La storia di Piazza della Repubblica e di
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La storia di Piazza della Repubblica e di
Palazzo Levi Piazza della Repubblica, 6 - Firenze www.palazzolevi.it IMMOBILIARE LOMB ARDA Società di Gestione immobiliare del Gruppo Fondiaria-Sai Immobiliare Lombarda S.p.A. Sede Legale e Operativa Milano Via Fabio Filzi, 25 20124 Milano Tel. (+39) 02.66751002 Fax (+39) 02.66751209 www.immobiliare-lombarda.it Unità Locale Torino Via Carlo Alberto, 59 10123 Torino Tel. (+39) 011.6657406 Fax (+39) 011.6657704 Unità Locale Firenze Via Lorenzo il Magnifico, 1 50129 Firenze Tel. (+39) 055.4792543 Fax (+39) 055.4792910 Unità Locale Roma Via Sicilia, 42 00187 Roma Tel. (+39) 06.42008331 Fax (+39) 06.42008300 Palazzo Levi La piazza: dall’epoca romana al XVI secolo THE PIAZZA: FROM THE ROMAN ERA TO THE 16TH CENTURY Palazzo Levi L a fondazione della colonia romana di Florentia, sulla riva destra dell’Arno, risale al 59 a.C., all’epoca del primo consolato di Giulio Cesare, nel periodo primaverile dei ludi floreales, come indica il nome augurale. L’edificazione seguì il criterio della centuriazione: la pianta quadrilatera della città era percorsa da due assi ortogonali, il cardo maximus, da nord a sud, che attualmente va da piazza San Giovanni a via Calimala, e il decumanus maximus, da est a ovest, cioè da via del Corso a via Strozzi. Le due strade si intersecavano dove sorgeva la pietra consacrata. Qui si apriva il forum, il cuore politico, religioso e commerciale della città: alle estremità si trovavano le quattro porte nel perimetro delle mura e sul lato occidentale, sopra un alto podio, sorgeva il Tempio Capitolino, rivolto verso oriente. Ancora oggi la toponomastica ricorda l’antico insediamento, come suggeriscono le vie del Campidoglio, delle Terme e di Capaccio, dove era il caput aquae dell’acquedotto romano. I n 59 B.C. during the first consulate of Julius Caesar the Roman colony of Florentia was founded on the right bank of the Arno. The original name of the camp commemorates the ancient Roman spring games or ludi floreales. The land was first divided into square plots, according to the system known as centuriation. The camp was traversed by two main thoroughfares: the cardo maximus ran from north to south, from the present piazza San Giovanni to via Calimala, while La colonia romana di Florentia nel periodo imperiale con il forum, i monumenti principali e la cinta muraria. The Imperial Roman colony of Florentia with the forum, the main monuments, and the city wall. the decumanus maximus was on the east–west axis, from the present via del Corso to via Strozzi. These two roads intersected on the site of the sacred stone in the forum, the open space which served as the political, religious and commercial centre of the community. Four gates were built into the surrounding wall and to the west, but facing east, the Capitoline temple stood on a high podium. The street names still record this early history: the via del Campidoglio (Capitol), via delle Terme (Baths), and via di Capaccio, on the site of the caput aquae where water was brought to the city by aqueduct. Palazzo Levi I lavori di sventramento del centro storico, operati alla fine del XIX secolo, portarono alla luce le antiche tracce della città romana. Guido Carocci e Corinto Corinti, appartenenti all’apposita Commissione Archeologica istituita in pieno XIX secolo per studiare e rilevare i reperti emergenti dagli scavi, poterono così ricostruire l’antico assetto del campo romano. L’impianto del castrum florentinum è ancora evidente nel regolare tracciato ortogonale delle vie, formanti tanti isolati quadrangolari. Sotto la giacitura moderna, durante le demolizioni ottocentesche, furono ritrovate tracce di mura romane, che si suppone appartenenti ad edifici porticati delimitanti la parte settentrionale dell’insula forense. La città risultava così divisa in quattro parti, dette regiones, che, a loro volta, erano divise in insulae (isolati) da una serie di vie minori parallele al cardo e al decumano massimo. R emains of the Roman city were discovered when building renovations were carried out in the historic centre in the late nineteenth century. Guido Carocci and Corinto Corinti, members of the Archaeological Commission especially established to study the excavations, were able to retrace the original plan of the Roman camp, still reflected in the grid plan of Planimetria del centro di Firenze rielaborata da Guido Carocci sulla base del catasto fiorentino del 1427. Plan of the centre of Florence by Guido Carocci, based on the Florentine land tax returns of 1427. the streets. Roman walls thought to