Quando il campione fa la storia L`eredità degli Indimenticabili
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Quando il campione fa la storia L`eredità degli Indimenticabili
Codice cliente: 9045459 Sport 17 Corriere Fiorentino Venerdì 6 Dicembre 2013 FI Ngm Firenze, il sorteggio Derby europeo tra Ngm Firenze Waterpolo e Mediterranea Imperia nei quarti di finale di Champions League di pallanuoto femminile. Il sorteggio non è stato benevolo per le ragazze allenate da Andrea Sellaroli. Tra l’altro le fiorentine dovranno giocare l’andata a Bellariva il 5 febbraio ed il ritorno in Liguria il 12 marzo. La squadra che vincerà il doppio confronto accederà alla Final Four della Champions League, la squadra perdente andrà a giocare la Final Four della Coppa Len (l’Europa League della pallanuoto) questo perché la federazione internazionale ha unito quest’anno le due manifestazioni per motivi economici. (s.spa.) Triangolare per il Meyer Domani mattina, al campo sportivo Buozzi, recentemente inaugurato dalla Figc come centro tecnico per la Lega nazionale dilettanti, è in programma un triangolare di calcio fra la squadra Fair (associazione no-profit nell’ambito della sostenibilità ambientale), la Nazionale del Corpo diplomatico della I PILASTRI VIOLA Farnesina e la squadra de «La Nazione». Si parte (alle 9,15) con una mini partita tra bambini di 6 e 7 anni. Alle 10 la prima gara con calcio d’avvio affidato a Giancarlo Antognoni. A seguire le altre due sfide. L’iniziativa ha lo scopo di raccogliere fondi a favore dell’Ospedale pediatrico Meyer. (s.spa.) Eurolega Quando il campione fa la storia L’eredità degli Indimenticabili di SANDRO PICCHI Stelle Cominciamo dal portiere, figura fantastica e solitaria che ha ispirato poeti e scrittori. Una volta, il portiere era un bassotto guizzante. Quando il gioco era lontano, «su e giù camminava come sentinella». In serie A, negli anni ’50, molti portieri non arrivavano al metro e settanta di altezza. Il ruolo risentiva chiaramente delle origini, nel senso che in quaIl portiere Giuliani Sarti, lunque campetto del mondo, il in viola 220 presenze ragazzino più piccolo era destiHa vinto il primo scudetto nato, se non condannato, a giocare in porta. Qualcuno restava piccolo, ma faceva strada. Anche nella Fiorentina c’era un portiere così: Costagliola. Era molto popolare, con il suo severo maglione grigio. Sbucava con studiato ritardo dal sottopassaggio, creando un tradizionale attimo di attesa: «Eccolo, eccolo», diceva la gente di curva vestita con giacca e craIl difensore Sergio Cervato, vatta, quando finalmente com315 presenze e 31 rete in viola pariva. Lui ringraziava il popoTerzino del primo scudetto lo sventolando il guanto non ancora indossato. Era uno specialista della «parata plastica», come la definivano sul «Calcio Illustrato». Portiere tradizionale, tipico rappresentante del calcio di allora, Nardino Costagliola lasciò il posto a Giuliano Sarti, il rivoluzionario. Sarti da ragazzo vendeva i semi durante le partite, al suo paese emiliano, Castel d’Argile. Un giorIl mediano Beppe Chiappella, no il portiere della locale squa329 presenze nella Fiorentina dra non si presentò, per ragio- Le bandiere Giancarlo Antognoni e Gabriel Batistuta lunedì scorso in Palazzo Vecchio Centrocampista dello tricolore ni che la storia non rimpicciolire la porta, ma agici ha tramandato, e le. Costruito tra i pali viola, un qualcuno propose anno dopo l’altro, prima di anal ragazzo dei semi dare all’Inter. di andare tra i pali. Antognoni non è stato Nacque così il porI difensori hanno meno fatiere che avrebbe soltanto un giocatore scino dei portieri