Il nuovo indice della produzione industriale (base 2000=100)

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Il nuovo indice della produzione industriale (base 2000=100)
Il nuovo indice della produzione industriale
(base 2000=100)
L’Istituto nazionale di statistica, a conclusione dei lavori intrapresi
per la costruzione della nuova base dell’indice della produzione
industriale, avvia la pubblicazione della serie dell’indice con base
di riferimento 2000=100.
Il periodico cambiamento della base si rende necessario per tenere
conto delle modificazioni che intervengono nella struttura e nelle
caratteristiche della produzione del settore industriale del nostro
Paese. Tale operazione ha, quindi, l’obiettivo di mantenere elevata
la capacità dell’indice di rappresentare l’andamento congiunturale
dell’attività del settore industriale, conservando quelle
caratteristiche di qualità che, unite alla tempestività della sua
diffusione, fanno di questo indicatore uno dei principali strumenti
di analisi dell’andamento di breve periodo dell’economia.
Il nuovo anno di riferimento è il 2000, coerentemente con quanto
richiesto dal Regolamento n. 1165/98 del Consiglio dell’Unione
europea relativo alle statistiche congiunturali (G.U. delle
Comunità europee del 5/6/1998), il quale stabilisce aggiornamenti
della base con periodicità quinquennale e riferiti agli anni che
terminano con le cifre zero o cinque. Le operazioni di ribasamento
sono state effettuate un anno prima rispetto a quanto fatto in
passato, anticipando anche il termine stabilito dal Regolamento Ue
che impone un passaggio alla base 2000 entro il 2003 (attualmente
i paesi dell’Ue che hanno diffuso l’indice della produzione
industriale in base 2000 sono Belgio, Finlandia, Portogallo e
Spagna).
Gli indici mensili della nuova serie con base 2000 sono calcolati a
partire da gennaio 2001. Pertanto, per tutto il 2001 e il 2002, anni
per i quali sono già stati pubblicati gli indici mensili con base
1995, l’Istat diffonde la nuova serie di indici che incorporano le
innovazioni introdotte con il passaggio alla nuova base (Tabella 1).
Ufficio della comunicazione
tel. +39 06 4673.2244-2243
Centro di informazione statistica
tel. +39 06 4673.3105
Informazioni e chiarimenti
Statistiche congiunturali
Roma, Via Tuscolana 1788 – 00173
Paola Benedetti tel. +39 0672976129
Nei paragrafi che seguono si presentano i diversi aspetti
dell’operazione di cambiamento della base: le principali
innovazioni (paragrafo 1), il paniere dei prodotti (paragrafo 2), il
panel delle unità di rilevazione (paragrafo 3), il sistema dei pesi
(paragrafo 4), le classificazioni e la ricostruzione delle serie
storiche (paragrafo 5), la correzione per i giorni lavorativi e la
destagionalizzazione (paragrafo 6) e, infine, il confronto con il
vecchio indice (paragrafo 7).
2
Tabella 1. Indice della produzione industriale (base 2000=100).
Periodo gennaio 2001 - dicembre 2002 (indici e variazioni percentuali)
Indice grezzo
Variazione percentuale
rispetto al corrispondente
mese dell'anno precedente
Indice
destagionalizzato
Variazione percentuale
rispetto al mese
precedente
gennaio
100.2
9.5
102.0
-1.2
febbraio
102.6
-1.0
101.5
-0.5
marzo
113.3
0.4
101.4
-0.1
Periodo
2001
2002
aprile
94.3
1.7
99.9
-1.5
maggio
109.3
-0.4
100.2
0.3
giugno
106.4
-2.7
99.8
-0.4
luglio
108.4
2.4
99.3
-0.5
agosto
55.0
-5.2
98.6
-0.7
settembre
100.9
-5.1
98.1
-0.5
ottobre
109.9
0.2
97.7
-0.4
novembre
102.6
-6.0
96.4
-1.3
dicembre
87.3
-4.6
97.3
0.9
gennaio
95.6
-4.6
97.2
-0.1
febbraio
99.8
-2.7
98.0
0.8
marzo
105.6
-6.8
98.0
0.0
aprile
94.8
0.5
96.9
-1.1
maggio
108.4
-0.8
98.6
1.8
giugno
101.2
-4.9
98.0
-0.6
luglio
111.5
2.9
99.0
1.0
agosto
51.4
-6.5
97.8
-1.2
settembre
103.9
3.0
98.3
0.5
ottobre
109.4
-0.5
97.7
-0.6
novembre
102.5
-0.1
98.2
0.5
dicembre
90.0
3.1
97.7
-0.5
1. Le principali innovazioni
Il nuovo indice della produzione industriale misura, come il precedente, la variazione nel tempo del
volume fisico della produzione effettuata dall’industria in senso stretto (ovvero dell’industria con
esclusione delle costruzioni). Esso non tiene conto dell’economia sommersa in quanto si basa sui risultati
di una rilevazione statistica campionaria condotta presso le imprese industriali con attività regolare. In
particolare viene mensilmente rilevato il volume di produzione dei beni che compongono il paniere
rappresentativo posto a base dell’indagine. Ciò consente di calcolare numeri indici per voci di prodotto
che, a loro volta, sono sintetizzati per attività economica secondo la formula di Laspeyres.
