Estate 2010 - San Valentino

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Estate 2010 - San Valentino
N. 28
Estate 2010
NOTIZIE E CURIOSITÀ DALL’AZIENDA P.S.P. “SAN VALENTINO”
CITTÀ DI LEVICO TERME
PER NON PERDERSI…
Estate 2010
N. 28
Dal Presidente…
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p. 1
Il Comitato di Redazione
di Adolfo Pasquale Presidente
Lavori di ampliamento …………………………………………………………………… p. 3
e adeguamento funzionale
di Fabrizio Uez Direttore
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p. 4
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p. 6
Azienda pubblica di Servizi alla persona
“San Valentino” - Città di Levico Terme
Riabilitazione in acqua
Testi a cura di
Servizio sociale e di animazione
Foto
Servizio Animazione
Emil Bosco
Fonti varie
a cura dei fisioterapisti
“L’acqua”, appunti di un’esperienza
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p. 8
di dott. Francesco Filippi
…………
p. 10
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p. 11
Il nostro quadro
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p. 13
Giochi de sti ani
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p. 15
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p. 19
Buone pratiche per una quotidianità sostenibile
Quando un tempo mancava l’acqua
Pensierini…
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p. 21
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p. 22
I perché di chi vive la quarta età
La mia esperienza militare
Un particolare ringraziamento a
tutti coloro i quali hanno
contribuito con racconti, articoli ed
altre forme di intervento a dare vita
a questa ventottesima edizione de
“La Luna”
Pubblicazione gratuita ad uso
interno
di Marcello Garollo
Caffè dibattito
a cura delle educatrici
Ricette di drink
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p. 24
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p. 25
“La memoria dell’acqua”
Serenate all’estate
p. 23
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p. 26
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p. 27
Ricordi sull’altalena
Impaginazione e stampa
Ricordi… in rima
di Anna Maria Buccella
Momenti di noi…
……………………………………………………………………………………
p. 28
Publistampa Arti Grafiche
Pergine Valsugana (Tn)
Carta patinata opaca da foreste
ambientalmente amministrate
1 | Estate 2010
DAL PRESIDENTE…
di Adolfo Pasquale Presidente
Quale contributo per questo numero
del nostro giornalino “La Luna”
ho pensato di pubblicare la lettera che
il sottoscritto, in qualità di Presidente,
ha inviato al Dott. Fabio Recchia, che
dopo quasi tre lustri ha lasciato il
Consiglio di Amministrazione della
nostra Azienda per intraprendere
un’altra importante esperienza di
Consigliere comunale e di Vicepresidente
del Consiglio comunale di Levico Terme.
aro Fabio,
la tua elezione a Consigliere comunale
ha determinato le tue dimissioni dal
C.d.A. della nostra Azienda per incompatibilità fra
le cariche. Già in occasione della presa d’atto tutti
i membri del Consiglio di Amministrazione, il Direttore, anche in rappresentanza di tutto il personale, i Componenti del Collegio dei Revisori del
Conto hanno avuto modo di porgerti un caloroso
ringraziamento per il tuo impegno ultradecennale
al servizio della nostra realtà e un augurio di un
fruttuoso lavoro in qualità di Consigliere comunale
della nostra città.
Con la presente vorrei ricordare quanto, con la
tua collaborazione, abbiamo elaborato e portato a
termine o in fase di prossima realizzazione. In questi sette anni e mezzo di consigliatura presieduta
dal sottoscritto abbiamo dato corpo ad una realtà
aziendale di alta qualità che tutti ci riconoscono e
vorrebbero imitare raggiungendo ottimi risultati
grazie ad una determinata volontà collegiale del
C.d.A., di una fattiva collaborazione e disponibilità
da parte di tutto il personale, di una leale e qualificatissima professionalità dirigenziale da parte del
Direttore e di tutto lo staff organizzativo, amministrativo e sanitario nonché attraverso il riconoscimento e la valorizzazione del lavoro dei familiari e
del volontariato.
Con l’esterno sono stati intrattenuti ottimi rapporti di partecipazione alla vita della nostra organizzazione provinciale Upipa, con l’Assessorato
provinciale competente e con i suoi funzionari, con
l’ex Comprensorio C4, con il Comune di Levico
«C
Estate 2010 | 2
Terme nonché forti interrelazioni e scambi tra le
varie analoghe aziende in particolare della Valsugana, del Tesino e del Primiero.
Le realizzazioni sono state numerose e qualificanti quali: la ristrutturazione dell’ex Casa Andreatta, ora Centro Polifunzionale “Isola della
Luna”, dove dal 2008 è stato attivato un Centro
D iurno che andrà completandosi nei prossimi
mesi, una Casa soggiorno di 6 posti letto, è stato
aperto il Centro O rizzonte per degenti gravi, è
stata ottenuta e riconfermata la Certificazione di
Q ualità EN ISO 2001,è stata allargata, ampliata
e validamente consolidata e qualificata la pianta
organica delpersonale e deicollaboratorim edici,
sono state effettuate opere disistem azione e m iglioriealla nostra struttura rendendola sempre più
funzionale e confortevole.
Siamo in fase operativa per importanti lavori di
messa a norma della nostra sede per quasi due milioni di euro, abbiamo le autorizzazioni di massima
del Comune di Levico e dell’Azienda Provinciale per
i Servizi Sanitari per la realizzazione di un parcheggio di settanta posti macchina per quasi un
milione e mezzo di euro.
Con l’occasione di questi lavori, che pensiamo
di completare entro la scadenza del nostro mandato, facciamo affidamento al tuo nuovo ruolo
pubblico per appoggiare presso l’Amministrazione comunale quanto più volte abbiamo concordato e discusso nel C.d.A. e cioè quello di avere
a disposizione il caseggiato “Scuole Elementari”
nel momento del trasferimento delle stesse nella
prevista nuova sede. Con tale disponibilità, come
ben sai, si aprirebbero future realizzazioni utilissime e qualificanti per la nostra struttura, per la
nostra città e per la nostra popolazione. Infatti un
così vicino edificio ci potrebbe essere di grande
utilità per alleviare da subito i disagi agli ospiti
durante la fase dei prossimi lavori di messa a
norma e successivamente dare compimento ai
programmi di nuove strutture quali: Centro Servizi,am pliam ento della Casa Soggiorno,Alloggi
protetti,Asilo nido interaziendale,Centro diurno
per dem enti,H ospice,postidisollievo,m ensa,
sale di socializzazione per anziani e diversam ente abili, insomma una molteplicità di servizi
che oggi mancano sul nostro territorio e alla nostra comunità.
