Anfibi e Rettili montani
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Anfibi e Rettili montani
09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 12:11 Pagina 51 Anfibi e Rettili montani 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 12:11 Pagina 52 Salamandra giallo e nera Salamandra salamandra Figura di pag. 51 (pagina precedente) Torbiera alpina con fioritura di eriofori con occhio centrale; tipico ambiente riproduttivo di Rana temporaria Salamandra salamandra, al contrario di Salamandra lanzai, è una specie piuttosto comune ed ampiamente diffusa nell’Europa centro-meridionale ed orientale. In Piemonte si rinviene principalmente lungo la fascia alpina e prealpina entro il limite altitudinale dei 1700 m. Normalmente si verifica che nelle vallate in cui Salamandra lanzai si spinge verso il suo limite altimetrico inferiore (1500 m della Val Germanasca oppure 1200 m della Valle Pellice), Salamandra salamandra risulta essere confinata più in basso. A tuttoggi non sono noti casi di sovrapposizione e di convivenza fra le due specie di Salamandra. Pur tuttavia, S. salamandra è stata rinvenuta recentemente (2006) in Valle Pellice ad una quota superiore (1350 m s.l.m.) il minimo altimetrico di S. lanzai (1200 m s.l.m.), benchè permanga una generale condizione di separazione spaziale dei rispettivi areali. In Valle Po la salamandra giallo nera sale ulteriormente rimanendo comunque confinata al di sotto di S. lanzai. Figura 49 e 50 Salamandra giallo e nera (adulto e larva) 52 LA SALAMANDRA DI LANZA 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 12:11 Pagina 53 Rana temporaria Rana temporaria La rana temporaria (Rana temporaria) appartiene al gruppo delle “rane rosse” o “rane brune” così chiamate a causa del loro colore che le distingue dalle ben più note “rane verdi” tipiche di aree di pianura. Nonostante sia presente una grande variabilità cromatica è possibile distinguere gli appartenenti a queste due categorie per la presenza nelle rane rosse di una macchia scura molto evidente ai lati della testa che si estende dietro l’occhio, sul timpano e che si prolunga fino alla punta del muso. Inoltre nelle rane rosse i sacchi vocali non sono esterni e visibili come nelle rane verdi bensì interni e invisibili. Nella rana temporaria la colorazione del dorso è variabile potendo essere bruno giallastro come rossastro quasi sempre con macchie. Spesso è presente fra le scapole un disegno a forma di V rovesciata mentre le zampe posteriori sono barrate di scuro. La variabilità frequente in tutte le rane, fa si che la colorazione non sia un carattere distintivo molto sicuro. La rana temporaria è simile ad altre rane rosse, in particolare alla rana agile (Rana dalmatina); benché la prima sia distribuita prevalentemente in montagna (i suoi limiti altitudinali in Piemonte sono compresi fra i 210 e i 2800 m) e la seconda in aree di pianura o di collina, esiLA SALAMANDRA DI LANZA stono situazioni in cui gli areali delle due specie entrano in sovrapposizione ed è quindi possibile confonderle. Rana temporaria si distingue per un corpo comparativamente più tozzo, per le zampe posteriori più corte che non superano generalmente la punta del muso e per una palmatura più accentuata. Gli esemplari adulti di Rana temporaria hanno inoltre il ventre e la gola fortemente marmoreggiati a differenza della Rana dalmatina in cui queste parti sono immacolate. La riproduzione inizia con lo scioglimento delle nevi e si svolge in prevalenza nelle acque ferme o stagnanti di laghi, torbiere, pozze, abbeveratoi, ma anche nelle acque correnti di torrenti e ruscelli, dove i maschi canori innescano vere competizioni per il possesso delle femmine. Questi durante il periodo riproduttivo si portano in acqua prima ed iniziano a vocalizzare emettendo caratteristici richiami durante le ore notturne: trattasi di canti a bassa frequenza emessi sott’acqua con la funzione di richiamo sessuale che assume anche significato territoriale. Il maschio vincente cinge la femmina in un abbraccio ascellare tenendola stretta grazie ai cuscinetti nuziali, particolari callosità scure che compaiono appositamente durante il periodo riproduttivo