La definizione della nuova base dell’indice è stata orientata a incorporare le modificazioni che il sistema
industriale italiano ha subìto nella seconda metà degli anni Novanta. In particolare:
·
·
·
è stato rinnovato il paniere di prodotti sui quali effettuare la rilevazione mensile, rendendolo
rappresentativo della attuale realtà produttiva dell’industria italiana; è stato anche aumentato il
contenuto informativo dell’indice attraverso l’inclusione di nuovi settori di attività economica;
è stato modificato il campione di imprese interessate mensilmente dalla rilevazione, tenendo conto
sia della demografia d’impresa, sia della necessità di includere le maggiori imprese produttrici dei
singoli beni considerati;
è stato aggiornato il sistema di ponderazione dell’indice che, in accordo con le raccomandazioni di
Eurostat, è stato derivato dai dati delle indagini annuali sulla struttura e la competitività delle
imprese relativi all’anno di riferimento.
2
In occasione del ribasamento dell’indice della produzione industriale sono state introdotte altre importanti
innovazioni, rivolte a migliorarne l’utilizzo per l’analisi congiunturale. In particolare:
·
sono state tempestivamente adottate, per il calcolo degli indici aggregati, la nuova Classificazione
ATECO 2002 e la classificazione europea dei “Raggruppamenti Principali di Industrie (RPI)”, che
permettono una totale comparabilità degli indici italiani sia con quelli degli altri Paesi dell’Unione
europea, sia con quelli europei diffusi da Eurostat ;
· è stato adottato un nuovo metodo, statisticamente più robusto, per l’elaborazione di indici corretti
per tenere conto del diverso numero di giorni lavorativi nei singoli mesi.
Inoltre, con la pubblicazione degli indici in base 2000 verrà ripristinata la revisione periodica dei dati
grezzi. Ciò permetterà di acquisire tutte le revisioni dei dati operate nel tempo dagli operatori e di
correggere la base dati da errori che emergano successivamente alla diffusione degli indici.
Parallelamente, non sarà più pubblicato il comunicato con i dati definitivi, ma ciascun comunicato mensile
diffonderà anche i dati rettificati relativi al mese precedente.
Infine, come evidenziato dal calendario dei comunicati stampa, nel corso del 2003 verrà migliorata la
tempestività dell’indice della produzione industriale, che a fine anno sarà diffuso con un ritardo di 42
giorni rispetto al mese di riferimento.
2. Il paniere dei prodotti
La rilevazione dell'indice della produzione industriale è effettuata mediante questionari nei quali le
imprese dichiarano l'ammontare della produzione mensile con riferimento a più di mille prodotti. Tali
prodotti vengono in parte aggregati per formare un paniere di voci di prodotto per le quali si calcolano gli
indici elementari. Questi sono successivamente aggregati per classi, gruppi, divisioni, sottosezioni e
sezioni ATECO, fino all'indice generale.
Per tenere conto delle modifiche intervenute nella struttura produttiva del Paese e, di conseguenza, nella
composizione delle produzioni più importanti, il precedente paniere di 592 voci di prodotto è stato rivisto.
A partire dall’autunno del 1999, è stata avviata una collaborazione tra Istat e associazioni di categoria di
tutti i settori industriali per giungere ad una migliore definizione del paniere. Parallelamente sono stati
utilizzati i risultati dell’indagine annuale Istat sulla produzione industriale e sui consumi intermedi
dell’industria (PRODCOM), verificando quali fossero le produzioni più importanti all’interno delle singole
classi di attività economica e, quindi, massimizzando il contenuto informativo del nuovo indice. Alla luce
delle indicazioni provenienti da tali approfondimenti, sono stati approntati i questionari da sottoporre
mensilmente alle imprese industriali, ed è stata effettuata una rilevazione parallela, finalizzata a
raccogliere dati sui nuovi prodotti segnalati dalle associazioni di categoria o individuati dall’indagine
annuale PRODCOM. I risultati di questa indagine, insieme all’analisi dei prodotti da escludere in quanto
non più significativi, ha portato alla definizione del nuovo paniere.