e degli attaccambiato tutto. canti e con maggior difficoltà E rimane il più amato Sarti parava a matrovano la strada per diventani nude, si tirava su re Indimenticabili. Sappiamo le maniche della maglia, rinun- va a carte, e così via allegra- che non è giusto. Spesso un agciava al berrettino, non conce- mente, eppure ha giocato fino gettivo e via: l’acrobatico Madeva nulla alla platea, puntava a quaranta anni. gnini, l’elegante Rosetta, il porGiovanni Galli, ecco un al- tentoso Cervato che è stato il sul piazzamento, sulla presa ferrea, sulla freddezza («il por- tro big. Esordio a 19 anni e por- più grande di tutti. La Sampdotiere di ghiaccio») e soprattut- ta mai più abbandonata (259 ria non lo volle perché gli manto stava molto fuori dai pali, presenze) fino al passaggio al cava il dito mignolo della mauna posizione impensabile fi- Milan berlusconiano. Con Gal- no destra, perduto manovranno ad allora. Albertosi era il li si sviluppa il concetto della do una falciatrice nel campo L’attaccante Roberto Baggio, 94 presenze contrario. Atletico e sfacciato, presenza fisica e della direzio- paterno, a Carmignano di e 39 reti, ha giocato nella Fiorentina la camminata sciolta, l’aria un ne della difesa, del portiere Brenta. Nella Fiorentina 315 dal 1985 al 1990. Fu ceduto alla Juventus po’ western del tipo «a uno co- «che dà sicurezza». L’ultimo presenze e 31 gol, rigori scienme me non segnerete mai». Fu- anello della catena di sviluppo tifici, punizioni senza scampo. mava, guidava i cavalli, gioca- è stato Toldo, alto e robusto da Non dimentichiamoci di Passa- ❜❜ La rimpatriata Bati, cena a sorpresa con i vecchi amici E le magliette di Dati Una rimpatriata a sorpresa, tra scherzi, battute e gli splendidi ricordi del passato. Gli amici fiorentini di Batistuta ieri sera hanno organizzato per il Re Leone una cena — a sua insaputa — insieme ai vecchi compagni di squadra. In serata lo hanno portato alla Buca San Giovanni, il ristorante dove spesso anche la sua Fiorentina andava a festeggiare o a sancire patti speciali per nuovi traguardi. Ad aspettarlo tanti volti che hanno avuto il piacere di giocare con lui: dal centrocampista Bigica al roccioso difensore Amoruso fino allo staff medico quasi al completo: il dottor Manzuoli e i massaggiatori Benesperi e Luciano Dati, grande amico di Bati che festeggiava i traguardi del Re Leone con trovate originali (cappelli e maglie speciali come quella nella foto ieri sera) e capace di tirar su il morale di tutti con la sua ironia, le sue trovate estemporanee e i suoi travestimenti. (L.M.) © RIPRODUZIONE RISERVATA rella, duro guerriero dal sinistro forte. I centrocampisti, là dove si costruisce il gioco. Chiappella, un mediano che diventò uno stopper inconsapevole nella grande Fiorentina. Con lui nacque il mezzo sistema, il modulo astuto di Bernardini. Tatticamente una figura storica. Ma storico Beppe lo è stato per tante altre cose. Come Picchio De Sisti che giocava con la semplicità della saggezza ed aveva l’istinto di chi prevedeva l’azione avversaria. Poi tornò alla Roma. «Ci manchi tanto» gli disse un giocatore della Fiorentina quando De Sisti si ripresentò da avversario. «Anche a noi» disse ironico Ciccio Cordova, capitano giallorosso. Accanto a De Sisti, come vuole la prassi e non solo quella, Claudio Merlo il cui nobile scopo era quello di far segnare i compagni, una scelta che non ripaga quanto dovrebbe. E poi Rui Costa sempre un po’ più bravo, sempre un po’ meno bravo di quanto avrebbe potuto essere. Di Antognoni vogliamo parlare oppurre diamo tutto per già noto? È stato e rimane il più amato di tutti dal giorno in cui, all’esordio