La rilevazione dei prezzi
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La rilevazione dei prezzi
La rilevazione dei prezzi • La rilevazione dei prezzi ISTAT riguarda ¾Prezzi al consumo ¾Prezzi alla produzione ¾Costi di costruzione • Noi ci soffermeremo sulla rilevazione dei prezzi al consumo profondamente rivista a partire dal gennaio 1999 Prezzi al consumo • Gli indici dei prezzi al consumo misurano la variazione nel tempo della spesa necessaria per l’acquisto di un determinato paniere di beni e servizi destinato al consumo finale delle famiglie presenti sul territorio economico nazionale. • Si considerano solo transazioni realizzate mediante operazioni monetarie. Esclusione dalla rilevazione dei prezzi non osservabili • Stima della dinamica dei prezzi nel tempo e non del loro livello assoluto Campo di osservazione degli indici dei prezzi al consumo • Esclusione degli autoconsumi, dei fitti figurativi delle abitazioni utilizzate dai proprietari • Esclusione delle spese sostenute dalle famiglie per l’acquisto di beni di investimento • Esclusione di beni o servizi di consumo intermedio (strumenti e attrezzature per l’attività professionale), delle operazioni relative al pagamento di tasse di concessione governativa, bolli, imposte dirette, contributi sociali, degli investimenti. Sistema degli indici dei prezzi al consumo • Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC): maggior grado di copertura (sintesi delle informazioni dell’intero paniere). Viene usato come base per la misura dell’inflazione. • Indice armonizzato dei prezzi al consumo per i paesi dell’Unione Europea (IPCA): 94% del campo di osservazione del NIC ed è regolamentato in sede comunitaria (viene usato per la misura dell’inflazione a livello comunitario). • Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), che fa invece riferimento ai consumi di una famiglia facente capo ad un lavoratore dipendente extra-agricolo (è l’indice usato per la rivalutazione dei valori monetari). Analisi comparata di NIC, FOI e IPCA: il campo di osservazione • NIC e FOI si riferiscono ai consumi finali individuali indipendentemente se la spesa sia a totale carico delle famiglie o, in misura parziale o totale, della Pubblica Amministrazione o delle istituzioni non aventi fini di lucro (ISP). • L’IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici poiché si riferisce alla spesa monetaria per consumi finali sostenuta esclusivamente dalle famiglie (Household final monetary consumption expenditure); Analisi comparata di NIC, FOI e IPCA: il concetto di prezzo e la ponderazione • Il concetto di prezzo. Quando il prezzo di vendita è diverso dal prezzo pagato dal consumatore, gli indici NIC e FOI rilevano il prezzo di vendita pieno (detto prezzo lordo) mentre l’IPCA rileva il prezzo effettivamente pagato dal consumatore (detto prezzo netto). L’IPCA quindi esclude beni come lotterie e concorsi a premio e tiene conto anche di sconti e promozioni. • La ponderazione. Il NIC e il FOI si basano sullo stesso paniere ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso nei due indici, a seconda dell’importanza che i diversi prodotti assumono nei consumi della popolazione di riferimento.2 2 NIC e FOI vengono calcolati anche nelle versioni al netto dei tabacchi Il paniere • Si basa sulla classificazione comunitaria COICOP95 (Classification of Individual Consumption by Purpose): 12 capitoli di spesa, 38 categorie, 106 gruppi di prodotto e 205 voci di prodotto. • Ogni voce di prodotto è rappresentata da un campione di specifici beni e servizi che prendono il nome di “posizioni rappresentative”. • Esempio: per misurare la dinamica dei prezzi della voce di prodotto Pesci surgelati, vengono seguiti i prezzi delle posizioni rappresentative Filetti di platessa surgelati, Bastoncini di pesce surgelati, Nasello surgelato. Le “posizioni rappresentative” • Devono poter essere agevolmente rilevate sul territorio. • La loro individuazione, all’interno delle 205 voci di prodotto, si basa sul criterio di “prevalenza”, ovvero vengono selezionati i prodotti cui corrispondono le maggiori quote di consumo. • La scelta tiene anche conto del criterio del “peso medio”, secondo il quale maggiore è