sulle dita e sul lato interno degli arti ante- 53 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 12:11 Pagina 54 riori e che gli consentono di meglio aderire al corpo della femmina. Così, mentre questa depone le uova, alcune migliaia avvolte in un ammasso gelatinoso protettivo, il maschio si appresta a fecondarle. La rana temporaria ha costumi acquatici solo durante il breve periodo della riproduzione, durante il resto della stagione attiva conduce vita prevalentemente terrestre. Essa frequenta per lo più praterie alpine, soprattutto in prossimità di ambienti umidi come le torbiere; tuttavia non disdegna zone forestate e la si può rinvenire addirittura in habitat aperti relativamente asciutti. La fase di latenza invernale viene trascorsa dagli adulti nuovamente in acqua, soprattutto se debolmente corrente, dove è più facile sfuggire al gelo. Il periodo di ibernazione, a seconda della quota o della latitudine, va da settembre-ottobre fino a febbraio-inizio giugno. La rana temporaria è una specie ad ampia distribuzione europea dove raggiunge le estreme regioni settentrionali della penisola scandinava fino al versante meridionale dei Pirenei. In Italia è presente soprattutto nell’area alpina e prealpina e talora, in modo discontinuo, sugli Appennini. Per quanto riguarda la sua presenza in Piemonte la specie evidenzia una distribuzione continua lungo la fascia montana con alcune eccezioni per i rilievi collinari interni (Langhe, Appennino Ligure) e per località di pianura. Al Pian del Re, come in Val Germanasca è possibile incontrarla regolarmente lungo i corsi d’acqua o nei dintorni di pozze o torbiere, nelle quali in luglio è possibile osservare il brulicare dei girini. Figura 51 Adulto di Rana temporaria, senza dubbio l’anfibio maggiormente diffuso e abbondante delle Alpi 54 LA SALAMANDRA DI LANZA 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 12:11 Pagina 55 Orbettino Anguis fragilis L’orbettino appartiene alla famiglia un po’ particolare degli anguidi (Anguidae). La maggior parte degli anguidi infatti ha corpo piuttosto allungato e arti fortemente ridotti o completamente assenti. Questa morfologia è correlata alle abitudini parzialmente fossorie del gruppo. Le caratteristiche più evidenti che li distinguono dai serpenti, con cui possono essere confusi per l’assenza di arti, sono la presenza di palpebre che si chiudono e la coda autotomica, tipiche dei sauri. Una caratteristica di rilievo è la presenza di squame lisce e lucenti rinforzate da osteodermi molto sottili che rendono il corpo di alcuni anguidi, tra cui l’orbettino, lievemente rigido. L’orbettino ha corpo cilindrico lievemente depresso in senso dorso ventrale, testa corta con collo indistinguibile dal tronco. Gli adulti possono raggiungere i 50 cm ma di solito sono più piccoli. La coda intatta è più lunga del corpo (25-30 cm) ma di frequente è più corta in quanto si rompe facilmente e raramente si rigenera. Sia gli arti anteriori che posteriori sono completamente scomparsi. Gli individui piemontesi presentano una livrea marronedorato, a volte grigia; i maschi non di rado presentano piccoli ocelli blu sparsi lungo il corpo specialmente durante la stagione riproduttiva; le femmine hanno spesso una stria verteLA SALAMANDRA DI LANZA brale con fianchi e ventre piuttosto scuri. I giovani sono più colorati presentando una elegante livrea dorata o argentata con fianchi, ventre e stria vertebrale di colore nero molto accentuato. L’orbettino possiede piccoli denti leggermente rivolti all’indietro adatti per una dieta specifica costituita da insetti, lombrichi, lumache, cioè animali dal corpo molle e a volte viscido. L’ambiente preferito da questa specie sono i prati umidi e i margini di zone cespugliate per una fascia altimetrica che va dalla zona collinare e di pianura fino ai 2100 metri di altezza. Lo si rinviene in generale in habitat ricchi di vegetazione e in ambienti piuttosto umidi ma anche nelle praterie xeriche di montagna. Non è raro sorprenderlo mentre si riposa sotto sassi, tronchi al suolo o pietre piatte e lastre metalliche mentre si termoregola indirettamente. In primavera ha luogo l’accoppiamento a seguito