have belonged to buildings with porticoes on the northern side of the insula forense or forum block were unearthed at this time. The city had clearly originally been divided into four main areas, called regiones, intersected by a series of minor streets running parallel to the cardo maximus and to the decumanus maximus to create insulae (blocks). Palazzo Levi I n epoca longobarda e franca, l’antico centro cittadino divenne il Campus Regis, cioè il Foro del Re, attorno al quale si elevarono le case-torri delle più ricche e potenti famiglie fiorentine. La costruzione di case, torri ed edifici pubblici avvenne con il reimpiego di materiale di spoglio proveniente dalle antiche strutture romane. Nell’alto Medioevo la collocazione dell’isolato rimase racchiusa entro il limite delle mura urbane, seppur proprio sul confine della seconda cerchia bizantina (VI secolo). La piazza del Foro continuò a mantenere il suo carattere di centro cittadino: come tutti i “vuoti” urbani fu destinato al mercato, divenendo il più popolare di questi punti di scambio commerciale. Intorno vennero creati nuovi punti di vendita settimanale, come il mercato di Por Santa Maria. I beccai lo scelsero come luogo privilegiato per impiantare la loro attività, trasformandolo in sede fissa dei banchi della carne e di altre botteghe di generi alimentari. U nder the Lombards and the Franks the city was centred around the Campus Regis, or King’s Forum, where buildings were erected by the richest and most powerful families in Florence. Many of the houses, towers and public buildings constructed during this period incorporated fragmentary remains of structures from the ancient Roman settlement. At the height of the Middle Ages the city remained enclosed within the city walls although it had spread to the very edge of the second Byzantine wall built in the sixth century. The site of the ancient Forum was still the city centre and like all such open spaces served as a market: it was one of the busiest and most popular commercial centres in the city. Other weekly markets, including the market of Por Santa Maria, took place nearby. Butchers flocked here and set up stalls to sell their meat and other produce on a permanent basis. La rappresentazione del Mercato Vecchio nel Codice Rustici. Firenze, Biblioteca del Seminario Maggiore. The Old Market as it appears in the Rustici Codex. Florence, Biblioteca del Seminario Maggiore. Palazzo Levi Scuola di Giorgio Vasari, Il Mercato Vecchio, XVI secolo. Firenze, Palazzo Vecchio, sala di Gualdrada. School of Vasari, The Old Market, 16th century. Florence, Palazzo Vecchio, Sala di Gualdrada. D alla fine del Trecento quegli edifici che avevano costituito il nucleo residenziale per le famiglie potenti della città cominciarono ad essere affittati a commercianti e bottegai, se non addirittura adibiti a case di malaffare (“alberghi di meretricio”). Qui inoltre vennero trasferiti i banchi dei prodotti ittici, quando, nel 1565, Cosimo I de’ Medici decise di far abbattere la Loggia del Pesce nella piazzetta vicino a Ponte Vecchio per erigere il Corridoio Vasariano; lo stesso Vasari fu poi incaricato di erigere una nuova Loggia del Pesce che, installata nel 1568, vi rimase fino alla fine del XIX secolo quando fu trasferita in piazza de’ Ciompi, in seguito ai lavori di risistemazione del centro storico. Nel 1571 Cosimo I alterò l’identità del luogo con un ulteriore intervento: ordinò infatti al Buontalenti di riorganizzare il preesistente complesso per creare il Ghetto e trasferirvi gli ebrei, fino ad allora residenti in via dei Giudei, di là d’Arno. F rom the end of the fourteenth century the powerful families who had occupied this area of the city began to rent their buildings to merchants and shopkeepers who established their trades alongside the alberghi di meretricio or brothels. Fish stalls were also moved here after 1565 when Cosimo I decided to knock down the loggia del pesce, in the small piazza near the Ponte Vecchio, in order to build the Vasari Corridor. Vasari was then charged with creating a new Loggia del Pesce, completed in 1568. It remained in the city centre until the end of the nineteenth century, when it was moved to piazza de’ Ciompi as part of the programme of urban renewal. In 1571 the old site of the forum was radically changed when Cosimo I commissioned Buontalenti to transform the area into a ghetto: he moved all the Jews there from via dei Giudei on the other side of the Arno. LA PIAZZA: DAL XVIII SECOLO ALLE DEMOLIZIONI PER FIRENZE CAPITALE THE PIAZZA: FROM THE 18TH TO THE MID 19TH CENTURY Palazzo Levi L a città medievale cancellò quasi tulle le tracce del foro romano, ad