La storia di Piazza della Repubblica e di

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La storia di Piazza della Repubblica e di
Palazzo
Levi
Piazza della Repubblica, 6 - Firenze
www.palazzolevi.it
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Palazzo
Levi
La piazza:
dall’epoca romana
al XVI secolo
THE PIAZZA:
FROM THE ROMAN ERA
TO THE 16TH CENTURY
Palazzo
Levi
L
a fondazione della colonia
romana di Florentia, sulla riva
destra dell’Arno, risale al 59 a.C.,
all’epoca del primo consolato di
Giulio Cesare, nel periodo primaverile
dei ludi floreales, come indica il
nome augurale. L’edificazione seguì
il criterio della centuriazione: la
pianta quadrilatera della città era
percorsa da due assi ortogonali,
il cardo maximus, da nord a sud,
che attualmente va da piazza
San Giovanni a via Calimala, e il
decumanus maximus, da est a ovest,
cioè da via del Corso a via Strozzi.
Le due strade si intersecavano dove
sorgeva la pietra consacrata. Qui
si apriva il forum, il cuore politico,
religioso e commerciale della città:
alle estremità si trovavano le quattro
porte nel perimetro delle mura e
sul lato occidentale, sopra un alto
podio, sorgeva il Tempio Capitolino,
rivolto verso oriente. Ancora oggi
la toponomastica ricorda l’antico
insediamento, come suggeriscono le
vie del Campidoglio, delle Terme e
di Capaccio, dove era il caput aquae
dell’acquedotto romano.
I
n 59 B.C. during the first
consulate of Julius Caesar
the Roman colony of Florentia was
founded on the right bank of the
Arno. The original name of the camp
commemorates the ancient Roman
spring games or ludi floreales. The
land was first divided into square
plots, according to the system known
as centuriation. The camp was
traversed by two main thoroughfares:
the cardo maximus ran from north
to south, from the present piazza
San Giovanni to via Calimala, while
La colonia romana
di Florentia nel
periodo imperiale
con il forum,
i monumenti principali
e la cinta muraria.
The Imperial Roman
colony of Florentia
with the forum,
the main monuments,
and the city wall.
the decumanus maximus was on the
east–west axis, from the present via
del Corso to via Strozzi. These two
roads intersected on the site of the
sacred stone in the forum, the open
space which served as the political,
religious and commercial centre of
the community. Four gates were built
into the surrounding wall and to the
west, but facing east, the Capitoline
temple stood on a high podium. The street names still record this
early history: the via del Campidoglio
(Capitol), via delle Terme (Baths), and via di Capaccio, on the site of the caput aquae where water was
brought to the city by aqueduct.
Palazzo
Levi
I
lavori di sventramento del
centro storico, operati alla
fine del XIX secolo, portarono alla
luce le antiche tracce della città
romana. Guido Carocci e Corinto
Corinti, appartenenti all’apposita
Commissione Archeologica istituita
in pieno XIX secolo per studiare
e rilevare i reperti emergenti dagli
scavi, poterono così ricostruire
l’antico assetto del campo romano.
L’impianto del castrum florentinum
è ancora evidente nel regolare
tracciato ortogonale delle vie,
formanti tanti isolati quadrangolari.
Sotto la giacitura moderna, durante
le demolizioni ottocentesche, furono
ritrovate tracce di mura romane,
che si suppone appartenenti ad
edifici porticati delimitanti la parte
settentrionale dell’insula forense. La
città risultava così divisa in quattro
parti, dette regiones, che, a loro
volta, erano divise in insulae (isolati)
da una serie di vie minori parallele al
cardo e al decumano massimo.
R
emains of the Roman city
were discovered when
building renovations were carried
out in the historic centre in the late
nineteenth century. Guido Carocci
and Corinto Corinti, members of
the Archaeological Commission
especially established to study the
excavations, were able to retrace
the original plan of the Roman camp,
still reflected in the grid plan of
Planimetria del centro
di Firenze rielaborata
da Guido Carocci
sulla base del catasto
fiorentino del 1427.
Plan of the centre
of Florence by Guido
Carocci, based on
the Florentine land
tax returns of 1427.
the streets. Roman walls thought
to have belonged to buildings with
porticoes on the northern side of the
insula forense or forum block were
unearthed at this time. The city had
clearly originally been divided into
four main areas, called regiones,
intersected by a series of minor
streets running parallel to the cardo
maximus and to the decumanus
maximus to create insulae (blocks).
Palazzo
Levi
I
n epoca longobarda e franca,
l’antico centro cittadino divenne
il Campus Regis, cioè il Foro del
Re, attorno al quale si elevarono le
case-torri delle più ricche e potenti
famiglie fiorentine. La costruzione
di case, torri ed edifici pubblici
avvenne con il reimpiego di materiale
di spoglio proveniente dalle antiche
strutture romane. Nell’alto Medioevo
la collocazione dell’isolato rimase
racchiusa entro il limite delle mura
urbane, seppur proprio sul confine della
seconda cerchia bizantina (VI secolo).
