Anfibi e Rettili montani

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Salamandra giallo e nera
Salamandra salamandra
Figura di pag. 51
(pagina precedente)
Torbiera alpina con fioritura
di eriofori con occhio centrale;
tipico ambiente riproduttivo
di Rana temporaria
Salamandra salamandra, al
contrario di Salamandra lanzai,
è una specie piuttosto comune
ed ampiamente diffusa nell’Europa centro-meridionale ed
orientale. In Piemonte si rinviene principalmente lungo la fascia
alpina e prealpina entro il limite
altitudinale dei 1700 m.
Normalmente si verifica che
nelle vallate in cui Salamandra
lanzai si spinge verso il suo limite altimetrico inferiore (1500 m
della Val Germanasca oppure
1200 m della Valle Pellice),
Salamandra salamandra risulta
essere confinata più in basso.
A tuttoggi non sono noti casi
di sovrapposizione e di convivenza fra le due specie di
Salamandra. Pur tuttavia, S.
salamandra è stata rinvenuta
recentemente (2006) in Valle
Pellice ad una quota superiore
(1350 m s.l.m.) il minimo altimetrico di S. lanzai (1200 m
s.l.m.), benchè permanga una
generale condizione di separazione spaziale dei rispettivi
areali. In Valle Po la salamandra
giallo nera sale ulteriormente
rimanendo comunque confinata al di sotto di S. lanzai.
Figura 49 e 50
Salamandra giallo e nera
(adulto e larva)
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LA SALAMANDRA DI LANZA
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Rana temporaria
Rana temporaria
La rana temporaria (Rana
temporaria) appartiene al gruppo delle “rane rosse” o “rane
brune” così chiamate a causa
del loro colore che le distingue
dalle ben più note “rane verdi”
tipiche di aree di pianura.
Nonostante sia presente una
grande variabilità cromatica è
possibile distinguere gli appartenenti a queste due categorie
per la presenza nelle rane rosse
di una macchia scura molto evidente ai lati della testa che si
estende dietro l’occhio, sul timpano e che si prolunga fino alla
punta del muso. Inoltre nelle
rane rosse i sacchi vocali non
sono esterni e visibili come nelle rane verdi bensì interni e invisibili.
Nella rana temporaria la colorazione del dorso è variabile
potendo essere bruno giallastro
come rossastro quasi sempre
con macchie. Spesso è presente
fra le scapole un disegno a forma di V rovesciata mentre le
zampe posteriori sono barrate
di scuro. La variabilità frequente in tutte le rane, fa si che la
colorazione non sia un carattere distintivo molto sicuro.
La rana temporaria è simile ad
altre rane rosse, in particolare
alla rana agile (Rana dalmatina); benché la prima sia distribuita prevalentemente in montagna (i suoi limiti altitudinali in
Piemonte sono compresi fra i
210 e i 2800 m) e la seconda in
aree di pianura o di collina, esiLA SALAMANDRA DI LANZA
stono situazioni in cui gli areali delle due specie entrano in
sovrapposizione ed è quindi
possibile confonderle. Rana
temporaria si distingue per un
corpo comparativamente più
tozzo, per le zampe posteriori
più corte che non superano
generalmente la punta del muso
e per una palmatura più accentuata. Gli esemplari adulti di
Rana temporaria hanno inoltre
il ventre e la gola fortemente
marmoreggiati a differenza della Rana dalmatina in cui queste parti sono immacolate.
La riproduzione inizia con lo
scioglimento delle nevi e si svolge in prevalenza nelle acque ferme o stagnanti di laghi, torbiere, pozze, abbeveratoi, ma
anche nelle acque correnti di
torrenti e ruscelli, dove i maschi
canori innescano vere competizioni per il possesso delle femmine. Questi durante il periodo
riproduttivo si portano in acqua
prima ed iniziano a vocalizzare
emettendo caratteristici richiami durante le ore notturne:
trattasi di canti a bassa frequenza emessi sott’acqua con la funzione di richiamo sessuale che
assume anche significato territoriale. Il maschio vincente cinge la femmina in un abbraccio
ascellare tenendola stretta grazie ai cuscinetti nuziali, particolari callosità scure che compaiono appositamente durante il
periodo riproduttivo sulle dita e
sul lato interno degli arti ante-
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riori e che gli consentono di
meglio aderire al corpo della
femmina. Così, mentre questa
depone le uova, alcune migliaia
avvolte in un ammasso gelatinoso protettivo, il maschio si
appresta a fecondarle.
