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Lavorare insieme NUMERO 5 FEBBRAIO 2003 FAO | IFAD | PAM In questo numero… Gli articoli pubblicati in questo numero di Lavorare insieme illustrano alcuni dei molti modi in cui la FAO, l’IFAD e il PAM uniscono le proprie forze per combattere la fame e la povertà. La collaborazione tra i tre organismi con sede a Roma è divenuta parte integrante della pianificazione strategica di ognuno di essi. Inoltre, l’applicazione di tali linee strategiche avviene alla luce della complementarietà dei ruoli che FAO, IFAD e PAM rivestono nell’impegno per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo stabiliti dal Vertice del Millennio. Nell’ultimo anno e mezzo, la FAO, l’IFAD e il Dalle emergenze allo sviluppo sostenibile PAM hanno collaborato a livello regionale, L’ondata crescente di lotte civili, guerre e calamità naturali nelle nazioni più povere della terra ha generato un aumento significativo e repentino delle emergenze. L’impatto delle emergenze sulle vite umane, sullo sviluppo economico e sulle condizioni ambientali può essere devastante. Pertanto, quando una calamità determina una condizione di emergenza, la FAO, l’IFAD e il PAM intervengono con aiuti tempestivi e complementari. La FAO e il PAM collaborano valutando gli aiuti necessari a scongiurare l’emergenza e monitorando il rischio che si verifichino crisi alimentari nei paesi colpiti. Superato il primo momento di crisi, ai due organismi si affianca l’IFAD, per assicurare un passaggio graduale dall’impegno per fare fronte all’emergenza a quello per promuovere uno sviluppo sostenibile. L’intervento post-emergenza dell’IFAD è mirato a potenziare la capacità dei poveri delle aree rurali di resistere alle crisi future e migliorare le loro strategie per fronteggiarle. Ad esempio, la FAO, l’IFAD e il PAM lavorano fianco a fianco in Angola (vedi box a p. 3). internazionali, nelle quali i tre organismi nazionale e internazionale. Nel 2002, la lotta mondiale contro la povertà ha visto l’organizzazione di tre grandi conferenze hanno lavorato per definire un approccio comune (vedi articolo a p. 5). A livello regionale, ad esempio, le tre istituzioni hanno seguito una linea d’azione comune per sostenere il Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell’Africa (NEPAD). A livello nazionale, hanno lavorato fianco a fianco a iniziative che avevano avviato in Bangladesh, Cina, Egitto, Etiopia, Honduras, Mali, Mauritania e Nicaragua. Le attività intraprese a livello nazionale illustrano chiaramente la complementarietà dei mandati specifici di ognuna delle istituzioni – competenza tecnica, assistenza finanziaria e aiuti alimentari. › Valutazione della sicurezza alimentare Il PAM e la FAO lavorano fianco a fianco in molte situazioni di emergenza. I due organismi delle Nazioni Unite collaborano per valutare insieme gli aiuti necessari in casi di emergenza e monitorare la sicurezza alimentare in paesi a rischio di, o già colpiti da, crisi alimentari. In Laos, durante il processo di formulazione del Progetto per il Sostegno delle Iniziative Comunitarie nella regione di Oudomxai, cofinanziato dall’IFAD, il Fondo ha collaborato con l’unità di Analisi e mappatura della vulnerabilità (VAM) del PAM allo studio e alla valutazione delle cause della povertà e dell’insicurezza alimentare delle famiglie. I risultati dell’analisi sono stati messi a disposizione del governo che se ne sta servendo per formulare una strategia di riduzione della povertà, stabilire priorità per la destinazione delle risorse finanziarie interne ed esterne e sviluppare strumenti d’intervento adeguati a risolvere i gravi problemi che determinano le condizioni di povertà e vulnerabilità dei poveri. Nell’ambito del progetto Oudomxai, il VAM ha permesso all’IFAD di elaborare criteri, strategie e strumenti per realizzare interventi mirati, a sostegno delle donne e delle minoranze etniche emarginate delle regioni collinari e montuose, che vivono di colture mobili e produzione di oppio. L’IFAD ha messo a disposizione dell’ufficio nazionale del PAM la somma di 70.000 dollari come contributo alle attività del VAM. 2 Nel 2002, le Missioni congiunte FAO/PAM di valutazione della disponibilità di viveri e prodotti agricoli (CFSAMs) hanno preso in esame più di 20 paesi colpiti da siccità e altre catastrofi naturali o causate dall’uomo per determinare l’entità delle deficienze di produzione alimentare e la necessità di aiuti alimentari. Le valutazioni congiunte sono fondamentali per segnalare tempestivamente alla comunità internazionale situazioni imminenti di crisi umanitarie. Solitamente, le valutazioni da parte della FAO della situazione alimentare di un paese sono integrate dalle analisi del PAM che prendono in esame la possibilità delle famiglie di provvedere al proprio sostentamento e procurarsi generi alimentari. L’unità di Analisi e mappatura della vulnerabilità (VAM) del PAM effettua valutazioni a livello delle singole famiglie prima e dopo le Missioni di valutazione della disponibilità di viveri e prodotti agricoli (CFSAMs). Tali valutazioni aiutano a programmare in modo efficace e mirato gli aiuti alimentari da fornire e a determinare con precisione la quantità e la tipologia dei prodotti necessari. Operazioni congiunte di monitoraggio e analisi a livello nazionale della sicurezza alimentare sono state intraprese in Afghanistan, Malawi, Corea del Nord, Ruanda e Yugoslavia. La collaborazione tra FAO e PAM spazia dalla gestione congiunta di unità per la sicurezza alimentare alla cooperazione nelle attività di analisi e mappatura delle situazioni a rischio di insicurezza alimentare. Cibo e sementi: affrontare necessità presenti e future in Africa meridionale Cicli stagionali irregolari che hanno condotto a periodi di siccità prolungati, uniti agli effetti devastanti della pandemia di HIV/AIDS, hanno fatto crollare il grado di sicurezza alimentare ai livelli più bassi mai registrati dalla siccità del 1992. Per affrontare questa situazione di crisi, che ha coinvolto più di 14 milioni di persone, il PAM e la FAO stanno coordinando programmi di aiuto mirati a fare fronte all’emergenza con operazioni a più lungo termine, mirate a incrementare la produzione di generi alimentari di prima necessità. In Lesotho, ad esempio, il PAM sta alleviando le sofferenze di milioni di persone fornendo loro aiuti alimentari, mentre la FAO distribuisce sementi, attrezzi agricoli e fertilizzanti ai contadini. Le tre agenzie provvedono affinché i beneficiari ricevano contemporaneamente i viveri, le sementi e gli attrezzi. In fin dei conti, un raccolto abbondante nella prossima stagione allevierebbe enormemente l’attuale situazione di crisi alimentare e impedirebbe l’innescarsi di una spirale di fame. In Zambia, il PAM fornisce razioni di viveri per permettere ai contadini di compiere il passaggio verso la cosiddetta “agricoltura di mantenimento”, un sistema di coltivazione il cui scopo è preservare e migliorare i raccolti e la capacità di affrontare una siccità o altre calamità, minimizzando al tempo stesso il degrado ambientale. Allo stesso tempo, la FAO mette a disposizione le sementi e gli attrezzi necessari a realizzare questa transizione. In questo modo, mentre gli agricoltori introducono un sistema di coltivazioni che in futuro aumenterà il loro livello di sicurezza alimentare, si viene incontro alle loro necessità immediate. emergenze Un’impostazione attenta