalla Ilpassato sto, che ordinava il censimento diprodotti tuttogastronomici l’Impero tipici della cultura popolare bellunese. le, marmellate, composte e confetture, funghi sott’olio e secchi, speck, scelta titolo e del sottotitolo: “La natura e gli uomini nel tera comunità. […] del Tutti partivano per farsi iscrivere, ciascuno A destra. Natività sughi e ragù, paste e risotti, sciroppi, succhi di frutta e L’azienda è nata a Belluno a metà degli anni ’80 dall’intuito di conserve, sottolio, nella propria città. di Vedana”. paesaggio delle Masiere Mistica. Sandro Botticelli, E indagare risulta un lavoro stimolante e Lo si evince, con estrema chiarezza, dalla premessa all’opera di Francesco Piero Franchi e dalle pagine di Corrado Ghezzo, dedicate alla toponomastica, dove i nomi di luoghi, fiumi, monti, nella loro etimologia, sono spesso indicativi delle stretto rapporto tra la natura e l’uomo, che tende a “umanizzare” l’ambiente in cui vive e a popolarlo di presenze divine o misteriose, protagoniste delle numerose storie, nate dal territorio delle Masiere. Ma c’è di più: anche la Tabula gratulatoria, le note esplicative, la ricca bibliografia, la documentazione fotografica danno l’idea dell’imponenza del lavoro interdisciplinare che ha coinvolto, con contributi significativi, tanti studiosi, appassionati culturadella locale, tesostenuta da due grossi pali: la esperti, sacra famiglia è dunque di al centro rappresentazione. Giuseppe accovacciato al bambino Madonna inginocchiastimoni diretti e custodi di undavanti patrimonio trae ilapiù significativi del ta, che grandeggia secondo proporzioni “gerarchiche” quasi doppie, divenendo, territorio bellunese. così, il fulcro dell’attenzione. Nell’opera l’artista mette in risalto il clima di riconciliazione tra l’umano ed il divino, ciò appare soprattutto Si tratta dinell’abbraccio contributi scientifici che si eesprimono inche uncompare linguaggio evidente tra gli angeli gli uomini, nella parte bassa della tela. Tutta la rappresentazione sembraall’immaginario abilmente orchestrata preciso e razionale, e di altri che, attingendo colDa poteteunordinare i prodotti Parisdidirettamente peroggi diffondere messaggio criptico Primizie ed ermetico cui la Nativitàseduti è solonel un lettivo,disviluppatosi in l’influenza un paesaggio riccoe di “implicazioni pretesto. E’casa infatti evidente umanistica raffinatamente colta,morali”, si pensi divano vostra. alla scritta inlinguaggio greco, dellafantastico corte di Lorenzo il Magnifico, del quale il Botticelli fu parlano mito e della leggenda popolare. Nel sito ilwww.primizieparis.it èdelpossibile consultare il vasto cataloautore prediletto. go di prodotti offertimuore dall’azienda e ciò ordinabili e-commerce Lorenzo il scientifica Magnifico causò la nel caduta dei Medici e l’ascesa L’indagine partenel da1492, lontano e spiega laportale stratificazione gedi Girolamo Savonarola. Quest’opera è già viva testimonianza della crisi spirituawww.dolomitifood.it. ologica del territorio, la sua conformazione, la sua instabilità, l’ole che stava attraversando il Botticelli: come molti altri artisti fiorentini rimase rogenesi dellecolpito montagne che circondano la conca, descrive corso profondamente dalle prediche del frate domenicano e subì unailsorta di La tradizione,al simbolo fonde così con ledalla richieste di merconversione, punto chedell’azienda i quadri deglisiultimi lontani leggiadria disindei fiumi per passare poi in rassegna leanni, specie del mondo vegetale. voltalegate e dalleanche tematiche sono ispirati dalleritrovare predicheilsavonaroliane cato alle neoplatoniche, nuove tecnologie, per farvi gusto delle eIlpresentano soggetti sacri portatiposto al pathos drammatico più spintolascia e più la intennostre Dolomiti in qualunque voi siate. geologo Danilo Giordano, dopo un’accurata relazione, paso. La Natività appare, infatti, un’opera stilisticamente e spiritualrola al naturalista Cesare Lasen che completa il quadro, scoprendo in mente vicina alle rappresentazioni religiose medioevali: la gioia del mistico avvento è sopraffatta dall’inquietudine, esplicitata tutta la zona i segni di una “identità territoriale” ben definita e consonell’iscrizione ed evidente nella composizione scenica. La gloria di lidata nelstava tempo. Botticelli rapidamente cedendo il passo: con la caduta dei Medici la sua arte ripiegò su se stessa in una sorta di involuzione espressiva, lasciando così spazio Quello della Masiere infatti è unavrebbe paesaggio antico, in cui si interpreti leggono alla “nuova maniera” che di lì a poco trovato i suoi eccellenti in Leonardo, Michelangelo e Raffaello.• barbarainwonderlart.com “Qualità e stagionalità dei prodotti! Belluno Magazine il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di Belluno frutta olio sciroppata, biscotti e dolci, liquori e grappe, vino olio e aceto. su tela 1501. ricco Sotto. di sorprese, Particolare perché le “implicazioni di mosaico a morali Sant’Apollinare del paesaggio bellunese”, quando la terra – interrogata – “parla” Nuovo, Ravenna. si rivelano profondamente radicate nel territorio e nella coscienza di chi lo abita. “ Gianni Anche Paris. Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazaret, in Giudea, alla città di IlDavid, primo, infatti, oltre che leggende popolari con Belluno Magazine ha chiesto al fondatore di raccontare il suo chiamata Betlemme, perrichiamare farsi iscrivereantiche con Maria, sua sposa, cheprogetto: era incinOra, mentre essistorici si trovavano là, giunse lei il tempo del parto, partorì ita. loro riferimenti loro implicazioni morali, allude ric-il “La nostra missione” ci hae le spiegato “è per contenuta in queste duee alla parole: suo figlio primogenito, e lo avvolse in fasce e lo pose a giacere in una mangiatoia, tradizioni dolomitiche, un grande tesoro che Primizie Paris ha recupechezza di un territorio particolarmente felice, il secondo chiarisce amperché non c’era posto per loro nell’alberrato saputo antiche ricettefornendo e segreti una popolari”. go.” e(Luca 2,7)valorizzare, bito, metodo di indagineproponendo e finalità della ricerca, chiave Il tema della nascita di Gesù è presente nel“La nostra è una terra dura” prosegue commosso “fatta di montagna e interpretativa. le raffigurazioni artistiche giàhaa lavorato partire dal valli strette, dove il tempo lentamente e l’uomo ha imparato IV secolo della d.c., testimonianza esemplare è ricerca comprende ilRacaratteristico delle Ma-a aL’ambito conriproduce una natura e avarapaesaggio di soddisfazioni; ilconvivere mosaico che i Re poco Magi, agenerosa siere, diterra indagine di un approccio che venna,ilinimetodo Santa Nuovo. Leavvale prime Belluno doni Apollinare della sono sipochi e conoscono il sudore delconsidera contadisiuomini rifacevano esplicitamenlarappresentazioni natura e glidelle non separatamente, ma ènel rapporto no e l’avversità stagioni: ogni raccolto per noi unaloro conquista e il te ai Vangeli di Luca e Matteo: il Bambino, la interattivo con il paesaggio, la finalità è quella di indagare, interpresapore delle cose diventa più intenso”. Madonna, San Giuseppe, l’Angelo che veglia e i pastori erano nella i personaggi fondamentali tare, preservare memoria e far conoscere le testimonianze di un e costituivano il nucleo fondantecidella Nati- tutta la sua passione, convinNel suo racconto il titolare trasmette vità. Nel corso dei secoli il tema si arricchicendoci ancor diepiù, se ancora ve ne fosse bisogno, della necessità svisce di particolari di personali rivisitazioni da partenella dei coscienza vari artisti altrui che affrontarono luppare un vivo attaccamento alla nostra terra e il tale soggetto. desiderio di conoscerne i segreti. Nel 1501 Sandro Botticelli dipinse la sua Proprio quest’attaccamento permette all’azienda di recuperare cosiddetta Natività mistica, un’opera di prodotti e metodi di conservazione realizzan-La difficile interpretazione, dato che sfugge aadvolte ogni dimenticati, iconografia tradizionale. promessa amore e pace incarnata nell’Avvento, viene evocata dal pittore in do ricettediesclusive e uniche. evidente rapporto con i “torbidi” di cui parla la misteriosa iscrizione in greco, Deliberatamente contro un’alimentazione uniformata e globalizzata, vergata alla sommità del quadro: “Questo dipinto sulla fine dell’anno 1500 duPrimizie Paris si è posta l’obiettivodipinsi di fornire un catalogo di prodotti rante i torbidi d’Italia io Alessandro nel mezzo tempo dopo il tempo secondo l’undicesimo di San Giovanni nel secondo dolore dell’Apocalisse nella tipici tradizionali italiani con particolare attenzione alle zone dolomitiliberazione di tre anni e mezzo del diavolo; poi sarà incatenato nel dodicesimo e che. Tutti i prodotti sono lavorati e confezionati artigianalmente e, lo vedremo (precipitato?) come in questo dipinto.” molto si itratta di cibi introvabili attraverso canali tradizionali di Non èspesso, chiaro se “torbidi d’Italia” a cui allude l’artista ifacciano riferimento alle campagne di Cesare Borgia del 1499-1501, o all’invasione francese guidata da distribuzione. Luigi XII del 1499, forse ad entrambi gli eventi e ancora all’espansione turca. Il Fondamentale per Primizie Parisincerto è l’attenzione alla qualità e alla staclima politico è senza dubbio molto e tormentato e, tutto ciò, alimentava gionalità prodotti offerti alla clientela, attraverso un’accurata selenegli animidei un diffuso terrore millenaristico che Botticelli pare voler esorcizzare con degli richiami profezia dell’Apocalisse. Nel “secondo dolore” zione delleespliciti materie prime,allapreferibilmente di provenienza dolomitica. dell’undicesimo libro del testo di Giovanni viene profetizzata l’oppressione della Un’accurata strategia di approvvigionamento e l’esperienza maturata in “città santa per lo spazio di quarantadue mesi” da parte dei Gentili; nel dodicesiquesto di secoloèconsentono oggisarà a Primizie Paris vantare mo libroquarto l’altra previsione quella che Satana “precipitato sulladi terra, e con lui i suoidiangeli”. Il termine “tempo” va decifrato come eanno, in questo modo rapporti collaborazione con produttori affidabili affermati nel merpare Con che il grande pittore voglia dire che finel’azienda del 1500 ha è giàeseguito trascorso anno e cato. coraggio, nel alla 2010 il un restyling mezzo (“mezzo tempo dopo il tempo”, un anno e mezzo dei tre destinati ad dell’immagine dal due logoallafino alla ridefinizione del essere dominatiaziendale, dal Maligno)partendo e ne mancano sconfitta del Diavolo, ovvero alla fine di quei “torbidi”. Nel 1503 morirà papa Alessandro IV Borgia, da molti packaging. l’Anticristo, alcuni sostengono proprio registrati: a quest’ultimo vi sia Ilindicato gruppocome vanta, oltre a Primizie Paris, altriche 8 marchi Apicolun’esplicita allusione e che, dunque, l’iscrizione venne aggiunta all’opera in un tura Dolomiti, Tradizioni secondo momento: una profeziaDolomitiche, a posteriori perGolose indicare Tradizioni, il ritorno dellaCarapace e dell’amore fra gli uomini.Dolomiti, Tradizioni Venete, Melita e Dolomiele, Cioccolateria La parte centrale della tela inquadra una capanna appoggiata a delle rocce e mitifood. 