festival - Cinema Italiano visto da Milano

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festival - Cinema Italiano visto da Milano
SPAZIO
OBERDAN
MIC
Museo Interattivo
del Cinema
AREA
METROPOLIS 2.0
FESTIVAL
13. EDIZIONE
Partner istituzionali
T
Festival organizzato da
civm.cinetecamilano.it
Ministero
dei beni e delle
attività culturali
e del turismo
Cineteca Milano
@cinetecamilano
1
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Il cinema italiano
visto da Milano
19 - 26 APRILE 2015
13. Edizione
http://civm.cinetecamilano.it
1
Il cinema italiano visto da Milano
13. edizione
19-26 aprile 2015
T
Partner istituzionali
Ministero
dei beni e delle
attività culturali
e del turismo
In collaborazione con
Partner tecnici
Mediapartner
Per l’omaggio ai 70 Anni
dalla Liberazione
Presidente: Gabriele Mazzotta
Direzione artistica: Enrico Nosei, Matteo Pavesi
Segretario generale: Luisa Comencini
Responsabile Concorso Paderno Dugnano: Silvia Pareti
Ufficio Stampa: Margherita Giusti Hazon
Comunicazione Web: Licia Punzo
Redazione e schede film: Marco Lovisato
Logistica e organizzazione: Lorena Iori (responsabile)
Archivio e movimento copie: Luigi Boledi, Roberto Della Torre
Proiezioni: Amedeo Liberti, Fulvio Lombardi, Marcello Seregni, Lorenzo D’Orio
Personale di sala: Achille Cezza, Pina Le Noci
Si ringraziano
01 Distribution, Adriana Chiesa Enterprises, ANPI, Asap Cinema Network,
Banca Intesa San Paolo, Bolero Film, Cattleya, Centro Sperimentale di
Cinematografia-Cineteca Nazionale, Cine Video Corporation, Except, Far
Out Films, Fondazione Aem-Gruppo A2A, Good Films, Imperiale Delizie,
INSMLI, H-57, K-48, Karta Film, Lumière & Co., Magda Film, Mariposa
Cinematografica, Mescalito Film, Microcinema, Mir Cinematografica, Nexo
Digital, Officine Artistiche, Rai Cinema, Red Post Production, La Règle du
Jeu, Shortcut Productions, Sky Arte, Lo Scrittoio, Studio Punto & Virgola,
Sugar, TVM.
Tommaso Agnese, Claudio Amendola, Leone Balduzzi, Viviana Ballotta, Marco
Bechis, Bruno Bigoni, Gaetano Blandini, Barbora Bobulova, Carlo Brancaleoni,
Giulio Bursi, Gianfranco Cabiddu, Maria Pia Calzone, Maccio Capatonda,
Guido Casali, Caterina Caselli, Lionello Cerri, Duccio Chiarini, Adriana Chiesa,
Giulia Ciniselli, Matteo Civaschi, Cristina Comencini, Barbara Costa, Alessio
Cremonini, Marco Dalbesio, Lorenzo Damiani, Antonietta De Lillo, Rossana
De Michele, Andrea De Onestis, Brando De Sica, Sara Di Pietro, Franco Di
Sarro, Sara El Debuch, Alessandro Faes Belgrado, Fabrizia Falzetti, Minnie
Ferrara, Cesare Fragnelli, Gabriele Genuino, Caterina Giargia, Bianca Giordano,
Cristina Gramolini, Barbara Guieu, Silvia Innocenzi, Fariborz Kamkari, Maurizio
Leonardi, Xilda Lepardhaja, Antonella Loconsolo, Rosanna Lombardo, Silvia
Maggi, Alberto Martinelli, Erika Mazzucchelli, Francesco Melzi d’Eril, Luca
Musella, Mauro Pagani, Gianfilippo Pedote, Omar Pedrini, Marina Peluso, Anna
Pomara, Massimo Popolizio, Silvia Radicioni, Massimo Righetti, Luca Rossi,
Andrea Saba, Simona Santandrea, Simone Scafidi, Matteo Scifoni, Stefano
Senardi, Carlo A. Sigon, Lorenzo Sportiello, Filippo Sugar, Riccardo Tozzi,
Domenico Trapani Lombardo, Fabrizio Trisoglio, Fabio Tucci.
Due ringraziamenti particolari: al Premio Letterario Galdus (Nicoletta
Stefanelli, Luigina Mastrolia) per la collaborazione nell’organizzazione degli
incontri degli artisti nei licei, e ai cinque licei milanesi che ospiteranno
le lezioni di cinema di Maria Pia Calzone, Maccio Capatonda, Cristina
Comencini, Fariborz Kamkari, Massimo Popolizio:
Liceo Scientifico Statale Alessandro Volta (Dirigente prof. Domenico
Squillace); Liceo Artistico Statale Umberto Boccioni (Dirigente prof. Pietro
Calascibetta); Liceo Classico Statale Giosuè Carducci (Dirigente prof.
Michele Monopoli); Liceo Classico Statale Giuseppe Parini (Dirigente prof.
Giuseppe Soddu); Liceo Scientifico Statale Leonardo Da Vinci (Dirigente
prof.ssa Luisa Francesca Amantia).
Info: 02.87242114; [email protected]
Spazio Oberdan: 02 – 77.40.63.16; Area Metropolis 2.0: 02 – 918.91.81
http://civm.cinetecamilano.it
http://metropolis.cinetecamilano.it
http://mic.cinetecamilano.it
http://oberdan.cinetecamilano.it
www.cinetecamilano.it
Progetto grafico
Francesco Galanti - Effigie
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Questa nuova edizione del festival, la 13., conferma
la vocazione della manifestazione di fare ogni anno
il punto sullo stato della nostra cinematografia
dandone un quadro sintetico ma incisivo attraverso
la proiezione di lungometraggi, cortometraggi,
documentari e incontri con gli autori. Le opere
in programma, anteprime e riproposte, sono
selezionate soprattutto in funzione della qualità
e originalità ma, in qualche caso, anche della
loro popolarità o del loro essersi imposte come
fenomeni di costume. Un festival quindi che intende
mescolare “alto” e “basso”, mettere a confronto
ravvicinato autori affermati ed esordienti, film di
budget medio-alto e produzioni indipendenti, per
sottolineare la doppia anima del cinema, a un tempo
apparato culturale e sistema industriale. Il nostro
auspicio è di riuscire in tal modo a coinvolgere
ogni tipo di pubblico, e soprattutto gli spettatori
più giovani, verso i quali la Cineteca ha già fatto
un mossa importante in questo 2015 offrendo, in
collaborazione con il Comune di Milano, a tutti i
residenti che nell’anno compiono 18 anni la “Card
18”, tessera di libero ingresso alle proprie proiezioni
che ha riscosso notevole successo. Di seguito una
sintesi del programma.
Concorso “Rivelazioni”
La selezione del concorso di questa edizione del
festival presenta tutti lungometraggi di finzione
e tutti all’insegna di una significativa maturità
narrativa ed espressiva. Valore ancora più importante
se si considera che si tratta di cinque opere prime,
in alcune delle quali i rispettivi autori hanno saputo
fare riferimento a generi cinematografici consolidati
rivisitandoli e arricchendoli con aperture all’insegna
di una consapevole autorialità. Come sempre i titoli
in concorso, programmati sia a Spazio Oberdan
che in Area Metropolis 2.0 (Paderno Dugnano),
saranno valutati da una giuria del pubblico raccolta
attraverso iscrizione on line. Quello che ci ha fatto
davvero piacere è stato constatare ancora un
volta l’interesse che questa sezione suscita negli
spettatori, soprattutto i più giovani e gli studenti:
la risposta al nostro invito di far parte della giuria è
stata infatti massiccia, costringendoci a respingere
centinaia delle richieste pervenuteci in poche ore.
Fuori concorso: film e documentari in anteprima
In questa sezione saranno presentati lungometraggi
e documentari in anteprima per Milano e in
presenza dei registi o degli attori per incontri
con il pubblico in sala. Segnaliamo innanzitutto
il film in calendario nella serata inaugurale del
festival, Pitza & Datteri (Fariborz Kamkari), una
storia d’integrazione divertente e ironica sullo
sfondo di una delle città orientali più occidentali,
Venezia, con Giuseppe Battiston fra i protagonisti.
Quindi Let’s go (Antonietta De Lillo), opera piena
di umanità in cui il protagonista Luca Musella
ripercorre la propria vita, da Napoli, sua città
natale, a Milano, il luogo della nuova esistenza che
conduce da quando da fotografo professionista e
scrittore si è ritrovato nullatenente. Ancora, Tutte
le scuole del regno (Marco Bechis, Caterina Giargia)
- film ambientato a Palermo con al centro una
dirigente scolastica che da tutta la vita lavora nelle
scuole in uno dei quartieri più difficili della città;
L’internazionale del risparmio - Vita e pensiero di
Filippo Ravizza (Giulia Ciniselli) - documentario che
attraverso le testimonianze dei figli e di una ricca
documentazione d’archivio ripercorre i momenti
salienti della vita di Filippo Ravizza, pioniere
dell’insegnamento commerciale e fondatore nel
1951 della Scuola Italiana di Pubblicità; Welcome
Home (Silvia Maggi, Silvia Radicioni) - che racconta
l’esperienza della casa di riposo Lebensort Vielfalt,
nel quartiere Charlottenburg di Berlino, che dal
2012 ospita anziani appartenenti alla comunità
LGBT (Lesbiche, gay, bisessuali, e transgender); e
infine Eva Braun (Simone Scafidi), grottesco viaggio
attraverso il potere, il sesso e la disponibilità dei
protagonisti a sottomettersi a qualsiasi umiliazione
pur di ottenere i loro scopi. Segnaliamo infine anche
tre appuntamenti con altrettante opere dedicate a
protagonisti della nostra scena musicale. Il primo,
Prog Revolution (Rossana De Michele), è il racconto
di una città, Milano, nel periodo che va dal 1969 al
1979, l’epoca d’oro del Rock Progressivo, che vede
come protagonisti grandi musicisti, tra i quali la PFM,
gli Area ed Eugenio Finardi, fotografi e discografici.
Il secondo, Faber in Sardegna (Gianfranco Cabiddu),
ripercorre il rapporto d’amore tra Fabrizio De Andrè
e la Gallura, a partire dalle canzoni concepite tra i
campi dell’Agnata reinterpretate da artisti e amici
del cantautore genovese come Teresa De Sio,
Gianmaria Testa, Ornella Vanoni, Lella Costa, Rita
Marcotulli, Morgan. Il terzo appuntamento sarà un
omaggio a Pino Daniele, con un esperimento di
contaminazione per il quale si veda nella sezione
“Eventi speciali” di questa introduzione.
Cortometraggi
Sia a Spazio Oberdan che in Area Metropolis 2.0,
abbinati alle proiezioni dei 5 film del concorso
“Rivelazioni”, verranno presentati i 5 cortometraggi
realizzati con le storie di cinque aspiranti
sceneggiatori che lo scorso novembre hanno vinto
il contest in occasione di “Cortology. Icone che
fanno cinema”, la mostra-evento realizzata dallo
studio milanese H-57 e composta dalle celebri tavole
realizzate con il format delle ministorie targate
Shortology. Le cinque storie più belle sono state ora
effettivamente prodotte: quattro da una vera casa
di produzione cinematografica, K-48, con la regia di
altrettanti professionisti affermati, e una realizzata
in motion graphic dai creativi di H-57.
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Fuori concorso: i migliori film dell’anno
Come ogni anno, nelle giornate del festival
verranno riproposti anche alcuni dei lungometraggi
più interessanti della stagione. Ricordiamo i titoli
che saranno presentati in presenza di registi e
attori. Italiano medio (Maccio Capatonda, presente
in sala), Latin Lover di Cristina Comencini (presente
in sala), Anime nere di Francesco Munzi (presente
in sala l’attrice Barbara Bobulova), Noi e la Giulia
di Edoardo Leo (in presenza dell’attore Claudio
Amendola), Zanetti Story, con un intervento dei
registi Simone Scafidi e Carlo A. Sigon. In questa
sezione segnaliamo anche: due “piccoli” film
indipendenti che a dispetto del loro valore non
hanno avuto la visibilità che meritavano, Banana
(Andrea Jublin) , La Sapienza (Eugène Green);
Sull’anarchia (Bruno Bigoni); e un appuntamento
con la serie rivelazione del 2014, Gomorra, di cui
saranno proiettati i primi due episodi in presenza
dell’attrice Maria Pia Calzone e del produttore
Riccardo Tozzi.
Eventi speciali
Come detto in precedenza, uno degli appuntamenti
speciali del festival sarà un omaggio a Pino Daniele,
scomparso nel gennaio 2015. Per ricordare il grande
cantautore e musicista presenteremo nella serata
conclusiva della manifestazione un classico del
cinema muto napoletano, Napoli è una canzone
(Eugenio Perego, 1927), in una versione restaurata
e rimusicata dalla Cineteca con le canzoni di
Pino Daniele dedicate alla città partenopea. Il
secondo evento speciale è una tavola rotonda dal
titolo Milly-Melato, due generazioni a confronto
dai palcoscenici (milanesi) agli schermi cinetelevisivi
organizzata dal Dipartimento di Beni Culturali e
Ambientali dell’Università degli Studi di Milano e in
cui verranno ripercorse le carriere delle attrici Milly
e Mariangela Melato attraverso materiali video,
testimonianze e approfondimenti di critici, studiosi
e docenti universitari. A seguire sarà proiettato
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare
d’agosto (Lina Wertmuller).
