Estate 2010 - San Valentino
Transcript
Estate 2010 - San Valentino
N. 28 Estate 2010 NOTIZIE E CURIOSITÀ DALL’AZIENDA P.S.P. “SAN VALENTINO” CITTÀ DI LEVICO TERME PER NON PERDERSI… Estate 2010 N. 28 Dal Presidente… ……………………………………………………………………………………… p. 1 Il Comitato di Redazione di Adolfo Pasquale Presidente Lavori di ampliamento …………………………………………………………………… p. 3 e adeguamento funzionale di Fabrizio Uez Direttore ………………………… p. 4 ……………………………………………………………………… p. 6 Azienda pubblica di Servizi alla persona “San Valentino” - Città di Levico Terme Riabilitazione in acqua Testi a cura di Servizio sociale e di animazione Foto Servizio Animazione Emil Bosco Fonti varie a cura dei fisioterapisti “L’acqua”, appunti di un’esperienza …………………………………… p. 8 di dott. Francesco Filippi ………… p. 10 ……………………………………… p. 11 Il nostro quadro ……………………………………………………………………………………… p. 13 Giochi de sti ani ……………………………………………………………………………………… p. 15 ………………………………………………………………………………………………… p. 19 Buone pratiche per una quotidianità sostenibile Quando un tempo mancava l’acqua Pensierini… ……………………………………………… p. 20 …………………………………………………………… p. 21 …………………………………………………………………………………………… p. 22 I perché di chi vive la quarta età La mia esperienza militare Un particolare ringraziamento a tutti coloro i quali hanno contribuito con racconti, articoli ed altre forme di intervento a dare vita a questa ventottesima edizione de “La Luna” Pubblicazione gratuita ad uso interno di Marcello Garollo Caffè dibattito a cura delle educatrici Ricette di drink ………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………… p. 24 ………………………………………………………………………………… p. 25 “La memoria dell’acqua” Serenate all’estate p. 23 ……………………………………………………………………………… p. 26 …………………………………………………………………………………… p. 27 Ricordi sull’altalena Impaginazione e stampa Ricordi… in rima di Anna Maria Buccella Momenti di noi… …………………………………………………………………………………… p. 28 Publistampa Arti Grafiche Pergine Valsugana (Tn) Carta patinata opaca da foreste ambientalmente amministrate 1 | Estate 2010 DAL PRESIDENTE… di Adolfo Pasquale Presidente Quale contributo per questo numero del nostro giornalino “La Luna” ho pensato di pubblicare la lettera che il sottoscritto, in qualità di Presidente, ha inviato al Dott. Fabio Recchia, che dopo quasi tre lustri ha lasciato il Consiglio di Amministrazione della nostra Azienda per intraprendere un’altra importante esperienza di Consigliere comunale e di Vicepresidente del Consiglio comunale di Levico Terme. aro Fabio, la tua elezione a Consigliere comunale ha determinato le tue dimissioni dal C.d.A. della nostra Azienda per incompatibilità fra le cariche. Già in occasione della presa d’atto tutti i membri del Consiglio di Amministrazione, il Direttore, anche in rappresentanza di tutto il personale, i Componenti del Collegio dei Revisori del Conto hanno avuto modo di porgerti un caloroso ringraziamento per il tuo impegno ultradecennale al servizio della nostra realtà e un augurio di un fruttuoso lavoro in qualità di Consigliere comunale della nostra città. Con la presente vorrei ricordare quanto, con la tua collaborazione, abbiamo elaborato e portato a termine o in fase di prossima realizzazione. In questi sette anni e mezzo di consigliatura presieduta dal sottoscritto abbiamo dato corpo ad una realtà aziendale di alta qualità che tutti ci riconoscono e vorrebbero imitare raggiungendo ottimi risultati grazie ad una determinata volontà collegiale del C.d.A., di una fattiva collaborazione e disponibilità da parte di tutto il personale, di una leale e qualificatissima professionalità dirigenziale da parte del Direttore e di tutto lo staff organizzativo, amministrativo e sanitario nonché attraverso il riconoscimento e la valorizzazione del lavoro dei familiari e del volontariato. Con l’esterno sono stati intrattenuti ottimi rapporti di partecipazione alla vita della nostra organizzazione provinciale Upipa, con l’Assessorato provinciale competente e con i suoi funzionari, con l’ex Comprensorio C4, con il Comune di Levico «C Estate 2010 | 2 Terme nonché forti interrelazioni e scambi tra le varie analoghe aziende in particolare della Valsugana, del Tesino e del Primiero. Le realizzazioni sono state numerose e qualificanti quali: la ristrutturazione dell’ex Casa Andreatta, ora Centro Polifunzionale “Isola della Luna”, dove dal 2008 è stato attivato un Centro D iurno che andrà completandosi nei prossimi mesi, una Casa soggiorno di 6 posti letto, è stato aperto il Centro O rizzonte per degenti gravi, è stata ottenuta e riconfermata la Certificazione di Q ualità EN ISO 2001,è stata allargata, ampliata e validamente consolidata e qualificata la pianta organica delpersonale e deicollaboratorim edici, sono state effettuate opere disistem azione e m iglioriealla nostra struttura rendendola sempre più funzionale e confortevole. Siamo in fase operativa per importanti lavori di messa a norma della nostra sede per quasi due milioni di euro, abbiamo le autorizzazioni di massima del Comune di Levico e dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari per la realizzazione di un parcheggio di settanta posti macchina per quasi un milione e mezzo di euro. Con l’occasione di questi lavori, che pensiamo di completare entro la scadenza del nostro mandato, facciamo affidamento al tuo nuovo ruolo pubblico per appoggiare presso l’Amministrazione comunale quanto più volte abbiamo concordato e discusso nel C.d.A. e cioè quello di avere a disposizione il caseggiato “Scuole Elementari” nel momento del trasferimento delle stesse nella prevista nuova sede. Con tale disponibilità, come ben sai, si aprirebbero future realizzazioni utilissime e qualificanti per la nostra struttura, per la nostra città e per la nostra popolazione. Infatti un così vicino edificio ci potrebbe essere di grande utilità per alleviare da subito i disagi agli ospiti durante la fase dei prossimi