Il nuovo paniere si compone di 548 voci di prodotto, delle quali 477 provengono dal precedente paniere,
30 sono nuove, 27 sono una sintesi di 88 precedenti, 14 sono la disaggregazione di 7 precedenti. Per
converso 20 voci di prodotto considerate nelle basi 1990 e 1995, ormai marginali nell'ambito della
produzione industriale, sono state escluse dal paniere1. In particolare, tali operazioni hanno comportato
l'introduzione di nuovi prodotti nell'ambito dell'industria tessile e un maggiore dettaglio in quella
dell'abbigliamento, una profonda ricomposizione dei prodotti rilevati nell'ambito dell'industria chimica, un
ricambio dei prodotti riferiti all'industria degli apparecchi radiotelevisivi e per le comunicazioni, la
rilevazione di una produzione tipica del made in Italy, quale la gioielleria e oreficeria, e l'introduzione
delle rilevazione delle attività di riciclaggio della carta, delle materie plastiche, del vetro e dei metalli
ferrosi e non ferrosi. Un'altra significativa novità è stata la definizione di un'unica voce di prodotto relativa
alla produzione di autovetture, rappresentata da una sintesi delle informazioni relative al peso, alla
cilindrata e alla potenza.
Inoltre, allo scopo di migliorare la significatività dell’indice e di tenere conto dei cambiamenti di qualità
dei prodotti industriali nel corso del tempo, è stato aumentato il numero di quelli per i quali si utilizza il
1
La lista delle 548 voci di prodotto del nuovo paniere, insieme con i pesi di ciascuna, è pubblicata sul sito Istat
(http://www.istat.it).
3
valore della produzione (opportunamente deflazionato con un indice di prezzo alla produzione) quale
indicatore dell’attività.
Nella Tabella 2 sono riassunti i tipi di indicatore utilizzati, rispettivamente nella base 1990, in quella 1995
e nella base 2000, con il relativo peso sull’indice generale. Da essa emerge l’accresciuta importanza dei
prodotti rilevati in valore, che rappresentano ormai più dell’11 per cento dell’intero paniere della
produzione industriale. Si osserva, inoltre, che il 6 per cento dei prodotti viene rilevato tramite le ore
lavorate: i relativi flussi mensili vengono corretti attraverso coefficienti di produttività stimati sulla base
degli aggregati di contabilità nazionale.
Tabella 2. Numero di prodotti rilevati e coefficienti di ponderazione per tipo di indicatore.
Base 1990, 1995 e 2000
Indice base 1990
TIPO DI INDICATORE
Peso, capacità, superficie
Numero
Ore di lavoro
Valore
Altro
TOTALE
numero
prodotti
Indice base 1995
peso
percentuale
469
88
18
8
9
592
numero
prodotti
69.0
14.0
5.0
3.0
9.0
100
Indice base 2000
peso
percentuale
443
61
18
61
9
592
65.4
9.9
8.0
6.3
10.4
100
numero
prodotti
peso
percentuale
409
49
17
60
13
548
61.5
10.5
6.0
11.3
10.7
100
3. Il panel delle unità di rilevazione
Anche per la definizione del panel di imprese da coinvolgere nell’indagine mensile si è proceduto sia
attraverso il confronto con le associazioni di categoria, sia attraverso l’analisi dei risultati dell’indagine
PRODCOM.
Le imprese sono state scelte con il duplice obiettivo di massimizzare la copertura, in termini di produzione,
all’interno delle serie elementari e di non appesantire l’onere di risposta del sistema delle imprese. Esse
sono state scelte generalmente tra quelle con almeno 20 addetti; solo per i settori in cui è preponderante la
piccola impresa (come ad esempio l’industria molitoria e quella casearia), sono state incluse nel panel
anche aziende con numero di addetti inferiore a 20.
Con la nuova base le imprese presso le quali viene rilevata direttamente la produzione mensile sono circa
5.100; esse comunicano dati relativi a poco più di 10mila flussi mensili di produzione2. In aggiunta a tali
dati, per la stima degli andamenti produttivi di specifici settori industriali, vengono utilizzate altre fonti
statistiche. Vengono acquisiti i dati provenienti dall’indagine mensile sul bestiame macellato condotta
dall’Istat presso circa 2700 macelli pubblici e privati. Gli andamenti produttivi che concernono la
siderurgia sono forniti dalla relativa associazione di categoria, cui fanno riferimento poco più di cento
imprese. I dati riguardanti i prodotti delle industrie estrattive sono acquisiti presso gli Uffici nazionali
minerari, idrocarburi e geotermia del Ministero della attività produttive, mentre quelli che si riferiscono ai
prodotti della raffinazione del petrolio vengono rilevati presso le undici società del settore e quelli relativi
alla distribuzione del gas vengono forniti all’Istat dal principale operatore nazionale. Sulla base di una
direttiva del Ministero dell'Industria, Commercio e Artigianato e su incarico dell'ISTAT, nell'ambito del
Sistema Statistico Nazionale (SISTAN), i dati della produzione di energia elettrica vengono rilevati dal
GRTN (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale). Essi fanno riferimento a circa 1500 operatori del
settore. I dati sull’industria del tabacco sono forniti dall’Ente Tabacchi Italiani (ETI spa). Relativamente
alla armi da fuoco è il Banco Nazionale di Prova a fornire il numero di fucili e pistole collaudate. Infine, i
dati sulle attività di riciclaggio della carta e del vetro, rilevati presso le imprese del settore, vengono
integrati con quelli relativi al consumo di carta da riciclo e dei cascami di vetro da parte di cartiere e
vetrerie.