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Ritrovati e restaurati
Ogni anno il festival ha in calendario un lavoro di
restauro realizzato nella stagione in corso. In questa
edizione sarà presentato in anteprima nazionale il
restauro a cura di Cineteca Italiana e Fondazione
Aem-Gruppo A2A di Cabina ricevitrice Sud – Milano
(in costruzione), documentario del 1934 proveniente
dagli archivi della Aem (Azienda Elettrica Municipale
di Milano) sulla costruzione della stazione di arrivo di
un elettrodotto proveniente dalla Valtellina, stazione
detta appunto “Ricevitrice Sud”. Il film, muto, sarà
proiettato con accompagnamento musicale dal
vivo. Nel corso dell’appuntamento sarà presentato
anche il dvd La ricevitrice: luce, modernità e consenso.
I documentari AEM 1929-1936 editato nella collana “I
tesori del MIC”.
Ex cathedra: gli autori tornano a scuola
Proseguendo l’esperienza della scorsa edizione,
che ha dato risultati davvero eccellenti, saranno
organizzati presso cinque licei milanesi (Volta,
Boccioni, Carducci, Parini, Leonardo Da Vinci)
altrettanti incontri tenuti da protagonisti
della nostra cinematografia ospiti di questa 13.
edizione del Festival: Cristina Comencini, Maccio
Capatonda, Riccardo Tozzi con Maria Pia Calzone,
Massimo Popolizio, Fariborz Kamkari.
Retrospettiva e mostra fotografica: Milano Città
aperta. I 70 anni dalla Liberazione
Un altro importante appuntamento del festival, è la
celebrazione del 70. anniversario della Liberazione,
realizzata in collaborazione con l’ANPI (Associazione
Nazionale Partigiani Italiani) e INSMLI (Istituto
Nazionale per la Storia della Liberazione). Due le
inziative in ricordo del 25 aprile 1945.
Una mostra fotografica dal titolo “Milano città
aperta”: 70 scatti partigiani provenienti dagli archivi
storici dell’ANPI, dell’INSMLI e di Fondazione
Cineteca Italiana che saranno esposti dal 21 aprile
al 3 maggio nella sala adiacente l’atrio del cinema
Spazio Oberdan. In mostra anche i testi storici che
raccontano gli eventi legati alla Liberazione del 24,
25 e 26 aprile 1945 nella città di Milano.
Una rassegna cinematografica con dieci classici
firmati da maestri del nostro cinema (da Roberto
Rossellini, Nanni Loy, Francesco Maselli a Paolo e
Vittorio Taviani, Giorgio Diritti, Florestano Vancini,
Gianfranco De Bosio) e due rari documentari
dedicati al tema della resistenza e della lotta per
la Liberazione (Con i partigiani sull’Appennino e Il
Ribelle).
Enrico Nosei
Direttore programmazione Fondazione Cineteca
Italiana
Matteo Pavesi
Direttore generale Fondazione Cineteca Italiana
CONCORSO RIVELAZIONI
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BOLGIA TOTALE
Italia, 2014, 97’.
Regia e sceneggiatura: Matteo Scifoni. Fotografia: Ferran Paredes Rubio. Montaggio: Francesco De Matteis. Musica:
Stefano Fresi. Interpreti: Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Xhilda Lapardhaja, Ivan Franek, Gianmarco Tognazzi,
Manuela Mandracchia, Katia Greco, Luca Angeletti. Produzione: Mescalito Film, Oh!Pen, in collaborazione con Red Post
Production. Distribuzione: Asap Cinema Network.
Roma, estate. L’ispettore Cruciani, vecchio, drogato e alcolizzato, si fa sfuggire il pericoloso spacciatore Michele Loi. L’ispettore
Bonanza decide di aiutare Cruciani dandogli tre giorni di tempo per ritrovare il criminale, prima di denunciarne l’evasione. Loi
nel frattempo sta programmando la sua fuga dal Paese, per raggiungere un amico che lo attende in Costarica. Ma sulle tracce
del criminale non c’è solo Cruciani, già afflitto dai suoi problemi: anche un suo vecchio socio in affari vuole regolare i conti
con lo spacciatore una volta per tutte. Al fianco di Loi rimane Zoe, bellissima prostituta muta con la quale il criminale vive un
rapporto turbolento.
Concorso rivelazioni
Dichiarazione del regista
«Ho sempre avuto una passione viscerale per il noir, per la “crime fiction”, che non è un genere. È un colore, uno stato
d’animo, una sensazione. Il noir più che indicare un genere specifico designa un tono generale, una serie di motivi, un
insieme di sottogeneri. E mi hanno sempre affascinato le storie di personaggi marginali, di perdenti, sconfitti, di persone
che hanno “fallito” secondo gli standard della società. Mi hanno sempre molto colpito e interessato i barlumi di umanità
spesso paradossale che sono a volte nascosti in questo tipo di personaggi. Da queste due passioni è nato Bolgia totale, la
storia di due uomini che sostanzialmente cercano di sopravvivere. Una storia volutamente semplice ed essenziale, quasi
archetipica (nella speranza che, proprio per questo, sia universale e universalmente comprensibile), con toni che vanno
dal tragicomico al picaresco al malinconico. L’intenzione, mentre scrivevo il film e poi lo giravo, era quella di rielaborare in
modo personale tutto un immaginario filmico e letterario, quello appunto della “crime fiction”.
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Matteo Scifoni
Nato a Roma nel 1982, laureatosi al D.A.M.S. nel 2009 con una tesi sul cinema di Paul Thomas
Anderson, è sceneggiatore e regista indipendente e autodidatta. Amante del cinema di
genere, si è distinto nel campo del cortometraggio con i thriller-horror Spaghetti Haiku
(2005), Mesa verde (2007) e il misterioso Betty Boop (2012). Nel 2005 ha anche pubblicato
il suo primo romanzo, Strani giorni (edito da Terre Sommerse). Bolgia totale segna il suo
esordio nel lungometraggio, e la prima incursione nel genere noir.
BORDER
Italia, 2013, 95’.
Regia: Alessio Cremonini. Sceneggiatura: Alessio Cremonini, Susan Dabbous. Fotografia: Stefano Di Leo. Montaggio:
Andrea Bonanni. Interpreti: Dana Keilani, Sara El Debuch, Wasim Abo Azan, Sami Haddad, Abdul Ahmed, Jamal El Zohbi.
Produzione: Memo Films. Distribuzione: Good Films.
Siria, Aprile 2012. Aya e Fatima sono due giovani sorelle siriane profondamente religiose. Una mattina la loro quotidianità viene
spezzata dall’arrivo di Muhammad, un fiancheggiatore di quei ribelli che da mesi combattono contro il governo. Muhammad
rivela loro che il marito di Fatima ha deciso di disertare dall’esercito e di unirsi all’Esercito Siriano Libero. La conseguenza
della sua decisione pone Aya e Fatima davanti un bivio: continuare e vivere nella loro casa a Baniyas e rischiare di esporsi alla
vendetta dei servizi segreti e degli shabiha (la milizia che sostiene l’esercito regolare) oppure trovare riparo in Turchia. Le due
ragazze scelgono la seconda soluzione, ma il loro viaggio sarà irto di pericoli.
Alessio Cremonini
Nato a Roma nel 1973, è sceneggiatore, regista e produttore. Nel 1997 presenta il
cortometraggio Marta alla Mostra del Cinema di Venezia; il film segna l’inizio della
collaborazione con Camilla Costanzo, con la quale scrive e dirige le due fiction RAI Una
famiglia per caso (2002) e La notte breve (2006). Nel 1998 assiste Ettore Scola sul set di La
cena (1998). Come sceneggiatore debutta nel 2000 adattando il romanzo Voci di Dacia
Maraini per la regia di Franco Giraldi, e nel 2004 scrive la sceneggiatura di Private di Saverio
Costanzo, vincitore del Pardo d’Oro al Festival del Cinema di Locarno. Border segna il suo
esordio nel lungometraggio.
Concorso rivelazioni
Dichiarazione del regista
«Io sono italiano. Damasco si trova a poche ore di volo da Roma. Alcune città della Siria ospitano scavi archeologici
Romani importanti. Spesso i rifugiati restano nascosti in grotte che millenni prima erano tombe Romane. Sei papi nel
Medioevo provenivano da queste zona dell’Asia. Tutti questi fatti mi hanno fatto capire che la Siria non è poi così distante
da me. Ho sempre pensato che il cinema fosse come un aeroplano, in grado di svelare il mondo e le tragedie in esso, che
altrimenti rimarrebbero ignorate. Quando mi hanno parlato di due sorelle siriane venticinquenni, donne che indossano il
niqab (il velo tradizionale), costrette a fuggire verso la Turchia dopo che il marito di una delle due ha disertato l’esercito
e si è unito ai ribelli, ho pensato che quella era una storia che valeva la pena di essere raccontata e che questo fosse il
mezzo, l’”aeroplano” che avrebbe permesso agli spettatori di osservare da vicino una delle realtà più drammatiche degli
ultimi anni.»
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INDEX ZERO
Italia, 2014, 84’.
Regia: Lorenzo Sportiello. Sceneggiatura: Lorenzo Sportiello, Claudio Corbucci, Francesco Cioce. Fotografia: Ferran
Paredes Rubio. Montaggio: Giuseppe Trepiccione. Musica: Lorenzo Sportiello, Alex Campedelli. Interpreti: Simon Merrells,
Ana Ularu, Antonia Liskova, Bashar Rahal, Ralitsa Paskaleva, Mya-Lecia Naylor, Velislav Pavlov, Meto Jovanovski, Ivo
Tonchev, Plamen Manassiev, Alexandra Lopez. Produzione: Cine Video Corporation, con il contributo del MiBACT.
Anno 2035. Kurt e Eva vivono in un mondo che, in seguito alla crisi globale, ha assunto i contorni di uno scenario distopico.
Considerati “non sostenibili” sono costretti a vagabondare da un luogo all’altro. Quando Eva rimane incinta la fuga verso
l’Europa sembra l’unica opzione disponibile alla coppia, ma una volta superato il confine i due vengono catturati, separati e
imprigionati in due diversi campi di detenzione. Ma la voglia di ricongiungersi alla compagna prevale: Kurt evade, riesce a
liberare Eva e provoca la rivolta dei “non sostenibili” contro i propri discriminatori.
Concorso rivelazioni
Dichiarazioni del regista
«Index Zero lo considero un film di fantascienza umanista. Ho voluto lavorare a un film di genere con un approccio
intimista, europeo. La messa in scena è realistica, rendendo la rappresentazione del futuro il più naturalistica possibile.
Anche il notevole impiego di effetti visivi è invisibile, al servizio della storia. La narrazione è in una rigorosa soggettiva.
Cercando di evitare ogni didascalia, lo spettatore è accompagnato a scoprire le regole del mondo in cui si muovono i
protagonisti vivendo gli eventi insieme a loro. Attraverso lo sguardo di due immigrati, infatti, abbiamo voluto raccontare
i temi più attuali legati al futuro degli Stati Uniti d’Europa e alla sostenibilità delle economie e dei popoli. La sostenibilità,
attualmente percepita come valore positivo, nel film è declinata nelle sue estreme applicazioni e conseguenze. Usare il
genere per metaforizzare l’attualità, del resto, è la possibilità più intrigante della fantascienza. Index Zero non vuole essere
una rappresentazione distopica del futuro, ma una proiezione realistica del nostro presente distopico.»
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Lorenzo Sportiello
Barese, classe 1978, Lorenzo Sportiello è sia regista e sceneggiatore sia produttore e
compositore. Laureatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, fa il suo
esordio nel campo dei cortometraggi con Rossocarnoso e Candore, entrambi del 2004.
Seguono Noi siamo seta (2005), Fib 1477 (2006), Io non esisto (2007) e Col sangue agli occhi
(2008). Ha girato spot e videoclip per Trussardi, Louis Vuitton, BMW e MTV. I suoi lavori
sono stati presentati al Festival di Venezia, al Los Angeles Short Films Fest e al Festival del
Cinema di Roma. Index Zero è il suo primo lungometraggio.
MI CHIAMO MAYA
Italia/Francia, 2014, 90’.
Regia: Tommaso Agnese. Sceneggiatura: Tommaso Agnese, Massimo Bavastro. Fotografia: Davide Manca. Montaggio:
Marco Careri. Interpreti: Matilda Lutz, Valeria Solarino, Carlotta Natoli, Melissa Monti, Giovanni Anzaldo, Giada Arena,
Laura Adriani, Laura Gigante, Asia Nevi, Arianna Milone. Produzione: Magda Film, Rai Cinema, con il contributo del
MiBACT, EMC Productions. Distribuzione: Red Post Production.
In seguito ad un tragico evento, Nicole, 16 anni, decide di fuggire dalla casa famiglia cui è stata affidata, portando con se la
sorellina Alice di soli 8 anni. Insieme affrontano un viaggio alla ricerca di un’utopica libertà, attraverso la Roma conosciuta e
quella sconosciuta, incontrando persone molto diverse tra loro: punk, artisti di strada, cubiste...Una “traversata iniziatica” che,
tra mille difficoltà, traghetterà Niki e Alice verso una nuova vita...
Tommaso Agnese
Laureatosi nel 2006 in Storia, scienze e tecniche dello spettacolo, nello stesso anno
realizza, con Remo Remotti, il cortometraggio Senza Sosta, vincitore del festival Unishort
e in concorso al David di Donatello 2007. Sempre nel 2007 realizza Gli albori del cinema,
documentario in tre parti sulla storia del cinema, e il cortometraggio Appena giovani,
vincitore del Festival Internazionale di Salerno e distribuito da Rai Cinema. Nel 2012 dirige
la docu-fiction La vita contro, e nel 2013 cura la regia della mini-fiction in quindici puntate
Così è la vita: entrambi i lavori sono stati trasmessi da Rai Uno. Mi chiamo Maya è il suo
primo lungometraggio.