Vedi che il lavoro non ci manca e non ci mancherà.
Grazie di cuore per il tuo prezioso e costante
contributo che hai profuso per un così lungo periodo nel C.d.A. della nostra Azienda ed ancora auguri per il tuo nuovo mandato».
«La bellezza non è nel viso.
La bellezza è nella luce del cuore»
Kahlil Gibran
3 | Estate 2010
LAVORI DI AMPLIAMENTO
E ADEGUAMENTO FUNZIONALE
di Fabrizio Uez Direttore
quindici anni esatti dal rientro in struttura
(1995), dopo sei anni di trasferimento alla
Croce Rossa (futuro polo scolastico), la sede
della R.S.A. sarà nuovamente interessata da importanti lavori di ristrutturazione. I progetti preliminari sono già stati approvati e sono state
presentate alla Provincia Autonoma di Trento le relative domande di finanziamento. Gli interventi
previsti sono principalmente due, essi riguardano
la ristrutturazione e la sopraelevazione del padiglione “Silvio Libardoni” e la realizzazione di un
parcheggio interrato, con circa 70 posti macchina,
ad uso esclusivo dell’Azienda. Oltre a questi verranno eseguiti altri lavori volti al miglioramento
del patrimonio, manutenzione degli edifici e riqualificazione funzionale della struttura (adeguamento degli impianti, realizzazione di un garage
automezzi e depositi, sostituzione delle finestre
dell’antica Chiesetta di San Valentino, ecc.).
Il primo intervento che verrà realizzato sarà
quello riguardante il padiglione “S. Libardoni”. La
necessità di adeguamento della struttura è emersa
a seguito della visita di audit per la verifica dei requisiti minimi per l’autorizzazione sanitaria, effettuata nel 2006 da parte dell’apposito Nucleo di
valutazione provinciale. Il progetto prevede l’adeguamento del numero dei servizi igienici per le persone non autosufficienti (minimo di uno ogni due
stanze) e, conseguentemente, l’ampliamento in altezza dell’edificio per mantenere lo stesso numero
di posti letto. In un primo momento, al fine di evitare disservizi e disagi ai residenti, oltre che inevitabili lungaggini e difficoltà nell’esecuzione delle
A
opere, si era pensato di trasferire parte dell’attività
(circa 30/40 posti) in un’altra sede; successivamente, a seguito di un quasi unanime pronunciamento dell’Assemblea dei famigliari e dei residenti,
si è preferito prevedere l’effettuazione dei lavori in
lotti funzionali con i residenti in struttura.
In tempi successivi verrà realizzato, come sopra
accennato, un ampio parcheggio di due piani interrati sotto l’attuale parcheggio del Poliambulatorio di proprietà comunale; sono già stati presi
accordi in tal senso con il Comune per la concessione in uso del terreno. Dopo i lavori verrà ripristinato il parcheggio in superficie mentre nel
periodo dei lavori, l’Amministrazione comunale
metterà a disposizione del Poliambulatorio un
parcheggio in un’area adiacente (piazzale delle
scuole o strada pubblica), visto che l’intervento
non si potrà comunque effettuare prima del 2012,
cioè ad Istituto scolastico trasferito nel nuovo polo
ex C.R.I.
Estate 2010 | 4
AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA
“SAN VALENTINO” - CITTÀ DI LEVICO TERME
data di fondazione
1886*
indirizzo
tel. 0461.706464 • fax 0461.706232
e-mail: [email protected]
Sede/R.S.A: Via Cavour, 65 • 38056 Levico Terme
Centro polifunzionale
“isola della luna”:
Via Casotte, 2 • 38056 LEVICO TERME
conSiglio di aMMiniStrazione
Presidente Adolfo Pasquale
Vicepresidente Marco Francescatti
Consiglieri Sandra Andreatta Pohl • Giuliano Avancini
Giacomo Collenz • Fabio Recchia (dimissionario) • Roberto Vettorazzi
collegio dei reviSori del conto
Presidente Dott. Alberto Andreatta
Revisori Dott.ssa Lucia Avi • Dott. Fiorenzo Malpaga
direttore
Fabrizio Uez
Medico coordinatore Sanitario
Medico coadiutore
Dott. Abraham Ndimurwanko
Dott. Giuseppe Valestra
Servizi
Residenza sanitaRia assistenziale (R.s.a.)
n. 135 posti
(non autosufficienti)
Nucleo assistenziale riabilitativo
Complesso (n.a.r.c.) “l’Orizzonte”
• Servizio ristorazione per esterni
n. 20 posti
CentRO pOlifunziOnale di seRvizi
“isOla della luna”
• Casa di soggiorno (autosufficienti)
n. 6 posti
• Centro diurno
n. 12 posti
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organizzazione/Settori operativi
•
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Area economico finanziaria e affari generali
Area servizi del personale
Area servizi assistenziali e sanitari
Area servizi sociali, generali e riabilitativi
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•
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Servizi amministrativi
Servizio infermieristico
Servizi assistenziali e sanitari
Servizio riabilitazione
Servizio sociale e animazione
Servizio ristorazione
Servizio guardaroba/lavanderia
Servizio cura della persona (parrucchiera e estetista)
Servizio manutenzione e trasporto
dotazione organica
•
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•
•
•
•
•
n. 4 Funzionari responsabili di Area
n. 6 Amministrativi
n. 15 Infermieri Professionali
n. 90 Operatori (O.S.S. - O.S.A. - Ausiliari)
n. 3 Fisioterapisti
n. 4 Educatori Professionali
n. 2 Animatori
n. 3 Cuochi
n. 2 Operai manutentori/autisti
qualità
• Certificazione S.Q. UNI EN ISO 9001:2000
• Benchmarker 2010 / Marchio Qualità & Benessere U.P.I.P.A.
attività qualificanti
•
•
•
•
•
•
•
Assistenza globale e personalizzata
Nucleo speciale per persone con problemi comportamentali
Progetti animativi mirati
Pet therapy
Riabilitazione in acqua
Soggiorni estivi al mare
Sportello di ascolto per Residenti, famigliari e personale
* L’Azienda P.S.P. “San Valentino”, un tempo denominata “Ricovero”, in seguito “Casa di Riposo” e poi “Centro
Residenziale e Assistenziale per Anziani”, affonda le proprie radici nelle storia locale e più precisamente in quella delle
Confraternite (Confraternita dei SS. Vittore e Corona, del Corpo di Cristo, della Madonna del Rosario, del Pio Oratorio
di San Filippo Neri, ecc.), fiorite nelle nostre zone attorno al XVI secolo. A queste subentrò attorno al 1780-1790
l’“Istituto dei poveri”, nel quale fu incluso anche l’“ospedale di Levico”, il primo nucleo di quella che sarà l’attuale
R.S.A., situato al piano superiore dell’antica Chiesetta di San Valentino.