eccezione della colonna sacrificale che rimase eretta nel centro della piazza fino al 1431, quando venne sostituita con la colonna della Dovizia, o dell’Abbondanza, ornata in cima da una statua di Donatello (oggi è sormontata dalla copia della statua che il Foggini modellò nel 1721 in sostituzione di quella di Donatello che era precipitata). L’unica evocazione di una centralità perduta è rappresentata, ancora oggi, dalla rinnovata presenza proprio della colonna dell’Abbondanza tornata nella sua posizione originaria dal 1956, dopo le demolizioni ottocentesche, quasi a svolgere il compito di mundus sacrificalis segnalando quello che un tempo era stato il primordiale umbilicus della Firenze delle origini. T he medieval city masked almost every trace of the Roman Forum, leaving only the sacrificial column standing in the centre of the piazza. It was removed when a column of Plenty, or of Abundance, surmounted by a statue by Donatello was set up in its place in 1431. The original Renaissance statue fell from the column and the present one was made by Foggini in 1721. Foggini’s statue is now in the Palazzo della Cassa di Risparmio in via dell’Oriuolo, and the column, surmounted by a replica statue, was returned to the spot marking the historic heart of the city in 1956. Giuseppe Moricci, Il Mercato Vecchio di Firenze. Firenze, Galleria d’Arte Moderna. Giuseppe Moricci, The Old Market in Florence. Florence, Galleria d’Arte Moderna. 10 Palazzo Levi L Telemaco Signorini, Il Mercato Vecchio a Firenze con sullo sfondo la cupola del duomo, 1881-1883. Collezione privata. Telemaco Signorini, The Old Market in Florence with the cathedral dome in the background, 1881-1883. Private Collection. e attuali conoscenze sull’aspetto del vecchio centro, prima degli sventramenti ottocenteschi, si basano principalmente su foto d’epoca e su una serie di schizzi e dipinti di artisti, tra i quali quelli di Telemaco Signorini, che ritrasse con nostalgia lo storico e popolare cuore fiorentino. L’ampliamento settecentesco aveva portato in effetti una iniziale opera di risanamento, dotando le abitazioni di maggiore comodità e creando nuovi spazi aperti. Ma le condizioni erano poi peggiorate quando gli ebrei, riacquistati i loro diritti civili con la cessazione delle disposizioni discriminatorie sotto il governo lorenese, abbandonarono quell’area. L’ex Ghetto rimase così solo un rifugio per i ceti più diseredati e, in quanto quartiere chiuso e recintato, divenne luogo deputato alla delinquenza e al degrado. 11 W e know how the old centre appeared before the destruction of the late nineteenth century from contemporary photographs and from a number of sketches and drawings by artists such as Telemaco Signorini. He, like so many others, lamented the passing of this historic and lively area of the city. The eighteenth-century development had brought improvements to the houses and created more external spaces but the area fell into decline when the Jews were emancipated by the Lorraine and chose to live elsewhere. The former Ghetto, still an enclosed space, became a refuge for the poor and homeless, but was also the ideal hideaway for those living in fear of the law. Palazzo Levi Q uesta centralissima zona della città divenne così alla fine del Cinquecento un quartiere molto popolato, formato da un fitto e minuto tessuto edilizio che si apriva su stretti vicoli. Per due secoli la zona rimase occupata dal Ghetto e dal Mercato, finché, nella seconda metà del Settecento fu murata una lapide che proibiva qualsiasi sopraelevazione delle baracche, tale era il livello di saturazione della piazza ormai quasi completamente ostruita. Gli stretti spazi rimasti liberi lungo il perimetro erano chiamati vie o corsi; via Romana lungo il lato orientale (da qui forse il nome dell’attuale via Roma), via del Mercato Vecchio lungo il lato del Ghetto, via della Pescheria lungo il lato occidentale e corso dei Barberi sul lato meridionale. Come mostra una pianta dei capitani di Parte del 1763, nella piazza si trovavano anche due pozzi, situati rispettivamente ai lati della Beccheria e all’interno della “corona”, che probabilmente sostituivano un vecchio pozzo medievale. T his area in the heart of the city became densely populated, with closely packed buildings separated by narrow streets. For two hundred years it served as the Ghetto and as a market until in the second half of the eighteenth century a stone plaque was put up forbidding the construction of any more stalls: the piazza had reached saturation point. The area was then hedged in by via Romana on the east side (which perhaps lent its name to the present via Roma?), the via del Mercato Vecchio on the side closest to the ghetto, via della Pescheria to the west and the Corso dei Barberi to the south. The Capitani di Parte plan of 1763 also shows two wells in the piazza, at the side of the Beccheria (butcher’s building) and inside the “corona”: these probably replaced a medieval well. Una pianta del Mercato Vecchio nel Settecento. A plan of the Old Market in the eighteenth century. 