lavori di messa a norma e successivamente dare compimento ai programmi di nuove strutture quali: Centro Servizi,am pliam ento della Casa Soggiorno,Alloggi protetti,Asilo nido interaziendale,Centro diurno per dem enti,H ospice,postidisollievo,m ensa, sale di socializzazione per anziani e diversam ente abili, insomma una molteplicità di servizi che oggi mancano sul nostro territorio e alla nostra comunità. Vedi che il lavoro non ci manca e non ci mancherà. Grazie di cuore per il tuo prezioso e costante contributo che hai profuso per un così lungo periodo nel C.d.A. della nostra Azienda ed ancora auguri per il tuo nuovo mandato». «La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce del cuore» Kahlil Gibran 3 | Estate 2010 LAVORI DI AMPLIAMENTO E ADEGUAMENTO FUNZIONALE di Fabrizio Uez Direttore quindici anni esatti dal rientro in struttura (1995), dopo sei anni di trasferimento alla Croce Rossa (futuro polo scolastico), la sede della R.S.A. sarà nuovamente interessata da importanti lavori di ristrutturazione. I progetti preliminari sono già stati approvati e sono state presentate alla Provincia Autonoma di Trento le relative domande di finanziamento. Gli interventi previsti sono principalmente due, essi riguardano la ristrutturazione e la sopraelevazione del padiglione “Silvio Libardoni” e la realizzazione di un parcheggio interrato, con circa 70 posti macchina, ad uso esclusivo dell’Azienda. Oltre a questi verranno eseguiti altri lavori volti al miglioramento del patrimonio, manutenzione degli edifici e riqualificazione funzionale della struttura (adeguamento degli impianti, realizzazione di un garage automezzi e depositi, sostituzione delle finestre dell’antica Chiesetta di San Valentino, ecc.). Il primo intervento che verrà realizzato sarà quello riguardante il padiglione “S. Libardoni”. La necessità di adeguamento della struttura è emersa a seguito della visita di audit per la verifica dei requisiti minimi per l’autorizzazione sanitaria, effettuata nel 2006 da parte dell’apposito Nucleo di valutazione provinciale. Il progetto prevede l’adeguamento del numero dei servizi igienici per le persone non autosufficienti (minimo di uno ogni due stanze) e, conseguentemente, l’ampliamento in altezza dell’edificio per mantenere lo stesso numero di posti letto. In un primo momento, al fine di evitare disservizi e disagi ai residenti, oltre che inevitabili lungaggini e difficoltà nell’esecuzione delle A opere, si era pensato di trasferire parte dell’attività (circa 30/40 posti) in un’altra sede; successivamente, a seguito di un quasi unanime pronunciamento dell’Assemblea dei famigliari e dei residenti, si è preferito prevedere l’effettuazione dei lavori in lotti funzionali con i residenti in struttura. In tempi successivi verrà realizzato, come sopra accennato, un ampio parcheggio di due piani interrati sotto l’attuale parcheggio del Poliambulatorio di proprietà comunale; sono già stati presi accordi in tal senso con il Comune per la concessione in uso del terreno. Dopo i lavori verrà ripristinato il parcheggio in superficie mentre nel periodo dei lavori, l’Amministrazione comunale metterà a disposizione del Poliambulatorio un parcheggio in un’area adiacente (piazzale delle scuole o strada pubblica), visto che l’intervento non si potrà comunque effettuare prima del 2012, cioè ad Istituto scolastico trasferito nel nuovo polo ex C.R.I. Estate 2010 | 4 AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA “SAN VALENTINO” - CITTÀ DI LEVICO TERME data di fondazione 1886* indirizzo tel. 0461.706464 • fax 0461.706232 e-mail: [email protected] Sede/R.S.A: Via Cavour, 65 • 38056 Levico Terme Centro polifunzionale “isola della luna”: Via Casotte, 2 • 38056 LEVICO TERME conSiglio di aMMiniStrazione Presidente Adolfo Pasquale Vicepresidente Marco Francescatti Consiglieri Sandra Andreatta Pohl • Giuliano Avancini Giacomo Collenz • Fabio Recchia (dimissionario) • Roberto Vettorazzi collegio dei reviSori del conto Presidente Dott. Alberto Andreatta Revisori Dott.ssa Lucia Avi • Dott. Fiorenzo Malpaga direttore Fabrizio Uez Medico coordinatore Sanitario Medico coadiutore Dott. Abraham Ndimurwanko Dott. Giuseppe Valestra Servizi Residenza sanitaRia assistenziale (R.s.a.) n. 135 posti (non autosufficienti) Nucleo assistenziale riabilitativo Complesso (n.a.r.c.) “l’Orizzonte” • Servizio ristorazione per esterni n. 20 posti CentRO pOlifunziOnale di seRvizi “isOla della luna” • Casa di soggiorno (autosufficienti) n. 6 posti • Centro diurno n. 12 posti 5 | Estate 2010 organizzazione/Settori operativi • • • • Area economico finanziaria e affari generali Area servizi del personale Area servizi assistenziali e sanitari Area servizi sociali, generali e riabilitativi • • • • • • • • • Servizi amministrativi Servizio infermieristico Servizi assistenziali e sanitari Servizio riabilitazione Servizio sociale e animazione Servizio ristorazione Servizio guardaroba/lavanderia Servizio cura della persona (parrucchiera e estetista) Servizio manutenzione e trasporto dotazione organica • • • • • • • • • n. 4 Funzionari responsabili di Area n. 6 Amministrativi n. 15 Infermieri Professionali n. 90 Operatori (O.S.S. - O.S.A. - Ausiliari) n. 3 Fisioterapisti n. 4 Educatori Professionali n. 2 Animatori n. 3 Cuochi n. 2 Operai manutentori/autisti qualità • Certificazione S.Q. UNI EN ISO 9001:2000 • Benchmarker 2010 / Marchio Qualità & Benessere U.P.I.P.A. attività qualificanti • • • • • • • Assistenza globale e personalizzata Nucleo speciale per persone con problemi comportamentali Progetti animativi mirati Pet therapy Riabilitazione in acqua Soggiorni estivi al mare Sportello di ascolto per Residenti, famigliari e personale * L’Azienda P.S.P. “San Valentino”, un tempo denominata “Ricovero”, in seguito “Casa di Riposo” e poi “Centro Residenziale e Assistenziale per Anziani”, affonda le proprie