Concorso rivelazioni
Dichiarazioni del regista
«Il film Mi chiamo Maya, rappresenta per me il risultato di un viaggio capillare all’interno dell’adolescenza metropolitana
contemporanea. Attraverso una serie di opere audiovisive con finalità socio culturali e anche di intrattenimento, ho
cercato nel corso degli anni di affrontare e mettere in luce disagi, difficoltà, bisogni e stili di vita delle nuove generazioni.
(…) Storie di un mondo che vive tentando di imitare quello degli adulti, ma che in molti casi è autonomo, fine a stesso. Lo
scopo ultimo di questo film è infatti quello di descrivere questo mondo reale spesso sottovalutato, dove gli adulti sono
per la maggior parte figure di passaggio, persone lontane e avulse dal contesto. I protagonisti sono loro, i giovani, ragazzi
dai 12 ai 21 anni, con i loro stili di vita e modi d’essere, unici o omologati che siano. La protagonista del film attraverserà
tutto questo, come fosse un’inconsapevole reporter che fotografa la vita con gli occhi.»
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SHORT SKIN
Italia, 2014, 86’.
Regia e sceneggiatura: Duccio Chiarini. Fotografia: Baris Ozbicer. Montaggio: Roberto Di Tanna. Musica: Woodpigeon.
Interpreti: Matteo Creatini, Francesca Agostini, Nicola Nocchi, Miriana Raschillà, Bianca Nappi, Crisula Stafida, Francesco
Acquaroli, Bianca Ceravolo, Michele Crestacci, Lisa Granuzza di Vita. Produzione: La Règle du Jeu, con il sostegno di
Biennale College Cinema, Toscana Film Commission. Distribuzione: Good Films.
Pisa. Edoardo è un giovane diciassettenne alle prese con tutti i tipici problemi dell’adolescenza, più uno: sin dall’infanzia soffre
di uno spiacevole problema al pene, per cui la pelle del prepuzio è troppo corta per lasciar uscire il glande durante l’erezione. A
causa di questa malformazione Edoardo è estremamente timido e impacciato, e la sua insicurezza supera il livello di guardia
quando è in prossimità della bella Bianca, la ragazza della quale è innamorato. Edoardo si trova dunque davanti a un bivio:
arrendersi alla natura del proprio corpo, o superare le proprie insicurezze una volta per tutte per riuscire a sentirsi un ragazzo
come gli altri.
Concorso rivelazioni
Dichiarazioni del regista
«L’idea nasce da un’epifania che mi è venuta leggendo il fumetto di Gipi La mia vita disegnata male: leggendo la parte
della visita andrologica mi sono ricordato che da ragazzino anch’io avevo vissuto un’esperienza analoga. Andando a quegli
anni, ho recuperato memorie mie e di amici, lettere nei cassetti, foto. Ho sentito il bisogno di raccontare la dicotomia
tra interno ed esterno, tra la sessualità rappresentata e quella che vivevi in quegli anni con le tue fragilità. Mi sembrava
che quel problema specifico riguardo a quella che ti insegnano essere la tua parte più significativa, il tuo pisello, poteva
essere lo strumento narrativo più forte per indagare gli anni più delicati di vita di un adolescente. L’idea è raccontare le
fragilità e le debolezze del sesso maschile, troppo spesso rappresentato facendo esclusivo riferimento agli stereotipi del
machismo».
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Duccio Chiarini
Nato e cresciuto a Firenze, dopo la laurea in legge si trasferisce in Inghilterra per studiare
cinema alla London Film School. Fine stagione (2006), il suo saggio di diploma, trasmesso
da Rai Uno, è stato realizzato con la consulenza dello scrittore Hanif Kureishi. Fra i suoi
cortometraggi ricordiamo You Don’t Remember (2001), Alone Together (2003), Too Hot for
Birillo (2004) e Lo zio (2008) presentati in diversi festival internazionali. Ha lavorato come
assistente per Peter Del Monte (Nelle tue mani, 2007) e Spike Lee (Miracolo a Sant’Anna,
2008). Nel 2011 realizza il documentario Hit the Road, nonna, presentato con successo
a Venezia e vincitore del premio del pubblico al 52mo Festival dei Popoli, con menzione
speciale ai Nastri d’Argento. Short Skin è il suo primo lungometraggio.
CORTOMETRAGGI
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CORTOLOGY: CINQUE CORTOMETRAGGI
Cinque cortometraggi realizzati con le storie di cinque aspiranti sceneggiatori che lo scorso novembre hanno vinto il
contest in occasione di “Cortology. Icone che fanno cinema”, la mostra-evento realizzata a Spazio Oberdan nel novembre
2014 dallo studio H-57 di Milano e composta dalle celebri tavole realizzate con il format delle ministorie targate Shortology. Il concorso per aspiranti sceneggiatori consisteva nel cimentarsi nella scrittura di una sceneggiatura per la realizzazione di un cortometraggio. Il caso, oltre alla fantasia, ha determinato gli elementi fondamentali delle mini storie: il sito
forniva infatti, a ciascun partecipante, attraverso un meccanismo simile a quello delle slot machine, una serie casuale di 4
icone shortology con le quali costruire la trama. Drammatico, sentimentale, thrilling, poliziesco: ogni genere cinematografico era ammesso, purché la storia fosse brillante e originale. Le cinque storie più belle e intriganti, a insindacabile giudizio
degli autori di Shortology, sono state ora effettivamente prodotte: quattro da una vera casa di produzione cinematografica, K-48, con la regia di altrettanti professionisti affermati, e una realizzata in motion graphic dallo studio creativo H-57.
CORTOMETRAGGI
Sul tram
Sceneggiatura: Enrico Audenino. Regia: Leone Balducci. Italia, 2015, 5’.
Una romantica storia d’amore nata su un tram.
Non senza di me
Sceneggiatura: Ilaria Floreano. Regia: Brando De Sica. Italia, 2015, 13’.
Il rapporto morboso e malato fra un padre e un figlio.
L’attesa
Sceneggiatura: Emiliano S. Verga. Regia: To Guys. Italia, 2015, 3’.
Un omicidio tanto bizzarro quanto involontario.
Finché morte non ci separi
Sceneggiatura: Iacopo Carapelli. Regia: Francesco Calabrese. Italia, 2015, 11’.
Un thriller a sfondo passionale.
Starsheep Troopers
Sceneggiatura: Luca Sorrentino. Motion Graphic: H-57. Italia, 2015, 5’.
Una pecora che sogna di diventare regista.
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H-57
H-57 è uno studio milanese che, se fosse un film, sarebbe molto difficile da inquadrare in un genere.
Infatti, si occupa di graphic design, tipografia, animazione, advertising e diverse altre cose, tra le quali
pubblicare libri come Shortology e Filmology. Tra i lavori più rilevanti ci sono: videoclip per Elio e le Storie Tese, animazioni video per Wired, GQ, Leroy Merlin, Fiat, Coca Cola, Genertel e Sony Music. Packaging per Coca-cola, Coop e birrificio Ex-Fabrica. Lavori di tipografia per Lucas Film, Vodafone, Ariete e
Peugeot. Campagne adv per Segugio.it, Chanteclair, Malibù e Fineco. A questi lavori hanno fatto seguito le mini-storie illustrate del mondo di Shortology: l’idea nasce proprio dalla volontà di raccontare
i momenti più significativi della Storia e la vita dei personaggi famosi tramite pochi ma azzeccatissimi
pittogrammi. Il successo di vendita del primo libro (più di 80.000 copie in tutto il mondo), i prestigiosi
premi che ha ottenuto e le ottime recensioni, oltre che la frequentatissima pagina Facebook, hanno
portato alla pubblicazione di Filmology: una carrellata sulla storia del cinema tra capolavori assoluti e
b-movie di culto, tutti da indovinare.
LUNGOMETRAGGI
E DOCUMENTARI
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ANIME NERE
ITALIA/FRANCIA, 2014, 103’.
Regia: Francesco Munzi. Sceneggiatura: Francesco Munzi, Fabrizio Ruggirello, Maurizio Braucci, liberamente tratta dall’omonimo
romanzo di Gioacchino Criaco. Fotografia: Vladan Radovic. Montaggio: Cristiano Travaglioli. Musica: Giuliano Taviani. Interpreti:
Marco Leonardi, Barbora Bobulova, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Anna Ferruzzo, Giuseppe Fumo. Produzione:
Cinemaundici, Babe Films, Rai Cinema. Distribuzione: Good Films.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
La storia di tre fratelli calabresi, Luciano, Rocco e Luigi. Quest’ultimo, il più piccolo dei tre, è un trafficante internazionale di droga,
mentre Rocco, milanese d’adozione, è un imprenditore grazie ai soldi sporchi di Luigi. C’è poi Luciano, il maggiore, che si culla ancora
nell’idea di una Calabria preindustriale e dialoga con i morti. Leo è il figlio ventenne di Luciano, un giovane senza identità, che per una
lite banale compie un atto intimidatorio nei confronti del bar del clan rivale. Altrove sarebbe stata una cosa di poco conto, ma qui
siamo in Aspromonte. Luciano è costretto di nuovo a rivivere il dramma per la morte del padre e gli altri due fratelli tornano al paese
d’infanzia per affrontare nodi irrisolti del passato.
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«Anime nere di Francesco Munzi è un film straordinario per forza emotiva e coerenza narrativa, una
specie di tragedia elisabettiana ambientata nella parte più cupa della Calabria, dove il destino che
incombe su una famiglia finisce per chiedere il suo inevitabile tributo di sangue. Ma è insieme un
ritratto finissimo e preciso di un modo di vivere che sembra sfidare i secoli e le leggi, ancorato a
vecchie tradizioni e usanze immodificabili che aggiunge al dramma un altro e più concreto livello
di lettura, quasi da antropologia dei costumi. Un incontro raro, tra storia e contesto, tra forza della
finzione e concretezza del reale, che fa del film una splendida riuscita. » Paolo Mereghetti, Corriere
della sera.
BANANA
Italia, 2014, 82’.
Regia: Andrea Jublin. Sceneggiatura: Andrea Jublin. Fotografia: Gherardo Gossi. Montaggio: Esmeralda Calabria. Musica: Nicola
Piovani. Interpreti: Marco Todisco, Beatrice Modica, Camilla Filippi, Gianfelice Imparato, Giselda Volodi, Anna Bonaiuto, Giorgio
Colangeli, Daniele Protano, Lauryn Luccarini. Produzione: Good Films, con il contributo del MiBACT, Garance Capital, con il
sostegno della Regione Lazio, in associazione con Banca Popolare di Sondrio. Distribuzione: Good Films.
«Su spartito tragicomico, Jublin riesce a comporre un samba di formazione inconsueto per il nostro
cinema, soprattutto negli esiti felici: mutatis mutandis, Banana è quel che avrebbe voluto essere
L’intrepido di Amelio, forse pure II ragazzo invisibile di Salvatores. Dice verità (in)confessabili sul
nostro sopravvivere oggi e offre almeno due chicche: l’Iliade come fosse una partita di calcio, con
Achille e Agamennone in attacco, e le stelle, che vediamo brillare ma potrebbero già essere morte,
come metafora della nostra resa. Da non perdere.» Federico Pontiggia, Il Fatto Quotidiano.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Il quattordicenne Giovanni è chiamato dagli amici “Banana” per due motivi: per la maglietta del Brasile che indossa sempre e per quei
piedi così poco brasiliani da mandare spesso il pallone nel cortile di un terribile e misterioso vicino, che lo squarcia ogni volta. Ma quello
che importa a Banana è vivere alla brasiliana: cercare sempre di essere felici, in ogni momento. E la felicità per Banana ha il volto
della bella Jessica, che lo snobba ed è in odore di bocciatura. Banana farà di tutto per far promuovere la ragazza, in modo di averla di
nuovo come compagna di banco; anche se questo vuol dire sfidare la temibile professoressa Colonna, vera e propria mangiastudenti.
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EVA BRAUN
(ANTEPRIMA)
Italia, 2014, 82’.
Regia e sceneggiatura: Simone ScafidiMontaggio: Francesco Gatti, Michela Menichelli. Interpreti: Andrea De Onestis, Susanna
Giaroli, Federica Fracassi, Adele Raes, Giulia Faggioni, Gabriella Riva, Nathan Macchioni, Gabriele Falsetta. Produzione: La Via
della Mano Sinistra.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Riflessione in chiave grottesca sul Potere e sul suo fascino affabulatore, il film è anche un ritratto di un Paese macchiato dagli scandali
sessuali e dalla mercificazione di anime e corpi. Ispirato dal marchese de Sade, Scafidi segue Pier, ricco e potente, e la sua mistress Romy
nella spirale di perversione che finirà per coinvolgere le persone intorno a loro, tutte disposte a sacrificare la loro dignità pur di giungere
al successo. Chiusi nella villa di Pier, come in un Decamerone moderno, daranno sfogo a tutta la loro perversione.
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Dichiarazione del regista
«Eva Braun è un film che prende spunto dalla realtà contemporanea per reinterpretarla attraverso
una lente metafisica e al contempo umanista. È il racconto delle macerie lasciate dai Potenti e nelle
quali si devono muovere persone che adesso non hanno più scelta: per avverare i propri sogni, bisogna
mettere in gioco la propria anima. E il proprio corpo. È la storia di un’educazione alla vita, attraverso i
compromessi e gli slanci di speranza che ogni percorso individuale incontra. È il racconto di un uomo
che assicura il raggiungimento dei propri ideali e in cambio chiede solo amore. Seppure sotto una
forma disperata e cruenta. (…) Eva Braun è un concerto per piano che sfocia in una canzonetta pop.
È il luogo dove ascolti Beethoven, ma sai tutto di Amy Winehouse. È la battuta scherzosa che gela il
sangue più di qualsiasi condanna a morte.»
FABER IN SARDEGNA
(ANTEPRIMA)
Italia, 2015, 60’.