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RIABILITAZIONE
IN ACQUA
a cura dei fisioterapisti
Sei sedute per utente alla piscina
dell’A.P.S.P. “Centro Don Ziglio”,
proposte dai fisioterapisti per far
svolgere ad una persona diversamente
abile dei movimenti e degli esercizi
terapeutici che sarebbero impossibili o
difficili da eseguire fuori dall’acqua.
Introduzione
L’attività in acqua ha in sé una grande valenza
riabilitativa, sia nel campo strettamente fisioterapico che in quello sociale e ricreativo.
L’acqua rappresenta infatti un mezzo ideale, se
si considera la presenza di una parziale assenza di
gravità, per poter far svolgere ad una persona diversamente abile dei movimenti e degli esercizi te-
Alcuni pensieri degli ospiti
che hanno partecipato all’attività in acqua:
annamaria
« È stata un’esperienza piacevole e divertente.
All’inizio avevo paura perché non ero mai stata
in piscina ma poi mi sono rilassata. In acqua
mi sentivo leggera, riuscivo a muovermi meglio
e a camminare!
»
renzo
Annamaria e Stefano
« È stato bello, un’esperienza molto positiva.
Ho sentito le gambe che si rilasciavano »
giuseppina
« È stato molto bello. L’ambiente e l’acqua
erano caldi. Mi sono sentita le gambe leggere
anche dopo essere uscita dalla piscina. Sono
stata bene tutta la sera senza sentire dolore!
»
7 | Estate 2010
rapeutici che sarebbero impossibili, o comunque
difficili, da eseguire fuori.
L’idroterapia offre la possibilità di un recupero
di “schemi” ed “immagini” di movimento che, pur
parzialmente evocabili dopo il trauma o la malattia,
non essendo stati più esercitati, sono stati persi, dimenticati.
Questa attività rappresenta per un fisioterapista
un valido strumento terapeutico rivolto a pazienti
con esiti di patologie di varia natura a carico del sistema nervoso centrale, del sistema nervoso periferico, vascolare, ortopedico-traumatologico.
Da ottobre del 2009 i fisioterapisti hanno quindi
proposto ad alcuni ospiti la possibilità di recarsi alla
piscina dell’A.P.S.P. “Centro Don Ziglio” per una terapia individuale in acqua. Un ciclo di riabilitazione
in acqua prevede sei sedute per utente.
Marino
« È stata un’esperienza nuova, bella.
Ho accettato subito con entusiasmo per fare
qualcosa di diverso. Mi è piaciuto molto perché
sentivo le gambe più leggere anche dopo essere
uscito dall’acqua
»
Maria
« Ho iniziato l’esperienza con una certa
titubanza. Invece ho scoperto che in acqua
provo un grande sollievo e rilassamento.
Mi piace molto, è un’ottima esperienza
»
Estate 2010 | 8
“L’ACQUA”,
APPUNTI DI UN’ESPERIENZA
di dott. Francesco Filippi
l tema dell’acqua, per vastità e complessità, risulta difficilmente adattabile ai tempi ed ai
ritmi di un paio di incontri pomeridiani. Cercando il materiale per l’esposizione ci si è accorti
ben presto che ogni argomento che avesse al centro l’acqua ne portava con sé molti altri altrettanto importanti e non trascurabili, tanto più
appoggiandosi ad emozioni ed esperienze di una
comunità come quella di Levico che ha avuto gran
parte della propria storia scritta “dall’acqua” e
“con l’acqua”.
Si è scelta l’esposizione delle tematiche attraverso una semplice metafora che riuscisse a supportare gli accenni a tutti gli aspetti della vita in
cui l’acqua rappresentasse il punto centrale; descrivere il rapporto tra uomo e acqua similmente
a quello di un dialogo di coppia, in cui due attori,
l’acqua e l’uomo, sono portati a costruire la propria vita comune, dialogando e collaborando.
L’idea si è dimostrata molto funzionale all’esposizione storica: si è infatti dedicato il primo dei due
incontri alle “parole” che l’acqua comunica meta-
I
L’intera esposizione di queste
tematiche è stata fatta attraverso il
ricorso ad esempi concreti tratti dal
passato della comunità, con l’intento di
coinvolgere gli ospiti alla narrazione
del ricordo dell’acqua e degli episodi ad
essa legati, con risultati interessanti.
Il dott. Francesco Filippi racconta
foricamente all’uomo, esponendo l’impatto di questo elemento sulla morfologia del paesaggio, sottolineando l’importanza dell’acqua nella creazione
e nel sostentamento della nostra comunità (l’acqua vita, l’acqua ricchezza).
Si è poi passati a trattare gli aspetti più violenti
di questo dialogo che l’acqua instaura con l’uomo,
attraverso le catastrofi naturali (piene e inondazioni, mutamenti geologici distruttivi).
L’intera esposizione di queste tematiche è stata
fatta attraverso il ricorso ad esempi concreti tratti
dal passato della comunità, con l’intento di coinvolgere gli ospiti alla narrazione del ricordo dell’acqua e degli episodi ad essa legati, con risultati
interessanti specie per quanto riguarda i ricordi
delle tragedie causate da scarsa attenzione e rispetto per l’elemento acqua.
Si conclude, concordemente, che spesso l’acqua, in questo continuo dialogo con l’uomo, è costretta ad urlare con violenza le proprie ragioni,
9 | Estate 2010
Pochi esempi riguardanti l’uso
dell’acqua a livello domestico
e le differenze col presente sono
bastate a scatenare i ricordi
degli ospiti su modi di vita passati.
ricordando la sua importanza ed il rispetto che le
è dovuto.
Il secondo incontro, ricalcando l’idea metaforica del matrimonio tra acqua e uomo ha invece
trattato le azioni di quest’ultimo: per questo sono
stati ricordati gli aspetti della vita quotidiana del
passato in cui l’acqua condizionava la vita delle
persone. Pochi esempi riguardanti l’uso dell’ac-
Via Cesare Battisti - Levico Terme
qua a livello domestico e le differenze col presente
sono bastate a scatenare i ricordi degli ospiti su
modi di vita passati in cui il rapporto con l’acqua,
intesa come bene necessario non facilmente reperibile, era improntato alla fatica ed al rispetto.