radici nelle storia locale e più precisamente in quella delle Confraternite (Confraternita dei SS. Vittore e Corona, del Corpo di Cristo, della Madonna del Rosario, del Pio Oratorio di San Filippo Neri, ecc.), fiorite nelle nostre zone attorno al XVI secolo. A queste subentrò attorno al 1780-1790 l’“Istituto dei poveri”, nel quale fu incluso anche l’“ospedale di Levico”, il primo nucleo di quella che sarà l’attuale R.S.A., situato al piano superiore dell’antica Chiesetta di San Valentino. Estate 2010 | 6 RIABILITAZIONE IN ACQUA a cura dei fisioterapisti Sei sedute per utente alla piscina dell’A.P.S.P. “Centro Don Ziglio”, proposte dai fisioterapisti per far svolgere ad una persona diversamente abile dei movimenti e degli esercizi terapeutici che sarebbero impossibili o difficili da eseguire fuori dall’acqua. Introduzione L’attività in acqua ha in sé una grande valenza riabilitativa, sia nel campo strettamente fisioterapico che in quello sociale e ricreativo. L’acqua rappresenta infatti un mezzo ideale, se si considera la presenza di una parziale assenza di gravità, per poter far svolgere ad una persona diversamente abile dei movimenti e degli esercizi te- Alcuni pensieri degli ospiti che hanno partecipato all’attività in acqua: annamaria « È stata un’esperienza piacevole e divertente. All’inizio avevo paura perché non ero mai stata in piscina ma poi mi sono rilassata. In acqua mi sentivo leggera, riuscivo a muovermi meglio e a camminare! » renzo Annamaria e Stefano « È stato bello, un’esperienza molto positiva. Ho sentito le gambe che si rilasciavano » giuseppina « È stato molto bello. L’ambiente e l’acqua erano caldi. Mi sono sentita le gambe leggere anche dopo essere uscita dalla piscina. Sono stata bene tutta la sera senza sentire dolore! » 7 | Estate 2010 rapeutici che sarebbero impossibili, o comunque difficili, da eseguire fuori. L’idroterapia offre la possibilità di un recupero di “schemi” ed “immagini” di movimento che, pur parzialmente evocabili dopo il trauma o la malattia, non essendo stati più esercitati, sono stati persi, dimenticati. Questa attività rappresenta per un fisioterapista un valido strumento terapeutico rivolto a pazienti con esiti di patologie di varia natura a carico del sistema nervoso centrale, del sistema nervoso periferico, vascolare, ortopedico-traumatologico. Da ottobre del 2009 i fisioterapisti hanno quindi proposto ad alcuni ospiti la possibilità di recarsi alla piscina dell’A.P.S.P. “Centro Don Ziglio” per una terapia individuale in acqua. Un ciclo di riabilitazione in acqua prevede sei sedute per utente. Marino « È stata un’esperienza nuova, bella. Ho accettato subito con entusiasmo per fare qualcosa di diverso. Mi è piaciuto molto perché sentivo le gambe più leggere anche dopo essere uscito dall’acqua » Maria « Ho iniziato l’esperienza con una certa titubanza. Invece ho scoperto che in acqua provo un grande sollievo e rilassamento. Mi piace molto, è un’ottima esperienza » Estate 2010 | 8 “L’ACQUA”, APPUNTI DI UN’ESPERIENZA di dott. Francesco Filippi l tema dell’acqua, per vastità e complessità, risulta difficilmente adattabile ai tempi ed ai ritmi di un paio di incontri pomeridiani. Cercando il materiale per l’esposizione ci si è accorti ben presto che ogni argomento che avesse al centro l’acqua ne portava con sé molti altri altrettanto importanti e non trascurabili, tanto più appoggiandosi ad emozioni ed esperienze di una comunità come quella di Levico che ha avuto gran parte della propria storia scritta “dall’acqua” e “con l’acqua”. Si è scelta l’esposizione delle tematiche attraverso una semplice metafora che riuscisse a supportare gli accenni a tutti gli aspetti della vita in cui l’acqua rappresentasse il punto centrale; descrivere il rapporto tra uomo e acqua similmente a quello di un dialogo di coppia, in cui due attori, l’acqua e l’uomo, sono portati a costruire la propria vita comune, dialogando e collaborando. L’idea si è dimostrata molto funzionale all’esposizione storica: si è infatti dedicato il primo dei due incontri alle “parole” che l’acqua comunica meta- I L’intera esposizione di queste tematiche è stata fatta attraverso il ricorso ad esempi concreti tratti dal passato della comunità, con l’intento di coinvolgere gli ospiti alla narrazione del ricordo dell’acqua e degli episodi ad essa legati, con risultati interessanti. Il dott. Francesco Filippi racconta foricamente all’uomo, esponendo l’impatto di questo elemento sulla morfologia del paesaggio, sottolineando l’importanza dell’acqua nella creazione e nel sostentamento della nostra comunità (l’acqua vita, l’acqua ricchezza). Si è poi passati a trattare gli aspetti più violenti di questo dialogo che l’acqua instaura con l’uomo, attraverso le catastrofi naturali (piene e inondazioni, mutamenti geologici distruttivi). L’intera esposizione di queste tematiche è stata fatta attraverso il ricorso ad esempi concreti tratti dal passato della comunità, con l’intento di coinvolgere gli ospiti alla narrazione del ricordo dell’acqua e degli episodi ad essa legati, con risultati interessanti specie per quanto riguarda i ricordi delle tragedie causate da scarsa attenzione e rispetto per l’elemento acqua. Si conclude, concordemente, che spesso l’acqua, in questo continuo dialogo con l’uomo, è costretta ad urlare con violenza le proprie ragioni, 9 | Estate 2010 Pochi esempi riguardanti l’uso dell’acqua a livello domestico e le differenze col presente sono bastate a scatenare i ricordi degli ospiti su modi di vita passati. ricordando la sua importanza ed il rispetto che le è dovuto. Il secondo incontro, ricalcando l’idea metaforica del matrimonio tra acqua e uomo ha invece trattato le azioni di quest’ultimo: per questo sono stati ricordati gli aspetti della vita quotidiana del passato in cui l’acqua condizionava la vita delle persone. Pochi esempi riguardanti