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Progettazione Multimediale
STORIA DEI LINGUAGGI
Parte 3
Prof. Gianfranco Ciaschetti
Evoluzione della stampa e dei caratteri
Con l’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, inizia la possibilità di
produrre elevate quantità di libri in pochissimo tempo.
Le possibilità enormi della nuova tecnica di stampa consentono la produzione libraria a
una platea molto più vasta: iniziano a nascere libri su diversi argomenti, e non più testi
sacri o classici.
•
A. Durer è uno dei maggiori realizzatori di libri illustrati (xilografia e calcografia per le
illustrazioni).
•
N. Jenson fonda a Venezia nel 1470 una tipografia meccanizzata, con fonderia di
caratteri e produzione di inchiostri speciali; Jenson è anche l’inventore del primo
carattere tondo o romano. A Venezia nel 1500 ci sono ben 150 tipografie.
•
A. Manunzio, editore e allievo di Jenson, dà alle stampe la Hypnerotomachia
Poliphili, da molti ritenuto il più bel libro illustrato del Rinascimento.
•
F. Griffo inventa, su commissione di Manunzio, il primo carattere corsivo (detto
anche italico o aldino, in onore del suo nome) riprendendo lo stile amanuense.
•
Anche in Inghilterra e in Francia arriva la nuova arte della stampa: A. Caxton
pubblica il primo libro in inglese (un trattato di filosofia) e D. Diderot pubblica in
francese l’Enciclopédie (Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri).
Evoluzione della stampa e dei caratteri
Verso la metà del 1500, i mestieri di stampatore (tipografo, editore) e incisore (creatore
di caratteri e illustrazioni) iniziano dividersi e specializzarsi.
C. Garamond progetta nel 1531 una serie di caratteri o font per conto terzi. I suoi caratteri,
detti romani, saranno molto usati anche in futuro (Es. Times New Roman).
Alla fine del 1500, sono gli editori olandesi i più all’avanguardia in Europa. Per l’editore
olandese Elzevier, C. Van Dick inventa i caratteri elzeviriani.
Nel ‘600 e ‘700 l’arte della stampa si raffina sempre più:
-in Inghilterra, W. Caslon abbandona il disegno gotico per quello latino, mentre J.Baskerville
inventa il più popolare carattere dell’epoca;
-in Francia P.S. Fournier e F.A. Didot inventano un sistema di misura dell’altezza dei caratteri
-In Italia, a Parma, G.B. Bodoni realizza una serie di caratteri geometrici e slanciati, molto
apprezzati per l’eleganza data dal contrasto tra l’asta spessa e la grazia sottile.
ABCDE
ABCDE
ABCDE
Garamond
Baskerville
Bodoni
La nascita del giornale
Sebbene i primi esempi di informazione giornalistica risalgano agli acta diurna degli
antichi romani, le prime gazzette compaiono in Europa alla fine del Cinquecento,
successivamente alla nascita del servizio postale.
Si tratta di fogli informativi o giornali letterari, con informazioni religiose, militari,
politiche o di cronaca. Insieme ai fogli di informazione ufficiale, nascono anche libelli di
critica o satira pubblicati autonomamente, in un tempo in cui La Chiesa ostacola ancora
in modo prepotente la libera informazione.
Il paese all’avanguardia in Europa per libertà di informazione è l’Inghilterra, dove nasce
nel 1626 The Weekly News, un settimanale di informazione di 20 pagine. Sempre in
Inghilterra, nel 1702 nasce il Daily Courant, il primo quotidiano della storia.
La società illuministica del ‘700, soprattutto borghese e altolocata, ha bisogno di essere
informata sui fatti che avvengono quotidianamente, ed è grazie allo sviluppo delle poste
che diviene possibile la distribuzione quotidiana dei giornali.
La nascita del giornale
• Al The Morning Post si inizia ad associare l’importanza della notizia alla grandezza del
titolo, e a creare le rubriche dei lettori.
• Le redazioni iniziano a dotarsi di inviati e corrispondenti, aumenta il numero di pagine e
nascono gli spazi pubblicitari che permettono ai giornali di essere economicamente
indipendenti e non più al servizio del potente di turno.
• Il numero di copie aumenta vertiginosamente grazie alle nuove tecniche di stampa in
rotativa, e lo sviluppo dei trasporti permette una diffusione più capillare.
• Agli inizi dell’800, mentre i giornali sono ancora un prodotto di èlite, soprattutto per il
costo elevato, in America il Penny Press inizia a vendere le sue copie al costo di un penny
(un centesimo di dollaro).
• Sempre in America, altre testate seguono l’esempio del Penny Press, con un’ampia
tiratura e un basso costo, portando gli Stati Uniti a essere il primo paese al mondo per la
diffusione popolare dell’informazione.