12 Palazzo Levi D Piazza della Fonte nel Ghetto prima della sua distruzione nel 1890 circa. Piazza with the fountain at the heart of the Ghetto before its destruction in the last decade of the nineteenth century. opo l’annessione della Toscana al Regno d’Italia, Luigi Del Sarto, l’ingegnere capo dell’Ufficio d’Arte comunale, progettò l’intervento di demolizione del Mercato Vecchio e la ricostruzione di uno nuovo delle vettovaglie; la ristrutturazione urbanistica della parte centrale prevedeva un grande bazar con gallerie coperte a vetro tra le vie Calimala, Pellicceria, Porta Rossa e dell’Arcivescovado. Fu la prima di tutta una serie di proposte, redatte da progettisti più o meno ambiziosi e spregiudicati, dietro le quali, accampando ragioni umanitarie e istanze sociali più o meno fondate, si nascondevano molto spesso gli interessi legati alla speculazione fondiaria della classe dirigente. In effetti il nucleo centrale del Ghetto, prima delle definitive demolizioni, era rimasto del tutto integro, con la monumentale Fonte accampata al centro della corte. 13 A fter the annexation of Tuscany to the kingdom of Italy an engineer for the City Council, Luigi Del Sarto, presented plans for the demolition of the old market and the rebuilding of the whole area. He envisaged a large bazaar with galleries with a glass roof covering the area between via Calimala, via Pellicceria, via Porta Rossa and via dell’Arcivescovado. It was the first of a series of ambitious and often misguided projects put forward by a ruling class of property speculators who frequently disguised their interest by pleading social improvement and sanitary reform. Until it was finally demolished at the end of the nineteenth century the Ghetto had remained intact with its monumental fountain at the very centre of the courtyard. Palazzo Levi Feste carnevalesche in costume arabo tenutesi nel vecchio Ghetto nel 1866. Parties in Arabian costume were held in the old Ghetto in 1866. I l Ghetto rimase in piedi fino alla fine dell’Ottocento quando, con i lavori di “risanamento” del centro, fu demolito insieme alle strutture del Mercato Vecchio. Nel 1885 fu sgomberato e, entro il 1890, completamente raso al suolo. In tale lasso di tempo, sfruttandone il fascino un po’ “decadente”, fu reso oggetto di visite guidate e di suggestive trasformazioni carnevalesche, ambientate in una piccola città orientaleggiante. La testimonianza di queste feste in costume arabo è documentata da alcune preziose foto Alinari. La costruzione principale di queste esotiche scenografie rimaneva la centrale Beccheria trecentesca, circondata dal “cordone” o “ghirlanda di mercato”, vera e propria corona di piccole botteghe, prima in legno, poi in muratura, sorte caoticamente attorno alla Beccheria stessa e allora elette a misteriosi recessi di una vagheggiata città orientale. T he Ghetto was completely destroyed together with the buildings of the old market as part of the renovation programme. In 1885 the area was evacuated and by 1890 14 raised to the ground. This period of abandonment coincided with a taste for the decadent so that guided tours were conducted and exotic events staged here to recreate the charm of a tiny oriental city. The carnival mood of this period is well documented in some Alinari photographs. Most of the scenes were set around the central fourteenth-century butcher’s shop which was surrounded by a ring of smaller shops and stalls. These grew up haphazardly, originally built in wood but later in brick, before serving as a background to this fantasy oriental bazaar. Palazzo Levi N otevoli trasformazioni investirono, dal 1865 al 1898, il volto della città, rimasto sostanzialmente immutato per secoli. Esse, sulla base del piano urbanistico dell’architetto Giuseppe Poggi, finalizzato all’adeguamento di Firenze al nuovo ruolo rappresentativo di capitale del Regno, interessarono anche l’area in esame, inclusa infatti nell’operazione di “risanamento” del centro cittadino. Le prime idee di riordino erano state manifestate fin dal periodo dell’occupazione napoleonica, ma per tutta la prima metà del XIX secolo non fu adottato La piazza del Mercato Vecchio in uno scatto del 1880 circa. alcun provvedimento concreto, neanche per la zona del Mercato Vecchio, la quale, per le carenti condizioni igieniche, costituì uno dei focolai della violenta epidemia di colera che colpì Firenze nel 1835. T he rest of the city, virtually unchanged for centuries, also underwent dramatic transformations in the years from 1865, when Florence became the capital of the newly created kingdom of Italy, until 1898. The new appearance of Florence as planned by Giuseppe Poggi was designed to reflect the The Old Market square in a photograph taken in about 1880. 