Regia, soggetto e trattamento: Gianfranco Cabiddu. Fotografia: Enzo Carpineta. Montaggio: Letizia Caudullo. Musica: Fabrizio
De André. Interpreti: Fabrizio De André, Dori Ghezzi, Renzo Piano, Paolo Fresu, Danilo Rea, Morgan, Lella Costa, Teresa De Sio,
Rita Marcotulli, Ornella Vanoni, Gianmaria Testa. Produzione: Clipper Media in collaborazione con Microcinema e Rai Cinema.
Distribuzione: Microcinema.
«Mi sento più contadino che musicista. Questo è il mio porto, il mio punto d’arrivo. Qui voglio vivere,
diventare vecchio…“. Così parlò il più grande cantautore della nostra storia patria, volato via troppo
presto, ormai quasi vent’anni fa: Fabrizio De André. Che in Gallura, nell’Agnata, nella Sardegna più
profonda e ancestrale volle rifissare le sue radici. Ne amava la natura aspra e incantata, le leggende
impastate di millenni sempre uguali, i colori e le sensazioni sconfinate. Quell’aria capillarmente premoderna, e quell’indigenza rurale che poteva farsi disumana, ferina, da pura legge della giungla.
(…)”Quando arrivai in Sardegna e acquistai la casa a Portobello di Gallura, mi innamorai subito sia
della natura che della gente… La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi:
ventiquattromila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso
dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso…“. Parola
di Fabrizio De André.» Maurizio Di Fazio, il fattoquotidiano.it.
«C’è chi ha il mal d’Africa: io ho il mal di Sardegna.» Dagli appunti di Fabrizio De André.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Un documentario che alterna passato e presente. Il passato evocato dalle rare immagini d’archivio che ritraggono De André all’Agnata,
fotografie e spezzoni di filmati familiari, testimonianze che raccontano un De André privato e intimo, un uomo che, smessi i panni
dell’artista conosciuto da tutti, indossa quelli dell’allevatore e del contadino. Il presente che si concentra sulla sua musica, suonata
oggi dai tanti artisti che ogni anno si ritrovano per il piacere di cantare insieme le sue canzoni. Tra le interviste, varie personalità
della cultura - tra cui Renzo Piano – e della musica e molti amici sardi del cantautore genovese. Molti, inoltre, i musicisti che rendono
omaggio dal vivo a De Andrè, ripresi durante i vari concerti all’Agnata: tra questi, insieme a Cristiano De André, Paolo Fresu, Danilo
Rea, Gianmaria Testa, Lella Costa, Maria Pia De Vito, Rita Marcotulli, Morgan.
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FINO A QUI TUTTO BENE
Italia, 2014, 80’.
Regia: Roan Johnson. Sceneggiatura: Roan Johnson, Ottavia Madeddu. Fotografia: Davide Manca. Montaggio: Paolo Landolfi,
Davide Vizzini. Musica: I Gatti Mezzi e Zen Circus. Interpreti: Isabella Ragonese, Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Ilaria D’Amico,
Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini, Paolo Giommarelli. Produzione: Roan Johnson in collaborazione con gli attori, gli autori
e la troupe del film. Distribuzione: Microcinema.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Pisa. Cinque amici e coinquilini, Cioni, Vincenzo, Francesca, Andrea e Marta, si apprestano da laureati a vivere il loro ultimo fine
settimana insieme. In breve tempo, infatti, prenderanno strade diverse: chi tenterà la carriera all’estero, chi tornerà a vivere dai
genitori, chi è già alle prese con relazioni e gravidanze. La casa in cui hanno vissuto è stata teatro dei momenti più felici della loro
vita; e ora i ragazzi sentono che l’età della spensieratezza è giunta alla fine. Ma prima di affacciarsi al mondo degli impegni e delle
responsabilità bisogna godersi fino in fondo questo ultimo weekend.
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«Il titolo è stato suggerito al regista Roan Johnson dalla battuta finale dell’ Odio di Mathieu Kassovitz
ma interpretata col comune sentimento grottesco dei giovani Italiani in crisi. (...) Tipi diversi ma non
banali, gioventù e goliardia non stereotipate, nel film circola aria piacevole di verità e dalla finestra
aperta, come nel vecchio cinema, entra diretta la vita. (...) Una commedia non volgare, spiritosa che
può aiutare a portarci fuori dalle secche dei telefonini bianchi e dei soliti noti: questi attori ignoti son
pronti a prendere il posto.» Maurizio Porro, Corriere della Sera.
IL GIOVANE FAVOLOSO
Italia, 2014, 137’.
Regia: Mario Martone. Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo. Fotografia: Renato Berta. Montaggio: Jacopo Quadri.
Musica: Sascha Ring. Interpreti: Elio Germano, Isabella Ragonese, Michele Riondino, Edo Natoli, Massimo Popolizio, Anna
Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi, Sandro Lombardi, Iaia Forte, Federica De Cola, Giovanni Ludeno, Giorgia Salari,
Raffaella Giordano, Gloria Ghergo. Produzione: Palomar, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, con il sostegno di Regione
Marche, Regione Lazio, Marche Film Commission. Distribuzione: 01 Distribution.
«Ironico, ribelle, inquieto e vagabondo, sfrontato, dirompente. In altre parole, contemporaneo come
una rock star. Così è il Leopardi raccontato ne Il giovane favoloso (il titolo del film è mutuato da
una poesia di Anna Maria Ortese) da Mario Martone. (...) Il regista prosegue così la sua personale
riflessione sull’Ottocento italiano evitando le trappole di luoghi comuni che avrebbero portato dritto
alle più scontate reminiscenze scolastiche. Sceneggiato dallo stesso Martone insieme a Ippolita Di
Majo a partire dai testi del poeta, dalla lettere e dai documenti che parlano di lui, il film ci restituisce
un uomo più vivo e vero che mai, pieno di passione e furore, dolcezza e rabbia, diviso tra commoventi
slanci vitali e profonde malinconie.» Alessandra De Luca, Avvenire.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Il film racconta la vita del grande poeta Giacomo Leopardi, dalla reclusione giovanile nella casa- prigione di Recanati, sotto lo sguardo
vigile e severo del padre, all’arrivo, ventenne e spaesato, nell’alta società fiorentina. Dopo aver passato la giovinezza sui libri, intento a
sognare un mondo fuori dalle mura della propria villa, il poeta fa la conoscenza dell’intellettuale Antonio Ranieri e della bella Fanny,
con i quali inizia un triangolo amoroso che porterà i due uomini a trasferirsi a Napoli. Qui Leopardi rimane incantato dalla vitalità
della città e dal brulicare delle persone, ma si ammala di colera e muore tra le braccia dell’amico .
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GOMORRA
LA SERIE (Episodi 1 e 2)
Italia, 2014, 100’
Regia: Stefano Sollima. Sceneggiatura: Stefano Bises. Fotografia: Paolo Carnera. Montaggio: Patrizio Marone. Musica: Joshua
Berman. Interpreti: Salvatore Esposito, Maria Pia Calzone, Marco D’Amore, Fortunato Cerlino, Walter Lippa, Ivan Boragine,
Claudio Corinaldesi, Fabio De Caro, Mimmo Esposito, Marco Palvetti, Massimiliano Rossi, Elena Starace. Produzione: Gina
Gardini, Domenico Procacci, Riccardo Tozzi.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
I primi due episodi della serie rivelazione del 2014, ispirata all’omonimo romanzo di Roberto Saviano, che figura anche fra gli ideatori
della serie stessa, e al film tratto da esso e diretto da Matteo Garrone.
Episodio 1. L’impero criminale di Pietro Savastano, potente boss della camorra napoletana, è minacciato dal clan rivale, guidato da
Salvatore Conte. Così Don Pietro incarica il suo fedele e ambizioso braccio destro Ciro di bruciare la casa di Salvatore Conte a scopo
di intimidazione. Questo gesto sfocia in una serie di ritorsioni e sanguinose vendette.
Episodio 2. Don Pietro Savastano è preoccupato per la guerra scoppiata fra i clan rivali. Inoltre scopre che uno dei suoi uomini ha
tradito, facendo una soffiata alla finanza che ha portato al sequestro di un carico di cocaina. Intanto per suo figlio Genny, viziato e
debole, è giunto il momento dell’iniziazione.
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Dichiarazionie di Roberto Saviano
«La sfida era raccontare il male dal suo interno, mantenendo credibilità, alleggerendo la narrazione
senza suscitare mai empatia. Non volevamo raccontare la camorra al mondo, ma al contrario raccontare
il mondo attraverso la camorra. (…) Tutti cattivi? Sì, in quel mondo non ci sono personaggi positivi, il
bene ne è alieno. Nessuno con cui lo spettatore può solidarizzare, nel quale si può identificare. Nessun
balsamo consolatorio. Nessun respiro di sollievo. Lo spettatore, in maniera simbolica, non doveva
avere tregua, come non ha tregua chi vive nei territori in guerra. Nessuna salvezza per nessuno.
Nessuna via di fuga narrativa, nessuna quota di bontà pari a quella della cattiveria. Non una serie in cui
ci sono il cattivo irredimibile, il cattivo che si redime, un buono con delle ombre e il buono redentore.
Questa dialettica così classica e così scontata non serve più a un paese che è andato culturalmente
oltre.» Roberto Saviano, repubblica.it
HUNGRY HEARTS
Italia, 2014, 113’.
Regia e sceneggiatura: Saverio Costanzo, dal romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso. Fotografia: Fabio Cianchetti.
Montaggio: Francesca Calvelli. Musica: Nicola Piovani. Interpreti: Adam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell, David
Aaron Baker, Dennis Rees, Victoria Cartagena, Ginger Kearns. Produzione: Wildside, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT.
Distribuzione: 01 Distribution.
«Hungry Hearts è un film davvero molto bello, ma è anche difficile e indigesto, proprio nel senso
che non si lascia consumare e via. Ferisce, lascia la sua traccia dolorosa. Formidabile l’incipit. (...)
Basta questo inizio per farci capire che ci stiamo infilando in un film che non si farà dimenticare. (...)
Da notare che dei quattro lungometraggi fiction realizzati dal regista romano quarantenne tre siano
di matrice letteraria. E che questo non gli abbia impedito di esprimere il massimo di originalità di
sguardo e di personalità di stile. (...) Non sono soltanto l’ambientazione, il titolo, la non italianità del
cast di questo film (tolta la coraggiosa Alba) a farci riflettere sulla naturale dimensione internazionale
dell’autore. Che porta nelle sue scelte assonanze molto stimolanti (con il polacco Kieslowski per dirne
una) ma senza ombra di rinuncia al proprio netto profilo.» Paolo D’Agostini, La Repubblica.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
New York. Jude incontra l’italiana Mina in un ristorante cinese. Tra i due scoppia un grande amore, che li porterà al matrimonio e alla
nascita di un figlio. Ma la serenità della famiglia viene minata dall’ossessione morbosa di Mina nei confronti del piccolo: una veggente
le ha infatti detto che il nascituro è un “bambino indaco”, cioè dotato di capacità speciali e soprannaturali. Mina si convince che il
bambino non debba uscire di casa e debba essere nutrito solo con determinati cibi, che però rischiano di bloccargli la crescita. Jude si
risolve a consultare un medico, che non può non constatare le pessime condizioni del piccolo. Il braccio di ferro tra i due genitori avrà
esiti drammatici.
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L’INTERNAZIONALE DEL RISPARMIO –
VITA E PENSIERO DI FILIPPO RAVIZZA
(ANTEPRIMA)
Italia, 2014, 26’.
Regia: Giulia Ciniselli. Fotografia: Corrado Zacchi. Montaggio: Giulia Ciniselli. Musica: Maria Silvana Pavan. Produzione: Mir
Cinematografica per Intesa San Paolo.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Filippo Ravizza fu pioniere dell’insegnamento commerciale e fondatore nel 1951 della Scuola Italiana di Pubblicità. Poliglotta e
propugnatore dell’esperanto, importò dagli Stati Uniti l’attenzione a temi quali il marketing, la formazione del personale, le tecniche
di management. Nel 1924 fu l’animatore del Primo Congresso Internazionale del Risparmio, voluto dalla Cassa di Risparmio delle
Province Lombarde, dal quale originò la Giornata Mondiale del Risparmio che si celebra ancora oggi il 31 ottobre. Dal 1925 al 1948
diresse l’Istituto Internazionale del Risparmio, con sede a Milano. Il film, prodotto dalla MIR per l’Archivio storico di Intesa Sanpaolo,
ripercorre i momenti salienti della sua carriera giovandosi di una ricca documentazione e delle testimonianze dei figli.
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« Una Milano illuminata, considerata punto di riferimento in Europa tra le due guerre, è il contesto
che dà vita all’Internazionale del risparmio, istituzione promossa dalla Cariplo con un congresso che
riunì nel 1924 alla Ca’ de Sass 497 delegati di 6714 Casse di risparmio di 27 paesi. Nacque così anche
la giornata mondiale del risparmio che si celebra ancora oggi il 31 ottobre di ogni anno. L’archivio
storico di Intesa Sanpaolo ricostruisce gli avvenimenti attraverso la storia di un uomo, Filippo Ravizza,
che fu l’artefice di quel congresso e guidò l’Internazionale per circa vent’anni. (…) Un documentario
realizzato dalla regista Giulia Cisinelli, nipote dello stesso Ravizza (…) ha portato alla luce fonti
manoscritte e a stampa di grande rilievo e rarità, in particolare gli opuscoli degli anni Venti del 900 sui
temi del marketing, dell’organizzazione commerciale delle aziende, della formazione del personale,
temi introdotti a Milano da Ravizza fra il 1920 e il 1926 a seguito di due viaggi negli Stati Uniti.» Paola
Pica, Corriere.it.