La piazza del Foro continuò a mantenere
il suo carattere di centro cittadino:
come tutti i “vuoti” urbani fu destinato
al mercato, divenendo il più popolare di
questi punti di scambio commerciale.
Intorno vennero creati nuovi punti di
vendita settimanale, come il mercato
di Por Santa Maria. I beccai lo scelsero
come luogo privilegiato per impiantare
la loro attività, trasformandolo in sede
fissa dei banchi della carne e di altre
botteghe di generi alimentari.
U
nder the Lombards and the
Franks the city was centred
around the Campus Regis, or
King’s Forum, where buildings were
erected by the richest and most
powerful families in Florence. Many
of the houses, towers and public
buildings constructed during this
period incorporated fragmentary
remains of structures from the
ancient Roman settlement. At the
height of the Middle Ages the city
remained enclosed within the city
walls although it had spread to the
very edge of the second Byzantine
wall built in the sixth century. The
site of the ancient Forum was still
the city centre and like all such open
spaces served as a market: it was
one of the busiest and most popular
commercial centres in the city. Other
weekly markets, including the market
of Por Santa Maria, took place
nearby. Butchers flocked here and
set up stalls to sell their meat and
other produce on a permanent basis.
La rappresentazione
del Mercato Vecchio
nel Codice Rustici.
Firenze, Biblioteca
del Seminario
Maggiore.
The Old Market
as it appears in
the Rustici Codex.
Florence, Biblioteca
del Seminario
Maggiore.
Palazzo
Levi
Scuola di Giorgio
Vasari, Il Mercato
Vecchio, XVI secolo.
Firenze, Palazzo
Vecchio, sala
di Gualdrada.
School of Vasari,
The Old Market,
16th century. Florence,
Palazzo Vecchio,
Sala di Gualdrada.
D
alla fine del Trecento quegli
edifici che avevano costituito
il nucleo residenziale per le famiglie
potenti della città cominciarono ad
essere affittati a commercianti e
bottegai, se non addirittura adibiti
a case di malaffare (“alberghi di
meretricio”). Qui inoltre vennero
trasferiti i banchi dei prodotti ittici,
quando, nel 1565, Cosimo I de’
Medici decise di far abbattere la
Loggia del Pesce nella piazzetta
vicino a Ponte Vecchio per erigere
il Corridoio Vasariano; lo stesso
Vasari fu poi incaricato di erigere
una nuova Loggia del Pesce che,
installata nel 1568, vi rimase fino
alla fine del XIX secolo quando fu
trasferita in piazza de’ Ciompi, in
seguito ai lavori di risistemazione
del centro storico. Nel 1571 Cosimo
I alterò l’identità del luogo con un
ulteriore intervento: ordinò infatti
al Buontalenti di riorganizzare il
preesistente complesso per creare il
Ghetto e trasferirvi gli ebrei, fino ad
allora residenti in via dei Giudei, di là
d’Arno.
F
rom the end of the fourteenth
century the powerful families
who had occupied this area of the
city began to rent their buildings to
merchants and shopkeepers who
established their trades alongside
the alberghi di meretricio or brothels.
Fish stalls were also moved here
after 1565 when Cosimo I decided
to knock down the loggia del
pesce, in the small piazza near the
Ponte Vecchio, in order to build the
Vasari Corridor. Vasari was then
charged with creating a new Loggia
del Pesce, completed in 1568. It
remained in the city centre until the
end of the nineteenth century, when
it was moved to piazza de’ Ciompi
as part of the programme of urban
renewal. In 1571 the old site of the
forum was radically changed when
Cosimo I commissioned Buontalenti
to transform the area into a ghetto:
he moved all the Jews there from via
dei Giudei on the other side of the
Arno.
LA PIAZZA:
DAL XVIII SECOLO
ALLE DEMOLIZIONI
PER FIRENZE CAPITALE
THE PIAZZA:
FROM THE 18TH TO
THE MID 19TH CENTURY
Palazzo
Levi
L
a città medievale cancellò
quasi tulle le tracce del
foro romano, ad eccezione della
colonna sacrificale che rimase
eretta nel centro della piazza fino
al 1431, quando venne sostituita
con la colonna della Dovizia, o
dell’Abbondanza, ornata in cima
da una statua di Donatello (oggi è
sormontata dalla copia della statua
che il Foggini modellò nel 1721 in
sostituzione di quella di Donatello
che era precipitata). L’unica
evocazione di una centralità perduta
è rappresentata, ancora oggi, dalla
rinnovata presenza proprio della
colonna dell’Abbondanza tornata
nella sua posizione originaria
dal 1956, dopo le demolizioni
ottocentesche, quasi a svolgere
il compito di mundus sacrificalis
segnalando quello che un tempo era
stato il primordiale umbilicus della
Firenze delle origini.
