2016.07 Metodologia calcio dei bambini corretta

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2016.07 Metodologia calcio dei bambini corretta
La filosofia
In Svizzera circa 60000 bambini in età compresa tra 5 e 10 anni giocano in una società di calcio. Il calcio per
bambini può essere considerata la porta d’accesso più importante a una vita sportiva attiva. In una società di
calcio di dimensioni normali, un quarto di tutti i giocatori e giocatrici attivi sono nell’età del calcio dei bambini.
Il nostro obiettivo è quello di contribuire ad un costante miglioramento qualitativo del calcio per bambini:
• Promuovendo un gioco del calcio adeguato ai bambini
• Offrendo ad ogni bambino il diritto di giocare e di esprimere le proprie emozioni
• Aiutando il bambino ad acquisire il concetto del Fairplay (comportamento rispettoso degli altri e delle regole)
Ridere, Imparare e Realizzare prestazioni sono i tre elementi chiave di ogni attività con i bambini
RIDERE sta per divertirsi a fare
movimento e a vivere esperienze
di gruppo
IMPARARE significa fare progressi
a livello tecnico, motorio e sociale
REALIZZARE PRESTAZIONI vuol
dire lo sforzo in sé oppure la
valutazione personale delle proprie
prestazioni
Lo sviluppo della personalità
I bambini sono per natura poco indipendenti. Tutte le nostre indicazioni verso essi devono perciò essere intese
come stimolo (input) per fare per conto proprio. Solo così potrà crescere la loro autonomia.
Per far cresce in maniera ottimale i nostri piccoli calciatori, dobbiamo mettere al centro lo sviluppo globale del
bambino prendendo in considerazione e sviluppando al meglio la sua personalità di calciatore.
Semplificando, la personalità di un
calciatore può essere suddivisa in
quattro competenze
Agosto 2016: Responsabili FTC “calcio dei bambini”: Crivelli Tamara e Bulgheroni Manlio
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Competenza di gioco
•
•
•
•
il gioco è un bisogno del bambino
il gioco è apprendimento
imparare significa fare per conto proprio
giocando i bambini imparano in modo persistente
(durevole nel tempo) e onnicomprensivo (completo
Gli adulti devono creare condizioni generali che motivano
il bambino a fare per conto proprio. In tal modo si ottiene
e si accresce la sua gioia nel fare le cose (aumentando l’autostima)
Come tutte le altre competenze, anche la competenza di gioco influenza altri livelli di sviluppo:
- ambito sociale: maggior accettazione delle regole, rispetto, fairplay, consapevolezza della collaborazione, …
- ambito emotivo: riconoscimento ed esperienza dei sentimenti, rielaborazione delle delusioni, …
- ambito cognitivo: acquisizione di semplici comportamenti tattici (fare finte, smarcarsi, marcare, …)
- ambito motorio: movimenti più fluidi, sviluppo delle capacità motorie, di reazione e di equilibrio
Competenza di movimento
Lo sviluppo di un adulto dipende anche molto dalle esperienze
fatte durante la vita, e più in particolare negli anni dell’infanzia.
Una stimolazione precoce, regolare e vasta porta a un
potenziamento delle associazioni nel cervello, che giovano
alla competenza di movimento.
Migliore e più vasta è la competenza di movimento, più
complesse saranno le azioni che si potranno realizzare
Competenza di sé
Significa agire motivati e saper partecipare attivamente. Sulla base della fiducia i bambini imparano a percepire
i propri stati interiori, a esprimerli e a regolarli.
Da questo i bambini sviluppano la propria immagine di sé: Chi sono io? Cosa sono capace fare? Cosa so?
I bambini sviluppano la competenza di sé partecipando attivamente alla realizzazione di qualcosa
Competenza sociale
I bambini hanno bisogno di altri bambini per crescere in una comunità sociale ed essere così in grado di
assumere responsabilità, funzioni e ruoli.
I bambini sviluppano la competenza sociale imparando a cooperare con gli altri e a risolvere i conflitti
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I principi didattici di formazione
Quattro principi didattici che descrivono come dovrebbe essere un allenamento o una formazione di successo
1. Ludico: per stimolare i bambini all’apprendimento, dobbiamo
far leva sulla loro fantasia e le loro emozioni. Si tratta di
stimolare i bambini grazie ad esempi o immagini da imitare
(correre come una lepre, dribblare in un bosco di cinesini, …).