il peso di una voce di prodotto sul totale dei consumi delle famiglie, maggiore deve essere il numero di posizioni rappresentative che contribuiscono a misurare l’evoluzione dei prezzi. • Nella versione del 2006, per l’indice pieno (NIC), il paniere include 562 posizioni rappresentative di prodotto (alcune sono di natura composita) e 1041 prodotti. Il concetto di referenza • Ad ogni posizione rappresentativa o prodotto possono potenzialmente corrispondere più referenze. Un esempio risulterà utile al fine di chiarire il concetto: Ad esempio, una referenza può essere la pasta di semola di grano duro (una delle 562 posizioni rappresentative), varietà k, marca q, confezione da n grammi venduta presso il punto vendita s. Per ciascuna referenza vengono raccolte una o due quotazioni al mese o una ogni tre mesi a seconda della frequenza di rilevazione del prodotto. Composizione del paniere: innovazioni apportate nel 2006 • La revisione del paniere è annuale. Ad esempio, nel 2006 si registrano le seguenti variazioni: ¾Rispetto all’anno precedente escono dal paniere otto posizioni: brie, provolone, caciocavallo, tessuto per donna, tessuto per uomo, body donna, noleggio videocassette, bigiotteria. ¾Entrano nel paniere dieci posizioni: ricotta, formaggio stagionato a pasta filata, formaggio stagionato di produzione locale, ananas, latte in polvere per neonati, pigiama da donna, felpa bambino, jeans bambino, apparecchio ortodontico, bed and breakfast. • A partire dal mese di luglio 2006, inoltre, le posizioni rappresentative passano da 562 a 561, a causa dell'eliminazione dal paniere della posizione rappresentativa "Avvocato - tariffa ordine degli avvocati". La rilevazione (1) • l’ISTAT è responsabile della rilevazione dei prezzi dei beni e servizi a prezzo unico nazionale in 87 comuni (68 capoluoghi di provincia e 19 capoluoghi di regione) con una copertura di ca il 90% della popolazione • I dati sono quindi raccolti attraverso due rilevazioni: una a livello territoriale effettuata dai comuni (79,5%) e una centralizzata effettuata dall’Istat (20,5%). La rilevazione (2) • La raccolta dei prezzi viene effettuata direttamente dall’Istat per quei prodotti che hanno prezzi uguali su tutto il territorio nazionale (tabacchi, periodici, medicinali, alcune tariffe), per quelli soggetti a continui cambiamenti tecnologici (computer, telefoni cellulari ecc.) e per i servizi il cui godimento non riguarda soltanto la popolazione del comune interessato (camping, stabilimenti balneari ecc.). • Gli uffici comunali di statistica sono competenti per la rilevazione locale dei prezzi di tutti i rimanenti beni e servizi inclusi nel paniere La rilevazione (3) • I prezzi della maggior parte dei prodotti vengono rilevati una volta al mese. • Quelli ad alta variabilità – come gli alimentari freschi e i carburanti – vengono monitorati due volte nel mese. • La rilevazione, invece, è trimestrale per quei prodotti che presentano variabilità di prezzo più contenuta: gli affitti delle case, molti beni durevoli (mobili ed elettrodomestici) e alcuni servizi. Il ruolo del rilevatore • Individuare per ogni prodotto da monitorare la tipologia che meglio corrisponde alla descrizione fornita dall’Istat; • Verificare con il gestore del punto vendita, per ciascun prodotto ed ogni punto di rilevazione, la referenza più venduta fra quelle che hanno le caratteristiche definite dall’Istat. Il prezzo di quello stesso prodotto, mese dopo mese, viene monitorato per un anno intero. • Trascrivere per ogni prodotto, sul modello di rilevazione o sul computer portatile, la marca, la varietà, la grammatura ed altre informazioni utili a cui far riferimento nelle rilevazioni future. • Al rilevatore spetta inoltre il compito di sostituire le referenze quando queste non siano più disponibili o rappresentative. L’operazione di sostituzione delle unità di rilevazione spetta invece agli UCS. Il campionamento dei punti vendita (1) • Il campione delle unità di osservazione dei dati elementari viene selezionato dagli UCS in maniera tale da essere rappresentativo dell'insieme delle attività commerciali e di prestazione dei servizi esistenti sul territorio, della loro distribuzione nei vari quartieri e