15 city’s new importance and the historic heart of the city as elsewhere was to be brought in line with modern standards of hygiene. Although ideas to renovate the city had first been put forward during the Napoleonic period nothing had been done during the first half of the century. The area of the old market, with its unsanitary conditions, had remained untouched so that it was one of the areas worst hit by the violent cholera epidemic that struck Florence in 1835. PALAZZO LEVI E L’ANTICO CENTRO ‘A VITA NUOVA RESTITUITO’ PALAZZO LEVI AND THE OLD CENTRE RESTORED TO NEW LIFE Palazzo Levi I n occasione dello spostamento della capitale del nuovo Regno d’Italia da Torino a Firenze, il centro cittadino fu interessato da una completa ristrutturazione. Nel 1888, con decreto reale, il comune di Firenze approvò dunque il “Piano di Riordinamento” del centro, mentre le pratiche di esproprio e le successive evacuazioni e demolizioni erano già state avviate. Palazzo Pitti ospitò la nuova reggia dei Savoia, Palazzo Vecchio si aprì al Parlamento, gli Uffizi al Senato, palazzo Medici Riccardi divenne il Ministero degli Interni mentre sulla riva dell’Arno, in piazza Frescobaldi, trovò sede il Ministero della Marina. Il volto di Firenze venne radicalmente stravolto mettendo così fine alla vivace, pittoresca e insalubre vita di piccolo borgo commerciale. Si impose dunque la figura dell’architetto del comune Giuseppe Poggi, che nel 1865, in due mesi, approntò il piano di massima per l’abbattimento delle antiche mura e per la trasformazione della città antica in moderna capitale, ispirandosi ai modelli dei boulevard parigini. W hen the capital of the new Kingdom of Italy was moved from Turin to Florence, it was seen as a great chance for urban renewal. In 1888, the City Council approved a plan to reorganise the centre of Florence: this followed a campaign of expropriation, evacuation and demolition of many old buildings. The ruling family of Savoy took up residence in Palazzo Pitti, Palazzo Vecchio became the seat of Parliament, the Uffizi of the Senate, Palazzo Medici Riccardi housed the Ministry of the Interior while the Marine Ministry was established in a fine palazzo beside the Arno in Piazza Frescobaldi. The transformation of the city at this time put an end to the overcrowded, colourful, but unwholesome life in the very heart of the city. Giuseppe Poggi emerged as the most prominent of the Comune architects and in 1865, in just two months, laid out his vision for the transformation of the old city into a modern capital: large sections of the city walls were to be destroyed to make way for sweeping avenues modelled on the boulevards of Paris. 18 A sinistra: Giuseppe Poggi, Progetto per piazza San Gallo e Progetto per piazza Beccaria. Firenze, Museo Topografico di Firenze com’era. Left: Giuseppe Poggi, Plan for Piazza San Gallo and Plan for Piazza Beccaria. Florence, Museo Topografico di Firenze com’era. Sopra: l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II nel 1890. Above: the inauguration of the statue of Vittorio Emanuele II in 1890. Palazzo Levi L a “grandiosa” operazione urbanistica, che investì tutta l’area compresa tra le vie Calzaioli, Cerretani, Tornabuoni e Porta Rossa, trovò rappresentativa conclusione nel 1895: in questa data si avviò infatti la costruzione del palazzo con il grande arco centrale che andò a delimitare, all’altezza di via Strozzi, la nuova area urbana. Lo spazio che si era aperto, quattro volte più grande dell’antico Mercato Vecchio, venne intitolato a Vittorio Emanuele II (poi piazza della Repubblica) e inquadrò la statua equestre del re di Savoia collocata al centro della piazza (da qui venne successivamente spostata, nel 1932, al piazzale delle Cascine). La solenne inaugurazione della statua venne celebrata al cospetto del popolo fiorentino nella cornice dei loggiati, abbelliti sontuosamente da drappi e tendaggi. T he “grandiose” plan for urban renewal in the area between via Calzaioli, via Cerretani, via Tornabuoni and via Porta Rossa, drew to a symbolic conclusion in 1895. In that year the construction of the building with the large central arch dividing the new piazza from 