del quale a distanza di circa tre mesi la femmina partorisce una decina di piccoli perfettamente formati. Gli orbettini sono longevi vivendo in media venti anni. Il record di longevità per questa specie si deve ad un individuo in cattività il quale ha raggiunto i 54 anni di età. Anguis fragilis è distribuito in gran parte d’Europa fatta eccezione per il centro nord della penisola Scandinava, la parte 55 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 Figura 52 Una femmina di orbettino (Anguis fragilis), uno dei rettili più facili da osservare ad alta quota 56 12:11 Pagina 56 meridionale della Penisola Iberica, l’Irlanda e l’Islanda. In Italia è assente nelle isole mediterranee e la sua presenza in Sicilia non è confermata. Particolarmente abbondante in Val Germanasca dove è facile sorprenderlo durante una passeggiata sembra essere piuttosto raro al Pian del Re e nelle zone limitrofe tendenti al limite altitudinale. LA SALAMANDRA DI LANZA 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 12:11 Pagina 57 Lucertola muraiola Podarcis muralis La lucertola dei muri è probabilmente il Rettile più conosciuto ed una delle specie più adattabili ed abbondanti in tutta Italia. Di lunghezza variabile (15-22 cm) è un sauro dall’aspetto slanciato, con il corpo piuttosto appiattito, e la testa di aspetto triangolare. In territorio continentale le femmine sono bruno-grigiastre, con una striscia vertebrale scura; sui lati del dorso appaiono spesso altre strisce, più chiare della precedente, e può essere presente un disegno a macchie scure. La gola è bianca o giallastra, come pure il ventre, ma talvolta l’intera parte inferiore può presentarsi punteggiata o macchiata di nero; nel periodo riproduttivo, sui fianchi dei maschi possono apparire sfumature rosate o rossastre. Podarcis muralis ama l’esposizione del sole e conduce vita attiva dalla primavera all’inizio dell’autunno. La riproduzione avviene nella stagione primaverile e la deposizione delle uova in giugno-settembre. Nelle aree montane la deposizione avviene una sola volta all’anno, mentre in quelle planiziali anche due volte. Si rinviene fino a 2300 m circa. La dieta è rappresentata da invertebrati, come insetti, piccoli vermi e limacce. Attiva dalle tarde ore del mattino al crepuscolo, questa specie resta per ore a termoregolarsi al sole, posata su di LA SALAMANDRA DI LANZA una roccia o su un muretto. La sua tana è posta nelle cavità dei muri o in una buca del terreno, e la lucertola si mantiene sempre nelle sue vicinanze. Trascorre la latenza invernale sotto ai grandi tronchi o negli anfratti del terreno, ma esce momentaneamente dal suo rifugio non appena il sole rende l’aria tiepida. In primavera i maschi ingaggiano lotte mirate alla conquista di una compagna, che in ogni modo non comportano mai la morte di uno dei contendenti. Ad inizio estate la femmina depone 28 uova che si schiudono dopo 2 mesi: in agosto i piccoli fuoriescono dal guscio, lunghi 6 cm. L’areale di distribuzione comprende gran parte dell’Europa e una limitata area dell’Asia Minore. La lucertola dei muri è diffusa in tutte le regioni dell’Italia centro-settentrionale, ove si rinviene tanto nelle aree planiziali che in quelle montane. È presente sia al Pian del Re che in Val Germanasca. Figura 53 Un adulto di lucertola dei muri (Podarcis muralis), un sauro eclettico che raggiunge elevate altitudini 57 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 12:11 Pagina 58 Lucertola vivipara Zootoca vivipara Figura 54 Un maschio di lucertola vivipara, Zootoca vivipara. Si tratta di un sauro adattato all’ambiente alpino, presente in basse densità in Val Pellice e Val Germanasca 58 Lucertola bruna di piccole dimensioni, 16-18 cm al massimo di lunghezza totale, con coda lunga fino a due volte la lunghezza del corpo misurata dalla punta del muso fino alla cloaca. Rispetto ad altre lucertola ha coda e collo tozzi con testa e gambe relativamente piccole rispetto alle dimensioni del corpo. I maschi possono essere distinti dalle femmine per la differente colorazione della livrea, generalmente più contrastata, e per le maggiori dimensioni della testa. Sul dorso sono spesso presenti due