T
he medieval city masked
almost every trace of the
Roman Forum, leaving only the
sacrificial column standing in the
centre of the piazza. It was removed
when a column of Plenty, or of
Abundance, surmounted by a statue
by Donatello was set up in its place
in 1431. The original Renaissance
statue fell from the column and the
present one was made by Foggini in
1721. Foggini’s statue is now in the
Palazzo della Cassa di Risparmio
in via dell’Oriuolo, and the column,
surmounted by a replica statue, was
returned to the spot marking the
historic heart of the city in 1956.
Giuseppe Moricci,
Il Mercato Vecchio
di Firenze. Firenze,
Galleria d’Arte
Moderna.
Giuseppe Moricci,
The Old Market
in Florence.
Florence, Galleria
d’Arte Moderna.
10
Palazzo
Levi
L
Telemaco Signorini,
Il Mercato Vecchio
a Firenze con sullo
sfondo la cupola del
duomo, 1881-1883.
Collezione privata.
Telemaco Signorini,
The Old Market
in Florence with
the cathedral dome
in the background,
1881-1883.
Private Collection.
e attuali conoscenze
sull’aspetto del vecchio
centro, prima degli sventramenti
ottocenteschi, si basano
principalmente su foto d’epoca e
su una serie di schizzi e dipinti di
artisti, tra i quali quelli di Telemaco
Signorini, che ritrasse con nostalgia
lo storico e popolare cuore fiorentino.
L’ampliamento settecentesco aveva
portato in effetti una iniziale opera di
risanamento, dotando le abitazioni di
maggiore comodità e creando nuovi
spazi aperti. Ma le condizioni erano poi
peggiorate quando gli ebrei, riacquistati
i loro diritti civili con la cessazione
delle disposizioni discriminatorie
sotto il governo lorenese,
abbandonarono quell’area. L’ex Ghetto
rimase così solo un rifugio per i ceti più
diseredati e, in quanto quartiere chiuso
e recintato, divenne luogo deputato
alla delinquenza e al degrado.
11
W
e know how the old centre
appeared before the
destruction of the late nineteenth
century from contemporary
photographs and from a number of
sketches and drawings by artists
such as Telemaco Signorini.
He, like so many others, lamented the
passing of this historic and lively area
of the city. The eighteenth-century
development had brought
improvements to the houses and
created more external spaces but the
area fell into decline when the Jews
were emancipated by the Lorraine
and chose to live elsewhere. The
former Ghetto, still an enclosed
space, became a refuge for the poor
and homeless, but was also the ideal
hideaway for those living in fear of
the law.
Palazzo
Levi
Q
uesta centralissima zona
della città divenne così alla
fine del Cinquecento un quartiere
molto popolato, formato da un fitto e
minuto tessuto edilizio che si apriva
su stretti vicoli. Per due secoli la
zona rimase occupata dal Ghetto e
dal Mercato, finché, nella seconda
metà del Settecento fu murata
una lapide che proibiva qualsiasi
sopraelevazione delle baracche,
tale era il livello di saturazione della
piazza ormai quasi completamente
ostruita. Gli stretti spazi rimasti
liberi lungo il perimetro erano
chiamati vie o corsi; via Romana
lungo il lato orientale (da qui forse
il nome dell’attuale via Roma), via
del Mercato Vecchio lungo il lato del
Ghetto, via della Pescheria lungo il
lato occidentale e corso dei Barberi
sul lato meridionale. Come mostra
una pianta dei capitani di Parte del
1763, nella piazza si trovavano anche
due pozzi, situati rispettivamente
ai lati della Beccheria e all’interno
della “corona”, che probabilmente
sostituivano un vecchio pozzo
medievale.
T
his area in the heart of the city
became densely populated,
with closely packed buildings
separated by narrow streets. For
two hundred years it served as the
Ghetto and as a market until in
the second half of the eighteenth
century a stone plaque was put up
forbidding the construction of any
more stalls: the piazza had reached
saturation point. The area was then
hedged in by via Romana on the
east side (which perhaps lent its
name to the present via Roma?),
the via del Mercato Vecchio on
the side closest to the ghetto, via
della Pescheria to the west and the
Corso dei Barberi to the south. The
Capitani di Parte plan of 1763 also
shows two wells in the piazza, at
the side of the Beccheria (butcher’s
building) and inside the “corona”:
these probably replaced a medieval
well.
Una pianta del
Mercato Vecchio
nel Settecento.
A plan of the
Old Market in the
eighteenth century.
12
Palazzo
Levi
D
Piazza della Fonte
nel Ghetto prima
della sua distruzione
nel 1890 circa.