In tale contesto la sfida non è solamente creare una
situazione di concorrenza (chi riesce a fare di più), ma anche
trovare dei compiti quantificabili per i singoli partecipanti (in
quanto tempo riesci a raggiungere…)
2. Adeguato ai bambini: si intende una metodologia e una
didattica che corrisponda allo sviluppo, alle necessità e alle
competenze dei bambini. (sviluppo a diverse velocità)
3. Variato: i bambini hanno bisogno di variazioni per sviluppare
competenze motorie e maturare conoscenze con
l’esperienza. Una formazione efficace comprende anche
forme di movimento prese in prestito da altri sport
4. Orientato alla situazione di partita: è durante le partite che
si impara di più. L’allenamento si base su due fasi gioco, a
loro volta suddivise in due situazioni
L’allenamento
I bambini entrano in una società di calcio innanzitutto per giocare, non per essere allenati. È però sbagliato
pensare che i bambini vogliono solo giocare. Hanno invece la fondata pretesa di imparare a giocare e di fare
progressi per aumentare le proprie competenze di gioco.
La metodologia adatta ai bambini
Formare piccoli gruppi (6-8 giocatori per gruppo / 3-5 per i più piccoli)
Numero elevate di ripetizioni (ogni giocatore con palla)
Poche organizzazioni e tante varianti (2-4 regole alla volta)
Buona possibilità di riuscita (> 50%) e date la possibilità di segnare molte reti
Rincuorare i bambini con feedback positivo
Mantenere l’entusiasmo nei giochi e negli esercizi
Lasciare briglia sciolta, evitiamo di fare sempre da guida
Pianificare e organizzare postazioni e gruppi prima dell’inizio dell’attività
Stabilire regole e convenzioni (adatte e applicabili ai bambini)
Usare le demarcazioni colorate con intelligenza (di facile lettura per i bambini)
Utilizzare rituali in modo mirato e coerente
Utilizzare una buona messa in scena (storie, immagini da imitare, …)
Cambiare le posizioni di gioco e i ruoli (anche il portiere)
STOP ai tempi morti
STOP alle colonne
STOP agli allenatori che
fanno quello che potrei
fare io
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Piano di marcia metodologico per giochi ed esercizi
Questo piano di marcia è particolarmente adatto per l’introduzione dell’allenamento e per i punti chiavi
dell’allenamento “Imparare a giocare a calcio” e “Vivere le molteplicità”. (vedi sotto)
1° parte - Inizio aperto: poche indicazioni, libertà
ai bambini di presentare le loro idee, scoprire e
sperimentare cose nuove
2° parte - Esercizi: gli allenatori forniscono
soluzioni, indicazioni e correggono gli errori
3° parte – Competizione: tiene alta l’attenzione
e la motivazione dei bambini. La competizione
porta emozione e accresce l’intensità nel gioco
Lo schema di allenamento
L’allenamento è costituito da un’introduzione, una parte principale con i punti chiave “Giocare a calcio”,
“Imparare e giocare a calcio” e “Vivere le molteplicità”, e da una parte finale dedicata al ritorno alla calma.
Negli allenamenti si distingue tra organizzazione “classica” e organizzazione “Pool”
• Classica: gruppo unico con pochi bambini che svolgono l’attività in modo sequenziale
• Pool: gruppo numeroso suddiviso in 3 gruppi che svolgono la parte principale a rotazione, vantaggi:
o meno materiale e minore superficie di campo utilizzata
o organizzazione semplificata, l’allenatore prepara e rimane sulla medesima postazione
o l’allenatore ripete più volte la medesima attività migliorando automaticamente il proprio coaching
o ogni allenatore potrà divertirsi con il gruppo dei più bravi e con quello che presenta più difficoltà
Introduzione: preparare i bambini a livello fisico e mentale. Ogni bambino ha la palla, in questo modo si
sviluppa la destrezza con la palla grazie ai molti contatti.
Parte principale: rispetta i 3 punti chiave didattici, libera scelta di sequenza
Ritorno alla calma: tutti assieme con un gioco calmante (evitare la competizione ma ricercare la cooperazione e
costruire lo spirito di squadra)
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Vivere la
molteplicità
I punti centrali dell’allenamento
Imparare a
giocare a
calcio
Tenendo in considerazione i principi didattici
di formazione e lo sviluppo delle personalità,
sono stati definiti 3 punti centrali dell’allenamento
Giocare
a calcio
Imparare a giocare a calcio
La trasmissione, graduale e adeguata all’età, dell’ABC del calcio è il cuore di ogni allenamento. Per prima cosa al
bambino deve essere consentito un elevato numero di contatti con la palla.