La nascita della rivista
Con la diffusione del giornale, iniziano a nascere all’inizio del XVIII secolo i cosiddetti
giornali specializzati o riviste. Il primo tra essi è The review nato in Inghilterra nel 1709.
Le riviste offrono approfondimenti maggiori rispetto alla cronaca quotidiana, e curano
maggiormente la veste editoriale, una grafica più accattivante e attraente, ponendo
insieme al testo illustrazioni o fotografie. Anche l’immagine di copertina, per richiamare
un sempre maggior numero di lettori, ricalca l’eleganza dei manifesti dell’epoca.
La rivista, parallelamente al manifesto, diventa il luogo principale della sperimentazione
grafica, nel quale forme di espressione artistica si fondono insieme alla creatività
dell’impaginazione e dei caratteri, per offrire un prodotto sempre più originale.
Il successo della rivista è dovuto principalmente allo sviluppo delle nuove tecniche di
stampa iconografica come la fotoincisione e la litografia.
La nascita del manifesto
Le nuove tecniche di stampa iconografica, insieme a una continua ricerca del carattere,
permettono agli artisti dal ‘700 in poi di esprimersi componendo e stampando insieme
testo e illustrazioni, spesso in un unico foglio da affiggere, chiamato manifesto.
Tra la fine del Settecento e l’Ottocento, Tolouse-Loutrec realizza una serie di manifesti
pubblicitari denominati affiche per pubblicizzare eventi e serate nei locali notturni di Parigi,
che faranno scuola per secoli a venire. Nasce così il graphic design, ossia la composizione
grafica della pagina in senso artistico, con un’attenta scelta di spazi, forme, colori, immagini
e caratteri.
Le nuove tecniche di stampa
Dalla prima stampa a caratteri mobili di Gutenberg, realizzata inizialmente con un torchio e
successivamente con un torchio a vapore, si è passati nel XVIII secolo alla macchina pianocilindrica di F. Koenig, che tramite un rullo cilindrico autoinchiostrante, permette di
stampare fino a 1000 copie l’ora.
La macchina di Koenig subisce poi dei miglioramenti: sfruttando l’invenzione del francese
L. Robert che nel 1797 inventa la macchina a ciclo continuo per la produzione di carta a
bobina, nel 1846 R. Hoe inventa la rotativa.
macchina piano-cilindrica
rotativa moderna
Le nuove tecniche di stampa
Il procedimento del compositoio per i caratteri mobili viene dapprima sostituito dalla
stereotipia, nel quale le lastre per stampa vengono create da un calco di gesso o argilla, e
successivamente dalla linotipia.
La linotype (1881), più adatta ai giornali quotidiani, ha un contenitore che versa piombo
fuso nelle forme per ottenere così la matrice corrispondente a una riga di testo. Le matrici
vengono poi allineate tra loro per formare la pagina da stampare.
La monotype (1896), è una variante della linotype più adatta alle stampe di qualità come
libri o riviste.
linotype
monotype
La litografia
Alla fine del settecento, il tedesco A. Senefelder inventa la tecnica della litografia, che
sfrutta la proprietà del calcare di respingere inchiostro, e rappresenta un ulteriore
precisione e velocizzazione del processo di stampa iconografica.
Su di una pietra calcarea si disegna con una matita grassa, quindi si tratta la pietra con una
soluzione di acido e gomma arabica per fissare i tratti della matita, e si bagna con acqua la
pietra, che si umidirà solo nella parte non grassa. Successivamente, si stende l’inchiostro
sulla pietra, che aderirà solo sulla parte grassa.
La litografia, per la sua precisione e la capacità di produrre molte copie con un solo
stampo, soppianterà definitivamente la xilografia e la calcografia.
litografia
La litografia
Per aumentare la tiratura e non fare usurare la matrice di stampa, si utilizza attualmente la
tecnica offset, nella quale si frappone un rullo di caucciù tra la matrice e il foglio.
Da Tolouse-Loutrec in poi, molti artisti hanno utilizzato la tecnica della litografica a colori
(cromolitografia), come M. Dudovich, che ai primi del ‘900 ha creato importanti litografie
pubblicitarie per Campari, Alemagna, Borsalino, Bugatti, ecc.
La serigrafia
Già nota nell’antico Egitto e in Cina, la tecnica della serigrafia è stata importata in
occidente nell’Ottocento, con il nome di pochoir o stencil.
Si tratta di un procedimento di stampa su oggetti di varia forma e/o materiale tramite un
telaio di tessuto, che permette il passaggio dell’inchiostro nelle parti non occluse.
Il telaio viene coperto da una sostanza gelatinosa, che scaldata si indurisce e scioglie il
telaio in corrispondenza del disegno, liberando le zone interessate; attraverso queste zone,
tramite una spatola, l’inchiostro viene fatto filtrare sull’oggetto da stampare.
Grazie alla serigrafia vengono stampate oggi magliette, portachiavi, spille e tanti altri
materiali altrimenti impossibili da stampare.