32 24 | BM 35 35 le tappe della storia geologica e dei cambiamenti climatici, degli insediamenti umani che si sono succeduti, a partire dal II° millennio a.C., lasciando testimonianze preistoriche, romane e longobarde non ancora del tutto indagate, ma utili per ricostruire un quadro dinamico di scambi e contatti tra le varie popolazioni. Un paesaggio antico, segnato, non consumato dal tempo, che manifesta un’inesauribile vitalità e una sempre rinnovata energia anche nel suo potenziale umano. Ed è proprio questa l’impressione che si ricava dalle notizia sulle attività estrattive, contenute nei racconti e nelle testimonianze dei protagonisti, raccolte in loco da Federico Brancaleone e Francesco Bacchetti. Dalle storie personali emerge un quadro ben documentato, che ricostruisce un tessuto sociale impegnato e dotato di spirito imprenditoriale che ha avuto il coraggio di rivolgersi a un settore diverso da quelli tradizionali dell’agricoltura, dell’allevamento, del commercio di legname, ma ha sempre operato scelte nel rispetto dell’habitat naturale. Altrettanto vitale e ricco è l’immaginario collettivo di cui si occupa Alba Barattin, che ha raccolto e analizzato nei loro risvolti antropologici, le tante leggende riguardanti eventi storici, usi e tradizioni, culto dei santi, luoghi di devozione popolare, la famosa Certosa, precedute da un’interessante premessa in cui sono elencate, in progressione cronologica, le fonti più autorevoli che ricordano la “sventura” di cui è rimasta vittima la città di Cornia. so, di grande efficacia comunicativa. Ne “L’oro di Cornia” – opera elegante anche nella sua veste editoriale – il territorio delle Masiere “ha parlato” la sua lingua ancestrale, densa di significati, trovano interlocutori in grado di recepire il messaggio e di dar vita a un dialogo vivace e coinvolgente, perché nasce da un grande amore per la propria terra. Il volume si può trovare nelle principali librerie della Provincia di Belluno e può essere richiesto alla Pro Loco “Monti del Sole” di Sospirolo 320 3342082, 338 4677367 [email protected] Senza trascurare un’incursione anche nel campo della letteratura “alta”, là dove l’autrice cita, tra gli scrittori che hanno tratto ispirazione dai luoghi, Dino Buzzati e Giovanni Perego, e si sofferma a illustrare pagine suggestive, tratte dal settecentesco poemetto “La villeggiatura di Clizia” di Giuseppe Urbano Pagani Cesa, che esaltano la bellezza dei paesaggi, ripropongono il fascino delle conversazioni in villa, di arcadica memoria, preannunciano le atmosfere del Romanticismo. In esse si può percepire la presenza del “genius loci”, potente e misteriosa forza della natura che aleggia nella Val Cordevole, sul lago di Vedana, nello spazio sacro della Certosa per poi salire verso i Monti del Sole. La parte conclusiva del volume riprende il discorso sull’ambiente con l’intervento di Italo Zandonella Callegher che ricorda le salite al monte Peron da parte dei pionieri dell’alpinismo e la carta dei sentieri, curata con la solita competenza e grande passione da Giuliano Dal Mas. Vengono proposti vari itinerari per apprezzare il “disordine della natura” nelle Masiere, ammirare le ville della pianura, seguire le orme del vescovo eremita, fare esperienza di profonda spiritualità. Belle foto di ambienti naturali e di scorci paesaggistici, documenti di attività produttive, grafici esplicativi, cartine geografiche, riproduzioni di disegni, affreschi e dipinti iconologicamente suggestivi, arricchiscono il volume e traducono in immagini quanto è stato raccontato con un linguaggio semplice, preciBM | 25 Manifestazioni di Enrico Valmassoi Il Treno nelle Dolomiti 24 e 25 aprile 2016 I n questi mesi si discute molto della Ferrovia della Dolomiti, epica tratta a scartamento ridotto che, attraversando le più belle vallate delle Dolomiti, collegava Calalzo di Cadore a Cortina d’Ampezzo sino a giungere a Dobbiaco. reading tratto da VIAGGI DI VERSI L’assegnazione a Cortina dei Campionati Mondiali di Sci del 2021, ha riproposto il tema della realizzazione del collegamento ferroviario che se fosse ultimato per l’evento, vedrebbe la sua inaugurazione coincidere con il centenario della messa in esercizio della preesistente ferrovia (inaugurata nel 1921 chiusa nel 1964). La Ferrovia delle Dolomiti è strettamente legata agli eventi bellici della Prima Guerra Mondiale, ne ricorre il centenario, e di fatto fu opera militare sia da parte Italiana che Austriaca. Una bella occasione per approfondire il tema viene offerta dalla manifestazione “Il Treno nelle Dolomiti”che avrà luogo presso la Fiera di Longarone il 24 e 25 aprile, dove il volume “Un Treno per Cortina”, di Leonardo Malatesta, Pietro Macchione Editore, sarà presentato a corollario di un convegno sulla mobilità ferroviari nel territorio dolomitico. “Il Treno nelle Dolomiti”è ormai diventato uno degli appuntamenti più importanti nel panorama nazionale del Modellismo Ferroviario. L’edizione 2016 si preannuncia speciale! Sarà infatti articolata, per la prima volta, in due giornate con un ricco programma di iniziative: Mercatino di Scambio, La Sezione Diorami, Il V° Raduno Nazionale dei Treni da Giardino (LGB), La Sezione Vapore Vivo, L’Annullo Filatelico della Manifestazione (24 aprile) realizzato da Stefano Tamburlin, Mostre Convegno, Rappresentazione Teatrale, Presentazione di libri a tema ferroviario e di un inedito DVD sulla Ferrovia delle Dolomiti. Non poteva mancare, nella giornata del 25 aprile, il Treno Storico. 