19 via Strozzi was begun. The public flocked to the solemn inauguration when the loggia was decorated with drapes and the piazza filled with banners. The newly created space was four times larger than the area covered by the Old Market and was named after Vittorio Emanuele: an equestrian statue of the king was placed in the centre of the square. In 1932 this monument was moved to the large square at the entrance to the Cascine Park while after the war the name of the piazza was changed to celebrate the new Republic of Italy. Palazzo Levi L a nuova sistemazione urbanistica della piazza prevedeva l’affaccio nobile di palazzi delegati a rappresentare la nobiltà della neo-capitale italiana. Ma, nonostante le ragioni di “decoro” e di salubrità addotte per giustificare l’abbattimento del tessuto urbano preesistente, dietro le monumentali facciate si celavano interni realizzati con modestissime tecniche costruttive, spesso sfruttando materiali di recupero delle demolizioni delle strutture precedenti. In tal senso palazzo Levi si conformava pienamente al contesto. Gli edifici che incorniciarono il nuovo contesto urbano – con i porticati a piano terra, secondo la pratica urbanistica del XIX secolo – erano il palazzo residenziale progettato da Vincenzo Micheli, autore anche dell’Hotel Savoy sul lato opposto della piazza, e il nostro palazzo Levi, sul lato nord, tutti conformi ai parametri di un classicismo eclettico di gusto ottocentesco in linea con la maniera del Poggi. T he square was now lined by buildings designed to represent the city’s enhanced status. But despite frequently cited reasons of ‘decorum’ and sanitation used to justify the destruction of the old centre, the interiors behind the monumental facades were not always built to the highest standards and frequently incorporated materials from the demolished structures 20 they had replaced. Palazzo Levi by Giuseppe Boccini fitted perfectly into this new context. The other buildings, also with fashionable porticoes on the ground floor, were the residential palazzo designed by Vincenzo Micheli, and the Hotel Savoy, also designed by him, on the opposite side of the square. All were built in the eclectic classical taste then in vogue, promoted by Poggi. Piazza Vittorio Emanuele II nel 1890-1910 circa dopo gli interventi di risanamento. Piazza Vittorio Emanuele II in 1890-1910 after the reconstruction. O riginariamente noto come “palazzo Levi” dal nome della famiglia di banchieri israeliti a cui appartenevano i costruttori (Ottavio ed Enrico Levi), l’edificio venne costruito dal 1890 al 1893 su progetto dell’architetto Giuseppe Boccini, andando ad occupare un’area prospiciente la piazza, all’angolo con via Brunelleschi (già via dei Rigattieri e dei Naccaioli), via Roma (già via dei Succhiellinai, poi dell’Arcivescovado) e via Tosinghi (già via della Nave), corrispondente alla parte più antica dell’ex Ghetto. All’edificio venne dunque assegnata una posizione di particolare privilegio, “affondando le radici” in una delle principali insulae che si affacciavano sul luogo cardine della Firenze delle origini. La nobile facciata, con il suo prospetto tripartito e scandito da lesene a bugna piatta, arricchito da colonne in stile tuscanico sostenenti il balcone del soprastante piano nobile, corrispondeva all’austero e solenne gusto neo-cinquecentesco che ben si adattava a esprimere il fasto delle nobili tradizioni cittadine, allora reinterpretate alla luce dell’eclettico gusto fin de siècle. P alazzo Levi was originally named after the family of Jewish bankers (Ottavio and Enrico Levi), responsible for its construction. It was built between 1890 and 1893 following a design by Giuseppe Boccini: it covered a large area from via Brunelleschi (previously via dei Rigattieri, then via dei Naccaioli), to via Roma (previously via dei Succhiellinai, then via dell’Arcivescovado) and 21 Facciata di palazzo Levi. Facade of palazzo Levi. via Tosinghi (previously via della Nave), on the site of the oldest part of the Ghetto. This was clearly a particularly significant site, “sinking its roots” into one of the main insulae at the heart of the ancient city. The noble facade, divided into three sections by bands of flat stone has Tuscan columns on the ground floor supporting the first floor balcony. Its appearance is very much in keeping with the austere and solemn neo-sixteenth-century taste, well suited to Florentine domestic architecture and in perfect accord with eclectic fin de siècle taste. Palazzo levi Piante e particolari di palazzo Levi. Plans and details of palazzo Levi. 22 Palazzo Levi L ’edificio venne delegato ad ospitare, agli inizi del XX