alle pari opportunità nei programmi per le emergenze La FAO e il PAM hanno redatto di comune accordo un documento allo scopo di aiutare i funzionari addetti alle operazioni e i coordinatori degli interventi umanitari a mantenere un’impostazione che garantisca le pari opportunità attraverso un approccio partecipativo in tutte le fasi di ogni progetto ideato per a far fronte a un’emergenza – dalla valutazione degli aiuti necessari, la formulazione e l’individuazione dei destinatari del progetto, alle procedure per il monitoraggio e la valutazione. Il documento, intitolato “Guida per impostare i programmi per le emergenze nel rispetto delle pari opportunità”, è concepito per garantire che i gruppi più vulnerabili e quelli che possono avere un ruolo fondamentale nella ricostruzione della società in cui vivono non vengano ulteriormente emarginati e possano essere raggiunti attraverso interventi agricoli mirati. La guida, attualmente in fase di sperimentazione, consiste in una serie di domande chiave da tenere presenti nel momento in cui si raccolgono i dati in una situazione di emergenza. Le domande sono state formulate per sensibilizzare chi formula progetti di interventi umanitari riguardo ai fenomeni di disparità tra i sessi a livello locale, regionale e nazionale. Le risposte a tali domande faciliteranno un’analisi che, tenendo conto delle differenze tra i due sessi, aiuti a individuare con chiarezza le specifiche e spesso diverse necessità, debolezze e strategie di sopravvivenza di uomini e donne. In questo modo, sarà possibile venire incontro in modo più adeguato alle necessità degli uomini e delle donne nella formulazione di strategie per far fronte a situazioni di emergenza. La guida è disponibile in inglese e presto sarà tradotta in arabo, cinese, francese, portoghese e spagnolo. Migliorare il reddito e la sicurezza alimentare in Angola In Angola, tra il 1998 e il 2002, la FAO, l’IFAD e il PAM hanno collaborato alla realizzazione del Progetto per la Sicurezza Alimentare nello Uige, finanziato dal governo italiano. Il progetto ha fornito assistenza, mirata ad aumentare le fonti di reddito e favorire la sicurezza alimentare, a circa 1.500 famiglie rurali povere nella provincia di Bengo. Nell’ambito di questo progetto, la FAO ha messo in pratica alcune delle linee strategiche del suo Programma Speciale per la Sicurezza Alimentare, mentre il PAM ha esteso la portata dei propri programmi “cibo in cambio di lavoro” fino a comprendere la riabilitazione di infrastrutture a destinazione sociale. Servendosi di una ONG italiana come intermediario per la realizzazione del programma, l’IFAD ha fornito assistenza per incrementare la produzione agrozootecnica e rafforzare la capacità del servizio pubblico di assistenza e divulgazione agraria e delle organizzazioni di produttori agricoli. Nonostante il difficile contesto in cui si è trovato a operare, questo progetto ha raggiunto alcuni risultati degni di nota; tra questi si contano: – la fornitura, a tutte le famiglie beneficiarie del progetto, di strumenti di lavoro per l’agricoltura, di sementi migliorate e di materiale per la semina di colture destinate all’alimentazione; la realizzazione di un programma per la riproduzione caprina, tramite l’introduzione di oltre 300 riproduttori; – la costituzione e l’attrezzatura di 25 associazioni per la gestione dell’acqua da parte di quanti la utilizzano per coltivare verdure tramite irrigazione, su un’area di 125 ettari; – l’organizzazione di gruppi di pescatori nell’ambito di quattro comunità e la fornitura di materiale per la pesca a 30 dei gruppi; – il riconoscimento giuridico dei diritti d’uso della terra da parte di comunità locali su un’area di 9.000 ettari; – il miglioramento della rete viaria di accesso del municipio di Dande e la costruzione o il ripristino di quattro scuole elementari, quattro centri sanitari e tre pozzi di acqua potabile; nonché PAM / J. Holmes – il ripristino, l’attrezzatura e la formazione professionale del personale del servizio provinciale di assistenza e divulgazione agraria. 3 emergenze Aiutare l’Afghanistan a raggiungere la sicurezza alimentare Le valutazioni della disponibilità di viveri e prodotti agricoli sono fondamentali in un paese come l’Afghanistan, in cui le recenti siccità hanno aggravato i problemi causati da oltre un ventennio di guerra e ridotto milioni di persone in condizioni di estrema povertà. Inoltre, i sommovimenti militari e politici seguiti agli eventi dell’11 settembre 2001, uniti al terremoto che ha devastato il nord del paese nel marzo del 2002 e alle alluvioni e alle invasioni di cavallette verificatesi durante la stagione del raccolto in quello stesso anno, hanno suscitato grande preoccupazione sul piano umanitario. La FAO e il PAM hanno lavorato fianco a fianco in Afghanistan, valutando l’entità del raccolto di cereali del 2002 e la quantità di cereali da importare e facendo una stima delle situazioni che renderanno necessari aiuti alimentari nell’anno entrante. La missione si è avvalsa delle competenze tecniche sulla sicurezza alimentare e sull’agrometereologia rispettivamente dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e del Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS) ed è stata completata da sopralluoghi sul campo, analisi a campione dei raccolti e inchieste capillari condotte a livello delle singole famiglie. Inoltre, il PAM, attraverso l’Unità di Controllo della Sicurezza Alimentare che gestisce in collaborazione con la FAO, continua a monitorare costantemente gli effetti della distribuzione di aiuti alimentari sulla produzione locale di alimenti destinati all’autoconsumo e sui mercati locali. Attraverso queste iniziative comuni, si spera di poter offrire assistenza adeguata e tempestiva per fronteggiare improvvise carenze di generi alimentari e denutrizione cronica. L’IFAD, in collaborazione con la FAO, il PAM e altri donatori multilaterali e bilaterali, sta progettando lo sviluppo di un partenariato nell’ambito delle sue operazioni in Afghanistan. Tale partenariato si occuperà di identificare le necessità prioritarie per la ricostruzione e il ripristino di infrastrutture a uso comunitario, nonché di avviare attività di microfinanza e attività generatrici di reddito a beneficio di poveri delle aree rurali, rifugiati, profughi tornati in patria e donne. PAM / Caracciolo-Banoun PAM / C. Shirley 4 Sforzi comuni alle conferenze internazionali del 2002 Conferenza Internazionale degli Stati Uniti sui Fondi da destinare allo Sviluppo La Conferenza Internazionale degli Stati Uniti sui Fondi da destinare allo Sviluppo (FfD), tenutasi a Monterrey, Messico, dal 18 al 22 marzo del 2002, ha affrontato la sfida dei fondi da destinare allo sviluppo conciliando le posizioni di rappresentanti diversi dei sistemi economico, finanziario e commerciale internazionali nella stesura di un documento comune, l’Accordo di Monterrey. I tre organismi delle Nazioni Unite con sede a Roma – la FAO, l’IFAD e il PAM – hanno cercato di concordare un approccio comune all’FfD a livello intergovernativo, sulla base della complementarietà dei rispettivi mandati e dell’analogia dei loro obiettivi e delle loro principali aree di interesse. La collaborazione è iniziata con la terza e quarta sessione del Comitato di preparazione all’Ffd (PrepCom) ed è proseguita fino allo svolgersi della Conferenza stessa. ■ Terza sessione del PrepCom, 15-19 ottobre 2001: il