Il tulipano, un fiore fra i più amati e coltivati
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Il tulipano, un fiore fra i più amati e coltivati
Il tulipano, un fiore fra i più amati e coltivati ORTO E DINTORNI Un fiore per ogni mese Iris Fontanari Note botaniche Il tulipano appartiene al genere Tulipa, che comprende circa 100 specie originarie dell’Asia occidentale, e alla grande famiglia delle Gigliacee (o Liliaceee), una delle più importanti dal punto di vista ornamentale. Il bulbo è perlopiù ovale con un apice appuntito ed è ricoperto da uno o più strati di tunica biancastra e coriacea. I giovani bulbi producono un’unica grande foglia, mentre le piante adulte hanno due o più foglie solitamente carnose, ellittiche, scanalate, lunghe fino a 25 cm. I fiori sono eretti, grandi e vistosi ed hanno sei petali (tepali) di vario colore: predominanti sono il rosso e il giallo, ma si trovano pure il rosa, il bianco e il viola e numerose varietà screziate, ottenute per ibridazione. La parte interna di ogni tepalo possiede spesso una macchia scura alla base. Gli stami sono sei, opposti ai petali; l’ovario ha forma ellissoidale, con o senza un corto pistillo con lo stimma trilobato. Le varietà Tutti noi oggi possiamo coltivare i tulipani, se lo desideriamo, perché i bulbi non hanno sul mercato un prezzo eccessivo. Ma nel 1600, quando questi fiori erano ancora molto rari, si racconta che un solo bulbo di una varietà particolarmente pregiata fosse venduto per l’equivalente di oltre due milioni di lire! TERRA TRENTINA È difficile immaginare la primavera senza la visione delle sgargianti bordure di tulipani nei nostri giardini o nelle aiuole di paesi e città. Scoperti dagli Olandesi nel XVI secolo, questi bellissimi fiori hanno davvero conquistato il mondo e, quando sbocciano in distese mozzafiato, offrono uno spettacolo davvero incomparabile. Ogni anno, con la loro esplosione di colori, oltre a rendere “preziosi” i nostri parchi, annunciano anche la fine dei mesi più rigidi e grigi dell’inverno. Le varietà e gli ibridi di tulipano disponibili sono ormai così numerosi da consentire la loro utilizzazione anche in ogni angolo dell’orto o del terrazzo e nei climi più vari. Sono infatti adatti a creare aiuole o macchie di colore sia in mezzo ai prati e lungo i sentieri dei giardini, sia sui balconi, magari associati ad altri fiori primaverili, o anche in casa, coltivati in vaso o come componenti raffinati di stupende composizioni floreali. I tulipani, inoltre, si possono associare anche alle perenni o alle bulbose che fioriscono alla fine dell’inverno; bellissimi effetti si ottengono, ad esempio, accostando tulipani rosa a viole bianche oppure tulipani gialli a “non ti scordar di me” azzurri oppure tulipani rossi a viole gialle. 45 ORTO E DINTORNI TERRA TRENTINA 46 Negli ultimi decenni la passione per questo fiore si è manifestata nella ricerca di varietà sempre nuove, diverse per colore, forma e screziatura. Le varietà ottenute sono frutto di incroci eseguiti da vivaisti ed ibridatori mediante particolari tecniche. La maggior parte dei moderni tulipani da giardino deriva da Tulipa gesneriana, una specie spontanea originaria dell’Asia Minore, che fu alla base dei primi incroci per creare forme sempre più smaglianti e sorprendenti; tuttavia, nella continua ricerca di nuove varietà, sono state utilizzate anche altre specie, quali T. kaufmanniana (proveniente dal Turkestan, dal colore variabile fra il bianco-crema e il giallo), T. fosteriana, (Uzbekistan, color rosso scarlatto) e T. greigii (Turkestan, rosso vivo con base gialla). Secondo l’Associazione reale dei coltivatori di bulbi olandesi, l’intero patrimonio di varietà ottenute dal lavoro umano è attualmente classificabile in 15 classi e 4 partizioni: tulipani precoci (come “semplici precoci”, “doppi precoci”, “trionfo” ecc.), tulipani