secolo, la più rappresentativa sede delle Compagnie di Assicurazioni sulla Vita e contro gli Incendi: “La Fondiaria”. Dal certificato di abitabilità del 31 marzo 1893 si legge appunto: «Questo grande stabile di nuova costruzione occupa il lato Nord della Piazza Vittorio Emanuele e si compone del piano terreno tutto ad uso botteghe, del mezzanino e di quattro piani superiori. Il mezzanino e il primo piano formano ciascuno un solo quartiere di 34 ambienti e sono in massima parte affittati alla “Fondiaria” per Uffizi, il secondo piano è diviso in tre quartieri e gli ultimi due in quattro che contano rispettivamente 8, 9, 10 e 12 ambienti [...]». S hortly after its completion the building became the main office of the “La Fondiaria” insurance company. The certificate declaring the palazzo habitable drawn up on 31 March 1893 provides the details: «This large, newly completed building occupies the north side of the Piazza Vittorio Emmanuele. It comprises a ground floor for commercial premises (shops), a mezzanine, and four upper floors. The mezzanine and first floor each have three-four rooms and are for the most part rented to the “Fondiaria” for use as offices. The second floor is divided into three apartments and the last two into four comprising, 8, 9, 10 and 12 rooms(...)». Volantino pubblicitario di fine Ottocento. Late nineteenthcentury advertisement. 23 PALAZZO LEVI: DALL’INIZIO DEL NOVECENTO A OGGI PALAZZO LEVI: FROM THE BEGINNING OF THE 20TH CENTURY TO the present Palazzo Levi I l nuovo salotto cittadino, con i suoi toni trionfalistici e mondani, era chiamato ad aggiornare le tradizioni fiorentine sulla scorta degli esempi delle grandi capitali europee. In tal senso, sin dall’inizio gli affacci sulla piazza avrebbero ospitato gli storici caffè letterari Gilli, Paszkowski, Gambrinus e delle Giubbe Rosse, come esigeva lo stile di vita di una moderna metropoli europea. Durante il periodo del Futurismo Gilli era frequentato da intellettuali e letterati, nascevano le riviste, il conflitto politico s’infiammava e piazza Vittorio Emanuele con i suoi caffè era testimone di questo fermento, ma anche i personaggi più focosi come Marinetti e Soffici si guardavano bene dal prendersi a seggiolate da Gilli, cosa che invece erano soliti fare negli altri locali della piazza. Gilli divenne presto anche un luogo di ritrovo per artisti e pittori come Doni, Caligani, Pozzi, Polloni, Ferroni, Pucci, e dal dopoguerra in poi luogo d’incontro 26 esclusivo dei giovani fiorentini. Non era difficile incontrarvi personaggi di Hollywood in pieno relax con un cocktail in mano. T his new outdoor drawing room introduced traditional Florence to the sparkling cafe life of the great European capitals: the cafés opening onto the square (Gilli, Paszkowski, Gambrinus and the Giubbe Rosse) are all still there today. The piazza became a focal point for Palazzo Levi the Futurists and the café Gilli was frequented by intellectuals and men of letters. Cultural and political magazines grew out of the lively debates here: violent exchanges took place between the Futurist Marinetti and cultural militant Ardengho Soffici. Aritists such as Doni, Caligani, Pozzi, Polloni, Ferroni, and Pucci also congregated in the cafes. In the post war years the café Gilli became a popular meeting place for affluent young Florentines. A sinistra: veduta parziale di piazza della Repubblica a Firenze, con il palazzo della compagnia di assicurazioni La Fondiaria nel 1915-1920. Left: partial view of piazza della Repubblica in Florence, with the insurance company La Fondiaria, 1915-1920. 27 Una vetrata liberty del caffè Gilli. Palazzo Levi con i due caffè Paszkowski e Gilli. Art nouveau glass in the café Gilli. Palazzo Levi with the two cafés Paszkowski and Gilli. Palazzo Levi I l riordino distributivo dell’intero palazzo Levi è avvenuto nel rispetto delle “regole” del restauro architettonico al quale la disciplina urbanistica in vigore lo assoggetta. Si sono compiuti lavori idonei al consolidamento strutturale, all’inserimento di contemporanee tecnologie di riscaldamento e raffreddamento degli ambienti, alla ricollocazione e ampliamento dei servizi igienici, nonché al completo restyling degli interni. L’edificio, costruito in gran parte con materiali derivanti dalle demolizioni del vecchio Ghetto, assemblati con le più semplici regole del costruire e talvolta coniugati con un certo “avventurismo” edilizio e in assoluta fretta (appena tre anni), non dava rispondenza alle, fra le altre, sopravvenute norme antisismiche che regolamentano il territorio fiorentino; se a ciò si aggiungono le molteplici “originarie corrugazioni verticali” presenti nelle pareti