Presidente dell’IFAD ha rilasciato una dichiarazione congiunta a nome dell’IFAD, della FAO e del PAM, sottolineando la necessità di mobilitare risorse e fornire assistenza finanziaria, tecnica e alimentare per combattere la fame e la povertà rurale. Inoltre, l’IFAD, la FAO e il PAM hanno redatto congiuntamente e diffuso un documento con le loro osservazioni sulla prima bozza del documento finale, poi denominato Accordo di Monterrey. ■ Quarta sessione del PrepCom, 14-25 gennaio 2002: il Vicedirettore Esecutivo del PAM ha rivolto un discorso all’assemblea a nome delle tre agenzie, presentando alle delegazioni le loro osservazioni congiunte alla seconda bozza del documento finale. Durante la Conferenza, la FAO, l’IFAD e il PAM hanno continuato a prendere parte insieme alle attività in cui una posizione unitaria dei tre organismi con sede a Roma si era dimostrata una strategia efficace nel processo di preparazione dei lavori. ■ I presidenti delle tre agenzie hanno tenuto una conferenza stampa congiunta nel giorno di apertura della Conferenza. La FAO, l’IFAD e il PAM hanno organizzato, e sponsorizzato insieme alla Banca Mondiale, un incontro parallelo sul tema “Ridurre la povertà e la fame: il ruolo essenziale delle risorse da destinare allo sviluppo rurale, agli aiuti alimentari e all’agricoltura”. In tale occasione, le tre agenzie hanno preparato, come documento-base per la discussione, un rapporto dettagliato sull’argomento. IFAD / F. Zanettini ■ PAM / J. Holmes 5 Stabilire partenariati per la sicurezza alimentare: la Rete del sistema delle Nazioni Unite per lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare È stata istituita una rete con lo scopo specifico di promuovere il coordinamento tra le diverse organizzazioni delle Nazioni Unite: la Rete del sistema delle Nazioni Unite per lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare. Viene gestita dalla FAO in stretta collaborazione con l’IFAD, il PAM e la Coalizione Internazionale per la terra (in precedenza denominata Coalizione Popolare per l’eliminazione della fame e della povertà). La finalità della Rete è promuovere partenariati tra le varie agenzie per combattere la fame e la povertà nel mondo. Istituita nel 1997 dal Comitato Amministrativo delle Nazioni Unite per il coordinamento (oggi denominato Consiglio di amministrazione presidenziale del sistema delle Nazioni Unite per il coordinamento), la Rete promuove la collaborazione tra quanti sono maggiormente impegnati per il raggiungimento dei comuni obiettivi del “cibo per tutti” e della riduzione della povertà rurale. A livello internazionale, la Rete è composta da 20 organizzazioni delle Nazioni Unite e da molte organizzazioni non governative (ONG) e organizzazioni della società civile (OSC) ad esse associate. Si tratta di un sistema di scambio tra le diverse organizzazioni, ideato per monitorare la realizzazione di quanto stabilito durante il Vertice Mondiale sull’Alimentazione (1996) e il Vertice Mondiale sull’Alimentazione: cinque anni dopo (2002) e sostiene la Coalizione internazionale per la terra. Il sito della Rete in arabo, francese, inglese e spagnolo (http://www.rdfs.net) viene aggiornato ogni due mesi e fornisce informazioni su eventi recenti o prossimi, documenti e iniziative preparati congiuntamente dalle varie organizzazioni delle Nazioni Unite, dalle ONG e dalle OSC. A livello nazionale, la Rete dispone di più di 80 gruppi tematici nazionali che si occupano di questioni relative allo sviluppo rurale e alla sicurezza alimentare in Africa, Asia, Europa, America Latina e Caraibi e Medio Oriente. Nucleo centrale della Rete, questi gruppi tematici sono generalmente composti da rappresentanti delle agenzie e delle organizzazioni delle Nazioni Unite presenti nel paese, da enti statali, donatori, ONG e OSC. Essi costituiscono un contesto coerente all’interno del quale è possibile avviare azioni comuni e mobilitare risorse finanziarie destinate ad attività di sviluppo rurale e sicurezza alimentare. Queste ultime spaziano dalla definizione di strategie nazionali per la sicurezza alimentare, l’analisi delle condizioni nutrizionali di un paese, la valutazione partecipativa delle necessità e la creazione di sistemi informativi alla formulazione e realizzazione di progetti di sviluppo rurale. I gruppi tematici nazionali possono anche giocare un ruolo significativo nella realizzazione dell’Alleanza Internazionale contro la fame, che è stata formalmente approvata nella dichiarazione finale del Vertice. Tutte queste iniziative sono volte a favorire il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo stabiliti dal Vertice del Millennio. 6 Vertice Mondiale sull’Alimentazione: cinque anni dopo Al “Vertice Mondiale sull’Alimentazione: cinque anni dopo”, tenutosi tra il 10 e il 13 giugno del 2002, i leader del pianeta, riunitisi a Roma, si sono impegnati a ridurre il numero di quanti nel mondo soffrono la fame a circa 400 milioni entro il 2015. La FAO, l’IFAD e il PAM hanno collaborato alla stesura della “Guida globale alla sicurezza alimentare e a una corretta alimentazione delle famiglie” (HFS), un documento che sottolinea punti chiave di reciproca intesa riguardo alla sicurezza alimentare delle famiglie. Durante i lavori preparatori per il Vertice, l’IFAD e il PAM hanno proposto delle osservazioni generali sui due documenti principali preparati dalla FAO in occasione dell’incontro e discussi con la Commissione per la sicurezza alimentare mondiale nel maggio del 2001 – “Mobilitare risorse per combattere la fame” e “Promuovere la volontà politica di combattere la fame”. L’IFAD ha moderato il dibattito durante le due importanti giornate della tavola rotonda sulla mobilitazione di risorse per lo sviluppo agricolo e rurale organizzata dalla FAO nel giugno del 2001, alla quale hanno preso parte rappresentanti di banche regionali di sviluppo, istituzioni multilaterali e istituzioni finanziarie internazionali. Con l’assistenza della Rete del sistema delle Nazioni Unite per lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare (vedi box), la FAO, l’IFAD e il PAM hanno assunto una posizione comune al Convegno Internazionale ONG/Società Civile per l’autonomia alimentare, tenutosi a Roma in concomitanza con il Vertice. Esperti delle tre agenzie hanno anche pronunciato degli interventi su temi specifici ai partecipanti al Convegno. Come avvenuto per la Conferenza di Monterrey e il Vertice Mondiale sull’Alimentazione: cinque anni dopo, in occasione del Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile la FAO, l’IFAD e il PAM hanno stabilito una linea di approccio comune. In questo senso, prima di ogni riunione della Commissione preparatoria (PrepCom) del WSSD, le tre organizzazioni hanno tenuto incontri di coordinamento per confrontare le proprie posizioni sulle attività previste in preparazione al Vertice. Tali incontri erano seguiti da dibattiti per analizzare i risultati delle sessioni del PrepCom. internazionali In occasione della sua cinquantacinquesima sessione, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di organizzare il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (WSSD), per valutare i progressi compiuti negli ultimi dieci anni nella realizzazione di quanto stabilito dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (il “Vertice della Terra” tenutosi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno del 1992). Il Vertice è stato ospitato dal