2
Poiché per alcune produzioni l’indagine è a copertura totale, la natimortalità d’impresa può influenzare il numero di
aziende e di flussi mensili rilevati.
4
Il nuovo panel consente di raggiungere un maggiore grado di copertura in termini di ammontare della
produzione. Esso permette anche di proseguire la pubblicazione, per i settori ove l’indagine è totalitaria,
dei valori assoluti (in quantità e/o valore) dei prodotti elementari3 oltre che dei numeri indice. Inoltre si
dispone di un elenco di imprese di riserva con le quali sostituire quelle che, per qualsiasi motivo
(cessazione dell’attività, cambiamento di produzione, ritardi sistematici nella trasmissione dei dati,
fornitura di dati poco attendibili, ecc.), dovessero in futuro essere escluse dalla rilevazione.
4. Il nuovo sistema di pesi
La definizione del sistema ponderale ha riguardato sia le voci di prodotto sia i diversi livelli della
classificazione ATECO2002 nei quali tali voci vengono poi aggregate.
Le operazioni statistiche per la messa a punto del nuovo sistema di pesi si sono ispirate alle disposizioni
contenute nei Regolamenti comunitari e alle raccomandazioni provenienti da Eurostat con il fine di
rendere più semplice e, soprattutto, metodologicamente corretta, la costruzione degli indici europei per
ogni livello di aggregazione.
Per quel che riguarda le voci di prodotto, sulla base delle indicazioni comunitarie, i pesi sono stati
elaborati utilizzando i dati della rilevazione PRODCOM riferiti al 2000. Laddove le produzioni rilevate
dall'indagine mensile non rientrano nel campo di osservazione di PRODCOM (è il caso delle industrie
della raffinazione dei prodotti petroliferi e quello delle attività di riciclaggio) e per alcuni settori nei quali
la complessità delle produzioni rende difficile l'individuazione dei pesi per le voci di prodotto identificate,
si è fatto ricorso a fonti alternative, sia di carattere amministrativo, sia legate alle attività di rilevazione e
studio messe in atto dalle associazioni delle diverse categorie industriali.
Per quel che riguarda le aggregazioni successive, a partire dalle 4 cifre ATECO 2002 fino all’indice
generale, il Manuale metodologico annesso al Regolamento comunitario sulle statistiche congiunturali
suggerisce l'adozione di pesi basati sul valore aggiunto al costo dei fattori, proveniente dalle indagini
strutturali sulle imprese (Regolamento SBS 58/97). L'Istat ha accolto questa indicazione, adottando, per
l'aggregazione degli indici di produzione a partire dalle classi ATECO, i dati di valore aggiunto al costo
dei fattori riferiti all'anno 2000 provenienti dalle indagini annuali sulla struttura e competitività delle
imprese4.
Questa scelta rappresenta un'innovazione rispetto alle precedenti basi, per le quali i pesi delle diverse
attività economiche erano stati derivati dalle stime del valore aggiunto al costo dei fattori effettuate
nell’ambito dei Conti economici nazionali. Come è noto, tali stime si basano a loro volta sui dati
provenienti dalle indagini annuali condotte dall'Istat: la principale differenza tra il valore aggiunto
elaborato correntemente nell'ambito delle rilevazioni previste dal Regolamento strutturale e quello stimato
dalla Contabilità nazionale, risiede nel fatto che nel primo caso la variabile è definita a livello aziendale e
nel secondo per attività economica. E’ importante sottolineare che simulazioni operate calcolando l’indice
aggregato della produzione industriale per gli anni a partire dal 2000 con i due sistemi di pesi hanno
mostrato che l’effetto della diversa struttura di ponderazione è marginale.
Riassumendo, per le voci di prodotto i pesi sono stati ricavati dal valore della produzione nell'anno 2000
elaborato nell'ambito di PRODCOM. Per i diversi livelli della classificazione ATECO 2002, la stima dei
pesi è stato effettuata utilizzando il valore aggiunto elaborato nell'ambito delle indagini annuali. La
coerenza tra i due aggregati (valore della produzione e valore aggiunto) è stata garantita scorporando gli
eventuali reimpieghi per produrre beni appartenenti alla stessa classe di attività economica.