ITALIANO MEDIO
Italia, 2014, 90’. Regia: Maccio Capatonda (Marcello Macchia). Sceneggiatura: Marco Alessi, Luigi Luciano, Marcello Macchia, Sergio Spaccavento,
Daniele Grigolo, Danilo Carlani. Fotografia: Massimo Schiavon. Montaggio: Giogiò Franchini, Marcello Macchia. Musica: Chris
Costa, Fabio Gargiulo. Interpreti: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Lavinia Longhi, Barbara Tabita, Franco Mari, Ivo Avido,
Nino Frassica, Gabriella Franchini, Francesco Sblendorio, Rodolfo D’Andrea, Matteo Bassofin, Anna Pannocchia. Produzione:
Lotus Production.
Distribuzione: Medusa Film.
due personalità si combatteranno con esiti esilaranti.
«A rendere Italiano medio qualcosa di più e di meglio di uno sketch esteso è una riuscita partitura
corale, unita a un’architettura formale inedita per operazioni del genere. Italiano medio è un film
a tutti gli effetti, che piuttosto che camuffare la sua modestia qualitativa la sottolinea nel tipico
modo di Capatonda. Quest’ultimo riesce a combinare i punti di forza della sua comicità – svarioni
linguistici, dialoghi da analfabeti, svuotamento dei codici filmici, paralisi facciale – con un canovaccio
narrativo più articolato e adatto al lungometraggio. Il risultato, invece che annacquare le sue doti,
le esalta, regalandoci una commedia che mancava e una declinazione dell’idiotismo mai fine a se
stessa, lucida anzi nella rivisitazione vandalica di modelli cinematografici e televisivi pregressi. Il
medio proporzionale tra l’italiano impegnato e quello debosciato e qualunquista è – sembra suggerire
Capatonda – il medium, un blob dirompente e vischioso che trascina via tutto, la commedia piccoloborghese e la tv trash degli ‘80, la volgarità dei cinepanettoni e l’arte della macchietta alla Sordi.»
Gianluca Arnone, cinematografo.it.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Giulio Verme è un uomo pieno di ideali, ambientalista e socialmente impegnato, il quale vede però frustrati tutti i suoi sforzi per
approntare un miglioramento al Paese. Giulio si lega all’associazione ambientalista Mobbasta per cercare di salvare un parco
cittadino; ma quando anche questa iniziativa va a rotoli, Giulio cade in una profonda crisi depressiva. Avvilito e furioso, la sua vita
cambia quando l’amico Alfonzo gli dà una pillola che consente di utilizzare solo il 2% del cervello umano. E così Giulio si trasforma da
idealista intellettualoide a “italiano medio”, frivolo, individualista e ossessionato dal sesso e dai reality show. Novello Dr. Jekyll, le sue
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LATIN LOVER
Italia, 2014, 104’.
Regia: Cristina Comencini. Sceneggiatura: Cristina Comencini, Giulia Calenda. Fotografia: Italo Petriccione. Montaggio: Francesca
Calvelli. Musica: Andrea Farri. Interpreti: Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Virna Lisi, Marisa Paredes, Candela Peña,
Jordi Mollà, Lluís Homar, Neri Marcorè, Francesco Scianna, Toni Bertorelli, Claudio Gioè, Cecilia Zingaro, Ippolito Chiarello,
Isabella Ragno, Produzione: Lumière & Co., Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, in associazione con Banca Popolare di
Bari, Essequamvideri, con il sostegno di Fondazione Apulia Film Commission. Distribuzione: 01 Distribution.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Il leggendario Saverio Crispo, grande attore del cinema italiano, è morto da dieci anni quando le sue cinque figlie, avute con donne
diverse da ogni parte del mondo, si ritrovano nella vecchia villa di famiglia. Nessuna delle donne, che sono rispettivamente italiana,
francese, spagnola, svedese e americana, ha mai conosciuto veramente il padre, mitizzato sin dalla tenera età. A gettare nuova luce
sulla sua personalità ci pensano le due vedove del divo: la prima, italiana, dalla quale Saverio aveva divorziato e che l’aveva accudito
nella vecchiaia; e la seconda, spagnola, sposata negli anni Sessanta. A complicare il rendez-vous ci pensa la controfigura Pedro Del Rio,
che sembra aver conosciuto Crispo meglio di chiunque altro.
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«Cristina Comencini torna alla commedia e fa centro. (...) Sullo sfondo di un teatrino di scontri
ed equivoci popolato anche da discrete presenze maschili, il film ripercorre la carriera del defunto
attraverso un montaggio di finte pellicole che diventa un excursus sul nostro cinema e su storici “latin
lover” quali Mastroianni e Gassman. Ma l’omaggio è lungi dall’avere carattere retrò o cinefilo: figlia del
grande Luigi, la Comencini quel mondo l’ha respirato fin dall’infanzia e lo ripropone con affetto come
un modo per invitarci (in ogni senso) in seno alla “famiglia”.» Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa.
LET’S GO (ANTEPRIMA)
Italia, 2014, 55’.
Regia: Antonietta De Lillo. Sceneggiatura: Luca Musella, Antonietta De Lillo, Giovanni Piperno. Fotografia: Giovanni Piperno,
Luca Musella. Montaggio: Giogiò Franchini. Musica: Daniele Sepe. Interpreti: Luca Musella, Elizabeth Cristina Almeida, Vincenzo
Arvanno, Brahim Ati Baha, Miriam Ati Baha, Paolo Ciarchi, Sirlei De Fatima, Simone Gennaro, Dian Slutu, Cheriti Mohammed
Wajdi, Abdul Mecit Erbi, Elena Teresa Rossi, Roberto De Francesco. Produzione: Alice Mariani e Renato Lambiase per Marechiaro
Film, Rai Cinema, Istituto Luce Cinecittà. Distribuzione: Mariposa Cinematografica
Dichiarazione della regista
«Let’s go è la storia del mio amico fotografo Luca Musella che ha avuto la generosità di mettersi a
nudo di fronte alla telecamera in un momento di difficoltà. Gli ho chiesto di raccontare la sua “caduta”
in un testo-lettera che è diventato voce narrante del film e che si alterna al suo racconto in presa
diretta ripercorrendo la storia del suo slittamento da un universo borghese a un sottoproletariato
fatto di marginalità e clandestinità. Due linguaggi diversi e necessari perché il protagonista e autore
diventi specchio di chi guarda. Le sue paure, le sue debolezze sono le nostre, anche se ci troviamo
in condizioni meno estreme della sua. Le immagini del film – alcune di queste girate dallo stesso
protagonista – sono frutto di uno sguardo capace di soffermarsi sulla miseria e sulla fragilità che ci
circondano perché proiezione di una condizione individuale, diventando anche ritratto di un’Italia
smarrita e impoverita. Quello che mi ha spinto a raccontare la storia di Luca è soprattutto la sua
capacità di vivere la sua nuova condizione con pudore, con dignità, senza rancore e senza piangersi
addosso. Un esempio commovente dell’intelligenza e della sensibilità di chi capisce che l’unica
possibilità di riscatto è nel vivere “con il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà”.»
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Luca Musella, fotografo e operatore di un certo successo negli anni Novanta, accoglie la richiesta della regista, sua amica, e si mette a
nudo di fronte alla cinepresa, il mezzo che conosce meglio di ogni altro, con una toccante lettera personale. Il film documenta Musella
durante un periodo difficile della propria vita, quando ha visto sfumare davanti ai propri occhi, a causa della crisi, quanto aveva
raccolto in quarant’anni di vita. Da Napoli, sua città natale, a Milano, dove Musella sopravvive tra lavori occasionali, il film segue il
proprio protagonista disegnando uno straordinario ritratto di umanità.
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LA MOSSA DEL PINGUINO
Italia, 2013, 94’
Regia: Claudio Amendola. Sceneggiatura: Claudio Amendola, Edoardo Leo, Michele Alberigo, Giulio Di Martino. Fotografia:
Antonio Grambone. Montaggio: Alessio Doglione. Musica: Giorgio Federici. Interpreti: Edoardo Leo, Ennio Fantastichini, Antonello
Fassari, Ricky Memphis, Francesca Inaudi, Sergio Fiorentini, Emanuele Propizio, Elisa D’Eusanio, Damiano De Laurentiis, Barbara
Scoppa. Produzione: DAP Italy - De Angelis Group, con il contributo del MiBACT e con il sostegno di Istituto per il Credito
Sportivo, Film Commission Torino Piemonte. Distribuzione: Videa.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Bruno, trentenne squattrinato e sognatore con moglie e figlio a carico, si sente a un punto morto della sua vita. In cerca di nuovi stimoli
scopre il curling, sport invernale poco noto che gli ricorda il proprio mestiere, ossia il pulitore di pavimenti. Insieme all’inseparabile
amico Salvatore, all’ex vigile Ottavio e al mago del biliardo Neno raduna quindi una squadra con l’obiettivo di partecipare alle
Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Ma dovrà scontrarsi con mille altri problemi, primi tra tutti la mancanza di preparazione e lo
scetticismo della moglie.
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«È un felice esordio da regista quello di Claudio Amendola che dirige gli “amici” attori con delicatezza
e complicità in una storia che esige proprio queste due doti, con una coloritura sociale - è gente vera
- che non scade nel volgare o nel folk. Nel genere del clan di sfigati alla Full Monty (ma è citata non
a caso L’armata Brancaleone) che inseguono sogni pure per raddrizzare la vita. (...). Schema classico
che viene dal cinema americano, ma molto ben reso, con finezze espressive, da Edoardo Leo e Ricky
Memphis, Francesca Inaudi, Ennio Fantastichini, Antonello Fassari.» Maurizio Porro, Corriere della
Sera.
NOI E LA GIULIA
(ANTEPRIMA)
Italia, 2014, 115’.
Regia: Edoardo Leo. Sceneggiatura: Edoardo Leo, Marco Bonini, dal romanzo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei.
Fotografia: Alessandro Pesci. Montaggio: Patrizio Marone. Musica: Gianluca Misiti. Interpreti: Edoardo Leo, Carlo Buccirosso,
Luca Argentero, Claudio Amendola, Stefano Fresi, Anna Foglietta, Mattia Sbragia, Federico Torre. Produzione: Fulvio e Federica
Lucisano per Italian International Film e Warner Bros. Ent. Italia. Distribuzione: Warner Bros. Italia.
«Al netto di un pugno di stereotipi di troppo, il terzo film di Edoardo Leo (...) è una commedia
intelligente, superiore al livello medio e mediocre. (...) il film migliora strada facendo, finisce con la
didascalica tirata sui mali morali e si avvale di un gruppo di ottimi attori tra cui spicca la misura di
Carlo Buccirosso e Claudio Amendola.» Maurizio Porro, Corriere della Sera.
«L’opera terza di Edoardo Leo è la migliore commedia italiana del 2015, se non della stagione: nulla
di eclatante, sia chiaro, ma interpretazioni (Buccirosso è superbo), ritmo e “la morale della favola”,
ovvero l’elegia scanzonata di rischio, coraggio e libera intrapresa nell’Italia sdraiata e bambocciona,
mettono nel motore della Giulia cavalli inediti per il nostro cinemino.» Federico Pontiggia, Il Fatto
Quotidiano.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Diego, Claudio e Fausto vengono da mestieri ed esperienze differenti: il primo è un venditore d’auto timido e frustrato, il secondo il
titolare di una gastronomia finita in bancarotta e il terzo è un piazzista televisivo inseguito dai creditori. Insieme decidono di aprire un
agriturismo, ma subito si trovano alle prese con mille problemi, primo tra tutti un insolito clan di camorristi, con a capo lo strambo
Vito, che esigono il pizzo. Al trio si aggiungono anche Sergio, sessantottino deluso, ed Elisa, giovane ed esuberante ragazza incinta.
Col tempo il gruppo capirà che solo unendo le forze potranno far fronte agli imprevisti.
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PITZA E DATTERI(ANTEPRIMA)
Italia, 2014, 92’.
Regia: Fariborz Kamkari. Sceneggiatura: Fariborz Kamkari, Antonio Leotti. Fotografia: Gogò Bianchi. Montaggio: Mirco Garrone.
Musica: Orchestra di Piazza Vittorio. Interpreti: Mehdi Meskar, Giuseppe Battiston, Hassan Shapi, Maud Buquet, Giovanni
Martorana, Esther Elisha, Alessandro Bressanello, Andrea Pergolesi, Daniela Foa, Gaston Biwole, Hafida Kassoui, Monica
Zuccon, Paola Glaucia Virdone, Hamarz Vasfi. Produzione: Far Out Films, Adriana Chiesa Enterprises, Mestiere Cinema, Rai
Cinema, con il contributo del MiBACT, con il sostegno di Camera di Commercio di Venezia, Venice Film Fund, Regione Veneto.
Distribuzione: Bolero FIlm
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Il giovane afgano Saladino è un ragazzo musulmano che viene mandato dal proprio imam a Venezia per prendersi cura della comunità
islamica locale. Qui si trova per la prima volta a contatto con il mondo occidentale, e troverà un insolito sostegno in Bepi, esuberante
veneziano convertitosi all’islam per protesta contro il capitalismo. Affascinato da Venezia, Saladino comincia a subire con sempre più
forza la sensualità della città e della bellissima parrucchiera Zara, mal vista dalla comunità araba per la sua decisione di divorziare dal
marito e di trasformare la moschea locale in un salone di bellezza.
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Dichiarazione del regista
«Il tono ironico di Pitza e datteri deve molto all’influenza della commedia all’italiana, uno stile che ha
avuto un enorme impatto sul cinema mediorientale e nella mia esperienza personale. Trattare temi
molto seri e importanti con leggerezza dà la possibilità di toccare questioni assai delicate senza essere
necessarimente provocatori.»