Il ruolo sociale dell’acqua e delle sue fonti è poi
subito apparso chiaro ricordando il ruolo di fontane e lavatoi, anche qui a Levico, all’interno della
costruzione ed evoluzione della comunità (la fontana luogo topografico di incontro e socializzazione, un’occasione di dialogo e confronto tra le
persone).
L’acqua in casa come esempio di differenziazione sociale risulta, nei ricordi di molti, toccante
e quasi astioso. Si conclude il secondo incontro con
un accenno all’acqua come paesaggio: molto intenso il racconto del viaggio di nozze di un ospite
a Venezia ed il suo parlare, nostalgico, dei ricordi
della città dell’acqua.
Il ruolo sociale dell’acqua
e delle sue fonti è poi subito
apparso chiaro ricordando il ruolo
di fontane e lavatoi, anche qui a
Levico, all’interno della costruzione
ed evoluzione della comunità.
Estate 2010 | 10
BUONE PRATICHE
PER UNA
QUOTIDIANITÀ
SOSTENIBILE
Incontro con la signora
Imelda Nicolussi
bbiamo ritenuto importante all’interno del
nostro progetto “La memoria dell’acqua”
proporre ai nostri ospiti e famigliari degli incontri con degli esperti perché ci aiutino a capire il
valore effettivo di questo elemento essenziale per
la vita e riflettere sull’uso e abuso che se ne fa.
Per approfondire questo aspetto abbiamo chiesto la collaborazione al Servizio Ambiente del Co-
A
mune di Trento che sta lavorando per aumentare
la sensibilità sulle tematiche ambientali per un uso
consapevole delle risorse.
L’incontro è stato tenuto dalla signora Imelda
Nicolussi del Servizio Ambiente che ha collaborato
alla stesura e messa in atto del progetto “Buone
pratiche per una quotidianità sostenibile”.
La signora Imelda ha iniziato con la descrizione
di quanto impiega ed è faticoso per una donna in
Uganda il procurarsi l’acqua: fino a sei ore di cammino al giorno.
Questo ha colpito molto il pubblico poiché a
molte delle nostre ospiti è tornato alla mente
le ore da loro stesse impiegate per andare a prendere l’acqua alla fontana del paese con il famoso
bazilo o come ricordava lì una signora «mia
mamma mi mandava alla fontana fin da piccolissima con un secchiello che quasi quasi pesava
più di me».
Da questo la signora Imelda è partita per aiutarci a riflettere che l’acqua è davvero un bene prezioso che va salvaguardato.
LUNA E SOLE
di Paola Decarli
La Luna è un bellissimo titolo per il
giornalino della casa di riposo di Levico.
Quando vi entro non trovo però soltanto
La Luna, ma trovo anche il sole
che mi illumina e mi fa felice.
Ormai la frequento da anni e non posso
più abbandonarla.
Tanti sono gli ospiti che conosco e mi
riempiono di ricordi che mi gratificano.
Ci si scambia volentieri una parola
o una canzone, una carezza o un bacio
e con un saluto ci lasciamo
con un arrivederci a presto.
11 | Estate 2010
QUANDO UN TEMPO
MANCAVA L’ACQUA
AMABILE
Andavo con i grazedei e il bazilon alla fontana a
prendere l’acqua, al mio paese ce n’erano due e io
andavo spesso in quella della piazza.
Nessuno aveva l’acqua in casa e tutti andavano
alle fontane.
Si lavavano gli indumenti sul sasso robbio. Mi
venivano certe “buganze” (piaghe) con quell’acqua
fredda, chiazze blu che facevano un male atroce...
una volta mi sono venute fino alle ginocchia...
Più tardi arrivò in casa l’acqua, avevo il lavandino sul muro fuori di casa. Il più grosso del bucato lo lavavo alla fontana e poi lo risciacquavo al
nostro lavandino.
Si lavavano a mano anche i “panesei” (pannolini
di stoffa) e li stendevo lungo il poggiolo... era una
fatica, con cinque figli... Pian piano è arrivata la lavatrice che ho posizionato in cucina, ma i panesei
li ho lavati tutti io, forse per quelli dell’ultimo figlio ho utilizzato la lavatrice...
Giuliana Sadler anni ’50
Piazza Medici di Levico Terme
Piazza Parrocchiale di Levico Terme
Estate 2010 | 12
IDA
Noi eravamo fortunati perché vicino a casa passava un rio, avevamo costruito una vasca in cemento
che raccogliesse l’acqua e un inginocchiatoio per lavare gli indumenti… in inverno si ghiacciavano
mentre li risciacquavamo.
Molti andavano al Brenta, Mussolini aveva fatto
costruire sotto i ponti alcuni lavatoi.
Nei masi la situazione era peggiore, dovevano
scendere fino al Brenta o alle sorgenti, raccoglievano l’acqua nelle botti e con il carretto la riportavano al maso per darla agli animali.
C’erano le fontane nelle piazze… d’inverno
spesso usciva l’acqua dalle tubature e si ghiacciava
tutta la strada… si facevano di quei voli…
D’estate andare a lavare al Brenta era anche
bello perché ci si trovava in due/tre e si faceva una
cantata insieme mentre si lavorava.
Cartolina di Levico Terme
In inverno si lavava il necessario, le lenzuola si
tenevano da parte, di biancheria infatti ne avevamo
parecchia.
Ammucchiavamo le lenzuola in attesa della liscia nei cameroni che dalla primavera usavamo per
i bachi da seta.
Più tardi il comune portò l’acqua nelle fontane
dei cortili e successivamente nelle case allora sì che
«eren siori!».
Negli anni ’60 arrivò la lavatrice… mio marito
mi disse di essere stufo di vedermi lavare a mano e
un giorno il postino mi consegnò un grosso
pacco… era proprio la lavatrice! La vita cambiò
completamente…
Adesso abbiamo anche troppo, non si rendono
conto le donne di oggi di quanto sia stato faticoso
per noi…
13 | Estate 2010
IL NOSTRO
QUADRO
Avevamo pensato a un quadro con
piccole palline di carta crespa, tecnica
che anni fa si utilizzava spesso.
Abbiamo così proposto questa tecnica a
GianMaria così da allargare a quanti
più ospiti la possibilità di partecipare a
questa iniziativa.
vevamo ancora davanti agli occhi la grande
tela da guinness realizzata da GianMaria
Bertoldi quando presi dall’entusiasmo gli
abbiamo chiesto la sua disponibilità a realizzare
un quadro con noi.