La rana temporaria ha costumi acquatici solo durante il breve periodo della riproduzione,
durante il resto della stagione
attiva conduce vita prevalentemente terrestre. Essa frequenta
per lo più praterie alpine,
soprattutto in prossimità di
ambienti umidi come le torbiere; tuttavia non disdegna zone
forestate e la si può rinvenire
addirittura in habitat aperti
relativamente asciutti. La fase di
latenza invernale viene trascorsa dagli adulti nuovamente in
acqua, soprattutto se debolmente corrente, dove è più facile sfuggire al gelo. Il periodo di
ibernazione, a seconda della
quota o della latitudine, va da
settembre-ottobre fino a febbraio-inizio giugno.
La rana temporaria è una specie ad ampia distribuzione europea dove raggiunge le estreme
regioni settentrionali della penisola scandinava fino al versante
meridionale dei Pirenei. In Italia
è presente soprattutto nell’area
alpina e prealpina e talora, in
modo discontinuo, sugli Appennini. Per quanto riguarda la sua
presenza in Piemonte la specie
evidenzia una distribuzione
continua lungo la fascia montana con alcune eccezioni per i
rilievi collinari interni (Langhe,
Appennino Ligure) e per località di pianura. Al Pian del Re,
come in Val Germanasca è possibile incontrarla regolarmente
lungo i corsi d’acqua o nei dintorni di pozze o torbiere, nelle
quali in luglio è possibile osservare il brulicare dei girini.
Figura 51
Adulto di Rana temporaria, senza
dubbio l’anfibio maggiormente
diffuso e abbondante delle Alpi
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LA SALAMANDRA DI LANZA
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Orbettino
Anguis fragilis
L’orbettino appartiene alla
famiglia un po’ particolare degli
anguidi (Anguidae). La maggior parte degli anguidi infatti
ha corpo piuttosto allungato e
arti fortemente ridotti o completamente assenti. Questa
morfologia è correlata alle abitudini parzialmente fossorie del
gruppo. Le caratteristiche più
evidenti che li distinguono dai
serpenti, con cui possono essere confusi per l’assenza di arti,
sono la presenza di palpebre
che si chiudono e la coda
autotomica, tipiche dei sauri.
Una caratteristica di rilievo è la
presenza di squame lisce e
lucenti rinforzate da osteodermi molto sottili che rendono il
corpo di alcuni anguidi, tra cui
l’orbettino, lievemente rigido.
L’orbettino ha corpo cilindrico lievemente depresso in senso dorso ventrale, testa corta
con collo indistinguibile dal
tronco. Gli adulti possono raggiungere i 50 cm ma di solito
sono più piccoli. La coda intatta è più lunga del corpo (25-30
cm) ma di frequente è più corta in quanto si rompe facilmente e raramente si rigenera. Sia
gli arti anteriori che posteriori
sono completamente scomparsi. Gli individui piemontesi
presentano una livrea marronedorato, a volte grigia; i maschi
non di rado presentano piccoli
ocelli blu sparsi lungo il corpo
specialmente durante la stagione riproduttiva; le femmine
hanno spesso una stria verteLA SALAMANDRA DI LANZA
brale con fianchi e ventre piuttosto scuri. I giovani sono più
colorati presentando una elegante livrea dorata o argentata
con fianchi, ventre e stria vertebrale di colore nero molto
accentuato. L’orbettino possiede piccoli denti leggermente
rivolti all’indietro adatti per una
dieta specifica costituita da
insetti, lombrichi, lumache,
cioè animali dal corpo molle e a
volte viscido.
L’ambiente preferito da questa specie sono i prati umidi e i
margini di zone cespugliate per
una fascia altimetrica che va dalla zona collinare e di pianura
fino ai 2100 metri di altezza.
Lo si rinviene in generale in
habitat ricchi di vegetazione e
in ambienti piuttosto umidi ma
anche nelle praterie xeriche di
montagna. Non è raro sorprenderlo mentre si riposa sotto sassi, tronchi al suolo o pietre piatte e lastre metalliche mentre si
termoregola indirettamente. In
primavera ha luogo l’accoppiamento a seguito del quale a
distanza di circa tre mesi la femmina partorisce una decina di
piccoli perfettamente formati.