Va infine ricordato che l'attribuzione dei pesi ai diversi livelli di aggregazione è stata effettuata nell'ipotesi
che, a ciascun livello, le voci di prodotto e le attività economiche rilevate fossero rappresentative di quelle
3
I valori assoluti (in quantità e/o valore) dei prodotti elementari per i quali la rilevazione è totalitaria sono pubblicati sul
Bollettino mensile di statistica.
4
A partire dal 1998, come anno di riferimento dei dati, l'impianto delle rilevazioni statistiche condotte dall'Istat per la
stima degli aggregati economici annuali è basato su due rilevazioni integrate: la prima, campionaria, si riferisce alle
imprese con 1-99 addetti (rilevazione PMI - Piccole e Medie Imprese); la seconda, totale, copre le imprese della fascia
dimensionale superiore (rilevazione SCI - Sistema dei Conti delle Imprese). L'universo di PMI e SCI è quello fornito
annualmente dall'Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA), realizzato dall’Istat sulla base di un’ampia base
informativa da fonti amministrative e da rilevazioni statistiche.
5
non rilevate, in modo da distribuire tra quelle rilevate l'intero peso attribuito all'aggregazione
immediatamente superiore
Nella Tabella 3 è riportato un confronto per settori di attività economica tra i pesi della base 1995 e quelli
della base 2000. Il livello di aggregazione a cui è operato tale confronto fa sì che gli effetti dovuti
all’introduzione della nuova classificazione ATECO 2002 siano contenuti.
I settori che hanno mostrato gli aumenti più marcati in termini di peso sono la produzione di macchine e
apparecchi meccanici (più 1,8 punti percentuali) e la produzione di metallo e prodotti in metallo (più 1,2
punti percentuali). Le diminuzioni più significative si registrano invece per i settori delle industrie tessili e
dell’abbigliamento (meno 1,3 punti percentuali), della produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e
acqua (meno 1,2 punti percentuali) e delle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (meno 1 punto
percentuale). Pertanto, nella struttura della produzione industriale italiana aumenta il peso dei settori della
meccanica e delle macchine utensili, mentre diminuisce quello di altri settori tradizionali del “made in
Italy”, come il tessile e l’abbigliamento.
Tabella 3. Indice della produzione industriale: struttura di ponderazione per settore di attività economica.
Base 2000 e base 1995 (valori percentuali e variazioni percentuali)
SETTORI DI ATTIVITA' ECONOMICA
Base 2000=100
C. Estrazione di minerali
D. Attività manifatturiere
DA. Industrie alimentari, bevande e tabacco
DB. Industrie tessili e dell'abbigliamento
DC. Industrie delle pelli e calzature
DD. Industria legno e prodotti in legno (esc. mobili)
DE. Industria carta, stampa, editoria
DF. Raffinerie di petrolio
DG. Fabbr. di prodotti chimici e fibre sintetiche
DH. Produz. Articoli in gomma e materie plastiche
DI. Lavorazione minerali non metalliferi
DJ. Produz. Metallo e prodotti in metallo
DK. Produz. Macchine e apparec. Meccanici
DL. Produz. Apparec. Elettr. e di precisione
DM. Produz. Mezzi di trasporto
DN. Altre industrie manifatturiere (compresi mobili)
DN361. Produzione di mobili
E. Produz. Energia elettrica, gas e acqua
INDICE GENERALE
Base
1995=100
Differenza
assoluta
2.0513
89.4084
7.6359
8.5005
2.6585
2.0895
5.5366
1.7215
7.0272
4.1653
4.9037
14.3705
12.0738
9.1349
5.3494
4.2411
2.8780
8.5404
1.9161
88.3335
8.6450
9.8486
2.7966
2.0729
5.6080
2.4038
6.9983
3.8940
5.1665
13.1375
10.3108
8.2553
5.4112
3.7851
3.1420
9.7504
100.0000
100.0000
Variazione
percentuale
0.1352
1.0749
-1.0091
-1.3481
-0.1381
0.0166
-0.0714
-0.6823
0.0289
0.2714
-0.2628
1.2331
1.7629
0.8797
-0.0618
0.4560
-0.2640
-1.2100
+7.1
+1.2
-11.7
-13.7
-4.9
+0.8
-1.3
-28.4
+0.4
+7.0
-5.1
+9.4
+17.1
+10.7
-1.1
+12.0
-8.4
-12.4
La struttura ponderale per raggruppamenti principali di industrie (Tabella 4) indica un significativo
aumento dell’importanza dei beni strumentali e un ridimensionamento di quella dei prodotti dell’energia.