26 | BM voce narrante GIOVANNI RATTINI letture EROS ZECCHINI MARIO DALLA FINA GLORIA GLORIA ZANON ZANON canzoni EZIO PESAVENTO SQUINZ AR LONG ONE IL TRENO NELLE DOLOMITI Fiera di Longarone-Sala congressi Via del Parco, 3 Lunedì 25 aprile 2016 Ore 14,30 Ingresso libero Una gloriosa Locomotiva 740 con cinque vagoni “centoporte” giungerà a Longarone, partendo da o a bordo del treno che collegava Piovene Rocchette con Asiago. Treviso via Feltre, Belluno, Ponte Nelle Alpi per Tra i tanti contributi, accanto agli scritti di Mario Rigoni Stern e poi ciritornare, Goffredo Parise, sono quelli di sempre poeti per lo apiùTreviso, sconosciutivia che, Vittorio Venegrazie a quanto messo nero su bianco, hanno potuto fermare nel to, Conegliano. Vi saranno anche, per la gioia dei tempo le loro emozioni. Ciò che è uscito dalle loro penne, senza bellunesi,sarebbe due “mini viaggi” da Longarone a Ponte questo libro probabilmente andato irrimediabilmente perduto. nelle Alpi e da Ponte nelle Alpi a Longarone. Un piccolo spettacolo nel quale si raccontano le storie di alcune persone che hanno lasciato traccia delle loro emozioni provate nei pressi Tutte le informazioni sul sito www.iltrenonelledolomiti.it o www.iltrenonelledolomiti.com “Il Treno nelle Dolomiti” una Manifestazione da non perdere... grandi emozioni vi attendono! Fiori Florovivaistica Scariot L’ azienda Florovivaistica Scariot nasce nel 2001 grazie all’esperienza maturata da Marco Scariot nei settori della realizzazione e manutenzione giardini/piante e aree verdi private e pubbliche. L’azienda Florovivaistica Scariot si è sviluppata nel tempo offrendo oggi un grande vivaio di 20.000 mq e diverse serre per la produzione di piante verdi o fiorite, piante da orto e aromatiche, piante da frutto, da giardino, orchidee. Nei nuovi ed ampi spazi trovate tutto il necessario per la concimazione di piante e fiori con terricci e prodotti professionali, inoltre tutta l’attrezzatura per i piccoli lavori di giardinaggio e per bonsai. Il personale qualificato della Florovivaistica Scariot vi saprà condurre nella scelta più appropriata: dalla piantina verde o fiorita al vaso colorato e di tendenza, alla conoscenza più appropriata per risolvere ogni problema nel mondo verde. L’azienda Florovivaistica Scariot si presenta oggi con una nuova veste con oltre 2.000 mq di serre coperte con una razionale riorganizzazione degli spazi per rendere più facile ed agevole la Vostra scelta. Siamo specializzati in lavorazioni di: >> Progettazione e realizzazione giardini; >> Manutenzione del “verde”; >> Realizzazione impianti di irrigazione; >> Idrosemine; >> Abbattimento piante in tree-climbing e potature; >> Ripristini ambientali; >> Manutenzione del verde mediante trinciatura anche su forti pendenze. Dal 01/04/2016 al 3 1/05/2016 Primavera in festa Gerani e Surfinie da (*per cassette complet e da 15 pz.) 0.90 Cent* APERTI TUTTE LE DOMENICHE Loc. Casonetto sulla S.S. tra Busche e Feltre Tel. 0439 844043 • www.vivaioscariot.it BM | 27 Filosofia di Eleonora D’Inca I problemi dell’arte E il “caso duchamp” D opo Andy Wharol ogni oggetto è in grado di trasformarsi, almeno per pochi minuti, in opera d’arte, suscettibile, cioè, di essere ritratto, fotografato e immortalato al fine di essere, successivamente, esposto come chef d’oevre in una galleria privata, in un museo o in qualunque altro luogo sede di arte e cultura. In quest’ottica sorgono spontaneamente una serie di quesiti molto rilavanti: tutto può essere arte e degno, ovvero meritevole, di un posto nel quale essere esposto ed ammirato? E ancora, chi è in grado di definire che quel lavoro può essere considerato opera d’arte? Per rispondere a queste domande un aiuto ci è offerto da un grandissimo pensatore, Immanuel Kant (1724-1804), il quale sosteneva che le opere d’arte sono percepite attraverso i giudizi di gusto, i quali si basano su come noi ci rivolgiamo alle nostre rappresentazioni: perciò, segue che disponiamo di un minimo di autonomia nel giudicare i lavori; non solo, i giudizi di guato, in quanto riflettenti, prendono le mosse prima di tutto da noi, connettendoci con le nostre rappresentazioni, e possono essere condivisi sì, ma quell’iniziare in noi è “uno scalino” che non può assolutamente essere saltato. In quest’accezione la bellezza possiede una sorta di “cordone ombelicale” con la nostra singolarità: per quanto fattori più disparati possano bombardarci ogni giorno, quell’autonomia ci rimarrà sempre, dato che è indissolubilmente legata alla nostra soggettività. Quindi, per tornare alla seconda domanda iniziale, e renderla più articolata, ci si potrebbe chiedere, alla luce di quanto appena esplicitato: se ognuno è in grado di giudicare un’opera d’arte in base alla sua soggettività, perché esistono i critici d’arte? E perché essi possono permettersi di dichiarare che un’opera d’arte GELATERIA E B&B sa Gelato fatto inlocgaica con frutta bio è meritevole di tale “denominazione” rispetto ad un altro lavoro? L’aiuto, questa volta, è fornito dal filosofo inglese David Hume (1711-1776): egli, infatti, risolve tale questione mantenendo ferma la nostra autonomia nel rapportarci alle opere d’arte, aggiungendo, però, che i critici di questo “settore” posseggono un sentimento di gusto più “raffinato” delle altre persone, per questo motivo, essi sono all’altezza di erigersi ad “arbitri” tra le problematiche inerenti alla soggettività dei sentimenti estetici e la comune considerazione della bellezza generale di un’opera d’arte rispetto ad un’altra. Un esempio concreto, all’interno di una simile concezione è l’arte concettuale, in particolare quella che si è sviluppata in America e Europa tra gli anni ’60-’80 del 1900: in questa “corrente artistica” si descrivono, si mostrano operazioni minimali che lasciano spazio all’immaginazione, i riferimenti sono sempre più ridotti a favore di una maggiore “libertà interpretativa” (il riferimento qui è all’opera Veduta di Parigi, 01 luglio 1970 di Douglas Huebler artista concettuale statunitense, la quale è costituita da polaroid di scorci della città, che contrassegnano il passaggio dell’artista in quei