Avevamo già pensato a un quadro con piccole
palline di carta crespa, tecnica che anni fa si utilizzava spesso.
Abbiamo così proposto questa tecnica a GianMaria così da allargare a quanti più ospiti la possibilità di partecipare a questa iniziativa.
Lui ne è stato entusiasta. Bastava solo pensare
al tema del quadro.
Neanche questo è stato un problema. Al pittore
è uscita naturale la proposta di uno scorcio del nostro lago di Levico con riflessa l’immagine del nostro logo: la luna.
Ci siamo dati appuntamento con GianMaria all’autunno per incollare le palline realizzate dai nostri ospiti che avremo prodotto durante l’estate.
Consideravamo l’accartocciare palline un’attività
A
Tutti impegnati nel far palline di carta crespa
semplice che poteva essere intrapresa da molti. In
realtà ci siamo resi conto che era un’attività faticosa per delle mani non allenate. Quindi abbiamo
proseguito più lentamente del previsto.
Al pittore è uscita naturale
la proposta di uno scorcio del nostro
lago di Levico con riflessa
l’immagine del nostro logo: la luna.
Estate 2010 | 14
Grande la soddisfazione nel vedere
le sudate palline comporre
un’immagine così armoniosa.
Tutti i commenti degli ospiti ma anche
degli operatori erano di vero stupore
nel vedere cosa si poteva ottenere
con delle semplici palline…
e la creatività di un artista!
Luciano sta componendo il quadro
A gennaio, dopo tanto lavoro, la quantità di palline ottenuta era sufficiente per concludere degnamente tutto il lavoro di interi pomeriggi di
laboratorio.
GianMaria Bertoldi con Ernesta e Carlo
Seguendo il prototipo preparatoci da GianMaria
abbiamo realizzato con passione il nostro quadro.
Grande la soddisfazione nel vedere le sudate palline
comporre un’immagine così armoniosa.
Tutti i commenti degli ospiti ma anche degli
operatori erano di vero stupore nel vedere cosa si
poteva ottenere con delle semplici palline… e la
creatività di un artista!
Infatti lo sguardo attento e competente di GianMaria ha seguito tutto il lavoro in un’atmosfera
molto concentrata.
Ora siamo orgogliosi di mostrarvi il risultato del
nostro lavoro che ci ha richiesto molto impegno…
ma ne è valsa la pena!
15 | Estate 2010
GIOCHI DE STI ANI
«LE STRADE E LE PIAZZE ERANO TUTTE NOSTRE!»
apertura al territorio è uno dei principali
obiettivi che si pone da sempre la nostra
struttura. Una delle modalità che stiamo seguendo è l’offrire uno spazio di interazione tra soggetti diversamente collocati nel ciclo di vita nei
quali emerga la diversità come arricchimento reciproco. Questi spazi sociali entro cui costruire un
dialogo tra le generazioni, nella nostra residenza
sono possibili anche grazie a un progetto che da alcuni anni stiamo portando avanti e che prevede la
programmazione della costruzione di un ponte tra
vecchio e nuovo.
Le occasioni di confronto sono state molteplici
nel corso degli anni con i bambini dalla scuola materna, ai ragazzi della scuola superiore. Hanno collaborato con noi le scuole, ma anche la parrocchia
o varie associazioni con le quali manteniamo frequenti contatti.
L’
Vogliamo presentarvi il progetto con le Scuole
elementari di Novaledo. La richiesta di collaborazione ci è stata fatta da una insegnante, nipote di
una nostra residente, per arricchire il loro lavoro proposto ad un concorso provinciale sui
Giochi dei nonni al quale hanno aderito
come scuola.
Gli ospiti coinvolti in questa iniziativa sono stati stimolati a raccontare in un piccolo gruppo i giochi
di quando erano bambini. Abbiamo
documentato le loro testimonianze perché ai
nostri residenti è stato chiesto di recarsi in
una classe e raccontare i loro giochi di un
tempo, le filastrocche, le conte e quant’altro. Lo
scritto è stato un aiuto nella loro esposizione. Gli
anziani si sono suddivisi nelle varie classi elementari e hanno trasmesso con entusiasmo ai bambini
non solo le conte, ma anche il gusto e il divertimento per le piccole cose e i bambini hanno risposto con calore a questi racconti.
Particolarmente emozionante è stata la festa di
fine anno dove i ragazzi con le insegnanti hanno presentato il loro lavoro sui giochi di un tempo utilizzando anche le informazioni che i nostri residenti, in
semplicità, gli avevano raccontato pochi mesi prima.
Conte, giochi e filastrocche sono risuonate nella
sala e nei cuori dei nostri ospiti come ricordi preziosi di tempi sereni, di piazze e strade piene di risa
di bimbi.
Estate 2010 | 16
Giochi esterni per la bella stagione
IL SERPENTE (la bisa) ci si prendeva per mano e si correva per le strade e per i prati
formando un serpente più o meno lungo a seconda di quanti si accodavano.
CAMPANON / SETTIMANA / CHIOCCIOLA / ALL’OMO (a seconda dei posti il gioco aveva la sua denominazione): si disegnava per terra la forma di una campana o di una chiocciola, si divideva in 7 parti
e poi saltellando su un piede si spingeva un sasso, di solito piatto, fino all’ultimo scomparto. Se il sasso
si fermava sulla riga si era eliminati, vinceva chi riusciva a portare il sasso fino all’ultimo riquadro.
BALOTOLE/PIRLE si faceva un piccolo buco nel suolo e si lanciavano delle palline di terracotta (come
le bilie di oggi che però sono in vetro) per centrare il buco. Era usanza che a chi faceva più canestri
venivano assegnate le palline più belle. Chi aveva il sacchetto con più palline era il bambino più
bravo nel gioco. Veniva dato il nome di Martine le palline che meglio saltavano e che tutti si contendevano. Era un gioco da fare all’esterno, la signora Giuseppina ci ha raccontato però che le era possibile giocare anche in casa poiché il pavimento della sua cucina aveva un buco che lei usava per il
gioco delle pirle.
NASCONDINO si giocava in tanti a nascondino per le vie del paese, e spesso, ci raccontano i presenti,
si andava a nascondersi persino nelle cantine o nelle soffitte.
GUARDIA E LADRI ci si divideva in due gruppi, il gruppo delle guardie doveva rincorrere quello dei ladri.
LA BALA non si giocava a calcio con le regole, ma ci si tirava la palla per strada, facendo semplicemente dei passaggi.