Tabella 4. Indice della produzione industriale: struttura di ponderazione per raggruppamento principale di
industrie. Base 2000 e base 1995 (valori percentuali e variazioni percentuali)
RAGGRUPPAMENTI PRINCIPALI DI INDUSTRIE
Base
2000=100
Beni di consumo
Beni di consumo durevoli
Beni di consumo non durevoli
Beni strumentali
Prodotti intermedi
Energia
TOTALE
6
Base
1995=100
Differenza
assoluta
Variazione
percentuale
28.9580
6.0464
22.9116
23.7795
35.5382
11.7243
28.6962
5.2530
23.4432
22.4557
35.3632
13.4849
0.2618
0.7934
-0.5316
1.3238
0.1750
-1.7606
0.9
15.1
-2.3
5.9
0.5
-13.1
100.0000
100.0000
-
-
5. Le classificazioni e la ricostruzione delle serie storiche
I prodotti elementari sui quali vengono calcolati i numeri indici sono aggregati secondo la nuova
classificazione delle attività economiche ATECO 2002. Questa, a sua volta, costituisce la versione italiana
della NACE Rev.1.1, definita in ambito europeo ed approvata con Regolamento della Commissione n.
29/2002, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee del 10/01/2002. L’introduzione della
nuova classificazione delle attività economiche determina alcune discontinuità negli indici disaggregati (a
partire dal livello delle divisioni) rispetto a quelli calcolati in base 1995 che poggiavano, invece, sulla
classificazione ATECO 91. Al fine di offrire agli utilizzatori serie storiche il più possibili omogenee, si
rende necessaria la rielaborazione, per il periodo anteriore al 2001, degli indici riferiti a divisioni e gruppi
di prodotti. Con l’uscita del dato di gennaio 2003, le serie relative agli aggregati dei quali viene diffuso il
dato destagionalizzato (indice generale, sezione e sottosezione ATECO, raggruppamenti principali di
industrie) sono state costruite slittando gli indici in base 1995 e unendoli alle serie nella nuova base che
partono da gennaio 2001. Parallelamente si sta completando la ricostruzione a partire dagli indici
elementari, che terrà conto dei cambiamenti intervenuti nel paniere e nelle classificazioni; i risultati della
ricostruzione saranno diffusi nelle prossime settimane, unitamente a una nota che illustrerà nel dettaglio la
metodologia utilizzata. I dati saranno disponibili su Conistat all’indirizzo http://con.istat.it; nel frattempo,
sempre su Conistat, sono già disponibili le nuove serie in base 2000 (a partire dal 2001) disaggregate fino
alla quarta cifra ATECO.
Con l’adozione della nuova base, l’Istat modifica, per l’indice della produzione così come per tutti gli
indicatori congiunturali dell’industria, la classificazione delle aggregazioni per destinazione economica dei
prodotti. Si interrompe quindi la diffusione dei tradizionali indici per destinazione economica, basati su un
principio di aggregazione definito a livello nazionale, mentre si inizia la pubblicazione degli indici relativi
ai “Raggruppamenti Principali di Industrie (RPI)”, definiti dal Regolamento della Commissione n.
586/2001 (G.U. delle Comunità europee del 27/03/2001). L’Istat provvedeva già, a partire dall’entrata in
vigore del Regolamento, al calcolo degli indicatori costruiti secondo la definizione comunitaria RPI; questi
dati venivano inviati ad Eurostat che li diffondeva attraverso i comunicati stampa e la banca dati New
Cronos.
I Raggruppamenti Principali di Industrie sono:
· Beni di consumo durevoli;
· Beni di consumo non durevoli;
· Beni strumentali;
· Prodotti intermedi;
· Energia.
Il citato Regolamento comunitario ha fissato, per tutti i paesi membri, i criteri per la definizione degli RPI:
a ciascuno di essi vengono attribuiti, secondo il criterio della prevalenza, un insieme di interi gruppi e/o
divisioni di attività economica e, quindi, dei prodotti da esse derivanti. L’Istat provvede a pubblicare anche
l’indice per i beni di consumo nel loro complesso, ottenuto come media ponderata degli indici per i beni di
consumo durevoli e per quelli non durevoli.
L’adozione della ATECO 2002 e degli RPI consente un confronto puntuale tra gli indici italiani e quelli
diffusi da Eurostat e dagli altri Paesi dell’Unione europea.
6. La correzione per giorni lavorativi e la destagionalizzazione
Per gli indici in base 1995, la correzione per l’effetto dovuto al diverso numero di giorni lavorativi che
compongono i singoli mesi veniva effettuata mediante un metodo proporzionale, in modo tale da riferire la
produzione a mesi teorici, aventi cioè un uguale numero di giorni lavorativi5. La correzione degli indici
veniva eseguita dividendo l’indice grezzo del mese i-esimo per un coefficiente dato dal rapporto tra i
giorni lavorativi del mese i-esimo e la media aritmetica dei giorni lavorativi dell’anno base: gli indici
5
I giorni lavorativi per ciascun mese si ottengono sottraendo a quelli di calendario i sabati, le domeniche e le festività
civili e religiose legalmente riconosciute. Per le lavorazioni continue il numero di giorni lavorativi coincide con quello dei
giorni di calendario.