Gli orbettini sono longevi
vivendo in media venti anni. Il
record di longevità per questa
specie si deve ad un individuo
in cattività il quale ha raggiunto i 54 anni di età.
Anguis fragilis è distribuito in
gran parte d’Europa fatta eccezione per il centro nord della
penisola Scandinava, la parte
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Figura 52
Una femmina di orbettino
(Anguis fragilis), uno dei rettili più
facili da osservare ad alta quota
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meridionale della Penisola
Iberica, l’Irlanda e l’Islanda. In
Italia è assente nelle isole mediterranee e la sua presenza in Sicilia
non è confermata.
Particolarmente abbondante
in Val Germanasca dove è facile sorprenderlo durante una
passeggiata sembra essere piuttosto raro al Pian del Re e nelle zone limitrofe tendenti al
limite altitudinale.
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Lucertola muraiola
Podarcis muralis
La lucertola dei muri è probabilmente il Rettile più conosciuto ed una delle specie più
adattabili ed abbondanti in tutta Italia. Di lunghezza variabile (15-22 cm) è un sauro dall’aspetto slanciato, con il corpo
piuttosto appiattito, e la testa di
aspetto triangolare. In territorio
continentale le femmine sono
bruno-grigiastre, con una striscia vertebrale scura; sui lati del
dorso appaiono spesso altre strisce, più chiare della precedente,
e può essere presente un disegno a macchie scure. La gola è
bianca o giallastra, come pure il
ventre, ma talvolta l’intera parte inferiore può presentarsi
punteggiata o macchiata di
nero; nel periodo riproduttivo,
sui fianchi dei maschi possono
apparire sfumature rosate o
rossastre. Podarcis muralis ama
l’esposizione del sole e conduce vita attiva dalla primavera
all’inizio dell’autunno. La
riproduzione avviene nella stagione primaverile e la deposizione delle uova in giugno-settembre. Nelle aree montane la
deposizione avviene una sola
volta all’anno, mentre in quelle planiziali anche due volte. Si
rinviene fino a 2300 m circa. La
dieta è rappresentata da invertebrati, come insetti, piccoli vermi e limacce. Attiva dalle tarde
ore del mattino al crepuscolo,
questa specie resta per ore a termoregolarsi al sole, posata su di
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una roccia o su un muretto. La
sua tana è posta nelle cavità dei
muri o in una buca del terreno,
e la lucertola si mantiene sempre nelle sue vicinanze.
Trascorre la latenza invernale sotto ai grandi tronchi o
negli anfratti del terreno, ma
esce momentaneamente dal
suo rifugio non appena il sole
rende l’aria tiepida. In primavera i maschi ingaggiano lotte
mirate alla conquista di una
compagna, che in ogni modo
non comportano mai la morte
di uno dei contendenti. Ad inizio estate la femmina depone 28 uova che si schiudono dopo 2
mesi: in agosto i piccoli fuoriescono dal guscio, lunghi 6 cm.
L’areale di distribuzione comprende gran parte dell’Europa
e una limitata area dell’Asia
Minore. La lucertola dei muri è
diffusa in tutte le regioni
dell’Italia centro-settentrionale,
ove si rinviene tanto nelle aree
planiziali che in quelle montane. È presente sia al Pian del Re
che in Val Germanasca.
Figura 53
Un adulto di lucertola dei muri
(Podarcis muralis), un sauro
eclettico che raggiunge elevate
altitudini
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Lucertola vivipara
Zootoca vivipara
Figura 54
Un maschio di lucertola vivipara,
Zootoca vivipara. Si tratta di un
sauro adattato all’ambiente
alpino, presente in basse densità
in Val Pellice e Val Germanasca
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Lucertola bruna di piccole
dimensioni, 16-18 cm al massimo di lunghezza totale, con
coda lunga fino a due volte la
lunghezza del corpo misurata
dalla punta del muso fino alla
cloaca. Rispetto ad altre lucertola ha coda e collo tozzi con
testa e gambe relativamente
piccole rispetto alle dimensioni
del corpo. I maschi possono
essere distinti dalle femmine per
la differente colorazione della
livrea, generalmente più contrastata, e per le maggiori dimensioni della testa. Sul dorso
sono spesso presenti due strie
biancastre a lato della colonna
vertebrale mentre i fianchi sono
più scuri. La colorazione, molto variabile, può presentare
striature scure e ocelli; le parti
inferiori presentano punteggiature scure soprattutto nei
maschi, mentre la gola è chiara.