Sudafrica, a Johannesburg, dal 26 agosto al 4 settembre 2002. conferenze Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile Una piattaforma comune per l’accesso alla terra Garantire l’accesso alle risorse naturali, in primo luogo alla terra, è un elemento essenziale nel lavoro delle tre organizzazioni delle Nazioni Unite con sede a Roma che si occupano di alimentazione. La rilevanza delle questioni relative alla terra appare evidente dai servizi legati al possesso e alla gestione delle terre offerti dalla FAO, dal ruolo chiave che il miglioramento delle risorse a disposizione dei poveri delle aree rurali ha nella definizione degli obiettivi strategici e nei programmi di prestito dell’IFAD e dall’importanza che il PAM attribuisce all’accesso alla terra e alle risorse naturali come strategia di prevenzione delle emergenze e risoluzione dei conflitti. Garantire l’accesso alle risorse naturali è anche uno dei punti essenziali da perseguire stabiliti dal piano d’azione del Vertice Mondiale sull’Alimentazione. FAO / 22577 / J. Van Acker Le tre organizzazioni, che fanno parte della Coalizione Internazionale per la terra, si sono coordinate con altri membri della stessa coalizione – agenzie delle Nazioni Unite, le organizzazioni di Bretton Woods e organizzazioni della società civile – per creare un più ampio consenso sulla centralità delle questioni relative alla terra e sui modi e gli strumenti con i quali ottenere risultati concreti nei vari paesi. La “Piattaforma Comune per l’Accesso alla Terra” che è derivata da tale collaborazione è stata ampiamente sostenuta in occasione del Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile e rappresenta ora una base per azioni comuni a livello dei vari paesi e per rafforzare adeguate politiche nazionali, indispensabili per venire incontro alle necessità di accesso alle risorse delle popolazioni rurali povere. 7 Il nuovo partenariato per lo sviluppo dell’Africa Promuovere un approccio coordinato La FAO, l’IFAD e il PAM hanno cercato un approccio coordinato per aiutare la Segreteria Agricola del NEPAD (Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell’Africa) ad elaborare la propria visione del settore agricolo e un piano d’azione per lo sviluppo agricolo e la riduzione della povertà rurale. Varie iniziative già intraprese costituiscono una solida base di partenza per approfondire e ampliare l’azione del NEPAD. La FAO ha fornito la propria assistenza nella formulazione del Programma Globale per lo Sviluppo Agricolo Africano, che è stato approvato dai ministri dell’agricoltura africani. L’IFAD ha collaborato all’organizzazione di una serie di consultazioni a livello subregionale a Dakar e Dar-es-Salaam per promuovere un maggiore contributo al NEPAD da parte di organizzazioni di agricoltori, società civile e organizzazioni intergovernative. Il PAM ha partecipato attivamente a una serie di incontri mirati a definire le linee di azione del NEPAD e ha lavorato in stretta collaborazione con i membri del NEPAD in Algeria, incaricati di coordinare l’area strategica per lo sviluppo delle risorse umane del NEPAD. Tali consultazioni ad ampio raggio a livello subregionale possono rappresentare un aiuto prezioso per la formulazione di una visione africana comune sulla via da seguire nei settori agricolo e rurale del continente. Esse rappresentano uno sforzo per far affluire in maniera più sistematica nei processi del NEPAD contributi dalla base e possono potenzialmente servire a trasformare la visione continentale del documento del NEPAD in una visione a livello regionale, subregionale e nazionale. È previsto che le tre organizzazioni con sede a Roma continuino a offrire il proprio appoggio attraverso: FAO / 17550 / G. Diana ■ assistenza tecnica alla Segreteria Agricola del NEPAD in Sudafrica per aiutarla a elaborare e definire ulteriormente la propria visione e i piani d’azione per il settore; ■ sostegno all’iniziativa di ampliare la partecipazione delle parti in causa a livello subregionale e nazionale (comprese le ONG e le organizzazioni di base, le associazioni degli agricoltori e le organizzazioni intergovernative) al processo di consultazione e al dialogo; ■ assistenza nello sviluppo di piani d’azione regionali e subregionali; possibili investimenti per progetti/programmi per realizzare attività specifiche stabilite dai piani d’azione. IFAD / R. Grossman ■ 8 Mitigare l’impatto dell’HIV/AIDS sulla sicurezza alimentare e sulla povertà rurale IFAD / R. Chalasani Per contribuire alla prevenzione dell’HIV/AIDS e per mitigarne l’impatto sulla produttività agricola, sulla sicurezza alimentare e sulla povertà rurale la FAO, l’IFAD e il PAM, in collaborazione con il Programma Congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS (UNAIDS), hanno organizzato un convegno di tre giorni presso la FAO, nel dicembre del 2001, e una tavola rotonda nel novembre del 2002. L’incontro ha rappresentato un primo tentativo da parte della FAO, dell’IFAD e del PAM di impegnarsi secondo una strategia comune in un lavoro di sviluppo sull’HIV/AIDS e la sicurezza alimentare insieme a partner di paesi in via di sviluppo (provenienti dal settore governativo e non governativo) e donatori bilaterali. Gli obiettivi specifici dell’incontro erano promuovere una comprensione comune dell’impatto dell’HIV/AIDS sulle condizioni di vita nelle aree rurali e individuare approcci innovativi, attenti alle pari opportunità e partecipativi, basati sulle pratiche attuali più efficaci, per ridurre l’impatto dell’HIV/AIDS sull’agricoltura. L’incontro ha gettato le basi per un’ulteriore collaborazione. Tra i risultati concreti del convegno, i Suggerimenti sulle politiche stilati dalla FAO, che analizzano dettagliatamente l’impatto dell’HIV/AIDS sulla sicurezza alimentare, le conseguenze che ne derivano e le possibili risposte al problema sul piano dell’agricoltura. FAO / 22322 / A. Proto Il dibattito tenutosi in occasione della tavola rotonda ha dato modo alla FAO, all’IFAD e al PAM di identificare le aree che si prestano a un lavoro comune per incrementare gli sforzi per affrontare la questione dell’HIV/AIDS e della sicurezza alimentare. Le tre agenzie hanno stabilito di comune accordo che un prossimo passo possibile sarà lo sviluppo di un quadro strategico congiunto per studiare una linea d’azione concreta riguardo al problema dell’HIV/AIDS e della sicurezza alimentare. 