luoghi, quasi fossero delle pietre miliari. Quindi, a ben vedere, è lecito affermare che nella possibilità di interpretazione di cui siamo protagonisti si può esplicare la nostra Natura interiore nel momento in cui le attribuiamo un certo significato. Rimane ancora in sospeso la pri- ma domanda iniziale e per rispondere ad essa occorre fare un passo indietro di un secolo riferendosi ad un artista estremamente importante per la modernità e quindi anche per Wharol: Marcel Duchamp (1887-1968). Egli, dopo aver intrapreso la strada del post-impressionismo, la abbandona nel 1913 e l’anno successivo si dedica ai primi readymades: oggetti d’uso comune, a volte modificati, presentati come operare d’arte; in altre parole si tratta di reperti usciti dal mondo della natura o da quella degli utensili, caratterizzati da un qualche grado di bizzarria, stranezza, forza d’impatto mentale. In queste esperienze artistiche, Duchamp, si ripromette di proporre come oggetto esteticamente rilevante un prodotto banalissimo di seri, che sembrerebbe essere il più possibile anonimo ed irrilevante. Così è sufficiente volerlo, emanare un’“intenzione” in tal senso e tutto può divenire “opera d’arte”, il che è un modo per rinforzare la dimensione noetica del prodotto artistico. Prendiamo alcuni esempi: il primo è anche il primo, in ordine di tempo, readymade duchampiano, Ruota di bicicletta; esso è costituito da una ruota di bicicletta sovrapposta ad uno sgabello bianco, la quale era fatta ruotare liberamente dall’artista: siamo di fronte ad un primo tentativo di dimostrare la non utilità pratica dell’oggetto d’arte. Esso, infatti, non si deve far carico di fini pratici, poiché, diverrebbe mero strumento. Quanto appena esplicitato, è simboleggiato dal movimento della ruota, che comporta soltanto un “piacere estetico”, Camere, con ogni comodità, un servizio privato, televisione ed un ambiente caldo e familiare, ideale per le vostre vacanze in montagna, o anche per una breve sosta... Offriamo una cucinetta a favore degli ospiti, camere pulite e nuove!!! Mas di Sedico, Belluno - TEL: 0437-87650 - [email protected] 28 | BM una gratificazione per gli occhi, dal momento che essa è stata resa inutilizzabile nel suo uso pratico. Il secondo è l’opera, forse più nota dell’artista francese, Fontana; anch’esso è un readymade, che consta di un orinatoio maschile, in maiolica bianca, capovolto, collocato su di un piedistallo di legno e firmato da Duchamp con lo pseudonimo di Richard Mutt. L’impatto, al di là di tutti i riferimenti alchemici e i vari rimandi all’androginia, fu fortissimo; l’artista mirava a provocare una sorta di reazione nel pubblico. In questa maniera, è il coefficiente insito nella mente del fruitore che conta; ciò che noi premettiamo a qualsivoglia esperienza, la quale può seguire il suo normale destino pratico-utilitario, ricadendo così, nel suo uso quotidiano, ma può anche essere dirottata, “straniata” su altri binari, e allora senza che nulla muti, nel suo aspetto fisico, essa entra nella sfera dell’arte. Si parla, perciò, a ben ragione tra l’altro, dell’inizio dell’Arte concettuale, all’interno della quale, i veri protagonisti sono: da una parte, l’osservatore e la possibile visione, da parte della sua immaginazione, di altre esperienze comunicative, con se stesso e con gli altri; e dall’altra, l’artista, che grazie all’opera-simbolo fa emergere la sua Natura più propria, offrendo tale possibilità anche all’immaginazione del pubblico. Al di là dello spirito d’innovazione che anima l’artista francese, c’è da riconoscergli il merito di aver compreso che l’arte è qualcosa che ci riguarda nel profondo. Di qui, all’interpretazione kantiana, il passo è breve: l’arte non si configura come un semplice diversivo atto a svagare una mente in cerca di frivolezze, al contrario, è qualcosa che ci connette con quella Natura nascosta che risiede negli strati più impenetrabili del nostro essere, è ciò che fa “scattare la molla” dell’immaginazione, permettendoci di avere accesso, anche solo per pochi attimi, al nostro vero stato d’animo. Poco importa, dunque, se l’opera si compone di oggetti non esattamente Proprio quest’atto di “comunicazione”, rappre“belli”, nelle loro qualità senta, kantianamente parlando, la possibilità di esteriori, essa è l’incarna- instaurare un dialogo, prima di tutto con il nozione della Natura dell’ar- stro animo, al fine di spiegare i sentimenti che tista e rappresenta una ci investono in quell’istante preciso; poi con le possibilità per l’osservatore, altre persone a cui vogliamo trasmettere ciò che la possibilità, appunto, che abbiamo “sentito”; ed infine anche con l’artista, egli si senta per quello che è che per mezzo dell’opera, ha reso possibile tutto realmente. ciò. Purtroppo oggigiorno i Ecco una sintesi conclusiva di quanto appena fruitori delle opere d’arte esplicitato: ogni opera d’arte suppone che autoraramente sono in grado di re e fruitore utilizzino la loro immaginazione per entrare davvero in contatto produrre o intendere tale opera. L’esperienza del con la propria Natura, e danno solo un occhiata bello, in quest’ottica, è qualcosa che s’ “inscrive” superficiale alle opere d’arte giudicandole quasi nell’orizzonte privato del sentire individuale di esclusivamente per il loro aspetto esteriore; essi, ciascuno di noi, ma allora come facciamo a cain altre parole, mantengono ancora il legame pire se quell’oggetto è davvero un’opera d’arte? che l’oggetto ha nella vita quotidiana: ovvero, In sintesi è valido il discorso circa i critici d’arte l’orinatoio duchampiano è percepito come fatto in precedenza: grazie al loro spiccato “sen“brutto” a causa della funzione che ha nella vita timento