strie biancastre a lato della colonna vertebrale mentre i fianchi sono più scuri. La colorazione, molto variabile, può presentare striature scure e ocelli; le parti inferiori presentano punteggiature scure soprattutto nei maschi, mentre la gola è chiara. La dieta è composta prevalentemente da piccoli artropodi tra i quali ragni e cavallette sembrano essere le prede preferite. In generale Zootoca vivipara partorisce piccoli già perfettamente sviluppati, da cui deriva il suo nome specifico. In Italia, come in Piemonte sono tuttavia note popolazioni ovipare, le quali, anziché partorire piccoli già sviluppati, depongono uova pergamenacee sulla vegetazione LA SALAMANDRA DI LANZA 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 12:11 di terreni intrisi d’acqua ed in particolare sugli sfagni delle torbiere. In Italia vive prevalentemente nella fascia alpina in ambienti freschi ed umidi come le torbiere, le praterie alpine, le risorgive ma anche in zone coperte da cespugli alternate a rocce. Ha abitudini terricole ed è legata agli spessi strati di vegetazione erbacea sui quali sosta per termoregolarsi ed entro ai quali rapidamente si rifugia. A differenza di altre lucertole, non essendo agile, difficilmente si arrampica. Talora frequenta aree umide, ove non esita a tuffarsi in piccole pozzanghere per sfuggire ai propri nemici. È diffusa in gran parte dell’Europa e dell’Asia settentrionale, dalla Penisola Iberica settentrionale raggiunge le coste del Pacifico; è il Rettile che raggiunge le latitudini maggiori estendendosi fin all’interno del circolo polare artico. In generale le zone di ritrovamento sono caratterizzate da un notevole grado di umidità, così anche in Piemonte la specie è presente in Val d’Ossola, in Valsesia, nel Biellese e nelle Valli Pellice e Germanasca, là dove le precipitazioni sono maggiormente abbondanti. Le popolazioni della Val Germanasca e della Val Pellice sono caratterizzate da una riproduzione di tipo viviparo. Non è stata finora rinvenuta in valle Po. LA SALAMANDRA DI LANZA Pagina 59 Vipera aspide Vipera aspis Il genere Vipera con una decina di specie e parecchie sottospecie è ben rappresentato nella regione paleartica, spingendosi verso nord fino al circolo polare artico. L’aspide, Vipera aspis, è presente in Italia con quattro sottospecie. In Piemonte si ritrovano la Vipera aspis atra e la V. a. francisciredi. Presenta una caratteristica testa triangolare vistosa e ben staccata dal collo, un corpo massiccio con una coda corta ma ben definita. L’occhio con una pupilla verticale è relativamente piccolo. Gli adulti raggiungono una lunghezza totale di 60 cm, con i maschi leggermente più grandi delle femmine. Le squame dorsali sono carenate ed embricate conferendo all’animale un aspetto scabroso, mentre quelle della testa sono tutte abbastanza piccole e di dimensioni omogenee. Per quanto riguarda le preferenze ambientali si dimostra adattabile rinvenendosi tanto nelle aree planiziali che collinari e montuose fino al limite dei 2800 metri di quota. Le femmine hanno un ciclo riproduttivo variabile da 1 a 4 anni in relazione alla latitudine mentre i maschi sono sempre in grado di riprodursi con successo. Ovovivipara, la gestazione ha una durata di 2-3 mesi e termina con la nascita di 7-11 piccoli perfettamente formati. Il numero di piccoli partoriti è 59 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 Figura 55 Un adulto di vipera comune, Vipera aspis 60 12:11 Pagina 60 direttamente proporzionale alla grandezza delle femmine. Durante la stagione fredda iberna all’interno di rifugi e non di rado numerosi individui condividono un unico sito. Poco dopo il risveglio i maschi si mostrano piuttosto eccitati e non di rado intraprendono tra loro combattimenti ritualizzati. Tuttavia la specie non è da considerare territoriale in quanto i combattimenti non portano né alla formazione di una gerarchia né alla difesa del territorio. L’aspide si nutre in età adulta prevalentemente di piccoli mammiferi ma in caso di necessità non disdegna le lucertole, componente pre- ponderante della dieta giovanile. Nonostante la generale forma del corpo e della testa, le squame carenate e la