9 Pari opportunità Condividere strumenti per sviluppare un approccio attento alle pari opportunità nell’Europa centrale e orientale I manuali e le guide del SEAGA sono stati tradotti in russo e risultano quindi particolarmente utili per i paesi dell’Europa centrale e orientale, data la quasi totale assenza di materiali del genere in quella lingua. Altri materiali della FAO sulle questioni delle pari opportunità sono stati messi a disposizione di quanti hanno preso parte al seminario, che si sono dichiarati interessati a contattare direttamente persone e organizzazioni formatesi alla FAO su questa materia per esplorare la possibilità di collaborazioni. FAO / 22666 / J. Spaull FAO / 20965 / R. Faidutti I materiali realizzati dal Programma di analisi socio-economica e delle questioni delle pari opportunità (SEAGA) della FAO sono stati usati come punto di riferimento durante i due giorni del seminario organizzato dall’IFAD a Roma alla fine del 2002 per identificare le principali questioni relative alle differenze tra i sessi e alle pari opportunità che andrebbero tenute presente nel formulare progetti di sviluppo rurale nell’Europa centrale e orientale e nella Comunità di Stati Indipendenti e per discutere il modo migliore di promuovere attività che tengano costantemente conto di tali questioni nell’ambito dei progetti finanziati dall’IFAD in questi paesi. I materiali comprendevano guide settoriali (ciclo del progetto, irrigazione, microfinanza) e manuali destinati all’uso sul campo o a livello intermedio. Le guide settoriali affiancano agli argomenti e pratiche specifici del settore preso in esame riflessioni di tipo socio-economico e analisi relative alle differenze tra i sessi, utilizzando esempi tratti dalla realtà e studi di casi concreti. I manuali forniscono informazioni pratiche su come condurre, a diversi livelli, analisi socio-economiche e relative a questioni di pari opportunità. Ogni manuale propone studi di casi e strumenti specifici e aiuta i professionisti del settore dello sviluppo ad analizzare e utilizzare le informazioni. Suggerisce anche metodi per tenere conto dei risultati emersi da tali studi e analisi nell’identificazione e formulazione di politiche, programmi e progetti. 10 Tecniche e pratiche per risparmiare forza-lavoro nell’Africa sub-sahariana Nell’Africa meridionale e orientale, la FAO e l’IFAD stanno realizzando uno studio congiunto dal titolo “Migliorare l’accesso delle donne a tecniche e pratiche per risparmiare forza-lavoro nell’Africa sub-shariana”. Questa ricerca deriva da uno studio congiunto IFAD/FAO del 1997, che prendeva in esame gli strumenti di lavoro usati in agricoltura dalle donne nell’Africa sub-sahariana. Gli obiettivi dello studio attuale consistono nell’identificare: carenze di forza lavoro nelle comunità e famiglie rurali (dovute in particolare agli effetti dell’HIV/AIDS) e strategie utilizzate per far fronte a tali situazioni, modi in cui tecniche e pratiche per risparmiare manodopera possono rivelarsi utili nel superare la necessità di tali strategie e fattori chiave che devono essere presenti per incrementare l’adozione e l’uso di tecniche e pratiche per risparmiare forza-lavoro da parte delle donne povere delle aree rurali. Lo studio si avvale della sinergia tra due dipartimenti specializzati all’interno della FAO e dell’IFAD – rispettivamente l’Ufficio per le tecnologie agricole e le tecniche alimentari (AGST) e il Programma per il rafforzamento delle pari opportunità nell’Africa orientale e meridionale. L’AGST si avvale delle competenze tecniche su strumenti di lavoro usati in agricoltura, adeguata meccanizzazione e pratiche agricole innovative; il programma dell’IFAD comprende un approccio attento alle pari opportunità e focalizzato sulla lotta alla povertà. Questa ricerca è stata per la maggior parte finanziata dal governo giapponese. Lo studio si compone di tre elementi: l’analisi a distanza di 23 progetti e programmi della FAO o finanziati dall’IFAD in 13 paesi dell’Africa sub-sahariana; lo studio sul campo di quattro comunità agricole nel Kenya occidentale con carenza di forza-lavoro principalmente a causa dell’HIV/AIDS 1 e uno studio sul campo in corso di realizzazione incentrato sulle tecniche agricole di conservazione del suolo nella parte settentrionale della Repubblica Unita di Tanzania. IFAD / R. Chalasani L’analisi a distanza e lo studio in Kenya hanno rivelato che la strategia comune da parte delle famiglie per ridurre al minimo le loro esigenze di forza-lavoro consiste nell’adottare tecniche di coltivazione che richiedano il minimo intervento possibile e utilizzare coperture naturali e pacciame per eliminare le erbacce. Tuttavia, ci si domanda se l’agricoltura di conservazione sia davvero adatta per le famiglie vulnerabili. Pertanto, il terzo elemento di questo studio si propone di determinare: in che misura l’agricoltura di conservazione crei un risparmio di forza-lavoro, in quali condizioni essa si presti a essere utilizzata da gruppi vulnerabili senza rischiare di esporli a rischi eccessivi in termini di sicurezza alimentare e stabilità delle condizioni di vita e quali siano i potenziali ostacoli all’adozione di tecniche a scarsa intensità di manodopera e con quali mezzi essi possano essere superati. 1/ IFAD/FAO (2002). “Tecniche e pratiche utili a risparmiare forza-lavoro per attività agricole e domestiche in condizioni di stress da lavoro: uno studio sulla scarsità di manodopera e l’impatto dell’HIV/AIDS sulle condizioni di vita nei distretti di Bondo e Busia, Kenya occidentale”. Roma, IFAD, Divisione Africa II, e FAO, AGST. Copie del rapporto sono disponibili presso Lawrence Clarke, FAO, AGST. 11 Condizioni di vita sostenibili per uomini e donne che vivono di pesca Il Programma per il sostentamento del settore della pesca (SFLP), finanziato dal Dipartimento per lo sviluppo internazionale (Regno Unito), viene attuato dalla FAO in 25 paesi dell’Africa occidentale e centrale. A partire dal 2001, il programma ha avviato un partenariato strategico con l’IFAD per migliorare le condizioni del settore della pesca in Benin, dove è basata l’unità regionale di supporto del programma (RSU). Tale collaborazione si è estesa nel 2002 alla Costa d’Avorio e alla Nigeria. Nel quadro della propria strategia di riduzione della povertà nelle aree rurali, il governo del Benin ha richiesto l’assistenza dell’IFAD per definire il Programma di sostegno allo sviluppo partecipativo dell’industria artigianale della pesca (PADPPA). Il programma mira a ridurre la povertà nonché a contenere il processo di degrado delle condizioni di vita e la diminuzione dei redditi delle comunità più povere e vulnerabili del paese. Il programma è centrato sulla riabilitazione dei bacini idrici e sullo sviluppo di attività generatrici di reddito non legate al settore della pesca. L’SFLP ha preso parte alla missione di definizione del progetto ed è stato anche contattato dall’IFAD e dal Centro Investimenti della FAO che hanno chiesto la sua assistenza per la missione congiunta di formulazione IFAD/Banca Africana per lo Sviluppo. Nel corso di questa missione, il Programma ha messo a disposizione i funzionari della propria unità regionale di supporto per assistere nell’applicazione al PADPPA dell’approccio definito dal SFLP. Poco tempo dopo, l’SFLP ha aiutato il paese a preparare, con approccio partecipativo, un profilo del grado di povertà di alcuni dei principali bacini idrici all’interno del paese. Ha anche contribuito a finanziare alcuni piccoli progetti per lo sviluppo di risorse umane e assisterà il PADPPA nella formazione dei propri funzionari nelle aree del monitoraggio dei progetti e delle metodologie partecipative. In Nigeria, un funzionario dell’unità regionale di supporto ha preso parte alla missione di formulazione dettagliata, condotta nel 2002, del Programma per la gestione delle risorse naturali a livello comunitario nel Delta del Niger. Tale partecipazione ha agevolato l’applicazione dell’approccio definito dal SFLP nella formulazione e nella progettazione concreta del programma. Le possibili aree di collaborazione identificate durante la missione comprendono corsi di formazione su tale approccio per i consulenti locali dell’IFAD e la partecipazione del SFLP alle attività del programma, in particolare quelle che riguardano la formazione delle comunità di pescatori relativamente a monitoraggio partecipativo, analisi delle condizioni di vita rurali, pianificazione organizzativa a livello comunitario e formulazione di progetti. IFAD / R. Maass In Costa d’Avorio, l’IFAD ha approvato nel 2002 il finanziamento di uno studio su politiche, strategie e programmi di sviluppo per il settore della pesca artigianale. In tale contesto, l’SFLP ha sponsorizzato la visita in Benin di una delegazione di quattro persone, allo scopo di ottenere informazioni sul processo di formulazione del progetto dell’IFAD dai funzionari in Benin. 