I PONTI DI SARAJEVO
BOSNIA-ERZEGOVINA/FRANCIA/SVIZZERA/ITALIA/GERMANIA/
PORTOGALLO/BULGARIA, 2014, 110
Regia: Aida Begic, Leonardo Di Costanzo, Jean-Luc Godard, Kamen Kalev, Isild Le Besco, Sergej Loznitsa, Vincenzo Marra, Ursula
Meier, Vladimir Perisic, Cristi Puiu, Angela Schanelec, Marc Recha, Teresa Villaverde. Produzione: Cinétévé, Obala Art Centar,
in coproduzione con Bande À Part Films, Mir Cinematografica, Unafilm, Ukbar Filmes, The First World War Centenary Mission,
France 2 Cinéma, Rai Cinema, Rts Radio Télévision Suisse.
13 registi europei offrono la loro visione della città di Sarajevo: ciò che questa città ha rappresentato nella storia europea degli ultimi
100 anni e quello che è Sarajevo oggi in Europa.
L’album (A. Begic) - La Sarajevo di oggi raccontata attraverso il ricordo dei suoi abitanti.
Les Ponts des soupirs (J.-L. Godard) - Un saluto malinconico alla Sarajevo cristallizzata in un secolo di
violenza reale e simbolica.
Ma Chère nuit (K. Kalev) - Durante un bagno in piscina, un uomo viene avvisato da uno sconosciuto di un
imminente attacco terroristico nei suoi confronti.
Little Boy (I. Le Besco) - Un bambino di 5 anni è rimasto solo e a occuparsi di lui c’è solamente la nonna.
Durante il giorno vaga nella città di Sarajevo per dare da mangiare ai cuccioli in strada e andare a lezione di
pianoforte e karate. Di notte, invece, è solo nella nebbia.
Reflexions (S. Loznitsa) - La vita nella Sarajevo contemporanea riflessa sui vetri che proteggono le fotografie
in bianco e nero scattate dal fotografo bosniaco Milomir Kovačević nel 1992, durante l’assedio della città.
Silence Mujo (U. Meier) - Durante un allenamento di calcio nello stadio Zetra, il piccolo Mujo fallisce un
calcio di rigore mandando il pallone oltre la recinzione, nel cimitero adiacente. Mentre i compagni scherzano
sulle sepolture cattoliche e musulmane, Mujo indugia fra le tombe.
Reveillon (C. Puiu) - Il signor Popescu spiega a sua moglie la Storia, unendo insieme pezzi di un puzzle
eternamente incompleto.
Zan’s Journey (M. Recha)- Zan ha 21 anni è un ragazzo timido e tranquillo che vive in un villaggio nel nord
della Catalogna insieme alla famiglia. Zan è nato a Sarajevo nel 1991. Quando lui aveva 8 mesi la città è stata
assediata e la famiglia ha deciso di fuggire rifugiandosi a Banyoles.
Princip, Texte (A. Schanelec) - Una giovane coppia legge estratti di un’intervista con Gavrilo Princip.
Sara et sa mère (T. Villaverde) - Sarajevo, 2014. Sara ha sei anni e sta cambiando casa insieme alla mamma.
Con l’aiuto di un amico di famiglia, madre e figlia spacchettano le loro cose, piene di ricordi.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
L’avamposto (L. Di Costanzo) - Prima guerra mondiale. In una trincea scavata nella roccia del Monte Pasubio è asserragliato un piccolo
plotone di militari italiani, per lo più ragazzi, sotto il tiro di un cecchino.
Il ponte (V. Marra)- Majo e Fatima, cinquantenni, sono arrivati a Roma vent’anni fa fuggendo dall’assedio di Sarajevo. Lei è cristiana. Lui
musulmano. Il loro fragile equilibrio costruito negli anni viene rotto dalla notizia della morte del padre di Majo.
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PROG. REVOLUTION
(ANTEPRIMA)
Italia, 2014, 65’
Un film di: Rossana De Michele. Regia: Jacopo Rondinelli. Sceneggiatura: Rossana De Michele, Valentina De Ceglie, Omar Pedrini.
Fotografia: Alvise Tedesco. Montaggio: Erica Capellani, Rossana De Michele. Interpreti: Mauro Pagani, Franz Di Cioccio, Franco
Mussida, Paolo Tofani, Eugenio Finardi, Lelli & Masotti, Stefano Senardi, Monica Palla, Franco Avona, Franz Di Cioccio, Franco
Mussida, Patrick Djivas. Produzione: Except per Sky Arte HD. Distribuzione: Sky Italia.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
1969-1979: il decennio del progressive a Milano. Gruppi come gli Area e la PFM hanno contribuito a rendere grande la musica rock
in Italia, e sono tutt’ora ammirati sia nel Belpaese che all’estero. Il documentario ripercorre le tappe di questo magico decennio, con
spezzoni d’epoca e interviste ai protagonisti del genere progressive in Italia, soffermandosi su come l’esplosione di nuove idee e sonorità
abbia contribuito a cambiare sensibilmente i gusti del pubblico e il modo stesso di approcciarsi al rock, non più solo passatempo per
“ribelli” ma autentica forma d’arte.
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«In quegli anni (grosso modo tra il 1969 e il ‘79) cominciava ad arrivare una nuova musica dagli Usa, prima
attraverso i film, poi con i dischi. È la scoperta del rock, e molti ne restano fulminati. Emulazione, senso
di libertà, entusiasmo per un modo nuovo di esprimersi musicalmente che pian piano si sovrappone
alla necessità di esprimere anche idee nuove in politica e nei rapporti sociali. I festival di musica sulle
orme di Woodstock diventano occasioni di confronto su tutti i piani, nell’Università Statale si tengono
concerti: quando arrivano gli Area, ricordano gli artisti interpellati, la porta dell’Aula Magna era stata
murata per motivi “politici” ed era stato necessario aprirla a picconate. La musica, spiegano, andava
ormai oltre l’intrattenimento, diceva molto di più. E in quegli anni le balere chiudevano e diventavano
teatri, sedi di concerti, dove i ragazzi andavano anche a sedersi per terra, pur di ascoltare i musicisti e
partire assieme a loro per un viaggio meraviglioso verso una nuova consapevolezza. E compariva una
nuova categoria importante nella società: i giovani». Mariella Tanzarella, repubblica.it.
LA SAPIENZA
Italia/Francia, 2014, 97’.
Regia e sceneggiatura: Eugène Green. Fotografia: Raphael O’Byrne. Montaggio: Valérie Loiseleux. Interpreti: Fabrizio Rongione,
Christelle Prot, Arianna Nastro, Ludovico Succio. Produzione: Alessandro Borrelli e Martine de Clermont-Tonerre per La Sarraz
Pictures, Mact Productions, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT e il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Roma
Lazio Film Commission. Distribuzione: La Sarraz Pictures.
Dichiarazione del regista
«ll progetto di questo film nasce da una doppia ispirazione. Da un lato, il desiderio vecchio di trent’anni
di evocare con i mezzi del cinema l’opera e la vita dell’architetto barocco Francesco Borromini.
Dall’altro, un interesse per l’architettura e l’urbanesimo contemporanei, ambiti dai quali potrebbero
nascere alcuni rimedi a certi mali della nostra civiltà, ma che spesso, nella pratica corrente, non fanno
che esacerbarli. (…)
In questa vicenda riguardante due coppie, un uomo e una donna, un fratello e una sorella, viene
fatta luce sulle relazioni umane, poi approfondite con l’espediente della separazione, un concetto
mutuato da una lunga tradizione occidentale della conoscenza tramite il nulla, e della presenza
tramite l’assenza. Al cuore della storia si trova anche il problema della trasmissione della tradizione,
eterna preoccupazione dell’uomo, che si rivela però particolarmente grave nel contesto della civiltà
europea contemporanea. Per quasi un quarto di secolo ho provato a fare teatro con una compagnia a
cui ho dato il nome di Teatro della Sapienza.»
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Alexandre Schmidt è un architetto in profonda crisi artistica. Con la mogle Aliénor, psicologa, intraprende un viaggio a Stresa, luogo
di origini del Borromini, sua vecchia fonte di ispirazione. Qui la coppia fa la conoscenza di due giovani fratelli: Gerardo è uno studente
che si appresta a iniziare il corso di architettura, mentre Lavinia è una bella ragazza sofferente di una debilitante malattia nervosa. Per
i coniugi Schmidt l’identificazione scatta immediata e inevitabile; e proprio questo incontro darà alla coppia nuovi stimoli, sia creativi
che sentimentali.
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SULL’ANARCHIA
Italia, 2014, 60’.
Regia e sceneggiatura: Bruno Bigoni. Sceneggiatura: Bruno Bigoni. Fotografia: Roberta Ferrara, Simona Ruggeri, Bruno Bigoni.
Montaggio: Valentina Andreoli. Interpreti: Maurizio Maggiani, Pino Cacucci, Conxa Perez Collado, Stefano Boni, Sarah Cereghini,
Alessio Lega. Produzione: Minnie Ferrara, Bruno Bigoni, Crowdfunding Eppela .
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Il documentario affronta il tema dell’anarchismo e le diverse forme dell’idea anarchica, con particolare attenzione alle esperienze
libertarie nel mondo attuale, straordinarie se pensiamo a come l’età contemporanea sia sempre più soggiogata dal fantasma del dio
denaro. Il documentario fa ampio uso di testimonianze e immagini per restituire tutte le sfaccettature di un modo di vivere e pensare
il proprio posto nel mondo in modo indipendente da partiti e chiese. Per pensare l’anarchia come un modo diverso e costruttivo di
vivere il mondo.
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«Io sono veramente libero solo quando tutti gli esseri che mi circondano, uomini e donne, sono
ugualmente liberi. La libertà degli altri, lungi dall’essere un limite o la negazione della mia libertà, ne è
al contrario la condizione necessaria e la conferma.» (Michail Bakunin)
«Malatesta dice che l’anarchia è un metodo. Ma non credo che sia un metodo scientifico; il materialismo
storico e quello dialettico sono forse delle scienze, l’anarchismo non è un metodo scientifico. Ma è il
metodo migliore che io conosca, per trasformare la mia vita di uomo che cerca di cavarsela, nella vita
di un uomo che ha lo sguardo lungo. E a una vita non c’è niente di meglio da augurare che uno sguardo
abbastanza lungo per andare oltre il fascista che ti sta davanti.» (Maurizio Maggiani)
TORNERANNO I PRATI
Italia, 2014, 80’.
Regia e sceneggiatura: Ermanno Olmi. Fotografia: Fabio Olmi. Montaggio: Paolo Cottignola. Musica: Paolo Fresu. Interpreti:
Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria, Camillo Grassi, Niccolò Senni, Domenico
Benetti. Produzione: Cinemaundici, Ipotesi Cinema, Rai Cinema. Distribuzione: 01 Distribution.
«Lungi dall’essere consolatorio, il titolo dell’ultimo film di Ermanno Olmi, “torneranno i prati”, ha un
senso amaro: allude all’ipocrisia della Storia riguardo le migliaia e migliaia di vittime sepolte sotto la
neve durante la Grande Guerra, di cui tutti saranno pronti a dimenticarsi al primo riapparire dell’erba,
ovvero in tempo di pace. E insieme a quei corpi sarà rimosso l’orrore assoluto di una guerra ingiusta e
inaccettabile come qualsiasi altra guerra. (...) Il film inscena una specie di fantasia onirica, un affresco
fra l’astratto e l’espressionista nutrito dell’humus di una zona che non solo è stata feroce teatro di
scontro e abbonda di ossari, steli, croci; ma è anche il luogo di vita e riflessione dell’autore, come si sa
asiaghese d’elezione. Racconti paterni a parte, Olmi si è familiarizzato con la guerra girovagando nei
boschi intorno a casa, conversando davanti al fuoco con l’amico “sergente della neve” Mario Rigoni
Stern, e ascoltando i paesani a partire dal “recuperante” Tony Lunardi. » Alessandra Levantesi Kezich,
La Stampa.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una
sola nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo
attimo, fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore. Tutto ciò che
si narra in questo film è realmente accaduto. E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio
sentimento.
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TUTTE LE SCUOLE DEL REGNO
(Anteprima)
Italia, 2015, 60’.
Regia: Marco Bechis, Caterina Giargia. Soggetto e sceneggiatura: Marco Bechis, Antonio Bellia, Caterina Giargia. Fotografia:
Giuseppe Trenta. Montaggio: Davide Gambino. Produzione: KartaFilm e Rai Cinema.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Palermo. Marisa Cordone è la preside di tre scuole situate tra due dei quartieri più difficili della città, la Vucciria e Ballarò. Per Marisa
la scuola è tutto, e nella sua vita ha affrontato molti sacrifici per mantenerla un luogo pubblico e di vera formazione, libera dalla
corruzione e dal degrado. Il film è il ritratto agrodolce dell’ultimo anno a scuola della Cordone prima della pensione. La sua passione
e la sua forza hanno spesso sopperito a uno Stato poco efficiente ed esageratamente burocratico, in una città dove l’insegnamento è
particolarmente difficile e il richiamo della strada è molto forte per i ragazzi.
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Dichiarazione dei registi
«Tutte le scuole del regno è stato girato nell’arco di un anno. La troupe ha convissuto per mesi con
la preside Marisa Cordone e i suoi ragazzi, all’interno degli edifici scolastici. L’idea era quella che
dimenticassero la nostra presenza, quasi fossimo parte integrante di quell’universo labirintico e
kafkiano. Le riprese sono iniziate solo dopo che abbiamo imparato a conoscere e chiamare per nome
ogni singolo studente, ogni singolo lavoratore della scuola, ogni professore.»
WELCOME HOME
(Anteprima)
Italia/Germania, 2014, 30’
Regia: Silvia Maggi. Sceneggiatura: Silvia Maggi, Silvia Radicioni. Fotografia: Silvia Maggi. Montaggio: Silvia Maggi. Musica: Nicola
Di Croce, Anna Perenna, Stefano Calvano, Alessandro Taddei, Jean e la Plastique, Jon Becker. Produzione: Silvia Maggi e Silvia
Radicioni via crowdfunding.