DARSELA nel gruppo si sceglieva uno che rincorreva gli altri, quando questo toccava una sua preda,
era la preda a diventare cacciatrice e tutti dovevano scappare in uno spazio delimitato.
GIOCO DELLA CORDA era principalmente un gioco femminile, si poteva giocare da soli, in due o anche più.
LANCIO DELLA MONEDA questo gioco consisteva nel cercare di colpire delle uova con delle monetine, chi centrava l’uovo e non lo rompeva poteva tenerselo. Si faceva a Pasqua.
CAFFÈ era un gioco solo da maschietti. Questi si piegavano su un ripiano mentre altri gli saltavano
sopra, era un gioco di forza e andava avanti fino a che non cadevano a terra.
CASOTA si disegnava sulla sabbia o comunque per terra una casetta e si spostavano dei pezzetti di
legno o dei sassi.
MONDINOVO era un gioco soprattutto per le femminucce e consisteva nello spargere su una superficie piana dei petali di fiori di vari colori, sopra veniva posizionato un vetro cosparso di sabbia, con
il dito si facevano dei disegni su questo ripiano e dava un bel effetto di tanti colori.
17 | Estate 2010
Giochi invernali
SCANDORLE si prendevano le tegole di legno dei tetti per lanciarsi giù dai prati. Era un gioco che si
faceva anche sulla neve. A volte si utilizzavano delle doghe in legno recuperate da letti ormai non più
utilizzabili.
GALMERE i maschi mettevano sotto le scarpe in legno del ferro (giazini), così facendo non si rovinava
il legno e quando c’era la neve scivolavano come coi pattini. Alle bambine veniva messa invece della
gomma in quanto loro dovevano essere più silenziose.
RAPOLO Maria e Carlo ci fanno un disegno del rapolo che assomiglia ad una slitta (le slitte costavano
troppo al tempo), venivano costruite dai papà che per farlo riutilizzavano dei vecchi scalini in legno
e sotto veniva posizionato del ferro per permettere alla slitta di scivolare meglio. Ci si saliva sopra
anche in 5-6 bambini e il momento più divertente era quando bisognava frenare, ci si metteva d’accordo altrimenti si rischiava di rovesciarsi tutti. Carlo racconta anche di quando ha rubato delle assi
di legno per costruirsi la slitta…
Ci viene raccontato inoltre che quando passava lo slittone (sliton, cason) con i cavalli o i buoi per pulire le strade i bambini erano i primi ad andare in strada perché si scivolava ancora meglio.
Giochi in casa per l’inverno
TOMBOLA, TRIA, DAMA erano giochi che si facevano in casa quando il tempo non permetteva di
uscire.
ZUCCHI quando c’erano delle grandi zucche i bambini si divertivano a scavarle e disegnargli occhi, naso
e bocca e poi vi infilavano una candela.
BARCHETTE E CAPPELLINI CON IL GIORNALE Maria e Carlo ne costruiscono due per farci un esempio.
LE BAMBOLE non esistevano le bambole di oggi, erano di pezza se non addirittura di legno, Amabile
ci racconta che la sua bambola era un pezzo rettangolare di legno con disegnato sopra la sagoma di
una bambola.
LETTERINE A S. LUCIA E GESÙ BAMBINO a quei tempi si scrivevano le letterine ma le richieste non
erano esagerate poiché si sapeva che ci si poteva aspettate dei mandarini, delle nespole, arachidi,
nulla più.
Estate 2010 | 18
Le Conte
«Quante rose nel mio giardino,
girerò girerò.
La più bella che ci sia
me la voglio portar via.
Me-la-vo-glio-por-tar-vi-a».
«Secio secielo oro più belo oro più
fin santa madre esca badesca tira
indrè quel pè del menego pesca».
«A bi e bo chi sta sotto non lo so
ma ben presto lo saprò a bi e bo».
19 | Estate 2010
PENSIERINI…
I bambini della scuola materna
di Levico sono venuti a trovare noi
e i piccoli pulcini appena nati
ed ecco cosa hanno raccontato
alle loro maestre al rientro.
ché erano
Mi sono piaciuti i cani e i nonni per
. I capelli mi
belli perché avevano i cani e i capelli
come i vecpiacevano perché avevano i capelli
chietti cioè grigi! Rachele Maria
Mi sono piaciuti i pulcini e i nonni che erano
anziani che vuol dire che loro non riescono più
a fare le cose in casa. Allora loro decidono di
andare alla casa di riposo, così li aiutano a fare le
cose e loro possono riposarsi! Alessandra
Mi sono piaciuti tanto i nonni perché erano
contenti quando abbiamo cantato la canzoncina.
Io volevo tanto cantare perché vedevo che loro
erano felici! Helena
Mi sono piaciute tanto le nonne perché avevano
i vestiti da nonna. Mi sembrava di volerle bene
perché erano brave e non gridavano. Avevano
una voce dolce e una nonna mi ha detto con la
voce dolce, dolce: «Grazie di avermi portato i
fiorellini!» Elisa
Quando sono andato alla casa di riposo mi sono
piaciuti i cani ma non mi sono piaciuti i pulcini
perché uno era nero ed era diverso dagli altri e
dovevano essere tutti uguali i pulcini perché erano
così dei veri pulcini perché i pulcini sono tutti
gialli e non uno nero! Emanuele
perché erano gentili.
Mi sono piaciuti i nonni
n le rotelle perché non
Erano su una sedia co
are. Loro sono lì perché
riuscivano più a cammin
e i letti e apparecchiare
non riuscivano più a far
stirsi e allora le signore
la tavola e lavarsi e a ve
aiutano e così allora, i
delle casa di riposo li
ati felici! Aurora
nonni, sono ancora torn
ni perché
Mi sono piaciuti i pulcini e poi i non
. Erano tutti
un nonno mi ha dato una caramella
ruote perché
vecchi e sdraiati su una sedia con le
sono molto vecchi! Angelica
Estate 2010 | 20
I PERCHÉ DI CHI VIVE
LA QUARTA ETÀ…
di Ezio Del Grosso
Gli anziani, quel libro aperto che deve
ancora essere scoperto…
traccia degli anni trascorsi… sono evidenti i
capelli bianchi, le mani secche e tremolanti
e quel sorriso regalato anche a sconosciuti.
Gli occhi ormai guardano senza trovare un’immagine definita, sono rivolti solo per scrutare una
luce, come se in quella luce nascesse ancora una
speranza.