12 PAM / J. Young Migliorare le condizioni di vita degli uomini e delle donne dediti all’agricoltura e alla pesca in Bangladesh L’IFAD e il PAM hanno unito le loro forze nella realizzazione di tre progetti in corso in Bangladesh. Tali progetti sono operativi in 15 distretti del paese e sono stati formulati per raggiungere in totale circa 250.000 beneficiari diretti (la maggior parte dei quali è rappresentata da donne). Due di questi progetti – il Progetto per l’intensificazione e diversificazione agricola e il Progetto per il miglioramento del settore dei piccoli agricoltori – sono stati concepiti per mettere in grado senzaterra e famiglie emarginate di aumentare le proprie entrate e migliorare il loro livello nutrizionale attraverso piccole imprese nel settore del pollame e della pesca o in quello della trasformazione di prodotti agricoli e altre attività generatrici di reddito, nonché alla coltivazione domestica. Essi sono anche volti ad aiutare i piccoli agricoltori a intensificare e diversificare la propria produzione agricola e ad esplorare la possibilità di dedicarsi a imprese di altro tipo in ambito rurale. Un terzo progetto – il Progetto di Sviluppo dell’Acquacoltura – ha come obiettivo il miglioramento degli standard e delle condizioni di vita nei villaggi con comunità composte principalmente da uomini e donne dediti alla pesca o all’allevamento di pesci. Il progetto mira ad aumentare la produzione e il consumo di pesce per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni beneficiarie del progetto. L’IFAD si è occupato di identificare e sostenere gruppi di beneficiari (tanto uomini quanto donne) in modo da consentire loro di aver accesso a formazione, tecnologie produttive e bacini idrici produttivi; migliorare i bacini idrici selezionati per l’acquacoltura e fornire servizi di risparmio e credito attraverso le ONG. Attraverso un programma “cibo in cambio di lavoro”, il PAM ha promosso la riabilitazione di bacini idrici artificiali adatti all’acquacoltura, da concedere poi in leasing a donne senzaterra. IFAD / A. Hossein L’IFAD e il PAM hanno adottato approcci complementari. L’IFAD si è dedicato a creare un ambiente favorevole allo sviluppo agricolo, adatto alla diffusione di tecnologie e allo sviluppo dei mercati e al miglioramento delle condizioni delle terre; a sostenere la formazione di gruppi e lo sviluppo comunitario attraverso ONG e a canalizzare il credito necessario alle imprese sia tramite ONG sia tramite banche commerciali nazionalizzate. Il PAM si è invece concentrato sulla riabilitazione o costruzione di strade e infrastrutture per il contenimento degli straripamenti, in modo da assicurare maggiori possibilità di accesso, aumentare la produzione e la commercializzazione di prodotti agricoli tramite progetti “cibo in cambio di lavoro”. Grazie a tali progetti, secondo quanto rilevato nel 2002: ■ Le donne stanno cominciando ad acquisire a proprio nome mucche, bacini idrici, terra e altre risorse. Alcune donne si sono unite per prendere in leasing la terra per coltivare vegetali e cereali, dividendosi equamente i profitti. ■ Le donne hanno ottenuto il controllo di quel che guadagnano e lo usano per comprare alimenti, mandare a scuola i figli e sopperire ad altre necessità della famiglia, nonché, elemento davvero degno di nota, per acquistare per se stesse sari, gioielli, terra a proprio nome. ■ Si è migliorato l’accesso al mercato grazie alla costruzione di strade rurali e mercati locali. Molte donne che fanno parte di gruppi femminili si stanno impegnando in piccole attività commerciali, come la compravendita di cereali o verdure per consumo domestico. ■ Molte donne povere hanno ottenuto la concessione in leasing per dieci anni di bacini idrici riabilitati. 13 Trasformare il debito in attività di sviluppo in Perù La FAO, l’IFAD, il PAM e il Meccanismo Globale della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione hanno instaurato un partenariato con il governo italiano per aiutare i paesi che non rientrano nell’Iniziativa di annullamento del debito per i paesi poveri fortemente indebitati a destinare fondi per il risanamento del debito a iniziative per combattere la povertà e promuovere uno sviluppo sostenibile. Questo viene realizzato attraverso programmi e progetti finalizzati alla riduzione della povertà nell’ambito dell’Iniziativa del Millennio per l’annullamento del debito. L’Italia è il primo paese creditore che ha esplorato opzioni per integrare attività contro il degrado della terra nelle strategie di riduzione della povertà attraverso l’annullamento del debito. Il Perù è stato scelto come paese che risponde ai criteri di selezione stabiliti per l’iniziativa, aprendo così la strada a un accordo sottoscritto nel 2001 tra il governo italiano e quello peruviano, nel quale vengono approvate ufficialmente una serie di attività che possono essere realizzate tramite il Fondo Fiduciario Italia-Perù. Tale Fondo è stato istituito allo scopo di promuovere progetti per la riduzione della povertà che stimolino uno sviluppo socioeconomico sostenibile. Le aree prioritarie di intervento comprendono sviluppo comunitario, protezione dell’ambiente e sviluppo di sistemi produttivi nelle aree rurali. Sulla base di queste priorità, il Meccanismo Globale ha agevolato lo sviluppo di un progetto per canalizzare fondi per il rimborso del debito verso le aree prioritarie stabilite dalla Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione. Aumentare la produzione agricola in Mali L’IFAD e il PAM collaborano in Mali dal 1999 alla realizzazione di microprogetti nella regione di Timbuktu. Negli ultimi due anni, la loro cooperazione si è incentrata principalmente sull’incremento del patrimonio naturale e infrastrutturale nei distretti rurali di Niafunké, attraverso i programmi del PAM “cibo in cambio di lavoro” e “cibo in cambio di formazione”. Nel 2002, i beneficiari di questi progetti congiunti sono stati più di 1.700, il 40% dei quali erano donne. Inoltre, tra i partecipanti ai programmi di formazione si sono contate più di 85 donne. PAM / C. Shurpf L’IFAD e il PAM prevedono che questa collaborazione contribuirà a incrementare la produzione agricola e a migliorare l’autonomia e la sicurezza alimentare dei partecipanti ai programmi e delle loro comunità. Si augurano anche che tali investimenti risulteranno sostenibili grazie ad attività complementari per la tutela dell’ambiente, quali la riforestazione, la formazione tecnica orientata all’alfabetizzazione e alla gestione delle risorse naturali e la lotta all’erosione tramite la realizzazione di canali per l’irrigazione, la costruzione di dighe e la creazione di laghi per la pesca. 