Dichiarazione delle registe
«Quando abbiamo iniziato le interviste e le riprese di Welcome Home, nel luglio 2013, la comunità
stava festeggiando il primo compleanno con una giornata di teatro e performance e una festa con
musica a seguire. Aprire Lebensort Vielfalt significava celebrare tanti impegni e sacrifici, quasi 10 anni
di iniziative per raccogliere fondi e sostegni di vario tipo. Alla fine ce l’hanno fatta. (…) Ci affascinava
esplorare ulteriormente il concetto focalizzandoci su persone in cui ci identifichiamo, gente che
proviene dall’attivismo per i diritti degli LGBT . Per molti di loro andare in una casa di riposo significa
rischiare di essere discriminati, dover tornare nascosti di nuovo. E non ci si può appoggiare a reti
informali di cura. Sicuramente la Germania e Berlino sono diverse dall’Italia, ma non bisogna pensare
che ci siano grandi differenze per quanto riguarda gli anziani. Anche in Germania la cura ricade
principalmente sulle donne della famiglia, o resta qualcosa che viene dall’esterno, medicalizzato, e
molto costoso. E così l’esempio della Lebensort è un esempio non unico ma importante di anziani che
si prendono cura gli uni degli altri.»
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
La casa di riposo Lebensort Vielfalt, nel quartiere Charlottenburg di Berlino, ospita dal 2012 anziani appartenenti alla comunità LGBT
(lesbiche, gay, bisessuali e transgeneder). Divisi in 40 stanze, i 24 ospiti dell’istituto partecipano insieme a tutte le attività, di qualsiasi
genere. Al Vielfalt non ci sono “diversi”: ogni aspetto della routine quotidiana dei pazienti è deciso dagli ospiti stessi, così come le varie
attività che nel centro si svolgono. La comunità vuole infatti rappresentare uno spazio sicuro, che rappresenti l’ideale di Casa, dove
ci si prende cura gli uni degli altri, e dove invecchiare significa trasmettere cultura, esperienze e conoscenza. Perché la voglia di vivere
non conosce età.
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ZANETTI STORY
Italia, 2014, 78’.
Regia: Simone Scafidi, Carlo A. Sigon. Sceneggiatura: Rudi Ghedini, Simone Scafidi, Carlo Sigon. Fotografia: Ivan Marasco,
Patrizio Saccò, Sebastián Sarraute. Montaggio: Fabio Capalbo, Michela Menichelli. Musica: Riccardo Cammalleri, Angelo G.
Mauro. Interpreti: Javier Zanetti, José Mourinho, Lionel Messi, Roberto Baggio, Fiorello, Paula Zanetti, Michele Serra, Beppe
Severgnini, Gad Lerner, Massimo Moratti, Esteban Cambiasso, Ivan Ramiro Cordoba, Sebastian Rambert, Sandro Mazzola,
Giuseppe Bergomi. Produzione: Luchino Visconti di Modrone per Enormous Films. Distribuzione: Nexo Digital.
LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI
Javier Zanetti è stata una delle ultime bandiere del calcio mondiale, con i suoi vent’anni di militanza nell’Inter, squadra della quale
è stato il capitano più amato. Una carriera iniziata da gregario e conclusa da vincente, da Buenos Aires, dove era giudicato troppo
gracile per lo sport, a Madrid, dove ha alzato la Coppa dei Campioni. Il film di Scafidi e Sigon racconta la storia di Zanetti legandola
all’opera di Albino Guaron, scrittore argentino che proprio al calciatore ha dedicato il suo ultimo libro. Con una preziosa serie di
interviste a grandi personalità del calcio mondiale.
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«El Tractor, l’uomo che nessuno in campo riesce a fermare senza ricorrere a una scorrettezza,
racchiude nel suo gesto sportivo la più limpida delle metafore esistenziali. Sull’apparente ossimoro di
un eroe “normale” gioca il film di Sigon e Scafidi, celebrando, con il rispetto del tifoso e la curiosità del
cineasta, la parabola di un Clark Kent che non ha mai sentito il bisogno di trasformarsi in Superman.
Il film, con l’umiltà che è mancata al Messi di De La Iglesia, ottiene il suo scopo di testimonianza e
souvenir, per non dimenticare mai che gli albi d’oro sono costruiti sulle fondamenta di gregari di lusso
almeno quanto sul genio e la sregolatezza di campioni estrosi e chiacchierati. Una lectio moralis che
difficilmente può vantare modelli naturali di idoneità pari a quella di Javier Zanetti.» Emanuele Sacchi,
Mymovies.it.
EVENTI SPECIALI
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MILLY- MELATO: DUE GENERAZIONI A CONFRONTO
DAI PALCOSCENICI (MILANESI) AGLI SCHERMI CINETELEVISIVI
EVENTI SPECIALI
Un appuntamento organizzato dal Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano in cui
attraverso approfondimenti, materiali video e testimonianze verranno ripercorse le carriere in campo cinematografico,
teatrale e televisivo di Milly e Mariangela Melato. Interventi di: Filippo Crivelli (Il mio lavoro con Milly); Raffaele De Berti,
Elena Mosconi (In “Tempo massimo”. Milly dal varietà al cinema); Emilio Sala (Milly come performer intermediale nella Milano
degli anni ’50-’60); Maurizio Porro (Mariangela, recitar ridendo e recitar piangendo); Maria Gabriella Cambiaghi (Mariangela
Melato e Luca Ronconi: il caso di “Quel che sapeva Maisie”); Silvia Tisano (I due volti di Mariangela Melato al Teatro Stabile di
Genova: tra classico e contemporaneo); Cristina Formenti (Travolti da un’insolita diva di nome Mariangela nell’azzurro mare
della commedia italiana); Michele Sancisi (Lo schermo Melato. Mariangela si racconta nel (o sul) piccolo schermo: 40 anni di
interviste e partecipazioni tv).
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Al termine dell’incontro, proiezione
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto
Regia e sceneggiatura.: Lina Wertmuller. Fotografia: Giulio Battiferri. Montaggio: Franco Fraticelli. Musica: Piero Piccioni.
Interpreti: Mariangela Melato, Giancarlo Giannini, Riccardo Salvino, Eros Pagni, Isa Danieli, Aldo Puglisi. Produzione e
distribuzione: Medusa. Italia, 1974, 120’.
Una ricca signora milanese, Raffaella Pavoni Lanzetti, è in crociera nel Mediterraneo. La donna non si fa scrupolo di maltrattare
crudelmente l’equipaggio, ma quando naufraga su un’isola deserta con l’unica compagnia del marinaio Gennarino Carunchio,
siciliano rude e comunista, la gerarchia di poteri si capovolge totalmente.
RICORDO DI UN GRANDE ARTISTA:
NAPOLI È UNA CANZONE RIMUSICATO CON BRANI DI PINO DANIELE
La presente edizione del festival si chiuderà con un omaggio a Pino Daniele, il grande cantautore e musicista scomparso
nel gennaio 2015. Per ricordarlo in modo non banale abbiamo pensato di utilizzare alcuni suoi brani per “dar voce” alle
immagini di un classico del cinema muto partenopeo, Napoli è una canzone. Apparentemente l’accostamento tra una
pellicola degli anni Venti e l’universo sonoro di Pino Daniele può sembrare dovuto solo dall’assonanza tra il titolo del
primo, Napoli è una canzone, e il brano più celebre del secondo, appunto il notissimo Napul’è. Uno sguardo più attento,
tuttavia, dovrebbe rivelare che in effetti ciò che il film di Eugenio Perego afferma ostensivamente, e cioè il riassumersi
del folklore napoletano nella sua tradizione canora, descrive con una certa esattezza l’operazione magari solo implicita
nella musica del cantautore partenopeo. Film e canzoni, insomma, si iscrivono facilmente in una comune, profonda, storia
culturale; esibendola baldanzosamente, nel primo caso, rinnovandola dall’interno, con le numerose contaminazioni che
tutti sappiamo e che non è il caso qui di ricordare, nel secondo. Lavorando a questa inedita sonorizzazione, la nostra
scelta non è caduta sui titoli forse più noti, ma ha privilegiato le musiche che ci sembravano più appropriate e che
appartengono, quasi senza eccezione, alla prima fase della carriera di Daniele. Quella che, significativamente, ci pare
ricadere sotto l’orgogliosa rivendicazione espressa dalla sua prima raccolta, che non a caso porta il titolo di Terra mia.
Regia: Eugenio Perego. Interpreti: Leda Gys, Angelo Ferrari, Carlo Reiter, Grethel Stein, Giuseppe Gherardi, Gennaro
Sebastiani, Lorenzo Solderini. Italia, 1927 - 2015, 80’, muto con musica e canzoni di Pino Daniele inserite nel film a cura di
Fondazione Cineteca Italiana (Luigi Boledi)
Rossella, lavandaia canterina, vive con il nonno, che è uno degli ultimi “pazzarielli” napoletani. Un giorno la ragazza trova
lavoro presso un facoltoso americano, giunto a Napoli per curare la melanconica figlia Mary. Se Napoli è una canzone, questa
canzone è un’infallibile medicina dello spirito. Rossella e Mary diventano amiche; sopravviene Max, fratello di Mary, di cui
Rosella si innamora, mentre il giovane, che ha scommesso con alcuni amici mille dollari che avrebbe conquistato la ragazza,
pensa solo a vincere la posta in gioco. Ma il sorriso e la giovinezza di Rossella avranno, dopo qualche schermaglia e qualche
ripicca, il sopravvento e la storia si concluderà con un viaggio di nozze a New York.
EVENTI SPECIALI
NAPOLI È UNA CANZONE
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RITROVATI E RESTAURATI:
CABINA RICEVITRICE SUD – MILANO (IN COSTRUZIONE)
(ANTEPRIMA)
Presentiamo in anteprima assoluta il restauro effettuato da Fondazione Cineteca Italiana e Fondazione Aem-Gruppo A2A
di un documentario del 1934 proveniente dagli archivi storici Aem che illustra la nascita, dalla costruzione all’inaugurazione,
di un edificio fondamentale per la produzione e la distribuzione elettrica della città di Milano: la ricevitrice Sud.
Nel corso dell’appuntamento sarà presentato anche il dvd La ricevitrice: luce, modernità e consenso. I documentari AEM
1929-1936 editato nella collana “I tesori del MIC”.
Cabina ricevitrice Sud – Milano (in costruzione)
(Arrigo Cinotti, Italia, 1933-1934), muto
La proiezione sarà accompagnata dal vivo con musiche originali composte da Francesca Badalini ed eseguite da: Lydia
Colona (clarinetto), Davide Martinelli (percussioni), Francesca Badalini (pianoforte).
EVENTI SPECIALI
«Nel 1932 Arrigo Cinotti inzia la sua collaborazione con Aem per documentare i grandi eventi ufficiali e le opere in
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corso di costruzione per la distribuzione dell’energia elettrica prodotta dalle nuovi centrali Aem in Valtellina. Fu così
che nacque il primo e unico “colossal” di Aem, un film diviso in otto parti di quasi due ore di durata, incentrato sulla
costruzione di uno degli edifici simbolo della crescita industriale di Milano e della retorica architettonica di quegli anni:
la ricevitrice sud di Morivione. Monumento alla forza modernizzatrice dell’impresa, la Cabina ricevitrice sud - Milano (in
costruzione) documenta, settimana dopo settimana, mese dopo mese, tutte le fasi dei lavori dal 1933 al 1934, fino al giorno
dell’inaugurazione, ed è oggi di grande interesse come testimonianza visiva di un’importante fase del mutamento del
territorio della zona sud di Milano e per la sorprendente qualità “estetica” di un lavoro di solo apparente documentazione,
sicuramente non destinato alle sale cinematografiche.» (Giulio Bursi)
RETROSPETTIVA
MILANO CITTÀ APERTA
I 70 ANNI DALLA
LIBERAZIONE
FILM E
MOSTRA FOTOGRAFICA
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Un altro importante appuntamento del festival, è la celebrazione del 70. anniversario della Liberazione, realizzata in
collaborazione con l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani) e INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia della Liberazione).
Il 25 aprile 1945 fu un giorno fondamentale per la storia del nostro paese, un simbolo della vittoriosa lotta di resistenza
militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la Seconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943 contro
il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista. Due le inziative in ricordo del 25 aprile 1945:
1) Una mostra fotografica dal titolo “Milano
città aperta”: 70 scatti partigiani che saranno
esposti dal 21 aprile al 3 maggio nella sala
adiacente l’atrio del cinema Spazio Oberdan. Le
fotografie esposte provengono dagli archivi storici
dell’ANPI, dell’INSMLI e di Fondazione Cineteca
Italiana. In mostra anche i testi storici del 24, 25 e
26 aprile 1945 che raccontano gli eventi legati alla
Liberazione nella città di Milano.
2) Una rassegna cinematografica con dieci
classici firmati da maestri del nostro cinema
(da Roberto Rossellini, Nanni Loy, Francesco
Maselli a Paolo e Vittorio Taviani, Giorgio Diritti,
Florestano Vancini, Gianfranco De Bosio) e due
rari documentari dedicati al tema della resistenza
e della lotta per la Liberazione (Con i partigiani
sull’Appennino e Il ribelle).
CON I PARTIGIANI SULL’APPENNINO
Italia, 1944-1945, 24’.
Regia, fotografia e montaggio: Marino Cantoni. Restauro e sonorizzazione: Giancarlo Bocchi. Distribuzione: Imp Distribuzione.