dei luoghi maggiormente frequentati dalla popolazione per l'acquisizione di beni e servizi di cui necessita. • Il campione comprende in totale 39000 punti vendita più 11000 abitazioni per gli affitti Il campionamento dei punti vendita (2) • Riassumendo, il campione deve riflettere: ¾ l’importanza relativa dei prodotti nell’ambito del paniere; ¾ l’estensione del territorio; ¾ l’importanza demografica del comune e la distribuzione territoriale della popolazione residente; ¾ la tipologia e l’articolazione degli esercizi commerciali sul territorio comunale; ¾ le modalità di approvvigionamento delle famiglie e quindi la proporzione fra il ¾ volume delle vendite nella distribuzione moderna e quello nella distribuzione tradizionale; ¾ la preferenza per i negozi maggiormente forniti e frequentati; ¾ la variabilità dei prezzi dei prodotti. Il campionamento dei punti vendita (3) In conclusione, per ciascun prodotto, in ogni capoluogo, vengono raccolte le quotazioni di prezzo, il cui numero varia in funzione: 1) della variabilità di prezzo del prodotto 2) della sua importanza relativa 3) dell’ampiezza demografica del comune e della relativa estensione territoriale 4) delle caratteristiche della rete distributiva 5) delle abitudini di spesa dei consumatori. Calcolo degli indici: i micro-indici • La prima fase è il calcolo dei micro - indici mediante il rapporto tra il prezzo del mese corrente della referenza osservata in un determinato punto vendita ed il prezzo osservato della stessa referenza nello stesso punto vendita nel mese di base (dicembre dell'anno precedente); • Si procede poi alla sintesi dei microindici mediante media geometrica, che dà luogo all’ indice elementare di posizione rappresentativa per capoluogo Calcolo degli indici: sintesi verticale • Attraverso la formula di Laspeyres a catena, gli indici provinciali di posizione rappresentativa vengono aggregati per dar luogo agli indici regionali di posizione rappresentativa. I coefficienti di ponderazione si basano sul peso ciascun capoluogo di provincia in termini di popolazione residente. • L’indice nazionale di posizione rappresentativa si ottiene aggregando gli indici regionali con coefficienti proporzionali al peso dei consumi regionali in termini di ciascuna posizione rappresentativa (misurato dall’Indagine ISTAT sui consumi delle famiglie). Calcolo degli indici: sintesi orizzontale • L’indice generale provinciale si ottiene aggregando tra loro gli indici di posizione rappresentativa per ogni capoluogo di con coefficienti di ponderazione basati sul peso di ciascuna posizione rappresentativa in termini di consumi delle famiglie (determinati a livello regionale). • L’indice generale regionale si ottiene aggregando in maniera analoga gli indici regionali di posizione rappresentativa. • L’indice nazionale dei prezzi al consumo si ottiene come media ponderata degli indici nazionali di posizione rappresentativa. I pesi in termini di consumi sono stavolta determinati su base nazionale Nota tecnica sulla determinazione dei pesi • I consumi delle famiglie utilizzati come coefficienti di ponderazione per la sintesi degli indici elementari vengono desunti direttamente dall’Indagine ISTAT sui consumi delle famiglie fino al livello di voce di prodotto. • Le spese per consumi associate alle singole voci di prodotto vengono successivamente ripartite tra le posizioni rappresentative presenti all’interno di ciascuna voce sulla base di numerose fonti informative interne (come, ad esempio, le indagini sul commercio con l’estero, sulla produzione industriale e sul movimento turistico) ed esterne all’Istat ( ACNielsen, Banca d’Italia, ecc.). Pesi dei capitoli di spesa utilizzati per il calcolo degli indici nazionali dei prezzi al consumo – Anno 2004 (valori percentuali; fonte ISTAT) Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) - Pesi regionali – Anno 2004 (valori percentuali; fonte ISTAT) Indici nazionali dei prezzi al consumo. Settembre 2006 (Fonte ISTAT) Indici NIC, base 1995=100, per capitolo di spesa. Settembre 2006 (Fonte ISTAT) Variazioni tendenziali e congiunturali sul NIC Variazioni degli indici generali NIC e FOI delle città capoluogo di regione. Settembre 2006 (Fonte ISTAT)