l’uso dell’ac- Via Cesare Battisti - Levico Terme qua a livello domestico e le differenze col presente sono bastate a scatenare i ricordi degli ospiti su modi di vita passati in cui il rapporto con l’acqua, intesa come bene necessario non facilmente reperibile, era improntato alla fatica ed al rispetto. Il ruolo sociale dell’acqua e delle sue fonti è poi subito apparso chiaro ricordando il ruolo di fontane e lavatoi, anche qui a Levico, all’interno della costruzione ed evoluzione della comunità (la fontana luogo topografico di incontro e socializzazione, un’occasione di dialogo e confronto tra le persone). L’acqua in casa come esempio di differenziazione sociale risulta, nei ricordi di molti, toccante e quasi astioso. Si conclude il secondo incontro con un accenno all’acqua come paesaggio: molto intenso il racconto del viaggio di nozze di un ospite a Venezia ed il suo parlare, nostalgico, dei ricordi della città dell’acqua. Il ruolo sociale dell’acqua e delle sue fonti è poi subito apparso chiaro ricordando il ruolo di fontane e lavatoi, anche qui a Levico, all’interno della costruzione ed evoluzione della comunità. Estate 2010 | 10 BUONE PRATICHE PER UNA QUOTIDIANITÀ SOSTENIBILE Incontro con la signora Imelda Nicolussi bbiamo ritenuto importante all’interno del nostro progetto “La memoria dell’acqua” proporre ai nostri ospiti e famigliari degli incontri con degli esperti perché ci aiutino a capire il valore effettivo di questo elemento essenziale per la vita e riflettere sull’uso e abuso che se ne fa. Per approfondire questo aspetto abbiamo chiesto la collaborazione al Servizio Ambiente del Co- A mune di Trento che sta lavorando per aumentare la sensibilità sulle tematiche ambientali per un uso consapevole delle risorse. L’incontro è stato tenuto dalla signora Imelda Nicolussi del Servizio Ambiente che ha collaborato alla stesura e messa in atto del progetto “Buone pratiche per una quotidianità sostenibile”. La signora Imelda ha iniziato con la descrizione di quanto impiega ed è faticoso per una donna in Uganda il procurarsi l’acqua: fino a sei ore di cammino al giorno. Questo ha colpito molto il pubblico poiché a molte delle nostre ospiti è tornato alla mente le ore da loro stesse impiegate per andare a prendere l’acqua alla fontana del paese con il famoso bazilo o come ricordava lì una signora «mia mamma mi mandava alla fontana fin da piccolissima con un secchiello che quasi quasi pesava più di me». Da questo la signora Imelda è partita per aiutarci a riflettere che l’acqua è davvero un bene prezioso che va salvaguardato. LUNA E SOLE di Paola Decarli La Luna è un bellissimo titolo per il giornalino della casa di riposo di Levico. Quando vi entro non trovo però soltanto La Luna, ma trovo anche il sole che mi illumina e mi fa felice. Ormai la frequento da anni e non posso più abbandonarla. Tanti sono gli ospiti che conosco e mi riempiono di ricordi che mi gratificano. Ci si scambia volentieri una parola o una canzone, una carezza o un bacio e con un saluto ci lasciamo con un arrivederci a presto. 11 | Estate 2010 QUANDO UN TEMPO MANCAVA L’ACQUA AMABILE Andavo con i grazedei e il bazilon alla fontana a prendere l’acqua, al mio paese ce n’erano due e io andavo spesso in quella della piazza. Nessuno aveva l’acqua in casa e tutti andavano alle fontane. Si lavavano gli indumenti sul sasso robbio. Mi venivano certe “buganze” (piaghe) con quell’acqua fredda, chiazze blu che facevano un male atroce... una volta mi sono venute fino alle ginocchia... Più tardi arrivò in casa l’acqua, avevo il lavandino sul muro fuori di casa. Il più grosso del bucato lo lavavo alla fontana e poi lo risciacquavo al nostro lavandino. Si lavavano a mano anche i “panesei” (pannolini di stoffa) e li stendevo lungo il poggiolo... era una fatica, con cinque figli... Pian piano è arrivata la lavatrice che ho posizionato in cucina, ma i panesei li ho lavati tutti io, forse per quelli dell’ultimo figlio ho utilizzato la lavatrice... Giuliana Sadler anni ’50 Piazza Medici di Levico Terme Piazza Parrocchiale di Levico Terme Estate 2010 | 12 IDA Noi eravamo fortunati perché vicino a casa passava un rio, avevamo costruito una vasca in cemento che raccogliesse l’acqua e un inginocchiatoio per lavare gli indumenti… in inverno si ghiacciavano mentre li risciacquavamo. Molti andavano al Brenta, Mussolini aveva fatto costruire sotto i ponti alcuni lavatoi. Nei masi la situazione era peggiore, dovevano scendere fino al Brenta o alle sorgenti, raccoglievano l’acqua nelle botti e con il carretto la riportavano al maso per darla agli animali. C’erano le fontane nelle piazze… d’inverno spesso usciva l’acqua dalle tubature e si ghiacciava tutta la strada… si facevano di quei voli… D’estate andare a lavare al Brenta era anche bello perché ci si trovava in due/tre e si faceva una cantata insieme mentre si lavorava. Cartolina di Levico Terme In inverno si lavava il necessario, le lenzuola si tenevano da parte, di biancheria infatti ne avevamo parecchia. Ammucchiavamo le lenzuola in attesa della liscia nei cameroni che dalla primavera usavamo per i bachi da seta. Più tardi il comune portò l’acqua nelle fontane dei cortili e successivamente nelle case allora sì che «eren siori!». Negli anni ’60 arrivò la lavatrice… mio marito mi disse di essere stufo di vedermi lavare a mano e un giorno il postino mi consegnò un grosso pacco… era proprio la lavatrice! La vita cambiò completamente… Adesso abbiamo anche troppo, non si rendono conto le donne di oggi di quanto sia stato faticoso per noi… 13 | Estate 2010 IL NOSTRO QUADRO Avevamo pensato a un quadro con piccole palline di carta crespa, tecnica che anni fa si utilizzava spesso. Abbiamo così proposto questa tecnica a GianMaria così da allargare a quanti più ospiti la possibilità di partecipare a questa iniziativa. vevamo ancora davanti agli occhi la grande tela