medio-precoci (“Darwin ibridi”, “semplici tardivi”, “a fiore di giglio”, “frangiati” ecc.) tulipani tardivi (“viridiflora”, “Rembrandt”, “pappagallo” ecc.) e tulipani botanici. Mentre i primi tre gruppi si riferiscono all’epoca di fioritura (fra marzo e maggio), il quarto gruppo, detto delle Specie, comprende varietà derivate dai diversi e numerosi tulipani spontanei presenti in natura. A quest’ultimo gruppo appartengono esemplari che, anche se furono classificati come “specie botaniche”, sono in realtà degli ibridi che mantengono molte proprietà delle specie originali. I tulipani botanici hanno un grosso vantaggio rispetto agli altri: una volta lasciati sul terreno, tendono a naturalizzarsi ed a creare macchie di colore estremamente naturali. Al momento dell’impianto, andranno pertanto presi a quattro o cinque per volta in una sola mano e buttati, così come capita, sui prati o nei giardini di tipo rustico; andranno quindi interrati nel punto della caduta (vicinissimi o anche molto lontani tra loro). Contrariamente a quanto accade con gli altri gruppi di tulipani, quelli botanici non si tolgono mai dalla terra e, una volta piantati, possono rimanere nello stesso luogo per molti anni. Solo lasciandoli indisturbati, questi bulbi potranno moltiplicarsi ed allargarsi secondo il proprio... gusto, regalandoci lo spettacolo di cui già s’è accennato. La coltivazione La coltivazione dei tulipani è facilissima, anche per chi è alle prime esperienze, perché queste piante non sono esigenti in fatto di terreno; prosperano, infatti, in qualsiasi terra normale, purché ben drenata, meglio se mista a torba e concimata moderatamente con fertilizzante organico. I bulbi si piantano in autunno (da noi, a fine ottobre), dopo aver preparato il terreno (scelto in posizione soleggiata o sotto alberi, mai in piena ombra) con una buona lavorazione, un ottimo drenaggio e l’aggiunta di un buon fertilizzante da bulbose. Al momento della piantagione, si vanga il terreno alla profondità di 20-30 cm, quindi si pongono i bulbi in piccole buche profonde di 8-12 cm; infine, si pressa e si bagna per aiutare la terra ad avvolgere il bulbo eliminando gli spazi d’aria. Durante l’inverno i bulbi non necessitano di particolari prote- zioni, avendo in sé tutte le sostanze nutritive di cui necessitano anche sotto terra; solo nelle località in cui si registrano forti gelate è bene proteggerli con una pacciamatura di foglie secche (da togliere a fine inverno). Dopo la fioritura è indispensabile eliminare le corolle per evitare il formarsi dei semi e provocare quindi l’indebolimento dei bulbi; si recideranno poi gli steli a una quindicina di cm dal suolo, salvando però le foglie che forniranno il nutrimento al bulbo, perché sia in grado di rifiorire nel ciclo successivo. Quando le foglie saranno secche, si potranno prelevare anche i bulbi che andranno posti, privi del tutto dello stelo e ben ripuliti, in cassette o scatole e conservati, in luogo fresco e completamente privo di umidità, fino all’autunno. La coltura in vaso Chi non possiede un orto o un giardino, potrà coltivare i tulipani sul terrazzo o sui balconi utilizzando vasi di terracotta oppure cassette a forma rettangolare. I bulbi andranno collocati un po’ più in superficie rispetto alla coltura in piena terra; per coprirli saranno perciò sufficienti 2-4 cm di terriccio. Le annaffiature saranno abbastanza frequenti perché le radici non debbano subire danni molto gravi a causa della secchezza del terreno. Per la coltura in casa si può ricorrere alla cosiddetta “forzatura”: in autunno, invece che nel giardino, si pianteranno i bulbi in vasi che verranno portati all’aperto - dove si lasceranno per circa tre mesi - quando la temperatura avrà raggiunto valori inferiori ai 9 gradi. Si dovrà però prima coprirli di terra fino al bordo e proteggerli con uno strato di foglie secche.