Da un iniziale “giocare uno accanto all’altro” si sviluppa un “giocare insieme” cooperativo
Ogni bambino deve potersi esercitare con la propria palla.
Il principio dello sviluppo del gioco è: io, tu e io, noi
“Orientarsi nello spazio” e “Bilateralità” sono temi fondamentali in tutti gli stadi di formazione
Noi abbiamo la palla (fase offensiva)
NOI
12
1
11
IO
2
10
3
9
4
8
TU e IO
5
7
TU e IO
IO
6
NOI
123456789101112-
Orientarsi nello spazio
Bilateralità
Segnare delle reti (tiro in porta)
Condurre palla
Destrezza con la palla (es: metodo Coerver)
Finte (Dribbling)
Cambio direzione con la palla
Difendere la palla (protezione)
Ricevere palla (controllo orientato)
Passaggi
Prepararsi a ricevere
Ottenere la superiorità numerica
Liberarsi dell’avversario
Riconoscere e sfruttare i buchi (tagli)
Nella tabella seguente, i temi sono associati alle due fasi di gioco “Noi abbiamo la palla” e “ L’avversario ha la
palla”. Le stelle indicano la rilevanza dei temi in funzione della categoria (età del bambino).
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Vivere la molteplicità
Durante ogni allenamento, sia nell’introduzione che nella parte principale, i bambini devono vivere la
molteplicità (vedi capitolo “Competenze di movimento”). Punto chiave ben ancorato nella parte principale e
suddivisa in 3 ambiti tematici “Coraggioso e forte”, “Ritmico e abile” e “Agile e svelto”. Un apparato sensoriale
ben sviluppato (vista, udito e tatto), il senso di movimento e di equilibrio, influenzano positivamente la velocità
d’esecuzione. Il cambio d’ambiente (per es. la palestra) aumenta la possibilità di vivere le molteplicità.
Giocare a calcio
Durante ogni allenamento, i bambini devono avere l’opportunità di fare delle esperienze di gioco spontanee per
provare con coraggio quanto appreso. Gli allenatori intervengono solo se le regole vengono infrante, se i bambini
non riescono a risolvere i conflitti da soli o se si presentano situazioni difficilmente affrontabili in autonomia
I principi di gioco rappresentano una
componente importante anche
nell’allenamento. Nel calcio dei bambini la
tattica non ha molta importanza. Tuttavia è
utile cercare di avere un ordine di base per
gettare le basi del calcio e permettere uno
sviluppo di gioco.
Le formazioni di gioco a triangolo o a
rombo hanno dati buoni risultati
Disposizione raccomandata:
5 contro 5 (1-2-1) / 7 contro 7 (2-3-1)
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Pianificazione scuola calcio (proposta)
Il “tre per tre” è l’attuazione pratica del concetto di calcio per bambini. Questa formula contiene esercizi e
giochi per ogni punto centrale dell’allenamento (giocare a calcio, imparare a giocare a calcio, vivere la
molteplicità). Ogni punto centrale dell’allenamento contiene obiettivi diversi:
La stagione è suddivisa in due periodi di 15 settimane, uno in
autunno e uno in primavera. (vedi direttive G+S).
Ogni periodo è composto da 4 cicli, 3 formativi e uno di
approfondimento (verifica).
Obiettivi cicli di formazione: “Segnare reti”, “Preparare reti da
soli” e “Preparare reti in gruppo” Il ciclo comprende 3 settimane
di allenamenti sul campo e una di gioco (tornei interni, giochi
extra-calcio) o di attività in un altro ambiente (palestra, …)
Gli obiettivi “Coraggioso e forte”, “Ritmico e abile” e “Agile e
svelto” saranno presenti in ogni ciclo.
1°
ciclo
•Segnare reti
•Evitare reti
2°
ciclo
•Preparare reti da soli
•Conquistare la palla da soli
3°
ciclo
•Preparare reti in gruppo
•Conquistare la palla in gruppo
Bibliografia: ASF Calcio per bambini –Teoria e pratica
Agosto 2016: Responsabili FTC “calcio dei bambini”: Crivelli Tamara e Bulgheroni Manlio
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