di gusto” sono in grado di giudicare “normale” di ogni giorno. se quel determinato oggetto è degno di essere Tuttavia, quest’atteggiamento è sintomo di una chiamato opera d’arte; con questo, occorre sotconsiderazione “strumentale” nei confronti tolineare che non un qualsivoglia oggetto può dell’oggetto; in altri termini, esso è visto come entrare a far parte del mondo dell’arte, nonoancora collegato ad un qualche scopo utilitari- stante esso sia sempre estremamente ospitale, ed stico, motivo per cui, l’oggetto rimane all’inter- è appunto in queste situazioni che il ruolo del no del “pratico”. critico d’arte è estremamente decisivo. Duchamp, al contrario, per mezzo dei suoi re- Il vero dilemma è quello di definire un vero criadymades, “sposta” l’oggetto dal suo contesto tico d’arte; in altre parole, il problema odierno “normale”, presentandolo sotto un altro punto riguarda le conoscenze che egli possiede, l’attegdi vista, riponendolo, poi di nuovo nel “suo am- giamento che egli ha nei confronti degli artisti biente”, offrendoci così, in maniera concreta, e dei loro lavori, insomma, come egli si pone di la possibilità di vederlo sotto un altro aspetto, fronte al mondo dell’arte. stimolando la nostra immaginazione. Tutto ciò è indice, per il trasformatore-Duchamp, di un Oggigiorno, purtroppo, chi fa questo voler smontare il funzionamento dello sguardo, “mestiere”non è sempre “obbiettivo” nel giudella produzione, del valore. dicare le opere che gli vengono sottoposte, All’interno di quest’ottica, quindi, la riflessione molto spesso si lascia influenzare da fattori sull’opera d’arte diventa critica dei ruoli, messa che non dovrebbero intaccare l’autenticità di in discussione anzitutto di sé, in quanto autore, un lavoro artistico. e apertura al ruolo del fruitore e alla sua immaginazione. Concludendo, l’essenziale è che l’opera ci comunichi qualcosa tale per cui “sen1) Marcel Duchamp, Ruota di bicicletta, 1913. tiamo” di dover (sof)fermarci di fronte 2) Marcel Duchamp, Fontana, 1917. ad essa. BM | 29 Storia di Daniele Tormen GHINO DI TACCO C hi negli anni 80 del secolo scorso ha seguito le vicende politiche italiane ricorderà che l’allora segretario del partito socialista, Bettino Craxi, firmava i suoi corsivi sull’Avanti! con lo pseudonimo di Ghino di Tacco, facendo propria una definizione che aveva coniato nei suoi confronti il giornalista Eugenio Scalfari. Ma perchè quella definizione e soprattutto chi era Ghino di Tacco? Dobbiamo fare un notevole salto indietro nel tempo e tornare alla Siena della seconda metà del 1200, dopo la battaglia di Benevento del 1266. In quel contesto il partito guelfo, filopapale, prende il controllo della ghibellina Siena; una delle famiglie della fazione perdente, i Cacciaconti, privata di beni e di influenza nella vita cittadina inizia a opporsi al governo e successivamente a compiere veri e propri atti di ribellione. A capo di queste operazioni vi sono Tacco (padre di Ghino) e lo zio, insieme con altri membri della famiglia; dopo una delle loro più sanguinose imprese, con incendi e ferimenti, il clan dei Cacciaconti venne catturato: padre e zio furono giustiziati, Ghino data la giovane età fu risparmiato. Da quel momento il nostro protagonista inizia la sua personale epopea, taglieggiando e rapinando i viandanti, soprattutto se appartenenti alla ricca borghesia commerciale, anche perché portatori di un più ricco bottino. A ciò si aggiunge la profonda inimicizia per la Chiesa, ritenuta la ragione profonda delle disgrazie sue e della famiglia. Impadronitosi della rocca di Radicofani e reso pressoché inespugnabile il castello, ne fece la sua base attorno al 1290 e da lì organizzò ripetute scorrerie in tutte le zone circostanti. Riuscì anche a vendicarsi, uccidendo il giudice, tale Benincasa da Laterina, che aveva fatto giustiziare il padre e lo zio. Il falco della val d’Orcia imperversò per anni nel senese e nell’alto Lazio, trovando poi sempre riparo nella sua tana sui colli e ren- dendo la vita difficile a tutti ( ed erano tanti) coloro che transitavano per la via Francigena, arteria fondamentale di collegamento tra Roma e il nord Italia e Europa. Tra le sue vittime preferite, ovviamente, vi erano i legati papali , spesso con un corposo seguito di ricchezze di cui impossessarsi. Molti secoli dopo, proprio per questa centralità della posizione geografica della base di Ghino per raggiungere Roma, Scalfari utilizzerà la sua figura come arguta e sarcastica metafora per indicare la centralità obbligata del partito socialista nella vita politica di quel momento. Ghino di Tacco continuerà indefessamente per decenni le sue imprese a metà tra il banditesco e il romantico; anche la sua morte è avvolta dal mistero: trapassò probabilmente tra il 1320 e il 1330, portandosi dietro un pezzo di quel mondo che sperava di conservare . Come abbiamo detto, la fama del falco della val d’Orcia tornerà in auge, forse anche con il suo beffardo e compiaciuto plauso, nei ruggenti anni 80 del XX secolo. • Produzione e posa • Ringhiere in alluminio per poggioli • Rivestimenti esterni • Elementi d’arredo per esterni Tutto in alluminio simil legno senza manutenzione via stazione 5/b Ospedaletto (TN) tel e fax 0461 768396 [email protected] - www.dietredaniele.it BM | 31 Letto per voi di Ilario Tancon Storia di Bortolo cavatore di pietre R ivive l’epopea dei “molàs”. Lo fa grazie a Tieri Filippin e al suo “Storia di Bortolo, cavatore di pietre”. Si tratta di un romanzo storico, edito da Sismondi, che ricostruisce gli anni che vanno dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento in quella zona ai piedi della Schiara compresa tra Libàno (Sedico), Tisòi e Bolzano Bellunese (Belluno) dove il lavoro nelle cave di arenaria era una fonte di sostentamento primaria per tantissime famiglie. Un lavoro duro, anche spietato, che spesso portava alla morte anzi tempo sotto i colpi inesorabili della pussiéra (silicosi). Un lavoro che il “cacciatore di storie” Tieri Filippin, classe 1963, al secondo romanzo dopo “Guanti bianchi”, fa rivivere raccontando la vita di Bortolo, una vita a cavallo tra due secoli (1855 – 1950) che si snoda tra il duro lavoro di molàs, la prima guerra mondiale, la febbre spagnola, l’alpinismo dolomitico che esplode sulla Schiara, un terremoto, un’altra guerra, una seconda occupazione straniera, gli eccidi, le paure. «Romanzo, storia, storia romanzata? C’è un po’ di tutto nella vicenda umana di Bortolo che, all’alba del secolo ventesimo, viene avviato al mestiere che era stato di quasi tutti i suoi antenati, almeno di quelli che in quelle cave malsane avevano trovato un’alternativa all’emigrazione forzata in paesi lontani» scrive Dino Bridda nella prefazione al libro. «Miniera per miniera, morire di “pussiéra” mista a nostal- 32 | BM gia, tanto valeva farlo a casa propria: non c’era scampo! A meno che non ci si accontentasse di quel poco che dava la terra a chi la coltivava con immani sacrifici ed era esposto ai danni della siccità, dei raccolti andati a male, delle alluvioni e delle epidemie che si portavano via persone e animali. La storia di Bortolo è uno spaccato di vita paesana straordinariamente ricco di caratteri umani, gli stessi che popolavano i paesi della montagna bellunese sino a pochi decenni fa. Sono i caratteri di uomini e donne che recitavano la commedia della vita avendo quale minimo comune denominatore la fatica del lavoro». Un romanzo, “Storia di Bortolo, cavatore di pietre”, che ricostruisce la vita, le vite, di generazioni che sono vissute «in quegli antri oscuri secondo un rituale spietato». E che ha il merito di far conoscere un’attività economica del Bellunese a proposito della quale, scriveva Ottone Brentari nella sua “Guida alpina di Belluno-Feltre-PrimieroAgordo-Zoldo” pubblicata nel 1887, « c’è chi parla di uno sfruttamento che risale addirittura già all’epoca romana». Cucina di Sebastiano Saviane Chef Ristorante “La Nicchia” di Belluno Gastronomia applicata: storia, tradizione e applicazione La rucola STORIA E CARATTERISTICHE: La rucola o ruchetta, nome latino “eruca sativa”, era molto cara agli antichi sopratutto per le sue proprietà curative. I Romani, che ne consumavano anche i semi, le attribuivano qualità magiche e la utilizzavano nei filtri amorosi, ritenendola il più potente tra gli afrodisiaci. La sua coltivazione era spesso effettuata nei terreni che ospitavano le statue falliche erette in onore di Priapo, dio della virilità. Ovidio nella Ars Amatoria la chiamava “eruca salax” o herba salax” cioè erba lussuriosa, sconsigliata in caso di delusioni d’amore. Columella sosteneva: “l’eruca eccita a Venere i mariti pigri”. Discoride, medico greco, affermava che mangiata cruda in abbondanza “destava Venere”. Anche durante il Rinascimento si scrisse sugli effetti afrodisiaci della rucola, e l’erborista Matthias de Lobel (XVI sec.) narrava di certi monaci che eccitati da un cordiale a base di rucola, abbandonarono il voto di castità. PROPRIETÀ NUTRIZIONALI: Aromatica e pungente, la rucola ha un gusto decisamente inequivocabile. Buona sia cruda che cotta è alla base di molte tisane. La rucola ha molte proprietà benefiche per il nostro organismo: fa parte della famiglia delle Crucifere e il suo nome scientifico è Eruca Sativa Mill. Viene chiamata anche rughetta e può nascere spontaneamente oppure essere coltivata. La rucola spontanea ha un sapore più deciso rispetto a quella coltivata e la foglia più dura e scura. La coltivazione della rucola è molto rapida: in soli 40 giorni è possibile cogliere le foglie per preparare gustose insalate.Il gusto piccante della rucola è dato dalla mancanza di acqua ed infatti cresce in terreno arido. Il periodo migliore per coltivare rucola va da marzo a settembre. Nota fin dai tempi antichi, la rucola veniva usata anche come afrodisiaco e assunta sotto forma di decotto per combattere l’impotenza. Rucola: proprietà benefiche La rucola è ricca di vitamine, minerali e molta, ma molta acqua. Pensate che è composta per ben il 91% da acqua. Povera di calorie, solo 25 ogni 100 grammi, la rucola è fonte di vitamina C da non sottovalutare. È ricca anche di acido folico e quindi indicata per le donne in gravidanza. Ma osserviamo da vicino le proprietà della rucola: Stimola l’appetito: la rucola è indicata per chi soffre di inappetenza perché contiene sostanze capaci di stimolare l’appetito. Ricostituente: la rucola offre aiuto a chi è influenzato grazie al suo apporto di minerali e vitamina C. Purificante: la rucola è diuretica e ideale per disintossicare il fegato. Amica delle ossa: contiene anche vitamina K, A, B, che insieme all’acido folico al calcio e al magnesio aiutano la salute delle ossa. Digestiva: grazie ai suoi componenti la rucola ha proprietà capaci di stimolare la produzione di succhi gastrici. Rilassante: assunta come infuso la rucola ha proprietà rilassanti ed è consigliata per favorire il buon sonno. Fa parte infatti di alcune “tisane della sera”. Aiuta il sistema immunitario perchè, grazie ai minerali che contiene, lo rinforza. Protettiva: grazie alle alti dosi di vitamina A la rucola è protettiva per la pelle e per lo stomaco. Studi dimostrano che favorisce la guarigione dell’ulcera. APPLICAZIONE: INSALATINA DI RUCOLA AI PROFUMI D’ORIENTE: RICETTA PER 4 PERSONE: INGREDIENTI: • 1 confezione di rucola • 2 mele • 2 carote • 1 ricotta da 250 gr fresca • sale e olio qb ESECUZIONE