Piazza with the
fountain at the heart
of the Ghetto before
its destruction in the
last decade of the
nineteenth century.
opo l’annessione della Toscana
al Regno d’Italia, Luigi Del
Sarto, l’ingegnere capo dell’Ufficio
d’Arte comunale, progettò l’intervento
di demolizione del Mercato Vecchio
e la ricostruzione di uno nuovo delle
vettovaglie; la ristrutturazione urbanistica
della parte centrale prevedeva un
grande bazar con gallerie coperte a
vetro tra le vie Calimala, Pellicceria,
Porta Rossa e dell’Arcivescovado.
Fu la prima di tutta una serie di
proposte, redatte da progettisti più o
meno ambiziosi e spregiudicati, dietro
le quali, accampando ragioni umanitarie
e istanze sociali più o meno fondate,
si nascondevano molto spesso gli
interessi legati alla speculazione fondiaria
della classe dirigente. In effetti il nucleo
centrale del Ghetto, prima delle definitive
demolizioni, era rimasto del tutto
integro, con la monumentale Fonte
accampata al centro della corte.
13
A
fter the annexation of Tuscany
to the kingdom of Italy an
engineer for the City Council, Luigi
Del Sarto, presented plans for the
demolition of the old market and
the rebuilding of the whole area.
He envisaged a large bazaar with
galleries with a glass roof covering
the area between via Calimala, via
Pellicceria, via Porta Rossa and via
dell’Arcivescovado. It was the first
of a series of ambitious and often
misguided projects put forward by a
ruling class of property speculators
who frequently disguised their
interest by pleading social
improvement and sanitary reform.
Until it was finally demolished at
the end of the nineteenth century
the Ghetto had remained intact with
its monumental fountain at the very
centre of the courtyard.
Palazzo
Levi
Feste carnevalesche
in costume arabo
tenutesi nel vecchio
Ghetto nel 1866.
Parties in Arabian
costume were held
in the old Ghetto
in 1866.
I
l Ghetto rimase in piedi fino
alla fine dell’Ottocento quando,
con i lavori di “risanamento” del
centro, fu demolito insieme alle
strutture del Mercato Vecchio. Nel
1885 fu sgomberato e, entro il 1890,
completamente raso al suolo. In
tale lasso di tempo, sfruttandone
il fascino un po’ “decadente”,
fu reso oggetto di visite guidate
e di suggestive trasformazioni
carnevalesche, ambientate in una
piccola città orientaleggiante. La
testimonianza di queste feste in
costume arabo è documentata da
alcune preziose foto Alinari. La
costruzione principale di queste
esotiche scenografie rimaneva la
centrale Beccheria trecentesca,
circondata dal “cordone” o “ghirlanda
di mercato”, vera e propria corona
di piccole botteghe, prima in legno,
poi in muratura, sorte caoticamente
attorno alla Beccheria stessa e allora
elette a misteriosi recessi di una
vagheggiata città orientale.
T
he Ghetto was completely
destroyed together with the
buildings of the old market as part of
the renovation programme. In 1885
the area was evacuated and by 1890
14
raised to the ground. This period of
abandonment coincided with a taste
for the decadent so that guided tours
were conducted and exotic events
staged here to recreate the charm of
a tiny oriental city. The carnival mood
of this period is well documented
in some Alinari photographs. Most
of the scenes were set around the
central fourteenth-century butcher’s
shop which was surrounded by a ring
of smaller shops and stalls. These
grew up haphazardly, originally built
in wood but later in brick, before
serving as a background to this
fantasy oriental bazaar.
Palazzo
Levi
N
otevoli trasformazioni
investirono, dal 1865 al
1898, il volto della città, rimasto
sostanzialmente immutato per secoli.
Esse, sulla base del piano urbanistico
dell’architetto Giuseppe Poggi,
finalizzato all’adeguamento di Firenze
al nuovo ruolo rappresentativo di
capitale del Regno, interessarono
anche l’area in esame, inclusa infatti
nell’operazione di “risanamento”
del centro cittadino. Le prime idee
di riordino erano state manifestate
fin dal periodo dell’occupazione
napoleonica, ma per tutta la prima
metà del XIX secolo non fu adottato
La piazza del Mercato
Vecchio in uno scatto
del 1880 circa.
alcun provvedimento concreto,
neanche per la zona del Mercato
Vecchio, la quale, per le carenti
condizioni igieniche, costituì uno
dei focolai della violenta epidemia di
colera che colpì Firenze nel 1835.
T
he rest of the city, virtually
unchanged for centuries, also
underwent dramatic transformations
in the years from 1865, when
Florence became the capital of the
newly created kingdom of Italy,
until 1898. The new appearance of
Florence as planned by Giuseppe
Poggi was designed to reflect the
The Old Market
square in a
photograph taken
in about 1880.