La dieta è composta prevalentemente da piccoli artropodi tra i
quali ragni e cavallette sembrano essere le prede preferite.
In generale Zootoca vivipara
partorisce piccoli già perfettamente sviluppati, da cui deriva
il suo nome specifico. In Italia,
come in Piemonte sono tuttavia
note popolazioni ovipare, le
quali, anziché partorire piccoli
già sviluppati, depongono uova
pergamenacee sulla vegetazione
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di terreni intrisi d’acqua ed in
particolare sugli sfagni delle
torbiere.
In Italia vive prevalentemente nella fascia alpina in ambienti freschi ed umidi come le torbiere, le praterie alpine, le risorgive ma anche in zone coperte
da cespugli alternate a rocce.
Ha abitudini terricole ed è legata agli spessi strati di vegetazione erbacea sui quali sosta per
termoregolarsi ed entro ai quali rapidamente si rifugia. A differenza di altre lucertole, non
essendo agile, difficilmente si
arrampica. Talora frequenta
aree umide, ove non esita a tuffarsi in piccole pozzanghere per
sfuggire ai propri nemici.
È diffusa in gran parte
dell’Europa e dell’Asia settentrionale, dalla Penisola Iberica
settentrionale raggiunge le
coste del Pacifico; è il Rettile
che raggiunge le latitudini maggiori estendendosi fin all’interno del circolo polare artico.
In generale le zone di ritrovamento sono caratterizzate da
un notevole grado di umidità,
così anche in Piemonte la specie è presente in Val d’Ossola,
in Valsesia, nel Biellese e nelle
Valli Pellice e Germanasca, là
dove le precipitazioni sono
maggiormente abbondanti. Le
popolazioni della Val Germanasca e della Val Pellice
sono caratterizzate da una
riproduzione di tipo viviparo.
Non è stata finora rinvenuta in
valle Po.
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Vipera aspide
Vipera aspis
Il genere Vipera con una
decina di specie e parecchie sottospecie è ben rappresentato
nella regione paleartica, spingendosi verso nord fino al circolo
polare artico. L’aspide, Vipera
aspis, è presente in Italia con
quattro sottospecie. In Piemonte
si ritrovano la Vipera aspis atra e
la V. a. francisciredi.
Presenta una caratteristica
testa triangolare vistosa e ben
staccata dal collo, un corpo
massiccio con una coda corta
ma ben definita. L’occhio con
una pupilla verticale è relativamente piccolo. Gli adulti raggiungono una lunghezza totale di 60 cm, con i maschi leggermente più grandi delle femmine. Le squame dorsali sono
carenate ed embricate conferendo all’animale un aspetto
scabroso, mentre quelle della
testa sono tutte abbastanza
piccole e di dimensioni omogenee. Per quanto riguarda le preferenze ambientali si dimostra
adattabile rinvenendosi tanto
nelle aree planiziali che collinari e montuose fino al limite dei
2800 metri di quota.
Le femmine hanno un ciclo
riproduttivo variabile da 1 a 4
anni in relazione alla latitudine
mentre i maschi sono sempre in
grado di riprodursi con successo. Ovovivipara, la gestazione
ha una durata di 2-3 mesi e termina con la nascita di 7-11 piccoli perfettamente formati. Il
numero di piccoli partoriti è
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Figura 55
Un adulto di vipera comune,
Vipera aspis
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direttamente proporzionale alla
grandezza delle femmine.
Durante la stagione fredda
iberna all’interno di rifugi e
non di rado numerosi individui condividono un unico sito.
Poco dopo il risveglio i maschi
si mostrano piuttosto eccitati e
non di rado intraprendono tra
loro combattimenti ritualizzati. Tuttavia la specie non è da
considerare territoriale in
quanto i combattimenti non
portano né alla formazione di
una gerarchia né alla difesa del
territorio.
L’aspide si nutre in età adulta prevalentemente di piccoli
mammiferi ma in caso di
necessità non disdegna le
lucertole, componente pre-
ponderante della dieta giovanile.