da guinness realizzata da GianMaria Bertoldi quando presi dall’entusiasmo gli abbiamo chiesto la sua disponibilità a realizzare un quadro con noi. Avevamo già pensato a un quadro con piccole palline di carta crespa, tecnica che anni fa si utilizzava spesso. Abbiamo così proposto questa tecnica a GianMaria così da allargare a quanti più ospiti la possibilità di partecipare a questa iniziativa. Lui ne è stato entusiasta. Bastava solo pensare al tema del quadro. Neanche questo è stato un problema. Al pittore è uscita naturale la proposta di uno scorcio del nostro lago di Levico con riflessa l’immagine del nostro logo: la luna. Ci siamo dati appuntamento con GianMaria all’autunno per incollare le palline realizzate dai nostri ospiti che avremo prodotto durante l’estate. Consideravamo l’accartocciare palline un’attività A Tutti impegnati nel far palline di carta crespa semplice che poteva essere intrapresa da molti. In realtà ci siamo resi conto che era un’attività faticosa per delle mani non allenate. Quindi abbiamo proseguito più lentamente del previsto. Al pittore è uscita naturale la proposta di uno scorcio del nostro lago di Levico con riflessa l’immagine del nostro logo: la luna. Estate 2010 | 14 Grande la soddisfazione nel vedere le sudate palline comporre un’immagine così armoniosa. Tutti i commenti degli ospiti ma anche degli operatori erano di vero stupore nel vedere cosa si poteva ottenere con delle semplici palline… e la creatività di un artista! Luciano sta componendo il quadro A gennaio, dopo tanto lavoro, la quantità di palline ottenuta era sufficiente per concludere degnamente tutto il lavoro di interi pomeriggi di laboratorio. GianMaria Bertoldi con Ernesta e Carlo Seguendo il prototipo preparatoci da GianMaria abbiamo realizzato con passione il nostro quadro. Grande la soddisfazione nel vedere le sudate palline comporre un’immagine così armoniosa. Tutti i commenti degli ospiti ma anche degli operatori erano di vero stupore nel vedere cosa si poteva ottenere con delle semplici palline… e la creatività di un artista! Infatti lo sguardo attento e competente di GianMaria ha seguito tutto il lavoro in un’atmosfera molto concentrata. Ora siamo orgogliosi di mostrarvi il risultato del nostro lavoro che ci ha richiesto molto impegno… ma ne è valsa la pena! 15 | Estate 2010 GIOCHI DE STI ANI «LE STRADE E LE PIAZZE ERANO TUTTE NOSTRE!» apertura al territorio è uno dei principali obiettivi che si pone da sempre la nostra struttura. Una delle modalità che stiamo seguendo è l’offrire uno spazio di interazione tra soggetti diversamente collocati nel ciclo di vita nei quali emerga la diversità come arricchimento reciproco. Questi spazi sociali entro cui costruire un dialogo tra le generazioni, nella nostra residenza sono possibili anche grazie a un progetto che da alcuni anni stiamo portando avanti e che prevede la programmazione della costruzione di un ponte tra vecchio e nuovo. Le occasioni di confronto sono state molteplici nel corso degli anni con i bambini dalla scuola materna, ai ragazzi della scuola superiore. Hanno collaborato con noi le scuole, ma anche la parrocchia o varie associazioni con le quali manteniamo frequenti contatti. L’ Vogliamo presentarvi il progetto con le Scuole elementari di Novaledo. La richiesta di collaborazione ci è stata fatta da una insegnante, nipote di una nostra residente, per arricchire il loro lavoro proposto ad un concorso provinciale sui Giochi dei nonni al quale hanno aderito come scuola. Gli ospiti coinvolti in questa iniziativa sono stati stimolati a raccontare in un piccolo gruppo i giochi di quando erano bambini. Abbiamo documentato le loro testimonianze perché ai nostri residenti è stato chiesto di recarsi in una classe e raccontare i loro giochi di un tempo, le filastrocche, le conte e quant’altro. Lo scritto è stato un aiuto nella loro esposizione. Gli anziani si sono suddivisi nelle varie classi elementari e hanno trasmesso con entusiasmo ai bambini non solo le conte, ma anche il gusto e il divertimento per le piccole cose e i bambini hanno risposto con calore a questi racconti. Particolarmente emozionante è stata la festa di fine anno dove i ragazzi con le insegnanti hanno presentato il loro lavoro sui giochi di un tempo utilizzando anche le informazioni che i nostri residenti, in semplicità, gli avevano raccontato pochi mesi prima. Conte, giochi e filastrocche sono risuonate nella sala e nei cuori dei nostri ospiti come ricordi preziosi di tempi sereni, di piazze e strade piene di risa di bimbi. Estate 2010 | 16 Giochi esterni per la bella stagione IL SERPENTE (la bisa) ci si prendeva per mano e si correva per le strade e per i prati formando un serpente più o meno lungo a seconda di quanti si accodavano. CAMPANON / SETTIMANA / CHIOCCIOLA / ALL’OMO (a seconda dei posti il gioco aveva la sua denominazione): si disegnava per terra la forma di una campana o di una chiocciola, si divideva in 7 parti e poi saltellando su un piede si spingeva un sasso, di solito piatto, fino all’ultimo scomparto. Se il sasso si fermava sulla riga si era eliminati, vinceva chi riusciva a portare il sasso fino all’ultimo riquadro. BALOTOLE/PIRLE si faceva un piccolo buco nel suolo e si lanciavano delle palline di terracotta (come le bilie di oggi che però sono in vetro) per centrare il buco. Era usanza che a chi faceva più canestri venivano assegnate le palline più belle. Chi aveva il sacchetto con più palline era il bambino più bravo nel gioco. Veniva dato il nome di Martine le palline che meglio saltavano e che tutti si contendevano. Era un gioco da fare all’esterno, la signora Giuseppina ci ha raccontato però che le era possibile giocare anche in casa poiché il pavimento della sua cucina aveva un buco che lei usava per il gioco delle pirle. NASCONDINO si giocava in tanti a nascondino per le vie del paese, e spesso, ci