7
elementari venivano corretti separando le lavorazioni continue da quelle discontinue. In tal modo si
otteneva quella che veniva definita, anche sui comunicati stampa, “produzione media giornaliera”.
Con i lavori per la nuova base, anche in considerazione delle metodologie adottate in ambito comunitario,
sono stati portati a termine gli studi per la modifica del metodo di correzione degli indici. Il nuovo metodo
adottato è quello di regressione, il quale individua l’effetto dei giorni lavorativi attraverso l’introduzione di
un set di regressori nel modello univariato che descrive l’andamento della serie. I risultati delle
sperimentazioni effettuate in ambito europeo e sui dati della produzione mensile elaborati fino ad oggi
hanno messo in evidenza la superiorità statistica del metodo di regressione rispetto a quello proporzionale,
il quale tende a sovrastimare l’effetto dei giorni lavorativi. Il nuovo metodo di correzione viene applicato
utilizzando la procedura TRAMO, che l’Istat già utilizza insieme a SEATS per la correzione e
destagionalizzazione degli indicatori congiunturali6. L’applicazione della nuova metodologia comporterà
la revisione dei dati poiché ogni informazione mensile che si aggiunge alla serie può comportare nuove
stime dei parametri di regressione.
Nella Figura 1 si presenta un confronto tra i dati corretti con i due metodi per gli anni 2001 e 2002.
Figura 1. Indice della produzione industriale grezzo e corretto per i giorni lavorativi: confronto tra metodo
proporzionale e metodo di regressione. Anni 2001 e 2002 (variazioni percentuali tendenziali)
1 0 .0
in d ic e g r e z z o
p r o d u z io n e m e d ia g io r n a lie r a
p r o d u z io n e c o r r e tta p e r i g io r n i la v o r a t iv i
8 .0
6 .0
4 .0
2 .0
0 .0
- 2 .0
- 4 .0
- 6 .0
- 8 .0
Dec-02
Nov-02
Oct-02
Sep-02
Aug-02
Jul-02
Jun-02
May-02
Apr-02
Mar-02
Feb-02
Jan-02
Dec-01
Nov-01
Oct-01
Sep-01
Aug-01
Jul-01
Jun-01
May-01
Apr-01
Mar-01
Feb-01
Jan-01
-1 0 .0
In concomitanza con l’uscita degli indici grezzi, vengono diffusi anche gli indici destagionalizzati in base
2000. In continuità con la precedente base, vengono forniti i dati destagionalizzati relativi all’indice
generale, alle sezioni e sottosezioni ATECO 2002 e alla produzione di mobili (DN361). Coerentemente
con le scelte illustrate nel paragrafo 5, vengono diffusi gli indici destagionalizzati dei Raggruppamenti
Principali di Industrie anziché quelli delle destinazioni economiche. A differenza delle serie finora rese
disponibili, i dati saranno destagionalizzati utilizzando l’intervallo temporale che parte da gennaio 1990.
Pertanto, in considerazione di tale cambiamento e dell’avvenuta ricostruzione delle serie, i modelli ed i
conseguenti parametri di input necessari al software TRAMO SEATS sono stati nuovamente identificati e
saranno disponibili consultando la pagina web http://www.istat.it/Metodologi/destag/destag_index.htm.
6
Per ulteriori informazioni su TRAMO SEATS è possibile consultare le pagine on line disponibili attraverso il sito Istat
all’indirizzo http://www.istat.it/Metodologi/destag/destag_index.htm, dove, peraltro, saranno disponibili i modelli
utilizzati per correggere e destagionalizzare le serie degli indici di produzione industriale riferite all’indice generale, ai
raggruppamenti principali di industrie e alle sottosezioni.
8
7. Il confronto con il vecchio indice
L’aggiornamento della base ha comportato significative modifiche del panel di imprese, del paniere di
prodotti e della struttura ponderale con la quale si procede all’aggregazione degli indici; tali modifiche
hanno determinato mutamenti nella dinamica relativa agli anni in comune tra i due indici, ossia il 2001 e il
2002 (Tabella 5). Ai cambiamenti nel panel e nel paniere si sono aggiunte le rettifiche inviate dalle
imprese e dagli altri fornitori di dati. L’introduzione della classificazione ATECO 2002 ha influenzato solo
i dati a livelli più disaggregati di quelli presentati nella tabella, ed in particolare le divisioni 17 e 18 che
concorrono insieme a formare la sezione del tessile e abbigliamento.
Le differenze nelle dinamiche annuali risultano più marcate nei settori di attività economica dove l’insieme
dei cambiamenti è stato più rilevante.