Nonostante la generale forma
del corpo e della testa, le squame carenate e la pupilla verticale distinguano chiaramente le
vipere da tutti gli altri serpenti
inoffensivi (colubri) presenti
nel nostro paese, di frequente ci
si imbatte in cadaveri di innocui
colubri uccisi dai gitanti. In particolare l’aspide viene frequentemente confuso, anche da chi
sostiene di riconoscere i serpenti, con la natrice viperina (Natrix
maura) e con la coronella
austriaca (Coronella austriaca),
animali assolutamente incapaci di
nuocere all’uomo e che pagano
il prezzo di una superficiale
somiglianza.
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Coronella austriaca
Coronella austriaca
Fra i serpenti presenti sul territorio piemontese uno dei
meno noti è la coronella
austriaca, detta anche colubro
liscio, in virtù della levigatezza
delle sue squame. Si tratta di un
colubro terrestre, con corpo a
sezione cilindrica, la cui testa è
poco distinta dal resto del corpo, e piuttosto appuntita. La
coronella viene spesso scambiata per una vipera (e per questo
sistematicamente uccisa) anche
se possiede occhi piccoli con
pupilla rotonda e non verticale
come nei viperidi.
La colorazione della coronella è alquanto variabile e per
quanto riguarda il dorso essa
varia dal grigio al bruno rossastro. Sono presenti macchie
scure sulla regione superiore
del corpo che a volte formano
due striature lungo i fianchi o
un disegno a zigzag. Il tessuto
squamoso di questo Rettile è
assai liscio, poiché privo di carene, e le piccole scaglie sono
perfettamente giustapposte.
Coronella austriaca frequenta una grande varietà di
ambienti, ma in particolare
radure o margini di boscaglie,
costruzioni in rovina o poco
frequentate, bordo di sentieri
prossimi a pietraie o pendii
montani soleggiati. Pur preferendo ambienti semiaridi, si
rinviene con una certa frequenza in luoghi umidi. La distribuzione altitudinale è compresa
tra i 130 m e i 2250 m. La
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coronella è ovovivipara. La
femmina può dare alla luce 218 piccoli. I piccoli, lunghi 1220 cm, possono nascere dalla
fine di giugno a novembre. La
maturità sessuale viene raggiunta al quarto anno di età.
La dieta è costituita prevalentemente da altri rettili, soprattutto lucertole e orbettini; in
talune situazioni le prede più
numerose sono i neonati di piccoli mammiferi, adattamento
che potrebbe spiegare alcune
osservazioni della specie a quote molto elevate. Talvolta si
possono verificare casi di cannibalismo. Se viene molestato,
questo piccolo colubride può
assumere un atteggiamento di
difesa simile a quello di una
vipera.
È una specie essenzialmente
diurna, che ama rimanere per
ore a termoregolarsi sotto il
sole. Pur essendo molto comune nei suoi areali di diffusione,
è molto difficile da osservare, in
quanto al primo segnale d’allarme scompare alla vista, sotto
una pietra o in un cespuglio.
Sulla base dei dati raccolti nel
corso dell’Atlante Erpetologico
del Piemonte e della Valle
d’Aosta C. austriaca è risultata
attiva dalla metà di marzo alla
fine di ottobre. Tra aprile e
maggio, durante il periodo di
maggiore attività, si hanno
gran parte degli accoppiamenti.
Si tratta in realtà di uno dei
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Figura 56
Una Coronella austriaca, uno dei
serpenti più comuni alle alte
quote alpine
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serpenti europei a maggiore
diffusione geografica, in quanto
è reperibile in gran parte
d’Europa e in quasi tutta l’Asia
nord-occidentale. La specie è
presente in tutta l’Italia peninsulare, nell’isola d’Elba e in Sicilia,
ma nelle regioni centromeridionali sembra limitata ai rilievi
montuosi.
In Piemonte e in Valle
d’Aosta è specie non troppo
frequente, benché meno rara
di quanto si ritenga. La maggior diffusione interessa i rilie-
vi, dove la specie appare più
diffusa nelle Alpi Marittime e
nelle Valli di Lanzo (Torino).
Essa è rara nelle valli torinesi
più asciutte come la Valle di
Susa e la Val Chisone. In alcune aree di pianura la specie è
rara o addirittura assente, mentre in altre zone è la specie più
frequente.
La coronella austriaca è un
serpente elusivo (per le dimensioni, la livrea e le abitudini
discrete) e normalmente viene
osservato solo casualmente.
LA SALAMANDRA DI LANZA