In una terrina abbondante introdurre la rucola precedentemente lavata; prendere le mele, tagliarle finemente e a sua volta a julienne; fare la stessa cosa con le carote e la ricotta. Mescolare il tutto, condire con sale himalayano, un buon olio ed un buon aceto balsamico. una soluzione veloce e fresca. VINO IN ABBINAMENTO Prosecco CONSIGLI DELLO CHEF Sopra l’insalata mettere un pugno di muesli ai cereali, dando così al palato un gusto cric crok a r r i b a L e h c n a ottima zzo nel pre I NOSTRI MARCHI: H.B. Traunstein Wittmann Brauhaus Kitzmann >> Lagos birre di Baviera >> rivendita ingrosso e dettaglio >> DEGUSTAZIONE FCOV SAS DI Fiabane Cristian in Via Villa n. 54 - LIMANA Tel. 3386637004 Birre belghe,inglesi, americane per soddisfare tutti i vostri gusti BM | 33 Oroscopo di Mago Yamil [email protected] ESPERTO IN CARTOMANZIA E ASTROLOGIA 2016 APRILE AMORE: Avrete il modo di aiutare il partner in una situazione inaspettata, l’aiuto sarà recepito con gratitudine. LAVORO: Per affrontare gli impegni ed ostacoli, serve la conoscenza e l’esperienza concreta, non solo l’istinto. SALUTE: Possibili abbassamenti di vista, anche un controllo può essere utile. AMORE: Non siate acidi con il partner, se il vostro umore è particolarmente instabile, non è il caso di farlo pesare alla persona amata. LAVORO: Buone novità che stavate aspettando, sappiate anche agire con determinazione per aggirare i piccoli ostacoli e raggiungere il meritato obiettivo. SALUTE: Nervosismo non fa rima con buona digestione, poi tutto si sistema. AMORE: Ascoltare le chiacchiere altrui non portano all’armonia di coppia, le incomprensioni cercate di risolverle voi con il vostro partner, le stelle vi aiuteranno. LAVORO: Le decisioni vanno prese con la dovuta attenzione, per evitare che altri possano approfittare di eventuali errori. SALUTE: Con la primavera alle porte, siete chiamati ad una dieta più salubre, tralasciando la cucina troppo sofisticata. AMORE: La probabile tensione di coppia può essere superata guardando oltre, non date troppo peso alle vicissitudini quotidiane. LAVORO: L’ostinazione non sempre paga, se ci mettete pure l’atteggiamento rischiate di mettervi in cattiva luce con i superiori. SALUTE: Ottimo periodo, siete davvero al top e carichi di energia positiva. AMORE: A volte gli atteggiamenti sbagliati vanno corretti anche chiedendo semplicemente perdono, metteteci un po’ di cuore. LAVORO: Dovrete scegliere tra estetica e praticità, cercate il giusto equilibrio e il risultato verrà apprezzato. SALUTE: È arrivato il momento di rimettersi in forma, bisogna fare più movimento, datevi da fare. AMORE: Prestate più attenzione alle esigenze del partner, potrebbe rimproverarvi di pensare solo a voi stessi. LAVORO: Date più importanza ed impegno alle cose concrete, focalizzandovi su come raggiungere i risultati. Evitate di perdere tempo con chi vi crea ostacolo. SALUTE: Concedetevi i giusti periodi di riposo, ne avete necessità. AMORE: I rapporti in difficoltà potranno essere sanati, le stelle vi favoriranno alla grande. LAVORO: Gli impegni affidativi potrebbero richiedere l’aiuto di colleghi con maggiore esperienza, buon periodo di arricchimento professionale. SALUTE: Lo stress potrebbe portarvi a vivere fasi di inappetenza, nulla di grave, ma cercate di rilassarvi. AMORE: Il vostro partner potrebbe voler comprendere se nel rapporto siete davvero coinvolti o preferite rimanere più chiusi, è arrivato il momento di scegliere. LAVORO: Vi caricate troppo di lavoro, mentre sarebbe preferibile farsi aiutare, anche insegnando quanto sapete. SALUTE: I peccati di gola sena moderazione possono presentarvi il conto. Basta un po’ di attenzione. AMORE: Se per raggiungere i vostri scopi usate la falsità, quello che otterrete sarà solamente risentimento da parte del partner. LAVORO: Possibile un viaggio che si dimostrerà utile al vostro arricchimento professionale, oltre a farvi staccare dal ritmo quotidiano. SALUTE: Viene suggerita una dieta più vegetariana con verdure fresche. AMORE: Ottimo periodo per i single, sarete quanto mai simpatici e affascinanti, attirerete persone in sintonia con il vostro modo di essere. LAVORO: Dare la giusta colpa a chi commette errori va bene, ma attenti a non esagerare mettendo troppo sotto pressione la persona che ha sbagliato. SALUTE: Probabilmente è giunto il momento di fare i conti con l‘alimentazione, optando per una più sana. AMORE: Possibili incomprensioni con il partner, la vostra fierezza però peggiora le cose, meglio fare con buon senso e amore il primo passo. LAVORO: Si presenta l’opportunità di cambiamenti utili alla crescita professionale ed economica. SALUTE: Le stelle vi sono molto favorevoli, sprizzate energia da tutti i pori e si nota. AMORE: In amore vanno rispettate anche le esigenze e gli spazi del partner, evitate un comportamento troppo asfissiante, certamente non gradito. LAVORO: Con i colleghi moderate il vostro atteggiamento, rischiate di compromettere i rapporti inutilmente. SALUTE: Anche per voi il suggerimento di una dieta più vegetariana, e vi accorgerete dei benefici. AMBITI DI INTERVENTO Incidenti stradali Infortuni sul lavoro Responsabilità sanitaria BELLUNO - via Feltre n. 46 tel. 0437/941903 Indennizzo da polizze Rivalsa del datore di lavoro Incidenti di caccia www.giesse.info 34 | BM SVENDIAMO TUTTO Proprio tutto... per cambio look! dal 26 febbraio sconti fino al 80% IVO FONTANA MOBILI Viale Cadore 71/M - 32014 Ponte nelle Alpi (BL) Tel. 0437 998441 - [email protected] - www.ivofontana.it ORARIO CONTINUATO da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 19.30 DOMENICA dalle 10.00 alle 19.00 PAGAMENTI RATEALI AGEVOLATI FINO A 64 MESI E TASSO ZERO