di tutte le stanze, quali condotti fumari per stufe e caminetti, si può intuire l’opera di ricucitura e di consolidamento che si è dovuta affrontare per rendere l’edificio rispondente alle norme che regolano l’edilizia contemporanea. Particolare impegno di sintesi progettuale e realizzativa ha richiesto l’inserimento delle ingombranti tecnologie per il condizionamento dei locali nello scheletro edilizio ottocentesco non predisposto ad accogliere servizi oramai indispensabili. Nella sintesi progettuale, esercitata per l’ottenimento della pari dignità fra le varie componenti presenti nel progetto di riordino, si è resa utile, se non necessaria, l’opera di restyling degli interni intesa non come mera esercitazione formale ma quale componente utile al risultato finale. Infatti, non potendo gravare le vecchie murature di invasive tracce per il transito delle varie condotte tecnologiche, si sono realizzate carterizzazioni orizzontali (sotto i solai) e verticali (lungo le pareti), fra loro cogenti e relazionate, in modo da costituire uno spazio formalmente continuo nelle sue percorrenze e nei suoi modi di stare. I materiali usati per le finiture, la loro posa in opera e le loro espressioni formali, sono di valenza contemporanea nella consapevolezza di operare nel contesto fiorentino. Architetto Vinicio Somigli Progettista e Direttore Artistico dei lavori di restauro di palazzo Levi Veduta di un corridoio e della hall prima del restauro. View of a corridor and of the hall before restoration. 28 Palazzo Levi T he interior of palazzo Levi has been consolidated and restructured according to the new rules governing architectural restoration. The heating and air conditioning system has been brought up to date, the bathrooms modernised and increased in number and the whole interior restyled. The building, which incorporated a lot of material from the old Ghetto was hastily assembled and often without sufficient regard to required building standards. It took only three years to complete and among the rules ignored in its construction were those determining its ability to resist earthquakes. Vertical warps in the walls were caused by the chimney and flues of fireplaces and stoves: these and other obvious defects demanded a major and extensive restoration project. The plan of the building was skilfully revised to incorporate a large scale air conditioning system. The rooms have been rearranged to make the most of the available space while bringing the interior fully in line with Dettaglio di una delle molteplici canalizzazioni fumarie che, nel corso della ristrutturazione, sono state suturate anche a fini strutturali. Evidente dimostrazione del riuso “celere” dei materiali derivanti dalla demolizione dell’antico Ghetto. Detail of one of the many chimneys in the palazzo, repaired during the restoration for structural reasons. Evidence of the hasty redeployment of building material from the old Ghetto. 29 modern standards of technology and comfort. As it was impossible to make channels in the old walls for the new pipes and tubing the new system has been laid out between the floors and vertically up the walls. Both the quality of the materials used in the decor and the workmanship involved in their installation meet the highest standards and are perfectly adapted to their Florentine context. Architetto Vinicio Somigli Designer and director of the restoration of palazzo Levi Palazzo Levi Pagine 32-33: veduta della hall dopo il restauro. Pages 32-33: view of the hall after restoration. Veduta di un corridoio e della hall dopo il restauro. View of a corridor and of the hall after restoration. 30 Pagine 34-35: veduta panoramica dal tetto di palazzo Levi. Pages 34-35: view from the roof of palazzo Levi. 31 32 33 34 35 Una realizzazione E-ducation.it S.p.A., Firenze Una società SCALA GROUP, Firenze © Fondiaria-Sai. S.p.a. Piazza della Libertà, 6 - Firenze Tutti i diritti riservati Fotografie: pp. 6, 7, 10, 11: © 2008 Archivio Scala, Firenze; 13, 14, 15, 19, 20, 26: © Archivi Alinari, Firenze; pp. 21, 22, 30, 31, 32-33: © Simone Lampredi. Si ringrazia la famiglia Valenza per le immagini del caffè Gilli a pagina 27. Le fotografie alle pagine 28, 29, 34-35 sono state realizzate in occasione dei lavori di restauro. Le immagini dell’Archivio Scala che riproducono beni culturali di proprietà dello Stato Italiano sono pubblicate su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’editore si scusa per le eventuali omissioni ed è a disposizione di coloro che involontariamente non siano stati citati. Le informazioni contenute in questa brochure sono puramente esplicative e possono essere soggette a modifiche.