raccontano i presenti, si andava a nascondersi persino nelle cantine o nelle soffitte. GUARDIA E LADRI ci si divideva in due gruppi, il gruppo delle guardie doveva rincorrere quello dei ladri. LA BALA non si giocava a calcio con le regole, ma ci si tirava la palla per strada, facendo semplicemente dei passaggi. DARSELA nel gruppo si sceglieva uno che rincorreva gli altri, quando questo toccava una sua preda, era la preda a diventare cacciatrice e tutti dovevano scappare in uno spazio delimitato. GIOCO DELLA CORDA era principalmente un gioco femminile, si poteva giocare da soli, in due o anche più. LANCIO DELLA MONEDA questo gioco consisteva nel cercare di colpire delle uova con delle monetine, chi centrava l’uovo e non lo rompeva poteva tenerselo. Si faceva a Pasqua. CAFFÈ era un gioco solo da maschietti. Questi si piegavano su un ripiano mentre altri gli saltavano sopra, era un gioco di forza e andava avanti fino a che non cadevano a terra. CASOTA si disegnava sulla sabbia o comunque per terra una casetta e si spostavano dei pezzetti di legno o dei sassi. MONDINOVO era un gioco soprattutto per le femminucce e consisteva nello spargere su una superficie piana dei petali di fiori di vari colori, sopra veniva posizionato un vetro cosparso di sabbia, con il dito si facevano dei disegni su questo ripiano e dava un bel effetto di tanti colori. 17 | Estate 2010 Giochi invernali SCANDORLE si prendevano le tegole di legno dei tetti per lanciarsi giù dai prati. Era un gioco che si faceva anche sulla neve. A volte si utilizzavano delle doghe in legno recuperate da letti ormai non più utilizzabili. GALMERE i maschi mettevano sotto le scarpe in legno del ferro (giazini), così facendo non si rovinava il legno e quando c’era la neve scivolavano come coi pattini. Alle bambine veniva messa invece della gomma in quanto loro dovevano essere più silenziose. RAPOLO Maria e Carlo ci fanno un disegno del rapolo che assomiglia ad una slitta (le slitte costavano troppo al tempo), venivano costruite dai papà che per farlo riutilizzavano dei vecchi scalini in legno e sotto veniva posizionato del ferro per permettere alla slitta di scivolare meglio. Ci si saliva sopra anche in 5-6 bambini e il momento più divertente era quando bisognava frenare, ci si metteva d’accordo altrimenti si rischiava di rovesciarsi tutti. Carlo racconta anche di quando ha rubato delle assi di legno per costruirsi la slitta… Ci viene raccontato inoltre che quando passava lo slittone (sliton, cason) con i cavalli o i buoi per pulire le strade i bambini erano i primi ad andare in strada perché si scivolava ancora meglio. Giochi in casa per l’inverno TOMBOLA, TRIA, DAMA erano giochi che si facevano in casa quando il tempo non permetteva di uscire. ZUCCHI quando c’erano delle grandi zucche i bambini si divertivano a scavarle e disegnargli occhi, naso e bocca e poi vi infilavano una candela. BARCHETTE E CAPPELLINI CON IL GIORNALE Maria e Carlo ne costruiscono due per farci un esempio. LE BAMBOLE non esistevano le bambole di oggi, erano di pezza se non addirittura di legno, Amabile ci racconta che la sua bambola era un pezzo rettangolare di legno con disegnato sopra la sagoma di una bambola. LETTERINE A S. LUCIA E GESÙ BAMBINO a quei tempi si scrivevano le letterine ma le richieste non erano esagerate poiché si sapeva che ci si poteva aspettate dei mandarini, delle nespole, arachidi, nulla più. Estate 2010 | 18 Le Conte «Quante rose nel mio giardino, girerò girerò. La più bella che ci sia me la voglio portar via. Me-la-vo-glio-por-tar-vi-a». «Secio secielo oro più belo oro più fin santa madre esca badesca tira indrè quel pè del menego pesca». «A bi e bo chi sta sotto non lo so ma ben presto lo saprò a bi e bo». 19 | Estate 2010 PENSIERINI… I bambini della scuola materna di Levico sono venuti a trovare noi e i piccoli pulcini appena nati ed ecco cosa hanno raccontato alle loro maestre al rientro. ché erano Mi sono piaciuti i cani e i nonni per . I capelli mi belli perché avevano i cani e i capelli come i vecpiacevano perché avevano i capelli chietti cioè grigi! Rachele Maria Mi sono piaciuti i pulcini e i nonni che erano anziani che vuol dire che loro non riescono più a fare le cose in casa. Allora loro decidono di andare alla casa di riposo, così li aiutano a fare le cose e loro possono riposarsi! Alessandra Mi sono piaciuti tanto i nonni perché erano contenti quando abbiamo cantato la canzoncina. Io volevo tanto cantare perché vedevo che loro erano felici! Helena Mi sono piaciute tanto le nonne perché avevano i vestiti da nonna. Mi sembrava di volerle bene perché erano brave e non gridavano. Avevano una voce dolce e una nonna mi ha detto con la voce dolce, dolce: «Grazie di avermi portato i fiorellini!» Elisa Quando sono andato alla casa di riposo mi sono piaciuti i cani ma non mi sono piaciuti i pulcini perché uno era nero ed era diverso dagli altri e dovevano essere tutti uguali i pulcini perché erano così dei veri pulcini perché i pulcini sono tutti gialli e non uno nero! Emanuele perché erano gentili. Mi sono piaciuti i nonni n le rotelle perché non Erano su una sedia co are. Loro sono lì perché riuscivano più a cammin e i letti e apparecchiare non riuscivano più a far stirsi e allora le signore la tavola e lavarsi e a ve aiutano e così allora, i delle casa di riposo li ati felici! Aurora nonni, sono ancora torn ni perché Mi sono piaciuti i pulcini e poi i non . Erano tutti un nonno mi ha dato una caramella ruote perché vecchi e sdraiati su una sedia con le sono molto vecchi! Angelica Estate 2010 | 20 I PERCHÉ DI CHI VIVE LA QUARTA ETÀ… di Ezio Del Grosso Gli anziani, quel libro aperto che deve ancora essere scoperto… traccia degli anni trascorsi… sono evidenti i capelli bianchi, le mani secche e tremolanti e quel sorriso regalato anche a sconosciuti. Gli occhi ormai guardano senza trovare un’immagine