14 Arrestare la desertificazione in Mauritania Con l’assistenza della FAO e del PAM, i contadini della Mauritania sono impegnati nel tentativo di arrestare l’avanzata del deserto, stimata al ritmo di 6 chilometri l’anno. Le aree maggiormente a rischio sono i distretti Moughataas di Mederdra e Toujounine, alla periferia della capitale Nouakchott. Il progetto di una “Cintura Verde per Nouakchott” mira a costituire e a preservare vivai e zone riforestate, oltre che a installare strutture per la stabilizzazione delle dune nelle regioni Wilayas di Nouakchott e di Traza. Per ogni giorno di lavoro, i lavoratori che collaborano al progetto ricevono dal programma “cibo in cambio di lavoro” del PAM una razione di alimenti sufficiente al fabbisogno quotidiano di una famiglia: 2,5 kg di farina di frumento (usata per fare il couscous), 200 grammi di legumi e 100 grammi di olio vegetale. La FAO fornisce l’assistenza tecnica di appoggio e alcuni generi non alimentari. Ecco alcuni dei risultati più recenti del progetto: ■ Su una superficie di 90 ettari le dune sono state stabilizzate e ricoperte di alberi, e sono stati effettuati interventi di salvaguardia o recupero su 1.400 ettari complessivi di terreno. ■ Sono state intraprese attività volte a proteggere un totale di 1.800 famiglie e oltre 750 tra edifici e case sono stati sottratti all’avanzata del deserto. Il progetto ha dato temporaneamente lavoro a più di 1.200 persone. Nel caso dei vivai, l’80% della forza-lavoro era composta da donne. Inoltre, circa 150 persone hanno ricevuto una formazione professionale nelle tecniche di riforestazione e di stabilizzazione delle dune. ■ PAM / R. Faidutti FAO / 12720 / R. Faidutti 15 Ridare vita alle campagne del Nicaragua L’IFAD e il PAM, con il sostegno dell’Unione Europea, offrono il loro aiuto per migliorare la produzione alimentare a livello familiare nelle zone rurali dei municipi del nord del Nicaragua, che sono i più esposti a condizioni atmosferiche estreme. Fin dal 1997, la gente che vive in queste regioni ha dovuto affrontare frequenti siccità. Di conseguenza, i raccolti sono stati scarsi e le popolazioni si sono trovate in una situazione ad alto rischio di insicurezza alimentare. Attraverso programmi “cibo in cambio di lavoro”, le due organizzazioni promuovono attività di riforestazione e la realizzione di micro-reti di irrigazione, per arginare gli effetti erosivi dell’acqua piovana. Nel corso del 2001, quasi 7.000 famiglie residenti nei municipi rurali di Estelí, Madriz e Nueva hanno preso parte a tali programmi. PAM / L. Dematteis Sostenere i poveri delle aree rurali in Cina nella lotta alla povertà Hu Quanhua, 32 anni, insieme alla sua famiglia allargata di otto persone (genitori, due fratelli, marito e due figli), ha prodotto 100 kg di grano, 1.000 kg di patate dolci e 150 kg di frumento sul suo terreno di 0,4 ettari. Un risultato simile è stato possibile grazie alla partecipazione sua e del marito, fin dal 1999, ad attività che, attraverso programmi “cibo in cambio di lavoro” e “cibo in cambio di formazione”, puntano a migliorare le condizioni del suolo e a diffondere alfabetizzazione mirata e formazione tecnica professionale. Hu Quanhua ha ricevuto un prestito di 3.300 yuan renminbi (l’equivalente di 400 dollari), con cui ha avviato un’impresa per la lavorazione del grano e la produzione di pollame. Grazie all’istruzione ricevuta, ora sa leggere e seguire le istruzioni riportate sui sacchi di fertilizzante. Con il reddito supplementare ottenuto dalla piccola azienda agricola a gestione familiare, ha potuto comprare 100 kg di riso per nutrire i componenti della sua famiglia, pagare gli studi al figlio e costruire una nuova casa. Hu Quanhua è solo una dei sei milioni di persone che hanno tratto beneficio dai progetti congiunti IFAD/PAM realizzati in Cina dal 1995. L’IFAD e il PAM hanno infatti elaborato, approvato e realizzato congiuntamente otto progetti di sviluppo, collaborando strettamente per la definizione dei beneficiari, la formulazione, la supervisione, il monitoraggio e la valutazione delle attività. IFAD / L. Dematteis Il costo totale di questi progetti è di circa 460 milioni di dollari, di cui 70 milioni (410.000 tonnellate di derrate alimentari) forniti dal PAM e 141 milioni messi a disposizione dall’IFAD. 16 La natura complementare dei mandati del PAM e dell’IFAD – aiuti alimentari e assistenza finanziaria internazionale – si articola in varie forme di sostegno ai poveri delle aree rurali. Uno studio comparativo realizzato nel 2000 su due villaggi della provincia cinese di Qinghai, mostra come le attività sostenute dal PAM con i programmi “cibo in cambio di lavoro” e “cibo in cambio di formazione” abbiano dato ai poveri l’integrazione alimentare necessaria a superare la fame, oltre a incrementare le loro capacità produttive e la loro solvibilità. Lo studio rivela anche che istituzioni specializzate in microfinanza, quali l’Ufficio per la Gestione Progetti e la Cooperativa di Credito Rurale, stanno gradualmente accettando, tra la propria clientela, persone appartenenti alle categorie sociali più povere. Grazie alla maggiore possibilità di accedere a servizi di microfinanza e alle nuove risorse di cui dispongono, ora i poveri delle aree rurali hanno i mezzi necessari a combattere la povertà. Nell’ottobre del 2002, l’IFAD e il PAM hanno pubblicato un opuscolo dal titolo “Combattere la fame e la povertà rurali: la collaborazione PAM/IFAD in Cina”. L’opuscolo descrive la collaborazione tra le due organizzazioni in Cina, analizzando in particolare gli otto progetti sviluppati, approvati e realizzati congiuntamente. Promuovere progetti per l’alimentazione nelle scuole in Honduras In Honduras, la FAO, l’IFAD e il PAM collaborano all’organizzazione di una fiera agricola che è ormai divenuta un luogo privilegiato per la promozione dei prodotti agricoli locali. L’evento, organizzato dal PAM ogni anno, nel mese di novembre, nella capitale Tegucigalpa, rappresenta anche un’occasione per promuovere i programmi che FAO, IFAD e PAM, sia indipendentemente l’uno dall’altro sia in collaborazione tra loro, contribuiscono a realizzare nel paese. Almeno 15.000 persone – tra cui ministri, ambasciatori, funzionari di enti pubblici, imprenditori, investitori e studenti – visitano l’esposizione e assistono ai concerti serali. La fiera serve anche a raccogliere fondi grazie all’affitto degli stand, il cui ricavato viene destinato all’acquisto di cibo sul mercato locale, al fine di aumentare la copertura dei progetti di alimentazione nelle scuole del paese. PAM / M. Huggins Inoltre, la fiera offre ai produttori locali l’opportunità di vendere i propri prodotti ai supermercati o negoziare accordi per esportarli, tramite il Ministero dell’Agricoltura e i progetti dell’IFAD. 17 Creazione di piccoli orti nelle scuole in Etiopia La FAO e il PAM stanno collaborando alla realizzazione di un progetto per la creazione di piccoli orti in 19 scuole nelle regioni etiopiche di Amara e Oromia. Il progetto è stato avviato nel gennaio del 2001 come parte integrante del programma del PAM per l’alimentazione nelle scuole. La FAO ha fornito consulenza e appoggio finanziario nel 2001 e il PAM si è assunto l’incarico di finanziare il progetto dal gennaio del 2002. La continuazione del progetto è prevista fino a febbraio 2003. Obiettivo principale del progetto è appoggiare la creazione di giardini irrigati che consentano alle scuole di coltivare verdure per integrare quanto fornito dal programma del PAM per l’alimentazione nelle scuole. La maggiore disponibilità di verdure aiuta a ridurre l’insorgere di malattie dovute a deficienze vitaminiche. Prima dell’avvio del progetto, di rado si trovavano verdure nei mercati locali. Il consumo