Girato tra il novembre del 1944 e l’aprile del 1945, restaurato e sonorizzato dal regista Giancarlo Bocchi, in occasione del
settantesimo anniversario della Liberazione, questo prezioso documentario in 8 mm raccoglie immagini uniche della lotta al
nazifascismo, con autentiche scene di battaglia tra partigiani e fascisti per il controllo della città di Parma. Uno dei rari esempi
di documentario girato all’interno del movimento partigiano di Resistenza e unico film esistente sulle brigate partigiane che
combatterono nella zona di Parma.
MILANO CITTÀ APERTA
ERA NOTTE A ROMA
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Italia/Francia, 1960, 120’.
Regia: Francesco Maselli. Sceneggiatura: Sergio Amidei, Diego Fabbri, Brunello Rondi, Roberto Rossellini. Fotografia: Carlo
Carlini. Montaggio: Roberto Cinquini. Musica: Renzo Rossellini. Interpreti: Giovanna Ralli, Paolo Stoppa, Renato Salvatori,
Sergej Fëdorovič Bondarčuk, Leo Genn, Peter Baldwin, Enrico Maria Salerno, Laura Betti, Sergio Fantoni, Hannes
Messemer, Rosalba Neri, George Petrarca, Carlo
Reali, Giulio Calì, Leopoldo Valentini, Marcella
Rovena. Produzione: Giovanbattista Romanengo
per International Golden Star e Film Dismage.
Per aiutare tre soldati - un inglese, un americano,
un russo - nella Roma occupata dai tedeschi, una
bella ragazza del popolo affronta molti rischi. Il suo
fidanzato viene fucilato e la ragazza sa con certezza
che qualcuno ha fatto la spia. Quando arrivano gli
alleati, il soldato inglese individua il traditore e lo
uccide.
IL GENERALE DELLA ROVERE
Italia, 1959, 132’.
Regia: Roberto Rossellini. Sceneggiatura: Sergio Amidei, Diego Fabbri, Indro Montanelli. Fotografia: Carlo Carlini.
Montaggio: Cesare Cavagna. Musica: Renzo Rossellini. Interpreti: Vittorio De Sica, Vittorio Caprioli, Hannes Messemer,
Giovanna Ralli, Sandra Milo, Maria Greco, Herbert Fischer, Anne Vernon, Franco Interlenghi, Linda Veras. Produzione:
Morris Ergas per Zebra Film e S. N. E. Gaumont.
Nella Milano del ‘43 Bertone, un anziano truffatore,
viene arrestato dalle SS tedesche. All’alto ufficiale
che lo interroga viene l’idea di valersi dell’abilità di
truffatore dell’imputato per raccogliere le confidenze
dei prigionieri politici detenuti nel carcere di San
Vittore, e gli propone di spacciarsi per il generale
badogliano Della Rovere, procurando così alle SS
preziose informazioni. Il vile Bertone accetta per
salvarsi la vita; ma la vicinanza di gente valorosa lo
convincerà a lottare e soffrire insieme alla Resistenza.
GIORNI DI FURORE
Italia, 1963, 106’.
Regia e sceneggiatura: Isacco Nahoum, Giovanni Canavero, Alfieri Canavero, Gianni Dolino. Montaggio: Mario Serandrei.
Musica: Giancarlo Chiaramello. Produzione: Società Cooperativa XXV Aprile.
Documentario di montaggio, realizzato in occasione del ventennale della Liberazione, prende l’avvio dai primi movimenti
fascisti in Italia e, in una rapida sintesi, illustra i principali avvenimenti politici e sociali in Italia fino al 1940, soffermandosi sulle
vicende di Mussolini e Hitler, la guerra di Spagna, le battaglie d’Africa e di Russia, i massacri delle SS, i campi di concentramento
e la lotta antifascista. Il tutto con il commento di Italo Calvino.
LA LUNGA NOTTE DEL ‘43
Regia: Florestano Vancini. Sceneggiatura: Ennio De Concini, Pier Paolo Pasolini, Florestano Vancini dal racconto Una notte
del ‘43 di Giorgio Bassani. Fotografia: Carlo Di Palma. Montaggio: Nino Baragli. Musica: Carlo Rustichelli. Interpreti: Belinda
Lee, Gabriele Ferzetti, Enrico Maria Salerno, Gino Cervi, Andrea Checchi, Nerio Bernardi, Loris Bazzocchi, Raffaella Carrà,
Alice Clemens, Carlo Di Maggio, Isa Querio, Silla Bettini. Produzione: Antonio Cervi e Alessandro Jacovoni per Ajace Film
e Euro International Film.
Dopo l’8 settembre del ‘43 il partito fascista di Ferrara
stringe le fila, ma è lacerato tra due diverse tendenze:
quella del moderato federale Bolognesi e quella del
fanatico Aretusi. Bolognesi inizia una relazione con
la giovane Anna, legata a un uomo costretto su una
sedia a rotelle. Ma l’idillio finisce quando Aretusi
fa assassinare Bolognesi e, attribuendo il delitto
agli antifascisti, scatena una violenta rappresaglia,
facendo fucilare undici ostaggi.
MILANO CITTÀ APERTA
Italia/Francia, 1960, 105’.
43
LA NOTTE DI SAN LORENZO
Italia, 1982, 105’.
Regia: Paolo e Vittorio Taviani. Sceneggiatura: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Tonino Guerra, Giuliani G. De Negri.
Fotografia: Franco Di Giacomo. Montaggio: Roberto Perpignani. Musica: Nicola Piovani. Interpreti: Omero Antonutti,
Margarita Lozano, Claudio Bigagli, Miriam Guidelli,
Massimo Bonetti, Enrica Maria Modugno, Sabina
Vannucchi, Giorgio Naddi, Renata Zamengo, Micol
Guidelli, Massimo Sarchielli, Giovanni Guidelli,
Mario Spallino, Paolo Hendel. Produzione: Giuliani
G. De Negri.
In una notte di San Lorenzo del ‘44, in un paesino
della campagna toscana, i tedeschi, che stanno
evacuando, convincono il vescovo a raccogliere la
gente nella chiesa con la promessa di lasciare tutti
in vita. Ma una parte della popolazione dà retta a
Galvano, un fiero contadino che ha fiutato l’inganno
e che preferisce la fuga.
LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI
Italia, 1962, 124’.
MILANO CITTÀ APERTA
Regia: Nanni Loy. Sceneggiatura: Carlo Bernari, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Nanni Loy. Fotografia:
Marcello Gatti. Montaggio: Ruggero Mastroianni. Musica: Carlo Rustichelli. Interpreti: Raffaele Barbato, Charles Belmont,
Regina Bianchi, Silvana Buzzanca, Luigi De Filippo, Domenico Formato, Enzo Cannavale, Aldo Giuffrè, Curt Lowens,
Pupella Maggio, Rosalia Maggio, Lea Massari, Jean
Sorel, Franco Sportelli, Enzo Turco, Gian Maria
Volontè, Georges Wilson, Frank Wolff, Raf Vallone.
Produzione: Goffredo Lombardo per Titanus.
Dal 28 settembre al 1° ottobre 1943, il popolo
napoletano mette in fuga i tedeschi prima dell’arrivo
degli alleati. Terminata la battaglia, chi vi ha preso
parte torna a casa e la rivolta diviene solo un ricordo.
Restano i nomi dei morti, tra cui quello di Gennarino
Capuozzo, un bambino di dieci anni ucciso sulle
barricate mentre combatteva contro chi voleva
invadere il suo Paese.
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IL RIBELLE
Italia, 2011, 72’.
Regia: Giancarlo Bocchi. Sceneggiatura: Giancarlo Bocchi, Marco Colli. Riprese originali: Andrea Filippicci, Eugenio Vatta.
Montaggio: Leonardo Rigon. Sonorizzazione: Federico Tummolo. Voce narrante: Valerio Mastandrea. Interpreti: Francesco
Pannofino (solo voce). Produzione: International Media Production. Distribuzione: Imp Distribuzione.
“L’uomo che terrorizzò Mussolini”, ”il comunista
troppo ribelle per Stalin”. Così è stato definito Guido
Picelli, comandante rivoluzionario che ottenne nel
1922 la prima vittoria militare sul fascismo in Europa,
liberando Parma dall’assedio di diecimila uomini al
comando di Italo Balbo. Eroe popolare e coraggioso,
si rese protagonista di memorabili beffe (come quando
issò un’enorme bandiera rossa sul Parlamento) e
teorizzò con Antonio Gramsci la struttura della
rete clandestina di resistenza al regime. La sua
storia è raccontata da due voci d’eccezione: Valerio
Mastandrea e Francesco Pannofino.
ROMA CITTÀ APERTA
Italia, 1945, 103’.
Regia: Roberto Rossellini. Sceneggiatura: Sergio Amidei, Federico Fellini, Celeste Negarville, Roberto Rossellini. Fotografia:
Ubaldo Arata. Montaggio: Eraldo Da Roma. Musica: Renzo Rossellini. Interpreti: Aldo Fabrizi, Anna Magnani, Marcello
Pagliero, Vito Annicchiarico, Nando Bruno, Harry Feist, Giovanna Galletti, Francesco Grandjacquet, Eduardo Passarelli,
Maria Michi, Carla Rovere, Carlo Sindici, Joop van Hulzen, Ákos Tolnay, Alberto Tavazz. Produzione: Excelsa Film.
Nella Roma del 1943-44, dichiarata “città aperta” nel mezzo dell’occupazione nazifascista, la lotta, le sofferenze, i sacrifici della
gente sono raccontati attraverso le vicende di una popolana, di un sacerdote e di un ingegnere militante nella Resistenza.
GLI SBANDATI
Italia, 1955, 78’.
Regia: Francesco Maselli. Sceneggiatura: Eriprando Visconti, Francesco Maselli e Ageo Savioli. Fotografia: Gianni Di Venanzo.
Montaggio: Antonietta Zita. Musica: Giovanni Fusco. Interpreti: Lucia Bosé, Jean-Pierre Mocky, Isa Miranda, Leonardo Botta,
Antonio De Teffè, Goliarda Sapienza, Ivy Nicholson, Mario Girotti. Produzione: Antonio Pellizzari per C.V.C.
Un gruppo di ragazzi di buona famiglia, ritrovatosi sfollato in campagna dopo l’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio tra
l’Italia e le truppe alleate, è indeciso se intraprendere la via della Resistenza partigiana o tentare la fuga in un altro Paese. Chi
decide di unirsi alla Resistenza lo farà al costo della vita, mentre gli altri fuggiranno al sicuro in Svizzera.
IL TERRORISTA
Italia/Francia, 1963, 100’.
L’UOMO CHE VERRÀ
Italia, 2009, 115’.
Regia: Giorgio Diritti. Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Giovanni Galavotti, Tania Pedroni. Fotografia: Roberto Cimatti.
Montaggio: Giorgio Diritti, Paolo Marzoni. Musica: Marco Biscarini, Daniele Furlati. Interpreti: Maya Sansa, Alba
Rohrwacher, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Maria Grazia Naldi, Stefano Bicocchi, Eleonora Mazzoni, Orfeo
Orlando, Diego Pagotto, Bernardo Bolognesi, Stefano Croci, Zoello Gilli, Timo Jacobs, Germano Maccioni, Raffaele
Zabban, Francesco Modugno. Produzione: Simone Bachini e Giorgio Diritti per Arancia Film e Rai Cinema.
Alle pendici di Monte Sole, sui colli appenninici
vicini a Bologna, la comunità agraria di Marzabotto
vede i propri territori occupati dalle truppe naziste
e molti giovani decidono di organizzarsi in una
brigata partigiana. Per la piccola Martina tutte
quelle continue fughe dai bombardamenti hanno
poca importanza: da quando ha visto morire il
fratellino fra le sue braccia, ha smesso di parlare e
vive nell’attesa di averne uno nuovo. Ma la tragedia
incombe: le SS organizzano una spedizione punitiva
nei confronti degli abitanti del villaggio.
MILANO CITTÀ APERTA
Regia: Gianfranco De Bosio. Sceneggiatura: Gianfranco De Bosio, Luigi Squarzina. Fotografia: Alfio Contini, Lamberto
Caimi. Montaggio: Carla Colombo. Musica: Piero Piccioni. Interpreti: Gian Maria Volonté, Philippe Leroy, Raffaella Carrà,
Tino Carraro, Anouk Aimée, Giulio Bosetti, José Quaglio, Cesare Miceli Picardi, Carlo Bagno, Roberto Seveso, Mario Valgoi,
Gabriele Fantuzzi, Neri Pozza, Giuseppe Sormani.
Produzione: Tullio Kezich e Alberto Soffientini per
22 Dicembre e Societé Cinematographique Lyre.
Nella Venezia del 1943, Renato Braschi, esponente
del Partito d’Azione a capo dei partigiani, sceglie di
continuare le sue azioni di sabotaggio contro i fascisti
nonostante gli inviti dei superiori alla prudenza e alla
sospensione degli attentati. Ma anche tra i compagni
più fidati possono nascondersi i traditori.
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Finito di stampare nel mese di aprile 2015 da pixartprinting Srl
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L’ULTIMA PUBBLICAZIONE DI FONDAZIONE CINETECA
ITALIANA NELLA COLLANA “I TESORI DEL MIC IN DVD”
Un dvd con preziosissimi filmati d’epoca provenienti dagli archivi storici Aem restaurati da Fondazione
Cineteca Italiana e Fondazione Aem-Gruppo A2A che documentano la nascita, dalla costruzione
all’inaugurazione, di due edifici fondamentali per la produzione e la distribuzione di elettricità nella
città di Milano: le ricevitrici Nord e Sud, fulcri della modernità del ventennio fascista.
In distribuzione da marzo 2014. Acquistabile in tutti i migliori negozi, presso
Fondazione Cineteca Italiana e anche on-line su http://cinestore.cinetecamilano.it
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Il cinema italiano al centro
del nostro impegno
www.raicinema.it
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www.raicinemachannel.it
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