15
city’s new importance and the
historic heart of the city as elsewhere
was to be brought in line with
modern standards of hygiene.
Although ideas to renovate the city
had first been put forward during
the Napoleonic period nothing had
been done during the first half of the
century. The area of the old market,
with its unsanitary conditions, had
remained untouched so that it was
one of the areas worst hit by the
violent cholera epidemic that struck
Florence in 1835.
PALAZZO LEVI
E L’ANTICO CENTRO
‘A VITA NUOVA RESTITUITO’
PALAZZO LEVI
AND THE OLD CENTRE
RESTORED TO NEW LIFE
Palazzo
Levi
I
n occasione dello spostamento
della capitale del nuovo Regno
d’Italia da Torino a Firenze, il centro
cittadino fu interessato da una
completa ristrutturazione. Nel 1888,
con decreto reale, il comune di
Firenze approvò dunque il “Piano di
Riordinamento” del centro, mentre le
pratiche di esproprio e le successive
evacuazioni e demolizioni erano già
state avviate. Palazzo Pitti ospitò
la nuova reggia dei Savoia, Palazzo
Vecchio si aprì al Parlamento, gli
Uffizi al Senato, palazzo Medici
Riccardi divenne il Ministero degli
Interni mentre sulla riva dell’Arno,
in piazza Frescobaldi, trovò sede
il Ministero della Marina. Il volto di
Firenze venne radicalmente stravolto
mettendo così fine alla vivace,
pittoresca e insalubre vita di piccolo
borgo commerciale. Si impose
dunque la figura dell’architetto del
comune Giuseppe Poggi, che nel
1865, in due mesi, approntò il piano
di massima per l’abbattimento delle
antiche mura e per la trasformazione
della città antica in moderna capitale,
ispirandosi ai modelli dei boulevard
parigini.
W
hen the capital of the
new Kingdom of Italy was
moved from Turin to Florence, it was
seen as a great chance for urban
renewal. In 1888, the City Council
approved a plan to reorganise the
centre of Florence: this followed
a campaign of expropriation,
evacuation and demolition of many
old buildings. The ruling family of
Savoy took up residence in Palazzo
Pitti, Palazzo Vecchio became the
seat of Parliament, the Uffizi of the
Senate, Palazzo Medici Riccardi
housed the Ministry of the Interior
while the Marine Ministry was
established in a fine palazzo beside
the Arno in Piazza Frescobaldi. The
transformation of the city at this
time put an end to the overcrowded,
colourful, but unwholesome life in the
very heart of the city. Giuseppe Poggi
emerged as the most prominent of
the Comune architects and in 1865,
in just two months, laid out his vision
for the transformation of the old city
into a modern capital: large sections
of the city walls were to be destroyed
to make way for sweeping avenues
modelled on the boulevards of Paris.
18
A sinistra:
Giuseppe Poggi,
Progetto per piazza
San Gallo e Progetto
per piazza Beccaria.
Firenze, Museo
Topografico di
Firenze com’era.
Left:
Giuseppe Poggi,
Plan for Piazza
San Gallo and Plan
for Piazza Beccaria.
Florence, Museo
Topografico di
Firenze com’era.
Sopra:
l’inaugurazione del
monumento a Vittorio
Emanuele II nel 1890.
Above:
the inauguration of
the statue of Vittorio
Emanuele II in 1890.
Palazzo
Levi
L
a “grandiosa” operazione
urbanistica, che investì tutta
l’area compresa tra le vie Calzaioli,
Cerretani, Tornabuoni e Porta Rossa,
trovò rappresentativa conclusione
nel 1895: in questa data si avviò
infatti la costruzione del palazzo con
il grande arco centrale che andò a
delimitare, all’altezza di via Strozzi, la
nuova area urbana. Lo spazio che si
era aperto, quattro volte più grande
dell’antico Mercato Vecchio, venne
intitolato a Vittorio Emanuele II (poi
piazza della Repubblica) e inquadrò
la statua equestre del re di Savoia
collocata al centro della piazza (da
qui venne successivamente spostata,
nel 1932, al piazzale delle Cascine).
La solenne inaugurazione della statua
venne celebrata al cospetto del
popolo fiorentino nella cornice dei
loggiati, abbelliti sontuosamente da
drappi e tendaggi.
T
he “grandiose” plan for urban
renewal in the area between
via Calzaioli, via Cerretani, via
Tornabuoni and via Porta Rossa,
drew to a symbolic conclusion in
1895. In that year the construction
of the building with the large central
arch dividing the new piazza from
19
via Strozzi was begun. The public
flocked to the solemn inauguration
when the loggia was decorated with
drapes and the piazza filled with
banners. The newly created space
was four times larger than the area
covered by the Old Market and was
named after Vittorio Emanuele: an
equestrian statue of the king was
placed in the centre of the square. In
1932 this monument was moved to
the large square at the entrance to
the Cascine Park while after the war
the name of the piazza was changed
to celebrate the new Republic of
Italy.