La vita è anche questa, per loro che ogni giorno
è un giorno regalato, sicuramente nelle loro menti
si moltiplicano i mille perché, le mille domande
che non avranno mai risposta. Si chiederanno del
perché di tante guerre, del perché di tanto odio, del
perché, se la vita che è così breve, molti la vivono
nel modo sbagliato. Faranno anche un esame di coscienza, riconoscendo le proprie colpe ed esaltando
le loro buone azioni, consci che ormai sono impotenti perché sanno di guardare ad un orizzonte
nella fase del tramonto. Si chiederanno anche del
perché l’ultima tappa della vita molti la vivono con
sofferenze, con assenteismo totale alla vita stessa, o
nel peggiore delle ipotesi… soli… Tanti si chiederanno sicuramente… perché vivere e soffrire se poi
si deve morire? Pensiero questo che sicuramente
non sfiora chi ha vissuto sempre nella fede, nella
speranza, fiduciosi di un’altra vita oltre quella terrena.
Gli anziani, quel libro aperto che deve ancora essere scoperto, quelle pagine di vita dove il dolore è
A
stato diverse volte nascosto, racchiuso dentro
l’animo. Loro, che si rendono conto di dare “fastidio”, si sentono ingombranti, inutili, di troppo.
Cosa vuoi dire ad un anziano che si sente “di
troppo?”… nulla… pur sapendo che si priverà degli
affetti quotidiani, accetterà l’allontanamento…, è
consapevole di aver dato nella sua vita, ha seminato
e finché ha potuto, ha goduto del suo raccolto.
Quanti perché…, bisognerebbe elencarli tutti,
darli alle nuove generazioni, usarli come insegnamento di vita (impossibile sperare a risultati). Quei
perché rimarranno appesi nei pensieri di quelle
teste bianche, ora pensano solo a qualche carezza,
ad un sorriso, al sapere che comunque qualcuno
gli stia vicino, che non lo faccia sentire solo.
Se per un attimo l’egoismo umano venisse interrotto e a tutti verrebbe ribadito il concetto che:
IL LORO OGGI SARÀ IL NOSTRO DOMANI… forse,
qualche “vecchio” rimarrebbe meno solo.
21 | Estate 2010
LA MIA ESPERIENZA
MILITARE
di Marcello Garollo
l mio servizio militare non è stato poi così duro, così malvagio salvo i numerosissimi gavettoni che ho subito a Roma.
Ero in fanteria sussistenza, il c.a.r. l’ho fatto ad Orvieto, poi mi hanno trasferito a fare i picchetti armati del referendum del 1974 a Concessa di Catona,
piccolo paesino in provincia di Reggio Calabria.
Finito il c.a.r. sono stato destinato al servizio nelle carceri militari. Ero
presso il carcere militare di Roma “Forte Boccea” e questo è stato il momento
per me più difficile perché non volevo assoggettarmi a tutti gli scherzi che volevano fare i cosiddetti “nonni”.
A un certo punto mi sono ribellato, sono andato dal comandante e l’ho avvisato che volevo sporgere denuncia. Lui prese atto e da quel giorno i gavettoni finirono.
Una mattina, inaspettatamente, ricevetti un fonogramma nel quale mi veniva comunicato il trasferimento al carcere di Peschiera del Garda. Al mio capitano dispiacque lasciarmi andare perché ormai ero pratico degli incartamenti
ma io preferivo avvicinarmi a casa.
A Peschiera mi sono trovato molto bene, avevo tanti amici. Lavoravo tutta
la settimana fino alla domenica mattina poi nel pomeriggio andavo a casa per
la cosiddetta “fuga”.
Presso il carcere dovevo redigere a macchina tutti gli ordini di cattura e seguire le pratiche relative ai detenuti.
Mentre ero lì si verificò uno spiacevole episodio riguardo ad un sergente di un altro
corpo. Questi veniva preso in giro da tutti gli
altri ufficiali: un giorno decise di andare in licenza e dopo pochi giorni lo ritrovarono
morto a Bologna. A seguito di ciò vi furono
molte ispezioni da parte del ministero.
I
Tranne questo ultimo episodio spiacevole
il resto del mio servizio militare è trascorso
piacevolmente e ne porto con me sempre un
buon ricordo.
Estate 2010 | 22
ella nostra casa, con il mese di marzo abbiamo dato il via ad una nuova iniziativa che
prevede una serie di incontri sorseggiando
un caffè. In queste riunioni vengono affrontati i dodici fattori del Marchio Qualità Upipa. Questi fattori sono il rispetto, l’autorealizzazione, l’operosità,
l’affettività, l’interiorità, il comfort, l’umanizzazione, la socialità, la salute, la libertà, il gusto, la
vivibilità.
Il progetto in questione si prefigge come obiettivo principale quello di creare uno spazio piacevole nel quale discutere di argomenti che, riuniti
assieme, daranno poi un’idea della qualità e del benessere percepito dagli utenti nella struttura.
La modalità del focus group permette di innescare delle dinamiche di gruppo che consentono
una maggiore spontaneità, un maggior confronto e
di conseguenza miglior comprensione di problematiche, aspettative e reali opinioni relative all’argomento affrontato.
Nel rispetto dell’individualità di ogni persona si
dà quindi la possibilità ad ogni ospite di poter esprimere le proprie opinioni in merito alla vita all’interno della A.P.S.P., raccogliendo gli aspetti positivi
e le eventuali lamentele o fatti accaduti che hanno
causato disagi.
Il progetto è quindi un messaggio di apertura,
condivisione e partecipazione verso la persona che
abita la nostra comunità. Per noi diventa uno
spunto, poiché partendo è dal loro “sentire” possiamo impostare di conseguenza il nostro intervento e rendere la persona sempre più protagonista
della propria vita in residenza.
È previsto un incontro mensile composto da un
gruppo di massimo otto persone e, di volta in volta,
la formazione dei vari gruppi tiene conto dei rapporti che ci sono tra gli ospiti per rendere più piacevole il tempo che si va a trascorrere assieme.
Il riscontro che fino ad oggi abbiamo avuto è
molto positivo, i residenti gradiscono il fatto di trovarsi a parlare di aspetti che riguardano la loro quotidianità e sono sempre più affiatati.
N
CAFFÈ DIBATTITO
a cura delle educatrici
È stato interessante in questi primi incontri sentir cogliere dai presenti il continuo sforzo di miglioramento a cui mira la nostra casa. Hanno
apprezzato la possibilità di personalizzare gli spazi
con i propri oggetti, la varietà delle proposte di animazione, la cura della casa ecc.