definita, sono rivolti solo per scrutare una luce, come se in quella luce nascesse ancora una speranza. La vita è anche questa, per loro che ogni giorno è un giorno regalato, sicuramente nelle loro menti si moltiplicano i mille perché, le mille domande che non avranno mai risposta. Si chiederanno del perché di tante guerre, del perché di tanto odio, del perché, se la vita che è così breve, molti la vivono nel modo sbagliato. Faranno anche un esame di coscienza, riconoscendo le proprie colpe ed esaltando le loro buone azioni, consci che ormai sono impotenti perché sanno di guardare ad un orizzonte nella fase del tramonto. Si chiederanno anche del perché l’ultima tappa della vita molti la vivono con sofferenze, con assenteismo totale alla vita stessa, o nel peggiore delle ipotesi… soli… Tanti si chiederanno sicuramente… perché vivere e soffrire se poi si deve morire? Pensiero questo che sicuramente non sfiora chi ha vissuto sempre nella fede, nella speranza, fiduciosi di un’altra vita oltre quella terrena. Gli anziani, quel libro aperto che deve ancora essere scoperto, quelle pagine di vita dove il dolore è A stato diverse volte nascosto, racchiuso dentro l’animo. Loro, che si rendono conto di dare “fastidio”, si sentono ingombranti, inutili, di troppo. Cosa vuoi dire ad un anziano che si sente “di troppo?”… nulla… pur sapendo che si priverà degli affetti quotidiani, accetterà l’allontanamento…, è consapevole di aver dato nella sua vita, ha seminato e finché ha potuto, ha goduto del suo raccolto. Quanti perché…, bisognerebbe elencarli tutti, darli alle nuove generazioni, usarli come insegnamento di vita (impossibile sperare a risultati). Quei perché rimarranno appesi nei pensieri di quelle teste bianche, ora pensano solo a qualche carezza, ad un sorriso, al sapere che comunque qualcuno gli stia vicino, che non lo faccia sentire solo. Se per un attimo l’egoismo umano venisse interrotto e a tutti verrebbe ribadito il concetto che: IL LORO OGGI SARÀ IL NOSTRO DOMANI… forse, qualche “vecchio” rimarrebbe meno solo. 21 | Estate 2010 LA MIA ESPERIENZA MILITARE di Marcello Garollo l mio servizio militare non è stato poi così duro, così malvagio salvo i numerosissimi gavettoni che ho subito a Roma. Ero in fanteria sussistenza, il c.a.r. l’ho fatto ad Orvieto, poi mi hanno trasferito a fare i picchetti armati del referendum del 1974 a Concessa di Catona, piccolo paesino in provincia di Reggio Calabria. Finito il c.a.r. sono stato destinato al servizio nelle carceri militari. Ero presso il carcere militare di Roma “Forte Boccea” e questo è stato il momento per me più difficile perché non volevo assoggettarmi a tutti gli scherzi che volevano fare i cosiddetti “nonni”. A un certo punto mi sono ribellato, sono andato dal comandante e l’ho avvisato che volevo sporgere denuncia. Lui prese atto e da quel giorno i gavettoni finirono. Una mattina, inaspettatamente, ricevetti un fonogramma nel quale mi veniva comunicato il trasferimento al carcere di Peschiera del Garda. Al mio capitano dispiacque lasciarmi andare perché ormai ero pratico degli incartamenti ma io preferivo avvicinarmi a casa. A Peschiera mi sono trovato molto bene, avevo tanti amici. Lavoravo tutta la settimana fino alla domenica mattina poi nel pomeriggio andavo a casa per la cosiddetta “fuga”. Presso il carcere dovevo redigere a macchina tutti gli ordini di cattura e seguire le pratiche relative ai detenuti. Mentre ero lì si verificò uno spiacevole episodio riguardo ad un sergente di un altro corpo. Questi veniva preso in giro da tutti gli altri ufficiali: un giorno decise di andare in licenza e dopo pochi giorni lo ritrovarono morto a Bologna. A seguito di ciò vi furono molte ispezioni da parte del ministero. I Tranne questo ultimo episodio spiacevole il resto del mio servizio militare è trascorso piacevolmente e ne porto con me sempre un buon ricordo. Estate 2010 | 22 ella nostra casa, con il mese di marzo abbiamo dato il via ad una nuova iniziativa che prevede una serie di incontri sorseggiando un caffè. In queste riunioni vengono affrontati i dodici fattori del Marchio Qualità Upipa. Questi fattori sono il rispetto, l’autorealizzazione, l’operosità, l’affettività, l’interiorità, il comfort, l’umanizzazione, la socialità, la salute, la libertà, il gusto, la vivibilità. Il progetto in questione si prefigge come obiettivo principale quello di creare uno spazio piacevole nel quale discutere di argomenti che, riuniti assieme, daranno poi un’idea della qualità e del benessere percepito dagli utenti nella struttura. La modalità del focus group permette di innescare delle dinamiche di gruppo che consentono una maggiore spontaneità, un maggior confronto e di conseguenza miglior comprensione di problematiche, aspettative e reali opinioni relative all’argomento affrontato. Nel rispetto dell’individualità di ogni persona si dà quindi la possibilità ad ogni ospite di poter esprimere le proprie opinioni in merito alla vita all’interno della A.P.S.P., raccogliendo gli aspetti positivi e le eventuali lamentele o fatti accaduti che hanno causato disagi. Il progetto è quindi un messaggio di apertura, condivisione e partecipazione verso la persona che abita la nostra comunità. Per noi diventa uno spunto, poiché partendo è dal loro “sentire” possiamo impostare di conseguenza il nostro intervento e rendere la persona sempre più protagonista della propria vita in residenza. È previsto un incontro mensile composto da un gruppo di massimo otto persone e, di volta in volta, la formazione dei vari gruppi tiene conto dei rapporti che ci sono tra gli ospiti per rendere più piacevole il tempo che si va a trascorrere assieme. Il riscontro che fino ad oggi abbiamo avuto è molto positivo, i residenti gradiscono il fatto di trovarsi a parlare di aspetti che riguardano la loro quotidianità e sono sempre più affiatati. N CAFFÈ DIBATTITO a cura delle educatrici È stato interessante in questi primi incontri sentir cogliere dai presenti il continuo sforzo di miglioramento a cui mira la nostra casa. Hanno apprezzato la possibilità di personalizzare gli spazi con i propri oggetti, la varietà delle proposte di animazione, la cura della casa ecc. «Non pensavo di star qua tanto… e sono già tre anni…ma qua si sta bene, ho sempre da fare, la preghiera, il giornale, mi trovo con gli altri a giocare alle carte, ogni giorno c’è qualcosa…». «Ho il mio tappetino, le mie foto, tutte le mie cose, il mio comodino…». Si è colto poi un forte legame tra gli ospiti, anche nelle piccole cose, in semplici frasi o parole si percepisce la preoccupazione che uno ha per l’altro, è questo un segnale molto importante che ci fa parlare più che di casa di riposo di comunità. «Io qua ho trovato delle amiche…». 