Palazzo
Levi
L
a nuova sistemazione
urbanistica della piazza
prevedeva l’affaccio nobile di palazzi
delegati a rappresentare la nobiltà
della neo-capitale italiana. Ma,
nonostante le ragioni di “decoro” e
di salubrità addotte per giustificare
l’abbattimento del tessuto urbano
preesistente, dietro le monumentali
facciate si celavano interni realizzati
con modestissime tecniche
costruttive, spesso sfruttando
materiali di recupero delle demolizioni
delle strutture precedenti. In tal
senso palazzo Levi si conformava
pienamente al contesto. Gli edifici
che incorniciarono il nuovo contesto
urbano – con i porticati a piano
terra, secondo la pratica urbanistica
del XIX secolo – erano il palazzo
residenziale progettato da Vincenzo
Micheli, autore anche dell’Hotel
Savoy sul lato opposto della piazza,
e il nostro palazzo Levi, sul lato
nord, tutti conformi ai parametri di
un classicismo eclettico di gusto
ottocentesco in linea con la maniera
del Poggi.
T
he square was now lined
by buildings designed to
represent the city’s enhanced
status. But despite frequently cited
reasons of ‘decorum’ and sanitation
used to justify the destruction of
the old centre, the interiors behind
the monumental facades were not
always built to the highest standards
and frequently incorporated materials
from the demolished structures
20
they had replaced. Palazzo Levi by
Giuseppe Boccini fitted perfectly
into this new context. The other
buildings, also with fashionable
porticoes on the ground floor, were
the residential palazzo designed
by Vincenzo Micheli, and the Hotel
Savoy, also designed by him, on the
opposite side of the square. All were
built in the eclectic classical taste
then in vogue, promoted by Poggi.
Piazza Vittorio
Emanuele II
nel 1890-1910 circa
dopo gli interventi
di risanamento.
Piazza Vittorio
Emanuele II
in 1890-1910 after
the reconstruction.
O
riginariamente noto come
“palazzo Levi” dal nome
della famiglia di banchieri israeliti
a cui appartenevano i costruttori
(Ottavio ed Enrico Levi), l’edificio
venne costruito dal 1890 al 1893 su
progetto dell’architetto Giuseppe
Boccini, andando ad occupare
un’area prospiciente la piazza,
all’angolo con via Brunelleschi (già
via dei Rigattieri e dei Naccaioli), via
Roma (già via dei Succhiellinai, poi
dell’Arcivescovado) e via Tosinghi
(già via della Nave), corrispondente
alla parte più antica dell’ex Ghetto.
All’edificio venne dunque assegnata
una posizione di particolare privilegio,
“affondando le radici” in una delle
principali insulae che si affacciavano
sul luogo cardine della Firenze delle
origini. La nobile facciata, con il suo
prospetto tripartito e scandito da
lesene a bugna piatta, arricchito da
colonne in stile tuscanico sostenenti
il balcone del soprastante piano
nobile, corrispondeva all’austero e
solenne gusto neo-cinquecentesco
che ben si adattava a esprimere il
fasto delle nobili tradizioni cittadine,
allora reinterpretate alla luce
dell’eclettico gusto fin de siècle.
P
alazzo Levi was originally
named after the family
of Jewish bankers (Ottavio and
Enrico Levi), responsible for its
construction. It was built between
1890 and 1893 following a design
by Giuseppe Boccini: it covered
a large area from via Brunelleschi
(previously via dei Rigattieri, then
via dei Naccaioli), to via Roma
(previously via dei Succhiellinai,
then via dell’Arcivescovado) and
21
Facciata di
palazzo Levi.
Facade of
palazzo Levi.
via Tosinghi (previously via della
Nave), on the site of the oldest part
of the Ghetto. This was clearly a
particularly significant site, “sinking
its roots” into one of the main insulae
at the heart of the ancient city. The
noble facade, divided into three
sections by bands of flat stone has
Tuscan columns on the ground floor
supporting the first floor balcony. Its appearance is very much in
keeping with the austere and solemn
neo-sixteenth-century taste, well
suited to Florentine domestic
architecture and in perfect accord
with eclectic fin de siècle taste.
Palazzo
levi
Piante e particolari
di palazzo Levi.
Plans and details
of palazzo Levi.