«Non pensavo di star qua tanto… e sono già tre
anni…ma qua si sta bene, ho sempre da fare, la preghiera, il giornale, mi trovo con gli altri a giocare
alle carte, ogni giorno c’è qualcosa…».
«Ho il mio tappetino, le mie foto, tutte le mie
cose, il mio comodino…».
Si è colto poi un forte legame tra gli ospiti,
anche nelle piccole cose, in semplici frasi o parole
si percepisce la preoccupazione che uno ha per l’altro, è questo un segnale molto importante che ci
fa parlare più che di casa di riposo di comunità.
«Io qua ho trovato delle amiche…».
23 | Estate 2010
RICETTE DI DRINK
SUGGERITECI DA OTTORINO FONTANARI ESPERTO BARMAN
Jin-tonic
ecco una bevanda dissetante e…
leggermente alcoolica
• 3/10 gin
• 7/10 acqua tonica
• 3 cubetti di ghiaccio
Negroni
n scekerato
un po’ più forte e va be
• 1/3 gin
• 1/3 Campari
• 1/3 vermouth rosso
arancia e ghiaccio
• Spruzzata di succo di
Alexander
molto goloso!!
• 1/3 cognac
• 1/3 crema di cacao
• 1/3 panna liquida
• Ghiaccio
• E alla fine decorare con un pizzico
di noce moscata
Estate 2010 | 24
“LA MEMORIA
DELL’ACQUA”
l Servizio Sociale e di Animazione intende ringraziare tutti quelli che ci
hanno suggerito argomenti e modalità per partecipare al concorso indetto
da Upipa “La Memoria dell’acqua”.
Purtroppo non siamo riusciti a realizzare tutte le iniziative che ci sono state
proposte e di questo ci scusiamo.
Quest’anno, in particolar modo, il tema “acqua” ha ispirato un gran numero delle nostre attività. Lo abbiamo affrontato a vari livelli, per varie tipologie di residenti. Per ognuno abbiamo cercato di offrire possibilità di
coinvolgimento e, in particolare, abbiamo curato l’aspetto culturale. Sono state
tutte occasioni di crescita e di approfondimento e questo è stato fatto utilizzando risorse presenti sul territorio di Levico e dintorni.
I rimandi sono stati sicuramente molto positivi sia da parte dei residenti
che dai loro familiari.
Motivo di soddisfazione è stata inoltre la realizzazione di una mostra e un
documento scritto a ricordo di emozioni ed esperienze che rimarranno come
testimonianza del nostro percorso e come memoria collettiva. Vi invitiamo fin
d’ora a pensare alla nuova proposta di Upipa per quest’anno “Suonie rum ori
diuna Vita”.
I
Maria Acler ritira
l’attestato di partecipazione
al concorso a Trento
25 | Estate 2010
SERENATE
ALL’ESTATE
di Annalisa Filoso
Gioca l’estate
in questo giorno
che volge al tramonto…
nel colore del cielo
di un grigio argentato
trafitto di rosso…
su un balcone di creste lontane.
Ascolto dal prato
odoroso di timo
sinfonie d’altri tempi…
grilli e cicale accordano
i versi.
Si fermano i voli,
ogni nido ha la pace…
e le tremule foglie
nate da poco
m’accarezzano il viso
in questa sera fatata…
Ora tutto è silenzio
in questo immenso divino
s’accendon le stelle
e …le guida la luna
al proprio destino.
Nell’aria stordisce
il profumo dell’erba
appena tagliata…
e lontano…
il canto dell’acqua
echeggia la sua serenata.
Estate 2010 | 26
RICORDI
SULL’ALTALENA
La nostra settima volta
a “Ortinparco” 2010
tornata la primavera! E rieccoci, per la settima
volta, all’appuntamento con “Ortinparco”.
Tanti di noi hanno ormai raggiunto un’età
ragguardevole! Ma i ricordi di un tempo sono ben
stampati nella nostra memoria. Vogliamo condividere con voi, cogliendo l’occasione che ci offre la
manifestazione, il nostro ricordo di quando eravamo bambini e andavamo nell’orto.
Per farlo abbiamo pensato, con l’aiuto dei volontari e degli operatori, di realizzare anche una
bambola delle dimensioni di una bambina di circa
3-4 anni. Il lavoro ci ha richiesto molti incontri di
cucito, ma vedrete il risultato!
C’è chi cuce, chi taglia, chi riempie di “ciccia”
quelle gambette… chi intreccia le splendide trecce.
Metterle il vestito, prepararle i calzettoni… le abbiamo perfino dipinto il viso! Le nostre residenti non
possono avere mani più delicate e precise. Mani che
riescono a trasmettere quell’affetto e quella cura che
si mette nel preparare la propria bimba.
È
Abbiamo pensato di farla giocare come facevamo
noi, “su quela sghingolaora tacata al pomaro” o per
chi non è di Levico… l’altalena.
Tutti si danno da fare per cercare un melo abbastanza resistente per l’altalena… impossibile! Meglio utilizzare vecchi pali.
C’è chi porta un vecchio cappello, chi una casetta per gli uccelli e poi fiori, verdura. «Dai mettiamo qui il fieno…» C’è entusiasmo nel sistemare
il nostro orto. È sì, dobbiamo trasmettere i ricordi
degli orti di quando eravamo bambini, dobbiamo
far vedere come erano, i loro colori, far percepire
profumi e rumori.
È arrivato il momento di accompagnare la nostra bambina a divertirsi nel posto che abbiamo
pensato per lei. Con tanta dolcezza la sistemiamo
…lei racconta di noi, del nostro passato e del nostro presente.
27 | Estate 2010
RICORDI… IN RIMA
di Anna Maria Buccella
Quanti strapianti che vardeven ‘mpiantar
e quante patate che aiutevene a binar
«Dei ne zo al rio a tor acqua, che la salata la gà sè
L’è tuta fiapa tosati no vedè?»
Feven finta de no sentir e seguitavene a zugar
erene picoli ma furbi che no podè ‘nmaginar
El gaveva la voze grossa el me papà
ma quel’altalena en mezo al prà
la ne piaseva pu de la salata e dei ravanei
El me papà el gaveva popi sordi ma tanto bei!
MOMENTI
Foto ricordo
Caorle 2010
La nostra casa
si tinge di rosa!
DI NOI…
I migliori auguri
a Maria Moschen
per un pensionamento…
… pieno di cose belle!
I più cari auguri alle nostre centenarie…
Paola Saggiante
Emma Motter
Maria Nicoletti
«Un raggio di sole è sufficiente
per spazzare via molte ombre»
S. Francesco d’Assisi