23 | Estate 2010 RICETTE DI DRINK SUGGERITECI DA OTTORINO FONTANARI ESPERTO BARMAN Jin-tonic ecco una bevanda dissetante e… leggermente alcoolica • 3/10 gin • 7/10 acqua tonica • 3 cubetti di ghiaccio Negroni n scekerato un po’ più forte e va be • 1/3 gin • 1/3 Campari • 1/3 vermouth rosso arancia e ghiaccio • Spruzzata di succo di Alexander molto goloso!! • 1/3 cognac • 1/3 crema di cacao • 1/3 panna liquida • Ghiaccio • E alla fine decorare con un pizzico di noce moscata Estate 2010 | 24 “LA MEMORIA DELL’ACQUA” l Servizio Sociale e di Animazione intende ringraziare tutti quelli che ci hanno suggerito argomenti e modalità per partecipare al concorso indetto da Upipa “La Memoria dell’acqua”. Purtroppo non siamo riusciti a realizzare tutte le iniziative che ci sono state proposte e di questo ci scusiamo. Quest’anno, in particolar modo, il tema “acqua” ha ispirato un gran numero delle nostre attività. Lo abbiamo affrontato a vari livelli, per varie tipologie di residenti. Per ognuno abbiamo cercato di offrire possibilità di coinvolgimento e, in particolare, abbiamo curato l’aspetto culturale. Sono state tutte occasioni di crescita e di approfondimento e questo è stato fatto utilizzando risorse presenti sul territorio di Levico e dintorni. I rimandi sono stati sicuramente molto positivi sia da parte dei residenti che dai loro familiari. Motivo di soddisfazione è stata inoltre la realizzazione di una mostra e un documento scritto a ricordo di emozioni ed esperienze che rimarranno come testimonianza del nostro percorso e come memoria collettiva. Vi invitiamo fin d’ora a pensare alla nuova proposta di Upipa per quest’anno “Suonie rum ori diuna Vita”. I Maria Acler ritira l’attestato di partecipazione al concorso a Trento 25 | Estate 2010 SERENATE ALL’ESTATE di Annalisa Filoso Gioca l’estate in questo giorno che volge al tramonto… nel colore del cielo di un grigio argentato trafitto di rosso… su un balcone di creste lontane. Ascolto dal prato odoroso di timo sinfonie d’altri tempi… grilli e cicale accordano i versi. Si fermano i voli, ogni nido ha la pace… e le tremule foglie nate da poco m’accarezzano il viso in questa sera fatata… Ora tutto è silenzio in questo immenso divino s’accendon le stelle e …le guida la luna al proprio destino. Nell’aria stordisce il profumo dell’erba appena tagliata… e lontano… il canto dell’acqua echeggia la sua serenata. Estate 2010 | 26 RICORDI SULL’ALTALENA La nostra settima volta a “Ortinparco” 2010 tornata la primavera! E rieccoci, per la settima volta, all’appuntamento con “Ortinparco”. Tanti di noi hanno ormai raggiunto un’età ragguardevole! Ma i ricordi di un tempo sono ben stampati nella nostra memoria. Vogliamo condividere con voi, cogliendo l’occasione che ci offre la manifestazione, il nostro ricordo di quando eravamo bambini e andavamo nell’orto. Per farlo abbiamo pensato, con l’aiuto dei volontari e degli operatori, di realizzare anche una bambola delle dimensioni di una bambina di circa 3-4 anni. Il lavoro ci ha richiesto molti incontri di cucito, ma vedrete il risultato! C’è chi cuce, chi taglia, chi riempie di “ciccia” quelle gambette… chi intreccia le splendide trecce. Metterle il vestito, prepararle i calzettoni… le abbiamo perfino dipinto il viso! Le nostre residenti non possono avere mani più delicate e precise. Mani che riescono a trasmettere quell’affetto e quella cura che si mette nel preparare la propria bimba. È Abbiamo pensato di farla giocare come facevamo noi, “su quela sghingolaora tacata al pomaro” o per chi non è di Levico… l’altalena. Tutti si danno da fare per cercare un melo abbastanza resistente per l’altalena… impossibile! Meglio utilizzare vecchi pali. C’è chi porta un vecchio cappello, chi una casetta per gli uccelli e poi fiori, verdura. «Dai mettiamo qui il fieno…» C’è entusiasmo nel sistemare il nostro orto. È sì, dobbiamo trasmettere i ricordi degli orti di quando eravamo bambini, dobbiamo far vedere come erano, i loro colori, far percepire profumi e rumori. È arrivato il momento di accompagnare la nostra bambina a divertirsi nel posto che abbiamo pensato per lei. Con tanta dolcezza la sistemiamo …lei racconta di noi, del nostro passato e del nostro presente. 27 | Estate 2010 RICORDI… IN RIMA di Anna Maria Buccella Quanti strapianti che vardeven ‘mpiantar e quante patate che aiutevene a binar «Dei ne zo al rio a tor acqua, che la salata la gà sè L’è tuta fiapa tosati no vedè?» Feven finta de no sentir e seguitavene a zugar erene picoli ma furbi che no podè ‘nmaginar El gaveva la voze grossa el me papà ma quel’altalena en mezo al prà la ne piaseva pu de la salata e dei ravanei El me papà el gaveva popi sordi ma tanto bei! MOMENTI Foto ricordo Caorle 2010 La nostra casa si tinge di rosa! DI NOI… I migliori auguri a Maria Moschen per un pensionamento… … pieno di cose belle! I più cari auguri alle nostre centenarie… Paola Saggiante Emma Motter Maria Nicoletti «Un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre» S. Francesco d’Assisi