22
Palazzo
Levi
L
’edificio venne delegato ad
ospitare, agli inizi del XX
secolo, la più rappresentativa sede
delle Compagnie di Assicurazioni
sulla Vita e contro gli Incendi:
“La Fondiaria”. Dal certificato di
abitabilità del 31 marzo 1893 si legge
appunto: «Questo grande stabile
di nuova costruzione occupa il lato
Nord della Piazza Vittorio Emanuele
e si compone del piano terreno tutto
ad uso botteghe, del mezzanino e di
quattro piani superiori. Il mezzanino
e il primo piano formano ciascuno
un solo quartiere di 34 ambienti e
sono in massima parte affittati alla
“Fondiaria” per Uffizi, il secondo
piano è diviso in tre quartieri e gli
ultimi due in quattro che contano
rispettivamente 8, 9, 10 e 12
ambienti [...]».
S
hortly after its completion the
building became the main
office of the “La Fondiaria” insurance
company. The certificate declaring
the palazzo habitable drawn up
on 31 March 1893 provides the
details: «This large, newly completed
building occupies the north side
of the Piazza Vittorio Emmanuele.
It comprises a ground floor for
commercial premises (shops), a
mezzanine, and four upper floors.
The mezzanine and first floor each
have three-four rooms and are for the
most part rented to the “Fondiaria”
for use as offices. The second floor
is divided into three apartments and
the last two into four comprising,
8, 9, 10 and 12 rooms(...)».
Volantino
pubblicitario
di fine Ottocento.
Late nineteenthcentury
advertisement.
23
PALAZZO LEVI:
DALL’INIZIO
DEL NOVECENTO
A OGGI
PALAZZO LEVI:
FROM THE BEGINNING
OF THE 20TH CENTURY
TO the present
Palazzo
Levi
I
l nuovo salotto cittadino, con i
suoi toni trionfalistici e mondani,
era chiamato ad aggiornare le
tradizioni fiorentine sulla scorta degli
esempi delle grandi capitali europee.
In tal senso, sin dall’inizio gli affacci
sulla piazza avrebbero ospitato gli
storici caffè letterari Gilli, Paszkowski,
Gambrinus e delle Giubbe Rosse,
come esigeva lo stile di vita di una
moderna metropoli europea. Durante
il periodo del Futurismo Gilli era
frequentato da intellettuali e letterati,
nascevano le riviste, il conflitto
politico s’infiammava e piazza
Vittorio Emanuele con i suoi caffè era
testimone di questo fermento, ma
anche i personaggi più focosi come
Marinetti e Soffici si guardavano bene
dal prendersi a seggiolate da Gilli,
cosa che invece erano soliti fare negli
altri locali della piazza. Gilli divenne
presto anche un luogo di ritrovo per
artisti e pittori come Doni, Caligani,
Pozzi, Polloni, Ferroni, Pucci, e dal
dopoguerra in poi luogo d’incontro
26
esclusivo dei giovani fiorentini. Non
era difficile incontrarvi personaggi
di Hollywood in pieno relax con un
cocktail in mano.
T
his new outdoor drawing room
introduced traditional Florence
to the sparkling cafe life of the great
European capitals: the cafés opening
onto the square (Gilli, Paszkowski,
Gambrinus and the Giubbe Rosse)
are all still there today.
The piazza became a focal point for
Palazzo
Levi
the Futurists and the café Gilli was
frequented by intellectuals and men
of letters.
Cultural and political magazines grew
out of the lively debates here: violent
exchanges took place between the
Futurist Marinetti and cultural militant
Ardengho Soffici. Aritists such as
Doni, Caligani, Pozzi, Polloni, Ferroni,
and Pucci also congregated in the
cafes. In the post war years the café
Gilli became a popular meeting place
for affluent young Florentines.
A sinistra:
veduta parziale
di piazza della
Repubblica a Firenze,
con il palazzo della
compagnia
di assicurazioni
La Fondiaria
nel 1915-1920.
Left:
partial view of piazza
della Repubblica
in Florence, with the
insurance company
La Fondiaria,
1915-1920.
27
Una vetrata liberty
del caffè Gilli.
Palazzo Levi
con i due caffè
Paszkowski e Gilli.
Art nouveau glass
in the café Gilli.
Palazzo Levi
with the two cafés
Paszkowski and Gilli.
Palazzo
Levi
I
l riordino distributivo dell’intero
palazzo Levi è avvenuto nel
rispetto delle “regole” del restauro
architettonico al quale la disciplina
urbanistica in vigore lo assoggetta.
Si sono compiuti lavori idonei
al consolidamento strutturale,
all’inserimento di contemporanee
tecnologie di riscaldamento e
raffreddamento degli ambienti, alla
ricollocazione e ampliamento dei
servizi igienici, nonché al completo
restyling degli interni.
L’edificio, costruito in gran parte con
materiali derivanti dalle demolizioni
del vecchio Ghetto, assemblati con
le più semplici regole del costruire
e talvolta coniugati con un certo
“avventurismo” edilizio e in assoluta
fretta (appena tre anni), non dava
rispondenza alle, fra le altre,
sopravvenute norme antisismiche che
regolamentano il territorio fiorentino;
se a ciò si aggiungono le molteplici
“originarie corrugazioni verticali”
presenti nelle pareti di tutte le stanze,
quali condotti fumari per stufe e
caminetti, si può intuire l’opera di
ricucitura e di consolidamento che
si è dovuta affrontare per rendere
l’edificio rispondente alle norme che
regolano l’edilizia contemporanea.