pupilla verticale distinguano chiaramente le vipere da tutti gli altri serpenti inoffensivi (colubri) presenti nel nostro paese, di frequente ci si imbatte in cadaveri di innocui colubri uccisi dai gitanti. In particolare l’aspide viene frequentemente confuso, anche da chi sostiene di riconoscere i serpenti, con la natrice viperina (Natrix maura) e con la coronella austriaca (Coronella austriaca), animali assolutamente incapaci di nuocere all’uomo e che pagano il prezzo di una superficiale somiglianza. LA SALAMANDRA DI LANZA 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 12:11 Pagina 61 Coronella austriaca Coronella austriaca Fra i serpenti presenti sul territorio piemontese uno dei meno noti è la coronella austriaca, detta anche colubro liscio, in virtù della levigatezza delle sue squame. Si tratta di un colubro terrestre, con corpo a sezione cilindrica, la cui testa è poco distinta dal resto del corpo, e piuttosto appuntita. La coronella viene spesso scambiata per una vipera (e per questo sistematicamente uccisa) anche se possiede occhi piccoli con pupilla rotonda e non verticale come nei viperidi. La colorazione della coronella è alquanto variabile e per quanto riguarda il dorso essa varia dal grigio al bruno rossastro. Sono presenti macchie scure sulla regione superiore del corpo che a volte formano due striature lungo i fianchi o un disegno a zigzag. Il tessuto squamoso di questo Rettile è assai liscio, poiché privo di carene, e le piccole scaglie sono perfettamente giustapposte. Coronella austriaca frequenta una grande varietà di ambienti, ma in particolare radure o margini di boscaglie, costruzioni in rovina o poco frequentate, bordo di sentieri prossimi a pietraie o pendii montani soleggiati. Pur preferendo ambienti semiaridi, si rinviene con una certa frequenza in luoghi umidi. La distribuzione altitudinale è compresa tra i 130 m e i 2250 m. La LA SALAMANDRA DI LANZA coronella è ovovivipara. La femmina può dare alla luce 218 piccoli. I piccoli, lunghi 1220 cm, possono nascere dalla fine di giugno a novembre. La maturità sessuale viene raggiunta al quarto anno di età. La dieta è costituita prevalentemente da altri rettili, soprattutto lucertole e orbettini; in talune situazioni le prede più numerose sono i neonati di piccoli mammiferi, adattamento che potrebbe spiegare alcune osservazioni della specie a quote molto elevate. Talvolta si possono verificare casi di cannibalismo. Se viene molestato, questo piccolo colubride può assumere un atteggiamento di difesa simile a quello di una vipera. È una specie essenzialmente diurna, che ama rimanere per ore a termoregolarsi sotto il sole. Pur essendo molto comune nei suoi areali di diffusione, è molto difficile da osservare, in quanto al primo segnale d’allarme scompare alla vista, sotto una pietra o in un cespuglio. Sulla base dei dati raccolti nel corso dell’Atlante Erpetologico del Piemonte e della Valle d’Aosta C. austriaca è risultata attiva dalla metà di marzo alla fine di ottobre. Tra aprile e maggio, durante il periodo di maggiore attività, si hanno gran parte degli accoppiamenti. Si tratta in realtà di uno dei 61 09_68_salam_2BOZZA 29-01-2007 Figura 56 Una Coronella austriaca, uno dei serpenti più comuni alle alte quote alpine 62 12:11 Pagina 62 serpenti europei a maggiore diffusione geografica, in quanto è reperibile in gran parte d’Europa e in quasi tutta l’Asia nord-occidentale. La specie è presente in tutta l’Italia peninsulare, nell’isola d’Elba e in Sicilia, ma nelle regioni centromeridionali sembra limitata ai rilievi montuosi. In Piemonte e in Valle d’Aosta è specie non troppo frequente, benché meno rara di quanto si ritenga. La maggior diffusione interessa i rilie- vi, dove la specie appare più diffusa nelle Alpi Marittime e nelle Valli di Lanzo (Torino). Essa è rara nelle valli torinesi più asciutte come la Valle di Susa e la Val Chisone. In alcune aree di pianura la specie è rara o addirittura assente, mentre in altre zone è la specie più frequente. La coronella austriaca è un serpente elusivo (per le dimensioni, la livrea e le abitudini discrete) e normalmente viene osservato solo casualmente. LA SALAMANDRA DI LANZA