medio di verdure a persona all’anno era di circa 2,1 kg all’anno. Da quando sono stati realizzati gli orti scolastici, il consumo di verdure per ogni studente è salito a 7,6 kg. Più di 21.000 studenti attualmente iscritti nelle 19 scuole stanno beneficiando del progetto, e di questi quasi 9.000 sono ragazze. Inoltre, circa il 30% dei raccolti scolastici viene venduto al mercato. Il ricavato della vendita viene usato per pagare l’acqua e per finanziare i servizi scolastici e l’insegnamento. PAM / T. Haskell Alcune delle scuole che prendono parte al progetto forniscono semi prodotti negli orti scolastici alle famiglie degli studenti, che li usano per i loro orti domestici. I semi genereranno altro cibo e ulteriori guadagni, migliorando complessivamente la sicurezza alimentare della famiglia. Si prevede che da questa iniziativa trarranno beneficio fino a 2.200 donne. In breve ■ Nel 2001, 24 sedi nazionali del PAM hanno realizzato, o avevano in programma di realizzare, progetti congiunti con la FAO. La stima complessiva del contributo del PAM a tali iniziative comuni ammontava a 10,6 milioni di dollari, per circa 3,1 milioni di beneficiari diretti. L’investimento da parte della FAO è stato pari a 8,4 milioni di dollari. Nel 2001, 14 sedi nazionali del PAM hanno realizzato, o avevano in programma di realizzare, progetti congiunti con l’IFAD. La stima complessiva del contributo del PAM a tali iniziative comuni ammontava a 18,7 milioni di dollari, per più di 1,9 milioni di beneficiari diretti. L’investimento da parte dell’IFAD è stato pari a circa 64,9 milioni di dollari. ■ 18 FAO / 23361 / A. Proto IFAD / R. Maass IFAD / M. Zaugg La FAO e l’ IFAD hanno continuato la loro collaborazione nell’ambito dell’Unità Regionale di Assistenza Tecnica (RUTA) in America Latina e nei Caraibi. L’obiettivo generale di RUTA è dare impulso allo sviluppo delle capacità, sia nazionali che regionali, per aumentare la competitività del settore agricolo e ridurre la povertà rurale nella regione. Il programma è attivo in Belize, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama e Salvador. Il 9-10 luglio 2002, l’Unità Regionale di Assistenza Tecnica ha convocato a Roma la propria assemblea annuale, alla quale hanno partecipato i delegati delle istituzioni che fanno parte del RUTA. Durante l’incontro, si è riesaminata l’intera realizzazione del programma e si sono identificate nuove attività per il futuro. ■ ■ La FAO e l’IFAD hanno unito le proprie forze per realizzare il Progetto Pilota per una Rete di Esperienze e Conoscenze nell’ambito rurale in Africa Orientale. Il progetto comprende il Kenya, la Repubblica Unita di Tanzania e l’Uganda. L’IFAD ha contribuito al finanziamento del progetto con una donazione alla FAO di un milione e mezzo di dollari. L’obiettivo generale del progetto è avviare un processo di gestione delle esperienze e delle conoscenze delle popolazioni rurali che, partendo dall’analisi delle necessità dei contadini, sia in grado di applicare le competenze tecniche a disposizione in modo che rispondano alle loro esigenze e sappia trasmettere loro tali competenze in una forma che essi possano recepire. Il progetto si servirà di una rete locale di comunicazione già esistente nell’ambito delle scuole per contadini promosse dalla FAO e della rete elettronica del programma EcoPort della FAO, il cui funzionamento è già stato sperimentato nel quadro dei programmi FAO in Sudafrica e Zambia. FAO / R. Messori ■ La FAO, l’IFAD e il PAM stanno lavorando fianco a fianco in Egitto, nel Progetto di sviluppo rurale della Noubaria Occidentale, sostenuto finanziariamente dall’IFAD. Lo scopo del progetto è quello di migliorare le condizioni di vita di circa 17.000 famiglie in 19 villaggi delle zone bonificate della Noubaria, dove le proprietà in affitto sono state eliminate, assegnando alle famiglie di contadini un ettaro di terra a titolo di compensazione. Il progetto mira ad aumentare il livello di coesione e le capacità organizzative delle comunità, promuovere l’adozione di tecniche di gestione dell’acqua più efficienti nei campi coltivati da ogni famiglia, incentivare lo sviluppo della produzione agricola e dei mercati a livello delle piccole e medie imprese, fornire informazioni e assistenza per favorire la commercializzazione e sviluppare un sistema finanziario sostenibile. La FAO sta finanziando un programma di cooperazione tecnica da 400.000 dollari per attività preliminari di irrigazione e drenaggio nella fase di avviamento del progetto e il PAM appoggerà lo sviluppo e la gestione di un sistema di distribuzione delle razioni alimentari. Venticinque ONG e associazioni italiane, la FAO, l’IFAD, il PAM, la Coalizione Internazionale per la terra e il Meccanismo Globale hanno preso parte a un seminario volto a stimolare la cooperazione e lo scambio di conoscenze e competenze sulle questioni relative alla riduzione della povertà rurale, tenutosi a Roma nel gennaio del 2003. Il seminario, organizzato dall’IFAD, dalla Coalizione Internazionale per la terra e dal Ministero Affari Esteri italiano, ha inaugurato un nuovo ambito in cui le tre organizzazioni con sede a Roma avranno la possibilità di collaborare tra loro e operare insieme agli esponenti della società civile italiana per raggiungere gli obiettivi di sviluppo stabiliti dal Vertice del Millennio. ■ 19 Mandati diversi … una visione comune La FAO è stata fondata nel 1945 con il mandato di migliorare i livelli nutrizionali e il tenore di vita, incrementare la produttività agricola e migliorare le condizioni delle popolazioni rurali. La FAO è l’organismo più importante e qualificato per competenze tecniche sulla sicurezza alimentare, lo sviluppo agricolo, forestale, ittico e rurale, nonché la gestione sostenibile delle risorse naturali essenziale nel lungo periodo. L’ IFAD venne istituito nel 1977 per sostenere i paesi in via di sviluppo nella lotta contro la povertà rurale, attraverso la mobilitazione di risorse finanziarie e la concessione di prestiti a condizioni agevolate per realizzare progetti di sviluppo agricolo e rurale. Il suo mandato è mettere i poveri delle aree rurali in condizione di uscire dalla povertà, sviluppando le loro capacità e rafforzandone le organizzazioni, garantendo loro maggiori e più eque possibilità di accesso alle risorse produttive naturali e tecnologiche e potenziando le loro opportunità di accesso ai servizi finanziari e ai mercati. Il PAM, l’organismo che nel sistema delle Nazioni Unite si occupa di aiuti alimentari, è stato creato nel 1963. Si occupa di fornire aiuti alimentari per salvare vite umane in situazioni di emergenza, migliorare l’alimentazione e la qualità di vita delle popolazioni più vulnerabili in momenti particolarmente critici della loro esistenza, aiutare a creare infrastrutture e promuovere l’autonomia di popolazioni e comunità povere. Viale delle Terme di Caracalla – 00100 Roma, Italia Tel.: +39-06-57051 – Fax: +39-06-57053360 Sito web: www.fao.org Via del Serafico, 107 – 00142 Roma, Italia Tel.: +39-06-54591 – Fax: +39-06-5043463 E-mail: [email protected] – Sito web: www.ifad.org Via Cesare Giulio Viola, 68 – 00148 Roma, Italia Tel.: +39-06-65131 – Fax: +39-06-6590632 – Telex 626675 WFP I E-mail: [email protected] – Sito web: www.wfp.org Copertina: FAO / 23342 / A. Proto – Quarta di copertina: FAO / D. Minkoh, IFAD / L. Dematteis, PAM / Archivio fotografico Stampa: Quintily – Roma, Italia – Febbraio 2003