La divaricazione più ampia nei tassi di crescita annua si osserva per l’estrazione di minerali nel 2002, dove
determinanti sono stati la rettifica dei dati pervenuti e l’aumento del peso dell’estrazione del petrolio (da
1,18 a 1,46 per cento sull’indice generale), che è stata caratterizzata da un forte profilo di crescita nel
2002. Una forte rotazione nel panel di imprese ha caratterizzato sia il settore della carta, stampa ed editoria
sia quello della gomma e materie plastiche, al punto da determinare un cambio di segno nel tasso di
variazione relativo al 2002. Analoghe ragioni sono alla radice del cambio di segno che si registra nelle
altre industrie manifatturiere, dove si è peraltro aggiunta la rilevazione di nuove produzioni, quali i gioielli
e l’oreficeria e le attività di riciclaggio. Marcati sono stati i cambiamenti nella composizione del paniere di
prodotti riguardanti la produzione di apparecchi elettrici e di precisione. Nel settore della lavorazione dei
minerali non metalliferi, l’abbandono della rilevazione delle ferroleghe, che presentavano un profilo di
forte calo proprio a causa della riduzione del loro peso economico, ha determinato un rialzo nelle
dinamiche di entrambi gli anni.
Tabella 5. Indice della produzione industriale per sottosezione ATECO: confronto tra variazioni percentuali annuali
degli indici a base 1995 e a base 2000. Anni 2001 e 2002
SETTORI DI ATTIVITA' ECONOMICA
Anno 2001
Anno 2000
base
1995=100
C. Estrazione di minerali
D. Attività manifatturiere
DA. Industrie alimentari, bevande e tabacco
DB. Industrie tessili e dell'abbigliamento
DC. Industrie delle pelli e calzature
DD. Industria legno e prodotti in legno (esc. mobili)
DE. Industria carta, stampa, editoria
DF. Raffinerie di petrolio
DG. Fabbr. di prodotti chimici e fibre sintetiche
DH. Produz. Articoli in gomma e materie plastiche
DI. Lavorazione minerali non metalliferi
DJ. Produz. Metallo e prodotti in metallo
DK. Produz. Macchine e apparec. Meccanici
DL. Produz. Apparec. Elettr. e di precisione
DM. Produz. Mezzi di trasporto
DN. Altre industrie manifatturiere (compresi mobili)
DN361. Produzione di mobili
E. Produz. Energia elettrica, gas e acqua
INDICE GENERALE
-7.4
-0.7
0.6
4.0
-0.9
-2.4
3.6
2.2
-2.7
-3.3
1.1
-0.9
0.8
-4.0
-10.0
-3.7
-1.9
1.7
-0.6
Anno 2002
Anno 2001
base
2000=100
-7.7
-0.8
3.8
1.0
-4.9
-0.5
-1.8
2.1
-3.1
-1.6
1.9
1.1
1.3
-7.0
-8.1
1.6
1.8
0.6
-0.8
base
1995=100
5.5
-2.7
1.2
-8.4
-9.3
5.2
-3.9
-1.3
0.8
3.1
-2.0
-2.7
0.6
-9.4
-7.5
-0.4
-1.9
1.5
-2.1
base
2000=100
15.0
-2.0
1.2
-7.0
-8.4
2.9
0.2
-0.8
3.1
-3.6
-0.2
-2.6
0.9
-5.8
-4.8
-3.3
-3.7
1.5
-1.4
A livello di indice generale le variazioni annuali mostrano un lieve peggioramento del risultato relativo al
2001 (meno 0,2 punti percentuali) ed un miglioramento di quello del 2002 (più 0,7 punti percentuali);
quest’ultimo risultato è in linea con le caratteristiche di un indice a base fissa che vede diminuire nel
tempo la capacità di rappresentare i settori economici e le produzioni economicamente più innovative e
9
dinamiche. D’altro canto, l’esame degli andamenti mensili dell’indice generale in base 1995 e 2000 mostra
una sostanziale analogia delle dinamiche di breve periodo (Figura 2) dei due indicatori.
Figura 2. Indice generale della produzione industriale: confronto tra variazioni percentuali mensili degli indici a
base 1995 e a base 2000. Anni 2001 e 2002 (variazioni percentuali rispetto allo stesso mese dell'anno
precedente)
10.0
8.0
6.0
4.0
2.0
0.0
-2.0
-4.0
-6.0
-8.0
base 1995
base 2000
10
Dec-02
Nov-02
Oct-02
Sep-02
Aug-02
Jul-02
Jun-02
May-02
Apr-02
Mar-02
Feb-02
Jan-02
Dec-01
Nov-01
Oct-01
Sep-01
Aug-01
Jul-01
Jun-01
May-01
Apr-01
Mar-01
Feb-01
Jan-01
-10.0