in serie A, dissero di lui che giocava guardando le stelle. L’eleganza naturale, la corsa da giocatore di razza, la fedeltà ai colori viola, le sfortune patite e superate. Antognoni non è stato soltanto un giocatore. Gli attaccanti, infine, razza pregiata e privilegiata. Le cavalcate di Julinho, l’istinto generoso di Montuori, le astute discese di Hamrin, il tocco felpato di Amarildo, la geniale freschezza del giovane Baggio, il tiro sonante del giustiziere Batistuta, tornato qui a rinfrescarci la memoria e a rinfrescarsi la gloria. Poi ci sono gli intrusi, quelli a cui siamo affezionati per ragioni personali, per via di un momento o di un ricordo. Ciascuno ha il suo giocatore che non c’entra nulla con i grandi, ma che gli piace ricordare. Il nostro è l’ala Marchetti, che aveva baffetti alla Clark Gable e giostrava sulla fascia laterale, tra primaverili margherite, in una lontanissima primavera. © RIPRODUZIONE RISERVATA Super Viggiano all’ultimo tuffo E la Mens Sana ora ci crede Il killer dell’ultimo minuto colpisce ancora. Jeff Viggiano ha la faccia tosta giusta per chiudere con una tripla a un secondo dalla fine la partita contro i polacchi dello Stelmet Zielona Gora. Una gara vissuta per tutti i quaranta minuti con molta intensità da parte della Montepaschi che ha trovato il guizzo nel minuto finale iniziato sotto di quattro punti con una penetrazione di Rochestie e il tiro di Jeff il killer. Esultano i 4020 spettatori del Mandela Forum che hanno accompagnato l’intensa partita della Mens Sana anche se non bellissima. Una conclusione con il copione già scritto nel finale a Malaga e che vede l’uomo di ghiaccio Viggiano non avere paura a prendersi la responsabilità in una serata in cui Hackett ha giocato a corrente alternata. Nelle ultime due azioni decisive la difesa dello Stelmet ha chiuso con energia le iniziative dell’uomo faro di Siena, ma Viggiano ha trovato la tripla che vale il match. La vittoria consente alla Montepaschi di cacciare definitivamente indietro le speranze dei polacchi di qualificarsi al turno successivo e di agganciare al quarto posto Malaga che ha perso a Istanbul con il Galatasaray. Per Siena ci sono adesso concrete speranze di passaggio del turno confidando nel successo tra due settimane al Mandela conBatticuore tro Malaga provanIl tiro da tre punti doci nel prossimo proibitivo turno ad a un secondo Atene con l’Olymdalla fine regala piacos. Non segna la vittoria nessun punto ma cattura ben 10 rimbalzi Spencer Nelson, sempre più fondamentale nei meccanismi della Montepaschi. Siena ha cercato di tamponare bene, riuscendoci, l’urto al rimbalzo dei polacchi conquistandone 40 contro i 33 degli ospiti. La partita. Siena ha un buon avvio di gara in cui riesce a sfruttare le conclusioni dalla distanza di Carter e recuperi di palla di Green (12-7 al 4’). La tripla di Brackins arriva da dopo quattro minuti senza canestri (21-22 al 16’). Lo Stelmet con Eyenga e Chanas tenta di allungare (24-29 al 19’). La difesa di Siena però è attenta e, con dei recuperi di palla di Hackett, torna in parità (30-30 al 20’) dimostrando di voler lottare su ogni pallone pur in una serata in cui il tiro da tre non funziona: dopo aver centrato le prime due triple, la Montepaschi arriva alla sirena con sette errori consecutivi dalla grande distanza. Ress e Carter nel terzo periodo invertono la tendenza nel tiro da tre (37-35 al 24’), ma lo Stelmet è pronto a proiettarsi al rimbalzo d’attacco sfruttando le conclusioni di Dragicevic (43-46 al 28’). Nel punto a punto finale prevale la freddezza di Viggiano e Siena esulta. Andrea Sbardellati © RIPRODUZIONE RISERVATA