Particolare impegno di sintesi
progettuale e realizzativa ha
richiesto l’inserimento delle
ingombranti tecnologie per il
condizionamento dei locali nello
scheletro edilizio ottocentesco
non predisposto ad accogliere
servizi oramai indispensabili. Nella
sintesi progettuale, esercitata per
l’ottenimento della pari dignità
fra le varie componenti presenti
nel progetto di riordino, si è resa
utile, se non necessaria, l’opera
di restyling degli interni intesa non
come mera esercitazione formale ma
quale componente utile al risultato
finale. Infatti, non potendo gravare le
vecchie murature di invasive tracce
per il transito delle varie condotte
tecnologiche, si sono realizzate
carterizzazioni orizzontali (sotto i
solai) e verticali (lungo le pareti), fra
loro cogenti e relazionate, in modo
da costituire uno spazio formalmente
continuo nelle sue percorrenze e nei
suoi modi di stare.
I materiali usati per le finiture,
la loro posa in opera e le loro
espressioni formali, sono di valenza
contemporanea nella consapevolezza
di operare nel contesto fiorentino.
Architetto Vinicio Somigli
Progettista e Direttore Artistico
dei lavori di restauro di palazzo Levi
Veduta di un corridoio
e della hall prima
del restauro.
View of a corridor
and of the hall
before restoration.
28
Palazzo
Levi
T
he interior of palazzo Levi
has been consolidated and
restructured according to the
new rules governing architectural
restoration. The heating and air
conditioning system has been
brought up to date, the bathrooms
modernised and increased in number
and the whole interior restyled. The
building, which incorporated a lot
of material from the old Ghetto was
hastily assembled and often without
sufficient regard to required building
standards. It took only three years
to complete and among the rules
ignored in its construction were
those determining its ability to resist
earthquakes. Vertical warps in the
walls were caused by the chimney
and flues of fireplaces and stoves:
these and other obvious defects
demanded a major and extensive
restoration project.
The plan of the building was skilfully
revised to incorporate a large scale
air conditioning system. The rooms
have been rearranged to make the
most of the available space while
bringing the interior fully in line with
Dettaglio di una
delle molteplici
canalizzazioni fumarie
che, nel corso della
ristrutturazione, sono
state suturate anche
a fini strutturali.
Evidente
dimostrazione
del riuso “celere”
dei materiali derivanti
dalla demolizione
dell’antico Ghetto.
Detail of one of the
many chimneys in
the palazzo, repaired
during the restoration
for structural reasons.
Evidence of the
hasty redeployment
of building material
from the old Ghetto.
29
modern standards of technology
and comfort. As it was impossible to
make channels in the old walls for
the new pipes and tubing the new
system has been laid out between
the floors and vertically up the walls.
Both the quality of the materials used
in the decor and the workmanship
involved in their installation meet the
highest standards and are perfectly
adapted to their Florentine context.
Architetto Vinicio Somigli
Designer and director of the
restoration of palazzo Levi
Palazzo
Levi
Pagine 32-33:
veduta della hall
dopo il restauro.
Pages 32-33:
view of the hall
after restoration.
Veduta di un corridoio
e della hall dopo
il restauro.
View of a corridor
and of the hall
after restoration.
30
Pagine 34-35:
veduta panoramica dal
tetto di palazzo Levi.
Pages 34-35:
view from the roof
of palazzo Levi.
31
32
33
34
35
Una realizzazione E-ducation.it S.p.A., Firenze
Una società SCALA GROUP, Firenze
© Fondiaria-Sai. S.p.a. Piazza della Libertà, 6 - Firenze
Tutti i diritti riservati
Fotografie: pp. 6, 7, 10, 11: © 2008 Archivio Scala,
Firenze; 13, 14, 15, 19, 20, 26: © Archivi Alinari,
Firenze; pp. 21, 22, 30, 31, 32-33: © Simone Lampredi.
Si ringrazia la famiglia Valenza per le immagini del caffè
Gilli a pagina 27. Le fotografie alle pagine 28, 29, 34-35
sono state realizzate in occasione dei lavori di restauro.
Le immagini dell’Archivio Scala che riproducono beni
culturali di proprietà dello Stato Italiano sono pubblicate
su concessione del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali.
L’editore si scusa per le eventuali omissioni ed è
a disposizione di coloro che involontariamente non
siano stati citati.
Le informazioni contenute in questa brochure sono
puramente esplicative e possono essere soggette a
modifiche.